slide controllo di gestione
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Luca De Gennaro
STRUMENTI PER IL CONTROLLO
DELL'AZIENDA
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L'azienda è una struttura composita formata da risorse didiversa natura, organizzata nelle sue varie parti, per conseguire,attraverso un processo di produzione di ricchezza, finalità ed
obiettivi, strumentali al raggiungimento del suo scopo ultimoquale risulta dalla vision aziendale.
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Nel formulare la propria Vision l'azienda definisce la sua metaspecificando:
? il ruolo sociale che intende svolgere;
? i confini entro i quali intende muoversi;? i principi etici a cui intende ispirare le sue scelte di governo ed i suoi
comportamenti (mission).
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Il tutto dev'essere finalizzato agarantire nel tempo una conveniente ed
adeguata rimunerazione deglistakeholder.
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Gli stakeholder sono tutti i portatori di interessi direttamente oindirettamente coinvolti nell'attività d'impresa:
? Azionisti
? Lavoratori? finanziatori reali e potenziali? Clienti? Fornitori?
Comunità sociale? Pubblica Amministrazione
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Il soddisfacimento degli interessi istituzionali può realizzarsisolo se l'azienda è in grado di svolgere la sua attivitàeconomica in condizioni di tendenziale equilibrio economico.
La durabilità di tale equilibrio è legata alla capacitàdell'azienda di aumentare il suo valore economico.
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Il principio dell'economicità ed il principio del valore
sintetizzano, dunque, le condizioni necessarie a
soddisfare le attese degli stakeholder e rappresentanodue parametri di riferimento alla luce dei quali valutare le
modalità di svolgimento della combinazione produttiva.
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Tali principi devono trovare applicazione nelle relazioni che sivengono ad instaurare tra l'impresa e l'ambiente circostante.
Ciò implica che le decisioni e le azioni poste in essere da chigoverna l’azienda devono essere volte a coniugare l'efficienzadella combinazione produttiva con il soddisfacimento delle attesedegli stakeholder ed in particolare con quelle del cliente.
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In sintesi, il sistema aziendale dev'essere efficace ed efficiente,ossia deve rispondere alle esigenze del mercato e dell'ambienteutilizzando al meglio le risorse disponibili.
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
DECISIONI
AZIONI
RISULTATI
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VISION AZIENDALE
(meta e domini)
MISSION AZIENDALE(principi)
OBIETTIVI
(traguardi quantitativi)
• Reddito• Valore
FINALITA’
(traguardi qualitativi)
• Migliorare la tecnologia• Aumentare la dimensione• Migliorare il know-how, lacoesione e la motivazione• Migliorare la capacità
relazionale e informativa
INDIVIDUAZIONE DI UNA STRATEGIACONTROLLO
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Per raggiungere i traguardi di lungo periodo lazienda
deve propedeuticamente conseguire, nel breve periodo,
target ed obiettivi quantitativi e qualitativi, che, pur nelloro continuo adattarsi ai cambiamenti delle variabili
interne ed esterne, devono risultare coerenti rispetto
alla meta prefissata.
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A seguito di queste circostanze gli obiettivi aziendali si distinguono aseconda della loro diversa dimensione temporale in:
? obiettivi di breve termine
? obiettivi di medio-lungo termine
Le due tipologie di obiettivi delineano due differenti domini diriferimento delle scelte aziendali le quali, a seconda degli obiettivi cui
si riferiscono si distinguono in decisioni di breve e di lungo periodo.
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Per facilitare il raggiungimento dei risultati e delle finalità
aziendali occorre innescare un circuito virtuoso tra l'attività
di governo (volta a definire gli obiettivi, a decidere
attraverso quali percorsi raggiungerli e come attuarli) e lacreazione di un contesto lavorativo favorevole, in cui si
condividano gli obiettivi e le scelte aziendali, si acquistino
consensi e si attraggano risorse.
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Il meccanismo operativo che permette il funzionamento del circuito è ilsistema di controllo in quanto consente di svolgere in sequenza logica letre fasi fondamentali in cui si articola l'attività di direzione:
?
Definire le condizioni per realizzare e mantenere l’equilibrioeconomico-finanziario nel medio lungo periodo (pianificazione);? determinare gli obiettivi di breve termine volti ad orientare il
comportamento di chi detiene responsabilità direttive(programmazione);
? verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti e la loro validitàrispetto alle mutevoli situazioni di operatività generate daldinamismo ambientale (controllo)
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Il controllo è un meccanismo operativo finalizzato ad
orientare i comportamenti individuali ed organizzativi verso
il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Tale finalità è perseguita mediante:
? misurazioni analitiche
? responsabilizzazione su parametri-obiettivo
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Le misurazioni utilizzate nell'ambito del controllo, inteso nella suaaccezione più ampia, possono essere:
? di natura economico-finanziaria di natura fisico-tecnica
.… e possono essere
? a supporto delle decisioni da prendere? a supporto dei comportamenti umani? a supporto delle valutazioni dei risultati
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Le misurazioni economico-finanziarie possono essere di tipo:
? quantitativo-monetario(es. reddito, capitale economico, costi, ricavi);
? quantitativo non monetario(es. rendimenti, tempi, difettosità di prodotti);
? qualitativo
(es. soddisfazione del cliente, credibilità nei confronti degliinterlocutori aziendali)
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Tra le varie tipologie di misurazioni che abbiamoricordato particolare rilevanza è riconosciuta a quelle:
1. di natura economico-finanziaria,
2. esprimibili in termini quantitativo -monetari
3. aventi come oggetto redditività e valore
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Tali misurazioni risultano da due fondamentalimodelli di determinazione quantitativa:
1 . Il modello del bilancio
2. Il modello della creazione del valore
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Il modello del bilancio e l'analisi economico-finanziaria
Obiettivi conoscitivi:
? comprendere la validità del modello come strumento di misurazione
delle performance aziendali;
? individuare un quadro di indicatori che consenta di esprimere ungiudizio sull'economicità aziendale;
? condurre un'analisi di gestione basata sugli indici e sui flussi
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Il bilancio
Il sistema informativo è il principale mezzo di comunicazione delleinformazioni economiche aziendali all'ambiente di cui l'impresa è parte.Ogni informazione contenuta nel sistema bilancio-relazione trova la suaragion d'essere nel rendere più comprensibile l'evoluzione dell'assettoreddituale, finanziario e patrimoniale d'insieme.
Il sistema bilancio-relazione è l'occasione per presentare e diffondere:? le linee ispiratrici del progetto strategico d'impresa, lo stile di
comportamento, i tratti essenziali della sua attività, i modi perrealizzarla;
? il modo m cui sono state gestite le risorse acquisite da terzi e quelle
proprie;? la collocazione dell'impresa in prospettiva, sui mercati e nell'ambiente
economico sociale, per ciò che è e per ciò che si propone di essere
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Il bilancio: contenuti dello Stato PatrimonialeIl bilancio: contenuti dello Stato Patrimoniale
PATRIMONIO AZIENDALECOMPLESSIVO
PATRIMONIO DI BILANCIO(TANGIBILE ED INTANGIBILE)
PATRIMONIO NON EVIDNEZIATONRLLA SITUAZIONE PATRIMONIALE
PATRIMONIO DI RELAZIONICOMMERCIALI PATRIMONIO UMANO PATRIMONIO DI
CONOSCENZE TECNICHE
PATRIMONIO INFORMATIVO: CONOSCENZE
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EQUILIBRIO FINANZIARIOCapacità di far fronte ai propri impegni
EQUILIBRIO ECONOMICOCapacità di remunerare tutti i fattori produttivi,
compreso il capitale di rischio
EQUILIBRIO PATRIMONIALECapacità di remunerare il capitale proprio
EQUILIBRIO AZIENDALE
Relazioni tra il sistema aziendale e l’equilibrio
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Il fabbisogno finanziario è rappresentato da
IMMOBILIZZAZIONIGIACENZE FABBISOGNO FINANZIARIO DUREVOLE
ATTIVITÀ LIQUIDABILI (Ld)LIQUIDITÀ (Li)
RIMANENZE (Rd)FABBISOGNO FINANZIARIO VARIABILE
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Fonti di copertura del fabbisogno finanziario
“Sono rappresentate dal totale delle passività dl bilancio e dal capitalenetto”
CAPITALE PROPRIO
DEBITI A MEDIO E LUNGO TERMINE
FONTI DUREVOLI
DEBITI A BREVE TERMINE FONTI NON DUREVOLI
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Fabbisogno finanziario
“È rappresentato dal totale delle attività nette dl bilancio ed esprimel'ammontare dei mezzi finanziari necessari per la vita di un'azienda”
Può essere osservato sotto due aspetti:
? natura = aspetto qualitativo? ammontare = aspetto quantitativo
la sua entità dipende dalla natura e dall'entità delle operazioni in corso? capacità produttiva fissa? volume di affari annuo? velocità di circolazione del capitale investito
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C A P . C I R
C O L A N T E
L O R D O
IMPIEGHI FONTI
C A P I T
A L E
F I S S O
C . C . N . 7 0 0
LIQUIDITÀIMMEDIATE E
DIFFERITE800
RIMANENZE500
ATTIVITA’IMMOBILIZZATE
PASSIVITÀCORRENTI
600
PASSIVITÀCONSOLIDATE
1.200
CAPITALE NETTO500
C A P I T A L E
D I
T E R Z I
C A
P I T A L E
P R O P R I O
=CAPITALE INVESTITONETTO
=CAPITALE ACQUISITO
Correlazione tra impieghi e fonti
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C.C.N. > 0= 0< 0
C - P
N + ? - FESEMPI
C=10.000
F=15.000
P=12.000
?=8.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
?=13.000
N=5.000
CCN
MARGINE DI STRUTTURA PRIMARIOMARGINE DI STRUTTURA SECONDARIO
2.000
-10.000-2.000
3.000
-10.000-3.000
QUESITIIl CCN è positivo?Come è finanziato l’attivo
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C=10.000
F=15.000
P=10.000
?=10.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
?=13.000
N=5.000
CCN0 1 0. 000
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ATTIVO PASSIVOa) Crediti vs soci per versamentidovuti
a) Patrimonio netto
b) Immobilizzazioni b) Fondi Rischi e Oneri1. Imm. Immateriali2. Imm. Materiali3. Imm. Finanziarie
c) T.F.R.
c) Attivo circolante (con indicazioneseparata degli importi esigibili oltre
l’esercizio successivo)
d) Debiti (con indicazione separatadei debiti esigibili oltre l’esercizio
successivo)d) Ratei e risconti d) Ratei e risconti
Schema dello stato patrimoniale
Art.2424 C.C.Tavola di sintesi
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Attività Immobilizzate Capitale nettoImm. Immateriali netteImm. Materiali netteImm. Finanziarie nette
Capitale socialeRiserveReddito netto dell’esercizio
Attività circolanti Debiti a medio lungo termineScorteLiquidità differiteLiquidità immediate
Debiti a breve termine
TOTALE IMPIEGHI TOTALE FONTI
Riclassificazione dello stato patrimoniale secondo ilcriterio finanziario
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Analisi delle aree gestionali di redditività
Aree Gestionali? AREA OPERATIVA? AREA ATIPICA? AREA FINANZIARIA? AREA STRAORDINARIA? AREA TRIBUTARIA
Capitale investito nelle diverse aree
IMPIEGHI FONTIK0 DEBITI A BREVE
Ka DEBITI A MEDIO LUNGOK1 CAPITALE NETTOK K
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A) = Valore della produzione ……. …….B) – Costi della produzione ……. …….
= Differenza fra valori e costi della produzione ……. …….C) Proventi e oneri finanziari ……. …….D) Rettifiche di valore di attività finanziarie ……. …….E) Proventi e oneri straordinari ……. …….
= Risultato prima delle imposte ……. …….- Imposte sul reddito ……. …….= Utile / Perdita dell’esercizio ……. …….
Schema di conto economico
(D.Lgs.127/91)
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L. % Vendite ……Costo di fabbricazione del venduto (……)Utile lordo ……Costi commerciali/amministrativi (……)Reddito operativo ……
C/R FinanziariC/R AtipiciUtile ordinario ……C/R straordinariUtile netto ante imposte ……Imposte corrispondenti (……)Utile netto d’esercizio ……
Riclassificazione del conto economico: modello delcosto del venduto
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Riclassificazione del conto economico: modello avalore aggiunto
Valore della produzione- Costi esterni della produzioneValore aggiunto lordo
AmmortamentiValore aggiunto netto
- Costo del lavoroReddito/Perdita operativa+/- Saldo della gestione atipica
+/- Saldo della gestione finanziariaUtile/Perdita corrente
+/- Saldo della gestione straordinariaUtile ante imposte
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Analisi di bilancio (problematica)
GIUDIZIO SULL’ATTENDIBILITA’ DEI DATI DI BILANCIO
METODOLOGIA DI RICLASSIFICAZIONE DEI VALORI DIBILANCIO
TECNICHE DI ANALISI
SIGNIFICATO DA ATTRIBUIRE AI VALORI
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE PER ESPRIMERE GIUDIZI
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TIPI DI ANALISI POSSIBILI IMPIEGHI ESEMPLIFICAZIONI Analisi strutturale Esame istantaneo
Confronti di tesoreriaMargine di tesoreriaMargine di strutturaCapitale circolante netto
Analisi per indici Esame retrospettivo
Confronti nel tempoConfronti nello spazio
Indici di liquidità
Indici di soliditàIndici di rotazioneIndici di auto-finanziamentoIndici di efficienza
Analisi per flussi Esame retrospettivoProgrammazione
Definizione delle politichefinanziarie
Flussi totaleFlussi di C.C.N.
Flussi di cassa
Tecniche di analisi finanziaria
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Tecniche di analisi finanziaria (2)
L'analisi dei flussi integra con
informazioni di tipo dinamico-
finanziarie quelle statico-finanziarie edeconomiche fornite da margini ed indici.
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F Capitale immobilizzato N Capitale proprio
RDRimanenze(magazzino)
? Passività consolidate
Ld Liquidità differite P Passività correnti
Li Liquidità immediate
C (capitale circolante) = RD + Ld + LiK (capitale investito) = F + RD + Ld + LiK (capitale acquisito) = N + ? + p
Simbologie dei valori dello stato patrimoniale epercentualizzazione
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Collegamenti fra margini ed indici
Analisi sullo stato patrimoniale
MARGINI INDICIMargine di struttura N-F Quoziente di
coperturaimmobilizzazioni
NF
Margine di tesoreria (Li+Ld)-p Quoziente di liquidità Li+Ldp
Capitale circolantenetto o margine distruttura
secondario
(Li+Ld+RD)-p Quoziente didisponibilità
(Li+Ld+RD)p
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Obiettivi dell'analisi di bilancio (in particolare per indici)
SOLIDITÀ AZIENDALEcapacità dell'impresa di perdurare nel tempo adattandosi alle mutevolicondizioni esterne ed interne;LIQUIDITÀcapacità dell'impresa di far tempestivamente ed economicamente ai impegni;RINNOVAMENTO
capacità intrinseche (derivanti dalle risorse interne) di adeguarsi al mercatoe di svilupparsi;REDDITIVITÀcapacità dell'impresa della produzione di remunerare tutti i fattori dellaproduzione e quindi tutti i mezzi impiegati;EFFICIENZA
capacità dell'impresa di utilizzare nel modo migliore disposizione i mezzifinanziari a disposizione.
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La solidità aziendale
La solidità
RIGUARDA LA DIPENDENZA DA TERZIFINANZIATORI
MISURA IL RISCHIO FINANZIARIODELL’IMPRESA
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La solidità aziendale: obiettivi conoscitivi
? Quale giudizio diamo della solidità patrimoniale dell'impresa?
? Quali caratteristiche quali-quantitative presenta la solidità diquell'impresa?
? E' sottocapitalizzata?
? Qual'è stato il suo trend reddituale?
? Quale politica dei dividendi ha praticato?
? Come ha finanziato i suoi investimenti?
? La crescita dell'indebitamento c’è stata voluta o subita?
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La solidità aziendale
Dipende dalla correlazione tra la struttura degli investimenti e deifinanziamenti
F/K+C/K=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e più sono rigidi gliinvestimenti
(N+ ?)/K+(p/K)=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e minore è il rischio dirichieste di rimborso
(N+ ?)/F > , < , =1 Più è alto l’indice più è favorevole il giudizio sulla solidità
N/K >0,66 possibilità di sviluppotra 0,55 e 0,66 equilibrio strutturaletra 0,33 e 0,55 struttura finanziaria da controllare<0,33 struttura finanziaria pesante
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La solidità aziendale
Dipende dal grado di dipendenza da terzi
(P+ ?)/K+N/K=1 Se il primo indice è vicino ad 1 si ha un notevole grado didipendenza
(N/(P+?) >0,50 situazione positivatra 0,15 e 0,50 tendenzialmente negativa<0,15 negativa
N/n>1 esistono riserve nell’impresa
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La liquidità: obiettivi conoscitivi
Gli indicatori di liquidità denotano tensioni?
? L'andamento reddituale ne ha sofferto?
? L'evoluzione a breve termine va nel senso giusto?
? Il grado di fiducia accordato all'impresa è elevato?? I flussi di cassa che andamento hanno e quali sono i fatti che li
alimentano? (Riserve di credito)
? La capacità finanziaria dell'impresa è in sintonia con il ritmo di
sviluppo?
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La liquidità
(Li+Ld+RD/p) >2 situazione positiva: N+F finanziano il C
<2 p finanziano F
(Li+Ld)/p >1 liquidità potenziale
<1 possibili carenze di liquidità
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La liquidità
Quozienti operativi
Esprimono la mobilità o rotazione dei valori; ossia ilnumero di volte in cui il capitale investito si rinnovanell’esercizio, attraverso i ricavi
I loro reciproci, rapportati a 365 giorni, esprimono iltempo medio di investimento
Esprimono inoltre la dinamica della gestione
(Liq. Inv. Liq.)
Vend/K
Vend/C
Vend/Rd
Vend/(Li+Ld)
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Ciclo monetario
E' un coordinato insieme di indici che si utilizza per misurare il
periodo di tempo intercorrente tra l'uscita monetaria collegata
all'acquisizione di fattori produttivi e l'entrata monetaria
relativa alle vendite dei prodotti o delle prestazioni.
Consente di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a
sfasamenti tra il periodo degli incassi e quello dei pagamenti.
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Ciclo monetario
CICLO MONETARIO P A G A M E N T O
R I S C O S S I O N E
A C Q U I S T O
F A T T O R I
M A G A Z Z I N
O
P R O D U Z I O N E
M A G A Z Z I N
O
V E N D I T
A
P R O D O T T I
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Ciclo monetario
+ Giacenza media materie prime (R1 +R2)/2/consumi *365
+ giacenza media dei prodotti finiti (R1+R2)/2/Costi della produzione* 365
+ periodo di produzione (semilavorati ecc.) (R1+R2)/2/Costi dellaproduzione * 365
+ periodo di giacenza media crediti v/clienti Crediti v/clienti/Ricavidelle vendite * 365
- periodo di giacenza media debiti v/fomitori Debiti
v/fomitori/Acquisti * 365
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La situazione economica
La constatazione di un risultato economico positivo,capiente come remunerazione del capitale di rischio, nonè una condizione sufficiente a definire "positiva" la
situazione economica.
Occorre analizzare l'origine del reddito per stabilire ilcontributo delle "diverse" gestioni (caratteristica,
finanziaria, atipica, straordinaria e tributaria).
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Analisi dei risultati
AREA OPERATIVARisultato operativo
+ area atipica
Risultato corrente
+ area finanziariaRisultato ordinario
+ area straordinaria
+ area tributariaRisultato netto
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Determinanti della redditività
? Condizioni di attività
? Condizioni di efficacia
? Condizioni di efficienza
? Condizioni di elasticità
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La redditività:obiettivi conoscitivi
? Quale è stato il trend reddituale dell’impresa ?
? Come ha operato il meccanismo di leva finanziaria ?
? In che misura hanno inciso sulla redditività operativa le variazioni dei
margini di guadagno (ROS) e le variazioni del grado di sfruttamentodella struttura (VCC) ?
? Come si colloca l’impresa rispetto ai livelli di redditività del settore ?
? Quale politica degli investimenti viene seguita ?
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La redditività globale o netta
Esprime il tasso di redditività del capitale proprio ossia laremunerazione del capitale di pieno rischio. E' rappresentata dalROE (return on equity)
Dipende da numerosi fattori, infatti:ROE = Rn/N = Ro/K * K/N * Rn/Ro
Il segno algebrico dipende economico (prescindendo da deficitpatrimoniale).
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La redditività operativa
E' l'attitudine dell'impresa a remunerare in modo congruogli investimenti utilizzati operativamente nell'impresa e alservizio della gestione caratteristica.
E' misurata dal ROI (return on investment):Ro/Ko
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La redditività operativa
Segnala la capacità dell'impresa di remunerare ilcapitale totale acquisito (proprio e di terzi)basandosi esclusivamente sulla gestione caratteristica.
Consente la formulazione di giudizi sull'operato degliorgani di governo dell'impresa che utilizzano capitalinella gestione caratteristica, prescindendo dalle fonti difinanziamento utilizzate.
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ROI
Ro/Ko =Ro/V * V/Ko
Dipende da:
? condizioni di attività aziendale che attengono il "che cosa" e il "quanto"produrre
? condizioni di efficienza che riguardano il "come" produrre il cosa e ilquanto stabiliti in precedenza
? condizioni di elasticità dell'impresa.
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Analisi del ROI
Ro/Ko
(Ro-Co)/V
V/Ko
ANALISI DEL CONTOECONOMICO A VALORI %
ANALISI DEI COSTI
RAZIONALIZZAZIONE DELCAPITALE INVESTITO
(ANALISI DELLE V)
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Esemplificazione
Caso A
Ro = 1000Ko = 1.000V = 8.000
Caso B
Ro = 1000
Ko = 1.000V = 500
ROI= 10%
ROS = 1,25%
Vel = 8
DEBOLEZZA
FORZA
ROI= 10%
ROS = 20%
Vel = 0,5
FORZA
DEBOLEZZA
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La redditività delle vendite (ROS)
E' formalizzata dal ROS = Ro/V ed esprime il reddito medio ottenuto perogni unità di ricavo.
Poiché Ro = ro - co, un valore positivo dell'indice di ricavo ancora disponibilesegnala la porzione dopo la copertura di tutti i costi caratteristici.
Dipende da numerosi fattori:
? dal lato dei ricavi: quantità, prezzi, mix;
? dal lato dei costi: consumi, costi operativi, ammortamenti, ect..
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La velocità di rotazione del capitale investito (V/K)
Esprime:
? il ricavo medio per unità di investimento operativo o caratteristico:
? quante volte, nell'arco di un periodo amministrativo, il capitaleinvestito si è trasformato in risorse finanziarie grazie alle vendite.
Esistono misurazioni più analitiche che prendono in considerazione solo alcuni
elementi del capitale.
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La leva finanziaria
La redditività netta (ROE) dipende anche dalla composizione dellefonti di finanziamento; in particolare si può notare che in determinatecircostanze (ROI > i) è possibile provocare aumenti di ROEsemplicemente incrementando il capitale di credito (a parità di tutte le
altre condizioni).
La formulazione matematica è la seguente:
ROE-[ROI+(ROI-i) * (p+?)/N] * (1-t)
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Esempio
Consideriamo due aziende “A” e “B” che abbiano un eguale utile operativoed una diversa struttura finanziaria:
“A” “B”
Ro 360 360
Of 150 75
Rn 210 285
N 1.000 1.500
P 1.000 500
K 2.000 2.000
ROI 18% 18%
ROE 21% 19%
La differenza del ROE dipende:
• dall’utile operativo,• dalla struttura finanziaria,• dall’incidenza dei costi e dei ricavi
delle aree non caratteristiche.
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La leva finanziaria
L'aumento del numeratore del rapporto (p+?)/K provoca una modificazionenella redditività netta che assume segno positivo o negativo a seconda cheROI>i o viceversa.
L'attuazione di una politica di "leverage" presuppone una particolarecapacità di previsione delle variabili economiche ROI ed i.
Esistono comunque limiti “fisiologici” all'applicazione di tale politica.
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La leva finanziaria
Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =30%
Si può osservare che un aumento degli investimenti di lit.100, ottenutoricorrendo all'indebitamento, provoca un aumento della redditività netta al32% (a parità di altre condizioni).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 200?+p= 500 - Oneri finanziari 50
K= 1.000 K= 1.000 = reddito netto 150
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La leva finanziaria
La situazione risulta così modificata
Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =32%L’incremento di ROE (+ due punti percentuali) è stato prodotto da un
incremento dell’indebitamento, a parità di altre condizioni.
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 220?+p= 600 - Oneri finanziari 60
K= 1.100 K= 1.100 = reddito netto 160
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La leva finanziaria
Si valutino gli effetti di un incremento di lit.100 di finanziamenti(opportunamente investiti) nelle tre ipotesi (a parità di ROI ed i).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 500 Ro 200 100 150N= 500 Of 50 50 100
1.000 1.000 Rn 150 50 50
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 30% 10% 10%
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La leva finanziaria
La situazione migliora nell’ipotesi 1), resta costante nella 2) e peggioranella 3).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 600 Ro 220 110 165N= 500 Of 60 60 120
1.100 1.100 Rn 160 50 45
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 32% 1 0% 9%
(+2pt) = (- 1 pt)
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La leva finanziaria (formulazione completa)
Quale effetto si ottiene applicando la politica precedente?ROE = [ROI+(ROI-i)*(p+?)/n]*1-t) ossia:
[20+(20-10)*(600/500)]*(1-0,4)=19,2%
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICOp+?= 500 Ro 200 Roi 20%N= 500 Of 50 I 10%
1.000 1.000 Ot 60 T 0,4
Rn 90 Roe 18%
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La scelta della struttura finanziaria
La struttura finanziaria di un’azienda commerciale è, al termine di unesercizio, così configurata:
? N = 2.000; (p+?) = 3.000
? Ro = 1.200; Of = 540; Ot = 330; Rn = 330
?
ROI = 24%; ROE = 16,5%; i = 18%; a= 0,50%; q = 1,5Obiettivo: elevare il ROE al 21%
Poiché K = 5.000 allora N = 1.250 e (p+?) = 3.750
Tasso di sviluppo compatibile = ROE (1 - d) = 21 (1 - 18%) = 17,22%
(ROE / a) - ROI (21 / 0,50) - 24q = = = 3
ROI - i 24 - 18
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Effetto leva
Relazione tra ROE e ROI:Redditività operativa (ROI)
ROE: Onerosità del capitale di credito (i)Struttura finanziaria
EFFETTO LEVA
SE ROI > i
LEVA POSITIVA
MOLTIPLICATORE AFAVORE DELROI
SE ROI < i
LEVA NEGATIVA
MOLTIPLICATORE ASFAVORE DELROI
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Il costo del capitale
COSTO MEDIO DEL CAPITALE
Costo che l’azienda sostiene per reperire i mezzi
finanziari, quale che sia la loro provenienza.
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Il costo del capitale
(ic * N/K) + [id * (N- K)/K]
Costo del capitale proprio (ic)*
Incidenza del capitale proprio su K+
Costo del capitale di terzi (id)
*Incidenza del capitale di terzi su K
Ossia:
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Esempio
Calcolare il costo medio del capitale in base ai seguenti dati:
? N = 2.000; (P + ?) = 2.000; K = 4.000
? Ro = 200; Of = 50; Rn = 150? ic = 0,15; id = 0,025
Quindi:
CMC = 0,15 * 1/2 + 0,025 * 1/2 = 9% circa
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Stima del costo del capitale
STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE PROPRIO
Tasso di interesse sugli
investimenti privi di rischio
+
premio per il rischio
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Stima del costo del capitale
COSTO DEL CAPITALE
Tasso minimo di remunerazione ritenuto
soddisfacente dai finanziatori dell’azienda.
CreditoriCosto del capitale di terzi
AzionistiCosto del capitale proprio
A quale livellodeve essere fissato ?
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Rischio globale dell’impresa
RISCHIOESTERNO
RISCHIOINTERNO
RISCHIO ESTERNOGENERALE(AMBITO DEL
MACROAMBIENTE)
RISCHIO ESTERNOSPECIFICO(AMBITO
SETTORIALE)
RISCHIOOPERATIVO
RISCHIOFINANZIARIO
RISCHIOSISTEMATICO
RISCHIOSPECIFICO
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Esempio
? Costo del capitale di terzi 5%? Costo del capitale proprio 10,7%
? così determinato:? tasso di rendimento impieghi senza rischio 3%? premio medio per il rischio 7%? coefficiente di rischio sistematico ß 1,1%? Ke = 3% + 7% * 1,1 = 10,7%
? Debiti sul totale mezzi finanziari 40%? capitale proprio sul totale mezzi finanziari 60%
Capitale di terzi 5% * 0, 4 = 2%Capitale proprio 1 0, 7% * 0, 6 = 6, 4%Costo medio del capitale = 8,4%
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Il Rendiconto Finanziario: obiettivi conoscitivi
? Come è variata la liquidità nell’impresa ?? A quanto ammontano le fonti e gli impieghi ?
? A quanto ammonta il reddito spendibile ?
? Quali sono le componenti fondamentali del R.S. ?
? A quanto ammonta il flusso di cassa della gestione reddituale ?
? Quali sono le componenti fondamentali di tale flusso ?
? Quale è la fonte di liquidità prevalente ?
?
Quale è l’impiego di liquidità prevalente ?? Come sono correlati gli impieghi e le fonti ?
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Fasi per la preparazione del rendiconto
? Calcolo delle variazioni patrimoniali grezze
? Definizione della nozione di risorsa finanziaria
? Analisi della variazione grezza tenuto conto delle informazioni
aggiuntive fornite dalla nota integrativa? Eliminazione delle variazioni che non rappresentano movimenti
finanziari
? Predisposizione del rendiconto finanziario
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Definizione di risorsa finanziaria
? Disponibilità liquide nette (al netto dei c/c bancari passivi)
? Disponibilità liquide nette + titoli disponibili
? Disponibilità liquide e differite nette
? Disponibilità liquide e differite al netto delle passività
correnti
? Attivo circolante al netto dei soli c/c bancari passivi
? Capitale circolante netto
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Fondo di liquidità
? Liquidità iniziale Lit. 1.950
? Liquidità finale Lit. 2.490
? Variazione negativa di liquidità è pari a Lit. 540
Quali sono le cause che hanno prodotto talevariazione e a quali classi di operazioni sono
attribuibili ?
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La genesi dei flussi finanziari
? Gestione reddituale o correntea) reddito spendibile,
b) reddito spendibile rettificato, ossa flusso di cassa della gestionereddituale o corrente
?
Investimenti o disinvestimentirelativi ad attività non direttamente attinenti alla gestionereddituale
? Acquisizioni o rimborsi di finanziamenti
?
Altre operazionioperazioni sul capitale proprio e dividendi
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La genesi degli impieghi finanziari
?Flusso di cassa per Investimenti
a) relativi ad impianti e macchinari
b) partecipazioni
? Flusso di cassa per rimborsi di finanziamenti
a) Rimborso di debiti finanziari a MLT
b)Rimborso di capitale proprio
? Altre operazioniFlusso di cassa per il pagamento di dividendi
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Composizione della variazione globale del CCN -Cause che la determinano
FONTI REDDITUALIRicavi finanziari > costi finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALERicavi finanziari < costi finanziari
REDDITO SPENDIBILE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSO
INCREMENTO DI PASSIVITA’ A M/L
INCREMENTO DI CAPITALE
PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSO
DIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M/L
DIMINUZIONE DI CAPITALE PROPRIO
E DISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI C.C.N.
FONTI IMPIEGHIAREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
300
400
500
100
200+
200
300
200
F - I = 400
C i i d ll i i l b l
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Composizione della variazione globaledei flussi di liquidità: cause che la determinano
FONTI REDDITUALIRicavi finanziari > costi finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALERicavi finanziari < costi finanziari
REDDITO SPENDIBILE
+ VARIAZIONE POSITIVA DEBITI- VARIAZIONE NEGATIVA DEBITI+ VARIAZIONE NEGATIVA CREDITI- VARIAZIONE POSITIVA CREDITI+ DECREMENTO RIMANENZE- INCREMENTO RIMANENZE
CASH FLOW OPERAZIONALE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSO
INCREMENTO DI PASSIVITA’ A M / LINCREMENTO DI CAPITALE PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSODIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M / L
DIMINUZIONE DI CAPITALE PROPRIO EDISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI LIQUIDITA’
CASH FLOW GLOBALE
FONTI IMPIEGHI
+ -
AREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
Relazioni tra gestione economica CCN e flussi di
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Relazioni tra gestione economica, CCN e flussi dicassa
Utile della gestione = 1.100
Flusso di cassa generato dalla gestione reddituale = 3.200Reddito spendibile = variazione in aumento del C.C.N. = 1.400
VOCI DEL C.E. VALORI CREDITI RIM.MAT.
RIM.PROD.
DEBITIVS.FORN.
DEBITIVS.PERS.
CASSA
Ricavi di vendita 8.000 500 7.500Variazione prodotti 150 150Acquisto materie - 4.000 2.000 - 2.000Costi servizi vari - 300 - 300Costo mano D’opera -2.500 500 - 2.000Ammortamenti - 200Accantonamento F. TFR - 100Variazione materie 50 50Utile d’esercizio 1.100 500 50 150 2.000 500 3.200
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Il modello del valore: obiettivi
Conoscere la caratteristiche dei parametri contabili aifini della misuraz. delle performance aziendali
Conoscere il concetto di capitale economico
Spiegare i principi fondamentali della creazione delvalore
Comprendere il significato dell'EVA
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90
Parametri contabili e misurazione della performance
La performance dell'azienda esprime il risultato complessivo conseguito nellosvolgimento dell'attività aziendale.
La misura della performance evidenzia il grado di raggiungimento degli
obiettivi aziendali
La misura della performance svolge due importanti funzioni:
? orienta le scelte aziendali
? consente di comunicare agli stakeholder i risultati.
Limiti delle misure contabili di bilancio e loro
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Limiti delle misure contabili di bilancio e lororielaborazioni
? REGOLE GIURIDICHE
? IL RISCHIO
? VALORE FINANZIARIO DEL TEMPO
? VALORE DELLE RISORSE IMMATERIALI
l f l l
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Il riferimento al capitale economico
Il capitale economico è il valore economicoattribuibile al "capitale proprio" di un'azienda tenutoconto dei suoi risultati filtri
Il capitale economico esprime un indicatore diriferimento della performance aziendale
h d l CE
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Impieghi del CE
? DETERMINARE IL PREZZO DI SCAMBIO DEL CAPITALE
? DETERMINARE IL REDDITO D'ESERCIZIO
? SCELTA TRA ALTERNATIVE DI IMPIEGO DELLE RISORSE
AZIENDALI
L i d l l
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La creazione del valore
Per l'azionista il risultato della gestione nel periodo icomprende:
? i dividendi del periodo 1
? eventuale aumento a pagamento del capitale durantel'esercizio i
? variazione del CE nel periodo 1
C i li i diff i d l l
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Creazione, realizzazione e diffusione del valore
Creazione (riguarda le iniziative aziendali che agiscono sulla capacità di
reddito e sulla diminuzione del rischio).
? Miglioramenti interni? Miglioramenti realizzabili per vie esterne? Ristrutturazioni finanziarie e societarie
Questa fase si focalizza sul trasferimento delle maggiori potenzialitàreddituali nei prezzi delle azioni espressi dai mercati borsistici.
Queste ultime, infatti, dipendono non solo dalla capacità redditualedell'impresa, ma da altri fattori che manifestano il loro effetto proprio inquesta fase.
L i d l l
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96
La misura del valore
W0 =
dove:
W0 = valore odierno del capitale per l'investitore
dt = dividendo atteso al periodo T (per T variabile da 1 a n)Pn = probabile prezzo di cessione dell'investimento al
tempo nVo; Vt coefficienti di attualizzazione
Come fissare il tasso di attualizzazione?
T di tt li i
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97
Tasso di attualizzazione
i = i' + s
Dove: i = tasso di rendimento atteso dall'azionista
i' = tasso di investimenti privi di rischio
s = remunerazione per il rischio dell'investimento in una certa impresa
Il i hi
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98
Il rischio
RISCHIO PERL’INVESTIMENTO IN
AZIENDA
RISCHIO OPERATIVO
RISCHIO FINANZIARIO
RISCHIO SISTEMATICO
RISCHIO SPECIFICO
E i V l Add d (EVA)
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99
Economie Value Added (EVA)
L'EVA è uno dei principali indicatori del valore aziendale e sidetermina come segue;
EVA=NOPAT - WACC x C
dove:
? NOPAT= RO rettificato al netto delle imposte
? WACC= costo medio ponderato del capitale investito
(weithted Average Cost of Capital)? C= capitale investito rettificato
I l d i d ll'EVA
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100
I value driver dell EVA
NOPAT ricavi (soddisfazione Cliente, prezzi, mix vendita, volumi) ; costi (efficienza)
WACCrischio operativo e rischio finanziario
C? allocazione capitale(portafoglio prodotti, portafoglio clienti,
portaf.paesi);? allocazione capitale(saturazione capacità, politiche di
sost./rinnov./innovaz immob., incasso crediti, dilazione fornitori,riduzione scorte)
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Il controllo può essere:
? Controllo strategico, verifica la validità delle strategie in conformità aicambiamenti ambientali
? Controllo manageriale, verifica che l'organizzazione aziendale siasufficientemente motivata, condivida le scelte aziendali e raggiunga i
risultati desiderati;
Effetti del controllo sull'organizzazione:
? Migliora l'informazione verso i dipendenti;?
Motiva i dipendenti? Verifica che sussistano le capacità e le competenze necessarie persvolgere le funzioni assegnate
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Come evitare i problemi del controllo:
? eliminazione delle attività aziendali (Outsourcing);
? automazione;
? centralizzazione;
? condivisione del rischio con soggetti esterni.
La necessità di un controllo di gestione formalizzato nasce soprattutto nelleseguenti situazioni:
? crescita dimensionale (strutturale e/o operativa);
? aumento della turbolenza ambientale;? passaggio da una direzione imprenditoriale ad una direzione manageriale
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Oggetto del controllo possono essere:
? le azioni: gli strumenti utilizzati agiscono direttamente su
comportamenti dei dipendenti;
? i risultati: gli strumenti utilizzati tendono a responsabilizzare i
soggetti sugli esiti delle loro attività e a gratificare coloro che
migliorano le loro performance
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Il controllo dei risultati si identifica con il controllo di gestione e consistenel responsabilizzare gli individui (o gruppi di individui) sugli esiti delle loroattività.
L'obiettivo è quello di motivare i soggetti aziendali a perseguire i risultatiindicati dall'alta direzione (è utile formalizzare un sistema di incentivazionelegato ai risultati).
Tali controlli incoraggiano i dipendenti ad intraprendere le azioni più idoneeper raggiungere i risultati desiderati
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Responsabilizzare significa:
? Far conoscere ai vari responsabili le aree di risultato critiche perl'azienda;
? Fornire elementi di motivazione affinché i soggetti raggiungano irisultati fissati dall'alta direzione
? assicurare un nesso tra la responsabilità assegnata al soggetto e le leve
su cui esso può esercitare il suo potere decisionale.
Il controllo di gestione
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Il controllo di gestione
É il processo attraverso il quale i
responsabili ai vari livelli si assicurano che le
risorse vengano acquisite ed impiegate inmodo efficace ed efficiente per il
conseguimento degli obiettivi d'impresa
Il controllo di gestione
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Il controllo di gestione
Il sistema di controllo è nel contempo:
? Un metodo di lavoro direttivo mediante il quale l'azienda si dota distrumenti idonei a migliorare la qualità decisionale.
? Un sistema di misura e valutazione delle performance aziendali inquanto gli obiettivi assegnati ai vari responsabili costituiscono iparametri per valutare la loro capacità.
Il controllo di gestione
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Il controllo di gestione
PROCESSO
OUTPUT
RISULTATIATTUALI
REGOLATOREconfronto tra il budget e il
consuntivo
INTPUT
COME DA BUDGET
FEEDBACK FEEDBACK
Controllo di Feedback e Feedforward
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Controllo di Feedback e Feedforward
Il FEEDBACK CONTROL riguarda il monitoraggio delle differenze tra i
risultati desiderati e risultati ottenuti. Su queste informazioni si
fondano le azioni correttive da apportare al piano/programma.
Con il FORWARD CONTROL le previsioni e quindi il piano programma
viene elaborato sulla base delle informazioni acquisite confrontando i
risultati attesi con quanto si vorrebbe ottenere in un certo filtro. Gli
interventi correttivi sono finalizzati a ridurre queste differenze.
Fasi del controllo di gestione
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Fasi del controllo di gestione
Definizione degli obiettivi da raggiungere entro un certo periodo di tempo.
Elaborazione ed approvazione di un programma opportunamente articolato ecoordinato per il raggiungimento di tali obiettivi.
Rilevazione delle informazioni consuntive sull'andamento effettivo dellagestione.
Confronto tra risultati raggiunti e programmati.
Analisi delle cause di scostamento.
Adozione di adeguati provvedimenti "correttivi".
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I soggetti coinvolti nel CG sono :
? L’Alta Direzione (pianificazione, programmazione econtrollo);
? tutti i manager, fino ai livelli inferiori della struttura,che necessitano di informazioni per prendere decisioniutili per il buon funzionamento dell'impresa(programmazione e controllo);
? gli specialisti del controllo (controller);
Gli elementi del sistema di controllo di gestione
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Gli elementi del sistema di controllo di gestione
STRUTTURAORGANIZZATIVA
MODALITÀ DIDISTRIBUZIONE E
ASSEGNAZIONE DELLERESPONSABILITÀ
ECONOMICHE ALL’INTERNODELL'AZIENDA
STRUTTURATECNICO-
CONTABILE
CONTABILITÀ GENERALECONTABILITÀ ANALITICA
BUDGET
COSTI STANDARD
REPORTING
STRUTTURAORGANIZZATIVA
DEFINIZIONE OBIETTIVI
MODALITÀ DI CONTROLLOLORO RAGGIUNGIMENTO
PREDISPOSIZIONE AZIONICORRETTIVE
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Le dimensioni del controllo:
? ECONOMICO- FINANZIARIO E VALORE
? ORGANIZZAZIONE (COESIONE E MOTIVAZIONE)
? KNOW- HOW INTERNO
? CAPACITÀ RELAZIONALE CON L'ESTERNO
? CLIENTI
? FORNITORI
? AMBIENTE? ETICA
L t tt f i l
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La struttura funzionale
DIREZIONE GENERALE
Direzionemarketing
Direzioneproduzione Direzione personale Direzione
amministrativa Direzione finanza Direzione ricerca
Stabilimento “1” Stabilimento “2”
Officina 2. 1 Officina 2. 3
Reparto acquisti Repartoassemblaggio.
Reparto coloritura Reparto collaudo
L t tt di i i l
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La struttura divisionale
Direzione generale
Divisione “A” Divisione “B” Divisione “C”
Marketing Produzione
Stabilimento “A” Stabilimento “B”
Amministrazione Personale
Gli oggetti dei CG
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Gli oggetti dei CG
L'intero sistema aziendale mediante il monitoraggio dei risultatiglobali (Bilancio).
Specifici sub-sistemi aziendali mediante il monitoraggio dei risultatidei sub-sistemi più significativi. In quest'ultimo caso è importanteindividuare le diverse modalità di disaggregazione della gestioneglobale al fine di scegliere quella più consona alle esigenze delladirezione.
Tutte le modalità di disaggregazione consentono di individuare aree dirisultato, ossia sub-sistemi di cui misurare l'efficienza o l'efficacia
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Non tutte le aree di risultato sono aree di responsabilità o centridi responsabilità, ossia degli insiemi di operazioni sottoposti allaresponsabilità di un preciso soggetto nell'ambito della strutturaorganizzativa
Sono aree o centri di responsabilità le funzioni aziendali o lesub-funzioni. Le aree di risultato possono essere centri diresponsabilità solo se nell'ambito della struttura organizzativasono previste delle figure che presidiano tali aree (projectmanager, product manager, process manager etc.)
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L'individuazione ed il monitoraggio dei sub-sistemi è necessarioper:
? ridurre la complessità dell'azienda
? risalire alle vere cause dei risultati aziendali e allefondamentali "leve" per influenzarli
? individuare i soggetti a cui compete la responsabilità deirisultati stessi
Centri di responsabilità
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Centri di responsabilità
Centri di costoSono le aree di responsabilità in cui i responsabili sono in grado diinfluenzare in modo diretto ed in misura significativa solo i costi.
Centri di ricavoSono i centri di responsabilità in cui le azioni dei rispettivi responsabili
influenzano in modo diretto ed in misura significativa:A) ricavi di vendita;B) costi di funzionamento del centro stesso.
Centri di profittoSono unita' organizzative dotate di ampia autonomia decisionale nelle quali imanagers con le loro azioni sono in grado e influenzare in modo diretto ed inmisura significativa il risultato economico (ricavi-costi) di particolaricombinazioni produttive (line……………………………….)
Strumenti contabili del controllo di gestione
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Strumenti contabili del controllo di gestione
Il controllo di gestione si avvale di adeguati strumenti contabili, cioè diun sistema informativo per il controllo economico-finanziario dellagestione:
? la COGE e il BILANCIO DI ESERCIZIO
? la CONTABILITA' ANALITICA
? il BUDGET ed i COSTI STANDARD
Strumenti contabili ed extracontabili del controllo
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CONTABILITA’GENRALE E BILANCIO
D’ESERCIZIO
CONTABILITA’ANALITICA PER CENTRI
DI COSTO E PERATTIVITA’
BUDGET ED ALTREMISURAZIONI A
PREVENTIVO
RILEVAZIONIEXTRACONTABILI
REPORTING
di gestione
Il processo logico del controllo di gestione
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p g g
CONTABILITÀ GENERALE
CONTABILITÀ ANALITICA BUDGET
SISTEMA DI REPORTING
MANAGEMENT ESTERNO
Obiettivi della contabilità industriale
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Orientare talune decisioni aziendali in base a calcoli diconvenienza economica;
permettere la programmazione ed il controllo di gestione
valutare le rimanenze di magazzino per rendere possibilela compilazione del bilancio d'esercizio.
Contabilità industriale
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? Per contabilità industriale si intende un insieme dideterminazioni economico-quantitative mediante lequali si calcolano i costi di particolari oggetti,individuabili all'interno del sistema aziendale.
? I tipici oggetti di attribuzione dei costi sono:
? i centri di costo
? i prodotti
Contabilità industriale
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I dati della contabilità industriale fanno parte del sub- sistemainformativo orientato alla programmazione ed al controllo dellagestione, le cui informazioni sono espresse in termini economico-finanziari, cioè in unità monetarie.
Presuppost o:
Ogni unità organizzativa, in quanto impiega delle risorse, influenza con
il proprio operato il sostenimento di certi costi.
La programmazione dei costi
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p g
Dal punto di vista economico, uno dei più rilevanti problemi di
costruzione del budget consiste nella programmazione dei costi.
A seconda del modo con cui si programmano, essi si distinguono in:? Costi parametrici
? Costi discrezionali
? Costi vincolati
Costi tecnici o parametrici
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DefinizioneElementi di costo per i quali si può determinareoggettivamente l’ammontare (cioè nota a priori laquantità di input una unità di output)
Amm ontare a budget Dipende dal volume di produzione
Analisi degli scostamentiPiù bassi sono meglio è. Lo scostamento è unindice di efficienza
Periodo di controllo Breve
p
Costi discrezionali
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Definizione
Elementi di costo il cui ammontare non èvincolato a parametri tecnici, ma agli obiettiviche si vogliono raggiungere, senza un legamequantitativo preciso
Amm ontare a budget Dipende dalla decisione della Direzione
Analisi degli scostamentiLo scostamento indica solo che ho speso +/- diquanto ero autorizzato a fare, non è una misuradi efficienza
Periodo di controllo Breve/medio
Costi vincolati
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DefinizioneElementi di costo che sono conseguenza diimpegni assunti in passato dall’azienda
Amm ontare a budget Dipende dalle decisioni prese in passato
Analisi degli scostamentiNon significativa nel breve termine. Variazioni di
costo dipendono da variazioni di strutturaPeriodo di controllo Lungo
Funzione del B.E.P.
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È uno strumento disimulazione economica
La vera funzione delle analisi di B.E.P. non è tanto cercare il volume dipareggio, bensì:
? VALUTARE IN ANTICIPO L'IMPATTO SUL PROFITTO DI QUESTEVARIABILI (o come manovrarle in vista di un certo profitto)
? VOLUME
? PREZZO DI VENDITA,
? CAPACITA E PROGRAMMI
? EFFICIENZA INTERNA PREZZI DI ACQUISTO
Analisi prezzi-costi-volumi
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Analisi propedeutica al budgeting
Ricerca del volume di pareggio
Ricerca del volume corrispondente ad un certo risultato economico
Vera funzione dell'analisi: simulare l'impatto sul profitto delle sue
variabili
Analisi con produzione diversificata e ricerca del fatturato di pareggio
Concetto di "rischio operativo" e di "leva operativa"
Ricerca di volumi di pareggio
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Il volume di pareggio è dato da
Con a= ammontare dei costi fissie (p-b) = margine di contribuzione
unitario
Mentre il volume di utile atteso è dato da
Xp= a(p-b)
Xp= (a+u)
(p-b)
Costi variabili, fissi e totali
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133
0
50
1 00
1 50
200
250
q0 q q1 q2 q3 q4 q5
COSTI TOTALI
COSTI VARIABILICOSTI FISSI
y=a+bx
y=a
y=bx
Grafico del punto di pareggio
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134
0
1 00
200
300
400
500
600
COSTI TOTALI
RICAVI TOTALI
Esempio
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?
Costi fissi Lit.500 milioni? Std fisico unitario Kg. 0,4/ unita di prodotto
? Std unitario di prezzo Lit. 200/ Kg. risorsa
? Prezzo unitario di vendita Lit. 180/unità Xp = 5001 (1 80- 80) =5.000.000 di unità di prodotto necessarie per raggiungere il pareggioeconomico.
? Reddito atteso così determinato: redditività attesa del capitale=12%,valore medio del capitale investito=lit.1000 mio;Xu=(500+120)/100=6.200.000 unità di prodotto necessarie per
raggiungere la redditività attesa.
Esempio
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?
A quanto ammonta il volume di pareggio se l’azienda peggiora la suaefficienza del 10%? Xp=500Mni/(180-88)=5.434.000
? Che profitto ottiene l’azienda se ridimensiona la sua capacità economicadel 10% e produce 5 mio di unità di prodotto? 5000000=(450Mni+U)/100=50 Mni
? Di quanto dovrebbe aumentare il prezzo di vendita per portare il volumedi pareggio a 4.000.000 di unità?
4.000.000 = 500 M.ni / (p - 80) Lit.205 aumento del 1 3, 9%
OVVIAMENTE DI TUTTE LE SOLUZIONI VA VERIFICATA LA FATTIBILITÀ.
Cos'è un budget
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Si può definire il budget come un programma coordinato
delle attività aziendali, a breve termine, che fissa gli
obiettivi da raggiungere, espone i costi per realizzarli edindica i risultati economici che devono essere conseguiti.
Il budget
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138
Si tratta di:? un programma delle operazioni di gestione da
compiere in un certo periodo ("breve"-> annuale)
? finalizzato al raggiungimento di certi obiettivi? con una quantificazione delle risorse occorrenti.
Non è una previsione richiede numerose previsioni.
Il budget
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Il budget è un programma di gestione, riferito all'eserciziofuturo, che si conclude con la formulazione di un bilanciopreventivo.
Il budget non è un programma qualsiasi, ma ha delle
caratteristiche precise:? la globalità,? l'articolazione per centri di responsabilità,? l'articolazione per intervalli di tempo infrannuali;? la traduzione in termini economico-finanziari, cioè in
unità monetarie.
Il budget
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? La globalità: il budget abbraccia tutta l'impresa, cioè in particolare:? tutte le aree di attività.
? tutti i livelli organizzativi,
? tutti i prodotti.
? L'articolazione per centri di responsabilità: il budget deve guidarenon solo il comportamento dell'alta direzione, che amministra l'impresanella sua globalità, ma anche quello delle varie unità organizzative dellastruttura aziendale. Ciò significa che il budget aziendale deve esserescomposto in tanti "budget settoriali".
Il budget
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141
L'ARTICOLAZIONE PER INTERVALLI DI TEMPO INFRAANNUALI,significa che un programma di gestione, per essere efficace, deve essere ingrado di guidare il comportamento delle persone anche nei vari periodidell'esercizio futuro. E' per questa ragione che il budget annuale viene divisoin budget infraannuali (trimestrali, mensili, etc...).
LA TRADUZIONE IN TERMINI ECONOMICO FINANZIARI, significache l'insieme delle scelte che rappresentano il comportamento futurodell'impresa viene sintetizzato in termini quantitativi e non solo descrittivi.In particolare tale quantificazione viene effettuata in unità monetarie, cosida permettere, tra l'altro:? Il consolidamento di budget settoriali?
la diffusione presso le diverse aree e livelli organizzativi di unamentalità economico finanziaria
Il budget
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142
Le funzioni del budget sono principalmente le seguenti:
? guida l'azione dei manager ai vari livelli;? fornisce parametri economico-finanziari con i quali
confrontare i risultati di gestione effettivamente ottenuti;? permette il coordinamento a priori dei vari organi dell'azienda;? consente di migliorare la programmazione;? consente la comunicazione dei programmi;? consente ai singoli manager la valutazione dei propri risultati.
Il budget
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In sintesi, le funzioni del budget sono:
? GUIDARE
?
VALUTARE? COORDINARE
?MOTIVARE
? "FORMARE"
I MANAGER COINVOLTI NELPROCESSO DI CONTROLLO
Le fasi del processo di budget
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? Comunicazione, ai responsabili preposti alla elaborazione dei budget di
centro, delle politiche e delle linee guida a cui il budget deve essere
ispirato;
? Individuazione dei fattori limitano o vincolano il raggiungimento degli
obiettivi;
? Preparazione del budget delle vendite (volumi e mix delle vendite);
? Preparazione degli altri budget seguendo un processo "bottom-up"
(ossia iniziando a coinvolgere i livelli più bassi dell'organizzazione per
poi passare alle fasi di affinazione e coordinamento che verranno svoltedai livelli più alti)
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145
? Negoziazione dei budget iniziando dai livelli più bassi;
? Coordinamento e consolidamento dei budget;? Preparazione e successiva approvazione del budget economico,
patrimoniale e del cash-flow preventivo;
? Revisione periodica del budget.
? Esempio di elaborazione del budget della produzione:
? Responsabile degli acquisti: budget delle materie prime dirette;
? Capo stabilimento: budget dello stabilimento;
? Direttore della fabbricazione: budget della fabbricazione;? Responsabile della produzione: budget della produzione.
Il budget, documenti amministrativi
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Il budget, a livello globale aziendale, assume la forma di un bilancio
preventivo, cioè traduce i programmi di gestione dei successivo anno inprospetti aventi la struttura dei bilanci.
Il BUDGET AZIENDALE si compone di:
? BUDGET ECONOMICO? BUDGET PATRIMONIALE? BUDGET FINANZIARIO (di cassa e fonti-impieghi)? BUDGET ECONOMICO, assume la forma contabile di un conto
economico.? BUDGET PATRIMONIALE, è uno stato patrimoniale preventivo,
riferito al 31 dicembre del successivo esercizio.? BUDGET FINANZIARIO, è un documento che accoglie i flussi
finanziari previsti per il successivo esercizio.
Budget economico
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147
VENDITE 6.900.000COSTO PROD.VEN. 4.000.000UT.LOR. VENDITE 2.900.000COSTI DIST./VEN. 900.000COSTI AMM. 200.000UTILE CARATTER. 1.800.000ONERI E PROV.FIN. 300.000UTILE AL LOR.IMP 1.500.000IMPOSTE E TASSE 200.000
UTILE NETTO 1.300.000
Fasi di formazione del budget
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Fasi di formazione del budget
BUDGET DEGLIINVESTIMENTI
OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO
OBIETTIVI GENERALI DEL BUDGET
BUDGET COMMERCIALE
BUDGET DEL MAGAZZINO PRODOTTI
BUDGET DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ALTRE AREE
BUDGET GLOBALE AZIENDALEeconomico, finanziario e patrimoniale
BUDGET DELLE QUANTITÀ VENDUTE EDEI RICAVI
BUDGET DEI COSTI COMMERCIALI
BUDGET DELLE QUANTITÀ PRODOTTE
BUDGET DEI COSTI DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ACQUISIZIONI DIPERSONALE E MATERIE
BUDGET DEI COSTI DELLE ALTRE AREE
Il budget commerciale
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? Ricavi e costi commerciali
? Ricavi: 3 variabili ? (Volume, prezzo, mix)? Volume ? Quantità da vendere = ordini da acquisire/fatturato nelle
produzioni di serie
? Prezzo: problema molto complesso a causa di? Pluralità di variabili in gioco
? Interdipendenza tra le variabili
? Incertezza nel loro andamento futuro
? Mix: la scelta deriva da un calcolo di convenienza economica (MLC)
Il budget di produzione
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?
Volume da produrre? Costi industriali da sostenere
? Costi standard
?
Budget flex, costi indiretti industriali? Risorse da acquistare
? Materie
?
Lavoro diretto
Sistema di reporting
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Il sistema di reporting interno è io strumento che serve percomunicare alla direzione, secondo i diversi gradi di responsabilità,
le informazioni economico-finanziarie e fisico-tecniche
rappresentative della gestione.
L'importanza dello strumento è correlata alla sua capacità di
valorizzare le informazioni raccolte; classificate, selezionate e
elaborate
Caratteristiche del Sistema di Reporting
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? Direzione del flusso?
Contenuto? Peculiarità delle informazioni:
? selettività? rilevanza? attendibilità?
affidabilità dei dati? tempistica e forma? Fattori che hanno generato un aumento del fabbisogno
informativo dell'alta direzione:? globalizzazione? strategie di differenziazione? information tecnology? customer satisfaction;? qualità
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Il sistema di Reporting deve soddisfare almeno tre fabbisogni direzionali:? prevedere le tendenze evolutive dei rapporto azienda-ambiente per
cogliere in via anticipata le opportunità e le minacce;? controllare in modo tempestivo e continuo i risultati economici,
competitivi e sociali, confrontandoli con gli obiettivi prestabiliti;?
disporre sempre di una base interattiva e flessibile, così da consentireil supporto ai processi decisionali del management
Le informazioni raccolte sono riconducibili a tre categorie:? quantitativo monetarie? quantitativo non monetarie? qualitative
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Le informazioni che possono essere oggetto di report giornalieri:
? Indicatori del volume d'affari;
? volumi di vendita tendenziali e consistenza del portafogliordini;
? andamento produttivo (ore lavorate, prodotti lavorati, indici diproduttività, in dici di qualità);
? indicatori sul personale (turnover, assenteismo);
? indicatori gestione liquidità;
? eventi esterni e loro effetti sulla produzione.
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Tra i modelli innovativi di Reporting troviamo la Balance scorecard,che consente un più approfondito controllo sui risultati dell'attivitàsvolta in relazione alle strategie perseguite.
Questa scheda di valutazione consente all'alta direzione di
utilizzare una tavola sintetica che fornisce informazioni su:
? le performance economico-finanziarie
? il cliente e la sua soddisfazione
? i processi interni? l'apprendimento
Relazioni che intercorrono tra la pianificazione ed ilcontrollo e le scelte decisionali
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Processo di pianificazione
? Identificazione degli obiettivi? Individuazione di percorsi alternativi? Analisi delle informazioni riguardanti i vari percorsi? Scelta del percorso più conveniente? Attuazione della scelta
Processo di controllo? Elaborazione del programma/budget? Confronto tra programma e consuntivo? Correzione degli eventuali scostamenti con interventi sulle
azioni e sugli obiettivi
Confronto tra pianificazione e controllo
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PIANIFICAZIONE
? Orizzonte temporale: lungo
? “Output” del processo:?politiche di gestione e relativi
piani di gestione
? Soggetti coinvolti:?Top Management?Staff Pianificazione
? Attività mentale: creativa, analitica
? Processo: irregolare, pocoformalizzabile, con largo uso diinformazioni da FONTI ESTERNE
CONTROLLO
? Orizzonte temporale: breve
? “Output” del processo:?programma operativi entro i
confini già delimitati
? Soggetti coinvolti:?Top e Middle Management?Staff Amministrativo
? Attività mentale: gestionale epersuasiva
? Processo: regolare e continuativo,formalizzabile, con largo uso diINFORMAZIONI INTERNE
I costi standard - premesse
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Il controllo dei costi consuntivi deve essere effettuato attraversol'utilizzo un "valido confronto".
Tale confronto, che spesso ha natura temporale, viene realizzatocomparando un costo riferito ad un dato oggetto ad un certo tempo
e un costo analogo riferito allo stesso oggetto ma in un tempodiverso.
Le differenze che ne derivano non sono importanti in "sé e per sé"ma solo in quanto diventi possibile interpretarle (individuare le
cause che le hanno generate).
I costi standard - premesse
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Quando il confronto avviene tra costi riferiti a tempi corrispondenti di
periodi susseguenti le condizioni generali di riferimento possono nonessere omogenee a causa dei mutamenti esterni/interni all'impresaintercorsi nel periodo considerato.
? La mancanza di omogeneità inficia inevitabilmente il confronto.? Il confronto tra consuntivi riflette solo passivamente gli
svolgimenti concreti dei processi d'azienda.
Il controllo dei costi deve essere finalizzato a migliorare le condizionidi svolgimento dei processi.
I costi standard - premesse
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E' preferibile che il confronto avvenga tra i costi consuntivi e altricosti elaborati al fine di costituire proprio un termine di paragone(finalizzato al controllo).
Tal costi, costruiti ad hoc sono i costi standard o costi tipo.
L'utilizzo degli standard elimina (almeno in parte) gli inconvenienti1) e 2), poiché essi sono elaborati studiando rigorosamente ilprocesso in cui sono inseriti.
I costi standard
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Sono valori, elaborati rigorosamente, che rappresentano i costi tipici di
oggetti variamente definiti. Al costo standard è possibile attribuire lanozione di:
? Costo medio? Costo minimo? Costo previsto? COSTO NORMALE? COSTO CONVENIENTE? COSTO IDEALE
CONFIGURAZIONI DERIVANTI DASTUDI RIGOROSI DEI PROCESSI E
DELL'AMBIENTE
I costi standard
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La determinazione del costo standard ha come punto di partenzal'analisi e lo studio delle condizioni di svolgimento dei processidell'impresa, avendo riguardo alle esperienze passate ed ai vincolistrutturali.
Particolare attenzione meritano le indagini relative a:
? livello di efficienza raggiungibile,
? contesto ambientale di riferimento (analisi di macro ambiente)
I costi standard
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SVOLGIMENTOPROCESSI
EFFICIENZA STANDARD
regolare sufficiente normali
miglioramento buona convenienti
ottimale ottimale ideali
Ogni standard si riferisce comunque a "condizioni standard" dove il
significato da attribuire alle condizioni sarà diverso a seconda del livelloraggiunto.
L'analisi delle condizioni di efficienza assume un 'importanza fondamentalepoiché, con riguardo ai livelli raggiungibili dall'impresa, si possono formularediverse ipotesi:
I costi standard
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Sono determinabili i seguenti standard:
? quantità STD delle materie prime dirette impiegate;? tempi STD della mano d'opera diretta;? prezzi STD delle materie prime dirette;? remunerazione STD della mano d'opera diretta;? STD dei costi indiretti.
La determinazione dello standard implica la configurazione di classielementari di costi in relazione alle quali gli standard devono esserecon figurati.
I costi standard
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Gli standard sono raggruppabili in sistemi di costistandard. Le imprese possono utilizzare:
? il sistema dei costi standard correnti
? il sistema dei costi standard di base.
I costi standard correnti
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Servono per stabilire traguardi da raggiungere. Esprimono i livelli dicosto raggiungibili date certe condizioni di prezzo e quantità deifattori impiegabili nonché di livelli realizzabili di produzione.
L'adozione di tale sistema impone confronti periodici coi risultatiper valutare le deviazioni che sono espressione dell’efficienzaraggiunta.
Devono essere frequentemente variati per riflettere le condizioni
esistenti nell’impresa.
I costi standard di base
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Vengono determinati quando il sistema dei costi
standard è introdotto nell’impresa e subiscono
modificazioni solo in caso di profonde mutazioni interne
(processi o prodotto) ed esterne (ambientali).
La determinazione dello STD (di MOD)
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? Il costo standard di MOD presuppone l'individuazione dei tempi
di lavoro standard e delle remunerazioni unitarie standard.
? Determinazione dei tempi:
? Collaborazione coi tecnici ed esperti della contabilità
industriale;? Utilizzo di procedimenti (calcolo, stima, diretto, confronto);
? Inserimento di rettifiche
? Determinazione delle remunerazioni
? Paghe orarie o ad incentivo o a cottimo.
Budget flessibilizzato
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a) i costi variabili variano in relazione ai volumi
b) i costi semivariabili vanno scomposti in: parte fissa e parte variabile, equest’ultima varietà in relazione ai volumi.
Esempio di budget flessibilizzato di stabilimento industriale.
LIVELLI DI ATTIVITÀVoci di costo Formula budget 8.000 9.000 10.000 11.000 12.000Mano d’opera diretta L.6 per prodotto 48.000 54.000 60.000 66.000 72.000Materia 1 diretta L.5 per prodotto 40.000 45.000 50.000 55.000 60.000Costi indiretti
Mano d’opera40.000 fisso + L.4 perprodotto
72.000 76.000 80.000 84.000 88.000
Energia elettrica6.000 fisso + L.1 perprodotto
14.000 15.000 16.000 17.000 18.000
Manutenzione e
riparazione
6.000 fisso + L.2 per
prodotto21.000 23.000 25.000 27.000 29.000
Materiali indiretti L.0,5 per prodotto 4.000 4.500 5.000 5.500 6.000Ammortamento 10.000 fisso 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000
TOTALE 209. 000 227. 500 246. 000 264. 000 283. 000
Scomposizione e scostamenti
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Con il calcolo e la scomposizione degli scostamenti si risponde a:
? perché si è manifestata una differenza tra risultati attesi e risultatireali;
? chi è il responsabile di tale differenza e deve intervenire per porviriparo o per evitarla in futuro;
? come è opportuno intervenire, cioè con quali provvedimenti correttivi.
Analisi degli scostamenti per centro diresponsabilità
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COSTO STANDARD DELLA
PRODUZIONE EFFETTIVA SVOLTA INCIASCUN CENTRO
COSTO EFFETTIVO PER CIASCUNCENTRO
CONFRONTO TRA COSTI EFFETTIVI E COSTI STANDARDED ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI
RICERCA DELLE CAUSE CHE HANNO DETERMINATO GLI SCOSTAMENTIED INDIVIDUAZIONE DEI CORRETTIVI DA APPORTARE
AGGIUSTAMENTO DEGLI STANDARD: CONSUMI OPREZZI
Gli scostamenti
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SCOSTAMENTI DI RISULTATI
SCOSTAMENTI DEI COSTI DIVENDITA E DI DISTRIBUZIONE
SCOSTAMENTI DEI COSTI DIPRODUZIONE
SCOSTAMENTO DEI RICAVI DIVENDITA
VARIAZIONECOSTO
MATERIAPRIMA
VARIAZIONECOSTO
MANODOPERA
VARIAZIONECOSTI
INDIRETTIVARIABILI
VARIAZIONECOSTI FISSI
VARIAZIONE
PREZZO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONE
COSTO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONE
COSTO
VARIAZIONE
EFFICIENZA
VARIAZIONEPREZZO
VARIAZIONEMIX
VARIAZIONEVOLUME
Costi pieni
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COSTI
COSTI DIFABBRICAZIONE
ALTRI COSTI
MATERIE LAVORO COSTI INDIRETTI
CONTOECONOMICO
PRODOTTI INLAVORAZIONE
PRODOTTI FINITI
Costi variabili
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COSTI
COSTI DIFABBRICAZIONE
ALTRI COSTI
MATERIE LAVORO COSTI INDIRETTI
PRODOTTI IN
COSTI INDIRETTIVARIABILI
COSTI INDIRETTIFISSI