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Luciano Bologna

Il processo logistico e l’evoluzionedella funzione approvvigionamenti

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Copyright © MMXIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

ISBN ––––

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: novembre

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1

Indice

Il processo logistico e l’evoluzione della funzione

approvvigionamenti

004 Introduzione

005 Capitolo I

L’impresa industriale

1.1. Dal processo logistico alle “operations”, 005 – 1.2. L’impresa in un

economia di servizi funzionali, 009 – 1.3 Le funzioni logistiche, 011 – 1.4.

La funzione di approvvigionamento, 018 – 1.5. Le politiche delle scorte:

analisi metodologica, 022 – 1.6. Considerazioni conclusive sui modelli di

gestione delle scorte, 053.

056 Capitolo II

Dalle zero scorte alla e-logistics

2.1 Il Just in time ed il sistema kanban , 056 - 2.2. L’approvvigionamento

“snello”, 061 – 2.3. I nuovi processi di e – logistics, 073.

081 Capitolo III

Aspetti innovativi del processo logistico nelle imprese com-

merciali

Introduzione, 081 – 3.1. I Centri di Distribuzione (CEDI), 083 – 3.2. ECR.

Un progetto per l’efficienza, 088.

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Indice 2

090 Capitolo IV

Alcune considerazioni sulle scorte nelle imprese di servizi

4.1. La produzione del servizio e si suoi aspetti peculiari: cenni, 090 – 4.2.

Il fenomeno delle scorte nelle imprese di servizi, 094.

097 Conclusioni

099 Bibliografia

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4

Introduzione

Il lavoro vuole ripercorrere l’evoluzione della funzione approvvi-

gionamenti nell’impresa industriale, di servizi e commerciale eviden-

ziando i passaggi più significativi nella modificazione dell’approccio

al processo logistico in chiave moderna, che vede il miglioramento

continuo alla base dell’agire del management in questo ambito. Il con-

cetto di impresa estesa rappresenta oramai una realtà per la quale an-

che il processo logistico diventa elemento di ricerca e confronto di

vantaggio competitivo, e le attività primarie della catena del valore di

Porter, oggi definite operations, rappresentano, nell’ambito di una ge-

stione strategica delle stesse, le vere opportunità per la creazione di un

vantaggio competitivo sostenibile.

Nel primo capitolo sono state trattate le problematiche

dell’impresa industriale ed approfondite le tematiche della funzione

approvvigionamento ed una analisi metodologica delle diverse tecni-

che di gestione delle scorte; nel secondo capitolo le oramai affermate

tecniche del Just in time e dei nuovi processi di e-logistics.

Nel terzo e quarto capitolo sono stati affrontati i temi specifici lega-

ti alla gestione delle scorte nel comparto commerciale, dei beni di lar-

go consumo, e quello delle imprese di produzione di servizi.

Il lavoro è frutto di una rielaborazione della parte da me scritta ne-

gli anni ‘90 del manuale di Tecnica Industriale e commerciale curato

dal Prof. Leonardo Petix, titolare della seconda cattedra della suddetta

materia presso la Facoltà di Economia della Sapienza di Roma. A lui

in particolare va il mio pensiero e la mia gratitudine per avermi sem-

pre spinto e indirizzato nella ricerca, oltre ad avermi consigliato nel

mio percorso di crescita professionale e scientifica.

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5

\

Capitolo I

L’impresa industriale

1.1. Dal processo logistico alle “operations”

Il processo logistico va inteso come insieme dei flussi fisici dei

materiali e dei flussi delle informazioni necessari per far giungere

all’impresa industriale materie prime, semilavorati e prodotti finiti , e

conseguentemente i prodotti finiti (out put) sino al consumo finale; es-

so si configura ,sempre di più ,come una complessa attività di pianifi-

cazione, realizzazione e controllo collegata con le funzioni acquisti,

produzione, marketing (fig.1).

f l u s s o d e l l e i n f o r m a z i o n i

APPROVVIGIONAMENTO TRASFORMAZIONE DISTRIBUZIONE FISICA

FORNITORI MAGAZZINO AZIENDA MAGAZZINO CLIENTI MATERIALI PRODOTTI

f l u s s o d e i m a t e r i a l i

Figura 1: Il ciclo logistico

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Capitolo I 6

L’etimologia della parola“logistica” deriva dal greco “lógos” che

significa parola o ordine , o anche “arte del computare”, per i greci, in-

fatti, i due concetti erano strettamente collegati ed espressi con lo stes-

so grafema. Per i pitagorici, la semplice pratica delle operazioni ele-

mentari sui numeri interi, distinta dall’aritmetica, intesa come scienza

dei numeri; oggi il termine aritmetica designa entrambe le cose, men-

tre logistica è sinonimo, anche se usato raramente, di logica matema-

tica.1

Da lógos deriva anche “logica” cioè lo studio delle argomentazioni

e il modo in cui risultano corrette, tale termine come si vede, si rifà al-

lo stesso concetto di ordine. Altra interpretazione etimologica viene

dal francese “loger” che significa locare, allocare.

La logistica viene anche definita come quella sezione dell’arte mili-

tare che provvede a garantire l’efficienza di tutto l’apparato bellico,

organizzando in particolare il trasporto e la distribuzione dei viveri,

dei materiali necessari e delle munizioni, e provvedendo anche, ove

necessario, alle operazioni di manutenzione e di riparazione più sem-

plici. Nelle grandi imprese, la funzione aziendale che provvede

all’approvvigionamento e alla distribuzione fisica dei materiali, delle

scorte, dei prodotti finiti.2

Secondo l'Associazione Italiana di Logistica (AILOG), è “l'insieme

delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano

nell'azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle ori-

gini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e

al servizio post-vendita”.

Con il termine logistica si individuano tutte le attività e decisioni

riguardanti lo stoccaggio ed il trasferimento di materie prime, semila-

vorati (componenti) e prodotti finiti, tese a conseguire

l’ottimizzazione del flusso di materiali. Tale flusso parte dai fornitori

per giungere al consumatore finale attraversando l’impresa, mentre il

flusso delle informazioni principalmente segue il percorso inverso in

quanto dal consumatore finale giunge al fornitore, ma in generale si

muove in tutte e due le direzioni.3

1 www.treccani.it/l’enciclopedia italiana

2 www.treccani.it/l’enciclopedia italiana

3 HESKETT, GLSKOWESKY, IVIE, Business logistics:phisical distribution and materi-

als management, New York, Wiley, 1973.

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L’impresa industriale 7

Pertanto, il processo logistico si può suddividere in tre fasi distinte:

l’approvvigionamento, la trasformazione e la distribuzione fisica.

L’approvvigionamento (logistica in entrata) si occupa di tutte le at-

tività necessarie per acquisire dai fornitori le materie prime, i semila-

vorati o componenti al fine di avere la loro disponibilità nei tempi e

modi richiesti dal processo produttivo.4 In modo particolare la gestio-

ne dei materiali svolge tutte la attività di ricevimento, controllo di qua-

lità, stoccaggio ed avviamento alla produzione di tutti i materiali,

componenti e semilavorati necessari al processo produttivo.

Durante il processo di trasformazione, poiché lo stesso raramente si

conclude in una sola fase la logistica segue il flusso dei materiali, or-

ganizza stoccaggi di semilavorati da avviare ad altre lavorazioni, con-

trolla la movimentazione delle scorte di materie e parti in lavorazione

fino alle operazioni di imballaggio e stoccaggio dei prodotti finiti; il

tutto in perfetta sincronia con i tempi e le modalità stabilite dal pro-

gramma di produzione ed al minor costo.

Ed infine la distribuzione fisica (logistica in uscita) deve assicurare

ai prodotti finiti uno stoccaggio adeguato affinché, quando i ritmi di

produzione non coincidono con quelli di consegna, venga garantita la

soddisfazione delle richieste attraverso i trasferimenti dei prodotti dai

depositi periferici a quelli dei distributori commerciali, fino al consu-

matore finale.

Appare di tutta evidenza la complessità e quantità di operazioni di

cui il processo logistico è formato e del peso delle voci di costo che lo

compongono sul costo del venduto.

I costi di trasporto, mantenimento, magazzino,gli oneri amministra-

tivi, i costi di ricevimento e spedizione,i costi degli imballaggi e quelli

delle procedure amministrative rappresentano nelle imprese commer-

ciali e manifatturiere il 15%-25% del costo del venduto. 5

Il rilievo strategico assunto dalla funzione logistica impone

all’impresa evoluta una diversa collocazione nella struttura organizza-

tiva delle responsabilità logistiche, distribuite tradizionalmente tra di-

versi organi dell’impresa (ufficio acquisti, responsabile delle scorte,

responsabile spedizioni,etc.) ed oggi necessariamente integrate e coor-

4 Vedi paragrafo 1.3 5 R.W.SCHMENNER, Produzione. Scelte strategiche e gestione operativa. Edizioni del

Sole 24 Ore, Milano,1987.

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Capitolo I 8

dinate con le diverse aree gestionali dall’approvvigionamento di mate-

rie prime alla consegna dei prodotti finiti al cliente finale.

L’obiettivo principale è quello di fornire un elevato livello di servi-

zio al cliente ai minimi costi, per ottenere il quale si rende indispensa-

bile gestire l’intero flusso fisico-informativo attraverso una Direzione

Logistica o Materials Management6,posta alle dirette dipendenze della

direzione generale, per ottenere l’ integrazione di tutte le attività di ge-

stione dei materiali nelle fasi di approvvigionamento, produzione e di-

stribuzione.

In un ottica moderna le così dette attività primarie della catena del

valore generica di Porter (1980), oggi definite anche “operations” e

cioè acquisti e logistica interna, produzione, stoccaggio e distribuzio-

ne, marketing e vendite ed infine servizi devono essere gestite in ma-

niera unitaria ed in ottica strategica al fine di garantire al cliente finale

la soluzione al suo bisogno in termini di maggior valore rispetto ai

concorrenti.

Il termine operations management7 individua il vastissimo com-

plesso di operazioni comprese all’interno delle attività primarie che

rappresentano decisioni strategiche rilevanti. Si pensi ad esempio: alla

scelta di fornitori in grado di garantirci affidabilità e qualità di com-

ponenti e materiali; alla scelta di make or buy; alla produzione con ze-

ro difetti e capace di produrre con le specifiche richieste dal cliente; ai

tempi brevi di produzione; alla gestione degli ordini efficace con con-

segne rapide e scorte sempre sufficienti; alle azioni e strategie di mar-

keting necessarie per fronteggiare la concorrenza globale; alla ricerca

dei servizi sempre più vasti ed esclusivi per comporre il paniere di at-

tributi desiderato dal consumatore8.

L’evoluzione del concetto di logistica integrata è l’idea del Supply

chain management9 caratterizzata dalla presa di coscienza da parte

delle aziende che il miglioramento nella gestione dei flussi all'interno

della catena logistica non può prescindere dal fattivo coinvolgimento

6 Miller-Gilmour, Materials managers: who needs them? 7 Chase R.B., Jacobs F.R., Aquilano N.J., Grando A. e Sianesi A., Operations

management nella produzione e nei servizi, Milano, McGraw Hill, 2004. 8 “La sfida, per l’impresa, è passare dal concetto piuttosto astratto di mercato virtuale a

quello di meta mercato (Sawhney,1999), che consiste in un offerta o in un assortimento di

offerte definite con riferimento a tutti gli elementi (attività e servizi), compresi nello spazio

cognitivo del cliente.” J.J.Lambin, Market-driven management, marketing strategico ed

operativo,McGraw Hill, 2012, Milano. 9 Cfr. cap.II, §2.2.3

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L’impresa industriale 9

degli attori esterni: la logistica assume un ruolo sempre più centrale ed

il suo obiettivo diventa sostanzialmente quello di governare tutte le fa-

si del processo produttivo, anche esterne all'azienda, secondo una vi-

sione sistemica.

In quest'ottica, il concetto di Supply chain management non deve

essere inteso come sinonimo di logistica integrata, ma come un nuovo

approccio di management in cui la singola azienda diventa parte di

una rete di entità organizzative che integrano i propri processi di busi-

ness per fornire prodotti, servizi e informazioni che creano valore per

il consumatore. Il passaggio della logistica da una funzione sussidiaria

ad un ruolo strategico si è accompagnato in molte aziende ad una pro-

pensione a esternalizzare le attività di trasporto e di movimentazione

delle merci, affidando a terzi un compito che non rientra nel core bu-

siness aziendale allo scopo di minimizzare i costi ed assicurare mag-

giore flessibilità alla struttura produttiva.

1.2. L’impresa nell’economia dei servizi funzionali

La grande importanza delle operations può essere maggiormente

compresa guardando l’agire dell’impresa in una logica di servizio do-

minante, dove cioè si costruisce il vantaggio competitivo attraverso i

servizi ad alto valore aggiunto che compongono il paniere di attributi

offerto al cliente. E’ proprio in questi che possono essere colte le mi-

gliori opportunità di differenziazione dei prodotti rispetto a quelli del-

la concorrenza poiché difficilmente imitabili in considerazione della

esclusività dell’immagine che l’impresa si può creare.

L’approccio che oggi l’impresa deve tenere, infatti, è quello di di-

ventare un fornitore di soluzioni: “Dal punto di vista del cliente, dun-

que, si può definire il prodotto come un paniere di attributi, che forni-

sce al cliente stesso il valore funzionale o di base specifico di quella

classe di prodotti. Nel paniere è compreso anche un insieme di valori

e caratteristiche secondarie (benefici o servizi) che possono a loro

volta essere necessari o aggiunti” (Lambin, 2011, p. 111); fornire so-

luzioni vuol dire realizzare combinazioni uniche di prodotti e servizi

che diano al cliente un apporto, in termini di valore, maggiore di quel-

lo che risulterebbe dalla semplice somma di attributi materiali ed im-

materiali. E’ un’attività molto più difficile che creare un singolo pro-

dotto, dal momento che l’impresa deve riuscire ad individuare la giu-

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Capitolo I 10

sta combinazione di prodotto-servizio che le consentirà di poter ri-

chiedere ai consumatori un sovrapprezzo (premium price). Tutto ciò

trova giustificazione anche per il fatto che l’impresa deve sostenere

maggiori costi per realizzare cicli di vita più lunghi ed avere una pro-

fonda conoscenza dei problemi del cliente, al fine di adottare strategie

di tipo relazionale e non transazionale, che le consentano di sviluppare

e mantenere nel tempo un rapporto one to one10

.

Nel succedersi delle attività di impresa, l’adozione del paradigma

che vede il cliente parte attiva del processo, assieme allo sviluppo de-

cisivo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazio-

ne, hanno avviato un percorso di democratizzazione del processo di

creazione di valore, grazie a nuove formule che prevedono sempre

maggiori interazioni. Il concetto di prosumer (produttore-

consumatore), d’altronde, evidenzia come la partecipazione dei con-

sumatori all’attività dell’impresa, anche per ciò che riguarda lo svi-

luppo di prodotti-servizi innovativi, sia ormai elemento fondamentale

per la sopravvivenza delle organizzazioni.

Tali tendenze evolutive si rispecchiano anche nella letteratura in-

ternazionale. Il riferimento, qui, è ai paradigmi che, sviluppatisi negli

ultimi anni11

, pongono alla base della loro analisi il servizio; essi pro-

pongono una rilettura delle vicende d’impresa nelle quali i soggetti

coinvolti non sono più definiti produttori e consumatori, ma attori12

.

Entrambi, infatti, partecipano congiuntamente ad un processo definito

di value co-creation: il valore non viene semplicemente scambiato

all’interno di una transazione, quanto piuttosto creato da tutti coloro

che vi partecipano, in un’ottica interattiva che coinvolge tutti i sogget-

ti. La meta-teoria alla base di tale approccio è definita SDL13

(Service

Dominant Logic) e considera il valore, che coinvolge tutti gli attori del

10 Bologna L., Calabrese M., Iandolo F., Bilotta A., Sostenibilità e valore nei rapporti

impresa-territorio, XXIV Convegno annuale di Sinergie Referred Electronic Conference

Proceeding Il territorio come giacimento di vitalità per l’impresa ISBN 978-88-907394-0-8,

18-19 ottobre 2012 - Università del Salento (Lecce). 11 VARGO, S.L., LUSCH, R.F., “Evolving to a New Dominant Logic for Marketing”,

Journal of Marketing, vol.68, 2004, pp.1-17. 12 VARGO, S.L., LUSCH, R.F.,, “It's all B2B...and beyond: Toward a systems perspec-

tive of the market”, Industrial Marketing Management, n. 40, 2011, pp. 181-187. 13 VARGO, S.L., LUSCH, R.F., “Service-Dominant Logic – What It Is, What It Is Not,

What It Might Be”, in VARGO, S.L., LUSCH, R.F. (eds.), The Service-Dominant Logic of

Marketing – Dialog, Debate, and Directions, ME Sharpe, Armonk, 2006, pp.43-56.

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L’impresa industriale 11

processo (inclusi i fornitori, i clienti, ecc.), come realizzato nel tempo

attraverso la fruizione del servizio. La logica che sottende tale approc-

cio non è dicotomica (prodotto/servizi), ma unicamente definita, in

quanto tutto ciò che viene prodotto e scambiato, indipendentemente

dalla sua tangibilità, è servizio14

; tale approccio, implementato dalla

SSME (Service Science, Management and Engineering)15

, considera

l’imprenditore come un soggetto ‘illuminato’, che, adottando una pro-

spettiva allargata, di tipo sistemico, include nella propria struttura am-

pliata tutti i soggetti che partecipano, in vario modo, alla co-creazione

di valore.

La gestione strategica delle operations, pertanto, tende a dare

all’organizzazione delle opportunità significative di creazione del van-

taggio competitivo o della sua crescita, poiché consente di sviluppare

e migliorare delle competenze operative distintive che potrebbero di-

ventare uniche per i clienti e quindi difficilmente imitabili. Invero, la

realtà odierna vede sempre più il management richiedere alla logistica

proprio questi elementi di competitività legati alla differenziazione o

alla riduzione dei costi. Il contesto ambientale sempre più complesso

incide direttamente sul flusso dei materiali e delle informazioni e ri-

chiede assortimenti di prodotti sempre più ampi e profondi per meglio

rispondere alle continue e mutevoli esigenze dei consumatori.

1.3. Le funzioni logistiche

Le componenti del sistema logistico integrato sono rappresentate

sinteticamente da tutte le funzioni necessarie ad assicurare

l’interscambio fisico ed informativo tra produttore e consumatore - u-

tente finale. Negli studi di logistica si individuano sei funzioni princi-

pali16

:

14 GUMMESSON, E., “Many-to-Many Marketing as Grand Theory: a Nordic school

Contribution” in VARGO, S.L., LUSCH, R.F. (eds.), Toward a Service-Dominant Logic of

Marketing – Dialog, Debate, and Directions, M.E Sharpe, New York, 2006. 15 VARGO, S.L., MAGLIO, P.P. and AKAKA, M.A., “On Value and Value Co-Creation

– A Service Systems and Service Logic Perspective”, European Management Journal, vol.26,

n.3, 2008, pp.145-152. 16 Caputo M., Logistica e produzione nell’economia delle imprese industriali, 1990

Cedam,Padova.

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Capitolo I 12

gestione dell’ordine; (flussi informativi)

gestione e controllo delle scorte; ”

trasporto; (flussi fisici)

magazzinaggio; ”

movimentazione della merce; ”

imballaggio e unitizzazione; ”

che devono essere necessariamente integrate e coordinate tra di lo-

ro, al fine di raggiungere l’obiettivo di riduzione del trade-off esistente

tra livello di servizio al cliente finale ed i relativi costi.

Il processo di integrazione e coordinamento riguarda tutti i soggetti

che a diverso titolo concorrono all’attività distributiva dei beni : dai

commercianti (grossisti e dettaglianti), agli intermediari (agenti, rap-

presentanti, mediatori), agli altri ausiliari (imprese di trasporto, ma-

gazzinaggio, banche, assicurazioni, agenzie di pubblicità, etc.) che

svolgono un diverso ruolo a seconda della composizione del canale di-

stributivo17

. La logistica produttiva e commerciale ha subito nel tempo

una diversa evoluzione attraverso varie fasi sino a giungere alla neces-

sità di concentrare tutte le attività aziendali legate al flusso dei mate-

riali e delle relative informazioni alla “supervisione” di un unico re-

sponsabile. Si può dire che si è giunti a sottrarre la programmazione

degli approvvigionamenti (quanto e quando acquistare) alla Funzione

Acquisti, la programmazione della produzione alla Funzione Produ-

zione, la gestione dell’ordine alla Funzione Commerciale, il controllo

delle scorte alla Funzione Amministrazione.

Alla base della logistica ci sono numerose fasi operative da gestire

come le scorte, gli ordini, i trasporti, i magazzini, la programmazione,

le previsioni, le relazioni con i clienti. Per ottimizzare il tutto è però

assolutamente necessario un sistema informativo strutturato ed effi-

ciente in grado di fornire le informazioni a tutti all’interno

dell’azienda, inoltre è sempre più auspicabile anche lo scambio di

queste informazioni verso l’esterno; ormai la maggior parte del valore

aggiunto dalla logistica risiede proprio nell’acquisizione, elaborazione

e distribuzione delle informazioni mediante le reti di telecomunicazio-

ne, al fine di fronteggiare una domanda sempre più complessa ed esi-

17 E’ bene ricordare che lungo il canale di distribuzione vengono svolte,oltre alle funzioni

logistiche,anche le funzioni di scambio(acquisto e vendita) e le funzioni

ausiliarie(adattamento del prodotto,finanziamento,rischio,promozioni,informazioni,contatto)

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L’impresa industriale 13

gente. Il sistema informativo logistico dovrebbe genericamente essere

composto dai seguenti sottosistemi: definizione della domanda, defi-

nizione del piano principale di produzione, programmazione dei fab-

bisogni, esecuzione e controllo18

.

1. La gestione dell’ordine

La funzione di gestione dell’ordine (order processing) rappresenta

il principale flusso informativo che collega la domanda e l’offerta ed

accompagna l’intero processo logistico dal momento della richiesta

del cliente fino a quello in cui questi riceve la merce, coinvolgendo

tutti i soggetti partecipanti dal fornitore al sistema distributivo, pas-

sando attraverso la fabbrica nelle sue diverse componenti.

La qualità e la velocità di risposta dell’offerta alle esigenze della

domanda, rappresentano di fatto un consistente vantaggio competitivo

per l’impresa che deve ricercarlo, non solo attraverso una maggiore

velocità dei movimenti fisici dei beni, quanto, attraverso una maggiore

qualità e velocità dei flussi informativi per il loro impatto diretto

sull’efficienza ed efficacia di tutta la procedura.

Ampi margini di miglioramento si presentano in tutto il ciclo

dell’ordine con riferimento allo sviluppo tecnologico dei sistemi in-

formativi ed al sempre maggiore grado di integrazione degli stessi

lungo il canale distributivo in modo particolare nel settore dei beni di

largo consumo19

.

2. Gestione e controllo delle scorte

Rinviamo al paragrafo 1.5 per una più approfondita trattazione

dell’argomento nelle sue linee generali, mentre ci limitiamo a focaliz-

zare il problema delle scorte, in particolare di materie prime, semila-

vorati e prodotti finiti, lungo l’intero ciclo logistico. Il termine scorta

si riferisce a tutti i materiali che si trovano all’interno dell’impresa in

un determinato momento. I motivi per i quali l’impresa si trova a man-

tenere dei livelli di scorta sono : alimentare il processo produttivo con

continuità, fronteggiare variazioni della domanda, garantire flessibilità

al piano di produzione, evitare ritardi dovuti alla consegna di materie

prime. Tra le diverse motivazioni che spingono le imprese alla costi-

18 Massaroni E., Logistica industriale, Cedam, Padova, 1997. 19 cfr.Cap.III.

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Capitolo I 14

tuzione delle scorte20

di prodotti finiti, quello dell’incertezza della do-

manda e del ciclo dell’ordine che le orienta a “scaricare” il problema

lungo il canale logistico attraverso i diversi partecipanti dello stesso.

Le scorte di prodotti finiti si possono trovare in tutti i punti dove si

effettua una transazione tra unità diverse: nei magazzini dello stabili-

mento, nei depositi dei grossisti, nei PDV o nei centri di distribuzione

ed anche presso eventuali altri partecipanti al canale come fornitori di

servizi logistici o magazzini indipendenti. Tradizionalmente le impre-

se hanno cercato di trasferire i costi ed i rischi delle scorte alle altre

imprese creando situazioni di conflitto e trascurando di curare la cosa

più importante per tutti: il servizio al cliente.

E’ peraltro evidente come non sia facile fornire un servizio al clien-

te attraverso un canale distributivo senza scorte, ma è altrettanto im-

portante per l’impresa produrre su commessa piuttosto che in funzione

di previsioni basate su dati storici; non resta altro che riorganizzare

globalmente il processo logistico ed in particolare il processo produt-

tivo, coinvolgendo tutti i partecipanti, al fine di acquisire un sistema

informativo sempre più adeguato e veloce per fornire un servizio al

cliente elevato ed in linea con quanto da esso richiesto. Il sistema più

idoneo è quello basato sulla lean production e quindi sulla tecnica di

gestione delle scorte del just in time21

, come avremo modo di appro-

fondire, che garantiscono un elevato contenimento dei costi, tempi di

consegna e un adeguato livello di servizio al cliente22

.

3. Il trasporto

Rappresenta sicuramente il primo e più importante dei flussi fisici

lungo il canale distributivo poiché assicura lo spostamento dei beni dal

punto di origine a quello di destinazione. La funzione di trasporto im-

plica decisioni importanti riguardo alle modalità, interne o esterne

all’impresa, ai mezzi da utilizzare ed ai vettori da scegliere, nonché

numerose attività operative: ricezione dell’ordine, programmazione

dei percorsi e dei tempi, pianificazione ed ottimizzazione dei carichi,

trasferimento dei prodotti al punto di destinazione, consegna dei cari-

chi, gestione e manutenzione dei veicoli, carico e scarico dei mezzi di

trasporto. Con l’evoluzione dei sistemi trasportistici l’impresa può og-

20 cfr.§1.5.2 21 Cfr. il Just in Time, Cap.II 22 Caputo M. 1990 Cedam op.cit.

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L’impresa industriale 15

gi superare agevolmente tutte quelle scelte che erano condizionate

proprio dalla distanza sia dai mercati di fornitura che da quelli di con-

sumo. Infatti, il progresso ha consentito di disporre di tecnologie di

trasporto sempre più a basso costo, consentendo all’impresa localizza-

zioni anche molto distanti da questi mercati per cogliere altresì impor-

tanti opportunità economiche (costi della mano d’opera molto bassi,

agevolazioni statali, etc.).

E’ questo il tipico caso di scelta di convenienza per l’impresa se da-

re in outsourcing ad operatori altamente specializzati tutta la gestione

dei sistemi di trasporto, sia nella fase della logistica in uscita e sia in

quella della logistica in entrata. Il trasporto, la sua affidabilità, incide

direttamente sul livello delle scorte e l’impresa si troverà a decidere in

funzione del costo, della velocità e quindi dell’affidabilità del servizio

proposto. La scelta se disporre di mezzi propri o affidarsi a compagnie

specializzate in grado di coprire tutte le problematiche di movimenta-

zione delle merci farà parte delle scelte strategiche in funzione di ana-

lisi strettamente economiche e di efficienza del servizio, con il prima-

rio obiettivo di migliorare il servizio al cliente.

4. Il magazzinaggio

L’importanza della funzione di magazzinaggio è legata alla sua

proprietà di differire nel tempo il passaggio di un bene ad uno stadio

successivo del ciclo operativo aziendale o del canale distributivo. An-

che in questo caso sono numerose le scelte operative e strategiche che

possono essere prese dall’impresa tenuto conto del primario obiettivo

di conservazione delle merci.

Stoccaggio, manutenzione dei locali e delle attrezzature, controllo

quali-quantitativo degli ordini di spedizione rappresentano il ciclo o-

perativo mentre assumono rilievo strategico le scelte relative alla pro-

prietà, quantità, dimensione, localizzazione dei magazzini.

L’attività di magazzinaggio può essere svolta da tutti i partecipanti

al canale distributivo in quanto proprietari dei beni (produttore, grossi-

sta, centro di distribuzione, dettagliante, Pdv) ed anche in questo caso

vi può essere convenienza alla esternalizzazione con l’obiettivo di mi-

nori investimenti di capitali, aumento della flessibilità operativa, esatta

conoscenza dei costi del servizio affrontando, altresì, alcune difficoltà

legate al coordinamento di attività con un soggetto “terzo”. In tale si-

tuazione l’impresa dovrà selezionare fornitori partner, cioè fornitori

con i quali intrattenere rapporti integrati di stretta collaborazione legati

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Capitolo I 16

dall’obiettivo comune di un rapporto duraturo e di reciproca soddisfa-

zione. Le odierne tecnologie garantiscono livelli di automazione molto

elevati con l’utilizzo di tecnologie informatiche in grado di supportare

tutte le fasi delle diverse attività da svolgere, dal ricevimento delle

merci alla spedizione, al controllo. Molteplici sono ovviamente i di-

versi tipi di magazzini che verranno strutturati e progettati in funzione

delle caratteristiche dei prodotti da immagazzinare, con evidenti ri-

sparmi in termini di minori costi della mano d’opera da impiegare.

5. La movimentazione della merce

Essa riguarda tutte le operazioni di ricevimento, spostamento e

spedizione dei beni in magazzino; è, pertanto, una funzione interna al-

lo stesso ed a seconda del tipo di magazzino (produttore, centro di di-

stribuzione, punto di vendita) comprende anche operazioni come: mo-

vimentazione nelle aree di stoccaggio e di prelievo, preparazione dei

carichi, carico e scarico dei mezzi di trasporto, manutenzione dei mez-

zi di movimentazione, collocazione dei prodotti negli scaffali, con

modalità e caratteristiche diverse a seconda del tipo di prodotto e delle

tecnologie usate.

La funzione di movimentazione della merce deve essere stretta-

mente integrata, oltre che con le caratteristiche del magazzino, con il

ciclo dell’ordine, con le attività di gestione delle scorte, entrata-uscita

delle merci, trasporto e di formazione delle unità di carico. Attraverso

le moderne tecniche di MHS (Material Handling System) verranno

studiati ed individuati i migliori percorsi all’interno del magazzino,

con i mezzi più idonei ed i costi più bassi.

6. Imballaggio e unitizzazione

Il problema della disomogeneità delle unità di carico23

è uno dei

maggiori ostacoli alla integrazione delle attività logistiche lungo il ca-

nale distributivo. Per questo la funzione deve porsi come obiettivo

primario la realizzazione di un imballo (cassa, collo, cartone, etc.) che

si possa riunire in unità di carico di dimensioni maggiori al fine di a-

gevolare tutte le operazioni di trasporto, movimentazione e magazzi-

naggio dei beni, tenendo comunque in considerazione le diverse esi-

23 Rappresentano il modo ed il volume di predisposizione delle merci per la loro

spedizione. Esempi di unità di carico sono il container, nel trasporto intermodale, i pallet, i

roll-container, nel trasporto su gomma,etc.