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Cani e umani

Fotografie diDavide Mengacci

Testi di Roberto Mutti, Luca Santi e Davide Mengacci

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Roberto Mutti

A proposito di Cani e umani

Davide Mengacci è un autore capace di un segno deciso ma anche caratterizzato da un’ironia lieve, quella che gli permette di osservare la vita con compiaciuto

distacco. Come capita sempre agli street photographers, la sua ricerca è fondata su quanto la realtà gli riserva ma questo vale solo per la prima parte del lavoro, quello della raccolta di spunti, di frammenti, di improvvise apparizioni grazie alle quali costruisce un grande e volutamente eterogeneo archivio. La parte successiva è più importante perché nasce da una consapevolezza, da una volontà di ordine che permette a Mengacci di costruire dei più precisi progetti in cui incanalare, dando loro un più rigoroso senso, i materiali precedentemente raccolti. Così è successo anche per “Cani e Umani”, una ricerca nata come sempre dalla leggerezza ma poi diventata, per chi sa osservarla con attenzione, una vera e propria indagine fra le cui pieghe si nascondono interessanti notazioni psicologiche. Il fotografo tende dei fili sottili ma tenaci con cui collega immagini scattate in anni e in luoghi diversi poi, con un abile gesto (quello con cui i pescatori recuperano il filo o i giocatori di boccette conferiscono la giusta rotazione alla pallina) recupera quei fili

e ci presenta un percorso disseminato di curiose analogie. Ci accorgiamo allora che molto spesso, soprattutto quando si arrendono alla spossatezza, uomini e cani dormono nello stesso modo, ugualmente accucciati. Oppure che similmente si appartano, ma neppure troppo, per fare pipì. Talvolta modi e sentimenti divergono: non è colpa dei cani se i loro padroni li portano a spasso sugli stessi passeggini usati per i cuccioli d’uomo, né responsabilità degli umani se i loro amici a quattro zampe usano accoppiarsi senza pudore nei luoghi pubblici mettendo in quell’attività lo stesso impegno riservato a un lavoro. Più comunemente, comunque, i comportamenti tendono a somigliarsi e capita a certi uomini di mettersi in posa proprio come fanno i loro cani i quali a loro volta scrutano la strada seduti in un cestino come fossero loro a guidare la bicicletta. Di tutte le coppie di fotografie con cui Davide Mengacci costruisce questo percorso, una spicca e sorprende ed è quella che accosta i due uomini intenti a parlare in modo bonariamente minaccioso fra loro e i due cani che sembrano intenti nella stessa attività. Il bello è che sono questi ultimi a sembrare più seri e determinati a dispetto di quanto si dice che cioè manchi loro la parola.

Roberto Mutti: critico fotografico, collabora con il quotidiano “La Repubblica”, già direttore del trimestrale “Immagini Fotopratica”, docente di Storia della fotografia e linguaggio fotografico presso “l’Istituto Italiano di Fotografia”, curatore di Mostre fotografiche e autore di numerosi libri di argomento fotografico

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Davide Mengacci

Fotografie di Cani e umani

Street photographydal 1968 al 2012

Luca Santi

Il nostro impegno con i cani

Un progetto geniale lo definisco così, la mia passione per la fotografia, la grafica, la comunicazione e tutto quello che riguarda la creatività è parte di me

a maggior ragione se legata all’immagine dei miei tanto amati cani.Ho scelto di partecipare in prima persona al fantastico progetto “Cani e umani” di Davide Mengacci, una rassegna di vita vissuta come fotografo sempre e fedelmente affianco ai cani.Mi sento vicinissimo a questa filosofia. “BRUNO” il mio amico bulldog Inglese mi accompagna nella vita quotidiana come in quella lavorativa, al mio fianco in ufficio stimola la creatività del mio piccolo laboratorio creativo.Santi+Santi, laboratorio di comunicazione.Sì, siamo nati così, come un laboratorio, un’officina dove sperimentare un approccio nuovo alla comunicazione e a tutte le sue declinazioni.Il nostro spazio creativo si divide tra la sede di Como e quella milanese. Quest’ultima sorge in una ex fabbrica dismessa, trasformata dieci anni fa in ufficio, e cresciuta nel tempo fino a diventare studio, “pensatoio”, fucina di idee e di progetti. Nati in una fabbrica, ci professiamo però artigiani. Anzi, artigiani della parola e

della comunicazione visiva. La Santi+Santi ha fatto dunque del “custom-made” il proprio timone: per noi creare significa forgiare identità, carpire lo spirito di un’azienda e costruirci attorno un piano di comunicazione a 360 gradi.Sarà perché siamo una squadra giovane (anche un po’ sui generis, a dir la verità), e siamo convinti che il proprio lavoro debba appassionare, divertire, e far nascere domande sempre nuove. Nella nostra “bottega delle idee” ci confrontiamo ogni giorno con la necessità di veicolare messaggi che devono saper colpire. Perché questo accada, la comunicazione non può prescindere da una componente fondamentale: l’emozione. Ecco, noi siamo qui per questo: per emozionarci e farvi emozionare, proprio come i nostri amici cani quotidianamente fanno.Grazie Davide per questo progetto.

Luca

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Via Morgantini - Milano 1985 Mentone - Francia 2011

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Parco Solari - Milano 1984 Sanremo - Imperia 2006

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Villefranche - Francia 2009 Le Grazie - La Spezia 1984

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Parco Ravizza - Milano 1988 Via Ranzoni - Milano 2007

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Corso Garibaldi - Milano 1969 Biella 2006

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Milano 2013 Lisbona 2008

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Corsia dei Servi - Milano 2008 Lisbona 2008

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Londra 2012 Piazza affari Milano 2008

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Istanbul - Turchia 2010 Piazza Principessa Clotilde - Milano 2008

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Parco Trenno - Milano 2003 Pula - Cagliari 2006

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Lissone - Monza Brianza 2006 Spaccanapoli - Napoli 2012

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Como 2006 Figino - Milano 2006

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Parco Sempione - Milano 1969 Biella 2006

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Spaccanapoli - Napoli 2012 Posillipo - Napoli 2012

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Via Osoppo - Milano 2009 Piazza Brescia - Milano 2009

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Pula - Cagliari 2006 Venezia 1968

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Acri - Cosenza 2011 Sorrento - Napoli 2008

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Piazza Vetra - Milano 2009 Piazza San Babila - Milano 2009

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Piazza Sempione - Milano 2009 Isole Lerins - Francia 2004

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Figino - Milano 2006 Reggio Calabria 2009

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San Lorenzo - Milano 2009 Piazza Vetra - Milano 2009

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Amsterdam - Olanda 2007 Piazza Castello - Milano 2009

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Istanbul - Turchia 2010 Piazza del Plebiscito - Napoli 2012

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Castelmezzano - Potenza 2011 Cimitero Monumentale - Milano 2010

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Davide Mengacci

Un fotografo da marciapiede

Due sono gli aspetti fondamentali che tengo in considerazione quando fotografo per la strada: la piccola storia che voglio raccontare ma anche la forma di

questo racconto e laddove la realtà me lo consente cerco di fondere una cosa con l’altra inserendo l’episodio in un contesto esteticamente gradevole. Nella maggior parte dei casi preferisco esprimermi in bianco e nero: è una scelta prima di tutto culturale, ma è anche un condizionamento epocale perché -come tutti i ragazzi della mia generazione- anch’io sono nato con la macchina fotografica in mano e a quel tempo, il materiale in bianco e nero era più facile da sviluppare e stampare del colore. Ho visto “Blow-up” di Antonioni; ho vissuto il Sessantotto con la messe enorme di immagini foto-giornalistiche in b/n della rivoluzione giovanile in Francia e in Italia; ho frequentato il bar Giamaica, e l’Accademia di Brera -dove mia madre insegnava- e questo mi ha messo in contatto con i fotografi più importanti dell’epoca, in particolare Ugo Mulas e Alfa Castaldi, più tardi Gianni Berengo Gardin, con cui è iniziata un’amicizia che continua ancora oggi. Le immagini di questi fotografi erano tutte prevalentemente in b/n quindi le origini della mia scelta si collocano storicamente e culturalmente in questo contesto. Il bianco e nero, però, ha anche un oggettivo vantaggio rispetto al colore che -sia detto tra parentesi- io trovo spesso volgare: permette l’astrazione cioè estrae dall’immagine solo ciò che tu hai veramente visto senza distrarti con dettagli superflui. Anche oggi che fotografo in digitale scatto a colori ma sviluppo in bianco e nero le fotografie di strada.Nella scelta dei soggetti la prima cosa che mi attira è la vita: qualsiasi situazione di vita mi spinge a fissarla in un’immagine fotografica trasformandola in un piccolo momento di immortalità.Nella pratica cerco principalmente tre tipi di situazioni che la strada, quando vuol essere generosa, mi offre: al primo tipo appartengono le scenette di vita quotidiana nelle quali è necessario saper vedere oltre l’apparente banalità della situazione per isolare l’avvenimento da raccontare a chi guarderà la fotografia. Nei casi più fortunati la scena si compone di situazioni multiple che l’osservatore può leggere singolarmente, scomponendo la fotografia e interpretandole a suo gusto.Un esempio è la fotografia (n. 1) che ho scattato nel 1969 al parco Sempione di Milano dove ogni domenica mattina si teneva uno spontaneo mercato dei poveri.

La scena che descrive un gruppo di questi improvvisati commercianti di abiti usati insieme ai loro clienti in un clima nebbioso è, in realtà, la composizione di tre diverse fotografie che potrebbero benissimo vivere indipendentemente l’una dall’altra: (1°) la situazione centrale ci mostra il venditore che sta ancora magnificando la merce con palese compiacimento mentre l’acquirente –già convinto- sta mettendo mano al portafogli. (2°) Alla loro destra due persone chiacchierano in un’atmosfera quasi rurale con quegli abiti e quella bicicletta da donna, mentre (3°) all’ estrema sinistra dell’inquadratura c’è un personaggio seduto su una panchina con una cartella tra le gambe, completamente immerso nei suoi pensieri, lo sguardo lontano e del tutto disinteressato a ciò che sta avvenendo a pochi passi da lui.La scenetta ripresa a Istanbul nel 2010 (foto n. 2) che vede protagonista uno dei vecchissimi taxi cittadini che si rifiuta di partire sotto lo sguardo di rassegnato disappunto dell’autista con le chiavi in mano e il divertimento di chi gli è venuto in soccorso è fotografia di più facile e immediata lettura ma anch’essa scomponibile in due situazioni distinte se si mantiene come elemento fisso l’auto con il cofano spalancato.Il secondo tipo di situazioni che attirano la mia attenzione sono quelle caratterizzate da una palese ironia: l’artigiano che ho fotografato a Lecce nel 2010 (foto n. 3) mentre sembra inchinarsi con deferenza al cospetto del Cristo di cartapesta che lui stesso ha realizzato e la più complessa situazione ripresa a Chieti nel 2008 davanti alla chiesa di San Giustino (foto n. 4) dove un impettito notabile locale si fa fotografare tutto tronfio mentre la persona che sta più modestamente dietro di lui si guarda attorno cercando cosa ci sarà mai di così importante da fotografare, sono un buon esempio di cosa intendo.Il terzo genere di immagine al quale do la caccia, quello che mi affascina di più per la sua ambiguità è la situazione che “sembra una cosa ma è un’altra”. Così il grande cespuglio di fiori bianchi ripreso in un giardino pubblico nel 2006 (foto n. 5) a guardarlo bene, rivela la presenza di un fiore che è tutt’altro: la testa canuta di un uomo seduto sul prato che guarda chissà cosa con il binocolo.Oppure la (foto n. 6) del 2006 all’interno di Villa Reati a Lissone dove il restauro degli affreschi, ancora in corso, ci mostra -in alto a destra- la gamba superstite di un personaggio dipinto che sembra voler uscire a forza dal muro mentre –in basso a sinistra- un muratore che sta applicando un foglio di plastica al vano di una porta sembra anche lui parte integrante dell’affresco e sembra anche lui voler sfondare l’intonaco per liberarsi dalla prigionia del muro.

Foto 1 Foto 2

Foto 3 Foto 4 Foto 5

Foto 6

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Davide Mengaccifotografo e cinofilo

Bibliografia

Mostre

Notissimo come conduttore televisivo di numerosi programmi per le Reti Mediaset Davide Mengacci è prima ancora fotografo.

Nasce a Milano nel 1948 e comincia a fotografare a 11 anni (ombre, prospettive, amichetti e famigliari). Nel decennio successivo si orienta verso il reportage scoprendo di essere interessato soprattutto alle persone: le osserva e le riprende per strada, nei bar, quando lavorano e quando si divertono. Nel 1968, influenzato dalla conoscenza di alcuni fotografi professionisti -soprattutto Ugo Mulas- inizia un periodo di intensa e regolare attività fotografica di reportage sociale e ritratti di artisti nei loro studi; intanto subisce il fascino del realismo francese di Robert Doisneau e Cartier Bresson.Mentre studia Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano frequenta i corsi serali di fotografia dell’Umanitaria. Negli anni ’70 inizia ad occuparsi dell’azienda di famiglia: un’agenzia internazionale di pubblicità fondata dal padre Guido e per ragioni professionali frequenta i più importanti fotografi dell’epoca, in particolare Gianni Berengo Gardin; sensibile come lui all’estetica del bianco e nero inizia a guardare con curiosità e passione la piccola umanità cittadina e gli episodi comuni della quotidianità urbana: fotografa i portinai che spazzano i cortili delle case popolari e gli operai al lavoro nelle strade, i ragazzi che si esibiscono davanti al suo obiettivo, gli innamorati che si baciano e

soprattutto i cani e i loro atteggiamenti.Per alcuni anni collabora come fotografo di cronaca alle pagine milanesi de “Il Giorno” (1984-85) e de “La Repubblica” (1985-89) e con servizi di reportage geografico per “Qui Touring” (1984-85), il mensile del Touring Club Italiano.Nel 1985 cambia vita, cede la sua agenzia di pubblicità e comincia a lavorare per le reti Mediaset conducendo programmi televisivi di grande successo: “Candid Camera Show”, “Scene da un Matrimonio”, “Perdonami”, “La Domenica del Villaggio”, “Fornelli d’Italia”, “Ricette di Famiglia” per citare soltanto i principali. Questo gli consente di viaggiare in tutta Italia scoprendo centinaia di piccoli paesi poco noti ma ricchi di storia e di fascino dove porta l’occhio delle sue telecamere facendoli conoscere a tutti i telespettatori italiani.Oggi Davide Mengacci continua a osservare la realtà che lo circonda realizzando una convincente “fotografia di strada” rivolta ai luoghi che visita, in Italia e all’estero, con una concentrazione e un’applicazione che non si limitano all’esercizio estetico dell’immagine ma declinano un’attenta e appassionata osservazione della vita.Cinofilo convinto, è l’umano di due cani: il pastore tedesco Hogan e il bassotto Pedro.

www.davidemengacci.it

20 Maggio / 3 Settembre 2006Fotoamatori insospettabili“Davide Mengacci” Centro Italiano della Fotografia d’AutoreBibbiena (Arezzo)

15/16/17 Giugno 2007Fotoincontri“Il Lato Buffo della Strada”Rocca EstenseSan Felice sul Panaro (Modena)

1 Ottobre / 30 Ottobre 2009“Vita minima”Spazio LavitVarese

24 Settembre 2006Leccoimmagifestival“Davide Mengacci Vede…”Monastero di S. Maria del LavelloLecco

14/15/16 Settembre 2007Triestèfotografia“Trieste ed altro – Fotografie 1968/2007”Sala Mostre FeniceTrieste

19 Ottobre 2009Terziario donna“Lavoro è donna”Circolo del CommercioMilano

4 Febbraio / 10 Marzo 2007“A Lissone e Altrove – Street Photography 1968/2006”Museo d’Arte ContemporaneaLissone (Milano)

12/18 Novembre 2007“La Milano di Davide Mengacci 1965/1985”Palazzo Affari ai GiureconsultiMilano

21 Dicembre 2010 / 14 Gennaio 2011“Suggestioni della strada – Street photography 1967/2007”Area eventi APA Confartigianato Milano Monza e BrianzaMonza

15 Febbraio / 15 Marzo 2007“Davide Mengacci: un fotografo da marciapiede”Galleria FIAFTorino

6/16 Maggio 2008“Suggestioni della strada – Street photography 1967/2007”Palazzo Affari ai GiureconsultiMilano

21 Marzo 2013 / 10 Aprile 2013Fotofestival di Milano“Cani e Umani”Palazzo Castiglioni – C.so Venezia, 47Milano

Febbraio 1969“La vita immaginaria dello spazzino Augusto G.”Testo di Armand Gatti - Fotografie di Davide MengacciGuanda Editore – Parma

Ottobre 2007“La Milano di Davide Mengacci 1965-1985 Da capitale morale a capitale da bere”Testo di Antonio Steffenoni – Fotografie di Davide MengacciCarte Scoperte Editore – Milano

Ottobre 2009“Vita minima”Testi di Chiara Zocchi e Laura Orlandi.Fotografie di Davide MengacciEdizioni “Spazio Lavit” – Varese

Febbraio 2007“A Lissone e Altrove” Street photography 1968/2006Testi di Angela Madesani, Alberto Moioli, Luigi Cavadini, Daniela Ronchi, Ambrogio Fossati - Fotografie di Davide MengacciEdizioni “Museo d’Arte contemporanea” – Lissone

Maggio 2008“Suggestioni della strada”Testi di Luca Bottero, Emilia Scarcella, Alberto Moioli.Fotografie di Davide MengacciEdizioni “Croce Rossa Italiana” – Milano

Novembre 2011“Luca Comerio Milanese, Fotografo, pioniere e padre del cinema italiano”Testo di Paolo Pillitteri.Fotografie di Davide MengacciEdizioni “Spirali” - Milano

Hogan e il suo umano Davide Mengaccifoto: Silvia Amodio

Progetto Grafico Ag.Santi+Santiwww.santiesanti.comStampato daTipografia Banfi

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