controdiscorso per l’anno nuovo

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Controdiscorso per lanno nuovoBasta con i soliti buoni propositi. Significano solo scaricarsi delle responsabilit. Chiediamoci piuttosto cosa abbiamo sbagliato, dove abbiamo fallito. Primo passo necessario qualsiasi cambiamentoPinterest

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Mi domando se davvero . possibile che ciascuno di noi .. occupi del proprio contesto senza mai superare lo steccato. Ho molte volte detto che fare bene il proprio mestiere il modo migliore per contribuire funzionamento del meccanismo sociale, gi fare politica. Ma capita che non sia possibile fare bene il proprio lavoro. Capita che le condizioni siano talmente estreme che diventa necessario sconfinare, prendere parte .. dibattito pubblico provare (talvolta con scarsissimo successo) .. modificare il corso delle cose. possibile, mi domando, per chi ha spesso scritto di criminalit organizzata, occuparsi solo del segmento per il quale riconoscibile? possibile pensare che la societ sia divisa per compartimenti stagni? Naturalmente no.

Ho sempre ritenutoche limportanza della letteratura risieda proprio in questo: essere spuria, bastarda, contaminata, uscire dal ristretto ambito dellaccademia. Ho sempre ritenuto che uno scrittore, ma anche un conduttore televisivo, un comico (perch no) e chiunque abbia visibilit, debba necessariamente prestare quella visibilit a cause che ritiene giuste, necessarie, fondamentali. Debba farsi strumento, veicolo, tramite.Per la politica varrebbe la stessa regola, anzi, varrebbe allennesima potenza, ma continuare a sperare che ci arrivi da altri una possibilit di cambiamento, il nostro pi grande errore. nostro diritto pretenderlo, ma allo stesso tempo dobbiamo costruirci una personale cassetta degli attrezzi.

La rincorsa che si prende alla fine di ogni anno a fare promesse e dichiarazioni, pari solo allo stallo cui poi assistiamo una volta scoccata la mezzanotte. Gli ultimi giorni di ogni anno sono pieni di propositi e chiunque abbia un pulpito pronuncia un discorso. Tanti propositi, ma scarsi poi i risultati. Tanti attacchi, ma pochissime assunzioni di responsabilit. Discorsi come parole in libert cui non crede pi nemmeno chi le ha scritte. Allora io preferirei udire qualcosa di simile a un anti-discorso, ovvero un discorso col segno meno e non alla fine dellanno, come ad assolversi da ogni responsabilit, ma allinizio del nuovo. Ovvero adesso. Cosa non abbiamo fatto nellanno che si appena concluso? Cosa non siamo riusciti a fare per mancanza di tempo o di risorse? Nella vita i fallimenti sono importanti perch ci fanno capire come modificare il passo. Cancellare, nascondere, insabbiare i propri fallimenti significa restare fermi al palo, significa non capire cosa va cambiato. Un fallimento insegna pi di mille successi.

Ecco perchcomincio io a dire cosa avrei voluto fare e non ho fatto. Avrei voluto - una cosa che dico da anni - portare una redazione, un ufficio, la costola di un quotidiano nazionale nel profondo Sud, nella periferia della periferia perch sia chiaro cosa accade in quellItalia provinciale e non cittadina che per detta le regole, che nel suo essere arcaica diventata norma e modello economico vincente. In unItalia che spesso parla dialetti incomprensibili, che ha le radici nella terra e gli interessi nel cemento delle metropoli mondiali. Avrei voluto che questa contraddizione avesse trovato spazio nel dibattito pubblico nazionale, non come ossessione personale, ma come lente attraverso cui spiegare cosa accade. Perch le aziende sane non ce la fanno, perch la tassazione aumenta invece che diminuire, perch sempre pi imprese lasciano il paese per andare a produrre altrove. Rispondere a queste domande significa ammettere di aver sbagliato, significa non ragionare sempre in unottica di contrapposizione, significa essere in grado di cambiare passo.

Chi mi legge mi chiede coerenza, impegno, lealt. Ed esattamente quello che io chiedo a voi. Prima di cercare altrove i responsabili dei nostri fallimenti cerchiamo di capire quali sono le nostre responsabilit, solo cos, solo pretendendo il massimo da noi riusciremo a pretendere il massimo da chi ci sta accanto e da chi ci governa. Assolvendo noi stessi, finiremo per assolvere tutti. Questa mia una call to action che parta da noi: individuiamo il nostro segno meno, non lo dimentichiamo, usiamolo per migliorarci. Cosa avreste voluto fare e non avete fatto? Quali le vostre responsabilit nel fallimento? Capire lunico modo perch lazione diventi efficace.

Quella banalitdella pauraViviamo una realt che non riconosciamo, che infelici tutti. Infelici perch abbiamo cominciato a pensare che la felicit si trovi lontano noi. Fuori . nostre citt. E fuori .Italia.

Le considerazioni che il Primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce ha fatto stato delle carceri, durante il recente discorso per linaugurazione dellanno giudiziario, sono fondamentali e mi hanno fatto riflettere.

Le crisi economiche sono pericolose. Questa crisi economica pericolosa.Il processo lento, ma anno dopo anno, mattone su mattone, ci troviamo .. vivere una realt che non riconosciamo, che rende infelici tutti, ricchi e poveri, lavoratori e disoccupati. Uomini e donne. Anziani, adolescenti. Infelici perch inappagati. Infelici perch abbiamo iniziato seriamente a pensare che la felicit si trovi fuori, lontano da noi. Fuori la porta delle nostre case, dei nostri condomini. Delle nostre citt. Fuori dallItalia. Altrove.

Te vai lontano scoprire poi che la felicit era una proiezione. Per scoprire che la felicit ti stata sottratta senza che vi .. un piano complesso, una precisa volont. intrigante pensare a gruppi di potere che si riuniscono e decidono che direzione dovr prendere il mondo. Affascinante e falso. Tutto ci che accade invece, molto banalmente, il risultato di singole volont, di arrivismi individuali. Di forze che si ignorano, talvolta anche opposte, ma che si trovano lavorare nella stessa direzione.

Te .. vai per scoprire che la felicit ti stata tolta quando hanno iniziato a farti credere che la strada insicura per te e i tuoi figli. Quando hanno iniziato a farti pensare che i tossicodipendenti sono una minaccia e meglio in galera che fuori. Che gli immigrati sono una minaccia e quindi meglio rinchiusi che fuori. Meglio .. chiave che con documenti, liberi di lavorare, di amare, di votare, di vivere.

La felicit ci stata sottratta quando stato chiaro che la paura era il sentimento giusto, quello che avrebbe garantito soggezione e quindi voti. Ecco ci che serve: una nazione di gente che ha paura vicino che ti pu piombare in casa, . straniero che ti pu scippare quando vai a ritirare la pensione alle Poste. Degli immigrati che sottraggono lavoro italiani. Che ha paura della crisi. Crisi che farebbe aumentare i furti nelle case. Crisi che uccide ogni volont, ogni energia, ogni spinta reale .. uscirne. Crisi che un alibi per pagare meno, per non rinnovare contratti, per licenziare.

E anche quando ti dicono che la crisi non esiste, che uninvenzione dei media, ti stanno mentendo. Ti mentono e frattempo votano leggi razziste. Leggi che calpestano impunemente diritti civili e umani. Leggi che riempiono di poveri cristi carceri. Leggi vergogna, di cui il nostro Paese non riesce liberarsi.Ma il problema ora si spostato da chi ci ha fatto credere per anni che eravamo sotto minaccia, a quanti di noi si sono realmente convinti di dover erigere barricate contro un nemico sempre diverso. E, fin .. conti, impalpabile nella sua presunta oggettivit. E anche la crisi, da dato economico tragico, tangibile e reale si trasformato .. alibi. Nulla si pu fare, nulla si pu modificare, nulla si pu discutere tranne che .. crisi. Tutto, ma dopo la crisi. Il servitore che diventa pi solerte del padrone. La politica che per anni ci ha ripetuto quanto fossimo in pericolo, ora che vorrebbe smettere .. farlo, si trova con un elettorato talmente abituato ad avere paura che non riesce ad abbassare la guardia.

Il dato paradossale che nonostante si ribad. costantemente quanto sia fuorilegge la condizione delle carceri, quanto una riforma della Giustizia sia necessaria, quanto siano necessari provvedimenti che met. fuori dalle carceri chi .. attesa di giudizio, i tossicodipendenti che andrebbero piuttosto curati, chi potrebbe usufruire .. pene alternative, tutti questi appelli cadono nel vuoto. Perch ormai ci siamo abituati .. pensare che in carcere ci sia la feccia della societ. Che le carceri non sono alberghi . cinque stelle e che quindi stessero pure in dieci in una cella per tre, senza riscaldamento, senza acqua calda e con servizi igienici indecenti. Non ci sfiora che tutto questo si chiama tortura e non carcere, n rieducazione. Non riabilitazione, n reinserimento. Tortura.

Ormai abbiamo talmente paura che non riusciamo nemmeno pi ad ascoltare il silenzio degli immigrati rinchiusi nel Cie di Ponte Galeria, che continuano a cucirsi la bocca. Ormai siamo talmente ciechi che non riusciamo a vedere che da noi stessi che dovremmo guardarci e delle nostre certezze che dovremmo avere paura.

Quando emigrare scelta di dignitIl governo irlandese manda migliaia di lettere .. disoccupati con indicazioni su dove trovare lavoro all'estero. Quasi ti senti cacciato. Ma ancora pi terribile vivere in un paese come lItalia che non ti aiuta. Ci si sente schiavi, uomini .. met

Dobbiamo abituare i nostri corpi, ancor prima che il nostro modo ragionare, .. percepire la crisi non solo come un perenne danno. Una prima considerazione: non tutti i paesi attraversano le stesse fasi di sviluppo, quindi . un paese o . un'area economicamente depressi, corrispondono intere aree .. pieno sviluppo. Ma l'economia mondiale un organismo complesso in cui il processo di osmosi pressoch continuo; facile constatare che la crisi di una sua parte si ripercuoter necessariamente sulle altre. L'esempio che gli analisti fanno in questo momento quello della Corea del Sud, che in pochi decenni .. paese sottosviluppato diventato un paese a elevato reddito. La crescita del Pil nel 2013 e stata . .. sopra delle attese, eppure ci sono preoccupazioni legate . calo drastico delle esportazioni a causa della crisi economica che stanno vivendo Europa e Cina.

Ho sentito diverse persone dire che il futuro per gli italiani sarebbe stato la Corea del Sud. Ed ecco che in rete si rendono disponibili vademecum che spiegano come tentare l'ingresso mercato del lavoro sudcoreano.

Sulla carta tutto semplice, molto pi che per gli Stati Uniti, paese . quale per ragioni culturali, in un certo senso ci sentiamo pi affini. Dall'high-tech alle scuole di lingua, gli ambiti di lavoro per gli stranieri nella Corea del Sud appaiono molteplici. Addirittura aprire un'azienda sarebbe relativamente facile, grazie . formalit burocratiche minime.

Discorso analogo per il Brasile. Il ministro del Lavoro, Brizola Neto, dichiara che il 2013 sar per il Brasile un anno di pieno impiego. Ammette che non stato il migliore anni possibili, ma che l'economia del paese .. grado .. garantire la creazione di nuovi posti di lavoro. Se cerchi un lavoro, vai in Brasile sembra uno spot dove manodopera qualificata e un alto grado di scolarizzazione sono referenze essenziali per proporre il proprio curriculum. Anche per il Brasile in rete si trovano guide ..'accesso al mercato del lavoro. possibile trovare online un'azienda interessata un determinato profilo professionale e disposta .. fare un contratto di lavoro, il colloquio pu avvenire via Skype e si pu richiedere 'ambasciata un visto valido per lavorare.

Quando provo . ragionare sulla necessit .. andar via, talvolta sulla costrizione a dover lasciare la propria terra d'origine e la propria famiglia per avere una vita, lo faccio partendo dalla mia condizione. Scriveva Jean Paul Sartre: La funzione dello scrittore quella di parlare di tutto, vale . dire del mondo in quanto oggettivit, e nello stesso tempo della soggettivit che vi si oppone, che in contraddizione con essa. Lo scrittore deve dar conto . questa totalit disvelandola fino .. fondo. Ecco perch obbligato a parlare di s e, in effetti, ci che ha sempre fatto, pi o meno bene, pi o meno completamente, ma sempre. Per quanto si possa provare a essere oggettivi, scrivendo, si parte sempre dalla propria personalissima esperienza.

E gli italiani vivono una nuova esperienza di esuli. Diversa, certo, soprattutto ora che l'esilio sembra un concetto astratto, lontanissimo. Spesso pensiamo .. esuli come . persone ossessionate da un'idea. Talmente ossessionate .. sacrificare la loro stessa vita per quell'idea. Risulta difficile pensare che ci che ha portato in passato e porta oggi all'esilio invece una necessit. Senza quella non ci sarebbe vita. Gli italiani che vanno via sono i nuovi esuli, perch spesso emigrano per riavere una dignit di lavoro, di sogno, di impegno che in patria negata. Negata .. troppo tempo.

Questa premessa per commentare l'invio .. parte del governo irlandese, qualche migliaio di cittadini, di una lettera in cui si dice: qui sei disoccupato, ma altrove (il "Financial Times" fa l'esempio di una proposta di lavoro come elettricista a Coventry, nel Regno Unito e di un'altra come conducente di autobus a Malta) potresti lavorare. I destinatari di queste lettere si sono sentiti cacciati via .. loro paese, che prova a diminuire i sussidi di disoccupazione. terribile vivere in un paese che non ti d lavoro, vivere . limite della sopravvivenza. terribile vivere di sussidi senza poter lavorare. Ci si sente schiavi, uomini met. Ecco, la scelta difficile, sempre. Ma andare via, spesso, l'unica scelta di dignit. Magari i governi italiani, in questa fase di profonda crisi, avessero avuto la lucidit e il coraggio del governo irlandese.

Addio, Italia. Sono sempre di pi gli italiani che vanno all'esteroNegli ultimi cinque anni i residenti all'estero sono aumentati del 20 per cento. Un esodo inesorabile. Che riguarda soprattutto i trentenni del Nord. Come illustra il rapporto di Migrantes appena presentatodiFrancesca Sironi

L'esodo iniziato da tempo, e non accenna a fermarsi. Emigrare, per gli italiani, diventato normale: dal 2007 ad oggi il numero dei residenti all'estero aumentato del 20 per cento. In questi mesi, mostrano i dati del ministero degli Interni che l'Espresso pu pubblicare in anteprima, vivono stabilmente oltre confine quattro milioni e 400 mila persone, un milione in pi rispetto a cinque anni fa. L'emigrazione pu essere un'esperienzadi arricchimento del percorso professionale e personale, ha dichiarato oggi il presidente Giorgio Napolitano alla presentazione del "Rapporto Italiani nel mondo 2013" della fondazione Migrantes: Ma dev'essere una scelta, non un obbligo.

Purtroppo per molti (sempre pi) la fuga non ha niente a che vedere con il lusso. Le cause dell'addio sono molte, e note: disoccupazione record (al 40 per cento per i giovani), burocrazia, tagli al welfare e all'universit, nessun contributo per fondare in patria nuove imprese o start up. Io vorrei diventare guardia forestale, racconta Valentino, vent'anni, scappato dalla provincia di Sondrio per costruirsi un futuro a Brno, Repubblica Ceca: Ma ho preferito non studiare in Italia. Qui posso mantenermi da solo: una stanza costa 100 euro, lavoretti se ne trovano, i corsi sono gratis.

Andare all'estero il chiodo fisso di un'intera generazione: sono un milione gli under35 che hanno preso casa lontano dall'Italia. Michela ha vent'anni, un figlio, un lavoro part-time e una convinzione: a breve si trasferir in Germania, raggiungendo i 650mila italiani che ormai si considerano cittadini di Berlino. Rimanere? Per cosa? Per lavorare in nero, o accettare di essere sottopagati perch tanto ''Se non ti va bene la porta quella, fuori c' tanta di quella gente che lavorerebbe pure per la met''? Che futuro possiamo dare qui a nostro figlio?. L'idea di allontanarsi dai genitori la spaventa, dice, ma ormai a Pescara, dei suoi amici, non rimasto nessuno: Cinque si sono trasferiti in Australia, quattro in Germania, due in Inghilterra.

Una situazione comune, costante, soprattutto per chi ha qualche anno pi di lei: a scappare dal Bel Paese sono soprattutto gli italiani fra i 35 e i 44 anni, da soli il sedici per cento del totale. Le regioni che perdono pi cittadini sono al Sud: Campania, Sicilia, Lazio. Ma al Nord che l'esodo diventato frenetico, negli ultimi cinque anni: i trentini in fuga a settembre erano il 35,5 per cento in pi rispetto al 2007, i lombardi il 35, i liguri il 32. Partiti per non tornare: la residenza, ormai, l'han presa altrove.

12 DICEMBRECresce sempre di pi la fobia europeista degli inglesi, che si ripercuote anche su noi emigrati italiani nella capitale britannica, portando la questione dellimmigrazione al centro del dibattito politico britannico. Il Primo Ministro inglese, David Cameron, lha detto chiaro e tondo durante la convention del Partito Conservatore Britannico a Birmingham:Siamo vittime del nostro stesso successo, stiamo attirando persone dalle economie che crescono meno di noi [] e non si tratta di bulgari o rumeni, ma soprattutto di italiani e francesi.

Lintervento di David Cameron dello scorso 27 novembre. Credits: Theguardian.comConcetto ribadito durante il discorso sullimmigrazione del 27 novembre, forse il pi importante della sua intera carriera, in cui ha ribadito il concetto che se lEuropa non vorr accettare le esigenze della Gran Bretagna in fatto di immigrazione, allora leventualit di uscire dallUnione potrebbe diventare seriamente concreta. Cameron ha inoltre chiesto di mettere un limite allimmigrazione proveniente dai paesi dellEU verso la Gran Bretagna e rinnovato le sue intenzioni di garantire il welfare solamente a chi abbia contribuito alle casse dello Stato per almeno quattro anni.DallInghilterra allItalia.Sono usciti pochi giorni fa anche i dati del rapporto Istat: diminuiscono gli immigrati, aumentano gli emigrati italiani allestero.Nel 2013 sono arrivati nel nostro Paese 307mila persone, 43mila in meno rispetto al 2012. Intantosecondo il rapporto della fondazione Migrantesnel 2014 sono stati ben il 71% in pi di iscritti allAIRE (Associazione Italiani Residenti allEstero) nel Regno Unito. Dato peraltro che non tiene conto di tutti quegli italiani che per una ragione o laltra non si registrano, nonostante sia obbligatorio dopo 180 giorni che si vive nel nuovo Paese. Le stime ufficiose parlano di un piccolo esercito di circa 200mila italiani (ma qui i numeri tra le diverse fonti oscillano enormemente e non si chiaro come vengano calcolati) che vivono nella capitale Britannica.Un trend in continua crescita e che sta scatenando linsofferenza degli inglesi, come dimostra il crescente successo dello UKIP alleato con Grillo al parlamento europeo.Gli inglesi non temono pi il cosiddetto idraulico polacco come si diceva qualche anno fa. Ora temono gli sviluppatori, gli startupper e gli economisti italianiSi tratta in molti casi di giovani con un educazione maturata nelle migliori universit dItalia, dEuropa e del mondo, con esperienze di vita allestero e con una lingua in pi degli inglesi.Secondo alcuni dati recuperati daReed.co.uk, il sito di annunci di lavoro pi utilizzato in GB,dal 2010 al 2014 gli italiani in cerca di lavoro in Gran Bretagna sono aumentati del 317%.Da 2.400 del 2010 ai 10.000 attuali e costituiscono ora il 4,9% del totale di chi cerca lavoro in questo paese. Di questi c stato un incremento del 222% in Marketing e PR, +216% per Media, Digital & Creative e +163% in IT. Numeri che fanno spavento.

Fonte: Iltempolastoria.itCome scrivevo, con laumento degli arrivi aumenta anche linsofferenza di chi a Londra ci vive da sempre.Una ricerca del CFE (Centre for Entrepeneurs)dimostra come ben il 36% degli inglesi veda limmigrazione straniere come un pericolo per il Paese. La situazione migliora quando si parla di imprenditori stranieri, che non sono comunque visti di buon occhio dall11% degli intervistati. Ad ora sono il 14% del totale le compagnie in Gran Bretagna fondate da imprenditori stranieri, 20.000 dei quali sono italiani. Tutte imprese che contribuiscono al PIL e che producono posti di lavoro anche e soprattutto per gli inglesi.Anzi, come dimostra una ricerca delCReAM, un centro di studio allinterno della UCL, gli stranieri migranti dai Paesi europei hanno contribuito per oltre 20 miliardi di Sterline dal 2000 al 2011, producendo un disavanzo del 64% rispetto al welfare ricevuto.

Londra. Fonte: Uim.itMa non solo: sono anche molto meno inclini a richiedere gli aiuti statali rispetto ai cittadini inglesi. Questo perch chi viene in Inghilterra ha generalmente ricevuto una educazione superiore rispetto a chi invece qui ci vive. Insomma, unimmigrazione altamente qualificata, caso quasi unico in Europa e dal quale la Gran Bretagna sta traendo un enorme beneficio, nonostante quello che raccontano le forze politiche conservatrici e nonostante la percezione dellopinione pubblica.Se laltissima competizione non vi spaventa e state ancora pensando di intraprendere lavventura Oltremanica, ricordate che il requisito fondamentale per tentare lavventura in Gran Bretagna anche uno dei punti deboli degli italiani: la linguaNonostante avere una seconda lingua sia sempre e comunque considerato un vantaggio competitivo (ma anche qui, litaliano non la pi richiesta tra le seconde lingue) sarebbe bene avete buona dimestichezza almeno con la prima lingua richiesta.Almeno qui le cose si stanno mettendo meglio.Secondo una ricerca Kaplanoltre il 60% degli italiani che si presentano per sostenere un corso di lingua inglese arrivano con un livello di lingua Intermediate o Upper Intermediate, che gi sufficiente per lavorare in un ufficio inglese.Inoltre, per i livelli intermedi ci collochiamo al di sopra della media europea.Questo non vuol dire che comunque questi livelli di inglesi rispecchino quelli parlati dagli italiani a Londra.Molti arrivano qui impreparati, senza conoscere la lingua, senza mai aver fatto un corso dinglese prima (con la classica convinzione che affidarsi allinsegnamento scolastico possa essere sufficiente), senza conoscere la citt e la cultura, e finiscono inevitabilmente per scottarsi, rischiando di tornare in Italia con la coda fra le gambe (aproposito, se volete sapere il vostro livello di inglese potetetestarlo qui).

Londra. Fonte: Theoldnow.itDa italiano a Londra so quanto sia fastidioso quando si parla di italiani laureati che vengono a fare i lavapiatti (Gasparri docet), ma so anche quanto sia fastidioso vedere gente che arriva totalmente impreparata, senza saper fare un discorso sensato e che alimenta tutti gli stereotipi negativi sugli italiani emigranti. E anche qui, se state pensando veramente di venire a lavorare nella ristorazione, sappiate che sempre secondoreed.co.uk-il numero di italiani alla ricerca di lavoro nellhospitality aumentata del 609% negli ultimi 4 anni. Molti anche gli italiani che si stanno adattando a fare lavori per i quali sono fuggiti via dallItalia: infatti sono aumentati del +327% gli italiani che a Londra cercano lavoro nei call center.Londra, a mio avviso, la citt pi competitiva del mondo e lo sta diventando sempre di piConsiderato che in Italia si parla costantemente di Londra da due anni a questa parte, sono convinto che il flusso d italiani aumenter esponenzialmente cosi come quello di lavoratori proveniente dagli altri paesi europei. E non parliamo affatto di manodopera non qualificata.In pi il Governo ha gi disposto linsegnamento dei linguaggi di programmazione nelle scuole e ha aperto le universit ad un maggior numero di studenti stranieri che vengono a studiare IT.Insomma, visto e considerato tutto questo e senza aver affrontato il discorso del caro-vita, avete ancora voglia di partire di partire per Londra?MARCELLO MARI