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Deformazione Plastica e Superplastica
Ing. Nadia Ucciardello
DEFORMAZIONE PLASTICA
Geometria dello scorrimento
Nei cristalli la deformazione plastica avviene per scorrimento di dislocazioni in
particolari piani (piani di scorrimento) lungo particolari direzioni
cristallografiche (direzioni di scorrimento) giacenti nei piani di scorrimento.
Un piano di scorrimento e una direzione di scorrimento definiscono un
sistema di scorrimento.
Il meccanismo dello scorrimento è semplicemente il movimento di
dislocazioni il cui vettore di Burgers giace parallelo alla direzione di
scorrimento.
Alcuni metalli deformano con sistemi di scorrimento diversi a temperature
diverse. Oltre che per scorrimento, alcuni metalli possono deformare anche
per geminazione.
Linee di scorrimento
Se si sottopone a trazione un metallo, la
cui superficie è stata preventivamente
lucidata a specchio, si possono osservare
le linee di scorrimento. Ogni linea di
scorrimento è un gradino, la traccia
lasciata sulla superficie dalla fuoriuscita di
più dislocazioni che si sono mosse su un
singolo piano di scorrimento. Quando
molte linee di scorrimento sono
raggruppate si parla di bande di
scorrimento.
Le linee di scorrimento nei metalli dove la
deformazione ha luogo su un solo gruppo
di piani si presentano come linee diritte
mentre esse sono ondulate nei metalli
dove gli scorrimenti avvengono su più
piani.
Cu (fcc)
Fe-Al (bcc)
Deformazione di monocristalli
Anche se i metalli di interesse per l’ ingegneria industriale sono
principalmente policristallini, per comprendere i meccanismi della
deformazione plastica conviene occuparsi prima dei sistemi più semplici,
cioè dei monocristalli.
Un concetto fondamentale è quello di stress critico c cioè il minimo
sforzo, risolto nel piano di scorrimento e nella direzione di scorrimento,
utile per innescare la deformazione plastica.
Determiniamo per un monocristallo sottoposto a trazione la componente
dello stress applicato nel piano e nella direzione di scorrimento.
è l’ angolo tra la normale al piano di scorrimento e
l’asse di trazione, è l’ angolo tra la direzione di
scorrimento e l’asse di trazione. Essendo A l’area della
sezione normale del cilindro, A/cos è l’area della sezione
contenente il piano di scorrimento; la componente del
carico nel piano di scorrimento nella direzione di
scorrimento è Pcos. Per cui lo stress risolto r risulta
essere:
coscos
cos/
cos
A
P
A
P
r
Se l’asse di trazione è normale al piano di scorrimento ( = 90°) oppure se è
parallelo al piano di scorrimento ( = 90°), r = 0.
Nella seguente tabella sono riportati gli sforzi critici per alcuni metalli
monocristallini a temperatura ambiente.
In generale l’entità di c in un monocristallo dipende dall’ interazione delle
dislocazioni tra loro oppure con altri difetti presenti (vacanze, interstiziali,
atomi di impurità ecc.): c diminuisce quando diminuisce il numero di difetti
cristallini.
Una delle caratteristiche della deformazione plastica dei metalli è che lo
sforzo necessario per produrre lo scorrimento continuamente aumenta
all’aumentare della deformazione . Questo fenomeno è dovuto
all’interazione delle dislocazioni tra loro e con altri ostacoli che ne
impediscono il libero movimento.
Durante la deformazione plastica la moltiplicazione delle dislocazioni può
derivare da condensazione di vacanze, da emissione da parte dei bordi di
grano ma soprattutto dall’ attivazione delle sorgenti di Frank-Read.
Una delle prime idee sviluppate per spiegare l’incrudimento fu quella del back-
stress sulle sorgenti dovuto a dislocazioni bloccate da ostacoli presenti nel
cristallo.
Le barriere che bloccano il moto delle dislocazioni possono essere di tipo
diverso:
- precipitati,
- atomi estranei,
- dislocazioni immobili (sessili),
- grovigli di dislocazioni, ecc.
Nei policristalli anche i bordi di grano sono ostacoli importanti per il moto delle
dislocazioni. Trattando di monocristalli, ovviamente, ci si disinteressa di questo
ultimo aspetto.
Sperimentalmente si osserva che le curve - di monocristalli possono
presentare 3 stadi in campo plastico
Deformazione di policristalli
Confrontando le curve - di materiali mono e policristallini si può vedere che per
provocare la stessa deformazione il materiale policristallino richiede uno sforzo
molto più elevato. Il maggior incrudimento dei policristalli è dovuto al diverso
orientamento tra grani adiacenti, fatto che rappresenta ostacolo al moto delle
dislocazioni.
Esperimenti con bi-cristalli con disorientazioni via via crescenti mostrano come si
possa passare dalla curva - tipica del monocristallo e quella tipica di un
policristallo con continuità.
Aspetti microstrutturali della
deformazione superplastica
La condizione microstrutturale necessaria per ottenere un comportamento
superplastico, caratterizzato da elevati allungamenti (≥ 300%) con
modeste sollecitazioni applicate, è una dimensione fine del grano
cristallino<10 mm.
La superplasticità è l’attitudine di un materiale policristallino, in
condizioni generalmente isotropiche, di presentare deformazioni
rilevanti con basse tensioni di flusso caratterizzate da allungamenti a
rottura superiori al 200% se vengono sollecitati con velocità di
deformazione molto piccole (dell’ordine di 10-2 ÷ 10-6 s-1) ad una
temperatura superiore alla metà della temperatura di fusione.
La deformazione intergranulare induce nella deformazione plastica una
forma allungata dei grani.
La deformazione intergranulare nel flusso superplastico induce una
forma equiassica dei grani
La connessione tra superplasticità e dimensione del grano trae origine dal
meccanismo di deformazione prevalente alle alte temperature (T0.5 Tm in
cui Tm è la temperatura di fusione) e alle basse velocità di deformazione
(10-210-5s-1) caratteristiche del flusso superplastico: il Grain Boundary
Sliding
Le traslazioni e le rotazioni dei grani sono di natura stocastica poiché
avvengono in differenti direzioni, per diverse estensioni e differenti
localizzazioni. Ipotizzando che lo scorrimento dei bordi grano si verifichi in
un sistema completamente rigido, è lecito aspettarsi che nella
microstruttura si abbia un notevole sviluppo di vuoti
Non tutti i materiali presentano cavitazione perché si
presenta il riassetto del GBS
Il reticolo deve assicurare il riassetto dei grani durante la
deformazione superplastica per ottenere una compatibilità di
deformazione ed allentare le concentrazioni di tensioni che
derivano dal GBS. I meccanismi di riassetto possono
includere
Migrazione del bordo grano
Flusso diffusionale
Movimento delle dislocazioni
Ricristallizzazione
Alle elevate T lo scorrimento delle
dislocazioni (glide) avviene in modo
relativamente rapido poiché sono assenti
ostacoli resistenti o effetti significativi dei
soluti coinvolti all'interno dei grani. Gli
impilaggi delle dislocazioni adiacenti ai bordi
dei grani forniscono il lavoro necessario per
emettere le dislocazioni lungo un particolare
piano di scorrimento. Pertanto, il climb della
dislocazione di testa nell’impilaggio
all’interno del bordo può far si che venga
emessa un'altra dislocazione e che sia
accumulato un piccolo incremento di
scorrimento del bordo grano
Quando il principale meccanismo di deformazione è il grain boundary sliding si
sviluppa a bordo grano una notevole concentrazione delle tensioni.
Modello delle dislocazioni
Modello di Gifkins
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II Modello delle dislocazioni a bordo grano di un flusso superplastico, è
spesso riferito al modello "cuore-mantello" proposto da Gifkins, in cui il
riassetto dello scorrimento dei bordi grano si assume che possa
avvenire solo all'interno del mantello intorno al cuore rigido del grano. Se
si approssimasse il grano ad un esagono regolare allora la predetta
larghezza del mantello sarebbe solo 0.07 volte il diametro del grano. In
un tipico materiale superplastico il mantello può essere 30-70 nm.
Modello di Ashby e Verral Modello di Spingarn e Nix
Modelli diffusionali per il riassetto del grain boundary sliding
Lo scorrimento dei bordi grano è, dunque, riassestato da un
graduale cambiamento di forma del grano e il trasporto
diffusionale, attraverso il bordo del grano, ristabilisce la forma
equiassica ma con un'orientazione ruotata rispetto a quella
precedente. Nel modello di Ashby e Verral viene ipotizzata la
conservazione della forma equiassica.
Cavitazione
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Processi di cavitazione
Nucleazione
Crescita
Coalescenza
Un mancato riassetto dei bordi di
grano, che si potrebbe manifestare
durante il GBS, si riflette nella
possibile formazione di cavità.
Cavitazione
La condizione microstrutturale necessaria per ottenere un comportamento
superplastico è una dimensione fine del grano cristallino < 10 μm.
Altri prerequisiti strutturali sono:
a) la presenza di una seconda fase distribuita uniformemente nella lega metallica,
al fine di contenere la crescita del grano durante il flusso superplastico
b) la forma equiassica dei grani cristallini per favorire il meccanismi di slittamento
dei bordi dei grani.
Queste caratteristiche sono intrinseche per alcune leghe, come ad esempio per la
lega Ti-6AI-4V di interesse aeronautico, mentre per altri materiali si possono
raggiungere mediante una sequenza di trattamenti termici, meccanici o
termomeccanici, o mediante ciclaggio termico in un intervallo di temperatura
oppure, nel caso di leghe bifasiche, preferibilmente eutettiche, mediante
lavorazione a caldo.
Per ottenere una microstruttura fine duplex, dopo un trattamento di
solubizzazione, si possono effettuare trattamenti termomeccanici
secondo due direttrici:
Ciclaggio termico attraverso la temperatura di fase, con o senza
laminazione preventiva (a)
Laminazione a freddo, con diversi tassi di riduzione, seguita o
meno da ricristallizzazione (b).
Ciclaggio termico
Il ciclaggio termico induce negli acciai un buon
affinamento del grano. Nel processo sono
coinvolti due meccanismi:
Trasformazione di fase
Ricristallizzazione
Durante la permanenza in temperatura si ha
una nucleazione di nuovi grani ai bordi della
fase originaria e nel successivo raffreddamento
ne viene impedito l’accrescimento: si innesca
quindi un meccansimo di ricristallizzazione
discontinua.
Al diminuire della dimensione del grano si rende disponibile un maggior
numero di siti di nucleazione per la successiva trasformazione. Ripetendo
il ciclaggio si ottiene un crescente affinamento del grano fino a
saturazione.
Laminazione con o senza ricristallizzazione
Il metodo di affinamento del grano basato sulla laminazione a freddo seguita
da ricristallizzazione è ampiamente utilizzato per lo sviluppo delle leghe a
base di Al. All’aumentare del tasso di laminazione diminuisce il tempo
necessario per la nucleazione e si ha una riduzione della dimensione finale
del grano nella struttura ricristallizzata.
A questo riguardo si possono
confrontare le micrografie di
Fig (a-b-c) relative all'acciaio:
ricotto a 600 °C per 90 min
senza deformazione iniziale
(a); laminato al 40% e ricotto
a 600 °C per 60 min (b);
laminato alI'8O% e ricotto a
600 °C per 15 min ( c).
Una laminacon spessorepari a 0.3mm
Quattro barrettedi dimensioni
3.6mm x 100mm x 7mm Quattro laminecon spessorepari a 0.3mm
Cicli di laminazione e piegatura a temperatura ambiente di una lega PbSn
Step 1
m lamine
Step 2
(m-n)/4
lamine
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olteLam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
n lamine p lamine
Step 3
[(m-n)/4]-p
lamine
q lamine
Step 4
[(m-n)/4]-p-q
lamine
r lamine Step 5
[(m-n)/4]-p-q-r
lamine
s lamine Step 6
[(m-n)/4]-p-q-r-s
lamine
Una laminacon spessorepari a 0.3mm
Quattro barrettedi dimensioni
3.6mm x 100mm x 7mm Quattro laminecon spessorepari a 0.3mm
Step 1
Una laminacon spessorepari a 0.3mm
Quattro barrettedi dimensioni
3.6mm x 100mm x 7mm Quattro laminecon spessorepari a 0.3mm
Step 2
Una laminacon spessorepari a 0.3mm
Quattro barrettedi dimensioni
3.6mm x 100mm x 7mm Quattro laminecon spessorepari a 0.3mm
Step 3
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
Step 4
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
Step 5
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
Step 6
Lam iera piegata due v olte Lam iera piegata tre v olte
E’ necessario osservare che, nei materiali a singola fase, è difficile
raggiungere un comportamento superplastico.
Infatti, a causa dei lunghi tempi di permanenza ad alta temperatura, si ha
un veloce aumento delle dimensioni dei grani. Pertanto, per rendere
stabile la struttura del materiale, si rende necessaria la presenza di una
seconda fase. Sono noti due meccanismi di stabilizzazione relativi:
alle leghe a doppia fase (microduplex)
alle leghe a pseudo-singola fase.
Nelle leghe duplex, la presenza di due fasi, nelle stesse proporzioni ma
chimicamente e strutturalmente diverse, ostacola, reciprocamente, la
crescita dei grani.
Tali materiali sviluppano, pertanto, mediante opportuni trattamenti
termomeccanici, una dimensione fine ed equiassica dei grani delle due
fasi. Materiali duplex sottoposti a trattamenti termomeccanici sono
rappresentati da
• leghe di titanio /
• leghe di rame /
• acciai inox /
•leghe eutettiche come la Al-Ca, Al-Ca-Zn , Pb-Sn e Bi-Sn
Le proprietà superplastiche delle leghe a base di titanio del tipo a doppia fase
dipendono dalla dimensione e dalla forma dei grani oltre che dalla proporzione
relativa delle fasi. Nella più nota lega Ti-6Al-4V, la percentuale in volume
ottimale della fase risulta essere del 40%. La crescita dei grani viene inibita
mediante l’aggiunta di piccole quantità di ossido di ittrio.
Nelle leghe a pseudo-singola fase, è la presenza di particelle dure (la cui
frazione in volume è minore del 10%) che impedisce una crescita delle
dimensioni dei grani alle temperature superplastiche.
Questi materiali sono sottoposti ad una combinazione di lavorazioni
meccaniche e di trattamenti termici, al fine di indurre una distribuzione di
particelle dure nella microstruttura a grana fine ed equiassica.
Tali particelle, localizzandosi tra i bordi dei grani, ne vietano una crescita
repentina.
Molto leghe di alluminio sono state rese superplastiche tramite l’aggiunta di
piccole quantità di zirconio. In particolare, è la presenza di particelle fini di
ZrAl3 che inibisce la crescita dei grani
Caratterizzazione dei materiali superplastici
Le prestazioni di un materiale superplastico sono influenzate dai valori della:
Dimensione del grano cristallino
Temperatura
Velocità di deformazione
Obiettivo:
Valutare l’influenza di queste grandezze sulla relazione tra tensione e
deformazione
Provino per determinare una curva sforzo/deformazione
La caratterizzazione convenzionale dei materiali metallici, destinati a processi di lavorazione per deformazione plastica, viene effettuata attraverso la prova di trazione.
Il tratto non lineare, che contraddistingue il periodo delle grandi deformazioni plastiche, è ben approssimabile dall’equazione: s k n
in cui:
s = tensione
= deformazione
K = costante di proporzionalità
n = coefficiente di incrudimento
Il coefficiente di incrudimento è un indice della sensibilità del materiale alla deformazione.
Quando la prova di trazione è eseguita ad alta temperatura, superiore a 0,5 Tm (deformazione superplastica), all’interno del materiale si attivano dei processi termici che causano il riassetto di atomi e molecole. Questi fenomeni, per esplicarsi, richiedono un certo tempo, comportando la dipendenza della tensione oltre che dalla deformazione anche dalla velocità di deformazione.
L’equazione costitutiva assume la forma:
dove è la velocità di deformazione e m l’indice di sensibilità alla velocità di deformazione.
mnK s
Tipicamente m è più grande di 0.33 ed n è più piccolo di 3. Il più alto allungamento è stato riportato per m~0.5 (n~2).
La superplasticità nei materiali convenzionali si presenta alle basse velocità di deformazione, in un intervallo 10-3 s-1 ÷ 10-5 s-1. In recenti lavori si sono avuti notevoli allungamenti a rottura in materiali selezionati con alte velocità di deformazione ~ 10-2 s-1.
Questo fenomeno, definito superplasticità alle alte velocità di deformazione (HSRSP), è stato osservato in alcune leghe metalliche convenzionali, in metalli con matrici composite e in materiali meccanicamente legati.
Per determinare l’indice m si può far uso della relazione
Se si riporta la relazione costitutiva del materiale in scala logaritmica, la pendenza della curva rappresenta il parametro m )log(
)log(
s
d
dm
L’andamento della tensione in funzione della velocità di deformazione può subire delle modifiche in relazione alle dimensioni assunte dai grani del materiale metallico
Si osserva che al crescere della dimensione del grano il valore della tensione, a parità di velocità di deformazione, tende ad aumentare sensibilmente. Per tener conto della dimensione dei grani, l’equazione viene solitamente scritta nella forma : dove D è la dimensione media dei grani e p è l’indice di sensibilità alla dimensione dei grani.
pmn Dεkεσ
Un valore di m maggiore di 0.3 è indicativo del regime superplastico (regione II). Alle basse e alle alte velocità di deformazione m varia tra 0.1 e 0.3 (regione I e III rispettivamente)
La metodologia di caratterizzazione mediante Prova di Trazione
Modalità della prova di trazione:
• a velocità della traversa costante
• a salti di velocità
• a velocità di deformazione costante
• Geometria del provino
• Fasi della prova
Non tutti i materiali commercialmente disponibili presentano caratteristiche
superplastiche in quanto non sono caratterizzati da una microstruttura a
grana fine e stabile durante il processo di deformazione. Per la
disponibilità commerciale e le proprietà caratteristiche, sono
particolarmente degne di nota la lega di alluminio Al 7475, le leghe Supral
(leghe con una composizione Al-Cu-Zr) e la lega a base di titanio Ti-6Al-
4V.
LEGA Temperatura di
prova
°C
Velocità di deformazione
s-1
Indice di sensibilità alla
velocità di deformazione
Allungamento
%
A base di alluminio
Al-33Cu 400-500 8 x 10-4 0.8 400-1000
Al-4.5Zn-4.5Ca 550 8 x 10-3 0.5 600
Al-6a10Zn-1.5Mg-0.2Zr
550 10-3 0.9 1500
Al-5.6Zn-2Mg-1.5Cu-0.2Cr (7475)
516 2 x 10-4 0.8-0.9 800-1200
Al-6Cu-0.5Zr (Supral100)
450 10-3 0.3 1000
Al-6Cu-0.35Mg-0.14Si (Supral220)
450 10-3 0.3 900
Al-4Cu-3Li-0.5Zr 450 5 x 10-3 0.5 900
Al-3Cu-2Li-1Mg-0.2Zr 500 1.3 x 10-3 0.4 878
A base di titanio
Ti-6Al-4V 840-870 1.3 x 10-4 a 10-3 0.75 750-1170
Ti-6Al-5V 850 8 x 10-4 0.70 700-1100
Ti-6Al-2Sn-4Zr-2Mo 900 2 x 10-4 0.67 538
Ti-4.5Al-5Mo-1.5Cr 971 2 x 10-4 0.63-0.81 >510
Ti-6Al-4V-2Ni 815 2 x 10-4 0.85 720
Ti-6Al-4V-2Co 815 2 x 10-4 0.53 670
Ti-6Al-4V-2Fe 815 2 x 10-4 0.54 650
Ti-5Al-2.5Sn 1000 2 x 10-4 0.49 420
Ti-15V-3Cr-3Sn-3Al 815 2 x 10-4 0.5 229
Ti-13Cr-11V-3Al 800 --- --- <150
Ti-8Mn 750 --- 0.43 150
Ti-15Mo 800 --- 0.60 100
LEGA Temperatura di
prova
°C
Velocità di deformazione
s-1
Indice di sensibilità alla
velocità di deformazione
Allungamento
%
Applicazioni industriali:
Illustrazione di uno dei pannelli che formano la parte frontale del treno Desiro UK
Pannello di ingresso sotto alare di un A310
Portello di scomparto dell’Harrier Avionics
Sezioni di pale relative ad un motore militare
25%
20%
5%15%
5%
10%
13%
7%
Aereonautica civile
Aereonautica militare
Medicina
Automobili
Architettura
Elettronica
Settore ferroviario
altro
Le leghe di alluminio formate
superplasticamente sono usate,
principalmente, in campo aerospaziale
o laddove si richieda un’eccellente
resistenza alla corrosione ed una lunga
durata: per pannelli da costruzione, per
pannelli della carrozzeria delle
automobili ed alcune applicazioni
aerospaziali, nel settore ferroviario per
la lavorazione dei pannelli dei veicoli, o
per la realizzazione di accessori interni
in sostituzione di quelli in plastica, per
la produzione di autocisterne, dove
risulta fondamentale il risparmio di
peso e la resistenza alla corrosione,
per la fabbricazione di veicoli marini,
nel campo delle applicazioni artistiche.
Per quanto riguarda la formatura superplastica delle leghe di
titanio, il settore di maggior utilizzo è quello aerospaziale dove si
richiedono caratteristiche di rigidezza e di leggerezza. L’industria
aerospaziale ha approfittato delle capacità superplastiche della
lega di titanio Ti-6Al-4V per realizzare parti che sarebbero
altrimenti impossibili da produrre e che, attualmente, sono usate su
tutti gli aerei commerciali e militari della Boeing Company (USA).
Pannelli del motore CFM-56
di un Boeing 737
La realizzazione di parti in due lamine per SPF-DB ha portato alla produzione delle chiglie, cioè di componenti strutturali primari del velivolo militare EFA (Eurofighter Aircraft). Oltre alle chiglie Alenia Aeronautica ha ampliato il campo applicativo e la flessibilità di progettazione sperimentando la produzione di configurazioni a quattro lamine.
E’ possibile ottenere prodotti di forma complessa ed elevata rigidezza utilizzando materiali di peso modesto.
Vantaggi della formatura superplastica
Poiché la lavorazione avviene in una unica fase, si riescono a ridurre i rischi dell’insorgenza di cricche in esercizio.
Con le tecniche tradizionali è necessario ricorrere a più passate di stampaggio o a suddividere il componente in più parti di forma semplice, lavorarle singolarmente ed infine collegarle per dar vita al componente finito. Ciò comporta una diminuzione delle capacità strutturali del componente ed una minore libertà nella progettazione del prodotto. Al contrario, con i materiali superplastici, si possono realizzare pezzi di forma complessa senza dovere applicare forze troppo elevate e in un’unica operazione.
Si semplifica notevolmente il ciclo di lavorazione, si riducono le spese per il montaggio e si utilizzano attrezzature più semplici, con un notevole risparmio dal punto di vista economico.
Svantaggi della formatura superplastica
Il rifiuto dei progettisti a adottare nuove tecniche di
formatura e nuovi materiali
La necessità di un accurato controllo del processo
Una bassa cadenza produttiva.