il nuovo cittadino n.2 - 2010

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Il nuovo c ttadino TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2010 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009. È avviato il processo che porterà alla costituzione del nuovo partito che vuole essere per tutta la Nazione italiana, a sottolineare che deve essere superata la part i- gianeria che ha spaccato l’Italia a metà senza consentirci più le grandi scelte di cui il paese ha bisogno per risorgere e pro- sperare di nuovo all’interno dell’Unione Europea. Come deve essere il Nuovo Partito per rispondere alle esigenze di questo progetto politico? Questa domanda è fondamentale. Ogni fase storica esi- ge una risposta, la nostra vuole essere questa. Quindi an- che cosa dovrà essere. A Todi, dove al seminario Liberal di Adornato è sta- to lanciato il progetto, in molti hanno detto cosa non deve essere. L’analisi è stata chiara non potrà essere una Nuova Democrazia Cristiana. Questo sembra essere scon- tato perché storicamente improponibile. Ma non essere e non chiamarsi DC significa assumere una natura e un p rogramma diversi da ciò che una grande parte del po- polo italiano ha scelto per mezzo secolo? Proviamo a ri- s p o n d e re. continua a pag. 3 Editoriale Editoriale I l Santo Padre torna a chiedere, con tono ac- corato e con decisione, una presenza dei cat- tolici, meglio dei cristiani, nella politica di og- gi. Non chiede una maggiore presenza ma sem- plicemente una presenza ed una testimonian- za, come se oggi essa non vi fosse affatto. Non è sufficiente, e non è utile, dare a questo ammonimento un consenso rituale, salvo poi la- sciare che tutto continui come prima. Se il Papa insiste tanto su questo tema questo vuol dire che si attende da noi un’iniziativa ed un cambia- mento. Quale iniziativa e quale cambiamento? Intanto cosa vuole dire esattamente il Papa quando lamenta l’assenza di una presenza dei cristiani sulla scena politica? Vuol forse dire che non ci sono fra i politici dei cristiani, magari anche dei “buoni cristiani”? Se fosse così sa- rebbe giusto dirgli che si sbaglia, che ha torto. Cristiani che fanno politica ce ne sono, e fan- no anche del bene. Il problema è però che il lo- ro esserci non è percepito come una presenza, non è sentito come una testimonianza. Sono dei buoni cristiani, vanno a Messa tutte le do- meniche (magari anche tutti i giorni), osserv a- no i comandamenti (più o meno), ma il loro lavoro po- litico non è percepito come una testimonianza cristiana. La cultura che sta dietro que- sto tipo di cristiani è una cul- tura profondamente duali- sta: la fede è una cosa, la po- litica è un’altra e fra le due non c’è e non ci deve essere nessuna comunicazione. Al massimo si può riconoscere l’esigenza di difendere un nocciolo di valori naturali ir- rinunciabili. E se si tratta di dare una mano per trovare un po’ di soldi per le opere cristiane non ci si tira indie- tro. E tutto finisce lì. Manca lo sforzo di stare in politica da cristiani, la volontà di rap- p re s e n t a re un popolo cri- stiano, il tentativo di dare una lettura cristiana dei bisogni del popolo, delle sue esigen- ze, dei suoi valori e delle sue speranze. C’è la convinzio- ne che il popolo non sia (più) cristiano e che una politica laicamente cristiana per rap- presentare il popolo non ab- bia speranza di successo. Di più: in molti c’è la convinzione che una simile politica sia indesiderabile anche se fosse possi- bile. Non vorremo mica farci riconoscere come cristiani? Non è in qualche modo “integrista” la pretesa di una presenza cristiana in politica? E, di più, non ci espone al rischio di rappresa- glia? Questa mentalità non è solo dei laici che vivono la fede nel privato, ma la tengono na- scosta per quanto possibile quando interven- gono sulla scena pubblica. continua a pag. 2 on. Luca Marconi Il popolo e lo scudo cro c i a t o Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa L ’ammonimento del Papa ai cattolici per una presenza in politica non più rinviabile on. Rocco Buttiglione Anno 2010 N. 2 Editoriale on. Luca Marconi L’ammonimento del Papa ai cattolici on. Rocco Buttiglione L’amico Luca Marconi assessore alla famiglia Giovanni Fermani C’è ancora voglia di Democrazia Cristiana? on. Paola Binetti L ’opinione de Il nuovo cittadino Quanto è buona l’acqua del rubinetto Paolo Loriga Il bene comune, bene di tutti Sturzo docet Marco Fatuzzo Indennità-diaria-rimborsi ai parlamentari necessaria spiegazione Marco Caldarelli Cattolici all’attacco Obama e la dichiarazione di Manhattan Paolo Ciccarelli Le lobby protestanti di tutto il mondo contro il Papa Umberto Spalletti Un principe della Chiesa Carlo Caffarra Lavori mortali per piccole mani Antonella Fornaro Nord e Sud secondo i vescovi Alessandra De Lucia Lumeno Retinopera, un progetto popolare Franco Pasquali Todi 20 maggio: una data storica? Francesco D’Andola Non sembra vero eppure lo è. Sveglia Tremonti!!! Francesco Garofolo Una finestra aperta sui derivati nella finanza strutturata Alessandra De Lucia Lumeno Più solidarietà per avere solidità Simone Marconi La plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici Giovanni Fermani Con i regali al capo si finisce nei guai Nelle pagine Nelle pagine Pochi giorni orsono, di r i t o rno dal suo viaggio apostolico a Malta, Ella ci ha rivolto un beneau- gurante saluto e una speciale preghiera per la concordia e per il bene dell’intera nazione. Glie- ne sono grato anche per- sonalmente, non essen- do altra la causa a cui mi sento interamente dedi- cato. E desidero anche sottolineare come riman - ga vivissima la conside - razione per l’apporto che al perseguimento del be - ne e della concordia vie - ne dall’impegno spiritua - le e sociale della moltitu - dine dei sacerdoti ope - ranti in Italia. Discorso di Napolitano al Papa sui sacerdoti

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Il Nuovo Cittadino n.2 - 2010

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Page 1: Il Nuovo Cittadino n.2 - 2010

Il nuovo c t t a d i n oTRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2010 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009.

È avviato il processo che porterà alla costituzione delnuovo partito che vuole essere per tutta la Nazione

italiana, a sottolineare che deve essere superata la part i-gianeria che ha spaccato l’Italia a metà senza consentirci piùle grandi scelte di cui il paese ha bisogno per risorg e re e pro-sperare di nuovo all’interno dell’Unione Europea.

Come deve essere il Nuovo Partito per rispondere alleesigenze di questo progetto politico?

Questa domanda è fondamentale. Ogni fase storica esi-ge una risposta, la nostra vuole essere questa. Quindi an-che cosa dovrà essere.

A Todi, dove al seminario Liberal di Adornato è sta-to lanciato il progetto, in molti hanno detto cosa nondeve essere. L’analisi è stata chiara non potrà essere unaNuova Democrazia Cristiana. Questo sembra essere scon-tato perché storicamente improponibile. Ma non esseree non chiamarsi DC significa assumere una natura e unp rogramma diversi da ciò che una grande parte del po-polo italiano ha scelto per mezzo secolo? Proviamo a ri-s p o n d e re.

continua a pag. 3

EditorialeEditoriale

Il Santo Padre torna a chiedere, con tono ac-corato e con decisione, una presenza dei cat-

tolici, meglio dei cristiani, nella politica di og-gi. Non chiede una maggiore presenza ma sem-plicemente una presenza ed una testimonian-za, come se oggi essa non vi fosse affatto.

Non è sufficiente, e non è utile, dare a questoammonimento un consenso rituale, salvo poi la-s c i a re che tutto continui come prima. Se il Papainsiste tanto su questo tema questo vuol dire chesi attende da noi un’iniziativa ed un cambia-mento. Quale iniziativa e quale cambiamento?

Intanto cosa vuole dire esattamente il Papaquando lamenta l’assenza di una presenza deicristiani sulla scena politica? Vuol forse dire chenon ci sono fra i politici dei cristiani, magarianche dei “buoni cristiani”? Se fosse così sa-rebbe giusto dirgli che si sbaglia, che ha tort o .Cristiani che fanno politica ce ne sono, e fan-no anche del bene. Il problema è però che il lo-ro esserci non è percepito come una pre s e n z a ,non è sentito come una testimonianza. Sonodei buoni cristiani, vanno a Messa tutte le do-meniche (magari anche tutti i giorni), osserv a-

no i comandamenti (più omeno), ma il loro lavoro po-litico non è percepito comeuna testimonianza cristiana.La cultura che sta dietro que-sto tipo di cristiani è una cul-tura profondamente duali-sta: la fede è una cosa, la po-litica è un’altra e fra le duenon c’è e non ci deve esserenessuna comunicazione. Almassimo si può riconoscerel’esigenza di difendere unnocciolo di valori naturali ir-rinunciabili. E se si tratta did a re una mano per tro v a reun po’ di soldi per le operecristiane non ci si tira indie-t ro. E tutto finisce lì. Mancalo sforzo di stare in politicada cristiani, la volontà di rap-p re s e n t a re un popolo cri-stiano, il tentativo di dare unalettura cristiana dei bisognidel popolo, delle sue esigen-ze, dei suoi valori e delle suesperanze. C’è la convinzio-ne che il popolo non sia (più)cristiano e che una politicalaicamente cristiana per rap-p re s e n t a re il popolo non ab-bia speranza di successo. Di

più: in molti c’è la convinzione che una similepolitica sia indesiderabile anche se fosse possi-bile. Non vorremo mica farci riconoscere comecristiani? Non è in qualche modo “integrista”la pretesa di una presenza cristiana in politica?E, di più, non ci espone al rischio di rappre s a-glia? Questa mentalità non è solo dei laici chevivono la fede nel privato, ma la tengono na-scosta per quanto possibile quando interv e n-gono sulla scena pubblica.

continua a pag. 2

on. Luca Marconi

Il popolo e lo scudo cro c i a t o

Scriveteci a:i l n u o v o c i t t a d i n o @ g m a i l . c o m

D i re t t o re : Giovanni Fermani Comitato editoriale: U m b e rto Spalletti,

Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Forn a roGrafica: Studio Messa Tipografia: Te c n o s t a m p a

L’ammonimento del Papa ai cattoliciper una presenza in politica non più rinviabileon. Rocco Buttiglione

Anno 2010 N. 2

• Editoriale on. Luca Marc o n i• L’ammonimento del Papa ai cattolici

on. Rocco Buttiglione

• L’amico Luca Marconi a s s e s s o re alla famiglia Giovanni Ferm a n i

• C’è ancora voglia di Democrazia Cristiana?on. Paola Binetti

• L’opinione de Il nuovo cittadinoQuanto è buona l’acqua del ru b i n e t t oPaolo Loriga

• Il bene comune, bene di tutti S t u rzo docetM a rco Fatuzzo

• Indennità-diaria-rimborsi ai parlamentarinecessaria spiegazione M a rco Caldare l l i

• Cattolici all’attaccoObama e la dichiarazione di ManhattanPaolo Ciccare l l i

• Le lobby protestanti di tutto il mondoc o n t ro il Papa U m b e rto Spalletti

• Un principe della Chiesa Carlo Caff a rr a

• Lavori mortali per piccole maniAntonella Forn a ro

• N o rd e Sud secondo i vescoviAlessandra De Lucia Lumeno

• Retinopera, un progetto popolareFranco Pasquali

• Todi 20 maggio: una data storica?Francesco D’Andola

• Non sembra vero eppure lo è. Sveglia Tremonti!!! Francesco Garo f o l o

• Una finestra aperta sui derivati nellafinanza strutturata Alessandra De Lucia Lumeno

• Più solidarietà per avere solidità Simone Marc o n i

• La plenaria del Pontificio Consiglio per i LaiciGiovanni Ferm a n i

• Con i regali al capo si finisce nei guai

Nelle pagineNelle pagine

Pochi giorni orsono, dir i t o rno dal suo viaggioapostolico a Malta, Ellaci ha rivolto un beneau-gurante saluto e unaspeciale preghiera per lac o n c o rdia e per il benedell’intera nazione. Glie-ne sono grato anche per-sonalmente, non essen-do altra la causa a cui misento interamente dedi-cato. E desidero anches o t t o l i n e a re come riman -ga vivissima la conside -razione per l’apporto cheal perseguimento del be -ne e della concordia vie -ne dall’impegno spiritua -le e sociale della moltitu -dine dei sacerdoti ope -ranti in Italia.

Discorso di Napolitano al Papa sui sacerd o t i

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2Anno 2010 - N. 2

E n t r a re nelle istituzioniper dare alla famiglia la

visibilità che le spetta nonè facile, per via delle tantei n t e r p retazioni più o menolaiche che si danno a que-sta importante istituzione.Concetti che trovano la for-za nella rappresentanza po-litica, nelle coalizioni di go-v e rno nazionale e locale do-ve a volte la famiglia diven-ta merce di scambio o sog-getto dimenticato per ga-r a n t i re stabilità. Il messaggioche è arrivato dalle Marc h econ i risultati elettorali in-vece è chiaro.

C’è ora una rappre s e n-tanza che vuole garantire ,tramite un sano confro n t o ,un futuro alle politiche so-ciali a favore della famiglia.L’elezione in Consiglio Re-gionale e la successiva no-mina ad assessore alla fami-

glia e ai servizi sociali di Lu-ca Marconi è elemento di ga-ranzia per un’azione di go-v e rno concreta in un mo-mento in cui le famigliechiedono part i c o l a re atten-zione. Un riconoscimento

alla scelta coraggiosa del-l’Unione di Centro di vol-t a re pagina e di cre a re un’al-leanza di centro - s i n i s t r ar i f o rmista che molti osser-vatori hanno subito indivi-duato come esperienza ori-

ginale da seguire con atten-zione. A chi invece criticaquesta scelta rispondiamoche i nostri valori non sononé di destra né di sinistra,ma sono valori che condivi-diamo con chi ci dà fiducia.Ciò è possibile grazie adun’azione politica in una po-sizione di maggioranza e di-venta importante per unc o n c reto sostegno verso co-l o ro che ci chiedono di met-t e re sul campo i nostri va-lori etici nell’azione stessadi governo.

Con questa politica l’UDCnelle Marche ha così elettot re consiglieri regionali, Mau-ra Malaspina capogru p p o ,Valeriano Camela e Luca

M a rconi ed ha ottenuto dueassessori in Giunta, LucaM a rconi e Luigi Viventi, for-mando così una squadra coe-sa e convinta del ruolo chegli elettori hanno loro aff i-dato. Lavoro lungo e impe-gnativo quello che li atten-de, che verrà svolto con im-pegno e coscienza. Elemen-ti importanti che darannoveramente sostegno a quel-la grande istituzione che è lafamiglia: tradizione di coe-sione sociale e di support oeducativo che non ha egua-li e che vanno raff o rzati contutti gli strumenti necessariper ritro v a re valori un po’ di-menticati, ma non del tuttoc a n c e l l a t i .

> segue da pag. 1

L’Ammonimento del Papa ai cattolici per una pre s e n-za in politica non più rinviabile. Rocco Buttiglione

Essa tocca anche molti preti e molti vescovi. È lecito por-si la domanda: quando qualcuno si espone in politica per re n-d e re una testimonianza cristiana qual è il livello di consensoe di sostegno che egli trova nella comunità ecclesiale? I vescovigli sono vicini? Lo sostengono? Dicono che ha fatto bene?Nessuno pretende che il vescovo dica ai fedeli di votarlo o div o t a re il suo partito.

Ma se si avesse il coraggio di dire semplicemente “bravo,hai fatto bene”, questo rincuore rebbe ed incoraggerebbe. Sesi avesse il coraggio di dire “questo è un esempio che meritadi essere seguito”, altri potre b b e ro essere invogliati a iniziarelo stesso percorso.

Si ha invece talvolta l’impressione che i vescovi sfugganoil rapporto con i politici cristiani. Certo, una volta c’era il ri-schio di identificare e confondere Chiesa e Democrazia Cri-stiana. Ma è questo il rischio ed il pericolo oggi per la Chie-sa? Se qualche volta i vescovi si sbilanciano in un rapporto conla politica questo avviene spesso con politici più o meno di-chiaratamente lontani. Questa è certo cosa lodevole: il BuonP a s t o re cerca la pecorella smarrita, ma non è scritto nel Va n-gelo che abbandoni le altre al loro destino perché si smarr i s c a n oanche loro.

Alcuni vescovi sentono fortemente il problema di tenerea p e rto un dialogo con la sinistra, per superare in qualche mo-do l’apostasia del proletariato che ha segnato una fase della no-stra storia. Oggi però forse quel proletariato non c’è più ma ètuttavia certo lodevole il dialogo con i lontani, purché non fi-nisca con l’emarg i n a re i vicini.

Altri vescovi sentono molto la responsabilità del dialogo conle istituzioni ed anche questo è certo positivo. La Chiesa devec o l l a b o r a re con ogni legittima autorità per il bene del popolo.

Pochi vescovi sentono la responsabilità di favorire la cre-scita di una testimonianza cristiana in politica e di incoraggiaree sostenere i laici impegnati in questa testimonianza. Per que-sto dicevo all’inizio che una riflessione sull’ammonimento delPapa non riguarda solo i politici ma tutta la comunità eccle-siale. Dobbiamo iniziare un approfondimento insieme.

L’amico Luca Marconi assessore alla famigliadi Giovanni Fermani

Nella splendida cornice di Palazzo Altieri, a Roma, si è svolta il 19 aprile 2010 la pre-sentazione del libro “L’Italia vista dall’America – Battaglie e riflessioni di un esule”, un’an-

tologia sul percorso umano, economico e culturale del premio Nobel Franco Modigliani,raccolte dallo storico veneto Renato Camurri. L’iniziativa, organizzata dall’AssociazioneNazionale fra le Banche Popolari, ha visto la partecipazione di Stefano Micossi, DirettoreGenerale di Assonime, di Giulio Sapelli, Professore dell’Università di Milano e del Vice Di-rettore del Corriere della Sera Antonio Macaluso.

Il Segretario Generale dell’Associazione, Giuseppe De Lucia Lumeno, ha introdotto i la-vori descrivendo brevemente la figura di Modigliani negli anni in cui si è diviso forz a t a m e n t edall’Italia per andare a vivere negli USA, dove egli ha continuato ad esprimere il suo pen-siero, con rigore e indipendenza di giudizio sulle vicende del panorama economico italia-no e sulle trasformazioni politiche e culturali della nostra società.

Antonio Macaluso ha tracciato il ritratto di un uomo estremamente intelligente e pre-parato, ma allo stesso tempo tormentato ed inquieto. Una sorta di “cosmopolita morale”che ha fatto della difesa della libertà il fulcro del suo impegno civile.

L’intervento di Stefano Micossi si è incentrato sull’analisi del clima culturale e politico-sociale in cui era inserito Modigliani, caratterizzato da profondi dibattiti sociali fra il mon-do industriale ed i sindacati, alla risoluzione dei quali l’economista ha off e rto il proprio con-tributo, auspicando il raggiungimento della “pace sociale” attraverso un confronto impar-ziale e corretto fra le parti.

Il Professor Giulio Sapelli si è principalmente soffermato sull’”esilio” di Modigliani ne-gli USA ed ha evidenziato come, tuttavia, in lui non abbiano mai preso il sopravvento l’a-c redine o il rimpianto per essere stato costretto a lasciare il suo Paese, contribuendo a rinfor-z a re quello spirito critico ed anticonformista che da sempre ha caratterizzato il suo pensiero.

L’ a u t o re Renato Camurri, ha concluso, tratteggiando la figura di un personaggio chiavedel pensiero economico contemporaneo, che si soff e rmava con spirito critico sui vari aspet-ti della vita intellettuale e sociale, senza mai trascurare le regole ed i valori che dovre b b e roi s p i r a re l’azione delle classi dirigenti alla ricerca di una maggiore equità e benessere sociale.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Franco Modigliani,o rgoglio del pensiero economico italiano nel mondo

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3Anno 2010 - N. 2

I l vero disagio dei cattoliciimpegnati in politica re s t a

pur sempre la drammaticaesperienza del divario che se-para l’orizzonte dei pro p r iideali dalla concretezza del-la vita politica, con i suoic o m p romessi spesso in fla-grante contraddizione con lavalutazione di una retta co-scienza. Penso concre t a-mente non solo alle politicheper la vita e la famiglia, maanche al contrasto agli spre-chi, alla corruzione, all’eticache intercetta l’economia e lagestione della cosa pubblica,e dice no all’avidità, all’in-giustizia, al clientelismo e al-le mille manifestazioni chesono un vero e proprio can-cro del nostro Paese. In que-sta chiave si colloca la rifles-sione su di una pro s p e t t i v apolitica che sia democraticae cristiana, tanto democrati-ca da essere percepita comeun impegno di tutti e tanto

cristiana da essere vissuta a li-vello personale come una re-sponsabilità chiara e fort e .L’Unione di Centro, nel pa-norama politico attuale, po-t rebbe rappre s e n t a re un luo-go culturale a forte impattoetico in cui, partendo dai va-lori essenziali, si possono ri-cavare democraticamente leapplicazioni pratiche che aiu-tano a comprendere il sensoe il significato degli stessiprincipi. Si tratta di mostra-

re con i fatti e con la forza dia rgomentazioni rigorose ilsenso di una proposta poli-tica che non esprima nostal-gia per un grande partito delpassato, come la DemocraziaCristiana, ma una pro i e z i o-ne nel futuro, per riappro-priarsi di uno stile eticamentecapace di elaborare rispostenuove per problemi del tut-to inediti.

Diceva Aldo Moro : ”n o inon vogliamo essere gli uomi -ni del passato, ma quelli del -l ’ a v v e n i re. Il domani non ap -p a rtiene ai conservatori ed aitiranni; è degli innovatori at -tenti, seri, senza retorica. Equel domani nella società ci -vile appartiene larg a m e n t e ,anche per questo, alla forz arivoluzionaria e salvatrice delcristianesimo.” Tra i cattolicic’è la convinzione che i cre-denti siano chiamati a vive-re una nuova stagione di te-stimonianza, anche nel loroa g i re politico. Si sente il bi-sogno di un Centro politicoe culturale abitato da sensi-bilità diverse, dialoganti tradi loro . Un luogo in cui cre-denti e non credenti possanoe l a b o r a re risposte concre t eper un pieno sviluppo delPaese e per soddisfare i bi-sogni emergenti dalle re c e n-ti condizioni di crisi, che siriflettono sul lavoro di tantepersone. Un luogo di scam-bio e di confronto re c i p ro c oda cui emergano riflessionic o n c rete sullo stile di vitache un parlamentare in ge-n e re e un parlamentare cat-tolico in part i c o l a re è chia-mato a vivere. Credo che, fi-nito il tempo del partito uni-co dei cattolici, anche il tem-po di una generica disper-sione dei cattolici nei diver-si partiti stia mostrando il ri-schio concreto della irr i l e-vanza personale e culturale,e quindi penso che, senzat o rn a re a formule vecchie esuperate, può essere utile

p ro v a re ad aff ro n t a re almenoper alcuni anni l’esperienzadi un converg e re dei cattoli-ci in modo libero e consape-vole verso un luogo forte ed

esigente di confronto e dicollaborazione, che funga dapensatoio autorevole di so-luzioni ispirate ai valori dir i f e r i m e n t o .

C’è ancora voglia di Democrazia Cristiana?on. Paola Binetti

> segue da pag. 1

E d i t o r i a l eSempre a Todi si è detto che il nuovo partito deve essere

nazionale e la DC lo era, in contrapposizione ai regionalismie ai localismi. .

Si è detto che il nuovo partito deve essere interclassista,cioè capace di portare a sintesi gli interessi delle varie cate-gorie sociali per affermare il Bene Comune per tutti e la DClo era, proprio in contrapposizione al classismo social co-munista e al capitalismo dei liberisti.

Si è detto che il nuovo partito deve essere popolare, a ba-se democratica, strutturato, con iscritti veri, eletti e dirigen-ti che rispondono alla base secondo i dettami della più am-pia partecipazione e la DC lo era, in contrapposizione ai lea-derismi di destra e ai collettivismi di sinistra di quel tempo.

Si è detto che il nuovo partito deve essere liberale e di ispi-razione cristiana, laica non clericale, non succube delle ge-rarchie ecclesiastiche, ma neanche di certo laicismo ateo, fa-natico e anticristiano, e la DC lo era; basti pensare alle auto-nome prese di posizione di De Gasperi contro lo stesso pon-tefice Pio XII.

Si è detto che il nuovo partito deve essere un partito di pro-gramma fondato sui contenuti positivi e propositivi e nonsolo contro qualcuno in perenne lotta e contrapposizione aisuoi avversari e la DC era, un grande partito capace di si-gnificative mediazioni politiche, culturali e sociali: basti pen-s a re ad Aldo Moro, al primo Centrosinistra e ai governi di UnitàNazionale.

Si è detto che il nuovo partito deve essere fondato sulla cul-tura della buona amministrazione e la DC lo era molto piùdi altri, anche successivi ad essa, come la stessa Ta n g e n t o p o l iha dimostrato.

Per finire. C’è una emergenza che il Cardinal Caffarra haindividuato con la distruzione del Sistema Immunitario Spi-rituale che l’uomo moderno sta compiendo da solo (vediPrincipe della Chiesa in questo numero). Non era mai acca-duto nella storia della civiltà umana.

Non sarà la politica a poter risolvere questo problema, mac redo che il nuovo partito non potrà non tenerlo presente men-tre si accinge a scegliere la sua nuova classe dirigente per-ché sia formato da chi non ha ancora distrutto il proprio Si-stema Immunitario Spirituale e sappia ancora distinguere ilbene dal male. Pensando a quel “popolo” di cui dicevo all’i-nizio, credo che se non rifaremo la DC dovremmo comun-que immaginare qualcosa che gli rassomigli molto nei con-tenuti e nei metodi, ne adotti il glorioso simbolo e assuma iconnotati di un Partito autenticamente Cristiano e Popola-re (PCP suona anche bene!).

R i p e n s a re il cambiamento a part i re dalle nostre radici cristiane.Dopo la fine della DC superiamo la dispersione dei cattolici in tanti partiti per converg e re in un nuovo progetto politico.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO

2007 3.366.378 +0,27%

2008 3.375.331

DONNE 55,1%

UOMINI 44,9%

DI CUI PERSONALE A TEMPO PARZIALE 168.101

PERSONALE A TEMPO DETERMINATO

CON CONTRATTO DI FORMAZIONE 108.093

INTERINALI 11.556

ADDETTI A LAVORI SOCIALMENTE UTILI 22.202

CO.CO.CO. 66.248

TOTALE 2.080.90

ASSENZA PER MALATTIA (MEDIA GIORNI ALL’ANNO)

2007 12,2 2008 10,6

RETRIBUZIONE MEDIA ANNUA PRO-CAPITE

2007 31.610 2008 33.089

FONTE: RAGIONERIA DELLO STATO 2008

Page 4: Il Nuovo Cittadino n.2 - 2010

4Anno 2010 - N. 2

L a bottiglietta d’acquaminerale costituisce un

simbolo popolare dell’atten-zione al proprio corpo, per-ché «bere molto» è la rac-comandazione ripetuta dimedici e dietologi, secondola quale si diventa belle den-t ro e si evitano sodio, ma-gnesio e potassio. Non im-p o rta se all’Istituto naziona-le di ricerca su alimenti e nu-trizione chiariscono che «ill i t ro d’acqua al giorno chebeviamo non fa la diff e re n-za, è piuttosto la dieta dam o d i f i c a re » .

Gli italiani sono schizza-ti ai vertici mondiali del con-sumo di acqua in bottiglia –

12,4 miliardi di litri, cioè 196litri a persona nel 2007 –, pre-ceduti solo da Emirati Arabi(260 litri) e Messico (205),m e n t re negli Usa si pre f e r i-scono le nefaste iperc a l o r i-che bevande dolcificate.

L’acqua in bottiglia è di-ventata un fenomeno di mas-sa e un filone d’oro per leaziende imbottigliatrici, cheattingono a 192 fonti e com-m e rcializzano 321 marc h e ,con un giro d’affari di 2,25m i l i a rdi di euro nel 2007 afronte di canoni spesso mo-desti o irrisori pagati a Re-gioni o Province.

Insomma, siamo un Pae-se in bottiglia, e il motivo ri-

siede nella sfiducia della qua-lità dell’acqua pubblica. Ep-p u re è una percezione che,non coincide con la re a l t à ,p e rché le amministrazionilocali sono tenute per leggead eff e t t u a re continue anali-si e a re n d e re pubblici i ri-sultati. L’acqua di Roma e del-l’Acquedotto pugliese van-tano, dati alla mano, alcunivalori migliori delle più ri-nomate sorgenti idriche. Enon sono le sole.

P rova ne è il ritorno al-l’adozione dell’acqua del ru-binetto da parte delle men-se scolastiche in un nume-ro crescente di città, da Ro-ma a Milano, da Torino a Fi-

renze, oltre a centri minori.Cos’è successo? Data la qua-lità dell’acqua comunale, leamministrazioni hanno de-ciso di risparm i a re sul pre z-zo della minerale (sino a1000 volte più elevato diquella del rubinetto) e sulcosto dello smaltimento deicontenitori.

I n o l t re per pro d u rre lebottiglie servono ogni anno350 mila tonnellate di Pet e665 mila tonnellate di petro-lio, solo il 35 per cento delle200 mila tonnel-late annue vienericiclato, il re s t oè smaltito a spesedella collettività;il 18 per centodella mineraleviaggia su ferro-via, mentre il re-sto viene traspor-tato con i camion, con rela-tivo consumo di gasolio e in-quinamento dell’aria.

Ad aggravare la situazio-ne concorrono le scelte deiconsumatori che, ad esem-pio, a Genova possono pre-d i l i g e re una nota acqua del-la Basilicata (847 chilometridistante) o a Napoli una mi-nerale dell’arco alpino (894chilometri più in su). In-somma, non sembre re b b eo p p o rtuno far attraversare ilPaese alla bottiglia che simette in tavola, quando sipuò scegliere quella di unafonte della re g i o n e .

L’acqua del rubinetto stalentamente riconquistandoposizioni, anche grazie alconcorso di iniziative re a-lizzate in varie città e allacampagna nazionale, deno-minata “Imbro c c h i a m o l a ”( w w w. i m b ro c c h i a m o l a . o rg ) ,avviata dalla rivista A l t re c o -n o m i a e da Legambiente. L’ o-biettivo è sensibilizzare i ge-stori di ristoranti, pizzerie ebar a serv i re in brocca l’ac-qua del rubinetto e re n d e reconsapevoli i clienti che chie-derla non è una scelta da tac-cagni ma da sostenitori del-l’ambiente. Oltre 1.500 sono

i ristoranti già aderenti all’i-niziativa.

Il cameriere non può op-porre un no, perché l’acquautilizzata nel locale deve es-sere potabile e non esiste al-cun obbligo di legge a ven-dere acqua minerale in bot-tiglia. Infatti, è stato chiaritoil dispositivo del decreto delm i n i s t ro Marzano del 2005e da allora è consentita dinuovo «la somministrazionedi acqua sfusa».

(Tratto da CITTÀ NUOVA)

I l primo numero della pubblicazione quadrimestrale “Credito Popolare”, la rivista del-l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, riporta fra i saggi un’interessante ri-

flessione del Professor Giulio Sapelli dell’Università degli Studi di Milano, introduzioneal volume di Giuseppe De Lucia Lumeno, Segretario Generale di Assopopolari, “CreditoP o p o l a re, identità e valori di un movimento”, in cui vengono messe a confronto le tre gran-di forme di g o v e rn a n c e e di proprietà delle imprese: lo state oriented model, il labor stakehol -der oriented model e il manager oriented model alla luce della crisi attuale. Ciò che colpi-sce, dall’analisi di Sapelli, è il fatto che siano rimaste ben salde solo quelle società che perl o ro natura si sottraggono alla legge dello s h a reholders capitalism, in primo luogo nella g o -vernance e nella forma di allocazione dei diritti di proprietà, ovvero dove i manager delleimprese sono o prescelti in base alla consanguineità temperata da un giudizio meritocra-tico, come nelle imprese a carattere familiare, oppure eletti da assemblee di soci in un con-testo caratterizzato dalla proprietà di piccoli gruppi come Max Weber definiva le coope-rative. Questa è la lezione universalistica del credito cooperativo, che va ben oltre la cri-si; questa l’azione di rispetto e di aiuto, di virtù civili dispiegate nell’instancabile lavorodi gruppi associati di uomini liberi perché volontario e non statualistico. Tr a s p a re così l’a-scesa reale delle imprese cooperative bancarie nei mercati, tenacemente e fortemente pre-senti con idealità e con valori che si richiamano alla relazionalità personale, alla fiducianella persona e per la persona e ad una tradizione che si traduce in un elemento prezio-so per il futuro.

Il Credito Popolare, quindi, esalta valori quali cooperazione e solidarietà, legati alla re-lazione con gli individui. Un modello ancora attuale perché risponde a bisogni socialiprofondi, come a quelli di una umanizzazione e di una reale sostenibilità del capitalismo.Lo sviluppo dell’attività creditizia acquisisce un ruolo fondamentale nel consolidare le re-lazioni con le piccole e medie imprese e le famiglie e il modello del relationship bankingcontribuisce allo sviluppo di quei legami fiduciari ed ai valori di civismo e cooperazioneche contraddistinguono le comunità locali.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Banche Popolari, modello di democrazia economicaLa rivista “Credito Popolare”, fatti e notizie di un movimentodinamico radicato nelle comunità

L’opinione de Il nuovo cittadino:

Quanto è buona l’acqua del ru b i n e t t odi Paolo Loriga

•S t u p i d a r i o•

A M B I E N TA L I S TA

“Marmitte catalicheal vulcano”

Crisi economica globale eriscaldamento globale;una combinazione terr i-bile che impone soluzio-ni coraggiose. La cosid-detta green economysembra la risposta ade-guata perchè rilancia l’e-conomia e rispetta l’am-biente.

La parte del leonespetta certamente allerinnovabili, eolico e so-l a re in prima linea, maanche altri settori pos-sono far cre s c e re l’eco-nomia e allo stesso tem-po contribuire a limita-re i cambiamenti clima-tici. Un settore pro m e t-tente sembra quello del-le marmitte cataliticheper vulcani; quello islan-dese in poco tempo haimmesso nell’atmosferapolveri e gas serra inquantità paragonabili at re giorni di emissioni in-dustriali globali.

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5Anno 2010 - N. 2

C’è una pubblicità tele-visiva che presenta si-

tuazioni paradossali in fon-do alle quali pone la do-manda: “ti piace vincere fa-cile, vero?”. È chiaramenteuna tautologia, perché è nel-la natura umana voler vin-c e re piuttosto che perd e re ,a ff e rm a re se stesso anzichém o rtificarsi. C’è una frase delVangelo di Matteo che, af-f e rmando «Chi avrà tro v a t ola sua vita, la perderà: e chiavrà perduto la sua vita percausa mia, la tro v e r à »1, s o v-v e rte questa visione, pro p o-nendo un ossimoro: una pro-spettiva in cui il “saper per-d e re” si rivela “vincente”. E’possibile tentare una appli-cazione anche sul versantedella vita politica?

Se consideriamo che il fi-ne dell’agire politico è quel-lo del perseguimento dell’«in-t e resse generale» (secondo ilp e n s i e ro illuministico di

Rousseau e di Hume, cioè delrazionalismo del Settecento),o se si preferisce del «benecomune» (secondo il pen-siero cattolico, mutuato dal-la scolastica e basato sul so-lidarismo), il senso autenti-co della vita politica dovreb-be essere quello di un appas-sionato impegno civile n e lsegno di una weberiana «eti-c a della responsabilità» so-stanziata di amore sociale.

Se oggi la politica italianafunziona così male, forse èp e rché manca proprio una vi-sione d’insieme, il senso diun interesse generale che tra-scenda i bisogni particolari ei diritti individuali. Ogni sog-getto – individuale o collet-tivo che sia – guarda solo ase stesso e ai suoi bisogni par-ticolari e non pensa ad alcunaltro. E l’interesse particola-re, sovente, è l’interesse delpiù forte. Per definizione, ilbene comune, include inve-

ce la responsabilità non solonei riguardi dei nostri vicini,ma anche verso i lontani,chiede di pensare ai nostricontemporanei ma anche al-le generazioni future.

Secondo Hanna Arendt «ilv a l o re dell’uomo viene giu-dicato dal grado in cui egliagisce contro il proprio inte-resse e contro la propria vo-lontà»2, in altre parole il va-l o re dell’uomo è commisu-rato dalla sua disponibilità ap e rd e re la propria visione

parziale in favore di una vi-sione più generale, anche se,per questo, dovesse rinun-c i a re a qualche beneficio ovantaggio per se stesso o perla propria parte politica.

Se la misura estrema del-la disponibilità a “perd e re” èquella della propria vita, inun confronto politico apert oal dialogo e rispettoso del-l’avversario non dovrebberoesserci di ostacolo le nostreidee, frutto delle nostre com-petenze esperte, da off r i re sul-l ’ a l t a re del bene pubblico, cuiciascuno concorre sacrifi-cando un po’ di se stesso.

Ma a perdere qualcosa, a“cedere sovranità” per il be-ne comune, è chiamato an-che lo Stato. Per Sturzo lo Sta-to va inteso come la struttu-ra attraverso la quale si ope-ra la reductio ad unum d e imolteplici rapporti fra gli uo-mini, sempre nel rispetto del-l’autonomia delle varie for-me sociali, e dunque di quel-la che Sturzo chiama la c o e x i -stentia multoru m3. La societànel suo insieme – solo rara-mente Sturzo parla di “so-cietà civile” – è più vasta epiù ampia della “forma poli-tica” in quanto compre n d ef o rme di socialità, come adesempio la famiglia, che allaforma politica non sono to-talmente riconducibili. «LoStato -– per Sturzo – non èa l t ro che la org a n i z z a z i o n egiuridica della forma politicadella socialità».4 Nell’eserci-zio di tale funzione lo Statoincontra il limite invalicabi-

le rappresentato dall’esigen-za del rispetto del diritto al-l’esistenza delle altre form esociali: esso deve conciliare alsuo interno l’omogeneità delcorpo sociale e l’estrema va-rietà dei corpi intermedi: unavisione dello Stato democra-tico, quella sturziana, che ri-conosce e valorizza l’esisten-za, l’autonomia, l’iniziativadi tutti i gruppi sociali por-tatori di interessi.

Il bene comune, bene di tuttiS t u rzo docet di Marco Fatuzzo Presidente del Centro Internazionale del Movimento Politico per L’Unità,(Movimento dei Focolari)

Bad Boys

Gli effetti n e g a t i v i del consumo televisivo CAMPIONE PIÙ DI 3 ORE PIÙ DI 3 OREsu abitudini e comportamenti adolescenziali NAZIONALE DI TV DI INTERNETsono significativi per b u l l i s m o, d ro g h e, % AL GIORNO % AL GIORNO %s e s s o e c o m p o rt a m e n t i r i s c h i o s i. Indagine condotta su un campione nazionale di 1.300 ragazzini delle scuole medie inferiori.

HO FUMATO/FUMO SIGARETTE 29,5 39,7 43,2

HO FUMATO/FUMO CANNE 8 15,7 15,6

BEVO ABITUALMENTE VINO 39,1 48 49,2

BIRRA 49,4 53 63,4

LIQUORI 22,4 28,7 27,6

MI SONO UBRIACATO 13,3 18,3 32,1

ACCETTABILE PRENDERE FARMACI PER FARE SPORT 5 10,3 8,5

MI PIACE APPARIRE PIÙ GRANDE DELL’ETÀ CHE HO 39,3 46,7 53,3

HO UNA MIA FOTO PROVOCANTE SU INTERNET 7,7 12,5 18,1

DOPO 14 ANNI È RAGIONEVOLE AVERE IL PRIMO RAPPORTO SESSUALE 11,7 20 17,1

MI CAPITA DI PRENDERE FARMACI PER DORMIRE 4,6 6,7 7

IN GENERE RISPETTO LE REGOLE DEI GENITORI 72,5 62,8 56,8

CONSIDERO I “BULLI” IN GAMBA 3,5 5 10,6

IN ALCUNI CASI È GIUSTO ESSERE RAZZISTI 20,7 21 27,6

VORREI ESSERE PIÙ BELLO/A 61,1 66,7 66,3

MANGIO SOLO LE COSE CHE MI PIACCIONO 35 41,3 42,2

MANGIO TUTTI I GIORNI FUORI DAI PASTI: MERENDINE CONFEZIONATE 18,6 27 22,1

RAGAZZI TRA TV E INTERNETADOLESCENTI, MENO GENITORI PIÙ FACEBOOK

•S t u p i d a r i o•

E VO L U Z I O N I S TA

“ Troppi ominidida sviluppare ”

Qualche settimana fa nehanno trovato un altro ;dopo l’uomo di Giava (Pi-t e c a n t ropo), l’uomo di Pilt-down (Eoanthropus Daw-soni), l’uomo di Pechino( S i n a n t ropo) e l’uomo diN e a n d e rthal gli “scienzia-ti” evoluzionisti hannos c o p e rto l’ennesimo anel-lo di congiunzione trascimmia e uomo. Ti t o l o n iin prima pagina per con-f e rm a re l’umanità tuttanella fede evoluzionista;ma prima che si potessec o n i a re anche per lui unnome altisonante e “scien-tifico” anche questo anel-lo ha deluso i suoi fans.Contemporaneo dell’ho-mo sapiens, e non pre c e-dente, ha decretato la da-tazione dei resti. Una do-manda; perchè cerc a re l’a-nello di congiunzione nelpassato con tutti gli esem-plari che possiamo ammi-r a re tra i fan dei re a l i t y ?

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6Anno 2010 - N. 2

O gni circa sette anni, me-se più, mese meno, gli

stati mondiali, indiff e re n t e-mente se ad economia collet-tivistica o governati dallagiungla del mercato, subi-scono una profonda crisis t rutturale, o finanziaria, opolitica, o sociale, o re l i g i o s a .

In ognuno di questi fran-genti, la popolazione indi-vidua invariabilmente la ra-gione della catastrofe neiprivilegi dei pubblici rap-p resentanti, in part i c o l a redi quelli della ‘casta’ politi-ca, o comunque si chiaminei singoli paesi.

Ogni uomo di buona vo-lontà sa che una convinzio-ne del genere, ricorrente, hai piedi d’argilla. Le cause deldisagio possono anche es-s e re altre: crisi petro l i f e r a ,finanza allegra, spesa pub-blica esorbitante, crimina-lità organizzata, raccoltascarsa agricoltura. Quantoci drenano annualmente inostri rappresentanti non èche una goccia in un ocea-no. Ma quant’è grossa que-sta goccia?

R i u s c i re a conteggiare gliemolumenti dei parlamen-tari italiani sembrava mol-to più complicato che sve-l a re il quarto mistero di Fa-tima. In realtà basta colle-garsi al sito della Camera odel Senato e si hanno tutte

le cifre nel dettaglio. Allorap e rché tanta demagogia etanto mistero? La cifra tota-le a disposizione tolte tassee trattenute varie è di circ a14.000 euro per dodici men-silità. È noto che con quel-la cifra non si affitta il pan-filo di Briatore neanche peruna settimana, non si com-pra il Cartier d’oro che di-stingue ogni politico degnodi tal nome, non si acquistal’ultima Maserati Quattro-p o rte. Con questo il depu-tato o senatore serio deveinvece finanziare la sua at-tività: uno o due assistentiparlamentari, una segre t a-ria nel collegio di appart e-nenza, le spese elettorali so-stenute e da sostenere in ca-so di nuova campagna elet-torale, una quota al pro p r i op a rtito e una vita di rappre-sentanze alla quale neancheil più tirchio potrà sottrarsi.Ma anche la vita e il sog-g i o rno a Roma (gli sposta-menti in aereo o in treno so-no gratuiti). Una stima ra-gionevole porta a 8000 eu-ro le spese e a 6000 euroquanto resta per se e la pro-pria famiglia: è chiaro, co-munque, che più un parla-m e n t a re “risparmia” e piùne avrà per se, ma queste so-no scelte personali e con-tingenti. Quel che resta è peruna esistenza più che deco-

rosa. La questione ora èun’altra: l’indennità parla-m e n t a re è stata creata pera s s i c u r a re l’indipendenzadegli eletti dai ricchi e dai

potenti per essere questi atotale servizio del popolo.Su questo si dovrebbe ra-g i o n a re e avviare contro l l iseri e rigorosi, non sulle tes-

s e re gratuite per lo stadio oper il cinema e il barbiere acinque euro che hanno il sa-p o re della classica presa peri fondelli.

I n d e n n i t à-d i a r i a-rimborsi ai parlamentarinecessaria spiegazionedi Marco Caldarelli

L’ANGOSCIA DEI DEBITI

IN % SUL PIL DEBITO DELLE FAMIGLIE DEBITO DELLE IMPRESE NON FINANZIARIE DEBITO PUBBLICO T O TALE

S TATI UNITI E GIAPPONE S TATI UNITI 95,5 77,4 74,1 247,0 GIAPPONE 67,0 96,0 188,0 3 5 1 , 0

E U R O PA C O N T I N E N TALE V I RTUOSA FRANCIA 50,7 104,5 67,4 2 2 2 , 6I TALIA 39,3 80,3 105,8 2 2 5 , 4GERMANIA 61 69 65,9 1 9 5 , 9AUSTRIA 52,3 84,2 62,6 1 9 9 , 1

E U R O PA PERIFERICAPIÙ INDEBITATA P O RTOGALLO 96 157,3 66,3 3 1 9 , 6IRLANDA 109,4 165,8 44,1 3 1 9 , 3GRAN BRETAGNA 99,8 112,8 52 2 6 4 , 6S PAGNA 84 136,1 39,7 259,8

Gli ultimi risultati positivi conseguiti dal Credito Popolare nel mese di aprile 2010evidenziano ancora una volta come l’essere rimasti radicati alla tradizione di banca

retail ponendo al centro la persona, abbia consentito, insieme alla prossimità sul territo-rio, un ideale sviluppo di quelle relazioni di mutuo sostegno tra credito, imprenditoria esocietà civile, essenziali per costru i re le premesse di una nuova fase di crescita. Infatti, no-nostante il sistema economico risenta degli effetti della crisi che ha colpito gran parte deisettori produttivi, le Banche Popolari, coniugando la loro attività con i valori legati al lo-calismo, alla solidarietà e alla fiducia nella persona, hanno perseguito il loro compito disostenere ed accompagnare responsabilmente il sistema economico verso la ripresa, at-traverso un dialogo intenso e costruttivo con la clientela, che riversa nell’attuale rappor-to con la banca aspettative di cambiamento e di crescita.

Un ruolo “proattivo” sottolineato dal trend positivo degli impieghi, aumentati su ba-se annua del 4,8%, un valore ampiamente superiore alla media del Sistema (+2,5%), ac-compagnato da un incremento significativo della raccolta diretta, salita nello stesso me-se del 6,7% rispetto a dodici mesi prima, mezzo punto percentuale in più di quanto ri-portato dal Sistema (+6,2%).

Dall’analisi del credito per ripartizione geografica, emerge che i maggiori incrementisi sono concentrati nelle regioni del Nord-Est, dove i prestiti sono cresciuti del 6,1% e nel-le regioni del Mezzogiorno (7,3%). Nelle restanti ripartizioni, Nord-Ovest e Centro, l’au-mento degli impieghi (rispettivamente 3,7% e 4,1%), è risultato leggermente più limita-to restando, comunque, superiore alla dinamica registrata dal Sistema a livello naziona-le. Per quanto riguarda il lato del passivo, in tutte le ripartizioni, ad eccezione del Nord-Ovest, la provvista è stata trainata dalla componente depositi a vista, cresciuti in un an-no di oltre il 10%, confermando lo storico rapporto fiduciario che contraddistingue le Ban-che Popolari e la loro clientela.

Un binomio improntato sulla ricerca di un legame costruttivo, confermato anche dal-l’aumento del flusso dei nuovi prestiti alle imprese minori, che hanno superato nel pri-mo quadrimestre dell’anno la cifra di 13 miliardi di euro, un dato mediamente superiorerispetto a quello registrato nello stesso periodo degli anni precedenti.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Il rapporto con la “persona”: v a l o re irrinunciabile nell’azione delle Banche Popolari

“VENTER”Tutti i mezzi di “informa-zione” hanno dedicatogrande spazio allo scien-ziato(?!) Craigh Ve n t e r,c re a t o re della cosiddettaVita artificiale. La presun-zione che si percepisce die-t ro questa aff e rm a z i o n efa torn a re alla mente lastoriella del ragazzino pre-suntuoso e saccente (aquesto punto potrebbe es-s e re persino lui) al qualec h i e s e ro: “Ma tu credi inDio?”.Risposta:” Cre d e reè una parola grossa, dicia-mo che lo stimo”.

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7Anno 2010 - N. 2

P rimo presidente di co-l o re e dotato di un ot-

timo istinto politico e mo-rale, Obama è indubbia-mente uomo dalle grandidoti: ha sbaragliato, nellasua corsa alle pre s i d e n z i a-li, personaggi ben più af-f e rmati, ed organizzati: Hil-l a ry Clinton per tutti; hai n t rodotto elementi inno-vativi e rivoluzionari nellasua presidenza, come lar i f o rma dell’assistenza sa-nitaria; ha canalizzato l’at-tenzione verso i più pove-ri ed i loro paesi.

Non ultimo ha re s t i t u i t oun barlume di luce nel buiodella crisi economica.

Mai tante aspettative so-no state riposte in una sin-gola persona.

Forse per questo gli è sta-to assegnato il Nobel per laPace, quale riconoscimento(anticipato!) alle speranze dipace del mondo. Anche noi“nuovi cittadini” guardiamoal presidente con una cert aattenzione ed interesse.

Ciò che però ci lascia per-plessi sono alcune sue po-sizioni circa quelli che Gio-vanni Paolo II soleva chia-m a re “valori non negoziabi -l i ”: aborto, matrimonio traomosessuali, eutanasia.

Il vescovo di Denver Ca-put aff e rma che: “la posi -

zione del presidente su deci -sive questioni bioetiche, co -me l’aborto, è radicalmentediversa da quella cattolica. Èp roprio per questo che Obamaha potuto contare per moltianni sull’appoggio di potentio rganizzazioni per il “dirittoa l l ’ a b o rt o ” .

P reoccupazione condivi-sa anche tra molti leader re-ligiosi americani i quali, for-ti di un ampio e ritro v a t oconsenso della società ame-ricana, (secondo gli ultimisondaggi in maggioranzacontraria all’aborto) hannosottoscritto eccezionalmen-te e congiuntamente: pro t e-stanti, cattolici, ort o d o s s i ,

la “Dichiarazione di Manhat -tan. Un appello della co -scienza cristiana”.

Passato tra l’indiff e re n-za totale dell’Europa (in ca-sa nostra si sarebbe parlatodi “ingerenza” politica del-la Chiesa) e l’enorme riso-nanza negli Stati Uniti, iltrattato, oltre a contestareincisivamente due punti indiscussione al Senato: dife-sa della vita umana e dirit-to all’obiezione di coscien-za, fissa alcuni paletti benp recisi circa i concetti del-la vita umana, il matrimo-nio, i diritti di coscienza, leleggi ingiuste.

In breve una sintesi: “ M e n t re l’opinione pub -

blica si muove in dire z i o n ep ro-life, forze potenti e de -t e rminate lavorano per pro -m u o v e re l’aborto, la ricerc ad i s t ruttiva degli embrioni,il suicidio assistito e l’euta -n a s i a ” .

“ L’istituto del matrimonio,già ferito da promiscuità, in -fedeltà e divorzio, corre il ri -schio di essere ridefinito equindi sovvertito. Il matri -monio è l’istituto originario epiù importante per sostenerela salute, l’educazione e il be -n e s s e re di tutti”... “I dirittidella coscienza sono grave -mente in pericolo”...

“Non acconsentiremo anessun editto che obblighi noio le istituzioni che guidiamoa compiere o a consentirea b o rti, ricerche distruttive del -l’embrione, suicidi assistiti,eutanasie o qualsiasi altro at -to che violi i principi dellap rofonda, intrinseca ed egua -le dignità di ogni membro del -la famiglia umana…”.

Il trattato si concludecon un monito diretto alp residente: “Noi daremo aC e s a re ciò che è di Cesare ,in tutto e con generosità. Main nessuna circostanza noid a remo a Cesare ciò che èdi Dio”.

Obama e la dichiarazionedi Manhattandi Paolo Ciccarelli

Ammettiamolo francamente, le risposte diBenedetto XVI ai giornalisti al seguito

del suo Pellegrinaggio a Fatima e le paro l edel Regina Coeli di domenica 16 maggio han-no spiazzato un po’ tutti; ma più di altri quelpopolo cattolico che proprio in piazza SanPietro quella domenica si era dato appunta-mento per dimostrare affetto filiale al Papabersaglio di una vergognosa denigrazionemediatica, che con il pretesto della pedofilia,arrivava a chiedere le dimissioni del Pontefi-ce e addirittura l’arresto in occasione dellaprossima visita in Gran Bretagna.

Cosa ha detto il Santo Padre? Al giornalista che gli chiedeva dell’attua-

lità del messaggio di quelle apparizioni Be-nedettoXVI così rispondeva: “… Oltre que-sta grande visione della sofferenza del Papa,che possiamo in sostanza riferire a GiovanniPaolo II sono indicate realtà del futuro dellaChiesa che man mano si sviluppano e si mo-strano. ... Quanto alle novità che possiamo og-gi scoprire in questo messaggio, è anche chenon solo da fuori vengono attacchi al Papa ealla Chiesa, ma le soff e renze della Chiesa ven-gono proprio dall’interno della Chiesa, dal

peccato che esiste nella Chiesa”. Anche que-sto si sapeva sempre, ma oggi lo vediamo inmodo realmente terrificante: che la più gran-de persecuzione della Chiesa non viene dainemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chie-sa. E che la Chiesa quindi ha profondo biso-gno di ri-imparare la penitenza, accettare lapurificazione, imparare il perdono ma anchela necessità della giustizia.

E domenica ai fedeli in piazza S. Pietro,dopo averli ringraziati per la vicinanza e l’af-fetto ha detto: “ Il vero nemico da temere eda combattere è il peccato, il male spiritua-le, che a volte, purtroppo, contagia anche imembri della Chiesa”.

Ci è parso di cogliere in queste parole laseverità del padre, che non gradisce vittimi-smi e polemiche, ma ricorda a tutta la Chie-sa parole forse dimenticate, soff e renza, peni-tenza, purificazione; e anche il sapore acredel sale evangelico, quando Gesù ai suoi ri-c o rdava che “è ciò che esce dal cuore del-l’uomo che può contaminarlo” e non ciò cheviene da fuori.

Grazie Santo Padre, questo la Chiesa si at-tende dal Vicario di Cristo.

Le lobby protestanti di tuttoil mondo contro il PapaL’ a m o re dei Cattolici italiani per Benedetto XVIdi Umberto Spalletti

È intrinseco alla testimo-nianza cristiana lo scon-

t ro coi poteri di questo mon-do. Quale è il “potere delmondo” con cui oggi si scon-tra la testimonianza che quo-tidianamente Benedetto XVIrende a Cristo? Prima ho par-lato della “dittatura del re l a-tivismo”. Con questa espre s-sione il S. Padre intende quelmodo di pensare oggi cosìd i ffuso secondo il quale nonesiste alcuna verità univer-salmente valida circa ciò cheè bene o male; che «non ri-conosce nulla come defini-tivo e che lascia come ulti-ma misura solo il proprio ioe le sue voglie».

Una tale posizione, sul pia-no etico, ha una potenza de-vastante smisurata. Ve n g o n ocensurate non solo le norm emorali del cristianesimo; maogni tentativo di mostrare cheesistono norme morali che di-fendono “beni umani non ne-goziabili”, è rigettato in par-tenza. Mai l’uomo è stato espo-sto ad un pericolo più grave,dal momento che è stato pri-vato del potere di riconoscerele prevaricazioni contro sestesso. Il “sistema spiritualeimmunitario” che lo difendeda ogni attacco alla sua dignità– la convinzione che esistanobeni umani non negoziabili –è stato annullato.

È su questo livello che los c o n t ro fra il S. Padre e il po-t e re culturale del mondo èt o t a l e .

Un principe della Chiesa

C a r l oC a ff a rr a

Il Sistema ImmunitarioSpirituale

CATTOLICI ALL’ATTACCO

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8Anno 2010 - N. 2

R isale al 1959 la “Dichia-razione dei diritti del fan-

ciullo”, siglata dall’ONU, chefu il primo passo verso la“Convenzione intern a z i o n a l esui diritti dell’infanzia”, ema-nata nel 1989 e diventata leg-ge in Italia nel 1991. Ai fan-ciulli si garantisce il diritto a:• uguaglianza;• p rotezione, benessere, vita

e crescita dignitosa;• legame stabile con la pro-

pria famiglia;• l i b e rtà, rispetto, espre s s i o-

ne del pensiero;• a v e re qualcuno che si pre n-

da cura di loro;• istruzione;• gioco e protezione da ogni

f o rma di sfruttamento eviolenza.In Italia e nel resto del

mondo, nonostante la Con-venzione 138 che fissa l’etàminima lavorativa al term i-ne della scuola dell’obbligo,sono oltre 250 milioni i bam-bini che lavorano.

Nel nostro paese sembrache i bambini lavoratori – im-piegati nella fabbricazione diprodotti che tutti noi utiliz-ziamo – siano svariate deci-ne di migliaia. Una cifra im-pressionante!

Per combattere eff i c a c e-mente il lavoro minorile i go-verni devono assumere unaserie di iniziative:• l o t t a re contro la povert à

nelle famiglie (spendendoin 10 anni circa 25 miliar-di di dollari - meno di quan-to gli europei spendono invino in 2 anni, secondo ilr a p p o rto Unicef 1993 - sipotrebbero fornire tutte lecomunità rurali e povere diacqua potabile, sanità edistruzione di base);

• p e n a l i z z a re severamente lei m p rese che ricorrono al la-voro minorile;

• a i u t a re i bambini che già la-vorano a recuperare i lorodiritti;

• c e rt i f i c a re che i prodotti so-no esenti da impiego es f ruttamento di manodo-pera minorile.

Sono trascorsi 14 anni dal-l’assassinio del pachistano Iq-bal Masih, di 12 anni, che ave-va osato ribellarsi alla sua con-dizione di semi schiavitù comet e s s i t o re di tappeti, denun-ciando i suoi sfruttatori. Unpersonaggio troppo scomodoper chi sul lavoro dei bambinisi è arricchito: Iqbal rimase vit-tima di un colpo di fucile il cuia u t o re è ancora sconosciuto.Iqbal ripeteva spesso: “nessunbambino dovrebbe impugna-re mai uno strumento di lavo-ro. Gli unici strumenti che do-v rebbe tenere in mano sonopenne e matite.”

I BAMBINI SOLDATO Ancora più inaccettabile

è lo sfruttamento dei bambi-ni costretti ad imbracciare learmi. Migliaia sono i minoriimpiegati negli eserciti re g o-lari e nei gruppi armati di op-posizione in 85 paesi.

La Coalizione italiana“Stop all’uso dei bambini sol-dato” ha come obiettivo quel-lo della tutela dell’infanzianelle condizioni di guerra e diconflitti vari.

Graca Machel, mozambi-cana, nel 1996 presentò unr a p p o rto sull’impatto dellaguerra sui bambini utilizza-ti nei conflitti armati. Un la-v o ro costante, culminato conl ’ a p p rovazione di una risolu-zione dell’Onu che conside-ra, a part i re dal 1998, l’uso dibambini-soldato un criminedi guerra.

Nello stesso anno in cui ri-c o rre il 150esimo anni-

versario dell’Unità d’Italia, ivescovi italiani lanciano l’al-l a rme-federalismo ed il rischiodi una riforma “spendibile sulpiano del consenso”, ma “fra-gile sul piano dell’arc h i t e t t u-ra istituzionale e del tasso direale innovazione”.

Un dibattito cioè - scrivela Cei nel suo documentop reparatorio alla 46ma Setti-mana sociale dei cattolici ita-liani - dettato da “decisioni-manifesto”con “molti ele-menti di incertezza” che nonsolo rischiano di rimettere in“moto un meccanismo cen-tralistico”, ma che re n d o n oanche “incerto il principio disolidarietà” dimenticando “ipregi sistemici del principiodi sussidiarietà”. L’intento deldocumento è quello di “ri-p re n d e re la riflessione sulcammino della solidarietà nelnostro Paese, con particola-re attenzione al Meridione eai suoi problemi irrisolti, ri-p roponendoli all’attenzionedella comunità ecclesiale na-zionale”. “Torniamo sull’ar-gomento - sottolinea la Cei -

per interv e n i re in un dibat-tito che coinvolge tanti sog-getti e ribadire la consapevo-lezza del dovere e della vo-lontà della Chiesa di esserep resente e solidale in ognip a rte d’Italia, per pro m u o v e-re un autentico sviluppo ditutto il Paese”. I vescovi, chesi dicono pronti ad accom-p a g n a re il Paese nel necessa-rio processo di riforme nonchiudono la porta al federa-lismo fiscale, ma sottolinea-no come, allo stato attuale,“una risposta esauriente nonsembra possibile”. E spiega-no che “l’architrave di que-sto processo” è il sistema fi-scale che deve essere “lonta-no dalle opposte ideologiedella chiusura egoistica eidentitaria di tipo e della cen-tralizzazione burocratica del-lo stato nazione”.

Analizzando il documen-to non emerge soltanto il di-vario Nord-Sud, ma anche gli“squilibri nelle aree del cen-tro del Paese” come ha pun-tualizzato mons. Arrigo Mi-glio, responsabile Cei per iP roblemi sociali e il Lavoro ep residente del Comitato

scientifico e org a n i z z a t o redelle Settimane sociali. Cosìè opportuno meditare sulled i ff e renze territoriali del Pae-se, ampliando la riflessioneal federalismo inteso comedecentramento funzionale enon solo territoriale soprat-tutto per evitare “gli eff e t t ip e rversi” come il “federali-smo per abbandono”. Unatransizione che va completa-ta individuando i giusti con-trappesi nell’architettura isti-tuzionale ed elaborando una“legge elettorale coere n t e ” ,elementi che non contraddi-cono “la richiesta di una mag-g i o re capacità decisionale del-le istituzioni politiche e del-la corrispondente responsa-bilità”. Tra i punti nell’agen-da fissata dai vescovi per un’I-talia che “torni a cre s c e re ” ,spazio anche al tema della c i t-tadinanza ai figli degli im-migrati nati in Italia e allariforma fiscale nel senso diuno spostamento della pres-sione dal lavoro e dagli inve-stimenti alle rendite, e di unavalorizzazione del quozien-te familiare.

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Lavori mortali per piccole manidi Antonella Fornaro

N o rd e Sud secondo i vescovifesteggiamo l’Unità d’Italia per un paese solidaledi Alessandra De Lucia Lumeno

LA SPESA SOCIALE IN EUROPA (% DEL PIL)

ITALIA FRANCIA GERMANIA GRAN BRETAGNA SPAGNA AREA EURO

PENSIONI 15,6 13,1 11,6 11,2 8,4 12,0

DISOCCUPAZIONE 0,5 1,8 1,5 0,5 2,4 1,5

SANITÀ 6,7 8,7 8,0 7,6 6,4 7,6

INVALIDITÀ 1,5 1,8 2,0 2,4 1,6 1,8

FAMIGLIA 1,2 2,5 2,8 1,5 1,2 2,1

CASA 0 0,8 0,6 1,4 0,2 0,4

ESCLUSIONE SOCIALE 0,1 0,5 0,2 0,2 0,3 0,4

TOTALE: 25,5 29,0 26,7 24,8 20,5 25,8

ETICA P a rte della filosofia re l a t i-va al problema del bene.

MORALER i g u a rda l’agire e il com-p o rtamento umano, con-siderato in rapporto all’i-dea che si ha del bene e delmale, conforme ai principidel giusto e dell’onesto.

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9Anno 2010 - N. 2

Una realtà che trova nel-le sue componenti

l’associazionismo cattolicoal completo e che ha comeprimo obiettivo quello dip o rt a re un modello nuovodi rapporto costruttivo nelsociale. Questo è Retino-pera, l’associazione di se-condo livello che riunisceben 18 aggregazioni del lai-cato cattolico che vannodall’Azione Cattolica a Rin-novamento nello Spirito,dalle Acli alla Coldire t t i ,dalla Comunità di Sant’E-gidio alla Fondazione perla sussidiarietà, dalla Foc-siv al Movimento cristianol a v o r a t o r i .

Lo sforzo di Retinoperaè quello di leggere la dot-trina sociale della Chiesacome forma di impegno deic redenti di fronte alla so-cietà; animando una origi-nale soggettività del laicatocattolico e cercando vie dirinnovamento delle suee s p ressioni pubbliche. Inun mondo che cambia inmodo permanente e spessov o rticoso, non si può re s t a-re legati alle “solite cose”; ènecessario ritro v a re auda-cia e slancio, e il coraggio dim o l l a re gli ormeggi, coniu-gando sogno e realtà, sto-ria e novità, locale e uni-versale. In sostanza, ab-biamo raccolto l’invito delS e g retario generale dellaCei Mariano Crociata di es-s e re un “luogo di discern i-mento sociale della pre s e n-za dei cattolici italiani nel-la società”, teso a “pro-

m u o v e re una presenza nelsociale che faccia sentire l’i-dentità cristiana capace ditradursi e animare un mo-do significativo di costru i-re la convivenza civile”.

Il nostro sforzo va dun-que nella direzione di tro-v a re una base per una lettu-ra, per una visione comune,condivisa, di un progetto so-ciale che traduca i valorifondanti della dottrina so-ciale della Chiesa in stimo-li di pensiero e di azione.L’impegno che si sono as-sunte le singole associazio-ni in questo contesto, è dire n d e re fruibile per il Paesela proposta di questo nuo-vo modello di sviluppo, diquesto nuovo umanesimo alPaese. Quindi stimolare lar i c e rca di un percorso perun futuro credibile con al-cuni punti forti di riferi-mento per tutti coloro chenella difficile stagione chestiamo vivendo, guard a n o ,con molto tim o re al futuro.

Gli strumenti che oggiRetinopera ha attivato so-no essenzialmente i semi-nari di approfondimento egli incontri di confronto. Iprimi si tengono con ca-denza annuale nella treg i o rni di Assisi e vantanoo rmai una storia import a n-te per gli interventi che cisono stati e per i risultatiottenuti; gli incontri di con-f ronto, a Roma, con esper-ti e rappresentanti di asso-ciazioni sono volti a cre a reun nuovo lessico e ad ap-p ro f o n d i re varie pro b l e m a-

tiche. Si tratta di momentiche certamente hanno tro-vato un forte impulso daicontenuti dell’enciclica“Caritas in Veritate” e unimpegno diretto nella par-tecipazione all’elaborazio-ne dei lavori delle Settima-ne Sociali che si terr a n n onel prossimo ottobre a Reg-gio Calabria dal titolo“Un’agenda di speranza peril futuro del Paese”. Ma inp reparazione di questoevento, già Retinoperag u a rda al prossimo semi-nario di Assisi, in settem-b re, che aff ronterà una te-matica quanto mai emble-matica e attuale: “Moralitàpubblica e passione civile:la sfida della rigenerazionedel Paese?. Con il chiaroobiettivo quindi - semprealla base dell’azione di Re-tinopera - di cerc a re di da-re una direzione ai moltis m a rrimenti che oggi at-traversano pezzi import a n-ti della nostra società.

Retinopera, un progetto popolaredi Franco Pasquali, coordinatore di Retinopera

È fatta, il cantiere per il nuovo Partito diC e n t ro, o dei Moderati, o della Nazio-

ne, o dei Cattolici è stato aperto. Tutto dad e c i d e re sul nome, simbolo, regole e diri-genza. Alcune “cose certe”: tesseramentoa p e rto a tutti e promosso da soggetti diversidall’UDC, allo stato attuale il partito deci-samente prevalente della costituenda re a l t à .Una novità non da poco perché non solo laRosa per l’Italia, o i Liberal di Adornato, oi Popolari di De Mita, ma anche associa-zioni cattoliche o di categoria che inten-dono aderire al progetto del nuovo part i t opotranno org a n i z z a re in proprio il tessera-mento. Per seguire questo complesso e ori-ginale progetto è stata costituita una Com-missione di Garanzia per il Te s s e r a m e n t o

p resieduta dall’On. Antonio De Poli con al-tri sei membri; uno di questi è l’amico Lu-ca Marconi.

I contenuti sono indicati in un ampiomanifesto che richiama la tradizione catto-lica, liberale e sociale sulla quale si è basa-ta la ricostruzione dell’Italia nel 1945 (da quiappunto il nome Partito della Nazione da-to al progetto, ma che non sarà necessaria-mente il nome definitivo del suddetto par-tito). È comunque interessante sottolinea-re che il programma sarà oggetto della lun-ga fase costituente che si chiuderà con ic o n g ressi previsti da gennaio del nuovo an-no. Anche questa è un’alternativa seria alp redellino e ai gazebo, ma anche alle pri-marie del sempre e comunque.

Todi 20 maggio:una data storica?di Francesco D’Andola

L a notizia di per sé è singolare .Una laurea Honoris causa ad un

religioso, frate francescano, cappu-cino per giunta. È accaduto all’Uni-versità di Macerata e ad un sacerdo-te particolare: padre Raniero Canta-lamessa, marchigiano anche lui co-me l’Ateneo che lo ha insignito del prestigioso titolo. Pa-dre Raniero è predicatore Apostolico, cioè del Papa e deicardinali di Curia Romana, gira il mondo da decenni por-tando la Buona Novella, quella di Cristo, con un linguag-gio così colto e così semplice che si fa ascoltare da tutti.

Va anche in televisione da molti anni e piace. Per mol-to meno si è data una laurea, ma questa non doveva esse-re data perché padre Cantalamessa ha parlato “male” de-gli ebrei in una predica al Papa. Non sono bastate precisa-zioni, lettere di intellettuali ebrei che chiarivano loro stes-si l’equivoco e come padre Raniero sia stato, negli scritti enella predicazione, un amico privilegiato del Popolo Elet-to e della sua Nazione. Ci sono state ancora proteste an-che tra il corpo docente, una sparuta minoranza, ma c’èstata. Pazienza.

A noi è piaciuto sentirlo parlare di Lui, di Gesù, anchein una solenne Aula Accademica. Bravo come sempre.

P a d re Raniero laure a t oin Scienze della comunicazionedi Federico Luzietti

Il bene comune impegna tutti i membri della società: nes-suno è esente dal collaborare, a seconda delle proprie ca-pacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo. Il bene comune esige di essere servito pienamente, nonsecondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di part eche se ne possono ricavare, ma in base a una logica che ten-de alla più larga assunzione di responsabilità. Il bene co-mune è conseguente alle più elevate inclinazioni dell’uo-mo, ma è un bene arduo da raggiungere, perché richiedela capacità e la ricerca costante del bene altrui come sefosse pro p r i o .

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1 0Anno 2010 - N. 2

Ci stiamo avvicinando adecisioni importanti ri-

g u a rdo la prossima finanzia-ria; sarà meno dura che in al-t re parti d’Europa, ma ugual-mente poco tenera se si con-sidera che si va ad aggiun-g e re ad una situazione eco-nomica e lavorativa in de-p ressione da due anni. Ser-vono 25, 30 forse 35 miliar-di di euro! Una bella cifrache si troverà con qualche li-matura di tasse e soprattut-to tagli: ai servizi sociali, al-le scuole, alla sanità, a co-muni e province, alle uni-versità. E’ una strada già bat-tuta a cui ci si sta abituando,ma non è la migliore. Tro p-po facile comunque critica-re, bisogna port a re altern a-tive. Siamo andati a cerc a r l ee non è stato neanche tro p-po difficile. Ecco un elencoche, a pensarci bene, fa ancheun po’ arr a b b i a re visto cheo ff re soluzioni che costere b-b e ro poco o nulla ai cittadi-ni italiani:• s o p p ressione delle pro-

vince e di centinaia di en-ti e consorz i che potre b-b e ro essere gestiti utiliz-zando enti già esistenti (re-gioni, comuni, etc.) per unrisparmio stimato di deci-ne di miliardi di euro;

• re c u p e r a re i soldi dellamaxievasione del giocod ’ a z z a rdo per la quale le so-

cietà di gestione devonoallo Stato circa 90 miliar-d i di euro, sì avete letto be-ne; ci sono contenziosi le-gali e il Governo si prepa-ra a superarli con un con-dono per incassare appe-na 4 o 5 miliardi;

• l’on. Mario Baldassarri del-la maggioranza e pre s i d e n-te della Commissione Fi-nanze del Senato proponedi re c u p e r a re i fondi per-duti, quelli dati alle impre-se che re g o l a rmente falli-scono dopo tre anni, q u e s t oscherzetto ci è costato 30m i l i a rdi all’anno per die-ci anni;

• sempre Baldassarri propo-ne di rivedere i costi degliacquisti della pubblica am-ministrazione aumentatidel 50% negli ultimi cin-que anni, qui il risparmio èalto, ma non ponderabile;

• da anni l’UDC pro p o n e ,prima a Prodi e poi a Ber-lusconi, di a l l u n g a re l’etàpensionabile senza tocca-re le pensioni in corso equelle che vanno a matu-razione, il risparmio sare b-be progressivo, ma di sva-riate decine di miliardi co-me hanno già fatto moltipaesi europei;

• la tassazione delle re n d i-te finanziarie, oggi solleci-tata anche dall’Unione Eu-ropea.

Di fronte a queste cifre vie-ne proprio da dire che il ta-glio del 10% degli stipendidei parlamentari per un ri-sparmio di una manciata dimilioni è un’immensa presain giro!! Meglio sarebbe cheParlamento (la maggioran-za!) e Governo facessero lecose che servono a rimetterein sesto il paese e sare m m otutti contenti anche di far lo-ro conserv a re un genero s oappannaggio personale.

Nel dibattito economicofinanziario attuale gran-

de attenzione e un occhio unpo’ sospettoso sono rivoltinei confronti dei cosiddettiderivati, quegli strumenti fi-nanziari che derivano il lorov a l o re da altri beni econo-mici e di questi replicano ilc o m p o rt a m e n t o . I n i z i a l-mente appaiono all’investi-t o re come un’ intere s s a n t eo p p o rtunità perchè il loro co-sto è di molto inferiore ai be-ni sottostanti che possonoe s s e re di varia natura: titoli,obbligazioni, prestiti, mutuiipotecari e possono essereusati con finalità di copert u-ra (hedging) rispetto a un ri-schio di fluttuazione del va-l o re entro un perimetro ac-cettato. Ma spesso in re a l t àpossono anche nasconderedelle insidie per chi non hacompetenze ampie e ap-p rofondite in ambito finan-ziario. Spesso, infatti, questis t rumenti sono venduti confinalità speculative (lucro sul-le variazioni finanziarie e sul

v a l o re del bene sottostantetramite previsioni, scom-messe che il valore vada ver-so una certa direzione) o diarbitraggio (previsione suglie ffetti di negoziazione e dip a s s a re del tempo, scom-messa sulle sole variazioni fi-nanziarie). Talvolta, quindi,al di sotto di questi stru m e n t is t rutturati, cioè derivanti daa g g regazione e da form u l ecomplesse, si celano investi-menti molto rischiosi checonducono a perdite.

Si distinguono due cate-gorie fondamentali di deri-vati: quelli finanziari e quel-li creditizi. I primi compre n-dono: – i contratti a termine(in particolare Futures – ne-goziati all’interno di mercatiregolamentati giorno pergiorno – e Forward – nego-ziati privatamente, fuori daimercati regolamentati e soloal termine della transazione),che prevedono l’obbligo divendere o acquistare un be-ne alla data prestabilita, alp rezzo convenuto anticipa-

tamente. Il lucro sta nell’ap-p rezzamento o nella dimi-nuzione del valore del bene,quindi nella scommessa piùo meno aderente alla re a l t àche era stata pattuita dalleparti; - le opzioni (Call = diacquisto; Put = di vendita),che a differenza dei contrat-ti, sono possibilità (non ob-blighi) di vendere o acqui-s t a re un bene a un prezzo sta-bilito anticipatamente a unac e rta data prestabilita; le swapche consistono in uno scam-bio di denaro in base a for-mule prestabilite che riguar-dano andamenti di tassi dii n t e resse, di valute di cam-bio, di titoli.

I secondi, invece, riguar-dano titoli di debito che con-sistono in rischi di cre d i t ocioè in scommesse sull’aff i-dabilità creditizia di una so-cietà. Si tratta di Notes emes-se in base al principio di car-tolarizzazione, quindi trami-te aggregazione e form u l ecomplesse.

segue a pagina 12 >

Non sembra vero eppure lo èSVEGLIA TREMONTI!!! I soldi ci sono basta cerc a r l idi Francesco Garofolo

Una finestra aperta sui derivatinella finanza stru t t u r a t adi Alessandra De Lucia Lumeno

LA PARALISI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONEEcco il costo economico che la società italiana dovrà

sopportare nei prossimi 15 anni

ENERGIA 39 miliardi

FERROVIE 157 miliardi

RIFIUTI 25 miliardi

ACQUA 29 miliardi

AUTOSTRADE 139 miliardi

TOTALE 389 miliardi

“I costi del non fare”

B reviario Sturz i a n oUna parola “moralizzarela vita pubblica”! Dove e quando essa è stata mantenu-ta sulla linea della moralità? Non ie-ri, non oggi; non da noi; non dai no-stri vicini; non dai Paesi lontani. Ep-p u re, è questa l’aspirazione popolare :

giustizia, onestà, mani pulite, equità. Che cosa è mai la con-cezione dello STATO DI DIRITTO se non quella di uno Sta-to nel quale la legge prende il posto dell’arbitrio; la mal-versazione e la sopraffazione non restano impunite? Be-ne, facciamo come si fa nelle casa; in primavera e in au-tunno pulizia generale; si rivedono tutti gli angoli; si spol-verano tutti i mobili; si buttano via stracci e carte inuti-li:pulizia, ci vuole. È vero, ci sporchiamo le mani; ma c’èl’acqua e il sapone a ripulirle più volte.

Moralizzare la vita pubblica, “Il Giornale d’Italia”, 2 gennaio 1958

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T ante forse troppe le cosedette sulla crisi che l’Oc-

cidente sta attraversando.Crisi senza precedente alcu-no. Per questo forse tro v i a-mo tante strampalate teorie ein troppi si affannano a cer-c a re cause, capi d’accusa e ri-medi dell’ultima ora. Dob-biamo diffidare di certi eco-nomisti che non possonoavere nella statistica o nelleteorie economiche stru m e n-ti interpretativi o predittivi.Fidiamoci di più dei politici,almeno di certi che quandoparlano trasudano buon sen-so, piedi saldati a terra e acu-me nel giudicare. Penso allaMerkel, il Cancelliere Tede-sco. Le sue dichiarazioni mihanno colpito perché con po-chi essenziali concetti ha det-to tutto quello che c’e da fa-re. La sua analisi e’ semplice.La crisi sara’ lunga e alla finein Europa né le istituzioni néle politiche saranno più lestesse. Messaggio semplice,di presa di coscienza, di con-sapevolezza. Poi la ricetta:non si può dividere la soli-darietà dalla solidità. Cosefacili da capire e anche dap r a t i c a re vecchie come il

mondo. È la storia della ci-cala e della formica, che pur-troppo, e si vede, non si in-segna più nelle scuole.

Un esempio? Le pensio-ni. Se misuriamo infatti il tas-so di sostituzione – l’impor-to cioè della pensione in per-centuale della ultima re t r i-buzione- in Europa , re s t i a m osbalorditi. Le formiche sonoFrancia e Germania rispetti-vamente al 53 e al 43%, le ci-cale sono Grecia al 95,7% laSpagna all’81%, la Danimar-ca all’ 88% contro una mediaOcse del 59%. Troppe di-stanze insomma, troppo di-verse le scelte ed i sacrificifatti. Alla Grecia e alla Spa-gna si chiedono sacrifici chei cugini tedeschi fanno datempo. Anche l’Italia ha dal a v o r a re. Siamo al 67% e dob-biamo di sicuro diventare piùvirtuosi. Ecco quindi come

la solidarietà si può e devec o n i u g a re con la stabilità deibilanci pubblici. La gara allasolidarietà che c’è stata devec o n t i n u a re in una gara pere s s e re più virtuosi, menospendaccioni, più onesti(pensiamo ai falsi invalidi),meno profittatori.

Più solidarietà per avere soliditàL’esempio tedesco della riforma del sistema pensionisticodi Simone Marconi

> segue da pag. 8

N o rd e Sud secondo i vescovifesteggiamo l’Unità d’Italia per un paese solidaledi Alessandra De Lucia Lumeno

Qualche aspetto analizzato in particolare. Crisi economica - ha inciso profondamente sul Mezzo-

giorno. “I dati negativi si concentrano nelle regioni del Sud,caratterizzate dalla presenza di molte famiglie monore d d i t o ,con un alto numero di componenti a carico, con scarse rela-zioni sociali ed elevati tassi di disoccupazione”.

Giovani e lavoro - serve più formazione al Sud. “La di-soccupazione tocca in modo preoccupante i giovani e si ri-flette pesantemente sulla famiglia”. Per i vescovi “i giovanidel Meridione non devono sentirsi condannati a una peren-ne precarietà che ne penalizza la crescita umana e lavorati-va”. Anche se “non è facile individuare quali possano esserele migliori politiche del lavoro” per il Sud, la Cei chiede allapolitica di puntare sulla “formazione professionale”.

Emigrazione - aiuta ad impoverire il Meridione. I vesco-vi esprimono rammarico tanto per l’emigrazione di giovanida Sud a Nord quanto per il fenomeno del mercato som-merso, “che non è certo un sano ammort i z z a t o re sociale e scon-ta talune palesi ingiustizie intrinseche”.

Demografia - rappresenta, invece, un punto di forza del-l’Italia meridionale. “Il Sud, pur in mezzo a difficoltà econo-miche, continua, per ora, ad avere un tasso di natalità supe-riore alla media nazionale. Questa preziosa risorsa esprimefiducia verso il futuro ed è la prima concreta attuazione del-la speranza nell’accoglienza della vita, manifestando peraltroil legame inscindibile tra condizioni sociali ed economichee questione antropologica”.

Giovani e politica - La Cei, citando un discorso del Papa,afferma che “bisogna favorire in tutti i modi nuove forme dipartecipazione e di cittadinanza attiva, aiutando i giovani adabbracciare la politica, intesa come servizio al bene comuneed espressione più alta della carità sociale”.

Politica e criminalità - Bisogna stigmatizzare le “mafieche avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuo-re di tanti giovani, soffocano l’economia, deformano il voltoautentico del Sud”. “La criminalità organizzata non può enon deve dettare i tempi e i ritmi dell’economia e della poli-tica meridionali, diventando il luogo privilegiato di ogni ti-po di intermediazione e mettendo in crisi il sistema demo-cratico del Paese”.

Educazione contro la mafia - “Non va ignorato che è an-cora presente una cultura che consente alla criminalità or-ganizzata di rigenerarsi anche dopo le sconfitte inflitte dal-lo Stato attraverso l’azione delle forze dell’ordine e della ma-gistratura”. Occorre dunque deplorare la “falsa onorabilità”e l’”omertà diffusa”, ma anche “forme di particolarismo fa-milistico, di fatalismo e di violenza”. Di qui la necessità di “unp reciso intervento educativo, sin dai primi anni di età, per evi-tare che il mafioso sia visto come un modello da imitare”.

I meridionali siano, quindi, protagonisti del proprio ri-scatto. Molti dei “radicali e incalzanti mutamenti” attuali,ammonisce la Cei, “non saranno positivi per il Mezzo-g i o rno, se esso non reagirà adeguatamente e non li tra-s f o rmerà in opportunità”. Con Giovanni Paolo II, i vesco-vi italiani ripetono che spetta “alle genti del Sud essere lep rotagoniste del proprio riscatto, ma questo non dispensadal dovere della solidarietà l’intera nazione”. Essere, quin-di, uomini di speranza e di carità. Un appello ad ogni cit-tadino, fedele, famiglia, istituzione, rappresentante delmondo della politica, dell’economia e della società, aff i n-ché si combatta contro ogni torpore e inerzia mostrandoche i cambiamenti sono possibili.

PROCESSI CIVILI I GIORNI DI ATTESA PER IL IL COSTO ANNUO DEI RITARDI PENDENTI PRIMO GRADO DELLA GIUSTIZIA PER LE IMPRESE

NEL PROCESSO CIVILE5.425.000 960 2,3 miliardi di euro

I PROCESSI PENALI I GIORNI DI ATTESA PER IL IL COSTO ANNUO PENDENTI PRIMO GRADO PER AZIENDA

NEL PROCESSO PENALE3.262.000 426 371 euro

DURATA MEDIA DEI PROCEDIMENTI PENALI IN GIORNICON RITO MONOCRATICO, 1 SOLO GIUDICE

T R E N TO 7 9 C ATANIA 3 9 5 BRESCIA 1 4 7 PERUGIA 4 2 6

BARI 4 2 6 BOLZANO 1 6 1 NAPOLI 5 0 5 PALERMO 533

MILANO 1 8 0 LECCE 536 VENEZIA 2 1 5 SASSARI 589

BOLOGNA 2 2 4 MESSINA 5 9 0 G E N OVA 2 4 7 REGGIO C. 644

ANCONA 2 5 9 C ATANZARO 7 1 6 TORINO 2 7 0 TA R A N TO 7 3 1

C AG L I A R I 3 0 1 C A LTA N I S S E T TA 8 5 8 TRIESTE 3 1 2 P OTENZA 8 7 6

C A M P O BA S S O 3 5 1 SALERNO 9 0 3 L’ AQUILA 3 5 6 ROMA 375

È il parlamentino dei laicinominati dal Santo Pa-

d re da ogni parte del mondo.L’ultimo incontro si è tenutodal 21 al 23 Maggio scorsi.Tema ricorrente è la lotta cul-turale e politica che i laici cat-tolici devono sostenere inogni mozione contro il rela-tivismo e l’agnosticismo.

La battaglia è millenaria,anche se cambiano le forme,p e rché la pretesa dei Poteridi questo Mondo di ridurrein silenzio la verità di Dio sul-l’uomo è sempre la stessa.

Il questo senso l’interv e n-to di Mons. Rylko, card i n a l e ,p residente del Pontificio Con-siglio verso i laici cattolici:• c u s t o d i re e diff o n d e re la di-

mensione etica della de-mocrazia e della politica;

• fattiva presenza negli org a-nismi legislativi senza com-plessi di inferiorità;

• testimoni di Cristo nella co-munità politica;

• alle urne scelte coerenti conla propria fede;

• sentirsi tutti impegnati an-che nelle formazioni politi-che dando sempre pre v a-lenza ai valori cristiani an-che sopra agli interessi deip a rtiti ai quali si appart i e n e .

La plenaria delPontificio Consiglio

per i laicidi Giovanni Fermani

Processi lumaca: la giustizia italiana

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1 2Anno 2010 - N. 2

SERVIREESCLUSIVAMENTE LANAZIONE, L’INTERESSEPUBBLICO ERISPETTARE LE LEGGI.

DEVE PRESTAREADEGUATAATTENZIONE ALLE DOMANDE DEI CITTADINI.

DEVE TENEREINFORMATO IL DIRIGENTEDELL’UFFICIO DEI PROPRI RAPPORTICON GLI ORGANI DI STAMPA.

NON PUÒ USARE IL TELEFONODELL’UFFICIO PERESIGENZE PERSONALI.

NELLA TRAT TA Z I O N EDELLE PRATICHE DEVER I S P E T TARE L’ O R D I N EC R O N O L O G I C O .

NON PUÒ RILASCIAREDICHIARAZIONI ALLA STAMPASE DANNEGGIANOL’IMMAGINEDELL’UFFICIO.

VIETATO ACCETTAREREGALI, ANCHE IN OCCASIONE DI FESTIVITÀ E VIETAT OFARLI AL SUO CAPO.

NON PUÒ PRENDEREIMPEGNI E FAREPROMESSE IN ORDINEA DECISIONI PROPRIEO ALTRUI INERENTIALL’UFFICIO.

NON DEVEACCETTARE DA SOGGETTI DIVERSIDELL’AMMINISTRAZIONE RETRIBUZIONI PER PRESTAZIONIRIGUARDANTI IL SUO LAVORO.

NON DEVE UTILIZZAREL’AUTO DI SERVIZIOPER “TRASPORTAREPERSONE ESTRANEEA L L’ A M M I N I S T R A Z I O N E ” .

DEVE COMUNICARE LE PROPRIEPARTECIPAZIONIAZIONARIE, SE DA QUESTE PUÒDERIVARE UN CONFLITTO DI INTERESSI.

NON PUÒ SFRUTTARELA SUA POSIZIONEPER OTTENEREVANTAGGI.

Con i regali al caposi finisce nei guaiEcco gli obblighi del dipendente pubblico

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Una finestra aperta sui derivati nella finanza stru t t u r a t adi Alessandra De Lucia Lumeno

C o m p rendono principalmente: CDS (CREDIT DEFA U LTSWAP), scommesse sull’inadempienza di una società rispet-to a un debito che essa ha contratto; CBO (COLLATERALI-ZED BOND OBLIGATIONS) costituiti da bond cioè da un’ag-gregazione di obbligazioni con rischio diverso; CDO (COL-LATERALIZED DEBT OBLIGATIONS) costituiti da diversitipi di ASSET (bond, titoli, mutui ipotecari, prestiti com-merciali).

Come nascono i derivati? Prima di tutto c’è un originatorche detiene il sottostante il cui valore viene trasferito a un SPVo SPE (special purpose vehicle o entity) che è gestito da untrustee o una partnership in un paradiso fiscale. L’SPV emet-te delle tranche, delle notes da vendere sul mercato degli in-vestitori, di diverse classi: senior, mezzanine, junior e equity(dalla prima all’ultima il rischio aumenta in modo progres-sivo considerevolmente, quindi anche il rendimento, machiaramente diminuisce il rating, la valutazione dei prodot-ti finanziari). L’asset manager si occuperà della gestione del-le notes che verranno vendute agli ignari investitori, i qualisi fideranno del rating elevato, ma non sapranno in realtà incosa realmente consistono i titoli acquistati.

In Italia la legislazione è piuttosto restrittiva, infatti pos-sono commerc i a re in prodotti derivati solo gli operatori qua-lificati, con una certa competenza e diligenza professionale,i quali devono garantire una prudente e sana gestione del pa-trimonio finanziario dei clienti, proteggendoli da investi-menti palesemente rischiosi o dannosi. La funzionalità spe-culativa è riservata agli investitori istituzionali e le informa-zioni devono sempre essere chiare, aperte e corrette. Nono-stante ciò, la globalizzazione dei mercati finanziari ha pro-dotto elevati danni anche in Italia. La massa di derivati cir-colante nel mondo ammonta a 300 trilioni di dollari, di cuicento depositati nelle banche statunitensi.

CLASSIFICA DELLA GRADUATORIA BANCA MONDIALESUL SISTEMA GIUDIZIARIO CIVILE

PAESE GRADUATORIA TEMPI (giorni)2008 Durata stimata di un procedimento

(181 PAESI) di recupero di un credito originatoda una disputa commerciale.

ITALIA 156° 1.210

CANADA 58° 570

SPAGNA 54° 515

MEDIA OCSE 33° 462,7

G. BRETAGNA 24° 404

GIAPPONE 21° 316

FRANCIA 10° 331

GERMANIA 9° 394

USA 6° 300

•S t u p i d a r i o•

L E G H I S TA

“ENZO LA T R OTA è diventato

c o n s i g l i e re re g i o n a l e ”

Alla fine Renzo Bossi cel’ha fatta; è stato elettoc o n s i g l i e re alla re g i o n eL o m b a rdia. È confort a n t et ro v a re conferma che an-che la Lega, il partito con-t ro Roma ladrona, contro it e rroni e contro il nepoti-smo sudista sa cedere alleragioni del cuore e della( p ropria)famiglia.

A l t ro che duri e merito-cratici. Ma che Padania! Di-vidiamo l’Italia in Te rro n i adel Nord e Te rronia delSud; dov’è la diff e renza seper emerg e re basta essereil figlio del Boss(i)?

Regno Unito 38.147

Svizzera 36.063

Giappone 34.445

Stati Uniti 30.774

Germania 29.570

Francia 26.010

Spagna 24.632

ITALIA 21.374

Portogallo 19.150

Rep. Ceca 14.540

Turchia 13.849

Polonia 13.010

La diff e renza tra costo del lavo-ro e retribuzione netta il cosid-detto “cuneo” arriva invece a pe-s a re per il 46,5%. L’Italia è così al 6° posto dei pae-si OCSE per il più alto valore delcuneo fiscale e contributivo.

SALARIO MEDIO ANNUO NETTO A PARITÀ DI POTERE

D’ACQUISTO (DOLLARI)