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Donato Rotundo Area Ambiente & Energia IV Conferenza: Le bioraffinerie nel quadro della strategia europea sulla bioeconomia Le opportunità di sviluppo delle bioenergie e della chimica verde nelle aree agricole marginali

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Donato Rotundo

Area Ambiente & Energia

IV Conferenza: Le bioraffinerie nel quadro della strategia europea sulla bioeconomia

Le opportunità di sviluppo delle bioenergie e della chimica verde nelle aree agricole marginali

A fianco delle imprese

• Essere l’espressione delle imprese agricole

• Puntare sulle imprese che hanno una valenza economica, competitive ed in grado di essere sul mercato perché solo incrementando la loro attività – e quindi in prima battuta la produzione e la produttività - si potrà conseguire maggiore crescita e maggiore occupazione.

• Raccontare l’agricoltura per ciò che rappresenta nella sua realtàcon i suoi problemi, le sue potenzialità, con le mille soluzioni percorse dalle imprese, nel food, feed e non food,

• Evitando di rappresentare l’agricoltura attraverso immagini, ideali, slogan che tendono più a dare lustro evanescente al sistema di rappresentanza verso l’opinione pubblica che a dare riposte concrete all’agricoltura.

• produttività,

• sostenibilità economica ambientale e sociale,

• innovazione,

• internazionalizzazione

• reti di impresa

• territori

• sono i temi sfidanti dei prossimi anni.

Riforma della Pac “verso il 2020” che è sempre più:

• smart-intelligente, competitività basata sulle conoscenze. Ricerca, innovazione, trasferimento di know how e di saperi devono essere la cifra cui ispirare gli interventi;

• sustainable-sostenibile processi produttivi che siano economicamente validi dal punto di vista del mercato, che garantiscano un utilizzo razionale delle risorse naturali e che abbiano positivi risvolti sul tessuto sociale.

• inclusive-inclusiva, promuovere interventi capaci di integrare il più possibile le aree rurali alle altre che oggi possono godere di un reddito medio decisamente superiore.

La sostenibilità ambientale

In base ai regolamenti approvati ben il 30% delle risorse dei pagamenti diretti (primo pilastro) e il 30% delle risorse dello sviluppo rurale (secondo pilastro) dovranno essere vincolati ad interventi ed impegni a tutela della biodiversità, del paesaggio e in genere dell’ecosistema.

Quasi 2 miliardi di euro l’anno, quasi il 10% del valore aggiunto del settore, e quasi 14 miliardi di euro nei sette anni; una quota consistente dei trasferimenti comunitari alla nostra agricoltura.

E si tratta di una stima di minima. In realtà anche la rimanente parte della spesa dovrà tenere conto della sostenibilità ambientale promuovendo ad esempio una migliore gestione delle risorse naturali; azioni per il mitigamento del cambiamento climatico e per fronteggiarne gli effetti; per promuovere le energie da fonti rinnovabili.

OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE (RAFFORZARE LA RICERCA, LO SVILUPPO TECNOLOGICO E L'INNOVAZIONE)

Per ciò che concerne la ricerca e l’innovazione nei settori agricolo, agro-alimentare e forestale, la declinazione delle azioni terrà conto in via prioritaria di ulteriori specifiche esigenze, relative a:

1) il miglioramento della sostenibilità ambientale dei processi produttivi (tecniche di produzione a basso impatto e uso più efficiente di input – acqua, nutrienti e antiparassitari);

2) l’adattamento dei processi produttivi ai cambiamenti climatici, alla protezione del suolo e alla prevenzione dei rischi naturali;

3) la produzione di soluzioni tecnologiche e organizzative che contribuiscano a migliorare la redditività sostenibile dei processi produttivi;

4) la produzione e l’ adattamento delle varietà in funzione di una maggiore qualitàe salubrità per il consumatore, anche attraverso una valorizzazione del patrimonio genetico locale;

5) il miglioramento del rendimento energetico delle produzioni, sia riducendo il consumo di energia che migliorando tecnologie e metodi di produzione di bioenergie da rinnovabili, residui e scarti del processo produttivo.

Strategia di messa a punto e trasferimento delle innovazioni, attuata dai Gruppi Operativi del PEI (Partenariato Europeo per l’Innovazione), destinati a favorire una maggiore connessione tra la ricerca e la pratica agricola e a incoraggiare un’applicazione piùdiffusa delle misure di innovazione e a creare o rafforzare i legami tra agricoltura e gli altri settori dell’economia.

I GO saranno il luogo in cui vengono messe a punto e sviluppate le nuove idee, in sinergia col mondo della ricerca, e consolidate eapplicate nel tessuto produttivo tramite attività di formazione, informazione e consulenza. Essi interverranno attraverso proposte progettuali, anche a scala interregionale per accrescere l’impatto delle soluzioni tecnologiche e/o organizzative oggetto di trasferimento.

OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE (RAFFORZARE LA RICERCA, LO SVILUPPO TECNOLOGICO E L'INNOVAZIONE)

Articolo 35 Reg. 1305/13

• Cooperazione

a) rapporti di cooperazione tra diversi operatori del settore agricolo, del settore forestale e della filiera alimentare nell'Unione, e altri soggetti che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi e delle priorità della politica di sviluppo rurale, tra cui le associazioni di produttori, le cooperative e le organizzazioni interprofessionali;

b) la creazione di poli e di reti;

c) la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura di cui all'articolo 56.

La cooperazione riguarda in particolare i seguenti aspetti:

a) progetti pilota;

f) azioni congiunte per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi;

g) approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali in corso, inclusi la gestione efficiente delle risorse idriche, l'uso di energia rinnovabile e la preservazione dei paesaggi agricoli;

h) cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per l'approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nellaproduzione di alimenti e di energia e nei processi industriali;

Le reti di impresa

• Un supporto in questa direzione lo stanno dando e lo daranno sempre più le reti di impresa, istituto innovativo del nostro sistema produttivo che realizza un modello di collaborazione tra imprese che consente, pur mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi nell’ottica di incrementare la capacità innovativa e la competitività sul mercato. Il nuovo strumento contrattuale risponde sostanzialmente all’esigenza di favorire i processi di aggregazione e cooperazione fra le imprese.

• Esigenza che è stata già colta dal settore agricolo attraverso diverse iniziative in rete con il sistema agroindustriale ed il mondo della ricerca per promuovere l’innovazione di prodotto e di processo e di filiera, anche con approfondimenti tematici in specifici progetti con primari gruppi industriali.

• Ulteriore sviluppo delle reti di impresa deriverà dalle novità introdotte dal DL competitività 91/2014, che interessano specificatamente il settore agricolo.

• L’obiettivo oggi è di far conoscere a tutti le opportunità che offre questo nuovo modello di aggregazione interimprenditoriale che da la possibilità di sviluppare iniziative specifiche proprio sull’efficienza dei sistemi produttivi, compresi quelli energetici e della chimica verde, e sulla sostenibilità.

OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI (PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, IL SETTORE AGRICOLO E IL SETTORE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA)

• le filiere corte e, più in generale, quelle filiere che richiederebbero un “accorciamento” delle relazioni tra produttori e mercati, che produca vantaggi sia per il settore primario, in termini di maggior quota di valore aggiunto incamerato da esso, sia per i consumatori, in termini di migliori prezzi e maggior beneficio per la qualità della produzione;

• le filiere agricole e agro-alimentari con un forte radicamento e riconoscibilitàterritoriale (DOP, IGP, marchi collettivi, ecc.), che richiedono non solo una migliore organizzazione delle relazioni, ma anche un potenziamento della competitività attraverso investimenti di ammodernamento e razionalizzazione dei processi di produzione, trasformazione e commercializzazione, valorizzazione dei paesaggi tipici. Le filiere agricole, agro-alimentari e forestali ordinarie potranno ricorrere alla forma del Progetto Integrato di Filiera (PIF), ai processi di cooperazione nei processi produttivi e alle reti di imprese.

• le filiere non-food, tra le quali una priorità andrà assegnata a quelle per la produzione di energie rinnovabili (reflui zootecnici e sotto-prodotti delle lavorazioni agricole e agro-industriali) e la filiera foresta-legno e altre (bioplastica, biomateriali, mangimi animali, ecc.).

• Le filiere agricole, agro-alimentari e forestali e quelle non-food potranno ricorrere alla forma del Progetto Integrato di Filiera (PIF), a forme di cooperazione nei processi produttivi e alle reti di imprese. Anche in tali forme di intervento la selezione delle singole operazioni deve seguire procedure competitive.

• Al fine di rimuovere i limiti alla competitività dei territori rurali e delle filiere agro-alimentari, soprattutto laddove vi siano vincoli strutturali esterni non superabili dalle singole imprese, saranno promossi servizi alle imprese, infrastrutture, reti logistiche, ecc.

OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI (PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, IL SETTORE AGRICOLO E IL SETTORE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA)

Contratti Quadro siglati da Confagricoltura nell’ambito della produzione elettrica da biomasse.

• Nel corso del 2012, su richiesta di diversi operatori elettrici, sono stati sottoscritti da Confagricoltura diversi contratti quadro volti ad implementare delle filiere agroenergetiche a carattere interregionale. Di seguito sono sinteticamente riportate le diverse iniziative in essere.

• Contratto Inalca-Assocarni (biomasse animali/vegetali, utilizzo del digestato)

• Contratto Bonollo (sottoprodotti vinificazione, biomasse legnose/vegetali)

• Contratto Cofely – San Marco Bioenergie– Fusine energia (biomasse legnose)

• Contratto Assitol-Assoelettrica (oleaginose)

• Contratto Assograssi-Assoelettrica-Assocarni (oli da sottoprodotti di origine animale - SOA)

Puntare sulla “Economia circolare” e sulla “bioeconomiabasata sulla conoscenza”

• La stessa Unione Europea è convinta che solo il passaggio da una economia lineare (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) ad una economia circolare in cui i materiali biologici siano reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera, possa consentire di raggiungere gli obiettivi al 2030 sulla riduzione delle emissioni (comunicazione Commissione UE del 2 luglio 2014 “Verso una economia circolare: un programma rifiuti zero per l'Europa”).

• L’utilizzo di residui derivanti dalle prime attività di raccolta e di sottoprodotti derivanti dalla trasformazione come materie prime per altre attivitàeconomiche deve essere promosso in modo da avere imprese più competitive, mantenere l’occupazione e creare posti di lavoro nelle zone rurali.

• Ripensare, ridefinire, ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare le risorse èl’approccio che è al centro dell’economia circolare, che soprattutto nei settori dell’agricoltura e della silvicoltura, è strettamente collegato alla ricerca ed all’innovazione, al fine di generare nuove idee e sviluppare ulteriormente quelle giàesistenti.

Obiettivo Tematico 4 - Energia sostenibile e qualità della vita (Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori)

• per massimizzare le ricadute economiche a livello territoriale, la politica di coesione incentiverà il risparmio energetico nelle strutture e nei cicli produttivi anche attraverso l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto e agevolando la sperimentazione e laddove possibile la diffusione di fonti energetiche rinnovabili per l’autoconsumo. Per ciò che riguarda l’efficientamento delle strutture produttive una attenzione specifica andrà rivolta alle imprese agricole e agro-alimentari, con interventi volti al risparmio energetico in particolare di quelle strutture ad alto impiego di energia (es. serre).

• La produzione di energia nell’ambito delle politiche di coesione saràprincipalmente orientata all’autoconsumo ovvero la dimensione degli impianti dovrà essere commisurata ai fabbisogni energetici, e l’immissione in rete sarà incentivata solo nelle aree dove saranno installati sistemi di distribuzione intelligente dell’energia (smart grids) la cui diffusione rappresenta uno dei risultati da perseguire con determinazione nel 2014-2020.

• Nell’ambito dello sviluppo rurale, in aggiunta all’autoconsumo, la produzione di energia potrà costituire anche una forma di diversificazione del reddito. escludendo qualsiasi sostegno alla produzione di biocombustibili derivanti da produzione agricola dedicata.

• Il settore agricolo, agro-alimentare e forestale manifesta notevoli potenzialità per la produzione di energia rinnovabile. La produzione di energia sarà sostenuta infatti attraverso lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie, anche in coerenza con la strategia per le aree interne.

• gestione attiva delle foreste in modo da garantire l’avvio di filiere corte realizzando anche piattaforme logistiche e reti per la raccolta e da una riutilizzazione dei residui dei processi produttivi agricoli e agro-alimentari.

• impianti di energia solare, sia a scopo di produzione di energia elettrica sia di produzione di calore, ma a condizione che si tratti di interventi di piccola e media dimensione, che non consumino suolo.

• valorizzazione energetica dei reflui zootecnici e delle altre deiezioni solide e liquide e dei residui delle filiere agricole e dell’agroindustria, anche in stretto collegamento con i progressi ottenuti dalla ricerca secondo quanto evidenziato nell’Obiettivo Tematico 1.

• valorizzazione delle biomasse forestali per l’approvvigionamento di piccoli e medi impianti per produzione combinata di calore ed energia.

• In relazione alla produzione di energia ottenuta andrà anche progettata l’estensione di smart grids nelle aree rurali, a carico del FESR e in complementarietà con il FEASR.

5) incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:

a) rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura;

b) rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare;

c) favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia;

d) ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura;

e) promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;

La Pac 2014 – 2020regolamento 1305/13 sviluppo rurale

• Individuazione di nuovi obiettivi da parte dell’Unione Europea al 2030-50

• Generazione distribuita e distretti energetici

• Portare sempre più al centro dell’attenzione l’efficienza energetica

• Produzione termica e teleriscaldamento

• Riflessione sui biocarburanti, sviluppo del biometano

• Piccoli impianti per la produzione elettrica (minieolico e miniidrico)

• Piccoli impianti in cogenerazione (biogas e biomasse)

• Maggiore attenzione ai sottoprodotti

• nuove infrastrutture e soprattutto nuove regole in grado di far decollare definitivamente le rinnovabili

• smart grid energetiche, gestione innovativa delle reti di distribuzione, perchéaiuta la generazione più efficiente attraverso un sistema sempre più integrato, dove si avvicina e scambia energia in rete, integrata con impianti di accumulo

• basi normative e regolamentari per favorire la creazione di reti private e sistemi locali di utenza, le SEU

2a fase di sviluppo delle fonti rinnovabili

Interventi sul sistema incentivante …..e non solo

Art. 1 del decreto Legge n.145/13 (“Destinazione Italia”) convertito nella legge n. 9/2014

• abolizione dei prezzi minimi garantiti;

• rimodulazione volontaria degli incentivi alla produzione elettrica da fonti rinnovabili.

Art. 26 del decreto legge n. 91/14 (“Competitività) convertito nella legge n. 116/14:

• rimodulazione obbligatoria degli incentivi.

Art. 22 del decreto legge n. 66/14 (“Competitività e giustizia sociale) convertito nella legge 89/14

• Tassazione impianti fotovoltaici, a biogas e biomasse agricoli.

DM Effluenti:

• Limite all’utilizzo delle colture ai fini dell’utilizzazione agronomica del digestato

Effetti negativi

• pessimo ritorno d’immagine e di credibilità poiché verrebbero minati i principi dello stato di diritto e della Costituzione;

• importante battuta d’arresto nel riposizionamento dell’Italia nell’Unione Europea, che in più occasioni si è espressa sulla necessità di evitare norme simili;

• gli investitori, che hanno fatto affidamento su contratti certi firmati con un’azienda dello Stato Italiano (GSE), congeleranno tutti i progetti di sviluppo in Italia e il piano infrastrutturale verràboicottato;

• il sistema del credito avrà forti sofferenze e rallenterà la ripresa economica del Paese;

• Rischio elevato di fallimento per gli operatori, con seri impatti occupazionali e gravi impatti anche sul sistema bancario;

• Perdita di importanti entrate fiscali per un valore pari a oltre 600 milioni di euro.

Clima ed energia: obiettivi UE per un'economia competitiva, sicura e a basse emissioni di carbonio entro il 2030

• Un obiettivo vincolante per la riduzione dei gas serra: elemento centrale della politica climatica ed energetica dell’UE per il 2030, l’obiettivo di ridurre le emissioni del 40% al di sotto del livello 1990 verrebbe raggiunto unicamente mediante misure interne. La riduzione annua del massimale delle emissioni dei settori compresi nel sistema ETS dell’UE aumenterebbe passando dall'attuale 1,74% al 2,2% dopo il 2020. Le emissioni dei settori che non rientrano nel sistema ETS dovranno ridursi del 30% al di sotto del livello 2005; questo sforzo sarebbe ripartito equamente tra gli Stati membri.

• Un obiettivo vincolante sulle energie rinnovabili a livello dell'UE: le energie rinnovabili svolgeranno un ruolo chiave nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo. Sospinto da un approccio maggiormente orientato al mercato e con condizioni propizie per le tecnologie emergenti, l'obiettivo vincolante di almeno il 27% di energie rinnovabili a livello dell’UE entro il 2030 si accompagna a notevoli benefici in termini di bilancia commerciale energetica, ricorso a fonti di energia locali, posti di lavoro e crescita. È necessario stabilire un obiettivo in materia di energia a livello dell’UE per stimolare la continuitàdegli investimenti nel settore.

Le previsioni al 2030 (UE 2011) indicano che in Europa:

- il 30% della produzione di composti chimici sarà biobased e riguarderà composti di chimica fine e prodotti ad elevato valore aggiunto per oltre il 50%;

- il 25% dell’energia per trasporti sarà derivata dalla biomassa con una incidenza crescente dei biocarburanti utilizzati nel trasporto aereo;

- il 30% dell’energia elettrica e termica in Europa sarà generato dalla biomassa.

- Il mercato per fibre di origine biologica e polimeri, come viscosa, fibra di carbonio, bioplastiche, biocompositi e derivati della nano-cellulosa, continuerà a crescere aggiungendosi a quello dei prodotti innovativi per la bioedilizia e più tradizionali quali la carta. Si svilupperà una nuova generazione di composti chimici biobased per i settori cosmetico, farmaceutico, per la cura della persona e per l’agricoltura, l’industria aereonavale, il settore automobilistico e i fluidi speciali per l'industria.

Produzione di energia elettrica e coogenerazionePiccoli impianti a biomasse e biogasMinieolicoMinidrico

Produzione di energia termica

BiocarburantiBioraffinerie

Azienda agricola

Produzione diretta di energia Fornitura di biomasse

Biometano

Efficienza energeticaCertificati bianchi

teleriscaldamento

Un po’ di dati……………….

45% di incidenza della generazione elettrica da fonti rinnovabili sul mix energetico

Più di 1.200 MW di biogas e biomasse installati nel solo settore agricolo.

Almeno 2.700 MW di impianti fotovoltaici installati in agricoltura (1/3 di potenza inferiore a 200 kW).

Un investimento di circa 6,8 mln ogni MW installato per gli impianti a biogas e biomasse (quasi 8 miliardi complessivi);

Circa 13 miliardi nel settore del fotovoltaico agricolo.

Nel solo settore del biogas gli addetti impiegati stabilmente sono più di 10.000 unità senza contare l’indotto generato nel settore industriale e della meccanica agraria.

Quadro di riferimento nazionale

Piano di azione nazionale sulle fonti rinnovabili giugno 2010

Linee guida autorizzazioni DM 10 settembre 2010

Decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011 di recepimento della Direttiva Europea

DM 15 marzo 2012 (DM Burden sharing)

Produzione elettrica: Decreto 5 luglio 2012 (fotovoltaico), Decreto 6 luglio 2012 (altre FER)

Decreto 28 dicembre 2012 (conto termico)

Decreto 28 dicembre 2012 (certificati bianchi)

Strategia Energetica Nazionale

Legge 90/2013 (efficienza energetica)

Decreto 5 dicembre 2013 (biometano)

Piano sulle bioenergie

Decreto 10 ottobre 2014 (biocarburanti)

In corso di elaborazione

Decreto digestato

Decreto 10 ottobre 2014 (biocarburanti)

Art. 2. Definizioni

1. Ai fini del presente decreto si intende per:

b) biocarburanti: carburanti liquidi o gassosi ricavati dalla biomassa utilizzati nei trasporti, indicati, con le relative specifiche convenzionali, nell'Allegato 1, compresi i biocarburanti avanzati di cui alla successiva lettera c);

c) biocarburanti avanzati: biocarburanti e altri carburanti prodotti esclusivamente a partire dalle materie prime elencate nell'allegato 3 parte A ad esclusione delle materie prime elencate nell'allegato 3 parte B.

Allegato 3Parte A. Materie prime e carburanti che danno origine a biocarburanti contabilizzabili come avanzati

a) Alghe se coltivate su terra in stagni o fotobioreattori.b) Frazione di biomassa corrispondente ai rifiuti urbani non differenziati, ma non ai rifiuti domestici non separati soggetti agli obiettivi di riciclaggio di cui all'art. 11, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2008/98/CE.c) Rifiuto organico come definito all'art. 3, paragrafo 4 della direttiva 2008/98/CE, proveniente dalla raccolta domestica e soggetto alla raccolta differenziata di cui all'art. 3, paragrafo 11 di detta direttiva, ovvero rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dagli impianti dell'industria alimentare.d) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti industriali non idonei all'uso nella catena alimentare umana o animale, incluso materiale proveniente dal commercio al dettaglio e all'ingrosso e dall'industria agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, ed escluse le materie prime elencate nella parte B del presente allegato.e) Paglia.f) Concime animale e fanghi di depurazione.g) Pece di tallolio.h) Glicerina grezza.i) Bagasse.j) Vinacce e fecce di vino.k) Gusci.l) Pule.m) Tutoli ripuliti dei grani di mais.n) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti e ai residui dell'attività e dell'industria forestale quali corteccia, rami, prodotti di diradamenti precommerciali, foglie, aghi, chiome, segatura, schegge, liscivio nero, liquame marrone, fanghi di fibre, lignina e tallolio.o) Altre materie cellulosiche di origine non alimentare materiali che includono residui delle colture alimentari e della mangimistica (quali ad esempio paglia, bucce, gusci, foglie, steli, stocchi e tutoli di mais), colture dedicate a basso contenuto di amido (quali ad esempio Panicum Virgatum, Miscanthus Giganteus, Arundo Donax), residui di lavorazione industriale (quali ad esempio i residui di colture alimentari o della mangimistica, ottenuti a seguito di estrazione di oli vegetali, zuccheri, amidi e proteine) e materiali da rifiuti organici. Questi materiali sono composti principalmente da cellulosa ed emicellulosa.p) Altre materie ligno-cellulosiche materiali composti da lignina, cellulosa ed emicellulosa quali biomasse legnose forestali residuali (quali ad esempio quelle ottenute da pulizie dei boschi e manutenzioni forestali), colture dedicate legnose, residui escarti dell'industria collegata alla silvicoltura, eccetto tronchi per sega e per impiallacciatura.q) Combustibili rinnovabili liquidi e gassosi di origine non biologica.

anno 2015 = 5,0% di biocarburanti;

anno 2016 = 5,5% di biocarburanti;

anno 2017 = 6,5 % di biocarburanti;

anno 2018 = 7,5 % di biocarburanti di cui almeno 1,2 % di

biocarburanti avanzati;

anno 2019 = 9,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,2 % di biocarburanti avanzati;

anno 2020 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,6 % di biocarburanti avanzati;

anno 2021 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,6 % di

biocarburanti avanzati;

dall' anno 2022 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 2,0

% di biocarburanti avanzati;

• Valorizzazione energetica dei terreni marginali. E' un argomento di fondamentale importanza per l'ulteriore sviluppo delle agroenergie anche attraverso coltivazioni specifiche. Potrebbe essere un grande volano per la ripresa dell'agricolturanelle aree insulari e del Sud Italia;

• Definizione di una strategia e opportunità per lo sviluppo delle bioraffinerie, pilastro centrale della strategia sulla bioeconomiaeuropea, in grado di convertire in maniera selettiva e ambientalmente sostenibile biomasse, residuali e non, in un ampio spettro di prodotti nuovi e/o competitivi.

L’utilizzo dei suoli delle rinnovabili

Se si esaminano le coltivazioni dedicate alla produzione di energia nel 2012 abbiamo il seguente quadro:

• 3.500 ha di pioppicoltura in SRF per impianti cogenerativi di combustione;• 26.000 ha di colza, 18.000 ha di girasole e 15.000 ha di soia per impianti ad oli

vegetali;• 189.000 ha tra mais, sorgo, erba medica e triticale per impianti a biogas.

Della potenza fotovoltaica installata in Italia a fine 2012 (16.400 MW), il 15% èrelativo ad impianti realizzati in aziende agricole (60% industria, 13% terziario, 12% domestico). Considerando che circa il 45% del FV installato a livello nazionale è a terra, i suoli agricoli occupati possono variare tra i 2.400 ha (prendendo a riferimento la sola potenza FV in agricoltura) e 4.900 ha (rispetto alla potenza complessivamente installata).

In totale meno di 260.000 ha dedicati alle agro-energie che rappresentano circa il 2% della SAU totale (12.856.047 ha).

Inoltre è possibile confrontare questo dato con i 547.723 dei terreni a riposo, con i 166.405 ha non più utilizzati dal settore bieticolo o i 8.301 ha dal tabacco.

Uno studio europeo sui terreni a rischio di abbandono

Identificazione del rischio di abbandono dei terreni agrari:

• bassa stabilità aziendale (basso reddito, mancanza di investimenti, vecchiaia)

• contesto negativo regionale (mercato fondiario debole, bassa densità abitativa, distanze)

L'estensione attuale dei terreni agricoli abbandonati èdifficile da misurare.

Problemi di disponibilità e risoluzione dei dati impediscono una valutazione più dettagliata della situazione.

Il rischio è comunque più elevato lungo i confini meridionali e orientali dell'UE e nel nord-ovest dell'Irlanda.

Le misure della PAC possono contrastare il rischio di abbandono dei terreni agrari.

Forestazione ed arboricoltura da legno

• Sebbene negli ultimi 50 anni la superficie forestale nazionale è raddoppiata passando da 5 a circa 11 milioni di ettari (di cui il 65% è gestito da privati), le attivitàselvicolturali si sono ridotte, con la conseguenza che poco meno della metà della superficie forestale risulta abbandonata o in libera evoluzione.

• Si può stimare che a partire dal 1990 circa 1.500.000 ha sono stati persi dall'agricoltura a beneficio di una superficie forestale non gestita ciò significa:aumento del pericolo di incendi; riduzione della fruibilità del territorio; perdita di valore paesaggistico; aumento dei rischi idrogeologici.

La programmazione 2014-2020 e la sostenibilità ambientale

• Greening

• Condizionalità

• Misure agroambientali

Il greening

Con la riforma è stato previsto che il 30% del budget destinato ai pagamenti diretti (i pagamenti che spettano indistintamente a tutti gli ettari di superficie agricola europea) siano utilizzati per l“inverdimento”(greening appunto) cioè per compensare precisi impegni di natura ambientale, del paesaggio e a tutela della biodiversità.

I seminativi non potranno più essere coltivati in monocoltura ma si dovrà effettuare la “diversificazione” con almeno due (per le aziende con 10-30 ha) o almeno tre (per le aziende superiori a 30 ha) specie diseminativi coltivati contemporaneamente in azienda.

Le foraggere non potranno più essere convertite in seminativi.

E soprattutto ogni azienda dovrà destinare almeno il 5% (dal 2018 forse il 7%) della sua superficie ad “aree a focus ecologico”: terrazzamenti, siepi, elementi paesaggistici, fasce tampone etc.

La competitività delle bioraffinerie

• multi prodotto

• inserite sul territorio (utilizzo biomasse locali)

• sicurezza dell’offerta di biomassa con disponibilità di biomassa della qualitàrichiesta a prezzi competitivi

• ritorni adeguati per gli agricoltori

• maggiore connessione tra attori appartenenti tradizionalmente a filiere diverse (agricola,

• forestale, chimica, energetica) sviluppare modelli organizzativi e logistici per favorire l’interazione fra i diversi attori economici e sociali che compongono le filiere a fini energetici e industriali.

• utilizzo delle aree marginali,

• sfruttare e valorizzare le frazioni organiche di scarto.

• Creare sinergie tra food feed e non food anche con supporto di tecnologie innovative

• l’ottimizzazione dell’utilizzo delle biomasse attraverso la realizzazione di sistemi,

• macchine e impianti innovativi per la gestione integrata delle differenti tipologie delle stesse, dalla raccolta, allo stoccaggio, all’eventuale pretrattamento, che ne massimizzino il valore economico;

I presupposti della filiera:

• impegno contrattuale pluriennale;

• pagamento differenziato in funzione della qualità del prodotto;

• modalità innovative di determinazione del prezzo;

• riduzione del costo di produzione:

• miglioramento management;

• economie di scala attraverso accordi con fornitori mezzi tecnici e programmazione fabbisogni;

• economie nell’uso di macchine ed attrezzi;

• agricoltura a basso input;

• aumento della PLV:

• valorizzazione coprodotti per alimentazione animali;

• intervento sui costi di impianto

Oggetto: Proposta di misura a sostegno della coltivazione di prodotti non alimentari in aree marginali/difesa del suolo da dedicare alla produzione di bioprodotti e bioenergie.

Tipo di sostegno: pagamento annuale ad ettaro

Superficie ammissibile: aree marginali (incolto/improduttivo) o aree da sottoporre a bonifica ambientale, terreni a riposo per impegni del precedente psr (set aside pluriennale);

Impegno agricoltore: sottoscrizione della misura per almeno 3 anni.

La misura ha la finalità di:

garantire il mantenimento del reddito agricolo nelle aree degradate anche favorendo la riconversione aziendale e creando nuove opportunità di occupazione;

favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto residui, ecc. non alimentari ai fini della bioeconomia;

salvaguardare l’integrità del suolo agricolo prevenendo fenomeni di perdita di suolo da erosione e dissesto idrogeologico;

ridurre le emissioni di gas climalteranti incrementando la capacità di sequestro di carbonio.

La sostenibilità e le rinnovabili i temi su cui puntare

• Promuovere un modello di azienda agricola che a medio termine sia energeticamente indipendente grazie al mix di fonti rinnovabili e ove possibile dagli incentivi. Anche se l’agricoltura complessivamente non pesa molto sui consumi nazionali (poco più del 2% considerando solo la produzione agricola) ci sono filiere energivore in cui i costi di produzione collegati all’energia sono dell’ordine del 10/15% rispetto al fatturato ma che possono superare anche il 25-30% come nel caso della serricoltura e della piscicoltura.

• In questa direzione occorre favorire l’autoconsumo aziendale liberandolo dai diversi oneri che ancora oggi ne frenano lo sviluppo.

• Proseguire nelle politiche dirette ad incentivare l’efficienza energetica. Occorre un ulteriore sforzo in termini di informazione e formazione per sensibilizzare le imprese agricole. Inoltre sui certificati bianchi oltre alle serre si possono prevedere ulteriori schede standardizzate per l'agricoltura.

Nell'ambito delle politiche rivolte ad agevolare tramite detrazioni fiscali le ristrutturazioni edilizie promuovere la rimozionedell’amianto abbinato al fotovoltaico anche ai beni strumentali.

• Produzione termica e teleriscaldamento. Occorre un maggiore sforzo per valorizzare la nostra risorsa agroforestale che conta circa 11.000.000 di ha di cui gran parte versano in stato di abbandono.

• Definizione di una strategia e opportunità per lo sviluppo delle bioraffinerie, pilastro centrale della strategia sulla bioeconomiaeuropea, in grado di convertire in maniera selettiva e ambientalmentesostenibile biomasse, residuali e non, in un ampio spettro di prodotti nuovi e/o competitivi.

• Puntare con decisione allo sviluppo del biometano.

E' il nostro biocarburante di eccellenza. E' anche il proseguo di un percorso innovativo iniziato con il biogas che sta portando a veri e propri laboratori tecnologici inseriti nelle imprese agricole: produzione energie elettrica, termica, produzione di fertilizzanti e nuove possibilità con la chimica verde. Nuove attività sempre più integrate in una impresa agroalimentare moderna.

• Piccoli impianti per la produzione elettrica (minieolico e mini-idrico).

Ci sono ancora grandi opportunità di sviluppo nel settore agricolo. Il considerare anche queste attività connesse all'attività agricola agevolerebbe gli investimenti.

• Piccoli impianti in cogenerazione (biogas e biomasse).

Occorre aprire un dibattito sui nuovi strumenti di sostegno alle agroenergie in vista della scadenza del 2015 (piccoli impianti a biomasse, biogas, eolico, idroelettrico). Per quanto riguarda le biomasse ed il biogas occorre sempre tener presente le difficoltà a raggiungere la grid parity.

• Maggiore attenzione ai sottoprodotti e più in generale alle biomasse di integrazione: per tali motivi i maggiori incentivi dedicati all'uso dei sottoprodotti devono essere accompagnati da norme chiare che ne permettano il facile utilizzo. Sono anni che si attende il decreto per l'utilizzazione agronomica del digestato e da alcuni mesi è pronto il decreto sull'utilizzo energetico dei sottoprodotti ancora fermo al Ministero dell'Ambiente.

• Valorizzazione energetica dei terreni marginali. E' un argomento di fondamentale importanza per l'ulteriore sviluppo delle agroenergie anche attraverso coltivazioni specifiche. Potrebbe essere un grande volano per la ripresa dell'agricoltura nelle aree insulari e del Sud Italia;

• Potenziamento delle infrastrutture ed in particolare delle reti e soprattutto nuove regole in grado di far decollare definitivamente le rinnovabili.

• Smart grid energetiche, gestione innovativa delle reti di distribuzione, perché aiuta la generazione più efficiente attraverso un sistema sempre piùintegrato, dove si avvicina e scambia energia in rete, integrata con impianti di accumulo;

• Basi normative e regolamentari per favorire la creazione di reti private e sistemi locali di utenza, le SEU.

Grazie per l’attenzione

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