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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti. 1 Adele Bellanti, Carmela Bucchieri, Tony Caronna, Dhebora Celio, Cinzia Cristofalo, Enza Maria D’angelo, Daniela D’alessandro, Maria Letizia De Giorgi, Lucia Di Blasi, Maria Angela Firrincieli, Rita Greco, Angela Guercio, Lucia Guzzo, Caterina La Barbera, Maria Matranga, Patrizia Miceli, Alessia Misiti, Maddalena Occhipinti, Maria Rita Simone, Giuseppa Simonetti Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti. Percorso di apprendimento musicale per la scuola dell’infanzia e per la scuola prima ria. a cura di Rosa Alba Gambino

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Adele Bellanti, Carmela Bucchieri, Tony Caronna, Dhebora Celio, Cinzia Cristofalo, Enza Maria D’angelo,

Daniela D’alessandro, Maria Letizia De Giorgi, Lucia Di Blasi, Maria Angela Firrincieli, Rita Greco,

Angela Guercio, Lucia Guzzo, Caterina La Barbera, Maria Matranga, Patrizia Miceli, Alessia Misiti,

Maddalena Occhipinti, Maria Rita Simone, Giuseppa Simonetti

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti. Percorso di apprendimento musicale per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria.

a cura di Rosa Alba Gambino

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Volume fuori commercio ad esclusivo uso didattico.

© Proprietà degli autori.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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INDICE

Prefazione, di Daniele Ficola p. 5

Premessa, di Rosa Alba Gambino p. 6

Introduzione, di Liliana Minutoli p. 9

1. Quando la formazione pedagogico-musicale dialoga con la scuola.

2. Motivare all’apprendimento … rimotivarsi all’insegnamento.

3. I Linguaggi Espressivi … un intreccio tra sapere ed essere.

4. Gli strumenti di documentazione: l’Unità di Apprendimento.

5. Modello per progettare l’Unità d’Apprendimento

Gli strumenti a percussione: Idiofoni e membranofoni a suono determinato, di C. Bucchieri e M.A. Firrincieli p. 16

Prima unità: Chiaro/Scuro, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità: Una storia in musica, per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità: Una finestra sul mondo, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

Gli strumenti a percussione:

Idiofoni e membranofoni a suono indeterminato, ovvero Fortepiano e la fata della musica,

di A. Bellanti, C. Cristofalo e L. Guzzo p. 57 Prima unità, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità, per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

I cordofoni, di M.A. Misiti, A. Guercio e M.R. Simone p. 84

Prima unità, Suono/Silenzio, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità, Solo/Tutti, per le classi seconda e terza della scuola primaria Terza unità, Bianco/Nero, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

Gli strumenti ad arco, di Rita Greco, Maria Matranga e Patrizia Miceli p. 121

Prima unità, Primavera in musica, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità, Aurora e tramonto, per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità, Un racconto in musica, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

Quarta unità, Abilità diverse, per gli alunni diversamente abili con compagni di nove e dieci anni

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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I Legni, di C. La Barbera, M. Occhipinti e G. Simonetti p. 148

Prima unità, Io, la musica e…, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità, I colori della musica per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità, Sola... Mente... Musica, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

Gli Ottoni, di D. D’alessandro, M.L. De Giorgi e L. Di Blasi p. 188 Prima unità, Gli ottoni animati, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe primaria

Seconda unità, Un’armonia di suoni, per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità, I like the music and… , per le classi quarta e quinta della scuola primaria

L’organo a canne, di T. Caronna e E.M. D’angelo p. 201

Prima unità, I suoni della natura tra cielo e terra, per la scuola dell’infanzia e per la prima classe

primaria

Seconda unità, Il mondo sonoro attorno a me: l’organo a canne, per le classi seconda e terza della scuola primaria

Terza unità, Il mondo sonoro tra mani e piedi, per le classi quarta e quinta della scuola primaria

Appendice: materiali e approfondimenti, di D. Celio p. 245

Tra suoni e rumori

Musica ed emozione

Fondamenti teorici per l’alfabetizzazione musicale

Scheda delle caratteristiche degli strumenti Le caratteristiche del suono

I cordofoni: un approfondimento

Poesie

Favole

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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PREFAZIONE

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti. Percorso di apprendimento musicale per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria.

È il titolo del lavoro ideato all’interno del corso di Pedagogia Musicale nel primo anno di vita del Triennio di

Didattica della Musica presso il nostro Conservatorio. Esso rappresenta la sintesi di un progetto pedagogico di raccordo tra la formazione accademica musicale

e quella scolastica, con particolare riferimento a quella dell’infanzia e primaria.

L’obiettivo di questo testo consiste nell’avviare i bambini alla cultura musicale partendo da un approccio

consapevole con i parametri e con gli strumenti, condizione oggi ritenuta essenziale nell’economia dell’idea

di riforma degli studi musicali.

Presso la scuola primaria l’insegnamento musicale necessita di una strutturazione che prepari

opportunamente le basi per una prosecuzione anche nella scuola secondaria a indirizzo musicale. Per questa

ragione il percorso pedagogico in questione ha pianificato programmi indirizzati agli stessi obiettivi, ma differenziati secondo le classi di destinazione.

Tra l’altro le attività sono state elaborate sul modello della sperimentazione ANSAS con un contestuale

impiego nella scuola, scelta che contribuisce a garantire il progetto formativo del Conservatorio di continuità

sul territorio.

Dunque un laboratorio pedagogico nel quale gli studenti sono immediatamente posti di fronte al potenziale

duplice ruolo di allievi e docenti, con la conseguente responsabilizzazione determinata da un coinvolgimento

emotivo multiforme e con la piena consapevolezza dello studio didattico musicale come concreto trait d’union tra il conservatorio e la scuola.

Daniele Ficola

Direttore del Conservatorio “V. Bellini” di Palermo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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PREMESSA

Progettare un percorso che si configuri significativamente nell’ambito dell’educazione musicale di base

evidenzia la natura particolarmente composita degli aspetti che costituiscono il “discorso musicale”.

La fruizione della musica comincia con la vita stessa, se teniamo conto che già nel grembo materno gli

stimoli sonori raggiungono l’individuo e ne influenzano le reazioni. Si tratta di un aspetto che ancora oggi la psicologia musicale sta studiando attraverso l’analisi dei comportamenti neonatali di risposta a stimoli

sonori, che vanno dalle voci ai suoni dell’ambiente e alla musica vera e propria. Sebbene sia così complesso

ricostruire le prime fasi dell’interazione soggetto/evento sonoro, tuttavia appare assolutamente naturale il

suo definirsi come sostrato di quel processo che siamo soliti definire acculturazione.

Questo termine si riferisce all’acquisizione spontanea e non formalizzata delle informazioni nel contesto

naturale in cui si vive: l’individuo apprende osservando, imitando, interagendo secondo gli usi e i significati

attribuiti dalla comunità agli eventi di tipo sonoro/musicale praticati nelle più diverse occasioni e situazioni

di vita privata e pubblica. Procede, cioè, per “attribuzione di senso”. Così comincia a costituirsi quel corredo

di conoscenze e competenze di cui un bambino non è cosciente e che pure porta con sé a scuola fin dal primo giorno: dunque non arriva tabula rasa al primo appuntamento con la scolarizzazione.

Ambiente di provenienza, cultura di appartenenza, prerequisiti diventano gli obbligatori termini di

riferimento all’atto della progettazione del processo formativo. Da essi non si può prescindere, come faceva

una didattica tradizionale incentrata sullo stile dell’insegnamento piuttosto che sui meccanismi

dell’apprendimento, sia sotto il profilo strettamente cognitivo che sotto quello emotivo, lungamente

trascurato. Quando i bambini entrano a scuola hanno già fruito musica in molti modi e ne hanno

metabolizzato molti aspetti, quelli che più hanno praticato. Ballare, cantare, sonorizzare i propri giochi sono

attività di tipo “globale” entro le quali prendono posto le strutture e i parametri musicali, che l’educazione

specifica si preoccuperà di differenziare procedendo per gradi. Ragione che ci impone di considerare una molteplicità di obiettivi e di contenuti che rispetti la

complessità del linguaggio della musica. Che proprio in quanto linguaggio viene “padroneggiato” molto prima

e con molta più disinvoltura rispetto a quando viene inquadrato negli schemi tipici dello “studio strutturato”.

Questa premessa ci è necessaria per definire il ruolo di questo volume nell’economia dell’insegnamento

della musica nella scuola primaria, dove gettiamo le fondamenta del ponte che collega l’acculturazione

all’educazione, senza che nessuna escluda l’altra. Pertanto è un lavoro palesemente concepito come parte di

un percorso più ampio che la scuola primaria si propone di dedicare alla musica. Ma ancora di più: esso si

rivolge anche alla scuola dell’infanzia e suggerisce percorsi adeguati alle diversabilità, per omogeneizzare il

senso dell’attività musicale, come riconoscimento e costruzione di un codice dell’espressione emotiva individuale.

La scelta di lavorare proprio sulla conoscenza degli strumenti musicali è nata all’inizio dell’anno

accademico 2010/2011 per iniziativa degli studenti di Pedagogia Musicale del primo ciclo di Triennio d i

Didattica della Musica, che sono in prevalenza insegnanti presso la scuola primaria. Essi hanno rilevato

l’urgenza del problema dell’istruzione musicale nella nostra scuola primaria, attualmente fascia più debole in

questo ambito della formazione musicale. E queste riflessioni hanno stimolato a sposare attivamente

l’obiettivo del nostro Conservatorio di continuità progettuale sul territorio. Così le attività condotte entro il

corso di Pedagogia Musicale sono state in gran parte inquadrate entro il modello di sperimentazione

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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promosso dall’Ansas (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), un ente di ricerca e

formazione del MIUR, promotore di ricerca educativa e di innovazione didattica nell'ambito del sistema

scolastico, con specifico riferimento alla ricerca-azione curata dal nucleo territoriale dell’Ansas-Sicilia. Le

unità d’apprendimento prodotte, così, hanno potuto giovarsi del feedback proveniente dalla contestuale

applicazione presso le scuole nelle quali gli studenti del corso insegnano.

In questo contesto tutto si gioca sulle competenze, peraltro non ufficialmente richieste, e sulla buona

volontà dei maestri. Per quello che riguarda gli aspetti maggiormente legati all’acculturazione musicale, gli insegnanti riescono abitualmente a far fronte all’impegno grazie al supporto di apposite pubblicazioni.

Tuttavia un percorso che abbia come fulcro gli strumenti musicali è possibile trovarlo a partire dai testi

per la scuola secondaria di primo grado.

Eppure, se la riforma del sistema scolastico prevede la possibilità di studiare uno strumento musicale

non prima che alla scuola secondaria, come e quando un bambino può cominciare ad operare una scelta? Di

quali mezzi dispone per poter capire se potrebbe piacergli imparare a suonare uno strumento, se ne sa poco

o nulla? Dunque l’interrogativo si sposta su una duplice osservazione, o se vogliamo, su un duplice obiettivo:

primo, quello di riconoscere/conoscere gli strumenti, dai cui suoni siamo ogni giorno raggiunti nella

fruizione quotidiana (prevalentemente inconsapevole), e impararne il linguaggio; secondo, quello di maturare emotivamente l’idea di studiarne uno. Perché la musica ci avvolge abbondante, ma non tutta la musica, e non

accompagnata dalla visione di strumenti e musicisti, tanto meno da occasioni di incontro “dal vivo”, se non

raramente. Da questo l’esigenza di dare vita ad una sequenza di unità di apprendimento che aggancino la

fruizione extrascolastica per procedere verso una fruizione “pilotata”, considerando un utilizzo didattico del

cartone animato come del film, della lezione-concerto come dell’opera lirica, e così via.

Tutto in un lavoro pensato per poter essere avviato in qualunque momento della formazione, dalla scuola

dell’infanzia a tutta la primaria.

Infatti, per ogni famiglia di strumenti, sono state programmate unità adeguate a tre differenti livelli, che

conferiscono organicità al cammino indirizzandosi il primo alla scuola dell’infanzia e alla prima classe primaria, il secondo alla seconda e alla terza classe, il terzo alla quarta e alla quinta. Di conseguenza vi si

trovano contenuti comuni, ma affrontati attraverso repertori, materiali o attività differenti secondo la fascia

di destinazione. Scelta che consente di avvicinare alla musica anche i più piccoli, per i quali spesso si crede,

erroneamente, troppo difficile l’approccio con il linguaggio musicale o con uno strumento. Di contro

sappiamo quanto precoce fosse in passato l’avvio alla musica, ma anche quanto fosse rigida l’impostazione

didattico-pedagogica. Tale ragione ha indotto gli autori a coniugare le osservazioni della pedagogia musicale

odierna (in termini di educazione alla musica) con l’educazione allo strumento, come componenti di uno

stesso percorso. L’intento è quello di porre le basi per una “evoluzione” dello studio della musica, che consenta, tra l’altro, un incontro più preparato con le consuete lezioni-concerto. Queste sono annualmente

tenute dai docenti di strumento delle scuole secondarie a indirizzo musicale allo scopo di incoraggiare le

quinte classi alla scelta dell’indirizzo musicale stesso: per lo più i bambini assistono stupiti ma disorientati,

poiché spesso ignorano il nome degli strumenti, le qualità del loro suono e ancor più il loro repertorio. La

sfera emotiva non è adeguatamente supportata da quella cognitiva.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Così Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti mira sia all’acquisizione di competenze

che favoriscano la comprensione del patrimonio musicale universale che all’affinamento del gusto estetico. Il

lavoro che tali obiettivi richiedono necessita di una attività che cominci, fin dalla prima infanzia, a guidare il

bambino nell’universo sonoro che lo circonda: cogliere e imparare a decifrare gli stimoli sonori rappresenta

il primo passo nell’ambito di un’esperienza di percezione e attribuzione di senso che dura tutta la vita.

Rosa Alba Gambino Docente di Pedagogia Musicale – Conservatorio “V. Bellini” di Palermo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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INTRODUZIONE

1. Quando la formazione pedagogico-musicale dialoga con la scuola.

Il mondo dell’educazione e della formazione è oggi in continuo tumulto: stimoli di ogni tipo e da ogni parte

sollecitano dirigenti, direttori, docenti ed allievi a riconvertire continuamente il loro modo di relazionarsi col

mondo sia dal punto di vista personale che nell’esplicitazione delle proprie competenze. L’uso della tecnologia

multimediale sta sempre più velocemente modificando le modalità di comunicazione e diffusione dei

contenuti e delle informazioni, trasformando anche il modo di comprendere e assimilare i messaggi che

provengono dai media o da qualsivoglia sistema di comunicazione. Tutto ciò non fa che riflettersi,

positivamente e negativamente al tempo stesso, sul senso del binomio insegnamento/apprendimento, con la

conseguenza che spesso il docente e soprattutto lo studente avvertono un senso di spaesamento, di

disorientamento e spesso di allontanamento da ciò che la scuola e in genere tutte le agenzie che si occupano di formazione di base o specialistica tentano di veicolare: il sapere e la conoscenza.

La formazione musicale in Italia negli ultimi anni ha avuto e sta tuttora recependo lo scossone della riforma

dei Conservatori prima e dei Licei musicali poi, dell’istituzione delle medie ad indirizzo musicale prima e della

istituzionalizzazione del docente di musica nella scuola primaria: tutti impegnati tra mille difficoltà a

ridefinire gli ambiti per una formazione più variegata (finalmente!) e non solo specialistica, di strumento o

canto. Il mondo del conservatorio, aulico e inaccessibile a molti - quante volte ci hanno detto da varie parti

”io non capisco nulla di musica!”immaginando che solo pochi eletti potessero capirla - ha creato falsi miti su

una formazione musicale che mirava a rivolgersi solo ai talentuosi nell’intento di farli diventare concertisti.

Molti bambini e ragazzi hanno visto così morire una nascente passione, hanno ricevuto il veto su altri utilizzi della musica, hanno addirittura odiato la lezione di musica, realizzando non solo di non essere “portati” ma

addirittura che la “loro” musica, di cui fruivano in molti momenti della giornata, fosse altro rispetto a quel

mondo colto e patinato a cui i più…non potevano avere accesso. E l’accesso era consentito solo sacrificando

se stessi per ore davanti ad uno strumento già dall’età di 8 anni e privandosi del semplice piacere di godere

dei fatti musicali. Chissà perché la formazione alla musica per decenni è stata per molti bambini e giovani

qualcosa di estraneo alle loro vite quotidiane, nel peggiore dei casi … un vero trauma da evitare! E nella

maggior parte dei casi … il nulla più assoluto rispetto alla musica, insomma…attività non pervenuta! Ma come

del resto avviene nelle altre arti, per godere della bellezza di un quadro o per leggere un passo di letteratura non è necessario essere specialisti, perché sappiamo tutti che esistono diversi livelli di competenza, che si

può fare e/o fruire delle arti senza necessariamente avere un grande talento. Ma la musica soprattutto … -

ci si era dimenticati forse? - nasce con l’uomo, fa parte, ancor più delle altre arti, della stessa vita dell’uomo

in ogni momento della sua quotidianità, ed è possibile usufruirne a diversi livelli. Dalla semplice informazione,

alla divulgazione, al gioco, all’educazione, alla terapia, all’intrattenimento, all’educazione sociale, al benessere

psicofisico: la musica assume diverse connotazioni attraverso i suoi segni e i suoi sensi. Solo in un passaggio

ulteriore, come del resto per ogni sfera del sapere, quando si diventa consapevoli delle proprie scelte si

approda giustamente e necessariamente alla formazione specialistica per farla diventare poi anche una

professione. Anche in questo caso, però, per troppo tempo l’unica professione possibile della formazione in conservatorio sembrava fosse quella di diventare concertisti, mentre mille altre professioni possono essere

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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legate alla formazione musicale. Un esempio tra tutti: le arti producono sublimazione e catarsi; Freud già ne

parlava e ancor prima i greci ben sapevano. Questo significa che anche per far comprendere questi effetti è

necessaria una formazione adeguata ma non solo specificatamente musicale. Per comunicare il senso di

qualsiasi messaggio musicale è necessario avere competenze di tipo psicopedagogico, ma per troppo tempo

la formazione in Italia è stata solo specialistica strumentale e affidata a chi aveva competenze solo

strumentali, in alcuni casi acquisite in pochi anni di studio di strumento o canto. Nel frattempo il mondo ha

dovuto fare i conti con cambiamenti vorticosi, un mondo che utilizza i suoni e la musica a tutti i livelli, quasi sbeffeggiando certa cultura musicale alta e continuando a procedere verso altre strade. Ne sono esempio la

formazione su generi musicali diversi dal classico, quali il rock, il jazz, la musica leggera; l’invenzione dei

talent show e la diffusione dello studio del canto leggero; l’animazione socioculturale con l’utilizzo della

musica come metodo di prevenzione e recupero per diverse categorie sociali; fino alla formazione da parte

di associazioni nazionali e scuole private su un modo di fare didattica orientato ai metodi musicali quali Orff,

Kodaly, Dalcroze,… che prevedono una formazione del bambino e del giovane parallela alla sua formazione

umana sociale e culturale.

2. Motivare all’apprendimento … rimotivarsi all’insegnamento. In questo quadro generale si colloca la scuola di didattica della musica che da più di 25 anni ha tentato con

risultati in molti casi davvero proficui, in molti altri ininfluenti, di gettare un ponte tra la scuola, ovvero il

mondo dell’educazione di bambini e ragazzi e la formazione specialistico-musicale. La didattica della musica,

in particolare la pedagogia musicale, ha nel tempo dovuto fare i conti con studenti con una formazione solo

strumentale e docenti che nella scuola insegnavano pedissequamente uno strumentino musicale (flauto o

diamonica che fosse!) … ripercorrendo la strada conservatoriale … in versione Bignami! Ha dovuto fare i

conti con il fare acquisire ai docenti altre competenze assolutamente necessarie alla formazione

dell’individuo (come del resto avviene per qualsiasi altra formazione di base): psicologia, pedagogia, didattica, legislazione scolastica e programmi istituzionali musicali differenziati per ordine di scuola ma

troppo spesso lasciati ai margini della didattica dentro le scuole. Ha dovuto rimboccarsi le maniche su un

sapere che sempre più ha a che fare con multimedialità e nuove competenze informatiche e socioculturali,

che al cospetto delle vecchie … rivoluzionano il modo di fare musica a scuola e di conseguenza nei piani alti

della formazione musicale dei futuri docenti. E così i docenti della scuola di didattica per comunicare e far

comunicare col mondo della scuola, non potevano avere solo una formazione musicale, ma avevano bisogno

di comprendere …. i meandri del mondo dell’educazione di base che, si sa! vanno dal principio di continuità a

quello di transdisciplinarità, dall’approccio sulla globalità di linguaggi e saperi a quello sull’utilizzo di nuove

tecnologie, dal documentare le buone pratiche esperite nella scuola, al riflettere sull’agito sia dal punto di vista psicopedagogico che metodologico-didattico. Insomma ha dovuto tenere in considerazione ciò che nella

scuola era di prassi, almeno a livello istituzionale: considerare che la formazione degli alunni doveva essere

non solo musicale/strumentale, ma sicuramente più trasversale, con un passaggio continuo tra essere e

sapere.

Purtroppo però, nonostante l’impegno di molti … circa il 70% dei docenti di scuola, dalla primaria alla media

e alla media ad indirizzo musicale, cerca a tutt’oggi di riprodurre con gli alunni meccanismi tipici da… cultura

specialistica che, senza nulla togliere a questa formazione che va fatta nei tempi e modi adeguati, non sono

congruenti per una formazione di base. L’alunno, il piccolo alunno, … non sa di certo cosa scegliere per sé e

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per il suo futuro! Se poi le ore passate a tirare l’arco o ad eseguire famigerati martelletti e pagine di solfeggi

o a studiare la vita dei musicisti … diventano aspetti preponderanti della formazione musicale … questi stessi

elementi rappresentano ciò che allontana i ragazzi dalla musica, troppo giovani per decidere … troppo acerbi

per comprendere se stessi e tantomeno se la musica può diventare la loro futura professione.

Che fare quindi di fronte ad un tale scenario? Ci si rimbocca le maniche, di certo, e si riconverte il proprio

sapere a partire innanzitutto dall’attenzione all’essere, ovvero a ciò che richiedono bambini e ragazzi oggi:

essere coinvolti dal punto di vista pratico e laboratoriale, sentirsi motivati a studiare un brano perché ne va di mezzo la riuscita di tutto il gruppo, essere sollecitati su stimoli che permettano di intrecciare le loro vite a

quelle di un’eroina dell’opera lirica o a quella di un noto jazzista piuttosto che a un personaggio del pop.

Motivare all’apprendimento e rimotivarsi all’insegnamento: questo dovrebbe sempre più diventare, e in molti

casi lo si sta facendo, il paradigma che lega la scuola di didattica alla scuola in generale!

3. I Linguaggi Espressivi … un intreccio tra sapere ed essere.

In un’ottica di trasversalità e di mediazione tra la formazione di base e quella specialistica si colloca il

progetto “La didattica laboratoriale attraverso la metodologia dei linguaggi espressivi: musica, arte, motoria, teatro. Percorsi per docenti delle scuole di ogni ordine e grado” . Il progetto è promosso dall’Ansas (Agenzia

nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), un ente di ricerca e formazione del Miur, individuato

quale soggetto promotore di ricerca educativa e di innovazione didattica nell'ambito del sistema scolastico. Il

nucleo territoriale Sicilia dell’Ansas ha realizzato dal 2009 ad oggi un’attività di ricerca-azione attraverso la

formazione di circa 1500 docenti e la sperimentazione con oltre 3000 alunni delle scuole di ogni ordine e

grado costituitesi annualmente in 10 reti provinciali. Esso parte da 3 ipotesi di ricerca che si collocano

proprio in una dimensione che vede le arti - definite volutamente Linguaggi Espressivi - come strumenti di

mediazione e comunicazione espressiva per il soggetto che apprende sia nel ruolo di docente che di discente.

Essi utilizzano i suoni, i segni, i movimenti corporei, le parole come, appunto, linguaggi che hanno a che fare con i 5 sensi e con ciò che nel quotidiano si utilizza in qualunque delle nostre azioni come mezzo di

comunicazione con se stessi e gli altri.

Le tre ipotesi puntano in prima istanza sull’osservazione e sulla gestione del piano sensoriale, emozionale e

relazionale di docenti e alunni che attraverso i linguaggi espressivi si mettono parimenti in gioco per

acquisire consapevolezze su ciò che si porta di sé nel gioco della relazione educativa. Al tempo stesso i

linguaggi espressivi diventano un mezzo per -“superare i confini storici delle discipline”, motivare allo

studio, migliorare le capacità di apprendimento, “rispondere ad un’esigenza sociale che richiede

uomini capaci di un angolo visuale molto più largo e al tempo stesso di una messa a fuoco in

profondità dei problemi” (E. Morin).

Il progetto ha molteplici funzioni educativo-didattiche:

- riunisce tutti gli ordini di scuola, nell’ottica del curricolo verticale,

- lavora su più ambiti che vanno dall’affettivo relazionale a quello disciplinare,

- applica la metodologia dei Linguaggi Espressivi ad altri progetti: Lim, Orientamento scolastico e

professionale, applicazione della riforma della scuola superiore e degli assi di competenza, progetti legati

alla Legalità e alla dispersione scolastica

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- fa utilizzare le arti a docenti di discipline scientifiche e umanistiche che sembrerebbero non dover mai

avere a che fare con la musica, l’espressione corporea, il teatro, per poi scoprire che l’intreccio

interdisciplinare è semplice e possibile per tutti gli ambiti del sapere

- coinvolge le scuole secondarie di secondo grado che hanno subito riduzione oraria sulle discipline

espressive che invece, attraverso tale metodologia, entrano a far parte del normale orario curriculare

all’interno delle singole discipline letterarie e scientifiche

- individua nuovi talenti creativi e alimenta attitudini artistiche in ambiti non istituzionalmente deputati a tale ricerca.

E’ necessario precisare che i programmi della scuola già dal 1985 hanno sempre previsto un’attenzione via

via maggiore allo sviluppo della persona, rispetto a quella sulle discipline, ma l’ultima riforma della scuola

superiore e le nuove Indicazioni ministeriali confermano sempre più la ricerca di “soluzioni dedicate alla

formazione degli insegnanti, … mirate alla innovazione dei comportamenti professionali nella pratica

educativa … del sostegno delle azioni di accompagnamento alla riforma e della formazione permanente del

personale docente, al fine di promuovere comportamenti individuali e collettivi più consapevoli e

responsabili nei consumi e negli stili di vita”. I LINGUAGGI ESPRESSIVI rappresentano una metodologia di lavoro che attiva i suddetti processi, a partire da

attività espressive, convogliando su di esse contenuti di tutti gli ambiti disciplinari. Passando dal “sentire” se

stessi e gli altri, è possibile attraverso la Musica, l’Arte, l’Espressione corporea, il Teatro, ritrovare nei

personaggi della storia, della letteratura italiana e straniera, nelle regole matematiche, nelle leggi fisiche e

naturali, aspetti utili ad orientare le proprie vite future personali e professionali, non escludendo la scoperta

e l’orientamento verso lo sviluppo di talenti creativi e artistici. Gli obiettivi specifici previsti dal progetto

vengono inquadrati in questo più ampio raggio d’azione e riguardano in particolare i seguenti punti.

Obiettivi Specifici - Osservare il mondo sensoriale ed emozionale per conoscersi e migliorare la relazione con gli altri

- Sviluppare pratiche su stili di insegnamento/apprendimento visivo, auditivo, cinestetico

- Intrecciare contenuti espressivi musicali/motori/artistici/teatrali con ambiti disciplinari linguistici e

scientifici.

Dai dati rilevati in questi anni è emerso che i docenti, proprio attraverso l’utilizzo dei Linguaggi Espressivi e

attraverso la formazione e la sperimentazione con gli alunni, hanno acquisito una maggiore consapevolezza

di sé rispetto a cosa portano di se stessi nella relazione educativa. Molti hanno confermato il fatto che pur non avendo specifiche competenze musicali, hanno avuto la possibilità di lavorare con la musica

intrecciandola … inaspettatamente a tutti gli altri saperi, creando così strumenti di facilitazione per

l’apprendimento. Riguardo agli alunni è stato rilevato come essi abbiano preso coscienza proprio partendo

dalla musica, comune denominatore delle varie attività, della differenziazione tra emozioni e sensazioni, e di

quanto saper gestire il proprio mondo emotivo influisca sulle relazioni con compagni e docenti. La strategia

educativo - didattica utilizzata, dopo l’applicazione della metodologia dei linguaggi espressivi ha fatto rilevare

dati in progressivo miglioramento rispetto alla situazione di partenza sull’apprendimento dei contenuti

disciplinari non solo di tipo musicale e artistico, ma anche riguardo agli altri ambiti disciplinari. Secondo tale

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ricerca i discenti si sentono più coinvolti in ciò che studiano a scuola e più motivati al l’apprendimento se

vengono utilizzati contenuti musicali; se poi questi vengono abbinati e combinati agli altri linguaggi

espressivi, il risultato ottenuto migliora progressivamente dal punto di vista cognitivo con un potenziamento

delle capacità degli alunni e dell’utilizzo delle loro competenze sia generali che specifiche.

4. Gli strumenti di documentazione: l’Unità di Apprendimento. All’interno del progetto di ricerca Linguaggi Espressivi è stato dato ampio spazio alla documentazione delle

buone pratiche scolastiche, intesa questa come momento fondamentale per pensare sull’agire, per agire

consapevolmente, per riflettere sull’agito e per lasciare una traccia spendibile per chiunque voglia

riproporre l’esperienza. Il senso della documentazione è quello di stilare un canovaccio dentro cui poter

rimodulare gli interventi educativo-didattici di momenti diversi dell’esperienza: ex ante, in itinere ed ex post.

L’unità di apprendimento rappresenta lo strumento documentale più flessibile e onnicomprensivo di tutti g li

aspetti educativo-didattici, che meglio di altri creati per la scuola, più rigidi e poco consoni ad un lavoro in

continua evoluzione, risponde alle esigenze di quanto finora esposto. Nelle Indicazioni nazionali viene indicato

che: “Il cuore del processo educativo si ritrova nel compito delle istituzioni scolastiche e dei docenti di progettare le Unità di Apprendimento caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli allievi…volte a garantire la trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e documentate competenze.” L’unità di apprendimento ruota contemporaneamente attorno ai concetti di natura, cultura e vita, intreccia le

capacità con le abilità per farle diventare poi competenze. L’Uda trova posto al crocevia tra l’asse della formazione e l’asse dell’istruzione: la sua principale funzione è rendere possibile l’incontro tra la crescita

degli allievi che rappresenta il fine dell’educazione e la maturazione consapevole della persona che

acquisisce abilità e conoscenze, compito precipuo del sistema d’istruzione. L’Uda non rimane così uno sterile

documento da compilare, come precedentemente si prefigurava l’unità didattica, ma diventa una sorta di

materiale da plasmare continuamente come la creta. L’idea della documentazione va inserita in un’ottica diciamo “aziendale” secondo la quale è necessario progettare all’inizio di qualunque attività, ma diventa

flessibile come un materiale umano perché permette di monitorare continuamente il percorso e di valutare

contemporaneamente, nel senso di dare valore a ciò che si mette in atto nella relazione educativo - didattica.

L’Uda scardina la logica dell’insegnamento sistematico, cioè di un programma di lavoro lineare, sequenziale,

derivato da una teoria della mente unidirezionale, cui per secoli siamo stati abituati. Essa rappresenta il

cambiamento reale nella didattica che tiene conto della psicologia evolutiva del bambino che percepisce il

mondo in modo globale, circolare e soprattutto unitario e per cui i contenuti devono essere necessariamente

significativi e concreti. Gli obiettivi formativi vanno qui concepiti in un intreccio efficace tra contenuti

didattici e obiettivi educativi (affettivo- relazionali). L’Uda utilizzata nel progetto Linguaggi Espressivi fa riferimento all’elaborazione originale della riforma Moratti del 2002, elaborata tra gli altri dal prof. Bertagna.

Essa stimola all’abbandono di un esasperato didatticismo e pone al centro del processo educativo l’alunno e

non più le discipline. Non più didatticismo, tecnicismo ma personalizzazione, formazione e complessità per

dirla ancora come Morin, in un’ottica di sapere ed essere reticolare e articolato. L’Uda è stata rielaborata e

ricalibrata specificatamente per i Linguaggi Espressivi (la possibilità di adattamento è un’altra particolarità

di questo documento), ha subito diverse modifiche nel corso degli anni di realizzazione del progetto, proprio

in base agli effetti e alle esigenze di docenti e alunni che l’hanno sperimentata. Essa prevede in particolar

modo la differenziazione degli Obiettivi Formativi in Educativi e Cognitivi, per meglio analizzare le parti di

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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un tutto unico … che è poi il soggetto che apprende. Obiettivi sensoriali, emozionali, relazionali fanno da

cornice a quelli cognitivi di tipo trasversale, interdisciplinare e disciplinare. Questo ha permesso di

tenere insieme tutte le parti dell’essere e del sapere in un senso come dire … olistico, globale. L’utilizzo di

questo modello ha infatti confermato nel 85% dei casi analizzati l’efficacia di questo strumento didattico e

soprattutto della potenzialità dell’intreccio tra linguaggi espressivi e saperi disciplinari. Per fare un esempio,

la musica ha fornito gli spunti per lavorare su ciò che essa veicola dal punto di vista sensoriale ed emozionale attraverso l’uso del linguaggio verbale e della prosodia ad esso legata. L’uso delle parole ha dato

la possibilità, attraverso la combinazione dei parametri sonori, di comprendere cosa passa nella

comunicazione sonoro-verbale. Il passaggio successivo è stato quello di mettere in relazione gli aspetti

dell’essere con quelli del sapere, per esempio costruendo dialoghi verbali che cambiano di significato a

seconda della combinazione parametrica, oppure attraverso la lettura di passi letterari diversi che veicolano

uno stesso senso o sensi diversi a seconda di come vengano letti. Descrivere l’esperienza educativo -

didattica dentro un unico documento dà la possibilità di mettere contemporaneamente insieme più aspetti e

aree anche utilizzando un solo contenuto, un solo passo letterario, una sola frase verbale/musicale. La fisica del suono ha agevolato il lavoro, diventando per esempio un altro modo di comprendere come il sonoro

veicoli sensi diversi attraverso i parametri sonori. La scheda seguente rappresenta il documento Uda dei Linguaggi Espressivi. L’utilizzo che ne ha fatto la

scuola di Didattica della Musica del Conservatorio di Palermo è un altro modo per gettare un ponte di

collegamento tra la scuola e l’alta formazione, è una efficace e valida testimonianza di come, anche in ambito

di formazione musicale specialistica, si possano tener presenti tutti gli aspetti dell’essere e del sapere.

Sarebbe sempre più auspicabile che anche nelle classi di strumento si procedesse a siffatte modalità di

lavoro che permetterebbero di stare più al passo coi tempi, di monitorare continuamente il proprio operato

e di ricevere un feedback dall’esterno e dagli allievi. Ma, ancor più, tale approccio riuscirebbe sicuramente, come ha già fatto con centinaia di docenti e alunni s iciliani e di molte altre parti d’Italia, a soddisfare negli

allievi (docenti o alunni che siano) quei bisogni che permettono non solo di imparare la disciplina Musica, ma

anche e soprattutto di crescere, migliorarsi e orientarsi come persone e futuri professionisti attraverso la

pratica e la laboratorialità insita proprio nel linguaggio Musica.

5. Modello per progettare l’Unità d’Apprendimento1

Anno scolastico ___________

1. DATI IDENTIFICATIVI

a)Scuola

b)Classe 1Tratto da E.Vaj e adattato dai ricercatori L. Minutoli, P. Roccamatisi, ANSAS- Nucleo territoriale Sicilia. Riferimento al progetto di

formazione e ricerca La didattica laboratoriale trasversale e interdisciplinare attraverso la metodologia dei linguaggi espressivi. Musica, arte, motoria, teatro: Percorsi per docenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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c) Tipologia e n. Alunni

d) Docenti coinvolti

e) Discipline coinvolte

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI

a) ministeriali b) di istituto

c) del consiglio di classe

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi

1.sensoriali

2.emozionali

3.relazionali

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (cognitivi)

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia

b) Tecniche

c) Tempi (durata)

d) Fasi organizzative

e) Contenuti disciplinari f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva/interdisciplinare)

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, etc.)

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva)

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto)

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su esperienze e

condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

Data__________________ I Docenti______________________________________________

*Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di Primo Grado (p. 7, sito del MIUR)

Liliana Minutoli Sociologa, musicista, esperta in psicologia empirica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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formatrice e ricercatrice Ansas-Sicilia

GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE:

Idiofoni e membranofoni a suono determinato

di Carmela Bucchieri e Maria Angela Firrincieli

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Idiofoni a suono determinato

XILOFONO

VIBRAFONO

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GLOCKENSPIEL

CAMPANE TUBOLARI

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Membranofoni a suono determinato

TIMPANI

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PRIMA UNITA'

Chiaro/Scuro Destinatari: scuola dell'infanzia e prima classe della scuola primaria.

Premessa

Il binomio "chiaro/scuro" rimanda ad una molteplicità di relazioni oppositive (luce/buio, coraggio/paura,

serenità/rabbia...) che coinvolgono continuamente l'individuo nelle sue dimensioni fondamentali: razionalità ed emotività.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Se un individuo "pende" da una sola parte, perde di forza e di credibilità, in quanto un tutto razionale o un tutto emotivo

sono poco interessanti. Il cuore dell'avventura umana è proprio in questa oscillazione continua tra emotività e razionalità.

Da qui la funzione pedagogica del percorso di seguito proposto che ha il suo fondamento sull'associazione colore-

emozione-musica a partire dalla quale si esploreranno nuovi mondi cognitivi ed emozionali, per scoprire ciascuno, infine,

la propria identità.

Grazie alla musica e, in particolare, grazie alla scoperta degli strumenti a percussione, le emozioni diventeranno tangibili.

La presente U.d.A. è rivolta ai bambini di 5 anni della Scuola dell'infanzia e a quelli del primo anno della Scuola primaria e li coinvolge in un percorso di continuità educativa e didattica in cui contenuti e attività sono differenziati per livelli di

competenza da far raggiungere.

1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Classe: III sezione (Scuola dell'infanzia); I classe (Scuola primaria)

b) Tipologia e n. Alunni: n. 25 Alunni normodotati di 5/6 anni (Scuola infanzia) n. 25 alunni normodotati di 6/7 anni (Scuola primaria)

c) Discipline coinvolte

Campi di esperienza (Scuola infanzia):

IL sé e l'altro,

I discorsi e le parole,

La conoscenza del mondo,

Il corpo in movimento,

Linguaggi, creatività, espressione.

Discipline (Scuola primaria):

Musica

Italiano

Ed. motoria

Storia

Geografia

Matematica

Arte e immagine

Cittadinanza

Scienze

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI

a) ministeriali: Indicazioni nazionali per il curricolo (2007)

b) di istituto: POF

c) del consiglio di classe: Piano annuale delle attività educative e didattiche. Verbali dei Consigli di sezione

e di intersezione (Scuola infanzia); di interclasse e delle programmazioni settimanali (Scuola primaria)

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

osservare e valutare i propri comportamenti controllando l'aggressività e superando i conflitti

conoscere le proprie emozioni in una situazione di disagio e di difficoltà

esprimere emozioni e sentimenti

rispettare le regole di convivenza civile

collaborare per la realizzazione di un obiettivo comune

sviluppare le capacità di ascolto, di concentrazione e di autocontrollo

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

CHIARO/SCURO

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Sviluppare il senso dell'identità personale

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale. ____________________________________________________________________

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

Promuovere l’acquisizione di tutti i tipi di linguaggio

Costruire il pensiero critico

Riflettere sulle conoscenze per organizzarle, collegarle e renderle più funzionali agli scopi (capacità metacognitiva)

Operare scelte corrette e responsabili nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni

____________________________________________________________________

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

pianificare scegliendo materiali e strumenti adeguati al progetto

portare a termine un lavoro

osservare e fare ipotesi sui fenomeni osservati

descrivere osservazioni ed esperienze con un linguaggio appropriato

acquisire la capacità di attenzione e di concentrazione

____________________________________________________________________

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi):

Scuola dell'infanzia:

Il sé e l'altro (Le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme):

esprimere il proprio punto di vista e confrontarsi con gli altri

progettare giochi e attività insieme agli altri

I discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura):

arricchire il proprio lessico

saper leggere immagini e simboli

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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verbalizzare semplici esperienze

scrivere in modo intuitivo

comprendere narrazioni

memorizzare testi poetici

Il corpo in movimento (identità, autonomia, salute):

esprimersi e comunicare mediante il corpo

coordinarsi nei contesti individuali e di gruppo

eseguire giochi ritmici e percorsi

La conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura):

collocare eventi nel tempo

orientarsi nel tempo della vita quotidiana

compiere misurazioni

registrare informazioni usando simboli

orientarsi nello spazio

individuare collegamenti e relazioni (somiglianze, differenze, causalità...)

Linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità):

comunicare ed esprimersi mediante diverse forme artistiche (drammatizzazione, disegno, musica...)

utilizzare diverse tecniche espressive

partecipare a spettacoli di vario tipo

Musica (Scuola infanzia-Scuola primaria):

1. esplorazione e percezione:

a. esplorare le possibilità sonore degli strumenti a percussione mediante i sensi b. scoprire le differenze timbriche, fisiche e sonore degli strumenti a percussione

c. riconoscere suoni e rumori

d. conoscere e denominare gli strumenti a percussione

2. ascolto:

a. ascoltare eventi sonori e brani musicali a forte carattere ritmico

b. distinguere il suono dal silenzio

c. esprimere le emozioni suscitate dall'ascolto di brani musicali

3. produzione:

a. produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione b. accompagnare con le percussioni semplici canti e filastrocche

c. sonorizzare storie mediante le percussioni

d. tradurre le reazioni emotive suscitate da un brano o da un ritmo in altri linguaggi (grafico,

pittorico, gestuale, verbale)

e. abbinare tipologie di personaggi, azioni e stati d'animo ai diversi andamenti musicali

f. costruire gli strumenti a percussione con materiale di recupero

Discipline (Scuola primaria):

Italiano:

arricchire il proprio lessico

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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verbalizzare semplici esperienze

comprendere testi narrativi letti dall'insegnante e saperne raccontare il contenuto

memorizzare testi poetici

leggere le immagini

produrre una serie di parole legate ad un concetto

Educazione motoria:

esprimersi e comunicare mediante il corpo

coordinarsi nei contesti individuali e di gruppo

eseguire giochi ritmici e percorsi

Matematica:

compiere misurazioni

registrare informazioni usando simboli

individuare collegamenti e relazioni (somiglianze e differenze)

Storia:

collocare eventi nel tempo

ordinare sequenze relative ai testi e ai filmati proposti

Geografia:

orientarsi nello spazio

conoscere i movimenti della Terra, il giorno e la notte, le stagioni e i contrasti fra esse.

conoscere gli ambienti delle favole e dei filmati e le loro caratteristiche

Arte e immagine:

comunicare ed esprimersi mediante diverse tecniche espressive

osservare opere d'arte ed abbinare chiaro/scuro in rapporto ai colori

rappresentare paesaggi con i colori adeguati

partecipare a spettacoli di vario tipo

Cittadinanza:

esprimere il proprio punto di vista e confrontarsi con gli altri

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia:

ascolto selettivo

strutturazione ludiforme dell'attività (giochi di ruolo, giochi imitativi, giochi simbolici...)

tecniche espressive (pittoriche, teatrali, motorie, grafiche...)

ricerca-azione

esplorazione

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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b) Tempi (durata): da Settembre ad Aprile con incontri a cadenza quindicinale della durata di 1 h circa

ciascuno

c) Fasi organizzative del percorso musicale:

fase iniziale (settembre):

complilazione della scheda delle competenze in entrata

somministrazione di un questionario in entrata (in forma orale per la Scuola dell'infanzia)

tabulazione dei dati raccolti da parte dell'insegnante in una scheda d'ingresso

fase operativa (ottobre-marzo):

esplorazione sensoriale degli strumenti a percussione

rappresentazione grafica degli strumenti a percussione

ascolto di brani

visione di cortometraggi animati

sonorizzazione di storie mediante le percussioni

condivisione verbale di sensazioni, emozioni, vissuti

traduzione grafica delle emozioni suscitate dall'ascolto dei brani dalla visione dei contributi video

esecuzione di danze ritmate con l'accompagnamento degli strumenti a percussione

documentazione del percorso da parte del docente, mediante, filmati, fotografie, registrazioni audio, appunti...

formulazione di domande-guida per stimolare i bambini

spettacolo consclusivo

fase finale (aprile, verifica):

somministrazione agli alunni del questionario in uscita (gli alunni della Scuola dell'infanzia

esprimeranno il loro parere mediante gli smiles)

condivisione dell'esperienza compiuta

compilazione scheda delle competenze in uscita da cui il docente trarrà la media

relazione finale sul percorso da parte di tutti i docenti impegnati nel percorso didattico

produzione, da parte del docente esperto in musica, di una presentazione in PPT che documenti il percorso

d) Contenuti disciplinari:

Scuola dell'infanzia:

Il sé e l'altro:

condivisione di momenti di gioco e di scoperta

le emozioni provate nei momenti di benessere

il disagio e la conflittualità

I discorsi e le parole:

l'associazione tra fonemi e colori

buio/luce, giorno/notte, paura/serenità, sole/luna, aperto/chiuso (e altri contenuti che rimandano al contrasto chiaro/scuro) nei testi poetici e narrativi

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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parole "paurose" e parole "divertenti": giochi linguistici (ad esempio: scoprire partendo da una

parola-chiave proposta, una serie di parole ad essa collegate per poi suddividerle in "paurose" e

"divertenti" )

Il corpo in movimento:

andature e comportamenti degli animali che vivono al buio;

le azioni svolte di giorno e quelle svolte di notte;

il corpo come strumento a percussione

i sensi (riconoscere le persone e gli oggetti ad occhi chiusi o al buio solo mediante il tatto...)

Linguaggi, creatività, espressione:

la rappresentazione grafico-pittorica dei fenomeni e degli elementi naturali (il mare di giorno, il mare di notte, il mare calmo, il mare agitato; la luce e il buio; il cielo sereno, il cielo grigio e nuvoloso;

il fiore chiuso e il fiore aperto; )

drammatizzazione delle storie ascoltate e visionate

scarabocchi sonori durante l'ascolto

costruzione delle "scatole delle paure" in cui riporre i disegni "paurosi" dei bambini

Musica:

gli strumenti a percussione e lo strumentario ORFF

i parametri della musica

attività ritmiche per imitazione

esperienze corporee con il ritmo

l'ascolto

la musica classica e i cartoni

l'improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora partendo da uno stimolo musicale

la sonorizzazione, mediante le percussioni, di storie lette dall'insegnante

La conoscenza del mondo:

le alternanze giorno/notte, temporale/sereno, luce/buio

suoni e rumori della natura

le successioni temporali: prima-dopo, ieri-oggi

il ritmo giornaliero della natura e il comportamento di animali, piante, fiori, uomini...)

gli elementi naturali: il sole come fonte di vita, la luna e le stelle

i colori e le diverse gradazioni (dal chiaro allo scuro)

Scuola primaria:

Lingua italiana:

l'invenzione l'associazione tra fonemi e colori: le vocali aperte (chiaro) e le vocali chiude (scuro)

di brevi racconti e filastrocche in rima baciata

buio/luce, giorno/notte, paura/serenità, sole/luna, aperto/chiuso (e altri contenuti che rimandano

al contrasto chiaro/scuro) nei testi poetici e narrativi;

parole "paurose" e parole "divertenti": giochi linguistici

Ed. Motoria:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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l'esplorazione del mondo circostante attraverso i sensi (riconoscere le persone e gli oggetti ad occhi

chiusi o al buio solo mediante il tatto...)

Geografia:

I riferimenti topologici: dentro (scuro) e fuori (chiaro).

Gli elementi della natura: la luna e le stelle/ il sole e le nuvole.

Gli ambienti naturali

Storia:

L’alternanza giorno/notte.

Prima – adesso – dopo.

Il ritmo giornaliero della natura.

Scienze:

I cinque sensi.

Il regno animale.

I fenomeni atmosferici: il temporale, il sereno.

Arte e immagine:

Rappresentazione iconografica delle sensazioni suscitate dall’ascolto di un brano musicale.

I paesaggi e le gradazioni cromatiche nelle opere d'arte

Le tecniche di colorazione: i puntini, il tratteggio.

I colori primari e le diverse gradazioni (le sfumature).

Musica:

Il corpo come strumento a percussione.

gli strumenti a percussione e lo strumentario ORFF

il timbro scuro e il timbro chiaro degli strumenti a percussione.

attività ritmiche per imitazione

esperienze corporee con il ritmo

l'ascolto

la musica classica e i cartoni

l'improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora partendo da uno stimolo musicale

la sonorizzazione, mediante l’uso delle percussioni, di storie lette dall’insegnante

e) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare):

La procedura metodologica prevede un percorso che ingloba ambiti trasversali (sensoriali,

emozionali, relazionali) e interdisciplinari (cognitivi, didattici, disciplinari), il cui punto di partenza è il nucleo

tematico chiaro/scuro, che è anche lo sfondo integratore che unifica i vari apprendimenti. Nella Scuola dell'infanzia, l'articolazione del percorso formativo per campi di esperienza agevola

notevolmente l'integrazione di tali ambiti, poichè ogni campo ingloba in sè le varie dimensioni di sviluppo della

persona (sensoriali, percettive, fisiche, relazionali e cognitive).

Nella Scuola primaria, invece, sarà necessario integrare le attività programmate sulla base dei

saperi disciplinari (svolte in classe) con quelle musicali ed espressive (svolte nel laboratorio musicale).

L'intero percorso sarà svolto secondo il metodo didattico laboratoriale che privilegia l'esperienza

diretta del bambino, il quale apprenderà investigando, esplorando e problematizzando la realtà circostante.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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In tale contesto di esperienze integrate, si inserirà, dunque, il percorso musicale, che sarà articolato in

attività che privilegeranno la relazione con la corporeità e la messa in gioco di tutti i sensi. Significati e

strutture musicali saranno, infatti, vissuti innanzitutto fisicamente e poi conosciuti, elaborati e interpretati

cognitivamente.

I contenuti e le attività proposte faranno riferimento a tre aree da considerarsi contemporanee ed

integrate e precisamente: 1. l'esplorazione

2. l'ascolto

3. la produzione

In un primo momento, i bambini osserveranno, toccheranno e descriveranno gli strumenti a

percussione, ricorrendo ai diversi sensi: vista, udito, tatto. Ne sperimenteranno le sonorità, le forme e i

materiali di costruzione (legno, metallo...). Scopriranno che possono essere percossi (tamburo, tamburello a

sonagli, piatti, nacchere...), sfregati (raganella, guiro...), scossi (maracas, sonagli...). Scopriranno anche le

differenze timbriche dei vari materiali. In questa prima fase di esplorazione e di scoperta degli strumenti, ad integrazione anche con l'area

linguistica, sarà utile la lettura dei seguenti racconti: "Gnomo battente e il tamburo" e "La batteria di zia

Biancamaria" tratti da "Musica Maestra 1" di Paola Fontana, Edizioni Paoline. Tali racconti offriranno

l'occasione per incontrare ed apprendere termini nuovi (ritmo, vibrazioni, batteria, percussione, rulli, ecc.)

e per scoprire che anche gli oggetti di uso comune possono trasformarsi in strumenti a percussione. Si

prenderanno, dunque, con l'aiuto dell'insegnante, delle casse risonanti come vasi e contenitori e sì proverà a

percuoterli. Si inviteranno i bambini a portare a scuola materiale di recupero con cui sarà possibile realizzare rudimentali strumenti a percussione.

Per conoscere gli strumenti a percussione di cui la scuola non dispone (in genere rullanti, bonghi,

timbales...), sarà utile visionare immagini e filmati tratti anche dal WEB.

A completamento ed integrazione di questa prima fase, si proporranno schede grafiche da colorare

sugli strumenti a percussione conosciuti.

Il contatto e l'ascolto degli strumenti porterà i bambini a sperimentare il ritmo come qualcosa di

periodico e ripetitivo. Si chiederà ai bambini di produrne diversi (lenti, veloci, velocissimi) eseguendo

semplici schemi per imitazione con i legnetti, ma anche con le mani e con i piedi, scoprendo, così, che anche il nostro corpo è uno strumento a percussione.

Si proporrà, poi, l'ascolto di diversi brani musicali che potranno essere accompagnati

ritmicamente con le mani, i piedi e gli strumenti (Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese.

Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet. "La danza

tribale della pioggia", dal CD "Musica Maestra!").

In riferimento sempre all'area linguistica, si spiegherà ai bambini che anche i nostri nomi e i nomi

delle cose contengono dei ritmi. Si proverà, quindi, a pronunciarli scandendoli con la voce e poi con le mani e usando il triangolo per battere ed evidenziarne le diverse scansioni.

Momenti significativi saranno la visione di cortometraggi animati in cui il linguaggio musicale è in

sinergia con quello visivo e i cui contenuti rimandano al nucleo tematico Chiaro/Scuro ("The old mill", Walt

Disney 1937; "Gurugù. Cera una volta il buio"; "Danza della Fata Confetto, tratto da "Fantasia", Walt Disney).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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"The old mill", in particolare, offrirà diversi spunti di approfondimento: la successione

temporale/sereno, l'alternanza del giorno e della notte, i fenomeni atmosferici (il vento, i tuoni, la pioggia); il

ritmo della natura (evidenziato dalla chiusura notturna delle ninfee, dal popolamento notturno dello stagno di

lucciole, grilli e rane); i suoni ed i rumori che caratterizzano il temporale (annunciato dal vento che agita le

canne, espresso attraverso la paura degli abitanti del vecchio mulino, quali pipistrelli, colombi, uccellini, gufi

e segnato dall'intensificarsi della pioggia e del vento, dalle finestre del mulino che sbattono in maniera concitata e dalle pale che si spezzano). Nella scena conclusiva del cortometraggio, il mulino cade giù, ma alla

fine torna il sereno e tutti gli animali ritornano alla loro vita di sempre.

L’ascolto e la visione saranno seguiti:

dalla verbalizzazione delle sensazioni e dall’espressione corporea che daranno “forma” alle

sensazioni provate durante la fruizione audiovisiva;

dalla sonorizzazione degli elementi naturali e del regno animale mediante gli strumenti a

percussione (triangoli, guiro, campanelli, glockenspiel...);

dalla produzione grafica. La visione di "The old mill" offrirà anche un altro interessante spunto: la trattazione del binomio di

opposti paura/serenità. L'intensificarsi del temporale reso dagli effetti cromatici e sonori e dalle

espressioni di sgomento degli animali (l'uccellino, il gufo...) suscita sensazioni di paura nell'animo

dell'osservatore. Si chiederà, quindi, ai bambini di verbalizzare le sensazioni provate durante la visione e l'ascolto del filmato. Si condivideranno le loro paure e i loro sogni più brutti e gli si chiederà di

rappresentarli graficamente. Si proporranno giochi linguistici, quali ad esempio: associare ad una parola-

chiave proposta, una serie di parole ad essa collegate, per poi suddividerle in parole "paurose" e in parole

"tranquille". Si costruiranno, infine, le scatole "scacciapaura", nelle quali si riporranno tutti gli elaborati dei

bambini.

Dal punto di vista linguistico, si accompagnerà e si integrerà l'esperienza con la lettura e la

sonorizzazione di racconti e filastrocche sulla paura: "Paura" di Giusi Quarenghi, da "Storielle a quattro mani", Franco Panini Ragazzi; "Il buio" di guido Quarzo, da "Chiaro scuro", Edizioni Elle; "Ombre. Un libro

luminoso" di Arnaud Roi, Franco Parini Ragazzi; "Filastrocca della paura" di M. L. Giraldo da ""C'è chi fila

filastrocche", Il punto d'incontro.

La paura principale dei bambini è quella del buio. Si proverà a superarla portandoli alla scoperta

dell'alternanza giorno/notte. Mediante un percorso integrato (linguistico, espressivo, logico-matematico e

scientifico) si scopriranno e si ricostruiranno: i momenti della giornata scolastica e le azioni del mattino, del

mezzogiorno e del pomeriggio; la linea del tempo della propria giornata personale includendo anche il

momento del riposo notturno. Si integrerà la scoperta con attività psicomotorie in palestra (attività con i teli), giochi imitativi (le azioni del giorno e della notte, giochi "senza luce" per riconoscere le persone e gli

oggetti con l'uso del solo tatto; giochi con le torce), ascolto, memorizzazione e sonorizzazione delle seguenti

filastrocche: "Tutti a nanna" di Tony Wolf, da "Le filastrocche degli animali", Dami Editore; "Il sonno della

terra" di Maria Loretta Giraldo da "Rime per quattro stagioni", Giunti. Utile sarà anche la poesia di G. Rodari

"I colori del giorno e della notte", che sarà sonorizzata con gli strumenti a percussione e rappresentata

graficamente. Essa offrirà lo spunto per conoscere i colori e le gradazioni (dal chiaro allo scuro) in relazione ai fenomeni atmosferici e al ciclo solare: il cielo di giorno e di notte, all'alba e al tramonto, nuvoloso

e limpido; il mare di giorno e di notte, il mare calmo e il mare agitato. La scoperta avverrà mediante la

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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visione di immagini e l'osservazione diretta, quando possibile. Si assoceranno poi ai colori, i suoni e le

nostre emozioni. Al rosso scuro o al nero ad esempio, si potranno associare la rabbia e il battito regolare

del tamburo ne potrebbe evocare il crescendo: quando esplode, è come un mostro peloso tutto rosso che si

muove al suono del tamburo. Si drammatizzerà l'emozione della rabbia facendo immaginare ai bambini di

trasformarsi in tanti mostri pelosi che urlano e si muovono al ritmo di questo strumento. Ma la rabbia passa subito e così torna la calma. Si immaginerà, allora, di essere tante farfalle che svolazzano tra il verde dei

prati e l'azzurro del cielo, sottolineando il battito delle ali con il battito del triangolo.

"La danza della fata confetto", nel cortometraggio "Fantasia", invece, è un perfetto esempio di

traduzione in linguaggio visivo della opposizione chiarezza/oscurità. C'è una precisa relazione tra immagini

chiare e altezza dei suoni, ben evidente nella sincronizzazione fra le traiettorie luminose delle fate e i suoni

acuti della celesta. Si proverà a ricreare con gli strumenti a percussione e contemporaneamente con la

produzione grafico-pittorica, questa sinestesia, distinguendo tra strumenti dal timbro chiaro, come il

triangolo o il glockenspiel (che richiamano i colori chiari) e strumenti dal timbro scuro, come il timpano

(che richiamano i colori scuri).

Con il contributo dell'Educazione all'immagine, si porrà l'accento su un aspetto del suono già

anticipato: quello cromatico. I suoni chiari e in suoni scuri saranno messi a confronto con illustrazioni di

paesaggi che consentiranno di discriminare colori caldi e colori freddi, chiari e scuri, associati a sensazioni

e stati d'animo che tali colori suggeriranno. Con l'ausilio del WEB, si potranno visionare opere d'arte di diverso periodo storico e riprodurle con varie tecniche espressive (ad esempio: "Paesaggio notturno"

(1907), "Notte estiva" (1906), "Sera. L'albero rosso." (1908-1910) di Piet Mondrian; "Impressione. Sole

nascente" (1872), "Lo stagno delle ninfee" (1899) di Clode Monet, ecc.)

A conclusione del percorso, come sintesi del lavoro fatto, gli alunni di entrambi gli ordini scolastici

realizzeranno insieme uno spettacolo sul tema di "The old mill", durante il quale saranno suonati gli

strumenti a percussione forniti dalla scuola, ma anche quelli costruiti dai bambini.

f) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …): risorse materiali: strumenti a percussione e strumentario ORFF (legnetti, glockenspiel, shakers in legno,

congas, campane tubolari, congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono,

timpano, xilofono soprano, maracas, triangoli, tamburelli); DVD, Cd audio, file audio Mp3, macchina

fotografica, stereo, tv, lettore dvd, teli, foulard, tempere, pennelli, matite colorate e pennarelli, materiale di

recupero;

oggetto didattico:

presentazione in PPt contenente 1. Una breve presentazione dell’esperienza;

2. Una breve presentazione del gruppo classe;

3. I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.

4. lo spettacolo conclusivo

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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osservazione diretta del comportamento dei bambini nelle diverse situazioni (osserveremo anche se

alcuni bambini faticano a esprimere le loro emozioni, a mettersi in gioco a livello corporeo o hanno

paura di affrontare esperienze forti come la rabbia...)

modalità e grado di coivolgimento dei bambini

atteggiamento durante l'ascolto

capacità di distinguere i vari strumenti a percussione suonati

aspetti motori e di espressività corporea associati alla musica

conversazioni

elaborati grafici dei bambini

esecuzioni ritmiche

verbalizzazioni dei bambini e loro capacità di interpretare la musica e di rapportarla alle proprie

sensazioni ed emozioni

preferenze musicali e scelte personali espresse e motivate da ognuno

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

questionario in uscita

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino

all’interno del gruppo-classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie

emozioni, testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, si verificherà il

raggiungimento degli obiettivi relativi ad ogni ambito di esperienza/disciplina e si considererà la validità del

percorso integrato e la ricaduta sull'apprendimento del bambino.

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …) Diario di bordo, relazione finale, estratti del verbale dell’interclasse, video, foto, ppt.

Bibliografia dei testi narrativi e poetici:

1. "Gnomo battente e il tamburo" e "La batteria di zia Biancamaria" tratti da "Musica Maestra 1" di Paola Fontana, edizioni Paoline;

2. "Paura" di Giusi Quarenghi, da "Storielle a quattro mani", Franco Panini Ragazzi;

3. "Il buio" di guido Quarzo, da "Chiaro scuro", Edizioni Elle;

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

32

4. "Ombre. Un libro luminoso" di Arnaud Roi, Franco Parini Ragazzi;

5. "Filastrocca della paura" di M. L. Giraldo da ""C'è chi fila filastrocche", Il punto d'incontro;

6. "Tutti a nanna" di Tony Wolf, da "Le filastrocche degli animali", Dami Editore;

7. "Il sonno della terra" di Maria Loretta Giraldo da "Rime per quattro stagioni", Giunti;

8. "I colori del giorno e della notte" di G. Rodari.

Cortometraggi animati: 1. Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese. Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry

in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet;

2. "The old mill", Walt Disney 1937;

3. "Danza della Fata Confetto, tratto da "Fantasia", Walt Disney.

Brani musicali:

1. “Musica per archi, percussioni e celesta” di Béla Bartók;

2. “ O fortuna” dai Carmina Burana di Orff. 3. "La danza tribale della pioggia", dal CD "Musica Maestra!" di Paola Fontana

SECONDA UNITA'

Una storia in musica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Destinatari: prima e seconda classe della scuola primaria

Premessa

Capita a molti bambini di vivere relazioni difficili con gli altri, o quantomeno, poco soddisfacenti e spesso così

“ingarbugliate” al punto da non capire dove inizia il proprio contributo nel far si che la relazione proceda in

modo così complicato e dove si posizioni il contributo dell’”altro”.

Se crediamo che esista una circolarità delle interazioni umane, dove la causa e l’effetto non si susseguono in

un processo lineare ma circolare, allora forse abbiamo la chance di comprendere che è un “loop” che viene

a crearsi, a partire dai contributi reciproci che mettiamo in scena all’interno di una relazione di qualsiasi

genere. Il punto è, spesso, avere una profonda consapevolezza della dinamica in atto con l’altro, comprendere quali

sono i pattern all’opera e in che modo, a partire da noi stessi, siamo i primi a contribuire a quel tipo di

relazione poco soddisfacente. Per i bambini non è facile comprendere tutto questo da soli, perché sono

immersi nella relazione ed è molto difficile assumere una posizione da osservatore che consenta loro di

vedere chiaramente cosa accade e cosa innesca quella specifica “circolarità”.

Alla base della difficoltà di comprendere dove inizi il processo considerato “disfunzionale” c’è anche, talvolta,

il bisogno di una delle due parti di riempire alcuni vuoti esistenziali, di soddisfare bisogni assolutamente

legittimi e naturali, come il riconoscimento, l’accettazione, l’affetto o l’amore, il semplice confronto e

scambio di esperienze personali. Questi sono bisogni assolutamente naturali ma sappiamo che difficilmente potremo soddisfarli se attribuiamo a terzi il compito di “riconoscerci”, di “amarci” o di”valutarci” come

vorremmo essere valutati.

Quello che sappiamo, in realtà, è che se il bambino non ha un senso di autostima sufficientemente sviluppato

e presente, se non riesce a distinguere con chiarezza ciò che “è suo” da ciò che è dell’a ltro, se non è in

buona connessione con sé stesso, non riesce a porsi in modo sereno nei rapporti con “l’altro”.

Da qui l’esigenza di intraprendere nelle classi II e III un percorso didattico (musicalmente caratterizzato

dall’esplorazione degli strumenti a percussione) che abbia come finalità quella di rendere distesi i rapporti

fra compagni e, automaticamente, con “l’altro” posto al di fuori del gruppo classe. Da questo bisogno formativo viene fuori il nucleo tematico UGUALE/DIVERSO, due opposti che in effetti si attraggono e si

annullano. “ L ’altro è diverso da me; io per l’altro sono diverso da lui. Allora tutti siamo diversi, e nell’essere

diversi, ci sentiamo tutti accomunati da questa diversità: siamo quindi uguali.”

1. DATI IDENTIFICATIVI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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a) Classe: II e III classe - scuola primaria

b) Tipologia e n. Alunni: alunni normodotati. Presumibilmente 25 alunni per ciascuna classe.

c) Discipline coinvolte

MUSICA, ITALIANO, ED. MOTORIA, ARTE E IMMAGINE, CITTADINANZA, SCIENZE, MATEMATICA, GEOMETRIA,

GEOGRAFIA E STORIA.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) ministeriali e di istituto: Indicazioni Nazionali e di istituto (POF)

b) del consiglio di classe: verbali dell’interclasse e verbali delle programmazioni settimanali.

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

Recuperare le capacità di concentrazione, ascolto e autocontrollo.

Esercitare e sviluppare la memoria tattile, visiva ed acustica.

Favorire le relazioni positive con insegnanti e compagni.

Comunicare con il proprio corpo.

Saper riconoscere le proprie emozioni e gestirle all’interno del gruppo classe.

Innalzare l’autostima nel bambino.

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

UGUALE/DIVERSO

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Educare alla conoscenza di sé e alla relazione con gli altri;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale;

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Reinterpretare le differenze come coesistenze pacifiche.

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)

Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari.

Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari.

Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali comunicativi) e gli

strumenti specifici per risolvere situazioni problematiche.

Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data (selezionare, classificare, ordinare per affinità).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di una comunicazione o al

conseguimento di un risultato.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Acquisire gli strumenti e le metodologie necessarie per un lavoro autonomo consapevole.

Conoscere il linguaggio specifico di ogni disciplina.

Rielaborazione consapevolmente i contenuti.

Acquisire capacità di sintesi.

Acquisire un metodo di studio adeguato e autonomo.

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

LINGUA ITALIANA:

Verbalizzare una semplice esperienza oralmente e per iscritto, esprimendo sentimenti ed emozioni.

Leggere filastrocche.

Comporre semplici filastrocche in rima baciata.

Leggere testi narrativi.

ED. MOTORIA:

Rielaborare i vissuti attraverso la libertà gestuale.

Eseguire giochi ritmici e percorsi.

SCIENZE:

Riconoscere e discriminare sensazioni visive: forme, colore e grandezza.

Conoscere, riconoscere e discriminare i 5 sensi.

Conoscere le funzioni dei 5 sensi.

Riconoscere e discriminare sensazioni tattili, visive e uditive.

CITTADINANZA:

Interagire e collaborare per un fine comune.

Accettare la diversità in quanto risorsa inesauribile di arricchimento.

Partecipare alle proposte, al lavoro di gruppo, alle attività comuni.

GEOMETRIA:

Individuare uguaglianze e differenze.

Riconoscere e denominare figure geometriche.

Riconoscere le dimensioni: spesso/sottile, largo/stretto, pesante/leggero.

STORIA:

Stabilire relazioni temporali (prima – adesso- dopo).

MATEMATICA:

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nei numeri.

GEOGRAFIA:

Conoscere le caratteristiche comportamentali dell’uomo legate al contesto in cui vive.

ARTE E IMMAGINE:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Usare in modo creativo le tecniche grafico-pittoriche per esprimere sensazioni, sentimenti e stati

d’animo.

Leggere immagini.

ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

Sperimentare lo strumento a percussione mediante il tatto.

Sperimentare lo strumento a percussione mediante l’udito (i parametri del suono).

Riconoscere uguaglianze e differenze timbriche .

Usare creativamente lo strumento.

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nelle cellule ritmiche.

Riconoscere e produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione

Rispettare il proprio turno durante un esecuzione strumentale.

Accompagnare con le percussioni semplici filastrocche o musiche con forte denotazione ritmica

(marce).

Sonorizzare storie mediante le percussioni.

Sviluppare la capacità di interazione ritmica e motoria.

Ascoltare brani musicali a forte carattere ritmico.

Affinare le capacità analitiche nell’ascolto.

Sviluppare le capacità di interazione motoria, gestuale, verbale e iconica, relative all’ascolto di un

brano (fruizione, espressione, comunicazione).

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia

Codici espressivi: alfabetico/verbale, ideografico, pittografico, gestuale, vocale, strumentale e motorio.

Ascolto selettivo.

Struttura ludiforme delle attività.

Condivisione.

Somministrazione di questionari a risposta multipla o a risposta chiusa.

Somministrazione di schede.

Tabelle raccolta dati.

Diario di bordo.

b) Tempi (durata)

Da settembre a marzo .

c) Fasi organizzative

Le attività si svolgeranno a classi aperte. Ogni incontro durerà un’ora e si svolgerà ogni quindici giorni.

(Le fasi organizzative sono riferite esclusivamente all’attività musicale).

Fase iniziale (settembre):

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

37

Somministrazione di un questionario in entrata.

Compilazione , da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze della classe in entrata traendo una media dai questionari.

Fase operativa (da ottobre a febbraio = 10 incontri per un totale di 10 ore):

Esplorazione dello strumento a percussione mediante il tatto, l’udito e la vista.

Sonorizzazione, mediante l’uso degli strumenti a percussione, di storie lette dall’insegnante.

Dialoghi sonori fra gli strumenti a percussione (percezione timbrica).

Ascolto di musiche mediante registrazioni audio oppure attraverso dei video, dove gli strumenti a percussione siano predominanti e dove, invece, caratterizzano il ritmo della melodia.

Condivisione verbale e scritta su sensazioni, emozioni, vissuti, relazione con gli altri (il docente avrà cura di prendere appunti).

Espressione verbale e scritta delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Espressione iconografica delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Esecuzione di danze in cui il ritmo è scandito dagli strumenti a percussione e accompagnamento della musica con gli strumenti a percussione.

Il docente prende appunti durante tutta la durata del percorso didattico-educativo, formula domande

guida per stimolare i bambini.

Fase finale - giugno (verifica del percorso):

Somministrazione agli alunni del questionario in uscita.

Compilazione, da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze delle classi in uscita traendo

la media.

Relazione finale sul percorso (da parte di tutti i docenti coinvolti nel percorso didattico-educativo).

Ppt creato dal docente esperto in attività musicale e comprovante le attività musicali dei bambini (danze, sperimentazione sonora dello strumento, etc.) ed eventuali aspetti innovativi del percorso didattico-

educativo.

Creazione di cartelloni in cui gli alunni avranno la possibilità di esporre i propri elaborati grafici, scrivere le proprie sensazioni, disegneranno gli strumenti a percussione sui quali hanno sperimentato le

infinite possibilità espressive che lo stesso fornisce al fruitore.

Il docente documenta il percorso attraverso filmati, fotografie e registrazioni audio.

e) Contenuti disciplinari

ITALIANO:

Gli elementi della comunicazione verbale e scritta .

Testi orali: la filastrocca in rima baciata.

Produzione scritta di filastrocche in rima baciata.

Il testo narrativo “Il piccolo anatroccolo” di Andersen.

GEOMETRIA:

Le similitudini.

Le forme geometriche.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Le dimensioni.

MOTORIA:

Giochi ritmici, percorsi, movimenti liberi, danze.

SCIENZE:

I cinque sensi

CITTADINANZA:

La diversità come elemento di arricchimento nella società di oggi.

STORIA:

Il concetto di “Prima – adesso – dopo” inteso come diversità.

La contemporaneità intesa come uguaglianza.

La linea del tempo.

MATEMATICA:

La numerazione .

Maggiore – minore – uguale.

GEOGRAFIA:

L’ambiente antropologico e quello naturale.

ARTE E IMMAGINE:

Le tecniche di colorazione.

L’uguaglianza e la diversità nell’arte.

ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

L’esplorazione sonora: la percussione e lo sfregamento.

I parametri della musica.

La cellula ritmica.

Attività ritmiche per imitazione.

Esperienze a corpo libero con il ritmo.

La produzione iconica legata all’ascolto.

Le percussioni nell’orchestra .

La musica e i cartoni animati.

La danza.

L’improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora, ad un dato stimolo musicale.

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Oltre alle attività programmate sulla base dei saperi disciplinari e svolte in classe, i bambini

sperimenteranno attività basate sulla "didattica laboratoriale". Queste ultime saranno realizzate in orario curriculare nel laboratorio musicale presente all’interno della scuola primaria.

Alle attività in aula e a quelle laboratoriali, si aggiungeranno le esperienze trasversali di apprendimento che

miglioreranno i processi cognitivi, grazie agli argomenti interdisciplinari.

In un primo momento i bambini "sperimenteranno la sonorità" degli strumenti a percussione, attivando così

il senso del tatto, dell’udito e anche della vista. Successivamente sperimenteranno, con l’aiuto della tecnica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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del parlato, semplici schemi ritmici per imitazione; questi schemi serviranno da accompagnamento alle

filastrocche e saranno riprodotti con gli strumenti a percussione.

Useranno le percussioni anche per "sonorizzare" storie lette dall’insegnante.

(Filastrocca Diritto ad essere cittadini d’Europa di B. Tognolini e il testo narrativo Il brutto anatroccolo di

Andersen).

Per eseguire semplici ritmi o semplici melodie, i bambini creeranno partiture usando una notazione non convenzionale stabilita da loro stessi.

L’ascolto di file audio sarà articolato in due momenti: durante la prima fase il bambino familiarizzerà con la

musica proposta, ascoltandola più volte. Avrà anche la possibilità di sperimentare lo strumento a

percussione suonandolo durante l’ascolto del brano.

(Suite Lo schiaccianoci – la marcia e la danza cinese. Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la

colonna sonora è la Carmen di Bizet).

In un secondo momento l’ascolto sarà mirato alla produzione grafica , alla verbalizzazione delle sensazioni e

all’espressione corporea così da dare “forma” alle sensazioni provate durante la riproduzione musicale. Considerato che la scuola non possiede tutti gli strumenti della famiglia delle percussioni, sarà bene far

vedere ai bimbi dei video in cui potranno prendere conoscenza di alcune percussioni ,vedere come si

suonano e, soprattutto, ascoltarne il suono.

(Musica per archi, percussioni e celesta di Bela Bartok. O fortuna dai Carmina Burana di Orff).

Un momento molto significativo sarà l’attivazione del "LABORATORIO DEL DIALOGO" (un laboratorio dentro al

laboratorio). All’interno di questo “spazio” i bambini saranno lasciati liberi di sperimentare lo strumento

attraverso il dialogo sonoro. Vari sono i giochi che si potranno fare: la domanda ritmica e la sua relativa

risposta, la domanda timbrica e la sua relativa risposta, etc… Queste attività saranno mirate allo sviluppo

della percezione ritmica e timbrica. Sempre all’interno di questo laboratorio, l’insegnante mediante il tamburo dell’oceano, proporrà ai bambini

un ostinato ritmico sul quale uno strumento alla volta improvviserà melodie o ritmi. Sarebbe opportuno

effettuare questa attività dopo aver fatto ascoltare ai bambini delle musiche a forte carattere ritmico

(marce) . Contemporaneamente alla produzione sonora, gruppi di alunni potranno esprimersi liberamente

con il corpo.

Altro momento importante sarà sperimentare il ritmo attraverso il corpo (danza) e contemporaneamente

all’accompagnamento ritmico mediante lo strumento a percussione.

(La marcia di Radetzky). I bambini saranno anche impegnati nello scoprire come la musica sia strettamente collegata al mondo dei cartoni animati, in quanto permette di far capire a chi guarda, i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti.

(Le Silly Simphonies disneyane “The Ugly Duckling” del 1939 ).

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)

L’oggetto didattico è un ppt creato dalla docente di musica che conterrà:

1) Una breve presentazione dell’esperienza;

2) Una breve presentazione del gruppo classe; 3) I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.

Le risorsi materiali saranno le seguenti:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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STRUMENTI A PERCUSSIONE (legnetti, glockenspiel, shakers in legno, congas, campane tubolari,

congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono, timpano, xilofono soprano,

maracas, triangoli, tamburelli).

Video tratti da internet (You Tube)

File audio Mp3.

Carta e colori a tempera, a matita, a cera, pastelli ad olio, a spirito.

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

I bambini si esibiranno in esecuzioni ritmiche inventate da loro mediante partitura non convenzionale e

danzeranno sulla marcia di Radetzky accompagnandone, con gli strumenti a percussioni, il ritmo. Inoltre tutti gli elaborati grafici da loro prodotti durante l’ascolto dei brani, durante la sperimentazione sonora degli

strumenti, tutte le loro verbalizzazioni riguardanti le emozioni provate, le immagini dei momenti più salienti

del percorso didattico-educativo, saranno raggruppati in un ppt dall’insegnante.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Questionario in uscita.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino

all’interno del gruppo classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie

emozioni, testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, ciascun docente potrà

verificare, ognuno nell’ambito della propria materia, se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il tutto è stato

molto più semplice per il bambino, grazie alla messa in pratica di questo percorso didattico-educativo.

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …) Diario di bordo tenuto da tutti i docenti coinvolti nella sperimentazione, relazione finale, estratti del verbale

dell’interclasse, video, foto, ppt.

DIRITTO A ESSERE CITTADINI D’EUROPA

di Bruno Tognolini

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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C’ era una volta un Nuovissimo Regno

Rima di ferro, rima di legno

Che si chiamava Governo d’ Europa

Rima di straccio, rima di scopa

Tutti i regnanti si sono riuniti

Rima di chiodi, rima di viti

Per stabilire la Costituzione

Rima di stati, rima di zone

Mille bambini sono arrivati

Rima di fiori, rima di prati

Perché volevano dire la loro

Rima di canto, rima di coro

Visto che siete appena all’inizio

Rima di ozio, rima di vizio

Non fate sempre quel solito sbaglio

Rima di puzza, rima di aglio

Fate un bel regno che valga per tutti

Rima di fiori, rima di frutti

Anche per noi, non teneteci fuori

Rima di frutti, rima di fiori

E sarà un regno più degno perché

Rima con tutti fa rima con me.

Il Brutto anatroccolo

Fiaba di Hans Christian Andersen

L'estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna.

In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova

cova.

Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire

dal guscio la propria prole.… Finalmente, uno dopo l'altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono uscire alcuni

adorabili anatroccoli gialli.

- Pip! Pip! Pip! Esclamarono i nuovi nati, il mondo è grande ed è bello vivere!- - Il mondo non finisce qui,- li ammonì mamma anatra,- si estende ben oltre il laghetto, fino al villaggio vicino,

ma io non ci sono mai andata. Ci siete tutti? - Domandò.

Mentre si avvicinava, notò che l'uovo più grande non si era ancora schiuso e se ne meravigliò.

Si mise allora a covarlo nuovamente con aria contrariata.

- Buongiorno! Come va? - Le domandò una vecchia anatra un po' curiosa che era venuta in quel momento a

farle visita.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

42

- Il guscio di questo grosso uovo non vuole aprirsi, guarda invece gli altri piccoli, non trovi che siano

meravigliosi?-

- Mostrami un po' quest'uovo. - Disse la vecchia anatra per tutta risposta. - Ah! Caspita! Si direbbe un uovo di

tacchina! Ho avuto anche io, tempo fa, questa sorpresa: quello che avevo scambiato per un anatroccolo era

in realtà un tacchino e per questo non voleva mai entrare in acqua. Quest'uovo è certamente un uovo di

tacchino. Abbandonalo ed insegna piuttosto a nuotare agli altri anatroccoli!-

- Oh! Un giorno di più che vuoi che mi importi! Posso ancora covare per un po'. - Rispose l'anatra ben decisa.-

- Tu sei la più testarda che io conosca! - Borbottò allora la vecchia anatra allontanandosi.

Finalmente il grosso uovo si aprì e lasciò uscire un grande anatroccolo brutto e tutto grigio.

- Sarà un tacchino! - Si preoccupò l'anatra. - Bah! Lo saprò domani!-

Il giorno seguente, infatti, l'anatra portò la sua piccola famiglia ad un vicino ruscello e saltò nell'acqua: gli

anatroccoli la seguirono tutti, compreso quello brutto e grigio.

- Mi sento già più sollevata, - sospirò l'anatra, - almeno non è un tacchino! Ora, venite piccini, vi presenterò

ai vostri cugini.-

La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e gli anatroccoli salutarono le altre anatre. - Oh! Guardate, i nuovi venuti! Come se non fossimo già numerosi!… e questo anatroccolo grigio non lo

vogliamo! - Disse una grossa anatra, morsicando il poverino sul collo.-

- Non fategli male! - Gridò la mamma anatra furiosa - E' così grande e brutto che viene voglia di maltrattarlo!

- Aggiunse la grossa anatra con tono beffardo.- E' un vero peccato che sia così sgraziato, gli altri sono tutti

adorabili, - rincarò la vecchia anatra che era andata a vedere la covata.

- Non sarà bello adesso, può darsi però che, crescendo , cambi; e poi ha un buon carattere e nuota meglio

dei suoi fratelli, - assicurò mamma anatra, -

-La bellezza, per un maschio, non ha importanza, - concluse, e lo accarezzò con il becco - andate, piccoli

miei, divertitevi e nuotate bene!- Tuttavia, l'anatroccolo, da quel giorno fu schernito da tutti gli animali del cortile: le galline e le anatre lo

urtavano, mentre il tacchino, gonfiando le sue piume, lo impauriva.

Nei giorni che seguirono, le cose si aggravarono: il fattore lo prese a calci e i suoi fratelli non perdevano

occasione per deriderlo e maltrattarlo.

Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco della situazione, scappò da sotto la siepe.

Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli. "Sono così brutto che faccio paura!" pensò l'anatroccolo.

Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude abitata da anatre selvatiche che accettarono di

lasciargli un posticino fra le canne. Verso sera, arrivarono due oche selvatiche che maltrattarono il povero anatroccolo già così sfortunato.

Improvvisamente, risuonarono alcuni spari: le due oche caddero morte nell'acqua! I cacciatori, posti intorno

alla palude, continuarono a sparare. Poi i lori cani solcarono i giunchi e le canne. Al calar della notte, il

rumore cessò.

Il brutto anatroccolo ne approfittò per scappare il più velocemente possibile. Attraversò campi e prati,

mentre infuriava una violenta tempesta. Dopo qualche ora di marcia, arrivò ad una catapecchia la cui porta

era socchiusa.

L'anatroccolo si infilò dentro: era la dimora di una vecchia donna che viveva con un gatto ed una gallina. Alla

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

43

vista dell'anatroccolo, il micio cominciò a miagolare e la gallina cominciò a chiocciare, tanto che la

vecchietta, che aveva la vista scarsa, esclamò:

- Oh, una magnifica anatra! Che bellezza, avrò anche le uova… purché non sia un' anatra maschio! Beh, lo

vedremo, aspettiamo un po'!-La vecchia attese tre lunghe settimane, ma le uova non arrivarono e cominciò a

domandarsi se fosse davvero un'anatra! Un giorno, il micio e la gallina, che dettavano legge nella stamberga,

interrogarono l'anatroccolo:

- Sai deporre le uova? - domandò la gallina;

- No - rispose l'anatroccolo un po' stupito.

- Sai fare la ruota? - domandò il gatto;

- No, non ho mai imparato a farla! - rispose l'anatroccolo sempre più meravigliato.

- Allora vai a sederti in un angolo e non muoverti più! - gli intimarono i due animali con cattiveria.

Improvvisamente, un raggio di sole e un alito di brezza entrarono dalla porta.

L'anatroccolo ebbe subito una grande voglia di nuotare e scappò lontano da quegli animali stupiti e cattivi.

L'autunno era alle porte, le foglie diventarono rosse poi caddero. Una sera, l'anatroccolo vide alcuni bellissimi uccelli bianco dal lungo collo che volavano verso i paesi caldi. Li

guardò a lungo girando come una trottola nell'acqua del ruscello per vederli meglio: erano cigni! Come li

invidiava!

L'inverno arrivò freddo e pungente; l'anatroccolo faceva ogni giorno un po' di esercizi nel ruscello per

riscaldarsi. Una sera dovette agitare molto forte le sue piccole zampe perché l'acqua intorno a lui non

gelasse: ma il ghiaccio lo accerchiava di minuto in minuto finché, esausto e ghiacciato, svenne.

Il giorno seguente, un contadino lo trovò quasi senza vita; ruppe il ghiaccio che lo circondava e lo portò ai

suoi ragazzi che lo circondarono per giocare con lui. Ahimè, il poveretto ebbe una gran paura e si gettò

prima dentro un bidone di latte e poi in una cassa della farina. Finalmente riuscì ad uscire e prese il volo inseguito dalla moglie del contadino.

Ancora una volta il brutto anatroccolo scappò ben lontano per rifugiarsi, esausto, in un buco nella neve.

L'inverno fu lungo e le sue sofferenze molto grandi, ma un giorno le allodole cominciarono a cantare e il sole

riscaldò la terra: la primavera era finalmente arrivata!

L'anatroccolo si accorse che le sue ali battevano con molto più vigore e che erano anche molto robuste per

trasportarlo sempre più lontano. Partì dunque per cercare nuovi luoghi e si posò in un prato fiorito. Un salice

maestoso bagnava i suoi rami nell'acqua di uno stagno dove tre cigni facevano evoluzioni graziose.

Conosceva bene quei meravigliosi uccelli! L'anatroccolo si lanciò disperato verso di loro gridando: - Ammazzatemi, non sono degno di voi!-

Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che sorpresa! Che felicità! Non osava crederci: non

era più un anatroccolo grigio, era diventato un cigno: come loro!!

I tre cigni si avvicinarono e lo accarezzarono con il becco dandogli così il benvenuto, mentre alcuni ragazzi

attorno allo stagno declamavano a gran voce la sua bellezza e la sua eleganza.

Mise la testa sotto le ali, quasi vergognoso di tanti complimenti e tanta fortuna: lui che era stato per tanto

tempo un brutto anatroccolo era finalmente felice e ammirato.

FILE VIDEO REPERIBILI SU YOU TUBE

1. Suite “Lo schiaccianoci” – la marcia e la danza cinese.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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2. Cartone animato con protagonisti Tom e Jerry in cui la colonna sonora è la Carmen di Bizet.

3. “Musica per archi, percussioni e celesta” di Bela Bartok.

4. “ O fortuna” dai Carmina Burana di Orff.

5. La marcia di Radetzky.

6. Le Silly Simphonies Disneyane - “The Ugly Duckling” del 1939 .

ELENCO QUESTIONARI

1. Questionario in entrata: per conoscere il gruppo classe, ai bambini verrà somministrata una

scheda che avrà duplice funzione; servirà per accertare i prerequisiti sulla conoscenza degli strumenti a

percussione e per rilevare l’aspetto sensoriale, emotivo e relazionale di ognuno d i loro.

2. Questionario in uscita: ai bambini verrà somministrato lo stesso questionario somministrato

all’ingresso. Le variabili serviranno per comprendere se ci sono stati cambiamenti nei risultati e quindi

servirà per verificare la validità o meno del percorso.

3. Griglie di rilevazione dati: l’insegnante creerà una griglia di rilevazione dei dati per tabulare i risultati dei questionari in entrata e in uscita, così da trarne le medie.

TERZA UNITA'

Una finestra sul mondo

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Destinatari: classi quarte e quinte della scuola primaria.

Premessa

Accettare la diversità non significa sminuire chi è diverso. Accettare la diversità significa riconoscere che chi è diverso da noi ha qualcosa in più da insegnarci, qualcosa di utile che a noi manca. Solo attraverso il sentimento dell'Unità potremo conoscere e migliorare per mezzo dell'altro. (Tratto da "Un anno di riflessioni meditative con Natyan")

Se uno ama l'altro solo per ciò che di lui ha compreso e per ciò che corrisponde agli ideali e ai desideri che egli stesso su di lui ha concepito, in verità non lo ama. E' necessario accettarlo così com'è, in se stesso e per se stesso. Solo in questo modo scoprirai l'altro nella sua verità.

(Karl Rahner)

La "multiculturalità" è un concetto che descrive la fattuale compresenza di culture diverse entro una

società. E’ un dato di fatto i cui sviluppi appaiono irreversibili e incontenibili proprio perché quanto va

accadendo non potrà mai essere arrestato da leggi restrittive sull’immigrazione nei diversi paesi..

Credo che le differenze somatiche, che le origini, vadano percepite e vissute dai bambini nella giusta misura.

Non si può pensare di rendere integro, di rendere uno ciò che è costitutivamente diverso. Bisogna invece

abituare i bambini, fin dalla più tenera età, a conoscere le diverse culture e ad agire nell’ottica dell’integrazione.

Accettare la diversità come valore e come dimensione costitutiva dell’organizzazione sociale e culturale,

comporta lo sviluppo del pensiero aperto, capace di uscire dai propri orizzonti culturali e di ristrutturare i

propri modi di pensare e di sentire.

Per "pensiero aperto" si intende il pensiero capace di dirigersi verso quelli di altre culture per scoprirne e

comprenderne le differenze e le connessioni, capace, inoltre, di tornare nella propria cultura arricchito

dall’esperienza del confronto.

In quest’ottica si inserisce l’ideazione di un nucleo tematico centrato su UGUALE/DIVERSO (musicalmente verrà trattato attraverso l’ esplorazione sonora delle percussioni, strumenti caratterizzanti le musiche

etniche).

Conoscere altre popolazioni diverse da noi per usi e costumi, permetterà ai bambini di entrare in relazione

empatica con queste diverse culture e, come ben sappiamo, tale relazione è promotrice della crescita

dell’individuo.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Classe: IV e V classe - scuola primaria

b) Tipologia e n. Alunni: alunni normodotati. Presumibilmente 25 alunni per ciascuna classe.

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c) Discipline coinvolte

MUSICA, ITALIANO, ED. MOTORIA, ARTE E IMMAGINE, CITTADINANZA, SCIENZE, MATEMATICA, GEOMETRIA,

GEOGRAFIA E STORIA.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) ministeriali e di istituto: Indicazioni Nazionali e di istituto (POF)

b) del consiglio di classe: verbali dell’interclasse e verbali delle programmazioni settimanali.

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

Recuperare le capacità di concentrazione, ascolto e autocontrollo.

Esercitare e sviluppare la memoria tattile, visiva ed acustica.

Favorire le relazioni positive con insegnanti e compagni.

Comunicare con il proprio corpo.

Saper riconoscere le proprie emozioni e gestirle all’interno del gruppo classe.

Innalzare l’autostima nel bambino.

Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.

Accettare la diversità e comprenderne l’arricchimento che rappresenta all’interno del gruppo.

Favorire la disponibilità alla collaborazione.

Offrire e accettare collaborazioni negli scambi interpersonali.

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

UGUALE/DIVERSO

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Educare alla conoscenza di sé e alla relazione con gli altri;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale;

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Reinterpretare le differenze come coesistenze pacifiche.

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali per i vari ambiti disciplinari,

mediante rubriche, archivi e tabelle.

Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari.

Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari.

Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali comunicativi) e gli

strumenti specifici per risolvere situazioni problematiche.

Analizzare l’aspetto morfologico di una situazione data.

Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data (selezionare, classificare, ordinare per affinità).

Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di una comunicazione o al

conseguimento di un risultato.

Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti disciplinari.

Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse.

Valutare una situazione data confrontando ipotesi.

Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti attuati.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognit ivi)

Acquisire gli strumenti e le metodologie necessarie per un lavoro autonomo consapevole.

Conoscere il linguaggio specifico di ogni disciplina.

Elaborare in modo coerente, utile e personale gli apprendimenti.

Acquisire capacità di critica e di sintesi.

Acquisire un metodo di studio ben organizzato, adeguato e autonomo.

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

LINGUA ITALIANA:

Verbalizzare un’ esperienza oralmente e per iscritto, esprimendo sentimenti ed emozioni.

Leggere poesie.

Comporre filastrocche in rima baciata e alternata.

Leggere testi narrativi.

ED. MOTORIA:

Rielaborare i vissuti attraverso la libertà gestuale.

Eseguire giochi ritmici e percorsi.

SCIENZE:

Riconoscere e discriminare sensazioni visive, tattili e uditive.

Conoscere i fattori che determinano le diverse etnie umane.

CITTADINANZA:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Interagire e collaborare per un fine comune.

Accettare la diversità in quanto risorsa inesauribile di arricchimento.

Partecipare alle proposte, al lavoro di gruppo, alle attività comuni.

Conoscere le diverse forme di governo.

GEOMETRIA:

Individuare uguaglianze e differenze.

Riconoscere e denominare figure geometriche solide.

Riconoscere le dimensioni: spesso/sottile, largo/stretto, pesante/leggero.

STORIA:

Conoscere i conflitti che hanno caratterizzato i principali periodi storici determinando differenze sociali e situazioni di grave disagio .

MATEMATICA:

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nei numeri.

GEOGRAFIA:

Comprendere che il territorio è costituito da elementi fisici e antropici connessi e interdipendenti.

ARTE E IMMAGINE:

Usare in modo creativo le tecniche grafico-pittoriche per esprimere sensazioni, sentimenti e stati d’animo.

Leggere le opere di grandi scultori e pittori che hanno trattato la diversità e l’uguaglianza.

ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

Sperimentare lo strumento a percussione mediante il tatto.

Sperimentare lo strumento a percussione mediante l’udito (i parametri del suono).

Riconoscere uguaglianze e differenze timbriche .

Usare creativamente lo strumento.

Riconoscere l’uguaglianza e la diversità nelle cellule ritmiche.

Riconoscere e produrre semplici sequenze ritmiche per imitazione

Rispettare il proprio turno durante un esecuzione strumentale.

Accompagnare con le percussioni filastrocche o musiche etniche con forte denotazione ritmica (es:

le danze africane).

Sonorizzare poesie mediante le percussioni.

Sviluppare la capacità di interazione ritmica e motoria.

Ascoltare musiche etniche a forte carattere ritmico.

Affinare le capacità analitiche nell’ascolto.

Sviluppare le capacità di interazione motoria, gestuale, verbale e iconica, relative all’ascolto di un

brano (fruizione, espressione, comunicazione).

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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a) Metodologia

Codici espressivi: alfabetico/verbale, ideografico, pittografico, gestuale, vocale, strumentale e motorio.

Ascolto selettivo.

Visione di clip video.

Gioco/simulazione.

Condivisione.

Somministrazione di questionari a risposta multipla o a risposta chiusa.

Somministrazione di schede.

Tabelle raccolta dati.

Diario di bordo.

b) Tempi (durata)

Da settembre a marzo .

c) Fasi organizzative Le attività si svolgeranno a classi aperte. Ogni incontro durerà un’ora e si svolgerà ogni quindici giorni.

(Le fasi organizzative sono riferite esclusivamente all’attività musicale).

Fase iniziale (settembre):

Somministrazione di un questionario in entrata per verificare la conoscenza degli alunni relativa agli strumenti a percussione, la conoscenza di usi e costumi di popoli lontani da noi e per verificare come gli

alunni si approcciano alla diversità non solo culturale ma anche fisica.

Compilazione , da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze della classe in entrata traendo una media dai questionari.

Fase operativa (da ottobre a febbraio = 10 incontri per un totale di 10 ore):

Esplorazione dello strumento a percussione mediante il tatto, l’udito e la vista.

Sonorizzazione, mediante l’uso degli strumenti a percussione, di poesie lette dall’insegnante.

Dialoghi sonori fra gli strumenti a percussione (percezione timbrica).

Ascolto di musiche mediante registrazioni audio oppure attraverso dei video, dove gli strumenti a

percussione siano predominanti e dove, invece, caratterizzano il ritmo della melodia.

Condivisione verbale e scritta su sensazioni, emozioni, vissuti, relazione con gli altri (il docente avrà cura di prendere appunti).

Espressione verbale e scritta delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Espressione iconografica delle emozioni suscitate dall’ascolto dei brani.

Esecuzione di danze etniche in cui il ritmo è scandito dagli strumenti a percussione e accompagnamento della musica con gli strumenti a percussione.

Visione di clip video in cui i ragazzi hanno modo di ascoltare strumenti a percussione suonati da grandi esecutori (da solisti o all’interno dell’orchestra o del gruppo musicale).

Visione di video clip in cui i ragazzi hanno modo di osservare danze etniche di popoli a noi lontani.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Visione di clip video sulla musicista Evelyn Glennie, percussionista a livello mondiale che ha perso

l’udito a 12 anni e che suona percependo le vibrazioni del ritmo attraverso il corpo.

Il docente prende appunti durante tutta la durata del percorso didattico-educativo, formula domande guida per stimolare i bambini.

Fase finale - giugno (verifica del percorso):

Somministrazione agli alunni del questionario in uscita.

Compilazione, da parte dell’insegnante, della Scheda delle competenze delle classi in uscita traendo la media.

Relazione finale sul percorso (da parte di tutti i docenti coinvolti nel percorso didattico-educativo).

Ppt creato dal docente esperto in attività musicale e comprovante le attività musicali dei bambini (danze, sperimentazione sonora dello strumento, ecc….) ed eventuali aspetti innovativi del percorso

didattico-educativo.

Creazione di cartelloni in cui gli alunni avranno la possibilità di esporre i propri elaborati grafici, scrivere le proprie sensazioni, disegneranno gli strumenti a percussione sui quali hanno sperimentato le

infinite possibilità espressive che lo stesso fornisce al fruitore.

Il docente documenta il percorso attraverso filmati, fotografie e registrazioni audio.

e) Contenuti disciplinari

ITALIANO:

Gli elementi della comunicazione verbale e scritta .

Testi orali: la filastrocca in rima baciata e alternata.

Produzione scritta di filastrocche in rima baciata e alternata

Testi poetici sulla diversità.

GEOMETRIA:

Le similitudini.

Le forme geometriche.

Le dimensioni.

MOTORIA:

Giochi ritmici, percorsi, movimenti liberi, danze.

La coordinazione oculo – manuale.

SCIENZE:

L’orecchio.

Le terminazioni nervose (il tatto).

La vista.

Il DNA.

CITTADINANZA:

La diversità come elemento di arricchimento nella società di oggi.

Le forme di governo.

STORIA:

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La diversità fra i popoli nella storia (il razzismo, il nazismo,…..)

MATEMATICA:

La numerazione nei numeri naturali, frazionari e relativi .

Maggiore – minore – uguale.

GEOGRAFIA:

Gli elementi fisici e antropologici dei vari Stati.

ARTE E IMMAGINE:

Le tecniche di colorazione.

L’uguaglianza e la diversità nell’arte.

ED. AL SUONO E ALLA MUSICA:

L’esplorazione sonora: la percussione e lo sfregamento.

I parametri della musica.

La cellula ritmica.

Attività ritmiche per imitazione.

Esperienze a corpo libero con il ritmo.

La produzione iconica legata all’ascolto.

Le percussioni nell’orchestra .

Le percussioni nella musica moderna.

Le danze africane, i ritmi tribali, “Maculelè” (corredato di scheda di comprensione),le danze rumene, il Sirtaki, le danze irlandesi.

L’improvvisazione mimico-gestuale, ritmica e sonora, ad un dato stimolo musicale.

“Suoniamoci su” (attività ideata da Giovanni Piazza): l’accompagnamento ritmico sulle danze proposte dall’insegnante e sopra elencate.

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Oltre alle attività programmate sulla base dei saperi disciplinari e svolte in classe, i bambini sperimenteranno attività basate sulla DIDATTICA LABORATORIALE. Queste ultime saranno realizzate in orario

curriculare nel laboratorio musicale presente all’interno della scuola primaria.

Alle attività in aula e a quelle laboratori ali, si aggiungeranno le esperienze trasversali di apprendimento che

miglioreranno i processi cognitivi, grazie agli argomenti interdisciplinari.

In un primo momento i bambini "sperimenteranno" la sonorità degli strumenti a percussione, attivando così

il senso del tatto, dell’udito e anche della vista. Successivamente sperimenteranno, con l’aiuto della tecnica

del parlato, semplici schemi ritmici per imitazione; questi schemi serviranno da accompagnamento alcune

filastrocche e saranno riprodotti con gli strumenti a percussione.

Useranno le percussioni anche per "sonorizzare" poesie che tratteranno l’uguaglianza e la diversità e lette dall’insegnante. (Poesia della diversità di Gigi Cortesi, L’uguaglianza di Trilussa).

L’ascolto di file audio sarà articolato in due momenti:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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1) durante la prima fase il bambino familiarizzerà con la musica proposta, ascoltandola più volte. Avrà anche

la possibilità di sperimentare lo strumento a percussione suonandolo durante l’ascolto del brano.

(Percussioni e danze africane, A little prayer di E. Glennie, Marcia dei gladiatori di Fucik)

Dai brani che i bambini avranno ascoltato nella prima fase, se ne ascolterà uno eseguito dalla grande

percussionista Evelyn Glennie, sorda dall’età di 12 anni. Sarà spunto di riflessione per il nucleo tematico

“uguale/diverso” da calare anche nelle diversità fisiche. Ai bambini verrà fornito anche un testo biografico

per meglio conoscere la musicista in questione. 2) In un secondo momento l’ascolto sarà mirato alla produzione grafica , alla verbalizzazione delle sensazioni

e all’espressione corporea così da dare “forma” alle sensazioni provate durante la riproduzione musicale.

Considerato che la scuola non possiede tutti gli strumenti della famiglia delle percussioni, sarà bene far

vedere ai bimbi dei video in cui potranno prendere conoscenza di alcune percussioni ,vedere come si

suonano e, soprattutto, ascoltarne il suono.

(Evelyn Glennie e Linda Blove in un video in cui suonano lo xilofono, Evelyn Glennie Clapping Music con il

tamburo, Nery Sauro, Antonio Buonomo, Czardas di V. Monti in cui suonano xilofono, vibrafono, glockenspiel,

marimba e batteria).

Ma le percussioni non sono solo presenti nella musica classica; le percussioni sono l’elemento caratterizzate della musica moderna. Ecco che verranno proposti ai bambini dei file audio e video di uno dei più grandi

percussionisti italiani: Tullio De Piscopo.

Un momento molto significativo sarà l’attivazione del LABORATORIO DEL DIALOGO (un laboratorio dentro al

laboratorio). All’interno di questo “spazio” i bambini saranno lasciati liberi di sperimentare lo strumento

attraverso il dialogo sonoro. Vari sono i giochi che si potranno fare: la domanda ritmica e la sua relativa

risposta, la domanda timbrica e la sua relativa risposta, ecc… Queste attività saranno mirate allo sviluppo

della percezione ritmica e timbrica.

(A tale proposito sarebbe interessante far vedere ai bambini una danza irlandese tratta da you tube e dal

titolo Irish dance group – Irish step dancing 2009 in cui si può osservare il dialogo sonoro fra due tamburi e il ritmo proposto dai piedi di due ballerini).

Sempre all’interno di questo laboratorio, l’insegnante mediante il tamburo dell’oceano, proporrà ai bambini

un ostinato ritmico sul quale uno strumento alla volta improvviserà melodie o ritmi. Sarebbe opportuno

effettuare questa attività dopo aver fatto ascoltare ai bambini delle musiche a forte carattere ritmico (danze

africane, marocchine, irlandesi, greche, musiche etniche della tradizione italiana) . Contemporaneamente alla

produzione sonora, gruppi di alunni potranno esprimersi liberamente con il corpo.

Altro momento importante sarà sperimentare il ritmo attraverso il corpo (danza) e contemporaneamente

all’accompagnamento ritmico mediante lo strumento a percussione. ( Video Spettacolo di danze africane con Officine Artistiche – Ts 2010, Joc Din Clinj - La danza dei bastoni –

danza rumena , Maculelè corredata di scheda informativa sul genere musicale e sulla tradizione legata a

questo brano).

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)

L’oggetto didattico è un ppt creato dalla docente di musica che conterrà:

4) Una breve presentazione dell’esperienza;

5) Una breve presentazione del gruppo classe;

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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6) I testi proposti, le musiche proposte, i video proposti.

Le risorse materiali saranno le seguenti:

STRUMENTI A PERCUSSIONI (legnetti, glockenspiel, shakers in legno, congas, campane tubolari, congas remo, bastone della pioggia, mini congas, campanelli, metallofono, timpano, xilofono soprano,

maracas, triangoli, tamburelli).

Video tratti da internet (You Tube)

File audio Mp3.

Carta e colori a tempera, a matita, a cera, pastelli ad olio, a spirito.

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

I bambini si esibiranno in esecuzioni ritmiche inventate da loro mediante partitura non convenzionale e

danzeranno su musiche africane accompagnandone, con gli strumenti a percussioni, il ritmo. Inoltre tutti gli

elaborati grafici da loro prodotti durante l’ascolto dei brani, durante la sperimentazione sonora degli strumenti, tutte le loro verbalizzazioni riguardanti le emozioni provate, le immagini dei momenti più salienti

del percorso didattico-educativo, saranno raggruppati in un ppt dall’insegnante.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Questionario in uscita.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari La valutazione sarà data dall’osservazione del miglioramento o meno del comportamento del bambino

all’interno del gruppo classe. La collaborazione, il rispetto del pensiero altrui, il riuscire a gestire le proprie

emozioni, l’accettazione dell’altro, l’apprezzarne la diversità, l’apertura mentale all’interculturalità,

testimonieranno la validità del percorso. Dal punto di vista interdisciplinare, ciascun docente potrà

verificare, ognuno nell’ambito della propria materia, se gli obiettivi sono stati raggiunti e se il tutto è stato

molto più semplice per il bambino, grazie alla messa in pratica di questo percorso didattico-educativo.

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold) Strumento didattico Gold. Pubblicazione dei lavori sul sito internet della scuola.

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt, …)

Diario di bordo tenuto da tutti i docenti coinvolti nella sperimentazione, relazione finale, estratti del verbale

dell’interclasse, video, foto, ppt.

MATERIALI

Le poesie saranno lette dall’insegnante, commentate dai bambini e sonorizzate con gli strumenti a

percussione secondo loro più idonei ad esprimere le sensazioni e le emozioni suscitate dai testi in questione.

POESIA DELLA DIVERSITA’ (Gigi Cortesi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Vorrei essere stato cieco:

oggi mi gusterei la luce dell’alba,

il rosso dei tramonti.

Vorrei essere stato storpio:

ora mi godrei la schiuma dell’onda camminando là dove la spiaggia

fa l’amore con il mare.

Vorrei essere stato sordo:

fra poco mi vibrerebbe l’anima

al sussurro delle fronde.

Vorrei essere stato

tutte le diversità dell’uomo e tutte le unicità della creatura:

Dio mi bacerebbe di ogni sua eternità.

L'UGUAGLIANZA (Trilussa)

Fissato ne l’idea de l’uguajanza

un Gallo scrisse all’Aquila: - Compagna,

siccome te ne stai su la montagna

bisogna che abbolimo ‘sta distanza:

perché nun è nè giusto nè civile

ch’io stia fra la monnezza d’un cortile,

ma sarebbe più commodo e più bello

de vive’ ner medesimo livello. -

L’Aquila je rispose: - Caro mio,

accetto volentieri la proposta:

volemo fa’ amicizzia? So’ disposta:

ma nun pretenne’ che m’abbassi io.

Se te senti la forza necessaria

spalanca l’ale e viettene per aria:

se nun t’abbasta l’anima de fallo

io seguito a fa’ l’Aquila e tu er Gallo.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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- Che superbia che cià! Chi sarà mai!

- disse er Gallo seccato de la cosa -

Lei nun se vô abbassà’! Brutt’ambizziosa!

L’ommini, in questo qui, so’ mejo assai.

Conosco, infatti, un nobbile romano

che a casa se dà l’aria d’un sovrano:

ma se je serve la democrazzia lassa er palazzo e corre all’osteria.

(Affidare a ciascun animale una percussione scelta dai bambini e creare un dialogo sonoro che rispecchi il

senso della poesia del Trilussa)

MACULELE’

Maculelê una danza guerriera ricca e colorata, oggi incorporata al corpo coreografico della capoeira, che venne creata a Santo Amaro da Purificação - La danza si esegue battendo tra loro ritmicamente dei bastoni

di legno o lunghi coltelli, simulando un combattimento al ritmo delle percussioni e dei canti. Con le sue

coreografie è l`espressione di un omaggio votivo a 22 valorosi guerrieri del passato che hanno combattuto

per difendere la propria gente.

Il Maculelê é un rituale mistico e profano di origine bantu e proprio come tutte le manifestazioni

folcloristiche di matrice africana è oscura e sconosciuta. Si crede che sia sbocciato da un avvenimento

popolare avvenuto nel XVIII secolo nelle piantagioni di canna di zucchero della città di Santo Amaro da

Purificação, la parte più interna e arretrata della grande Bahia de Todos os Santos, dove si trova anche la città di Salvador de Bahia.

Dice una delle leggende che gli schiavi neri nei momenti di pausa dal duro lavoro nelle piantagioni di canna da

zucchero praticavano una lotta con pezzi di canna che simulavano bastoni o coltelli simili al machete, per

poter un giorno combattere i padroni e ottenere la libertà. Questa lotta prendeva il nome di "Dança do

Canavial”.

Evelyn Elizabeth Ann Glennie Aberdeen (Scozia), 19 luglio 1965.

E’ una percussionista e compositrice scozzese. Ha iniziato lo studio del pianoforte a 8 anni e a 12 anni quello degli strumenti a percussione.

Rimasta sorda in tenera età a causa di un progressivo danneggiamento di un nervo auricolare, Evelyn

Glennie riesce comunque a sentire la musica osservando e percependo le vibrazioni. Al momento, è una delle

poche percussioniste che siano riuscite a intraprendere una carriera solistica, esibendosi in circa 100

concerti l'anno.

Come compositrice, ha scritto più di 100 brani, tra concerti e altre composizioni per percussioni sole. Ha

collaborato con vari artisti famosi a livelli internazionale come Björk, Steve Hackett, Bela Fleck, Bobby

McFerrin e Fred Frith. È stata insignita della carica di dama dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2007.

APPENDICE

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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ELENCO FILE VIDEO

(I FILE VIDEO SONO REPERIBILI SU INTERNNET MEDIANTE YOU TUBE)

1. “Percussioni e danze africane” (Dioubate, maestro percussionista, è impegnato in un ritmo a 2 djembre insieme alla ballerina Aisha Tourè.

2. Danze africane a Bissou (Africa) per l’inaugurazione della scuola dell’infanzia “Mariano Matteazzi”.

3. Spettacolo di danze africane con Officine Artistiche – Ts 2010

4. “Maculelè”

5. Danza dei bastoni – “Joc Din Clinj” – (Romania)

6. Zorba – Sirtaki (danza da ascoltare e accompagnare ritmicamente con gli strumenti. Si può anche simulare la classica danza greca in piccolo gruppo).

7. “Irish Dance Group – Irish Step Dancing 2009 (esecuzione di una danza irlandese in cui si può

osservare il dialogo sonoro fra tamburi e ritmo dei piedi dei ballerini).

8. Video amatoriale, tratto da You Tube, sui ritmi marocchini (Ritmi di Marrkech) in cui oltre a

produrre ritmo, si esegue una danza del posto.

9. Video sui ritmi tribali: M. Filippi e S. Zingoni durante lo spettacolo “Percussioni in concerto” a San Miniato (Pisa).

10. Video tratto dal film “Il Ciclone” – “The rithm is magic”.

11. Musica etnica italiana: tamurriata, musica popolare a Capri, “Cicerenella – ‘meza de seje”,

tarantella siciliana.

12. Video in cui si può ammirare il virtuosismo del percussionista Tullio De Piscopo.

13. V. Monti, “Czardas” (Xilofono, vibrafono, glockenspiel, marimba, batteria).

ELENCO QUESTIONARI

4. Questionario in entrata: per conoscere il gruppo classe, ai bambini verrà somministrata una

scheda che avrà duplice funzione; servirà per accertare i prerequisiti sulla conoscenza degli strumenti a

percussione e sulla conoscenza degli usi e costumi di popoli lontani a noi e servirà per verificare quale sia il

concetto che ciascuno di loro ha circa i termini “UGUALE”, “DIVERSO” in riferimento alle diversità fisiche e

culturali.

5. Questionario in uscita: ai bambini verrà somministrato lo stesso questionario somministrato all’ingresso. Le variabili serviranno per comprendere se ci sono stati cambiamenti nei risultati e quindi

servirà per verificare la validità o meno del percorso.

6. Griglie di rilevazione dati: l’insegnante creerà una griglia di rilevazione dei dati per tabulare i

risultati dei questionari in entrata e in uscita, così da trarne le medie.

GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

58

Idiofoni e membranofoni a suono indeterminato ovvero

Fortepiano e la fata della musica

di Adele Bellanti, Cinzia Cristofalo, Lucia Guzzo

Idiofoni a suono indeterminato

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

59

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

60

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

61

GONG

Membranofoni a suono indeterminato

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

63

Premessa

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

64

Parlare di Musica a scuola potrebbe sembrare anacronistico in un momento in cui sono centrali altre

discipline nel dibattito educativo, eppure studiare e suonare musica sono formidabili veicoli per portare

espressività nelle classi. (Prof. Gaudio)

L’educazione musicale fornisce ciò che serve al bambino per maturare a livello cognitivo, affettivo e sociale

poiché la partecipazione alle attività musicali è globale: emotiva, corporea e intellettuale.

Il percorso illustrato propone attività che spaziano dall’udire all’ascoltare, dallo scoprire allo sperimentare ,

dall’esprimersi al conoscere attraverso esperienze che hanno tre importanti finalità : piacere, imparare,

comunicare. Punto cardine delle attività proposte è il “Gioco”. Secondo Delalande ad esso viene restituita

centralità all’interno del progetto educativo: il gioco è stato sempre considerato come un modo astuto per

interessare i bambini, ma non è solamente questo, è la musica stessa; interessare i bambini attraverso il gioco è farli entrare nel gioco musicale ( Delalande 1984). Per Delalande dunque il gioco infantile (descritto

attraverso lo schema di Piaget: gioco senso motorio, simbolico e di regole) è una chiave di lettura delle

condotte musicali dell’adulto che costituisce un legame tra esperienza sonora infantile e le pratiche musicali

di ogni epoca e cultura.

Il concetto di “condotta” indica una serie di comportamenti messi in atto e coordinati fra loro in funzione di

una finalità. Si parla di “comportamento” quando ci si riferisce semplicemente ad un atto, senza

considerare la motivazione che l’ha prodotto; si parla invece di “condotta” quando si prende in

considerazione come un comportamento soddisfi una certa motivazione, un certo bisogno.

Dare significato alle condotte musicali è quindi mettere l’accento sulle finalità, sulle funzioni che vengono

assolte da ciascuna azione musicale, sia essa quella di ascoltare, inventare o eseguire musica.

Nelle unità didattiche vengono proposte attività semplici e realizzabili creativamente, utilizzando le risorse

disponibili nella scuola e il materiale di recupero facilmente reperibile.

Nella fattispecie, attività di analisi delle sonorità di alcuni strumenti idiofoni a suono indeterminato, e costruzione di strumenti musicali.

Il punto di partenza delle tre unità presentate è la storia “Fortepiano e la Fata della Musica”. Pur differenziando le attività del percorso, le prime due unità didattiche hanno come momento conclusivo la

drammatizzazione della storia stessa.

L’ultima unità didattica, invece, indirizzata agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola Primaria ha

come attività conclusiva la contestualizzazione storico geografica degli strumenti presi in considerazione

durante le attività svolte. Le unità didattiche comprendono esercizi, giochi, ricerche, attività di laboratorio e

verifiche del livello di apprendimento raggiunto in relazione agli obiettivi prefissati. Nella stesura di questo progetto didattico abbiamo scelto di considerare, non solo i risultati che gli allievi

possono raggiungere ma anche e soprattutto di creare situazioni stimolanti per dare modo a tutti i bambini

di integrarsi, di acquisire sicurezza nel gruppo e di vivere il piacere di riuscire.

Il flusso della nostra energia emotiva-corporea scorre nel tempo come la musica, e tramite la musica può

prendere una forma udibile, tramite la musica possiamo momentaneamente afferrarlo, viverlo

coscientemente, comunicarlo.

(G. Staccioli, Giocare con la musica)

PRIMA UNITA'

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

65

1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Scuola

D.D Alcide De Gasperi- Palermo

b) Classi

Sezioni Scuola dell’Infanzia

Classi prime Scuola Primaria

c) Tipologia e n. Alunni

Alunni di anni cinque e sei

d) Docenti coinvolti

Docenti degli alunni 5 anni della Scuola dell’Infanzia e Docenti delle classi prime della Scuola Primaria

e) Discipline coinvolte

Scuola dell’Infanzia (Campi di esperienza) -Linguaggi, creatività, espressione –

-Il corpo e il movimento

-I discorsi e le parole

Scuola Primaria

- Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI

a) ministeriali

Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)

b) di istituto Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe

Programmazione Educativa e Didattica di Intersezione e di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

66

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

Contrasto: Piano - Forte

Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

-Rafforzare il senso del gruppo

-Creare un clima d’ascolto -Mettersi in gioco

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

-Apprendere il concetto di contrasto forte e piano

-Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti

-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi) -Mettere in atto processi di distinzione e classificazione

-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

-Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia

-Lavoro di gruppo, attività di ricerca.

-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità

delle loro forme per favorire l’interazione sociale.

-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività, possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar

modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.

b) Tecniche Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,

gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

67

c) Tempi (durata)

5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)

d) Fasi organizzative

Durante le ore curriculari

e) Contenuti disciplinari

-Esplorazione sonora degli oggetti

-Costruzione di strumenti a percussione

-Suoni forti e deboli

-Semplici sequenze ritmiche

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Percorso 1: C’era una volta…

Attività

-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica

Tanti anni fa, in un castello lontano, viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano

sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva

duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi

incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo

folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della

musica.

Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”

dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai insegnato!

Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule

degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.

Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali. La

strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce

rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.

Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati

a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava

insegnando loro tante magie musicali. Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e

li la imprigionò.

Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula

magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo.

Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

68

Tutti i suoni che ascoltiamo

Forte o Piano li sentiamo e se tu li vuoi suonare

molto attento devi stare! Il segreto sai qual è? Forte piano come te. Il segreto sai qual è? Fortepiano tocca a te!

3 suoni di maracas - FORTE

5 suoni di triangolo - PIANO

1 suono di tamburo - FORTE

2 suoni di legnetti – PIANO

4 suoni di piatti - FORTE ( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)

A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian

piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che

fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo

allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue

scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di Monotonìa.

-Rappresentazione grafica della storia

Percorso 2: E ora… si colora!

Attività -Coloratura di schede raffiguranti gli strumenti presenti nella storia

-Identificazione e verbalizzazione del nome degli strumenti

Percorso 3: Alla scoperta dello strumento

Attività -Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti presenti nella storia

-Gioco: “Mi presento sono… (nome di ogni strumento) e so suonare Forte e Piano”.

-Rappresentazione grafica dell’attività svolta.

-Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale” Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

69

Percorso 4: Indovina lo strumento

Attività -Riconoscere ad occhi chiusi il suono dei diversi strumenti

-Conversazione per riflettere e condividere – a livello cognitivo ed emotivo- le scoperte fatte ( Es. Tra i vari strumenti, quali ti è piaciuto di più ascoltare e/o provare? Quale ti ha incuriosito di più? Perché?) -Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le risposte date.

-Rappresentazione grafica dello strumento che hanno preferito.

Percorso 5: Strumenti fai da te

Attività

-Costruzione degli strumenti presenti nella storia con materiale di riciclo.

Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"

Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso

Legnetti Con i cucchiai di legno

Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato

Piatti Con i coperchi grandi delle pentole

Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza

-Drammatizzazione della storia

( Ogni bambino a turno esegue una breve sequenza di suoni con lo strumento realizzato alternando a piacere suoni deboli e forti; i compagni riproducono la sequenza in piccoli gruppi ( popolo- Fortepiano – Fata e

strega)

Percorso 6: La musica prende corpo

Attività -Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)

-Rappresentazione grafica dell’esperienza

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali)

-Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello

strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto) -Schede fotocopiate

-Materiale di facile consumo

-Utensili da cucina

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

70

-Materiale di riciclaggio

-Materiale vario

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)* -Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede.

-Drammatizzazione della storia.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali *

-Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari *

-Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata

Focus sugli alunni Alunni Verifica Rispetta le regole? Collabora all’interno

del gruppo ?

Produce

rappresentazioni

grafiche?

Acquisisce familiarità

con i termini nuovi che

gli si presentano?

Partecipa attivamente e

costruttivamente al

momento creativo?

Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le

difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.

Legenda: S=si

N=no

P= parzialmente

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante

-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni

-Relazione finale

SECONDA UNITA'

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

71

1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Scuola

D.D Alcide De Gasperi- Palermo

b) Classi

Classi seconde e terze Scuola Primaria

c) Tipologia e n. Alunni

Alunni di anni sette e otto

d) Docenti coinvolti

Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria

e) Discipline coinvolte

Scuola Primaria - Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI

a) ministeriali

-Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)

b) di istituto

-Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe

-Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

-Contrasto: Piano - Forte

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

72

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

-Rafforzare il senso del gruppo

-Creare un clima d’ascolto

-Mettersi in gioco

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi) -Apprendere il concetto di forte e piano

-Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti

-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

-Mettere in atto processi di distinzione e classificazione

-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

-Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia -Lavoro di gruppo, attività di ricerca.

-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità

delle loro forme per favorire l’interazione sociale.

-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività,

possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar

modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.

b) Tecniche -Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,

gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

c) Tempi (durata)

-5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)

d) Fasi organizzative -Durante le ore curriculari

e) Contenuti disciplinari

-Esplorazione sonora degli oggetti

-Costruzione di strumenti a percussione

-Suoni forti e deboli

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

73

-Semplici sequenze ritmiche

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Percorso 1: C’era una volta…

Attività

-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica Tanti anni fa in un castello lontano viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano

sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva

duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo

folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della

musica.

Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”

dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai

insegnato!

Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule

degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.

Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali.La strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce

rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.

Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati

a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava

insegnando loro tante magie musicali.

Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e

li la imprigionò.

Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula

magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo. Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:

Tutti i suoni che ascoltiamo

Forte o Piano li sentiamo e se tu li vuoi suonare

molto attento devi stare! Il segreto sai qual è? Forte piano come te. Il segreto sai qual è? Fortepiano tocca a te!

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

74

3 suoni di maracas - FORTE

5 suoni di triangolo - PIANO

1 suono di tamburo - FORTE

2 suoni di legnetti – PIANO

4 suoni di piatti - FORTE ( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)

A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian

piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che

fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo

allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue

scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di Monotonìa.

Attività

Identificazione degli strumenti presenti nella storia con relativa verbalizzazione

Somministrazione di schede da colorare e completare raffiguranti gli strumenti musicali presenti nella

storia.

Percorso 2: “Attiviamo i nostri sensi”

Attività

-Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti idiofoni a suono indeterminato facenti parte dello

strumentario ORFF

- Gioco “ Le belle statuine” (Fingere di essere delle statue che si animano in presenza dei suoni forti e ritornano immobili in presenza dei suoni deboli)

Percorso 3: “Alla scoperta dello strumento”

Attività

-Gioco: “Mi presento sono… (nome di ogni strumento) e so suonare Forte e Piano”.

-Rappresentazione grafica e riflessione scritta sull’attività svolta.

-Realizzazione di un cartellone con gli elaborati prodotti.

Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale” Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd

Percorso 4: “Strumenti fai da te”

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

75

Attività

-Costruzione di alcuni strumenti con materiale di riciclo.

Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"

Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso

Legnetti Con i cucchiai di legno

Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato

Piatti Con i coperchi grandi delle pentole

Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza

-Drammatizzazione della storia

( Ogni bambino a turno esegue una breve sequenza di suoni con lo strumento realizzato alternando a piacere

suoni deboli e forti; i compagni riproducono la sequenza in piccoli gruppi ( popolo- Fortepiano – Fata e

strega)

Percorso 5: “Ti suono così…”

Attività

-Mettiamo a disposizione dei bambini gli strumenti e organizziamo una rotazione in modo da garantire a tutti

un’adeguata esplorazione sonora. Chiediamo loro di trovare una pluralità di modalità per suonarli. ( Ad esempio il tamburello, può essere percosso con il palmo o con il dorso della mano, picchiettato con un dito di volta in volta diverso o con più dita o con le nocche delle dita, può essere battuto con il battente convenzionale o con qualsiasi altro oggetto, può essere sfregato…)

-Conversazione per riflettere e condividere- le esperienze- fatte ( Quale strumento ti è piaciuto di più suonare? Quale modalità per suonarlo hai preferito?) - Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le preferenze degli alunni

Percorso 6: “ La musica prende corpo”

Attività -Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)

-Rappresentazione grafica dell’esperienza

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

76

-Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello

strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto)

-Schede fotocopiate

-Materiale di facile consumo

-Utensili da cucina

-Materiale di riciclaggio

-Materiale vario

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)*

-Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede. -Drammatizzazione della storia.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali *

-Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari * -Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata

Focus sugli alunni Alunni Verifica

Rispetta le regole?

Collabora all’interno del gruppo ?

Produce rappresentazioni grafiche?

Acquisisce familiarità con i termini nuovi

che gli si presentano?

Partecipa attivamente e costruttivamente

al momento creativo?

Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le

difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.

Legenda:

S=si

N=no

P= parzialmente

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

77

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante

-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni -Relazione finale

TERZA UNITA'

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

78

1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Scuola

D.D Alcide De Gasperi- Palermo

b) Classi

Classi quarte e quinte Scuola Primaria

c) Tipologia e n. Alunni

Alunni di anni nove e dieci

d) Docenti coinvolti Docenti delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria

e) Discipline coinvolte

Scuola Primaria

- Corpo movimento sport, arte –immagine, Lingua Italiana, tecnologia, matematica

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) ministeriali

Programmi Ministeriali (Nuove indicazioni per il curricolo Settembre 2007)

b) di istituto Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe

Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

- Conoscenza di alcuni strumenti musicali (Idiofoni a suono indeterminato)

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

Contrasto: Piano - Forte

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

79

-Rafforzare il senso del gruppo

-Creare un clima d’ascolto

-Mettersi in gioco

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)

-Apprendere il concetto di forte e piano -Sviluppare la capacità di produrre volumi sonori differenti

-Sollecitare la capacità di concentrazione, attenzione e memoria.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

-Mettere in atto processi di distinzione e classificazione

-Potenziare la capacità di generare idee (creatività).

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi) -Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia -Lavoro di gruppo, attività di ricerca.

-Conversazioni, organizzazione degli spazi, azione diretta e concreta, esperienze e giochi nella molteplicità

delle loro forme per favorire l’interazione sociale.

-"Che cosa fare se…" Se qualche bambino si sente troppo imbarazzato nello svolgimento dell’attività,

possiamo proporre inizialmente le attività in coppia,poi in quattro e solo successivamente in gruppo, per dar

modo a tutti di integrarsi e di acquisire sicurezza nel gruppo.

b) Tecniche -Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco

manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

c)Tempi (durata)

-5 incontri di 1 ora per UDA più 1 ora di lezione concerto con esperti esterni (Concerto studenti del biennio)

d) Fasi organizzative -Durante le ore curriculari

e) Contenuti disciplinari

-Esplorazione sonora degli oggetti

-Costruzione di strumenti a percussione

-Suoni forti e deboli

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

80

-Semplici sequenze ritmiche

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Percorso 1: C’era una volta…

Attività

-Narrazione della fiaba: Fortepiano e la Fata della Musica

Tanti anni fa in un castello lontano viveva Celesta, la Fata della Musica. Nel suo castello si ascoltavano

sempre musiche meravigliose, magiche, incantate. Fata Celesta era però molto vecchia – pensate che aveva

duecento anni- e col passare del tempo era diventata un po’ smemorata. Infatti spesso sbagliava i suoi incantesimi e combinava tremendi pasticci. Fortunatamente Fata Celesta viveva in compagnia di un piccolo

folletto suo allievo di nome Fortepiano che sognava di diventare un giorno anche lui un importante mago della

musica.

Una sera Fata Celesta guardando attraverso la sua sfera magica vide un piccolo paese chiamato “Monotonìa”

dove gli abitanti chiamati monotonini non sapevano che cosa fosse la musica. Nessuno glielo aveva mai

insegnato!

Fata Celesta si rattristò molto, così decise di recarsi in quel piccolo paese con Fortepiano e con il suo baule

degli strumenti per far conoscere la Musica a tutti.

Tanto per cominciare, decise di insegnare ai monotonini il modo per costruire tanti strumenti musicali. La strega di monotonia si chiamava Spinetta, aveva i capelli grigi e spettinati, un nasone a punta e una voce

rauca che faceva scappare via tutti quanti dalla paura.

Un giorno Spinetta passeggiando per il paese, si era resa conto che i monotonini erano molto più affezionati

a Fata Celesta che a lei perché la fata della Musica con l’aiuto di Fortepiano e con il suo baule stava

insegnando loro tante magie musicali.

Spinetta diventò verde dalla rabbia, si infuriò e con un incantesimo trasportò Fata Celesta nel suo castello e

li la imprigionò.

Per fortuna Fortepiano aveva conservato con cura il baule di Fata Celesta, ma doveva eseguire una formula

magica per poterla liberare dal malvagio incantesimo. Prese la preziosa pergamena e iniziò a leggere:

Tutti i suoni che ascoltiamo Forte o Piano li sentiamo

e se tu li vuoi suonare molto attento devi stare!

Il segreto sai qual è? Forte piano come te. Il segreto sai qual è? Fortepiano tocca a te!

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

81

3 suoni di maracas – FORTE

5 suoni di triangolo – PIANO

1 suono di tamburo - FORTE

2 suoni di legnetti – PIANO

4 suoni di piatti- FORTE ( Durante questa fase del racconto l’insegnante utilizzerà gli strumenti previsti)

A questo punto, dopo avere prodotto i suoni indicati, il vento cominciò a soffiare forte e dalle nubi cadde pian

piano una leggera polvere magica. In un batter d’occhio Fortepiano si ritrovò nel castello di Fata Celesta che

fu enormemente felice di rivederlo. Le catene si spezzarono e Fata Celesta dopo aver abbracciato il suo

allievo si recò subito dalla strega Spinetta. Pentita di tutto ciò che aveva fatto, strega Spinetta porse le sue

scuse e chiese umilmente a Fata Celesta di diventare sua aiutante per insegnare la musica agli abitanti di Monotonìa.

Attività

-Identificazione degli strumenti presenti nella storia con relativa verbalizzazione

-Rappresentazione grafica della storia in sequenze

Percorso 2: “E’ di scena lo strumento…”

Attività

-Visione, esplorazione e manipolazione degli strumenti idiofoni a suono indeterminato facenti parte dello

strumentario ORFF.

-Differenza tra strumenti idiofoni a suono indeterminato e a suono determinato.

-Realizzazione di un cartellone con la classificazione degli strumenti per insiemi. –

Curiosità: “Non sembra ma anche la campana è uno strumento musicale” Ascolto del brano: “High Hopes” (Grandi speranze) Pink Floyd

Percorso 3: “PC in gioco…”

Attività

-Laboratorio di informatica: ricerca di materiale storico e geografico circa l’origine e la provenienza degli

strumenti

Percorso 4: “Strumenti nel mondo…”

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

82

Attività

-Realizzazione di una “Carta tematica” su planisfero per l’identificazione del luogo d’origine degli strumenti

studiati

Percorso 5: “Strumenti fai da te”

Attività

-Costruzione di alcuni strumenti con materiale di riciclo.

Con cosa costruire uno strumentario "fai da te"

Maracas Con dei bicchieri o dei barattoli con dentro del riso

Legnetti Con i cucchiai di legno

Tamburi Con delle scatole di cartone chiuse con il fondo tagliato

Piatti Con i coperchi grandi delle pentole

Triangoli Con bacchette di metallo legate con la lenza

-Mettiamo a disposizione dei bambini gli strumenti e organizziamo una rotazione in modo da garantire a tutti

un’adeguata esplorazione sonora. Chiediamo loro di trovare una pluralità di modalità per suonarli. ( Ad esempio il tamburello, può essere percosso con il palmo o con il dorso della mano, picchiettato con un dito di volta in volta diverso o con più dita o con le nocche delle dita, può essere battuto con il battente convenzionale o con qualsiasi altro oggetto, può essere sfregato…)

-Conversazione per riflettere e condividere- le esperienze- fatte ( Quale strumento ti è piaciuto di più suonare? Quale modalità per suonarlo hai preferito?) - Realizzazione di un cartellone in cui si registrano le preferenze degli alunni

Percorso 6: “ La musica prende corpo”

Attività

-Lezione concerto esperti esterni ( Studenti biennio del conservatorio)

-Rappresentazione grafica dell’esperienza

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …) -Per svolgere questi percorsi utilizzeremo strumenti a percussione a tempo indeterminato presenti nello

strumentario ORFF di cui la nostra scuola è dotata (tamburo, maracas, batteria, legnetti, triangolo, piatto)

-Planisfero

-Utilizzo dell’aula multimediale della scuola

-Schede fotocopiate

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

83

-Materiale di facile consumo

-Utensili da cucina

-Materiale di riciclaggio

-Materiale vario

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI ( vedi griglia )*

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)*

-Attraverso osservazioni sistematiche per mezzo di griglie e schede.

-Carta tematica

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali * -Osservazione, documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari *

-Osservazioni , documentazione e verifica attraverso registrazione dati su griglia allegata

Focus sugli alunni Alunni Verifica

Rispetta le regole?

Collabora all’interno del gruppo ?

Produce rappresentazioni grafiche?

Acquisisce familiarità con i termini nuovi

che gli si presentano?

Partecipa attivamente e

costruttivamente al momento creativo?

Nell’ultima colonna verrà scritta una breve e sintetica verifica (Es. se sono stati raggiunti tutti gli obiettivi, le

difficoltà incontrate ed eventuali modifiche attuate in itinere.

Legenda:

S=si

N=no

P= parzialmente

d) Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

84

e) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

-Diario di bordo delle attività svolte in ogni incontro a cura dell’insegnante

-Diario…”Io dico la mia… a colore o a parole…” a cura degli alunni

-Relazione finale

I CORDOFONI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

85

.

di Maria Alessia Misiti, Angela Guercio e Maria Rita Simone

Premessa

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

86

Il progetto formativo propone un modello di didattica musicale che coinvolge e ingloba nella sua azione

educativa i meta-linguaggi dell’arte figurativa, poetico-drammatica, motoria: educare e potenziare le

condotte espressive e artistiche nei bambini significa “costruire” delle attitudini e delle competenze generali

utilizzabili nell’ immediatezza del quotidiano e al contempo trasformabili in competenze specifiche in ambito

scolastico.

Ripensare la didattica in termini di “condotte”, e non solo di sapere trasmissibile dell’ alto, conduce l’

insegnante a spostare l’ attenzione a bisogni e motivazioni degli allievi e al come e perché essi raggiungono gli obiettivi di apprendimento, non finalizzando l’azione didattica al mero perseguimento di questi ultimi;

inoltre incoraggia l’ educatore a progettare una programmazione scolastica non a priori, ma a posteriori,

rendendola elastica e aderente ai vissuti e ai contesti reali del singolo alunno.

Il progetto si articola in tre unità didattiche di apprendimento, che si rapportano a tre differenti fasce d’ età

dei destinatari (5-6, 7-8, 9-10 anni), perseguendo obiettivi educativi affettivo/relazionali e obiettivi formativi

cognitivi trasversali, disciplinari e interdisciplinari. Gli obiettivi formativi disciplinari consistono nell’

acquisizione di competenze generali su alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni

(arpa, pianoforte, chitarra, mandolino) e nell’ educazione all’ ascolto creativo e alla ricognizione acustica,

attraverso il potenziamento delle capacità di concentrazione, memorizzazione e introspezione, la consapevolizzazione di categorie, l’ acquisizione di strategie di esplorazione, analisi, classificazione,

rappresentazione simbolica.

Tutti gli obiettivi verranno perseguiti attraverso un lavoro curricolare che ruota intorno a tre nuclei tematici

costituiti da categorie di opposti e caratterizzanti rispettivamente le tre unità didattiche :

1)SILENZIO/SUONO: U.D.A. 1 per la scuola dell’ infanzia e per la classe prima della scuola primaria.

2)SOLO/TUTTI : U.D.A. 2 per le classi seconda e terza della scuola primaria.

3)BIANCO/NERO : U.D.A. 3 per le classi quarta e quinta della scuola primaria.

Il punto di partenza dei tre percorsi è comune in quanto si avvale di una scelta coerente di attività

espressive : la psico-motricità corporea nella U.D.A. 1, la visione di cartoon nella U.D.A. 2, la visione di foto in bianco e nero e immagini nella U.D.A. 3. I singoli percorsi si snodano andando a toccare i più svariati meta-

linguaggi: disegno, pittura, danza estemporanea, racconti verbali, ascolti e riproduzioni sonore,

drammatizzazioni, potenziando negli allievi la capacità di tradurre l’ attività di partenza in modelli analogici

intersecabili all’ infinito.

Si perviene, così, all’ identificazione del nucleo tematico, alla sua declinazione in obiettivi trasversali e

disciplinari e alla trasposizione interdisciplinare.

Infine si attua la verifica e la valutazione delle competenze e abilità acquisite attraverso un’attività

espressiva o interdisciplinare conclusiva. Complessivamente, l’ azione didattica si realizza restituendo centralità e dignità al gioco, che non è solo il

mezzo più divertente per imparare, ma è una componente fondamentale dello sviluppo della identità del

bambino: attraverso il gioco senso-motorio, simbolico e di regole, il bambino potenzia le capacità di ricerca

ed esplorazione autonoma, padroneggia la sua espressività e sviluppa attitudine alla creatività.

Il gioco va inteso, dunque, non come una strategia astuta finalizzata all’apprendimento, ma come un

formidabile strumento educativo che conduce per mano i bambini in un gioco più grande e arduo: “Crescere

in armonia con se stessi e il mondo circostante”.

PRIMA UNITA'

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

87

SUONO/SILENZIO

Destinatari scuola dell'infanzia e classe prima della scuola primaria

ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO

Riferimenti ai Documenti:

a) ministeriali

Progetto “I linguaggi espressivi (musica, arte, motoria) nella didattica interdisciplinare e

trasversale: percorsi per docenti di scuola d’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo

grado” - Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica – Nucleo Territoriale Sicilia.

Prot. n. 1563/F4

Palermo , 08.10.2009

b) di istituto: Elaborazione di una UDA a cura della classe di pedagogia.

Maria Alessia Misiti, Maria Rita Simone, Angela Guercio.

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Formativi (affettivo/relazionali):

Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.

la conoscenza della famiglia degli strumenti musicali: “I cordofoni”.

ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

La conoscenza della famiglia degli strumenti musicali: “I cordofoni”

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

“Silenzio/Suono ”

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

88

Obiettivi Formativi Trasversali – Educativi

RAPPORTO

CON SE

STESSO

PERCEZIONE DI

a) Avere coscienza del proprio corpo e delle sue relazioni con

l’ambiente per la ricaduta sull’immagine di sé.

b) Raggiungere la capacità di controllo del linguaggio, dei gesti

e del comportamento.

SICUREZZA DI SÉ a) Essere consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti.

b) Modificare il comportamento per valorizzare le proprie

risorse e per correggere i propri limiti. c) Esprimere le proprie idee in limitazione o addirittura assenza

di giudizio.

RAPPORTO CON GLI ALTRI

RELAZIONI a) Intervenire nelle conversazioni in modo appropriato

rispettando l’ordine degli interventi.

b) Ascoltare e rispettare le idee solite o insolite degli altri

anche se diverse dalle proprie. c) Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.

COLLABORA

ZIONE

a) Offrire e accettare collaborazione negli scambi

interpersonali.

b) Accettare ed applicare suggerimenti degli insegnanti nella

realizzazione delle attività collettive e nel lavoro

individualizzato.

c) Cooperare per la realizzazione di un progetto comune rispettando e valorizzando il ruolo di ognuno

PARTECIPAZIONE ALLA

ATTIVITA’ SCOLASTICA

a) Seguire con attenzione le proposte didattiche svolte in

classe.

b) Essere attivo nel lavoro di gruppo e rispettare le consegne

date.

c) Portare contributi personali alle attività.

IMPEGNO E RESPONSABILITA’ a) Portare regolarmente gli strumenti necessari per lo

svolgimento delle attività.

b) Esprimere e portare a termine il proprio lavoro con

continuità e precisione.

c) Rispettare consapevolmente le norme stabilite nel codice di

classe e in quello della scuola

AUTONOMIA a) Portare a termine le attività con le proprie forze e

competenze.

b) Affrontare le difficoltà e arrivare da solo alla propria

soluzione dei problemi.

c) Pianificare i propri impegni scolastici

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

89

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)

Obiettivi Formativi Trasversali - Cognitivi

MEMORIZZAZIONE a) Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali

per i vari ambiti disciplinari, mediante rubriche, archivi e tabelle.

b) Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari

attraverso schede guida.

COMPRENSIONE a) Interpretare fatti e aspetti della realtà. b) Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti

degli ambiti disciplinari.

c) Tradurre termini e messaggi nella lingua straniera studiata.

APPLICAZIONE a) Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali

comunicativi) e gli strumenti specifici per risolvere situazioni

problematiche.

ANALISI a) Analisi morfologica di una situazione data.

b) Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data

(selezionare, classificare, ordinare per affinità).

c) Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati

emersi.

SINTESI a) Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di

una comunicazione o al conseguimento di un risultato.

b) Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti

disciplinari.

c) Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse,

utilizzando i linguaggi appropriati.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.

VALUTAZIONE a) Valutare una situazione data confrontando ipotesi.

b) Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti

attuati.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

90

AREA COGNITIVA Elaborare in modo coerente, utile e personale gli

apprendimenti.

Estendere, consolidare, recuperare la

capacità di ascolto e comprensione e la

strumentalità di base della letto-scrittura

Estendere, consolidare, recuperare la conoscenze logico-matematiche

Estendere, consolidare, recuperare le

conoscenze spazio-temporali

Affidamento di compiti di approfondimento

personale su argomenti di studio

Proposizione di attività strutturate

Esercizi di comprensione di semplici messaggi

Iniziative di recupero delle strumentalità di

base

Ricorso a situazioni concrete di lavoro

Scelta prevalente di attività operative Semplificazione dei contenuti di apprendimento

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di drammatizzazione. Si

esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manipolative e sa utilizzare diverse tecniche

espressive.

Esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.

Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creatività.

Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.

MEDIAZIONE DIDATTICA

Metodologia: segue schema di definizione della impostazione metodologica

Immagine di sé

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

91

Esperienze

Realizzazione VISSUTI POSITIVI

ABILITA’ STRATEGIE

(attenzioni

dell’insegnante)

ATTIVATORI

SPECIFICI

IDEAZIONE

Fattori B

STILE DI

CONDUZIONE

Fattori C

FATTORI PERSONALI

DI COINVOLGIMENTO

(vissuti partecipativi

alle attività)

Fattori A

MOTORIE

RELAZIONALI-

ESPRESSIVE-

COMUNICATIVE

CREATIVE-

IDEATIVE

Obliquità

Valorizzazione

Costruzione

Tangiblità

Limitazione del

giudizio

Conoscenze e

consapevolezze:

l’archivio

Imitazione

Interpretazione

Improvvisazione

Trasposizione

Somiglianza

Stimoli neutri

Analisi

Morfologica

Risoluzione

problemi

In situazioni

strutturate,

semi-

strutturate e

non

strutturate

Saper ignorare

Promozione

delle

perseveranze

Valorizzazione

delle idee

Rispetto delle

Vissutodi:

condivisione

straordinarietà

precisione

disponibilità

realizzazione

umorismo

prestanza

unicità

coraggio

raffinatezza

emergenza

rallentamento

eccellenza

autonomia

espansione

estraneamento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

92

Progettazione

idee insolite

Riduzione

competitività

Rispetto delle

emozioni

Esposizione

protetta

Nicchie di

onnipotenza

…………………

mimetizzazione

velocizzazione

esposizione

terremotate

provocazione

emulazione

appartenenza

sfinimento

lealtà

riflessione

………………………

Attività proposte dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di essere

parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare

per il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’adulto (limitazione del giudizio);

Tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa

Imprinting (taglio) dell’insegnante sulla UDA in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dal suo coraggio di azzardare,

provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni;

Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al nuovo e fanno esplodere le sensazioni forti;

L’impostazione metodologica qui sopra esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento

positivo della propria immagine.

Poligono di lavoro

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

93

(Analisi morfologica degli ambiti e dei loro ingredienti)

FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica, Clueb Edizioni 1993

ELITA MAULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002

PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’atto motorio all’interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”,

Ed. 10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica

Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’educazione musicale di base: dal suono allo strumento, Gorizia 1990

CARLO DELFRATI ,“La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.

MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi

C.BOSI – S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’insegnante , Trentouno Edizioni

(TN), 1996

P.BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

94

C.ROGERS, Per una teoria della creatività, in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive, Editrice

La Scuola (BS), 1972

S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica, Il Pensiero Scientifico Editore, 1979

S.ROSSINI, Dal fare all’ideare: alla ricerca delle chiavi A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità, Cortina Editore (MI), 1991

b) Tecniche

Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Play, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo e

individuali.

c) Tempi (durata)

il percorso avrà la durata di 7 ore

d) Fasi organizzative

lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.

1. Attività espressiva

2. Individuazione del nucleo tematico

3. Declinazione dell’esperienza in obiettivi disciplinari

4. Attività di trasposizione interdisciplinare

5. Verifica e valutazione

… COMUNICARE

INFORMAZIONE

NARRAZIONE

CONFRONTOIDENTITA’

RELAZIONE

DESCRIZIONE

ESPRESSIONE

SIGNIFICATO

PARTECIPAZIONE

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

95

e) Contenuti disciplinari

Il corpo: mi muovo dunque sono

Il gioco:mobilità/immobilità

Il silenzio e il suono

I cartoni animati

Le storie

Le drammatizzazioni

Gli ascolti

Gli insiemi

I disegni

I materiali

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Attraverso l’uso del corpo e la consapevolezza del suono/silenzio, si passerà alla presentazione delle diverse

attività finalizzate all’acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali nei diversi linguaggi.

Descrizione dell’esperienza: Riscaldamento: tappare e stappare le orecchie, chiudere e aprire gli occhi, chiudere e aprire la bocca, inspirare, espirare, apnea, tappare il naso e respirare. Attività: Scheda Delfrati “Esiste il silenzio”- Invitare i bambini a chiudere gli occhi e ascoltare il silenzio, conversazione e scheda collettiva (All 1) Scarico: Associare il movimento e l’immobilità al suono e al silenzio. I bambini camminano liberamente. L’insegnante accompagna il movimento con ritmi liberi, usando

strumenti diversi e con cambiamenti di velocità e di dinamica. Il modo di muoversi ne sarà influenzato: con

leggerezza, pesantezza, passi lunghi, corti, in punta dei piedi ecc.

Ogni tanto l’insegnante smette di suonare e i bambini si fermano; ricominciano a camminare non appena

l’accompagnamento riprende.

Seguono delle varianti (All. 2).

Individuazione del nucleo tematico: Suono/Silenzio

Inizio attività interdisciplinari:

Bambini di 5 anni:

Il sé e l’altro: la famiglia

Il corpo e il movimento: Staticità- dinamicità- equilibrio

Linguaggi, creatività, espressione: I cordofoni, il ritmo, i colori, la drammatizzazione

I discorsi e le parole: le storie, le onomatopee

Bambini di 6 anni

Italiano: narrazione “Rumorino e Mago Silenzio” – Scheda (All.3) Le storie e le filastrocche: drammatizzazioni

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

96

Arte e Immagine : Cartoni animati (All. Cartella )- I disegni e l’interpretazione del suono

Musica: Le onomatopee e I cordofoni – L’ascolto e la trasposizione

Matematica: Gli insiemi – Le grandezze

Geografia: I concetti topologici

Corpo e movimento: Le danzette (Spaziare nella musica – n.1 – All.4)

Storia: Il tempo

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …):

Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD,Videoproiettore, LIM,

PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,

gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,

chitarra).

CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

Drammatizzazione di una storia con l’uso delle onomatopee ed esposizione degli elaborati dei bambini.

b)Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivo -comportamentale che in quello strettamente cognitivo.

La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,

delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento, dell’impegno, dell’interesse e della partecipazione, del metodo

di lavoro, dell’acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi formativi, delle

difficoltà incontrate e degli interventi mirati.

Lettura dei questionari in entrata e in uscita sulle competenze personali e relazionali evidenziate dagli alunni,

osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle

padronanze. Questionario in entrata e in uscita (vedi allegato)

c)Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all'uso

delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e

tra obiettivi programmati e risultati raggiunti ( efficacia).

E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educativo, quanto i processi che esso è riuscito ad attivare.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

97

In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito

professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno

di sviluppare al massimo le proprie potenzialità.

La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto:

del comportamento, della partecipazione, dell’interesse e dell’impegno delle capacità grafiche, logiche,

espressive, tecniche, etc.,della socializzazione, dell’acquisizione delle abilità di base sia in campo linguistico -

espressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del metodo di lavoro.

Schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

98

SECONDA UNITA'

SOLO/TUTTI

Destinatari classi seconda e terza della scuola primaria

DECLINAZIONE DELL’APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI (AFFETTIVO/RELAZIONALI)

• Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

• Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ ascolto;

• Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.

ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

La conoscenza di alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni:arpa, mandolino,

chitarra, pianoforte.

Educazione all’ ascolto creativo.

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico “Solo/Tutti ”

c) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

99

d) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Formativi Trasversali (Cognitivi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

100

e) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

101

f) Declinazione dell’ apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

102

• L’ alunno gestisce diverse possibilità espressive della voce (onomatopee), gli oggetti sonori e strumenti

musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri.

• Sa prendersi cura di se stesso, degli altri e dell’ ambiente e partecipa ad attività che favoriscano forme di

cooperazione e di solidarietà.

• L’ alunno partecipa a scambi comunicativi con compagni e docenti attraverso messaggi semplici, chiari e pertinenti, formulati in un registro adeguati alla situazione.

• Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’ animo, anche

attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali.

• Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale (strofa/ ritornello/elemento ripetitivo…),

sa apprezzare la valenza estetica e riconoscere il valore funzionale di ciò che si fruisce, applica diverse

strategie interattive e descrittive (orali, scritte, grafiche) all’ ascolto di brani musicali, al fine di pervenire ad

una comprensione essenziale delle strutture e delle loro funzioni e di rapportarle al contesto di cui sono

espressione, mediante percorsi interdisciplinari.

• L’ alunno utilizza gli elementi grammaticali di base del linguaggio visivo per osservare, descrivere e leggere immagini statiche e messaggi in movimento.

• Comprende testi di tipo diverso in vista di scopi funzionali, di intrattenimento e/o s vago, di studio; ne

individua il senso globale e/o le informazioni principali; utilizza strategie di lettura funzionali agli scopi.

• Usa la linea del tempo per collocare un fatto o un evento.

• Sa agire e muoversi concretamente, facendo ricorso a carte mentali, che implementa in modo significativo

attingendo all’ esperienza quotidiana e al bagaglio di conoscenze.

• Sa descrivere e classificare figure in base a caratteristiche geometriche utilizzando modelli concreti

anche costruiti o progettati con i suoi compagni.

• L’ alunno ha capacità operative, progettuali e manuali, che utilizza nei vari contesti di esperienza-conoscenza per un approccio scientifico ai fenomeni.

MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia

Segue schema di definizione della impostazione metodologica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

103

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

104

• L’ impostazione metodologica esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento positivo della

propria immagine.

• Le attività proposte sono quelle dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di

essere parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare per

il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’ adulto (limitazione del giudizio).

• Si useranno tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa.

• L’ Imprinting (taglio) dell’ insegnante sulla UDA sarà in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dato dal suo coraggio di azzardare,

provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni.

• Si andrà alla Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al

nuovo e fanno esplodere le sensazioni forti.

Bibliografia

• FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica,

Clueb Edizioni 1993

• ELITA MAULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002

• PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’ atto motorio all’ interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”, Ed.

10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica

• Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’ educazione musicale di base:

dal suono allo strumento, Gorizia 1990

• CARLO DELFRATI, “La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.

• MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori

• GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi

• C.BOSI–S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’ insegnante, Trentouno Edizioni (TN), 1996

• P. BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982

• C.ROGERS, Per una teoria della creatività, in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive, Editrice La

Scuola (BS), 1972

• S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica, Il Pensiero Scientifico Editore, 1979

• S.ROSSINI, Dal fare all’ ideare: alla ricerca delle chiavi

• A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità, Cortina Editore (MI), 1991

b) Tecniche

Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Play, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo

e individuali.

c) Tempi (durata)

Il percorso avrà la durata di 7 ore.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

105

d) Fasi organizzative

Lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.

1. Attività espressiva.

2. Individuazione del nucleo tematico.

3. Declinazione dell’ esperienza in obiettivi disciplinari.

4. Attività di trasposizione interdisciplinare. 5. Verifica e valutazione.

Parole chiave che aiutano nello svolgimento delle attività a raggiungere il nucleo tematico proposto:

“Solo/Tutti”.

… SENTIRE

EMOZIONI

SENSAZIONI

FANTASIA

RICORDIDISTENSIONE

OSSERVAZIONE

CREATIVITA’

CONSAPEVOLEZZA

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

… FARE

CREARE

PARLARE

LEGGERE

SCRIVEREGIOCARE

LAVORARE

CANTARE

SUONAREMUOVERSI

DANZARE

DISEGNARE

SPERIMENTARE

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

106

… COMUNICARE

INFORMAZIONE

NARRAZIONE

CONFRONTOIDENTITA’

RELAZIONE

DESCRIZIONE

ESPRESSIONE

SIGNIFICATO

PARTECIPAZIONE

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

107

e) Contenuti disciplinari

• Il gioco.

• I cartoni animati.

• Le storie.

• Il testo descrittivo.

• Le drammatizzazioni. • Gli ascolti.

• La creazione.

• I disegni.

• I materiali.

f)Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Attraverso la visione dei cartoons e la consapevolezza del solo/tutti, si passerà alla presentazione delle

diverse attività finalizzate all’ acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali nei diversi linguaggi.

Descrizione dell’ esperienza:

Visione dei cartoni animati: “Starring Donald - Don Donald”, “The cat concerto”, “Gli Aristogatti”, “ Mickey Mouse - The Band Concert”.

Ascolti- video (G.F. Haendel Passacaglia per arpa, Domenico Scarlatti sonata k380 per chitarra,

Sradetzky Marsch- M. Pacchin - J. Strauss, Domenico Paradisi Toccata per arpa ed orchestra

d'archi).

Redazione scritta delle esperienze interiori suscitate dall’ ascolto (All.).

Rappresentazione grafico-pittorica del suono.

Attività corporea: Movimenti liberi (inizia a muoversi dapprima un solo alunno, poi progressivamente

si uniscono gli altri) suscitati dagli ascolti: “Minor march” (strumento solista), “Variazioni op.169” (Duo), “Trio per chitarre op.12” (Trio), “L’ apprendista stregone” (orchestra).

Conversazione

Individuazione del nucleo tematico: Solo/Tutti.

Inizio attività disciplinari e interdisciplinari

Musica

Alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni (All.)

Scheda tecnica-gioco: “Lo sconosciuto: Che strumento è quello nella foto?” (All.).

Forma del Concerto (All.): Ascolto (Farfalle eterne Il suono dell’ Arpa).

Drammatizzazione (con funzione di scarico ) personalizzata attraverso lo strumentario Orff.

Scheda tecnica-gioco: “Gli strumenti musicali” (All.).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

108

Religione

Argomento: L’ amicizia (L’ individuo da solo e con gli altri); Ascolto-Video: “Bugs Bunny play the piano”

(strumento solista), “Lilly e il vagabondo” (Duo), “Trio per chitarre op.12” (Trio), “Valzer dei fiori” (orchestra).

Italiano

Narrazione : “L’ amore” (All.), “Gennarino il Mandolino” (All.) , “L’ incantesimo della strega rubanota” (All.), “Il poeta magico” (All.).

Filastrocca: “Luigi re di Francia” (All.).

Poesia: “Il gatto pianista” (All.), “La chitarra” (All.).

Drammatizzazioni.

Arte e Immagine :

Le Immagini dei cordofoni e i dipinti (All.).

Schede Tecniche da colorare (All.).

Rappresentazione grafico-pittorica del suono.

Matematica:

La costruzione di una chitarra attraverso grandezze e proporzioni (All.).

Geografia:

Visualizzazione geografica dei cordofoni (All.): Arpa (Mesopotamia), Chitarra (Spagna), Mandolino

(Italia), Pianoforte (Italia).

Corpo e movimento:

Danza estemporanea in crescendo (dal solo/duo/etc… al tutti).

Video: “Danza dei Cignetti” dal Lago dei Cigni.

Storia:

Scheda Tecnica: “La linea del tempo: Gli antenati di alcuni cordofoni” (All.).

Scheda Tecnica-gioco: “Antecedente e contemporaneo: Collega ciascuno strumento al suo antenato”

(All.).

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …):

Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD, Videoproiettore, LIM,

PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,

gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,

chitarra).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

109

CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

Disegnare gli strumenti cordofoni che si ascoltano.

Drammatizzazione di una storia con l’ uso delle onomatopee (BOOM, BANG, BROOM, CRASH, PLEN- PLEN etc.).

Esposizione degli elaborati dei bambini.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivo -

comportamentale che in quello strettamente cognitivo.

La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,

delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento, dell’ impegno, dell’ interesse e della partecipazione,

del metodo di lavoro, dell’ acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi

formativi, delle difficoltà incontrate e degli interventi mirati.

Osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle

padronanze.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all' uso

delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e

tra obiettivi programmati e risultati raggiunti ( efficacia).

E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educati vo,

quanto i processi che esso è riuscito ad attivare. In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito

professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno

di sviluppare al massimo le proprie potenzialità.

La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto:

del comportamento, della partecipazione, dell’ interesse e dell’ impegno delle capacità grafiche, logiche,

espressive, tecniche, etc.(schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini) della socializzazione, dell’

acquisizione delle abilità di base sia in campo linguistico-espressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle

acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del metodo di lavoro.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

110

TERZA UNITA'

BIANCO/NERO

Destinatari classi quarte e quinte della scuola primaria

DECLINAZIONE DELL’APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI (AFFETTIVO/RELAZIONALI)

Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.

ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

La conoscenza di alcuni strumenti musicali appartenenti alla famiglia dei cordofoni:arpa, pianoforte, chitarra,

mandolino. L’educazione all’ascolto creativo e alla ricognizione acustica

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

“Bianco/Nero ”

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

111

c)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Obiettivi Formativi Trasversali – Educativi

RAPPORTO

CON SE

STESSO

PERCEZIONE DI

a) Avere coscienza del proprio corpo e delle sue relazioni con

l’ambiente per la ricaduta sull’immagine di sé.

b) Raggiungere la capacità di controllo del linguaggio, dei gesti

e del comportamento.

SICUREZZA DI SÉ a) Essere consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti.

b) Modificare il comportamento per valorizzare le proprie

risorse e per correggere i propri limiti.

c) Esprimere le proprie idee in limitazione o addirittura assenza

di giudizio.

RAPPORTO CON GLI ALTRI

RELAZIONI a) Intervenire nelle conversazioni in modo appropriato

rispettando l’ordine degli interventi.

b) Ascoltare e rispettare le idee solite o insolite degli altri

anche se diverse dalle proprie.

c) Rispettare gli altri nelle loro diversità fisiche e culturali.

COLLABORA

ZIONE

a) Offrire e accettare collaborazione negli scambi

interpersonali.

b) Accettare ed applicare suggerimenti degli insegnanti nella

realizzazione delle attività collettive e nel lavoro

individualizzato.

c) Cooperare per la realizzazione di un progetto comune rispettando e valorizzando il ruolo di ognuno

PARTECIPAZIONE ALLA

ATTIVITA’ SCOLASTICA

a) Seguire con attenzione le proposte didattiche svolte in

classe.

b) Essere attivo nel lavoro di gruppo e rispettare le consegne

date.

c) Portare contributi personali alle attività.

IMPEGNO E RESPONSABILITA’

a) Portare regolarmente gli strumenti necessari per lo

svolgimento delle attività.

b) Esprimere e portare a termine il proprio lavoro con

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

112

continuità e precisione.

c) Rispettare consapevolmente le norme stabilite nel codice di

classe e in quello della scuola

AUTONOMIA a) Portare a termine le attività con le proprie forze e

competenze.

b) Affrontare le difficoltà e arrivare da solo alla propria

soluzione dei problemi.

c) Pianificare i propri impegni scolastici

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

113

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

Obiettivi Formativi Trasversali - Cognitivi

MEMORIZZAZIONE a) Memorizzare termini, fatti specifici, classificazioni ritenute fondamentali

per i vari ambiti disciplinari, mediante rubriche, archivi e tabelle.

b) Memorizzare regole e procedimenti attinenti ai vari ambiti disciplinari

attraverso schede guida.

COMPRENSIONE a) Interpretare fatti e aspetti della realtà.

b) Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti

degli ambiti disciplinari.

c) Tradurre termini e messaggi nella lingua straniera studiata.

APPLICAZIONE a) Applicare contenuti, regole e procedimenti, utilizzando i linguaggi (canali

comunicativi) e gli strumenti specifici per risolvere situazioni

problematiche.

ANALISI a) Analisi morfologica di una situazione data.

b) Individuare le relazioni tra gli elementi di una situazione data

(selezionare, classificare, ordinare per affinità).

c) Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati

emersi.

SINTESI a) Produrre una sequenza di operazioni finalizzata alla strutturazione di

una comunicazione o al conseguimento di un risultato.

b) Elaborare in modo personale e creativo le conoscenze dei vari ambiti

disciplinari.

c) Trasferire le conoscenze acquisite in situazioni nuove e diverse,

utilizzando i linguaggi appropriati.

Trasferire l’esperienza in un diario di bordo.

VALUTAZIONE a) Valutare una situazione data confrontando ipotesi.

b) Valutare la corrispondenza tra ipotesi e tesi attraverso i procedimenti

attuati.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

114

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi).

AREA COGNITIVA

Elaborare in modo coerente, utile e personale gli

apprendimenti.

Estendere, consolidare, recuperare la

capacità di ascolto e comprensione e la

strumentalità di base della letto-scrittura

Estendere, consolidare, recuperare la

conoscenze logico-matematiche

Estendere, consolidare, recuperare le

conoscenze spazio-temporali

Affidamento di compiti di approfondimento

personale su argomenti di studio

Proposizione di attività strutturate

Esercizi di comprensione di semplici messaggi

Iniziative di recupero delle strumentalità di

base

Ricorso a situazioni concrete di lavoro

Scelta prevalente di attività operative

Semplificazione dei contenuti di apprendimento

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

L’alunno riconosce i tratti pertinenti dell’oggetto sonoro, ne interpreta il carattere affettivo ed espressivo e traduce le esperienze interiori corrispondenti con condotte gestuali e motorie ,

racconti verbali, drammatizzazione, rappresentazioni grafico- pittoriche e riproduzioni ritmico-

musicali.

Valuta aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al riconoscimento di culture di tempi e luoghi diversi.

Utilizza voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando le proprie capacità di invenzione sonoro-musicale.

Interpreta gli elementi grammaticali di base del linguaggio visivo e li utilizza per descrivere e

leggere immagini statiche e messaggi in movimento.

Partecipa a scambi comunicativi con compagni e docenti attraverso messaggi semplici, chiari e pertinenti, formulati in un registro adeguato alla situazione.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

115

Sviluppa gradualmente abilità funzionali allo studio estrapolando dalle attività espressive

informazioni su un dato argomento utili per l’esposizione orale e la memorizzazione, acquisendo un

primo nucleo di terminologia specifica, raccogliendo impressioni personali e/o collettive, registrando opinioni proprie o altrui.

Conosce gli elementi significativi del passato del suo ambiente di vita

Si pone domande esplicite e individua problemi significativi da indagare a partire dalla propria esperienza, dai discorsi degli altri, dai mezzi di comunicazione e dai testi letti.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia Schema di definizione della impostazione metodologica

Immagine di sé

Esperienze

Realizzazione VISSUTI POSITIVI

ABILITA’ STRATEGIE

(attenzioni

dell’insegnante)

ATTIVATORI

SPECIFICI

IDEAZIONE

Fattori B

STILE DI

CONDUZIONE

Fattori C

FATTORI PERSONALI

DI COINVOLGIMENTO

(vissuti

partecipativi alle

attività)

Fattori A

MOTORIE

RELAZIONALI-

ESPRESSIVE-

COMUNICATIVE

Obliquità

Valorizzazione

Costruzione

Imitazione

Interpretazione

Improvvisazione

In situazioni

strutturate,

semi-

strutturate e

non strutturate

Saper ignorare

Promozione

Vissuto di:

condivisione

straordinarietà

precisione

disponibilità

realizzazione

umorismo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

116

CREATIVE-

IDEATIVE

Tangibilità

Limitazione del

giudizio

Conoscenze e

consapevolezze:

l’archivio

Trasposizione

Somiglianza

Stimoli neutri

Analisi

Morfologica

Risoluzione

problemi

Progettazione

delle

perseveranze

Valorizzazione

delle idee

Rispetto delle

idee insolite

Riduzione

competitività

Rispetto delle

emozioni

Esposizione

protetta

Nicchie di

onnipotenza

…………………

prestanza

unicità

coraggio

raffinatezza

emergenza

rallentamento

eccellenza

autonomia

espansione

estraneamento

mimetizzazione

velocizzazione

esposizione

terremotare

provocazione

emulazione

appartenenza

sfinimento

lealtà

riflessione

………………………

Attività proposte dove tutti possano provare il piacere di riuscire (obliquità), il piacere di essere

parte del gruppo (valorizzazione), di progettare (costruzione), di conquistare (tangibilità), di fare

per il “fare” e non per ricevere la gratificazione dell’adulto (limitazione del giudizio);

Tecniche e mezzi per dare alle UDA impronta ideativo-creativa

Imprinting (taglio) dell’insegnante sulla UDA in riferimento alla sua intenzionalità formativa, al contesto in cui opera, alle sue conoscenze, alle sue padronanze e dal suo coraggio di azzardare,

provare, sperimentare nuovi approcci alle situazioni;

Ricerca delle chiavi emotive degli alunni (fattori personali di coinvolgimento) che attivano al nuovo e fanno esplodere le sensazioni forti;

L’impostazione metodologica qui sopra esposta è finalizzata ad un feed-back per il rafforzamento

positivo della propria immagine

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

117

FRANÇOIS DELALANDE, Le condotte musicali: comportamenti e motivazioni del fare e ascoltare musica, Clueb Edizioni 1993

ELITA MULE, Articolo su “Strumenti e Tecniche” dal titolo: Le musiche dei cartoni: una prospettiva interdisciplinare, Musica Domani 122- Marzo 2002

PINA BOGGI CAVALLO, “Dall’atto motorio all’interpretazione musicale: dal senso-motorio al simbolico”, Ed. 10/17, 1992 atti del convegno al II colloquio di Psicologia della Musica

Relazione al 21° Convegno europeo Pedagogia e didattica degli strumenti nell’educazione musicale di base: dal suono allo strumento, Gorizia 1990

CARLO DELFRATI ,“La musica delle cose: Esiste il silenzio?”- Unità 1.

MAURIZIO DELLA CASA, Educazione Musicale e curricolo: percepire, capire gli eventi sonori

GIORGIO GRAZIOSI, Introduzione all’ascolto: “Sintonie” e “Percezioni”, Ed. Ricordi

C.BOSI – S.ROSSINI, Corpo e movimento: padronanza e creatività dell’insegnante, Trentouno Edizioni (TN), 1996

P.BERTOLINI, Dizionario di psico-socio-pedagogia, Mondadori (MI), 1982

C.ROGERS, Per una teoria della creatività, in H.H. Anderson, La creatività e le sue prospettive, Editrice

La Scuola (BS), 1972

S.ARIETI, Creatività: la sintesi magica, Il Pensiero Scientifico Editore, 1979

S.ROSSINI, Dal fare all’ideare: alla ricerca delle chiavi A.CAROTENUTO, Trattato di psicologia della personalità, Cortina Editore (MI), 1991

b) Tecniche

Lezioni frontali, Brainstorming, Circle time, Role Playning, Ascolto recettivo e attivo, giochi, attività di gruppo

e individuali.

c) Tempi (durata) Il percorso avrà la durata di 7 ore

d) Fasi organizzative

Lo svolgimento dei lavori avverrà durante le ore curricolari e seguendo il regolare orario delle lezioni.

1. Attività espressiva

2. Individuazione del nucleo tematico

3. Declinazione dell’esperienza in obiettivi disciplinari

4. Attività di trasposizione interdisciplinare

5. Verifica e valutazione

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

118

ù

… SENTIRE

EMOZIONI

SENSAZIONI

FANTASIA

RICORDIDISTENSIONE

OSSERVAZIONE

CREATIVITA’

CONSAPEVOLEZZA

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

… FARE

CREARE

PARLARE

LEGGERE

SCRIVEREGIOCARE

LAVORARE

CANTARE

SUONAREMUOVERSI

DANZARE

DISEGNARE

SPERIMENTARE

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

119

… COMUNICARE

INFORMAZIONE

NARRAZIONE

CONFRONTOIDENTITA’

RELAZIONE

DESCRIZIONE

ESPRESSIONE

SIGNIFICATO

PARTECIPAZIONE

IL NUCLEO TEMATICO NEI LINGUAGGI ESPRESSIVI

PER …

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

120

e) Contenuti disciplinari

La Musica nell’arte

Il video: “Il Lago dei cigni”

Gli ascolti

La ricognizione acustica: le caratteristiche dei suoni

Il carattere “affettivo”

Il brano descrittivo

Le drammatizzazioni

La creazione

I materiali

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva, disciplinare e interdisciplinare)

Attraverso l’immagine e la cultura degli opposti, si passerà alla presentazione delle diverse attività

finalizzate all’acquisizione delle competenze delle discipline e alla trasposizione dei materiali nei diversi

linguaggi.

Descrizione dell’esperienza:

Riscaldamento: Visualizzazione di immagini in bianco e nero

Ascolto Ouverture “Il Lago dei cigni”, Tchaikovsky - Attività corporea su una scacchiera realizzata con fogli bianchi e neri disposta sul pavimento

Redazione scritta delle esperienze interiori suscitate dall’ascolto

Conversazione su un ipotetico nucleo tematico, individuazione del nucleo tematico di opposti: “Bianco/Nero

Rappresentazione grafico-pittorica

Visione video del balletto

Visione cartoon “La Sirenetta”, Disney; “ Night on Bald Mountain”, Musorgskij

Inizio attività disciplinari e interdisciplinari Musica: Ascolto musicale di brani strumentali e orchestrali corrispondenti al nucleo degli opposti.

L’interpretazione del carattere “affettivo” ( Brani strumentali e orchestrali cd). Il gesto del musicista. La

meccanica del pianoforte (Vedi Cartoon Tom e Jerry). La ricognizione acustica

(All.2- 3).I cordofoni (All. 7 -19); Timbri chiari e scuri di strumenti e voci. Cenni sul melodramma

(Vedi cartoon “La Sirenetta”- Arie da “La Traviata”, Verdi)

Italiano: La musica che descrive (All.4-5, cd “L’Inverno”, Vivaldi)

Poesia: Garcia Lorca “La Chitarra” (All.6)

Arte e Immagine : Visione di opere d’arte e foto artistiche su strumenti e stati d’animo (Vedi cd ) - La rappresentazione grafico-pittorica del suono ( All. 1) – L’uso degli effetti di chiaroscuro

Corpo e movimento: Musica e Danza: il gesto del bambino e del danzatore ( Video Balletto “Lago dei cigni”)

Storia e geografia: l’Egitto - la Grecia (All.20-21)

Scienze: Le caratteristiche fisiche del suono

Religione: Il bene – il male. La solidarietà

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

121

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali):

Lettore cd o lettore MP3 o MP4 con casse, Lettore DVD, Videoproiettore, LIM,

PC, Fogli A4, Fogli A3 di colori diversi, pennarelli maxi turbo, colori a cera, colori a dita, colori a matita,

gessetti, Tappetini, Strumentario Orff e strumenti strutturati della famiglia dei cordofoni (Pianoforte,

chitarra).

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

L’atelier delle Arti: Corpo, musica, Arte e Movimento.

“Le ombre cinesi con i cordofoni…”

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali La valutazione viene intesa come occasione per la verifica dei risultati ottenuti sia nel campo affettivo -

comportamentale che in quello strettamente cognitivo.

La valutazione tiene conto dei punti di partenza, della situazione familiare, e socio-ambientale di provenienza,

delle potenzialità e dei ritmi di apprendimento, dell’impegno, dell’interesse e della partecipazione, del metodo

di lavoro, dell’acquisizione di conoscenze ed abilità, del conseguimento degli obiettivi formativi, delle

difficoltà incontrate e degli interventi mirati.

Lettura dei questionari in entrata e in uscita sulle competenze personali e relazionali evidenziate dagli alunni,

osservazioni sistematiche in itinere, analisi costante del clima di gruppo e consapevolezza costante delle padronanze.

c)Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Verranno valutate le scelte effettuate negli incontri di intersezione e di interclasse relativamente all'uso

delle risorse; in particolare viene valutato il rapporto tra mezzi impiegati e risultati ottenuti (efficienza) e

tra obiettivi programmati e risultati raggiunti (efficacia).

E' necessario, però, tenere presente che ciò che conta non è tanto il risultato di un intervento educativo, quanto i processi che esso è riuscito ad attivare.

In questa ottica è importante che i docenti assumano un atteggiamento critico di fondo, che diventi abito

professionale, per attivare un controllo continuo sugli interventi operativi, volto a consentire ad ogni alunno

di sviluppare al massimo le proprie potenzialità. La valutazione degli alunni, pertanto, terrà conto: del

comportamento, della partecipazione, dell’interesse e dell’impegno delle capacità grafiche, logiche,

espressive, tecniche, etc., della socializzazione, dell’acquisizione delle abilità di base sia in campo linguistico-

espressivo sia in campo tecnico-scientifico, delle acquisizioni cognitive relative alle varie discipline, del

metodo di lavoro. Schede, disegni, pensieri, mappe realizzate dai bambini.

d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

IMMAGINI E SCHEDE DESCRITTIVE DEI CORDOFONI IN APPENDICE

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

122

GLI STRUMENTI AD ARCO

di Rita Greco, Maria Matranga e Patrizia Miceli

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

123

VIOLINO VIOLA

VIOLONCELLO CONTRABBASSO

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

124

Premessa

L’elaborazione del Progetto Musicale “ GIOIA - MALINCONIA ” nasce dalla convinzione profonda che

insegnare musica nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria non significa creare “futuri musicisti”,

fornendo loro le dovute competenze tecniche per accedere al mondo della così detta “musica colta” bensì

fornire, a ciascun bambino, gli strumenti per l’ interpretazione e la conoscenza della realtà sonora nelle quali

essi sono immersi e promuovere l’ esplorazione del linguaggio sonoro, come canale che offre molteplici opportunità espressive e comunicative, consentendo a ciascuno dei piccoli di diventare un “ascoltatore

sempre più consapevole”. Inoltre considerato che alla musica è stato attribuito il ruolo di linguaggio

universale il nostro progetto di Educazione Musicale deve assolvere il compito di sviluppare capacità relative

all’ uso di un linguaggio : comprensione e produzione; e deve contribuire alla promozione della persona in

quanto deve favorire la crescita globale ed armonica del bambino e promuovere lo sviluppo delle sue

capacità intellettive, percettive ed emozionali. Quindi il bambino della scuola dell’ infanzia e il bambino della

scuola primaria deve imparare a fare un’opera di:

- PERCEZIONE (ascolto) - COMPRENSIONE (analisi)

- ELABORAZIONE (produzione)

del linguaggio musicale.

Dopo questa premessa, ma prima di addentrarci nello svolgimento vero e proprio del progetto che ha come

fine ultimo quello di avvicinare bambini dai 5 anni ai 10 anni alla conoscenza degli STRUMENTI AD ARCO: violino, viola, violoncello, contrabbasso, è importante sottolineare l’ importanza di distinguere udito

inteso come fruizione e ascolto inteso come percezione di un contenuto.

ASCOLTO : L’ ascolto di brani e la visione di DVD avvierà alla capacità di distinguere fonte, intensità,

lontananza, vicinanza durata, altezza,nonché di affinare la capacità di percepire, discriminare, analizzare e

riconoscere l’ insieme del mondo acustico e musicale.

ANALISI : l’analisi sonora svilupperà la percezione uditiva, la capacità uditiva, la creatività, la fantasia, la

memoria;pertanto sarà possibile seguire un itinerario che parta dalla scelta di ambiente fantastico che

consenta di sottolineare l’ attenzione sugli strumenti.

PRODUZIONE : la produzione, invece, potrà riferirsi ad una parte vocale e ad una parte strumentale per realizzare storie sonore, teatro danzante, teatro di marionette o burattini o teatro d’ ombre; si potranno

realizzare ,inoltre strumenti musicali con l’ utilizzo di materiali poveri.

Importante sottolineare che attraverso la produzione l’ alunno potrà meglio appropriarsi del corpo in senso

motorio globale, ritmico e sonoro.

In ultimo è importante e doveroso sottolineare che poiché la Musica si pone come linguaggio universa le

necessita , nello sviluppo del suo curricolo, di un approccio interdisciplinare nel quale il movimento e l’

attività espressivo-manipolativo costituiscono una sede privilegiata in quanto esiste nella comunicazione

naturale un raccordo stretto tra i suoni, gesti e le immagini. Inoltre il linguaggio musicale, in molti casi, può

facilitare la comunicazione verbale vera e propria. L’ approccio metodologico si baserà su attività ludiche e motorie che costituiscono un mezzo privilegiato per

attivare processi motivazionali e cognitivi.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

125

PRIMA UNITA'

Primavera in Musica

2. DATI IDENTIFICATIVI

a) Classe: Sezioni Scuola dell’Infanzia Classi Prime Scuola Primaria

b) Tipologia e n. Alunni: alunni di scuola dell’ infanzia che hanno compiuto

5 anni e alunni della classe prima di scuola Primaria

c) Docenti coinvolti: Tutti i docenti delle sezioni con alunni di cinque anni e

tutti docenti delle classi prime di scuola Primaria.

d) Discipline coinvolte : Italiano Matematica, Geografia, Arte e immagine,

Scienze motorie, Convivenza Civile.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) Ministeriali :Programmi Ministeriali

b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche):

Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.

Apprezzare l’armonia del suono.

Conoscenza degli strumenti musicali.

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :

Primavera in Musica (PROGETTO MUSICA: GIOIA-MALINCONIA)

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:

sensoriali/emozionali/relazionali

Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

Articolare combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari da eseguire con la voce, il corpo e gli strumenti.

Gestire diverse possibilità espressive di strumenti musicali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

126

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali

(Cognitivi) :

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle

relazioni.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (cognitivi) :

Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi, partendo

dalla realtà circostante.

Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.

Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai punti di riferimento.

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

Usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali .

Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della letto- scrittura

Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia Tecniche

Role-play , T.P.R. gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro,

c) Tempi (durata)

5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO

a) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione

b) Contenuti disciplinari

Arte e Immagine: icone e simboli

Corpo, movimento e sport:il gesto/suono

Italiano: lettura e comprensione di testo

Scienze naturali: discriminazione e classificazione, conoscenza e rispetto

c) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

In un assetto di tipo ludico e multisensoriale, con l’ uso di supporti audiovisivi, materiale autentico e MACRO

IMMAGINI si favorirà l’apprendimento della musica attraverso l’uso di più canali percettivi.

Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.

Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione

Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

127

d) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)

Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarell i e matite

colorate, colla stick, scotch, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo durante e al termine

del percorso stesso mediante schede e materiali specifici .

Gli alunni eseguiranno combinazioni ritmiche applicando schemi elementari

che si eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Eseguire in gruppo semplici brani, dell’ opera ascoltata, con la voce controllando le diverse possibilità

espressive della voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici

e chiari

Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed

esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.

Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.

Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spazio-

temporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.

Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold) Osservazioni sistematiche

Schede strutturate e non

Esercizi di completamento

d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,

ppt, …) Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle var ie fasi dell’apprendimento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

128

SEZIONE DI SCUOLA DELL’INFANZIA E CLASSE PRIMA DI SCUOLA PRIMARIA

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONTENUTI E ATTIVITA’ RACCORDI INTERDISCIPLINARI

-Percepisce il suono nei suoi

parametri di altezza,

intensità,timbro, durata.

-Sa classificare suoni e rumori

secondo criteri prestabiliti.

-Percepisce l’aspetto ritmico della

musica. -Sa rappresentare con l’ uso di

simboli e colori la durata e le

caratteristiche di un evento

sonoro.

-Usa la voce e/o parti del corpo

per riprodurre suoni ascoltati.

-Creare e discriminare suoni.

-Modulare i suoni prodotti.

-La voce degli strumenti ad arco. -Interpretare con movimenti le

“invenzioni sonore”.

CONTENUTI:

-Il suono.

-La pulsazione ritmica.

-I parametri del suono: altezza,

intensità, timbro, durata nei

suoni, nella voce negli

strumenti.

-Le dinamiche: forte-piano, crescendo-diminuendo.

-La percezione uditiva.

-La produzione per imitazione.

ATTIVITA’:

Partendo dall’ ascolto di : “La Primavera” di Antonio

Vivaldi, gli alunni saranno impegnati in attività motorie,

grafico-pittoriche e di

drammatizzazione;

completeranno schede

strutturate.

ITALIANO:

-Individuare, attraverso la

comunicazione orale, gli accenti di

alcune parole.

-Narrare una semplice storia

seguendo un ordine temporale.

MATEMATICA-GEOGRAFIA: -Riconoscere la propria posizione

nello spazio vissuto rispetto ad alcuni

punti di riferimento.

-Localizzare segni grafici nello spazio

rispetto ad altri segni, usando termini

adeguati(sopra/sotto, davanti/dietro,

vicino/lontano).

SCIENZE:

-Elencare elementi tipici dell’

ambiente nella stagione primaverile.

-Descrivere le caratteristiche di un

ambiente.

ARTE E IMMAGINE: Associare un segno grafico alle

caratteristiche di una musica

ascoltata.

Potenziare le capacità creative.

EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E

ALLA CITTADINANZA:

-Riconoscere ed esercitare modalità corrette ed efficaci per esprimere le

proprie emozioni anche in attività che

richiedono impegno e pongono

difficoltà.

-Partecipare a giochi di gruppo

rispettando indicazioni e regole,

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

129

dimostrando collaborazione e senso

di responsabilità nei confronti dei

compagni.

SCIENZE MOTORIE:

-Eseguire a tempo e seguendo un

ritmo musicale percorsi.

Esprimere con il corpo movimenti per

imitazione assumendo con il corpo

forme e posture, anche, fuori dagli schemi.

ATTIVITA’:

1) L’insegnante propone l’ascolto dell’opera di Antonio Vivaldi al termine del quale gli alunni saranno invitati a

drammatizzare “La primavera nel bosco”:

agli alunni sarà chiesto di scegliere il ruolo che desiderano interpretare una volta effettuata la scelta, i

bambini iniziano a muoversi scegliendo i movimenti per drammatizzare con il corpo l’albero, la foglia e tutti

gli altri abitanti… mentre la musica va…

2) Ai bambini verrà fornito del materiale di facile consumo e una fotocopia recante le immagini degli

strumenti musicali, il tutto al fine di realizzare la riproduzione grafico-pittorica degli strumenti: violino, viola,

violoncello. Completati i manufatti gli alunni saranno invitati a sollevare l’immagine relativa allo strumento individuato durante l’ascolto di un cd-rom che contiene la riproduzione dei suono da esso prodotto.

3) L’ insegnante presenterà delle macroimmagini, preparate in precedenza, e inviterà i piccoli a

ripetere in modo ritmico, accompagnandosi col battito delle mani,i nomi delle immagini.

METODOLOGIA:

Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai

supporti audiovisivi, materiale autentico e MACRO IMMAGINI allo scopo di favorire l’apprendimento della musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Si farà ricorso agli strumenti metodologici del role-play e

T.P.R.

Le attività saranno presentate sotto forma di Giochi mimico – motori

Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.

Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione Si utilizzeranno didattici visivi, uditivi e

cinestesici.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

130

TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevede 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne gli

spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in cerchio,

per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.

MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e matite colorate, colla stick, scotch, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.

VERIFICA E VALUTAZIONE:

Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato

anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata

in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede

che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al

linguaggio verbale e linguaggio non verbale.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

131

Area Attività

Linguistica L’insegnante al fine di facilitare la percezione dell’ accento ritmico

utilizzerà delle immagini ingrandite con scritto, in ognuna, il nome relativo

ai vocaboli usati per esprimere ciò che il brano descrive (macroimmagini).

Attaccherà alla lavagna le diverse immagini e ciascun alunno a turno

ripeterà facendo la suddivisione in sillabe i nuovi vocaboli ascoltati

dall’insegnante. In un secondo momento gli alunni dovranno narrare una semplice storia seguendo un ordine cronologico e usando le parole

presenti nelle macroimmagini(allegato 1 strumento-nome )

Logico-matematica

Spaziale

- L’insegnante prendendo spunto dall’ attività gioco-motorio: “è

Primavera…” ,all’ interno dello spazio per svolgere l’ attività, far individuare a ciascun alunno la propria posizione rispetto ai compagni, ad

oggetti a punti di riferimento diversi. Inoltre a ciascun alunno sarà chiesto

di identificare oggetti nello spazio, utilizzando i termini adeguati.

visiva L’insegnante fornirà a tutti gli alunni fogli A4 in cui sono raffigurate le

sagome degli strumenti che verranno colorate, ritagliate e incollate su

appositi cartoncini, predisposti in precedenza, per poi essere attaccati ad

una cannuccia ed essere successivamente utilizzate durante l’ ascolto

musicale al fine di identificare il riconoscimento del suono di ogni singolo

strumento.

Cinestetica Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,

l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento.

L’insegnante chiederà a ciascun alunno di mimare le azioni relative ai vari

abitanti del bosco .

Sociale L’insegnante metterà in scena un role-play basato sulla vita nel bosco. La

classe verrà divisa in gruppi e ciascun gruppo avrà a disposizione le

immagini relative alla drammatizzazione. A turno, il ruolo verranno

impersonati da tutti i componenti del gruppo. Scopo del role-play è quello

di riutilizzare il lessico acquisito e la musica ascoltata calandoli in un

contesto divertente e motivante.

Creativa Per rinforzare l’ ascolto relativo agli strumenti l’insegnante proporrà di

costruire gli strumenti, inviterà i bambini ad osservare le immagini ed

ascoltare il suono: quindi, inviterà i bambini ad alzare il cartello relativo al

suono udito. Inoltre si chiederà agli alunni di riprodurre i suoni ascoltati

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

132

SECONDA UNITA'

Aurora e tramonto

DATI IDENTIFICATIVI

a) Classi : Classi seconde e terze Scuola Primaria

b) Tipologia e n. Alunni : Alunni di sette e otto anni

c) Docenti coinvolti : Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria

d) Discipline coinvolte : Corpo Movimento, Arte Immagine, Lingua Italiana, Convivenza Civile.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) Ministeriali :Programmi Ministeriali

b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche):

Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.

Apprezzare l’armonia del suono.

Conoscenza degli strumenti musicali.

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :

Aurora/Tramonto (PROGETTO: GIOIA-MALINCONIA)

c)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:

sensoriali/emozionali/relazionali

Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

Articolare combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari da eseguire con la voce, il corpo e gli strumenti.

Gestire diverse possibilità espressive di strumenti musicali.

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali

(Cognitivi) :

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

133

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (cognitivi) :

Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi, partendo

dalla realtà circostante.

Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.

Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai punti di riferimento.

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

Usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali .

Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della letto-

scrittura

Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia e tecniche

a. Fase concreta e verbalizzazione b. Situazione problematica di gioco

c. Rappresentazione grafica

d. Fase simbolica

Esercizi in gruppo

Lavoro individuale

Tutoring tra pari

Utilizzo di brani musicali e video registrati.

Cartelloni.

Brainstorming, role-play lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca, gioco

manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

e) Tempi (durata): 5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO.

f) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione

g) Contenuti disciplinari

Arte e Immagine: icone e simboli

Corpo, movimento e sport:il gesto/suono

Italiano: lettura e comprensione di testo

Scienze naturali: discriminazione e classificazione dei diversi materiali.

h) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

In una tabella grafica pentagrammata l’alunno colora le note (DO_RE_MI_FA_SOL_LA_SI).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

134

L’esercizio ripetuto più volte favorirà l’identificazione e il riconoscimento del.

valore posizionale delle note.

Successivamente l’alunno associando la nota al colore inizierà identificare

Note e pause.

Gli esercizi ripetuti finalizzati alla memorizzazione di una nota per volta.

Dopo aver raggiunto l’acquisizione delle note si passerà alla lettura di una

semplice idea ritmica. L’alunno potrà gradualmente raggiungere la capacità di suonare

mantenendo gli elementi proposti..

Distinguere una scala discendente e ascendente ed eseguirle con lo

Strumento.

Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore.

i) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …)

Stereo CD musicali. Materiale di uso comune: carta, matite colorate , gomma, cartoncino, forbici, colla

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

e) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo al termine del percorso

stesso

mediante schede e materiali specifici .

Gli alunni elaboreranno combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari che eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti

f) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della

voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri

g) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici

e chiari

Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed

esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.

Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.

Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spazio-temporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.

Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Osservazioni sistematiche

Schede strutturate e non

Esercizi di completamento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

135

h) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,

ppt, …)

Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento

CLASSI SECONDE E TERZE DI SCUOLA PRIMARIA

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONTENUTI E ATTIVITA’ RACCORDI INTERDISCIPLINARI

-Percepisce il suono nei suoi

parametri di altezza,

intensità,timbro, durata.

-Sa classificare suoni e rumori

secondo criteri prestabiliti.

-Percepisce l’aspetto ritmico della musica.

-Conosce la scala musicale.

-Distinguere una scala

discendente e ascendente .

-Sa rappresentare con l’ uso di

simboli e colori le note musicali.

-Focalizzare l’ attenzione sull’

interazione tra due strumenti.

-Distinguere lo strumento all’ interno di un’ esecuzione.

-Usa la voce e/o parti del corpo

per riprodurre suoni ascoltati.

-Creare e discriminare suoni.

-Modulare i suoni prodotti.

-La voce degli strumenti ad arco.

-Interpretare con movimenti le

“invenzioni sonore”.

CONTENUTI:

-Il suono il silenzio (la pausa).

-Le note e scala musicale

-Il pentagramma.

-La pulsazione ritmica. -I parametri del suono: altezza,

intensità, timbro, durata nei

suoni, nella voce negli

strumenti.

-Le dinamiche: forte-piano,

crescendo-diminuendo.

-La percezione uditiva.

-La produzione per imitazione.

ATTIVITA’:

Partendo dall’ ascolto di :

“Sinfonia n°7 ” di Ludwig Van

Beethoven, gli alunni saranno impegnati in attività motorie,

grafico.pittoriche e di

drammatizzazione;

completeranno schede

strutturate.

ITALIANO:

-Individuare, attraverso la

comunicazione orale, gli accenti di

alcune parole.

-Narrare una semplice storia seguendo

un ordine temporale.

MATEMATICA-GEOGRAFIA:

-Riconoscere la propria posizione nello

spazio vissuto rispetto ad alcuni punti di

riferimento.

-Localizzare segni grafici nello spazio

rispetto ad altri segni, usando termini

adeguati(sopra/sotto, davanti/dietro, vicino/lontano).

SCIENZE:

Discriminazione e classificazione dei

diversi materiali.

ARTE E IMMAGINE:

Associare un segno grafico alle caratteristiche di una musica ascoltata.

Potenziare le capacità creative.

EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E ALLA

CITTADINANZA:

-Riconoscere ed esercitare modalità

corrette ed efficaci per esprimere le proprie emozioni anche in attività che

richiedono impegno e pongono difficoltà.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

136

-Partecipare a giochi di gruppo

rispettando indicazioni e regole,

dimostrando collaborazione e senso di responsabilità nei confronti dei

compagni.

SCIENZE MOTORIE:

-Eseguire a tempo e seguendo un ritmo

musicale percorsi.

Esprimere con il corpo movimenti per

imitazione assumendo con il corpo forme e posture, anche, fuori dagli

schemi.

ATTIVITA’:

1) L’insegnante propone l’ ascolto dell’opera Sinfonia n°7 di Ludwig Van Beethoven, nel momento in cui il

violino dialoga con il flauto, precedentemente a ciascun alunno sarà consegnata una scheda che contiene

due file parallele di pallini che rappresentano rispettivamente una la “voce” del violino l’ altra quella del

flauto. Gli alunni saranno invitati a registrare colorando , di volta in volta, il pallino corrispondente a ciò che

ascoltano, infine coloreranno di nero i pallini relativi ai “silenzi “(pausa).

2) Ai bambini verrà fornito del materiale di facile consumo e una fotocopia recante l’ immagine di un pentagramma nel quale si posizioneranno le note colorate e recanti il nome. Successivamente si faranno

sedere i bambini in cerchio e si chiederà di intonare la scala musicale,prima tutti in coro, poi inizia uno

dicendo la nota DO e il compagno seduto di fianco continuerà con RE e così via di seguito. Bisogna unire il

cerchio con il “canto”. A fine giro si possono introdurre diverse varianti: variare la velocità, l’ intensità, l’

altezza, accompagnarsi con il battito delle mani ecc…

3)L’ insegnante prendendo spunto dal suono del violino presenterà gli strumenti a corda e in particolare

quelli ad arco, offrirà una scheda esplicativa che ogni alunno completerà colorandola.

METODOLOGIA: Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai

supporti audiovisivi, materiale autentico e attività prettamente ludiche allo scopo di favorire l’apprendimento

della musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Si farà ricorso agli strumenti metodologici T.P.R.

Le attività saranno presentate sotto forma di esercizi motori e musicali

Associazione di azioni mimate a messaggi verbali.

Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione Si utilizzeranno didattici visivi, uditivi e

cinestesici.

TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevedono 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne

gli spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in

cerchio, per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

137

MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e

matite colorate, colla stick, scocth, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannucce.

VERIFICA E VALUTAZIONE:

Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata

in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede

che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di

ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al

linguaggio verbale e linguaggio non verbale.

Area Attività

Linguistica L’insegnante in un clima emotivamente stimolante guiderà gli alunni ad ideare un dialogo verbale tra gli strumenti ascoltati, che successivamente

sarà recitato a turno a coppie .

Logico-matematica

Spaziale

- L’insegnante prendendo spunto dall’ attività gioco-motorio: “Do-Re-

Mi…”,all’ interno dello spazio per svolgere l’ attività, far individuare a

ciascun alunno la propria posizione rispetto ai compagni, il momento in cui deve intervenire, il ritmo da mantenere,la simultaneità del suono e del

movimento.

visiva A ciascun alunno sarà fornita una scheda strutturata nella quale saranno

invitati a registrare i dati relativi agli strumenti studiati: viola, violino, violoncello, contrabasso. Successivamente gli alunni saranno divisi in

gruppi per realizzare gli strumenti usando varie tecniche e materiali

diversi.

Cinestetica Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,

l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento. L’insegnante chiederà a ciascun alunno di mimare le azioni o usare le

parti del corpo per sottolineare il passaggio da un alunno all’altro nel gioco

delle note cantate .

Sociale L’insegnante metterà in scena un role-play nel quale i bambini, precedentemente divisi in gruppi, che si alterneranno in scena,

assumeranno di volta in volta il ruolo delle varie marionette raffiguranti

viola, violino, violoncello, contrabbasso.

Creativa Per rinforzare l’ ascolto relativo role -play è quello di riutilizzare il lessico acquisito e la musica ascoltata calandoli in un contesto divertente. Agli

studenti l’insegnante proporrà di costruire gli strumenti, inviterà i bambini

ad accompagnare il canto delle note con il battito delle mani quindi,

inviterà i bambini a sperimentare altre forme di accompagnamento del

suono prodotto.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

138

TERZA UNITA'

Un racconto in musica

DATI IDENTIFICATIVI

a) Classi : Classi quarte e quinte Scuola Primaria

b) Tipologia e n. Alunni : Alunni di nove e dieci anni

c) Docenti coinvolti : Docenti delle classi seconde e terze della Scuola Primaria

d) Discipline coinvolte : Corpo Movimento, Arte Immagine, Lingua Italiana, Convivenza Civile.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) Ministeriali :Programmi Ministeriali

b) Di Istituto : Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe : Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche): Conoscenza degli strumenti musicali

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico :

Un racconto in Musica (PROGETTO: GIOIA-MALINCONIA)

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

-Prendere consapevolezza del sé e degli altri;

-Gestire le possibilità espressive di strumenti musicali imparando ad ascoltare sé e gli altri.

-Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale

-Utilizzare gli elementi del linguaggio musicale nelle proprie prassi esecutive.

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali

(Cognitivi) :

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi

Interdisciplinari (cognitivi) :

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

139

Italiano : Rappresentare gli elementi sintattici basilari di eventi sonori e musica

Attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali.

Storia: Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi

e contesti significativi, partendo dalla realtà circostante.

Scienze: Osservare le caratteristiche di oggetti e materiali.

Geografia: riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, rispetto ai

punti di riferimento.

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari

(Cognitivi)

Rappresentare gli elementi sintattici basilari di eventi sonori e musicali attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali

Costruire e usare gli strumenti per produrre riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali .

Conoscere e discriminare le varie parti degli strumenti.

Riflettere sulla Storia e l’ evoluzione degli strumenti.

Sa individuare sullo strumento musicale modalità esecutive funzionali a una risposta motoria o per sviluppare un elaborato grafico-pittorico.

Esplorare capacità timbriche-ritmiche-melodiche dello strumento.

Sviluppare capacità di improvvisazione ritmica.

Realizzare una coreografia su una musica registrata.

Approfondire , consolidare la capacità di ascolto e comprensione e la strumentalità di base della letto-

scrittura

Estendere consolidare, recuperare le conoscenze spazio- temporali.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

j) Metodologia a. Situazione problematica di gioco

b. Fase concreta e verbalizzazione

c. Rappresentazione grafica

d. Fase simbolica

Esercizi in gruppo

Lavoro individuale

Tutoring tra pari

Utilizzo di brani musicali e video registrati.

Cartelloni

Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca,

gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dello

strumento.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

140

k) Tempi (durata): 5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO.

l) Fasi organizzative: Durante le ore curriculari di lezione

m) Contenuti disciplinari

Arte e Immagine: icone e simboli

Corpo, movimento e sport:il gesto/suono

Italiano: lettura e comprensione di testo

Scienze naturali: discriminazione e classificazione dei diversi materiali.

n) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Rappresentare semplici storie attraverso il linguaggio musicale. Si propongono alcuni ascolti di brani

facilmente associabili alle famiglie strumentali proposte: violino, violoncello, chitarra.

Realizzazione di una mappa sonora rappresentativa di quanto ascoltato:

varietà di simbologie non convenzionali.

Successivamente si inviteranno gli alunni ad imitare quanto ascoltato utilizzando strumenti rudimentali.

La ripetizione di questo esercizio contribuirà al raggiungimento della capacità di ascolto e di riconoscimento del suono.

Gli alunni impareranno a gestire i propri movimenti per la produzione del suono.

Si disporranno gli alunni in cerchio seduti allo scopo di esplorare le possibilità timbriche e di cercare più di

una modalità d’esecuzione.

Ogni alunno presenterà ai compagni gli effetti da lui ritenuti più belli e curiosi.

Gli alunni successivamente all’incontro con il musicista saranno invitati a elaborare la carta d’ identità dei

quattro strumenti-

Per ogni strumento verrà identificato il nome, il periodo storico in cui è stato creato, le caratteristiche

principali (colore, dimensioni, numero di corde, materiale, nome della famiglia di appartenenza e curiosità) e inoltre saranno invitati a disegnarle.

Per concludere l’attività e ricordare tutti gli strumenti che abbiamo conosciuto durante il nostro percorso

andiamo nel laboratorio di informatica e chiediamo di digitare sul motore di ricerca Google la parola

“Cordofoni + violino” . Con le informazioni gli alunni potranno arricchire la carta d’identità elaborata. Lo

stesso percorso sarà effettuato per gli altri strumenti e per concludere si realizzerà un cartellone

riassuntivo

o) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali, …) Stereo CD musicali. Materiale di facile consumo (carta, matite colorate , gomma, colori a tempera,

materiale di riciclo, cartoncino) , lettore DVD e film. Il Violino .

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

141

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

i) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

La verifica e la valutazione avverrà in itinere in quanto le attività di per se

stesse costruiscono una verifica e al termine del percorso stesso

mediante schede e materiali specifici .

Gli alunni combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari che eseguono con la voce, il corpo e gli strumenti.

j) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della

voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri

k) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici

e chiari

Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed

esprimere i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.

Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.

Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spazio-temporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.

Italiano:realizzazione di fumetti

Storia:illustrazione della storia dello strumento

Corpo, movimento e sport:rappresentazione coreografica

Scienze:classificazione degli strumenti musicali per famiglie

Arte e Immagine: rappresentazione grafica dello strumento musicale

Tecnologia Informatica: Sperimentare linguaggi della comunicazione: usare PAINT

Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold) Osservazioni sistematiche

Esercizi di completamento

Esecuzione di un semplice brano musicale

l) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto,

ppt, …)

Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

142

CLASSI QUARTE E QUINTE DI SCUOLA PRIMARIA

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONTENUTI E ATTIVITA’ RACCORDI INTERDISCIPLINARI

-Costruire e usare gli strumenti

per produrre riprodurre, creare e

improvvisare fatti sonori ed

eventi musicali .

-Conoscere e discriminare le

varie parti degli strumenti.

-Riflettere sulla Storia e l’ evoluzione degli strumenti.

-Sa individuare sullo strumento

musicale modalità esecutive

funzionali a una risposta motoria

o per sviluppare un elaborato

grafico-pittorico.

-Esplorare capacità timbriche-

ritmiche-melodiche dello

strumento. -Sviluppare capacità di

improvvisazione ritmica.

-Sa rappresentare con l’ uso di

simboli e colori le note musicali.

-Usa la voce e/o parti del corpo

per riprodurre suoni ascoltati.

-Creare e discriminare suoni.

-Modulare i suoni prodotti.

-La voce degli strumenti ad arco. -Interpretare con movimenti le

“invenzioni sonore”.

CONTENUTI:

-Il suono.

-La pulsazione ritmica.

-I parametri del suono: altezza,

intensità, timbro, durata nei

suoni, nella voce negli

strumenti. -Le dinamiche: forte-piano,

crescendo-diminuendo.

-La percezione uditiva.

-La produzione per imitazione.

-Gli strumenti musicali.

ATTIVITA’:

Partendo da “ ascolti musicali

“ e dalla visione dei film della

W. Disney “Fantasia ” e

“Fantasia 2000” gli alunni

saranno impegnati in attività

motorie, grafico.pittoriche e di

drammatizzazione;

completeranno schede

strutturate.

ITALIANO:

-Riferire con chiarezza la propria

esperienza uditiva.

-Elaborare in modo creativo un testo

sonoro.

MATEMATICA: Combinare in modo vario elementi di

un insieme.

SCIENZE:

Discriminazione e classificazione dei

diversi materiali.

STORIA: Collocare nel tempo eventi.

ARTE E IMMAGINE:

-Conoscere e osservare forme,

oggetti e opere d’ arte.

-Riprodurre immagini di strumenti musicali usando varie tecniche.

-Riconoscere il contrasto movimento-

immobilità in immagini.

-Interpretare graficamente contrasti

movimenti-emozioni.

EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E

ALLA CITTADINANZA:

-Esprimere la propria emotività e

affettività.

-Attivare atteggiamenti di ascolto

positivo nei confronti degli altri.

-Conoscere applicare e far rispettare

le regole di comportamento.

SCIENZE MOTORIE: -Padroneggiare gli schemi motori.

-Sviluppare la capacità di

coordinazione motoria.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

143

Sviluppare la collaborazione nella

costruzione di figurazioni di gruppo.

-Sviluppare la capacità di effettuare un ritmo e valorizzare il rapporto tra

movimento e musica.

-Sviluppare la capacità di

autocontrollo.

ATTIVITA’:

1) L’insegnante propone la visione dei film di W. Disney “Fantasia ” e “ Fantasia 2000” al termine della

quale avvierà un discussione guidata attraverso la cui ciascun componente del gruppo esprimerà i

sentimenti suscitati dalla visione dei film. 2) Ai bambini ,opportunamente stimolati, sarà chiesto di elaborare una coreografia ,rispetto al brano che ha

suscitato maggiore interesse. Si porterà in scena una drammatizzazione i cui protagonisti sono: “la famiglia

degli strumenti ad arco”, interpretati da una marionetta costruita precedentemente, dagli stessi alunni.

3)Agli alunni sarà proposto di realizzare “La carta di identità “ di ciascun strumento presentato ,ogni

bambino avrà la possibilità di effettuare ricerche multimediali.

METODOLOGIA:

Per quanto riguarda la tipologia delle attività, si pensa di creare attività multisensoriali da affiancare ai supporti audiovisivi, materiale autentico e attività prettamente ludiche allo scopo di favorire l’apprendimento

della musica attraverso l’uso di più canali percettivi. Le attività saranno volte a favorire la percezione della

propria dimensione corporea in rapporto allo spazio. Gli alunni saranno stimolati a cogliere i più immediati

valori espressivi delle musiche ascoltate traducendoli in azioni motorie infine si stimolerà la creatività e l’

invenzione di moduli espressivi mediante l’ uso di movimento .

Gli studenti svilupperanno le abilità di ascolto e produzione, saranno incoraggiati a usare in modo espressivo

il linguaggio corporeo. Inoltre, considerato che i bambini, oggi, mostrano di gradire molto l’ uso delle nuove

tecnologie quali il computer per navigare su internet, si proporranno siti visitabili di facile approccio e

comprensione per l’ ascolto e/o la visione di materiale specifico.

TEMPI E SPAZI: Per quanto riguarda i tempi si prevede 5ore più 1 ora “CONCERTO”. Per quanto concerne gli

spazi le attività si svolgeranno in aula o in uno spazio sufficientemente ampio per mettersi seduti in cerchio,

per le attività motorie si userà la palestra o il cortile della scuola.

MATERIALE: Stereo, CD con musica allegra e coinvolgente, cartoncino colorato, matite, gomme, pennarelli e

matite colorate, colla stick, scock, lo strumentario didattico, fogli A4, forbici, cannuccie.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

144

VERIFICA E VALUTAZIONE:

Le attività sopra descritte, per la loro struttura, costituiscono di per sé, già una prova di verifica considerato

anche che la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e che non può essere affrontata

in maniera disgiunta rispetto al contesto sociale in cui ci si trova. Ai bambini verranno distribuite le schede

che i bambini useranno per indicare il suono ascoltato L’insegnante attraverso tali prove valuterà il grado, di

ciascuno alunno, di stabilir relazione tra elementi linguistico-comunicativi e culturali appartenenti al linguaggio verbale e linguaggio non verbale.

Area Attività

Linguistica L’insegnante in un clima emotivamente stimolante guiderà gli alunni ad

ideare e mettere in scena una semplice drammatizzazione. L’uso del

computer e la navigazione sui siti web costituirà un potenziamento delle

competenze linguistiche.

(Allegato)

Logico-matematica

Spaziale

L’insegnante prendendo spunto dalla visione dei film proporrà una serie di

giochi-motori per consolidare il riconoscimento della propria posizione

rispetto ai compagni, ad oggetti a punti di riferimento diversi. Inoltre a

ciascun alunno sarà chiesto di identificare oggetti nello spazio, utilizzando i

termini adeguati. Sarà,inoltre chiesto a tutti i bambini di combinare in modo vario gli elementi di un insieme.

Visiva Coadiuvati dall’ insegnante gli alunni saranno stimolati a progettare e

realizzare delle marionette relative agli strumenti studiati, saranno usati materiali strutturati e materiali “ poveri” o di riciclo.

Cinestetica Si utilizzerà la metodologia del coinvolgimento corporeo che prevede,

l’utilizzo del “corpo” quale strumento primo per l’apprendimento.

L’insegnante chiederà a ciascun alunno di esprimere le emozioni suscitate dall’ ascolto e/o visione utilizzando il linguaggio corporeo superando

possibili imbarazzi.

Sociale Gli alunni coordinati dall’ insegnante metteranno in scena una semplice

drammatizzazione nel quale i bambini daranno corpo alle marionette,

precedentemente confezionate, assumeranno di volta in volta il ruolo dei diversi strumenti .

Creativa Durante le attività relativa all’ uso delle nuove tecnologie (uso di PAINT) l’

insegnante avrà cura di creare un clima altamente coinvolgente e

gratificante affinché il lavoro al computer costituisca un potenziamento della creatività in tutti gli aspetti: scelta dei colori, ricchezza di particolari,

coerenza con il testo musicale. Al disegno realizzato su Paint sarà inserita

anche la musica. Il risultato sarà stato un lavoro interdisciplinare

altamente coinvolgente e gratificante.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

145

QUARTA UNITA'

Abilità diverse

DATI IDENTIFICATIVI

b) Classi

Sezioni Scuola dell’Infanzia

Classi quarte e quinte Scuola Primaria

c) Tipologia e n. Alunni

Alunni diversamente abili con alunni appartenenti alla stessa classe di anni nove e dieci

d) Docenti coinvolti Docenti delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria

e) Discipline coinvolte

CORPO MOVIMENTO , ARTE –IMMAGINE, LINGUA ITALIANA. CONVIVENZA

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) ministeriali

Programmi Ministeriali

b) di istituto

Il Progetto di Istituto (POF)

c) del consiglio di classe Programmazione Educativa e Didattica di Interclasse

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

-Comunicare ed esprimersi utilizzando diversi codici e forme di linguaggio.

-Apprezzare l’armonia del suono

-Conoscenza degli strumenti musicali

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

SUONI/RUMORI

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi: sensoriali/emozionali/relazionali

Maturare il senso di sé e il significato della propria presenza nel mondo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

146

prendere consapevolezza del sé e degli altri;

rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale Sviluppare capacità intellettive,percettive ,emozionali.

b) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali(Cognitivi)

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.

e) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Cogliere ed utilizzare le relazioni logico-temporali e spaziali in testi e contesti significativi, partendo dalla realtà circostante

f)Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi)

Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività e

nelle musiche ascoltate.

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia a. Situazione problematica di gioco

b. Fase concreta e verbalizzazione

c. Rappresentazione grafica

d. Fase simbolica

Esercizi in gruppo

Lavoro individuale

Tutoring tra pari

Utilizzo di brani musicali registrati.

Cartelloni

b) Tecniche

Brain storming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

c) Tempi (durata)

5 ore per ogni UDA più 1 ora LEZIONE CONCERTO

d) Fasi organizzative Durante le ore curriculari di lezione

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

147

e) Contenuti disciplinari

Arte e Immagine: icone e simboli

Corpo, movimento e sport: il gesto/suono

Italiano: lettura e comprensione di testo

Scienze naturali: discriminazione e classificazione, conoscenza e rispetto per l’ambiente.

f) Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

In una tabella grafica pentagrammata l’alunna colora le note (DO_RE_MI_FA_SOL_LA_SI).

L’esercizio ripetuto più volte favorirà l’identificazione e il riconoscimento del valore posizionale delle note.

Successivamente l’alunno associando la nota al colore inizierà ad usare la tastiera del pianoforte.

Gli esercizi ripetuti finalizzati alla memorizzazione di una nota per volta.

Dopo aver raggiunto l’acquisizione delle note si passerà alla lettura di una semplice idea ritmica.

L’alunno potrà gradualmente raggiungere la capacità di suonare mantenendo gli elementi proposti.

In tutte le attività proposte è stato coinvolto un piccolo gruppo di compagni della classe di appartenenza dell’alunno al fine di favorire l’integrazione.

Distinguere una scala discendente e ascendente ed eseguirle con lo strumento

Interpretare con i movimenti un suono e/o invenzioni sonore

g) Mezzi (oggetto didattico, risorse materiali)

Il pianoforte, materiale di facile consumo (carta, matite colorate , gomma

Cartoncino) -Laboratorio

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinare)

La verifica e la valutazione del percorso avrà luogo al termine del percorso stesso mediante schede e

materiali specifici .

Gli alunni combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche applicando schemi elementari che eseguono con la

voce, il corpo e gli strumenti

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Eseguire in gruppo semplici brani strumentali e vocali controllando le diverse possibilità espressive della

voce e di strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari Italiano: gli alunni partecipano a scambi comunicativi con compagni e docenti utilizzando messaggi semplici e

chiari

Corpo, movimento e sport: gli alunni utilizzano il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere

i propri stati d’animo, anche attraverso esperienze di drammatizzazione.

Arte e Immagine:gli alunni producono immagini attraverso tecniche, materiali e strumenti diversificati.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

148

Scienze naturali: gli alunni osservano, registrano, classificano, schematizzano, identificano relazioni spazio-

temporali, producono rappresentazioni grafiche e schemi.

Strumenti per la valutazione (di processo, di prodotto; es: Strumento didattico Gold)

Osservazioni sistematiche

Schede strutturate e non Esercizi di completamento

d) Documentazione in progress delle esperienze (descrizione dell’esperienza, annotazioni su

esperienze e condivisioni, relazione finale, prodotti, verbali del consiglio di classe, video, foto, ppt)

Relazione finale, produzione di un video, cartellone illustrativo delle varie fasi dell’apprendimento

ASCOLTI CONSIGLIATI

VIOLINO

W.A. MOZART, CONCERTO IN RE MAGGIORE

PER VIOLINO E ORCHESTRA K.211

VIOLA

W.A. MOZART, SINFONIA CONCERTANTE

PER VIOLINO, VIOLA E ORCHESTRA K364

A. SCONBERG, TRIO

B. BARTOK, QUARTETTO n° 3 E n° 4

VIOLONCELLO

F. SCHUBERT, SINFONIA n° 8, “INCOMPIUTA”,

I MOVIMENTO

G.F. GHEDINI, CONCERTOPERDUE VIOLONCELLI

CONTRABASSO

W.A. MOZART, SERENATA K239

I. STRAVINKIJ, PULCINELLA

V BUCCHI, IL CONTRABASSO

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

149

I LEGNI

di Caterina La Barbera, Maddalena Occhipinti e Giuseppa Simonetti

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

150

PRIMA UNITA'

Io, la Musica e...

DESTINATARI

Alunni della scuola dell' infanzia e alunni delle classi prime della scuola primaria

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla conoscenza degli

strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.

Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le potenzialità a

livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che ogni bambino ha bisogno di

muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini .Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli

eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha bisogno di

sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più

linguaggi espressivi .

Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti .

NUCLEO TEMATICO : VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO

DISCIPLINE COINVOLTE

Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera, geografia.

OBIETTIVI TRASVERSALI

♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni

♪ Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari

♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà

♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi

OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI

♪ Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica, potenziare

la capacità di generare idee (creatività) ♪ Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti

♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali

♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.

OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI

♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri

♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto

♪ Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale

♪ Superare le problematiche comunicative

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

151

♪ Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune

OBIETTIVI DISCIPLINARI

♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “ LEGNI”

♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle

attività e nelle musiche ascoltate

♪ Riconoscere e distinguere i concetti VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO

♪ Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al nucleo tematico

♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata

♪ Riconoscere i concetti spazio- temporali: vicino/lontano, davanti/dietro, dentro/fuori, prima/dopo,

lungo/corto

CONTENUTI DISCIPLINARI

♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni

♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro

♪ Il linguaggio iconico

♪ Il linguaggio sonoro

♪ Il testo narrativo

♪ I concetti topologici

♪ Coordinazione dinamica generale

♪ Scoperta delle caratteristiche del suono, anche attraverso il movimento

METODOLOGIA

La metodologia impiegata per il raggiungimento degli obiettivi sarà quella di un lavoro costantemente

disposto sul piano della operatività, della ricerca-azione dell'analisi, dell'osservazione ,del confronto e dell'espressività e dell'attività ludica.

Il gioco, attraverso il quale si sviluppano le capacità sensoriali, motorie espressive, socio - affettive, è

l'elemento che si vuole riportare nel percorso musicale. L'uso del corpo, il suo movimento, aiuta la

conoscenza di se stesso ed è mezzo di interiorizzazione delle caratteristiche spazio - temporali.

Una storia, una fiaba, una filastrocca, un canto, offrono spunti fantastici che permettono al bambino di

passare dal sogno alla realtà, dal personale al collettivo, dall'irrazionale al logico, con continui passaggi dal

reale alla fantasia, senza mai perdere, comunque, il controllo di entrambe le dimensioni.

Presentare l'attività musicale attraverso questi canali offre, sia al bambino che agli insegnanti, una visione

molto ampia del fenomeno musicale. Offre la possibilità di vivere la musica da vicino, inserita continuamente in tutti i contesti del mondo circostante.

La metodologia sopra citata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brainstorming, lezione

frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed

esplorazione dei vari materiali.

Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la gamma di

opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante tutte le fasi della

lezione.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

152

Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo interdisciplinare.

TEMPI

Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6 svolte nelle

ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari

FASI ORGANIZZATIVE Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio musicale da

proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) , predisposizione del materiale

didattico e di facile consumo, stesura di prove di prove di verifiche.

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI

I ATTIVITÀ ♪ Visione di del cartone animato “ Pierino e il lupo” per l'estrapolazione del nucleo

tematico ( VELOCE /LENTO – FORTE/PIANO)

♪ Identificazione degli strumenti a fiato,della famiglia dei legni,presenti nel cartone

animato ( flauto, oboe, fagotto, clarinetto) ( scheda 1)

♪ Distinzione della voce degli strumenti ( timbro) ( scheda 2)

♪ Riconoscimento dell'intensità;

♪ Esecuzione di giochi di movimento( sonorizza il temporale) , (scheda 3)

♪ Giochi imitativi ( batti forte/batti piano) , ( cammina / corri)

♪ Rappresentazione grafica della storia

II ATTIVITÀ ♪ Visione di un frammento del cartone animato “ I fenicotteri” estratto da “FANTASIA

2000” con le musiche di Saint-Saens, “ Il Carnevale degli animali”per riconoscere il

concetto : “veloce”

♪ Utilizzazione del linguaggio motorio per esprimere di concetto “ veloce”

♪ Visione di un frammento del cartone animato “FANTASIA”: “Mushroom dance”sulla

danza cinese tratto dallo “Schiaccianoci”di Ciaikovski ♪ Giochi di movimento per la coordinazione dinamica generale ( scheda 4)

III ATTIVITÀ ♪ Visione della prima parte della “Sagra della primavera” di Strawinskj per

discriminare la differenza tra “lento” e “piano” ♪ Rappresentazione grafica del cartone animato

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

153

IV ATTIVITÀ ♪ Ascolto della Sinfonia n° 94 in Sol Magg “ La sorpresa” di Haydn ( 2° movimento)

per discriminare i concetti “piano” e “forte”

♪ Riconoscimento dei suoni provenienti dall'ambiente

♪ Giochi di movimento estemporanei

♪ Imitazione vocale degli strumenti a fiato della famiglia dei legni

♪ Riconoscimento dei concetti spazio-temporali: vicino/lontano, davanti/dietro,

prima/dopo, lungo/corto, dentro/fuori

MEZZI

Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici, colori,

materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo

VERIFICA INTERDISCIPLINARE

Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si proporrà la

visione di un frammento del cartone animato “ FANTASIA 2000” “L'uccello di fuoco” di Strawinskj . L'attività finale sarà un gioco, giusta conclusione di tutto il percorso che, svolgendosi in forma ludica ha

affrontato molti aspetti tematici interdisciplinari con il suono e la musica . Il gioco consiste nel costruire un

“teatrino dei burattini” per mettere in scena la fiaba musicale di S. Prokofiev “ Pierino e il lupo”, dove le voci

di alcuni strumenti dell'orchestra( stumenti a fiato della famiglia dei legni) sono abbinate ai personaggi della

fiaba.

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE

Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte . Questo

servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti ,i quali in qualsiasi momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli alunni, i quali avranno l'opportunità

di ricordare l'evento realizzato.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

154

Scheda 1

Presentazione iconografica degli strumenti

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 2

Con un freccia collega ogni personaggio al suo strumento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

156

Scheda 3

IL GIOCO DELL'ALBERO CHE CRESCE

Muovetevi liberamente in ogni direzione immaginando di essere semi di alberi trasportati dal vento.

Il soffio del vostro respiro, che imita il sibilare del vento, vi accompagna. I piccoli semi in volo scenderanno verso la terra, si risolleveranno e si scontreranno. La guida, un compagno precedentemente incaricato,

cantando un suono grave (basso), fermerà il volo dei semi, che cadranno al suolo. A questo punto, se la

guida emetterà una nota acuta (alta), pronunciata piano, eseguirete la posizione yoga del piccolo albero: se

la nota emessa dalla guida sarà invece acuta e forte farete la posizione yoga del grande albero. Manterrete

la postura suggerita dal suono fino a che la guida non eseguirà il soffio del vento con il respiro. Il vento

staccherà altri semi dagli alberi e il gioco potrà ricominciare da capo.

Questa è la posizione del piccolo albero:

Per eseguirla:

in posizione eretta con i piedi uniti, mantenere la gamba destra tesa e piegare lateralmente la gamba

sinistra, portando la pianta del piede ben appoggiata all'interno del ginocchio destro. Inspirando giungere le

mani al petto ed espirare. Nel ritorno inspirare, e poi espirando sciogliere la posizione delle braccia e delle

gambe. Eseguire la postura anche sull'altro lato. Questa è la posizione del grande albero:

Per eseguirla:

in posizione eretta con i piedi uniti, mantenere la gamba destra ben tesa e piegare lateralmente la gamba

sinistra. Afferrando la caviglia sinistra, portare il tallone in appoggio al perineo della gamba destra.

Inspirando sollevare lateralmente le braccia portandole tese sopra il capo, con le mani giunte. Espirando piegare i gomiti e sfiorare con le mani il vertice della testa. Nel ritorno, inspirare, e poi espirando sciogliere

la posizione delle braccia e delle gambe. Eseguire la postura anche sull'altro lato.

Gli strumenti musicali consigliati sono la voce e il soffio del respiro.

Per eseguire le sonorità piano e forte si deve prima produrre un suono spontaneamente: aumentando la

pressione del fiato il suono diviene più forte, diminuendo la pressione il suono si fa più debole. Si possono

sperimentare e ottenere innumerevoli sfumature di intensità.

Suggerimenti per la pratica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

157

Nella fase di movimento libero che rappresenta il volo dei semi, si può alternare l'andatura di corsa a un

procedere più tranquillo. Durante la corsa l'emissione del soffio del vento deve essere intensa,

nell'andatura lenta sarà invece debole. In questo modo si sottolinea la stretta correlazione fra movimento e

respiro. Il seme nella terra può essere rappresentato con una posizione rannicchiata e il passaggio da

questa postura alle posizioni dell'albero deve essere lento. Ciò permetterà di percepire meglio l 'appoggio

dei piedi a terra, per poter mantenere più facilmente la postura in equilibrio. I piccoli potranno capire

quanto sia importante la calma e la ponderazione per la buona riuscita di ogni azione. Le posizioni dell' albero si devono eseguire su entrambi i lati per equilibrare la percezione e le funzioni della parte destra e

sinistra del corpo. Nel gioco dopo aver fatto la postura su un lato è opportuno che la guida ripeta la nota

acuta, per indicare l' esecuzione della posizione dalla parte opposta.

I perchè di questo gioco

<> L' ascolto di suoni acuti dà un forte impulso nervoso: i suoni gravi sono invece più distensivi. Le sonorità

di forte intensità richiamano l' estroversione mentre l' introversione è evocata da quelle più sommesse. Le

posture in cui il corpo è seduto o sdraiato al suolo, danno solitamente sensazioni di stabilità e tranquillità.

Per questo motivo si è associato un suono grave alla posizione a terra, che rappresenta il seme. La nota

grave, inoltre, portando l'attenzione verso il basso, enfatizza la caduta dei semi al suolo. Un suono acuto è bene espresso da posizioni in piedi o dove il corpo, esteso verso l' alto, fa percepire una sensazione di

movimento, di attivazione. Le sonorità nel piano si associano a dimensioni di chiusura, che portano all'

introspezione: quelle nel forte a dimensioni di apertura ed espansione. Date le premesse, la nota acuta

cantata piano e forte è un ottimo stimolo per rappresentare sia la crescita progressiva dell' albero verso il

cielo che le due posizioni dell' albero, delle quali una è in chiusura e l'altra completamente aperta verso

l'alto.

L'utilizzo della voce permette di enfatizzare la stimolazione data dai suoni acuto e grave. La voce, che esce

direttamente dal corpo dell' esecutore per entrare nel corpo di chi ascolta, consente pertanto una

penetrazione simbolica e stabilisce quindi una comunicazione profonda. Questo mezzo sonoro è anche da considerarsi il primo e il più importante mediatore con la realtà circostante. Il suono vocale della madre

viene infatti percepito dal bimbo fin dalla fase prenatale, e dopo la nascita è proprio questa voce che egli

ricercherà come punto di riferimento costante. Attraverso la voce si espleta il linguaggio idiomatico. Il

fischio del vento in accompagnamento al procedere libero permette una maggiore identificazione nei semi

in movimento.

Benefici

Il gioco porta a un maggiore autocontrollo. Il bambino amplia la percezione dello spazio in cui si muove,

definendo le dimensioni alta e bassa, migliora la prontezza di riflessi, aumenta la coscienza respiratoria nell' esecuzione del respiro del vento e acuisce la sensibilità uditiva ascoltando e confrontando le differenti

altezze e intensità dei suoni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

158

Scheda 4

IL GIOCO DEI CERCHI

Porre i bambini in due cerchi concentrici.

Quando l'insegnante produce suoni “ forti”, i bambini posti all'esterno si muovono velocemente.

Quando l'insegnante produce suoni “deboli” si muovono velocemente quelli del cerchio interno.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

159

SECONDA UNITA’

I colori della Musica

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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DESTINATARI

Alunni delle classi seconde e terze della scuola primaria

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla conoscenza degli

strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.

Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le potenzialità a livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che ogni bambino ha bisogno di

muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini .Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli

eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha b isogno di

sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i

sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più

linguaggi espressivi .

Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti .

NUCLEO TEMATICO : BUIO /LUCE

DISCIPLINE COINVOLTE

Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera, geografia,

storia, educazione all'affettività.

OBIETTIVI TRASVERSALI

♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni

♪ Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti disciplinari

♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà

♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi

OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI

♪ Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica,

potenziare la capacità di generare idee (creatività)

♪ Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti

♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali

♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.

OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI

♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri

♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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♪ Gestire le emozioni: pensieri, reazione emotiva e comportamentale

♪ Superare le problematiche comunicative

♪ Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune

OBIETTIVI DISCIPLINARI

♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “LEGNI”

♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle

attività e nelle musiche ascoltate

♪ Riconoscere, distinguere ed estrapolare i concetti BUIO/LUCE

♪ Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al NUCLEO TEMATICO

♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata

♪ Acquisire la conoscenza e la concreta sperimentazione delle possibilità offerte dall'uso degli

strumenti informatici e della multimedialità nel campo della didattica musicale

CONTENUTI DISCIPLINARI

♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni

♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro

♪ Il linguaggio iconico

♪ Il linguaggio sonoro

♪ Il testo narrativo

♪ Coordinazione dinamica generale

♪ Scoperta delle caratteristiche del suono, anche attraverso il movimento

♪ Gli strumenti informatici e internet

METODOLOGIA Nei primi anni della scuola di base le attività musicali devono essere praticate in stretta simbiosi con le

attività linguistiche, corporee ed espressive e la specificità disciplinare deve emergere gradualmente .

L’esperienza musicale va intesa come attività che coinvolge l’essere umano nella sua interezza (mente,

corporeità, affettività). Va ricordato che in musica la concettualizzazione segue la concreta esperienza, ciò

vuol dire che l’insegnante, usando il metodo induttivo che parte dal concreto, terrà conto delle esperienze

personali dei bambini, e delle loro esigenze e interessi anche nella scelta dei contenuti materiali e repertori.

Vanno perciò privilegiati gli apprendimenti di tipo euristico (dialogo, discussione), la ricerca, la

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

162

sperimentazione espressiva,il lavoro cooperativo, la progettazione delle proprie attività musicali. Si

incoraggerà, inoltre,l’autovalutazione.

La metodologia sopracitata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brain storming, lezione

frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed

esplorazione dei vari materiali.

Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la

gamma di opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante tutte le fasi della lezione.

Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo

interdisciplinare.

TEMPI

Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6 svolte nelle

ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari

FASI ORGANIZZATIVE Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio musicale da

proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) , predisposizione del materiale

didattico e di facile consumo, stesura di prove di verifica.

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI I ATTIVITÀ

♪ Osservazione di un immagine “ Il pifferaio” di E. Manet l'estrapolazione del nucleo tematico (

BUIO/LUCE) ( Scheda 1)

♪ Produzione di un testo descrittivo

♪ Discriminazione della tonalità dei colori ( chiaro /scuro- caldo/freddo)

♪ Arricchimento lessicale della lingua inglese

♪ Identificazione degli strumenti a fiato,della famiglia dei legni, partendo dall'osservazione

dell'immagine “ Il pifferaio” di E. Manet

II ATTIVITÀ

♪ Ascolto del brano “Partita in LA min per flauto solo BWV 1013 “di J. S. Bach (per il

riconoscimento del timbro del flauto) osservando l'immagine ”Jelena” di K. Ali e

rappresentazione grafica delle emozione provate ( Scheda 2)

♪ Presentazione iconica del flauto traverso (scheda 3)

♪ Visione del cartone animato “L'APPRENDISTA STREGONE” per il suono del fagotto all'interno di

una composizione orchestrale

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

163

♪ Presentazione iconica del fagotto (scheda 4)

♪ Traslazione dei suoni in colori

♪ Raffigurazione della storia usando la tecnica dei fumetti facendo interagire i personaggi

♪ Giochi di movimento per la coordinazione dinamica generale

III ATTIVITA'

♪ Ascolto del testo narrativo “Peer Gynt” di Ibsen (Scheda 5)

♪ Analisi di un testo narrativo fantastico

♪ Ascolto di tre brani dal “Peer Gynt” di E. Grieg : “Il mattino” e la “Danza araba” per il

riconoscimento del suono del flauto traverso e dell'ottavino/LUCE; “Nell'antro del re della

montagna” per il riconoscimento del suono del fagotto/BUIO

♪ Presentazione iconica dell'ottavino (scheda 6)

♪ Drammatizzazione della storia ascoltata

♪ Riproduzione in sequenze ,con relative didascalie, della storia ascoltata

IV ATTIVITÀ

♪ Visione di alcune parti del balletto “Il lago dei cigni” di Tchajkowskij per discriminare il suono

dell'oboe e rafforzare gli opposti BUIO/LUCE

♪ Ascolto e interpretazione del brano “Il lago dei cigni” di Tchajkowskij con il movimento

♪ Utilizzazione del linguaggio gestuale e motorio per comunicare emozioni e stato d'animo

♪ Discernere i comportamenti corretti e scorretti (bene /male )utilizzando gli aggettivi che

qualificano il brano (Scheda 7) V ATTIVITÀ

♪ Visione di una parte del cartone animato “ Fantasia 2000” :“Rapsodia in blu” per identificare

il suono del clarinetto

♪ Presentazione iconica del clarinetto ( scheda 8)

♪ Conversazione guidata per l'analisi e il confronta dei modi di vivere di ieri e di oggi

VI ATTIVITÀ

♪ Visione di una clip ( immagini dal cosmo) accompagnata dalla “ Serenata Gran Partita n° 10

K361”di W. A. Mozart

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

164

MEZZI

Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici, colori,

materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo

VERIFICA INTERDISCIPLINARE

Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si proporrà di

produrre due disegni che rappresentino i concetti: BUIO/LUCE, Si proporrà anche una scheda che prevede l' associazione dell'immagine dello strumento alla relativa nomenclatura ( scheda 9)

L'attività finale riguarderà la produzione scritta di un testo narrativo fantastico,dove i personaggi sono gli

strumenti musicali a fiato, della famiglia dei legni, conosciuti nelle attività svolte.

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE

Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte . Questo

servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti ,i quali in qualsiasi

momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli alunni, i quali avranno l'opportunità

di ricordare l'evento realizzato.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 1

OSSERVA E DESCRIVI

ABBIGLIAMENTO COLORE PARTICOLARI

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 2

Ascoltando la musica ,osserva l'immagine e rappresenta graficamente le emozione che provi.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 3

Presentazione iconica del flauto traverso

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 4

Presentazione iconica del fagotto

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 5

Peer Gynt ( Ibsen)

Peer Gynt è il figlio di Jon Gynt una volta ricco e rispettato.

Jon Gynt è diventato un ubriacone e ha perso tutto il suo

denaro, e lascia Peer e sua madre Åse a vivere in povertà.

Peer vuole recuperare il suo onore e le ricchezze che il padre ha perso, ma si perde spesso in sogni ad occhi aperti,

e si trascina senza far nulla per la maggior parte del tempo.

Viene coinvolto in una rissa e diventa un fuorilegge. Quindi

fugge dal suo paese e durante la sua fuga incontra tre

fanciulle amorose: una donna vestita di verde; la figlia del re

dei nani, che lo vuole sposare; e Bøygen.Solveig, che Peer

aveva incontrato ad un matrimonio e di cui si era

innamorato, lo raggiunge alla sua capanna nella foresta per

vivere con lui, ma lui la lascia e parte per i suoi viaggi. Rimane lontano per diversi anni, calandosi in diversi ruoli e

occupazioni incluso quello di uomo d'affari impegnato in una

spedizione sulle coste del Marocco .Vaga attraverso il

deserto, passa il Memnone e la Sfinge. Diventa anche un capo Beduino e un profeta. Prova a sedurre Anitra,

figlia di un Beduino, e finisce segregato in un manicomio al Cairo. Qui viene salutato come imperatore. Infine,

ormai vecchio sulla strada di ritorno a casa, fa naufragio. Tra i passeggeri ha incontrato il Passeggero

Sconosciuto, considerato da alcuni studiosi il fantasma di Lord Byron. Il Passeggero Sconosciuto vuole usare

il cadavere di Peer per scoprire dove si trovano i sogni.

Tornato a casa in Norvegia, Peer Gynt assiste al funerale di un paesano, ed a un'asta, dove lui vende tutto ciò che aveva dalla sua vita precedente. Peer incontra il fonditore di Bottoni, il quale sostiene che l’anima di Peer

deve andare nel crogiolo di un fonditore insieme ad altri oggetti fusi mal riusciti se lui non è in grado di dire

quando nella sua vita è stato “sé stesso”, e un personaggio chiamato l'Uomo Magro (che probabilmente è il

Diavolo), il quale crede che Peer non sia un vero peccatore da mandare all'Inferno.

Peer, molto confuso, finalmente raggiunge Solveig. Lei lo ha aspettato nella capanna da quando lui se ne è

andato. Solveig gli dice che lui è sempre stato sé stesso nella fede, speranza ed amore che lei prova da

sempre per lui. Con il suo amore Peer viene finalmente redento.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Dopo aver ascoltato la lettura dell'insegnante, disegna in sequenze e per ognuna di esse scrivi delle brevi

didascalie.

Situazione iniziale

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Svolgimento ___________________________________________

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Svolgimento ___________________________________________

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Conclusione ___________________________________________ ___________________________________________

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 6

Presentazione iconica dell’ ottavino

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 7

Dopo aver ascoltato il brano musicale : “scena iniziale e danza dei cigni”, dal secondo atto del

balletto “Il lago dei cigni”, di Tchajkoskij interpreta con il movimento cercando di esprimere le

emozioni che hai provato.

Adesso prova a rappresentarli

Tra questi aggettivi scegli quelli che, secondo te, qualificano il brano. Colora gli aggettivi scelti

utilizzando colori appropriati

chiassoso gaio delicato allegro

triste tranquillo lento veloce

solo calmo nervoso malinconico

sereno pauroso vivace morbido

aggressivo grintoso agitato cupo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 8

Presentazione iconica del clarinetto

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 9

I LEGNI

Un legno è uno strumento a fiato che ha un suono dolce. Si chiamano legni anche alcuni strumenti

di metallo. Un antico parente del moderno flauto è il flauto dolce.

FLAUTO TRAVERSO

FLAUTO DOLCE

CLARINETTO

OBOE

OTTAVINO

FAGOTTO

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

175

TERZA UNITÀ

Sola... Mente... Musica

DESTINATARI Alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

La scelta del percorso nasce dall'esigenza di strutturare un iter formativo relativo alla

conoscenza degli strumenti musicali a fiato appartenenti alla famiglia dei legni.

Si intende,inoltre utilizzare la musica come strumento multidimensionale e sfruttarne tutte le

potenzialità a livello creativo, sensoriale, espressione verbale e non. Consapevoli del fatto che

ogni bambino ha bisogno di muoversi , di conoscere il proprio corpo e quello degli altri bambini .Ha bisogno di sperimentare i limiti e gli eccessi , per creare delle regole proprie e sapere stare

in gruppo. Ha bisogno di giocare , ha bisogno di sognare ad occhi aperti , nel momento in cui entra

in un luogo utilizzando tutti i sensi a disposizione , i sentimenti e le emozioni .Ha bisogno di un

percorso di formazione , dove in maniera sinergica entrano più linguaggi espressivi .

Il centro del percorso è il bambino con le sue esigenze , le sue capacità , la sua storia , i suoi limiti

.

NUCLEO TEMATICO : SOLO /TUTTI

DISCIPLINE COINVOLTE Musica,corpo movimento sport, arte –immagine, lingua italiana, informatica , lingua straniera,

geografia, storia, scienze, educazione all'affettività, convivenza civile.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

176

OBIETTIVI TRASVERSALI

♪ Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non e nelle relazioni

♪ Comprendere i contenuti riferendosi ai corrispondenti apprendimenti degli ambiti

disciplinari

♪ Interpretare fatti e aspetti della realtà

♪ Correlare informazioni e conoscenze individuando e confrontando i dati emersi

OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI

♪ Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica,

decodifica, potenziare la capacità di generare idee (creatività)

♪ Elaborare in modo coerente,utile e personale gli apprendimenti

♪ Estendere, consolidare, recuperare le conoscenze spazio-temporali

♪ Estendere , consolidare la capacità di ascolto e comprensione.

OBIETTIVI EDUCATIVO -FORMATIVI

♪ Prendere consapevolezza del sé e degli altri

♪ Rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto

♪ Gestire le emozioni: pensieri, reazione emotiva e comportamentale

♪ Superare le problematiche comunicative

♪ Saper cooperare per la realizzazione di un progetto comune

OBIETTIVI DISCIPLINARI

♪ Riconoscere gli strumenti a fiato appartenenti alla famiglia dei “ LEGNI”

♪ Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti

utilizzati nelle attività e nelle musiche ascoltate

♪ Riconoscere, distinguere ed estrapolare i concetti SOLO /TUTTI

♪ Saper utilizzare il linguaggio motorio per esprimere i concetti relativi al NUCLEO TEMATICO

♪ Rappresentare graficamente una storia ascoltata

♪ Leggere le immagini a livello denotativo e connotativo

♪ Riconoscere gli strumenti a fiato della famiglia dei legni in diversi contesti storici e stilistici ♪ Conoscere la modalità di produzione del suono negli strumenti a fiato

♪ Scoperta delle caratteristiche del suono nel contesto melodico e polifonico

♪ Progettare e realizzare semplici strumenti musicali utilizzando materiali di recupero

♪ Acquisire la conoscenza e la concreta sperimentazione delle possibilità offerte dall'uso degli

strumenti informatici e della multimedialità nel campo della didattica musicale

CONTENUTI DISCIPLINARI

♪ Gli strumenti musicali a fiato della famiglia dei legni ♪ I parametri del suono : ritmo, intensità, timbro

♪ I generi musicali

♪ Il linguaggio iconico

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

177

♪ Il linguaggio sonoro

♪ Il testo narrativo: il mito

♪ Coordinazione dinamica generale

♪ Le caratteristiche del suono nel contesto melodico e polifonico

♪ La produzione del suono negli strumenti a fiato

♪ Gli strumenti informatici e internet

METODOLOGIA

Nei primi anni della scuola di base le attività musicali devono essere praticate in stretta simbiosi

con le attività linguistiche, corporee ed espressive e la specificità disciplinare deve emergere

gradualmente. L’esperienza musicale va intesa come attività che coinvolge l’essere umano nella

sua interezza (mente, corporeità, affettività). Va ricordato che in musica la concettualizzazione

segue la concreta esperienza, ciò vuol dire che l’insegnante, usando il metodo induttivo che parte dal concreto, terrà conto delle esperienze personali dei bambini, e delle loro esigenze e interessi

anche nella scelta dei contenuti materiali e repertori. Vanno perciò privilegiati gli apprendimenti

di tipo euristico (dialogo, discussione), la ricerca, la sperimentazione espressiva,il lavoro

cooperativo, la progettazione delle proprie attività musicali. Si incoraggerà,

inoltre,l’autovalutazione.

La metodologia sopracitata si attuerà attraverso l'utilizzo di alcune tecniche: brain storming,

circle time, lezione frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca, gioco simbolico, gioco

manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Sarà ,inoltre, utilizzata la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che amplierà ulteriormente la gamma di opportunità didattiche rendendo possibile un interazione diretta con gli alunni durante

tutte le fasi della lezione.

Il percorso formativo si articolerà in diverse attività . Ogni attività sarà sviluppata in modo

interdisciplinare.

TEMPI

Le attività si svolgeranno in un arco temporale di due mesi circa per un totale di ore 20 , di cui 6

svolte nelle ore di Musica e le restanti nelle ore destinate agli altri ambiti disciplinari

FASI ORGANIZZATIVE

Le attività prevedono varie fasi :organizzazione delle schede strutturate, scelta del repertorio

musicale da proporre,organizzazione degli spazi ( aula, laboratorio, aula multimediale) ,

predisposizione del materiale didattico e di facile consumo, stesura di prove di verifica.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

178

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ INTERDISCIPLINARI

I ATTIVITÀ ♪ Ascolto della lettura del mito : “Pan e Syrinx” dalle “Metamorfosi” di Ovidio

per l'estrapolazione del nucleo tematico ( SOLO /TUTTI) e per rievocare l'origine

mitologica del flauto di Pan

♪ Analisi strutturale del “mito”

♪ Ascolto del brano per flauto traverso solo :“Syrinx” di C. Debussy

♪ Costruzione del Flauto di Pan ( scheda 1)

♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del flauto traverso ( scheda 2)

♪ Lettura di un'immagine a livello denotativo e connotativo:“Pan e

Syrinx”(scheda 3)

♪ Presentazione del video “ Il volo del calabrone” di R. Korsakov per

orchestra di flauti

II ATTIVITÀ ♪ Ascolto di un brano per oboe solo “Fantasia n° 7 in RE magg di G. Ph.

Telemann

♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” dell 'oboe ( scheda 4)

♪ Ascolto del concerto n° 3 per oboe ed orchestra Hwv 287 di G. F. Handel

♪ Visione dell'Adagio del “Concerto di Aranjuez” di J. Rodrigo per la

presentazione del corno inglese

♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del corno inglese ( scheda 5)

♪ Conversazione guidata : “ Le regole per stare bene insieme”

III ATTIVITÀ ♪ Ascolto del brano “Studio n° 1 di G. Donizetti per clarinetto solo

♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del clarinetto ( scheda 6)

♪ Ascolto del brano ” Tonight” tratto da “ West side story” per quintetto di

clarinetti

♪ Storie a confronto : “Romeo e Giulietta” e “ West side story”di L. Bernstein

♪ Drammatizzazione improvvisata delle storie a confronto

IV ATTIVITÀ ♪ Ascolto dello “ Studio” per fagotto solo di C. Angeletti

♪ Elaborazione della “CARTA DI IDENTITA” del fagotto ( scheda 7)

♪ Presentazione del video “ Concerto per fagotto e orchestra K191 in Si

bemolle magg.” di W. A. Mozart

♪ Giochi di ruoli :SOLO /TUTTI- DIRETTORE /ORCHESTRA ( correlazione tra

motivazione-gesto-effetto)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

179

♪ Conoscenza e rispetto delle regole di un gioco

V ATTIVITÀ ♪ Ascolto e visione di porzioni di alcuni brani per orchestra composti in

periodi storici e aree geografiche diverse: “ Concerto Brandeburghese n° 2 “di

J.S. Bach, “ Bolero “ di M. Ravel, “Rapsodia in blue” di G. Gershwin, “ Body and

soul”di JGreen eseguito da B. Goodman

♪ Conversazione guidata per l'analisi e il riconoscimento degli strumenti a

fiato nei vari repertori

♪ Visita guidata al Conservatorio e partecipazione ad una “Lezione concerto”

MEZZI

Videoproiettore, Strumenti tecnologici (PC, LIM, … ), Internet,Strumenti musicali, sussidi didattici,

colori, materiale di facile consumo,repertorio di brani musicale ed audiovisivo

VERIFICA INTERDISCIPLINARE

Per verificare e completare le conoscenze degli alunni relativi ai concetti del Nucleo tematico si

proporrà di produrre due disegni che rappresentino i concetti: SOLO /TUTTI.

L'attività finale riguarderà: 1)la produzione scritta di un testo narrativo fantastico,dove i

personaggi sono gli strumenti musicali a fiato, della famiglia dei legni, conosciuti nelle attività

svolte, 2)il riconoscimento alla visione e all'ascolto di tutti gli strumenti dell'orchestra attraverso

la presentazione del video “ Raiders March” di J. Williams

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE

Un ottimo strumento di valutazione sarebbe quello di registrare su DVD tutte le attività svolte .

Questo servirà come valida documentazione di tutto il percorso formativo sia agli insegnanti

,i quali in qualsiasi momento potranno revisionare e se è il caso fare un feedback, che agli

alunni, i quali avranno l'opportunità di ricordare l'evento realizzato.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

180

Scheda 1

Il “Flauto di Pan” o siringa

Pan nacque dall'amore di Ermes e della ninfa Penelope per la quale il dio assunse l'aspetto di

uomo e divenne pastore presso i possedimenti di un ricco mortale dell'Arcadia. Subito dopo la sua nascita di Pan, Penelope alla vista del figlio rimase terrorizzata: il suo aspetto

era tanto brutto ed animalesco che decise di abbandonarlo al suo destino. Era infatti Pan più

simile ad un animale che ad un uomo: il corpo era coperto di ruvido pelo, la bocca era

caratterizzata da zanne ingiallite, il mento terminava con un'ispida barba, dalla fronte si

dipartivano due corna ed al posto dei piedi aveva due zoccoli caprini.

Ermes allora lo portò con se nell'Olimpo al cospetto degli altri dei, dove fu accolto con

benevolenza . Contrariamente al suo aspetto il dio Pan era gioviale e rallegrava con la sua

presenza tutti gli dei.

Crescendo divenne uno dei compagni prediletti di Dioniso e lo seguiva nelle sue scorribande attraverso le selve e le campagne.

Un giorno Pan vide la figlia della divinità fluviale Ladone, Siringa, e se ne innamorò. La fanciulla

però come lo vide, fuggì terrorizzata tanto da pregare il proprio padre di mutarle l'aspetto in

modo da non farla riconoscere da Pan.. Ladone, impietosito dalle preghiera della figlia, presso lo

specchio d'acqua dove sorgeva una grande palude, la trasformò in una canna.

Pan, invano cercò di distinguere la fanciulla fra i diversi giunchi; alla fine ne recise uno, lo tagliò in

tanti pezzi di lunghezza diversa e li legò assieme con dello spago. Fabbricò così uno strumento

musicale che prese il nome di siringa dalla sventurata fanciulla e che ai posteri sarà anche noto

come il flauto di pan.

Dopo aver effettuato una ricerca, anche attraverso internet, realizza il Flauto di Pan.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

181

Scheda 2

CARTA DI IDENTITÀ DEL FLAUTO TRAVERSO

NOME......................................................................................................................... ...........................

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SPECIE....................................................................................................................... ...........................

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FAMIGLIA..................................................................................................................... ......................

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NATO......................................................................................................................... ...........................

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NAZIONALITÀ.................................................................................................................. ...............

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MATERIALE.................................................................................................................... ....................

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IMPIEGO................................................................................................. .............................................

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SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................

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Scheda 3

OSSERVA E DESCRIVI

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

183

Scheda 4

CARTA DI IDENTITÀ DELL'OBOE

NOME......................................................................................................................... ...........................

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SPECIE....................................................................................................................... ...........................

…............................................................................................................................................. .................

FAMIGLIA......................................................................................................... ..................................

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NATO......................................................................................................................... ...........................

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NAZIONALITÀ.................................................................................................................. ...............

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MATERIALE........................................................................................ ................................................

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IMPIEGO..............................................................................................................................................

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SEGNI PARTICOLARI............................................................................................................ ..........

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 5

CARTA DI IDENTITÀ DEL CORNO INGLESE

NATO......................................................................................................................... ...........................

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NAZIONALITÀ.................................................................................................................. ...............

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MATERIALE.................................................................................................................... ....................

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IMPIEGO...................................................................................................................... ........................

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SEGNI PARTICOLARI.......................................................................................... ............................

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NOME.........................................................................................................

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SPECIE.......................................................................................................

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FAMIGLIA........................................................................................

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 6

CARTA DI IDENTITÀ DEL CLARINETTO

NOME......................................................................................................................... ...........................

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SPECIE....................................................................................................................... ...........................

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FAMIGLIA..................................................................................................................... ......................

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NATO...................................................................................... ..............................................................

…............................................................................................................................ ..................................

NAZIONALITÀ.................................................................................................................................

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MATERIALE.................................................................................................................... ....................

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IMPIEGO......................................................................................... .....................................................

…............................................................................................................................ ..................................

SEGNI PARTICOLARI......................................................................................................................

…............................................................................................................................ ..................................

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 7

CARTA DI IDENTITÀ DEL FAGOTTO

NOME......................................................................................................................... ...........................

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SPECIE.......................................................................................... ........................................................

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FAMIGLIA...........................................................................................................................................

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NATO......................................................................................................................... ...........................

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NAZIONALITÀ.................................................................................................................. ...............

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MATERIALE.................................................................................................................... ....................

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IMPIEGO.................................................................................... ..........................................................

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SEGNI PARTICOLARI.................................................................................................................. ....

…............................................................................................................................ ..................................

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda 8

I LEGNI

Scrivi il nome corrispondente in lingua inglese

CLARINETTO

.......................

FLAUTO DOLCE

.....................

FAGOTTO

......................

FLAUTO TRAVERSO

.......................

OTTAVINO

.......................

OBOE

.......................

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Scheda di verifica

I LEGNI

Un legno è uno strumento a fiato che ha un suono dolce. Si chiamano legni anche alcuni strumenti di

metallo.Un antico parente del moderno flauto è il flauto dolce.

Associa ogni strumento al suo nome

OBOE

FLAUTO TRAVERSO

CLARINETTO

FLAUTO DOLCE

FAGOTTO

OTTAVINO

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

189

GLI OTTONI

di Daniela D’alessandro, Maria Letizia De Giorgi e Lucia Di Blasi

Premessa

Le motivazioni che hanno indirizzato le candidate a scegliere il percorso didattico illustrato nelle Unità di

Apprendimento, trovano radici nella teoria sulle “Condotte Musicali” di Delalande e nella teoria del gioco di J. Piaget rivista dallo stesso Delalande.

Secondo Delalande il concetto di “Condotta” indica una serie di comportamenti messi in atto e coordinati fra

loro in funzione di una finalità, quindi un comportamento che soddisfa una certa motivazione, un certo

bisogno.

Nella progettazione delle UDA, sia a priori, che durante, si è focalizzata l’attenzione sulle finalità, sulle

funzioni che vengono assolte da ciascuna azione musicale: ascoltare, inventare o produrre semplici suoni.

Si è partiti dall’attività più vicina al bambino in età prescolare e scolare quale è il gioco visto nelle sue tre

forme: gioco senso motorio, gioco simbolico e gioco di regole e inteso come strumento facilitatore per il

raggiungimento delle tappe utili all’apprendimento. Le tre UDA pur avendo obiettivi comuni, si differenziano nelle attività proposte in base a contenuti e attività

e tenendo conto della maturazione psico-cognitiva degli alunni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

190

Gli Ottoni Animati: unità d’apprendimento per la scuola dell’infanzia e per la classe prima della

scuola primaria

Un’armonia di suoni: unità d’apprendimento per le classi seconda e terza della scuola primaria

I like the music and…: unità d’apprendimento per le classi quarta e quinta della scuola primaria

1. DATI IDENTIFICATIVI

a) Scuola ………………………………………………………

b) Classi Sezioni Scuola dell’Infanzia

Classi prime, seconde, terze, quarte e quinte della Scuola Primaria

c) Tipologia e n. Alunni

Alunni di anni del primo biennio(cinque e sei anni), del secondo biennio(sette e otto anni) e del terzo biennio

( nove e dieci anni)

d) Docenti coinvolti

Docenti degli alunni di cinque anni, della Scuola dell’Infanzia e Docenti delle classi prime, seconde, terze,

quarte e quinte della Scuola Primaria

e) Discipline coinvolte

Lingua italiana,arte e immagine,storia, inglese, corpo movimento e sport,convivenza civile.

2. RIFERIMENTI AI DOCUMENTI:

a) Ministeriali

Programmi Ministeriali

b) Di istituto Il Progetto di Istituto (POF)

c) Del consiglio di classe

Programmazione Educativa e Didattica di Intersezione e di Interclasse.

3. ARTICOLAZIONE APPRENDIMENTO UNITARIO IN OBIETTIVI FORMATIVI

a) Individuazione dei bisogni formativi (motivazioni, problematiche)

Conoscenza degli strumenti musicali.

Conoscere i principi di funzionamento degli strumenti musicali.

Imparare a classificarli

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

191

Riconoscere il loro timbro all’ascolto.

Cogliere le possibilità espressive di ciascun strumento

b) Apprendimento Unitario da promuovere: Nucleo Tematico

Suono- Silenzio

c) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Educativi:

sensoriali/emozionali/relazionali

prendere consapevolezza del sé e degli altri;

rafforzare il senso del gruppo e creare un clima d’ascolto;

Gestire le emozioni: situazione attivante, pensieri, reazione emotiva e comportamentale.

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Trasversali (Cognitivi)

Operare scelte nello spazio, nel tempo, nei linguaggi verbali e non, nelle relazioni.

Mettere in atto processi di distinzione, classificazione, organizzazione semantica, decodifica, potenziare la capacità di generare idee (creatività).

d) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Interdisciplinari (Cognitivi)

Italiano

Ascoltare e comprendere un testo narrativo.

Decodificare un testo attraverso le immagini con l’aiuto di didascalie

Produrre un miniracconto.

Memorizzazione di una breve filastrocca.

Educazione all’immagine

Codificare idee, sensazioni in forme pittoriche

Realizzazione di uno strumento musicale con materiale amorfo.

Storia:

Conoscere la storia degli strumenti musicali.

Inglese:

Riconoscere e dire i nomi degli strumenti musicali degli ottoni in inglese.

Chiedere in inglese il nome dello strumento.

Chiedere ed esprimere in inglese gusti e preferenze sugli strumenti musicali.

f) Declinazione dell’apprendimento unitario in Obiettivi Disciplinari (Cognitivi) Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle

attività e nelle musiche ascoltate.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

192

4. MEDIAZIONE DIDATTICA

a) Metodologia

Lo sviluppo delle diverse Unità di Apprendimento richiederà una certa flessibilità nei tempi e nelle modalità di

attuazione. Inizialmente si affronteranno tutte quelle attività che permetteranno agli alunni di acquisire la

conoscenza e la discriminazione del nucleo tematico proposto. Successivamente si affronteranno gli altri

argomenti programmati soffermandosi eventualmente su esperienze che risultino particolarmente motivanti e arricchenti, adeguando le varie fasi operative alle reali necessità della classe e dei singoli alunni.

In ogni caso si cercherà di proporre un percorso didattico dove il “ fare” costituisca una integrazione con “

l’ascoltare” e viceversa ,così da rendere la lezione abbastanza varia , sfruttando al meglio i tempi di

attenzione dei ragazzi e facendoli sentire partecipi del loro apprendimento. Si ricorrerà all’uso dei mezzi

audio con brani musicali registrati (CD rom) e alla visione di cartone animati e documentari di carattere

storico- musicale sugli strumenti musicali proposti. Gli argomenti di carattere teorico, dove possibile,

procederanno di pari passo con l’attività pratica in modo da tradurre ogni intervento educativo in

esperienza “ viva” e coinvolgente che possa servire come stimolo allo sviluppo di capacità e all’acquisizione di competenze. Si prediligeranno attività di gruppo per la realizzazione di cartelloni o di giochi.

b) Tecniche

Brainstorming, lezione frontale, divisione in gruppi di lavoro, attività di ascolto e ricerca,giochi simbolici,

giochi manipolativi di scoperta ed esplorazione.

c) Tempi (durata)

Quattro incontri tre di un’ora ciascuno e uno di 2 h. L’ultimo incontro di un’ora con esperti esterni (concerto studenti biennio).

d) Fasi organizzative

Durante le ore curriculari

e) Contenuti disciplinari

Procedura metodologica e descrizione delle attività (espressiva e interdisciplinare)

Prima lezione,, durata H.1

Obiettivo formativo: Presentazione del nucleo tematico SILENZIO-SUONO

Obiettivi Specifici:

stimolare i bambini all’individuazione di gesti più idonei per rappresentazione del nucleo tematico

(SILENZIO-SUONO-FINE).

Far sperimentare le diverse proposte con un’improvvisazione più idonea

Individuazione di una fonte sonora.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

193

Attività

Queste attività possono essere rivolte ai bambini del primo, del secondo e del terzo biennio.

L’insegnante proporrà in questa prima fase del lavoro, un’attività di brainstorming, scrivendo alla lavagna la

parola MUSICA. I bambini dovranno riferire tutte le sensazioni che vengono in mente pensando a questa

parola. Quest’attività si rivela particolarmente utile per individuare insieme agli alunni il nucleo tematico proposto SILENZIO-SUONO. Evidentemente per i bambini del primo biennio tutto ciò dovrà essere proposto

oralmente, per i bienni successivi si può far scrivere l’attività o realizzare un cartellone.

Successivamente i bambini dovranno individuare i gesti più idonei per presentare i diversi momenti Silenzio-

Suono-Fine poi procederanno all’esecuzione delle varie attività di seguito proposte possibilmente in palestra:

Far dirigere a un bambino, di fronte ai compagni, disposti a semicerchio, un’improvvisazione che

preveda il contrasto SUONO-SILENZIO.

Per favorire la coordinazione motoria lanciare una palla a terra facendola rimbalzare. I bambini

muoveranno le mani solo quando avviene l’impatto.

Chiedere ai bambini, disposti in cerchio di scegliere un suono creato con il loro corpo.

Successivamente a turno suonare al segnale del “direttore”,al centro del cerchio un bambino bendato dovrà

dirigersi verso la” FONTE del SUONO”

Disporre sul pavimento fogli di quotidiani e dividere la classe in due gruppi. Al via di un “direttore”un gruppo produrrà dei suoni con il proprio corpo e si interromperà al segnale di fine. Fino a che durerà il

suono, l’altro gruppo si muoverà liberamente(correndo, saltando,camminando rotolando)negli spazi liberi del

pavimento. Quando l’orchestra si interromperà e ci sarà silenzio ciascuno prenderà posto su un foglio di

giornale immobilizzandosi.

Lo stesso gioco, può essere variato disponendo una quantità di fogli inferiore di uno al numero di

partecipanti: ad ogni interruzione dell’orchestra chi non riesce ad accaparrarsi un foglio, viene squalificato.

Seconda lezione ,durata H1.

Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni

Obiettivo specifico: Riconoscere e classificare le famiglie degli strumenti musicali.

Attività:

Queste attività possono essere rivolte ai bambini del primo, del secondo e del terzo biennio.

Visione del Cartone animato “Sinphony hours”

Commenti successive suddivisioni in famiglie da realizzare con un cartellone che sarà la guida nello

studio dei vari strumenti

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

194

Terza lezione, durata H.2

Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni

Obiettivo specifico:

Conoscere le caratteristiche degli strumenti che appartengono alla famiglia degli “Ottoni”

Riproduzione del suono e imitazione attraverso suoni onomatopeici

Attività:

Quest’attività riguarda la lettura di una piccola storia che deve servire da sfondo integratore per accattivare

i bambini ad una migliore interiorizzazione dell’attività proposta. Essa può essere utilizzata per tutti i bienni

Nel primo biennio la storia va raccontata oralmente e poi si può realizzare l’isola dell’Armonia in un

cartellone. I bambini, ancora piccoli potrebbero colorarlo e attaccare come in un collage i relativi

personaggi. Nei bienni successivi la storia può essere letta e dettata e i bambini potrebbero illustrarla con

le relative didascalie. I bambini del terzo biennio potrebbero inventare una storia con i personaggi proposti. Racconto della storia :”Il paese dell’Armonia”

Nel paese dell’Armonia vivono allegramente tre tribù; la tribù ARIA, la tribù CORDA e la tribù PERCUSSIONI.

Gli abitanti di queste tribù sono molto amici e molto spesso si incontrano per stare insieme allegramente.

La tribù ARIA è divisa in due grandi famiglie: Legni e Ottoni. Gli abitanti di questa tribù sono molto simpatici

perché riescono a muoversi solo quando l’aria passa attraverso di loro e ciò li rende squillanti e divertenti.

Aria Corda Percussioni

Perché

soffiano

Perché

Si

pizzica

Perché

si

percuotono

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

195

Il capotribù della famiglia degli Ottoni si chiama TUBA (TUBA). Egli è il sapiente della tribù, la sua voce è

possente e richiama tutti all’ordine.

(Illustrazione del personaggio e del suo suono).

l sapiente della tribù è CORNO (HORN) (a cui tutti si rivolgono per la sua saggezza, pronto a dare consigli per

ogni situazione, tenera o drammatica.

(Illustrazione del personaggio e del suo suono).

Il più buffo è TROMBONE (TROMBONE). Egli infatti è capace di allungarsi , modificando così la sua voce. Per

questo motivo si diverte a intrattenere tutti. E’ simpatico e burlone.

(Illustrazione del personaggio e del suo suono).

Ma la più carina è una dolce fanciulla dalla voce chiara e squillante che si chiama TROMBA (TRUMPET). Ella

emette melodie dolci e soffuse dalle sonorità brillanti e tutti sono innamorati di lei.

(Illustrazione del personaggio e del suo suono).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Quarta lezione, durata H.1

Obiettivo formativo: Esplorare il mondo dei suoni.

Obiettivi specifici:

Riconoscere e dire i nomi degli strumenti musicali degli ottoni in inglese (per tutti i bienni).

Chiedere in inglese il nome dello strumento (secondo e terzo biennio).

Chiedere ed esprimere in inglese gusti e preferenze sugli strumenti musicali (terzo biennio).

Conoscere la storia degli strumenti musicali degli Ottoni (terzo biennio).

Riconoscere gli strumenti musicali e il loro suono (per tutti i bienni).

Attività:

Per gli alunni del primo biennio l’insegnante, in questa lezione proporrà delle flash card con l’immagine di

tutti gli strumenti musicali degli Ottoni e ripeterà il loro nome in inglese. Infine riproporrà l’ascolto dello

strumento per verificare se i bambini riconoscono il suono( associazione suono- strumento).

Infine darà loro una scheda per verificare il riconoscimento degli strumenti musicali degli Ottoni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

197

Individua e colora tra i tanti strumenti musicali , quelli relativi alla famiglia degli ottoni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

198

Nel secondo biennio l’insegnante aggiungerà anche la domanda in inglese per chiedere il nome dello

strumento: What is this? It’s a ……………

Nel terzo biennio l’insegnante aggiungerà l’obiettivo di chiedere ed sprimere in inglese gusti e preferenze

sugli strumenti musicali già studiati.

Do you like…..? Yes I do / No I don’t.

What’s your favourite musical instrument? My favourite musical instrument is……

Inoltre si potrà ultimare l’argomento proponendo brevi informazioni sulla storia degli strumenti musicali.

La Tuba

La tuba è uno strumento a fiato che fa parte della famiglia dei flicorni. Fu inventato intorno al 1830 ed è costituito da quattro pistoni e da un grosso tubo avvolto in forma ellittica. Utilizzata soprattutto in orchestra.

Utilizzata presso gli antichi greci e romani, come strumento da battaglia, aveva la forma di una lunga canna

diritta di bronzo. Usata anche nelle cerimonie religiose e negli spettacoli.

Nel primi anni del jazz la tuba venne utilizzata spesso come supporto ritmico delle orchestrine.

La tromba

La tromba è uno strumento musicale tra i più antichi del mondo. I nostri progenitori scoprirono il modo di

emettere suoni soffiando a labbra strette in una apertura praticata sulla punta di un corno d'animale, di una

conchiglia o di una canna. Crearono così uno strumento musicale che li accompagnò nel corso della loro

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

199

storia...fino ai nostri giorni.

La storia della tromba risale già alla civiltà egiziana, a quella ebraica e poi in quella greca e romana . Per

secoli il suo utilizzo fu legato alla guerra, alle cerimonie religiose o civile e fu soltanto nel periodo barocco

che divenne un vero e proprio strumento solista da concerto. Oggi ha un vastissimo impiego: orchestre

sinfoniche, jazz, bande, gruppi di ottoni, ecc. Lo strumento moderno è costituito da 3 pistoni (introdotti nel

1830 in Francia) che permettono allo strumento di eseguire l'intera scala cromatica. Composta da un tubo

cilindrico di ottone terminante in un padiglione svasato ha l'imboccatura a bocchino. Il timbro è chiaro, squillante.

Il Corno

Il corno è costituito da un tubo di ottone molto lungo (quasi 4 metri) ripiegato diverse volte su stesso e terminante con un ampio padiglione svasato. L'imboccatura è a bocchino (come in tutti gli strumenti ad

ottone) ed è corredato da 3 cilindri sin dal 1800. Strumento antichissimo risalente alla preistoria, quando si

utilizzavano corni o zanne di animali. Attualmente è uno strumento fondamentale per le orchestre sinfoniche

ma anche in quelle da camera, in formazioni ridotte come il quintetto di fiati. Il timbro è cupo, grave e

maestoso. Per questo motivo è uno strumento utilizzato spesso per rievocare scene paesaggistiche naturali

o scene eroiche.

Il Trombone

Il trombone è costituito da un tubo cilindrico di ottone (lega metallica di colore giallo costituita da rame e

zinco) curvo terminante con un padiglione.

Il trombone si diffuse sin dal 1500 ma era già noto nel Medioevo sotto varie forme ed estensioni. Il trombone

moderno può essere di due tipi: a pistoni (che viene usato come la tromba) o a coulisse un allungamento

mobile del tubo). Ha un timbro maestoso che va dal pianissimo al fortissimo ed è utilizzato nelle orchestre

sinfoniche, nelle orchestre jazz e nelle bande.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

200

E ora con un po’di fantasia e di fisica… costruiamo la tromba! Seguite le istruzioni e...buon divertimento!

L'ideazione di tale strumento è da attribuire al grande maestro David Short (prima tromba della Rai di Roma

e dell'Orchestra di musica leggera della Rai) che lo ha chiamato "Giardinofono".

MATERIALE OCCORRENTE: 1) tubo di gomma lungo 120 cm; 2) imbuto in plastica o in rame; 3) innesto rapido maschio da ½ pollice per rubinetto in plastica.

PROCEDURA - FASE 1:

Infilate l'innesto rapido maschio da 1/2 pollice in una estremità del tubo di plastica della lunghezza di 120

centimetri. Se l'operazione crea qualche problema riscaldate con una debole fiamma l'estremità del tubo.

- FASE 2:

Infilate nell'altra estremità del tubo l'imbuto di plastica o meglio ancora di rame che fungerà da campana.

- FASE 3:

Portate l'innesto, che avrà la funzione di imboccatura, alle labbra e provate ad emettere al suo interno una

debole vibrazione con le labbra.

Quinta lezione, durata 1h

Obiettivo formativo: Riconoscere il mondo dei suoni

Obiettivo specifico:

assistere ad una concertazione dal vivo

memorizzazione di una breve filastrocca

visione del cortometraggio” Music Land”

Attività: La nostra Uda potrebbe ultimarsi con un’attività particolarmente significativa per i bambini. Essi

potrebbero assistere ad una concertazione dal vivo degli strumenti proposti per sperimentare

personalmente le diverse tonalità. Inoltre, i bambini, nel secondo e terzo biennio potrebbero studiare la seguente filastrocca per consolidare

la conoscenza degli strumenti studiati.

FILASTROCCA DEGLI OTTONI

Con gli ottoni, mamma mia

Oh che luce, che magia!

Essi son strumenti a fiato danno un suono assai vibrato.

Con la Tuba grosso e panciuto

Il suono grave e solenne è divenuto

E la Tromba poverina,

fa l’alzabandiera alla mattina.

Cosa dire poi del Trombone

Che nel jazz fa il padrone.

E il Corno ha la canna forse lunga più di una spanna.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

201

5. CONTROLLO DEGLI APPRENDIMENTI

a) Verifica (attività espressiva conclusiva o attività interdisciplinari

Allo scopo di constatare il grado di preparazione raggiunto da ogni singolo alunno verranno effettuate

periodiche verifiche consistenti in prove di tipo percettivo, prove scritte e prove pratiche. Si ricorrerà in

particolare a: test di ascolto esercizi vero-falso; domande a risposta multipla; domande aperte sui

principali argomenti trattati. Costante attività di controllo verrà svolta mediante prove pratiche inerenti la produzione vocale/ ritmica/ strumentale per valutare le conoscenze e le abilità tecnico-esecutive raggiunte.

Per la misurazione dei livelli di competenza raggiunti si terrà conto: della situazione di partenza, delle

difficoltà incontrate, dell’impegno dimostrato, della capacità di elaborazione personale, dell’organizzazione

del materiale didattico, della partecipazione al lavoro di classe, personale e di gruppo, dell’acquisizione delle

conoscenze e delle abilità e se le stesse si siano trasformate in competenze. Percorso graduale verso la

conquista del gusto estetico-musicale.

b) Valutazione delle competenze sensoriali/emozionali/relazionali

Essere corretto e disponibile nel rapporto con gli altri

assumere un atteggiamento responsabile nelle circostanze quotidiane e saper modulare la propria libertà in relazione alla vita di una comunità (familiare, scolastica, di coetanei…)

conoscere e rispettare le regole della vita comune

comprendere i cambiamenti delle suddette regole attraverso i secoli

accettare e rispettare le opinioni altrui

saper operare insieme agli altri

sviluppo di un atteggiamento basato sul rispetto e sulla collaborazione attraverso il lavoro musicale di gruppo.

Compilazione di schede relative all'ascolto.

c) Valutazione delle competenze trasversali/interdisciplinari

Sviluppo dell'orecchio musicale.

Acquisizione degli elementi di base necessari per comprendere la struttura degli strumenti musicali

proposti e servirsi di essi per scopi comunicativo-espressivi.

Comprensione dello stretto rapporto esistente tra musica e parole.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

202

L’ORGANO A CANNE

di Tony Caronna e Enza Maria D’angelo

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

203

PRIMA UNITA'

I SUONI DELLA NATURA TRA CIELO E TERRA

DESTINATARI Alunni delle sezioni della scuola dell’infanzia e delle prime classi della scuola primaria.

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

Nel bambino c’è un’innata capacità di comunicare per mezzo del suono che a poco a poco egli perde,

perché scarsamente valorizzata e potenziata. La scuola dell’infanzia deve saper fornire al bambino un primo

importante livello di percezione attenta, sviluppando in lui, attraverso il gioco ed il “fantastico”,

quell’indispensabile curiosità verso i suoni che staranno alla base di tutte le sue future esperienze di

fruizione e produzione musicale. Ogni fascia di età ha un modo diverso di accostarsi alla conoscenza.

A partire alla nascita il primo approccio è di tipo “esplorativo”. Il bambino, fin dai primi mesi, prova piacere

in esperienze legate al suono, alla ripetizione del medesimo da prolungare e mettere in sequenza (lallazione).

Verso i 4 anni, l’esperienza musicale si concretizza a livello “simbolico”. A 5/6 anni appaiono poi le prime

forme di “costruzione”. Attraverso le regole i bambini giungeranno alla capacità di collegare le idee emerse

nelle due fasi precedenti.

Nell’accostarsi alla musica il bambino ripercorrerà le tre fasi nell’ordine variando soltanto il tempo ad

esse dedicato. Nel proporre esperienze e itinerari didattici musicali, si deve tenere presente che nel bambino

tutto è uno strumento. Batte mani e piedi, scuote e percuote oggetti in una continua ricerca di suoni e di ritmi dai quale trae grande soddisfazione. Il potersi esprimere in un altro linguaggio allarga gli orizzonti della

propria creatività ed è terapeutico per la sfera emotiva.

A tal proposito, offriremo loro, la possibilità di conoscere il “re degli strumenti musicali”: l’organo a

canne.

NUCLEO TEMATICO

I SUONI DELLA NATURA TRA CIELO E TERRA

OBIETTIVI

- Sperimentare l’interpretazione di eventi sonoro- musicali attraverso l’uso del corpo e di oggetti per

arrivare ad una codificazione informale.

- Sperimentare l’uso del segno che traduce il suono.

- Saper realizzare sonorità diverse con lo stesso oggetto sonoro.

- Saper organizzare i suoni creando e/o riproducendo sequenze.

OSA DI RIFERIMENTO

- Utilizzare il corpo e la voce per imitare, sperimentare, riprodurre, inventare suoni, rumori e melodie

anche col canto da soli e in gruppo.

- Utilizzare e fabbricare strumenti musicali per produrre suoni e rumori anche in modo coordinato

con il gruppo.

- Sperimentare l’utilizzo consapevole del segno che traduce il suono.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

204

PERCORSO

Esplorazione dei materiali. I giochi per l’esplorazione sonora sono condotti con gruppi di 7-8 bambini per permettere ad ognuno di

sviluppare il proprio potenziale creativo attraverso la manipolazione e la scoperta delle possibilità sonore

del materiale.

Oggetti di metallo → molle – chiodi – viti…

Di legno → bastoncini – compensato – truciolato…

Di plastica → piatti – bicchieri – posate – bottiglie – contenitori…

Di carta → velina – crespa – ondulata – pergamena – vetrata – di giornale….

Materiali che producono suono Successivamente si chiederà ai bambini di sperimentare una serie di gesti con gli oggetti: soffiare –

picchiettare - battere – scuotere – graffiare – strappare – per ottenere sonorità diverse.

Imitazioni con la voce I bambini imitano con la voce i suoni prodotti dai vari materiali (la carta da disegno strisciando fa SSS la

carta vetrata fa CSS).

Suonare con un unico oggetto I bambini ripetono tutti i gesti sperimentati in precedenza, su carta normale. Questo tipo di materiale offre

la possibilità di ottenere svariati suoni, a seconda del gesto produce un suono diverso immediatamente

riconoscibile (il suono del graffiare è diverso da quello dello strappare o soffiare o sventolare).

Dal suono al gesto al simbolo ( partitura) Giochi con la carta e con il corpo:

1. Con piccoli gruppi (4-5 bambini) si costruirà una “partitura” ovvero un primo tentativo di

organizzare i suoni in successione temporale.

Nell’aula psicomotoria si incolleranno uno a fianco all’altro diversi fogli di carta con i simboli dei vari gesti

sperimentati

foglio rosso = strappare

foglio giallo = sventolare

foglio azzurro = stropicciare

foglio con impronta della mano = battere le mani

foglio con impronta piede = battere i piedi

foglio con bocca = fischiare. Ad un segnale dell’insegnante i bambini eseguono la prima azione-suono, ad un altro segnale la seconda e

così via.

2. I bambini si divideranno in piccoli gruppi, ad ognuno verrà assegnata un’azione-suono diversa,

dapprima “suoneranno” singolarmente poi in gruppo. In un secondo momento a più gruppi (ogni gruppo con azione-suono diversa).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

205

3. Interpretazione di un brano con movimenti organizzati. Su un cartellone si disegneranno varie parti

del corpo (mani ginocchio piede) secondo una sequenza prestabilita, i bambini leggendo la partitura

accompagneranno una filastrocca con il battito delle mani dei piedi ecc.

Per tutti i giochi proposti possibilità di ripetizioni dei gesti, salti e varie combinazioni.

Solo dopo questa arte introduttiva e di sperimentazione del suono, si procederà alla presentazione dello

strumento musicale: l’organo a canne.

ATTIVITÁ

Gioco “la scatola magica” Il bambino ha in mano una scatola di latta contenente sassolini. La deve scuotere scoprendo in quanti

modi si possono realizzare suoni diversi (agitandola più o meno forte, posizionandola obliquamente, facendola oscillare, ecc.)

Gioco “l’orchestra birichina” I bambini hanno in mano bottiglie di plastica riempite di materiali diversi: sabbia, legumi secchi, acqua, pasta.

Si dividono in quattro gruppi per realizzare l’accompagnamento sonoro di un semplice canto Fra Martino campanaro.

Primo gruppo di bambini: bottiglie con pasta esegue “Fra Martino campanaro”.

Secondo gruppo di bambini: bottiglie con sabbia esegue “Dormi tu, dormi tu”.

Terzo gruppo di bambini: bottiglie con legumi secchi esegue “Suona le campane, suona le campane”

Quarto gruppo di bambini: bottiglie con acqua esegue “Din don dan” .

Realizzazione di alcuni strumenti a percussione utilizzando materiale semplice o di recupero.

Maracas: bottiglie di plastica e legumi.

Tamburo: secchio di latta e cartoncino spesso.

Legnetti: manici di scopa tagliati, cucchiai di legno.

Sonagli: chiavi, spago grosso, ecc.

Accompagnamento ritmico da parte dei bambini di un canto scelto di comune accordo. Es. “I giorni della

settimana”.

Simbolizzazione grafica in un cartellone di una sequenza sonora che ha come protagonista il corpo. Es. “I

piedi battono e strisciano per terra”. La voce emette i suoni in relazione alle vocali.

Visione del Cartoon Spongebob e l’organo a canne con la possibilità di disegnare le canne di un organo

(SCHEDA 1).

Lettura in classe del fumetto Qui, Quo, Qua prigionieri nelle canne dell’organo e riflessione personale

dei bambini con la possibilità di esprimersi sull’eventuale conclusione della storia attraverso disegni(sezione

infanzia) o testo scritto (sezione primaria). (SCHEDA 2).

Proiezione in classe dei cartoni animati della Disney:

Haunted Mansion: Il Fantasma organista (SCHEDA 3) Il magnifico organista! (SCHEDA 4)

Il magnifico mondo di Sakura (SCHEDA 5) Sakura e la maestra (SCHEDA 6)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

206

COINVOLGIMENTO INSEGNANTI

- Questa Unità di apprendimento musicale è stata presentata all’inizio dell’anno scolastico durante il

collegio docenti e condivisa da tutte le insegnanti di sezione della scuola dell’infanzia e dalle colleghe che,

quest’anno, guideranno i bambini del monoennio iniziale. Alla docente responsabile dell’esperienza si

affiancherà una collega per favorire la realizzazione di tutte le esperienze proposte.

METODOLOGIA

Lezione frontale classica.

Lezione interattiva articolata con interventi..

Esercitazione grafica.

Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Utilizzo di audiovisivi.

Visita guidata nel per conoscere i tre organi a canne recentemente restaurati presso la chiesa

Madre, la chiesa di San Giuseppe e la chiesa del Carmine di Partinico con il coinvolgimento della componente

genitori e con la guida di esperti nel settore musicale che, a titolo gratuito, vorranno offrire le loro competenze e conoscenze ai bambini.

Simulazione. Da parte di un esperto organista, di alcune sonate per organo.

TEMPI DI SVOLGIMENTO

Per la realizzazione di tale Unità di Apprendimento si prevedono 20 ore da effettuarsi nei mesi di novembre e

dicembre.

MEZZI E STRUMENTI

Prova grafica.

Prova pratica di laboratorio.

VERIFICA E VALUTAZIONE INTERDISCIPLINARE

- Osservazione in itinere degli atteggiamenti adottati dai bambini durante le esperienze vissute.

- Osservazione dei ruoli esistenti all’interno del gruppo.

- Uso di verifiche orali sulla riproduzione di suoni, canti e brani musicali.

- Riflessione tra le docenti sulle osservazioni raccolte per valutare se gli obiettivi prefissati verranno

raggiunti.

GRADO DI PARTECIPAZIONE

Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei contenuti

essenziali.

La curiosità, il desiderio di produrre dei suoni e di realizzare uno strumento favorirà, ci auguriamo,

un’ottima partecipazione da parte di tutti i bambini, specie nella curiosità di conoscere come funziona il

grande meccanismo soggiacente la funzionalità dell’organo a canne.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

207

SCHEDA 1

SPONGEBOB E L’ORGANO A CANNE

ADESSO PROVA A DISEGNARE LE CANNE DELL’ORGANO DI SPONGEBOB!

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

208

SCHEDA 2

QUI, QUO, QUA PRIGIONIERI DELLE CANNE DELL’ORGANO

ADESSO CONTINUA TU LA STORIA: COME ANDRA’ A FINIRE? RIUSCIRANNO I NOSTRI PICCOLI AD USCIRE

DALLE CANNE DELL’ORGANO? ILLUSTRA O SCRIVI

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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SCHEDA 3

HAUNTED MANSION: IL FANTASMA ORGANISTA

QUALI SENSAZIONI SUCITA IN TE L’ASCOLTO DELLE SONATE PER ORGANO IN QUESTO CARTONE

ANIMATO? PROVA AD ESPRIMERLE CON UN DISEGNO.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

210

SCHEDA 4

IL MAGNIFICO ORGANISTA!

IMMAGINATI COME ORGANISTA ALLE PRESE CON LA TASTIERA E DISEGNATI: COME VORRESTI ESSERE?

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

211

SCHEDA 5

IL MAGNIFICO MONDO DI SAKURA

COME SAKURA IMMAGINA L’ORGANO A CANNE NEL FILMATO? COME LO IMMAGINI TU? PROVA A

DISEGNARLO

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

212

SCHEDA 6

SAKURA E LA MAESTRA!

CHE TIPO DI MUSICA STA FACENDO ASCOLTARE LA MAESTRA A SAKURA? PROVA A CANTARLA

AIUTANDOTI COL BATTITO DELLE MANI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

213

SECONDA UNITA'

IL MONDO SONORO ATTORNO A ME: L’ORGANO A CANNE

DESTINATARI Alunni delle classi seconda e terza della scuola primaria.

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

Questa unità di apprendimento è dedicata al “re degli strumenti musicali”. L’organo a canne supera

infatti tutti gli altri strumenti, almeno per quanto riguarda la complessità costruttiva e la potenza del suono.

L’organo a canne è tradizionalmente legato alla musica sacra: la sua ricchezza timbrica lo rende

infatti adatto a sottolineare i vari momenti delle celebrazioni religiose mentre il suono privo di decadimento

ben si adatta all’accompagnamento del canto corale. Nonostante sia presente in quasi tutte le chiese l’organo risulta praticamente sconosciuto alla

maggior parte delle persone, che spesso si limitano ad ammirarne l’aspetto esteriore (rimanendo peraltro

stupiti dall’eleganza e dalla ricchezza degli elementi decorativi che lo arricchiscono) senza però conoscerne

le caratteristiche costruttive e il funzionamento.

NUCLEO TEMATICO

IL MONDO SONORO ATTORNO A ME: L’ORGANO A CANNE

OSA DI RIFERIMENTO

Ascoltare, analizzare e realizzare fenomeni sonori e linguaggi musicali.

Esprimersi con il canto e con semplici strumenti.

Utilizzare la voce, il proprio corpo e oggetti vari per espressioni parlate, recitate e cantate.

CONOSCENZE

Conoscere la sonorità di ambienti e di oggetti naturali e artificiali.

Conoscere le tipologie dell’espressione vocale (parlato, cantato, recitato …)

Conoscere brani musicali di differenti repertori (musiche, canti, filastrocche musicate…).

ABILITÀ

Utilizzare la voce, il proprio corpo e oggetti vari, a partire da stimoli musicali, motori, ambientali e naturali, in giochi, situazioni.

Utilizzare la voce per interpretare storie e libere attività per espressioni parlate, recitate e cantate, anche riproducendo e improvvisando suoni e rumori del paesaggio sonoro.

Utilizzare semplici strumenti musicali per interpretare storie e riprodurre, improvvisando, suoni e

rumori del paesaggio sonoro.

Discriminare e interpretare gli eventi sonori, dal vivo o registrati.

Attribuire significati a segnali sonori e musicali, a semplici sonorità quotidiane ed eventi naturali.

Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…) Eseguire per imitazione semplici

canti e brani, individualmente e/o in gruppo.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

214

Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare e produrre suoni e rumori in funzione dei diversi

parametri.

Eseguire semplici sequenze ritmiche.

Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e con semplici strumenti musicali.

Applicare semplici criteri di trascrizione intuitiva dei suoni .

DISCIPLINE COINVOLTE

Italiano, storia, geografia, scienze, musica, scienze motorie e sportive, arte e immagine, educazione

civica, religione.

OBIETTIVI TRASVERSALI

Conoscere sistemi di notazione convenzionali e non convenzionali.

Conoscere canti e brani musicali appartenenti a repertori di vario genere e provenienza.

Conoscere gli strumenti musicali dell’orchestra e, in modo particolare, l’organo a canne

Conoscere le componenti antropologiche della musica: contesti e funzioni.

Conoscere i principi costruttivi dei brani musicali: ripetizione e variazione di una frase musicale, figura-sfondo (melodia e accompagnamento).

OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI

Italiano

Ascoltare e comprendere semplici testi narrativi e poetici.

Storia

Individuare le differenze esistenti tra l’abbigliamento del periodo barocco e quello contemporaneo: l’acconciatura di J. S. Bach.

Geografia

Conoscere la Germania dove nacque e visse J. S. Bach e la sua posizione nell’Europa Unita.

Scienze

Percepire le caratteristiche del suono: altezza, intensità e timbro.

Individuare la propagazione del suono: le vibrazioni regolari e irregolari.

Distinguere diverse fonti sonore: organo a canne e suoni della natura.

Musica

Ascoltare brani tipici del repertorio barocco per organo a canne.

Conoscere i parametri del suono: timbro, intensità, durata, altezza, ritmo.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

215

Scienze motorie e sportive

Percezione del sé corporeo.

Arte e immagine

Cartelloni descrittivi sull’organo a canne

Disegni sulle varie componenti di un organo a canne

Grafici sulla strutturazione delle canne.

Visita alla cattedrale del proprio paese. L’organo a canne.

Educazione civica

Sapere attribuire i diversi ruoli all’interno di un coro partendo dall’esperienza di J. S. Bach.

Religione

Conoscere la Germania protestante: Riforma e Controriforma.

Saper esprimere la lode attraverso il canto dei Salmi.

Usare la Sacra Scrittura nella composizione sacra: Le Passioni.

OBIETTIVI EDUCATIVO-FORMATIVI

Applicare criteri di trascrizione dei suoni

Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…)

Riconoscere il timbro degli strumenti musicali e confronto con il timbro dell’organo a canne.

Classificare gli strumenti musicale. Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo.

Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo.

Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e con semplici strumenti musicali.

Usare le risorse espressive della vocalità, nella lettura, recitazione e drammatizzazione di testi verbali.

Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale (parametri e forma), mediante

l’ascolto di brani di epoche e generi diversi.

OBIETTIVI DISCIPLINARI

Riconoscere gli strumenti appartenenti alla famiglia degli “AEROFONI”.

Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività e nelle musiche ascoltate.

Riconoscere e distinguere i segni della “DINAMICA MUSICALE”.

Conoscere le origini storiche e l’evoluzione dell’organo a canne.

Scoprire come funziona e da quali parti è costituito.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

216

METODOLOGIA

Gli alunni verranno indirizzati a saper fare un confronto tra i vari periodi storici relativi alla

costruzione di particolari organi a canne da uno studio comparato delle fonti. A tal proposito si utilizzeranno

tutte le forme metodologiche utili al fine di conseguire gli obiettivi prefissati consistenti in:

Lezione frontale classica.

Lezione interattiva articolata con interventi..

Esercitazione grafica.

Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Utilizzo di audiovisivi.

Visita guidata nel per conoscere i tre organi a canne recentemente restaurati presso la chiesa Madre, la chiesa di San Giuseppe e la chiesa del Carmine di Partinico con il coinvolgimento della

componente genitori e con la guida di esperti nel settore musicale che, a titolo gratuito,

vorranno offrire le loro competenze e conoscenze ai bambini.

Simulazione, da parte di un esperto organista, di alcune sonate per organo.

TEMPI DI SVOLGIMENTO

Per la realizzazione di tale Unità di Apprendimento si prevedono 20 ore da effettuarsi nei mesi di

novembre e dicembre.

FASI ORGANIZZATIVE

Dopo una prima fase in cui gli allievi verranno accostati all’ascolto di brani per organo e/o alla visione di

immagini legate alle attività programmate, si procederà alla discussione guidata e alla spiegazione da parte

del docente attraverso una lezione interattiva. Nell’ultima fase si stimoleranno gli allievi ad esprimere le

proprie considerazioni. Le lezioni successive alla prima verranno introdotte recuperando le conoscenze

acquisite nella lezione precedente.

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ INTERDISCIPLINARI

Proiezione in classe dei cartoni animati della Disney:

La Bella e la Bestia: un magico Natale! (SCHEDA 1 ) Il magnifico mondo di Music land (SCHEDA 2) Elaborazione della carta di identità dell’organo a canne. (Scheda 3)

Ascolto del Corale “Machet auf, ruft uns die Stimme” (BWV 645) di J. S. Bach.

Analisi strutturale del “Corale”. (Scheda 4)

Ascolto della “Toccata in Re minore (BWV 565) di J. S. Bach.

Individuazione tipologica del timbro dell’organo. (Scheda 5)

Ascolto del Corale-Preludio “Christ Lag In Todesbanden” (BWV625) di J. S. Bach

Individuazione della differenza tra corale e preludio. (Scheda 6)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

217

MEZZI E STRUMENTI

Flauti, diamoniche, tastiera, pianoforte, strumenti a percussione di uso comune, spartiti,

registratore; uso del laboratorio di Educazione Musicale. Si utilizzeranno tutti gli altri strumenti e mezzi utili

della didattica per permettere agli alunni di raggiungere i risultati prefissati negli obiettivi di riferimento:

Prova scritta.

Interrogazioni orali.

Interrogazione dialogata con la classe.

Prova grafica.

Prova pratica di laboratorio.

Drammatizzazione

Brain-storming

Test

VERIFICA INTERDISCIPLINARE Sarà effettuata una verifica in base ai seguenti parametri:

Impegno personale e nei confronti del gruppo

progressiva maturazione della personalità

acquisizione di specifiche capacità musicali: ascoltare, leggere, scrivere, esprimersi e

comunicare con mezzi vocali/strumentali ed avrà come oggetto le performances degli alunni.

Saranno, inoltre utilizzate anche le altre forme di verifica comuni quali:

- Osservazione in itinere degli atteggiamenti adottati dai bambini durante le esperienze vissute.

- Osservazione dei ruoli esistenti all’interno del gruppo.

- Uso di verifiche orali sulla riproduzione di suoni, canti e brani musicali. - Riflessione tra le docenti sulle osservazioni raccolte per valutare se gli obiettivi prefissati verranno

raggiunti.

- Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei

contenuti essenziali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

218

SCHEDA 1

LA BELLA E LA BESTIA: UN MAGICO NATALE

Condividete lo stupore della signora Bric (Angela Lansbury) che racconta un’altra “storia vecchia come il

tempo” di un Natale passato che quasi non esisteva - grazie ai piani di un ex musicista di corte, Forte (Tim

Curry), ora un cupo organo a canne, che odia il Natale e determinato a separare per sempre Bella e Bestia.

Solo un vero e proprio miracolo natalizio può ostacolare i suoi vili piani. Prova a ricordare i dialoghi del Cartoon tra l’organo, le sue canne e Bella e scrivili!

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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SCHEDA 2

MUSICLAND

DOPO AVERE VISTO IL GRANDE COLOSSAL DELLA DISNEY, PROVA AD ELENCARE LA PARTI CHE COMPONGONO

L’ORGANO A CANNE E DISEGNALE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

220

SCHEDA 3

CARTA DI IDENTITÀ DELL’ORGANO A CANNE

NOME…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

SPECIE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

FAMIGLIA……………………………………………………………………………………………………………………………………………………

ORIGINE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

NAZIONALITA’……………………………………………………………………………………………………………………………………………

MATERIALE…………………………………………………………………………………………………………………………………………………

PARTI ESSENZIALI……………………………………………………………………………………………………………………………………

IMPIEGO……………………………………………………………………………………………………………………………………………………

SEGNI PARTICOLARI…………………………………………………………………………………………………………………………………

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

221

SCHEDA 4

CORALE WACHET AUF, RUFT UND DIE STIMME (BWV 645) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

1. Nella parte iniziale l’organo esegue note:

a. Solo acute b. Solo gravi

c. Acute e gravi insieme

2. Nel brano l’organo suona:

a. Con altri strumenti

b. Da solo

3. Il brano è caratterizzato da:

a. Un’unica melodia

b. Più melodie che si alternano

4. Quanti timbri riesci a distinguere?

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5. La sonorità del brano è:

a. Uniforme

b. Varia e imprevedibile

6. Il brano è:

a. Frenetico

b. Dolce

7. Lo abbineresti ad una situazione: a. Drammatica e tesa

b. Raccolta e spirituale

8. Descrivi brevemente l’atmosfera evocata dal brano

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…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

9. Esprimi un giudizio personale sul brano

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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SCHEDA 5

TOCCATA E FUGA IN RE MINORE (BWV 565) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

1. Nella fase iniziale del brano è presente: a. La sola orchestra

b. L’organo con tutta l’orchestra

c. Il solo organo

d. L’organo accompagnato dai legni

2. Come definiresti il timbro dell’organo?

a. Tenero ed esile

b. Potente e maestoso c. Ovattato ed elegante

3. Nel corso del brano l’organo propone:

a. Una dolce melodia continua

b. Una serie di brevi frasi

c. Un’alternanza tra note gravi e acute

4. Se questo brano fosse una colonna sonora a quale tipo di film lo abbineresti? GENERE: a. avventuroso b. comico c. horror

FINALE: a. glorioso b. divertente c. tragico

5. A quale ambiente ritieni sia particolarmente adatto il pezzo?

a. Sala da ballo

b. Pub

c. Cattedrale

d. Parco

6. Quali altri strumenti suonano con l’organo?

a. Nessun altro strumento

b. Ottoni

c. Archi

d. Legni

7. Esprimi un giudizio personale sul brano ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...…

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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SCHEDA 6

CORALE-PRELUDIO CHRIST LAG IN TODESBANDEN (BWV 625) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

1. I pedali servono a produrre i suoni: a. Gravi

b. Acuti

2. È facile distinguere la melodia principale dalle altre:

a. Vero

b. Falso

3. L’atmosfera del brano è:

a. Solenne e seria

b. Leggera e scanzonata

4. Questa composizione ha solo finalità

a. Artistiche

b. Didattiche

c. Religiose d. Tutte le tre soluzioni precedenti

5. Il timbro dell’organo dipende dalla scelta dei registri:

a. Vero

b. Falso

6. L’organo può avere una sola tastiera a. Vero

b. Falso

7. La musica per organo ha conosciuto il suo massimo splendore

a. Durante il Romanticismo

b. Tra Rinascimento e Barocco

c. Nell’Ottocento

8. Esprimi un giudizio personale sul brano

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Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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TERZA UNITA'

IL MONDO SONORO TRA MANI E PIEDI

DESTINATARI

Alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria.

INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI

Questa unità di apprendimento è dedicata al “re degli strumenti musicali”. L’organo a canne supera

infatti tutti gli altri strumenti, almeno per quanto riguarda la complessità costruttiva e la potenza del suono.

L’organo a canne è tradizionalmente legato alla musica sacra: la sua ricchezza timbrica lo rende

infatti adatto a sottolineare i vari momenti delle celebrazioni religiose mentre il suono privo di decadimento ben si adatta all’accompagnamento del canto corale.

Nonostante sia presente in quasi tutte le chiese l’organo risulta praticamente sconosciuto alla

maggior parte delle persone, che spesso si limitano ad ammirarne l’aspetto esteriore (rimanendo peraltro

stupiti dall’eleganza e dalla ricchezza degli elementi decorativi che lo arricchiscono) senza però conoscerne

le caratteristiche costruttive e il funzionamento.

NUCLEO TEMATICO

IL MONDO SONORO TRA MANI E PIEDI: L’ORGANO A CANNE

DISCIPLINE COINVOLTE

Italiano, storia, geografia, scienze, musica, scienze motorie e sportive, arte e immagine, educazione

civica, religione cattolica.

OBIETTIVI TRASVERSALI

Conoscere sistemi di notazione convenzionali e non convenzionali.

Conoscere canti e brani musicali appartenenti a repertori di vario genere e provenienza.

Conoscere gli strumenti musicali dell’orchestra e, in modo particolare, l’organo a canne.

Conoscere le componenti antropologiche della musica: contesti e funzioni.

Conoscere i principi costruttivi dei brani musicali: ripetizione e variazione di una frase musicale, figura-sfondo (melodia e accompagnamento).

OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI

Italiano

Leggere brani del repertorio corale.

Storia

Conoscere il quadro storico del periodo barocco.

La Germania al tempo di J. S. Bach.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

225

Geografia

Saper individuare i luoghi dove nacque e visse J. S. Bach.

Scienze

Conoscere semplici elementi di acustica e psicoacustica.

Capire come avviene la propagazione del suono: le vibrazioni regolari e irregolari.

Musica

Individuare il ruolo della musica nei messaggi audiovisivi (musica e pubblicità).

Scienze motorie e sportive

Conoscere il sé corporeo.

Arte e immagine

Saper realizzare cartelloni descrittivi sull’organo a canne.

Saper disegnare le varie componenti di un organo a canne.

Saper costruire grafici sulla strutturazione delle canne.

Riconoscere l’organo a canne come immagine dell’Invisibile.

Individuare come e dove nasce l’organo.

Identificare la struttura e il suono dell’organo a canne durante una visita presso la cattedrale di

Monreale.

Educazione civica

Saper riconoscere il ruolo del Kantor nella direzione di un coro.

Religione cattolica

Conoscere il percorso che portò alla diffusione del protestantesimo in Germania: Riforma e

Controriforma.

Comprendere le tesi di Martin Lutero e la lode attraverso il canto dei Salmi.

Valutare l’uso della Sacra Scrittura nella composizione sacra: La Passione.

Identificare l’uso dell’organo a canne nelle liturgie protestanti.

OBIETTIVI EDUCATIVO-FORMATIVI

Applicare criteri di trascrizione dei suoni.

Tradurre brani musicali in altri codici espressivi ( linguistici, grafici…).

Riconoscere il timbro degli strumenti musicali e confronto con il timbro dell’organo a canne.

Classificare gli strumenti musicali.

Eseguire per imitazione semplici canti e brani, individualmente e/o in gruppo.

Accompagnare canti e brani con oggetti di uso comune, con i diversi suoni che il corpo può produrre e

con semplici strumenti musicali.

Usare le risorse espressive della vocalità nella lettura, recitazione e drammatizzazione di testi verbali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

226

Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale (parametri e forma), mediante

l’ascolto di brani di epoche e generi diversi.

OBIETTIVI DISCIPLINARI

Riconoscere gli strumenti appartenenti alla famiglia degli “AEROFONI”.

Riconoscere, descrivere, analizzare, classificare suoni con riferimento agli strumenti utilizzati nelle attività e nelle musiche ascoltate.

Riconoscere e distinguere i segni della “DINAMICA MUSICALE”.

Riconoscere i “SUONI ARMONICI”. (Scheda 5)

Conoscere le origini storiche e l’evoluzione dell’organo a canne.

Scoprire come funziona e da quali parti è costituito.

CONTENUTI DISCIPLINARI

Le origini storiche dell’organo a canne. (Scheda 1)

I parametri del suono: altezza, intensità e timbro.

Gli organi portativi e gli organi positivi. (Scheda 2)

Lo sviluppo e l’evoluzione dell’organo a canne. (Scheda 3)

Gli organi italiani e i principali “organari”.

Le parti essenziali dell’organo: la consolle, la pedaliera, elettroventola, mantici, someri, canne,

sistema di trasmissione. (Scheda 4)

METODOLOGIA

Gli alunni verranno indirizzati a saper fare un confronto tra i vari periodi storici relativi alla

costruzione di particolari organi a canne da uno studio comparato delle fonti.

Essi dovranno conoscere e saper individuare le zone geografiche ed i riferimenti storici connessi alla

costruzione di questo strumento musicale.

Quando sarà necessario saranno utilizzati immagini relative a studi archeologici-artistici.

Lezione frontale classica.

Lezione interattiva articolata con interventi.

Esercitazione individuale.

Lavori, esercitazioni di gruppo.

Brain storming, circle time, lezione frontale, lavoro di gruppo, attività di ricerca.

Esercitazione grafica.

Gioco simbolico, gioco manipolativo, giochi di scoperta ed esplorazione dei vari materiali.

Utilizzo di audiovisivi.

Analisi di testi, manuali e depliant.

Visite culturali in zone di particolare interesse storico artistico dove sono ubicati particolari organi a canne: (Monreale, Palermo, Partinico, Bisacquino, Isnello, Gangi)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

227

TEMPI DI SVOLGIMENTO

Le attività verranno svolte in otto incontri di due ore ciascuno, due per ogni settimana, per un totale

di sedici ore. L’arco temporale sarà il mese di novembre.

FASI ORGANIZZATIVE Dopo una prima fase in cui gli allievi verranno accostati all’ascolto di brani per organo e/o alla

visione di immagini legate alle attività programmate, si procederà alla discussione guidata e alla spiegazione

da parte del docente attraverso una lezione interattiva. Nell’ultima fase si stimoleranno gli allievi ad

esprimere le proprie considerazioni. Le lezioni successive alla prima verranno introdotte recuperando le

conoscenze acquisite nella lezione precedente.

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ INTERDISCIPLINARI

Elaborazione della carta di identità dell’organo a canne. (Scheda 6)

Ascolto del Corale “Machet auf, ruft uns die Stimme” (BWV 645) di J. S. Bach.

Analisi strutturale del “Corale”. (Scheda 7)

Ascolto della “Toccata in Re minore (BWV 565) di J. S. Bach.

Individuazione tipologica del timbro dell’organo. (Scheda 8)

Ascolto del Corale-Preludio “Christ Lag In Todesbanden” (BWV625) di J. S. Bach

Individuazione della differenza tra corale e preludio. (Scheda 9)

MEZZI E STRUMENTI

Flauti, diamoniche, tastiera, pianoforte, strumenti a percussione di uso comune, spartiti, registratore

e lettore; uso del laboratorio di Musica.

COMPETENZE ATTESE

Sviluppo di capacità di gestione dei rapporti interpersonali e di modalità comunicative

organizzate e consapevoli.

Acquisizione di atteggiamenti positivi verso l’impegno scolastico.

Affinamento delle tecniche vocali e strumentali.

Capacità di partecipare in modo coordinato e razionale ad esecuzioni collettive (ascoltare,

andare a tempo, rispettare i turni).

Sviluppo di capacità di produzione e presentazione dell’organo a canne.

VERIFICA E VALUTAZIONE

Sarà effettuata una verifica in base ai seguenti parametri:

Impegno personale e nei confronti del gruppo.

Progressiva maturazione della personalità.

Acquisizione di specifiche capacità musicali: ascoltare, leggere, scrivere, esprimersi e

comunicare con mezzi vocali/strumentali ed avrà come oggetto le performances degli alunni.

Saranno, inoltre utilizzate anche le altre forme di verifica comuni quali:

Prova scritta.

Verifiche orali.

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228

Interrogazione dialogata con la classe.

Prova grafica.

Prova pratica di laboratorio.

Drammatizzazione

Brain-storming

Test.

VERIFICA INTERDISCIPLINARE

Osservazione continua e complessiva volta a verificare, la partecipazione e l’apprendimento dei

contenuti essenziali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

229

SCHEDA 1

ORIGINI STORICHE DELL’ORGANO A CANNE · L’organo è uno strumento aerofono (funzionante per mezzo dell’aria). · Fu inventato, nel III° secolo a.C. da Ctesibio, un giovane di Alessandria d’Egitto.

· Gli diede il nome di “Hydraulos” poiché l’aria era accumulata e distribuita mediante un ingegnoso sistema

idraulico (ad acqua).

· Inizialmente adibito ad uso profano, era diffuso anche nell’antica Roma, dove veniva utilizzato per allietare

banchetti ed accompagnare danze.

· Per questo motivo trascorsero molti secoli, prima che le Autorità Ecclesiastiche decidessero di inserirlo

come strumento adatto per le Celebrazioni Liturgiche: ciò avvenne solamente verso la fine del 900 d.C.

· Le dimensioni degli organi di quell’epoca erano ridotte e disponevano di un numero di canne molto limitato.

· Erano suddivisi in due tipi:

GLI ORGANI PORTATIVI, che venivano portati “a tracolla”

GLI ORGANI POSITIVI, che venivano appoggiati su di un ripiano · Entrambi i tipi erano totalmente sprovvisti di pedaliera (quella particolare tastiera, costituita da tasti legno

molto grandi, collocata nella parte inferiore della consolle, e viene suonata con i piedi) che comparirà nel

1400 circa.

Organo idraulico di Ctesibio secondo la descrizione Erone di Alessandria

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

230

SCHEDA 2

GLI ORGANI PORTATIVI

I portativi, come dice la parola stessa, erano d’ingombro e peso molto contenuti.

· Quasi sempre disponevano di una sola fila di canne e di una tastiera con

poche note (una dozzina di tasti).

· Era possibile suonarli portandoli a tracolla (su un fianco) in modo che,

mentre la mano sinistra azionava il mantice, quella destra agiva sulla

minuscola tastiera.

· Grazie alla loro maneggevolezza, questi piccoli organi venivano

largamente utilizzati nelle processioni religiose.

GLI ORGANI POSITIVI

I positivi, invece, erano strumenti più grandi dei precedenti.

Potevano disporre infatti di più d’una fila di canne ed

avevano una tastiera con una maggiore estensione di note.

Ciò comportava peso ed ingombro maggiori.

· Per questo motivo gli spostamenti avvenivano in genere limitatamente all’interno della chiesa in cui

si trovavano, in modo da poter permettere agli organisti di

trovarsi a diretto contatto con le assemblee,

nell’accompagnamento dei canti.

· Si chiamavano “positivi” perché dovevano essere posati su di un ripiano che fosse in grado di sorreggere il

loro peso.

· Oltre a questo, sussisteva un’ulteriore differenza rispetto ai portativi: era necessaria la presenza di una

seconda persona che azionasse i mantici.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

231

SCHEDA 3

SVILUPPO ED EVOLUZIONE · Nel 1400 si iniziano a costruire organi più grandi che, a causa della loro imponente mole, non era più

possibile trasportarli da un luogo all’altro, come i portativi ed i positivi. Nasce così l’ Organo Maggiore la cui installazione diviene fissa.

· In genere veniva collocato: o in tribune sopraelevate (in presbiterio, nell’abside o sopra i l portale

d’ingresso) o più raramente sul pavimento della chiesa.

· Contemporaneamente comparivano le prime rudimentali pedaliere, quasi sempre prive di registri propri,

che svolgevano il compito di tenere premuti i tasti delle note più gravi delle tastiere.

· Verso la seconda metà del ‘500 inizia il vero sviluppo tecnico e fonico dell’organo, che si evolve in maniera

differente tra i vari Paesi.

GLI ORGANI ITALIANI · La quasi totalità degli organi costruiti in Italia fino quasi alla fine del secolo scorso, aveva una caratteristica

singolare: i registri erano ‘spezzati’. Ciò significava che ogni registro invece di agire con un singolo comando

per tutta l’estensione della tastiera, era diviso a metà: la parte grave (‘bassi’) e la parte acuta (‘soprani’ )

della tastiera, ed ognuna era comandata da una leva separata.

· Così nella stessa tastiera si potevano ottenere contemporaneamente due timbri differenti: uno per

l’accompagnamento (o per il contro-canto) l’altro per la parte solista. · La composizione fonica era costituita da serie di registri appartenenti alle famiglie: ‘Principali’ (Principale,

Ottava, Ripieno). ‘Flauti’ (Bordone, Nazardo, Ottavino). ‘Ance’ (Tromba, Clarino, Oboe, Bombarda, ecc.)

· Gli organi italiani ottocenteschi tendono spesso a imitare le bande musicali. In alcuni organi, infatti,

complicati meccanismi fanno funzionare piatti, grancassa e campanelli (chiamati proprio Banda Turca),

mentre nel pedale si può trovare un registro a battimenti che va ad imitare i tamburi.

· Dal 1600 al 1800 i costruttori d’organi (‘organari’) più famosi furono: Antegnati, Callido, Serassi, Inzoli,

Bossi.

· Nella cittadina di Centallo, poco distante da Cuneo, ha sede l’azienda “Vegezzi-Bossi”

che costruisce e restaura organi fin dall’anno 1824.

Vegezzi-Bossi

· ANTONIO BOSSI nel 1550 diede origine in Mendrisio (Canton Ticino) alla costruzione degli organi.

· GABRIELE BOSSI nel 1635 trasferì la fabbrica a Bergamo

· FELICE BOSSI nel 1850 la portò a Torino, ove in collaborazione con il figlio Giacomo, costruì i maggiori organi

della Capitale e di gran parte delle cattedrali del Piemonte.

· Nel 1824 CARLO VITTINO, organista alla Cattedrale di Cuneo, fondava a Centallo una fabbrica di organi da

chiesa.

· I tre figli di Carlo: Annetta,Vittorio e Francesco, collaborarono attivamente con il padre nell’arte organaria. · Le due fabbriche VEGEZZI BOSSI e VITTINO, operanti entrambi nella stessa regione erano destinate ad

incontrarsi.

· Fu appunto ANNETTA VITTINO che, sposando nel 1865 il già vedovo GIACOMO VEGEZZI

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

232

BOSSI, formò il grande anello di congiunzione fra le due case.

· A continuare la tradizione delle famiglie, e l’eredità di lavoro lasciategli dai suoi antenati, vi è ora ENRICO

VEGEZZI BOSSI, che in collaborazione con BARTOLOMEO BRONDINO, già collaboratore della ditta dal 1980,

opera alla gestione ed allo sviluppo tecnologico dell’azienda.

· L’azienda ha attualmente la propria sede a Centallo, presso l’originale dimora e laboratorio

degli antenati Vittino.

· Occupa al momento, oltre ai titolari, 4 dipendenti e 2 collaboratori esterni specializzati nella falegnameria e restauro parti lignee.

Centallo - La sede dall’azienda Vegezzi-Bossi

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233

SCHEDA 4

LE PARTI DELL’ORGANO · L’organo è uno strumento molto complesso, ed è formato principalmente dalle seguenti parti:

ELETTROVENTOLA

MANTICI

SOMIERI

CANNE

SISTEMA DI TRASMISSIONE

CONSOLLE

Linz (Austria): l’organo dell’Abbazia di St. Florian

Elettroventola

· E’ una grande ventola azionata da un motore elettrico. Girando vorticosamente, produce l’aria necessaria

allo strumento per suonare.

· Prima dell’avvento dell’energia elettrica, l’aria era generata da una serie di mantici di pompaggio manovrati

manualmente da persone incaricate per questo compito: i “tiramantici”. · Negli organi di grandi dimensioni, potevano esserci più tiramantici che lavoravano insieme. Nell’organo dove

suonava J. S. Bach, ce n’erano addirittura 14!

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

234

Mantici

· Sono dei grossi ‘soffietti’ che hanno il compito di immagazzinare l’aria, inviata loro dall’elettroventola, e di

stabilizzarla alla giusta pressione. · La loro forma è generalmente di due tipi:

a cuneo (con movimento con fulcro laterale)

a lanterna (a movimento verticale).

Somieri

· Sono dei grandi cassoni in legno, chiusi ermeticamente.

· Nella parte superiore vi sono dei fori dove vengono infilate le canne. I somieri hanno il compito di distribuire l’aria (inviata loro dai mantici) alle canne, nella maniera desiderata dall’organista.

· Ciò è possibile perché al loro interno ci sono dei meccanismi che permettono di far suonare solamente

quelle file di canne che l’esecutore ha programmato. Ad esempio, se in un somiere vi sono 5 file di canne (es.

Flauto, Viola, Tromba, Clarino e Oboe) si può scegliere di far suonare solo quelle Viola e Oboe, e far

rimanere mute le altre.

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235

Canne

· Sono tubi di diverse forme e materiali.

· Costituiscono il “corpo fonico”, quindi la parte più importante dello strumento. La lunghezza determina

l’altezza delle note emesse.

· Più le canne sono alte, più il suono è grave (e viceversa). Nel più grande organo esistente al mondo (quello

di Atlantic City, negli Stati Uniti) vi sono delle file di canne che raggiungono i 20 metri d’altezza, in grado di riprodurre frequenze di soli 8 Hz.

· Il diametro, la forma e il materiale determinano invece il timbro dei suoni emessi:

· Nell’organo sono presenti due tipologie di canne:

Le canne Labiali

Le canne ad Ancia

Le canne labiali · Le labiali sono le canne più comuni.

· Il loro principio di funzionamento è simile a quello del flauto dolce: L’aria che fuoriesce dal somiere si infrange contro uno spigolo (ottenuto attraverso un taglio trasversale, posto vicino alla base della canna)

producendo le vibrazioni che generano il suono

· Questo tipo di canne viene utilizzato per i registri:

Principale

Flauto

Viola

Bordone

Le canne ad ancia · Le canna ad ancia si presentano generalmente come un lungo cono rovesciato.

· Nella base della canna è inserita una làmina vibrante, in ottone: l’ancia. In questo caso, essendo la làmina a

generare il suono, la canna ha solo lo scopo di amplificarlo, come una cassa armonica.

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236

Questo tipo di canne viene utilizzato per i registri:

Tromba

Oboe

Clarino

Fagotto

Bombarda · Le canna ad ancia producono un suono molto potente, ma hanno l’inconveniente di stonarsi molto facilmente

DIAMETRO

Largo Timbro dolce

Stretto Timbro aspro

FORMA

Aperta Timbro aperto

Strozzata Timbro nasale MATERIALE

Metallo Timbro chiaro

Legno Timbro scuro

· Un organo necessita di un gran numero di canne, perché ognuna riproduce un solo e unico suono (e non un

altro). Esempio: una canna di Flauto non può emettere anche il suono di una Viola, né quello di una Tromba, né

quello di un Ottavino. · Pertanto, più sono numerose le file di canne, più lo strumento è ricco di combinazioni timbriche (registri).

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237

Qualche esempio:

ORGANO TASTIERE REGISTRI CANNE Santuario di Moretta 1 30 1200

Cattedrale di Biella 2 60 2820

Cattedrale di Losanna 5 127 6670

Duomo di Milano 5 186 15350

Auditorium di Atlantic City 7 983 33112

· Il numero di canne non è limitato a quelle che si vedono nella tribuna di facciata: addirittura talvolta le

canne di mostra sono mute! · Esse adempiono a due compiti molto importanti:

Riparare dalla polvere le canne vere, in quanto la polvere e l’umidità sono i peggiori nemici per

l’organo.

Funzione estetica, in quanto le canne vere sono disposte con un ordine tecnico, dettato da esigenze costruttive.

Sistemi di trasmissione · Fino alla seconda metà del 1800, tutti gli organi esistenti nel mondo erano tutti a trasmissione “meccanica”.

Questo significava che l’apertura delle valvole di immissione dell’aria nelle canne era azionata da fili di ferro (o listelli di legno) collegati alle tastiere ed alla pedaliera.

· Questo tipo di trasmissione, anche se perfettamente funzionante, presentava però alcuni problemi:

La durezza dei tasti, che aumentava quando venivano progressivamente inseriti i registri questo

rendeva particolarmente difficoltosa l’esecuzione dei brani tecnicamente più impegnativi.

La consolle, per logiche motivazioni tecniche, era inserita a diretto contatto del corpo fonico ciò è un considerevole vantaggio per l’uso concertistico, ma non lo è affatto per l’uso liturgico (in quanto

l’organista si trova molto distante dalle assemblee, durante le Funzioni).

· Verso la seconda metà del 1800 comparvero i primi organi con trasmissione “pneumatica”.

· Essa era costituita da tubicini, che collegavano i tasti alle valvole di immissione dell’aria nelle canne. Premendo un tasto si faceva entrare in pressione l’aria all’interno del relativo tubicino, in modo che essa

svolgeva la funzione di servocomando per l’azionamento dell’apertura della valvola a cui il tubo era collegato.

· Questo tipo di trasmissione comportava alcuni vantaggi, ma anche dei gravi ed irrisolvibili problemi, che ne

determinarono la quasi immediata decadenza.

· Il vantaggio maggiore era costituito dal fatto che non era più necessario premere con forza i tasti, in

quanto il tocco era divenuto leggerissimo; o si potevano suonare quindi organi di grandi dimensioni senza

usare la minima fatica.

· Un altro vantaggio era derivato dalla possibilità di installare la consolle relativamente lontana dalle canne,

in modo che l’organista poteva trovarsi più vicino all’assemblea. · Il problema più grave era costituito dal ritardo di attacco del suono, dovuto al tempo che l’aria impiegava

per entrare in pressione (e quindi ad azionare l’apertura delle valvole sotto le canne). Questo rendeva

decisamente problematica l’esecuzione di brani molto veloci.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

238

· Un altro serio problema era derivato dal fatto che questo tipo di organi necessitava di frequenti riparazioni.

Se si verificavano perdite d’aria, poteva infatti accadere che alcune parti dello strumento rimanessero mute

o, peggio ancora, si mettessero a suonare da sole.

· Il sistema di trasmissione pneumatica venne utilizzato per pochi decenni, anche perché, all’inizio del XX

secolo, con l’avvento dell’elettricità si pensò ad applicarla all’organo: ebbe origine così la trasmissione

“elettrica”.

· Essa è costituita da fasci di sottili fili di rame isolato, nei quali scorre una corrente a bassa tensione (da 12 a 15 Volt circa) che fa scattare i relè (‘elettromagneti’) agganciati fisicamente ai tiranti delle valvole poste

sotto le canne.

· Con quest’ultimo sistema si potevano unire i vantaggi del sistema meccanico (immediatezza d’attacco) e di

quello pneumatico (dolcezza di tocco).

· Inoltre, con l’avvento della trasmissione elettrica, si sono potuti realizzare dei congegni (di notevole aiuto

all’organista) che prima erano impensabili:

Circuiti di memorizzazione delle combinazioni di registri (che permettono di modificare con rapidità le combinazioni timbriche).

Raddoppi gravi ed acuti delle ottave (in modo che si possono ottenere effetti particolari e soprattutto un consistente aumento della potenza sonora nei forti).

La possibilità di spostare a piacimento la consolle (grazie alla flessibilità del cavo di collegamento tra

la consolle e le canne).

· L’ultima generazione di organi a trasmissione elettrica si avvale anche dell’ausilio di interfacce elettroniche MIDI, in modo che tutti i movimenti vengono controllati e gestiti da un computer (come l’organo di Notre -

Dame di Parigi).

Consolle · E’ la “centrale di controllo” dell’organo

· Nella consolle si trovano tutti i comandi su cui agisce l’organista.

· È formata dalle seguenti parti:

Tastiere

Pedaliera

Registri

Le tastiere · Le tastiere dell’organo (denominate anche manuali) hanno generalmente un’estensione di 5 ottave.

· Questa estensione corrisponde a 61 tasti, dal Do1 al Do6.

· Possono essere di numero variabile da una, a sei (come l’organo del Duomo di Monreale, che ha quasi 11.000

canne) o addirittura sette (come l’organo di Atlantic City).

· La presenza di più tastiere permette all’organista il passaggio immediato durante l’esecuzione da un timbro

strumentale all’altro. · Ad ogni tastiera corrispondono infatti una serie diversa di registri che l’organista

predispone prima di iniziare l’esecuzione del brano musicale.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

239

La pedaliera · Alla base della consolle vi si trova la pedaliera, che è una vera e propria tastiera, con tasti costituiti da

lunghe stecche di legno.

· L’estensione della pedaliera può variare, a seconda delle dimensioni dell’organo, da un’ottava (12 o 13 pedali)

ad oltre due ottave e mezzo (32 pedali). · Alla pedaliera sono collegate le canne più grosse dello strumento, quelle che producono i suoni bassi.

· La pedaliera viene suonata dall’organista, utilizzando il tacco e la punta dei piedi. “Suonare con i p iedi”

potrebbe sembrare un’affermazione umoristica e denigrante, ma se osserviamo un esecutore mentre suona,

ci rendiamo conto che la pedaliera svolge una funzione molto importante.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

240

I registri · Ai lati delle tastiere (o più raramente nel frontale, sopra di esse) si trovano i registri.

· Ognuno di essi mette in azione una fila di canne corrispondente ad un singolo timbro strumentale.

· I comandi che azionano i registri si presentano in diversi modi:

a placchetta reversibile (come gli interruttori della luce)

a linguetta,

a pomello

a manetta con incastro, ecc. · In alcuni casi i registri possono anche essere inseriti attraverso dei comandi a pedale.

· Accanto al nome del registro viene indicato un numero espresso nell’unità di misura anglosassone del

“piede”, corrispondente a 30,48 centimetri.

· Il valore di “8 piedi” indica che le note prodotte da quel registro suonano ad altezza reale. Questo valore

(243,84 cm.) rappresenta la lunghezza di una canna aperta che produce il Do1, il primo della tastiera.

· Il valore di “16 piedi” indica che il registro suonerà un’ottava sotto all’altezza reale. · I valori di “4 piedi” e “2 piedi” indicano che il registro suonerà rispettivamente una o due ottave sopra

all’altezza reale.

· Nell’organo sono anche presenti dei registri che, anziché la nota fondamentale, producono suoni armonici.

· Il numero di registri può variare in modo significativo, in base alle dimensioni e alla complessità costruttiva

dell’organo. Si va dai 3 - 4 registri di un piccolo organo, fino ai 983 dell’organo di Atlantic City.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

241

SCHEDA 5

SUONI ARMONICI

· Un suono prodotto da un corpo vibrante non è mai puro, ma è costituito da un amalgama in cui al suono fondamentale se ne aggiungono altri più acuti e meno intensi, chiamati “suoni armonici”.

· Gli armonici hanno una importanza fondamentale nella determinazione del timbro di uno strumento.

· I suoni armonici sono generati in modo naturale durante la vibrazione di un corpo sonoro. Ad esempio, se

una corda di lunghezza L emette un Do (primo armonico), la stessa corda vibra con meno intensità anche a

frequenza doppia (pari alla lunghezza L/2, secondo armonico), emettendo un Do all’ottava superiore.

· La serie prosegue con la suddivisione della corda in multipli interi (L/3 – L/4 – L/5 ecc.)

· Queste ulteriori suddivisioni generano a loro volta altri suoni, (via via più deboli) che vanno ad aggiungersi a

quello fondamentale.

· Lo stesso principio vale per le colonne d’aria che vibrano all’interno di tubi.

· Nell’organo sono presenti dei registri che, anziché produrre la nota fondamentale (cioè quella che l’organista suona sulla tastiera), eseguono uno dei suoi armonici.

· Questi registri prendono il nome dell’intervallo che separa la nota prodotta, da quella fondamentale:

Ottava (secondo armonico)

Decima seconda (terzo armonico)

Decima quinta (quarto armonico)

Decima nona (quintoarmonico)

Vigesima seconda (sesto armonico)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

242

SCHEDA 6

CARTA DI IDENTITÀ DELL’ORGANO A CANNE

NOME…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

SPECIE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

FAMIGLIA……………………………………………………………………………………………………………………………………………………

ORIGINE………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

NAZIONALITA’……………………………………………………………………………………………………………………………………………

MATERIALE…………………………………………………………………………………………………………………………………………………

PARTI ESSENZIALI……………………………………………………………………………………………………………………………………

IMPIEGO……………………………………………………………………………………………………………………………………………………

SEGNI PARTICOLARI…………………………………………………………………………………………………………………………………

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

243

SCHEDA 7

CORALE WACHET AUF, RUFT UND DIE STIMME (BWV 645) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

10. Nella parte iniziale l’organo esegue note:

d. Solo acute e. Solo gravi

f. Acute e gravi insieme

11. Nel brano l’organo suona:

c. Con altri strumenti

d. Da solo

12. Il brano è caratterizzato da:

c. Un’unica melodia

d. Più melodie che si alternano

13. Quanti timbri riesci a distinguere?

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

14. La sonorità del brano è:

c. Uniforme

d. Varia e imprevedibile

15. Il brano è:

c. Frenetico

d. Dolce

16. Lo abbineresti ad una situazione: c. Drammatica e tesa

d. Raccolta e spirituale

17. Descrivi brevemente l’atmosfera evocata dal brano

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

18. Esprimi un giudizio personale sul brano

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

244

SCHEDA 5

TOCCATA E FUGA IN RE MINORE (BWV 565) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

8. Nella fase iniziale del brano è presente: e. La sola orchestra

f. L’organo con tutta l’orchestra

g. Il solo organo

h. L’organo accompagnato dai legni

9. Come definiresti il timbro dell’organo?

d. Tenero ed esile

e. Potente e maestoso f. Ovattato ed elegante

10. Nel corso del brano l’organo propone:

d. Una dolce melodia continua

e. Una serie di brevi frasi

f. Un’alternanza tra note gravi e acute

11. Se questo brano fosse una colonna sonora a quale tipo di film lo abbineresti? GENERE: a. avventuroso b. comico c. horror

FINALE: a. glorioso b. divertente c. tragico

12. A quale ambiente ritieni sia particolarmente adatto il pezzo?

e. Sala da ballo

f. Pub

g. Cattedrale

h. Parco

13. Quali altri strumenti suonano con l’organo?

e. Nessun altro strumento

f. Ottoni

g. Archi

h. Legni

14. Esprimi un giudizio personale sul brano ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...…

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………................................................................................................

.......................…......................................................................….............................. ........................................…...................... ............

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

245

SCHEDA 6

CORALE-PRELUDIO CHRIST LAG IN TODESBANDEN (BWV 625) DI J.S.BACH: ASCOLTA E RISPONDI

9. I pedali servono a produrre i suoni: c. Gravi

d. Acuti

10. È facile distinguere la melodia principale dalle altre:

c. Vero

d. Falso

11. L’atmosfera del brano è:

c. Solenne e seria

d. Leggera e scanzonata

12. Questa composizione ha solo finalità

e. Artistiche

f. Didattiche

g. Religiose h. Tutte le tre soluzioni precedenti

13. Il timbro dell’organo dipende dalla scelta dei registri:

c. Vero

d. Falso

14. L’organo può avere una sola tastiera c. Vero

d. Falso

15. La musica per organo ha conosciuto il suo massimo splendore

d. Durante il Romanticismo

e. Tra Rinascimento e Barocco

f. Nell’Ottocento

16. Esprimi un giudizio personale sul brano

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………….....................................................................................

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

246

APPENDICE

Materiali e approfondimenti

di Dhebora Celio

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

247

TRA SUONI E RUMORI

Ti sei mai chiesto di cosa è fatta la musica?

La musica è fatta di … Suoni e rumori.

Il nostro orecchio riesce a percepire suoni e rumori.

Il suono è tutto quello che ci trasmette una sensazione.

Il suono è tutto quello che ci trasmette una sensazione piacevole.

Il rumore ci trasmette una sensazione di fastidio.

Con questo strumento musicale di solito si producono Suoni.

Con questo attrezzo da lavoro di solito si producono RUMORI.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

248

Indica con una crocetta se la cosa indicata produce

suono (S) o rumore (R)

1. Clacson S R

2. Trapano S R

3. Flauto S R

4. Uccellino S R

5. Cancello che cigola S R

6. Cantante S R

7. Tromba S R

8. Chitarra S R

9. Fischio del treno S R

10. Jet in volo S R

11. Sirena della polizia S R

12. Orchestra S R

13. Bomba S R

14. Violino S R

Naturalmente la buona musica è fatta di suoni … Se non è così puoi chiamarla cacofonia.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

249

Colora solo le “cose” che producono SUONI.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

250

Colora solo le cose che producono RUMORI.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

251

Parliamo ancora di suoni e rumori.

Rimani in silenzio per un po’ e ascolta: intorno a te potrai udire suoni e rumori prodotti

da elementi naturali o da oggetti costruiti dall’uomo, quindi artificiali.

Se riuscirai a identificare ciò che produce questi suoni e rumori potrai distinguere i

SUONI/RUMORI NATURALI e i SUONI/RUMORI ARTIFICIALI.

Osserva le immagini e segna N se è una fonte di un suono NATURALE; A se è una fonte di un

suono ARTIFICIALE.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

252

N A

N A

N A

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

253

N A

N A

Lo sai che i suoni possono essere scritti e disegnati?

meno 10-9-8-7-6-5-4-3-2-1…

Suoni e rumori possono essere “scritti” utilizzando parole-

Le ONOMATOPEE- che riproducono i suoni, come si fa nei fumetti.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

254

Collega ciascun personaggio al fumetto.

FIRULI’

FIRULA’

IIIIIIIIH

DRIIIIIIN

CRA

CRA

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

255

Prova a dare voce agli strumenti musicali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

256

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

257

MUSICA ED EMOZIONE

COSA PROVI? COME TI SENTI? CHOPIN- VALZER OP 18 (GIOIA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? MARCELLO- ADAGIO in RE MINORE (TRISTEZZA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? BACH-TOCCATE E FUGA IN RE MINORE (RABBIA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? BACH-CONCERTO BRANDEBURGHESE N 5 PRIMO

MOVIMENTO (ALLEGRIA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? BACH PARTITA N° 2 IN D MINOR, BWV 1004, I.

ALLEMANDE (NOIA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? WAGNER- CAVALCATA DELLE VALCHIRIE (PAURA)

COSA PROVI? COME TI SENTI? DEBUSSY-CHIARO DI LUNA (TRANQUILLITA')

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FONDAMENTI TEORICI PER L’ALFABETIZZAZIONE MUSICALE

La musica

Musica e’ tutto ciò che ti circonda e che giunge piacevolmente al tuo orecchio:il canto degli uccelli, la

voce della mamma, la tua canzone preferita, il suono di uno strumento. Gli elementi più importanti

della musica sono il suono e il ritmo.

L’alfabeto dei suoni:

I suoni sono rappresentati da sette note musicali: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI.

Il pentagramma

Le note musicali si rappresentano con un segno di forma ovale e vengono scritte sul “pentagramma” o

- rigo musicale - composto da cinque linee e quattro spazi.

Le note si possono scrivere sulle linee o negli spazi, che vengono contati verso l’alto.

L’ altezza dei suoni:

I suoni possono essere più alti ( acuti) o più bassi ( gravi). Ad esempio, sulla tastiera del pianoforte i

suoni diventano più acuti salendo verso destra e più gravi scendendo verso sinistra.

I tagli addizionali:

I “tagli addizionali”sono dei brevi tratti di linea che vengono aggiunti alle note che, non potendo essere

contenute nel pentagramma, vengono scritte al di sopra o al di sotto di esso.

La chiave:

La “chiave”è un segno che si pone all’inizio del pentagramma e serve di base per dare il nome alle note.

La chiave di violino:

La “ chiave di violino” o “ chiave di sol” si colloca sulla 2° linea del pentagramma per indicare che la nota

posta su quella linea si chiama SOL.

La chiave di basso:

La “ Chiave di basso” o “ chiave di fa”si colloca sulla 4°linea del pentagramma per indicare che la nota

posta su questa linea si chiama FA.

Le figure musicali e la pausa: Le note poste sul pentagramma, oltre ad indicare l’altezza dei suoni, devono indicare la durata.

I suoni possono essere infatti più o meno lunghi. Le note assumono cosi varie forme “ figure” , a seconda

della loro durata. Esse sono : semibreve 4/4, minima 2/4, semiminima 1/4, croma 1/8, semicroma

1/16, biscroma 1/32, semibiscroma 1/64.

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La “pausa” è un segno che indica il silenzio. Ad ogni figura corrisponde un segno di pausa della stessa

durata. Esse sono: Pausa di semibreve 4/4 , pausa di minima 2/4 , pausa di semiminima 1/4, pausa

croma 1/8 , pausa di semicroma 1/16 , pausa di biscroma 1/32 , pausa di semibiscroma 1/64.

L’ accento:

Come nel linguaggio parlato, anche nella musica L’accento è l’appoggio più o meno marcato della voce

o del suono sopra una determinata nota. L’ accento può essere forte o debole.

L’ Accento Ritmico è quello che caratterizza i tempi in battere e in levare delle misure: può essere

Forte o Debole .

Il ritmo: Il ritmo, come il suono, e’ un elemento fondamentale della musica ed e’ dato dalla successione ordinata

dei suoni nel tempo.

Il ritmo musicale e’ determinato dalla diversa successione degli accenti: il ritmo BINARIO se vi è

l’alternarsi di un accento forte con uno debole – come nel caso della marcia-, TERNARIO se vi è l’

alternarsi di un accento forte con due deboli- come nel caso del valzer-.

La battuta e il tempo :

Per ottenere il ritmo in musica e’ necessario “ordinare” i suoni. Ciò e’ possibile dividendo il brano

musicale in battute - o misure – attraverso delle stanghette verticali.

La battuta e’ lo spazio che passa fra due stanghette. Ogni battuta può essere divisa in due, tre, o

quattro parti uguali. Ogni parte corrisponde ad un accento e si chiama” TEMPO” o – MOVIMENTO –

per cui la battuta puo’ essere a due, a tre o a quattro tempi.

Alla fine di ogni Brano si pone una doppia stanghetta.

Come avviene per i singoli suoni, cosi ogni battuta deve avere una precisa durata , che viene stabilita da una frazione posta all’ inizio del brano musicale, subito dopo la chiave.

Il numero che sta sopra indica il numero dei tempi, il numero che sta sotto indica la durata di ogni

tempo.

. 2/4 Significa che ci sono due tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.

. 3/4 Significa che ci sono tre tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.

. 4/4 Significa che ci sono quattro tempi per battuta e che ogni tempo dura una semiminima.

E’ importante tenere presente che due o più tempi di una battuta possono essere compresi in una

sola figura.

Concetto di tempo semplice e tempo composto:

I tempi possono essere semplici o composto a secondadel tipo di suddivisione originata, la quale è

binaria per i tempi semplici, ternaria per quelli composti e infine che ciascun tempo composto sia

direttamente derivato dal semplice tramite l’aggiunta del punto al valore che rappresenta il singolo

tempo. Un metodo rapito per dedurre dal tempo semplice il relativo composto è quello di moltiplicare il

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numeratore della frazione per tre e il denominatore per due. In genere quando il numeratore della

frazione è rappresentato da un multiplo di tre, il tempo si dice composto, viceversa sarà semplice.

IL Punto:

Il “punto” è un segno che si pone a destra di una nota e serve a prolungare il suono. Esso aumenta

infatti la nota di metà della sua durata.

La legatura di valore:

La legatura di valore è una linea curva che può trovarsi sopra o sotto due o più note.

Quando la legatura unisce due note della stessa altezza, ossia due note poste nello stesso spazio o

sulla stessa linea, si chiama “ legatura di valore”. La legatura di valore unisce le due note e ne

somma la durata in un unico suono.

Tono e semitono:

Il semitono è l’intervallo più piccolo usato nel nostro sistema musicale, può essere diatonico o

cromatico. E’ Diatonico quando i due suoni che lo costituiscono si chiamano diversamente, Cromatico

quando lo stesso suono è alterato.

Intervallo: Per intervallo si intende la distanza che intercorre fra due suoni differenti. Il più piccolo intervallo è il

semitono formato dal tono. Per ben classificare un intervallo basta enumerare, contando dal grave all’

acuto, i gradi congiunti compresi fra due note. Per esempio dal Do 3° spazio al Fa 5 linea si ha: do, re

mi, fa, cioè quattro note e quindi intervallo di IV.

Alterazioni:

Ogni nota può essere alterata (innalzata o abbassata) mediante i cosidetti Accidenti che sono: Diesis,

innalza la nota di un semitono; Bemolle, Abbassa la nota di un semitono; Doppio Diesis, Innalza la nota

di un tono; Doppio Bemolle, Abbassa la nota di un tono; Bequatro, e Doppio Bequadro, Annulla

l’effetto degli altri accidenti e riporta la nota allo stato naturale.

Le alterazioni sono Permanenti se collocate dopo la chiave ed hanno effetto per l’ intera durata del

pezzo; sono Momentanee se collocate davanti alla nota ed in tal caso hanno effetto per una sola

misura. Le alterazioni poste in chiave seguono un ordine fisso immutabile in quanto servono a determinare le

diverse tonalità. I Diesis si succedono per quinte ascendenti : fa, do, sol, re, la, mi, si, I Bemolli

procedono per quinte ascendenti. Si, mi, la, re, sol, do, fa

Concetto di ottava:

L’ unione di sette note più’ il DO forma un ottava Es. DO,RE,MI,FA,SOL,LA,SI,.DO.

La scala : La scala e’ una successione di otto suoni detti “gradi” di cui l’ ultimo è la ripetizione del primo. Il primo

grado è il più importante perché da il nome alla scala.

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Le note che procedono dal grave verso l’acuto formano le scale ascendenti, quelle che procedono

dall’acuto al grave formano le scale discendenti. Le note che formano la scala vengono chiamati Gradi

Congiunti poiché si succedono passando dall’una all’altra nota immediatamente vicina, Gradi disgiunti

si chiamano invece allorché le note procedono in ordine saltuario.

Scale e tonalità: Abbiamo visto che la scala è una successione di gradi congiunti; i più importanti gradi della scala sono

denominati : tonica (I grado, perché da il nome alla tonalità); caratteristica (II grado,perché

stabilisce il nodo della scala); Dominate (III grado,perche domina la tonalità), Sensibile (VII grado,

perché tende a risolvere sulla tonica). Il secondo grado e’ detto Sopratonica, il quarto

Sottodominante, il sesto Sopradominante.

La scala è Diatonica quando procede per toni e semitoni. Essa può essere di modo Maggiore e di

modo Minore.

La Scala Maggiore si compone di 5 toni e 2 semitoni, questi ultimi si trovano fra il 3° e il

4 ° grado e fra il 7° e 8°.

La Scala Minore differisce dalla Scala maggiore principalmente nell’intervallo fra il 1° grado (tonica)

ed il 3° (caratteristica) in quanto nel Modo Maggiore è di una terza maggiore (2 toni), nel modo

minore, l’intervallo è di una terza minore (1 tono e 1 semitono).

Ogni scala rappresenta la propria TONALITA’, cioè la relazione che le note hanno fra loro, determinata

dalle alterazioni permanenti.

Ogni tonalità maggiore ha la propria somiglianza minore (o relativa minore); DO maggiore ha la

relativa minore in LA minore ecc.

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SCHEDA DELLE CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI

Cosa sono gli strumenti musicali • Gli strumenti musicali sono manufatti in grado di produrre dei suoni.

• Gli strumenti musicali possono essere:

o Ricavati da oggetti naturali

o Costruiti manualmente o Realizzati con l’impiego di moderne tecnologie

Il suono degli strumenti musicali • Il suono degli strumenti musicali è determinato:

o Dal modo in cui viene prodotta la vibrazione

o Dal mezzo utilizzato per amplificarla

o Dagli elementi che possono modificare l’onda sonora

• La vibrazione che dà origine al suono può essere prodotta in vari modi :

o Sfregando, pizzicando o percuotendo una corda

o Soffiando in un tubo

o Percuotendo una membrana o lo strumento stesso

o Mediante oscillatori elettrici

• La vibrazione che genera il suono deve essere

amplificata: o Per rendere più potente il suono

o Per migliorare il timbro dello strumento

• L’amplificazione del suono, a seconda il tipo di strumento, può avvenire attraverso:

o La cassa di risonanza

o La tavola armonica

o Il tubo

o Il contenitore

o L’utilizzo di amplificatori elettrici e casse acustiche

• Per modificare l’altezza e il timbro del suono gli strumenti musicali possono utilizzare :

o Fori, chiavi e pistoni (strumenti a fiato)

o Le dita dell’esecutore (strumenti a corda e a fiato)

o Tasti e pedali (strumenti a tastiera e a percussione)

o Tiranti e leve (strumenti a percussione)

o Effetti di riverbero, eco, distorsione (strumenti elettrici ed elettronici)

Come si classificano gli strumenti musicali • Gli strumenti musicali possono essere classificati in vari modi.

• Un modo semplice è quello di suddividerli in base al mezzo utilizzato per produrre il suono.

• Con questo tipo di classificazione gli strumenti si suddividono in:

o Strumenti a corda

o Strumenti ad aria

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o Strumenti a percussione

o Strumenti elettrici ed elettronici

Strumenti a corda • In questi strumenti il suono viene ottenuto mediante la vibrazione di una o più corde.

• Le corde possono essere fatte con vari materiali: o Metallo

o Nylon

o Budella animale (minugia)

• L’altezza del suono prodotto da una corda dipende da vari fattori:

o La lunghezza

o Lo spessore

o La tensione cui è sottoposta o Una corda lunga e spessa produce un suono grave

o Una corda corta e sottile produce un suono acuto

• A seconda del modo in cui la corda viene messa in vibrazione questi strumenti si

dividono in tre gruppi:

o Corda strofinata

o Corda pizzicata

o Corda percossa

Strumenti a corda strofinata

• Negli strumenti a corda strofinata il suono è prodotto dallo strofinamento di una corda.

• Questi strumenti sono chiamati archi.

• Il nome deriva dall’attrezzo utilizzato per strofinare le corde: l’archetto.

• L’archetto è una bacchetta di legno sulla quale sono tesi circa 150 crini di cavallo.

• La famiglia degli archi è formata da: o Violino

o Viola

o Violoncello

o Contrabbasso

• Questi strumenti hanno tutti una forma simile, ma si differenziano per le diverse dimensioni

• Sono composti da:

o Una cassa di risonanza

o Quattro corde o Il manico

• Per ottenere le varie note l’esecutore modifica la lunghezza delle corde premendole con le dita.

Strumenti a corda pizzicata • Il suono in questi strumenti è ottenuto pizzicando le corde.

• A seconda del tipo di strumento, le corde possono essere pizzicate:

o Con le dita

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o Con un plettro o Attraverso un meccanismo collegato ad un tasto

• I principali strumenti di questa famiglia sono:

o La chitarra

o Il mandolino

o Il liuto

• Esistono strumenti a corda pizzicata utilizzati nella musica popolare:

o La balalaika (Russia)

o Il sitar (India) o Il banjo (Stati Uniti)

o Il kàntele (Finlandia)

• Come negli archi, anche in questi strumenti ogni corda può produrre più note mediante la pressione

delle dita sulla corda stessa.

• L’arpa e il clavicembalo sono strumenti a corda pizzicata nei quali le corde non possono

venire accorciate dall’intervento delle dita.

• Nell’arpa le corde sono pizzicate direttamente dall’esecutore mentre nel clavicembalo sono

pizzicate da plettri collegati ad una tastiera.

Strumenti a corda percossa

• In questi strumenti il suono viene prodotto percuotendo le corde con martelletti azionati da una tastiera

• Il pianoforte è l’unico strumento a corde percosse attualmente in uso.

• Il clavicordo è considerato l’antenato del pianoforte.

• Ebbe il suo periodo di massima diffusione durante il 1500 e rimase in uso fin verso la seconda metà del XVIII sec.

• Attualmente il clavicordo non è più utilizzato.

Strumenti ad aria • Negli strumenti ad aria il suono viene prodotto dalle vibrazioni di una colonna d’aria che passa

dentro un tubo.

• Questi strumenti si dividono in due categorie:

o Gli strumenti a fiato, dove l’aria viene fornita dal fiato dello stesso esecutore.

o Gli strumenti a serbatoio d’aria, che utilizzano invece l’aria prodotta da un mantice.

Strumenti a fiato • Negli strumenti a fiato le varie note vengono ottenute modificando la lunghezza della colonna

d’aria che vibra dentro un tubo.

• Per modificare la lunghezza della colonna d’aria esistono tre sistemi:

o Utilizzare uno stantuffo detto “coulisse” che, scorrendo all’interno del tubo, modifica

lo spazio disponibile per la colonna d’aria (trombone). o Praticare dei fori nel tubo che possano essere aperti o chiusi dalle dita o attraverso delle

chiavi (famiglia dei legni).

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o Usare una o più valvole, azionate da pistoni, che indirizzino la colonna d’aria in una sezione più lunga di tubo (famiglia degli ottoni).

• Il timbro che caratterizza i vari strumenti è dato innanzitutto dal materiale con il quali sono

costruiti.

• Per questo motivo gli strumenti a fiato si dividono in due grandi famiglie:

o I legni

o Gli ottoni

• I LEGNI si differenziano fra di loro in base al diverso tipo di “imboccatura”.

o Imboccatura naturale

o Imboccatura ad ancia semplice

o Imboccatura ad ancia doppia

• Questi strumenti sono generalmente di legno ad eccezione del flauto traverso e dei sassofoni,

costruiti in metallo.

Imboccatura naturale Imboccatura ad ancia semplice

Imboccatura ad ancia doppia

• Negli strumenti ad imboccatura naturale l’aria va ad infrangersi contro uno spigolo producendo

un vortice.

• Questo vortice mette in vibrazione la colonna d’aria che genera il suono.

• I principali strumenti ad imboccatura naturale sono:

o Il flauto dolce o L’ottavino

o Il flauto traverso

• Negli strumenti ad ancia semplice il soffio d’aria fa vibrare una sottile linguetta, chiamata

ancia.

• La vibrazione dell’ancia si trasmette alla colonna d’aria, generando il suono.

• I principali strumenti ad ancia sono:

o I clarinetti o I sassofoni

Negli strumenti ad ancia doppia il soffio d’aria fa vibrare due sottili linguette (da qui il nome di ancia doppia).

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• La vibrazione delle due ance si trasmette alla colonna d’aria, generando il suono. • I principali strumenti ad ancia doppia sono:

o L’oboe

o Il corno

inglese

o Il fagotto

o Il controfagotto

Negli OTTONI il suono viene prodotto dalla vibrazione delle labbra dell’esecutore.

• Per produrre la vibrazione le labbra vengono appoggiate ad una piccola tazza conica o

cilindrica, chiamata bocchino.

• I principali ottoni sono:

o La tromba

o Il trombone o Il corno francese

o Il basso tuba

Strumenti a serbatoio d’aria • Gli strumenti a serbatoio d’aria hanno gli stessi principi di funzionamento di quelli a fiato

• L’aria però non viene generata dai polmoni dell’esecutore bensì da un mantice

• Il mantice è una specie di soffietto che aspira l’aria, la comprime e la invia allo strumento.

• I principali strumenti a serbatoio d’aria sono:

o L’organo a canne

o L’harmonium

o La fisarmonica

Strumenti a percussione • Negli strumenti a percussione il suono è prodotto mettendo in vibrazione una membrana o lo

strumento stesso.

• La vibrazione può essere provocata mediante:

o Percussione

o Scuotimento o Raschiamento

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• Gli strumenti a percussione si classificano in: o Membranofoni

o Idiofoni

• I membranofoni producono il suono attraverso la vibrazione di una membrana tesa su una cassa

di risonanza.

• Negli idiofoni il suono è prodotto facendo vibrare in vari modi il materiale stesso con cui sono

costruiti.

• Ciascuna categoria si divide poi in due gruppi:

o A suono determinato o A suono indeterminato

• Gli strumenti a suono determinato producono suoni intonati, cioè note musicali precise.

• Gli strumenti a suono indeterminato hanno invece un intonazione incerta, più simile a un rumore.

• Membranofoni a suono determinato:

• Membranofoni a suono indeterminato:

o Timpani o Tamburo

o Grancassa

o Tamburello

o Bonghi • Idiofoni a suono determinato: • Idiofoni a suono indeterminato:

o Xilofono o Piatti

o Vibrafono o Triangolo

o Celesta o Gong

o Campane tubolari o Legnetti

o Maracas

o Wood block

o Campanacci

o Cabasa o Shaker

o Nacchere

• La batteria è un insieme di strumenti a percussione usato nella musica leggera e jazz

• Generalmente viene suonata da un solo esecutore

• La batteria è composta da:

o Una grancassa (percossa per mezzo di un pedale)

o Un tamburo rullante

o Due o più tamburi “muti”

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o Un timpano o Una coppia di piatti “charleston” (azionati da un pedale)

o Alcuni piatti sospesi

Strumenti elettroacustici • Negli strumenti elettroacustici il suono viene prodotto in modo tradizionale: o Un microfono capta le vibrazioni sonore e le trasforma in impulsi elettrici

o Questi impulsi possono essere elaborati e modificati con apparecchiature che generano

effetti quali l’eco, il riverbero ecc.

o Un amplificatore potenzia il segnale elettrico e lo invia alle casse acustiche che lo

trasformano nuovamente in suono.

• Tra gli strumenti elettroacustici, i più conosciuti e utilizzati sono:

o La chitarra elettrica

o Il basso elettrico

• In questi strumenti la cassa di risonanza non ha più alcuna funzione, perché il suono viene amplificato e diffuso elettricamente.

Strumenti elettronici • Negli strumenti elettronici il suono viene invece prodotto da oscillatori elettrici.

• L’oscillatore è un generatore di suoni che può produrre tutti i suoni udibili.

• Intervenendo sulla forma dell’onda sonora e applicando particolari filtri è possibile imitare

il suono di qualsiasi strumento, o inventare suoni completamente nuovi.

• Questa tecnologia viene chiamata sintesi sonora

• Il primo sintetizzatore fu costruito nel 1964 da Robert Moog • Prima dell’avvento del sintetizzatore esistevano già degli strumenti il cui suono era generato

da apparecchiature elettromeccaniche, tra questi ricordiamo:

o L’onde Martenot (1928)

o L’organo Hammond (1932)

• Le ultime generazioni di strumenti elettronici utilizzano nuove tecnologie di sintesi sonora.

• La tecnica del campionamento permette di registrare e memorizzare in formato digitale la

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forma dell’onda generata dal suono di veri strumenti musicali. Questi “campioni” sonori vengono poi utilizzati per riprodurre in modo molto realistico tutta

la gamma di suoni di ciascuno strumento musicale.

• La sintesi sonora basata su tabelle di forme d’onda è detta wavetable.

• Gli strumenti che utilizzano questa tecnologia sono:

o Le tastiere e gli organi elettronici

o Le schede sonore dei computer

o I moduli sonori

Visioni suggerite per la conoscenza degli strumenti

Cartoni animati:

. Un mondo di suoni per bambini;

. Drumy Saxy Guity e Tasty;

. MICKEY Mouse- Symphony hour;

. La linea e gli strumenti musicali

. Disney - Pierino e il lupo di S. Prokofì’ ev

Silly Symphony - Music Land (1935)

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LE CARATTERISTICHE DEL SUONO

Il suono si distingue per 4 caratteristiche: altezza, intensità, timbro e durata.

L’altezza è la caratteristica che ci fadistinguere un suono acuto (alto) da un suono grave (basso).

Il verso dell’uccellino è più acuto di quello della mucca

L’intensità è la caratteristica che ci fa distinguere un suono forte da un suono debole (piano).

Il verso del pulcino è più debole di quello dell’elefante.

. Il timbro è la caratteristica che ci fa distinguere l’origine dei suoni.

Il suono dell’arpa è diverso da quello del pianoforte.

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La durata è la caratteristica che ci fa distinguere un suono lungo da un suono breve.

Il verso del pulcino è più breve di quello del gallo.

Per ogni coppia di animali, colora solo quello che ha il verso più ACUTO.

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Per ogni coppia di animali, colora solo quello che ha il verso più GRAVE.

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L’INTENSITÀ DEL SUONO

VERO O FALSO? Rifletti bene sulle caratteristiche del suono e rispondi con una crocetta su V se pensi che

l’affermazione sia vera o su F se pensi sia falsa.

1. Il rombo di un aereo è più forte del fruscio di una foglia.

2. Il fischio del treno è più debole del fischietto del vigile.

3. La sirena di un antifurto è più forte del cigolio di un cancello.

4. La sirena di una nave è più debole dello squillo del telefono.

5. Lo scoppio di una bomba è più debole di un colpo di pistola.

ALTEZZA

1. La voce della mamma è più acuta di quella del papà.

2. Il suono del violino è più grave di quello del contrabbasso.

3. Il soprano ha la voce più acuta del baritono.

4. La voce di un bambino è più acuta di quella del nonno.

5. Il pigolio del pulcino è più grave del muggito di una mucca.

TIMBRO

1. La mamma e il papà hanno la stessa voce.

2. Il suono della tromba è diverso da quello del violino.

3. Il flauto traverso e l’oboe hanno lo stesso suono.

4. Il suono del tamburo è diverso da quello dei sonagli.

5. Ad occhi chiusi si può riconoscere un compagno

di classe ascoltando la sua voce.

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LA DURATA DEL SUONO

1. La durata è la caratteristica che mi fa distinguere i

suoni acuti da quelli gravi.

2. Tutti i suoni hanno la stessa durata.

3. Lo squillo del telefono è più lungo del rumore di una

goccia d’acqua.

4. Il MUUUUU della mucca è più corto di un PIO di un

pulcino. 5. Con il flauto dolce si possono eseguire suoni lunghi o

suoni brevi.

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I CORDOFONI: UN APPROFONDIMENTO

L'ARPA

obiettivo formativo:

In questa unità di apprendimento ripercorreremo la storia e l'evoluzione dell'arpa, scopriremo le sue

caratteristiche costruttive e musicali, ma soprattutto ci faremo incantare dal suono di quello che è stato definito

"lo strumento degli Dei attraverso l’ ascolto dei più famosi brani vari musicali e i diversi generi dove l’arpa è

protagonista; inoltre attraverso le immagini dei cartoni animati.

. Visione del cartone animato

Fantasia - Toccata e Fuga in Re Minore;

. Tom e Jerry Direttori d’orchestra;

. Walt Disney 1932 (Silly Symphony) Flowers and trees.

Visione e Ascolto di pezzi per Arpa

Ascolto- Franz Poeniz -Todestanz der Willys

Ascolto- studio n °3 Posse

Ascolto- studio n°7 Posse

Ascolto – Hendel on Harp Ascolto- Le Jardin Mouillé - J. de la Presle

Ascolto- Improptu caprice- Pierne

Ascolto- Variations Pastorales sur un Vieux Noël -Rousseau

Ascolto- Concerto per Arpa e Orchestra- III movimento Finale- Mozart

Ascolto- Duo Arpa e Chitarra –Canone in D major Pachelbel

Ascolto- Preludio in C “dal clavicembalo ben temperato- Bach

Video- Toccata(Paradisi)

Video- Quartetto d’Archi e Arpa-Canone in D Pachelbel

Video- Duo Arpa celtica e salterio con arco-(interpreti Mario Liparini e antonella Pierucci) Video- Jazz Harpist- (Edmar Castaneda)

Video- Arpa Rock (Sergio mendez)

Video- Duo Arpa e Chitarra-Libertango Piazzolla

Video- Carolan's Dought San Marino Harp Ensemble

Video- Harp Duet - Arioso - J.S. Bach

Video- Duo Harp e Flute Duo- Somewhere Over The Rainbow

Video- Nocturne -Glinka

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L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico.

Esistono vari tipi di arpe. Per quello che riguarda la musica popolare e tradizionale, molte culture e

geografie hanno tra i propri strumenti qualche variante di arpa: si ha così l'arpa celtica, le varie arpe africane, indiane, ed altre ancora.

In ambito occidentale, il termine arpa si riferisce quasi sempre all'arpa da concerto a pedali, della quale

esistono varianti acustiche ed elettriche.

La storia

L'Arpa ha un'origine antichissima: deriva dal cosiddetto arco musicale. I primi ad avere in uso l'arpa furono gli Egiziani circa nel 3000 a.C. Le raffigurazioni sui monumenti risalenti all'Antico Regno, descrivono strumenti

di media grandezza, alti circa un metro, forniti di sei o otto corde, formati grazie ad un fusto di legno arcuato,

aventi l'estremità inferiore a forma di losanga, parzialmente concava e convessa; il suonatore appare

accosciato o inginocchiato. Nelle epoche successive, ad esempio nel Medio Regno, lo strumento assume

dimensioni più grandi ed il suonatore viene raffigurato in piedi, la cassa sonora appare più ampia ed anche il

numero di corde sale fino a venti.Se ne conserva un esemplare che è stato datato circa al 2700 a.C. ritrovato

a Ur (nell'odierno Iraq) da sir Leonard Woolley. L'arpa di cui parliamo era curvilinea e viene ancora costruita

in Africa. Presso gli Egiziani e gli Assiri venivano costruite arpe di varia foggia ed aventi un numero tra loro differente di corde (sembra che se ne avessero fino a 22).

L'uso dell'arpa era anche conosciuto dal popolo ebraico mentre fu disdegnato dai Greci e dai Romani a tutto

vantaggio della lira e della cetra. L'arpa ricomparve in Europa, durante il IV secolo, presso le popolazioni

nordiche (in particolare irlandesi ed anglosassoni) e da lì si diffuse nel resto del continente dove venne

particolarmente usata nel genere musicale del Minnesang nel XII secolo. Dal IX secolo al XIV secolo l'arpa in

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Irlanda fu usata dai cantori girovaghi. L'arpa divenne molto comune nel XIV secolo come accompagnamento per i canti o le danze. Questo strumento ha subito notevoli modifiche nell'arco dei secoli.

Michael Praetorius, nel 1619 descriveva i tre tipi di archi diffusi al suo tempo: l'arpa comune, di 24 corde

diatoniche, avente un'estensione da fa a la; l'arpa irlandese, di 43 corde, da do a mi; e l'arpa doppia,

cromatica, di cinque ottave (do – do).

A partire dall'inizio del XVII secolo fu utilizzata per la realizzazione del basso continuo, in particolare

nell'accompagnamento del canto, e fu quindi inserita immediatamente nel gruppo strumentale utilizzato nelle

prime opere; nel 1607, Monteverdi le dedicò un ruolo solistico nell'Orfeo, dove simboleggia la lira suonata da

Orfeo. Proprio in questo secolo furono effettuati vari tentativi per estendere le possibilità esecutive dell'arpa.

Dapprima fu fatto il tentativo di ridurre le arpe a due tipi di accordature; Antonio Stachio aggiunse cinque

corde per ciascuna ottava e quindi estese la gamma dell'arpa a sei ottave più due note. Patrini realizzò

un'arpa doppia, in cui una fila di corde emetteva i toni della scala diatonica, mentre l'altra i semitoni intermedi.

Solamente nel 1720, il costruttore bavarese Hochbrucker inserì i pedali, prima quattro e poi sette, azionanti

una serie di leve collegate ai piroli delle corde; alla pressione del pedale corrispondeva una maggiore tensione

della corda, equivalente al rialzo di un semitono. Con l'aggiunta di varie modifiche tecniche l'arpa conquistò

secoli e paesi. La scuola d'arpa fu particolarmente brillante nella seconda metà del XVIII secolo in Francia,

dove furono fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora conservate presso il Museo del Conservatorio di Parigi, il Museo della Scienza e della Tecnica di Monaco, il Museo dell'arpa Victor

Salvi di Piasco (CN). Furono due liutai parigini, i Cousineau, nel 1760, a perfezionare il meccanismo dei pedali,

applicando il sistema a uncinetto, che si rivelò molto più pratico dei precedenti e che si basava sull'azione del

pedale su un tirante che - tramite una serie di leve - esercitava un'azione di attrazione sugli uncinetti e grazie

a questi ultimi la corda veniva trascinata sui capotasti supplementari. Nicolas Bochsa (1789-1856) fu uno dei

più grandi arpisti del XIX secolo così come il suo allievo Elias Parish Alvars. Nel 1811 nacque a Londra l'arpa a

doppio movimento, che consentì l'esecuzione in tutte le tonalità grazie alla possibilità di innalzare la corda di

due semitoni; questa tecnologia è tutt'ora in uso a brevetto del francese Sébastien Érard, che nel 1786 aveva

già realizzato l'arpa a sistema unico. L'arpa moderna fu poi perfezionata nel corso del medesimo secolo. È proprio in Francia che si può annoverare una grande diffusione di composizioni per arpa, tra le quali

Danses sacrée et profane di Debussy, Introduction et allegro di Ravel Impromptu, Une chatelaine en sa tour di

Gabriel Fauré; il Petit livre de harpe de Madame Tardieu e il Concertino per arpa di Germaine Tailleferre.

L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico, dotato di 47 corde tese tra la cassa di risonanza e una

mensola, con un'estensione di 6 ottave e mezza e intonato in do bemolle maggiore. I suoni estranei a questa

tonalità si possono ottenere agendo su 7 pedali a doppia tacca; ogni corda è in grado di produrre tre note

diverse ed è possibile costruire una scala cromatica. Le corde gravi sono di un sottile filo d'acciaio rivestito

di seta e ricoperto di ottone, quelle medie e acute sono di minugia. Le principali parti che compongono l'arpa

sono: lo zoccolo, ove vengono fissati i sette pedali corrispondenti alle note della scala; la cassa di

risonanza; la colonna e la mensola. Si contano complessivamente 1.415 pezzi differenti necessari alla

fabbricazione dello strumento. I principali costruttori di arpe sono: Erard in Francia, Morley in Gran Bretagna, Lyon e Healy negli Stati Uniti.

L'arpa eolia era uno strumento diffuso in Germania nell'epoca romantica, le cui corde, tese su una

cassa di risonanza, venivano fatte vibrare dall'aria. Si ottiene il suono pizzicando dolcemente alcune delle 46 o 47

corde parallele fra loro, presenti sullo strumento, che vengono accorciate dalla pressione delle dita,

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

280

per cui ciascuna emette un solo suono. Con i pedali, l'intonazione del suono viene elevata di uno o due

semitoni.

Il difetto principale dell'arpa era la sua diatonicità, cioè la sua incapacità di produrre i semitoni

cromatici necessari nelle cadenze o nelle modulazioni. Le corde intonate si potevano essere rese

bemolle a seconda delle caratteristiche del brano, ma non era possibile produrre per esempio i do#

presenti in un pezzo in re, se nello stesso brano erano presenti dei do naturali. Questo difetto, che divenne rilevante con l'affermarsi della nuova estetica musicale rinascimentale, relegò l'arpa in un

ruolo minore per tutta la prima metà del XVI sec.

L'utilizzazione di uno strumento dotato di grandi capacità, avvenne nella seconda metà del XVI

sec., con l'introduzione dell'arpa doppia. Questo strumento era dotato di due ordini paralleli e distinti

di corde, suonati uno con la mano destra e l'altro con la sinistra. L'adozione di questo sistema

rendeva l'arpa completamente cromatica e quindi adatta a seguire qualsiasi tipo di musica.

L'arpa, facendosi cromatica, diventa così uno strumento di notevole tecnica e di grandi capacità

espressive, utilizzata nell'esecuzione sia di bassi continui che di brani a solo nei quali spesso le due

mani arpeggiano rapidi passaggi che si imitano e si rispondono dall'acuto al grave e viceversa.

Inoltre essa è uno degli strumenti più antichi di cui si abbia notizia: infatti

appare in molte testimonianze iconografiche attraverso i millenni e viene

citata anche nella Bibbia. Per questo motivo nella simbologia medioevale lo

strumento è associato al re Davide ed è considerato degno dei nobili e dei

principi.

In Europa il punto di partenza per la diffusione dell'arpa nel Medioevo furono l'Irlanda e l'Inghilterra, dove anticamente era chiamata "chrotta". In questi due paesi l'arpa fu considerata fin

da allora lo strumento nazionale.

Alla fine del Medioevo esistevano in Europa due modelli distinti di arpa: la gotica e l'irlandese.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

281

L' arpa gotica

L'arpa gotica è descritta da diversi trattatisti della prima metà del XVI sec.,

tra cui Virdung (1511), Agricola (1559) e Glareano (1547). La forma di questo

strumento è quella tipica a triangolo, che - con modifiche non sostanziali -

è la stessa in uso odiernamente: i tre lati del triangolo sono formati dalla

cassa armonica, a cui sono fissate le corde, che appoggia sul petto e sulla

spalla del suonatore; dalla mensola, con la tipica forma ondulata, da cui

fuoriescono i piroli mediante i quali si intonano le corde; e dalla colonna,

che può essere dritta o leggermente arcuata verso l'esterno per meglio sostenere la tensione delle corde. Queste ultime sono di budello e vengono

intonate diatonicamente: il loro numero può variare da 54 a 56, partendo

da Fa1 fino ad arrivare a La3 o Do4.

-

L' arpa irlandese

Il modello irlandese si differenziava dal gotico in

primo luogo perché montava corde di ottone o di

acciaio al posto di quelle di budello, secondariamente

per l'intonazione di queste, che poteva anche

comprendere dei semitoni cromatic. Questa particolare arpa ha un'utilizzazione prevalentemente

popolare...ed è incisa sulla moneta irlandese da 1

Euro.

Ma come funziona un'arpa?

L’arpa è uno strumento a pizzico. In base a dove viene applicata la perturbazione, ciascuna delle 47

corda può produrre tre suoni diversi.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

282

Si possono trovare corde gravi, ricoperte di ottone, medie e acute, invece ricoperte da minugia, budello o nylon. Ciò determina una vasta gamma di note, in un totale di sei ottave e mezzo.

Un' arpa classica è costituita da:

lo Zoccolo: dove sono fissati i sette pedali corrispondenti alle sette note della scala, che attraverso

un sistema di leve permettono di innalzare ogni nota di un semitono;

la Cassa di risonanza è in legno

la Colonna che ha funzione portante per lo strumento

la Mensola che è l’estremità superiore dell’arpa a cui sono fissate le corde, tese tra essa e la cassa

di risonanza.

In totale per la costruzione di un’arpa sono necessari 1.415 pezzi differenti.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Il suono si ottiene pizzicando dolcemente alcune delle 46 o 47 corde parallele fra loro, presenti sullo strumento, che vengono accorciate dalla pressione delle dita, per cui ciascuna emette un solo suono.

Con i pedali dello zoccolo, l'intonazione del suono viene elevata di uno o due semitoni.

Terza lezione:durata 2H

PIANOFORTE E CHITARRA

(allegato C)

Il pianoforte è, insieme alla chitarra, uno degli strumenti musicali più diffusi e conosciuti:il suo

inconfondibile suono e la ricchezza delle possibilità espressive e tecniche, permettono all'esecutore di

affrontare in modo completamente autonomo qualsiasi genere musicale.

Anche il pianoforte, come l'organo a canne, nasconde all'ascoltatore la sua complessità costruttiva: oltre

cinquemila pezzi solo per la parte meccanica, più di duecento corde, ottantotto tasti, vari tipi di legno e

metallo...

Con queste unità di apprendimento avremo modo di conoscere il pianoforte e la chitarra non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche e soprattutto da quello musicale, attraverso i cartoni animati e l'ascolto di

alcuni grandi artisti che hanno dedicato la loro vita a questi meravigliosi strumenti.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Visioni suggerite

.Tom e Jerry]-The Cat Concerto (1965 version)

Gli Aristogatti - Alleluja tutti jazzisti

. La linea, la musica e le parole

. Mickey Mouse Piano Solo - The Opry House (1929)

. Tom & Jerry - Johann Strauss

Visione e Ascolto di pezzi per Pianoforte: (allegato B)

Ascolto : Sogno d’ amore (Liszt)

Ascolto : Minute Valzer ( Chopin)

Ascolto : Preludio N°4 OP.28 (Chopin)

Ascolto: Studio N°3 OP. 10 (Chopin)

Ascolto : Marcia alla turca (Mozart) Ascolto: Per Elisa ( Beethoven)

Ascolto : Preludio N°15 Op.28 ( Chopin)

Ascolto : Fantasia e improvviso ( Chopin)

Ascolto: Preludio e Fuga n.2 in C Minor ( Bach)

Ascolto: Art Tatum plays Chopin (Valse in C# Minor, Op. 64, No. 2)

Ascolto: Sonata ”Patetica” 1° tempo ( Beethoven)

Ascolto: Sonata “ AL chiaro di luna” 1° tempo ( Beethoven)

Ascolto: Studio Op.10 N12 ( Chopin)

Ascolto: The Entertainer( Scott Joplin) Ascolto: Maple Leaf Rag ( Scott Joplin)

Video: Walzer For Debby ( Bill Evans)

Video: Danza ungherese N°5 per pianoforte a quattro mani ( Brahmas)

Video: Trio per Piano, violin e violoncello no 1 in Si bemolle maggiore (Schubert)

Video: piano concerto n.2, I movimento- Moderato (Rachmaninov)

Video: Nocturne Op. 9 No. 2 (Chopin)

Video: Duo- Pianoforte e Violino, Le Quattro Stagioni –Estate (Vivaldi)

Video: Art's Blues (Art Tatum) Video: Bohemian Rhapsody (Queen)

Video: Solo per te ( Negramaro )

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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IL PIANOFORTE

Il pianoforte

Il pianoforte è uno strumento musicale in grado di produrre il suono grazie a corde che vengono percosse

per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. Fa parte, quindi, dei cordofoni a corde percosse.

L'origine della parola pianoforte è riferita alla possibilità che lo strumento offre di suonare note a volumi

diversi in base al tocco, ovvero alla forza applicata dalle dita del pianista sui tasti. Questa possibilità è negata invece a strumenti precedenti quali il clavicembalo.

L'esecutore può modificare il suono dello strumento anche mediante l'intervento dei pedali.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

286

Tastiera

vengono premuti in genere con l'aiuto delle dita delle due mani per suonare determinati strumenti musicali.

La disposizione dei tasti segue le dodici note della scala cromatica

I tasti della scala naturale (diatonica di Do Maggiore) sono bianchi e più

sporgenti rispetto a quelli delle note alterate che sono di colore nero. I tasti sono ripetuti per più di un'ottava e, nelle tastiere moderne, come nel pianoforte, possono raggiungere le 7 ottave. I tasti possono essere

azionati anche dal piede (pedali dell'organo) o coi pugni (carillon) o coi gomiti (organi antichi).

Scala cromatica

Una scala cromatica è una scala musicale composta da tutti e dodici i semitoni del sistema temperato

equabile.

· Il temperamento equabile è il sistema musicale per la costruzione della scala fondato sulla suddivisione

dell'ottava in intervalli tra di loro uguali.

· Nell'uso più frequente, l'ottava è suddivisa in 12 parti (semitoni). Il semitono diventa quindi il più piccolo

intervallo possibile tra due note. A differenza delle scale diatoniche, composte da toni e semitoni, la scala cromatica è costituita

esclusivamente da semitoni cromatici. Essa è formata da 12 suoni equidistanti fra loro (all'interno di

un'ottava): è per questo perfettamente simmetrica ed ha una unica trasposizione possibile, rimane cioè

identica a sé stessa a prescindere dalla nota di partenza. Tale scala non è dunque associabile ad alcun modo

musicale o tonalità specifiche.

Caratteristiche sonore

In quanto strumento dotato di una tastiera e di corde, il pianoforte è simile al clavicordo e al clavicembalo, dai quali storicamente deriva.

I tre strumenti differiscono nel meccanismo di produzione di suono.

· A corde pizzicate, il clavicembalo.

· A corde percosse, il clavicordo e il pianoforte

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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IL CLAVICORDO

Il clavicordo è uno strumento musicale a corde dotato di tastiera, utilizzato fin dal Medioevo. E’ considerato uno dei precursori del pianoforte perché,a differenza del clavicembalo, ha la possibilità di

variare con il tocco la dinamica sonora. È stato uno dei protagonisti del panorama musicale europeo, ma con

l’avvento del pianoforte è caduto in disuso, a causa soprattutto della scarsa sonorità.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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IL CLAVICEMBALO

Il clavicembalo è uno strumento musicale a corde, dotato di tastiera. In questo strumento il suono è generato

pizzicando le corde con un plettro posizionato su un'asticella che si alza quando il tasto viene abbassato, non

percuotendole come avviene nel pianoforte o nel clavicordo.Questo sistema non permette di intervenire sulla

dinamica del suono (piano o forte) attraverso il tocco del tasto.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Storia del pianoforte

Il primo modello di pianoforte fu messo a punto a partire dal 1698 da Bartolomeo Cristofori, un artigiano

costruttore di clavicembali presso la corte fiorentina di Ferdinando II de' Medici. Per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del settecento con il nome

"fortepiano".

· La novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo.

Questo nuovo strumento permetteva agli interpreti di ottenere sonorità più o meno forti a

seconda della pressione delle dita sui tasti, a differenza del clavicembalo, le cui corde sono pizzicate, non

percosse.Il primo perfezionamento, nel 1720, fu di migliorare la velocità del sistema di ritorno dei martelletti

in modo da permettere al pianista di ribattere velocemente la stessa nota (il cosiddetto “scappamento”).

· Il fortepiano non ebbe successo in Italia, ma nel 1726 Cristoph Scroeter un costruttore di organi tedesco ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose tra

l'altro al parere di Johann Sebastian Bach, che non lo apprezzò.

· Piacque molto invece a Federico II di Prussia, che ne comprò sette, per arricchire i propri

palazzi. Negli anni successivi altri liutai contribuiscono al miglioramento tecnico del pianoforte:

· Intorno al 1738 Gottfried Silberman aggiunge un meccanismo precursore dei pedali, che se azionato

permette al martelletto di colpire solo una delle due corde preposte a vibrare per ogni nota.

· Il suo allievo Johann André Stein nella sua fabbrica di Augusta, perfeziona lo scappamento degli smorzatori e riceve la stima di Wolfang Amedeus Mozart, felice per la

varietà espressiva del nuovo strumento.

· I figli di Stein, trasferendo l’attività a Vienna, divulgano un pianoforte detto a meccanica

Viennese, contribuendo a creare la leggenda della capitale della musica del XIX secolo.

Sugli strumenti di Stein suonano Mozart e Beethoven.

· Fryderyk Chopin, invece, si affida ai migliori costruttori francesi Érard e Pleyel.

· In Inghilterra a partire dalla metà del Settecento si sviluppa una scuola opposta alla viennese, che prevede una meccanica più complessa.

· Nell’Ottocento l’aumento delle corde e della loro lunghezza mette in pensione il legno

come materiale portante, troppo tenero per sopportare la tensione.

· Per questa ragione nel 1821 Broadwood rinforza il telaio con supporti metallici, e dieci

anni dopo Thomas Allen sviluppa il telaio metallico.

· Dopo il 1850, con la maggiore diffusione del pianoforte, nascono nuove fabbriche:

o In Austria Bosendorfer.

o In Germania Bluthner, Bechstein, Ibach, Schimmel, Steinweg.

o In Inghilterra Collard, Hopkinson e Chappel o In Italia Schulze Pollmann e Fazioli.

o Nel 1855, a New York, Theodor Steinway, figlio del tedesco Steinweg crea la

Steinway&Sons e brevetta il pianoforte con il telaio in ghisa diventando il maggior

produttore mondiale di pianoforti di qualità.

· Negli ultimi anni le giapponesi Yamaha e Kawai si aggiudicano una buona fetta del

mercato internazionale, grazie ad una valida tecnologia costruttiva unita a prezzi di

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

290

vendita concorrenziali.

Video: Storia della Steinway & Sons.( allegato B)

La costruzione

Il pianoforte è costituito dalle seguenti parti:

· la cassa

· la tavola armonica

· il telaio

· Il somiere

· le corde

· la tastiera

· la meccanica

· i pedali

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

291

La cassa

È la parte esterna dei pianoforti. Esistono due tipi di cassa che si distinguono per la posizione delle corde rispettivamente in verticale od in orizzontale

La cassa del pianoforte si comporta più o meno come il mobile di una cassa acustica degli

impianti hi-fi.

· L'altoparlante, in questo caso è costituito dalla tavola armonica, un enorme altoparlante di oltre un metro

quadro nei pianoforti verticali, e due o addirittura tre in quelli a coda.

La tavola armonica

Presente in tutti gli strumenti a corda, é la parte di gran lunga più importante.

Nei pianoforti la tavola armonica costituisce il fondo dello strumento. E’ costruita con uno speciale tipo di abete, detto "acustico" con caratteristiche di struttura

particolari.

Il migliore abete per le tavole armoniche proviene dalla Val di Fiemme (Trentino).

Il telaio

Il telaio (chiamato anche “piastra”) è la struttura portante alla quale sono fissate le corde

all'interno del pianoforte.

A causa degli enormi sforzi che deve reggere è costruito in una fusione di ghisa.

· La tensione delle corde, anche se può sembrare impossibile, raggiunge complessivamente

le 15, 20 tonnellate di forza.

Il somiere

Il somiere consiste in una tavola di faggio massiccio nella quale sono infilate le caviglie dette anche

"bischeri", cilindri fatti di acciaio lunghi 50, 60 mm.

Su ogni caviglia viene avvolta una corda; ognuna di queste viene tirata, per accordare lo

strumento, con una tensione che va da circa 35 kg per le corde alte ai 75-100 Kg delle corde basse.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Le corde

Le corde, in un pianoforte, possono essere in numero variabile ma generalmente sono circa 220.

Sono disposte in modo obliquo rispetto al mobile e incrociate tra loro.

Le corde sono fatte di materiali diversi a seconda che vengano usate per il registro acuto o grave.

· le corde “acute" sono fatte di acciaio armonico, come quelle delle chitarre anche se più

spesse

· Le corde dei bassi sono fatte da un'anima in acciaio armonico molto robusto e rivestita

con avvolgimento a spirale di filo di rame.

· Ad ogni tasto corrisponde un gruppo di tre corde nel registro acuto; di due in quello medio e una sola corda in quello grave.

La tastiera

La tastiera è quella parte del pianoforte dove sono posizionati i tasti.

Lo strumento dispone generalmente di 88 tasti (sette ottave + 3 note):

· 52 bianchi

· 36 neri

I tasti sono disposti nella classica successione che intervalla gruppi di due e tre tasti neri.

· i tasti bianchi corrispondono ai sette suoni della scala naturale e quelli neri ai cinque suoni alterati, non

compresi in questa scala.

· La successione dei tasti neri (a gruppi di due e tre) è la stessa degli intervalli di tono presenti nella scala naturale in quanto i tasti neri servono per ottenere i semitoni mancanti.

Come punto di riferimento centrale della tastiera viene preso il tasto Do, chiamato per questo "Do centrale".

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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La meccanica

La meccanica è una delle parti fondamentali del pianoforte.

· Se la tavola armonica è la parte più delicata dal punto di vista acustico la meccanica è la parte più costosa

e complessa dello strumento.

· La meccanica serve, interposta tra la tastiera e le corde, a far sì che, ad ogni pressione dei tasti

corrisponda una "battitura" delle corde attraverso i martelli. Questa è un complicato insieme di pezzi, leve, rinvii, freni, nastri, molle, replicati per ognuno degli 88 tasti di

cui è composta la tastiera, che può arrivare ad oltre 5000 parti distinte. I principali componenti della

meccanica di un pianoforte sono:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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I martelli

piccoli blocchi in legno rivestiti generalmente in feltro, azionati dalla pressione dei tasti, che producono il

suono percuotendo le corde; o appena la corda viene colpita dal martelletto,questo torna nella sua posizione

iniziale,permettendo così alla corda di vibrare; o quando il tasto viene rilasciato entrano in funzione gli

smorzatori.

· Gli smorzatori

blocchetti di legno rivestiti in feltro che hanno la funzione di soffocare la vibrazione di una corda.

· Lo scappamento

è un meccanismo che permette al martelletto di tornare alla sua posizione iniziale, dopo aver percosso la corda, mentre il tasto è ancora abbassato;

o generalmente nei pianoforti a coda esiste il "doppio scappamento", un sistema che

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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permette di ottenere la ripetizione di una stessa nota a distanza ravvicinatapremendo lo stesso tasto due

volte senza che questo si rialzi del tutto.

. I pedali

I pianoforti possiedono due o tre pedali, a seconda del costruttore e dell'epoca di

costruzione.

· Essi sono leve poste in basso centralmente, azionabili con i piedi.

La loro funzione consiste nel modificare il timbro sonoro dello strumento in vari modi. Si distinguono i seguenti tipi di pedale:

· Di risonanza (normalmente a destra)

o Questo pedale solleva contemporaneamente tutti gli smorzatori.

o Di conseguenza, le corde continuano a vibrare anche dopo il rilascio del tasto,

finché il suono non si spegne naturalmente.

· Una corda (normalmente a sinistra)

o Nei pianoforti a coda questo pedale sposta leggermente tutta la tastiera e la

martelliera verso la destra dell'esecutore. o In tal modo il martelletto azionato dalla pressione del tasto colpisce solamente una

o due corde delle tre che sono associate a ogni tasto

o L'effetto è quello di produrre un suono più flebile, ovattato e intimo, adatto a creare

particolari atmosfere sonore.

o Nei pianoforti verticali il medesimo effetto (con risultato molto meno caratterizzato)

viene ottenuto avvicinando i martelletti alle corde, e accorciando in tal modo il percorso che il martelletto

compie per raggiungere la corda.

· Tonale (al centro, nei pianoforti a coda) o Il pedale tonale, presente in alcuni modelli di pianoforte a coda, deve essere

azionato successivamente alla pressione di un tasto o di un gruppo di tasti.

o È in sostanza un pedale di risonanza che agisce solo per un gruppo limitato di tasti,

quelli premuti immediatamente prima all'azione del pedale; gli altri non saranno interessati dalla sua azione.

· Sordina (al centro, nei pianoforti verticali)

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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o La sordina è un pedale che aziona una leva, attraverso la quale viene interposto tra

le corde e i martelletti un lungo panno di feltro. Il suono così ottenuto è piuttosto

attutito.

Tipi di pianoforte

Esistono diversi tipi di pianoforte:

· Orizzontale (a coda);

o Esistono modelli di lunghezza variabile dai 145 ai 308 centimetri.

o Producono, in ordine crescente, suoni qualitativamente sempre migliori a causa

dell'ampiezza sempre maggiore della cassa armonica e della lunghezza delle corde. o Il pianoforte a coda è usato principalmente per concerti ed esibizioni.

· Verticale:

o è disposto verticalmente, così come la sua tavola armonica e le corde che stanno

dietro alla tastiera

o La sua altezza oscilla tra i 100 e i 130 centimetri.

o È usato principalmente per lo studio.

· Digitale:

o E’ uno strumento integralmente elettronico, particolarmente mirato però a riprodurre le sonorità ed il tocco del pianoforte acustico.

o Rappresenta così un compromesso tra il pianoforte vero e proprio e gli strumenti

elettronici a tastiera, normalmente assai lontani dalle possibilità espressive e dal

mondo artistico del pianoforte. .

o Attraverso la connessione MIDI offre la possibilità di collegamento ad altri strumenti

elettronici e a personal computer.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Pianoforte digitale

Il pianoforte digitale è uno strumento integralmente elettronico, particolarmente mirato però a riprodurre le

sonorità ed il tocco del pianoforte acustico. Rappresenta così un compromesso tra il pianoforte vero e

proprio e gli strumenti elettronici a tastiera, normalmente assai lontani dalle possibilità espressive e dal

mondo artistico del pianoforte. Di dimensioni decisamente più ridotte dell'omologo tradizionale, è particolarmente indicato per chi abbia necessità di trasporti frequenti o di fare uso della cuffia. Non avendo

bisogno di accordatura, spesso viene anche scelto per la collocazione in località isolate (esempio classico, le

seconde case). L'uscita MIDI offre la possibilità di connessione ad altri strumenti elettronici e a personal

computer.

Funzionamento

I primi pianoforti digitali erano di fatto dei lettori di campioni: il cuore del sistema era costituito da un

generatore sonoro capace di leggere dalla propria memoria le registrazioni audio digitali delle singole note e

di riprodurle non appena venisse premuto il tasto relativo, con ampiezza proporzionale alla velocità di

pressione del tasto.

I moderni pianoforti digitali sono notevolmente più complessi: l'emulazione del pianoforte acustico è

ottenuta sempre partendo da un database di campioni contenuto in una memoria, ma la generazione del

timbro è ottenuta facendo largo ricorso ai "modelli fisici", per creare componenti accessorie del timbro

quali il rumore del martelletto, lo smorzamento della corda mediante sordino al rilascio, la risonanza

simpatetica delle corde libere quando è premuto il pedale del sostegno, il cambiamento del contenuto armonico al ribattuto, ecc..

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Lo strumento così concepito, pertanto, non è più un semplice generatore o riproduttore di singole note, bensì

un sistema in grado di ricostruire una sensazione acustica complessa; rispetto ad uno strumento di vecchia

concezione, che originava il suono a partire da forme d'onda elementari o da campioni registrati,

arricchendoli in seguito di effetti, il pianoforte a modelli fisici viene sviluppato considerando nell'anal isi tutte

le componenti che dovranno essere coinvolte.

Il numero massimo di note che un pianoforte digitale è in grado di riprodurre simultaneamente viene detto

polifonia. C'è da distinguere sempre fra la polifonia reale e quella teorica di un pianoforte digitale. Nei primi modelli, che sfruttavano campionamenti mono, la polifonia reale e quella teorica coincidevano. Oggi si

preferisce campionare il pianoforte in stereo, cioè con due campioni distinti e sincronizzati per il canale

destro e quello sinistro. In tale caso ad ogni nota suonata corrisponde l'esecuzione di due campioni, e quindi

la polifonia utile è la metà di quella teorica.

Caratteristiche

Nella maggior parte dei casi, la memoria interna (wavetable) dei pianoforti digitali contiene pochi campioni

per ciascuna nota, corrispondenti a quattro diversi livelli della dinamica (ad es. pianissimo, piano, mezzo

forte, forte). Da questi quattro campioni si ottengono, attraverso un processo di interpolazione che modifica l'inviluppo

della forma d'onda, i 128 diversi livelli di dinamica previsti dal sistema MIDI. Naturalmente, ad un numero

maggiore di campioni per ciascuna nota corrisponde una maggiore fedeltà del suono.

Lo sforzo dei produttori si concentra quindi nell'aumento della capacità della memoria interna (per avere

campioni di qualità più alta) e nell'aumento del numero delle voci di polifonia. Un numero più alto di voci di

polifonia rende infatti possibile un uso naturale del pedale destro, che prevede la risonanza di tutte le corde;

inoltre un valore elevato di polifonia permette l'adozione di campioni stereofonici (ogni singolo campione

richiede due voci di polifonia) e una resa acustica molto più realistica.

Oltre a uscite MIDI presenti in questo strumento si hanno anche un'uscita per Memory Card, un'uscita Jack per le cuffie, un'uscita doppia per i cavi collegabili ad amplificatori ed infine un'eventuale uscita, presente

solo in alcuni modelli, per collegare un pedale che amplifica il suono e lo rende continuo; così viene a crearsi

la stessa amplificazione del pianoforte.

La tastiera

Il pianoforte digitale è dotato di una tastiera pesata il cui funzionamento imita quello della meccanica di un

pianoforte acustico tradizionale. I modelli più economici utilizzano tasti di plastica e un sistema di molle che

cerca di approssimare la risposta dinamica di un tasto a martelletti, con esiti non sempre all'altezza. I

modelli più perfezionati hanno tasti in legno e una meccanica a martelletti in miniatura, ma mentre nel pianoforte acustico i martelli servono a percuotere le corde e quindi a produrre il suono, nel pianoforte

digitale i martelli servono solo a simulare il peso e l'inerzia naturale del tasto. Ne consegue che, mentre nel

pianoforte acustico i martelli (di legno ricoperto di feltro) sono montati immediatamente al di sotto della

cordiera, nel pianoforte digitale ogni martello (realizzato in metallo) è contenuto nella cavità corrispondente

a ciascun tasto.

Sebbene i modelli più avanzati ottengano risultati di tutto rispetto, la maggior parte dei pianisti considera la

sensazione data da una tastiera tradizionale (specialmente se di pianoforti a coda, ma anche di buoni

pianoforti verticali) di gran lunga più soddisfacente.

Inoltre negli strumenti più sofisticati è stato recentemente introdotto l'utilizzo dell'avorio sintetico che ricoprendo il tasto dona una particolare porosità. In ogni caso, soprattutto nei nuovi pianoforti, si ottengono

dei risultati molto soddisfacenti

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Sistema di amplificazione

Il vero tallone d'achille di un'emulazione digitale di un pianoforte acustico è proprio nella fase finale di

generazione del suono, nel sistema di amplificazione e diffusione.

Un pianoforte tradizionale (verticale o a coda) ha delle proprie peculiarità nella produzione e diffusione del

suono che rendono lo strumento reale davvero molto difficile da emulare in senso stretto. Basti pensare che

il rumore della percussione del martello avviene in un punto sulla corda, il rumore dei leveraggi del tasto avviene in un altro punto sulla tastiera, il suono della corda avviene facendo risuonare arpa e mobile, ecc ...

Questi fenomeni creano una "spazialità" nel suono che è praticamente impossibile da ricreare con una

coppia di diffusori stereo. Molti produttori (specialmente nei modelli di punta a coda) ricorrono a complessi

sistemi di multiamplificazione e linee di ritardo e spostamento di fase che consentano di ricreare nel punto di

ascolto privilegiato (quello del pianista) una buona verosimiglianza con il piano acustico.

Va comunque rilevato che l'amplificazione è condizionante solo nel momento in cui l'esecuzione avviene dal

vivo. Per esecuzioni destinate alla registrazione le considerazioni che vanno fatte sono quasi opposte, tanto

che in moltissime produzioni di basso e medio livello si tende a preferire la registrazione di un pianoforte

digitale alla (complessa e costosa) ripresa di un vero pianoforte acustico (che deve essere di buona qualità, perfettamente accordato, suonato senza possibilità di editing MIDI successivamente, ecc.). La presenza di un

sistema integrato di amplificazione del suono permette ai produttori l'inserimento (sui modelli di fascia

medio-alta) di ingressi microfonici, attraverso i quali è possibile amplificare la voce di un eventuale solista o

il segnale di una chitarra acustica; il segnale mixato può essere catturato dall'uscita linea del pianoforte

digitale e inciso attraverso un comune apparecchio di registrazione.

È anche per questo che i pianoforti digitali a generatori elementari o a campioni (precedenti quindi alla

tecnologia a modelli fisici) sono dotati di unità effetti in grado di processare il segnale interno e il segnale

ausiliario attraverso una serie di algoritmi matematici che riproducono gli effetti di riverbero, eco, flanger,

chorus etc. Recentemente si stanno facendo passi da gigante, puntando molto sull'amplificazione. Per esempio molte

case hanno prodotto pianoforti digitali dotati della coda: qui viene generato il suono, analogamente a quanto

succede nei piani acustici, migliorandone la resa.

Physical modeling (modelli fisici)

Come detto più sopra, la generazione a modelli fisici analizza il suono originale nella sua complessità e non

nelle sole componenti elementari, permettendo di ottenere una riproduzione (è più corretto parlare di una

ri-generazione) del suono con le modalità del progetto. In altre parole, laddove per un pianoforte campionato si può scegliere se includere il riverbero del locale nel quale i campioni sono stati registrati,

oppure arricchire il suono con un modulo separato di riverbero digitale, un pianoforte a modelli fisici

disporrà già della struttura sonora delle corde percosse, della vibrazione di altre componenti dello

strumento, dei riflessi acustici della cassa del piano e così via e non necessiterà quindi di post-trattamento

del segnale.

Avendo poi a disposizione detti modelli, il pianoforte a modelli fisici potrà consentire un certo margine di

modifica del suono prodotto, in cui il musicista potrà impartire ad esempio una arbitraria profondità della

cassa, uno smorzamento dato da un particolare tipo di trattamento del legno e altri dettagli, estremamente complessi quando non impossibili da realizzare, se simulati in modo tradizionale.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

300

Tastiera elettronica

La tastiera è uno strumento musicale elettronico in grado di riprodurre i timbri di molti strumenti musicali

attraverso un sintetizzatore, azionato mediante la pressione di tasti, analoghi a quelli del pianoforte. Spesso

è munita di altoparlanti interni, mentre alcuni modelli necessitano di essere collegati a cuffie o amplificatori

esterni.

Le tastiere odierne

Nelle tastiere odierne la qualità dei timbri degli strumenti è aumentata enormemente. Per favorire

l'interoperabilità fra diversi sintetizzatori (anche non a tastiera) gli strumenti sono poi stati organizzati

secondo lo standard general MIDI. Molte tastiere dispongono di un lettore di dischetti per leggere i file midi.

Questo standard presenta tuttavia delle limitazioni, a cui Roland e Yamaha hanno ovviato creando nuovi

standard, rispettivamente il General Standard (GS) e l'Extended General MIDI (XG), implementati nei loro

strumenti.

Keyboard velocity Poiché lo strumento è elettronico ogni pressione del tasto invia un segnale al sintetizzatore. Ogni segnale

comprende le proprietà del suono, come ad esempio di che nota si tratta o lo strumento che la deve suonare.

La proprietà che regola l'intensità del suono si chiama keyboard velocity. Nelle tastiere di fascia medio-alta

un sistema misura in quanto tempo il tasto raggiunge la posizione più bassa; tanto più in fretta, e quindi con

forza, è premuto il tasto, tanto più il suono sarà forte. Inoltre in alcune tastiere, oltre a cambiare il volume

del suono, a seconda della forza/velocità con cui il tasto viene premuto, abbiamo anche un cambiamento del

timbro dell'effetto. Il keyboard velocity può essere attivato o disattivato e, talvolta, è possibile regolargli la

sensibilità così da adattarlo alle esigenze del suono e del musicista. Ora il sintetizzatore viene integrato all'interno delle tastiere, così da dare più possibilità di suoni al musicista.

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301

Effetti

L'elettronica permette di applicare degli effetti al suono prodotto. I più comuni sono:

Riverbero Chorus

Flanger

Tremolo

Pitch shift

Funzioni speciali Spesso le tastiere più ricche permettono di suddividere i tasti assegnando a due ottave a sinistra una

funzione di accompagnamento e alle altre la parte solista. L'accompagnamento può consistere

nell'assegnazione alle ottave apposite di uno strumento come organo o archi o addirittura di un

arrangiamento automatico creato al momento in base agli accordi suonati con la mano sinistra. Gli strumenti

di quest'ultimo tipo sono anche detti arranger.

Chitarra

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Visione del cartone animato:

Disney – Lilly e il Vagabondo (Bella notte) - Dolce sognar

Tom e Jerry - episodio 54

Disney -Topolino - Vacanze Hawaiane

Visione e Ascolto di pezzi per Chitarra:

Ascolto: studio N°5 Op.48 (Giuliani) Ascolto: Andante e Rondò n.2 OP.2 (Aguado)

Ascolto: Sevillana (Turina)

Ascolto: Notturno Op. 19( Regondi)

Ascolto: OP. 60 N° 1 (Carcassi)

Ascolto: Capricio arabo (Tarrega)

Ascolto: Studio N° 7 (Villa-Lobos)

Ascotto: Asturias (Isaac Albeniz)

Ascolto: Prelude no. 2 (Ponce) Ascolto: Op. 6 No. 8 (Sor)

Ascolto: Sonata Op. 15, 1° Tempo (Giuliani)

Ascolto: Capriccio 24 (Paganini )

Ascolto: Sonata Clasica 1° tempo, Allegro (Ponce)

Ascolto: Don’t Cry ( Gunsn’ Roses)

Ascolto: Come sei bella (Massimo Di Cataldo)

Ascolto:Più bella cose di te ( Eros Ramazzotti)

Ascolto: Jazz- Night and day(Cole Porter)

Ascolto: Jazz- Autumn Leaves (Joseph Kosma) Ascolto: Paranoid Android ( Radiohead)

Ascolto: Ironic ( Alanis Morissette)

Ascolto: I Would Be Goood ( Alanis Morissette)

Ascolto: High & Dry (Radiohead)

Ascolto:Utopia ( Alanis Morissette)

Ascolto: Wish you Here ( Pink Floyd)

Ascolto: Stairway to heaven ( Led Zeppelin)

Video: Tommy Emmanueel- medley ( Beatheles)

Video: Don’ t let me down ( Beatheles) Video: Blues ( Barney Kessel)

Video: Summertime ( Geoge Gershwin)

Video: Bossa nova ( Dominic Miller)

Video: Stop ( Joe Bonamassa)

Video: Andres Segovia - Fandanguillo ( Turina)

Video: Mauro Giuliani, Op.71, Andantino Sostenuto

Video: Duo Pianoforte e chitarra - Vivaldi

Video: La Città Vecchia- Fabrizio De André

Video: Jazz Concert - Live in Piazza delle Erbe – Verona Video: Blues Deluxe- Joe Bonamassa

Immagini: ( Allagato C)

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La chitarra è uno strumento musicale cordofono, che viene suonato con i polpastrelli, con le unghie o con un

plettro.

Il suono è generato dalla vibrazione delle corde, che sono tese al di sopra del piano armonico che, a sua

volta, poggia sulla cassa armonica che amplifica il suono. Le corde sono tese tra il tira corde, fissato sul

ponticello, ed il capotasto, essendo fissate tra il ponticello e le meccaniche poste sulla paletta. Sul manico, la

tastiera consente di accorciare la lunghezza della parte di corda vibrante e di suonare la nota o le note desiderate premendo la corda stessa appena dietro il rispettivo tasto.

La chitarra ha origine non dal liuto, al contrario di quanto alcuni suppongono erroneamente, ma dalla

chitarra barocca.

La chitarra di tipo spagnolo o andaluso ha sei corde, ma spesso esistono delle variazioni, ad esempio in

Brasile è in uso un tipo di chitarra a 7 corde. Un'altra variazione comune è la chitarra a dodici corde, che

però porta la medesima accordatura replicata in ottava da corde accoppiate più sottili. L'accordatura più

comune, nota come accordatura spagnola, è Mi-Si-Sol-Re-La-Mi dalla corda più acuta alla più grave. Questa

accordatura, in cui l'intervallo tra due corde adiacenti è di una quarta giusta (tranne che tra seconda e terza corda, che distano di una terza maggiore), si è imposta per ragioni storiche e per la sua praticità nel

formare accordi mediante posizioni della mano sinistra non complicatissime. Esistono anche accordature

alternative, ad esempio l'accordatura sarda, in cui le corde a vuoto suonano un Do maggiore, e le

accordature aperte. Queste accordature vengono usate in alcuni particolari generi musicali. Inoltre molti

compositori prescrivono particolari accordature per l'esecuzione di singoli brani.

Di solito la mano sinistra preme le corde sul manico, mentre la destra pizzica le corde facendole vibrare.

Esistono tuttavia esempi di chitarristi che tengono il manico con la mano destra; alcuni di questi scelgono di

non invertire nemmeno l'ordine delle corde.

Tipi di chitarre Una prima divisione tra le chitarre riguarda il diapason, cioè la distanza tra capotasto e ponticello; vi sono

infatti tipi di chitarre dette 3/4, 1/2, baritono, tenore, etc.

Va, in ogni caso, tenuto presente che anche tra le chitarre di taglia normale (4/4) il diapason presenta una

certa variabilità: ad esempio, nell'ambito delle chitarre classiche di attuale produzione il diapason standard

misura 650 mm, ma spesso i modelli di livello medio-alto od alto si possono ottenere, in alternativa, con

diapason più lungo o più corto: 664 mm (p.es.: José Ramírez); 660, 640, 630 mm (p.es.: Manuel Contreras II);

660 o 640 (p.es.: Kohno/Sakurai); 655 mm; ecc.

Le chitarre possono essere suddivise innanzitutto in due categorie, a seconda del modo in cui viene amplificato il suono delle corde in vibrazione:

acustiche, con un corpo vuoto a formare la cassa armonica, quando è principalmente prevista una

amplificazione che sfrutti le naturali proprietà della fisica del suono, secondo un tipo di

amplificazione che potremmo definirre meccanico;

elettriche, con un corpo pieno e solido, e manico rinforzato da un'anima (in genere d'acciaio,

chiamata truss rod), poiché sono munite di corde metalliche; è necessario l'ausilio di una

amplificazione elettrica, tramite collegamento a una cassa acustica o a un amplificatore che

funzionano a corrente elettrica; il suono acustico di una chitarra elettrica a corpo solido è molto debole e poco percepibile, data l'assenza di cassa di risonanza; è usata massicciamente nel blues,

nel rock and roll, nel country, nel jazz, nel jazz-rock, nella fusion, e nel metal.

Esistono inoltre vari ibridi:

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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chitarre acustiche elettrificate (fatte per suonare anche acusticamente, ma che montano sistemi

elettronici per riprodurre il suono acustico anche attraverso un amplificatore e consentire quindi di

rendere il suono chiaro e udibile anche in grandi ambienti occupati da molte persone);

chitarre elettriche a "piezo" (il sistema di amplificazione utilizzato per riprodurre un suono che

assuma certe caratteristiche tipiche della chitarra folk):

chitarre elettroacustiche a "magnete" (il sistema di amplificazione tipico delle chitarre elettriche);

chitarre "semiacustiche", con cassa di risonanza, amplificate tramite magnete, e con due "f",

come il violoncello, al posto della buca: il suono è principalmente elettrico, ma con delle dinamiche

che ricordano quelle di una chitarra acustica; storicamente il primo tipo di chitarra elettrica,

derivata dalle archtop acustiche degli anni venti; è il tipo di chitarra elettrica di solito preferito nel

jazz.

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CHITARRA CLASSICA

La chitarra classica è un tipo di chitarra utilizzata per l'esecuzione di brani di musica classica o popolare (come per esempio la musica latino-americana o il flamenco). La forma della chitarra classica che

conosciamo e usiamo oggi risale alla seconda metà dell'ottocento.

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Morfologia della chitarra

Le varie parti di una chitarra classica è composta da due parti principali:

Il manico, su cui si trova la tastiera, e che termina con la paletta che ospita le meccaniche per

l'intonazione;

La cassa di risonanza, con una grande buca centrale, che serve ad amplificare il suono prodotto dalle corde.

La chitarra classica viene costruita con legni di diverso tipo per ogni parte del corpo. La tavola armonica

(quella che contiene la buca) è in legno di abete (picea abies), cedro (in realtà una conifera nord americana),

o sequoia. Al suo interno la tavola viene rinforzata con listelli di abete (cosiddetta incatenatura) secondo

l'esperienza del liutaio, sì che ad incatenature diverse corrispondono caratteristiche sonore diverse. La

disposizione delle catene a ventaglio già presente in alcune chitarre dei primi dell'Ottocento, fu perfezionata

dal liutaio spagnolo Torres. Le fasce ed il fondo sono costruite in varie essenze, di solito di legno duro e

compatto, a seconda del timbro che il liutaio vuole conferire. Molto ricercate sono le essenze di palissandro (in particolare quello brasiliano), di mogano, cipresso, ebano makassar e di acero. Il manico è costruito con

legni poco sensibili all'umidità e poco propensi alla deformazione, in genere mogano o cedrella spagnola. La

tastiera è in ebano. Il ponte o ponticello cui si legano le corde può essere in palissandro, ebano, noce, o altre

essenze. Il capotasto e l'ossicino sono in osso o in avorio.

Oggi le corde sono fatte principalmente di nylon che conferisce al suono un timbro ovattato e dolce o di

materiali composti a base di carbonio o fibra di vetro con un timbro più nitido e brillante ed una maggiore

tenuta di suono, raramente di budello.

Le tre corde più sottili sono di nylon; le tre più grosse sono di nylon rivestito di metallo, o talvolta di seta

rivestita di metallo. In passato, le corde erano di budello di agnello. L'amplificazione è ottenuta per risonanza dal corpo vuoto a forma di otto (la cassa armonica), mentre la tavola superiore è responsabile dello

spostamento d'aria. Il cavigliere (o paletta) è leggermente inclinato all'indietro. La chitarra classica si suona

da seduti, poggiando lo strumento sulla gamba sinistra, leggermente rialzata tramite un apposito

poggiapiede.

Si possono anche trovare chitarre classiche a spalla mancante (cosiddetto cutaway) per facilitare lo

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spostamento nelle zone più alte della tastiera, ed amplificate, vale a dire munite di attacco jack per essere

collegate ad un amplificatore. Le chitarre flamenco sono molto simili per costruzione, hanno una protezione

di plastica trasparente sopra e sotto la buca (detta golpeador) per garantire l'integrità del sottile legno

della tavola armonica dai colpi con le dita caratteristici di questo stile (vedi golpe e rasgueados).

La tastiera

Stili musicali

La chitarra classica si può suonare in modi diversi: tramite l'uso delle dita o della mano in generale (il tipico stile "classico"), oppure attraverso un plettro, usato correntemente nella musica moderna o di derivazione

afro-americana. Particolari effetti timbrici sono dovuti all'uso delle unghie della mano destra, al variare

dell'angolo di attacco delle dita sulle corde, all'uso percussivo della mano, al pizzicato ecc. Alcuni di tali

effetti provengono dalla tecnica chitarristica usata nel flamenco, ad esempio il rasgueado.

La chitarra classica è uno fra gli strumenti musicali più espressivi. Gran parte del repertorio esistente per

chitarra classica è scritto per strumento solista, per duo o, più raramente, per trio, quartetto o orchestra di

chitarre. A causa della scarsa potenza di suono, la chitarra classica trova rarissimo uso come parte di un

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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ensemble o di un'orchestra. Al contrario, la chitarra è stata impiegata come strumento solista con

orchestra.

Tra i vari autori che hanno scritto concerti per una o più chitarre e orchestra si ricordano: Ferdinando

Carulli, Mauro Giuliani (Concerti opp. 30, 36 e 70) Joaquín Rodrigo (Concierto de Aranjuez, Fantasía para un

gentilhombre, Concierto Madrigal), Mario Castelnuovo-Tedesco (Concerto in re op. 99, Concerto in Do op.

160, Concerto per due chitarre e orchestra op. 201), Angelo Gilardino (Leçons de Ténèbres, Concerto di

Novgorod, Concerto di Oliena), Stephen Dodgson.

Per quello che concerne i chitarristi compositori contemporanei, particolarmente attiva è la così detta

"scuola chitarristica romana" facente capo a Mario Gangi (Venti Studi, La Ronde Folle, Sonatina) e Carlo

Carfagna(Frammento, Ritorno a Citera, Scene Gentili, Orione). Fra gli epigoni di questa è da menzionare

Roberto Fabbri (Beyond, Croce del Sud, Broken lives, Hammam).

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Chitarra folk

Ha una cassa più grande della classica, ed un manico rinforzato con un'asta di ferro all'interno (detta truss

rod) per resistere alla maggiore tensione dovuta alle corde metalliche. Può essere impiegata in tutti i generi

moderni, come il folk, il blues, il rock, la fusion, nei balli tradizionali (es.: country), eccetera. Le corde metalliche conferiscono un suono brillante e pulito. Esistono versioni con spalla mancante (cutaway) per

consentire un migliore accesso ai tasti delle note più alte, e versioni elettrificate per amplificare il suono

direttamente senza l'ausilio di microfono esterno.

Appartiene a questo tipo la chitarra battente (o chitarra italiana).

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Chitarra multi corde

Ibanez RG7321BK a 7 corde

Chitarre a sette o più corde

Una chitarra multicorde è una chitarra con più corde delle abituali 6, generalmente 7, 8, 10 o 12. La sua invenzione è attribuita al chitarrista russo Andrei Sychra, il quale compose più di un centinaio di pezzi e

scrisse un metodo per la stessa. Viene utilizzata nel choro brasiliano e nel samba. Una chitarra a 7 corde è

una chitarra con sette corde al posto delle solite sei. Queste chitarre non sono comuni come quelle a sei

corde, ma una minoranza di chitarristi le utilizza da almeno 150 anni. Alcuni tipi di questi strumenti fanno

parte di specifiche culture (es. la chitarra russa e la chitarra da choro brasiliana).

Ci sono anche chitarre a otto, a dieci corde ed anche a 12 corde, anche se sono relativamente poco comuni.

La chitarra "spagnola", nel Settecento, fu a nove corde (quattro doppie e una singola nella parte alta detta

cantino).

Storia e costruzione

Nel periodo del Rinascimento le chitarre erano costruite con 4 paia di corde, chiamate cori. Col Barocco le

coppie arrivarono a 5 e usavano varie accordature. Durante l'ottavo secolo i cori divennero sei, fino a

quando non si decise di usare corde singole. Da qui partì il desiderio di costruire chitarre a più corde, come

quelle a sette corde.

Le corde in più erano aggiunte in genere per estendere la capacità dei bassi delle chitarre. Erano aggiunti in

due modi differenti: il primo e il più comune era quello di incrementare la grandezza della tastiera in modo che la settima corda potesse essere controllata dalla mano sinistra (o destra per i mancini). Il secondo era

di lasciare la tastiera intatta e poggiare la settima corda vicino alla sesta.

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Otto corde

Le chitarre classiche ad 8 corde sono generalmente accordate con due note basse in più

([fa#si]mi,la,re,sol,si,mi).

Una variazione comune è quella di aggiungere una nota più alta ed una più bassa. Anche qui, in linea generale,

la più alta è un La , mentre la più bassa un Si ([si]mi,la.re,sol,si,mi,[la]). Paul Galbraith ed Alexander Vynograd sono due dei più celebri chitarristi ad 8 corde.

Nove corde

La chitarra cosiddetta "spagnola" a nove corde (quattro doppie e una singola nella parte alta, detta cantino)

fu uno strumento del Settecento.

Dieci corde

Ne esistono varie versioni del XIX secolo e una versione moderna, originariamente creata in collaborazione

tra Narciso Yepes e José Ramirez per rendere più facile l'esecuzione del repertorio rinascimentale e

barocco scritto originariamente per liuto.

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Chitarra decacorde

La chitarra decacorde è una tipologia di chitarra a dieci corde invece delle sei canoniche, con le quattro

corde aggiuntive usate per i toni gravi. Utilizzata per lo più per l'esecuzione di musica popolare, la sua

accordatura è, partendo dalla più acuta, Mi - Si - Sol - Re - Do - Si - La - Sol - Fa - Mi.

La Storia

Lo strumento nacque nel XIX secolo senza il tipico manico allargato, ma fu nel 1828 che Ferdinando Carulli

usò una chitarra con dieci corde e un manico più largo costruita dal liutaio René Lacôte. Nel Méthode

complete pour la décacorde nouvelle guitare op. 293 vi sono alcune suoi composizioni per questo strumento.

Sempre nello stesso periodo Johann Kaspar Mertz e Luigi Legnani adottarono una variante a otto corde. Nel

1964 nasce la prima chitarra a dieci corde moderna ad opera del liutaio spagnolo Jose Ramirez III in

collaborazione con il chitarrista Narciso Yepes.Jose Ramirez III è o era il liutaio che ha costruito la chitarra

decacorde moderna; Narciso Yepes era il grande chitarrista da lui contattato per provarla. Narciso Yepes elaborò la tecnica dell'esecuzione su chitarra a 10 corde moderna; appena provata esclamò: "in quale

meraviglioso pasticcio mi son buttato".Influente esponente di questo strumento in Italia è Angelo Amato.

Dodici corde

La chitarra a 12 corde è un particolare tipo di chitarra in cui a ciascuna delle 6 corde usuali ne è affiancata

un'altra accordata all'ottava superiore, fatta eccezione per le prime due, accordate all'unisono.Il timbro di

questa chitarra è particolarmente pieno e si presta tipicamente al ruolo di accompagnamento, sebbene

esistano anche esempi di utilizzo solista. Un esempio, molto conosciuto dell'utilizzo di questo particolare tipo

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di chitarra, è rappresentato dalla sezione introduttiva di Wish You Were Here dei Pink Floyd, nella quale una

chitarra "12 corde" esegue la parte dell'accompagnamento, mentre una chitarra a 6 corde svolge il ruolo di

chitarra solista. Il primo a dare risalto alla 12 corde fu Huddie William Ledbetter, meglio noto come Leadbelly,

nel periodo 1930-1950, diventandone un virtuoso. Alcuni musicisti (un illustre esempio è il chitarrista

statunitense Leo Kottke, ma anche Jimmy Page), la usano quanto o più della chitarra a 6 corde; nel 1969

Kottke ha registrato un disco chiamato 6 & 12 String Guitar in cui dà ampio risalto a questo strumento. Tra i

contemporanei, Anthony Phillips, primo chitarrista dei Genesis, ha da sempre fatto un uso intenso di questo strumento. Il suo album Twelve è interamente eseguito con la sola chitarra 12 corde.

Costruzione

Dal punto di vista costruttivo, la chitarra a 12 corde è pressoché identica a quella tradizionale: fanno

eccezione la "paletta" (o "cavigliere"), che deve ospitare un maggior numero di meccaniche. La chitarra è

provvista di truss rod inserita all'interno del manico, che, dovendo contrastare una trazione quasi doppia, è

costituito da una barra o due (chiamata a doppia azione). Esistono sia modelli acustici che elettrici.

Accordatura L'accordatura, partendo dalla corda più sottile (MI cantino), è:

1ª corda MI

2ª corda MI

3ª corda SI

4ª corda SI

5ª corda SOL

6ª corda SOL (accordata all'ottava superiore)

7ª corda RE

8ª corda RE (accordata all'ottava superiore) 9ª corda LA

10ª corda LA (accordata all'ottava superiore)

11ª corda MI

12ª corda MI (accordata all'ottava superiore)

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Chitarra elettrica

La chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up.

Il suono viene quindi prelevato all'uscita e convogliato in un amplificatore acustico affinché il suono dello

strumento sia reso udibile. Appartiene alla famiglia degli strumenti elettrofoni, ovvero quegli strumenti che

ottengono il suono attraverso l'utilizzo dell'elettricità.

Strutturazione la chitarra elettrica è formata da:

la paletta che contiene i tiranti, che appunto servono a tirare e allungare le corde;

il manico su cui scorrono le 6 corde di metallo;

la cassa armonica che è più sottile di quella della chitarra classica e che non ha la buca

il ponte, che a volte "ospita" una leva che, azionata, muove il ponte stesso ottenendo il vibrato grazie

alla variazione di tensione delle corde;

da uno o più pick-up che sono dei traduttori che trasformano le vibrazioni delle corde in segnali

elettrici.

Funzionamento

In una chitarra acustica il suono dipende dalla risonanza prodotta nella cassa cava dello strumento e indotta

dalle oscillazioni delle corde; la chitarra elettrica invece è uno strumento pieno e rigido per cui non c'è

alcuna risonanza della cassa. Le oscillazioni delle sei corde metalliche sono captate da un microfono

elettrico che invia segnali a un amplificatore e a un gruppo di altoparlanti. Il filo che collega lo strumento

all'amplificatore è arrotolato attorno a un piccolo magnete; il suo campo magnetico induce un polo nord e un

polo sud nella parte di corda metallica sopra il magnete, perciò questa parte della corda ha un proprio

campo magnetico. La corda, per suonare, viene fatta vibrare e il suo moto relativo alla spira cambia il flusso del campo magnetico attraverso la spira stessa, inducendovi una corrente. Quando la corda oscilla

avvicinandosi e allontanandosi dalla spira, la corrente indotta cambia verso con la stessa frequenza delle

oscillazioni della corda, inviando così il segnale di frequenza dell'oscillazione all'amplificatore e

all'altoparlante.

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Tipi di chitarre

Solid body

Le più diffuse chitarre elettriche, le chitarre solid body, ossia letteralmente "corpo solido", non hanno una

cassa di risonanza, bensì un corpo di legno pieno (o, più raramente, di altri materiali quali resine sintetiche,

resine acriliche, plexiglass). La forma del corpo, il legno con cui è realizzato, ed il tipo di pick-up utilizzato

sono determinanti ai fini della resa sonora dello strumento. Esistono tre principali tipi di solid body che differiscono a seconda di come il manico ed il corpo vengono

uniti: "Bolt-On Neck" ("manico avvitato"), cioè con manico avvitato al corpo (es: Fender Stratocaster), "Neck

Through Body" ("manico attraverso il corpo") cioè con manico che percorre l'intera lunghezza della chitarra,

corpo compreso (es: Ibanez RGT), e "Set-In-Neck" (o "Set-Neck") ("manico attaccato") cioè con manico

incollato al corpo della chitarra (es: Gibson Les Paul).

Le chitarre a manico avvitato sono caratterizzate da un suono generalmente più acuto, povero di frequenze

medie e scarso di bassi profondi. Questo sistema, oltre ad essere più economico, permette di effettuare

delle lavorazioni, compreso il cambio del manico, in maniera più semplice. Jimi Hendrix era noto riassemblare le Fender Stratocaster che distruggeva durante i concerti recuperando pezzi sani da diverse

chitarre. Anche la famosa Blackie di Eric Clapton è il risultato di un corpo e un manico provenienti

originariamente da diverse chitarre.

Le chitarre con il manico passante nel corpo sono caratterizzate da un notevole sustain, da un buon

bilanciamento di suoni fra alti, medi e bassi, e da un perfetto allineamento manico-corpo. Secondo molti

risultano particolarmente "comode" da suonare, in quanto normalmente si ha un accesso molto più facile ai

tasti più vicini al corpo rispetto a strumenti in cui sono utilizzati gli altri due tipi di giunzione: per motivi

pratici non è possibile nelle chitarre con sistema bolt-on fissare il manico troppo esternamente al corpo

dello strumento (mentre in alcune chitarre con sistema set-in, il problema viene ovviato, ad esempio nella Gibson SG). Ha come lato negativo l'impossibilità di agire sull'attacco manico-corpo e di sostituire il manico,

qualora fosse necessario; infatti spesso il manico, per garantire solidita', viene costituito da diverse parti di

legno incollate tra loro longitudinalmente, rispetto alla chitarra, e al suo interno vengono incollate delle

barre in fibra di carbonio (proprio per l'impossibilità di cambiare il manico in caso di rottura)

Le chitarre con il manico incollato al corpo hanno in linea di massima le caratteristiche positive, in termini di

sustain e bilanciamento delle frequenze, simili a quelle con il manico passante ma in queste chitarre risulta

possibile operare sul manico. Ovviamente, visto che il sistema è incollato, il lavoro dovrà comunque essere

fatto da un liutaio.

I legni principalmente utilizzati sono: per il primo tipo, ontano e tiglio per il corpo, acero per il manico, eventuale ricopertura in palissandro per la tastiera; per il Neck Through, mogano per il corpo, frassino o

acero per il manico, palissandro per la tastiera; per il Set-Neck generalmente si utilizza mogano sia per il

corpo che per il manico, e palissandro per la tastiera. Esistono tuttavia numerosissimi modelli che usano

legni diversi da questi citati. Le chitarre costruite in Asia possono utilizzare legni locali, come l'agathis al

posto dell'ontano e il nato al posto del mogano, che hanno rese acustiche simili. Anche il PVC è stato

utilizzato per realizzare delle chitarre solid body, e più recentemente si stanno utilizzando materiali

compositi con sagomature interne per replicare la timbrica dei vari legni.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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(Buca ad "effe" in una Fender Telecaster Thin-line semi-hollow).

Semiacustiche

La chitarra semiacustica invece presenta una cassa di risonanza con due tradizionali fori di espansione a

forma di f posti ai lati delle corde, similmente ai fori presenti su altri strumenti a corda, come il violino.

Alcune chitarre semiacustiche presentano un foro (buca o rosa) tipico della chitarra classica, e sulla parte

laterale della cassa armonica sono posizionati la presa per il cavo e gli appositi controlli per regolare

volume, tono, equalizzazione ecc. Queste chitarre sono caratterizzate da un suono particolarmente dolce e

poco aggressivo (come molti modelli Gibson, Ibanez, ecc. utilizzati principalmente per il jazz), o molto

brillante e squillante (come i modelli Gretsch spesso usati nel rockabilly). La cassa vuota infatti non

permette, o rende molto difficile, gli effetti di distorsione a causa dell'effetto di risonanza delle vibrazioni stesse della cassa che ritornano in maniera indesiderata nei pickup.

La ricerca di un compromesso tra le sonorità calde delle semiacustiche, e il migliore controllo delle

risonanze indesiderate agli alti volumi, ha dato origine a un sottotipo delle semiacustiche, le cosiddette

"semi-hollow". Queste chitarre adottano un corpo di minore spessore in cui, al posto di un'unica cassa, sono

presenti due casse di ridotta entità ai lati mentre la parte centrale del corpo è in legno pieno. Il primo e a

tutt'oggi più famoso modello semi-hollow è la Gibson ES-335.

Origini La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune

caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che

potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Con la nascita di orchestre

jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche. Diversi

costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore,

con una tonalità simile a quella della chitarra classica.

Lloyd Loar progettista alla Gibson dal 1920 al 1924 condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di

rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph

Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti

acustici, creando una chitarra hawaiana elettrica chiamata frying pan guitar in due modelli (A22 e A25).

Nel 1935 la Gibson inizia la produzione del modello ES 150, una chitarra con cassa di risonanza e aperture a

"f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie

all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume

degli altri strumenti.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

317

Evoluzione

Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di

strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva

un suono pastoso e ricco di armoniche, dall'altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso

era l'effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall'amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione. Col risultato di un

suono sgradevole di difficile definizione.

Nel 1937 Valentino Airoldi occupato come tecnico presso la centrale Siptel di Novara, iniziò ad armeggiare

con vecchi ricevitori telefonici fino a costruire un dispositivo costituito da una calamita e da due bobine. Ne l

1937 piazzò quel rudimentale rilevatore su un manico di chitarra senza cassa, allacciò i capi delle bobine alla

presa "phono" della radio e dal cono si udì un suono. Il dispositivo fu poi applicato anche a un mandolino, con

i medesimi risultati. Esiste una fotografia che ritrae l'Airoldi che mostra una chitarra e un mandolino “solid

body” con la data del giornale –La Gazzetta della sera- del 29, 30 settembre 1937: per questo si può dire che abbia anticipato i pur illustri colleghi d'oltreoceano. Questa invenzione non fu commercializzata né sfruttata

industrialmente e l'Airoldi si accontentò di continuare a suonare in osteria con gli amici.

Nel 1941 Les Paul crea per la Epiphone un prototipo, la The Log, che parzialmente limitava il problema del

feedback. Lo strumento è sostanzialmente una chitarra acustica attorno a un blocco di legno massiccio: la

prima chitarra semi solid. Questa idea fu ripresa e perfezionata dalla Gibson per il suo modello ES 335 TD.

Nel 1946 Paul Bigsby, estroso costruttore di motocicli passato a costruire chitarre, e Merle Travis, suo

amico, costruiscono una chitarra molto innovativa. Anche se prodotto in modo classico, lo strumento

presenta un corpo alto solo cinque centimetri, e un disegno molto originale sia del corpo stesso che della

paletta. Il corpo, grazie ad un'asimmetria del disegno attorno al manico, permette di raggiungere agevolmente il ventesimo tasto, mentre la paletta monta chiavette per l'accordatura disposte solo sul lato

superiore. Si risolvono quasi completamente i problemi di risonanze indesiderate. Inoltre, Bigsby introdurrà

una ulteriore innovazione inventando un sistema che consente di agire sulla intonazione delle corde mediante

una leva la cui corsa è contrastata da una molla. Nasce così il ponte tremolo (da non confondere con l'effetto

tremolo, che è tutt'altra cosa).

Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una

chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla

completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra

solid body. La Broadcaster, costruita inizialmente solo per presentare i propri amplificatori, attinge a molte delle innovazioni introdotte dalla chitarra di Bigsby e Travis, ma le fa sue migliorandole notevolmente. Il

disegno del corpo e della paletta, anche se ispirato molto alla linea di Bigsby, è più sobrio e moderno, ma

soprattutto più razionale. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di

costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si

traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti

in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi

Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

318

(Particolare del ponte di una Stratocaster)

Nel 1953 Leo Fender crea la chitarra che diverrà nel tempo una pietra miliare del settore e più in generale

della musica rock/blues: la Stratocaster. Solid body come la precedente, ha però un design capace di

restare moderno nel corso dei decenni: il corpo, di minor spessore rispetto alla Telecaster, è smussato nella

parte posteriore per conferire un migliore confort. I pick-up, single coil, sono tre e sono montati su un

originalissimo battipenna sul quale sono alloggiati, oltre al selettore per scegliere il pick-up desiderato,

anche tre potenziometri: uno per regolare il volume e due di regolazione tono. Altro fattore di grande importanza è la leva del tremolo, totalmente rivoluzionaria per quel tempo. A differenza delle altre dell'epoca

poste tra l'attaccatura delle corde e il ponte, questa è un tutt'uno con il ponte stesso, evitando fastidiose

scordature. Anche il ponte è innovativo, ogni corda appoggia su una sua "selletta" che dispone sia della

regolazione in altezza sia in lunghezza, permettendo un'intonazione perfetta e una distanza delle corde dalla

tastiera (action), personalizzabile. La Stratocaster viene ancora prodotta ininterrottamente dal 1953.

Oggetto di innumerevoli imitazioni e varianti, è ad oggi contemporaneamente un punto di partenza e il punto

di arrivo dell'evoluzione delle solid body. La Stratocaster è una chitarra molto apprezzata per la sua

versatilità, utilizzata intensivamente sia nel rock, sia in altri generi. L'unica chitarra che ha potuto

"competere" in termini di importanza e notorietà è la Gibson modello Les Paul del 1952. Stilisticamente degna della "rivale", si avvicina di più al disegno di Bigsby-Travis, ma ha forme più fluide e meno spigolose.

Caratteristica saliente è l'uso di due pick-up humbucker, più potenti dei single coil e dalla timbrica più

"nasale". Le regolazioni di tono e volume sono affidate ad una coppia di potenziometri e ad un selettore per

miscelare il suono dei due pick-up. Il ponte non ha la leva del vibrato, la regolazione dell'action delle corde

avviene con due ghiere poste ai lati che sollevano o abbassano tutte e sei le corde contemporaneamente.

L'intonazione invece può essere regolata singolarmente corda per corda. Lo strumento è rimasto

sostanzialmente immutato rispetto alle intuizioni di Leo Fender e Les Paul, lo sviluppo attuale verte

principalmente sull'acquisizione e manipolazione del suono da parte dei pick-up. Il bisogno di dialogare con

interfacce digitali come il MIDI ha portato alla creazione di pick-up esafonici e convertitori analogico-digitali in grado di tradurre il segnale analogico in segnale digitale con accuratezza. Ottenuto un segnale in forma

digitale lo si può immettere in un generatore di suoni campionati (expander) per avere a disposizione una

varietà strumentale virtualmente infinita. Quest'utilizzo dello strumento è però oggetto di critiche da parte di

chi vede gli expander e i campionatori come strumenti che, permettendo la riproduzione di qualsiasi tipo di

strumento registrato in precedenza, snaturalizzano e avviliscono le peculiarità tipiche della chitarra.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

319

(Il pickup esafonico della chitarra elettrica midi CASIO MG-510 (quello più vicino al ponte).

Qualità

La qualità di una chitarra elettrica è data da molti parametri. Innanzitutto se la chitarra è stata fatta a mano

o è un prodotto in serie. Nel primo caso incide molto sulla qualità anche la capacità del liutaio che la crea.

In secondo luogo la scelta dei materiali è molto importante sia per quanto riguarda il corpo, sia per quanto

riguarda tastiera e manico: più il legno è pregiato e privo di nodi più la qualità dello strumento aumenta. I due legni più diffusi nella realizzazione delle tastiere delle chitarre elettriche sono il palissandro e l'acero, per il

corpo l'ontano e il mogano, per il manico acero e il legno d'ebano. Tuttavia oggi si stanno utilizzando nuovi

materiali per la produzione del corpo come il plexiglas. Inoltre è importante il fatto che il corpo sia costruito

con un solo pezzo e non con più parti incollate tra loro (tipico delle versioni economiche).

Un altro fattore che incide sulla qualità dello strumento sono la qualità dei componenti tecnici aggiunti, il

ponte utilizzato, la presenza di un bloccacorde o di un tremolo di qualità nonché le meccaniche e le elettroniche come i pick up di qualità come già detto e la precisione delle componenti che regolano il suono e

i volumi.

Tra gli altri fattori che determinano la qualità ci sono anche l'equilibratura (capacità dello strumento di

tenere una posizione comoda una volta indossata) e la verniciatura. Tra le più famose c'è quella della Fender

USA, con la fascia più esterna nera che va a sfumare verso colori lignei verso il centro (colorazione

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320

chiamata "sunburst") colorazione che ha però un costo più elevato di quelle mono colore prive di sfumature

e lavorazioni varie.

Distorsione e altri effetti

(Moonlander, Lee Ranaldo, Sonic Youth, Yuri Landman, 2007)

Al suono prodotto dalla chitarra elettrica vengono spesso applicati effetti che modificano il suono e lo

rendono più adatto al genere musicale eseguito o al tipo di composizione. Fra questi l'overdrive, la

distorsione, e il fuzz, molto apprezzati nel rock, nella pop music. Spesso ai precedenti si associa il pedale

wah-wah, molto in voga negli anni 70-80. Fra gli altri effetti applicati con successo alla chitarra elettrica, si

possono citare delay, riverbero, chorus, flanger, phaser, octaver, pitch shifter, tremolo che vanno inseriti

quasi esclusivamente nel "Loop Effetti" dell'amplificatore (il "Loop Effetti" o la "Mandata e Ritorno" si colloca

tra preamplificatore e finale di potenza); questi tipi di effetti sono sconsigliati in una mandata e ritorno di

tipo "seriale", sono altrettanto consigliati se il proprio amplificatore dispone di una mandata e ritorno in

"Parallelo". Anche alcuni processori dinamici come il compressore e il noise-gate vengono applicati al segnale della chitarra per modificare l'inviluppo del suono. L'utilizzo dei pedali al fine di effettare il suono è

una scelta strettamente correlata con lo stile del chitarrista in questione. Così come Jimi Hendrix usava

molto nelle sue esecuzioni il wah-wah e il Dallas Arbiter Fuzz Face, David Gilmour in alcuni periodi ha fatto

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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uso dello stesso Fuzz Face o del Big Muff modello Ram's Head, o Triangle, abbinandolo a particolari scelte

nell'uso di delay dapprima a nastro come il Binson Echorec e poi digitali come l'MXR Digital Delay, il TC2290

prodotto dalla TC Electronics o il Tape Echo Simulator (T.E.S.) costruito da Pete Cornish a partire dal circuito

del Boss DD2.

Tecniche Nonostante la presenza di un gran numero di effetti dei più svariati tipi, l'abilità del chitarrista resta

l'elemento più importante nell'esecuzione delle varie tecniche, divenute nel corso del tempo parte integrante

dell'istruzione musicale di coloro che si avvicinano a questo strumento. Fra le tecniche più famose e comuni

vi sono: il bending, il vibrato, lo slide, il palm mute, il legato, hammer on e pull off, il tapping, gli armonici

naturali e artificiali e lo sweep-picking.

Marchi principali

Uno dei marchi principali sul mercato è sicuramente Fender costruttrice di bassi e chitarre elettriche sin dagli anni cinquanta; dopo essere stata sull'orlo del fallimento negli anni ottanta ora produce 2000 chitarre

al giorno. La Fender Musical Instrument Corporation possiede inoltre altri marchi di chitarre come Gretsch,

Guild e Jackson Guitars.

Le chitarre Fender, principalmente i modelli Stratocaster e Telecaster, sono utilizzate praticamente in ogni

stile, dal surf anni cinquanta, al country, al blues, al classico rock anni sessanta e all'heavy metal, come Dave

Murray. Fender è ormai un simbolo della musica rock rimasto quasi inalterato anche negli anni settanta,

ottanta e novanta. In questi ultimi anni molti chitarristi Indie, o in cerca di sonorità nuove, utilizzano spesso

modelli di Fender ritenuti "minori" quali Jazzmaster, Jaguar e altri. Utilizzata in maniera minore nel jazz, in

cui si preferiscono spesso modelli semiacustici. In particolare, il suo modello di punta, Stratocaster introdusse una serie di importanti innovazioni, tanto che alcuni la considerano la chitarra più influente mai

prodotta. Molti chitarristi come Jimi Hendrix, Eric Clapton o John Mayer utlilizzano infatti chitarre Fender,

per lo più Stratocaster. Sia di Mayer che di Clapton sono in vendita copie delle chitarre da loro usate

(Stratocaster) su cui è stampata la loro firma.

Concorrente diretta di Fender è Gibson, marca che produce chitarre largamente utilizzate in tutti i generi,

dal jazz (in cui è da sempre leader), al blues, ai generi più duri come ad esempio l'hard rock (AC/DC e Slash).

Caratteristica principale di queste chitarre è soprattutto l'utilizzo dei pickup humbucker e di legni

particolarmente pesanti. I modelli principali "solid body" della Gibson sono la Les Paul, la SG o "diavoletto", la

Flying V, la Explorer e la Firebird. Particolarmente noti sono anche alcuni modelli "hollow body" come la L-5 e la ES-175 e "semi-hollow" come la ES 335. La Gibson è nota anche per molti modelli di chitarra acustica quale

le J45, la Hummingbird e altre.

Come Fender, anche Gibson ha acquisito altri marchi di chitarre. La Epiphone, ad esempio, è stata acquisita

dalla Gibson negli anni sessanta proprio per limitare la concorrenza. In questi ultimi anni Epiphone fabbrica

molti strumenti simili ai modelli Gibson ma in forma più economica. Si ricorda però che i Beatles hanno usato

spesso modelli Epiphone che in quegli anni erano strumenti di notevole qualità. Modello di punta Epiphone è la

Les Paul. Inoltre Epiphone continua a produrre modelli originali di chitarra di propria iniziativa, come la

celebre Casino o la Epiphone Wilshire.

Un'altra marca molto apprezzata è la Paul Reed Smith(abbreviata spesso in PRS), con un sound molto versatile e adatto a numerosi generi musicali (dal blues rock, fino al metal). PRS è un marchio in fondo molto

nuovo sul mercato ma è riuscita ad affermarsi ed a crearsi una nicchia di mercato molto interessante. Il

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322

chitarrista messicano Carlos Santana è stato forse il primo professionista ad usare chitarre PRS e a

portarle di fronte al grande pubblico.

Di notevole pregio sono anche la ESP Guitars, anch'essa produttrice di numerosi modelli, adatti soprattutto

ai generi più "estremi"; Ibanez marchio giapponese che produce molti modelli di chitarre, di tutti i livelli,

spesso utilizzate dai "virtuosi" o shredder (Steve Vai, Joe Satriani, ecc) ma produce anche chitarre adatte a

blues come ad esempio il modello George Benson.

Dean Guitars produce chitarre tradizionalmente utilizzate per il genere metal (Pantera, Gwar, Michael Angelo Batio, Alter Bridge). Ma non solo, la Dean è nota anche per chitarre utilizzate da artisti che, seppure in

ambito hard rock, hanno radici più blues (ZZ Top). Con simili caratteristiche tecniche troviamo le BC Rich e la

Jackson, quest'ultima di proprietà della già citata Fender.

Ruolo della chitarra in un gruppo musicale

A seconda del ruolo che ha una chitarra in un gruppo musicale, si può distingure tra chitarra ritmica e

chitarra solista.

Chitarra ritmica

La chitarra ritmica (o chitarra di accompagnamento), specialmente nel rock, è la chitarra che si suona per

accompagnare armonicamente e dare ritmo a un brano: in questo senso il suono non risalta in maniera

particolare.

Più in generale, la chitarra ritmica viene contrapposta alla chitarra solista, ma può indicare anche solo la

funzione ricoperta da uno strumento: spesso infatti, in realtà, i due ruoli all'interno di un gruppo vengono

ricoperti da una sola persona. Nel caso che nel gruppo ci siano invece due chitarre, di solito un chitarrista

esegue solamente la sezione ritmica, mentre l'altro si concentra sia su quest'ultima sia sugli assoli. Al contrario di quello che si può pensare, suonare la chitarra ritmica non è molto più facile che farlo con la

chitarra solista, infatti questo strumento da un'impronta fondamentale al "sound" di una canzone.

Molte band presentano una sola chitarra, quali Led Zeppelin, U2, Bon Jovi, Queen, Pink Floyd, Red Hot Chili

Peppers, Green Day, Blink 182 solo per citarne alcuni. Presentano (o

presentavano) invece nella formazione più di una chitarra gruppi come Scorpions, Aerosmith, Beatles, Guns

N' Roses, Kiss, Clash o Rolling Stones e addirittura gli Iron Maiden, che presentano tre chitarre simultanee.

Va inoltre sottolineato che, il più delle volte, il ritmo della chitarra differisce sia da quello della melodia sia da

quello dato dalle percussioni.

Chitarra solista

La chitarra solista è invece la chitarra che ha la funzione di sostituire, anziché accompagnare, la voce per la

durata di una strofa (il cosiddetto assolo); potendo andare oltre l'estensione vocale viene utilizzata quindi

per variarne e arricchirne la melodia.

È utilizzata in alcuni gruppi in aggiunta alla chitarra di accompagnamento: infatti se la chitarra

d'accompagnamento dovesse interrompere un giro di accordi per iniziare un assolo, sarebbe difficile non

notare un istante di stacco; tuttavia in alcuni gruppi con molta esperienza ciò non accade, ovvero il chitarrista di accompagnamento esegue anche assoli, lasciando temporaneamente la parte ritmica al basso

e/o al pianoforte.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

323

Storia della chitarra

Prima dell’invenzione della moderna chitarra elettrica, la chitarra era definita come “uno strumento

musicale a corde, dotato di un lungo manico su cui si trova la tastiera e una cassa armonica in legno con

i lati generalmente ricurvi”.

Strumenti simili alla chitarra esistono da almeno 5000 anni, ma la chitarra a sei corde, meglio conosciuta

come chitarra classica, apparve per la prima volta in Spagna come risultato di una lunga e complessa

storia e di diverse influenze culturali.

Come quasi tutti gli strumenti a corda europei, si può affermare con certezza che la chitarra è di derivazione

medio-orientale. Nelle antiche lingue medio-orientali e nel sanscrito, la parola “Tar” significa infatti “corda”,

ecco che il Sitar indiano sta per “Strumento a tre (Se) corde (Tar)”, ovviamente anche il moderno Sitar

si è evoluto nel tempo fino a raggiungere l’aspetto attuale .

La più antica rappresentazione iconografica di quella che a tutti gli effetti appare come una chitarra

(riconoscibile dalla particolare forma della cassa armonica con i lati ricurvi) risale ad un bassorilievo

datato 1400-1300 A.C. (proveniente dall’insediamento Ittita di Alaja Huyuk in Turchia) in cui è raffigurato un

bardo Ittita intento a suonare lo strumento

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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La moderna chitarra deriva dallo strumento latino “Cithara” portato dai Romani in Spagna nel 40 dC, ed in

seguito sviluppata dai conquistatori arabi. Nel resto dell’Europa si diffonde invece il “Liuto” scandinavo , a

causa delle invasioni Vichinghe all’interno del continente.

La spagnola “Vihuela” o “viola da mano” è uno strumento del 15°/16° secolo che, a causa delle sue

numerose analogie è considerato l’antenato prossimo della moderna chitarra .

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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La Vihuela si accordava come il Liuto e aveva il corpo di una chitarra araba . Ha goduto di un breve

periodo di popolarità per poi venire sostituita dalla moderna chitarra. Non è chiaro se la fusione dei due

strumenti abbia rappresentato una forma di transizione spontanea o sia stata effettuata in maniera

intenzionale per differenziare la chitarra europea da quella di origine araba.

La famiglia di liutai “Vinaccia” è nota sia per aver inventato il mandolino, sia per quelloche sembra essere

il più antico esemplare di chitarra a sei corde esistente: un modello costruito a Napoli nel 1779 e firmato

da Gaetano Vinaccia.

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

326

Le attuali dimensioni della chitarra classica sono state stabilite nel 1850 a Siviglia dal famoso chitarrista

e liutaio spagnolo, Antonio Torres Jurado (1817-1892).

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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FILASTROCCHE

Col pianoforte in spalla

Col pianoforte in spalla

Michele il giramondo attraversa valli e monti,

colline, fiumi e ponti,

si ferma quando vuole,

all’ombra oppure al sole,

e suona le canzoni

che inventa lì per lì.

Col pianoforte in spalla…

LA MI DO RE SI SI – SOL LA SOL FA SOL LA

LA SI DO RE MI FA SOL LA…

LA - SI…

Col pianoforte in spalla

Michele giramondo

cammina fra le dune,

le steppe e le lagune.

Poi quando vien la sera

si siede alla tastiera e ad ogni stella in cielo

la buona notte dà.

Col pianoforte in spalla…

SI FA RE FA MI DO DO – LA SI LA SOL

LA SI

SI DO RE MI FA SOL LA SI…

SI – SI…

Col pianoforte in spalla

Michele giramondo raggiunge le savane

le giungle più lontane

e poi senza paura

esegue con bravura

per tutti gli animali

un concertino in «FA»

Col pianoforte in spalla…

SI FA RE FA MI DO DO – LA SI LA SOL

LA SI SI DO RE MI FA SOL LA SI…

SI – DO…

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Col pianoforte in spalla

Michele giramondo

arriva una mattina

ad una porticina

si accorge all’improvviso

che quello è il Paradiso.

Gli dicono di entrare, di mettersi a suonare,

e lui felice suona

per gli angeli lassù…!

DO SOL MI SOL FA RE RE – SI DO SI LA

SI DO

DO RE MI FA SOL LA SI DO

DO RE MI FA SOL LA SI DO

DO RE MI FA SOL LA SI DO

DO SI LA SOL FA MI RE DO… Col pianoforte in spalla!

Penna Nera

O chitarra, non ti fermare:

Fammi sognare del bimbo sioux!

O chitarra, tante leggende La notte accende nel cielo blu!

Ogni notte torna Penna Nera

A ridestarsi con la sua tribù,

Ogni notte, come quella sera,

Sull'altra sponda danzano i sioux.

Ran-ta tan- tan… rullano i tamburi!

Ran-ta tan-tan… S'ode scalpitar!

Cento frecce, cento sogni puri Il vecchio fiume si trascina al mar!

Penna nera, bambino indiano,

Nei miei sogni vivrai perché

Ogni sera, qui, piano piano

La mia chitarra suonerà per te!

Ogni notte torna Penna Nera

A ridestarsi con la sua tribù,

Ogni notte, come quella sera,

Vicino al fiume danzano i sioux! O chitarra, non ti fermare:

Fammi sognare del bimbo sioux…!

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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Un'arpa che cos'ha?

Corde che si sfiorano.

Un'arpa che cos'è?

Uno strumento d'angeli:

ma quelli che la suonano siamo io e te.

Un'arpa dove sta?

Nell'orchestra angelica.

Un'arpa che cos'è?

Vibrazione magica:

ma chi ci fa la musica

siamo io e te.

Un'arpa cosa fa?

Degli accordi morbidi. Un'arpa, per chi è?

Per i cori angelici:

ma chi la pizzica

siamo io e te.

Strumento d'angeli

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POESIE

Vecchio pianoforte

Suona piano suona

Finché avrai voce

Finché avrai forza

Finché avrai chi ti ascolta Inonda con le tue note

Tutta la volta della misera terra

Riempi l’aria e il deserto laggiù,

Perché il tuo suono

percorra queste strade

e il tuo canto più dolce della rugiada

giunga consolatore

all’afflitto cuore di giovani amanti

per alleviare qualche ferita

che per troppo tempo è stata impartita.

Suona piano suona

Finché avrai voce

Finché avrai forza

Finché avrai chi ti ascolta

Non indugiare

Fammi sentire le tue corde vibrare e produrre un canto suadente

per questo cuore sofferente.

Sii mia musa

perché io scriva ciò che sento

cosi dentro di me

il tuo suono sarà più forte

sarà luce di un sentiero desolato

Suona piano suona

Finché avrai voce Finché avrai forza

Perché c’è ancora chi ti ascolta.

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La chitarra

Incomincia il pianto

della chitarra.

Si rompono le coppe dell'alba.

Incomincia il pianto

della chitarra.

È inutile

farla tacere.

È impossibile

farla tacere.

Piange monotona

come piange l'acqua, come piange il vento

sulla neve.

E impossibile

farla tacere.

Piange per cose

lontane.

Arena del caldo meridione

che chiede camelie bianche.

Piange freccia senza bersaglio la sera senza domani

e il primo uccello morto

sul ramo.

Oh, chitarra,

cuore trafitto

da cinque spade!

L'Arpa

Mano tesa all'incanto

di seta crini sfiori,

memorie che il cuore gela

da ferace terra smuovi;

la tua voce Eolo chiama e spira a nuova vita,

alma finora piegata

tu richiami la spiga.

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FAVOLE

Il Pianista dei bambini

Un tempo nel paese di P… viveva un giovane pianista amico dei bambini. Egli amava scrivere e suonare solo canzoni e musiche che piacessero ai bambini. Egli era molto popolare tra i ragazzi e loro gli volevano molto

bene, perché grazie alle sue melodie giocavano allegri e felici cantando a squarciagola le allegre filastrocche

ed i ritornelli. Il giovane pianista non guadagnava molti soldi per il suo mestiere, ma con quella piccola

somma riusciva a vivere dignitosamente al suo paese; e poi a lui bastavano i sorrisi e le risate dei suoi amici

bambini, che riusciva a rendere felici. Un giorno, un ricco e famoso direttore di una casa discografica, capitò

per caso nel paese di P…e notò che tutti avevano un aria felice e distesa, soprattutto non potè non far caso

al fatto che: tutti ma dico davvero tutti, grandi e piccini, cantavano le stesse canzoni. Inoltre le radio locali

passavano solo le musiche del giovane pianista; e pure la banda del paese aveva rivoluzionato tutto il vecchio

repertorio, per far posto a quelle deliziose melodie. - Ditemi subito chi è costui!- disse il famoso direttore - anzi ditegli che voglio incontrarlo al più presto!- e fu così che di lì a poco il direttore della famosa casa

discografica se ne andò, portandosi sottobraccio un contratto nuovo di zecca fatto ad un nuovo talento. E fu

così che il giovane pianista, ancora un po' sorpreso per tutti gli apprezzamenti e le promesse che aveva

ricevuto da quell'uomo, si ritrovò con ben dieci nuove canzoni da scrivere per la settimana s eguente. E così

per il giovane iniziò una nuova vita. Non usciva più a giocare con i suoi amici bambini che rimanevano sempre

più delusi, ma il pianista ora non aveva davvero più tempo per loro. Certo le sue canzoni stavano diventando

il successo discografico del momento, e lui stava guadagnando decisamente molti soldi. Ma in paese poca

gente continuava a cantare le sue canzoni. Ed anche la i giovani musicisti della banda avevano da tempo

ripreso il classico repertorio, abbandonando le creazioni di quello che era stato il loro autore preferito. E le radio locali non programmavano più volentieri le sue canzoni. Avevano in tutta fretta sostituito quegli spazi

con un doppia edizione delle notizie del giorno! Insomma la sua nuova musica gli faceva sì guadagnare più

soldi, ma non gli permetteva più di arrivare al cuore della gente, anche perché tutto quello che aveva scritto

e suonato non piaceva nemmeno a lui. Era una musica senza anima, imposta dalla casa discografica e che

seguiva solo le "fredde regole del mercato musicale". Inutile dire che tutti i bambini del paese di P… erano

divenuti tristi, e non giocavano più con lo stesso entusiasmo di prima. Ed il giovane pianista, consapevole di

tutto questo, era divenuto profondamente infelice. Allora un giorno i bambini decisero di fare qualcosa. Si

riunirono di presso il parco e chiesero aiuto al cielo. Dopo poco tempo ecco si videro arrivare una piccola nuvola, alla quale spiegarono tutta la storia. Ed ella ben volentieri decise di aiutarli: - non preoccupatevi

bambini- disse ella con entusiasmo -vedrete che risolveremo presto la situazione!- la nuvola volò diritta

verso la casa del giovane pianista, e senza farsi vedere, si avvicinò alla sua finestra. Lo vide chino, triste con

la testa appoggiata malamente sulla tastiera del suo amato pianoforte. La casa era in disordine, e gli spartiti

se ne stavano lì, buttati male e stropicciati su una sedia. Allora la piccola nuvola prese un bel respiro, e

soffiò con tutta la sua forza all'interno della stanza, provocando un vento che ovviamente mandò per aria

tutti gli scritti del pianista. - oddio!- Urlò il giovane pianista -il mio lavoro! devo consegnarlo entro domani!!!-

i fogli si posarono per terra, sparsi ovunque per la stanza, ed il ragazzo sconsolato iniziò con pazienza a

raccoglierli. Si accorse che per fortuna i fogli non si erano persi, ma vide con stupore che: come per magia, tutti quello che c'era scritto sul pentagramma era al contrario! Come se tutta la sua musica fosse stata

scritta a rovescio! Incredibile! Ed egli scoppiò a piangere disperato dicendo: - Non riuscirò mai a completare

il lavoro per domani! Ormai è tutto rovinato ahimè!- Fino a che l'ultimo foglio, che ancora svolazzava per la

Laboratorio pedagogico musicale: conosciamo gli strumenti.

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stanza, andò a posarsi esattamente sul leggio del pianoforte. Il giovane pianista lo scrutò un attimo, e poi di

istinto iniziò a suonare quelle "nuove note". Si accorse che stava eseguendo una musica molto gradevole e

divertente. I bambini, che da tempo se ne erano stati nascosti ad osservare tutta la scena, erano tornati a

giocare felici, cantando con entusiasmo la nuova canzone. Poco tempo passò e tutto il paese di P…tornò ad

essere toccato da quella musica, che arrivava davvero dritto al cuore di ognuno. Ovviamente la casa

discografica non apprezzò affatto il lavoro del giovane pianista, ed il direttore molto in collera lo licenziò la

mattina seguente. Ma lui davvero non era triste, anzi non riusciva a smettere di ridere e lo faceva pensando che presto sarebbe tornato dai suoi giovani ammiratori, quei bambini che lo avevano aiutato e che avevano

creduto in lui. Voleva rivederli presto, per raccontare loro di come una nuvola, con un soffio di vento, era

riuscita non solo a cambiare i suoi spartiti, ma a cambiare anche il suo modo di pensare, facendogli scrivere

e suonare grandi cose, ma pensate con l'efficace e straordinaria semplicità che hanno tutti i bambini.

Il folletto della chitarra.

Cap. 1.

Il mugnaio che divise l’eredità tra i suoi tre figli, al terzo lasciò , lasciò una vecchia chitarra. Il

giovane vedendo che i suoi fratelli avevano avuto in eredità uno il mulino e l’altro l’asino, assalito da un più

che giustificato accesso d’ira, stava per distruggere la chitarra sul primo paracarro che s’era trovato a

portata di mano … ma in quello, dalla cassa armonica uscì una voce, che pareva quella d’un bambino:

“Non farlo!” supplicò, “ti potrò essere d’aiuto più di quanto tu possa immaginare”. “Perso per perso!” replicò lui, e si rimise a tracolla la chitarra.

La voce non era quella della chitarra, ma quella d’un folletto che vi si nascondeva, e che sapeva

suonare delle melodie fantastiche, come se lo strumento fosse stato in mano ad un esperto chitarrista. Il

giovane che non sapeva suonare la chitarra, prese a girare le osterie del paese, offrendosi come suonatore.

Lui faceva finta di suonare, ed il folletto suonava al suo posto con una maestria ed una sensibilità fuori dal

comune.

Mentre i suoi fratelli sudavano con l’asino e con il mulino, lui faceva i soldi suonando la chitarra.

Avrebbe dovuto sentirsi appagato. Ma come si sa nelle disgrazie ci si adatta, invece nella felicità non ci si

accontenta mai. “Ma cosa vorresti veramente?” gli chiese un giorno il folletto.

“Vorrei essere io a saper comunicare le emozioni che tu sai comunicare, fingendo il suono della

chitarra!”

“Sarà, come vuoi tu” disse il folletto, e detto fatto entrò nel corpo del giovane, che da quel momento non

solo sapeva suonare la chitarra, ma prese a parlare con tale finezza, oratorio da far incantare chi lo stava

ascoltando. Nessuno era più bravo di lui a intrattenere la gente, a raccontare barzellette. Diventato il più

bravo comunicatore del Regno iniziò a fare affari e soldi a palate e costruì un impero economico che non

aveva uguali. Il re gli diede in sposa la figlia e lui ricambiò facendo in modo che tutto il popolo fosse in adorazione

del suo re. Tutti erano contenti, perché l’importante non è essere veramente contenti, ma essere convinti di

esserlo. Alla morte del suocero, divenne re al suo posto, e non accontentandosi ancora, si fece proclamare

imperatore.

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Cap. 2

Il giovane suonatore di chitarra diventato imperatore, voleva essere considerato tale, ma come si sa, re si

nasce, non si diventa. Non potendo cambiarsi dentro, divenne per lui una ossessione quella del cambiarsi

fuori. Passava molto del suo tempo con i chirurghi estetici a trapiantare capelli ed a stirare rughe, e con

tutti gli imbonitori che gli proponevano dei miglioramenti estetici. Un giorno gli si presentarono due sarti capaci a loro dire di realizzare un tessuto che secondo Christian Andersen aveva la peculiarità di risultare

invisibile agli stolti ed agli indegni. I suoi cortigiani, richiesti di verificare la veridicità delle affermazioni dei

due sarti, non riuscirono evidentemente a vedere il vestito; ma per non essere giudicati male, lodarono

all'imperatore la magnificenza del tessuto. L'imperatore, convinto, si fece preparare dai sarti imbroglioni un

abito. Quando questo gli venne consegnato, però, l'imperatore si rese conto di non essere neppure lui in

grado di vedere alcunché; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decise di fingere e di mostrarsi

estasiato per il lavoro dei tessitori. Col nuovo vestito sfilò per le vie della città di fronte a una folla di

cittadini che applaudivano a gran voce l'eleganza del sovrano. L'incantesimo si spezzò per l’intervento di un

bimbo che, sgranando gli occhi, gridò: "ma non ha niente addosso!"; da questa frase derivò la famosa frase: Il re è nudo.

Può essere sia andata così. L’imperatore era tanto pieno di sé e il suo popolo aveva così perso la testa per il

suo imperatore che è plausibile si sia dovuti dipendere dall’innocenza di un bambino per scoprire la verità.

Due esperti in elettronica ed informatica. Raccontarono di aver inventato lo specchio dei desideri: uno

specchio capace di riproporre la tua immagine non come è ma come tu desidereresti fosse. L’imperatore

volle provare il nuovo congegno che funzionava a meraviglia: si metteva nudo davanti allo specchio, e si

vedeva senza pancia, con le membra asciutte e scattanti come quelle di un ventenne.

“Si potesse fare in modo che anche il mio popolo mi veda così!”

“Si può,” gli dissero i due tecnici, “con alcuni microchips opportunamente collocati sotto pelle si otterrà lo stesso risultato”

L’imperatore si sottopose all’operazione e prese a farsi vedere ai suoi cortigiani nella sua villa al mare. “Che

corpo da eroe greco!” fu il commento che si passarono tutti di bocca in bocca. Ciò che vedeva lui per la sua

vanagloria, loro vedevano per la loro piaggeria!...

fu un bambino, un giorno che si era avventurata nella spiaggia pubblica per farsi ammirare. Guardandolo

pavoneggiarsi commentò: “Che schifo di vecchio!”

Cap. 3 Si perché anche nel migliore dei mondi possibili gli uomini invecchiano. Il giovane con il folletto, era

diventato un uomo maturo e poi lentamente, pur essendo diventato imperatore, cominciò ad invecchiare.

Ma non invecchiano invece i folletti!... E questo divenne di giorno in giorno un problema sempre più

grave. Le battute d’un giovane nella bocca d’un vecchio, sembrano bestemmie dette in chiesa durante una

funzione religiosa…Il folletto che era in lui era sempre lo stesso, ma lui era diverso, e ciò che un tempo

faceva ridere, ora faceva pena…

La figlia del re prese a vergognarsi d’un marito che era costretto, per colpa del folletto, a mostrarsi

spiritoso, ma che ormai faceva ridere solo i suoi valletti, che ridevano a pagamento.

Come sia poi finita non si sa! Sembra che la figlia del re, che era molto più giovane di lui, abbia cominciato a vergognarsi, e sia finita a sposare uno più fine di lui.

Senza più titoli fu allontanato dal castello, ed a poco a poco tutti si allontanarono da lui…

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Il nostro restò solo con la chitarra, che aveva avuto in eredità, ma che però non sapeva suonare….

Cap. 4.

Il suo Regno, come quello del Faraone d’Egitto è stato condannato a subire il supplizio delle sette piaghe,

prima di riuscire a trovare il suo Mosè.

La prima fu la piaga delle cavallette. Il regno ne fu invaso. Ma non erano cavallette normali che si cibano del verde dei prati, erano cavallette finanziarie che preferivano il verde dei cento euro e dei suoi derivati. A colpi

di cento euro e derivati si mangiarono tutti i risparmi del Regno e d’ogni singolo cittadino. Ci fu quindi una

terribile carestia. Tanti cittadini non arrivavano alla quarta settimana del mese, un po’ alla volta, neppure alla

terza…

Il re si arrabbiò con i suoi messaggeri che continuavano a parlare di carestia. Li pagò tutti perché

smettessero di dir bugie e poi emanò un editto per dichiarare che la carestia era solo psicologica e che si

doveva curare con l’ottimismo. Il problema non era la fame, ma la fame percepita, ed era questa percezione

che si doveva combattere. I sudditi così presero a non percepire la fame ed a morire felici, senza

accorgersene… Per fortuna, alla fine ci fu un intervento di disinfestazione mondiale, che distrusse anche le cavallette del

Regno. Ma di questo nel Regno non si parlò, e tutti alla fine si convinsero che era stata la cura dell’ottimismo

per far morire le cavallette, ed a porre fine alla carestia…

L’arpa magica

l villaggio di Katy si trovava immerso in un bosco bellissimo e, fino a quel giorno, non c'era mai stato niente

di bello da fare.

Passeggiando per il bosco, quel giorno, la bambina, sentì un suono bellissimo ….

Sembrava un'arpa ….. chissà chi la stava suonando?

Quando si avvicinò all'albero dal quale, secondo lei, proveniva il suono, si accorse che c'era uno stregone,

vestito di nero con un mantello blu, decorato di stelle.

Katy rimase impietrita. "Non avere paura bambina, mi chiamo Acov e non sono cattivo" la tranquillizzò il

mago. "Allora cosa ci fai qui da solo?…"

"Suono l'arpa, mi piace …" rispose triste il mago.

"E' un'arpa magica, lo sai?" continuò lui "Può far invertire le cose. Non so, se uno è un servo può diventare

un principe …"

"Davvero?!!!!!" si stupì Katy.

Acov ricominciò a suonar e … che bello quel suono...

La bambina si chiedeva come mai l'aveva un mago, quell'arpa, lui che poteva esaudire già da solo, molti

desideri …

Una voce chiamò la bambina: era la madre che le diceva di tornare a casa. "Devo andare Acov, ritorno domani, ciao"

"Ciao" salutò il mago.

Il giorno dopo Katy, era già lì, nel solito albero, ad aspettare il mago. Infatti arrivò ma non aveva l'arpa.

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"Perché non hai l'arpa?" domandò la bambina. "Mi piace quel suono dolce ….."

"Perché sono vittima di una maledizione: di notte sono cattivo, di giorno buono. Il suono dell'arpa mi dovrebbe

far tornare buono per sempre, ma non lo fa" si disperò Acov.

"Chi è che ti ha fatto questa maledizione?"

Acov raccontò tutta la storia.

Era stato il re Artù che voleva che facesse magie per vincere guerre e lui, siccome era un mago buono, non

voleva, così, Artù, lo maledisse. In quel momento Acov pensò che forse Katy poteva aiutarlo, ma non riusciva a capire come …

Così chiese al mago "Perché non ti aiuto io? Magari nel libro degli incantesimi c'è una formula che ti salva …"

"Sì c'è, solo che Artù mi ha rubato il libro.."

Katy doveva aiutarlo e così decise di andare al castello del re … Quando era già sulla strada del castello,

ragionò e pensò che Artù non avrebbe mai dato il libro a una bambina, così Acov la trasformò in una medico

del castello.

Arrivata, Katy, disse che le serviva il libro degli incantesimi, per salvare il villaggio da un'epidemia.

Artù, seduto sulla sua poltrona d'oro, fissò il medico, indeciso …..

"Quando sarebbe venuta quest'epidemia?!" "Pochi giorni fa e va curata, se no il villaggio non guarisce così, non ci sono più medicine ….."

"Va bene, te lo do" si convinse Artù.

"E' proprio ingenuo" pensò ridendo Katy.

Tornata nel bosco portò il libro degli incantesimi ad Acov.

A pag 30 c'era scritto "per far cancellare una maledizione bisogna suonare l'arpa magica, ma la può suonare

solo un'anima pura".

Acov cercò di pensare chi poteva essere "l'anima pura" e, ad un certo punto, capì.

Katy! Era Katy l'anima pura, perché era una bambina!

Il mago buono accompagnò la bambina a visitare la sua piccola casa a forma di scarpa e le chiese di suonare l'arpa.

Ma non succedeva niente… l'incantesimo non si spezzava!

Forse non andava perché Katy aveva detto una bugia e non era pura?

O forse Artù non le aveva dato il libro giusto?

Era più probabile la prima ipotesi perché il re era veramente ingenuo.

Katy, triste, tornò al villaggio dai genitori e si accorse che delle persone erano veramente malate e avevano

delle piaghe su tutto il corpo!

Triste e contenta allo stesso tempo, sapeva che ora poteva salvare sia il villaggio che il mago … non era più una bugia!

Prese il libro degli incantesimi per cercare la formula giusta e in un secondo, tutte le persone malate

guarirono …

Il giorno dopo Katy arrivò subito alla mattina, alla casa a forma di scarpa.

Acov era a letto che sapendo che tanto di notte, sarebbe sempre dovuto tornare cattivo.

"No, Acov, non piangere!" "Ora va l'arpa, non era una bugia! Alcuni al villaggio avevano veramente l'epidemia

…!" gridò Katy.

"Davvero? Sai, sono stato io a farla arrivare, così almeno potevo liberarmi dalla maledizione!". Katy pensò

che era stato egoista, ma a volte bisogna esserlo, se non si vuole restare in brutte situazioni.

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L'arpa infatti andava e Acov si liberò dalla maledizione. Poteva finalmente essere un mago buono, non solo di

giorno. L'arpa era veramente magica perché anche Artù divenne buono, da quel giorno, in cui Katy, salvò

tutti.