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NEL GIARDINO DELLA REGINA

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Gianpaolo Borghi, Ass. Cultura Comune di ArgelatoDonatella Cimatti, Ass. Cultura Comune di Castel MaggioreFabio Govoni, Ass. Cultura Comune di San Giorgio di PianoSimona Bortolazzi, Ass. Cultura Comune di San Pietro in Casale

Comune di ArgelatoDirettore Area Servizi alla Persona Dott.ssa Anna Campanini Servizio Cultura Cosetta Pasquali

Comune di Castel MaggioreDirettore Area Servizi alla Persona Angela Petrucciani Servizio Cultura Micaela Seazzu

Comune di San Giorgio di PianoDirettore Area Servizi alla Persona Dott.ssa Giuliana Minarelli Servizio Cultura Dott.ssa Giorgia Regattieri

Comune di San Pietro in CasaleDirettore Area Servizi alla Persona Raul DurantiServizio Cultura Giorgia Govoni e Paola Tolomelli

FotoMassimo Stefani

LayoutMaurizio Grassi

StampaGrafiche Damiani, Bologna

Traduzione a cura di Jane Johnson

Con il patrocinio di

Con il contributo di

Città di Castel MaggioreAssessorato alla Cultura

Comune di ArgelatoAssessorato alla Cultura

Comune di S. Giorgio di PianoAssessorato alla Cultura

Comune di S. Pietro in CasaleAssessorato alla Cultura

Testo critico di Giorgio Di Genova

Claudio BenghiNEL GIARDINO DELLA REGINA

Provincia di Bologna

Nel cuore dell'Emilia, al centro dei valori.

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Si potrebbe scrivere moltissimo dei buoni e semplici motivi per cui ospitare una mostra delle opere di

Claudio Benghi, cercherò di essere conciso e concentrarmi solo su tre di questi.

Il primo è la capacità delle opere di Benghi di trascinare chiunque le osservi al proprio interno, nel

mondo da lui rappresentato e che appare assai diverso da quello che viviamo ogni giorno. Anche a

colui che frequenta poco l’arte, quei quadri ti avvolgono in un piccolo mare di colori ben organizzati in

un significato e risvegliano la parte più sognatrice di ognuno di noi.

Il secondo è il ritorno ad un mondo che molti di noi non ricordano più, ma che conserviamo sempre e

che si rinnova ogniqualvolta ci fermiamo a giocare con un bambino, a guardarlo, ad ammirarne il sor-

riso o la disperazione del pianto: il mondo della nostra infanzia, che molte persone non hanno avuto la

fortuna di vivere appieno o serenamente, ma che continua a pulsare nel profondo del nostro cuore.

Il terzo è l’attenzione di Benghi all’importanza del simbolo, al significato delle figure e dei colori. In tutte

le comunità, i simboli sono sempre stati un elemento di unità delle persone, poichè in modo semplice,

trasmettevano un’idea, un concetto, un’appartenenza e oggi a fatica li riconosciamo, così abituati ad

un immaginario ormai inesistente o già svelato in ogni sua parte. Se passeggiamo per le nostre città

o paesi, possiamo renderci conto di quanti siano i simboli impressi nei palazzi, nelle colonne, in ogni

angolo, ma spesso li guardiamo senza osservarli veramente, senza chiederci cosa significano.

Per chi aspira a promuovere la cultura come riscoperta della voglia di esprimersi di ognuno di noi e

come elemento di appartenenza, non può lasciarsi sfuggire l’occasione di proporre questo percorso;

per questo i Comuni di Argelato, Castel Maggiore, S. Giorgio di Piano e S. Pietro in Casale hanno scelto

di ospitare le opere di Benghi nei loro luoghi dedicati all’arte e in occasione della Giornata Mondiale

dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che ricorre il 20 novembre di ogni anno, per trasmettere ai piccoli e agli

adulti un messaggio chiaro: l’arte, in ogni sua forma, è ciò che appartiene ad ognuno di noi e il modo

in cui viene espressa, che sia pittura, scultura, scrittura o poesia, è sempre la somma della nostra espe-

rienza umana e della nostra conoscenza, elaborata dalla nostra mente e impressa su una tela, piuttosto

che plasmata, piuttosto che scritta su una pagina bianca.

Nel sfogliare il catalogo della mostra di Benghi, la cosa più importante è abbandonare ogni preoccu-

pazione quotidiana e immergersi nelle opere raffigurate, lasciarsi coccolare dai colori e dalle figure, fin

quando non si arriva a raggiungere un profondo senso di serenità.

E dopo ciò sognare, per tutto il tempo che vogliamo, il mondo che vorremmo!

L’Assessore alla Cultura

Comune di S. Giorgio di Piano

Fabio Govoni

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Giorgio Di Genova

BENGHI, OVVERO IL PROFUMO DELL’INFANZIA PERDUTA

Chi frequenta il mondo magico delle fiabe sa benissimo che l’eroe per raggiungere il suo scopo deve

superare tre prove e solo dopo averle superate ottiene ciò che desidera. Gli studiosi di folclore, come

il russo Vladimir J. Propp, autore di Morfologia della fiaba e Le radici storiche dei racconti di fate, e gli

psicanalisti che hanno analizzato i significati delle fiabe, come Bruno Bettelheim, che ha vagliato con

gli strumenti della psicoanalisi numerose fiabe nel suo Il mondo incantato, e Marie-Luise von Franz, che

ha dedicato numerosi volumi sull’argomento, definiscono questo topos ricorrente nelle fiabe “triplica-

zione”. Se lo sfortunato Bettelheim, a proposito della triplicazione, tra i tanti racconti si sofferma su Il

pescatore e il Genio e su I tre porcellini, la junghiana von Franz nel suo Le fiabe interpretate analizza in

ben tre capitoli la fiaba Le tre piume, giungendo nel secondo di essi a segnalare l’esistenza di una quar-

ta prova: “Neppure la terza prova convince il re e i suoi due figli maggiori. E’ questo un motivo classico,

quello delle tre prove, seguite da una finale. Si afferma spesso che il numero tre ha un grande ruolo

nelle fiabe, ma io dico che un conto preciso ci pone generalmente dinanzi al quattro. Qui, per esempio,

ci sono tre prove, è vero: il tappeto, l’anello e la damina. C’è però quella finale, il salto attraverso il cer-

chio. Nelle fiabe questo ritmo è tipico. Ci sono tre ritmi simili, e poi un’azione finale”1.

Ho creduto opportuno fare riferimento a questa precisazione della von Franz non solo per la incon-

fondibile impronta fiabesca della pittura di Claudio Benghi, ma anche e soprattutto per la particolarità

di questa occasione espositiva che si snoda in quattro Comuni, tutti in successione sulla via Galliera

che da Bologna porta a Ferrara, appunto come se l’artista nell’ideare questa sua antologica avesse in-

consciamente obbedito alla regola della triplicazione con l’aggiunta della prova finale, relativa ai lavori

degli ultimi tre anni, in una sorta di “cammina, cammina” esistenziale/artistico per giungere, partendo

dal personale tempo mitico del “C’era una volta”, a quello attuale che lo gratifica del presente definitivo

riconoscimento (e stavo per scrivere “incoronazione”)2.

Definitivo? Forse. Perché in arte non c’è nulla di definitivo. Ogni artista sa bene che ogni riconoscimen-

to è una tappa, sì, ma che va coltivata costantemente per mantenere col lavoro successivo quanto in

essa ottenuto e conquistato. Conoscendo la serietà di Benghi, non ho dubbi sul suo futuro di “narrato-

re” visivo di fiabe, vuoi per la sua perizia di pittore, quella perizia di cui è carente non poca pittura dei

giorni nostri, vuoi per la ricchezza dei significati simbolici da lui tramati col pennello Nel giardino della

Regina, in cui egli ci conduce.

Il “giardino della Regina” di Benghi, a ben vedere, è il corrispettivo psichico dell’en plein air degli Impres-

sionisti, un en plein air fantastico e fantasticato, ovviamente. Non siamo nel mondo fatato delle fiabe?

In definitiva Benghi, con le sue storie dipinte, parla al bambino che abita ancora dentro di noi. Vuol

farci tornare per un po’ bambini, ossia vuol ricordarci, come afferma uno psicologo, che “il bambino è il

padre dell’uomo” e che quindi è bene tornare a frequentare di tanto in tanto quel nostro padre, il quale

può prendere per mano ciascun adulto e portarlo a scoprire nuovi mondi.

E l’arte è sempre un nuovo mondo da scoprire. Dico l’arte autentica, non quella fittizia che oggi, ahimè,

prolifera nelle gallerie, nelle Fiere, nelle Biennali e nelle altre innumerevoli manifestazioni d’arte.

Il mondo di Benghi è nuovo come ogni personale universo genuinamente e senza furbizie creativo. Il

giardino della Regina è, quindi, un mondo nuovo perché è il mondo di Benghi, ossia il suo mondo, in

cui un cappellino si solleva sul capo di un uomo inginocchiato accanto ad una curva di conformazione

femminile ritmata da bocche rosse, com’è nel dipinto che riecheggia una famosa poesia di Catullo (Mil-

le baci e poi cento, 2006), in cui lo stesso cappellino si fa altrove barchetta di carta che emette fumo

1 Cfr. M.-L. von Franz, Le fiabe interpretate, Bollati Boringhieri, Torino 1��0, p. �0.

2 In una e-mail del 2� aprile u.s. Benghi, tra l’altro, mi scriveva a proposito del significato di questa personale quadruplice: “L’idea mi era inizialmente venuta appunto per sottolineare un percorso esistenziale, una strada sulla quale ho sempre vissuto, una crescita che partendo da Castel Maggiore, dove sono nato e vivo, va verso la vita. Praticamente esporrò circa 1�0 dipinti che partono dalle piccole tempere fatte nella gioventù del 1��2, dalle chine del 1��6/��, acquarelli degli anni ’�0, poi tempere su carta e tecniche miste su tavola dal 1��0 al ’��, poi oli e ancora tecniche miste fino ai giorni nostri, sempre soprattutto su tavola, ma anche su tela e su carta”.

(L’elenco telefonico di Oruec, 2006; Una barchetta da riparare, 200�), in cui una verdognola testa di

uomo calvo s’affaccia dall’alto della scena come se stesse planando accanto a La casa degli dei (200�)

ed altrove un suo consanguineo trafitto da un dardo gaiamente si libra in cielo come nel mondo di

Chagall (Sempre in volo, 2006).

Del resto il volo è un leit-motiv del fiabesco teatrino del nostro pittore di Castel Maggiore. A volare

in cielo ora è il mitologico cavallo alato, ma senza Bellerofonte, né Astolfo in groppa (Una telefonata

a Pegaso, 2005), ora è uno strano delfino (La Regina e il giardiniere, 2006), o addirittura tre delfini

col muso puntato sul braccio del marionettistico personaggio che con una sola gamba sta ritto sulla

groppa di un cavallo (Equilibrista, 2006), ora sono strane amebe spaziali a chiocciola, a chioma simil-

spugna ed a caudata corona di cellule (Delle forme apparse improvvisamente, 2006), per non dire

della candida colomba di Un viaggio dentro del 2005, dell’omologa coppia, ma con le ali marcate da

tondini-bersaglio, a mo’ di aerei da guerra inglesi, del coevo Per una rosa, di quella con le ali inchiodate

che scende in picchiata sul cuore tenuto in mano da un desolato uomo stravaccato su una sedia, pale-

semente in preda ad una delusione amorosa, (Il cuore inutile, 2006), del grosso insetto quadrialato (La

Regina dei territori di sopra, 2006), dello stormo che volteggia sopra lo steccato che recinge il noto

giardino (Nel giardino della Regina, 2006) e così via sfarfalleggiando sia attorno alla Regina (La chiave

del suo regno, Tutto il suo nettare, 2006) sia femminilmente (Una farfalla fanciulla, 2006) ed addirittura

in un interno (Due farfalle nella stanza, 200�).

Certo il volo è una conseguenza dell’ottica fiabesca, che attinge alla infantile fonte dell’animismo, dove

appunto anche gli oggetti sono viventi. E ciononostante, nel mondo di Benghi, così colmo di esseri

volanti, gli angeli, per staccarsi da terra, devono ricorrere all’altalena (Un angelo sull’altalena, 200�). Ma,

si sa, quello delle fiabe è un mondo alla rovescia, un mondo di apparenti contraddizioni, perché dietro

ad ogni contraddizione si nasconde una condensazione di simboli, che, come nei sogni, stravolge il

senso comune e logico della realtà, la quale poi non è affatto immune da stravolgimenti, come la nostra

demenziale epoca ci conferma ogni giorno.

E’ per questo che un tradizionale topos dell’arte, come la Madonna col bambino può essere riveduto ed

aggiornato secondo l’ottica benghiana con il Mago Merlino al posto di Gesù bambino ed al posto della

Madre, la Regina seduta in poltrona a gambe squinternate (Mago Merlino tra le braccia della Regina di

Oruec, 2006). Non c’è nessun intento dissacratorio nel pittore. Siamo nel regno fatato delle fiabe, e chi

se non un mago poteva essere tenuto in grembo dalla Regina madre?

Benghi si abbandona all’estro del suo Es, un estro tutto sommato ottimista, come appunto quello delle

fiabe, a differenza dei miti, per lo più pessimisti, un estro che lo guida a seguire con lo sguardo della

sua immaginazione le azioni, ovvero le situ/azioni dei protagonisti del suo “navegar” fiabesco con lo

stupore incantato del fanciullo che vive in lui.

Il suo è un “viaggio emotivo” ed insieme un sognar ad occhi aperti, appunto gli occhi del “c’era un vol-

ta” infantile del suo io, venato di malinconia, com’è logico sia per tutto ciò che non c’è più.

La pittura attuale di Benghi è un messaggio del cuore, del cuore ovviamente della fantasia, che affonda

sempre le radici nel terreno dell’infanzia, in cui tutto è nuovo e meraviglioso. O almeno così appare.

Ma a dipingere non è il fanciullino che alberga in lui, bensì il Benghi adulto che, nel suo lungo “cammina

cammina” pittorico, s’è arricchito passo dopo passo sia pittoricamente che intellettualmente, come il

“quaternio”, per usare un termine di Jung, di mostre sta a dimostrare. Ed ora è giunto al traguardo della

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quarta prova. In altre parole alla maturazione del suo bagaglio espressivo, tecnico e creativo, nonché

simbolico, in cui ha finalmente potuto officiare il suo Mysterium coniunctionis con l’archetipo Femmi-

nile della sua psiche, che egli ha individuato (chissà se per riemersioni di memorie alchemiche) nella

Regina, rappresentazione dell’anima.

Secondo Jung l’anima è il lato femminile di ogni psiche, a cui appartiene il principio della creatività,

ovvero l’Eros, che è, sì, l’opposto dell’animus, archetipo del Maschile, identificabile nel Logos, ma a cui

ogni uomo interiormente aspira per un’unione perfetta, che compie con lo Hieros Gamos e realizza

soprattutto appunto nella “camera nuptialis” dell’arte3.

Il “cammina, cammina” pittorico di Benghi è stato, in definitiva, un ritorno alle origini, un viaggio a ritro-

so nel suo io, come egli stesso dichiara nel 2005 con Un viaggio dentro, dipinto davvero esplicativo del

suo voyage agli inferi del suo io. E ciò non poteva non portare Claudio alla fiaba ed ai suoi pregnanti

sostrati simbolici. La Regina ne è uno. Ma ce ne sono molti altri.

Vi siete chiesti come mai la Luna è presente in diversi dipinti, quali La Regina dei territori di sopra,

Mago Merlino tra le braccia della Regina di Oruec, La chiave del suo regno, scendendo fino a farsi

double della conformazione dalle tante bocche in Mille baci e poi cento ed addirittura a farsi testa in

Una rosa rossa per la luna ed in Una scarpetta rossa per la luna? Sono tutte opere del 2006. E questo

starebbe a documentare che il citato Mysterium coniunctionis, o, se si preferisce, lo Hieros Gamos con

l’anima-Regina s’è compiuto proprio in quell’anno, dato che la Luna è simbolo del Femminile, ma è

anche la sposa del Sole, simbolo del Maschile, e molti popoli davano grande importanza alle lunazioni

per quanto riguarda le nozze4.

E’ un caso che nel 200� il pittore, ormai “coniugato” con la Regina, si autoritragga come Truccatore

di stelle che stanno in cielo assieme alla Luna? E che la Regina, ormai accasata, se ne stia alla finestra

tristemente meditabonda, né più né meno di tante donne di Arturo Martini? Certo non si tratta della

martiniana Donna del marinaio, ancorché la barchetta a sinistra di La porta del giardino segreto po-

trebbe farlo pensare.

In realtà la casa con la porta che dà sul giardino è un muro di cinta con interni abitabili, a giudicare dalla

finestrella col vassoio colmo di uova e, appunto, la Regina. Un muro di cinta di una sorta di giardino

zoologico, in cui gli animali sono liberi, come il Dumbo ambulante sul muro e l’uccello dal capo piumato

che guarda la Regina alla finestra, l’unica ad essere prigioniera. L’ultimo atto della storia raccontata da

Benghi si chiude proprio con La porta del giardino segreto.

Ma la fine della storia è un incipit.

Pertanto non ci resta che attendere le prossime opere di Claudio Benghi, pittore delle stelle e consan-

guineo del Petit Prince di Saint Exupéry, per sapere quali sviluppi “nasceranno” dallo Hieros Gamos di

questo artista con la sua anima. Perché, per il creativo, nulla è mai definitivo ed ogni conquista è un

“transito” per altri traguardi. E così è anche per il traguardo raggiunto in questo “quaternio” espositivo

in cui Benghi ci restituisce il suo “cammina, cammina”, che continua. Anzi già sta continuando, almeno

nella mens creativa di questo “dipintore” di fiabe, che ci fa tornare fanciulli, conducendoci nel giardino

della Regina, che è il giardino dell’infanzia perduta di noi adulti, che ancora ne percepiamo il profumo

mai sopito nella nostra memoria. E per questo ci affascina.

3 Come ricorda Jung: “L’anima è fin dalle origini più remote la sposa naturale, la madre-sorella-figlia-sposa dell’uomo; è la compagna che la tendenza endogama spera invano di raggiungere nella figura della madre e della sorella” (cfr. C.G. Jung, La psicologia del transfert, Il Saggiatore/Garzanti, Milano 1�61, p. 100). Nell’alchimia, che per Jung è una delle forme di rappresentazione proiettiva delle dinamiche della psiche (“L’Opus alchemico descrive il processo di individuazione in forma proiettata, perché inconscia”, cfr. C.G. Jung, Alchimia e psicologia, in Opere, vol. XIII, Studi sull’alchimia, Boringhieri, Torino 1���, p. 3�5), le coppie Rex-Regina e frater-soror rappresentano gli opposti anima ed animus.

4 Sempre Jung ricorda: “Ad Atene il giorno della luna nuova era considerato come il momento più propizio per le nozze; ed è pure costume arabo sposarsi proprio il giorno della luna nuova; il sole e la luna sono sposi che si uniscono il ventottesimo giorno del mese”, ed ancora: “Lo studio di Rahner sul Mysterium Lunae mostra esaurientemente l’ampio uso che i Padri della Chiesa fecero dell’immagine della rugiada lunare per illustrare gli effetti della Grazia operata dai sacramenti ecclesiali” (cfr. C.G. Jung, Opere, vol. XIV, Mysterium coniunctionis. Ricerche sulla separazione e composizione degli opposti nell’alchimia, Boringhieri, Torino 1���, pp. 126 e 12�).

Pittore, a 12 anni realizza le sue prime opere artistiche, creando bassorilievi su polistirolo dipinto. Nel

1967 si diploma e poi prosegue in modo autonomo il suo percorso di appro- fondimento, lavorando

per anni solamente alle tecniche classiche, tanto da segnare la sua vita artistica con le varie fasi

affrontate. Terminati gli studi, lavora nelle ferrovie e contemporaneamente espone in mostre

personali e collettive, partecipando pure a concorsi, dove riceve innumerevoli riconoscimenti.

Nel 1985 è tra i fondatori del gruppo artistico – La Matita – che poi condurrà senza interruzione

per più di un decennio. La superficie pittorica dei suoi dipinti diventa una tavola su cui il fondo

materico fa da medium per piccole storie, segreti, pensieri raccolti e sogni inventati. Dal 1990 al

1996 collabora con alcune gallerie, tra cui – Arstudio – Palma Arte – e la francese – Sandrelle – che

gli permettono di realizzare molte mostre di prestigio in Italia e all’estero: Francia, Svizzera, Belgio,

Olanda e Lussemburgo. Nel dicembre del 1994 decide di abbandonare il lavoro dipendente e si

dedica completamente alla pittura, diventata ormai troppo importante per non esigere un tempo

tutto suo. Nel 1997 la galleria – Biasutti – di Torino gli offre una importante opportunità per farsi

conoscere su un palcoscenico di grande qualità, facendolo entrare in contatto artistico con i migliori

pittori figurativi - Mentre con la galleria Alhambra – realizza la personale “Percorsi sognati”, che

porterà poi a Imola; nel 2000 inizia anche a collaborare con Associazioni Culturali e Centri Sociali

del territorio, presso i quali tiene corsi di pittura. Sempre proseguendo nella tematica fantastica

in cui ironia e sogno, illusione e realtà si combinano senza sosta, spostando oltre il confine della

percezione, incontra la – Della Rovere Arte – che gli organizza “Fantasticarte” nel 2002, “Stanze

oniriche” nel 2003 e “La fiaba sul palcoscenico” nel 2005. Ha partecipato alle rassegne “Maestri

del 900” a Forte dei Marmi, “Operazione controguerra” a L’Aquila, il “Mito di Eva” a Pescara, al

XXVII Premio Internazionale “Emigrazione” Luci e colori d’Italia nel mondo a Pratola Peligna (Pe)

e a Casoli Pinta (Museo sotto le stelle) - Nel 2006 è stato invitato alla Rassegna di pittura “Premio

Marina di Ravenna” e alla Rassegna Internazionale “XXXIII Premio Sulmona”.

Claudio BenghiCastel Maggiore (Bo), 1947

www.benghi.com - [email protected]

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Claudio Benghi

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Una telefonata a Pegasotecnica mista su tavola - cm. 50x60 - 2005

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Per una rosatecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2005

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Un viaggio dentrotecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2005

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

La casetta nel boscotecnica mista su tavola - cm. 70x90 - 2005

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La regina dei territori di sopratecnica mista su legno - cm. 110x180 - 2005

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Mago Merlino tra le braccia della regina di Oruectecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Una farfalla fanciullatecnica mista su tavola - cm. 70x90 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Il cuore inutiletecnica mista su tavola - cm. 70x90 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Equilibristatecnica mista su tavola - cm. 30x30 - 2006

Sempre in volotecnica mista su tavola - cm. 30x30 - 2006

La casa degli Deitecnica mista su tavola - cm. 30x30 - 2006

Una barchetta da ripararetecnica mista su tavola - cm. 30x30 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

La regina e il giardinieretecnica mista su tavola - cm. 70x90 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Tutto il suo nettaretecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

L'elenco telefonico di Oruectecnica mista su tavola - cm. 70x90 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Mille baci e poi centotecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

La chiave del suo regnotecnica mista su tavola - cm. 70x70 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Una rosa rossa per la lunatempera su carta - cm. 25x35 - 2006

Delle forme apparse improvissamentetempera su carta - cm. 25x35 - 2006

Due fafalle nella stanzatempera su carta - cm. 25x35 - 2006

Un angelo sull'altalenatempera su carta - cm. 25x35 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Il bagno della Reginatecnica mista su tavola - cm. 80x100 - 2006

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Claudio Benghi

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Il giardino della Reginatecnica mista su tavola - cm. 80x100 - 2006

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Una scarpetta rossa per la lunatecnica mista su tavola - cm. 100x80 - 2007

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Claudio Benghi

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

Truccatore di stelletecnica mista su tavola - cm. 100x80 - 2007

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Claudio Benghi

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NEL GIARDINO DELLA REGINA

La porta del giardino segretotecnica mista su tavola - cm. 90x70 - 2007

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Giorgio Di Genova

BENGHI, OR THE SCENT OF LOST CHILDHOOD

Anyone familiar with the magic world of fairy tales knows only too well that the hero has to overcome three

tests to reach the final goal and it is not until he has overcome them that he will obtain his heart’s desire.

This recurrent topos in fairy tales is defined by scholars of folklore, like the Russian Vladimir J. Propp, the

author of Morphology of the Fairy Tale and The Historic Roots of the Fairy Tale, and the psychoanalysts

who have analysed the meanings of fairy tales, like Bruno Bettelheim, who has used psychoanalysis to

examine a number of fairy tales in his work The Uses of Enchantment. The Meaning and Importance of Fairy

Tales, and Marie-Luise von Franz, who has written a number of books on the topic, as “triplicity”. While the

unfortunate Bettelheim chooses to look at triplicity only in The Fisherman and the Genie and The Three

Little Pigs, the Jungian von Franz in her Interpretation of Fairy Tales takes no less than three chapters to

analyse the fairy tale The Three Feathers, noting in the second chapter that there is actually a fourth test:

“Not even the third test convinces the king and his two older sons. The three tests, followed by a final one,

is a classic motif. It is often claimed that the number three plays a major role in fairy tales, but in my view a

careful count usually brings us to the fourth. Here for example, there are, admittedly, three tests: the carpet,

the ring and the lady. But there is also the final one: the leap through the circle. And this rhythm is typical

of fairy tales, which have three similar rhythms and then a final action”1.

I thought I would quote this comment by von Franz not only because of the unmistakable fairytale hallmark

of the paintings of Claudio Benghi, but also and particularly because of the special nature of this exhibition

being held in four different municipalities, located one after the other on the Via Galliera between Bologna

and Ferrara. It is just as if, in setting up this “anthology” exhibition, the artist had unconsciously obeyed the

triplicity rule by adding the final test, relative to the works of the last three years, in a sort of existential/

artistic “keep on walking”, starting from that personal, legendary “Once upon a time” to reach the current

time, which gives him the gratification of this definitive award (I was about to write “coronation”)2.

Definitive? Well, perhaps, but there’s nothing definitive in art. Any artist knows only too well that every

award is a stage which needs to be nurtured constantly to retain that which has been obtained and won

with it in subsequent work. Knowing what a professional Benghi is, I have no doubts about his future as a

visual “narrator” of fairy tales, both because of his expertise as a painter – that expertise which is lacking in

much painting today – and because of the richness of the symbolic meanings he draws with his brush Nel

giardino della Regina – In the Queen’s Garden, into which he leads us.

Indeed, Benghi’s “Queen’s Garden” is the psychological equivalent of the Impressionists’ en plein air – an

imaginary and imagined en plein air, of course, but are we not in the enchanted world of fairy tales?

Basically, Benghi with his painted stories talks to the child who still dwells within us. He wants us to go back

to being children for a while; he wants to remind us, as a psychologist claims, that “the child is father of the

man” and that we ought every so often to pay a visit once again to that father of ours, who will take each

adult by the hand and lead him to discover new worlds.

Art always means a new world to discover. Of course by “art” here I mean authentic art, not that fictitious

art which – alas – tends to proliferate today in the galleries, the exhibition centres, the Biennials, and

countless other art exhibitions.

Benghi’s world is new like every personal universe, creative in a genuine way and without cunning. The

Queen’s garden is therefore a new world because it is the world of Benghi, his world, in which a hat is raised

on the head of a man kneeling next to a female curve, given movement with red mouths, or in the painting

echoing a famous poem by Catullus (Mille baci e poi cento – A thousand kisses, then a hundred more,

2006), in which the same hat becomes a paper boat issuing smoke (L’elenco telefonico di Oruec – The

Oruec phone directory, 2006; Una barchetta da riparare – A boat to repair, 200�), in which the greenish

1 Cf. M.-L. von Franz, An Introduction to the Psychology of Fairy Tales, 1�6�

2 In an e-mail dated 2� April 200�, Benghi wrote to me amongst other things about the meaning of this personal quadruple event: “The idea first came to me to emphasise an existential route, a road on which I have always lived, a development which starts from Castel Maggiore, where I was born and still live today, and moves towards life. I’ll be showing about 1�0 paintings, ranging from the little tempera paintings done in my youth in 1��2, the inks of 1��6/��, the watercolours of the 1��0s, then tempera on paper and mixed techniques on wood from 1��0 to 1���, then oils and again mixed techniques right up till today, always mainly on wood, but also on canvas and on paper”.

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has gradually been enriched both as a painter and as an intellectual, like the “quaternity” (to use Jung’s

term) of exhibitions demonstrates. And now he has reached the final challenge of the fourth test. In other

words, he has reached the maturation of his expressive, technical and creative – not to mention symbolic

– baggage, in which he has finally managed to officiate his Mysterium coniunctionis with the Female

archetype of his psyche, which he has identified (perhaps due to the re-emerging of alchemic memories)

in the Queen, representation of the anima.

According to Jung, the anima is the female side of every psyche, to which belongs the principle of creativity,

in other words Eros, who is the opposite of the animus, archetype of the Male, which may be identified in

the Logos, but to which internally every man aspires for a perfect union, which he achieves with the Hieros

Gamos and creates above all in the “camera nuptialis” of art3.

Benghi’s pictorial “keep on walking” has been a real return to the origins, a journey back into his Ego, as

he himself declared in 2005 with Un viaggio dentro – A journey within, a truly explicative painting of his

voyage to the underworld of his Ego. And this could not fail to lead Claudio to the fairytale and its pregnant

symbolical substrates. The Queen is just one of these – there are many more.

Have you ever wondered why the Moon appears in several paintings, such as La Regina dei territori di sopra

– The Queen of the upper lands, Mago Merlino tra le braccia della Regina di Oruec – Merlin the Wizard in

the arms of the Queen of Oruec, La chiave del suo regno – The Key to her Kingdom, and even descending

to double up in the conformation of the many mouths in Mille baci e poi cento – A thousand kisses, then a

hundred more, even becoming a head in Una rosa rossa per la luna – A red rose for the moon, and in Una

scarpetta rossa per la luna – A red shoe for the moon? These paintings were all done in 2006. This shows

us that the Mysterium coniunctionis we mentioned, or – if you like – the Hieros Gamos with the Queen-

anima took place in that very year, since the Moon is symbol of the Female but also the bride of the Sun,

symbol of the Male, and many populations gave great importance to the phases of the moon as regards

weddings4.

Is it just a coincidence that in 200� the painter, now “wedded” to the Queen, portrays himself as Truccatore

di stelle – Decorator of the Stars in the sky together with the Moon? And that the Queen, now married,

sits at the window sadly meditating, just like many of the women of Arturo Martini? Of course we are not

talking here about Martini’s Donna del marinaio – the Sailor’s woman, although the boat on the left of the

La porta del giardino segreto – The door of the secret garden might make us think so.

In actual fact the house with the door onto the garden is a boundary wall with lived-in rooms, judging from

the little window with the tray full of eggs and, of course, the Queen. This boundary wall encloses a sort of

zoo, in which the animals are free, like the wandering Dumbo on the wall and the bird with the feathered

head watching the Queen at the window, the only one who is prisoner. The last scene of the story told by

Benghi comes to an end with La porta del giardino segreto – The door of the secret garden.

But the end of the story is really a beginning.

So all we can do is wait for the next works of Claudio Benghi, painter of stars and close relative of Saint

Exupéry’s Petit Prince, to find out what will develop from the Hieros Gamos of this artist with his anima.

Because nothing is ever definitive for the creative person and every conquest is a “transit” on the way to

other goals. And this also goes for the goal reached in this exhibition “quaternity” in which Benghi restores

to us his “keep on walking”, which continues, at least in the creative mind of this “painter” of fairytales, who

makes us become children once more, leading us into the Queen’s garden, the garden of the lost childhood

of ourselves as adults, though we can still smell the scent which has never faded in our memory. And this

is why it fascinates us.

head of a bald man looks out from the top of the scene as if he were gliding next to La casa degli dei – The

house of the gods, (200�) and elsewhere a close relation pierced by an arrow gaily soars through the sky

just as in the world of Chagall (Sempre in volo – Still in flight, 2006).

Indeed, flight is a leit-motiv of the fairytale theatre of this painter. We find all sorts of things flying through

the sky: sometimes the winged horse of the legend, but without Bellerophon, nor Astolfo on his back

(Una telefonata a Pegaso – A phone call to Pegasus, 2005), sometimes a strange dolphin (La Regina e il

giardiniere – The Queen and the gardener, 2006), or even three dolphins with their muzzles pointed at

the arm of the puppet-like character who is standing on just one leg on the back of a horse (Equilibrista

– Acrobat, 2006), and sometimes strange spatial amoeba, snail-shaped, with sponge-like locks and with

a crown of cells for a tail (Delle forme apparse improvvisamente – Suddenly appearing shapes, 2006), not

to mention the white dove in Un viaggio dentro – A journey within, dated 2005, or the pair in the painting

of the same year Per una rosa – For a rose, whose wings bear target marks, like British warplanes, or the

one with nailed wings swooping down on the heart held in the hand of a desolate man flopping on a chair,

obviously suffering the pangs of unrequited love (Il cuore inutile – The useless heart, 2006), the big four-

winged insect (La Regina dei territori di sopra – The Queen of the upper lands, 2006), the flock wheeling

above the fence around the famous garden (Nel giardino della Regina – In the Queen’s garden, 2006), as

well as butterflies fluttering around the Queen (La chiave del suo regno, Tutto il suo nettare – The Key to

her kingdom, All her nectar, 2006) and portrayed as the female sex (Una farfalla fanciulla – A girl butterfly,

2006), and even in a room (Due farfalle nella stanza – Two butterflies in the room, 200�).

Flight is certainly a consequence of the fairytale view which draws from the child-like source of animism,

where indeed objects too are alive. And despite this, in Benghi’s world, so full of flying things, angels need

swings to launch themselves into the air (Un angelo sull’altalena – An angel on the swing, 200�). But then

we all know that the world of fairy tales is a topsy-turvy world, a world of apparent contradictions, because

every contradiction conceals a condensation of symbols which, as in dreams, upsets the common and

logic sense of reality, which is indeed not at all immune to upsets, as our crazy modern era is constantly

reminding us.

This is why a traditional topos of art like the Madonna with child can be revisited and updated according to

Benghi’s way of seeing things with Merlin the Wizard in the place of the baby Jesus and the Queen in the

place of the Mother, sitting in the armchair with her legs sprawled (Mago Merlino tra le braccia della Regina

di Oruec – Merlin the Wizard in the arms of the Queen of Oruec, 2006). It is not the painter’s intention to

desecrate. We are in the enchanted kingdom of fairytales and who else but a wizard could be seated on

the lap of the Queen Mother?

Benghi abandons himself to the creative whim of his Id, a creative whim which is – all things considered –

optimistic, just like those of fairytales, and unlike those of myths and legends, which are mainly pessimistic.

This creative whim leads him to follow with the eyes of his imagination the actions and situations of the

characters of his fairytale “navigation” with the enchanted amazement of the child within him.

His is an “emotive journey” and at the same time a daydream with open eyes, the eyes of the childish “once

upon a time” of his Ego, with its vein of melancholy, as of course we might expect for something that is

no longer there.

Benghi’s current painting is a message of the heart – the heart of the imagination, of course – which still

sinks its roots into the ground of childhood, in which everything is new and marvellous. Or at least so it

appears.

But the painter is not the child within him, but the adult Benghi who in his long, pictorial “keep on walking”

3 As Jung recalls: “Since the most remote times, the anima has been the natural bride, the mother-sister-daughter-bride of man; she is the partner that the endogamous trend hopes in vain to reach in the figure of the mother and the sister” (cf. C.G. Jung, The Psychology of the Transference, 1�46). In alchemy, which for Jung is one of the forms of projective representation of the dynamics of the psyche (“The alchemical opus describes the process of identification in a projected form, because it is unconscious”, cf. C.G. Jung, Psychology and Alchemy, in Collected Works, vol. XII, Studien über alchenistische Vorstellungen, 1���), the pairs Rex-Regina and frater-soror represent the opposites anima and animus.

4 Jung again recalls: “In Athens the day of the new moon was thought to be the most propitious time for a wedding; and it is also an Arab custom to wed on the day of the new moon; the sun and the moon are bride and groom who are joined together on the twenty-eighth day of each month”, and also: “Rahner’s study of the Mysterium Lunae shows in detail the great use that the Fathers of the Church made of the image of moon dew to illustrate the effects of Grace worked by the ecclesiastical sacraments” (cf. C.G. Jung, Collected Works, vol. XIV, Mysterium coniunctionis. Untersuchungen liber die Trennung und Zusammensetzung der seelischen Gegensatze, 1��1).

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Luciano Bertacchini

PERSONAGGI

…Su grigie, violacee, rosate superfici (prevalgono, nella preziosità degli impasti, gli accordi monocromi)

Benghi, fa propria una disarmante teoria di azioni, moti e sembianze umane. Semplificate immagini di un

mondo, in apparenza distaccato, candido ma, anche ambiguo, sospeso tra serenità e stupore, giocosità

e assorta riflessione. Non traggano in inganno, negli scarni, in un certo senso, primordiali “personaggi” di

Claudio Benghi, l’istintiva innocenza, l’ingenuità, il candore.

Negli attori delle sue amabili fiabe, spesso si nasconde la malinconia; negli attoniti sguardi, negli atteg-

giamenti spauriti, vivono, con frequenza, umori ed insidie esistenziali.

Umberto Pasini

UN SOVRAPPORSI DI ACCORDI

…V’è un superiore magistero nel modo con cui Claudio Benghi tratta la materia sottile dei turbamenti

adolescenziali,delle esitazioni, dei ricordi, delle fluttuazioni dell’anima, quasi seguendo sul filo di una im-

percettibile oscillazione ritmica il farsi di una scrittura duttile e sinuosa, limpidamente tesa, una scrittura

pittorica dove le vibrazioni interiori acquistano la suggestione di favolose risonanze e la combinazione di

parti in movimento diventa una vera e propria fascinazione melodica.

E par che dica, come l’autore di Narciso e Boccadoro: “No, in questa tiepida ora mattutina, non ne voglio

sapere dello spirito, che in ogni altro momento stimo moltissimo, voglio essere effimero; voglio essere

fanciullo…”

Maria Augusta Baitello

TRA ILLUSIONE E REALTÀ

…Il mondo immaginario di Benghi ci costringe a pensare, ci spinge a rovesciare le nostre certezze inse-

gnandoci a lasciare indietro, almeno di un passo, i criteri consolidati dalla lunga pratica alla razionalità.

L’immaginario dell’artista bolognese ci coinvolge, quindi, a tal punto da sollecitare la nostra fantasia ad

elaborare a nostra volta la storia nella storia, seguitando, in un certo modo, a tracciare idealmente l’epilo-

go del racconto visivo iniziato dall’autore. In tal modo diveniamo noi stessi autori, anche se solo a livello

concettuale, di un universo noetico che non può che arricchire e liberare la nostra mente.

Del resto la storia dell’arte spesso ci ha dato prova di quanto ludiche e liberatorie possano intendersi

molte operazioni artistiche atte a gratificare il bisogno di creatività dell’uomo.

I personaggi di Benghi sono, così, i personaggi dell’inverosimile pensati dall’artista in dinamiche situa-

zioni di pura fantasia in cui lo stereotipo o cliché razionale diviene improbabile e il dato illogico diventa

attendibile…

Leo Strozzieri

I SOGNI CROMO LUMINISTICI DI CLAUDIO BENGHI

…Pertanto i paesaggi di Benghi sono paesaggi dello spirito che solo marginalmente evocano il reale, ed i

suoi personaggi frutto di una germinazione interiore: architetture tutte mentali le sue ove i vari passaggi

del sogno si snodano in modo arioso, senza pesantezza di sorta.

Coopera in modo efficace a questa levità strutturale il suadente chiarismo che permette di fugare qual-

sivoglia ombra di materialismo. La luce è sempre in grado di sostanziare questo assottigliamento della

materia, offrendo al contempo il sentimento dell’irrealtà della figurazione.

Voglio dire che il repertorio iconico dell’artista è interna costruzione fantastica, atta a svelare il giardino

incantato del suo spirito nobile, un giardino che profuma d’infanzia, soffice e permeabile com’è alla poe-

sia, dalle stesure trasparenti ove le ombre non sono in grado di ritagliare spazi consistenti sulla superficie

in cui si snodano le vicende narrate. La stessa materia pittorica, in virtù delle atmosfere lievi è sfuggente

e ammortizzata dalle trasparenze tipiche di chi abbia praticato a lungo la tecnica all’acquerello…

ANTOLOGIA CRITICA

Nicola Micieli

FANTASTICARTE

…Sempre per un fortunato “incidente”,un inghippo indolore, un incontro inatteso, improvvisamente le

stanze si animano, invase e messe a soqquadro da plotoncini di balocchi semoventi la cui magica ap-

parizione ha il potere di smaterializzare i volumi degli oggetti e delle figure, di fluidificare lo spazio già

solidamente strutturato, e sono favole messe in scena con la meccanica flautata, flessuosa, improbabile

del sogno,in cui le situazioni della quotidianità paiono rifluire, investite di vaghi sensi simbolici d’un eros

depositato come una polvere o un tocco di morbida sensualità, nelle maschere ludiche dei luoghi, delle

cose, delle creature.

Nicola Micieli

STANZE ONIRICHE

…in realtà, il potenziale allusivo della pittura di Benghi non appartenga al racconto e al suo corredo di

riconoscibili figure simboliche, in cui consiste, semmai, la componente illustrativa della favola. Mi pare,

insomma, che le connessioni e gli snodi figurativi del racconto, su cui si concentra in prima istanza la

nostra attenzione, siano in realtà la superficie specchiante di questo magico recinto pittorico e occorre

opacizzarlo se si vuol cogliere la sostanza espressiva d’un linguaggio i cui valori più significativi sono da

ricercare nella cura e nell’ambiguità sottile dei particolari.

Si osservi la morbidezza con cui la luce filtrante modula le superfici, tornisce i volumi, affusola le forme.

Si faccia caso alla sensuosa flessione delle linee di contorno delle figure e delle cose, che paiono attrarsi

come corpi d’amore, in uno spazio pur esso magnetizzato da quella circolazione segreta di energia. Si

consideri il gioco intrigante delle punte nelle quali regolarmente si risolvono le forme corpulente e tu-

bolari, sagomate e geometriche, e sono acuminati vettori che guidano lo sguardo nelle diverse direzioni

dello spazio. Si ponga mente infine all’equilibrio instabile della composizione, al ribaltamento dei piani,

all’andamento ora convergente ora divergente delle linee prospettiche, indici d’una precarietà statica che

considero il segnale più eloquente della proiezione onirica di queste visioni fantastiche d’un viaggiatore

che si mette in gioco, nelle stanze della pittura con il carico intero della propria esperienza umana.

Leo Strozzieri

CLAUDIO BENGHI: LA FIABA SUL PALCOSCENICO

…In sintesi: fiaba musicale, sogno visionario dislocato su palcoscenici deliziosi, la pittura di Benghi, la cui

vitalità è legata alla rara perizia di significare appieno l’utopia giocosa del bambino, che tutto colloca in

posizione di equilibrio improbabile. E che vibrazione sentimentale fuoriesce da quegli spazi attualmente

irreali, ma che un tempo, nella fanciullezza, ci fecero sognare! Sono opere, quelle del maestro bolognese,

di facile lettura e godimento, ciò nondimeno la dialettica tra l’amabile innocenza infantile e la nascosta

melanconia di sguardi enigmatici e posture cariche di attesa, ci dice trattarsi di una pittura non estranea

all’intrico labirintico dell’esistenza. Pertanto la fiaba recitata sul palcoscenico è gravida di pensiero e di

rappresentazione umanistica.

Giorgio Di Genova

XXXIII PREMIO SULMONA

PRESENTAZIONE DEI NOVE ARTISTI PRESCELTI

Le scene di sottile malinconia di Claudio Benghi ci immettono in un mondo poetico in cui ogni movimen-

to è bloccato come da una magia senza tempo con un’atmosfera di sospensione che assolutizza il con-

tingente ed il transeunte. Sembrerebbe che una fata buona, amante dell’umanità e impietosita dalla sua

insoddisfacente esistenza a causa di una persistente incomunicabilità, abbia voluto con la sua bacchetta

attuare un fermo immagine della vita, per evitare in tal modo che, prendendone coscienza, il senso di

solitudine che invade ciascuno degeneri in sofferenza.

ANTOLOGIA CRITICA

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Aleardo Rubini

A CLAUDIO BENGHI

Il racconto s’obliqua nello spazio

a recitare il teatro della vita

svariando in fantasia il percorso

dei sogni e delle fiabe colorate

con fili invisibili di parole.

Cavalca l’aria il candore

delle cose che magico risuona,

e il cielo raggiunge da vicino.

Ribalta in prospettiva

gli assi direzionali

il giocoliere della pittura,

e sulla scena dilata

il senso del suo mito,

incanto e sortilegio,

maratona del pensiero.

Curiose le figure

spianano gli oggetti

dentro al paesaggio

del quotidiano divenire,

e corrono sulla giostra

di probabili certezze.

Non smette l’incanto

della parabola ancora,

ma riapre in un gioco

le nascoste verità

di un tempo che perdura

come il segno di ciascuno.

ANTOLOGIA CRITICA

Itala Cappello

A CLAUDIO BENGHI

E pesci aerei

Ieratici gatti

dalla saggezza antica

E piccole case

ermetiche

come fortini

V’è forse racchiuso

il sogno fanciullo

ancora silente.

E languidi sguardi di donna

vaghi

E treni

Convogli impossibili

diretti al tunnel

della memoria

E ti perdi

nel gioco

Clowneries

Lusinghe di sirene

Occhi

che guardano

smarriti nel nulla.

REFERENZE CRITICHE

Presenze a Bologna – Claudio Benghi –S.Vitale. 1���

Catalogo – Arte Fiera – Bologna . edizione 1��0

Catalogo – Lineart – Gand . edizioni 1��0 – 1��3 – 1��5 – 1��6 – 1���

Catalogo –Art Jonction International – Nizza . edizione 1��1

Vent’ anni dopo – Autunno Bazzanese – Pro Loco. edizione 1��1

Catalogo – Europ’ Art – Ginevra . edizioni 1��2 – 1��3 –1���

Momenti d’ Arte – Voghiera . edizioni 1��3 – 1���

Claudio Benghi – Un sovrapporsi di accordi – a cura di Umberto Pasini – edizioni Arstudio C – Ferrara . 1��3

Catalogo – Biennale Europeenne des Neiges – Saint Jean de Maurienne . edizione 1��4

Catalogo – Exposition franco-italienne – Saint-Loubes. Edizione 1��5

Antica Fiera di Portomaggiore – edizioni Arstudio C . 1��5

Catalogo – Arte Padova – Padova . edizioni 1��5 – 1��� – 1���

Les peintres italiens – Dugny . edizione 1��6

Claudio Benghi – Castel Maggiore – a cura di Umberto Pasini e Luciano Bertacchini

edizioni Arstudio C – Ferrara . 1��6

Mensile – Arte – n. 2�5 – 2�6 – 2�� – 2�� – 2�� – 2�0 – 2�1 – 2�2 . edizioni Mondadori 1���

Mensile – Arte – n. 2�3 – 2�4 – 2�5 – 2�� . edizioni Mondadori 1���

Arte moderna dal secondo dopoguerra ad oggi – n. 33 . edizioni Mondadori 1��� / 1���

Catalogo – Anconarte – Ancona . 1���

Catalogo – Arte Udine – Udine. edizione 1���

Maestri del �00 – Forte dei Marmi . edizione 1���

Arte contemporanea italiana – edizioni De Agostini 1��� / 1���

Annuario d’ arte moderna – editrice A.C.C.A. 1���

Catalogo – Holland Art Fair –Den Haag . edizione 1���

Catalogo – St’ Art �� – Strasburgo . edizione 1���

Viaggio nell’immaginario – Caramanico Terme – a cura di Maria Augusta Baitello – edizioni Alhambra . 2000

Claudio Benghi – Percorsi sognati – Imola – a cura di Maria Augusta Baitello – edizioni Alhambra . 2001

Mensile – Arte – n. 343 – 344 – 345 –346 –34� – 352 . edizioni Mondadori 2002

Catalogo – Fantasticarte – a cura di Nicola Micieli - edizioni Della Rovere . 2002

Catalogo – Museo Internazionale di Mail Art –L’Aquila – edizioni Artechiara – Pescara. 2002

Catalogo – Pinacoteca d’Arte Contemporanea – Prata d’Ansidonia – edizioni Artechiara – Pescara . 2003

Arte in Fiore 03 – Francavilla al Mare –edizioni Graffioblu . 2003

Catalogo – Il Mito di Eva – Ente Manifestazioni Città di Pescara – a cura di Leo Strozzieri

edizioni Artechiara – Pescara. 2003

Catalogo – Casoli Pinta – Museo sotto le stelle – Casoli di Atri – edizioni Castellum Vetus 2003

Claudio Benghi – Stanze oniriche – Castel Maggiore – a cura di Nicola Micieli – edizioni Della Rovere . 2003

Mensile d’arte – Archivio – Stanze oniriche – Quadreria Blarasin – n.3 marzo 2004

Arte cibo e paesaggio nelle Marche – Buon Gusto – n.� marzo 2004

Mensile di Cultura delle Marche – Corriere Proposte – n.3 marzo 2004

Il Resto del Carlino – Arte e dintorni – 26/02/2004

Catalogo – Luci e colori d’Italia nel mondo – a cura di Leo Strozzieri Edizioni Artechiara – Pescara 2004

Vent’anni di depositi e doni – 1��4-2004 – Musei civici di Imola

Foglio Apero – Gennaio/Febbraio 2005 – Comune di Argelato

Claudio Benghi - La fiaba sul palcoscenico – Fermignano – a cura di Leo Strozzieri

edizioni Della Rovere. 2005

MAC 2005 – Quando l’arte è solidarietà – a cura di Nicola Micieli – ANPO Pavia

Rassegna di Pittura - Premio Marina di Ravenna 2006 – Edizioni Capit Ravenna

Catalogo – XXXIII Premio Sulmona – Rassegna Internazionale D’Arte Contemporanea

Una prova del �? – a cura di Giorgio Di Genova – Il Quadrivio – Regione

Abruzzo – Amministrazione Provinciale L’Aquila – Comune di Sulmona 2006

MAGI �00 – Catalogo delle Collezioni Permanenti – Vol. � – Le acquisizioni 2003/2006

Edizioni Bora – Bologna 2006

Claudio Benghi – Nel giardino della Regina – Il profumo dell’infanzia perduta – Castel Maggiore,

Funo di Argelato, S.Giorgio di Piano e S.Pietro in Casale

a cura di Giorgio di Genova – Edizioni Damiani – Bologna 200�

BIBLIOGRAFIA

HANNO SCRITTO DEL SUO LAVORO

Ottorino Bacilieri – Maria Augusta Baitello – Luciano Bertacchini – Gian Paolo Borghi – Tonino Bosica -

Antonio Caggiano – Itala Cappello - Giorgio Di Genova - Daniela Garofano – Philippe Gonin –

Angioletta Masiero – Nicola Micieli – Beatrice Monaldi – Valerio Montanari – Daniela Niccolini -

Umberto Pasini – Roberta Ridolfi - Mario Roffi – Aleardo Rubini – Leo Strozzieri – Franco Vanini –

Ferruccio Veronesi – Attilia Tartagni

ANTOLOGIA CRITICA

Un sovrapporsi di accordi – Umberto Pasini

Personaggi – Luciano Bertacchini

Tra illusione e realtà – Maria Augusta Baitello

I sogni cromo luministici di Claudio Benghi – Leo Strozzieri

A Claudio Benghi – Aleardo Rubini

Fantasticarte – Nicola Micieli

A Claudio Benghi – Itala Cappello

Stanze oniriche – Nicola Micieli

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1��4 Bologna –Premio Nazionale

Cervia (Ra) – Premio Internazionale – Mostra d’estate

Bolo gna – Borgo Panigale – Centro Civico

1��5 Minerbio (Bo) – Municipio

Parma – Premio Internazionale

Riccione (Fo) – Premio Citta’di Riccione

Granarolo Emilia (Bo) – A.P.C.A.

1��6 Castel Maggiore (Bo) – Centro Civico “S.Pertini”

1��� Bologna – Galleria “S.Vitale”

1��� Castel Maggiore (Bo) – Premio Nazionale

1��� Castel Maggiore (Bo) – Centro Culturale “Bondanello Nuovo”

1��0 Bologna –Arte Fiera – Galleria “Arstudio”

Cesenatico (F0) –Galleria del Porto

Gand (Belgio) – Lineart

1��1 Portomaggiore (Fe) – Galleria “Arstudio”

1��2 Lione (Francia) – Galleria “Sandrelle”

1��3 La Rochelle (Francia) – Galleria “Sanguine”

Formia (Lt) – Arte e scacchi – Galleria “Il Tetto”

1��4 Bologna – Arte Fiera – Galleria “Il Tetto”

L’Arbresle (Francia) – Galleria “Jacques Couer”

Saint Jean De Maurienne (Francia) –Biennale Europeenne Des Neiges

Villeneuve Sur Lot (Francia) – Galleria “Gajac”

Beaune (Francia) – Galleria “Titren”

Lione (Francia) – Galleria “Yves Romeuf”

Annemasse (Francia) – Galleria “Sophia”

Dadizele (Belgio) – Arte Italiana

Gand (Belgio) – Lineart

Bordeaux (Francia) – Galleria “Imagine”

1��5 Saint Loubes (Francia) – Centro Culturale “La Coupole”

Ginevra (Svizzera) – Europ Art

Padova – Arte Padova – Galleria “Arstudio”

Gand (Belgio) – Lineart

S.Pietro in Casale (Bo) – Centro Culturale

1��6 Ginevra (Svizzera) – Europ Art

Sirmione (Bs) – Galleria “Piccolo S. Michele”

Perigueux (Francia) – Chateau des “Izards”

Dugny (Francia) – Centre Culturel Municipal

Rocamadour (Francia) – Galerie “Espace Rongieres”

Padova – Arte Padova – Galleria “Arstudio”

Ruiselede (Belgio) – Galerie “Axpoele”

1��� Voghiera (Fe) – Centro Civico

Toulouse (Francia) – Galerie “Betti”

Limone Piemonte (Cn) – Galleria “Arteincornice”

Torino – Galleria “Biasutti”

Angers (Francia) – Galerie “Alizarine”

1��� Bologna – Arte Fiera – Galleria “Biasutti”

Reggio E. – Reggio in Arte – Galleria “Biasutti”

Montesilvano (Pe) – Artestate �� (Benaglia-Benghi-Braido-Messina) – Galleria “Alhambra”

Limone Piemonte – (Cn) – Galleria “Arteincornice”

Padova – Arte Padova – Galleria “Quadrum”

MOSTRE COLLETTIVE

2000 Bologna – Arte Fiera – Galleria “Biasutti”

Ginevra (Svizzera) – Europ Art – Galleria “Arstudio”

Torino – Galleria “Biasutti”

Caramanico Terme (Pe) – Viaggio nell’immaginario –Comune di Caramanico

Massa – Presenze d’Autore – Castello Malaspina

Rende (Cs) – Galleria “KB Art”

Roma – Piccolo formato – Galleria “Officina dell’Arte”

2002 Prata d’Ansidonia (Aq) – Castello Camponeschi

L’Aquila – Operazione Controguerra – Palazzetto dei Nobili

Falconara (An) – Fantasticarte – Galleria “Pianetti”

Roseto degli Abruzzi (Te) – Fantasticarte – Villa Comunale

Bologna – Fantasticarte – Galleria “Grafique Art Gallery”

Dolo (Ve) – Fantasticarte – Galleria “Questarte”

Macerata – Fantasticarte – Galleria “Blarasin”

2003 Francavilla al Mare (Pe) – Museo Michetti – Arteinfiore 03

Pescara – Il Mito di Eva – Teatro d’Annunzio

Torino – Fantasticarte – Galleria “Inedito”

2004 Pratola Peligna (Aq) – XXVII Premio Internazionale “Emigrazione”

Luci e Colori d’Italia nel Mondo – Palazzo Santoro Colella

Alseno (Pc) – Voci dell’Arte Contemporanea – Centro Culturale e Galleria “Palma Arte”

Mondolfo (Ps) – Fantasticarte – C.Benghi e S.Braido – Sala Aurora

Padova – Arte Padova – Galleria “Grizzo”

Imola – (Bo) – 1��4-2004 Vent’anni di doni e depositi – Museo di San Domenico

2005 Montoro Inferiore (Av) – Mostra internazionale itinerante “Messaggi di pace”

Complesso Turistico – Arco di Magliano

Atripalda (Av) – Messaggi di pace – Salone delle esposizioni – Hotel Civita

Avellino – Messaggi di pace – Chiesa del Carmine

Benevento – Messaggi di pace – Museo del Sannio

Taranto – Messaggi di pace – Castello Aragonese

S.Maria di Leuca (Le) – Messaggi di pace – Scuderia di villa LA Meridiana

Caserta – Messaggi di pace – Belvedere di S.Leucio

Roma – Dream on – Galleria “Artea”

Pavia – MAC 2005 “Quando l’arte è solidarietà” – Santa Maria Gualtieri

2006 Molinella (Bo) – Fantasticarte – Auditorium S. Matteo – Galleria L’Arte

Sulmona – (Aq) – XXXIII Premio Sulmona – Rassegna Internazionale D’Arte Contemporanea

Polo Museale Civico Diocesano – Ex Convento di S.Chiara

Marina di Ravenna – (Ra) – Rassegna di pittura- Premio Marina di Ravenna 2006 – Park Hotel

Ravenna – Rassegna di pittura Marina di Ravenna 2006 – Cinemacity Multiplex

Forlì – Fiera d’Arte Contemporanea – Capit

Pieve di Cento (Bo) – Museo D’Arte Delle Generazioni Italiane Del �00 – G.Bargellini –

Le acquisizioni 2003/2006 – Sala anni 40

200� Ferrara – Tempo di fiabe – Galleria Artè

Faenza – Pittura - Scultura e Musica – Palazzo Graziani

MOSTRE COLLETTIVE

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MOSTRE PERSONALI

1��� Portomaggiore (Fe) – Galleria “Arstudio”

1��1 Nizza (Francia) – Art Jonction

Bazzano (Bo) – Rocca dei Bentivoglio

1��2 Ginevra (Svizzera) – Europ Art – Galleria “Arstudio”

S.Pietro in Casale (Bo) – Centro Culturale

Firenze – Salone Italiano di Arte Contemporanea

1��3 Voghiera (Fe) –Centro Civico

Ginevra (Svizzera) – Europ Art

Grenoble (Francia) – Galleria “Marie Vignon”

Gand (Belgio) – Lineart – Galleria “Arstudio”

1��4 Moncalieri (To) – Galleria “Cavour”

Brive (Francia) – Galleria “L’Atelier”

Ginevra (Svizzera) – Europ Art

Rovigo – Galleria “L’Incontro”

Ferrara – Coin Arte

1��5 Rouen (Francia) – La Galerie d’Art du Comptoir Rouennais

Parigi (Francia) – Galleria “GNG”

Portomaggiore (Fe) – Villa Bignami

Portomaggiore (Fe) – Galleria “Arstudio”

1��6 Castel Maggiore (Bo) –Centro Culturale “Bondanello Nuovo”

1��� Crevalcore (Bo) – Centro Espositivo “Quinto Ghermandi”

Knokke (Belgio) – Galleria “Arstudio b”.

Torino – Artissima – Galleria “Biasutti”.

Padova – Arte Padova – Galleria “Biasutti”

C.S.Pietro Terme (Bo) – Sala Fienile

Como – Hotel Barchetta – Soc.Ital.Arte Leader

Cinisello Balsamo (Mi) – Villa Arconati – Soc.Ital.Arte Leader

Como – Al Torchio di Carimate – Soc.Ital.Arte Leader

1��� Udine – Arte Udine – Galleria “Il Torchio”

Ancona – Anconarte – Galleria “Quadrum”

Milano – Miart – Galleria “Biasutti”

Pordenone (Ud) – Arte a Pordenone – Galleria “Il Torchio”

Forte dei Marmi (Lu) – Orlando – Galleria “Cavour”

Prato – Galleria “Armanda Gori Arte”

Torino – Artissima – Galleria “Biasutti”

Padova – Arte Padova – Galleria “Quadrum”

1��� Strasbourg (Francia) – St’Art �� – Galleria “Palma Arte”

Luxembourg – (Lussemburgo) – 25° Salon des Antquaires et de l’Art – “Palma Arte”

Den Haag – (Olanda) – Hollan Art Fair – Galleria “Palma Arte”

Genève – (Svizzera) – Europ’Art – Galleria “Arstudio”

Limone Piemonte (Cn) – Galleria “Arteincornice”

Latina – Galleria “Arte e Arte”

Padova – Arte Padova – Galleria “Arstudio”

Portomaggiore (Fe) – Galleria “Arstudio”

Ivrea (To) – Ago.Ar sas di Rosa Maria Luccioni

Gand (Belgio) – Lineart – Galleria “Arstudio”

2000 Argelato (B0) – Tra sogno e favola – Municipio di Argelato

Montesilvano (Pe) – Percorsi sognati – Galleria “Alhambra”

2001 Imola (B0) – Percorsi sognati – Sala dell’Annunziata

Rende (Cs) – Galleria “KB Art”

Massa – Galleria “La Melagrana”

2002 Bologna – Galleria “Grafique Art Gallery”

2003 Castel Maggiore (Bo) – Stanze oniriche – Sala Polivalente Municipale

2004 Castelfranco Emilia (Bo) – Palazzo Piella

Macerata – Galleria “Blarasin”

2005 Fermignano (Ps) – La fiaba sul palcoscenico - Sala Bramante

Fermignano (Ps) – Galleria d’Arte Contemporanea “La Piazzetta”

200� Castel Maggiore (Bo) – Nel giardino della Regina – Sala Pier Paolo Pasolini

Funo di Argelato (Bo) – Nel giardino della Regina – Centro Culturale

S.Giorgio di Piano (Bo) – Nel giardino della Regina – Sala Trenti

S.Pietro in Casale (Bo) – Nel giardino della Regina – Casa Frabboni

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