rapporto sul gioco d'azzardo a #bergamo

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RAPPORTO SU INTENSITÀ, COSTI E RICADUTE DEL GIOCO PUBBLICO D’AZZARDO NELL’AMBITO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO E DEL COMUNE DI BERGAMO IN PARTICOLARE: SULLA CONDIZIONE DELLE PERSONE SOCIALMENTE PIÙ VULNERABILI, SULLA SALUTE PUBBLICA E SUL RISPARMIO PRIVATO. A cura di Valeria Carella e Maurizio Fiasco in collaborazione con l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Bergamo 19 maggio 2016

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Rapporto su intensità, costi e ricadute del #gioco pubblico d’azzardo nell’ambito della provincia di #Bergamo e del #ComunediBergamo. #openBergamo #AzzardoBASTArdo

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Page 1: Rapporto sul gioco d'azzardo a #Bergamo

RAPPORTO SUINTENSITÀ, COSTI E RICADUTE

DEL GIOCO PUBBLICO D’AZZARDO NELL’AMBITO DELLA PROVINCIA DI

BERGAMO E DEL COMUNE DI BERGAMO

IN PARTICOLARE: SULLA CONDIZIONE DELLE PERSONE SOCIALMENTE PIÙ VULNERABILI, SULLA

SALUTE PUBBLICA E SUL RISPARMIO PRIVATO.

A cura di Valeria Carella e Maurizio Fiascoin collaborazione con l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Bergamo

19 maggio 2016

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INDICE

...................................................Premessa: lo sviluppo dell’industria del gioco d’azzardo. 3

..Riconoscimento del GAP come patologia clinica: una dipendenza “sine substantia” 7

.........................................................Bergamo: misure quantitative secondo i dati ufficiali 9

..........................................Anno intero 2015. Un’informazione completa per Bergamo 12

....................................................................Considerazioni sulle informazioni statistiche 15

la ricognizione preliminare e la collaborazione tra comune, amministrazioni pubbliche .................competenti, corpi sociali intermedi e rappresentanze degli interessi diffusi 16

..............................................................................Le segnalazioni della Caritas Diocesana 19

.................................Gli effetti della campagna di comunicazione “Azzardo Bastardo” 21

Le Evidenze epidemiologiche alla luce di un’indagine dell’osservatorio delle ........................................................................................dipendenze della Ast di Bergamo 22

Il gioco d’azzardo nella popolazione anziana: un’indagine clinico epidemiologica ................................dell’osservatorio delle dipendenze della AST di Bergamo e il Cnr 27

In particolare: sul consumo preponderante dei Gratta&Vinci tra la popolazione .....................................................................................................................................anziana 28

La densità dell’offerta di gioco e la spesa in azzardo per cittadini, contribuenti e ................................................................................pensionati della Provincia di Bergamo 31

Conclusione: sull’incidenza del consumo di gioco d’azzardo per la condizione dei .........................................................................contribuenti e dei pensionati bergamaschi 37

Le forme più rischiose di gioco d’azzardo per gli anziani e conseguente necessità di ........................................................................regolamentare la vendita dei Gratta&Vinci 39

...............................La particolare efficacia dei Gratta&Vinci nel generare dipendenza 41

L’indagine epidemiologica sulla malattia di Parkinson in provincia di Bergamo: ..........................................................correlazione tra trattamento per Parkinson e GAP 43

“Progetto Selfie”: oltre 14 mila studenti bergamaschi raccontano il proprio rapporto ............................................................................................................con il gioco d’azzardo 45

.....................................Glossario e concetti sul Gioco d’azzardo ricorrenti nel Report 50

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1. PREMESSA: LO SVILUPPO DELL’INDUSTRIA DEL GIOCO D’AZZARDO.

Se la scarsa propensione al gioco, che è durata fino agli anni Novanta, ha favorito per decenni un’alta vocazione al risparmio delle famiglie italiane, oggi non è più così. Si stima che gli italiani spendano 664 euro all’anno per investire nel loro futuro attraverso pensioni integrative e 1.260 euro per giocare e consumare il presente nell’azzardo.

Nei documenti istituzionali, come nell’uso comune, ricorre una gamma di locuzioni per indicare quello che nel linguaggio naturale è detto “gioco d’azzardo”. Nell’articolo 14 della Delega fiscale - il più recente atto normativo che riguardi la materia –1 il Legislatore si riferisce a “giochi pubblici, con o senza vincita in denaro, ammessi nella Repubblica italiana”. Dunque il gioco “con denaro” e “per vincita di denaro” (o altra cosa avente valore venale) è destinatario di una regolazione - penalistica, amministrativa e civilistica - molto complessa. Come ebbe a cristallizzare la Corte costituzionale con la sentenza 273/1975, la libertà d’impresa sul gioco d’azzardo non è riconosciuta dal nostro ordinamento giuridico perché essa confligge con i valori di utilità sociale; ciò “per impedire che possa derivarne danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana, elementi con i quali mal si concilia, per gli aspetti che gli sono propri, il giuoco d’azzardo”. Allo stato attuale, in Italia il gioco “con alea”, al quale si partecipa “con denaro” e “per denaro” (in sostanza: il gioco d’azzardo), si articola in una componente autorizzata e in una extralegale sanzionata dalla norma penale. Di fatto, l’unica definizione codificata di “gioco d’azzardo” è quella penale. 2L’articolo 721 del Codice definisce cosa debba intendersi per gioco d’azzardo: “Sono giuochi d’azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria”. Gli articoli 718 e 719 sanzionano, inoltre, l’organizzazione o l’agevolazione del gioco d’azzardo e prevedono aggravamenti delle pene (nella misura del doppio) qualora i

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1 Legge n. 23 del 2014, recante la Delega al Governo per il riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici.

2 Analogamente, la Suprema Corte di cassazione con sentenza del 28 aprile 2009, n. 17842, ha stabilito che “per aversi gioco di azzardo si necessita del concorso di due elementi, l’uno di carattere oggettivo, rappresentato dalla aleatorietà della vincita o della perdita, l’altro di carattere soggettivo, costituito dal fine di lucro dei partecipanti”.

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“colpevoli” abbiano istituito o tenuto una casa da giuoco oppure si siano avvalsi di un pubblico esercizio; ciò a tutela dei minori e del risparmio. Anche la partecipazione al giuoco d’azzardo è punita (con l’arresto o con l’ammenda). L’articolo 720 prevede anche le aggravanti della pena, che scattano qualora esso si svolga in una casa da giuoco, in un pubblico esercizio o le puntate siano elevate.Questo principio, generale, di reità non si applica ai giochi offerti in concessione dallo Stato, che, quindi, sono leciti “in deroga” alla norma generale. Il fil rouge che li unisce, risalendo nel tempo, va dal Regio Decreto del 27 aprile 1924, n. 636, che autorizzava all’esercizio del gioco e della scommessa, anche d’azzardo, i Casinò di Campione d’Italia, Sanremo, Saint Vincent e Venezia; al Regio Decreto del 19 ottobre 1938, n. 1933, che vietava ai privati l’organizzazione del gioco del Lotto e delle Lotterie nazionali, riservandoli esclusivamente allo Stato;3 nell’Italia Repubblicana, l’accentramento delle competenze statali sul gioco pubblico inizia nel 1988, con l’acquisizione delle Lotterie nazionali; per poi arrivare, nel 1994, all’acquisizione del gioco del Lotto e delle Lotterie istantanee; nel 1997 è la volta del SuperEnalotto a cui, nel 2000, si aggiungerà la gestione del Bingo, dopodiché, dalla liberalizzazione del 2003 (e l’avvento delle Slot machine), l’industria del gioco d’azzardo in Italia conoscerà una crescita esponenziale (il 2009 sarà l’anno dei Gratta&Vinci e il 2012 delle VLT), in totale contrasto rispetto alla stagnazione documentata in tutti gli altri settori economici.La legge penale italiana, dunque, vieta formalmente il gioco d’azzardo; l’articolo 110 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, ad adiuvandum, nell’elencare i giochi qualificati come illegali, ha cura di specificare che essi sono tali proprio in virtù del fatto che mettono in palio del denaro ottenibile per pura sorte. Date queste premesse, ci si sarebbe atteso che calassero i titoli di coda sull’ipotesi di liberalizzare l’azzardo nel nostro Paese, con buona pace del diritto e dell’identità nazionale; al contrario, invece, i decisori pubblici hanno deciso di intervenire in questa materia con la stessa mentalità delle ricostruzioni dopo un terremoto: in deroga. I giochi offerti in concessione dallo Stato e i luoghi dov’era consentito praticarli, da essere originariamente un numero limitato, in virtù della loro natura “in deroga”, appunto, dopo gli anni’90 sono arrivati a costituire un’offerta di azzardo pervasiva e capillare, con la conseguente creazione di un

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3 E infatti esiste un Monopolio statale del settore. L’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) fu istituita con il Regio Decreto legge dell’8 dicembre 1927, n. 2258, con il compito di svolgere “i servizi di monopolio di produzione, importazione e vendita dei sali e tabacchi e produzione e vendita del chinino di Stato”. Con il Decreto legge 27 giugno 2012, n. 87, ai sensi dell’art.3, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha assorbito le competenze dell’AAMS.

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mercato, per bisogno indotto: popolare e di massa. Esattamente negli anni della recessione e della peggiore crisi economica dal Secondo dopoguerra.Di fatto, dalla metà degli anni Novanta è in corso in Italia una progressiva e inarrestabile offerta di nuovi giochi, di possibilità di dissipare denaro, risorse e risparmi familiari, con “speranza” di riscossione di vincite in sempre più numerosi luoghi, fin dentro le abitazioni private: “Gioco d’azzardo e crisi sociale sono due facce della stessa medaglia, rappresentano il sintomo e la conseguenza di una cultura malata che si affida alla sorte, alla voglia di arricchirsi senza fare sacrifici, o semplicemente l’illusione di trovare una scorciatoia. Se la scarsa propensione al gioco, che è durata fino agli anni Novanta, ha favorito per decenni un’alta vocazione al risparmio delle famiglie italiane, oggi non è più così. Si stima che gli italiani spendano 664 euro all’anno per investire nel loro futuro attraverso pensioni integrative e 1.260 euro per giocare e consumare il presente nell’azzardo. Le conseguenze del gioco d’azzardo non sono solamente una responsabilità personale: a livello sociale sono come una piaga, che la politica è chiamata a fasciare e a guarire”.4 Una piaga sociale che ha riverberi negativi in particolare sulla condizione delle persone socialmente più vulnerabili; sulla salute pubblica; sul risparmio privato.Le conseguenze del gioco d’azzardo sono contrarie ad alcuni princìpi fondamentali della Costituzione, difatti: vulnerano la dignità della persona, sancita nell’articolo 2; distolgono i genitori dal proprio “dovere” educativo e la famiglia dall’adempimento dei propri compiti, sanciti nel primo comma degli articoli 30 e 31; pregiudicano l’infanzia e la gioventù, protette dall’articolo 31, comma 2; compromettono la salute e il risparmio, tutelati - alla stregua di valori non solo individuali – dal primo comma degli articoli 32 e 47; snaturano l’iniziativa economica privandola, nei fatti, dell’utilità sociale sancita come carattere indispensabile nell’articolo 41, commi 2 e 3. Recita l’articolo 47 della Costituzione: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”; analogamente, l’articolo 41: “(L’iniziativa economica privata) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

54 Francesco Occhetta S.I., La piaga sociale del gioco d’azzardo, in “La Civiltà Cattolica”, ottobre 2014, p.69.

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Fin dalle prime legislature del Parlamento dell’Italia unita è ben nota la censura circa la minaccia che il consumo di gioco “con denaro” e “per denaro” (anche quando la forma di esso era quasi esclusivamente rappresentata dal gioco del Lotto)5 arrecava a uno dei valori cardine della coesione sociale, rappresentato proprio dal risparmio; così come già era riconosciuta la regressività dell’imposizione che, di fatto, si determinava. “Ladra e laida tassa” veniva non a caso definito il consumo per la spesa del gioco del Lotto. Tutte le osservazioni giuridiche, scientifiche e sociologiche convergono nell’evidenziare che il gioco d’azzardo è percepito dagli strati sociali più poveri e meno scolarizzati della popolazione, tra magia e divinazione, come illusoria alternativa per reperire il denaro mancante al proprio sostentamento.Peraltro, fino alla fine degli anni Novanta, uniche strutture dedicate al gioco d’azzardo esistenti in Italia erano quattro casinò – tutti ubicati nelle località di confine – e 20 ippodromi – marginalizzati al di fuori dei centri abitati -. In tempi più recenti, in cui le politiche pubbliche sul gioco d’azzardo lo hanno trasformato in un’offerta capillare e di massa, si assiste nel nostro Paese a un cambiamento dell’utenza: dall’uomo ricco o arricchito che un tempo giocava al casinò, si è passati oggi alla donna del ceto medio depauperato che consuma quote importanti delle proprie – già esigue – risorse economiche nei bar e nelle tabaccherie.Sul finire dell’anno 2012 il Legislatore ha iniziato a elaborare delle misure di trattamento dei sempre più evidenti riflessi di disfunzionalità sociale dovuta al giochi d’azzardo; tuttavia, al di là del decentramento amministrativo e della sussidiarietà, le ricadute che incombono sulle Amministrazioni sono gravi e proteiformi, una per tutte: il dissolversi di quello che una volta era il risparmio cittadino nel circuito del credito illegale attraverso il prestito a usura e, per questa via, l’apertura del ceto medio produttivo e dell’economia locale a forme illegali di investimento in un “mercato” molto sensibile a questi richiami, quale è quello dell’azzardo.6

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5 La morsa provocata, tra gioco del Lotto e usura, agli strati popolari della popolazione fu mirabilmente descritto già da Matilde Serao ne Il ventre di Napoli, Francesco Perrella Editore, 1906 (prima edizione).

6 La prima istituzionalizzazione degli aspetti clinici del consumo eccessivo di gioco “con denaro” e “per denaro” avviene con il Decreto legge 13 settembre 2012, n. 158 (cd. “decreto Balduzzi”), che prevede la terapia delle dipendenze da gioco d’azzardo tra gli obblighi del SSN. Inoltre, all’art.7, comma 5, introduce delle misure di tutela e cautela, tra cui l’obbligo per i gestori di sale da gioco ed esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici di esporre all’ingresso e all’interno dei locali il materiale informativo predisposto dalla ASL, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio di servizi di assistenza dedicati alla cura delle persone con patologie correlate al gioco d’azzardo patologico (GAP).

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2. RICONOSCIMENTO DEL GAP COME PATOLOGIA CLINICA: UNA DIPENDENZA “SINE SUBSTANTIA”

La dipendenza racchiude poi due epifenomeni: la recidiva, cioè l’impossibilità di smettere che si manifesta nella ripetitività ossessiva dell’azione anche quando i normali meccanismi neurofunzionali di feedback negativo di controllo degli impulsi dovrebbero indurre l’individuo a interrompere l’attività di gioco; e la cronicità del fenomeno, cioè la tendenza ad automantenersi attraverso circuiti di feedback positivo.

Giova ricordare che la qualificazione ufficiale di patologia, dispiegantesi in “un disturbo del controllo degli impulsi”, riferita al gioco d’azzardo patologico, venne data per la prima volta nel 1980 dall’American Psychiatric Association nel suo Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-4); sulla stessa linea si attestò l’OMS quando nel 1995 nell’International Classification of Diseases (ICD-10) annoverò il GAP tra i “disturbi delle abitudini e degli impulsi”. Nel DSM-4-TR, una revisione all’edizione precedente pubblicata nel 2000, l’American Psychiatric Association definì il GAP come un “comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che comprende gli aspetti della vita personale, familiare e lavorativa del soggetto”. Parafrasando, nell’anno uno del nuovo secolo il GAP veniva, dunque, definito come un disturbo degli impulsi e del comportamento dovuto a stimoli esogeni (su base, cioè, non tossicologica).

Nella primavera del 2013 è stata pubblicata la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders; esso ha apportato dei sostanziali cambiamenti per la comprensione e la concettualizzazione del GAP, a cominciare dalla classificazione diagnostica che ne fa: il DSM-5 colloca il Disturbo da Gioco d’Azzardo Patologico - Gambling Disorder - nella categoria della “Dipendenza non correlata all’uso di sostanze”. Lo spostamento del gioco d’azzardo patologico nel capitolo delle dipendenze non è meramente classificatorio, ma va nella stessa direzione della evoluzione dei disturbi da uso di sostanze. La ricerca scientifica ha infatti rilevato che le analogie tra GAP e dipendenze chimiche superano di gran lunga la sola fenomenologia comportamentale. La ricerca neurobiologica e la neuroimaging hanno mostrato sovrapposizioni dei quadri di addiction, innanzi tutto per quanto riguarda le diverse dipendenze chimiche, e più recentemente: tra dipendenze chimiche e non chimiche. Il GAP e i disturbi da uso di sostanze condividono, infatti, molte caratteristiche, tanto che i criteri utilizzati per diagnosticarli sono del tutto

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simili: entrambi danno luogo a craving, astinenza e tolleranza. Il concetto di dipendenza in medicina racchiude una malattia neuropsicobiologica ed è definita da almeno tre fenomeni: il craving, cioè la bramosia di ripetere l’operazione; l’astinenza, cioè l’insorgenza di sentimenti di inquietudine quando si è impossibilitati a proseguire; e la tolleranza, dunque la necessità di giocare con maggiore frequenza per riprodurre sempre il medesimo grado di euforia e gratificazione. La dipendenza racchiude poi due epifenomeni: la recidiva, cioè l’impossibilità di smettere che si manifesta nella ripetitività ossessiva dell’azione anche quando i normali meccanismi neurofunzionali di feedback negativo di controllo degli impulsi dovrebbero indurre l’individuo a interrompere l’attività di gioco; e la cronicità del fenomeno, cioè la tendenza ad automantenersi attraverso circuiti di feedback positivo. La necessità di ripetere ossessivamente l’azione, anche aldilà delle oggettive probabilità di successo, è frutto di una dispercezione cognitiva - cioè di una distorsione della capacità di valutare criticamente le reali possibilità di vincita -; difatti il giocatore d’azzardo non è conscio del dato che le possibilità di vincita sono ovviamente molto basse, ma ripete ostinatamente e pervicacemente le proprie operazioni proprio per via dell’innestarsi del fenomeno del craving nella “libera” formazione della sua volontà

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3. BERGAMO: MISURE QUANTITATIVE SECONDO I DATI UFFICIALI

In attesa che il Sistema Statistico Nazionale (SISTAN7) includa e certifichi anche un repertorio soddisfacente dei dati sui flussi di gioco pubblico d’azzardo, si è dovuto procedere a elaborare un quadro di indicatori quantitativi sul consumo servendosi d’informazioni disponibili con molta difficoltà e peraltro a intermittenza. I Monopoli di Stato, infatti, fino al 2011 hanno diffuso dei data set ufficiosi (per il tramite di agenzie specializzate in giochi e scommesse) e direttamente mediante il sito internet istituzionale. Non esiste ancora uno standard di dati con aggregazioni statistiche universalmente concordate e accettate. Particolarmente insoddisfatto è proprio quel bisogno di dati conoscitivi localizzati, alla minima aggregazione possibile, o almeno su base provinciale.Non di meno, ma per l’anno 2012, si è utilizzato quanto eccezionalmente la Commissione Parlamentare Antimafia, su richiesta del Sen. Raffaele Lauro, ha acquisito dalla allora AAMS: tavole provinciali, suddivise per tipologia di gioco e con riportate le dotazioni di apparecchi automatici. Solo il 3 dicembre 2015, in risposta a un’interrogazione parlamentare8, alcuni di quegli elementi sono stati aggiornati: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha allegato una tabella con il numero di Slot Machine e di VLT in funzione a quella data.Il 14 maggio 2016, infine, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha consegnato l’annuale Libro Blu con il rendiconto relativo all’anno intero 2015. Come si vedrà, in meno di cinque mesi l’informazione statistica ha subito un drastico cambiamento: se al 30 novembre 2015 il MEF dichiarava attivi 392.756 apparecchi (340.785 Newslot e 51.971 VLT) nel citato Libro Blu il dato è lievitato a 470.559 (di cui 418.210 Newslot e 52.349 VLT). L’incremento nazionale (pari a più 16,53 %) deriva dalla “improvvisa” entrata in funzione di apparecchi tra il primo dicembre 2015 e il 31 dello stesso mese (pag. 77 del Libro Blu, in base a “informazioni inviate dai concessionari al 21/01/2016”).

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7 Il Sistema statistico nazionale (Sistan) è stato istituito con il decreto legislativo n. 322/89, emanato in attuazione della delega contenuta nell’art. 24 della legge n. 400/88, che ha dettato i principi ed i criteri direttivi per la riforma della statistica pubblica.

8 XVII LEGISLATURA, BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI - Finanze (VI) ALLEGATO 4 Atto 5-07143 Paglia: Numero e distribuzione territoriale delle slot machine e delle VLT (video lottery terminal) installate in Italia.

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Proprio per risolvere l’impasse di tale vistosa incongruenza, il Gabinetto del Sindaco di Bergamo ha richiesto e ottenuto dall’ADM competente per territorio i dati puntuali per la provincia relativi al 2015 e con varie e interessanti disaggregazioni.9

Da questo impegno complessivo degli estensori della ricerca, invero laborioso, è tuttavia derivata una ricognizione molto attendibile che documenta il vertiginoso incremento del consumo di azzardo nella stessa area bergamasca. Il fenomeno è descrivibile nei termini che seguono.

Periodo 2005 - 2012• Per le modalità di gioco d’azzardo raccolto da postazione fissa o

comunque mediante supporto fisico (dalle Slot machine ai Gratta e Vinci, dalle scommesse nelle agenzie al gioco del Lotto-SuperEnalotto e simili e ancora alle scommesse “virtuali” nei locali di esercizi pubblici) in un settennato (periodo 2005-2012, l’ultimo anno per il quale i Monopoli di Stato hanno reso disponibili i dati con disaggregazione provinciale)10 il consumo di gioco pubblico d’azzardo ufficialmente registrato nella provincia di Bergamo ha subìto un incremento da un valore complessivo di 356 milioni e 790 mila euro a quello pari a 1 miliardo 573 milioni di euro. Tali valori monetari (al netto della componente di azzardo non registrato o “in nero”)11 sono apparsi coerenti con il boom avvenuto in Italia nel corrispondente intervallo di tempo: da 16 miliardi e 830 milioni di euro si è passati a un volume di denaro speso per il gioco pari a 88 miliardi e 572 milioni di euro. Vi è da sottolineare che nell’anno 2005 fece il suo ingresso, per la prima volta in Italia, l’installazione autorizzata di apparecchi automatici per il gioco con prospettazione di vincite in denaro (apparecchi denominati “NewSlot” e che devono essere conformi a quanto prescritto nel modificato art. 110, comma 6, del Testo Unico della Legge di Pubblica Sicurezza). Nell’anno 2005 il totale di questi strumenti di gioco in Italia era pari a 167.773, dei quali 31.868 nella sola Lombardia. Per essi non era ancora disponibile con disaggregazione provinciale il dato in valori monetari del consumo, ma si diffuse quello

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9 Allegato 1

10 Negli anni successivi al 2012, inspiegabilmente, nonostante che le richieste siano arrivate anche da organismi e alte rappresentanze istituzionali, i Monopoli di Stato non hanno più reso accessibili i dati provinciali di spesa per gioco, ma i soli dati regionali.

11 Per i dati sull’incidenza per Provincia della quota non registrata del gettito degli apparecchi NewSlot e VLT, si veda il Rapporto della Consulta Nazionale Antiusura dell’11 giugno 2014, Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana. La presenza della criminalità nel mercato dell’alea (a cura di M. Fiasco).

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nazionale, già allora prossimo ai tre miliardi di euro, e precisamente: 2.998 milioni di euro. Applicando il peso statistico della Lombardia sul totale Italia – criterio seguito dai Monopoli per proporzionare le concessioni nei diversi territori regionali - il numero degli apparecchi risultava pari al 19% del totale nazionale e la spesa di gioco con le NewSlot pari a 569 milioni di euro. Con lo stesso criterio, rapportando l’incidenza demografica della Provincia bergamasca sulla sua Regione (11,2% del totale dei residenti lombardi), si può ritenere che il consumo locale di NewSlot fosse di 62,7 milioni di euro. Dunque, nell’intero anno 2005 la popolazione residente in provincia di Bergamo consumava 356.790.000 di euro nel complesso dei giochi d’azzardo accessibili sul territorio.

• Successivamente, l’offerta del gioco pubblico d’azzardo in Italia ha conosciuto un enorme incremento, sia per tipologie di consumo e sia per volume. Nell’anno 2006 è aumentato il numero delle già “decollate” NewSlot (pervenendo alla cifra di 380 mila “macchinette” funzionanti) ed è stata aggiunta una nuova tipologia di apparecchio automatico, denominato VLT (Video Lottery Terminal), che esordì nel numero di 50 mila unità. Anche in tale occasione il legislatore ha modificato l’art. 110 del TULPS, aggiungendo il comma 7.

• Oltre al gioco per denaro con collocazione fisica in locali, è stato reso via via disponibile un catalogo di modalità di azzardo on-line autorizzato (Poker, Casinò, Scommesse via internet, varianti “virtuali” di giochi già con piattaforma fisica), un comparto che in Italia assorbe il 20% della spesa complessiva di tutto l’aggregato dei giochi. Di tale modalità on-line non è stato diffuso altro dato che quello nazionale.

Riassumendo:- Tra il 2005 e il 2012 (sette anni interi) in Italia il consumo ufficiale di

gioco pubblico d’azzardo è aumentato dell’809%; a Bergamo, nel corrispondente arco di tempo, il balzo dei valori di consumo è stato del 773 %.

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4. ANNO INTERO 2015. UN’INFORMAZIONE COMPLETA PER BERGAMO

Come accennato, pur mancando l’informazione comparativa aggiornata della ripartizione territoriale per tutte le Province dei volumi di gioco e in particolare di quello consumato on line, per Bergamo tale lacuna è stata colmata grazie all’ottenimento di dati puntuali dall’ADM.12

In tal modo – ed è attualmente l’unico caso in Italia – si può disporre del quadro integrale di quanto ufficialmente risulta a proposito del gioco d’azzardo su concessione statale, sia con modalità fisica e sia via internet.Si arriva, pertanto, a disporre di un valore altamente indicativo del complesso del fenomeno. In sintesi, si può così riassumere il profilo del “grande balzo” registrato dal consumo nazionale e locale di questo particolare servizio commercializzato:

Tabella n. 1 - Consumo di gioco d’azzardo, parte registrata – Provincia di Bergamo - anno 2015Fonte: Nostra elaborazione su dati dell’ADM al Comune di Bergamo

Consumo di gioco

d’azzardo (parte

registrata)

Popolazione Consumo d’azzardo pro-

capite

Famiglia media

Consumo gioco d’azzardo parte

registrata più on-line calcolato su famiglia

media1.812.680.000 1.110.801 1.637 2,40 3.928

12

12 L’ADM ha fornito in minima parte i dati richiesti dal comune di Bergamo che ritiene indispensabile conoscere con precisione i dati di consumi di gioco ripartiti per tipologia di gioco, l’andamento del consumo di gioco ripartito nei 12 mesi, l’andamento medio di consumo di gioco nell’arco delle 24 ore.

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Tabella n. 1.BConsumo di gioco d’azzardo, parte registrata – Solo Comune di Bergamo - anno 2015Fonte: Nostra elaborazione su dati dell’ADM al Comune di Bergamo

Consumo di gioco

d’azzardo (parte

registrata)

Popolazione Consumo d’azzardo pro-

capite

Famiglia media

Consumo gioco d’azzardo parte

registrata più on-line calcolato su famiglia

media301.787.000 119.002 2.536 2,40 6.086

Nella provincia di Bergamo per l’anno 2015 i valori del consumo di gioco d’azzardo ufficialmente registrati sono stati di 1.812.680 milioni di euro, pari a una spesa per famiglia media bergamasca di 3.928 euro l’anno. Considerando che la media statistica delle famiglie bergamasche è di 2,4 componenti, ogni persona – neonati compresi - “brucia” al gioco 1.637 euro annui.

Per il solo Comune di Bergamo il quadro si presenta molto peggiore:Il consumo procapite raggiunge il valore di 2.536 euro, pari al 45% in più della media provinciale.La circostanza è in parte attribuibile alla maggiore concentrazione delle funzioni urbane primarie (scuole superiori, università, centri di cura, attività economiche e servizi).Non di meno lo scostamento rappresenta in modo vistoso la pervasiva esposizione dei cittadini bergamaschi – di ogni sesso e fascia d’età (e in particolare dei minori e degli anziani) – all’offerta capillare e insistente di gioco pubblico d’azzardo.

Altri dati di riferimento: la collocazione dell’azzardo nel territorio

Di tutto interesse e ancor più probante di un vero e proprio “assedio” che la comunità di Bergamo capoluogo subisce dall’offerta commerciale di gioco d’azzardo è l’analisi dell’incidenza spaziale delle postazioni del gambling.Il complesso dei punti di vendita dedicati all’azzardo (escludendo quindi quelli molto poco coinvolti nell’arco dei dodici mesi dell’anno, per esempio per lotterie nazionali legate a eventi o simili) insistenti sul territorio del

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Comune di Bergamo risultano essere n. 131, dei quali 115 quali “pubblici esercizi”, 6 quali sale per cosiddette Video Lottery Terminal e 10 “altre sale” (centri scommesse e simili).In rapporto alla superficie di competenza del Comune si tratta di 1 punto di gioco ogni 0,31 chilometri quadrati.

Tabella n. 1/C - Consistenza dell’offerta di gioco d’azzardo con apparecchi automatici e sale dedicateFonte: Nostra elaborazione su dati dell’ADM al Comune di Bergamo

Ambito di Bergamo Esercizi Sale VLT Altre sale Totale punti

Superficie Km2 Punti per Km2

Bergamo 115 6 10 131 40,16 0,31

In sintesi, le dimensioni dell’incremento si possono così riassumere: • Nel biennio 2013-2014 la propensione nazionale al consumo di gioco d’azzardo aveva subìto una contrazione (pari 4,7%)• Nell’anno 2015 invece il consumo in Italia ha ripreso ad aumentare riportando i dati ai valori dell’anno di picco (2012)• Comparando i dati della provincia di Bergamo del 2012 e del 2015 si rileva invece un incremento: il consumo registrato nel 2015 è il picco massimo raggiunto nella storia dei giochi pubblici con denaro e per denaro in concessione statale.

Tabella n. 1/D – L’incremento del consumo di gioco d’azzardo 2012-2015Fonte: Nostra elaborazione su dati dell’ADM al Comune di Bergamo e su valori di stima per l’on line del 2012

Anno 2012Anno 2012Anno 2012 Anno 2015Anno 2015Anno 2015 Variazione %

Raccolta fisica On line Totale Raccolta fisica

On line Totale Su totale

1.573.000.000 123.000.000 1.730.000.000 1.611.906.764 200.772.982 1.812.680.000 4,65%

NB: il dato 2012 per l’on line è una stima (10%); quello per il 2015 è ufficiale (11,1%). L’incremento del consumo solo per la «raccolta fisica» è del 2,41%

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5. CONSIDERAZIONI SULLE INFORMAZIONI STATISTICHE

Lo scenario che emerge dai dati ufficiali e dalla loro elaborazione, poiché presenta numeri e andamenti che obiettivamente non fanno presagire, per l’immediato futuro, alcuna remissione spontanea del fenomeno, ha allertato l’Amministrazione comunale. Essa si è dunque interrogata sui riflessi e sulle conseguenze di tale vistoso cambiamento nei comportamenti della sua popolazione, in particolare in una stagione contrassegnata da crisi economico-finanziaria, da crescente disoccupazione delle forze di lavoro, da impoverimento delle famiglie e da tensioni sociali innescate dalla recessione produttiva. I riflessi della crisi sul connotato fortemente industriale dell’Ambito di Bergamo, per esempio, vanno valutati con estrema attenzione per tutte le variabili di contesto socio-economico del territorio.

I quesiti essenziali si riassumono in questi termini:- Quali riverberi negativi un così rilevante consumo di gioco d’azzardo ha

sulla tenuta generale delle famiglie;

- Quali effetti ha sui comportamenti già ufficialmente catalogati come “a rischio” (oltre alle forme patologiche di azzardo, anche sulla dissipazione di reddito di sussistenza, sulle forme di indebitamento familiare e individuale eccessivo, quando non addirittura illegale, come l’usura);

- Quali interferenze può avere sul corretto adempimento degli obblighi di assistenza e cura familiari;

- Quali rischi comporta sull’induzione al gioco per denaro nelle fasce giovanili e in quelle minorili della popolazione;

- Come e quanto la popolazione anziana e pensionata è coinvolta in questo consumo;

- Quali conseguenze nefaste un impiego del tempo di vita così cospicuo (quale quello occorrente per spendere 1 miliardo e 573 milioni di euro) consumato a reiterare compulsivamente sempre gli stessi gesti meccanici, frazionati in un’altissima frequenza (caratteristica, questa, consustanziale all’azione del giocare d’azzardo), può avere sulla salute delle persone, come fin dal 1980 riconobbe l’OMS e come con il DDL 158 del 2012 il Ministro della Salute ha recepito anche in Italia,

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inserendo la dipendenza da azzardo nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

L’attenzione dell’Amministrazione civica si è inoltre rivolta ad altri aspetti più generali, quali: le implicazioni per l’ordinato svolgimento della civile convivenza, per il rispetto dei Regolamenti municipali, per i fenomeni di devianza e per i conflitti che ordinariamente interessano i Servizi del Comune (Polizia locale, Servizi sociali, disciplina delle attività economiche).

6. LA RICOGNIZIONE PRELIMINARE E LA COLLABORAZIONE TRA COMUNE, AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE COMPETENTI, CORPI SOCIALI INTERMEDI E RAPPRESENTANZE DEGLI INTERESSI DIFFUSI

L’Amministrazione Comunale, preso atto della gravità di un fenomeno già radicato e in progressivo avanzamento, nonostante i presìdi sociali organizzati per tutelare le persone a più alta vulnerabilità, ha avviato una particolareggiata e completa ricognizione delle ricadute che il mercato del gioco d’azzardo (tra offerta massiva sul territorio e volume di spesa dei cittadini) ha sull’Ambito 1 di Bergamo..La Ricerca è stata condotta sia attraverso i Servizi propri del Comune, sia avvalendosi di relazioni, documenti, informative provenienti da altre Amministrazioni o Servizi pubblici, infine esaminando elaborati, segnalazioni e richieste manifestati da quel complesso di Corpi intermedi ai quali fa richiamo il principio costituzionale di sussidiarietà (sancito dall’articolo 118 della Costituzione). Le strutture dell’Amministrazione municipale attivate sono state il Segretariato sociale, i Servizi sociali, il Corpo della Polizia municipale dell’Ambito 1 - Bergamo.Le Amministrazioni pubbliche interpellate sono state la ASL di Bergamo e il Comando provinciale della Guardia di Finanza.La Caritas Diocesana, con i suoi 67 Centri di Ascolto (CPAC), ha invece fornito la sua dettagliata conoscenza dei caratteri di sofferenza sociale sul territorio.Laddove la Asl di Bergamo, nel panorama nazionale, per prima si è attivata in un’indagine clinico-epidemiologica per studiare il rapporto della popolazione

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anziana con il gioco d’azzardo e quanto esso incide sui loro comportamenti/abitudini – i cui risultati per la Provincia sono parte integrante di questa stessa Ricerca (infra, § 6) -, i dati tratti dai focus group organizzati dall’amministrazione restituiscono l’impatto qualitativo di come l’offerta di gioco d’azzardo incida e proliferi sulla città e sui suoi abitantiNei focus e dai questionari somministrati agli operatori coinvolti dall’Amministrazione, emerge uno scenario di come i cittadini impegnano tempo e risorse, con le conseguenti ricadute sul territorio e per l’Amministrazione, che descrive una situazione già sotto la linea di galleggiamento. Dalle risultanze acquisite dall’Amministrazione, ricorrono, difatti, diversi casi di genitori che dimenticano di andare a prendere i figli a scuola, perché impegnati a giocare nei bar/tabaccherie; diversi casi di genitori che prendono i figli a scuola e che insieme a loro tornano nei bar/tabaccherie, per continuare a giocare; diversi casi di familiari che non rientrano affatto per il pranzo o la cena, perché intenti a giocare.Ricorrono, inoltre, numerosi casi di sperpero della pensione, dello stipendio e della Tredicesima nel giorno stesso in cui vengono accreditati; numerosi casi di pensionati o salariati che si rivolgono alla Caritas per il pacco alimentare fin dai primi giorni del mese, non avendo più quote di reddito residue, dopo averle dilapidate al gioco; ricorrono alcuni casi di perdita del posto di lavoro, a causa del tempo impiegato nel gioco, distratto all’orario di lavoro, ma anche a causa del denaro distratto ai colleghi di lavoro, per andare a giocare.Ricorrono diverse segnalazioni di liti, conflitti, violenze domestiche, che si traducono anche in separazioni/divorzi, dovuti al sovra-indebitamento familiare per gioco; ricorrono diversi casi di non versamento dell’assegno alimentare/di mantenimento, a causa del denaro che manca, già speso al gioco; ricorrono diverse segnalazioni di mancanza di accudimento dei genitori nei confronti dei figli minori, così come dei figli adulti nei confronti dei genitori anziani; ricorrono diverse segnalazioni per non ottemperanza dell’obbligo (anche costituzionale) di provvedere a minori e anziani da parte di chi sarebbe tenuto a farlo (il che, talvolta, nel caso delle persone anziane, si è tradotto anche nell’intervento dell’amministratore di sostegno). Ricorrono diverse segnalazioni di capannelli di persone fuori dai locali dove si gioca d’azzardo, con conseguente disturbo acustico e della quiete urbana; ricorrono diverse segnalazioni di residenti intimiditi per la presenza di chi staziona nei pressi dei luoghi di gioco, cittadini sempre più in difficoltà ad abitare naturalmente il proprio territorio (talvolta, ricorrono segnalazioni per

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atti osceni, in considerazione del fatto che non sempre i locali dove si gioca sono muniti di servizi igienici); ricorrono diverse segnalazioni, infine, di incuria delle aree circostanti i locali (Gratta e vinci buttati per terra, bottiglie rotte…).Inoltre il Fondo di assistenza e previdenza del personale del Comune di Bergamo ha registrato negli ultimi 10 anni 12 casi di colleghi con problemi di ludopatia.13

1813 Allegato 2

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7. LE SEGNALAZIONI DELLA CARITAS DIOCESANA

Dal Report che la Caritas Diocesana ha fatto pervenire al Comune,14 su quanto i suoi Centri di Ascolto hanno rilevato nell’anno intero 2013 e sulle conseguenti azioni solidaristiche realizzate per sostenere le sofferenze delle famiglie dei giocatori d’azzardo, emerge che: “Il fenomeno ha raggiunto livelli straordinari. La percezione che esista un problema di dipendenza dal gioco d’azzardo risale agli inizi del 2010 in maniera quantitativamente rilevante. Il risultato reale è solo un maggior impoverimento dei giocatori”. La Caritas riferisce i seguenti dati:

- Nel 2013 si sono rivolte al CPAC per chiedere aiuto per problemi di gioco 67 persone, nel 45% dei casi si è trattato di uomini e nel 55% di donne;

- Le vittime preferenziali del gioco d’azzardo sono le persone con minori risorse economiche e culturali;

- È un fenomeno in crescita, non si nota una frenata del ricorso al gioco dovuto a ristrettezze economiche: nei tabaccai locali le persone fanno la fila per i Gratta&Vinci e per cambiare i soldi per poi accedere alle Slot sul retro.

Conclude la Caritas nel suo Report: “C’è stata un’esplosione di richieste, se pensiamo che nel 2011 solo due o tre Centri di Ascolto segnalavano giocatori patologici. In sostanza, dall’anno 2013 il problema del gioco d’azzardo, con riflessi molto gravi, ha germinato le sue aberrazioni, e ciò sotto l’aspetto dell’impoverimento ulteriore delle persone più svantaggiate; dell’indebitamento; della solitudine; della frantumazione delle relazioni familiari; della manifestazione di comportamenti illeciti e violenti”.

Dall’esame dell’attività di servizio, infine, la Caritas segnala nuove tipologie di problematiche connesse all’azzardo:- Le casalinghe spendono molto, mediamente tra i 15 e i 30 euro al giorno.

Pensando di arrotondare il bilancio, finiscono per investire ingenti somme e non riescono più a togliersi dal circuito perverso del debito;

1914 Cristina Suardi, Gioco d’azzardo: osservazioni dei Centri di ascolto, CPAC Caritas diocesana di Bergamo.

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- I più giovani puntano denaro utilizzando computer e smartphone per giocare;

- Gli anziani rivelano una forte propensione per i giochi a estrazione istantanea (Gratta&Vinci);

- C’è un’accentuata propensione al gioco delle persone in stato di separazione familiare;

- I ceti medi impiegatizi, proprio a causa dei debiti di gioco, sono sovraindebitati o indebitati a usura.

- Il pagamento delle bollette e un aiuto economico sono le richieste abituali di chi vive il problema della dipendenza da gioco. Il sostegno psicologico è la principale istanza di chi ha in casa un familiare giocatore problematico/dipendente.

- Quanto all’emergere soggettivo del problema: “La dipendenza da gioco d’azzardo non è in genere esplicitamente espressa dalle vittime e soltanto un ascolto paziente è in grado di far venire a galla il problema. A prendere l’iniziativa di chiedere aiuto sono le donne, spesso in quanto parente della vittima, in genere la moglie”.

Tabella n. 2 – Tipologie delle richieste pervenute alla Caritas in valori percentuali (anno: 2013)Fonte: Caritas Diocesana

Tipologia della richiesta %Aiuto economico 31,3%Pagamento bollette 43,8%Pagamento debiti 6,3%Prestiti 6,3%Occupazione in attività lavorative 12,5%Sostegno psicologico 31,3%Altro 18,8%

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8. GLI EFFETTI DELLA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE “AZZARDO BASTARDO”

La Campagna di comunicazione “AZZARDO BASTARDO” è stata promossa dal Tavolo provinciale di Prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico e realizzata da: ASL di Bergamo, Comune di Bergamo, L’Eco di Bergamo, Ufficio Scolastico Provinciale, ATB-TEB, Distretto Urbano del Commercio assieme ad alcuni noti marchi della grande distribuzione commerciale. Le telefonate pervenute dal suo esordio, in febbraio, al 31 maggio 2015 sono state 4615, fatte per la quasi totalità dai familiari delle persone afflitte dal problema del gioco d’azzardo; solo in pochi casi il contatto è avvenuto attraverso la segnalazione di conoscenti/amici del giocatore. Infine, meno del 10% sono state le telefonate fatte proprio dai diretti interessati. I “nuovi accessi” ai Servizi pubblici e privati accreditati nell’area delle Dipendenze (SerT e SMI) nel periodo considerato sono stati 64 (43% del totale dell’utenza in trattamento); per quanto riguarda l’Ambito 1 – Bergamo, nel periodo considerato: febbraio-maggio 2015, agli 8 utenti già in trattamento se ne sono aggiunti ben 10 “nuovi”.

A dimostrazione dell’efficacia della citata Campagna di informazione e sensibilizzazione sulle conseguenze del gioco d’azzardo, vi è da segnalare che l’Ambito 1 – Bergamo è quello che ha registrato il maggior numero di utenti nuovi, pur non essendo quello che aveva più utenti già in carico rispetto ad altri Ambiti (per numero di utenti già in carico, difatti, ne aveva meno di Treviglio e Isola Bergamasca [13]; Seriate [10] e Dalmine [9]).

2115 Allegato 5

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9. LE EVIDENZE EPIDEMIOLOGICHE ALLA LUCE DI UN’INDAGINE DELL’OSSERVATORIO DELLE DIPENDENZE DELLA AST DI BERGAMO

Nel marzo del 2015 l’Osservatorio delle Dipendenze della ASL di Bergamo ha pubblicato una rilevazione epidemiologica sulla popolazione dell’Ambito 1 che ha documentato, relativamente all’anno 2014, le caratteristiche e l’estensione del fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo.16

Il Governo italiano, con Decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, modificato con Legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189, ha istituzionalizzato la dimensione clinica del gioco d’azzardo patologico e l’attualità della minaccia da esso portata al sistema di salute pubblica, prevedendo, agli articoli 5 e 7, una serie di norme di contenimento e, in particolare, l’ingresso del trattamento per GAP tra i Livelli Essenziali di Assistenza che il Servizio Sanitario deve garantire a tutti i cittadini.Nella Relazione al Parlamento sullo Stato Sanitario del Paese 2012-2013 del Ministro Lorenzin, si legge: “Le azioni di prevenzione per la difesa dei cittadini più vulnerabili verso lo sviluppo di forme patologiche altamente invalidanti per i pazienti e per le loro famiglie sono da considerare una priorità sul piano della sanità pubblica, anche perché consentono, nel medio termine, risparmi sui costi di gestione del SSN. (…) La stima dei giocatori d’azzardo “problematici” (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro, ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale, mentre la stima dei giocatori d’azzardo “patologici” varia dallo 0,5 al 2,2% (DPA, Ministero della salute, 2012).

Da alcune osservazioni emergerebbe che il 60,0% degli introiti totali da gioco (almeno per quanto riguarda le Slot machine) sarebbe alimentato proprio da questa percentuale minoritaria di giocatori patologici più vulnerabili. Si tratta di soggetti particolarmente esposti che, per una serie di fattori: individuali (di tipo neuropsichico), familiari e ambientali, se esposti allo stimolo del gioco e/o a pubblicità incentivanti il gioco possono sviluppare una vera e propria patologia. Questo dato, ormai consolidato dalle evidenze

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16 Osservatorio delle Dipendenze della ASL di Bergamo, Alcuni dati sul fenomeno del Gioco d’Azzardo in ltalia e in provincia di Bergamo, Bergamo, 2015. All. 3

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scientifiche, impone a tutte le Amministrazioni di riferimento l’adozione di strategie e misure contenitive del fenomeno”.17

Ebbene, in coerenza con gli indirizzi formulati dal Governo e dal Parlamento, l’Osservatorio delle Dipendenze della ASL di Bergamo ha redatto due Report sul gioco d’azzardo per il territorio di sua competenza; il primo di essi, già citato - Alcuni dati sul fenomeno del Gioco d’Azzardo in ltalia e in provincia di Bergamo18 - contiene le risultanze di un’indagine clinico-epidemiologica effettuata sull’utenza con problematiche di Gioco d’Azzardo Patologico in carico ai SerT provinciali. L’elaborato di tale approfondimento (insieme a quello relativo all’altro Report, focalizzato sulla popolazione anziana, di cui si dirà più avanti) è stato richiesto alla ASL dall’Amministrazione comunale, che lo ha ricevuto il 26 giugno (in: Registro Ufficiale.U.0075574), deducendone esiti e conclusioni.

Tabella n. 3 - Stima della popolazione consumatrice di gioco d’azzardo nella provincia di BergamoFonte: Dipartimento delle Dipendenze della ASL di Bergamo - 03/2015

Popolazione residente al 1/1/2014

Popolazione residente al 1/1/2014

Totale giocatori (valore

assoluto)Giocatori

problematiciGiocatori

problematici Giocatori patologiciGiocatori patologici

 Totale

residentiResidenti

18-74 anni

Su stima accettata DPA

(54,0%)

Su stima minima (1,3%)

Su stima massima (3,8%)

Su stima minima (0,5%)

Su stima massima (2,2%)

ITALIA 60.782.668 39.134.713 28.959.688 771.940 2.309.741 303.913 1.337.219Provincia di Bergamo 1.107.441 803.839 434.073 14.065 42.083 5.537 24.364

Già ictu oculi, le evidenze di sfondo cristallizzate nel Rapporto della ASL, anche a voler indulgere a una stima prudenziale, sono di tale gravità da aver messo in allerta l’Amministrazione comunale. A prima conferma del radicamento del fenomeno, la ASL espone il rapido incremento dell’utenza di pazienti in carico al Dipartimento per le Dipendenze con sindrome riscontrata da Gioco d’Azzardo Patologico. Le diagnosi – fatte pur in assenza,

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17 Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2012-2013, a cura del Ministero della Salute, Roma, dicembre 2014. Cfr. in: http://www.nsis.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2258_allegato.pdf

18 Allegato 3

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fino al dicembre 2011, di una specifica direttiva del Ministero della Salute – risultano essere state 28 nell’anno 2005, quindi si sono incrementate progressivamente fino all’anno 2008. Dal periodo successivo la crescita del numero di pazienti avviene a tassi molto elevati: nel 2009 si passa a 94 casi (erano 64 l’anno precedente); nel 2010 si raggiungono le 121 unità, per sfiorare, infine, il doppio del numero nel 2014 (228 pazienti). Tra l’avvio del servizio (anno 2005) e l’ultimo periodo considerato (l’anno 2014) l’incremento è stato ben del 714%, esattamente in linea con il balzo del consumo lordo contabilizzato di gioco d’azzardo. Con ciò confermando le intuizioni dell’Amministrazione comunale, consapevole, oltretutto, che i giocatori patologici in trattamento presso i SerT sono solo la punta dell’iceberg di un popolo di giocatori ben più numeroso, e ancora sommerso.

Tabella n. 4 – Raffronto tra andamento della spesa lorda per consumo di gioco d’azzardo e andamento dell’utenza per patologia da gioco d’azzardo in carico alla ASL di BergamoFonte: elaborazione su dati AST di Bergamo

Dati assolutiDati assoluti Numeri indice (anno 2005=100)Numeri indice (anno 2005=100)ANNO CONSUMO (milioni di €) UTENTI ASL CONSUMO UTENTI

2005 356,8 28 100 1002006 nd 51 nd 1822007 912,4 60 255,7 2142008 nd 64 nd 2292009 nd 94 nd 3362010 1.257 121 352,3 4322011 1.541 148 431,9 5292012 1573 182 440,9 6502013 1442 223 404,1 7962014 1434 228 402,0 814

Nella Tabella n. 4 il raffronto statistico tra le due variabili (milioni di euro del consumo nella provincia di Bergamo e relativo numero, negli stessi anni, delle persone-utenti della ASL per gioco d’azzardo) permette di apprezzare come all’incrementarsi del dato della prima corrisponda l’aumento dei valori della seconda. Il numero-indice di riferimento per entrambe le variabili è quello dell’anno 2005 (che, dunque, ha base 100). In nove anni, tra il 2005 e il 2014, la spesa dilapidata in gioco è aumentata del 302% e l’utenza dei Servizi, a sua volta, del 714%.

Appare evidente che dietro tali numeri si intravede una proiezione della domanda di terapia clinica, di trattamento psicosociale e di presa in carico del

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disagio sociale che non potranno essere elusi sia dal sistema di Sicurezza sociale (e quindi, dai Servizi del comune di Bergamo) e sia dal Sistema Sanitario Nazionale (e quindi, dalla ASL bergamasca), e che, tenuto conto della capillare invasività dell’offerta di gioco, si tratterà di una domanda poderosa. Ancora più stringente appare tale conclusione se l’osservazione si estende al quadro complessivo della Lombardia. Secondo il Tavolo tecnico istituito dalla Regione, tra il 2010 e il 2013 il numero delle cartelle cliniche di giocatori d’azzardo patologici è più che raddoppiato, passando da 866 unità a 1828 (+111%). Dalla Tabella n. 5 si evince, peraltro, come la provincia di Bergamo sia la seconda per numerosità di pazienti tra quelle della Lombardia, collocandosi a non molta distanza dalla Provincia capoluogo.

Tabella n. 5 – Incremento dell’utenza per GAP nei SerT LombardiaFonte: Elaborazione su dati Regione Lombardia

-ASL Anno 2010 Anno 2012 Anno 2013 Variazione% 2013 vs. 2012

Variazione% 2013 vs. 2010

BG 121 182 223 +22,5 +84,3 BS 92 CO 55 61 96 CR 54 84 85 LC 57 79 85 LO 51 76 99 MN 0 31 65 MI 56 291 329 MI 1 97 145 187 MI 2 43 82 96 MB 65 119 177 PV 0 86 105 SO 28 40 52 VA 131 169 184 VCS 16 32 45 -LOMBARDIA 866 1.477 1.828 23,80% 111,1

Altri aspetti di interesse, per i compiti propri dell’ente locale in materia di sicurezza sociale, sono la “differenza di genere” e la distribuzione per fasce d’età. Dei 228 utenti trattati dai SerT provinciali nel 2014, i nuovi utenti – cioè coloro che si sono sottoposti per la prima volta a un trattamento terapeutico per GAP – sono stati 120, gli altri 108 rifluivano invece dagli anni precedenti; di tutti gli utenti, il 77,6% è di genere maschile (il dato nazionale del 2013 è dell’83,2%) e il 22,4 femminile (con un rapporto maschi/femmine pari a 3,5/1). L’analisi del trend, tuttavia, rivela un progressivo aumento del numero di utenti di sesso femminile, che tra il 2013 e il 2014 è cresciuto del

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2,2% (il dato nazionale riferito al 2013 segnala un incremento allarmante: +17,3%). L’età media degli utenti è di 47 anni, quella femminile supera di sei l’omologa maschile (51,9 anni vs. 45,6); si evidenzia, tuttavia, un 10,1% di utenza over 65 anni e un 3,9% di utenza under 25. Restando sempre alle caratteristiche socio-demografiche, l’utente medio è poco scolarizzato, le donne lo sono meno degli uomini - il 49,7% ha la licenza di scuola media inferiore e il 9,2 la sola licenza elementare – ed è prevalentemente occupato (nel 63% dei casi). Disaggregando le tipologie di gioco su tutta l’utenza in trattamento, si rileva come il 73% dei giochi sia rappresentato dalle Slot machine, seguite dalle Lotterie istantanee (9%) e dal Lotto/Superenalotto (7%).Arrivando alla disaggregazione per Ambito territoriale, dei 225 utenti (più tre: due che arrivano da fuori Provincia e uno da fuori Regione) in cura presso i SerT provinciali, il numero di coloro che afferiscono all’Ambito 1 di Bergamo – che, oltre al Comune capoluogo, comprende anche i comuni di Gorle, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone – è di 20 persone, 14 maschi e 6 femmine, esattamente divise tra utenti nuovi e già in carico.

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10. IL GIOCO D’AZZARDO NELLA POPOLAZIONE ANZIANA: UN’INDAGINE CLINICO EPIDEMIOLOGICA DELL’OSSERVATORIO DELLE DIPENDENZE DELLA AST DI BERGAMO E IL CNR

Il secondo dei due Report sul gioco d’azzardo richiesto alla ASL, anch’esso trasmesso all’Amministrazione comunale il 26 giugno scorso (come detto, in: Registro Ufficiale.U.0075574)19, è una Ricerca su Il gioco d’azzardo nella popolazione di 65 – 84 anni della provincia di Bergamo, un’indagine, questa, condotta dalla Sezione di Epidemiologia e ricerca sui Servizi Sanitari del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Fisiologia Clinica, che è stata presentata in una Conferenza stampa a Bergamo il 13 maggio scorso. Si tratta della prima indagine svolta in Italia sul rapporto tra popolazione anziana e consumo di gioco d’azzardo.L’Osservatorio della AST ha utilizzato la metodologia di una ricerca campionaria fatta attraverso l’invio di un questionario postale autosomministrato (per la restituzione del quale la persona selezionata non ha sopportato alcun costo, essendoci in dotazione una busta preaffrancata) con una base molto ampia, difatti dalla Banca Dati Assistiti della ASL sono stati estratti 2.100 nominativi di 65-84enni residenti nella provincia di Bergamo; “Rispetto alla popolazione provinciale residente, il campione risulta avere la stessa distribuzione per genere ed età, consentendo di poter estendere le stime ottenute alla popolazione oggetto di studio”.20 La Ricerca è stata svolta nel periodo luglio-dicembre 2014, il tasso di rispondenza complessivo dei questionari è stato del 51%, segnando dunque un risultato positivo (a questo tipo di inchieste postali in Italia risponde in media il 30-35%), a tutto beneficio dell’attendibilità statistica delle risultanze.Dalla Ricerca è emerso che i luoghi eletti per il consumo di gioco sono Bar e Tabacchi (per il 77,3%) e che la prossimità dell’offerta è un forte incentivo al gioco (il 78% del campione ha un luogo di gioco a meno di dieci minuti a piedi da casa); disaggregando le tipologie di gioco, è palmare che la popolazione anziana bergamasca acquista massivamente i tagliandi del Gratta&Vinci (il 69,6%) – che si attesta come il più diffuso tra i giochi in denaro - seguito da Lotto/Superenalotto (il 43,9%) e da altre Lotterie istantanee (il 18,8%).

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19 Allegato 4

20Così, dalla presentazione metodologica della dott.ssa Elvira Beato, Responsabile Osservatorio Dipendenze AST di Bergamo.

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Senza distinzioni, per entrambi i generi e in tutte le fasce d’età considerate tra i 65 e gli 84 anni, al primo posto troviamo i giochi passivi e a bassa soglia di accesso (che non richiedono alcuna abilità, se non la – straniante - ripetizione del gesto). Colpisce che l’affluente maggiore sia formato da donne anziane con scarse risorse economiche, soprattutto in considerazione del fatto che il mondo femminile non ha una tradizione di frequentazione di luoghi pubblici di gioco. Difatti, nonostante che la maggior parte dei rispondenti sia costituita da uomini (il 54%), tuttavia risulta che sono soprattutto le donne a dilapidare i propri denari al Gratta&Vinci (il 73% di loro vs. il 67% della popolazione anziana maschile). Non solo: le donne sono coloro che hanno anche sviluppato un’abitudine di frequenza al gioco, che è diventata maggiore di quella degli uomini (il 3% di loro dichiara di puntare denaro in giochi d’alea tutti i giorni o quasi, a fronte dell’1,3% degli uomini). Gli anziani con un comportamento di gioco scientificamente definibile A rischio/Problematico sono l’8,7% della popolazione (la classificazione è stata effettuata in base ai risultati del test “Canadian Problem Gambling Index – CPGI”) e corrispondono, in cifre assolute, a ben 16.000 persone tra 65 e 84 anni della provincia di Bergamo. Ciò che distingue il giocatore A rischio/Problematico rispetto al cd. “Giocatore Sociale” sono alcuni comportamenti sintomatici. Così, dalla Ricerca:• la tendenza a giocare “quantità crescenti di denaro”;• un tipico schema comportamentale di “rincorsa” delle proprie perdite, “tornando un altro giorno per cercare di rivincere i soldi persi”;• la perdita della capacità di autocontrollo, in entrambi i generi e per i 65-79enni;• il “decadimento cognitivo” e la presenza di “disturbi di natura nervosa”, in particolar modo nel genere maschile tra i 65-79enni.

11. IN PARTICOLARE: SUL CONSUMO PREPONDERANTE DEI GRATTA&VINCI TRA LA POPOLAZIONE ANZIANA

Sono le Lotterie istantanee a contraddistinguere i giocatori A rischio/Problematici rispetto a quelli Sociali. È interessante rilevare che nel campione considerato le giocatrici tra i 75 e i 79 anni – dedite prevalentemente al G&V - svettano rispetto agli uomini (40,8 vs. 35,1).

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L’evidenza empirica che scaturisce dal Rapporto della ASL conduce a un esito incontrovertibile, e cioè che è ormai irriducibile, per autocorrezione o come comportamento spontaneo, l’abitudine al consumo di gioco d’azzardo nella popolazione bergamasca over 65. In bilico tra dipendenza e progressivo impoverimento ci sono soprattutto le donne, perché consumatrici più accanite dei G&V e perché detentrici di risorse economiche proprie già di per sé più esigue del resto della popolazione (sia di quella attiva che pensionata). Tra le donne pensionate, quelle rientranti nelle fasce reddituali più basse consumano risorse economiche nel gioco più degli uomini. Le donne giocatrici con un reddito da pensione inferiore a 15.000 euro lordi annui sono addirittura il 44,5%, a fronte del 20,4% di uomini (un numero cospicuo di loro percepisce probabilmente la pensione di reversibilità).

Il consumo di azzardo tra gli anziani, segnala la ASL nel suo Report, ha tratti specifici che potrebbero rendere questa popolazione un target d’elezione per gli operatori del mercato dell’azzardo, e ciò per via del combinato disposto di alcuni fattori:- La perdita dei tradizionali ruoli sociali, con un conseguente maggiore rischio di solitudine;- La presenza di mutamenti neurobiologici, con maggiore esposizione alla possibilità di sottovalutare soggettivamente i rischi legati al gioco d’azzardo;- Una maggiore quantità di tempo e di risparmi, rispetto alla media della popolazione adulta attiva, che rendono questa una popolazione particolarmente appetibile per il mercato dell’azzardo, ma anche più esposta al rischio di veder esaurire in fretta il denaro risparmiato e di non potersi più riscattare dalla condizione di povertà, non essendo più inserita nel mercato del lavoro;- La non percezione del rischio di dipendenza, complice il fatto che le nuove forme legalizzate di gioco d’azzardo e il proliferare dei luoghi in cui praticarlo lo abbiano reso socialmente sempre più accettato, superando, anche tra le persone anziane, i giudizi e le paure che potevano limitarne o comunque ridurne la pratica, soprattutto presso il mondo femminile.

Da materiali così accurati ed eloquenti scaturisce la sollecitazione – espressa peraltro esplicitamente dagli estensori della Ricerca – affinché l’Amministrazione comunale intervenga anche sul cosiddetto “credo normativo” della popolazione anziana, la quale potrebbe essere suggestionata a credere che il gioco d’azzardo - poiché è pubblicizzato e offerto in forma autorizzata - sia di per sé “innocente”, e

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quindi scevro da particolari riflessi negativi. Come già si è detto, anche la massima Autorità nazionale in materia – il Ministro per la Salute Lorenzin – nella Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012-2013 (l’ultimo pubblicato) ha esortato tutte le Amministrazioni di riferimento a promuovere le azioni di prevenzione per la difesa dei cittadini più vulnerabili verso lo sviluppo di forme patologiche altamente invalidanti per i pazienti e per le loro famiglie, qual è il Gioco d’Azzardo Patologico. Tali azioni di prevenzione, riferisce il Ministro al Parlamento, sono da considerare una priorità, sul piano della Sanità pubblica, anche perché consentono, nel medio termine, risparmi sui costi di gestione del SSN. Il riferimento al GAP è particolarmente pressante laddove il Ministro invita a “ridurre l’impatto pubblicitario incentivante il gioco sulla popolazione vulnerabile e l’accessibilità alle Slot machine e alle altre forme di scommesse o lotterie”.21

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21 Relazione sullo stato sanitario del Paese 2012-2013, pag. 526, pubblicato sul sito del Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2258_allegato.pdf

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12. LA DENSITÀ DELL’OFFERTA DI GIOCO E LA SPESA IN AZZARDO PER CITTADINI, CONTRIBUENTI E PENSIONATI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Il materiale della ASL ha costituito la base per un ulteriore approfondimento, promosso dall’Amministrazione, rivolto a valutare l’incidenza del fenomeno del gioco d’azzardo in particolare sui cittadini con età superiore ai 65 anni.I dati istituzionali sulla popolazione pensionata sono stati rielaborati in modo da esporre le evidenze più importanti ai fini della valutazione di quanto segnalato dalla ASL di Bergamo (gioco d’azzardo e condizione degli anziani), tenendo ben presente la particolare demografia dell’Ambito di Bergamo, come evidenziato dal Piano Sociale di Zona. 22

Un primo dato è quello di provenienza ISTAT (estrazione Open Data del 30 giugno 2015) che espone il numero delle pensioni, suddividendolo per fasce d’età e per condizione professionale originaria dei titolari di trattamento pensionistico (tutti i tipi).

La percezione di pensione ai cittadini di età inferiore ai 35 anni è nella stragrande maggioranza dei casi legata a invalidità o “reversibilità” (comunque non correlata alla contribuzione effettivamente versata). Tale trattamento riguarda l’1,44% del totale delle pensioni.La fascia più numerosa, sempre sul totale, è quella che interessa le pensioni corrisposte agli over 65 anni di età: il 76,64 %. In numeri assoluti, 254.762 su 331.097.

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22 Nel Documento del Piano Sociale di Zona 2012-2014, così si legge: l’Ambito 1 - Bergamo risulta quello con l’indice d’invecchiamento (22,61) più alto in tutta la provincia (17,75), superiore anche alla media regionale (20,10) e nazionale (20,30), dovuto all’alta concentrazione di anziani nel Comune capofila, pari a quasi un quarto dei residenti (23,4%). Gli anziani con età maggiore a 70 anni che all’inizio dell’anno 2010 vivevano soli erano 9.306, pari al 33% del totale. Nella fascia d’età: 81-90 anni nella medesima condizione erano in 3.894 (il 46% delle persone di quella fascia d’età), mentre gli over 90 che vivevano soli, dei 1.421 residenti, erano 747 (ben il 53%). Si evidenzia quindi come con l’innalzarsi dell’età aumenta anche la probabilità di vivere soli, e ciò determina la necessità per l’Amministrazione di costruzione di servizi e di progetti di intervento che tengano conto dell’assenza di caregivers conviventi.

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Altra fonte istituzionale da considerare è l’Agenzia delle Entrate del MEF che identifica i contribuenti pensionati all’interno dell’universo dei contribuenti. Ovviamente sono escluse le pensioni fuori dall’area della tassazione dei redditi (per minimo importo o perché a titolo risarcitorio, invalidità ecc.).Secondo tale Amministrazione, a Bergamo, sull’intero territorio provinciale, i contribuenti pensionati sono 262.272 (Fonte: Dichiarazioni dei redditi 2013). Informazioni preziose sono, ancora, il dato sull’ammontare delle erogazioni (elaborando il quale si ottiene il valore medio) e i valori totali, sia del numero dei contribuenti e sia del monte “redditi” dichiarati. Si può, così, attribuire un’incidenza sia della popolazione dei pensionati sul totale della popolazione “contribuente” e sia del valore del reddito pensionistico sul totale del reddito delle persone fisiche denunciato.

Su tali premesse, è stato individuato e quindi appositamente costruito un sistema di indicatori di sfondo che permettono di apprezzare quanto la spesa assorbita dal consumo di gioco d’azzardo sia rapportabile alla condizione reddituale delle varie tipologie di popolazione, con particolare riferimento all’universo dei pensionati (che sono anche coloro che presentano una maggiore vulnerabilità sociale).

Gli indicatori selezionati sono i seguenti:a. Numero di residenti;b. Numero di contribuenti;c. Numero dei pensionati per numero di contribuenti;d. Numero di punti di distribuzione di Gratta&Vinci;e. Numero di NewSlot e VLT;f. Consumo complessivo di gioco d’azzardo (al netto del gioco on-line).

I Valori ritenuti utili per rispondere al quesito circa il peso economico del consumo d’azzardo sulla popolazione e i suoi redditi sono i seguenti:a) Punti di distribuzione di Gratta&Vinci: a1) per 1000 abitanti; a2) per 1000 contribuenti; a3) per 1000 contribuenti pensionati;b) Numero di NewSlot+VLT: b1) per 1000 abitanti; b2) per 1000 contribuenti; b3) per 1000 contribuenti pensionati;c) Spesa per consumo di azzardo: c1) per residente; c2) per contribuente; c3) per contribuente pensionato.

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La motivazione di questa scelta metodologica è che, assumendo quale fattore di rischio, come sostiene la ASL, la prossimità spaziale dell’offerta di gioco d’azzardo, con i dati elaborati si perviene a stimarne la consistenza. Essa si presenta a Bergamo con numeri e derivazioni nettamente superiori ai valori della media nazionale e a quelli della media regionale della Lombardia. Infatti, operando un rapporto statistico tra numero dei punti di offerta di Gratta&Vinci e numero di residenti, contribuenti, pensionati, si ricavano le misure comparative:- Quanto spendono gli anziani, ovvero quanto incide l’apporto degli anziani sul totale del consumo di azzardo registrato nella Provincia;- Quanto incide la spesa per acquisto delle forme di gioco d’azzardo prevalenti tra gli anziani;- Che rapporto esiste tra la quantità dei punti di accesso al gioco nel territorio e l’entità del consumo di azzardo tra gli anziani, assumendo in partenza l’ipotesi che a maggiore densità di luoghi dove si vende il gioco d’azzardo corrisponda una maggiore propensione a tale consumo.

Poiché non esistono indicatori statistici diretti sulle quantità di spesa e di corrispondente tempo di vita impiegati nel consumare azzardo da parte degli anziani, si è proceduto con un sistema di indicatori indiretti.23 Tali indicatori derivano da una comparazione delle evidenze - sempre indirette, eppure confortate da un valore sufficiente dell’Indice di correlazione - riscontrate nelle Province italiane, atteso che l’aggregazione territoriale dei dati (la Provincia appunto) fornisce e mette in risalto le particolarità che si intendono

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23 Gli indicatori indiretti, con disaggregazione provinciale, utilizzati sono stati i seguenti: a)Importo medio delle pensioni; b)Numerosità dei pensionati in rapporto al totale dei contribuenti; c)Numerosità dei punti di offerta di gioco in rapporto alla popolazione; d)Numerosità dei punti di offerta di gioco in rapporto alla superficie urbanizzata (punti di gioco per kmq); e)Numerosità delle Slot machine in rapporto alla popolazione; f)Numerosità dei punti vendita di Gratta&Vinci in rapporto alla popolazione; g)Numerosità dei punti vendita di Gratta&Vinci in rapporto alla superficie urbanizzata (punti di vendita per kmq).

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segnalare, prima fra tutte: che l’esperienza del gioco d’azzardo tra la popolazione anziana ha assunto nel tempo significato e misura soverchianti.24

Dai dati resi disponibili nel 2014, relativi all’anno 2012 (ultima elaborazione del MEF), risulta che il profilo generale della popolazione anziana con reddito da pensione che figura nell’anagrafe dei contribuenti della provincia di Bergamo riguarda 266.271 persone fisiche (34,44% del totale contribuenti), con un reddito complessivo da pensione dichiarato di 4.211.352.926 euro. Nell’anno 2012 il valore medio del reddito da pensione dichiarato è di 15.816 euro. Nel panorama complessivo dei contribuenti a Bergamo risultano 188.962 persone fisiche con un reddito inferiore ai 10.000 euro. I lavoratori autonomi sono 14.543, i cui redditi annuali complessivi ammontano a 660.343.428. Il loro reddito medio è pari a 45.406 euro lordi l’anno. I lavoratori dipendenti (e assimilati) sono 423.089, con un reddito medio di 22.060 euro.

Tabella n.6 – Redditi imponibili nella provincia di Bergamo (anno 2012)Fonte: Elaborazione su dati dell’Agenzia delle Entrate

REDDITI ACCERTATI DAL MEF - AGENZIA DELLE ENTRATE - PER BERGAMOREDDITI ACCERTATI DAL MEF - AGENZIA DELLE ENTRATE - PER BERGAMOREDDITI ACCERTATI DAL MEF - AGENZIA DELLE ENTRATE - PER BERGAMOREDDITI ACCERTATI DAL MEF - AGENZIA DELLE ENTRATE - PER BERGAMOAmmontare complessivo Numero Valore Medio annuo

Reddito da pensione 4.211.352,926 266.271 15.816(4 miliardi e 211 milioni)

Reddito da lavoro autonomo 660.343,428 14.543 45.406,3(660 milioni)

Reddito da lavoro dipendente e Assimilati 9.333.329,99 423.089 22.060,0

(9 miliardi e 333 milioni)TOTALE AMMONTARE 14.205.026,344 703.903 83.282,3

(14 miliardi e 205 milioni)

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24 Le correlazioni esperite sono state le seguenti: a) Importo medio delle pensioni e numerosità dei pensionati sul totale dei contribuenti. Ipotesi di correlazione negativa: a maggiore percentuale di pensionati corrisponde un minore importo medio; b)Pensionati per 100 contribuenti: il punteggio massimo nel ranking è assegnato alla Provincia dove il valore risulta più basso; c)Importo medio delle pensioni: il punteggio massimo nel ranking è assegnato alla Provincia dove il valore risulta più alto; d)Percentuale di pensionati e valore del numero delle Slot machine per 100 abitanti: il punteggio massimo è assegnato alla Provincia con il valore più basso; e)Percentuale di pensionati su contribuenti e punti di offerta di tutti i giochi per 100 abitanti: il punteggio massimo è assegnato alla Provincia con il valore più basso; f)Idem con i soli punti di vendita dei Gratta&Vinci; g)Spesa procapite di gioco e punti di gioco per 100 abitanti; h)Idem per superficie urbanizzata (kmq); i)Spesa procapite e indice di vecchiaia; j)Spesa procapite e indice di disoccupazione.

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Tabella n. 7 – Densità dell’offerta di Gratta&Vinci in provincia di Bergamo (anno: 2012)Fonte: Elaborazione su dati dell’Agenzia delle Entrate, del sito ADM, dell’ISTAT

PROVINCiA

PUNTI DI DISTRIBUZIONE DI GRATTA E

VINCI

PUNTI DISTRIBUZIONE OGNI 1000

ABITANTI

PUNTI DI DISTRIBUZIONE OGNI 1000

CONTRIBUENTI

PUNTI DI DISTRIBUZION

E OGNI 1000 PENSIONATI

BERGAMO 2113 1,93 2,73 7,94

MILANO 4360 1,42 1,89 5,36

LOMBARDIA 15019 1,53 2,10 5,85

TOTALE ITALIA 93113 1,56 2,25 6,15

NB: Il valore esposto nella Tabella n. 7 si riferisce all’intera provincia di Bergamo e dunque esprime il dato medio risultante tra tutti i Comuni ricompresi in tale unità territoriale. Con riferimento specifico al solo Comune capoluogo di Bergamo il rapporto è nettamente più elevato, se si considera quanto il volume della spesa complessiva per tutte le modalità di gioco vi risulti incontrovertibilmente più alto (e per ben il 45%).Peraltro, il recentissimo Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – anticipato alle agenzie del settore nel maggio 2016 – riporta i dati nazionali e regionali per le varie forme di gioco in denaro. Ebbene nel testo vi si legge che il volume nazionale della spesa per acquisto dei tagliandi delle lotterie (quasi interamente costituite dai Gratta&Vinci) nell’anno 2015 ammonta a 9.049 milioni di euro, che corrispondono al 10,24% del volume completo di tutti i giochi offerti su concessione dello Stato nelle venti regioni.Da notare, ancora, che la sola regione Lombardia “occupa” di tale mercato ben il 18% del totale (con 1.703 milioni di euro in tagliandi acquistati dai cittadini delle sue province). Questi dati – pur su base territoriale diversa da quella del solo Comune di Bergamo – autorizzano ampiamente l’inferenza circa un grado di esposizione della popolazione comunale a un rischio correlato alla diffusione di Gratta&Vinci superiore a quello medio provinciale.

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Di qui l’individuazione del segmento sensibile di tale esposizione al rischio (la popolazione anziana) induce a considerare come la particolare incidenza degli over 65 a Bergamo (più alta della media nazionale e regionale possa ampiamente giustificare una stima decisamente con valori peggiori di consumo di “lotterie istantanee”.

Tabella n. 8 – Densità dell’offerta di Slot machine e VLT (anno: 2012)Fonte: Elaborazione su dati dell’Agenzia delle Entrate, del sito ADM, dell’ISTAT

PROVINCIA

NUMERO

NEWSLOT+VLT

NEWSLOT+VLT

OGNI 1000

ABITANTI

NEWSLOT+VLT

OGNI 1000

CONTRIBUENTI

NEWSLOT+VLT

OGNI 1000

PENSIONATI

BERGAMO 7885 7,21 10,3 10,20

MILANO 16584 5,39 4,3 7,17

LOMBARDIA 62933 6,43 8,9 8,81

ITALIA 366722 6,14 8,9 8,86

Tabella n. 9 – Consumo lordo di tutti le modalità di gioco d’azzardo, escluse le on line (2012)Fonte: Elaborazione su dati dell’Agenzia delle Entrate, del sito ADM, dell’ISTAT

PROVINCIA

CONSUMO LORDO IN

MILIONI DI EURO

A) SPESA DI CONSUMO

PROCAPITE SU TOTALE

POPOLAZIONE (IN EURO)

B) SPESA DI CONSUMO

PROCAPITE SU TOTALE

CONTRIBUENTI (IN EURO)

C) SPESA DI CONSUMO

PROCAPITE SU TOTALE

PENSIONATI(IN EURO)

BERGAMO 1.573 1437,76 2034,74 5907,52MILANO 4.520 1469,88 1955,48 5561,22LOMBARDIA 14.353 1465,41 2009,21 5590,78ITALIA 69.097 1157,69 1668,52 4567,00

Il maggior vettore di induzione al gioco d’azzardo è la prossimità dell’offerta. Operando una derivazione per la provincia di Bergamo tra numero dei punti di offerta dei G&V e numero di residenti, contribuenti, pensionati, si ricava una media che svetta sia rispetto a quella nazionale, che a quella regionale e finanche al Capoluogo di Regione (Cfr. Tabella 7). La consistenza dell’offerta di Gratta&Vinci a Bergamo - considerata in rapporto alla

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popolazione in generale, a quella dei contribuenti e a quella dei pensionati - ha uno scarto positivo maggiore proprio per i pensionati, che sono i più esposti e assediati da questo “ambiente concentrazionario”.25

Analogamente a quanto visto per i G&V, se spostiamo lo sguardo sull’offerta di gioco costituita da NewSlot e VLT, anche qui una constatazione si impone: i pensionati bergamaschi soffrono una densità dell’offerta che è mediamente molto più consistente rispetto ai loro omologhi considerati su base nazionale, regionale e rispetto ai pensionati del Capoluogo di regione (Cfr. Tabella 8).Inesorabilmente, questi dati si traducono in una voragine nel momento in cui si passa a considerare la spesa procapite. Se il parametro di riferimento è dato dal proporzionare il complessivo volume con la sola popolazione dei pensionati bergamaschi (cioè impiegando una convenzione statistica analoga alla derivazione sull’intera popolazione residente, da zero a 100 anni di età) si ottiene un’immagine attendibile di quanto esteso sia il riversamento di reddito nel gioco in un anno. L’anno è il 2012 (l’ultimo disponibile) e il valore convenzionale “pro-pensionato” (in analogia con il pro-capite) è pari a 5.907,52 euro: una cifra sensibilmente più alta della media nazionale e significativamente più alta anche della media lombarda e del suo Capoluogo (Cfr. Tabella 9).

13. CONCLUSIONE: SULL’INCIDENZA DEL CONSUMO DI GIOCO D’AZZARDO PER LA CONDIZIONE DEI CONTRIBUENTI E DEI PENSIONATI BERGAMASCHI

La consistenza dell’offerta più prossima al cittadino per i Gratta&Vinci è valutata sia in rapporto alla popolazione in generale, sia a quella dei contribuenti, che a quella dei pensionati. Lo scarto positivo maggiore è proprio per l’ultima categoria. Se sulla popolazione generale la densità bergamasca è 1,93 per mille abitanti (una densità maggiore del 20% a quella regionale e del 18% a quella nazionale), ben più accentuati sono i pesi sui pensionati: divergono positivamente del 35,7 per cento dalla media regionale e di 29,7 punti dalla media nazionale.Quanto all’offerta localizzata di Slot machine, la deviazione è ancora forte: 15,8% dalla Lombardia e 15,2 punti dall’Italia.Conseguentemente si ricava la spesa per consumo lordo, che è prossima alla media della Lombardia (se rapportata all’intera popolazione residente), ma nettamente superiore quando la si rapporta ai redditi dei pensionati (+5,67%).

3725 Espressione non casuale, ma che evoca i luoghi del disagio psichico, ante riforma Basaglia.

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Il consumo di gioco per denaro si diffonde in una popolazione che presenta alcuni specifici profili, così rappresentabili:- I pensionati costituiscono il 34,44% dei contribuenti; il loro reddito medio annuo è

di 15.816 euro. Questa popolazione presenta una distribuzione interna, in riferimento al reddito mensile loro erogato, articolata in varie classi d’importo, dove la fascia includente le pensioni fino a 499 euro mensili corrisponde al 9,65% dei pensionati; quella tra 500 e 999 euro assorbe il 25,3%; quella tra i 1000 e i 1500 euro, il 24,27%; quella tra 1500 e 1999 consiste nel 22,14% e quella oltre i 2000 euro di erogazione mensile riguarda il 18,62%;

- In mancanza di forme di integrazione materiale – in reddito monetario, in beni, in servizi – tale livello è prossimo alla soglia di povertà, secondo l’ISPL per il 34,95 % dei pensionati;

- L’indice di invecchiamento è 22,61, un valore nettamente superiore a quello nazionale. Il dato risente anche della persistenza di valori al metro quadro degli immobili elevati, il che riduce l’accessibilità alla città di Bergamo per molte famiglie, soprattutto per quelle “nuove” e con componenti più giovani.26 La conseguenza di un dato demografico di questo tipo si traduce in una superiore domanda di assistenza sociale quotidiana e di presa in carico dal Servizio Sanitario Nazionale, con ovvi maggiori oneri di spesa;27

- La composizione media della famiglia bergamasca presenta un valore statistico di 2,40 punti;

- Il tasso di disoccupazione si proporziona sul valore oscillante (rilevazioni trimestrali ISTAT) del 7,6%.

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26 Si veda il Rapporto sul Disagio abitativo As.I.A. Bergamo: http://www.asiabergamo.org/rapporto-sul-disagio-abitativo-a-bergamo/

27 “Nell’anno 2010, nell’Ambito 1 - Bergamo le risorse impegnate per l’assistenza sociale a livello locale sono state circa 24 milioni e 826 mila euro, con una spesa procapite di Ambito pari a 162 euro. Il valore è uno dei più rilevanti dell’intero panorama regionale”, così si legge dal Piano di Zona, Ambito 1-Bergamo 2012-2014.

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14. LE FORME PIÙ RISCHIOSE DI GIOCO D’AZZARDO PER GLI ANZIANI E CONSEGUENTE NECESSITÀ DI REGOLAMENTARE LA VENDITA DEI GRATTA&VINCI

Come risulta da tutte le ricerche sul Capitale sociale delle comunità locali, in Italia i bar sono percepiti e vissuti come i luoghi per eccellenza della socializzazione diffusa. In tali strutture si è installata una quota rilevantissima della imponente offerta di gioco pubblico d’azzardo (dalla raccolta delle scommesse e delle puntate, alle lotterie “in remoto”, alla distribuzione dei Gratta&Vinci, dalle postazioni per le NewSlot ai display per le cosiddette scommesse virtuali, cioè puntate di denaro su esiti di eventi non reali, ma simulati al computer come in un videogioco). Proprio per questa caratteristica, i bar con funzione di “botteghino” del gioco per denaro sono distribuiti capillarmente e generano una spinta attrattiva – in termini di prossimità – per altri esercizi commerciali che offrono servizi similari per vendita di azzardo. Spontaneamente si sono formate, così, delle “densità” di sportelli dell’azzardo che connotano porzioni di un quartiere, di una strada, di un isolato residenziale, fino ai casi limite della formazione di qualcosa di analogo a un ambiente concentrazionario, dove presa d’assedio è soprattutto la popolazione anziana. “Quando tra due esercizi commerciali la leva prezzo non può essere utilizzata, prevale l’effetto “quota di mercato” e quindi ci si avvicina ai competitor. Nel caso delle sale VLT, i gestori sanno che i bar con NewSlot non possono reagire con una riduzione di prezzo (il costo della giocata e la perdita attesa sono stabilite per legge) e, quindi, per loro è ottimale avvicinarsi ai bar con slot. Tra l’altro, avendo un prezzo inferiore, possono conquistare rapidamente “quota di mercato”. Questo in realtà potrebbe anche essere il segnale di una domanda di gioco lecito che risponde a bisogni “indotti” più che a bisogni “originali” del consumatore. Il consumatore non va a cercare il gioco lecito, ma è il gioco lecito che va a caccia del consumatore. E per individuare i migliori terreni di caccia ha un sistema infallibile: fidarsi della capacità dei baristi di ottimizzare la collocazione spaziale del proprio locale”.28

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28 Così Marcello Esposito, in Geografia economica del gioco d’azzardo in Italia, LIUC Papers n. 277, novembre 2014, p.29.

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Questa geografia urbana dell’azzardo così appropriatamente descritta la si ritrova perfettamente nella Ricerca della ASL sulla Terza età, dalla quale si evince che la popolazione bergamasca tra i 65 e gli 84 anni gioca elettivamente nei bar/tabaccherie (il 77,3%) e prevalentemente ai Gratta&Vinci (il 69,9%). Il dato inedito, invece (almeno in termini così cristallizzati), è che le donne sono le consumatrici di gioco più abitudinarie.Un dato, questo, inedito quanto inquietante sulla tenuta del nostro sistema sociale. Le donne percepiscono redditi più bassi rispetto agli uomini mediamente del 38,5% nell’area UE (Fonte: Consiglio dell’Unione Europea); dunque percepiscono anche redditi da pensione significativamente più bassi, quando non proprio di reversibilità. L’abitudinarietà al consumo di azzardo, se non si interverrà con misure rigorose, fatalmente, in un tempo molto prossimo confinerà le donne in un perimetro in cui non saranno più in grado di provvedere alla propria autosussistenza.La constatazione del combinato disposto tra erosione di quote consistenti di reddito da pensione e affiliazione massiva della popolazione della Terza età al gioco d’azzardo/Gratta&Vinci dovrebbe comportare un intervento deciso e improcrastinabile dell’Amministrazione orientato alla restrizione degli orari di vendita di questi tagliandi. Diversamente, si degenererebbe in un esito doppiamente negativo: di consegnare a questo tipo di giochi una patente di innocenza dal pericolo di condurre a diventare giocatori problematici/dipendenti, caratteristica che, invece, com’è stato autorevolmente dimostrato,29 non hanno; inoltre, la quota di ultrasessantacinquenni che già gioca alle VLT (11,4%) durante le ore di stop di questi giochi sposterebbe ulteriormente le proprie “puntate” proprio su Gratta&Vinci, Lotto/Superenalotto, Lotterie istantanee (adesso preponderanti, e sotto un duplice aspetto: per frequenza e denaro speso).Inoltre, essendo il comparto regolato da prezzi fissati a monte e non stabiliti dal mercato, la restrizione degli orari non inciderebbe neppure su un fattore determinante per la libera concorrenza, qual è la leva del prezzo.Per quanto riguarda la libertà di impresa, due sentenze della Corte di Giustizia europea hanno messo una pietra tombale alla possibilità per esercenti e concessionari di levare questo argomento avverso l’Ordinanza sindacale che comporti restrizioni di orario. Difatti, quando a essere vulnerati sono determinati diritti dei cittadini, la stessa giurisprudenza della Corte di Giustizia

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29 Il riferimento è al Progetto GAP del Dipartimento Politiche Antidroga, istituito presso la Presidenza del Consiglio, e alla Relazione sullo Stato sanitario del Paese del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

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europea consente eventuali restrizioni alla disciplina europea, qualora giustificate da esigenze imperative connesse all’interesse generale, “come ad esempio la tutela dei destinatari del servizio e dell’ordine sociale, la protezione dei consumatori, la prevenzione della frode e dell’incitamento dei cittadini a una spesa eccessiva legata al gioco, con conseguente legittima introduzione, da parte degli Stati membri (e delle loro articolazioni ordinamentali), di restrizioni all’apertura di locali adibiti al gioco, a tutela della salute di determinate categorie di persone maggiormente vulnerabili in funzione della prevenzione della dipendenza dal gioco (interesse fondamentale, salvaguardato dallo stesso Trattato CE)”.30

Dunque, trattandosi di un consumo a forte pervasività, che si caratterizza per creare fenomeni di dipendenza; producendo il G&V gli stessi effetti degli altri giochi, qualora un intervento restrittivo non si estendesse anche a questa tipologia di gioco si creerebbe una disparità tra i cittadini, che verrebbero diversamente tutelati, e si creerebbe un artificiale accrescimento del consumo di alcuni giochi (G&V) sugli altri. Ergo, il Comune diverrebbe parte di una contesa privatistica. Il che non si dà.

15. LA PARTICOLARE EFFICACIA DEI GRATTA&VINCI NEL GENERARE DIPENDENZA

Quando le Lotterie istantanee furono immesse sul mercato per come le conosciamo oggi, ciò accadde perché a esse fu assegnato il compito di rilanciare tutto l’intero comparto dei giochi, all’epoca in contrazione. Affinché esse potessero innestarsi nelle abitudini degli italiani in maniera capillare, come si legge dalla Relazione sullo svolgimento delle Lotterie Nazionali (Anni 1996-1998) trasmessa alle Camere dall’allora Ministro delle Finanze Visco, furono operate scelte ben precise: “V’è da notare che più delle tradizionali, le Lotterie istantanee necessitano di un rilancio che parta da migliori ideazione e stampa, con ampia diversificazione commerciale, sempre considerando la specifica “nicchia” di mercato che richiede premi più diffusi anche se di minore entità. In effetti la migliore spinta all’acquisto è data dalla frequenza delle vincite e dall’osservazione che di tale frequenza hanno i giocatori. (…) nel panorama europeo, il monte premi delle “istantanee” italiane è tra i più bassi (42%), così che, disponendo di una maggiore percentuale di premi, la frequenza delle vincite costituirebbe una maggiore attrazione per il recupero di un

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30 Cfr. sentenza 24 gennaio2013, nelle cause riunite C-186/11 e C-209/11, e sentenza 19 luglio 2012, nelle cause riunite C-213/11, C-214/11 e C-217/11.

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importante cespite di entrate erariali, fondamentale per importo e per modalità nel panorama dei giochi”.31

L’architettura, la formula di promozione pubblicitaria, le modalità di propagazione e di affiliazione, tutto ciò ha confluito a far centrare alle Lotterie istantanee gli obiettivi di chi ne aveva vaticinato le magnifiche sorti e progressive. Proprio per via delle caratteristiche segnalate dai loro fautori, da essere un fenomeno di “nicchia” (sic, letteralmente), nell’arco di alcuni lustri sono divenute la tipologia più diffusa e popolare di gioco d’azzardo. Esse, oggi sussumibili nella categoria dei ccdd. Gratta&Vinci, come allora, continuano a essere connotate dai seguenti fattori:- Da Alea, in quanto il risultato non è determinabile da altro che il caso;- Da Ripetitività ad alta frequenza del comportamento di impiego di

somme unitariamente modeste ma rilevanti nella ripetizione della puntata, con riflessi comprovati sull’assetto neurobiologico della persona anziana (come, per altro verso, dei minori);

- Da Internità ai luoghi dove gli anziani trascorrono porzioni molto rilevanti del loro tempo di vita (dall’ufficio postale, dove ritirano la pensione, al bar, dal supermercato alle edicole dei giornali).

A questo proposito, come evidenziato sempre dalla ASL di Bergamo, gli interventi terapeutici sulle dipendenze da azzardo riscontrate nella persona anziana sono molto più difficili da realizzare con successo. Infatti, considerando la neurobiologia della persona nella Terza età, il coinvolgimento in giochi ad alta frequenza e con l’attesa continua di una remunerazione, seppur piccola, provoca in loro ulteriore grave sofferenza neuropsichica.

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31 Relazione sullo svolgimento delle Lotterie Nazionali (Anni 1996-1998) – XIII Legislatura -, pubblicata sul sito del Senato: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/299265.pdf

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16. L’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SULLA MALATTIA DI PARKINSON IN PROVINCIA DI BERGAMO: CORRELAZIONE TRA TRATTAMENTO PER PARKINSON E GAP

In una società che invecchia le malattie tipicamente legate all’età, a cominciare dalle malattie neurodegenerative come la malattia di Parkinson e di Alzheimer, riscontreranno un’incidenza sempre maggiore e si faranno più precoci nel tempo. Bergamo è una città demograficamente molto interessante da osservare sotto questa lente prospettica, proprio perché fa registrare un Indice di invecchiamento più alto non solo del resto della Provincia, ma significativamente superiore anche alla media regionale e nazionale, per via dell’alta concentrazione di anziani nel Comune capofila, pari a quasi un quarto dei residenti.32

Nel novembre del 2014 il vicepresidente nazionale dell’Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP), il dottor Marco Salvi, anche presidente della Sezione di Bergamo dell’AIP, ha divulgato le risultanze di un’indagine epidemiologica condotta dalla ASL sulla popolazione della provincia, ebbene: i risultati non possono revocare in dubbio che la situazione sia molto grave. Già a fine 2014, i casi conclamati riguardavano 3500-3600 pazienti, ma il punto rimarcato dal dottor Salvi fu sul numero della progressione attesa: 400-500 nuovi pazienti in più che sarebbero stati accertati in un anno.33 Un’epidemia, appunto.Una popolazione anziana, quella bergamasca, che, da quanto fin qui ricostruito, ha un consumo di spesa per gioco d’azzardo molto sostenuto – poco meno di 6 mila euro all’anno procapite - , che tendenzialmente non può contare su figure accudenti o caregivers conviventi, se - come racconta il Piano Sociale di Zona, all’inizio del 2010 vivevano soli 9.306 ultrasettantenni, 3.894 persone nella fascia d’età 81-90 anni e ben 747 ultranovantenni,

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32 Si veda la nota 14, dove vengono riportati i dati sono estratti dal Piano Sociale di Zona.

33 Cfr. con l’articolo di “Bergamo salute”, luglio 2015, pubblicato sul sito dell’AIP, http://www.aipbergamo.it/materiale/bergamo_salute_luglio_2015.pdf; e con quello de “L’Eco di Bergamo”, 30 novembre 2014, Ibid., http://www.aipbergamo.it/materiale/articolo_eco_30_11_14.pdf

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oltre la metà del totale -,34 e che, oltretutto, è interessata anche da un’epidemia di malattia di Parkinson. Difatti, la correlazione tra l’assunzione di farmaci per trattare questa che è una delle più diffuse malattie neurodegenerative e l’impulso a giocare d’azzardo è ormai comprovata, e si è persino riflessa in azioni legali che hanno avuto l’esito di obbligare le Case farmaceutiche a dare risalto nel foglio illustrativo, tra le controindicazioni, alla possibilità di diventare dipendente dal gioco d’azzardo (misura, del resto, che la Commissione europea aveva chiesto agli Stati membri di prendere già nel 2005, inascoltata).35

Nel 1999 arrivarono sul mercato farmaceutico gli “agonisti dopaminergici”, la nuova frontiera per il trattamento del Parkinson. Ebbene, come hanno riscontrato a proprie spese molti malati, l’associazione per scopo terapeutico tra agonisti dopaminergici e levodopa può far nascere l’impulso inarrestabile a giocare d’azzardo.36 In pochi anni si sono moltiplicati a dismisura i casi di piccoli commercianti, pensionati o impiegati malati di Parkinson che hanno dilapidato i propri beni, accumulando debiti talmente elevati da compromettere persino la possibilità di continuare le cure. Si è trattato di persone che prima di allora non si erano mai avvicinate al gioco e che dopo, con la sospensione della terapia, hanno registrato una remissione spontanea dell’impulso di giocare. Dopo diverse denunce e un processo istruito a Torino dal già Procuratore Raffaele Guariniello,37 nel 2007 sono stati immessi i fogli illustrativi corretti per questi farmaci, che sono i più comuni per il trattamento del Parkinson e per i quali il professor Gianni Pezzoli, presidente e cofondatore

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34 Il dato della solitudine domestica e della scarsa disposizione degli anziani bergamaschi a trovare formule di coabitazione persiste nonostante i progetti approntati per loro dall’Amministrazione (uno per tutti: “Bergamo longeva”), orientati anche in tal senso. Si veda e si confronti con il Piano Sociale di Zona, già richiamato.

35 Nel foglio illustrativo del Mirapexin, tra gli effetti collaterali, si legge: “Comunichi al medico se lei, i suoi familiari o chi si prende cura di lei, notate che lei sta sviluppando uno stimolo o desiderio di comportarsi in modi per lei insoliti e che non riesce a resistere all'impulso, alla spinta o alla tentazione di compiere certe attività che possono danneggiare lei stesso o gli altri. Tali fenomeni sono chiamati disturbi del controllo degli impulsi e possono includere comportamenti come la dipendenza da gioco d'azzardo”; lo stesso discorso vale anche per un altro farmaco della stessa categoria: il Requip. Anche qui, tra le controindicazioni, viene segnalato il GAP.

36 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/22/rovinati-dai-farmaci-anti-parkinson-aumentano-casi.html

37 In particolare, uno dei casi arrivati all’esame del dottor Guariniello vedeva accusata per il reato di lesioni colpose la società Boheringer Ingelheim Italia, ossia la casa produttrice del farmaco Mirapexin.

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dell’Associazione Italiana Parkinsoniani, avverte: il 5-8% dei malati viene colpito dall’effetto collaterale della dipendenza dal gioco.

17. “PROGETTO SELFIE”: OLTRE 14 MILA STUDENTI BERGAMASCHI RACCONTANO IL PROPRIO RAPPORTO CON IL GIOCO D’AZZARDO

La Fondazione “Exodus” di Don Mazzi e la “Casa del Giovane” di Pavia hanno dato vita al Centro per la Formazione e la Ricerca sull’Infanzia e l’Adolescenza, che prende il nome “Semi di Melo”, per affrontare questioni educative e mettere in campo proposte pedagogiche. Il Centro “Semi di Melo”, in collaborazione con il Centro di Analisi Statistica dell’Università Bicocca di Milano, sta realizzando il PROGETTO SELFIE - Indagine sugli stili di vita giovanili -, una fotografia che racconta gli stili di vita dei ragazzi scattata direttamente dagli interessati.Un’arteria del progetto ha già riguardato l’indagine “Giovani e azzardo”: a 2.827 ragazzi di 23 Istituti delle scuole Medie bergamasche e a 11.494 studenti di 16 Istituti della scuola media Superiore è stato somministrato un questionario; i relativi dati sono stati raccolti a marzo di quest’anno.I ragazzi, seppur numerosi, hanno rappresentato un campione rappresentativo sia per genere che per fasce d’età.Dall’analisi della Ricerca pubblicata emergono dei dati di estremo interesse: i G&V, imprevedibilmente, sono l’esperienza di gioco d’azzardo che i ragazzi praticano più stabilmente, anzi: è proprio attraverso l’esperienza di consumo dei G&V che i minori esordiscono nel mondo dell’azzardo. Gli intervistati di tutte e tre le fasce d’età (infanzia/pre/adolescenza) sostengono di avere ben presente dove sono i punti di gioco; addirittura, i ragazzi delle Medie che, nonostante la giovanissima età, dichiarano di spendere mensilmente in azzardo - principalmente in G&V – sono addirittura il 13,7%, trovando “ospitalità” soprattutto nei bar per l’acquisto del tagliando. Questo dato compone un quadro coerente con ciò che è emerso a proposito dell’offerta di gioco nella provincia di Bergamo, risultata più capillare e intensa persino di Milano (Cfr. Tabella7). La bassa soglia d’accesso – dal punto di vista del costo del tagliando di gioco – poi, fa il resto. Difatti, la spesa in G&V risulta essere la prima per i ragazzi delle Superiori nel loro range di spesa minima: una “modica quantità” a elevata frequenza, dunque.

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Tuttavia, proprio come accade per i loro concittadini della Terza età, nel caso del gioco d’azzardo non è che sono i giovanissimi consumatori a mettersi alla ricerca del punto di gioco, al contrario: è l’offerta a essere divenuta talmente capillare da interferire inesorabilmente con i loro luoghi di vita e di interessi. Ecco dunque, anche qui, per questo fronte generazionale e ad adiuvandum, che la leva della restrizione degli orari è dunque l’unica misura ragionevole che l’Amministrazione possa approntare per una situazione che si manifesta ormai di tale gravità. Il dato più sconcertante, anche per un’Amministrazione pubblica, che emerge dalla Ricerca sta in una frase contenuta nella elaborazione relativa alle scuole Superiori. Relativamente alla Tabella sul “Ruolo dei genitori come veicolatori dell’azzardo” (p.7), si può leggere: “Vengono sovvertiti i dati invece (rispetto agli altri giochi, ndr) se si tratta di G&V, in questo caso infatti sono i genitori i principali iniziatori per il 54,8% dei giovani”. Più che per altri consumi di gioco, dunque, è proprio quello per il G&V (proprio come si preconizzava nella Relazione del Ministro sulle Lotterie istantanee) a mostrare la maggiore perniciosità e la maggiore capacità di propagazione intragenerazionale. Questo dato di realtà cosa può comportare per l’Amministrazione comunale, se non prendere atto, una volta di più, che per un consumo adulto di G&V che si placa, i benefici saranno apprezzabili anche sui minori, e dunque su tutto il sistema-famiglia? Così facendo, oltretutto, orienterà il proprio intervento nel rispettoso solco dei principi costituzionali invocati nella Premessa di questa trattazione.

RIFLESSI SUI FIGLI MINORENNI DEL COMPORTAMENTO DEL GENITORE “GAMBLER”

Il Rapporto ISTAT sulla povertà in Italia, pubblicato il 17 luglio 2012, ha documentato che, rispetto alla media, si aggrava e peggiora la condizione delle famiglie con un figlio minore, sia in termini di povertà relativa (dall’11,6% al 13,5%), che di povertà assoluta (dal 3,9% al 5,7%). Ciò perché al minore devono essere riservate quote di reddito e, quando c’è, di risparmio familiare specifici, come specifici sono il dovere di accudimento e di cura per le figure genitoriali. In una famiglia con un genitore gambler, oltre a mancare il tempo dell’accudimento affettivo e il valore dell’esempio, mancano le risorse anche economiche per provvedere ai minori, dato che si tratta spesso di una famiglia indebitata.

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È stato osservato come i risultati scolastici dei figli di giocatori patologici siano di molto inferiori a quelli dei loro coetanei figli di genitori non giocatori o giocatori non patologici. La Società Italiana di Pediatria (SIP) riporta i dati di uno studio Canadese pubblicato nel 2008 (Vitaro, J Gambl Stud, 2008). Lo studio era volto a capire quale fosse l’habitus psichico e comportamentale dei bambini figli di giocatori d’azzardo rispetto ai figli di genitori non giocatori. In esso si dimostrava che i figli di genitori con problemi di gambling presentano tanto in un periodo come quello dell’adolescenza quanto in età giovanile-adulta una maggiore probabilità di depressione ma anche di sviluppare problemi comportamentali e antisociali (bullismo, violenza, non rispetto dei regolamenti del vivere sociale). Non va peraltro trascurato il dato, che emerge dalla letteratura specializzata – avverte sempre la SIP -,38 che figli di genitori giocatori hanno un’aumentata probabilità di divenire anch’essi giocatori (Vitaro, Psychol Addict Behav, 2011).Esistono dati già del 2013 di un’indagine conoscitiva tra gli adolescenti promossa dal DPA (Dipartimento Politiche Antidroga) del Governo italiano, nota come “Progetto GAP”, che rivelano che quasi la metà degli adolescenti italiani ha giocato almeno una volta (cd. gioco “ricreativo” o “sociale”); che il 7% rientra nella fascia del gioco problematico e che il 3% è affetto da un disturbo da gioco patologico. Quindi già dati ufficiali del Ministero ci dicono che un adolescente su 10 gioca in modo allarmante; essi destano preoccupazione perché dimostrano in modo incontrovertibile anche una pericolosa associazione: quella tra frequenza nel gioco d’azzardo e consumo di sostanze psicotrope, con una probabilità di utilizzo di queste ultime intorno al 30% in chi gioca anche solo una volta alla settimana.

CONCLUSIONI

Tra ingenuità e criminalità: così sembra oscillare il pendolo del gioco d’azzardo. È fuor di dubbio, comunque, che si tratta di un fenomeno e di una storia che si consuma tutta sui territori, che muta le relazioni, l’economia e il territorio; ed è fuor di dubbio che oltre lo specchio riescono a guardare gli amministratori pubblici più di tutti, presagendo cosa accadrebbe se non si opponesse resistenza a una deriva già in atto. La giurisprudenza – Costituzionale, della Suprema Corte, ma soprattutto amministrativa - ha riconosciuto, difatti, piena legittimazione agli interventi

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38 Così, dalle Ricerche del professor Fabio Cardinale, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP).

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sindacali in materia di gioco d’azzardo. Non solo. Nella Circolare n. 557/PAS.7801.12001 del Ministero dell'Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, del 23 giugno 2010, e nella nota del 19 marzo 2013 del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, viene precisato che la regolamentazione degli orari di apertura dei negozi dediti alle attività prevalentemente di raccolta di scommesse, degli esercizi dediti al gioco con apparecchi denominati NewSlot e Video Lottery Terminal nonché delle sale Bingo, tutte autorizzate dalla Questura ai sensi dell'art. 88 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, compete al sindaco sulla base di quanto previsto dall’art. 50, comma 7, del T.U.E.L. - D.Lgs. n. 267/2000, e ciò in ragione del fatto che tutti gli esercizi dediti al gioco rientrano nella categoria degli esercizi pubblici.

Per quanto attiene, inoltre, allo svolgersi della concorrenza e del libero esercizio dell’attività di impresa, anche su questo aspetto, grazie a due pronunce della Corte di Giustizia europea, il dibattito è piano: qualora l’attività procuri sofferenza ai cittadini più vulnerabili o avvenga a detrimento della viabilità e del decoro urbano, in tali casi gli interessi privatistici devono soccombere rispetto a interessi, seppur di pari rango, riconosciuti primari.

Una nota a parte merita il discorso della pubblicità. Il ministro della Salute, nell’ultima Relazione sullo stato sanitario del Paese, poi trasmessa al Parlamento, la stigmatizza e le assegna un fortissimo disvalore, proprio in considerazione della dirompenza suggestiva che esercita sui giocatori problematici e dipendenti, invocando a tal fine l’intervento delle amministrazioni e degli amministratori locali.

Nel Rapporto Italia 2015, l’ultimo dell’Eurispes, la fotografia che viene fuori è quella di una popolazione ostaggio della “Sindrome del day by day”, che fa fatica a immaginare il giorno dopo, da cui si sente sovrastata e che teme. Si arranca per pagare affitti, mutui, trasporti; si rimandano sine die persino i controlli medici per la difficoltà di farvi fronte. È in questa sindrome collettiva che si insinua e radica il pensiero magico del gioco, che ormai si rappresenta alla percezione e al sentimento popolare come un’ipotesi tanto plausibile quanto salvifica di cambiamento. La sola e ultima possibile.

La condizione economica delle famiglie è peggiorata nel 76,7% dei casi, segnala l’Eurispes, che ha anche registrato un aumento del rischio usura. Il numero di quanti riferiscono di avere chiesto nell’ultimo anno soldi in

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prestito da privati - che non non fanno parte della cerchia parenti/amici -, non potendo accedere a prestiti bancari, oscilla tra il 10,1% e il 15,5%. Un dato, questo, sottostimato, laddove – come si avverte nel Rapporto - va considerato che una domanda “sensibile” ha un tasso di risposta atteso più basso di quanto effettivamente non sia la realtà.

Impiegati, liberi professionisti, ma anche pensionati: la crisi morde e a rivolgersi agli strozzini negli ultimi cinque anni sono state, per il 52%, persone con un reddito fisso, le famiglie della porta accanto, secondo la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura. Cresce il fenomeno dell’“usuraio della scrivania a fianco”, quando sono gli stessi colletti bianchi a prestare soldi a strozzo a colleghi in difficoltà. Se nel 2004 la categoria più vessata dagli usurai era quella dei commercianti, tre anni più tardi a fianco a loro sono arrivati i dipendenti. Ma l’usura si annida con le stesse modalità all’interno delle piccole e medie imprese e addirittura in ambito parentale, come evidenziato da numerosi recenti fatti di cronaca.

È proprio all’intensità espansiva e al radicamento del gioco d’azzardo che si deve la reviviscenza nel nostro Paese del reato di usura, che alla fine degli anni’90, grazie alla legge 108, risultava rarefatto, propaggine di un’economia antica e rurale. Non è più così, anzi: è il reato che crea un ponte, oggi, tra i bisogni dei cittadini e la criminalità organizzata, che infetta il risparmio privato facendolo diventare un affluente dell’immenso patrimonio delle mafie.

Per concludere questa disamina, e sul punto della criminalità organizzata, per tutte, valgano le parole del Comitato di Sicurezza Finanziaria del MEF: “Il comparto del gioco, sia illegale che legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito una importante forma di sovvenzione. Attualmente la criminalità mafiosa investe nel settore acquisendo e intestando a prestanome, sia per percepire rapidamente guadagni consistenti (soprattutto se le regole vengono alterate per azzerare le possibilità di vincita dei giocatori o per abbattere l’ammontare dei prelievi fiscali), sia per riciclare capitali illecitamente acquisiti”.

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18. GLOSSARIO E CONCETTI SUL GIOCO D’AZZARDO RICORRENTI NEL REPORT

Il Glossario è selezionato sia in riferimento ai concetti presenti nel testo del lavoro e sia in coerenza con la definizione formale del gioco d’azzardo che vi si propone dopo ampia disamina della letteratura giuridico-istituzionale e delle scienze psicosociali e cliniche.

Addiction: dal latino addicere (addico, addixi, addictus), asservimento, riduzione in schiavitù, dipendenza forzosa, confisca. La Gambling Addiction – Gioco d’Azzardo Patologico è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e descritta nel DSM V, cioè nel repertorio completo delle sofferenze psichiche meritevoli di terapia, che è lo standard approvato dall’American Psychiatric Association.

Alea: dall’originario “gioco di dadi” il termine indica tutti gli eventi dai quali ci si aspetta un risultato favorevole, una ricompensa o un premio non determinati da altro che non sia la casualità. Nei giochi con promessa di vincita di denaro, la gratificazione è quindi determinata dalla constatazione successiva all’acquisto di un titolo (un tagliando di lotto o lotteria, di ricevuta di una somma versata alla scommessa), di una chance di azionamento di uno strumento automatico (elettromeccanico o elettronica), del versamento di una posta di denaro su un numero in un’apposita cornice sul tavolo, che quanto iscritto nelle ricevute di acquisto corrisponda alle combinazioni o ai risultati in virtù dei quali si era contrattualizzato un diritto al premio.

Allibramento: atto di iscrizione in un apposito registro delle somme versate da privati, corredate da indicazioni sulla scelta di “puntata”, prima del verificarsi dell’evento che distribuirà premi o utilità di valore venale.

Capitale sociale: rete di relazioni stabili, gnificative e riconosciute che favoriscono tra i partecipanti scambio di informazioni, aiuto ciproco e cooperazione per un fine/bene comune.

Capitale Sociale Familiare: è l’insieme dei fattori che creano una “relazione connettiva” significativa tra i componenti di una famiglia, tale da rendere quest’ultima capace di “produzione” di mutuo aiuto, cooperazione al benessere psichico e materiale, di preveggenza di fronte ai rischi della vita (naturali e non). Esempi di tali fattori: tempo dedicato alla cura dei figli, allo svago in famiglia, al tempo libero, al commento comune di vicende che interessano direttamente o indirettamente, numero dei componenti della famiglia allargata che intrattengono contatti stabili.

Combinazione: Raggruppamento e ordinazione, secondo regole rigide prefissate, dei valori numerici ai quali è stata agganciata una promessa di erogazione di ricompensa materiale (denaro o altra utilità). La combinazione può derivare da un'estrazione di numeri, dal posizionarsi di una casella a seguito della rotazione (meccanica o virtuale) di simboli o numeri allineati.

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“Compro Oro”: denominazione corrente dell’attività di acquisto di metallo prezioso o gioielli aventi valore monetizzabile usati, con immediata corresponsione dell’equivalente pattuito in denaro

Concessione vs licenza: provvedimento amministrativo con il quale una pubblica amministrazione conferisce a un privato il beneficio derivante dal poter sfruttare un bene pubblico non alienabile. La concessione è vincolata alla corresponsione, da parte del privato, di somme di denaro prefissate (oneri concessori).

Differisce dal provvedimento amministrativo di autorizzazione a un'attività for profit, cioè dalla licenza, poiché questa attiene alla libera iniziativa privata e una volta certificato il possesso dei requisiti per svolgerla, il titolare è soggetto alle norme ordinarie di diritto civile, penale e amministrativo.

Consumo senza uso: godimento, senza utilizzo, di un bene o di un servizio, sostituiti da un'allusione o da una promessa "non vincolante" di denaro qualora il caso produca le condizioni per passare dal simbolico al materiale, ovvero di una transustanziazione del simbolo in materia.Per consumo si intende, infatti, qualsiasi attività di fruizione di beni e servizi da parte di individui,di imprese o della Pubblica Amministrazione che ne implichi il possesso o la distruzione materiale o figurata (nel caso dei servizi).

Euristica: semplificazione, scorciatoia, invenzione cognitiva. Nell’azzardo è presente una euristica automatica, specifica per la ricerca in memoria degli elementi utilizzati più spesso; interviene quando il confronto per similarità acquisisce un numero eccessivo di elementi simili o quando l'informazione utile recuperata è parzialmente completa.

Famiglia: “insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell'anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona” (Fonte: Glossario ISTAT)

Filiera: termine impropriamente usato per indicare il complesso dei soggetti che operano sul mercato dell’azzardo pubblico. Sarebbe in questo senso composta dal Concessionario, dal Gestore, dal Pubblico esercente, dal complesso dei servizi tecnici di istallazione e manutenzione degli strumenti del gioco d’azzardo.

Gambling e Gambler: è il gioco con posta in denaro inteso esclusivamente come gioco d’azzardo. Il lemma in inglese contiene una sfumatura semantica negativa (inganno, sotterfugio). Il baro è spesso indicato come gambler, giocatore d’azzardo professionista.

Gaming: è l’attività ludica supportata da strumenti materiali o virtuali (bigliardini, video game, flipper, giochi di ruolo con step successivi e animazione videografica ecc.).

Gioco d’azzardo: vedi ampia definizione in apertura del Glossario.

Gioco d’azzardo Clandestino: raccolta e gestione di scommesse, istallazioni per l’alea in denaro sostanzialmente e formalmente alterative all’offerta statale di azzardo. Al cliente è noto in partenza che chi offre o fa allibramento di gioco finalizzato a premi in denaro

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compie tali attività violando la legge penale. Un tempo era molto diffuso il cosiddetto “toto nero”, dove gli scommettitori potevano puntare sul risultato solo di alcuni eventi della giornata calcistica, invece che su tutto il quadro della giornata del torneo di foot ball.

Gioco d’azzardo Grigio: possono verificarsi due modalità, in una della quale il cliente del gioco d’azzardo è completamente ignaro che è stato manomesso, alterato o falsificato il supporto tecnologico e i “titoli” di scommessa; nell’altra si utilizza l’infrastruttura legale per versare le somme scommesse e ritirare i premi collegati a eventi sportivi il cui esito tuttavia era stato compromesso da corruzione degli atleti o degli arbitri.

Gioco d'azzardo industrializzato di massa. Si formula qui un paradigma che permette di cogliere la radicale diversità con il fenomeno dei giochi di alea qual si presentava in Italia fino agli anni Novanta del secolo scorso. Le caratteristiche essenziali sono date: a) dalla combinazione di alea e tecnologie avanzate, con le seconde che hanno incorporato quasi completamente la “funzione del caso”; b) dalla sostituzione di giochi ad alta remunerazione promessa e a bassa frequenza di svolgimento con altri giochi a remunerazione "bassa ma raggiungibile" dal cliente e ad altissima frequenza; c) dalla soppressione della funzione compensatoria dell'attesa della Fortuna con la gratificazione attesa, esperita e ripetuta ad altissima frequenza con piccole somme "non risolutive"; d) dall'impiego su larga scala e ad alta intensità delle acquisizioni delle neuroscienze e del behaviourismo per il "condizionamento" operante; e) dal dispiegamento del marketing e della stabilizzazione della domanda di alea puntando alla fidelizzazione mediante addiction; f)da una struttura del business interdipendente con un mercato finanziario derivato dall'andamento dei conti dell'azzardo.Un gioco industriale di massa è dunque un'esperienza di azzardo a bassa soglia, che occupa progressivamente sempre maggiore porzione del tempo sociale di vita, che interpola gli itinerari della vita quotidiana delle persone, impegnandole per molte ore della loro giornata, poiché basato su tecniche di rinforzo del comportamento e d'induzione alla compulsività. In generale il gioco d'azzardo industrializzato di massa ingaggia e stabilizza i comportamenti dell'utente con un sistema bidirezionale qual è reso possibile dal sistema, sia on-line e sia fisico, delle sequenze "input-altro investimento-ricompensa attesa".

Gioco d’azzardo patologico (GAP): vedi anche Addiction. Tale disturbo psichico ha conosciuto un inquadramento in progress nella letteratura clinica: si è modificato di pari passo all'evolversi dei modi dell'offerta di gioco d'azzardo. Il focus della definizione si è parzialmente spostato dalla diagnosi incentrata sulle caratteristiche personali del soggetto con sindrome da GAP alla valutazione sistemica della struttura - progetto, organizzazione, tecnologia, regolazione, tempistica, spazialità ecc. della macchina del gambling - in interazione con il consumatore di gioco con denaro e per denaro. Del consumatore, a sua volta, si valutano i processi emotivi, cognitivi e comportamentali insieme al profilo personologico e agli indicatori di salute psichica, fisica e relazionale.La prima definizione risaliva al 1980 da parte dell’American Psychiatric Association in Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) e veniva riproposta

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dall’OMS nel 1995 nell’International Classification of Diseases (ICD-10): il GAP era istituzionalizzato come uno dei “disturbi delle abitudini e degli impulsi”. In una edizione successiva, quella dell'anno 2000 del Manuale (DSM-4-TR) si passava a definirlo come “comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che comprende gli aspetti della vita personale, familiare e lavorativa del soggetto”. A causare il disturbo "degli impulsi e del comportamento" erano "stimoli esogeni". In altri termini: non sostanze interessanti la tossicologia. L'attuale definizione convenzionale è del 2013 (V edizione del DSM) e contiene cambiamenti sostanziali. Il GAP è collocato nella categoria della “Dipendenza non correlata all’uso di sostanze” e la sua evoluzione è analoga a quella dei disturbi da uso di sostanze.

Gioco Pubblico: è l’espressione che l’amministrazione dei Monopoli predilige nell’indicare tutta l’offerta di alea, omettendo linguisticamente il connotato di azzardo e il richiamo alla deroga al codice penale accordata a monte del Gioco Pubblico con promessa di premi in denaro.

Gratta e Vinci: denominazione delle ex “lotterie istantanee”, vale a dire della raccolta di puntate, della estrazione di combinazioni numeriche assegnatarie di un premio non già a una data prefissata, ma all’atto stesso dell’acquisto del biglietto

Income: risultato, vantaggio, ricavato, reddito, utile, rendita ecc. Nel campo del pensiero economico si fa riferimento al reddito che deriva da diversi "fattori" (rendite, interessi, salari ecc) oltre che ai profitti ottenuti da iniziative imprenditoriali

Intrattenimento: espressione che è stata associata alla disseminazione in numerosi luoghi aperti al pubblico e in locali dedicati di slot machine e VLT. Gli operatori del settore definiscono infatti “apparecchi da intrattenimento” le piattaforme fisiche dove si consuma gioco d’azzardo per il tramite delle combinazioni di simboli grafici generate da “apparecchi automatici” (altra espressione talvolta impiegata per designare il medesimo oggetto). Intrattenimento è inoltre la traduzione italiana di “Entertainment”, che indica una forma di attività ottenente l'attenzione e l'interesse di un pubblico, o che dà piacere e diletto: un’immagine, un gioco di ruolo, in ogni caso una modalità di coinvolgimento che combina il mantenere l’attenzione con il piacere “in pubblico”, con un diletto . Dunque un campo di “eventi”, anche piccoli o piccolissimi, o narrazioni, stimoli e sollecitazioni che ottengano un feed-back: sit-com, soap opera, musica, teatro, danza. La presenza di un “pubblico” (anche di modesta ampiezza) è un fattore costitutivo dell’intrattenimento. Ludopatia: espressione che da un conio giornalistico del 1997 si è fatta strada anche in documenti pubblici nel 2012 come succedaneo di “dipendenza dal gioco d’azzardo”. Nel lessico medico italiano, il termine che denota tecnicamente e univocamente la patologia è però gioco d’azzardo patologico (o il suo acronimo G.A.P.): questo è il tecnicismo adottato e raccomandato nei manuali clinico-diagnostici di riferimento e questo è il termine più frequente nei testi specialistici (cfr Accademia della Crusca, 2013)

Newslot: denominazione dei videopoker o dei videogiochi che sono stati promossi con la Legge Finanziaria dello Stato 2012. Corrispondono a slot machine elettroniche con eventualità di premio massimo in gettoni di 100 euro e con puntata fissa di un euro.

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Pay in : denaro versato da quanti giocano d’azzardo immettendo somme corrispondenti alla puntata sui vari giochi di fortuna.

Pay out: al netto delle quote trattenute (dal fisco, dalla cd filiera del gioco pubblico ) è il denaro che “esce” dal sistema di gioco, frazionato in restituzioni o vincite di somme comprese tra euro 1 o euro decine di milioni (per es. il Superenalotto, organizzato su probabilità una su 660 milioni di combinazioni).

PREU Prelievo Erariale Unico: su tutto il comparto dei giochi pubblici con prospettazione di vincite in denaro si applica un’unica forma di prelievo fiscale che sostituisce tutte quelle cui sono soggette le ordinarie attività economiche (IVA, IRAP, Accise ecc.)

Prospect: è una "teoria della decisione" formulata dagli psicologi sociali Daniel Kahneman (Premio Nobel) e Amos Tversky nel 1979. Essa analizza e ricostruisce come gli individui effettivamente si comportano di fronte a una decisione. La teoria del prospetto si focalizza in particolare sulle decisioni in condizione di rischio, che sono definite come le decisioni in cui è conosciuta (o si può stimare) la probabilità associata ai possibili esiti di ogni alternativa a disposizione.

Raccolta: espressione utilizzata per divulgare i numeri del consumo di giochi, che con il lessico della retorica, i Monopoli spingono ad associazioni semantiche con altre “raccolte”, come l'ammasso del grano della mietitura, dell'uva della vendemmia, delle olive di primo autunno.

Reddito minimo di inserimento: introdotto nel 1998 in via sperimentale in 39 comuni dalla legge “Turco”, e poi esteso nel 2000 ad altri 267, è una misura di contrasto della povertà e dell’esclusione sociale, che agisce sostenendo le condizioni economiche e sociali delle persone esposte al rischio della marginalità sociale. A distanza di quattro anni dall’avvio può definirsi un’esperienza conclusa.

Scommessa: si definisce così una modalità di azzardo dove un giocatore pronostica il risultato di un evento che deve svolgersi (sportivo, naturale, mondano o di altro genere con margine importante di alea).

Valore pubblico: quel particolare “bene della vita” reso disponibile dall’impiego di risorse umane e finanziarie conseguente a una decisione dettata da uno scopo di pubblico vantaggio.

Videolottery (VLT): apparecchi automatici simili alle slot machine , ma dalle quali si differenziano perché non hanno all'interno una scheda con il gioco residente. Secondo le norme che le disciplino dovrebbero essere collegate alla rete centralizzata dei Monopoli e ad un server presente nella sala dove sono installate. Ogni VLT può consentire sullo stesso apparecchio più giochi d'azzardo similari. L'importo della puntata può variare da un minimo di €0,50 ad un massimo di €10,00.

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