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UBI Pramerica RELAZIONE DI GESTIONE AL 18 Settembre 2017 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato “UBI Pramerica Obiettivo StabilitàIstituito, promosso e gestito da UBI Pramerica SGR S.p.A. La presente Relazione è stata redatta in data 7 Novembre 2017

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UBI Pramerica

RELAZIONE DI GESTIONE AL 18 Settembre 2017

del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato

“UBI Pramerica Obiettivo Stabilità”

Istituito, promosso e gestito da UBI Pramerica SGR S.p.A.

La presente Relazione è stata redatta in data 7 Novembre 2017

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Relazione di gestione 18 Settembre 2017

Scenario macroeconomico

Nel corso del periodo di riferimento lo scenario si è caratterizzato per una conferma del quadro

reflazionistico a livello globale, con una fase positiva di crescita reale sincronizzata fra i paesi.

All’interno dello scenario, sebbene si sia ridotto decisamente il rischio di deflazione, la crescita dei

prezzi è rimasta ancora al di sotto degli obiettivi delle Banche Centrali nonostante le aggressive

politiche monetarie sin qui adottate.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la crescita nel primo trimestre dell’anno è stata più debole del

previsto e si è attestata ad un +1,4% su base trimestrale annualizzata, risentendo dell’andamento dei

consumi e delle scorte. Nel corso del secondo trimestre l’economia statunitense è apparsa in netto

recupero, con il PIL che ha evidenziato una crescita del 3,1% su base trimestrale annualizzata. Il

clima di fiducia di imprese e consumatori è rimasto elevato e le dinamiche occupazionali si sono

ulteriormente rafforzate. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto i livelli minimi da maggio 2001,

mentre la dinamica salariale è rimasta ancora abbastanza modesta, con una crescita dei salari orari

che è rimasta stabilmente sotto il livello del 3%. Nella parte finale del periodo di riferimento vari

uragani hanno colpito una parte significativa del paese; molto probabilmente nelle prossime

settimane si registrerà un rallentamento temporaneo, in linea con quanto avvenuto in passato, che

sarà riassorbito in tempi brevi. Per quanto concerne l’inflazione, dopo l’accelerazione successiva

all’elezione di Trump che, nella prima parte dell’anno, ha visto l’indice headline segnare una

crescita del 2,7% su base annua, si è assistito ad una fase di indebolimento che lo ha portato sotto il

livello del 2%. Durante il periodo di riferimento la FED ha alzato il tasso di riferimento due volte,

portandolo all’interno di un range fra l’1-1,25%. Nel corso del meeting di giugno, la Banca Centrale

ha indicato come appropriato un altro rialzo per fine anno ed ha confermato le sue previsioni circa

l’evoluzione dei tassi (i c.d. “Dots”) sulla base dell’interpretazione di transitorietà delle sorprese

negative dal fronte dell’inflazione. Nella riunione di settembre la FED ha annunciato che ad ottobre

inizierà a ridurre lo stato patrimoniale che ha raggiunto livelli record in seguito al Quantitative

Easing. Quello che già emerge, come ripetuto più volte dalla Yellen, è che il processo si svolgerà

con molta cautela in quanto si tratta di una situazione senza precedenti. La stessa Yellen ha espresso

l’intenzione di procedere ad un altro rialzo dei tassi di interesse entro la fine dell’anno, mentre per il

2018 ha confermato l’ipotesi per tre rialzi. L’andamento dell’inflazione resta, però, un elemento di

incertezza sulla strada della normalizzazione della politica monetaria; nell’aggiornare le proiezioni

economiche, la Banca Centrale stima una crescita dell’inflazione dell’1,6% per l’anno in corso e il

raggiungimento del 2% solo nel corso del 2019. La crescita per il 2017 è stata rivista al rialzo dal

2,2% al 2,4%, quella per il 2018 è rimasta invariata al 2,1% e quella per il 2019 è passata dall’1,9%

al 2,0%.

Nel corso del periodo di riferimento i dati dell’area Euro hanno continuato in media a superare le

attese, incrementando le aspettative di crescita per il 2017; le statistiche, infatti, si sono mantenute

in linea con una crescita sopra il potenziale anche nei prossimi mesi. Gli indicatori anticipatori

sono migliorati ulteriormente ed, in alcuni casi, hanno segnato nuovi massimi; i dati reali hanno

continuato a convergere verso la forza espressa da questi indicatori. Nel corso del secondo trimestre

la crescita si è ulteriormente rafforzata segnando un recupero del 2,3% su base annua. In questa fase

i principali driver di crescita sono rappresentati dai consumi interni, favoriti da condizioni

finanziarie accomodanti e da un miglioramento del mercato del lavoro, e da una dinamica degli

investimenti in contenuta ri-accelerazione. Questa situazione appare abbastanza inusuale per

l’economia dell’area che, in linea generale, tende ad essere guidata dalle esportazioni nette. I

miglioramenti registrati nei mercati del lavoro dell’area Euro hanno accresciuto il reddito reale

disponibile delle famiglie e agevolato la spesa per consumi. I consumi privati hanno continuato a

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beneficiare della crescita costante dei redditi da lavoro, che costituisce la determinante principale

del reddito disponibile delle famiglie, e di un tasso di risparmio di queste ultime sostanzialmente

stabile. Anche il miglioramento delle condizioni del credito bancario, rafforzato dalle misure di

politica monetaria della BCE, ha continuato a sostenere la spesa delle famiglie. Gli investimenti

delle imprese hanno proseguito la loro graduale ripresa, sostenuti prevalentemente dal

miglioramento del clima di fiducia, da condizioni di finanziamento positive e da margini di profitto

elevati. Nel corso del periodo di riferimento la BCE non ha modificato le misure di accomodamento

monetario in essere ed ha generalmente trasmesso un tono di ottimismo relativamente alla dinamica

di crescita. Nell’ultima parte del periodo la BCE ha preso atto nelle sue previsioni di una crescita

migliore delle aspettative, ma ha dovuto rivedere al ribasso le aspettative sull’inflazione. Lo stesso

Draghi ha continuato a ribadire la necessità per l’area Euro del mantenimento di una politica

monetaria molto accomodante, pur prendendo atto della positiva dinamica della crescita. All’interno

di questo scenario appare probabile l’annuncio di una riduzione solo moderata del Quantitative

Easing per la prima parte del 2018, accompagnata dal mantenimento di una elevata flessibilità.

Relativamente al Regno Unito, il 29 marzo il governo di Theresa May ha avviato la complessa

procedura per l’uscita dall’Unione Europea. Inoltre, le elezioni anticipate,volute dalla May per

rafforzare la sua leadership in vista dei negoziati per la Brexit, hanno registrato una sostanziale

perdita di consensi per il partito Conservatore e hanno aperto una fase politica molto delicata per il

paese. La Bank of England ha mantenuto un orientamento accomodante, ma nella parte finale del

periodo di riferimento, a fronte di una tenuta della crescita migliore delle attese e di un’inflazione

prevista sopra il target, ha annunciato che a novembre potrebbe alzare i tassi nel caso in cui i

prossimi dati dovessero confermare il quadro attuale. Rimane l’incertezza legata alle negoziazioni

sulla Brexit, destinate ad essere lunghe, complesse e probabilmente sfavorevoli per il Regno Unito.

Il Giappone ha evidenziato una certa volatilità macro, anche se gli ultimi dati hanno confermato un

quadro di crescita robusto che non si registrava da 18 anni; la dinamica inflazionistica, però, è

rimasta significativamente sotto l’obiettivo del 2%. La BoJ ha rimandato al 2019 il raggiungimento

del target d’inflazione e manterrà l’attuale stance di politica monetaria ultra accomodante e

l’implementazione dello ”Yield Curve Control” a lungo.

La dinamica di crescita dell’area emergente è apparsa in miglioramento, anche se le traiettorie di

sviluppo sono apparse più contenute rispetto al passato. Le differenziazioni fra i paesi sono rimaste,

anche se nel periodo in esame non si sono amplificate, ma, viceversa, hanno mostrato una maggiore

convergenza. La Cina ha rappresentato una sorpresa positiva sul fronte della crescita; il paese,

infatti, impegnato nel processo di ribilanciamento della domanda aggregata (da minori investimenti

a maggiori consumi interni) non ha evidenziato un rallentamento del ritmo di crescita. l’economia

cinese si è mantenuta su una traiettoria di espansione vicina al 7% su base annua, che rappresenta

un valore superiore all’obiettivo dei policy maker. Il rafforzamento delle dinamiche commerciali a

livello globale ha favorito il quadro di crescita; molto positivo l’impatto derivante dalla domanda

estera dall’Asia. La Banca Centrale Cinese dispone ancora di notevole potenziale per contrastare un

eventuale rallentamento. Le autorità monetarie hanno introdotto misure di contenimento dello

sviluppo di credito attraverso il c.d. “shadow banking”, che mirano in particolare a ridimensionare

le attività più speculative senza intaccare significativamente la crescita economica reale alla vigilia

di un’importante transizione politica. In autunno, infatti, è previsto un rinnovamento della

leadership a livello medio-alto e in questa fase è interesse dell’establishment cinese evitare qualsiasi

rallentamento economico, utilizzando tutti gli strumenti ancora a disposizione a livello monetario e

fiscale.

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Andamento dei mercati

Il 2017 è iniziato con una significativa attenzione da parte degli investitori ai rischi politici

all’interno del contesto globale. Fortunatamente molti di questi non si sono materializzati e il

quadro politico ha evidenziato un’evoluzione favorevole ai mercati. Nel corso del periodo di

riferimento le dinamiche dei mercati sono apparse generalmente coerenti con lo scenario

reflazionistico.

Mercati azionari

Nel corso della prima parte del periodo di riferimento i mercati azionari hanno generalmente

evidenziato la prosecuzione del movimento di rialzo che aveva caratterizzato il periodo successivo

alla vittoria di Trump. Le aspettative per un’accelerazione della crescita hanno continuato a

rafforzarsi, in virtù della politica economica delineata da Trump, incentrata sulla promessa di

un’ampia riforma fiscale per le imprese e le persone fisiche e di un piano di investimenti

infrastrutturali da mille miliardi di Dollari. Nei mesi successivi la volatilità sui listini è aumentata

leggermente, molto probabilmente in relazione ad alcuni eventi politici che hanno caratterizzato,

soprattutto, l’area Euro. L’esito di questi eventi è stato positivo poiché sia in Olanda che in Francia i

partiti anti Euro sono stati sconfitti e, più in generale, le forze anti-sistema hanno evidenziato un

certo arretramento anche in altre tornate elettorali. La vittoria di Macron in Francia ha avuto un

impatto positivo sul clima di fiducia degli operatori perché ha posto le basi per l’attuazione di un

programma di riforme dell’economia transalpina e ha rafforzato le attese per un rilancio politico

dell’Unione Europea. Nei mesi estivi hanno pesato anche le tensioni riguardanti la crisi coreana che

ha registrato un’escalation molto pericolosa dal punto di vista geopolitico. Nonostante queste fasi, il

bilancio dei principali listini azionari all’interno del periodo di riferimento è stato positivo.

All’interno di uno scenario nel quale la FED ha ribadito il mantenimento di un approccio cauto

nella strategia di normalizzazione della politica monetaria, l’indice S&P 500 ha aggiornato nuovi

massimi chiudendo sopra il livello di 25.000 punti base con un guadagno del 12% circa.

I listini dell’area Euro hanno evidenziato un movimento analogo a quello espresso dai listini

statunitensi, anche se in alcune fasi hanno mostrato andamenti più altalenanti. Questo è avvenuto,

prevalentemente, nelle fasi in cui i fattori politici hanno avuto maggiore rilevanza all’interno dello

scenario, come nel caso del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, e nelle fasi in cui

l’Euro si è rafforzato nei confronti delle principali valute. Nel complesso il mercato dell’area ha

chiuso il periodo in territorio positivo, così come evidenziato dall’andamento dell’indice Euro

Stoxx che ha guadagnato il 9,5% circa. A livello di singoli paesi, il Dax tedesco ha guadagnato il

9,4% e il FtseMib italiano il 16,2% raggiungendo i livelli massimi da dicembre 2015. Il listino

italiano è stato sostenuto, prevalentemente, dal positivo andamento del comparto bancario.

Per quanto concerne il listino inglese, ha molto probabilmente risentito delle incertezze riguardanti

la Brexit e del deterioramento del quadro politico nazionale; al termine del periodo di riferimento

registrava, comunque, un guadagno limitato all’1,5%. In recupero anche il Nikkei che ha registrato

guadagni leggermente superiori al 4%.

Dopo l’ondata di vendite successiva all’elezione di Trump, i mercati emergenti, pur con

performance abbastanza eterogenee fra i differenti listini, hanno registrato nel complesso una fase

rialzista che è durata per tutto il periodo di riferimento; al termine del periodo l’indice MSCI

Emerging Markets espresso in Dollari guadagnava il 29%. Tale recupero è avvenuto in un contesto

nel quale i timori per l’adozione di misure di natura protezionistica da parte dell’amministrazione

statunitense si sono stemperati e nel quale le prospettive di crescita a livello mondiale si sono

ulteriormente rafforzate.

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Nota: variazioni indici in valuta locale

Mercati obbligazionari

Per quanto riguarda i mercati obbligazionari governativi, la tendenza al rialzo dei tassi che aveva

caratterizzato la seconda parte dell’anno scorso ha perso intensità. Nel corso del periodo di

riferimento la curva statunitense ha registrato un movimento di appiattimento che si è tradotto in un

rialzo dei rendimenti sulla parte più a breve e un calo di quelli relativi alla parte più a lunga Nel

complesso il tasso a due anni è salito di 20 punti base dall’1,19% all’1,39% mentre quello

decennale è scesa di 21 pb dal 2,44% al 2,23%.

Relativamente ai tassi core dell’area Euro, il periodo si è caratterizzato per una certa volatilità,

soprattutto, sul tratto decennale della curva. Le fasi di rialzo si sono registrate all’interno di un

contesto nel quale si evidenziava un miglioramento sostanziale delle condizioni congiunturali

dell’area, mentre quelle di ribasso si sono avute nelle fasi in cui il rischio politico aumentava in

maniera significativa. Il bilancio complessivo, però, ha visto un rialzo dei tassi che ha interessato in

maniera abbastanza uniforme tutte le scadenze. A differenza di quella statunitense, la curva tedesca

ha evidenziato un movimento di steepening, poiché il tasso a due anni è salito di 11 punti base da -

0,8% a -0,69% mentre quello a dieci anni è cresciuto di 25 pb dallo 0,20% allo 0,45%.

Per quanto concerne il comparto periferico, nella prima parte dell’anno l’acuirsi dell’incertezza,

connessa prevalentemente con l’approssimarsi di varie scadenze elettorali, ha posto le condizioni

per un incremento generalizzato dei premi per il rischio sovrano di alcuni paesi come l’Italia. Nel

caso specifico del nostro paese ha pesato, probabilmente, anche la percezione da parte del mercato

che si potesse andare ad elezioni anticipate e si potessero creare le condizioni per una situazione di

ingovernabilità. Nella parte finale del primo semestre, la diminuzione di questo rischio e l’esito

delle elezioni amministrative con un arretramento del Movimento 5 Stelle, hanno tendenzialmente

favorito il restringimento degli spread verso i minimi dell’anno. Successivamente la fine della

stagione estiva, con conseguente aumento dell’offerta, e il ritorno del focus sulle elezioni italiane

hanno causato un discreto allargamento verso la fine di agosto. Tale movimento è stato in parte

compensato dal tono piuttosto dovish tenuto da Draghi nella conferenza stampa post meeting BCE.

Nel complesso la curva italiana ha evidenziato un movimento di steepening con il due anni che è

diminuito leggermente di 2 punti base chiudendo il periodo a -0,19% e il decennale che è aumentato

di 27 pb passando dall’1,80% al 2,07%.

All’interno di un quadro nel quale sono aumentate le incertezze sull’evoluzione congiunturale e le

dinamiche inflazionistiche si sono rafforzate, la curva inglese ha registrato un incremento dei tassi

sulla parte a breve, mentre quella a lunga è rimasta maggiormente stabile. Più in dettaglio il tasso a

due anni è cresciuto di circa 37 punti base, dallo 0,04% allo 0,41%, mentre il decennale ha chiuso il

periodo di riferimento all’1,30% in recupero di soli 7 punti base. In Giappone i tassi hanno chiuso

sui valori precedenti; il due anni a -0,14% rispetto a -0,18% e il decennale allo 0,02% rispetto allo

0,04% di fine dicembre 2016.

Relativamente ai comparti a spread, dopo il periodo di turbolenza seguito alle elezioni statunitensi,

in generale il periodo di riferimento si è caratterizzato per una riduzione dei differenziali di

rendimento sul debito dei paesi emergenti rispetto ai titoli di stato dei paesi avanzati ritenuti più

affidabili. Riguardo al comparto corporate, il periodo di riferimento, pur con le differenze in termini

di ampiezza e di intensità fra i vari settori, ha registrato una riduzione degli spread sia sulla parte

investment grade che su quella high yield. Considerando specificatamente l’area Euro, lo spread si è

ridotto su tutti i comparti con performance particolarmente positive. Nel corso del periodo di

riferimento si è assistito ad un’accelerazione del trend di restringimento del comparto high yield,

sostenuto prevalentemente dal miglioramento delle condizioni congiunturali e dalla preferenza degli

investitori per alcune tipologie di titoli corporate dell’area con rendimento elevato.

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Mercati Valutari e Commodity

Nei primi mesi dell’anno i tassi di cambio delle principali economie avanzate hanno evidenziato

delle fluttuazioni modeste. L’Euro è rimasto all’interno di trading range nei confronti delle

principali valute e solo nella seconda parte del semestre si è rafforzato, riflettendo molto

probabilmente alcune sorprese positive che si sono registrate nell’economia dell’area. Al termine

del periodo di riferimento la valuta comune guadagnava il 13,7% nei confronti del Dollaro a 1,195,

l’8,5% nei confronti dello Yen a 133,35 e il 3,8% nei confronti della Sterlina a 0,885. Rispetto alle

valute emergenti, l’Euro si è nel complesso rafforzato. Per quanto concerne le quotazioni

petrolifere, dopo la risalita seguita all’accordo raggiunto alla fine di novembre 2016 fra l’OPEC e

alcuni paesi non OPEC, le quotazioni sono rimaste abbastanza stabili intorno ai 55 Dollari al barile

fino all’inizio di marzo. Successivamente hanno evidenziato varie oscillazioni fra 48-56 Dollari per

poi scendere intorno ai 45 Dollari nel corso dell’estate e risalire nuovamente in area 55 Dollari al

termine del periodo di riferimento. Rispetto alla chiusura di fine dicembre, il Brent ha chiuso a 55,4

Dollari al barile con una perdita del 2,2%.

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Criteri di valutazione

I principi contabili più significativi utilizzati dalla società di gestione nella predisposizione della

Relazione di Gestione del Fondo sono qui sintetizzati. Essi sono coerenti con quelli utilizzati nel

corso dell’esercizio per la predisposizione dei prospetti giornalieri di calcolo del valore della quota e

delle Relazioni Annuale e Semestrale ed analoghi a quelli del precedente periodo e tengono conto

delle disposizioni emanate dalla Banca d’Italia con il Provvedimento del 19 Gennaio 2015 e

successive modifiche.

a) registrazione delle operazioni • le compravendite di strumenti finanziari sono contabilizzate nel portafoglio del fondo sulla

base della data di effettuazione delle operazioni;

• le sottoscrizioni di strumenti finanziari di nuova emissione vengono registrate nel

portafoglio del fondo alla data di attribuzione;

• gli interessi, gli altri proventi ed oneri a carico del fondo sono registrati secondo il principio

della competenza temporale, mediante rilevazione di ratei e risconti attivi e passivi; agli

interessi ed ai proventi viene applicata, quando dovuta, la relativa ritenuta d’imposta;

• le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote sono rilevate a norma del regolamento del fondo e

secondo il principio della competenza temporale;

• i dividendi sono contabilizzati il giorno di quotazione “ex–date” (data di stacco del

dividendo) del relativo titolo, al netto della eventuale ritenuta d’imposta quando applicabile;

• le operazioni di “pronti contro termine” ed assimilabili sono contabilizzate alla data di

effettuazione delle stesse e non influiscono sulla posizione netta in titoli. La differenza tra i

prezzi “a pronti” e quelli “a termine” è quotidianamente distribuita, proporzionalmente al

tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto;

• le operazioni di acquisto e vendita di contratti futures vengono registrate evidenziando

giornalmente nella Sezione Reddituale i margini di variazione (positivi o negativi) con

contropartita la liquidità a scadenza del Fondo;

• il costo medio di acquisto degli strumenti finanziari è determinato dal valore di libro degli

stessi alla fine dell’esercizio precedente, modificato dai costi degli acquisti effettuati nel

periodo e da altre eventuali operazioni societarie (ad es.stock dividend e bonus issue);

• il cambio medio degli strumenti finanziari è determinato dal valore del cambio corrente alla

fine del periodo precedente, modificato dal cambio degli acquisti effettuati nel periodo;

• gli utili e le perdite da realizzi su strumenti finanziari risultano dalla differenza tra il costo

medio di acquisto ed i prezzi di vendita relativi alle cessioni poste in essere;

• gli utili e le perdite da realizzi su cambi per operazioni su strumenti finanziari sono

originati dalla differenza tra il cambio medio di acquisto ed il cambio corrente alla data

dell’operazione;

• gli utili e le perdite su negoziazioni finalizzate al regolamento delle compravendite di titoli

denominati in divise estere sono originati dalla differenza fra il controvalore della divisa

convertito al cambio medio di acquisto ed il controvalore della divisa effettivamente

negoziata;

• gli utili e le perdite da realizzi sulle operazioni a termine in valuta sono determinati quale

differenza tra il cambio a termine del contratto di copertura ed il cambio corrente del giorno

di chiusura dell’operazione;

• le plusvalenze e le minusvalenze su strumenti finanziari sono originate dalla differenza tra

il costo medio di acquisto degli strumenti finanziari ed il valore corrente degli stessi;

• le plusvalenze e le minusvalenze su cambi per operazioni in strumenti finanziari sono

originate dalla differenza tra il cambio medio di acquisto ed il cambio corrente;

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• le plusvalenze e le minusvalenze sulle operazioni a termine in valuta sono determinate in

base alla differenza tra il cambio a termine negoziato alla data dell’operazione ed il cambio a

termine corrente per scadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto di

valutazione;

b) valutazione degli strumenti finanziari La valutazione degli strumenti finanziari e’ determinata secondo i criteri stabiliti dalla Banca

d’Italia, sentita la Consob, ai sensi del Regolamento di Vigilanza del 19 gennaio 2015 e

successive modifiche.

• Gli strumenti finanziari azionari italiani quotati sono valutati al prezzo di riferimento

(prezzo medio ponderato riferito all’ultimo dieci per cento delle quantità trattate) della Borsa

Italiana;

• gli strumenti finanziari azionari esteri quotati sono valutati sulla base dei prezzi di chiusura

reperiti nel mercato di negoziazione; i prezzi espressi in divise estere non appartenenti

all’area Euro vengono convertiti sulla base dei tassi di cambio correnti alla data di

riferimento della valutazione, rilevati giornalmente dalla WM Company sulla base delle

quotazioni disponibili sui mercati di Londra alle 4 p.m. (ora di Londra);

• gli strumenti finanziari azionari italiani ed esteri in attesa di quotazione sono valutati fino al

giorno della negoziazione sul mercato ufficiale al costo di acquisizione “salvo che vengano

forniti dai providers utilizzati prezzi ritenuti come significativi”;

• per tutti i titoli di stato e obbligazionari la fonte primaria di quotazione è costituita dal

sistema degli indici Merrill Lynch:

• le quote o azioni di altri OICR sono valutate sulla base dell’ultimo valore reso noto al

pubblico, eventualmente rettificato secondo le indicazioni del Regolamento Banca d’Italia

del 19 gennaio 2015 e successive modifiche;

• gli strumenti finanziari derivati quotati sono valutati in base al prezzo di chiusura rilevato

sul mercato di trattazione;

• per gli strumenti finanziari derivati non quotati (c.d. OTC) si seguono le indicazioni dettate

dal Regolamento Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modifiche;

• nel caso di strumenti finanziari quotati su più mercati, si fa riferimento al mercato nel quale

le quotazioni hanno maggiore significatività;

• i titoli “strutturati” – ove presenti – sono valutati in base ai prezzi operativi forniti da

primari market makers o da controparti qualificate; ove non disponibili, viene effettuata una

valutazione che tenga conto in modo distinto di tutte le singole componenti in cui essi

possono essere scomposti;

• gli strumenti finanziari ammessi alla quotazione su un mercato regolamentato che non

presentano prezzi significativi in relazione ai volumi ed alla frequenza degli scambi vengono

valutati secondo le indicazioni dettate dal Regolamento Banca d’Italia del 19 Gennaio 2015 e

successive modifiche;

• gli strumenti finanziari non quotati sono valutati in base al principio del presunto valore di

realizzo, individuato su una ampia base di elementi di informazione, con riferimento alla

peculiarità dei titoli, alla situazione patrimoniale e reddituale degli emittenti, nonché alla

generale situazione di mercato; allo scopo sono utilizzati, quando necessari, i prezzi forniti

da primari market makers o da controparti qualificate;

• i criteri adottati per individuare gli strumenti finanziari, che pur risultando ammessi alla

negoziazione su un mercato regolamentato sono ricondotti tra i titoli non quotati, sono i

seguenti: sospensione del titolo dalla negoziazione da oltre tre mesi; volumi poco rilevanti o

prezzo di chiusura identico per piu’ di 20 giorni di borsa aperta per i titoli azionari; volumi

poco rilevanti o prezzo di chiusura identico per piu’ di 20 giorni di borsa aperta per i titoli

obbligazionari, a fronte di una vita residua superiore a 3 mesi; sia trascorso un anno

dall’emissione senza che gli stessi siano stati ammessi alla negoziazione.

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Forma e contenuto della Relazione

UBI Pramerica SGR S.p.A ha redatto la Relazione di Gestione del Fondo Comune al 18 Settembre

2017 in conformità alla normativa ed alle disposizioni emanate dagli Organi di Vigilanza.

Il documento si compone di una Situazione Patrimoniale, di una Sezione Reddituale e dell’elenco dei

primi 50 strumenti finanziari detenuti dal fondo.

La Relazione di Gestione del Fondo è altresì accompagnata dalla Relazione degli Amministratori ed

indica l’ammontare dei proventi posti in distribuzione.

La contabilità è tenuta in Euro ed i prospetti sono redatti in unità di Euro, nel rispetto delle disposizioni

dettate dagli Organi di Vigilanza.

Variazioni intervenute nel Regolamento di Gestione

Non si segnalano variazioni nei regolamenti di gestione.

Fatti di rilievo intervenuti nel corso del periodo

Non si segnalano variazioni nei regolamenti di gestione.

Fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura del periodo

Non si segnalano fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura del periodo.

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PROVENTI DA DISTRIBUIRE

Criteri per la distribuzione

Il regolamento del fondo UBI Pramerica Obiettivo Stabilità prevede la ripartizione dei risultati di

gestione secondo la seguente modalità:

trascorsi 14 mesi dalla fine del Periodo di Sottoscrizione del Fondo la SGR riconosce ai

partecipanti un ammontare unitario pro quota predeterminato pari al 1,5% del valore iniziale

della quota (5 euro), equivalente a 0,075 euro per ogni quota. Considerate le modalità di

distribuzione sopra descritte l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato di

gestione del Fondo (variazione del valore della quota); in tal caso la distribuzione rappresenterà

un rimborso parziale del valore delle quote anche se non comporterà comunque un rimborso

automatico di un numero determinato di quote o frazioni di esse bensì una diminuzione del loro

valore unitario;

Il Fondo ha concluso il periodo di sottoscrizione in data 18 Luglio 2016 e pertanto la ripartizione del

risultato di gestione fa riferimento alla data del 18 Settembre 2017.

Il regolamento stabilisce inoltre che il giorno di quotazione ex cedola corrisponde al decimo giorno

lavorativo successivo al termine di ogni periodo di riferimento ovvero, qualora in tale data, non sia

prevista la valorizzazione delle quote, il giorno di valorizzazione immediatamente successivo.

In data 2 Ottobre 2017, quindi, il fondo ha distribuito la prima cedola secondo i criteri sopra descritti.

L’importo distribuito per ciascuna quota, pari ad Euro 0,075, è stato riconosciuto ai partecipanti su un

totale di numero 137.619.125,108 quote in circolazione alla data del 29 Settembre 2017, per un

controvalore totale di Euro 10.321.434,38.

Essendo il risultato di Gestione negativo,l’importo distribuito è interamente frutto del rimborso parziale

del valore delle quote come previsto dal Regolamento di Gestione del Fondo.

Il provento è stato posto in pagamento con data valuta 09 Ottobre 2017.

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Allegato n. 1 alla Parte I

“ELENCO DEGLI INTERMEDIARI DISTRIBUTORI”

Banche che operano tramite i propri sportelli

Sede Legale ed Amministrativa

Unione di Banche Italiane S.p.A.. P.zza Vittorio Veneto, 8 – Bergamo

Sede operativa: Brescia e Bergamo

IW Bank S.p.A. Piazzale Fratelli Zavattari, 12 – 20149 Milano

Sim e Banche che operano tramite la propria rete di

collocamento costituita da Promotori Finanziari:

Sede Legale ed Amministrativa

IW Bank S.p.A. Piazzale Fratelli Zavattari, 12 – 20149 Milano

Banche che operano mediante utilizzo di tecniche di

comunicazione a distanza

Sede Legale ed Amministrativa

Unione di Banche Italiane S.p.A. P.zza Vittorio Veneto, 8 – Bergamo

Sede operativa: Brescia e Bergamo

IW Bank S.p.A. Piazzale Fratelli Zavattari, 12 – 20149 Milano

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UBI PRAMERICA OBIETTIVO STABILITA’ Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato

Relazione al 18 Settembre 2017

Relazione degli Amministratori sulla gestione del Fondo

Per quanto riguarda il commento sui mercati, i criteri di valutazione, la forma e i

contenuti, si rimanda alla Relazione degli Amministratori.

Politica di gestione

Nel corso del periodo di riferimento il fondo ha mantenuto un’esposizione della

componente azionaria superiore al peso neutrale. La politica di investimento seguita

ha puntato ad una selezione dei titoli azionari particolarmente attiva, basata

sull’analisi delle prospettive di sviluppo, della solidità patrimoniale, delle capacità

reddituali e delle valutazioni di mercato delle singole società. Dal punto di vista

settoriale, nel corso del periodo di riferimento è stato aumentato il peso delle materie

prime e dei beni di consumo non ciclico, mentre è stato ridotto quello dei servizi di

pubblica utilità e delle telecomunicazioni.

Nel corso del primo semestre la duration complessiva del portafoglio è oscillata tra la

neutralità e un’esposizione pari al 75% della duration del benchmark, con

un’esposizione media pari a circa l’85% dell’indice di riferimento. Verso benchmark,

l’esposizione ai titoli dell’area Euro è stata mediamente corta. Più in dettaglio

l’esposizione ai titoli core dell’area Euro, rappresentati prevalentemente dalla

Germania, è stata mediamente corta; l’esposizione ai titoli semi-core è stata

mediamente corta, con diverse variazioni di posizionamento che hanno riguardato

soprattutto il Belgio e la Francia; l’esposizione ai titoli periferici è stata mediamente

lunga, con intensità variabile, e caratterizzata da un’esposizione mediamente poco

corta ai titoli italiani a fronte di esposizioni mediamente lunghe a Spagna e Irlanda.

Nel corso del mese di maggio è stato acquistato il comparto Euro High Yield di UBI

Sicav per l’1% del Nav. L’esposizione ai Treasury Usa è stata mediamente poco più

corta del benchmark, sebbene sia salita a neutrale in maggio e sia divenuta lunga in

giugno anche in funzione di una posizione di spread che beneficiava dell’eventuale

migliore performance dei titoli a lunga scadenza Usa rispetto a quelli tedeschi. A

partire da febbraio è stata costituita una posizione in Tips, titoli Treasury Usa

indicizzati all’inflazione, con scadenza decennale e con un peso medio tra il 3 e il 4%

del Nav obbligazionario. A fine gennaio è stata implementata una posizione esposta a

titoli corporate investment grade in Dollari, tramite l’ETF iShares $ Corporate Bond,

per il 2% del Nav obbligazionario; in maggio una posizione in titoli High Yield in

Dollari, tramite l’ETF iShares iBoxx $ High Yield Corporate Bond, per l’1% del Nav

obbligazionario sulla quale è stato preso profitto a inizio giugno. L’esposizione ai

titoli in Yen, corta a inizio periodo, ha evidenziato la riduzione del corto nel corso del

mese di marzo; la posizione presente da inizio periodo che beneficiava

dell’irripidimento del tratto di curva 10-30 anni è stata riportata in area neutrale nel

mese di febbraio. L’esposizione ai titoli in Sterline ha oscillato intorno alla neutralità,

variando tra poco lunga e poco corta. Sia nel periodo marzo/aprile che nel mese di

maggio è stata fatta una posizione, successivamente chiusa, in titoli Gilt trentennali

indicizzati all’inflazione. In febbraio l’esposizione all’Australia è stata portata da

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corta a circa neutrale. Sul mercato dei cambi, la posizione strategica più importante è

stata quella di un sottopeso di Dollaro Statunitense contro Euro, intervallato da

operazioni tattiche che ne hanno influenzato durata e consistenza, ma che

complessivamente hanno visto sempre una posizione settata dall’1,5 al 6/7% del

fondo. Queste posizioni sono state azzerate verso la fine del semestre, man mano che

il tasso di cambio Euro/Dollaro si spostava progressivamente dall’area 1,05 al target

ipotizzato di 1,13. Le posizioni sono state assunte sia via cash che tramite opzioni.

Con le stesse modalità il Team di Gestione ha lavorato a inizio 2017, in sovrappeso di

Dollaro australiano vs Dollaro US nei primi due mesi dell’anno e anche di Euro

contro Corona svedese attraverso opzioni e successivamente soltanto con opzioni.

Relativamente ai mercati emergenti, nel corso del mese di febbraio è stata assunta una

posizione per sfruttare l’eventuale indebolimento del Rublo russo contro valuta locale.

Nell’ultima parte del periodo di riferimento la duration complessiva del portafoglio ha

aumentato il corto scendendo ad un’esposizione pari a circa il 77% del benchmark di

riferimento. L’esposizione ai titoli dell’area Euro ha aumentato il corto; quella ai titoli

semi-core è scesa da neutrale a corta per la riduzione della Francia da lunga a corta;

quella ai titoli periferici è scesa da lunga a poco corta per la riduzione dell’Italia e

della Spagna da lunghe a neutrali. Il contributo alla duration dei titoli in Dollari è

diminuito. L’esposizione ai titoli in Yen è salita da corta a neutrale, mentre

l’esposizione ai titoli in Sterline è rimasta corta e invariata. Relativamente ai cambi, a

luglio il raggiungimento della parte alta dell'area di target ipotizzata su Euro/Dollaro

ha suggerito la chiusura dei rischi, neutralizzando le posizioni rialziste sul cambio

principale. Nel mese di agosto gli assetti in cambi sono stati tenuti sostanzialmente

neutrali rispetto al relativo benchmark.

Motivazioni di eventuali performance negative

Nel periodo di riferimento il fondo ha registrato una performance negativa a causa

della risalita dei rendimenti in Europa e dell'apprezzamento dell'Euro.

Operatività su strumenti finanziari derivati

Nel corso del periodo di riferimento sono stati utilizzati anche strumenti derivati, con

finalità di parziale copertura del rischio o allo scopo di raggiungere l’esposizione

desiderata.

Linee strategiche

In questo contesto manteniamo una view prudente/neutrale sui mercati azionari, che

in termini di sector allocation si traduce, soprattutto, nel sovrappeso di settori non

ciclici.

Lo scenario macroeconomico globale sembra confermare un miglioramento delle

prospettive di crescita, che appare più robusta e, soprattutto, più diffusa rispetto agli

anni precedenti. Questo sta avvenendo nonostante, al momento, le aspettative di una

significativa azione espansiva da parte della nuova presidenza americana siano state

largamente disattese e notevoli incertezze permangano sulla misura in cui i tagli

fiscali promessi in campagna elettorale saranno realizzati. Negli Stati Uniti il

rallentamento della crescita del Pil, evidenziatosi nel primo trimestre, pare

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Page 14: RELAZIONE DI GESTIONE AL 18 Settembre 2017€¦ · consumi e delle scorte. Nel corso del secondo trimestre l’economia statunitense è apparsa in netto recupero, con il PIL che ha

temporaneo e gli ultimi dati hanno evidenziato come il sentiero dell’economia

continui ad apparire robusto ed in linea con le aspettative della FED. Dovrebbero

esserci le condizioni per un maggiore contributo all’espansione da parte degli

investimenti non residenziali, che sono stati piuttosto deludenti negli anni scorsi. I

fondamentali del consumo rimangono solidi grazie, soprattutto, ad un mercato del

lavoro che continua a mostrare notevole vigore, con un livello del tasso di

disoccupazione ormai al di sotto di quello che la Banca Centrale considera il

potenziale di lungo periodo. Al momento rimane sorprendente il fatto che a ciò non

corrisponda alcun incremento della crescita salariale e, quindi, delle pressioni

inflazionistiche che rimangono al di sotto dei target della FED. La previsione di base

rimane, comunque, quella di un graduale incremento della crescita dei prezzi e quindi

di una prosecuzione della politica di rialzi dei tassi graduali da parte delle autorità

monetarie. Dove i dati macro hanno sorpreso maggiormente in positivo è stato in

Eurozona, nella quale ha inciso positivamente anche la sconfitta delle forze anti Euro

nelle varie tornate elettorali svolte fino ad oggi (soprattutto in Francia ovviamente).

Al momento la crescita è sopra il potenziale ed il progresso appare anche più

omogeneo rispetto agli anni recenti. L’inflazione, invece, continua a non mostrare

alcun segno di accelerazione e permane, pertanto, ben al di sotto del target della BCE.

Questo fatto rende ancora necessario il mantenimento da parte dell’istituzione

monetaria europea di una politica estremamente accomodante, anche se le ultime

dichiarazioni di Draghi sembrerebbero propendere per un inizio del tapering a partire

dal 2018. In questo quadro globale generalmente positivo, i rischi maggiori risiedono

nelle tensioni geopolitiche (Nord Corea, elezioni italiane) e nei tradizionali squilibri

della crescita cinese, oltre che nel fatto che la durata di questo ciclo è ormai nella

parte alta dei range tradizionali. Il mercato obbligazionario core continua ad apparire

caro e a non riflettere appieno il miglioramento del quadro macroeconomico.

Pertanto, le posizioni di duration rimangono tendenzialmente corte rispetto agli indici

di riferimento. I livelli raggiunti, unitamente alla possibilità di una riduzione dello

stimolo da parte della BCE, rendono il Team di Gestione più cauto che in precedenza

sui prodotti a spread dove l’approccio dovrà essere maggiormente tattico non potendo

probabilmente più contare sulla uniforme sovra performance degli anni recenti. In

particolare, sui BTP il ciclo delle aste ed il timing delle prossime elezioni italiane

saranno elementi chiave nel determinare modi e tempi di eventuali sovrappesi che,

verosimilmente, saranno maggiormente concentrati sulla parte a lunga della curva.

Eventi di particolare importanza

Vedere paragrafo “Variazioni intervenute del Regolamento di Gestione” all’interno

della Relazione degli Amministratori.

Rapporti intrattenuti con altre società del Gruppo

La SGR intrattiene rapporti con Unione di Banche Italiane Scpa in qualità di

controparte di mercato autorizzata all’operatività per conto dei portafogli gestiti.

Canali distributivi

Vedere apposito paragrafo all’interno della Relazione degli Amministratori.

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Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVITA'

Situazione al 18.09.2017

Situazione al 30.12.2016

Valore complessivo In percentuale

del totale attivita'

Valore complessivo In percentuale

del totale attivita'

A.STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 624.741.024 91,966 642.918.621 91,306

A1.Titoli di debito 519.271.405 76,440 564.461.267 80,163

A1.1Titoli di Stato 471.828.169 69,456 516.286.460 73,321

A1.2Altri 47.443.236 6,984 48.174.807 6,842

A2.Titoli di capitale 59.678.804 8,785 59.327.020 8,426

A3.Parti di OICR 45.790.815 6,741 19.130.334 2,717

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

B1.Titoli di debito

B2.Titoli di capitale

B3.Parti di OICR

C.STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 398.075 0,059 257.716 0,037

C1.Margini presso organismi di compensazione e garanzia 350.000 0,052

C2.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

C3.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 48.075 0,007 257.716 0,037

D.DEPOSITI BANCARI

D1.A vista

D2.Altri

E.PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

F.POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 35.874.681 5,280 38.069.170 5,407

F1.Liquidità disponible 35.848.717 5,277 38.048.275 5,404

F2.Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 154.547.411 22,750 242.364.197 34,420

F3.Liquidità impegnata per operazioni da regolare -154.521.447 -22,747 -242.343.302 -34,417

G.ALTRE ATTIVITA' 18.304.258 2,695 22.883.367 3,250

G1.Ratei attivi 2.777.128 0,409 4.111.266 0,584

G2.Risparmio d'imposta

G3.Altre 15.527.130 2,286 18.772.101 2,666

TOTALE ATTIVITA' 679.318.038 100,000 704.128.874 100,000

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Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

PASSIVITA' E NETTO

Situazione al 18.09.2017

Situazione al 30.12.2016

Valore complessivo Valore complessivo

H.FINANZIAMENTI RICEVUTI

I.PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

L.STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

L1.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

L2.Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

M.DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 558.238 41.491

M1.Rimborsi richiesti e non regolati 558.238 41.491

M2.Proventi da distribuire

M3.Altri

N.ALTRE PASSIVITA' 2.234.817 1.954.892

N1.Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 243.008 422.073

N2.Debiti di imposta

N3.Altre 1.991.809 1.532.819

TOTALE PASSIVITA' 2.793.055 1.996.383

Valore complessivo netto del fondo (comparto) 676.524.983 702.132.491

Numero delle quote in circolazione

138.155.824,616 141.878.500,946

Valore unitario delle quote

4,897 4,949

Movimenti delle quote nel periodo

Quote emesse

0,000

Quote rimborsate

3.722.676,330

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Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

SEZIONE REDDITUALE

Situazione al 18.09.2017

Situazione al 30.12.2016

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI

A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI

A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito 4.981.622 3.542.805

A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale 1.483.598 460.186

A1.3 Proventi su parti di OICR 329.259

A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI

A2.1 Titoli di debito -3.339.171 -1.768.266

A2.2 Titoli di capitale 298.404 401.033

A2.3 Parti d'OICR -132.925

A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE

A3.1 Titoli di debito -12.688.634 -10.194.651

A3.2 Titoli di capitale 1.223.354 5.468.521

A3.3 Parti d'OICR -587.371 2.181.971

A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI

-4.000.690 1.124.479

Risultato gestione strumenti finanziari quotati -12.432.554 1.216.078

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI

B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito

B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale

B1.3 Proventi su parti di OICR

B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI

B2.1 Titoli di debito -1.008

B2.2 Titoli di capitale -16.170

B2.3 Parti d'OICR

B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE

B3.1 Titoli di debito

B3.2 Titoli di capitale

B3.3 Parti d'OICR

B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

Risultato gestione strumenti finanziari non quotati -17.178

C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI NON DI COPERTURA

C1. RISULTATI REALIZZATI

C1.1 Su strumenti quotati 1.012.944 -1.955.728

C1.2 Su strumenti non quotati

C2. RISULTATI NON REALIZZATI

C2.1 Su strumenti quotati

C2.2 Su strumenti non quotati

D DEPOSITI BANCARI

D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI

E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI

E1. OPERAZIONI DI COPERTURA

E1.1 Risultati realizzati 14.286.143 -1.869.671

E1.2 Risultati non realizzati -1.306.420 443.116

E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA

E2.1 Risultati realizzati 201.599 657.947

E2.2 Risultati non realizzati -468.199 -738.896

E3. LIQUIDITA'

E3.1 Risultati realizzati -1.827.777 -775.033

E3.2 Risultati non realizzati

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Situazione al 18.09.2017

Situazione al 30.12.2016

F ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE

F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE

F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI

Risultato lordo della gestione di portafoglio -534.264 -3.039.365

G. ONERI FINANZIARI

G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI -4.777 -812

G2. ALTRI ONERI FINANZIARI

Risultato netto della gestione di portafoglio -539.041 -3.040.177

H. ONERI DI GESTIONE (*)

H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR -3.066.703 -1.951.698

H2. COSTO DEL CALCOLO DEL VALORE DELLA QUOTA -175.065 -106.024

H3. COMMISSIONI DEPOSITARIO -315.031 -189.302

H4. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL PUBBLICO -582

H5. ALTRI ONERI DI GESTIONE -80.699 -127.481

H6. COMMISSIONI DI COLLOCAMENTO (cfr.Tit.V,Cap.1, Sez.II,par.3.3.1)

-2.917.213 -1.852.956

I. ALTRI RICAVI ED ONERI

I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA' LIQUIDE 28.198 21.158

I2. ALTRI RICAVI 483 921

I3. ALTRI ONERI -20.886 -2.840

Risultato della gestione prima delle imposte -7.086.539 -7.248.399

L. IMPOSTE

L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL'ESERCIZIO

L2. RISPARMIO DI IMPOSTA

L3. ALTRE IMPOSTE -184.851 -41.077

Utile/perdita dell'esercizio -7.271.390 -7.289.476

(*) Per effetto delle modifiche agli schemi dei prospetti contabili degli OICR , di cui al Provvedimento Banca d’Italia del 19/01/2015 e successive modifiche, la società ha riclassificato gli importi dell’esercizio precedente al fine di garantire la comparabilità dei dati.

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Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

Elenco strumenti finanziari

L'elenco analitico degli strumenti finanziari detenuti dal Fondo prevede quanto meno i primi 50 (in ordine decrescente di controvalore) e comunque tutti quelli che superano lo 0,5 % delle attività del Fondo.

TITOLO DIVISA QUANTITA' CONTROVALORE % SU TOTALE

ATTIVITA'

ITALY 0,3% 15-15.10.18 /BTP EUR 45.471.000 45.771.110 6,738

SPAIN 0,25% 15-30.04.18 EUR 36.776.000 36.912.218 5,434

ITALY 0% 17-30.05.19 /CTZ EUR 33.850.000 33.923.511 4,994

ITALY 0,75% 14-15.01.18 /BTP EUR 24.333.000 24.412.570 3,594

ITALY 1,05% 14-01.12.19 /BTP EUR 21.720.000 22.244.061 3,274

USA 0,375% 17-15.01.27 /INFL USD 25.400.000 21.474.198 3,161

ITALY 0,65% 15-01.11.20 /BTP EUR 20.000.000 20.284.880 2,986

GERMANY 0,25% 14-11.10.19 EUR 16.635.000 16.965.537 2,497

USA 2,125% 14-31.12.21 /TBO USD 19.249.000 16.340.106 2,405

FRANCE 4,25% 06-25.10.23 EUR 12.978.000 16.308.738 2,401

ITALY 0,05% 16-15.10.19 /BTP EUR 15.540.000 15.586.620 2,294

ITALY 4,5% 04-1.2.20 BTP EUR 13.680.000 15.135.388 2,228

USA 3,75% 08-15.11.18 TBO USD 15.306.000 13.155.994 1,937

SPAIN 1,5% 17-30.04.27 EUR 12.250.000 12.278.175 1,807

SPAIN 0,75% 16-30.07.21 EUR 11.700.000 12.018.240 1,769

ISHARES $ CORP BOND UCITS ETF USD 112.860 10.943.342 1,611

JAPAN 1,4% 10-20.3.20 JPY 1.292.900.000 10.069.578 1,482

JAPAN 1,2% 14-20.12.34 JPY 1.114.300.000 9.461.159 1,393

UK 1,5% 16-22.07.26 GBP 7.190.000 8.336.284 1,227

GERMANY 1,5% 13-15.5.23 EUR 7.240.000 7.933.664 1,168

ITALY 0,65% 16-15.10.23 /BTP EUR 8.000.000 7.740.736 1,139

ITALY 0,7% 15-01.05.20 /BTP EUR 7.500.000 7.623.855 1,122

USA 0,625% 12-30.09.17 TBO USD 9.000.000 7.526.131 1,108

ITALY FRN 11-15.4.2018 EUR 7.111.000 7.153.943 1,053

JAPAN 1,5% 14-20.12.44 JPY 777.100.000 6.875.355 1,012

SOUR MSCI EM MA AC EX TR A USD USD 18.100 6.648.374 0,979

UBI GL INFL LKD -I-CAP EUR 1.300.000 6.375.200 0,938

UBI EURO HY -I- CAP EUR 1.150.000 5.821.300 0,857

GERMANY 2,5% 14-15.08.46 EUR 4.035.000 5.240.537 0,771

GERMANY 0,5% 16-15.02.26 EUR 5.000.000 5.117.200 0,753

USA 2,25% 16-15.08.46 /TBO USD 6.220.000 4.623.234 0,681

FRANCE 1,75% 16-25.06.39 OAT EUR 4.209.600 4.360.682 0,642

FRANCE 2,25% 12-25.10.22 OAT EUR 3.792.000 4.247.389 0,625

JAPAN 0,1% 16-20.09.21 JPY 559.900.000 4.235.227 0,623

BELGIUM 0,8% 17-22.06.27 REGS EUR 4.150.000 4.175.182 0,615

ISHS V MSCI JAPAN ETF -EUR/CAP EUR 87.600 4.125.084 0,607

UK 4,75% 05-07.03.20 GBP 3.224.000 4.036.422 0,594

FRANCE O.A. 2% 25.05.48 /OAT EUR 3.500.000 3.617.229 0,532

EFSF 1,875% 13-23.05.23 EUR 3.183.000 3.507.793 0,516

USA 1,5% 16-15.08.26 /TBO USD 4.150.000 3.273.915 0,482

AUSTRIA 0,75% 16-20.10.26 EUR 3.000.000 3.052.836 0,449

SOU FIN S&P AC EX TR FD A USD USD 20.550 2.959.778 0,436

ITALY 3,45% 17-01.03.48 BTP EUR 2.891.000 2.959.124 0,436

SIEMENS AG /NAM. EUR 24.250 2.833.613 0,417

ITALY 1,5% 15-01.06.25 /BTP EUR 2.860.000 2.818.782 0,415

ISH IBOXX HYCB --- SHS USD 37.910 2.802.030 0,412

ITALY 2,2% 17-01.06.27 /BTP EUR 2.680.000 2.711.565 0,399

GERMANY 4% 05-04.01.37 EUR 1.766.000 2.706.805 0,398

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Società di Gestione del Risparmio : UBI Pramerica SGR SpA UBI Pramerica Obiettivo Stabilità

TITOLO DIVISA QUANTITA' CONTROVALORE % SU TOTALE ATTIVITA'

APPLE INC USD 18.350 2.435.258 0,358

ISHS VI CORE S&P500 UCITS CAP EUR 11.850 2.380.784 0,350

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