settemiglia - anno v, n°3

32
settemiglia da Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa anno V - n°3 Dov'è l'amore non si conosce né fatica, né disagio. san Francesco di Paola

Upload: giuseppe-de-luca

Post on 22-Jul-2016

234 views

Category:

Documents


5 download

DESCRIPTION

Giornale della Parrocchia San Francesco di Paola - Scafati (Sa) Supplemento a IN DIALOGO Mensile della Chiesa di Nola

TRANSCRIPT

Page 1: Settemiglia - anno V, n°3

settemigliada Gerusalemme ad Emmaus ...e ritorno

Diocesi di Nola – Parrocchia San Francesco di Paola – Scafati – Sa

anno V - n°3

Dov'è l'amore non si conosce né fatica, né disagio.

san Francesco di Paola

Page 2: Settemiglia - anno V, n°3

settemigliaSupplemento a

IN DIALOGO

Mensile della

Chiesa di Nola

Aut.ne Trib. di Napoli

n. 3393 del 7/03/1985

Direttore Responsabile

MArCo IASevolI

Coordinatore Redazione

doN GIuSeppe de luCA

Redazione

vINCeNzo FIoreNzA

pASquAle velleCA

pASquAle vIolANTe

eleNA FIoreNzA

vINCeNzo doNNAruMMA

Rubriche

roSA MATArAzzo

FrANCo CIprIANo

FrANCeSCo quAGlIozzI

Vignette

roSArIA SCoTTo

E-Mail ed Info

[email protected]

per leggere e scaricare le

pubblicazioni precedenti:

www.parrocchia.info

www.settemiglia.it

Stampa

grazie a

Coppola Spa

Francesca CesaranoPasquale VellecaPasquale ViolanteFederica NicosiaCarmela CioffiMaria Rosaria ViolanteEnzo VitielloAmedeo CirilloRedazioneValeria ImpagliazzoAngelo MartoneDomenico FontanaVincenzo Santonicola

pag. 4 - 5pag. 6 - 7pag. 8 - 9pag. 10 - 11pag. 12 - 13pag 14 - 15pag 16 - 17pag 18 - 19pag 20pag 22 - 23pag 24 - 25pag 26 - 27pag 28 - 29

Servizio agli ammalatiChiamati al servizioAdorazione EucaristicaLettera agli ScoutMASCI Scafati IMASCI Scafati IITrame AfricaneOratorioOratorio AdultilabOratorio TeatraleAss.ne CarabinieriGruppo R.N.S.O.E.S.S.G.

Page 3: Settemiglia - anno V, n°3

Caro san Francesco, questavolta mi rivolgo diretta-mente a te dalle pagine di

Settemiglia. Proprio tu hai racco-mandato ai tuoi amici di scrivertispesso: «Figli miei vi tanto amo inCristo, già mi parto da voi per laFrancia, perché me lo comanda Iddioe il Pontefice Romano…. scrivetemispesso di voi… e sempre avvisatemitutto con lettere…».Ti scrivo, innanzitutto, per ringra-ziarti della tua discreta amicizia edella tua speciale protezione che hoconosciuto in questi anni a Scafati.È impossibile raccontare in brevequesti dieci anni ma tanti voltiamici raccontano questa comunitàche mi ha accolto ancora prima diessere sacerdote.Volto di un parroco, deciso ebuono, che ti ha costruito una casapiù grande e più bella; volti di sacer-doti che si sono consumati fino al-l’ultimo per la Chiesa; volti dipadri, di madri, di fratelli e sorelle,di figli e figlie che hanno costituitoe formano ancora questa bella tuafamiglia parrocchiale!Tu sei il nostro amato “vecchio” eogni giorno ci indichi la strada chehai percorso: “ CHARITAS”; entranelle nostre famiglie per condivi-derne i pesi, porta conforto all’an-ziano e all’infermo, lavoro esperanza ai giovani: ascolta ognunoe dona pace a tutti!Noi in questa terra che i nostri padrihanno affidato al tuo patrociniocerchiamo di servire il Signore:siamo tanti ma pur sempre pochi…

Aiutaci a non essere una comunitàlamentosa ma gioiosa nel servizio; anon essere chiusi ed autoreferenzialima semplici nell’accogliere chiun-que bussa alla porta; a non essere uncondominio di gruppi ma una fami-glia ricca della differenze e dei cari-smi di ognuno; aiutaci a nonapparire come un ‘autogrill’ di pas-saggio, ma come il luogo del-l’ascolto della Parola, dellacondivisione della vita di Cristo ecasa dell’amore fraterno.Nel vangelo di Giovanni Gesùprega “perché tutti siano una cosasola; come tu, Padre, sei in me e io inte, siano anch’essi in noi, perché ilmondo creda che tu mi hai mandato”(17,21). L’annuncio del vangelo èl’unità dei cristiani: perché ilmondo creda. Per questo ti chiedodi pregare il Padre perché il nostroannuncio sia credibile.Oggi c’è bisogno forse più che maidella nostra testimonianza, in unmondo lacerato da arrivismo, odii,indifferenza e violenza. A noi spettail compito di vivere da cristiani,mettendo davvero Cristo al centrodella nostra vita e non gli idoli deldenaro, del potere e dell’apparire.Manifestando che Dio è un Padremisericordioso, che vuole che i suoifigli testimonino che soltantol’amore vince l’odio.Tu sii sempre accanto a noi per in-coraggiarci ogni giorno, spronaci sesostiamo un po’ troppo e, se neces-sario… usa il bastone!

tuo devotissimo in Cristo Peppino De Luca, parroco

Page 4: Settemiglia - anno V, n°3

Una Chiesa a domicilioIl servizio agli ammalati

4

settemiglia

Trilla un campanello, la portasi apre, una figura gracile sistaglia sull’uscio.

Rughe profonde segnano il viso, for-mano una ragnatela di ricordi, solchidi esperienze perse in un passatoforse più felice. Un sorriso le de-forma, affievolisce il peso degli anni,attenua il dolore: la speranza di con-solazione, di pace, si materializzacome corpo vivo, il corpo di Cristo.

I desideri di anime semplici si con-cretizzano in un candido disco dipane, prezioso carico di cui si fannoportatori i ministri straordinari dellaParrocchia di San Francesco di Paola.

Gli anziani e i malati hanno così la pos-sibilità di un incontro con il divino:con ciò che trascende, triste realtà deldolore fisico e psicologico, nelle lorocase e vive un'esperienza intensa, pro-fondamente patetica, chi osserva ti-midamente dall'esterno, in qualità diaccompagnatore dei ministri straor-dinari. In quelle stanze, tappezzate da im-magini di santi e madonne mostratecon orgoglio dalle anziane signore, lafede è un entità corporea, quasi tan-gibile.Durante la lettura delle sacre scrit-ture i gesti di questo particolare udi-torio trasudano totale devozione: ci

di FRANCESCA CESARANO

Page 5: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

5

si alza in piedi (se possibile), il viso sicontrae in un’espressione mista traconcentrazione e compunzione, latesta si scuote in segno di comparte-cipazione e dalle labbra, di tanto intanto, impropriamente sfugge un so-spiro o una parola di assenso.Il rito è breve. L’Eucarestia si con-suma in fretta. Non ci sono file incui transitare, non ci sono canti népersone con cui distrarsi. In quel-l’istante in casa regna il silenzio; lacucina, il salone, la camera da lettodiventano “chiesa”.

In seguito il segno della croce sug-gella l’unione con Dio e l’atmosferasi distende, si perde tra le chiacchieredel quotidiano. Infatti accanto al-l’aspetto trascendente dell'opera deiministri straordinari vi è poi quellosquisitamente umano: la calda acco-glienza, la tenera gentilezza e la stra-vagante simpatia delle padrone di

casa, munite di caramelle e cioccola-tini per ogni evenienza.Purtroppo in alcuni casi a ciò sonoassociati anche l’amarezza e il risen-timento, maturati nella solitudine. Soprattutto gli anziani si sentonoabbandonati dalle loro famiglie, daifigli, dai nipoti e, per questo, si anco-rano più tenacemente alla fede. La frenesia delle giornate, i mille im-pegni della routine, il lavoro nonsono una valida giustificazione perl’abbandono di queste persone chenecessitano di un tempo qualitativoe non quantitativo. Anche una visitafugace, come quella dei ministri stra-ordinari, può risollevare il loro spi-rito. Si può rinunciare, in extremis,persino alla messa domenicale per as-sistere chi più ha bisogno delle no-stre cure, poiché anche la camera daletto di nostro zio, il salone di nostranonna, la cucina di nostra mammapossono essere “chiesa”. s

Page 6: Settemiglia - anno V, n°3

Chiamati al servizio di CristoPartecipare attivamente alla Mensa del Signore

6

settemiglia

“I fedeli non rifiutino di servirecon gioia l’assemblea del popolodi Dio, ogni volta che sono pre-

gati di prestare qualche servizio par-ticolare” (Mons. Claudio Fontana).

Il dono che Gesù fa di sé nel Sacra-mento memoriale della sua pas-sione ci assicura che la riuscita dellanostra vita sta nella partecipazionealla vita trinitaria, che in Lui ci è of-ferta in modo definitivo ed efficace. La celebrazione e l'adorazione del-l'Eucaristia permettono di acco-starci all'amore di Dio e di aderirvipersonalmente fino all'unione conla Santa Comunione. È perciò ne-cessario che nella Chiesa, la SantaEucaristia, sia veramente creduta,devotamente celebrata e intensa-mente vissuta da tutti.

In tutti deve nascere il bisogno diessere attivamente impegnati al Suoservizio, riscoprendo lo splendoree la bellezza di appartenere total-mente a Lui, la vera gioia, infatti, èriconoscere che il Signore rimanetra noi, compagno fedele del nostrocammino. “Con l'orazione noi domandiamo aDio le grazie; nella S. Messa costrin-giamo Dio a darcele” (S. Filippo Neri).

Prima del Concilio Vaticano II,c’era il chierichetto, vestito comeun “piccolo prete”, che suonava ilcampanello alla consacrazione eportava il turibolo con l’incenso,così poteva innamorarsi di un fu-turo in abito talare, oggi si parla deiministranti, dal latino ministrans,colui che serve. Non più un “pretein piccolo” ma una persona chepartecipa attivamente alla liturgiacon l’obiettivo principale di essereal servizio, qui ci viene in aiuto unapagina del vangelo di Luca, la pa-gina evangelica di Gesù-servo: nellacena «Sorse anche una discussione,chi di loro poteva esser considerato ilpiù grande. Egli disse: "I re delle na-zioni le governano, e coloro chehanno il potere su di esse si fannochiamare benefattori. Per voi perònon sia così; ma chi è il più grandetra voi diventi come il più piccolo echi governa come colui che serve. In-fatti chi è più grande, chi sta a tavolao chi serve? Non è forse colui che staa tavola? Eppure io sto in mezzo avoi come colui che serve» (Lc 22,24-28). L'Eucaristia ci fa scoprire che Cri-sto, morto e risorto, si mostra no-stro contemporaneo nel misterodella Chiesa, di questo mistero

di PASQUALE VELLECA

Page 7: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

7

d'amore siamo resi testimoni, por-tandoci ad essere testimoni ricono-scibili in famiglia, nel lavoro, nellasocietà tutta. L'Eucaristia è all'origine di ogniforma di santità ed ognuno di noiè chiamato a pienezza di vita nelloSpirito Santo.

Il Concilio Vaticano II aveva postogiustamente una particolare enfasisulla partecipazione attiva, piena efruttuosa dell'intero Popolo di Dioalla Celebrazione eucaristica. Certamente, il rinnovamento at-tuato in questi anni ha favorito no-tevoli progressi nella direzioneauspicata dai Padri conciliari. Tuttavia, non dobbiamo nascon-derci il fatto che a volte si è mani-festata qualche incomprensioneprecisamente circa il senso di que-sta partecipazione. Conviene pertanto mettere inchiaro che con tale parola non si in-

tende fare riferimento ad una sem-plice attività esterna durante la ce-lebrazione. In realtà, l'attiva partecipazione au-spicata dal Concilio deve esserecompresa in termini più sostan-ziali, a partire da una più grandeconsapevolezza del mistero cheviene celebrato e del suo rapportocon l'esistenza quotidiana. Pienamente valida è la raccoman-dazione della Costituzione conci-liare Sacrosantum Concilium, cheesortava i fedeli a non assistere allaliturgia eucaristica come “estranei omuti spettatori”, ma a partecipareconsapevolmente, piamente e atti-vamente all’incontro con Dio.

s

Page 8: Settemiglia - anno V, n°3

8

settemiglia

Adorazione EucaristicaStare alla presenza del Signore

Il 12 marzo 2011 ha preso avvionella nostra città l’esperienzadell’adorazione eucaristica per-

petua, nella chiesa piccola di S.Francesco di Paola (ormai denomi-nata cappella dell’adorazione). Sono quindi più di quattro anniche tutti i fedeli scafatesi, sul cen-tralissimo corso Nazionale, hannola possibilità di accostarsi ognigiorno (tranne la domenica) dalleore 7 alle 23 all’adorazione del San-tissimo Sacramento. È possibile adorare ogni volta chese ne ha il desiderio, oppure in ma-niera sistematica, dando la propriadisponibilità per un’ora prestabi-lita, una volta alla settimana.La pratica di questo tipo di adora-zione cominciò formalmente inAvignone (Francia), l’11 settembre1226 per celebrare e ringraziare perla vittoria ottenuta contro i Catarinelle ultime battaglie che segui-rono la crociata albigese; in quel-l’occasione il re Luigi VII diFrancia comandò che l’Eucaristiafosse esposta nella cattedrale dellaSanta Croce d’Orleans. La grandequantità di fedeli accorsi suggerì alvescovo, Pierre de Corbie, di con-tinuare l’adorazione eucaristica inmodo perpetuo.Ma in cosa consiste esattamente

l’adorazione eucaristica? Si tratta di un tempo trascorso inpreghiera davanti al Sacramentodell’Eucaristia esposto solenne-mente. È l’intrinseco rapporto tral’uomo e Dio, della creatura con ilsuo Creatore. Gli uomini e gli an-geli devono adorare Dio. In cielo,tutti i santi e gli angeli già adoranoDio. Anche a noi pellegrini sullaterra è concesso un anticipo di ciòche faremo in cielo, adorando oraGesù nel SS. Sacramento. Per que-sto con l’adorazione eucaristica ciuniamo al cielo e possiamo già pre-gustare di stare alla presenza del Si-

di PASQUALE VIOLANTE

Page 9: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

9

gnore. L’adorazione è l’ unicoculto dovuto solo a Dio. Quando Satana cercò di tentareGesù nel deserto, gli offrì tutto ilpotere di questo mondo, se loavesse adorato. Satana, nel suo orgoglio pretesel’adorazione dovuta a Dio. MaGesù gli rispose con la Scrittura: “IlSignore, Dio tuo, adorerai: a Luisolo renderai culto” (Lc 4,8). Adorare è l’atto più alto di unacreatura umana nei confronti delsuo Creatore, mettersi ai suoi piediin atteggiamento di filiale ascolto edi lode, riverenza e accoglienza ditutto quanto proviene da Lui, nellaconsapevolezza che solo Lui bastae solo Lui conta. Chi adora pone alcentro del suo cuore il Dio Crea-tore e Salvatore di tutto l’universo. Adorare è lasciarsi amare da Dioper imparare ad amare gli altri,come Lui ci ama. Adorare è entrarenell’esperienza del Paradiso. Tutti possono parlare al Signore:Egli è là per tutti. Non disse Egli:“Venite a me, voi tutti che siete stan-chi e oppressi, e io vi darò ristoro”(Mt 11,28)? Questo colloquio ches’intreccia tra l’uomo ed il Signoreè appunto l’adorazione. Nell’ado-razione noi parliamo a Gesù edEgli parla a noi. L’adorazione è una

grazia per tutti. Bisogna conside-rare quell’ora di adorazione comeun’ora di Paradiso; andarci con tre-pidazione, nella consapevolezzache si sta andando ad incontrareGesù, l’Amore fatto persona. Ali-mentarne il desiderio nel cuore, di-cendo a sé stessi: “Per un’ora staròinsieme a Gesù; è stato lui ad invi-tarmi, ora mi attende e mi desi-dera”. Si adora sforzandosi di faresilenzio dentro di sé, per permet-tere a Dio di comunicare col nostrocuore, ed al nostro cuore di comu-nicare con Dio. Si fissa lo sguardoverso l’Eucaristia, si medita sul mi-stero della sofferenza, della morte edella risurrezione di Gesù, aman-dolo e lasciandosi amare. Si può pregare in vari modi, ma ilmodo migliore è una preghiera disilenziosa meditazione, sul misterodell’Amore con cui Gesù ci haamato, dando la sua vita per noi. Adorare è gioire, sapendo che Gesùè lì davanti a noi, per lasciarsi amaree per amarci. Sentiremo così nostre le parole delsalmista: “Una cosa ho chiesto al Si-gnore, questa sola io cerco: abitarenella casa del Signore tutti i giornidella mia vita, per contemplare labellezza del Signore e ammirare ilsuo santuario” (Sal 27,4). s

Page 10: Settemiglia - anno V, n°3

10

settemiglia

Semel Scout Semper ScoutUn saluto da Federica!

di FEDERICA NICOSIA

Cari fratellini e sorelline, pro-babilmente non v'aspettateun mio messaggio adesso,

nel bel mezzo del vostro San Gior-gio. Ebbene, sapete che non mi è maipiaciuto fare cose banali, e secondome questo è il momento migliore perfarvi sentire che io ci sono ancora. Adesso vivo in una realtà molto di-versa dalla vostra, quasi ossimoricarispetto alla vita Scout. Quella che ioporto adesso viene chiamata da tutti'divisa', e non 'uniforme'. È azzurraanche la mia, anche se un po' menoadornata di distintivi, e molto, moltopiù coprente! Qualche mattina,quando durante i quindici minuti

che abbiamo per prepararci mi vesto,mi capita di pensare che anche alcampo avevamo i tempi stretti, ederavamo tanti a dover fare le cose:questa è la prima cosa per cui ringra-zio lo Scoutismo per avermici fattofare l'abitudine. I miei colori e quellidei miei fratelli di corso, per motivigoliardici che non sto qui a spiegare,sono sempre il giallo e il verde: chegioia poter avere qualcosa di voi conme anche qì! Aprire l'armadietto etrovarci il fazzolettone appeso è sem-pre rincuorante. Mi mancate tanto,fratelli. Ricordo le lacrime dell'ul-timo giorno di campo: non avevoancora avuto la conferma dell'am-

Page 11: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

11

missione, anche se le probabilitàerano molto alte, e sapevo che perpartenza o per passaggio, quello sa-rebbe stato il mio ultimo giorno inReparto. E quando cantavamo Won-derwall mi ci ritrovavo un sacco, e sa-pevo che voi eravate uno dei muriportanti del mio essere e che lasciarviavrebbe fatto male, anche se era unmale necessario. I ricordi migliori delmio passato sono legati alla vita nelGruppo. Tutto grazie a voi, e ai capiche mi hanno sempre sostenuta eaiutata. Sono state le guide di unaGuida, il giusto sentiero da seguireper una Coccinella sperduta. Pur-troppo non saranno i maestri di unaScolta, ma di sicuro non perderò iloro insegnamenti. Amici miei, nonlasciate che la vostra vita sia sterile diemozioni e insipida di sentimenti,sappiate cogliere il sapore nelle cosepiù piccole, perchè sono le migliori;cercate la gioia nel faticare insiemeagli altri e godere del sollievo uniti;guardate il fondo di luce anche nelle

situazioni più impervie e siate la bel-lezza delle giornate delle persone cheamate. Perchè voi, e solo voi, siete pa-droni della vostra esistenza. Poteteessere degli Scout, oppure potetescorciarvi le maniche e scegliere diessere Gli Scout, quelli che la Pro-messa ce l'hanno incisa nel cuore eche la Legge la sentono come fonda-mentale regolamento di vita. Il motto del nostro corso, ideato dame e un mio collega, dice FIDIUMCANTUS, ERUS SORTIS: l'armo-nia delle corde, padrona del destino.Per dire che tutto, insieme, si fa. Ci sosteniamo in un dialogo com-prensibile solo a noi, io e voi. Vi avrò rubato già un bel po' ditempo e qualcuno sarà stanco,quindi non mi dilungherò di più. Grazie per tutto quello che mi avetedato e che continuate a darmi. Afterall, you're my wonderwall, firmato,Ape Riflessiva, o per chi non mi co-noscesse così, Federica. s

Page 12: Settemiglia - anno V, n°3

12

settemiglia

30 anni… ma non li dimostri!Buon compleanno comunità MASCI Scafati 1

Il 7 marzo 2015, nella parroc-chia di San Francesco di Paola,la comunità MASCI 1 ha fe-

steggiato, insieme a tanti altri fra-telli scout, i 30 anni della suafondazione. Una Santa Messa èstata celebrata dal parroco, nostroassistente spirituale, don Peppino,durante la quale abbiamo ricordatoi fratelli scout che ci hanno lasciatie don Aniello, prima guida spiri-tuale della comunità. Era il 1985, quando un gruppo discout, con a capo Domenico Gior-dano, ha dato vita alla comunitàMASCI in Scafati (Sa). Non facevo parte della comunità inquel momento; conoscevo lo scou-

tismo solo attraverso l’esperienza dimio marito e di mio figlio, anche sequesto mondo mi aveva sempre af-fascinata: amore per la natura, vi-vere a contatto con essa. Dopo qualche anno dalla fonda-zione anch’io, insieme ad altre so-relle e fratelli, sono entrata nellacomunità e da quel momento è co-minciata per me un’esperienza me-ravigliosa. La fede, il servizio,l’educazione permanente sono di-ventate le componenti essenzialidel mio cammino nella comunità. Sotto la guida, appassionata e pa-terna, di don Aniello siamo cre-sciuti in spirito di servizio efraternità, anche se tante erano le

di CARMELA CIOFFI

Page 13: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

13

diversità. Il cammino tracciato èstato continuato da don Peppino, ilnostro attuale assistente.Come comunità in questi anni nonsiamo stati alla finestra a guardare,ma abbiamo fatto e continueremoa fare nostre le problematiche ri-guardanti la nostra città e il mondointero. Con dibattiti, con incontricon esperti di vari campi abbiamotrattato argomenti quali la fami-glia, l’educazione dei figli, la poli-tica italiana e internazionale. Accanto a questa crescita personalenon abbiamo mai tralasciato di in-teressarci dei fratelli bisognosi vi-cini e lontani. Per gli anzianiabbiamo organizzato proiezioni ci-nematografiche, cene con canti eballi, teatro, visite a presepi e san-tuari, gite in varie località dellaCampania e di altre regioni. Perquelli ospitati in case famiglia, aPompei e a Scafati, abbiamo messoin campo le nostre capacità di ani-mazione. Non abbiamo tralasciatogiovani e adulti con problemi psi-chici: gli ospiti della Casa Rosa-munda in Angri(Sa). Con loroabbiamo giocato, cantato e condi-viso intense emozioni negli incon-tri durante le festività natalizie e acarnevale. Per le famiglie in diffi-coltà economiche abbiamo attivatola raccolta di generi alimentari da-vanti alcuni dei supermercati citta-

dini e abbiamo offerto il nostrocontributo per alleviare le loro ne-cessità. Non abbiamo trascuratoi bisogni dei nostri fratelli in terradi missione. Per loro, in collabora-zione con altre associazioni citta-dine, abbiamo organizzato un’astadi beneficenza, realizzando un con-gruo contributo per la costruzionedi una scuola materna per i bam-bini orfani ed abbandonati del Bur-kina Faso. Inoltre da anni, con lagenerosità di molti negozianti, or-ganizziamo il Pozzo di San Patriziodevolvendo il ricavato a favore difratelli bisognosi in città e fuori.Da tre anni è stato istituito in par-rocchia un centro medico: “Epi-meleia” con l’obiettivo di offrireun servizio gratuito ad indigenti edimmigrati. Il centro si avvale dellacollaborazione di medici di basecoadiuvati da alcuni specialisti, etutti prestano la loro opera gratui-tamente. La nostra comunità si èattivata, attraverso varie iniziative,per reperire i fondi necessari per lespese farmaceutiche e diagnostiche. Cara comunità MASCI 1, ti au-guro lunga vita e di continuare afare tanta Strada in spirito di fede edi servizio, fidando nell’aiuto diDio e nella materna protezionedella dolce Madonna degli Scout.

s

Page 14: Settemiglia - anno V, n°3

14

settemiglia

Una comunità in crescitaIl progetto La Casa di Francesco

Il MASCI, Movimento AdultiScout Cattolici Italiani nasce inItalia nel 1954. È un movi-

mento che declina i valori delloscoutismo nel mondo degli adulti,indipendentemente dal fatto cheabbiamo vissuto o meno tale espe-rienza da ragazzi, aperto a tutti co-loro che “intendano testimoniare evivere i valori contenuti nella LeggeScouts e tener fede alla Promessa,uniti dalla convinzione che lo scou-tismo è una strada di libertà pertutte le stagioni della vita e che la fe-licità è servire gli altri a partire daipiù piccoli, deboli ed indifesi”.La proposta è valida per ogni per-sona che non consideri l’età adultaun punto di arrivo, ma voglia con-tinuare a crescere per dare un sensoalla vita ed operare per un mondodi pace, più libero e più giusto. Il Masci è organizzato in Comunità

che sono un luogo di unione e diformazione spirituale, finalizzatoad una presenza nel territorio enella parrocchia per realizzare ilprogetto di servizio il quale va ef-fettuato e vissuto con metodo estile scout, sia in forma personaleche comunitaria. Esse sono allostesso tempo centro di fede e disperanza cristiana, luogo di amici-zia e di educazione permanente, diconfronto, rinnovamento e ricaricapersonale, ambiente in cui si elabo-rano programmi che devono tenerconto di tutte le diversità dei com-ponenti (sesso, età, stato sociale, es-sere coppia o singolo), centrati sullepersone con obiettivi e scadenzeconcrete e condivise. Nella nostra città e nella parrocchiadi San Francesco di Paola il Masciè presente con due Comunità.Questi ultimi mesi hanno segnato

di MARIA ROSARIA VIOLANTE

Page 15: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

15

tappe importanti nella vita di en-trambe: a marzo 2015 la ComunitàMasci 1 ha ricordato i trent’annidalla sua fondazione e la ComunitàMasci 2 nel 2014 ha invece ricor-dato i suoi primi 10.

Per il Masci 2 l’anniversario è statooccasione per interrogarsi sul cam-mino percorso ma soprattutto suiprogrammi futuri: come concretiz-zare e realizzare gli obiettivi delmovimento qui, nel nostro territo-rio; gli eventi di Lampedusa nel-l’ottobre del 2013 (purtropporeplicati ed amplificati dalla nuovatragedia ad aprile 2015) hanno sol-levato rabbia ed inquietudine edispirato un progetto ambizioso, giàpresente nella mente del parrocodon Peppino e condiviso dalla co-munità: realizzare una casa d’acco-glienza, un posto dove lavarsi eriposare, un luogo per parlare deiproblemi quotidiani e trovare aiutoper districarsi in obblighi, regole enorme di legge, dare dignità allepersone, avviare un processo di in-tegrazione dove l’accettazionedell’altro passa anche per un bagnocaldo, vestiti puliti e qualcuno cheascolti. Un luogo dove poter con-frontare diverse culture, far crescereil senso di appartenenza ad una co-munità cittadina che, ci piaccia ono, è già multietnica. Se ci limitassimo però solo alla rea-lizzazione materiale della struttura,pur fondamentale e prioritaria perla risoluzione dei bisogni materiali,non avremmo fatto nulla di diverso

rispetto ad altri gruppi o istitu-zioni: lo scoutismo afferma che ilvero cambiamento é possibile seprima cambiano le persone e la“Casa di Francesco“ (tale è il nomedel progetto) propone un cambia-mento culturale, un’assunzione diresponsabilità verso i fratelli menofortunati che cominci dal ricono-scere che l’altro, il diverso, lo stra-niero è il Prossimo e che, non solonon deve essere ignorato, ma deveessere amato come si ama se stessi. Le parole del Vangelo sono sem-plici e categoriche: non c’è una viadi mezzo, l’altro non va ignorato otollerato, ma amato ed accolto, re-stituito alla dignità di uomo.

Nella realizzazione del progetto,ispirato e portato avanti dal Mascie coordinato da don Peppino, sonostate coinvolte anche altre associa-zioni cittadine, persone di buonavolontà per far crescere nel territo-rio prima di tutto la cultura dell’ac-coglienza non come elemosina, macome dovere di cristiani e uomini. A breve cominceranno i lavori diallestimento dei locali e entro fineanno sarà funzionante il serviziodocce, ma di questo ciascuno puòtenersi informato presso il parrocoe seguire la realizzazione del pro-getto fornendo, perchè no, il suocontributo materiale e professio-nale, consapevole di contribuire alprogresso morale e civile della no-stra città. s

Page 16: Settemiglia - anno V, n°3

“Le persone non fanno iviaggi, sono i viaggi chefanno le persone” diceva

John Steinbeck, un famoso scrittorestatunitense. Per chi viaggia in Africa, non c’è afo-risma migliore che possa esprimerequanto di forte, di emozionantepossa darti quella terra, al punto dasentirti diverso, più ricco, più com-pleto, più vivo. Ancor di più se il viaggio è da volon-tario e non da turista. Dai dei volti a chi sai di aiutare manon hai mai visto, guardi con i tuoiocchi ciò a cui dedichi ore del tuo

tempo libero, incroci sguardi chesembrano raccontare storie e starestiad ascoltare per ore, raccogli ab-bracci, sorrisi arricchendoti ognivolta con ognuno di essi.Così è stato il recente viaggio a Ma-chaka e Kiirua in Kenya, i luoghidove Trame Africane “vive” la suamissione di sostegno e solidarietà.Un viaggio tra i nostri progetti enuove speranze; un viaggio tra orfa-notrofio, ospedale, villaggio; unviaggio tra bambini, anziani, stu-denti per verificare che tutto procedabene e per raccogliere nuovi stimolie nuove spinte.16

di ENZO VITIELLO

settemiglia

Viaggio tra sogni, realtà e speranzeLa mia esperienza in Africa

Page 17: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

Incontri che testimoniano quantol’associazione stia riuscendo nella suamission, ovvero aiutare la gente delposto a vivere e non sopravvivere, adessere artefici del loro riscatto perso-nale e sociale e non spettatori passivi. Iniziando dal meeting con i ragazzidiplomati e laureati grazie alle borsedi studio finanziate da Trame Afri-cane, molti dei quali inseriti già nelmondo del lavoro come infermieri,medici, insegnanti, ingegneri.Ragazzi che si raccontavano, voltisorridenti, felici, ma anche commo-zione per il ricordo di ciò che si eraprima di intraprendere il percorso distudi e la consapevolezza di ciò chesi è riusciti a diventare.

Storie diverse ma intrecciate tra loroda un filo comune: il voler studiare,il volersi formare, il voler lavorare permigliorare se stessi, per darsi unapossibilità e per aiutare anche glialtri, la propria famiglia, il propriovillaggio. Ragazzi e ragazze provenienti dalfango, dalle capanne di Machaka oKiirua, dal “nulla” inteso nel suo si-gnificato più pieno, a veri protagoni-sti della propria vita e di quella dellacomunità; un riscatto personale cheperò è messo a disposizione deglialtri affinché sia un riscatto per tutti. Ecco come, riprendendo lo slogandell’associazione, l’educazione di-venta strumento per sradicare la po-vertà e promuovere il progresso.O ancora, l’incontro con i bambinidell’orfanotrofio di Machaka: bam-bini provenienti da contesti difficili,tristi, senza genitori o con familiari

impossibilitati a prendersi cura diloro. Bambini che sarebbero desti-nati ad una vita senza futuro, senzapossibilità e che invece trovano nellemura dell’orfanotrofio, nel calore dichi ci lavora, l’infanzia che tutti ibambini dovrebbero avere: amore,protezione, cura, affetto.

E poi l’incontro con una bambinache fino a qualche mese fa era ancoranell’orfanotrofio e che ora vive felicenella sua nuova famiglia, Charene:esempio di come i bambini sono se-guiti anche al di fuori della struttura,perché la vita migliore garantita lorocontinui ad essere tutelata.Su tutti i volti una grande dignità,enormi sorrisi, gioia di vivere: ecco al-lora che il tempo donato, le risorse of-ferte trovano la loro ricompensa, unaricompensa che va al di la di ogniaspetto materiale perché tutto è arric-chimento e tutto quanto si riesce adare è poco, è nulla rispetto a quantodi immenso si riceve in cambio.

17

s

Page 18: Settemiglia - anno V, n°3

La nostra esperienzaTanti ragazzi... ognuno con il suo bagaglio, la sua storia

C’era una volta un complesso disette strumenti musicali:erano un pianoforte, un vio-

lino, una chitarra classica, un flauto,un sassofono, una cornetta e una bat-teria. Vivevano nella medesimastanza, ma non andavano d’accordo. Erano così orgogliosi che ognuno pen-sava di essere il re degli strumenti e dinon aver bisogno degli altri. Non solo, ma ciascuno voleva suonarele melodie che aveva nel cuore e nonaccettava di eseguire uno spartito. Tutti ritenevano ciò una imposizioneintollerabile che violava la loro libertàdi espressione. Quando al mattino sisvegliavano ognuno cominciava a suo-nare liberamente le proprie melodie eper superare gli altri usava i toni piùforti e violenti. Risultato: un inferno

di caotici rumori. Sicché tutti chiama-vano quel complesso l’Orchestrana. Una notte capitò che la batteria nonriuscisse a chiudere occhio per il ner-voso. Per passare il tempo cominciò ascatenarsi con le sue percussioni. Fu lagoccia che fece traboccare il vaso. Per la prima volta tutti gli strumentisi trovarono d’accordo su una cosa: ladecisione di andare ognuno per contoproprio. Stavano per uscire quando alla portabussò una bacchetta con uno spartitosotto il braccio in cerca di strumenti dadirigere. Parlando con garbo e diplo-mazia chiese loro di fare una nuovaesperienza, quella di suonare ognunosecondo la propria natura, ma connote, ritmi e tempi armonizzati. “Con un occhio guardate lo spartito,18

di AMEDEO CIRILLO

settemiglia

Page 19: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

con l’altro i miei cenni, dopo che avròdato il via, disse la bacchetta”. Un po’ perché erano molto stanchi delcaos in cui vivevano, un po’ per la cu-riosità di fare una nuova esperienza,accettarono. Si misero a suonare conpassione dando ognuno il meglio di sestesso e con una obbedienza totale allabacchetta… A mano a mano che an-davano avanti si ascoltavano l’un l’al-tro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno dellafine, un’immensa felicità riempì il lorocuore: avevano eseguito il famoso Innoalla gioia di Beethoven. L’Orchestrana era diventata una veraOrchestra.

Questa è la nostra esperienza di Ora-torio! Tanti ragazzi e ognuno con ilsuo bagaglio, la sua storia; tanti filiche tentiamo di intrecciare.Siamo una piccola piazza, un crocic-chio dove incontrarsi, scambiareidee, portare le delusioni della setti-mana ed evidenziare ciò che nel

mondo è accaduto.Ci vediamo, settimanalmente, percondividere la gioia di incontrarci.Accogliersi l’un l’altro, fa in modoche le diversità tra i ragazzi, diven-tino occasione di arricchimento re-ciproco, sviluppa poi, nel singolo, ilsenso comunitario che Evangelica-mente è il più importante aspetto divita cristiana vissuta.Noi, adulti e ragazzi, cerchiamo divivere l’esperienza “bella” della par-rocchia. Una famiglia in camminocon il nostro amico Gesù.Non sempre ovviamente, come intutte le famiglie, ciò risulta facile daattuare, ma sicuramente lo scoraggia-mento non fa parte di noi, perchéviene abbondantemente sopraffattoda un grande entusiasmo e dalla vo-glia di stare insieme.Ci sia da stimolo e da sprono la sem-plice e profonda esortazione del fon-datore San Filippo Neri: “State buoni, se potete!”

19s

Page 20: Settemiglia - anno V, n°3

20

settemiglia

Al servizio degli altri

Nel 2007, per volontà didon Peppino, prese vitauna proposta di aggrega-

zione per adulti dove, attraverso at-tività laboratoriali, si condivideva-no spazi e tempi per l’amicizia e lapreghiera.La differenza di età dei componentidel gruppo non era un intralcio madiventava stimolo per donare unoall’altro la propria saggezza edesperienza. Nacquero così diversilaboratori: cucito, decoupage,ballo, ecc. Gli incontri sulla Paroladi Dio, inoltre, alimentavano spiri-tualmente il gioioso ritrovarsi.Nel corso degli anni, questo nostrostare insieme, ci ha fatto crescerenell’amore verso l’altro fino a sen-tire l’urgenza di rivolgere losguardo alle necessità di ogni fra-tello ed interrogarci in quale modopoterli raggiungere nella solida-rietà. Inserendoci in un percorsocaritativo diocesano, si cominciòad organizzare un servizio guarda-roba per persone indigenti ed ex-tracomunitari. Il donare il proprio tempo all’altro

fece “dimenticare” l’esigenza perso-nale di svago, concentrando con iltempo tutte le energie nel servizioagli altri.Le abilità possedute ed integratenei precedenti laboratori ora sonodiventate doni per la realizzazionedi manufatti che impreziosiscono imercatini che vengono preparati inoccasione del Natale, della festadella mamma e di altre ricorrenze. Da circa 6 anni si è aggiunto ancheil servizio di sartoria per la prepa-razione degli abiti per le prime co-munioni.Tutte queste attività, anche se ri-chiedono impegno e tempo, sonoil frutto di un cammino intrapresoche ci rende sempre più comunitàdove si sperimenta il condividere ericevere vita. Diventano così sem-pre più vere le parole della Scrit-tura: “In tutte le maniere vi hodimostrato che lavorando così si de-vono soccorrere i deboli, ricordandocidelle parole del Signore Gesù, chedisse: “Vi è più gioia nel dare chenel ricevere!”. (Att. 20, 35)

di REDAZIONE

s

Page 21: Settemiglia - anno V, n°3

www.coppolaspa.itIndustrie Conserve Alimentari

COPPOLA S.p.A.via De Risi, 13 - 84018 Scafafti (Sa)

Tel. +39 081 8633370 , +39 081 8631996 - Fax +39 081 8635579e-mail: [email protected]

Page 22: Settemiglia - anno V, n°3

Laboratorio teatraleL'influenza positiva del teatro nella formazione di un essere mano.

Mi chiamo Valeria e sonoun'attrice. Ho comin-ciato a collaborare con la

Parrocchia San Francesco di Paoladi Scafati nel 2010, quando il par-roco, don Peppino De Luca, michiese di partecipare come educa-trice all'oratorio estivo che si svolgein parrocchia. Quello che lui desi-derava era che io mettessi a dispo-sizione del progetto le miecompetenze di attrice teatrale.L'esperimento riuscì e nacque al-lora un'altra idea: quella di un labo-ratorio permanente che arricchissele attività del teatrosanfrancesco. Nell'ottobre del 2011 si è così te-nuta la prima lezione del LabOra-torio teatrale per bambini e ragazzidel teatrosanfrancesco.Un'opportunità professionale edumana per me, ma soprattutto larealizzazione di un sogno: inse-gnare teatro ai ragazzi della miacittà, dare loro la possibilità chenon ho avuto io, costretta fin daadolescente ad essere pendolare e afare grandi sacrifici per poter stu-diare teatro. Una sfida tutta da affrontare ovvia-mente. Nel primo anno di labora-torio contavo sette allievi; oggisono più di venti. La struttura del laboratorio è molto

semplice. Gli allievi sono divisi perfasce d'età - bambini dagli 8 agli 11anni e ragazzi dai 12 ai 18 - e se-guono un programma annuale mi-rato allo sviluppo della creatività,alla gestione delle emozioni, all'ap-prendimento delle tecniche di basedella tenuta di scena e della mecca-nica del corpo; tutto questo attra-verso una serie di esercizi che liaiutano a mettersi in gioco inmodo graduale e divertente, a sco-prire le loro capacità e a trovare unapropria poetica interiore. Elemento centrale della metodolo-gia che seguo con i miei allievi è ilgruppo, condizione imprescindi-bile dell'arte teatrale. Gruppo visto come vantaggio peril superamento dei propri limiti etregua da ogni forma di competi-zione, gruppo che lavora, in unclima di totale fiducia, ad un obiet-tivo comune. Anche gli spettacoli che vanno inscena alla fine dell'anno sono fruttodi un lavoro artigianale e laborato-riale. Agli allievi più grandi affidoun “tema” da sviluppare attraversouna serie di percorsi individuali ecollettivi. Lavorando sulla scritturae sulle improvvisazioni trovano illoro personaggio, ne raccontano lastoria e lo collocano tra gli altri per-22

di VALERIA IMPAGLIAZZO

settemiglia

Page 23: Settemiglia - anno V, n°3

sonaggi e all'interno di un raccontocoerente. Gli allievi più piccoli in-vece lavorano sulle loro emozioni esulle loro caratterialità e vengonoguidati da me nella costruzionedelle storie che propongo loro. Tutto questo ovviamente è possi-bile solo con la presenza costantealle lezioni, che si svolgono durantel'anno, fondamentali per prepararegli allievi ad affrontare il palco consicurezza e serenità.E non mi soffermerò su ciò che perme sta significando questa espe-rienza così intensa e incredibile,perchè mi è davvero complesso ren-dere fino in fondo l'idea di quantoprofondo sia il senso di gratitudineche provo verso i ragazzi, per tuttala bellezza che mi regalano, e le lorofamiglie che con tanta fiducia edamore li affidano alle mie cure. So per certo di essere una personaed un'attrice molto fortunata.Rubo quindi, per chiudere, unafrase al Maestro Grotowsky, che

meglio di me spiega perchè, nono-stante tutto, il teatro sia così impor-tante nella formazione di un essereumano: “Il teatro non è indispensa-bile: serve ad attraversare le frontieretra te e me”.

settemiglia

23

s

Page 24: Settemiglia - anno V, n°3

24

settemiglia

di ANGELO MARTONE

L’Associazione che oggi contacirca 200 iscritti tra soci ef-fettivi, familiari, simpatiz-

zanti e benemerite nasce nell’anno2001 e nel 2008 si trasferisce neilocali della parrocchia di San Fran-cesco di Paola di Scafati grazie alladisponibilità del parroco don Giu-seppe De Luca. La sezione vennepoi intitolata al Brigadiere dei Ca-rabinieri Giuseppe Coletta, vittimadella strage di Nassiyria avvenuta inIraq nel novembre del 2003.

L’obiettivo associativo è quello dicementare i vincoli di cameratismotra i militari in servizio ed in con-gedo proponendosi ed impegnan-dosi in attività di utilità sociale.L’inizio non è stato facile per le dif-ficoltà di natura organizzativa e lo-gistica ma subito ci si è messi al

lavoro individuando obiettivi dimaggiore sensibilità e fragilità sucui poter intervenire.Stiamo vivendo purtroppo un pe-riodo in cui i valori veri della vitacome amore, rispetto e altruismostanno scomparendo a favore del-l’invidia, dell’egoismo e opportu-nismo e mancanza di rispetto versoi propri simili, negatività queste chevengono trasmesse alle nuove gene-razioni che dovrebbero rappresen-tare la società di domani.Per fortuna, però, sono in crescitaassociazioni e gruppi di volontariche, anche senza ricompensa o ri-conoscimento, portano il loro mes-saggio ai giovani maggiormenteesposti a pericoli di ogni genere.È qui che l’Associazione Carabi-nieri di Scafati con brevi ma speditipassi entra nel tessuto sociale del

A.N.C. Scafati

Page 25: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

Paese. In particolare laddove ven-gono evidenziate carenze di infor-mazione ai giovani in età scolasticasu problemi legati all’uso o spacciodi sostanze stupefacenti, alcolismo,tabagismo e bullismo.

Quindi il maresciallo Martone An-gelo, collaborato dal socio beneme-rito Vincenzo Argenzio elabora unprogetto dal titolo “l’A.N.C. … in-forma” e dal 2009, con seminari in-formativi portano il loro messaggionelle scuole medie di via Martirid’Ungheria, dell’Istituto Com-prensivo Tommaso Anardi, del-l’Istituto Comprensivo CanonicoSamuele Falco di San Pietro di Sca-fati, ai bambini del 1° circolo e aquelli delle classi quinte dell’Isti-tuto Comprensivo TommasoAnardi. Seminari svolti anchenell’anno scolastico 2014/2015non solo nelle scuole della città diScafati ma anche agli studentidell’Istituto Superiore Statale Al-berghiero di Roccaraso (AQ).Recentemente è stato costituito ungruppo di “Benemerite” formatoda 7 signore per il perseguimentodi finalità assistenziali sociali e cul-turali. Il gruppo è già operativo coninterventi nei centri anziani e disa-bili del nostro territorio.

Questo è quanto l’AssociazioneCarabinieri di Scafati fa per il ri-spetto della legalità, ma tante altresono le iniziative cui si fa promo-trice o partecipa: è presente a tuttele cerimonie e/o manifestazioni di

una certa rilevanza indette dal co-mune o da enti privati di una certaserietà; ha istituito un premio daltitolo “l’A.N.C. premia la legalità”quest’anno riservato agli studentidelle classi seconde dell’IstitutoComprensivo Canonico SamueleFalco; organizza ogni anno una ce-rimonia in onore della Virgo Fide-lis protettrice dell’Arma deiCarabinieri per la commemora-zione delle vittime di Nassiyria trale quali il Brig. Giuseppe Coletta. Il nostro è un cammino molto tor-tuoso ma la voglia di migliorare lecondizioni sociali e di vita dellacittà fanno superare ogni prevedi-bile ostacolo. Con il motto “Carabinieri unavolta, Carabinieri per sempre”, cer-chiamo di trasmettere la nostraesperienza e soprattutto i nostri va-lori ai giovani, che sono la societàdi domani, nella speranza che nondebbano vergognarsi di noi.

25s

Page 26: Settemiglia - anno V, n°3

La fraternità “Maria salute degliinfermi” di Scafati è un movi-mento ecclesiale nato nel-

l'anno 2002 presso la Parrocchia diSan Francesco di Paola allorquandoMons. Aniello Marano decise di ac-cogliere la mia richiesta in qualità direferente del nascente gruppo e conl’assenso dell’allora vice parroco donMimmo Cirillo che proveniva dallastessa esperienza carismatica.Per due anni ci siamo riuniti nellacappellina dedicata a Maria nelle pa-lazzine di via Martiri d’Ungheria epoi successivamente nei locali dellaParrocchia di San Francesco di Paola.

Il gruppo, costituito da circa 27 fra-telli di cui 22 effusionati, è nato dauna costola di un gruppo della chiesadi San Vincenzo Ferreri a Castellam-mare di Stabia dove, con altri due fra-telli, ho vissuto una tale esperienza divita nuova nello spirito da cambiaretotalmente la mia vita, orientandoladecisamente verso Cristo. Il gruppo partecipa alle convocazioninazionali ed ancor più a quelle regio-nali nonché agli incontri diocesani. È presente con i suoi aderenti ai pel-legrinaggi della famiglia per le fami-glie tenutesi fino ad oggi. Ha attivato nel 2012 per i nuovi fra-26

di DOMENICO FONTANA

settemiglia

Rinnovamento nello Spirito SantoFraternità Maria salute degli infermi.

Page 27: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

telli che volevano intraprendere ilcammino in questa realtà carismatica,un Seminario di Vita Nuova nello Spi-rito ad intra, offrendo loro un’oppor-tunità di vivere un’autentica edapprofondita esperienza di fede e dispiritualità.Quest’anno, nel mese di Settembresarà attivato col supporto degli organidiocesani e regionali, un seminario diVita Nuova nello Spirito sia ad intrache ad extra, ovvero per tutti coloroche vorranno gustare quest’espe-rienza, che si articolerà in sette incon-tri di cui uno di presentazione cheverteranno sulle seguenti tematiche: fondamento della Fede, l’Amore diDio, il peccato, la salvezza, la Fede ela Conversione, Gesù Signore e Sal-vatore, la preghiera d’effusione, loSpirito Santo ed i Carismi.Quest’anno il gruppo sarà presentealla convocazione nazionale che siterrà nello stadio Olimpico di Romacon quindici fratelli.

La fraternità oltre ad animare la SantaMessa serale del Sabato o della Do-menica si riunisce per la preghiera ca-rismatica tutti i Mercoledì dalle ore19,45 alle ore 20,45 presso la Chiesanuova di San Francesco di Paola nelperiodo estivo e dalle ore 19,00 alleore 20,00 nel periodo invernale. Solitamente l’incontro si articola so-litamente tra preghiera spontanea dilode e di ringraziamento, ascoltodella Parola di Dio e sua risonanza,accompagnando ogni momento concanti, testimonianze, annunci edesortazioni, in un clima di gioia e difraternità pasquale. Ogni primo Mercoledì del mese,inoltre, si tiene la preghiera di adora-zione animata con canti sobri pressola Cappella dell’Adorazione di SanFrancesco di Paola alla stessa ora. Due volte al mese, poi, prevalente-mente il Venerdì gli appartenenti almovimento si incontrano per la for-mazione e la condivisione.

27

s

Page 28: Settemiglia - anno V, n°3

Noi Cavalieri e Dame delGlorioso Ordine del SantoSepolcro di Gerusalemme

oltre ad assolvere e rispettare le re-gole del nostro statuto, che ci vedecustodi attivi di quelle terre cositanto martoriate, siamo una vera epropria Comunità inserita nel con-testo di una Comunità parrocchiale.Ricordiamo che gli strumenti percoltivare la fede in comunione sonoquattro: la vita di preghiera, la vitasacramentale, la vita di servizio e lavita di comunità. La fede non è maiindividualista! Credere non può enon deve essere un atto isolato. Nes-suno, infatti, si è dato la fede da solo,così come nessuno si è dato l'esi-stenza da solo, per questo non si puòcredere da soli, così come non si puòvivere da soli. Il credente ha ricevuto la fede da altrie ad altri la deve trasmettere. In talmodo ogni credente è come unanello nella grande catena dei cre-denti. Io non posso credere senza es-sere sorretto dalla fede degli altri, e,con la mia fede, contribuisco a soste-nere la fede degli altri. “... Chi credenon è mai solo” (Benedetto XVI) e laComunità cristiana è come una ‘pa-lestra’ per vivere la fede, è il luogo per

esercitare la relazione, allenare la co-municazione, temprare gli incontrireciproci, stringere la comunionecon i fratelli e le sorelle, ma soprat-tutto con Cristo. Pregare insieme, servire insieme, liti-gare e perdonarsi insieme, festeggiaree celebrare insieme... sono i tanti mo-menti per stare con Cristo, real-mente presente in mezzo allaComunità. Essa è il luogo ove il Si-gnore si ferma ‘in mezzo’ ai suoi di-scepoli; infatti è Lui che aggrega,nutre, raduna e sostiene la nostraComunità di Cavalieri e Dame delSanto Sepolcro di Gerusalemme. Non esiste vita di fede seria senza vitadi Comunità che è non è solo incon-tro con Gesù, ma anche con i fratellie le sorelle dietro ai quali si nascondeil Volto di Dio! In una Comunità, ogni persona illu-mina l’altro con la luce della propriafede. In un certo senso, essere mem-bro di una Comunità è diventare ‘ve-trata’ per irradiare la fede sugli altri. La luce è una sola, ma le ‘vetrate’sono tante e diversamente colorate. Ciascuno filtra la luce attraverso ilproprio carattere in base il propriogenio, con la propria debolezza, perla gioia e lo stimolo di tutti! 28

settemiglia

Ordine Equestre del SantoSepolcro di GerusalemmeUna comunità nella Comunità.

di VINCENZO SANTONICOLA

Page 29: Settemiglia - anno V, n°3

settemiglia

Le ‘vetrate’ messe in-sieme formano un arco-baleno di colori viventi,radunati nell’unica ban-diera della fede per pro-clamare la pace! La Comunità - questa‘palestra della fede’ - permette di vi-vere esperienze uniche e offre occa-sioni d’incontri particolari conpersone significative o con ‘maestridi vita’ per provocare e stimolare lafede. Cosa sarebbe la vita di tantisenza l’Incontro unico e irrepetibilecon una persona di fede? Un incontro, però, che è stato resopossibile solo per l’esistenza dellaComunità! Sì, la Comunità cristianaè dono! Essere Comunità non signi-fica essere gruppo di amici di diver-timento e compagni di qualchetornaconto. È molto di più! Vuol dire camminare insieme versola stessa meta, essere ‘cordata’ di per-sone solidali indirizzate verso lastessa vetta. Esiste il primo della ‘cor-data’ che apre la strada, poi gli altri loseguono e se uno si smarrisce può ri-trovare la sua direzione con l’aiutodei compagni di viaggio. La nostra Comunità cristiana èluogo di accoglienza e di appoggio. Ciò non è poco quando l’isolamentoe la solitudine - oggi più che mai -minacciano i rapporti nella società enella famiglia! Ritrovarsi con per-sone amiche, indirizzate verso lostesso ideale, è un grande dono! Allora si sente la protezione e nonsolo ma anche solidarietà, calore eforza per fare fronte a un mondo cheha cancellato la fede, soppresso Dio

e che si oppone a sceltedi vita cristiana. Insieme si è sempre piùforti! “Meglio essere indue che solo; infatti, sevengono a cadere, l'unorialza l'altro. Guai in-

vece a chi è solo: se cade, non ha nes-suno che lo soccorre”. È veramente bello stare insieme, con-dividere intensamente momenti difraternità, di calore e di amore! Bisogna riconoscere però che è vera-mente laborioso fare Comunità: per-ché i caratteri, le incomprensioni, lechiusure, le invidie o gli egoismi,sono tutte ‘forze centrifughe’ chespesso rischiano di dividere e anchefar esplodere i rapporti di Comu-nità! Per fortuna di questa forza cen-trifuga esiste anche la ‘forzacentripeta’ che ricentra le relazionisull’Essenziale, superando i limiti e leoffese. Questa forza è Cristo! È Luia rasserenare è Lui che rafforza le re-lazioni danneggiate dall’orgoglio e ri-porta in ogni Comunità la pace. Dunque l’esperienza di Comunità odi gruppo va vissuta dentro la Chiesaè essenziale anche se è irta di diffi-coltà. Ricordiamo però che è condi-zione fondamentale per la buonasalute della propria fede. Questi siamo noi Cavalieri e Damedel Santo Sepolcro di Gerusalemme,che indossiamo il mantello con lecinque croci, ma non per ostenta-zione perché queste Croci le ab-biamo impresse a fuoco nel nostrocuore e che pur provenendo, ognunodi noi, da Comunità diverse, ci ren-dono una vera grande famiglia. 29s

Page 30: Settemiglia - anno V, n°3

Comunicazione e Cultura:teatrosanfrancesco

Concorso/Rassegna Teatro AmatorialeRassegna Teatro Indipendente

Mostra d’arte Dialoghi di LucePeriodico Settemiglia

Sito internet: www.parrocchia.infoFacebook

di REDAZIONE

30

settemiglia

Eccoci...Gruppi:Ministri straordinari dell’EucaristiaOratorio ragazziOratorio adultiLabOratorio teatraleGruppo Rinnovamento nello Spirito SantoGruppo di preghiera “Padre Pio da Pietrelcina”Ordine Equestre del Santo Sepolcro di GerusalemmeAGESCI - Scafati IMASCI - Scafati I e IIAssociazione “Il Bambinello”Associazione Nazionale CarabinieriCoro “Alba Plena” - direttore maestro F. Scarico

Page 31: Settemiglia - anno V, n°3

ON AZIONE COLLABORIN C

OL

TERIA PROTO

TERIA PRO

TERIA PRO

DIT.S

KIIRDITHERET.

OL

A (KENYU KIIRSE HOTHERE

TERIA PROTO

A (KENYSE HO

TERIA PRO

A)A (KENYA (KENYA)SPITSE HO

TERIA PRO

ALSPITSPITAL

UGLIO L15 AZIONE FINALETRSE

2015UGLIO AZIONE FINALE

2015AZIONE FINALE

FIAFIAT PT P

1°PREMIO

1°1°PREMIO

PREM

IO

PREMIO

PREMIO

el.:

081

863

19 9

6in

fo@

tram

eafr

ican

e.or

g.tr

amea

fric

ane.

org

c00 c21

FIAFIAT PT P, KM. ZERO (

PREM

IO

PREM

IO

PREMIO

PREMIO

el.:

081

863

19 9

6TTe

l.: 0

81 8

63 1

9 96

info

@tr

amea

fric

ane.

org

.tram

eafr

ican

e.or

gw

ww

TEL

AMEAFRIC

VIMAVIMATELAZIANO PER I PREMI:SI RINGR

AMEAFRICTRWWW.WWW.TRWWWTRWWW.TR:O SUTAATPUBBLICALE DEL REGRO INTETSIL TE

GGIO DEI PREMI IN PTEO AL SORTDIRITON UNA DONAZIONE DI 5,00 EC

AZIANO PER I PREMI:AZIANO PER I PREMI:

ORG/L TERIATOORG/L.ANEANEAMEAFRICAMEAFRIC

O È O È GOLAMENTALIO.

GOLAMENTALE DEL RE.

O È ALIO

O È GGIO DEI PREMI IN PGGIO DEI PREMI IN PALIO

VRURO SI AURO SI AVRON UNA DONAZIONE DI 5,00 E À

AL 4° AL 10° SONO ELENC

6° PREMIO

.

5° PREMIO4° PREMIO

PREMI DPREMI DPREMI DAL 4° AL 10° SONO ELENC

PREMI DÀ

AL 4° AL 10° SONO ELENC

A PER 2 PERSONE

PREMI D

GAAGDI PRTI ALLTSOGGIORNO 3 NO

APPLE IPHONE 5 C 8GB BLTE 16GB BLAAD MINI LAD MINI LTE 16GB BLAAPPLE IPAPPLE IPAD MINI L

AL 4° AL 10° SONO ELENCAL 1° AL 10° BIGLIETAL 1° AL 10° BIGLIETPREMI DPREMI DAL 1° AL 10° BIGLIET

AL 1° AL 10° BIGLIET

A PER 2 PERSONESO **** UARTEL CTEL CAR’ HOTI ALLTI ALL’ HO

UEAPPLE IPHONE 5 C 8GB BLCKTE 16GB BLATE 16GB BLACK

OTTTI SOTI SOTAATI SOAL 4° AL 10° SONO ELENCAL 4° AL 10° SONO ELENCAOTTAATTRSSTRO ETAL 1° AL 10° BIGLIET

OO

PREMIO

PREMIO

PREMIO

PREMIO

3°3°PREMIO

ALDIERI A

elcarusopr

onciliis.it) oridecolticvit.vitww.w(wONCILIISORI DE CTOLOLTVITIC

om) ca.tr.aquapeww.aquapew(wt & SPsorea RtrquapeA

agueelcarusoprtt.ho.ho(w ww.how(wSOUARTEL CHO

.it) outaldieriag.ww.w(wOUTALDIERI AG

el.it) el.it) tvima.vimaww.w(wTELVIMAVIMATEL

cz)

onciliis.it) ONCILIIS

om) At & SPt & SPA

cz) .ague

9/10° PREMIO9/10° PREMIO

8° PREMIO7° PREMIO

TIGLIE DI VINO “ONCILIISORI DE CTOLOLTDEI VITICTIGLIE DI VINO “TTZIONE DI 6 BOZIONE DI 6 BOONFEONFECC

A PER 2 PERSONE

AL PRODO

SO ALLA SPSO ALLA SPA PER 2 PERSONESCECAACAMERSE (BN), IIN CSE (BN), IIN CAMERDI TELE

’ AO ALLO ALL’ AAMENTTTAMENTTPERNOAMSUNG 40’’ H5000TV LED S

A PER 2 PERSONEGAAGDI PR

SONO DIFFERIRE DSONO DIFFERIRE DAL PRODOSGINI POLE IMMA

AME”ONCILIIS

AME”TRTRTIGLIE DI VINO “TIGLIE DI VINO “A PER 2 PERSONE

O ORIGINALE

A SUPERIOR EAMERT & SPSORA REAPETRQU’ A’ AQU

AMSUNG 40’’ H5000A PER 2 PERSONE

TTO ORIGINALETAL PRODOAL PRODOT

AD AIR 4G L

,

TE

AD AIR 4G L

AD AIR 4G LTE

APPLE

IPIPAD AIR 4G L

APPLE

AD AIR 4G L

AT & SPT & SPA

Page 32: Settemiglia - anno V, n°3