teoria della mediazione la mediazione linguistico-culturale … · 2020. 7. 30. · introduzione al...

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Teoria della mediazione La mediazione linguistico-culturale Teorie, ambiti, prospettive 2019-2020 Carla Bagna, [email protected] Sabrina Machetti, [email protected]

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  • Teoria della mediazione

    La mediazione linguistico-culturale Teorie, ambiti, prospettive

    2019-2020

    Carla Bagna, [email protected] Machetti, [email protected]

  • Il corso fornisce un quadro teorico di riferimento relativo alle problematiche della mediazione linguistico-culturale, con particolare attenzione alle teorie maturate entro le scienze del linguaggio in relazione alle dinamiche comunicative e al problema della comprensione linguistica.

    A tale quadro, il corso lega la riflessione sulla formazione del mediatore, l’approfondimento delle caratteristiche dei principali contesti della

    mediazione linguistica e culturale, distinguendo tra contesti tradizionali (amministrativo e lavorativo; scoalstico;

    sanitario) e contesti dei nuovi scenari globali (turistico; imprenditoriale;

    sportivo)

  • Introduzione al corso: l'assenza di una teoria della mediazione che si riflette negativamente sulle pratiche

    Per una teoria della mediazione: mediazione e comprensione; mediazione nel CEFR; mediazione, interpretariato, traduzione

    Dalla teoria alle pratiche: la normativa in materia e lo stato della mediazione (in Italia e in Europa); il profilo del mediatore linguistico-culturale

    La mediazione nei contesti di superdiversità: vecchi (scuola, vita pubblica/amministrativa; sanità) e nuovi ambiti (sport; imprese) a confronto

  • Council of Europe, Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment, Companion Volume with new descriptors, 2018, capitolo sulla mediazionehttps://rm.coe.int/cefr-companion-volume-with-new-descriptors-2018/1680787989

    S. Machetti, R. Siebetcheu, Che cos’è la mediazione linguistico-culturale, Il Mulino, Bologna, 2017.

    R. Otheguy, Garcìa O., W. Reid, Clarifying Translanguaging and DeconstructingNamed Languages: A Perspective from Linguistics, “Applied Linguistics Review”, 6, 3, 281-307, 2015.

    M. Vedovelli, Prima persona plurale futuro indicativo: noi saremo, EDUP, Roma, 2010.

  • Integrano il programma

    Istat, Vita e percorsi degli immigrati in Italia, 2018, pubblicato on line il 17.05.2019 da Istathttps://www.istat.it/it/archivio/230556 (capp. 9, 10, 11, 16).

    J. Blommaert, B. Rampton, Language and Superdiversity, “Diversities”, 13, 2, 2011 (reperibile online).

    S. Machetti, M. Barni, C. Bagna 2018, Language policies for migrants in Italy:Tension between democracy, decision-making and linguistic diversity, in M. Gazzola, T. Templin and B. A. Wickström (eds), Language Policy and Linguistic Justice: Economic, Philosophical and SociolinguisticApproaches, Springer: 477-498. ISBN: 978-3-319-75263-1

    M. Kohler, Teachers as mediators in the foreign language classroom, Bristol, 2015 (solo alcuni capitoli)J. Blommaert, B. Rampton, Language and Superdiversity, “Diversities”, 13, 2, 2011 (reperibile online).

    B. North, E. Picardo, Developing Illustrative Descriptors of Aspects of Mediation for the Common EuropeanFramework of Reference (CEFR), Council of Europe, Strasbourg, 2016. (reperibile online).

  • Per studenti non frequentanti (entrambi i curricoli)

    Council of Europe, Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment, Companion Volume with new descriptors, 2018, capitolo sulla mediazionehttps://rm.coe.int/cefr-companion-volume-with-new-descriptors-2018/1680787989S. Machetti, R. Siebetcheu, Che cos’è la mediazione linguistico-culturale, Il Mulino, Bologna, 2017.R. Otheguy, Garcìa O., W. Reid, Clarifying Translanguaging and Deconstructing Named Languages: A Perspective fron Linguistics, “Applied Linguistics Review”, 6, 3, 281-307, 2015.M. Vedovelli, Prima persona plurale futuro indicativo: noi saremo, EDUP, Roma, 2010.Integrano il programma i materiali che saranno forniti durante le lezioni e i seguenti testiJ. Blommaert, B. Rampton, Language and Superdiversity, “Diversities”, 13, 2, 2011 (reperibile online).B. North, E. Picardo, Developing Illustrative Descriptors of Aspects of Mediation for the Common European Framework of Reference (CEFR), Council of Europe, Strasbourg, 2016. (reperibile online).M. Stathopoulou, Cross-Language Mediation in Foreign Language Teaching and Testing, MultilingualMatters, Bristol, 2015 (solo alcuni capitoli) o in alternativa il seguente testoM. Kohler, Teachers as mediators in the foreign language classroom, Bristol, 2015 (solo alcuni capitoli)e un testo a scelta fra i seguentiE. Banfi, L. Gavioli, C. Guardiano, M. Vedovelli, Problemi e fenomeni della mediazione linguistica e culturale, Guerra, Perugia, 2006.A. Belpiede (a cura di), Mediazione culturale. Esperienze e percorsi formativi, UTET, Torino, 2002.L. Luatti (a cura di), Atlante della mediazione linguistico culturale, Franco Angeli, Milano, 2006.Istat, Vita e percorsi degli immigrati in Italia, 2018, pubblicato on line il 17.05.2019 da Istat https://www.istat.it/it/archivio/230556

  • Calendario svolto

    1° ottobre 8.152 ottobre 10.007 ottobre 14.308 ottobre 8.15 16 ottobre 10.00 21 ottobre 14.30

    26 novembre 8.1527 novembre 10.00 28 ore 9:30 (4 ore)

    2 dicembre 14.30 4-5 dicembre Convegno (4 ore)12 dicembre 14.30 16 dicembre 14.3017 dicembre Seminario (4 ore)18 dicembre ore 8:15: Lezione conclusiva

  • Esame

    Frequentanti e non: prova scritta, requisito per l’accesso alla prova orale.

  • Il ricevimento studenti: considerare questo momento come destinato a chiedere chiarimenti, proporre riflessioni ecc., non solo in vista della preparazione dell’esame, ma anche per quello!Il sito www.unistrasi.it: da consultare regolarmente, sia per avvisi inerenti il corso, sia per sapere cosa succede in università, dalle conferenze alle opportunità di lavoro, alle iniziative in città ecc.L’uso della posta elettronica: considerarla come prioritaria, assieme al ricevimento, per il contatto con il docente

  • Il ricevimento studenti:

    Machetti: verificare sul sito (III piano), stanza 313Bagna: verificare sul sito (III piano), stanza 313

    L’uso della posta elettronica:

    [email protected]@unistrasi.it

  • Che cos’è la mediazione linguistico-culturale?

    Qual è il significato dell’espressione “teoria della mediazione”?

    Chi è il mediatore linguistico-culturale?

  • Contatto, superdiversità, conflitto linguistico, LL, mediazione come abilità

    Legami tra mediazione e comprensione (De Mauro),

    Nella mediazione il ruolo delle lingue e culture in contatto quali motori della comunicazione / comprensione è centrale

  • De Mauro, GRADIT (2000):

    Mediazione s.f. (1677; dal lat. mediatiōne) 1. (CO) opera svolta da chi intercede fra due o più parti per facilitare il raggiungimento di un accordo; 2a. (CO) attività di mediatore tra due o più parti per la conclusione di un affare; 2b. (TS) comm.-> provvigione; 3. (TS) teol., intercessione di Gesù Cristo per la redenzione dell’umanità peccatrice; 4. filosof. procedimento logico nel quale si pongono in relazione due elementi di un discorso tramite un terzo; 5. (TS) neurol. meccanismo chimico che permette la trasmissione dell’impulso nervoso; DER. Immediazione, intermediazione; SIN. intercessione

  • La mediazione non è un’invenzione del XX/XXI sec. Già nel mondo classico la mediazione era praticata nelle transazioni commerciali, quando i mercanti avevano bisogno di negoziare nella vendita

    2. Nell’antica Grecia il mediatore (proxenitra – f.) era colui che combinava i matrimoni; il mediatore (proxenos – m.) era ed è ancora colui che si occupa di favorire gli accordi tra i Paesi

    3. Nella lingua latina troviamo diversi vocaboli per indicare questo concetto: internuncius, medium, intercessor, interpolator, conciliator, interlocutor,

    interpreter.

  • Più in generale, se in ambito occidentale la mediazione è stata sempre identificata

    come una pratica di facilitazione a livello politico e pubblico, nel mondo

    orientale, ma anche in alcune società sudamericane, la mediazione è pratica

    più legata al prestigio sociale, religioso di una persona, che, appunto in virtù di

    questa posizione, utilizza le sue competenze per agire al fine del

    raggiungimento di un accordo

  • Altre foto

  • Carla Bagna Andrea Scibetta

  • http://www.ted.com/talks/suzanne_talhouk_don_t_kill_your_language?utm_campaign=social&utm_medium=referral&utm_source=facebook.com&utm_content=talk&utm_term=humanities(I PRIMI 3 MINUTI)

    http://ec.europa.eu/dgs/translation/publications/studies/index_fr.htm

  • https://twitter.com/languagecrawler/status/698310247731998720

    https://www.futurelearn.com/courses/learn-italian

    video Hélot https://www.youtube.com/watch?v=gP5o0fk34jk

    https://www.ted.com/talks/maysoon_zayid_i_got_99_problems_palsy_is_just_one

  • La parola ai dizionari

    RIPRENDENDO

    De Mauro, GRADIT (2000):

    Mediazione s.f. (1677; dal lat. mediatiōne) 1. (CO) opera svolta dachi intercede fra due o più parti per facilitare il raggiungimento di unaccordo; 2a. (CO) attività di mediatore tra due o più parti per laconclusione di un affare; 2b. (TS) comm.-> provvigione; 3. (TS) teol.,intercessione di Gesù Cristo per la redenzione dell’umanità peccatrice;4. filosof. procedimento logico nel quale si pongono in relazione dueelementi di un discorso tramite un terzo; 5. (TS) neurol. meccanismochimico che permette la trasmissione dell’impulso nervoso; DER.Immediazione, intermediazione; SIN. intercessione

  • Che cosa ci insegna questa definizione?

    Attualmente

    1. La mediazione rimane una pratica del tutto ‘normale’ all‘internodella società, a partire dalla più piccola, la famiglia, in cui ciascunmembro svolge costantemente attività di mediazione.

    2. È pratica decisiva nelle società moderne, dove la produzione di beniè accompagnata dalla produzione di conoscenza. Beni e conoscenza,per diffondersi, richiedono di essere mediati

    3. La mediazione è decisiva nel diritto, nella diplomazia, nella politica,nei mass media, nella pubblicità ecc.

    4. (ma, come vedremo) È pratica anche individuale: ognuno èmediatore di se stesso!

  • Per una prima definizione

    E il mediatore?

    1. Un attore sociale (CEFR 2001) che, monitorando l’interazionecomunicativa, entra in gioco quando richiesto al fine di aiutare ilprocesso comunicativo e influenzarne i risultati

    2. Un facilitatore all‘interno di contesti/situazioni sociali in cui due opiù parti interagiscono; la sua funzione è appunto quella di facilitarel’interazione

    3. Un negoziatore di sensi e significati che interviene in situazioni incui la trasmissione di senso appare particolarmente problematica

  • Problemi aperti

    Quale il ruolo della LINGUA e della CULTURA nella mediazione enell’attività del mediatore?

    accessori?

    strumenti?

    basi senza le quali non c’è mediazione/mediatore?

  • Lingua e cultura / Lingue e culture

    LINGUA: sistema di formazione delle identità individuali e collettive;forma di vita

    Identità: il frutto, flessibile e dinamico, dell’interazione e dellanegoziazione fra individui e gruppi, realizzata da e attraverso lalingua

    CULTURA: insieme dei saperi, delle credenze, delle abitudini, degliatteggiamenti, dei valori ecc. proprio di un dato gruppo sociale

    quale il rapporto tra LINGUA e CULTURA?

  • Problemi aperti

    Quali i rapporti tra MEDIAZIONE, COMUNICAZIONE (LINGUISTICA ENON) e PROCESSI DELLA COMPRENSIONE?

    Se la mediazione è soprattutto questione di LINGUA e la lingua è unaforma di vita, mediare è una pratica che pone questioni di eticità?

    Se la mediazione è questione di LINGUA e CULTURA, quali scenari perla mediazione nelle nuove società globali?

    Se la mediazione è una pratica sociale che si lega strettamente aidiversi contesti di cui sono costituite le società, essa varia a secondadei contesti?

  • Perché ‘problemi aperti’?

    Non abbiamo una teoria, un quadro di riferimento teorico, per lamediazione, tanto meno per la mediazione linguistico-culturale.

  • In sintesi

    -La mediazione non è un’invenzione del XXI secolo, ma una pratica cheappare connaturata a qualsivoglia evento comunicativo,indipendentemente dal contesto dove esso ha luogo

    - Ciò ci obbliga ad intraprendere un cammino che

    spiega la naturalità ma contemporaneamente la problematicità di taleprocesso entro il farsi della comunicazione, sia essa verbale che nonverbale, come entro la pluralità delle lingue e il loro mutare (De Mauro2002; Vedovelli 2010);

    evidenzia come essa esalti le proprie funzioni in relazioni a situazioni dicontatto

  • In sintesi

    (restringendo l’attenzione alle sole lingue storico-naturali) ne chiariscela natura di abilità che partecipa e contribuisce allo sviluppo dellacompetenza linguistico-comunicativa di ciascun parlante, la cuifunzione non appare riducibile alla mera strumentalità (Barni, Machetti2005)

    tratteggia le caratteristiche e le dinamiche che la riguardano inrelazione a particolari contesti: scuola, sanità, turismo ecc.

  • La comprensione tra nativi e non nativi: quali problematiche di base

    3. Quali scenari per la mediazione entro contesti di contatto, che

    vedono continuamente agire i nativi con i non-nativi?

    2. Che cos’è il contatto?

    1. Quante e quali lingue sono parlate nel mondo? Quante e quali

    lingue sono parlate in Italia?

  • 1. Quante e quali lingue sono parlate nel mondo? Quante e quali lingue sono

    parlate in Italia?

    Fonti:

    www.ethnologue.com

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    T. De Mauro, Dizionario della lingua italiana, Paravia

    Tradurre: dal lat, traducere, nel senso di trasportare da una lingua all’altra1. volgere, rendere in una lingua diversa da quella originale un testo scritto od orale, o anche

    solo una frase o una parola

    2a. estens., colloq., esprimere con parole facilmente comprensibili un concetto, un pensiero

    che è risultato poco chiaro: tradurre in parole povere, traducimi un po' quel che ha detto

    l'ingegnere

    2b. esprimere, volgere in altro modo: tradurre in atto, in pratica un'idea, metterla in pratica |

    tradurre un'idea sulla tela, sul marmo, realizzarla in un'opera di pittura o di scultura |

    tradurre in cifre, in termini economici, quantificare concretamente gli aspetti economici

    relativi spec. a un'iniziativa, un progetto o sim.

    2c. fig., rendere, esprimere a parole un'emozione, uno stato d'animo: tradurre un sentimento

    3. OB trasportare | TS burocr. condurre, trasferire da un luogo a un altro, spec. un carcerato:

    l'imputato fu tradotto in carcere

    4. OB LE trasmettere, tramandare: le virtù patrie e la pietà congiunta | tradussero per lungo

    ordine d'anni (Foscolo)

    5. TS inform. convertire il formato in cui sono codificati dati, comandi, ecc. in un altro formato,

    senza modificare i dati o i comandi stessi

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    B. Osimo, Manuale del traduttore, Hoepli

    Per traduzione si intende la trasposizione di un testo in una lingua diversa da

    quella in cui il testo è stato inizialmente concepito e scritto

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    L’evolversi della traduzione nel tempo

    La traduzione come processo che punta all’adeguatezza, della quale possono

    distinguersi almeno 7 diverse forme (De Mauro 1994: 92 segg.)

    - A. denotativa

    - A. lessicale

    - A. espressiva

    - A. testuale

    - A. pragmatica

    - A. semiotica

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    Interpretare: dal lat, interpres, intermediario, incaricato di affari, negoziatore

    1a. AU comprendere e spiegare un testo, un discorso e sim. nel suo significato più

    recondito: interpretare una frase, un passo controverso; intendere e porre in

    evidenza i caratteri peculiari di un artista o della sua opera: interpretare un racconto

    in chiave psiacoanalitica, interpretare un quadro, un poeta difficile da interpretare |

    TS dir. comprendere una norma giuridica nel suo esatto intendimento al fine di

    poterla applicare

    1b. AU rendere intelligibile, tradurre in un linguaggio noto ciò che è espresso con simboli,

    con segni convenzionali, o comunque in forma normalmente non accessibile:

    interpretare un'iscrizione runica, un messaggio cifrato

    2a. AU spiegare un fatto, un evento e sim. attribuendogli un determinato significato:

    interpretare un fenomeno sociale, non so come interpretare il suo comportamento |

    trarre presagi da fenomeni naturali: gli aruspici interpretavano il volo degli uccelli

    2b. TS psic. spiegare mediante interpretazione: interpretare i sogni, un lapsus

    3. AU intuire e rendere palesi i sentimenti, i pensieri, le intenzioni di qcn. attuandoli o

    manifestandoli: interpretare la volontà di un amico, agendo così ho creduto di

    interpretare il tuo pensiero

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    Interpretare: dal lat, interpres, intermediario, incaricato di affari, negoziatore

    4a. AU rappresentare con esattezza in un'opera letteraria, cinematografica e sim.:

    Goldoni interpreta efficacemente la società del suo tempo, un film che interpreta

    molto bene la condizione femminile nelle campagne

    4b. AU rappresentare, sostenere una parte in un'opera teatrale, cinematografica e sim.:

    interpretare Medea, Tosca, un attore che interpreta magnificamente i personaggi

    shakespeariani; portare in scena: interpretare un monologo

    4c. AU eseguire una composizione musicale cercando di rendere lo stile e la volontà

    dell'autore: interpretare un brano d'opera

    5. TS mat. considerare o affrontare un concetto o un problema matematico ricorrendo a

    procedimenti propri di un altro ambito teorico considerato equivalente

    6. TS inform. nei vecchi calcolatori a scheda perforata, tradurre in caratteri alfanumerici le

    istruzioni contenute in una scheda

    7. BU tradurre

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    • Interprete:1a. s.m. e f. AD chi interpreta il significato di un discorso, un testo e sim. o, anche, chi

    chiarisce il senso di ciò che risulta oscuro o dubbio: interprete di una dottrina, di

    un'opera, interprete dei misteri dell'universo

    1b. s.m. e f. TS log., semiol. chi adopera il segno o si esprime con esso

    1c. s.m. e f. CO commentatore, critico: un attento interprete di Dante

    2a. s.m. e f. OB traduttore

    2b. s.m. e f. AD chi per professione o occasionalmente traduce e fa da intermediario in

    colloqui fra persone di lingua diversa: servirsi di un interprete, interprete

    parlamentare, scuola per interpreti, ho dovuto fare da interprete tra Carlo e la mia

    amica francese | nei processi civili o penali, chi è nominato per tradurre una

    deposizione in lingua straniera

    3. s.m. e f. AD chi rende manifesti i sentimenti o le volontà di un altro che non sia in grado

    di esprimerli direttamente: farsi interprete dei desideri della comunità

    4. s.m. e f. AD attore, cantante o musicista che interpreta una parte o un brano musicale:

    un grande interprete shakespeariano, rossiniano

    5. s.m. TS inform. nei calcolatori digitali, programma che traduce in linguaggio macchina

    istruzioni formulate in linguaggio simbolico

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    • Interpretariato

    Negli Interpreting Studies l’interprete viene tradizionalmente

    concepito come attività che non richiede la partecipazione

    attiva di chi la conduce all’interazione

    Attorno agli Ottanta l’interpretariato diviene pratica che va al di

    là dei confini della conferenza

    Viene posto in primo piano il ruolo fortemente interazionale

    dell’interprete

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    1. Alcuni dati sulle migrazioni - Caritas (2018) / I diritti e lo statusgiuridico dei rifugiati

    2. La normativa italiana

    3. Le sfide della mediazione nei centri di accoglienza (Toolkit, pp. 15-16)

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    1. Alcuni dati sulle migrazioni - Caritas (2018) / I diritti e lo statusgiuridico dei rifugiati

    (Toolkit, pp. 17-19)

    Rifugiato: una gamma di diritti che varia da Paese a Paese

    Richiedente asilo: una gamma di restrizioni che varia da Paese aPaese (essere confinato in un centro di accoglienza; non poterviaggiare fuori da un dato territorio; non essere autorizzato alavorare ecc.)

    Migrante: la normativa varia da Paese a Paese

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    2. La normativa italiana

    - Decreto Minniti (DL 13 aprile 2017):

    semplificazione e accelerazione delle procedure per la protezioneinternazionale; iscrizione all’anagrafe tra la popolazione residente deimigranti ospiti di CARA e SPRAR; possibilità per i richiedenti asilo disvolgere gratuitamente lavori di pubblica utilità; vengono istituiti centridi permanenza per i rimpatri

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    2. La normativa italiana sui richiedenti asilo

    - la primissima accoglienza è garantita nei luoghi maggiormente interessati daglisbarchi. Qui i migranti vengono accolti nei Centri di primo soccorso eaccoglienza (Cpsa), dove rimangono il tempo strettamente necessario perricevere le prime cure mediche e per venire foto-segnalati;- la prima accoglienza avviene nei Centri di accoglienza (Cda) o nei Centri diaccoglienza per i richiedenti asilo (Cara). Qui vengono completate le proceduredi identificazione, di verbalizzazione della domanda di protezioneinternazionale e di accertamento delle condizioni di salute;- la seconda accoglienza si realizza nell’ambito del Sistema di protezione perrichiedenti asilo e rifugiati (Sprar). L'accoglienza è riservata a persone prive dimezzi di sostentamento per sé e per la propria famiglia. L’accoglienza presso loSprar dura sino al sesto mese successivo al riconoscimento di una forma diprotezione internazionale o umanitaria. Parallelamente allo Sprar, possonoesistere anche i Centri straordinari di accoglienza (Csa); questi vengono attivatidai Prefetti nel caso non vi siano posti disponibili nei Cpsa o nello Sprar.

    I Cpsa, Cda, Cara e Csa sono governativi; lo Sprar è predisposto dagli Enti locali.

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    2. La normativa italiana

    Decreto Salvini:abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da 'permessispeciali', di 6 diverse tipologie: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute,violenza domestica, calamità nel paese d'origine, cure mediche, atti diparticolare valore civile; solo i titolari di protezione internazionale e i minori nonaccompagnati sono coinvolti nei progetti di integrazione ed inclusione socialeprevisti dal sistema Sprar; i richiedenti asilo trovano accoglienza solo nei Cara;ampliamento della possibilità di negare o revocare la protezione internazionaleper i reati di violenza sessuale, lesioni gravi rapina, violenza a pubblico ufficiale,mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga; sospensione delladomanda d'asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado;revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo;la durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa da 3 a seimesi per facilitare l'espulsione degli irregolari; completamento, adeguamento eristrutturazione dei centri già presenti sul territorio e costruzione di altri. Nelcaso di sovraffollamento dei Cpr i migranti in attesa di identificazione possonoessere trattenuti anche in strutture diverse e idonee nella disponibilitàdell'autorità di Pubblica Sicurezza; potenziamento delle attività di rimpatrio

  • La mediazione e la questione dei rifugiati

    3. Le sfide della mediazione nei centri di accoglienza (Toolkit, pp. 15-16)

  • Vedovelli (2010)

    la naturalità ma contemporaneamente la problematicità della mediazione ci sembrano connaturate alla vita delle lingue, alla loro pluralità, al loro riconoscimento

  • Vedovelli (2010)

    - Babele: un episodio sacralizzato che dà ragione della molteplicità delle lingue e dello spettro dell’incomprensione che da esso si origina

  • • Genesi 11,1-9 (CEI)

    1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2 Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». 5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

  • Vedovelli (2010)

    - Se comprendere è anche mediare, Babele è la negazione della stessa possibilità di mediare? È il disconoscimento dell’altro? È l’incapacità di riconoscere altre lingue?

  • Vedovelli (2010)

    - Pentecoste: un altro episodio sacralizzato che dà ragione della molteplicità delle lingue e del dono della ri-conquista del senso

  • • Atti 2:1-13

    [1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. [2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.[5]Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. [6]Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. [7]Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? [8]E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? [9]Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, [10]della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, [11]Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». [12]Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». [13]Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».

  • Vedovelli (2010)

    - La condizione italiana: tra Babele e la Pentecoste

    - Tale condizione è radice della nostra incapacità di mediare? È comune ad altri paesi? È disconoscimento delle lingue e delle culture degli altri?

    - Da Babele e dalla Pentecoste quale idea di “mediazione” emerge?

    - In cammino, da Babele alla Pentecoste: in cammino verso la mediazione?

  • Mediazione, traduzione, interpretariato

    Ampia sovrapposizione?

    Assenza di confini?

  • Mediazione, traduzione, interpretariato: i possibili scenari

    Se mediare è un’attività generalmente semiotica, naturale, un processo in tutto e per tutto assimilabile alla comprensione, alla negoziazione di significati e di sensi

    tradurre e fare interpretariato risultano attività - che non si danno senza la mediazione;- che richiedono delle buone competenze

    linguistiche ma che richiedono anche il continuo riferimento a ciò che sta fuori dalle lingue

  • Mediazione, traduzione, interpretariato: i possibili scenari

    Se mediare è un’abilità, che si accompagna alle 4 abilità linguistiche di base

    tradurre e fare interpretariato risultano attività che o

    - coincidono con la mediazione e con il suo carattere prettamente strumentale

    O

    - appaiono come forme, tipi particolari di mediazione, che risulta essere, in quanto abilità, più ampia

  • Chi è il mediatore? La normativa immigrazione

    In Italia: se ne parla per la prima volta all’interno della legge Turco-Napolitano (6 marzo 1998 n. 40)

    Art. 42:Lo Stato, le regioni, le province e i comuni … favoriscono

    la realizzazione di convenzioni con associazioni regolarmente iscritte nel registro di cui al comma 2 per l’impiego all’interno delle proprie strutture di stranieri, titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a 2 anni, in qualità di mediatori interculturali al fine di agevolare i rapporti tra le singole amministrazioni e gli stranieri appartenenti ai diversi gruppi etnici, nazionali, linguistici e religiosi.

  • Chi è il mediatore? La normativa immigrazione

    Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (D.Lgs. 25 luglio 1998 n. 286)

    Art. 38Art. 42

  • Chi è il mediatore? La normativa immigrazione

    D.P.R n. 394 del 31 agosto 1999

    Art. 45

  • Chi è il mediatore? La normativa in materia di professioni sociali

    Legge 8 novembre 2000

  • Chi è il mediatore?

    Una Babele terminologica

    Mediatore di madre lingua (CM n. 205 del 26.7.1990)Mediatore interculturale (legge 40/98)

    Mediatore culturale qualificato (legge 40/98; DL 286/98)Mediatore linguistico (DM 202/2000)

    Mediatore linguistico culturale (CM 24/06)Mediatore culturale (DDL 24.4.2007)

  • Chi è il mediatore?

    Una Babele terminologica

    Mediatore di madre lingua (CM n. 205 del 26.7.1990)Mediatore interculturale (legge 40/98)

    Mediatore culturale qualificato (legge 40/98; DL 286/98)Mediatore linguistico (DM 202/2000)

    Mediatore linguistico culturale (CM 24/06)Mediatore culturale (DDL 24.4.2007)

    I mediatori sono stranieri (sono italiani solo nel caso in cui debbano essere mediatori linguistici), il settore d’intervento è

    la scuolaChe cosa mediano?

    Sono o non sono qualificati?Devono essere madrelingua? Chi è il madrelingua?

  • Chi è il mediatore?

    Una Babele terminologica anche a livello regionale

    Mediatore interculturale (Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia

    Autonoma di Trento, Sardegna, Valle d’Aosta)Tecnico qualificato in Mediazione Culturale e Linguistica per

    Immigrati (Toscana)Mediatore linguistico culturale (Lombardia, Veneto)

    Mediatore culturale (Abruzzo, Campania, Friuli, Umbria)

    e anche

    Interprete socialeOperatore interculturale

    Mediatore sociale