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Un’avventura da vivere insieme Lo scautismo si presenta Piero Gavinelli

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Presentazione dello scautismo

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Un’avventurada vivere insieme

Lo scautismo si presenta

Piero Gavinelli

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Prima edizione: ottobre 2010Copyright © 2010 by Il corno di KudùBorgomanero (NO), Italy

E-mail: [email protected]

Stampato in proprio

E’ permessa la riproduzione citando la fonte

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UN IDEALE DI VITA

Lo scautismo si rivolge a ragazzi dai 7-8anni fino ai 20-21, artcolandosi in tre fascedi età (o “branche”): da 7-8 a 11 anni ibambini e le bambine vivono nel “branco”o nel “cerchio” come lupetti o coccinelle;dagli 11-12 ai 16 anni ragazzi e ragazzesono nel “reparto” come esploratori eguide; dai 16-17 ai 20-21 i giovani, uominie donne, sono nel “clan” come rovers escolte. La proposta scout pur identica per tutti iragazzi del mondo, può essere vissuta neidiversi contesti culturali e religiosi: i suoiprincipi ispiratori universali, sono sintetiz-zati nella Promessa, nella Legge scout enel Motto.

La Promessa, infatti, recita:“Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onoredi fare del mio meglio:- per compiere il mio dovere verso Dio everso il mio paese;- per aiutare gli altri in ogni circostanza;- per osservare la Legge scout”.

Con questa Promessa, pronunciata a circa12 anni il ragazzo non solo “entra a farparte della grande famiglia degli Scouts”,ma si impegna di fronte a Dio ed almondo, forte della fiducia che sente ripo-sta in lui e della libertà con cui aderisce aquesto ideale, per giocare un ruolo re-sponsabile nella vita. Il ragazzo mette ingioco il suo onore, sapendo che lungoquesta strada impegnativa l’importantenon sarà mai l’essere arrivato, quanto faredel proprio meglio.Un impegno senza termine, “se piace a

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Dio per sempre”, “una volta scout, semprescout”.

La Legge è un breve decalogo di atteg-giamenti interiori e di valori morali chedanno una direzione al ragazzo, propostiin chiave positiva per accentuarne la per-corribilità:“La Guida e lo Scout:1. pongono il loro onore nel meritare fidu-cia;2. sono leali;3. si rendono utili e aiutano gli altri;4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altraGuida e Scout;5. sono cortesi;6. amano e rispettano la natura;7. sanno obbedire;8. sorridono e cantano anche nelle diffi-coltà;9. sono laboriosi ed economi;10. sono puri di pensieri, parole e azioni”.

Il Motto, diverso a seconda dell’età, in unasola parola sintetizza il positivo atteggia-mento verso la vita e gli altri:“Eccomi” e “Del nostro meglio” per i lu-petti e le coccinelle;“Siate pronti” per gli esploratori e leguide;“Servire” per i rovers e le scolte.

Ottimismo e concretezzaLo scout guarda al lato positivo in ognicosa, scopre il buono che c’è in ciascuno;rifiuta tutto ciò che offende l’uomo e lorende schiavo, cominciando dalle cattiveabitudini, dalla pigrizia, dallo scetticismo,dall’indifferenza, fino a respingere la vio-lenza, la prepotenza ed ogni sorta di in-

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giustizia. Guarda alla vita come ad un“grande gioco”, con spirito di avventura,“butta il cuore oltre l’ostacolo”, dà un cal-cio all’”im”possibile; accetta anche l’insuc-cesso, non come sconfitta ma comestimolo a rialzarsi e ricominciare; ha il co-raggio della fatica, della costanza e dellafedeltà nelle piccole come nelle grandiscelte, consapevole che la coerenza aigrandi ideali si dimostra nelle piccole cosedi ogni giorno.

Amore per il creatoLo scout ama la vita, gode della bellezza,in particolare scopre la bellezza della na-tura, il grande libro che Dio ci ha dato per-ché, attraverso di essa, scopriamo la Suabellezza: rispetta la natura, ne segue iritmi, la osserva con stupore ed umiltà ecosì impara l’attesa, acquista il senso dellimite, lo spirito di sacrificio; prova timoreverso ciò che è più forte di lui, ma anchegode i silenzi della natura e si apre allacontemplazione. Sapendosi creatura sisente parte del mondo creato e di esso re-sponsabile; sente, perciò, l’urgenza diagire per la sua difesa e salvaguardia, edinizia avendo cura di se stesso, della pro-pria persona, del proprio corpo.

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Spirito di servizioLo scout non tende soltanto ad “esserebuono”, ma piuttosto ad essere attivo nelfare il bene; si guarda intorno con atten-zione e per rendersi utile cerca di appro-fondire le sue competenze, capacitàprogettuali ed abilità tecniche: ne potràscaturire non solo un forte senso del pro-prio dovere, ma anche una più maturaprofessionalità e la coscienza che il lavorova vissuto come servizio. La famosa“buona azione” è scuola di attenzione aglialtri; gratuità, generosità ed altruismo di-vengono gradatamente vero e propriospirito di servizio, capacità di donare e didonarsi.

Senso di responsabilitàLo scout ha il coraggio della lealtà, dellasincerità, dell’impegno, ed è pronto ad as-sumersi le proprie responsabilità comenel piccolo gruppo di amici, così nella vita.Nella piccola comunità gioca un ruolo at-tivo, in armonia con gli altri ed imparandoa lavorare insieme; quest’attitudine lo aiu-terà, poi, ad inserirsi con originalità nelcontesto sociale e politico in cui avrà oc-casione di vivere, ad operare disinteressa-tamente per il bene comune, apartecipare alla vita sociale come citta-dino attento, capace di collaborare conquanti sono animati da buona volontà,valorizzando ciò che unisce, senza intolle-ranze o integralismi.

Pace e fraternità internazionaleLa diversità delle idee e dei valori non saràun ostacolo o una barriera, ma sarà vissuta

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come occasione di dialogo, nella consapevolezza che la pluralità, ri-spettosa delle diverse individualità, costituisce reciproco arricchi-mento. Le prime esperienze di contatti con ragazzi di tutto ilmondo allargano l’orizzonte dello scout, che si sente così “cittadinodel mondo”; lo scout ha, quindi, rispetto degli altri ed in ogni uomovede un possibile amico a cui guardare con fiducia; ha fortissimol’istinto della pace e guarda al mondo intero in una visione di mon-dialità intesa come fraternità internazionale: sente come sue le pro-blematiche globali del rispetto dei diritti dell’uomo e dei popoli,del dialogo e del superamento dei conflitti, dello sviluppo e dellasolidarietà.

L’autoeducazioneL’intuizione del fondatore è qualcosa di assai semplice: osservare ilragazzo per coglierne i desideri e le attese profonde, far leva sullesue capacità e qualità ed offrirgli occasioni stimolanti in grado divalorizzarle. Educare non significa, quindi, inculcare valori, idee,comportamenti, ma favorire l’autoeducazione, aiutando il ragazzoa “tirare fuori” il positivo che ha in sé, in un contesto di esperienzevissute volentieri e liberamente, insieme ad altri amici suoi pari eguidato da un adulto educatore (il “capo”). Il compito del capo “èquello di far esprimere liberamente ciascun ragazzo scoprendo ciòche vi è dentro, e quindi di prendere ciò che c’è di buono e di svi-lupparlo”, sapendo che “anche nel peggiore carattere c’è il 5% dibuono. Il gioco consiste nel trovarlo e quindi svilupparlo fino all’80-90%”.

La fiducia, chiave di ogni relazione educativaIl capo che accompagna i ragazzi ha un ruolo decisivo: deve essereper loro non tanto un maestro quanto piuttosto un fratello mag-giore, deve sapersi fare “uomo-ragazzo”, capace cioè, di vivere in-sieme con loro le esperienze che propone. Nel servizio educativoil capo si gioca per intero testimoniando le scelte ed i valori che losostengono. Alla base del rapporto capo/ragazzo ci sarà, pertanto,la fiducia, da dare ai ragazzi prima ancora di poterla meritare daloro. Il gruppo scout diviene così un ambiente educativo gioioso estimolante, capace di formare il carattere e la personalità dei ra-gazzi inducendo in loro una seria autodisciplina, il senso del do-

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vere e della lealtà, la cura ed il rispetto della propria persona e deglialtri, l’amore per il creato e la vita all’aria aperta, uno stile di vita es-senziale e sobrio, l’amore per la libertà e la capacità di assumersi leproprie responsabilità nel mondo, la disponibilità a rendersi utilied aiutare gli altri, la generosità e la gratuità che si trasformano inspirito di servizio.

La proposta religiosa come via alla felicitàUna religiosità che porta a riconoscersi figli di Dio ed a voler utiliz-zare al meglio la vita ed i talenti che ci ha donato: B.-P. non ha vo-luto associare lo Scautismo ad una confessione religiosa per noncreare ostacoli all’universale fraternità, ma, da persona di fede ri-teneva la dimensione religiosa determinante per la felicità di ogniuomo (“Se vuoi veramente intraprendere la strada verso il suc-cesso, cioè verso la felicità, devi dare una base religiosa alla tuavita”) ed invitava tutti gli scouts del mondo a vivere con gioia e fe-deltà ciascuno la propria esperienza religiosa: “Gioca nella squadradi Dio”.

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COSA E’LO SCAUTISMO?

Ci sono oltre 38 milioni di bambini, ra-gazzi ed adulti, uomini e donne che in 216paesi e territori del mondo sono scouts eguide.Lo Scautismo e il Guidismo sono un mo-vimento mondiale- di giovani- per i giovani- educativo- che esprime un ideale di vita.Fin dalla loro fondazione lo Scautismo e ilGuidismo sono, nel loro complesso, unmovimento educativo non formale di gio-vani che si propone come obiettivo la for-mazione integrale della persona secondoi principi ed i valori definiti dal suo fonda-tore Lord Robert Baden-Powell, attualiz-zati oggi dall’Organizzazione Mondialedel Movimento Scout (WOSM/OMMS -World Organization of the Scout Move-ment) e dall’Associazione Mondiale delleGuide Esploratrici (WAGGGS/AMGE -World Association of Girl Guides and GirlScouts.Lo scautismo è quindi un movimento..... inmovimento ed è il più numeroso almondo e con la maggior diffusione terri-toriale.Attraverso la fantasia, il gioco, l’avventurala vita all’aria aperta, l’esperienza comuni-taria, la progressiva ricerca di senso dellavita e lo sviluppo della dimensione socialee spirituale, lo scautismo risponde alletante e autentiche domande dei giovanisulla vita e sul crescere in essa.Lord Robert Baden Powell, B.-P per tutti gli

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scouts, nasce il 22 febbraio del 1857 aLondra e nella concretezza del suo lin-guaggio e delle sue intuizioni pedagogi-che, aveva indicato in “quattro punti” ifondamenti del metodo scout: “forma-zione del carattere, abilità manuale, salutee forza fisica, servizio del prossimo”, qua-lità semplici, ma necessarie per formareun uomo libero ed un buon cittadino.Diffusosi velocemente in tutto il mondoimmediatamente dopo la sua fondazionenel 1907, durante la seconda guerra mon-diale lo scautismo è stato sciolto in moltipaesi europei dal nazismo e dal fascismo.In Italia, negli anni dal 1926 al 1943 (il pe-riodo chiamato della “Giungla silente”),centinaia di scout hanno continuato laloro attività in clandestinità. In questa di-mensione sono da ricordare in particolaredue gruppi: il “Lupercale” a Roma e le“Aquile randagie” a Milano.A sottolineare l’educazione all’impegnosociale, è significativo ricordare che moltidei leaders politici nei vari paesi delmondo sono stati educati nello scautismo. Il Parlamento Italiano per l’azione educa-tiva svolta a favore dei giovani in tutto ilmondo, ha assegnato congiuntamentealle due organizzazioni mondiali delloscautismo il Premio Parlamentare per l’In-fanzia, che è stato consegnato ai rappre-sentanti dei Comitati Mondiali inoccasione della Giornata Nazionale perl’Infanzia il 20 novembre 2005.

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LO SCAUTISMOCATTOLICO IN ITALIA

Nel 1916, ad opera di Mario di Carpe-gna, aristocratico appartenente alla“Guardia nobile” del Papa, fu fondatal’ASCI (Associazione Scautistica Cattolicaitaliana) con approvazione pontificia e lanomina di un Assistente Ecclesiastico.Fin dall’origine la formazione cristiana deiragazzi è stato uno dei punti centrali del-l’educazione scout, vissuta secondo lasensibilità del tempo: l’educazione deigiovani in quegli anni, infatti, non era pen-sabile al di fuori di una prospettiva e diuna impostazione di tipo cristiano.Questo punto di partenza, tuttavia, ri-marrà sempre ben chiaro nella tradizioneeducativa dello scautismo cattolico, costi-tuendo ancor oggi una delle sue peculia-rità più importanti: la consapevolezza cheogni itinerario educativo proposto ai ra-gazzi è inserito in una prospettiva antro-pologica che si ispira alla visione cristianadell’uomo e che costituisce nel contempoun’occasione di ulteriore crescita nellafede cattolica.L’Associazione agli inizi del novecentocontinuava a crescere velocemente,anche se in quei primi anni, non aveva vitamolto facile.Si arrivò così, durante il fascismo, ai de-creti di scioglimento delle associazionigiovanili che non accettavano di divenireopere di regime e così, nel quadro degliaccordi che si andavano configurando fraStato e Chiesa, non fu possibile salvare loScautismo.L’Asci fu sciolta, ma non morì del tutto.

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Molti gruppi continuarono in clandestinità fino alla seconda guerramondiale, durante la quale molti degli scout che operavano nellaclandestinità si adoperarono al fianco della Resistenza e per la sal-vezza di numerosi ebrei perseguitati.Nel 1944, mutata la situazione l’Asci rinacque come associazioneautonoma. Nello stesso anno a Roma era nato il primo nucleo del-l’AGI (Associazione Guide Italiane) ad opera di alcune giovani e diqualche assistente.Nel dopoguerra le due associazioni conobbero una fase di rapidacrescita, in un clima di leale collaborazione ed interazione con laChiesa; in entrambe si veniva strutturando la formazione dei capie lentamente ci si apriva ad una crescente collaborazione fra le duestesse associazioni, caratterizzate da una forte attenzione ai ra-gazzi, al linguaggio per dialogare con loro senza troppi formalismi:la ventata del ‘68, che provocò il crollo di molte aggregazioni nelmondo giovanile, fu assorbita dallo Scautismo cattolico in manieraquasi indolore, forse perché già abbastanza preparata ai cambia-menti in atto.Anche all’interno della Chiesa, durante la stagione di rinnovamentoculminata nel Concilio Vaticano II, lo Scautismo si è trovato al passocoi tempi, in un certo senso quasi in anticipo; i grandi temi del Con-cilio (l’immagine di Chiesa come “popolo di Dio“ ed il nuovo ruoloriconosciuto ai laici, l’attenzione al mondo ed ai problemi del-l’uomo, la forte centralità della Parola di Dio ed una nuova sensi-bilità liturgica, ed infine, anche il nuovo spirito missionario) sono,infatti, realtà tutte molto congeniali allo spirito ed all’esperienzadello Scautismo cattolico in Italia.Il clima culturale del dopoguerra, il nuovo ruolo della donna nellasocietà e nella Chiesa, lo stesso rinnovamento conciliare, hannocreato successivamente l’occasione favorevole per la nascita diun’unica associazione di guide e scouts cattolici nella quale potes-sero convivere, nel rispetto reciproco e secondo il principio dellacoeducazione, ragazzi e ragazze: era il 1974, nasceva l’AGESCI.

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CHI SIAMO

L’Associazione Guide E Scouts CattoliciItaliani (AGESCI), è un’Associazione edu-cativa secondo i principi e il metodo delloscautismo, aperta a ragazzi e ragazze tragli 8 e i 21 anni, senza preclusione alcuna.L’AGESCI collabora con le famiglie of-frendo ai ragazzi/e attività ed esperienzeche tendono ad una formazione globaledella persona, tenendo conto delle esi-genze alle varie età.Attraverso la FIS - Federazione Italianadello Scautismo - cui appartiene insiemeall’Associazione non confessionale CNGEI,l’AGESCI fa parte dell’OrganizzazioneMondiale del Movimento Scout (WOSM)per la parte maschile e dell’AssociazioneMondiale delle Guide (WAGGGS) per laparte femminile.L’AGESCI contava nel 1997 circa 195.000aderenti, organizzati in Gruppi e suddivisiin Branche secondo gli archi di età.L’AGESCI chiede ad ogni associato unaquota annua di censimento (Euro 28,50)con la quale contribuire all’organizzazionee che permette l’invio di una rivista men-sile e una copertura assicurativa per gli in-fortuni.

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In ogni Gruppo ci sono in genere questeUnità:BRANCO di Lupetti e Lupette e CERCHIOdi coccinelle (8/11 anni)REPARTO di Esploratori e Guide (misti omonosessuali) (11/16 anni)CLAN di Rovers e Scolte (16/21 anni)Il Gruppo è animato da una équipe diadulti responsabili delle varie Unità e dasacerdoti che collaborano come Assi-stenti: la Comunità Capi.Questa Comunità analizza le esigenze e iproblemi del territorio in cui opera ed ela-bora le linee educative che sottolineanogli obiettivi da raggiungere e le propostedi attività concrete da realizzare con i ra-gazzi/e.

LUPETTI e COCCINELLELa vita scout può cominciare a 8 anni.A questa età i bambini e le bambine pos-sono entrare in speciali Unità chiamateBRANCHI (per i lupetti) o CERCHI (per lecoccinelle), nelle quali rimarranno fino a12 anni.Nei Branchi i bambini e le bambine vivonola loro esperienza in un “ambiente fanta-stico” mutuato dal “Libro della Giungla”,mentre nei Cerchi viene vissuto l’am-biente “Bosco”.I Capi assumono a questo fine il nome dipersonaggi: per la Giungla Akela, Ba-gheera, Kaa, Baloo ecc., per il Bosco Ar-canda, Mi, ecc.“Il gioco - scriveva Baden-Powell - è la cosapiù importante nella vita di un bambino” edè quindi attraverso il gioco che ai Lupetti ealle Lupette si insegnano quelle “piccolecose che li renderanno capaci di compiereun giorno grandi cose per davvero”.

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I bambini sono organizzati in “sestiglie”.I motti dei Lupetti e delle Coccinelle ( “DELMIO MEGLIO” ed “ECCOMI”) sottolineanol’impegno a migliorare se stessi (ad esem-pio acquisendo capacità che vengonosottolineate dalla possibilità di fregiarsi diun distintivo di “specialità” sulla manicadel camiciotto), ad aiutare gli altri e nel-l’osservare le regole del Branco/Cerchio.

ESPLORATORI e GUIDEIntorno ai 12 anni i ragazzi e le ragazze di-ventano Esploratori e Guide, riuniti inunità di 25/35 persone chiamate REPARTI.L’attività degli E/G è inserita in uno spiritodi “Impresa permanente” dove ogni sforzoè orientato ad individuare, attraverso mo-menti comuni, spazi di autonomia affin-ché ciascuno possa trovare una suadimensione fo e fornire il proprio contri-buto.All’interno del Reparto, grande spaziohanno le “Squadriglie”, piccoli gruppi mo-nosessuati di 6/8 persone dotati di auto-nomia operativa. Lo scopo di questosistema è di dare una responsabilità realeal maggior numero possibile di ragazze eragazze.Ogni squadriglia è guidata da un ragazzoo ragazza (Capo sq) con maggior espe-rienza di vita scout.Caratteristica delle attività del reparto è lavita all’aria aperta e in uno spirito di av-ventura, che richiede al ragazzo l’acquisi-zione di tecniche, la concretezza e lacollaborazione reciproca.Il culmine delle attività dell’anno è il “Capoestivo” durante il quale i ragazzi, vivendoin tenda e lontani dalle comodità, speri-mentano la loro capacità di vivere in au-tonomia.

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ROVERS e SCOLTEUn gruppo di amici che continua il “grande gioco” dello scautismo.Le guide e gli esploratori che provengono dal Reparto formano il Noviziato,gruppo di coetanei che vive con i propri Capi un anno di graduale prepara-zione ad uno scautismo vissuto sempre più come impegno individuale diconoscenza e di apertura agli altri.Chi sceglie poi di continuare il cammino, dopo un anno circa firmerà la “Cartadi Clan” segno della sua personale adesione ai valori dello scautismo.I Rovers e le Scolte vivono lo scautismo come cammino personale di ricerca,di confronto, di scoperta, con l’appoggio della Comunità del CLAN.L’esperienza più concreta e continuativa per l’autoeducazione dei ragazzi edelle ragazze è il servizio, come occasione di incontro e di disponibilità.Il Clan vive nello “spirito della strada”, perché facendo strada si ha la possi-bilità reale - attraverso la fatica del camminare e del portare il proprio zainoe tenda - di capire e conoscere, ma anche di staccarsi dalle situazioni co-mode e dalle idee acquisite per rendersi conto che non si è mai del tutto ar-rivati.

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UN IMPEGNO PER I CAPI

Il Patto Associativo è la sintesi delle idee e delle esperienze via viamaturate nell’ASCI e nell’AGI ed è il punto di riferimento per ognisuccessivo arricchimento.I Capi e gli Assistenti Ecclesiastici si impegnano a rispettarlo acco-gliendone i contenuti come fondamento del loro servizio educa-tivo e come stimolo per la propria formazione personale.Il Patto Associativo è rivolto anche alle famiglie dei ragazzi e a tutticoloro che sono interessati ai problemi dell’educazione perché pos-sano comprendere quali siano le caratteristiche dell’Associazione.

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L’Associazione

L’Associazione è un movimento di giovaniin cui l’adulto, uomo e donna, impegnatonel servizio educativo offre i mezzi e le oc-casioni per una maturazione personale,insieme con la testimonianza delle sceltefatte liberamente e vissute con coerenza.Lo scopo dell’Associazione è quello dicontribuire alla crescita dei ragazzi se-condo il principio dell’autoeducazione,che è proprio dello Scautismo.Ci rivolgiamo ai giovani come a personecapaci di rispondere al richiamo di Dio, vi-vendo nella storia degli uomini il dinami-smo della creazione.Offriamo loro la possibilità di esprimere leproprie intuizioni originali e di crescerecosì nella libertà inventando nuove rispo-ste alla vita con l’inesauribile fantasia del-l’amore.La nostra azione educativa si realizza at-traverso esperienze di vita in comune,nella partecipazione ai grandi problemidella vita sociale. Intendiamo operare perla pace, che è rispetto e giustizia, dovun-que sia necessario. La nostra azione edu-cativa cerca di rendere liberi, nel pensaree nell’agire, non solo da quelle struttureche condizionano ed opprimono, maanche da ogni accettazione passiva diproposte e di ideologie, come pure daogni ostacolo che all’interno della per-sona ne impedisca la crescita.Per attuare questo programma profonda-mente umano, pensiamo che solo Cristoè la verità che ci fa pienamente liberi; que-sta fede è lo spirito che dà vita alle coseche facciamo.Dato che un’azione educativa non può es-

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sere condotta individualmente, la proposta educativa è localmenterealizzata dalle Comunità Capi, momento principale della dimen-sione associativa, perché luogo di formazione permanente per iCapi e di sintesi della è proposta educativa.Un progetto educativo, per essere valido, deve tener conto di tuttigli ambienti in cui vive la persona (e che spesso non ne favorisconola crescita): per questo riteniamo necessaria una collaborazione cri-tica e positiva con tutti coloro che sono responsabili dell’educa-zione e dei ragazzi.

La scelta scout

L’Associazione ha un suo metodo e valori educativi che si desu-mono dagli scritti di B.-P., dalle sue realizzazioni pedagogiche, dallaLegge e dalla Promessa scout. Il Metodo scout attribuisce importanza a tutte le componenti es-senziali della persona sforzandosi di aiutarla a svilupparle e a cre-scere in armonia.Esso si evolve ed arricchisce nel corso della storia associativa.

Tale metodo si caratterizza per:

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L’autoeducazioneIl ragazzo è protagonista, anche se non l’unico responsabile, dellapropria crescita, secondo la sua maturazione psicologica e la suaetà; il Capo fornisce mezzi e occasioni di scelte in un clima di reci-proca fiducia che evita ogni imposizione.

L’esperienza e l’interdipendenza fra pensiero e azioneLo Scautismo è un Metodo “attivo”: esso si realizza attraverso atti-vità concrete; il ragazzo è aiutato dal Capo a riflettere su tali espe-rienze per conoscere se stesso e la realtà così da poter giungeregradualmente a libere valutazioni critiche e a conseguenti scelteautonome.

La vita di gruppo e la dimensione comunitariaLa persona sviluppa le proprie possibilità vivendo con gli altri inun indispensabile rapporto di età e di generazioni: anche l’educa-tore si educa a sua volta a crescere nel gruppo. In questo modo èpossibile sperimentare una forma di vita fondata sul rispetto dellepersone, senza esclusioni ed emarginazioni, dove ciascuno è re-sponsabilizzato e impegnato ad una partecipazione creativa e in-dividuale e dove si evitano competitività negative.

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La coeducazionePer meglio favorire la realizzazione dellapersonalità riteniamo che i ragazzi e le ra-gazze debbano vivere esperienze educa-tive comuni, al di là di ogni ruoloartificiosamente costituito; la coeduca-zione non è quindi semplice stare in-sieme, ma il vivere una precisa propostaeducativa che tenga conto nelle situazioniconcrete delle realtà locali e personali.

La vita all’apertoIl contatto con la natura insegna il sensodell’essenziale e quello della semplicità,permettendo espressioni autentiche dellapersona e facendo cogliere i limiti con-creti e le necessità di aiuto e rispetto reci-proco tra noi e con tutto il creato. Capi eragazzi sperimentano il legame fra l’uomoe la natura come espressione di un unicodisegno di Dio Creatore.

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Il giocoEsso è un momento educativo in cui, at-traverso l’avventura, l’impegno e la sco-perta, il ragazzo sviluppa creativamentetutte le proprie doti, cogliendo meglio li-miti e capacità personali.E’ una costante e progressiva esperienzadella comune aspirazione alla gioia, di-spone all’entusiasmo, al senso del gra-tuito, all’apertura al nuovo, alla ripresafiduciosa dopo ogni insuccesso, all’accet-tazione e al completamente reciproco.

Il servizioIl valore educativo del servizio tende aportare l’uomo a realizzarsi nel “fare la fe-licità degli altri”.E’ impegno graduale, concreto, disinte-ressato e costante a mettere le proprie ca-pacità a disposizione degli altri.La conoscenza della realtà e delle sue con-traddizioni mostra come e dove operare,nello spirito di Cristo, per il bene comunedei fratelli.

La scelta cristianaI Capi dell’Associazione hanno scelto difare proprio il messaggio di salvezza an-nunciato da Cristo e ne danno testimo-nianza secondo la fede che è loroconcessa da Dio.Gesù Cristo è infatti la parola incarnata diDio e perciò stesso l’unica verità capace disalvare l’uomo.Questa salvezza, già manifestata nella re-surrezione di Cristo, ci dà la speranza-cer-tezza che ogni partecipazione alla

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sofferenza e alla morte di Cristo, nei suoi enostri fratelli, è garanzia di quella vita cheEgli ci è venuto a portare con pienezza.Siamo così uniti dall’amore di Dio con tutticoloro che hanno questa stessa speranzae ci sentiamo responsabili, nei limiti dellenostre capacità, di partecipare alla cre-scita di questo corpo che è la Chiesa, incomunione con coloro che Dio ha postocome pastori.Ci rendiamo conto delle difficoltà di par-tecipare alla vita di Chiese locali in cui an-cora poco si sente lo spirito comunitario eavvertiamo il disagio di una realtà socio-logica che talora ci presenta una cristia-nità intesa come “potenza del mondo”;per questo cerchiamo di essere, nella co-munità ecclesiale, esperienza di continuaconversione, ben sapendo che la nostrapartecipazione non è motivata dalla sod-disfazione umana, ma dalla fede.Per vivere questa esperienza di fede, chedeve sempre crescere e rinnovarsi nel-l’ascolto della Parola di Dio e nella pre-ghiera, ci riuniamo in comunità, chetrovano il loro momento privilegiato nellaliturgia eucaristica e che si sforzano di in-formare la loro vita a uno spirito di servi-zio, come espressione concreta dellacarità.La Comunità Capi e degli Assistenti Eccle-siastici propone dunque in modo esplicitoai ragazzi l’annuncio di Cristo: offre cosìuna occasione perché anche essi si sen-tano personalmente interpellati da Dio egli sappiano rispondere secondo co-scienza.

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La scelta politica

La scelta di azione politica non è un attoindividuale né una opzione facoltativa,ma un impegno che qualifica l’uomo, inquanto inserito in un contesto socialeche richiede la partecipazione di tuttialla gestione del bene comune.Un’azione educativa, proprio perchépresuppone e contiene una scelta poli-tica, non può essere neutrale ma ri-chiede il confronto tra la realtà e la lineaeducativa vissuta nelle Unità.Essa è tesa al superamento dell’indivi-dualismo (stimolato nella nostra culturada spinte alla competitività e da condi-zionamenti al libero crescere della per-sona) attraverso l’assunzione personalee comunitaria delle responsabilità chela realtà ci presenta.In questa prospettiva riteniamo fonda-mentale l’educazione alla libertà, se-condo esigenze di creatività, esperienzecritiche di servizio proprie della realtàgiovanile.L’educazione politica si realizza non soloattraverso la presa di coscienza di que-sti problemi, ma richiede un impegnoconcreto della comunità, rispettandol’età dei ragazzi e il livello di matura-zione del gruppo.La diversità di opinioni presenti nell’As-sociazione, arricchendo e approfon-dendo le nostre analisi, non devetuttavia impedirci di prendere posi-zione in quelle scelte politiche che rite-niamo irrinunciabili.Ci impegnamo pertanto:1) a qualificare la nostra scelta educa-tiva in senso alternativo a quei modelli

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di comportamento della società attualeche avviliscono e strumentalizzano la per-sona umana;2) a portare la nostra proposta educativaparticolarmente là dove esistono situa-zioni di emarginazione e sfruttamento; 3) a rifiutare decisamente, nel rispettodelle scelte democratiche e antifasciste,quelle forme di violenza palesi e occulteche hanno l’unico scopo di uccidere la li-bertà e di instaurare l’autoritarismo e il to-talitarismo a tutti i livelli.Si è dunque di fronte a realtà e scelte chechiamano in causa gli educatori in mododiretto. In questa prospettiva il Capo aiutai ragazzi a impegnarsi concretamente e adoperare scelte personali che siano auto-nome e libere.A livello individuale il Capo vive la realtàconcreta del suo oggi; si sente per questocoinvolto e attivamente responsabile inogni situazione umana, fatto irrinuncia-bile cui il Metodo abitua fin dalle primefasi dell’educazione scout.L’Associazione sa di essere una realtà nelmondo giovanile e pertanto di avere delleresponsabilità nel campo civile, dovecompie uno sforzo di analisi dei condizio-namenti di varia natura che incidono suiragazzi e degli ambienti in cui questi vi-vono e, qualora necessario, si esprime siacon giudizi pubblici che con azioni con-crete.In ciò collabora con tutti coloro che mo-strano di concordare sugli scopi da perse-guire e sui mezzi da usare relativamentealla situazione in esame.

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ACCANTONAMENTOPernottamento o campo in cui si dormein casa

ADDIACCIOPernottamento all’aperto senza tenda

A.E.Assistente Ecclesiatico, il “prete” degliscouts

AGIAssociazione Guide Italiane (1943 - 1974)

AGESCIAssociazione Guide e Scouts Cattolici Ita-liani (1974)

AKELAcome nel “Libro della Giungla” di Kipling,indica il Capo dei Branco di Lupetti

ALTA SQUADRIGLIA (A.Sq.)è formata dalle Guide e dagli Esploratoripiù grandi del Reparto, per svolgere atti-vità “più adulte”

AMBIENTAZIONESpunto per attività a tema e grandi giochi

VOCABOLARIETTO

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AMBIENTE FANTASTICOtraduzione pedagogica di un racconto sucui si intessono le attività dei Branco. Clas-sico esempio è la Giungla, basata sulleStorie di Mowgli

ASCIAssociazione Scouts Cattolici Italiani(1916-1974)

BALOOnel racconto di Kipling è il saggio orso gri-gio; nel Branco è l’Assistente Ecclesiastico

BIVACCOincontro notturno attorno al fuoco. E’usato anche come sinonimo di uscita conpernottamento

B.-P.Robert Baden-Powell Lord di Gilwell(22.2.1857 – 8.1.1941), cioè il nostro fon-datore

BRANCAindica un arco di età in cui si articola unafase della Progressione Personale del ra-gazzo

BRANCOUnità che accoglie bambini e bambine(Lupetti e Lupette) tra i 7 e gli 11 anni

BUONA AZIONE (BA)una inattesa sorpresa o piccolo serviziofatto a chi meno se lo aspetta

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CACCIAgiornata all’aperto vissuta dal Lupetto/a insieme a tutto il Branco

CAMPOmalgrado vi siano ancora genitori che pensano sia un premio perla promozione, è l’attività più importante dell’anno. E’ un periodoin cui si dorme in tenda, si cucina, ecc., immersi nella natura e pos-sibilmente in luoghi non affollati. Qualche volta il campo è “mo-bile” (Route) e prevede quindi spostamenti anche quotidiani

CANTIEREIncontro che serve per approfondire un tema o sviluppare parti-colari capacità in vista di un servizio

CAPO“E’ il fratello o la sorella maggiore, perché sa ed è seguito perché èamato”. Non è quindi solo un animatore o un coordinatore, ma uneducatore.

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CAPO SQUADRIGLIA (C.sq)si chiama cosi la Guida o l’Esploratore chenella Squadriglia ha un compito di guida,animazione, coordinamento e trapassodelle nozioni.Il Lupetto o Lupetta che è Capo Sestigliaha funzioni analoghe verso la Sestiglia,ma con responsabilità adeguate all’età

CARTA DI CLANè il documento scritto da Rovers e Scoltedel Clan per rendere esplicito il propriomodo di sentire e vivere le proposte delroverismo

CAPITOLOe’ un’attività di Clan che impegna la Co-munità anche per più riunioni e uscite edè finalizzata all’approfondimento di untema specifico e ad un conseguente im-pegno personale e comunitario relativa-mente agli argomenti trattati

CERCHIOè l’Unità che comprende le bambine e ibambini dagli 8 agli 11 anni e che utilizzal’Ambiente Fantastico del Bosco e il suosimbolismo.Nello scautismo il cerchio indica anche ilmodo più naturale di radunarsi perchénon vi sono posti privilegiati e tutti pos-sono guardarsi in faccia

CHALLENGEletteralmente in inglese significa sfida.E’ un incontro della Branca R/S per met-tere alla prova l’abilità e la preparazionetecnica dei ragazzi/e

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CICGConferenza Internazionale Cattolica delGuidismoCICSConferenza Internazionale Cattolica delloScautismo

CLANe’ una comunità composta da Scolte e Ro-vers che hanno scelto di vivere la propo-sta del roverismo/scoltismo,manifestando questa scelta con la firmadella Carta di Clan

CNGEICorpo Nazionale Giovani Esploratori edEsploratrici Italiani: è l’associazione scoutitaliana non confessionale con cui siamofederati nella FIS

COCCINELLALa bambina di 7-11 anni che fa parte di uncerchio

COEDUCAZIONEProposta di crescita comune secondo ilmetodo scout, rivolta a ragazze e ragazzi esecondo un progetto

COMUNITA’ CAPIambiente di progettazione educativa peril Gruppo e di formazione per i capi. La co-munità è composta da tutti i Capi delGruppo e dall’Assistente Ecclesiastico. Fa-miliarmente è detta Co.Ca. - da frequen-tare con moderazione perché dàproblemi di assuefazione …

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CONSIGLIO DELLA LEGGEmomento in cui tutto il Reparto si riunisce per verificare, alla lucedella Legge Scout, il risultato di un’impresa, il raggiungimento diuna tappa, ecc.

CONSIGLIO DELLA RUPEnella tradizione del lupettismo è il momento in cui il Branco si riu-nisce per verificare la propria vita alla luce della Legge del Branco

CUCCIOLOe’ il nome dato al Lupetto/a che non ha ancora pronunciato la Pro-messa

E/GEsploratori/Guide ESPLORATOREè il ragazzo dagli 11 ai 16 anni che fa parte di un Reparto. E’ la tra-duzione italiana di scout

FAMIGLIA FELICE (F.F.)e’ l’atmosfera in cui vive il Branco

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FAZZOLETTONEmodo affettuoso per indicare il foulardscout, che è l’insegna del Gruppo, chetiene ai propri colori quanto gli apparte-nenti ad un clan scozzese ... E’ utilissimoper mille attività, compreso togliere lepentole dal fuoco, scolare la pasta, giocarea scalpo, ecc.

FIAMMAè una bandierina triangolare, insegna delReparto, dei medesimi colori del fazzo-letto di Gruppo e riportante al centro il di-stintivo AGESCI

FISFederazione Italiana dello Scautismo: è ilnome con cui l’Associazione (con il CNGEI)è registrata presso le Associazioni Mon-diali dello Scautismo maschile e femmi-nile

FILONESuggerimenti di attività da tradurre inesperienze concrete nel quadro dell pro-gressione Personale (natura, formazionefisica, abilità manuale, ecc.)

F.S.E.Federazione dello Scautismo Europeo: Fe-derazione non riconosciuta dallo scauti-smo mondiale e della quale fa partel’Associazione Italiana Guide e Scoutsd’Europa Cattolici

GIGLIOsimbolo scelto da B.-P. e utilizzato a livellomondiale dal Movimento Scout

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GILWELL PARKmitica località nei pressi di Londra (Chin-gford), “casa madre” della FormazioneCapi internazionale. B.-P. , a sottolineare illegame con il luogo, scelse Gilwell per ilproprio titolo di Lord

GIUNGLAambiente fantastico del lupettismo

GRIDO DI SQUADRIGLIAdetto anche “URLO” e’ il motto scelto dallaSquadriglia per presentarsi al Reparto e alGruppo

GRUPPOinsieme di più Unità diBranche diverse gui-date da un’unicaComunità Capi eaccomunate datradizioni, atti-vità…, ecc.

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GUIDAè la ragazza tra gli 11 e i 16 anni che faparte di un Reparto

GUIDONEe’ l’insegna della Squadriglia formata daun triangolo di stoffa bianca su cui è raffi-gurato in rosso l’animale scelto come em-blema

HIKEuscita individuale o a coppie in uso nelleBranche E/G e R/S, quale occasione unicadi scoperta e d’avventura

IMPEGNOMomento solenne in cui il NovizioRover/Scolta sottoscrive la Carta di Clan

IMPRESAè il cardine dell’attività in branca E/G

JAMBOREETraduzione di una parola africana che si-gnifica incontro, è il raduno che ogni 4anni raccoglie una rappresentanza di tuttigli scouts e guide del mondo

L/CLupetti/Coccinelle

LEGGE SCOUTcontiene i valori proposti dallo scautismoa coloro che s’impegnano a viverli con laPromessa ed è simile in tutto il mondo.I Lupetti e le Coccinelle hanno una Leggeadatta alla loro età

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LUPETTO/LUPETTAe’ il bambino o la bambina che gioca conil Branco (età 7-11)

MAESTRO/A DEI NOVIZIe’ il/la capo del Noviziato R/S

MASCIMovimento Adulti Scout Cattolici Italiani

MOTTOè una definizione sintetica dello spiritoche si vive in una determinata Branca :

per i Lupetti/CoccinelleDEL NOSTRO MEGLIO/ECCOMI

per Esploratori e GuideSIATE PRONTI

per Rovers/ScolteSERVIRE

NOVIZA / NOVIZIAchi aspira a diventare Esploratore o Guida,e chi aspira a diventare Rover o Scolta

NOVIZIATOquella parte della Comunità R/S in cui siprova a verificare se si vuole prenderel’impegno di essere Scolta o Rover (firmadella Carta di Clan)

OMERALInastri di vario colore cuciti all’attaccaturadella spalla sinistra, indicano nella BrancaE/G l’appartenenza ad una sq

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PARTENZAmomento conclusivo della formazionescout che si manifesta con l’impegno dellaScolta o del Rover a voler giocare la pro-pria vita secondo i valori Scout ed in spi-rito di servizio

PATTO ASSOCIATIVOsintesi delle idee e delle esperienze asso-ciative che servono quale punto di riferi-mento ai Capi per il loro servizioeducativo e per le loro scelte

PISTAinsieme delle attività che formano il Pro-gramma del Branco

PREDEimpegni personali presi da un Lupetto, se-condo i quattro punti di B.-P., per miglio-rarsi sulla Pista e crescere

PROGRESSIONE PERSONALEsviluppo graduale e globale della persona

PROMESSAè l’atto solenne con cui si diviene membridell’Associazione e della fraternità mon-diale scout. Lupetti e coccinelle hannouna promessa adatta all’età

RAIDattività con esplorazione di un territorio

REPARTOunità per ragazzi/e dagli 11 anni ai 16

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R/SRovers/Scolte

ROVERviandante, uomo in cammino: è il giovaneche fa parte di un Clan e che vive la suaesperienza di crescita

ROVER-MOOTincontro internazionale periodico di Rover

ROVERISMOmetodo educativo dello scautismo in etàRover

ROUTEcampo estivo della Branca R/S, in generemobile, quasi sempre avventuroso e fati-coso vissuto di comunità

SALITApassaggio ad inizio anno da una Branca aquella superiore

SCAUTISMOil metodo educativo ideato da Baden-Po-well.

SCOLTAsentinella sugli spalti medioevali. Indicaanche è le ragazze tra i 17 e i 20 anni chefanno parte del Clan

SENTIEROe’ il tratto di cammino da compiere attra-verso le Tappe del Reparto

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SERVIZIOÈ l’impegno del Rover e della Scolta verso gli altri ed è la prospettidi vita dell’educazione scout

SESTIGLIApiccolo gruppo all’intemo del Branco, composto da alcuni bambinisotto la responsabilità del Capo sestiglia (bianchi, neri, fulvi, rossi,pezzati, grigi)

SPECIALITA’riconoscimento da parte del Consiglio della Legge di una partico-lare abilità sviluppata dal ragazzo

SQUADRIGLIApiccolo gruppo all’intemo del Reparto sotto la responsabilità delCapo Squadriglia, un ambiente di vita importantissimo e pieno diavventure (Aquile, Albatros, Pantere)

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STAFFpattuglia dei capi di una Unità

STRADAe’ uno stile di vita rover denso di spiritua-lità e spirito di comunità che può impron-tare la vita intera

TANAla sede del Branco

TAPPAindica il gradino che la Guida e l’Esplora-tore devono raggiungere e superare percompletare la propria formazione in Re-parto

TOTEMl’insegna del Branco: la sagoma in legnodi un lupo fissata ad un alpenstock

TRIFOGLIOsimbolo mondiale delle Associazioni diGuide

UNITA’È l’insieme dei ragazzi/e di una stessaBranca con i loro Capi

USCITAgiornata o fine settimana all’aperto in cuisi svolgono le attività tipiche delle Bran-che

VACANZE DI BRANCOÈ così chiamato il campo estivo dei Lu-petti/e, di norma in accantonamento

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VEGLIAbivacco serale “serio”, normalmente atema. Tipica è la “Veglia alle stelle”, in cuila riflessione si accompagna allo studiodel cielo di notte, l’ascolto della natura,ecc.

VEGLIA D’ARMIMomento personale di riflessione cheprecede gli impegni più solenni nelloscautismo, quali la Promessa e la Partenza

VV.LLVecchi Lupi, i Capi del Branco

WAGGGSSigla dell’Associazione Mondiale delleGuide

WOSMSigla dell’Associazione Mondiale degliScouts

WOOD BADGEi due “tizzoni” di legno appesi ad un lacciodi cuoio che si portano al collo sul foularddi Gilwell, simbolo mondiale dei Capi bre-vettati

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LA VITA DI B.-P.

Se si vuole comprendere lo scautismo ap-pieno, bisogna conoscere qualche cosadell’uomo che fondò il movimento scout,uno degli uomini più genuinamente do-tati di spirito giovanile che mai siano vis-suti: Lord Baden-Powell di Gilwell, CapoScout del mondo, affettuosamente cono-sciuto da tutti gli Scouts come “B.-P.”Robert Stephenson Smyth Baden-Powellnacque a Londra, in Inghilterra, il 22 feb-braio 1857, il giorno stesso nel quale gliamericani celebravano il 125° anniversa-rio della nascita di Giorgio Washington.Suo padre fu il reverendo H.G. Baden Po-well, professore ad Oxford.Sua madre era la figlia dell’Ammiraglio bri-tannico W.T. Smyth. il suo bisnonno, Jo-seph Brewer Smyth era ammiraglio inAmerica come colonizzatore del New Jer-sey, ma era successivamente tornato in In-ghilterra ed aveva fatto naufragio nelviaggio di ritorno a casa. Baden-Powell eracosì da un lato il discendente di un eccle-siastico e di un avventuroso colonizzatoredel Nuovo Mondo dall’altro.

INFANZIA DI B.-P.Suo padre morì quando Robert avevacirca tre anni di età, lasciando la mogliecon sette figli sotto i quattordici anni.Ci furono frequenti momenti difficili per lafamiglia numerosa, ma il reciproco amoredella madre per i suoi figli e dei figli per laloro madre glieli fece superare felice-mente.Robert visse una entusiasmante vita al-

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l’aperto con i suoi fratelli, effettuandohikes e campeggi in molte contrade d’In-ghilterra.Nel 1870 B.-P. entrò con una borsa di stu-dio a Charterhouse, un’antica scuola diLondra. Non fu uno studente eccezionale,ma certo uno dei più vivaci. Se accadevaqualche cosa nel cortile della scuola, sicu-ramente egli vi si trovava nel bel mezzo, eben presto si trovò ad avere una famacome portiere della squadra di calcio diCharterhouse.Le sue capacità di attore erano grande-mente apprezzate dai suoi compagni.Ogni volta che si faceva appello a lui, eracapace di metter su uno spettacolo chefaceva elettrizzare tutta la scuola.Aveva inoltre un’inclinazione per la mu-sica, e il suo dono per il disegno lo mise ingrado più tardi di illustrare da sé i suoilibri.

B.-P. IN INDIAA 19 anni prese la sua licenza a Charter-house e immediatamente colse l’occa-sione che gli si offriva di andare in Indiacome sottotenente, a raggiungere quelreggimento che aveva formato l’ala sini-stra dello schieramento della cavallerianella famosa «Carica della Brigata Leg-gera» nella guerra di Crimea.Oltre che prestare un servizio militare ec-cellente - era capitano a soli ventisei anni- conquistò il trofeo sportivo più ambitoin tutta l’India, quello per il Pig sticking ocaccia a cavallo del cinghiale, con unacorta lancia come sola arma. Vi rendereteconto di quanto sia pericoloso questosport quando saprete che il cinghiale sel-vatico viene spesso definito come «il solo

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animale che osi bere alla stessa pozzad’acqua insieme alla tigre».

COMBATTIMENTI IN AFRICANel 1887 troviamo B.-P. in Africa a prenderparte alle campagne contro gli Zulù e piùtardi, contro le fiere tribù degli Ashanti edei selvaggi guerrieri Matabele. Gli indi-geni lo temevano tanto che gli dettero ilnome di «Impeesa», il «lupo che non dormemai», per il suo coraggio, per la sua bra-vura di esploratore e per la sorprendenteabilità nel seguire le tracce.Gli avanzamenti di carriera per Baden-Po-well furono quasi automatici, tanto si sus-seguirono regolarmente, finchéimprovvisamente diventò famoso.Era l’anno 1899 e B.-P. era colonnello.Nuvole nere si addensavano sul Sud-Africa. Le relazioni tra la Gran Bretagna edil governo della Repubblica del Transvaalerano arrivate al punto di rottura. Fu datoordine a Baden-Powell di reclutare duebattaglioni di fucilieri a cavallo e di pren-dere stanza a Mafeking, una cittadina nelcuore dell’Africa del Sud. «Chi tiene Mafe-king, tiene le redini del Sud-Africa» era undetto corrente fra gli indigeni, che si di-mostrò verace.

L’ASSEDIO DI MAFEKINGScoppiò la guerra, e per 217 giorni - dal 13ottobre 1899 - B.-P. tenne Mafeking asse-diata contro un numero esorbitante di ne-mici, finché una colonna di soccorso siaprì, combattendo, la strada in suo aiutoarrivando il 18 maggio 1900.La Gran Bretagna aveva trattenuto il re-

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spiro per tutti quei lunghi mesi e quandofinalmente giunse la notizia «Mafeking èstata liberata», impazzì letteralmente digioia. Aprite il vostro dizionario inglese ecercate la parola «Mafeking» ed in corri-spondenza vi troverete due termini, creatiin quel giorno di pazzo entusiasmo, deri-vandoli dal nome di quella cittadina afri-cana: «maffick» e «maffication» nelsignificato di «celebrazione fanatica».B.-P., ora elevato al grado di Maggior Ge-nerale, si trovò ad essere eroe agli occhidei suoi concittadini.

NASCITA DELLO SCAUTISMOE fu da eroe di uomini e di ragazzi ch’egliritornò in Inghilterra dal Sud-Africa nel1901, per essere ricoperto da una pioggiadi onori e per scoprire, con sua grandemeraviglia, che la sua personale popola-rità ne aveva riversato altrettanta sul libroAids to Scouting ch’egli aveva scritto per isoldati. Era perfino usato come libro ditesto nelle scuole per ragazzi.B.-P. vide in ciò una grande occasione of-fertagli. Si rese conto che gli si apriva lapossibilità di aiutare i ragazzi del suopaese a divenire veri uomini. Se un libroper adulti sulle esercitazioni pratiche discautismo poteva affascinare i ragazzi ecostruire per loro un’ispirazione, quantomaggiormente avrebbe ottenuto quei ri-sultati un libro scritto proprio apposita-mente per i ragazzi!Si mise al lavoro adattando le sue espe-rienze dell’India, ed in Africa tra gli Zulù ele tribù selvagge. Scelse una speciale rac-colta di libri e si diede a leggere la materiadella formazione dei ragazzi in tutte leepoche, dagli Spartani, dagli antichi Bri-

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tanni, dai Pellerossa, fino ai nostri giorni.Lentamente ed attentamente B.-P. svi-luppò l’idea dello scautismo. Voleva essercerto che avrebbe funzionato, e così nel-l’estate del 1907 portò con sé un gruppodi venti ragazzi nell’isola di Brownsea,nella Manica, per il primo campo scoutche il mondo abbia mai visto. Il campo fuun gran successo.

«SCAUTISMO PER RAGAZZI»Dopo di che, nei primi mesi del 1908, feceuscire in sei parti quindicinali, illustrate dalui stesso, il suo “Scautismo per ragazzi”,senza pensare che avrebbe messo in mar-cia un movimento che doveva interessarela gioventù di tutto il mondo.Scautismo per ragazzi era appena ap-parso nelle vetrine delle librerie e dei gior-nalisti, che Pattuglie e Reparti scoutcominciarono a sorgere, non soltanto inInghilterra, ma in numerosi altri Paesi.

LA SECONDA VITA DI B.P.Il movimento crebbe e crebbe e, nel 1910,aveva ormai raggiunto tali proporzioniche B.-P. si rese conto che lo scautismo sa-rebbe stato il compito di tutta la sua vita.Ebbe l’esatta percezione e la fede di rico-noscere che avrebbe fatto di più per la suaPatria formando le generazioni nascenti inbuoni cittadini, che dedicandosi alla for-mazione di pochi uomini per futuri possi-bili conflitti.Pertanto dette le dimissioni dall’esercitonel quale aveva raggiunto il grado di Luo-gotenente Generale e s’imbracò per la sua«seconda vita», come egli chiamò la sua

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vita di servizio in favore di tutto il mondo,attraverso lo scautismo.Egli maturò la sua ricompensa nello svi-luppo del movimento scout e nell’amoree nel rispetto tributatigli dai ragazzi delmondo intero.

FRATERNITA’ MONDIALENel 1912 partì per un viaggio attorno almondo per incontrare gli scouts di moltiPaesi. Questo fu il primo esordio delloscautismo come fraternità mondiale. LaGrande Guerra venne ad interromperetale lavoro per qualche anno, ma, con lafine delle ostilità, fu ripreso e nel 1920Scouts di ogni parte del mondo si incon-trarono a Londra per la prima riunione in-ternazionale scout: fu il primo Jamboreemondiale.L’ultima sera di questo Jamboree, il 6 ago-sto, B.-P. fu acclamato Capo Scout delmondo dalla folla plaudente dei ragazzi.Il movimento scout cominciò il suo svi-luppo. Il giorno in cui compì il suo ventu-nesimo anniversario - divenendo così«maggiorenne» - aveva sorpassato i duemilioni di iscritti, essendo praticamentediffuso in ogni nazione civile della terra. Inquella occasione B.-P. fu onorato dal ReGiorgio V con il conferimento del titolo diLord; il suo nome divenne pertanto LordBaden-Powell of Gilwell.Eppure per ogni scout egli rimarrà: «B.-P.»,Capo Scout del Mondo.Il primo Jamboree mondiale fu seguito daaltri: nel 1924 in Danimarca, 1929 in In-ghilterra, 1933 in Ungheria, 1973 inOlanda. Ad ognuno di questi Jamborees,Baden-Powell fu la figura centrale, tumul-tuosamente acclamato dai «suoi» ragazzi

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ovunque andasse.Ma i Jamboree sono stati soltanto unaparte dello sforzo teso alla fraternità mon-diale scout B.-P. viaggiò in lungo e largonell’interesse dello scautismo, mantenneuna corrispondenza con capi scout in nu-merosi Paesi e cominciò a scrivere su que-stioni scout, illustrando i suoi articoli e libricon schizzi e disegni di sua mano.

GLI ULTIMI ANNIQuando in ultimo (aveva già raggiunto gliottant’anni) le forze cominciarono a ve-nirgli meno, B.-P. tornò alla sua amataAfrica con sua moglie, che era stata la col-laboratrice entusiasta in tutti i suoi sforzi eche era a capo del movimento mondialedelle guide, pure creato da Baden-Powell.Si stabilirono nel Kenia, in un angolinotranquillo, con la meravigliosa vista su mi-gliaia e migliaia di foreste con sfondo divette montane coperte di neve.Là B.-P. morì l’8 gennaio 1941, poco piùdi un mese prima del suo ottantaquattre-simo compleanno.

Testo di William Hillcourt

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Il suo ultimo messaggio

Cari scout,se avete visto la commedia Peter Pan vi ricorderete che il capodei pirati ripeteva ad ogni ultima occasione il suo ultimo di-scorso per paura di non avere il tempo di farlo quando fossegiunto per lui il momento di morire davvero.Succede pressappoco lo stesso anche a me e per quanto non siaancora in punto di morte, quel momento verrà, un giorno o l’al-tro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci sepa-riamo per sempre.

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Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: medita-tele.Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno divoi abbia una vita altrettanto felice.Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meravi-glioso per essere felici e godere la vita.La felicità non dipende dalle ricchezze, ne’ dal successo nella car-riera, ne’ dal cedere alle nostre voglie.Un passo verso la felicità lo farete conquistando salute e robu-stezza finché siete ragazzi, per poter “essere utili” e godere la vitapienamente, una volta fatti uomini.Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e mera-vigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità.Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il pro-fitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al latobrutto.Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicitàagli altri.Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quantonon l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire,potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vo-stro tempo, ma di avere “fatto del vostro meglio”.Siate preparati” così, a vivere felici e a morire felici: mantenete lavostra promessa di esploratori, anche quando non sarete più ra-gazzi e Dio vi aiuti in questo.

Il vostro amico

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