27 novembre 2011 nostro tempo

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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P. Domenica 27 novembre 2011 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 42 • euro 1,20 Il Punto L a nuova evangelizzazione avviene in un mondo che cambia. Nei nostri giorni dobbiamo parlare di Dio in un contesto spesso indifferente e talvolta ostile. Si è aperto con questa constatazione a Roma il semi- nario sull’Europa e la Nuova Evangelizzazione promosso dal Consiglio delle Conferenza episcopali d’Europa per fare me- moria dei “quarant’anni di attività a servizio della comunio- ne tra i vescovi in Europa”. Ad esprimerla è stato il cardinale segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, che ha chiesto di non perdere la “fiducia in Dio e nella sua Parola” e di vivere l’evangelizzazione in Europa con un “sano realismo che chiede di riconoscere gli ostacoli, di cercare di smontare i pregiudizi, di preparare quanto meglio possibile il terreno prima di getta- re il seme del Vangelo”. Nel suo intervento, il segretario di Stato ha fatto un esplici- to riferimento alla crisi economica che – ha detto – “pone in evidenza l’insostenibilità di un mercato totalmente autorefe- renziale e, mentre solleva nuove questioni circa la responsabi- lità e l’etica dei processi finanziari, ripresenta con stringente attualità una domanda fondamentale di senso circa il destino, la dignità e la vocazione spirituale della persona umana. La Chiesa intende cogliere positivamente questa sfida, offrendo alla società intera nuove vie di incontro e di dialogo a partire dal Vangelo. Pertanto, la nuova evangelizzazione non è solo un ‘correre ai ripari’, ma una ‘nuova primavera’; un mezzo per valorizzare i nuovi germogli che spuntano in un bosco antico”. “Nell’Europa di oggi – ha aggiunto il segretario di Stato - è sempre più difficile distinguere tra verità, errori e menzogne. Un certo pluralismo non vuole permettere che si distingua tra il bene e il male. Accanto ad una sana laicità è presente un laicismo intollerante. Il principio della non discriminazione spesso viene abusato come arma nel conflitto dei diritti per costruire una dittatura del relativismo che tende ad escludere Dio, la dimensione comunitaria e pubblica della fede o la pre- senza di simboli religiosi”. Bertone ha parlato di un contesto culturale europeo spesso “in aperto conflitto con i valori cristiani tradizionali: contro il matrimonio tra un uomo e una donna, contro la difesa del- la vita dal concepimento alla morte naturale”. Stiamo quindi assistendo, a parere del cardinale, ad una vera e propria “evo- luzione critica e a volte anche drammatica, dell’esperienza re- ligiosa”. Ma se da un lato si registra una sorta di “erosione culturale e sociale dei valori tradizioni”, dall’altra “siamo stati anche testimoni di una inedita ricerca personale, a tratti di- sorientata, della presenza di Dio, specialmente tra i giovani”. Giù le mani dall’uomo GIORNALE LOCALE Inizia il cammino che conduce al Natale, tempo per riscoprire il progetto educativo di Dio nella storia e la sua realizzazione in Cristo L’Avvento, per la vita buona del Vangelo E ’ introdotto da una frase del profeta Isaia “Tu, Signore, sei nostro padre” (Is 63,16) il sussidio per l’Avven- to-Natale 2011-2012 messo a disposizione solo on line (www.chiesacattolica.it) dagli Uffici pastorali della Segre- teria Generale della Confe- renza episcopale italiana delle diocesi e delle parrocchie, ma anche dei gruppi e dei movi- menti laicali per il cammino che inizia domenica 27 no- vembre e giunge al Natale. Il filo conduttore del sussidio fa riferimento all’opera di edu- cazione di Dio verso il suo popolo attraverso l’attesa pa- ziente del Regno e la rinascita nel Verbo Incarnato. L’Avven- to e il Natale, dunque, come tempo di grazia per riscoprire il progetto educativo di Dio nella storia e la sua realizza- zione in Cristo. L’Avvento, infatti, rimanda principalmente alla venuta escatologica di Cristo, e allo stato permanente di vigilanza a cui il discepolo è chiamato. Ma l’avvento definitivo del Regno di Dio si realizza at- traverso le costanti già attuate nella storia della Salvezza: la prefigurazione profetica, e il compimento in Cristo. Il tem- po del Natale ci ricorda che il Verbo si è già fatto carne, la svolta decisiva della storia si è già realizzata, e ci è stato dato il “potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12)”. In questo pe- riodo, la liturgia invita a cele- brare incessantemente questo mistero, a lasciarsi formare Capitalismo e socialismo Il 2 dicembre al Forum Monzani un incontro su Giuseppe Toniolo A PAGINA 3 Iniziative InformACI Sabato 3 dicembre in Duomo la veglia di adesione PAGINA 17 Alzati, ti chiama “Nel nome del Signore, entrate” Persone A Nonantola il 3 dicembre il ricordo di don Beccari e Moreali PAGINA 5 da esso perché ogni credente possa essere a sua volta tra- sformato e divenire creatura nuova in Cristo, accogliendo la paternità liberante di Dio. “La scelta di dedicare un’at- tenzione specifica al cam- po educativo, richiesta dagli Orientamenti Pastorali per il decennio 2010-2020 (Educa- re alla vita buona del vangelo) – spiega il segretario genera- le della Cei mons. Mariano Crociata nel presentare il sus- sidio - si configura qui come riscoperta della paternità di Dio e della figliolanza in Cri- sto, Verbo Incarnato, termine della storia. Dio è Padre non perché si sostituisce alla crea- tura umana, non perché la tie- ne in stato di dipendenza, ma perché promuove la sua cre- scita e il pieno compimento del suo essere. Il credente, che prende forma dalla promessa di Dio, è dunque capace di attesa, di pazienza, di perseve- ranza, ha fiducia nella possi- bilità di ritrovare la strada, di donare speranza, di rinascere anche là dove sembra impos- sibile. La celebrazione della nascita di Cristo è garanzia di questa possibilità: il Salvatore si fa uomo per recuperare tut- to ciò che sembra perduto; si fa bambino perché anche i più piccoli e i più deboli possano essere coinvolti nella crescita verso la piena realizzazione della loro dignità di figli di Dio. La riscoperta del progetto di Dio, a cui la Liturgia ci chia- ma nell’Avvento e nel Natale dispiega la sua forza educativa innanzitutto verso i credenti adulti, chiamati a riscoprire la loro rinascita in Cristo; essi saranno poi autentici forma- tori anche nei confronti dei giovani e dei bambini. Per questi ultimi, scoprire di es- sere parte di un progetto più grande, che conduce alla pie- na manifestazione di Cristo, è fonte di fiducia e incoraggia- mento nel loro cammino di formazione”. Il sussidio, scandito sulle quattro domeniche d’Avvento e sulle festività del tempo di Natale, fino al Battesimo di Gesù, l’8 gennaio e modulato sugli ambiti “lavoro e festa”, “cittadinanza”, “tradizione”, “vita affettiva” e “fragilità”, è offerto in modalità informa- tica e liberamente accessibi- le attraverso la rete Internet. “Una forma –conclude il se- gretario generale della Cei - che ha una valenza educativa per offrire uno strumento di lavoro a cui attingere a dif- ferenti livelli, con libertà e flessibilità”. E’ in questo cam- mino di avvicinamento al Na- tale che s’inseriscono dunque anche le iniziative diocesane proposte quest’anno per l’Av- vento. A PAGINA 2

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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P.

Domenica 27 novembre 2011 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 42 • euro 1,20

Il Punto

La nuova evangelizzazione avviene in un mondo che cambia. Nei nostri giorni dobbiamo parlare di Dio in un contesto spesso indifferente e talvolta ostile. Si è aperto con questa constatazione a Roma il semi-

nario sull’Europa e la Nuova Evangelizzazione promosso dal Consiglio delle Conferenza episcopali d’Europa per fare me-moria dei “quarant’anni di attività a servizio della comunio-ne tra i vescovi in Europa”. Ad esprimerla è stato il cardinale segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, che ha chiesto di non perdere la “fiducia in Dio e nella sua Parola” e di vivere l’evangelizzazione in Europa con un “sano realismo che chiede di riconoscere gli ostacoli, di cercare di smontare i pregiudizi, di preparare quanto meglio possibile il terreno prima di getta-re il seme del Vangelo”. Nel suo intervento, il segretario di Stato ha fatto un esplici-to riferimento alla crisi economica che – ha detto – “pone in evidenza l’insostenibilità di un mercato totalmente autorefe-renziale e, mentre solleva nuove questioni circa la responsabi-lità e l’etica dei processi finanziari, ripresenta con stringente attualità una domanda fondamentale di senso circa il destino, la dignità e la vocazione spirituale della persona umana. La Chiesa intende cogliere positivamente questa sfida, offrendo alla società intera nuove vie di incontro e di dialogo a partire dal Vangelo. Pertanto, la nuova evangelizzazione non è solo un ‘correre ai ripari’, ma una ‘nuova primavera’; un mezzo per valorizzare i nuovi germogli che spuntano in un bosco antico”.“Nell’Europa di oggi – ha aggiunto il segretario di Stato - è sempre più difficile distinguere tra verità, errori e menzogne. Un certo pluralismo non vuole permettere che si distingua tra il bene e il male. Accanto ad una sana laicità è presente un laicismo intollerante. Il principio della non discriminazione spesso viene abusato come arma nel conflitto dei diritti per costruire una dittatura del relativismo che tende ad escludere Dio, la dimensione comunitaria e pubblica della fede o la pre-senza di simboli religiosi”.Bertone ha parlato di un contesto culturale europeo spesso “in aperto conflitto con i valori cristiani tradizionali: contro il matrimonio tra un uomo e una donna, contro la difesa del-la vita dal concepimento alla morte naturale”. Stiamo quindi assistendo, a parere del cardinale, ad una vera e propria “evo-luzione critica e a volte anche drammatica, dell’esperienza re-ligiosa”. Ma se da un lato si registra una sorta di “erosione culturale e sociale dei valori tradizioni”, dall’altra “siamo stati anche testimoni di una inedita ricerca personale, a tratti di-sorientata, della presenza di Dio, specialmente tra i giovani”.

Giù le manidall’uomo

GIOR

NALE

LOCA

LE

Inizia il cammino che conduce al Natale, tempo per riscoprire il progetto educativo di Dio nella storia e la sua realizzazione in Cristo

L’Avvento, per la vita buona del Vangelo

E ’ introdotto da una frase del profeta Isaia “Tu, Signore, sei nostro padre” (Is

63,16) il sussidio per l’Avven-to-Natale 2011-2012 messo a disposizione solo on line (www.chiesacattolica.it) dagli Uffici pastorali della Segre-teria Generale della Confe-renza episcopale italiana delle diocesi e delle parrocchie, ma anche dei gruppi e dei movi-menti laicali per il cammino che inizia domenica 27 no-vembre e giunge al Natale. Il filo conduttore del sussidio fa riferimento all’opera di edu-cazione di Dio verso il suo popolo attraverso l’attesa pa-ziente del Regno e la rinascita nel Verbo Incarnato. L’Avven-to e il Natale, dunque, come tempo di grazia per riscoprire il progetto educativo di Dio nella storia e la sua realizza-zione in Cristo.L’Avvento, infatti, rimanda principalmente alla venuta escatologica di Cristo, e allo stato permanente di vigilanza a cui il discepolo è chiamato. Ma l’avvento definitivo del Regno di Dio si realizza at-traverso le costanti già attuate nella storia della Salvezza: la prefigurazione profetica, e il compimento in Cristo. Il tem-po del Natale ci ricorda che il Verbo si è già fatto carne, la svolta decisiva della storia si è già realizzata, e ci è stato dato il “potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12)”. In questo pe-riodo, la liturgia invita a cele-brare incessantemente questo mistero, a lasciarsi formare

Capitalismoe socialismoIl 2 dicembre al Forum Monzaniun incontro su Giuseppe Toniolo A PAGINA 3

Iniziative InformACI

Sabato 3 dicembre inDuomo la veglia di adesione PAGINA 17

Alzati,ti chiama

“Nel nome del Signore, entrate”

Persone

A Nonantola il 3 dicembre il ricordo di don Beccari e Moreali PAGINA 5

da esso perché ogni credente possa essere a sua volta tra-sformato e divenire creatura nuova in Cristo, accogliendo la paternità liberante di Dio.“La scelta di dedicare un’at-tenzione specifica al cam-po educativo, richiesta dagli Orientamenti Pastorali per il decennio 2010-2020 (Educa-re alla vita buona del vangelo) – spiega il segretario genera-le della Cei mons. Mariano Crociata nel presentare il sus-sidio - si configura qui come riscoperta della paternità di Dio e della figliolanza in Cri-sto, Verbo Incarnato, termine della storia. Dio è Padre non perché si sostituisce alla crea-tura umana, non perché la tie-ne in stato di dipendenza, ma perché promuove la sua cre-scita e il pieno compimento del suo essere. Il credente, che prende forma dalla promessa di Dio, è dunque capace di attesa, di pazienza, di perseve-

ranza, ha fiducia nella possi-bilità di ritrovare la strada, di donare speranza, di rinascere anche là dove sembra impos-sibile. La celebrazione della nascita di Cristo è garanzia di questa possibilità: il Salvatore si fa uomo per recuperare tut-to ciò che sembra perduto; si fa bambino perché anche i più piccoli e i più deboli possano essere coinvolti nella crescita verso la piena realizzazione della loro dignità di figli di Dio.La riscoperta del progetto di Dio, a cui la Liturgia ci chia-ma nell’Avvento e nel Natale dispiega la sua forza educativa innanzitutto verso i credenti adulti, chiamati a riscoprire la loro rinascita in Cristo; essi saranno poi autentici forma-tori anche nei confronti dei giovani e dei bambini. Per questi ultimi, scoprire di es-sere parte di un progetto più grande, che conduce alla pie-

na manifestazione di Cristo, è fonte di fiducia e incoraggia-mento nel loro cammino di formazione”.Il sussidio, scandito sulle quattro domeniche d’Avvento e sulle festività del tempo di Natale, fino al Battesimo di Gesù, l’8 gennaio e modulato sugli ambiti “lavoro e festa”, “cittadinanza”, “tradizione”, “vita affettiva” e “fragilità”, è offerto in modalità informa-tica e liberamente accessibi-le attraverso la rete Internet. “Una forma –conclude il se-gretario generale della Cei - che ha una valenza educativa per offrire uno strumento di lavoro a cui attingere a dif-ferenti livelli, con libertà e flessibilità”. E’ in questo cam-mino di avvicinamento al Na-tale che s’inseriscono dunque anche le iniziative diocesane proposte quest’anno per l’Av-vento.

A PAGINA 2

Page 2: 27 novembre 2011 Nostro Tempo

2 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Avvento

Il tempo dell’attesaL’Avvento è uno dei

tempi forti del ca-lendario liturgico: un periodo nel quale s’in-

tensificano la preghiera e la ri-

Domenica 27 novembre inizia il periodo d’Avvento che conduce al Natale: le iniziative in diocesi

flessione per vivere poi nel modo più autenticamente cristiano la solennità del Natale del Signo-re. Un tempo in cui, solleciti alle necessità dei più poveri e deboli,

siamo chiamati ad azioni e gesti di concreta solidarietà, soprattut-to in questo anno segnato ancora dalla profonda crisi economica. In quest’ottica si collocano le pro-

poste che la diocesi formula per l’Avvento 2011; iniziative speci-fiche rivolte all’intera comunità diocesana che si accompagnano a quanto nelle singole parroc-

chie viene proposto, a livello di formazione, preghiera, riflessione ma anche come impegni concre-ti, per il cammino verso l’ormai prossimo Natale.

“…e venne ad abitarein mezzo a noi”La colletta diocesana

“Avvento-Natale di Fraternità” è una pro-

posta che la Caritas modenese rivolge a tutte le parrocchie per rinnovare la carità come segno tangibile del cam-mino di conver-sione spirituale. A tutta la comunità diocesana è chiesto di sostenere con la preghiera e con la carità fraterna, l’at-tività del Centro di Ascolto diocesano “Porta Aperta” e delle opere ad esso collegate nelle quali trovano attenzione e un aiuto imme-diato le persone più disagiate: un pasto caldo, una coperta per chi non ha un tetto nell’inverno, il pernottamento in dormito-rio, assistenza medica e generi di prima necessità. Nell’anno 2010/11 si sono aggiunte a questi bisogni espressi, anche le richieste di aiuto da parte di tante famiglie per l’acquisto di farmaci e per sostenere le spe-se sanitarie. Per questo motivo la Caritas diocesana propone di comprendere nella collet-ta diocesana dell’ “Avvento-Natale di Fraternità”, che quest’anno è accompagnata dalla citazione evangelica tratta dal Vangelo di Giovan-ni “…e venne ad abitare in mezzo a noi”, anche il dono di farmaci pediatrici acquistati in farmacia che saranno poi

Caritas diocesana: la proposta dell’Avvento-Natale di Fraternità

distribuiti dai medici volon-tari dell’ambulatorio di Porta Aperta presso il centro di Ac-

coglienza “Madonna del Mu-razzo” in strada San Cataldo 117 a Modena. Ciascuno è in-vitato a rendere visibile con il segno della luce di un piccolo cero distribuito nelle chiese, la partecipazione all’opera del Centro di Ascolto diocesano. “Accendiamo il cero nelle no-stre case, lasciamo che la luce illumini la notte – recita l’in-vito a partecipare all’Avven-to – Natale di Fraternità - e riscaldi il cuore di coloro che saranno raggiunti dalla nostra carità fraterna. Questo sem-plice gesto possa essere per ogni famiglia e per ogni par-rocchia, un sincero e autentico impegno di giustizia e di pa-ce”. Per informazioni: Centro di Ascolto diocesano “Porta

“Il deserto fiorirà”Proposto dalla Pastorale

giovanile, torna il tradi-zionale appuntamento

con i Martedì del Vescovo per il tempo di Avvento 2011. Si tratta di una delle iniziative più longeve della pastorale diocesa-na; esiste da 25 anni nei tempi forti, per incontrare la Parola e i testimoni del Vangelo oggi. “Ci inoltriamo quest’anno nel cammino di Avvento – spiega-no i responsabili della pastorale giovanile diocesana - portando negli occhi e nel cuore questa stupenda immagine di Isaia: “Il deserto fiorirà!”. E’ un’immagine che racchiude in sé la promessa di una gioia inaudita, umana-mente impensabile e che accen-de in noi l’attesa, il desiderio, la speranza di vederla realizzata nel prossimo Natale. Ogni Martedì faremo un passo avanti, verso la meta, meditando le letture del profeta Isaia che si leggeranno nelle Domeniche di Avven-to e nella notte di Natale. “Noi siamo argilla e Tu Colui che ci plasma”: don M. Settembri-ni, martedì 29 novembre nella chiesa di S.Giovanni Evange-lista, ci guiderà nella riflessio-ne. Siamo terra deserta, inerte, ma questa nostra condizione di estrema povertà diviene di per se stessa invocazione irresisti-bile alla potenza e misericordia di Dio: abbandoniamoci con fi-

Tornano gli appuntamenti dei martedì del vescovo con i giovani

ducia a Lui perché ci modelli, ci plasmi e faccia di ognuno di noi un capolavoro delle Sue mani. “Nel deserto preparate la via”: il nostro vescovo Antonio, mar-tedì 6 dicembre nella chiesa parrocchiale della Madonnina, ci aiuterà a preparare questa via. Il deserto è, in fondo, la nostra stessa vita di ogni giorno: sta a noi disporci ad accogliere il Si-gnore che sta per venire, anzi, a riconoscerlo già presente nel nostro quotidiano. “Io gioisco pienamente nel Signore”: mar-tedì 13 dicembre nella chiesa parrocchiale della Madonna Pellegrina, sarà Chiara Luce, una giovane di recente beatifica-ta, a dirci, attraverso la voce dei suoi amici, come ogni deserto, anche quello più desolante della

malattia e della morte può esse-re inondato dalla luce di Gesù e trasformato radicalmente dalla gioia che scaturisce dall’incon-tro con Lui. “Il Signore stesso vi darà un segno”: martedì 20 dicembre, insieme al nostro vescovo Antonio concludiamo il cammino adorando Gesù nel segno per eccellenza che ci ha lasciato, quello della sua pre-senza Eucaristica e chiediamo a Lui di fecondare il deserto della nostra vita con l’acqua viva della sua misericordia nel sacramento della riconciliazione. Così an-che la nostra vita fiorirà: Gesù potrà “prendere carne” in noi in questo nuovo Natale perché possiamo renderlo presente là dove siamo chiamati a vivere”. Gli incontri iniziano alle ore 21.

La Tenda del mattinoAnche quest’anno ricomincia col primo sabato di Avvento

a Modena l’iniziativa della tenda del mattino: un piccolo momento di preghiera davanti alle scuole Wiligelmo, Tas-

soni e S. Carlo, prima di entrare in classe alle 7.45 di ogni sabato L’iniziativa, proposta dall’ufficio diocesano di Pastorale scolastica, intende porsi comeoccasione per essere testimoni e per trovare respiro e carica per affrontare la giornata. E sempre la Pastorale scolastica organizza lunedì 19 dicembre alle ore 14.30 nella chie-sa di Sant’Agostino in via Emilia a Modena la messa di Natale del vescovo mons. Antonio Lanfranchi con studenti e professori; momento per pregare insieme e per uno scambio di auguri e di buone feste. Per maggiori informazioni. [email protected].

Cammino per grandi e piccoliSono disponibili presso

l’ufficio di Animazione Missionaria (in Curia, via

sant’Eufemia, 13) due sussidi che accompagneranno il cammino nel tempo di Avvento e di Na-tale. Il primo è rivolto ai giovani e adulti ed è intitolato “L’aurora della liberazione - Cammino missionario in compagnia di san Guido Maria Conforti” ed è sta-to curato da Marcello Storgato, missionario Saveriano. Il libret-to è una proposta per vivere in modo missionario l’Avvento e il Tempo di Natale. Per ogni gior-no viene offerta, su uno schema fisso, una piccola celebrazione da

Due sussidi proposti dall’ufficio diocesano Animazione missionaria

farsi individualmente o in grup-po. L’utilizzo ideale è in famiglia. Il Vangelo del giorno viene illu-minato da un brano scritto da Guido Maria Conforti, il fon-datore dei missionari saveriani canonizzato il 23 ottobre 2011. Il secondo sussidio, per i bimbi, è intitolato “Operazione Life - Verso il Natale con i Magnifici 4”. Il saggio comandante Em-pedocle e i Magnifici 4, Aria, Acqua, Terra e Fuoco, hanno portato a termine la loro difficile missione: scoprire l’origine e la fonte di vita che dalla Palestina di 2000 anni fa ha illumina-to il nostro pianeta. È Gesù, il

Figlio di Dio, l’Emmanuele, la vita del mondo. Ora toccherà ai bambini impegnarsi affinché l’Operazione Vita (Life) superi i confini del 2011 e si diffonda ovunque, a tutte le persone, vi-cine e lontane. Per informazioni Tel. 059-2133831 e-mail: [email protected] venuti per adorarlo

Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2-3): in preparazione alla solennità del S. Natale, ogni giovedì d’Avvento nella chiesa dell’Adorazione di

S.Eufemia a Modena, dalle ore 18 alle 19 adorazione guidata per vivere un tempo di preghiera più intensa. Giovedì 1 dicembre guida l’adorazione il diacono Paolo Bertolani, giovedì 9 dicem-bre don Simone Bellisi, giovedì 15 dicembre il diacono Marcello Gemma e giovedì 22 dicembre suor Carmen Pini.

Chiesa di S. Eufemia

Aperta”, via dei Servi 13 a Modena. Tel. 059.212202. Fax 059.4399340. Mail: cen-

[email protected] L’orario di ricevimento è il seguente: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 e giovedì pomerig-gio con appuntamento. Cari-tas diocesana modenese: via Sant’Eufemia 13 a Modena. Tel 059 2133847/8/9. Fax 059 2133807. Mail: [email protected].

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3Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Iniziative

Venerdì 2 dicembre si svolge a Modena una tavola rotonda durante la quale sarà presentato

il volume dell’Opera Omnia di Giuseppe Toniolo “Capitalismo e socialismo”, ristampato perché ormai introvabile, a cura della Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani.Pochi sanno che Giuseppe To-niolo, nato a Treviso nel 1845 e morto a Pisa nel 1918, vinse la cattedra di Economia politica dell’Università di Modena nel 1878. L’anno successivo fu no-minato professore di economia politica nell’Università di Pisa, dove insegnò per 40 anni, fino alla morte.Una delle caratteristiche che si osservano nel pensiero del To-niolo è quella di un virile ottimi-smo,di una fiducia piena nella forza vivificatrice della religione, una volta che questa avesse potuto permeare dei suoi principi ispi-ratori le strutture sociali. Inoltre, è da sottolineare il carattere uni-tario della trattazione tonioliana. Toniolo non è solo un economista e, quindi, le sue opere non sono fredde esposizioni di mera analisi economica, bensì presentano am-pi collegamenti con la storia, la sociologia, la filosofia, la religio-ne. Il tutto fuso, quasi unificato, nella delineazione di quella che egli concepiva come la dottrina generale dell’incivilimento, se-

“Non é un buon economistachi é solo un economista”

Venerdì 2 dicembre al Forum Monzani di Modena la presentazione dell’Opera omnia di Giuseppe Toniolo

“Capitalismo e socialismo”: il libro

Fondazione nazionale di studi Tonioliani - centro di approfondimento della dottrina sociale della Chiesa e Banca popolare dell’Emilia Romagna propongono venerdì 2 dicembre dalle ore 17.30 al Forum Guido Monzani (Sala Bassoli) in via Aristotele 33 a Modena “Non é un buon econo-

mista chi é solo un economista”, tavola rotonda per la presentazione dell’Opera Omnia di Giuseppe Toniolo nel volume “Capitalismo e Socialismo”.Partecipano all’iniziativa Alfredo Mantovano, già sottosegretario del Ministero dell’Interno, Ettore Gotti Tedeschi, presidente I.O.R, Lorenzo Ornaghi, rettore Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ora ministro dei Beni culturali, l’arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Antonio Lan-franchi, il vescovo di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio, Rolando Pini, professore ordinario presso l’Alma Mater Studiorum, Universitá di Bologna, Romano Molesti, presidente della Fondazio-ne Nazionale Studi Tonioliani. Coordina il giornalista, Edoardo De Biasi, vice direttore de “Il Sole 24 Ore”.

Una Fondazione nel nome di Toniolo La Fondazione è sorta per approfondire e diffondere la conoscenza del pensiero e dell’opera di

Toniolo e si prefigge altresì di analizzare il contributo di altri autori cattolici e delle encicliche papali in materia socioeconomica in un più ampio progetto di approfondimento della Dottri-

na Sociale della Chiesa. E’ organizzata su base decentrata: ha sede a Pisa e nelle varie Regioni italiane esistono sedi con referenti che curano specificatamente l’attività della Fondazione, provvedendo ad organizzare varie iniziative. Nel sito www.giuseppetoniolo.com è rilevabile la struttura della Fonda-zione che è presieduta da Romano Molesti, professore di storia del pensiero economico dell’Univer-sità di Verona; presidente del Consiglio di indirizzo è il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, quello del Comitato scientifico è Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica di Milano e ora ministro dei Beni culturali. Trimestralmente vengono pubblicate tre riviste: “Studi economici e sociali”, “Il pensiero economico moderno” e “Nuova economia e storia” che trattano in ogni numero argomenti relativi alla vita e all’opera di Toniolo e di altri economisti cattolici ed affrontano in modo interdisciplinare temi di carattere economico-sociale, anche con taglio storico.

condo la sua profonda convinzio-ne che la società si rigenera ove segua i principi dell’etica sociale cristiana e decade quando se ne allontani. Concetti, questi, che

affiorano sempre, anche quando tratta questioni che potrebbero lasciare spazio a considerazioni tecniche, come i problemi del credito, del lavoro, dei contratti collettivi e così via.Rivendicando il primato del-la dottrina sociale della Chiesa e l’impegno sollecito, da essa sempre dimostrato a favore del-le classi più umili, Toniolo non si stanca di combattere, in tutte le

sue manifestazioni, il laicismo, anche allora tanto diffuso e da lui giudicato una triste espressio-ne del proposito di escludere la religione dalla convivenza civile,

riducendola a un mero atto in-terno individuale. Laicismo che, sviluppatosi con la propaganda dell’Enciclopedia, con il culto della Dea Ragione, con le violen-ze del terrore, dietro le armi e le riforme napoleoniche, si confon-de col razionalismo protestante di Germania e Gran Bretagna e prende piede con il liberalismo dottrinale, sviluppatosi per larga parte dell’Ottocento in Europa e

in America.Le considerazioni di ordine sto-rico e sociologico che Toniolo svolge riguardo alla virtù vivifi-catrice della religione e dell’etica cristiana, anche sul piano sociale, trovano un efficace riscontro nel-la trattazione dei rapporti tra fede e scienza.La tesi di fondo che Toniolo svi-luppa a questo riguardo è che la religione, lungi dal rappresentare un ostacolo al progredire della scienza, ne costituisce una molla efficace di sviluppo. Si tratta di concetti che sono efficacemente illustrati nel saggio “I doveri de-gli studiosi cattolici”, pubblicato nella raccolta antologica edita a cura della Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani nel 2009 dal titolo “I fondamenti della società cristiana”.Non si deve però credere che l’importanza attribuita da Tonio-lo ai principi generali esaurisca tutti i suoi interessi, che invece spaziano in molteplici direzioni e giungono a comprendere anche la sfera eminentemente pratica. In-fatti, dai principi generali, egli sa scendere anche alle applicazioni

pratiche: in vari saggi, che si pos-sono definire di politica econo-mica, egli impegna le sue risorse e il suo talento non meno di quan-to aveva fatto nelle trattazioni più squisitamente teoriche. Basti pensare, ad esempio, alla cura e all’interesse con cui egli affronta certi problemi, come quello del lavoro e in particolare quello del-la remunerazione dei lavoratori e dei modi per migliorarla. Il modo con cui egli tratta l’argomento è tutt’altro che improntato a meri criteri aziendalistici e economici-stici. Infatti, Toniolo non si stan-ca mai di considerare il lavoratore come un essere dotato di dignità morale e non un mero strumen-to della produzione, una sorta di macchinario. La posizione di Toniolo è estremamente chia-

ra. E’ dal messaggio della Chie-sa che potrà derivare il riscatto dell’umanità anche per i proble-mi del mondo. La rigenerazione delle strutture sociali non potrà che derivare dall’accoglienza del messaggio cristiano, il quale per-vaderà uomini e cose, sollevando ancora una volta le sorti dell’u-manità.Tutto ciò, mentre spiega il suc-cesso che incontrò nel mondo cattolico, contribuisce anche a far comprendere l’indifferenza e talvolta l’ostilità con cui la sua opera fu accolta in ambito acca-demico. Abituati ad un esame freddo e distaccato dei fatti e del-le teorie, molti colleghi di Tonio-lo rimanevano interdetti dal suo modo appassionato di affrontare i problemi economico-sociali con ampi riferimenti storici che, nelle sue intenzioni, avrebbero dovuto servire ad avvalorare le tesi che egli andava esponendo. Soprat-tutto, in un ambiente permeato di laicismo e di positivismo, su-scitò sorpresa il fatto che Giusep-pe Toniolo, quasi in ogni pagina delle sue opere, si proponesse di dimostrare, alla luce di fatti e te-

orie, il carattere salvifico e rige-neratore della religione cattolica; oltre che nelle sue formulazioni dottrinali anche nelle sue appli-cazioni pratiche, come si erano realizzate nell’epoca passata, spe-cie nel periodo medioevale. In questo senso vanno letti i conti-nui riferimenti storici che com-paiono negli scritti tonioliani: non sfoggio di erudizione o mero vezzo ma, al contrario, i ricorrenti richiami alla storia rispondono alla precisa esigenza di avvalora-re le tesi che a lui stavano parti-colarmente a cuore. Una prova di questa impostazione: egli dedica quasi un decennio della sua vita allo studio della storia economica medioevale, periodo in cui si re-gistra il massimo splendore della concezione cristiana della vita e

della società. L’eccezionalità della potenza economica della Firenze medioevale viene da lui fatta risa-lire all’accoglimento, da parte del Comune fiorentino, dei principi sociali scaturenti dal messaggio cristiano, in un periodo in cui gli ideali di vita ispirati dal cristiane-simo si mantennero ai livelli più alti. Un certo atteggiarsi solenne della pagina tonioliana si spiega dunque con certe esigenze che egli credeva di soddisfare meglio innalzando per così dire il tono della sua esposizione anzichè mantenere un linguaggio pacato e analitico.Concludendo, Giuseppe Toniolo, oltre che uomo di grande fede, fu uomo di studio, di organizzazione e di idee innovative. Ben sapen-do che azioni forti vogliono idee forti e formazione, rilancia gli studi Neotomistici nelle univer-sità. Sapendo che per agire sono necessari strumenti idonei, fonda e avvia strutture per creare ban-che agricole, credito cooperativo; progetta corporazioni antistatali-ste (come fece anche don Sturzo). Conscio che le idee innovative devono esser “al pari con i tempi”,

per risolvere la questione sociale, riformula i principi della dottrina sociale della Chiesa. Lo fa chia-rendo che l’economia è un mezzo. Che è etico il comportamento dell’uomo, non il mezzo. Che il senso dell’economia sta nella ri-cerca del bene comune. Che ogni decisione economica si fonda su principi morali e provoca effet-ti morali. Collaborò alla stesura della “Rerum Novarum” di Leone XIII. Taluno lo ritiene ispiratore della “Quadracesimo anno” di Pio XI. Venerdì 14 gennaio 2011 Pa-pa Benedetto XVI ha firmato il decreto riguardante un miracolo attribuito alla intercessione del Venerabile Servo di Dio Giusep-pe Toniolo, ultimo passaggio per la beatificazione, il cui rito avrà luogo a Roma il 29 aprile 2012.

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4 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Davantiallo Specchio

Sono credente ma a volte mi vengono dei dubbi e delle crisi di fede. Si vede che con il passare degli anni, si perde anche quello che si possedeva quando si era più giovani. Chiedo una spie-gazione su un problema che tormenta, quando alla Domenica

si fanno le preghiere dei fedeli. Molte volte si chiede a Dio la pace, che tutti trovino una casa o un lavoro, che cessino le stragi… Sono d’accor-do che noi dobbiamo collaborare con Dio e fare il possibile per aiutare chi si trova nel bisogno… Ma in certe situazioni o interviene o Dio, o noi non ci possiamo fare proprio nulla. Ad esempio la pace nel mondo o le stragi: noi preghiamo per che cosa? Non cessano mai le guerre e le violenze e io che ci posso fare?…

Aldo Tusini

Grazie, Si tratta di una richiesta intelligente e penso che possa essere di utilità a tanti altri fedeli come lei. Prima di tutto nessuna meraviglia per eventuali dubbi di fede. Si tratta di una virtù e co-me tale suscettibile di tentazioni da parte del Maligno. Ma spesso si tratta di dubbi “intelligenti”, che ci costringono ad aggiornarci anche nel settore della catechesi e della teologia. La fede non è talento da conservare gelosamente durante tutte le fasi della vita e da riconsegnare intatto al Signore. Abbiamo sentito nella parabo-la di qualche domenica fa, come un tale comportamento sarebbe, oltre che rischioso per la nostra salvezza, anche poco intelligente.Per quanto concerne la sua domanda specifica, provo a rispondere secondo la mia sensibilità. Dio ha consegnato la guida delle vi-cende terrene all’uomo e lo ha dotato di libertà sia per fare il male come il bene. Raramente interviene direttamente per fermare una guerra o una mano omicida… Dio si interessa della storia della salvezza. Lui vuole ed ama la pace, ma se i potenti vogliono la guerra è guerra. Però io penso che delle preghiere che noi faccia-mo non ne vada perduta una briciola. La mia preghiera per la pace non disarmerà gli eserciti, ma sono certo che in qualche parte del mondo per lo meno due persone, liberamente e influenzate dalla grazia emanante dell’orazione fatta con fede, faranno la pace… un possibile omicida o violento di sentirà toccare il cuore… un ricco sarà invogliato ad aprire il suo scrigno per aiutare una famiglia bisognosa… Dio nella guerra, nella violenza, nella ingiustizia non è presente. Con la nostra preghiera lo mettiamo dentro all’av-venimento negativo e gli permettiamo di ricavare da quel male mostruoso un bene spirituale grandioso, che va oltre il tempo e lo spazio. Non mi sembra poco. In paradiso poi ci renderemo conto di quanti ne abbiamo aiutati con la nostra preghiera. Coraggio ed avanti con fede.

Ma per che cosa preghiamo?

• don nardo masetti

G.G.

Riflessionisulla Parola

Inizia il cammino del tempo liturgico che conduce al Na-tale: l’Avvento. Un nuovo anno che il cristiano è chiama-to a vivere nell’attesa, lontano dalle false sicurezze che le

ricorrenze possono offrire, perché: “Non sapete quando è il momento“.E’ un’attesa vigile e consapevole quella a cui siamo chiamati, a partire dal dono della fede che ci viene fatto. In modo che pos-siamo invocare, come suggerisce Isaia: “Tu Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore”. Il profeta insiste anche nel descrivere il limite, il peccato che caratterizza l’uo-mo, ma proprio in questa difficile situazione è donata la sup-plica, piena di speranza: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”.Un grido accorato che si accompagna ad altre parole di grande consolazione: “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”. A questa attesa di Israele risponde la venuta del Messia, di Gesù Cristo salvatore: ai credenti in lui, afferma Paolo nel brano della Prima lettere ai Corinzi, sono stati offerti tutti i doni, in modo tale da essere resi “saldi fino alla fine”. Tutto ri-avviene oggi nella vita della Chiesa, attraverso i sacramenti, attraverso la Parola…Ma l’Avvento ha anche una prospettiva escatologica, per cui l’invito di Gesù, riferito da Marco, è a fare attenzione, a veglia-re perché non si conosce il momento. C’è uno spazio intermedi tra l’ascensione del Signore e il suo ritorno alla fine dei tempi che configura un’attesa vigilante e per niente indolente, passiva: il cristiano, tutta la Chiesa, è chiamato a un servizio generoso e diligente. Nella ferialità dell’esistenza ciascuno è sollecitato a dare il suo contributo alla progressiva costruzione del Regno che Gesù è venuto ad inau-gurare e ad offrire come realizzazione piena di tutto il creato.Conversione, preghiera, carità: questo è il nostro contributo, una partecipazione attiva che trova nel tempo di Avvento il suo ambiente naturale.

Vegliate! (Mc 13,33)

Per crescere nel Nostro Tempo

Lo sfondo della fac-ciata del Duomo, con Wiligelmo e un leone a fare capo-

lino; la Ghirlandina tirata a nuovo che si staglia nel cielo di Modena. Sono i testimo-nial d’eccezione della cam-pagna abbonamenti 2012 di Nostro Tempo, insieme all’im-magine di un papà che legge il nostro giornale e a due bimbi che giocano, o a un bimbo che tiene in mano il settimanale cattolico modenese sulle spal-le del padre. Immagini accat-tivanti, accompagnate dalle parole di monsignor Antonio Lanfranchi che ha definito

Campagna abbonamenti 2012: prezzo invariato a 45 euro

Nostro Tempo una ‘bussola da portare sempre con te’. “No-stro Tempo – ha scritto proprio il vescovo - come la storia dei periodici cattolici locali di-mostra, costituisce un luogo privilegiato in cui esercitare quel discernimento comuni-tario cui tante volte anche noi vescovi ci richiamiamo”.Nostro Tempo, che esce in 46 numeri all’anno, non ha au-mentato per il 2012 il prezzo dell’abbonamento, rimasto a 45 euro pur avendo aumenta-to stabilmente il numero delle pagine (passate a 20) con in-formazioni e notizie in più dal mondo ecclesiale e da quello del nostro territorio. Notizie e informazioni proposte con una impaginazione fresca e moderna e che arrivano pun-tualmente a casa degli abbo-nati il giovedì o, al massimo,

il venerdì. Le modalità per abbonarsi so-no semplici.• Versamento su conto cor-rente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intesta-to a: “Nostro Tempo Arcidioce-si Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena”.• Versamento su c/c postale numero 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese” C.P. 357 succ. 3.• Presso la diocesi in via Sant’Eufemia 13 a Modena.• Presso la Galleria Incontro Dehoniana in corso Canal-chiaro 159 a Modena.Naturalmente è possibile tro-vare e acquistare Nostro Tempo in numerose rivendite parroc-chiali, alla Galleria Incontro Dehoniana e alle Paoline e, dal 2012, anche presso alcu-ne edicole di Modena. Ma la forma più sicura per ricevere puntualmente Nostro Tempo, sostenendo così la comuni-

Mass media

cazione diocesana, è proprio attraverso l’abbonamento. E’ anche possibile fare di Nostro Tempo come regalo di Natale, che continua per tutto l’anno: gli abbonati in regola con il p a g a m e n -to, infatti, possono re-galare l’ab-bonamento a un prezzo speciale di 35 euro a un non ab-bonato. Sa-rà cura del giornale far p e r v e n i r e un bigliet-to di auguri personaliz-zato, per da-re conto del regalo effet-tuato.A b b o n a t i anche tu, sostieni la

diffusione di Nostro Tempo e se credi mandaci il tuo parere sul nostro giornale per posta o via mail: è il giornale della Chiesa di Modena, il gior-nale di chi ha passione per la

40 minuti di “scatechismo”Al via una trasmissione televisiva dedicata ai poveri e agli esclusi proposta dalla associazione comunità Papa Giovanni XXIII

Occupare gli “spazi deboli” dell’informazione – emit-tenti locali, fasce orarie - che sono state trascurate dai grandi gruppi mediatici, dalla tv generalista. E riempire questi spazi con la voce dei poveri, degli

ultimi, degli esclusi, perché da queste “postazioni abbandona-te” possa partire una battaglia di giustizia e riscatto. E’ l’obiet-tivo che si pone la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi e presente anche a Modena, con il lancio della trasmissione televisiva “Scatechismo”. Scatechismo è un format che a partire da novembre 2011 va in onda in tutte le regioni italiane attraverso una rete di televisioni private e sul web. Viene trasmessa in italiano sul digitale terrestre nazionale e sul satellite attraverso “Telepace” e “Teleradio Padre Pio”. La trasmissione prende il nome dal titolo di un libro di don Ore-ste Benzi. Racconta storie di persone che vivono nelle periferie delle città e dei continenti, indaga ambiti e problemi relativi alla marginalità e all’esclusione. Dà una lettura dei diversi problemi sociali in cui il protagonista è l’ultimo: sono i suoi occhi a leg-gere il mondo, è sua la voce narrante. La prima edizione è un percorso di 20 puntate in cui si parla di giovani, pace e servizio civile, di alternativa al carcere, di senza fissa dimora, immigrati e nomadi, minori e affido, accoglienza, disabilità e disagio men-tale, eutanasia, aids, infanzia negata, moderne schiavitù, perdo-no ed economia del gratuito. Il programma è condotto dalla giornalista Simona Mulazzani. Ogni puntata ha una durata di 40 minuti e partecipano in studio due ospiti, - operatori dell’in-formazione, magistrati, rappresentanti di organizzazioni non governative, politici, medici, missionari, economisti, testimoni che quotidianamente sperimentano aspetti particolari e spesso invisibili delle realtà raccontate. Un terzo ospite interviene tele-fonicamente. “Scatechismo è raccogliere la voce della diversità che si ribella all’ingiustizia, è la testimonianza di chi vuole una rivoluzione che parta dall’amore, dal pagare di persona come voleva quell’indimenticabile apostolo della carità che era don Oreste Benzi. – dichiara Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII - Bisogna ripartire dagli ultimi perché ci sia la giustizia vera. E gli ultimi non possono più essere oggetto di assistenza, loro che sono soggetto della storia.” Per conoscere quali emittenti nella propria regione han-no inserito “Scatechismo” nel palinsesto, i canali digitali su cui viene programmata e i relativi orari collegarsi al sito www.scate-chismo.tv Per informazioni: Comunità Papa Giovanni XXIII Servizio Audiovisivi – trasmissione Scatechismo [email protected]. Tel. 0541 909635 - 340 4554109 - 347 7926640 www.scatechismo.tv.

propria diocesi e vuole essere informato sulle iniziative, sul-le proposte e sulle idee, anche grazie al sito internet www.nostrotempo.it. Per crescere nel Nostro Tempo.

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5Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

A Nonantola si ricordano don Arrigo Beccari ed i suoi collaboratori

Nel nome del Signore, entrate

VescovoAgenda del

Domenica 27 novembrein mattinata a S. AgneseRitiro per gli adulti della parrocchia e celebrazione eucaristica

Martedì 29 novembreore 21 a San Giovanni EvangelistaMartedì del vescovo con i giovani

Giovedì 1 dicembreore 8.45 al CFNS. Messa con il Centro di Consulenza per la famigliaore 17.30a San DomenicoS . Messacon l’Accademia Militareore 20 alla Cittàdei RagazziIncontro

Venerdì 2 dicembrein mattinata a Reggio EmiliaStudio Teologicoore 17.30 al Forum MonzaniIncontro su Giuseppe Toniolo

Sabato 3 dicembreore 9.30 a NonantolaPosa della lapide per don Beccariore 15.30 a Santa TeresaInaugurazione nuovi localiore 19 in CattedraleVeglia di AzioneCattolica

Domenica 4 dicembreore 9.30Messa con i Vigilidel Fuocoore 11.30a San DomenicoCelebrazione eucaristicaore 17.30Incontro con OrdoVirginum

Sabato 3 dicembre, nella sala verde del Palazzo Abbaziale di Nonantola, sarà

inaugurata la lapide posta a memoria di don Beccari e di tutti coloro che, sacerdoti, laici, consacrati, contribuiro-no a compiere il grande at-to di solidarietà noto come la storia dei ragazzi di Villa Emma. La mattinata avrà inizio alle 9.30 con il saluto di mons. Antonio Lanfran-chi e del sindaco di Nonan-tola Pier Paolo Borsari. Alla ore 10 l’intervento di Marco Tarquinio, direttore del quo-tidiano Avvenire, su “Il cat-tolicesimo italiano e il nazi – fascismo”. A seguire “Nei giorni del secondo conflitto mondiale: i cattolici e il na-zi – fascismo nel modenese”: intervento di Paolo Trionfini, docente presso l’Istituto Su-periore di Scienze Religiose “Beato Contardo Ferrini”. Al termine, intorno alle 12.15, la benedizione della lapide sulla facciata del palazzo abbazia-le, nel ricordo di don Arrigo Beccari e del dottor Giuseppe Moreali, giusti tra le nazioni,

alla presenza dei ragazzi della scuola media Dante Alighieri di Nonantola.Don Emanuele Mucci, che fu allievo di don Beccari e condivise con lui gli anni di Rubbiara: “Ho confrontato con i testimoni di allora – ci racconta – come don Viga-rani, don Ballestrazzi, don Mantovani e don Leonelli, i miei ricordi e ho cercato le testimonianze del tempo. La scelta di porre la lapide ha il significato di ricordare, anche oggi, quello che la Chiesa ha rappresentato, non solo per gli ebrei, in tutto il periodo bellico. I sacerdoti pagaro-no con carcere e condanna a morte le loro scelte. Il ricordo

Diocesi

DiocesiAgenda della

Domenica 27 novembreore 18 al CFNSulla misura del cuoredel SignoreCelebrazione eucaristicae cena insieme

Martedì 29 novembreore 21 a San Giovanni EvangelistaMartedì del vescovo coni giovani

Sabato 3 dicembreore 9.30 a NonantolaRicordo di don Beccariore 15 al CFN Consulta Aggregazioni Laicali

Pastorale giovanile

Il nuovo sito è onlineChiesa e internet: la relazione diventa sempre più stretta e

la riflessione, anche su nuovi media e social network, im-pegna le comunità. Nel frattempo il sito della pastorale

Giovanile diocesana si rifà il look, per rispondere sempre meglio alle esigenze dei giovani che considerano la rete un’estensione del loro quotidiano, uno spazio in più per le relazioni e l’interazione con gli amici. Una nuova veste grafica, immediata ed accattivante, i principali appuntamenti diocesani e vicariali, materiale scaricabile, spazio video e gallerie fotografiche ricche. E c’è in più la pagina Face-book, per interagire anche in modo più informale. A servizio dei giovani, nel loro mondo: www.cpgmodena.it.

Famiglia Paolina

La memoriadi don AlberioneDomenica 27 novembre prima domenica d’Avvento, al-

le ore 10.30, nella chiesa di S. Domenico in Modena, mons. Giacomo Morandi, vicario generale, presiederà

la concelebrazione eucaristica nella memoria liturgica del beato don Giacomo Alberione, apostolo dei mezzi della comunicazio-ne sociale, nell’ottavo anniversario della beatificazione.

è per don Arrigo e il dottor Moreali, ma anche per mons. Ottaviano Pelati, don En-nio Tardini, don Domenico Silingardi, le suore Ancelle Adoratrici, che hanno con-sacrato la vita per i sacerdo-ti e per le vocazioni, insieme alle famiglie di Nonantola che hanno accolto l’appello

di don Arrigo e si son rese disponibili a correre i rischi inevitabilmente legati alla scelta”.Intorno alle vicende legate a Villa Emma la memoria sto-rica nonantolana è già molto viva, ma è importante che av-venga il passaggio alle nuove generazioni.“La lapide – prosegue don Mucci – vuole ricordare co-sa avvenne la sera dell’8 set-tembre ’43, dopo l’annuncio dell’armistizio: l’immediata ospitalità data agli ebrei di villa Emma, la notte stessa. Questo fu determinato dalla profonda amicizia che c’era tra don Arrigo, Moreali, gli insegnanti della scuola ebrai-

ca di villa Emma, insieme a legami culturali molto forti e alla conoscenza delle vicissi-tudini familiari dei giovani della scuola. Il sacerdote ed il medico avevano inoltre una sensibilità politica comune, erano sorvegliati speciali del-la Questura. Le richieste dei due “giusti” hanno ottenuto

una risposta immediata ed adeguata da parte del vica-rio generale mons. Pelati: in prima persona ha ritenuto di offrire questa opportunità ai ragazzi, accogliendoli subito nel palazzo abbaziale: “Nel nome del Signore, entrate” questa fu la sua risposta alle richieste, la frase che sintetiz-za il significato del gesto.Il testo del ricordo sottolinea il clima religioso e la segre-tezza degli avvenimenti ri-cordati, e di quelli successivi, che culminarono con l’arresto e la condanna di don Arrigo, don Ennio e don Ivo. Il lo-ro comportamento in carcere però riuscì ad impedire una rappresaglia su tutte le altre persone coinvolte nella vi-cenda. Erano pienamente consapevoli che la situazione era compromessa, per quel-lo chiesero le preghiere alle suore di clausura. Tre giovani monache sono morte prima della fine della guerra - ri-corda ancora don Emanuele - affermando che i tre sacer-doti sarebbero tornati poi a ringraziare. E così è stato”.Una intera comunità scel-se di mettersi in gioco, con quel gesto d’accoglienza: è un tratto fondamentale di questo episodio della nostra storia. “E insieme ricordiamo

l’importanza dell’operato di mons. Pelati: erano anni in cui il vescovo mons. Boc-coleri era soggetto ad attac-chi anche a mezzo stampa di tutte le forze in conflitto. Il vicario era un uomo di cultura e grande spiritualità, la persona più adatta, per il

prestigio di cui godeva pres-so le autorità, per sostenere i cattolici e la resistenza nella bassa”.Dopo l’albero dei giusti, do-po le numerose iniziative in loro memoria, oggi anche questa lapide: “Don Arrigo e il dott. Moreali – pre-cisa ancora don Mucci - nella loro vita non avrebbero de-siderato troppa pubblicità al lo-ro gesto: ma noi siamo la gene-razione che ha seguito le loro impronte pen-siamo a questo ricordo come ad un dovere mo-rale, perché ci solleciti, ancora, a fare come loro, per dare gloria al Padre nostro nei cieli. Don Arrigo e il dott.

Moreali sono, per la storia re-cente di Nonantola, le figure più luminose e simbolo delle impronte che la cultura e la spiritualità cristiana lasciano nel cuore della gente, da tutti riconosciuti come giusti tra le nazioni e testimoni del risor-to”.

• mariapia cavani

40 minuti di “scatechismo”

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6 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Le proposte di Natale

Per chi non avesse ancora prenotato le vacanze invernali, ecco un breve riepilogo delle proposte CTA:Dal 2 al 4 dicembre: Graz e mercatini di Natale

Dal 5 al 10 dicembre: pellegrinaggio in Terra SantaDal 29 dicembre al 4 gennaio: IschiaDal 30 dicembre al 2 gennaio: IstanbulDal 30 dicembre all’1 gennaio: Caserta e CiociariaDal 30 dicembre all’1 gennaio: Gubbio e AssisiDal 5 all’8 gennaio: RomaIl 15 gennaio: FirenzeIl 19 febbraio: GenovaSono inoltre disponibili soggiorni invernali a Ischia e in Li-guria nelle località Diano Marina, Arma di Taggia e Ronchi di Massa. Per info e prenotazioni: tel. 338 4108554, [email protected], www.aclimodena.it/cta.

Servizio civile Caritas, appuntamento sabato 3 dicembre

I ragazzi del servizio civi-le della Caritas diocesa-na di Modena, dell’anno 2011,

propongono un’oc-casione di incontro e riflessione, sabato 3 dicembre prossimo, in vista dell’anniver-sario della dichiara-zione universale dei diritti umani (10 di-cembre 1948). Sarà allestito un banchet-to sotto i Portici del Collegio, in centro a Modena, dalle 10 alle 14, sarà l’occasione per riflette-re sull’importanza dei diritti umani, provando a guardarli

Parliamo di diritti?

Mons. Lanfranchi ha celebrato in Duomo la messa in ricordo delle persone decedute in incidenti organizzata dall’associazione Vittime della Strada e da Credo la vita eterna

Insieme nel ricordo e nella speranza

Pregare insieme per i cari scomparsi e raf-forzare la speranza nella loro esistenza

trasformata e vicino a Dio. Sono stati questi gli obiettivi della messa per le vittime de-gli incidenti stradali e per tutti i defunti, celebrata in Duomo da mons. Antonio Lanfranchi nel pomeriggio di domenica 20 novembre. Appuntamen-to ormai tradizionale per la diocesi modenese nella terza domenica di novembre, di-chiarata dall’Assemblea Ge-nerale delle Nazioni Unite “Giornata mondiale del ricor-do” e dedicata a chi ha perso la vita sulla strada. La cele-brazione eucaristica ha visto unite nel ricordo (e nell’orga-nizzazione) la sezione mode-nese dell’associazione italiana familiari Vittime della Strada

Celebrazioni

• Luca BeLtrami

Associazioni

Epifania a Roma con il Centro Turistico Acli

Alla scoperta della città eterna

V i sta portando in giro per tutta Ita-lia e per tutto il mondo, ma vuole

iniziare il 2012 nella città più bella del globo: il Centro Turistico Acli per l’epifania vi porta a Roma. La “Cit-tà Eterna” sarà alla vostra portata con le guide esperte

La Curia ravennate chiarisce

D i seguito ripor-tiamo un comu-nicato uff iciale della Curia arci-

vescovile di Ravenna-Cervia relativo a mons. Giuseppe Ve-rucchi, vescovo modenese del-la diocesi romagnola.“L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Giuseppe

e Credo la vita eterna, percor-so diocesano proposto dall’uf-ficio Famiglia e dedicato a chi ha perso un figlio o una per-sona cara. La messa è stata anche occa-sione privilegiata per man-tenere viva l’attenzione della comunità modenese sul tema della responsabilità al volante, come sottolinea il presiden-te dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada Franco Piacentini: «È un’ini-ziativa che portiamo avanti ormai da qualche anno, per vivere insieme la “Giornata mondiale del ricordo delle

vittime della strada”. Questa in Duomo è da sempre un’oc-casione non solo per ricorda-re, ma anche per far riflettere e per cercare di prendere co-scienza della gravità del pro-blema».

Una questione ancora aperta, seppur in netto miglioramen-to, come spiega lo stesso Pia-centini: «Negli ultimi dieci anni, da quando mi interesso del problema, la situazione è oggettivamente migliorata. Nel 2001 si parlava di 140 morti nella sola provincia di Modena ogni anno e dai 300 ai 350 disabili permanenti. Nell’ultimo anno siamo scesi a 50 decessi e circa 120/150 disabili. È ancora un dato molto importante, ma è evi-dente che un miglioramen-to c’è stato. La disattenzione rimane una delle cause prin-

cipali degli incidenti sulla strada ed è necessario sen-sibilizzare la gente, perché è fondamentale prevenire le morti sulla strada: la cosa più importate, inutile negarlo, ri-mane evitare l’incidente».

del Cta e la nostra capitale diventerà il simbolo di uno dei viaggi più indimentica-bili della vostra vita. In un perfetto mix tra storia, arte e fede fin dal primo giorno le iniziative in programma so-no davvero interessanti: il 5 gennaio visita alle basiliche di San Paolo Fuori le Mura e San Giovanni in Laterano e alla mostra “Filippino Lip-pi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400” presso le Scuderie del Quirinale. Il giorno successivo il ritrovo è fissato presso la Fontana di

Trevi per l’esplorazione del-la città dell’Acqua, un’insula romana dell’età imperiale og-gi area archeologica nasco-sta nei sotterranei di Roma, rinvenuta durante i lavori di ristrutturazione del Cinema Trevi. Nel pomeriggio del giorno dell’epifa-nia visita all’Altare della Patria, il mo-numento a Vittorio Emanuele II. Il 7 gennaio ci si sposta alle chiese del Celio, alcune delle più in-teressanti chiese di

Roma, e nel pomeriggio visi-ta alla Basilica di San Pietro. Per l’ultimo giorno, l’8 gen-naio, è prevista la visita alle Terme di Caracalla, il più grande e meglio conservato complesso termale dell’an-tichità, e la partecipazione

alla Benedizione dell’Angelus a San Pietro con rientro a Modena in serata. Per info e preno-tazioni: tel. 338 4108554, [email protected], www.aclimodena.it/cta.

Attualità

anche attraverso gli occhi di coloro ai quali non sempre tali diritti vengono riconosciuti, accompagnando la riflessione alla degustazione di prodotti del commercio equo e solida-le. Questo evento nasce dalla volontà dei ragazzi e delle ra-gazze in servizio civile di tra-smettere alla città l’importanza di un tema, quello dei diritti, a cui spesso non viene data suf-

ficiente importanza. La con-sapevolezza dell’importanza e della centralità del tema è stata maturata durante il percorso

Verucchi, preso atto del suo coinvolgimento nell’inda-gine relativa all’utilizzo dei fondi pubblici per la ristrut-turazione dell’immobile “Ex Orfanatrofio Istituto Galletti Abbiosi”, si rende disponibile, come sempre, a collaborare con la Ma-gistratura per chiarire tut-ti gli aspetti della vicenda, consapevole che l’autentico

spirito che ha animato il suo operato è sempre stato quel-lo di rispettare pienamente la legge.A tal fine l’arcivescovo in-contrerà il magistrato nella serena convinzione di po-ter fornire tutti gli elemen-ti utili a far luce sulla sua posizione e su quella delle istituzioni dallo stesso rap-presentate”.

di un anno, in un processo di crescita, volta alla cittadinan-za attiva, che ha condotto i volontari a svolgere un lavoro all’interno delle rispettive se-di. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con gli ospiti e attraverso le loro esperienze di vita. L’evento di animazione è la conclusione del percorso di servizio civile: i ragazzi desi-derano trasformare la forma-

zione in un’azione concreta, tramite il coinvolgimento dei cittadini, forza motrice e pun-to di arrivo dell’evento.

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7Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Confagricoltura, eletta presidente provinciale Eugenia Bergamaschi

Una donna al vertice di Confagricoltura Modena. L’im-prenditrice Euge-

nia Bergamaschi è la nuova Presidente dell’Associazione degli agricoltori modenesi. L’elezione ha avuto luogo nel-la mattinata di oggi, venerdì 18 novembre, all’azienda agri-turistica “La Lupa” di Castel-franco Emilia. Modenese di 49 anni, la Bergamaschi è sta-ta eletta con voto unanime dai soci dell’Associazione riuniti in assemblea. «Le sfide che il mondo agri-colo deve affrontare – spiega la neopresidente di Confa-gricoltura Modena – in que-sto momento così difficile sia per l’economia nazionale che per quella mondiale so-

Una donna al verticeAgricoltura

no tante, ma le nostre priorità sono la difesa della proprietà e del diritto di impresa, per-ché ritengo che i nostri as-sociati abbiano il diritto di fare liberamente all’interno delle proprie imprese le scelte più opportune. Il compito di Confagricoltura è quello di aiutarli a portare avanti queste scelte, aiutarli a sviluppare le proprie aziende, farle crescere e farle guadagnare. Non si può fare a meno dell’agricoltura – sottolinea la Bergamschi – e dicendo questo non penso solo a Modena, ma a tutto il territorio nazionale. L’econo-mia mondiale non può fare a meno dell’agricoltura. Con-vinzione mia e di tutta la mia organizzazione sindacale è che l’agricoltura deve ritor-nare al centro dell’economia. È necessario, soprattutto in questi momenti di grande dif-

ficoltà, riscoprire i reali valori dell’agricoltura e le imprese agricole, e dare loro quell’im-portanza che hanno sempre avuto e che ancora continuano ad avere». La neopresidente ha poi parlato dell’altro gran-de tema d’interesse della gior-nata, ovvero la presentazione della nuova società Credito Fertile: «In questo momento il credito è un tasto dolente per tutte le imprese, non solo per quelle agricole. Confagri-coltura nazionale ha sentito l’esigenza di venire incontro ai propri associati e dare lo-ro indicazioni per affrontare meglio quello che è il mondo bancario. Per questo è sta-ta creata la struttura Credito Fertile, un progetto che è par-tito in Emilia Romagna, ma che se continuerà a dare buoni risultati verrà allargato a tutto il territorio nazionale. »

Firmato un accordoper l’ambienteFar conoscere l’agricoltura locale e i suoi prodotti ai cittadini

modenesi, promuovere l’educazione ambientale ed alimen-tare, favorire l’utilizzo di prodotti agroalimentari locali nei

servizi di ristorazione collettiva come mezzo per creare un legame tra cittadini e territorio, stimolare l’attenzione al risparmio idrico ed energetico in agricoltura, sostenere le produzioni locali a km zero attraverso la costituzione di gruppi di acquisto e gruppi di offerta in cui il legame tra cittadino e produttore sia protagonista. Sono que-ste alcune delle azioni previste dall’accordo volontario di Agenda 21 sottoscritto tra Comune di Modena e Coldiretti.“Coldiretti Modena è uno dei portatori d’interesse che partecipa at-tivamente al Forum Agenda 21 Modena - spiega l’assessore all’Am-biente, Simona Arletti -. L’accordo firmato mira alla promozione dell’educazione alimentare ed ambientale del cittadino-consu-matore realizzando occasioni di conoscenza e di partecipazione culturale con particolar riguardo alla filiera corta e alla promozio-ne di corretti stili di vita alimen-tare”. “Coldiretti - sottolinea il Presidente di Modena Maurizio Gianaroli - è una forza sociale che rappresenta le imprese agri-cole e valorizza l’agricoltura come risorsa economica, umana ed am-bientale e ha scelto l’alleanza con i cittadini come via privilegiata per la difesa degli interessi comuni in tema di qualità alimentare, ambiente e tradizione. Questo protocollo è dunque per noi un passo fondamentale per la realizzazione del nostro progetto per il Paese. Progetto che si realizza attraverso i Mercati di Campagna Amica e le Botteghe di Campagna Amica. Una rete, che nella sola provincia di Modena conta 70 punti vendita, in grado di dare risposte concrete alle imprese agricole, ai consumatori, alle istituzioni in tema di qua-lità, sicurezza alimentare e ambiente perché i prodotti a Km 0 non dovendo percorrere grosse distanze per arrivare sulle tavole, riduco-no abbondantemente l’impatto inquinante dei trasporti”.

Coldiretti

Nell’occasione ha parlato anche il presidente uscente di Confagricolura Modena, Alberto Dallari Bondani-ni: «Lascio un’associazione molto viva, come dimostra il gran numero di partecipanti a questa assemblea. È un’as-sociazione molto attiva nel tessuto economico modenese e molto unita. La successione della carica è avvenuta infatti in perfetta e assoluta armonia. Rimangono tante le proble-matiche aperte, ma sono con-vinto che la nuova presidente, che stimo molto, provvederà a risolverle».Eugenia Bergamaschi è nata e residente a Modena, in una casa inserita all’interno del’a-zienda agricola stessa. Vive con il marito e due bambine, di cui i coniugi Canali e Ber-gamaschi sono affidatari. E’ stata vice presidente di Con-fagricoltura Modena.

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8 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

I dati sugli stranieri nati in ItaliaMa quanti sono i minori immigrati nati in Italia e

residenti nel territorio della nostra provincia? I dati forniti dall’osservatorio statistico della Provincia di

Modena parlano di 14.700 stranieri residenti nati in Italia a inizio 2011, oltre un migliaio in più rispetto all’anno prece-dente (+ 1.180, cioè + 8,7%). Si tratta della seconda genera-zione di immigrati e sono circa il 16,5 per cento del totale dei residenti stranieri. E visto che il fenomeno migratorio a Modena è relativamente recente si può ipotizzare che si tratti per la quasi totalità di cittadini minorenni. I nati in Italia da stranieri, inoltre, costituiscono la componente più rilevante dell’aumento complessivo dei minori di cittadinanza straniera che, al 1 gennaio 2011, erano 21.793 (+6,8% rispetto all’anno precedente) e rappresentano circa un quarto della popolazio-ne straniera.Nel 2010 a Modena sono nati 1.858 bambini da cittadini stranieri (il 26% delle nascite, una su quattro), tra gli stranieri, quindi, la propensione alla natalità è più alta che tra gli italia-ni, più del doppio: 21,6 nati ogni mille stranieri residenti con-tro 10,2 ogni mille italiani residenti. Il fenomeno contribuisce all’innalzamento del tasso generale di natalità che nel 2010 è stato di 11,4 nati ogni mille residenti.Venendo alla scuola nell’ultimo anno scolastico (2010\11) erano iscritti alle scuole elementari, 5.418 studenti stranie-ri (16,8% sul totale degli studenti), alle scuole medie 3.156 stranieri (16,5% sul totale degli iscritti), alle superiori 3.619 stranieri (12,2 per cento). Dieci anni prima, nel 2000, alle elementari erano 1.515 (5,7% sugli studenti), alle medie 846 (5,6% sugli studenti), alle superiori 545 (2,4 per cento sugli studenti).

Bilanci in salita

Chiudere il bilancio? Questione da equi-libristi. Non stiamo parlando del circo,

ma dei conti che gli enti locali devono fare, in tempi di crisi profonda e di tagli a più non posso, per far stare insieme il rigore necessario (e i tagli alla spesa) con il livello di welfare necessario. “La stella polare che ci guida sono le esigenze delle fasce più in difficoltà – spiega Fernando Ferioli, sin-daco di Finale Emilia – ma possiamo pensare a un Comu-ne che, come trenta anni fa, venga incontro alle esigenze e alle richieste di tutti. Purtrop-po è molto difficile chiudere il bilancio, i trasferimenti calano (in due anni, a Finale, sono

La parola ai sindaci: le difficoltà di far quadrare i conti con il welfare locale

stati tagliati di un milione di euro) e comunque prendiamo in carico servizi, come quelli educativi e scolastici o per i disabili, che non sarebbero di nostra esclusiva competenza. Uno zoccolo duro di welfare intangibile occorre mantener-lo, anche se sappiamo bene che qualche sacrificio dovremo chiederlo ai cittadini, in par-ticolare per i costi dei servizi

Politica

Caritas italiana esprime soddisfazione sulla proposta per la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia

L’Italia sono anch’io

Grande è la soddi-sfazione di Ca-ritas italiana per la dichiarazione

del presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano a favore della cittadinanza ita-liana ai figli degli immigrati che nascono o giungono in Italia in tenera età. “Questo pronunciamento dà bellezza alle iniziative della Campa-gna ‘L’Italia sono anch’io’ che portiamo avanti insieme a diverse realtà impegnate non ideologicamente a fianco de-gli immigrati” dichiara mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana. Il suo auspicio “è che si metta mano, in ma-niera seria, graduale e respon-sabile ad una legge concreta, rivedendo e ritoccando quei provvedimenti che finora non hanno facilitato l’integrazione dei figli degli immigrati nel-la società italiana”. Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas ita-liana, ricorda che la Campagna “L’Italia sono anch’io” sta rac-cogliendo migliaia e migliaia di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta la concessione della cittadinanza secondo il princi-pio dello “ius soli” e non “ius sanguinis” come vige ora, solo al compimento del 18° anno di età. La proposta di legge chie-de, inoltre, di ridurre il periodo di permanenza in Italia per la concessione della cittadinanza a 5 anni (anziché 10) e dare il diritto di voto amministrativo agli immigrati. “E’ giusto che anche chi non vuole diventare cittadino italiano – commenta Forti – abbia il diritto di po-ter scegliere chi farà scelte per lui, come accade in quasi tutti i Paesi europei. Su questo tema si dibatte da anni, ci sono tan-te proposte di legge in Parla-mento. Speriamo ora vengano superate le resistenze di certi schieramenti, che rischiano di non fare i conti con la realtà”.

alla persona che oggi sono in-feriori rispetto ad altri comuni della zona”. Ferioli conclude: “Dobbiamo combattere gli sprechi e i furbetti che se ne approfittano, mentre chi è in difficoltà deve e può rivolger-si ai servizi sociali, e poi agire sul risparmio energetico che può portare frutti molto inte-ressanti in termini di minori spese”.Da un Comune di 15mila abi-tanti nell’Area Nord a Mode-na. Giorgio Pighi puntualizza: “Di fronte alla grave situazione dei conti pubblici ridurremo il più possibile la spesa senza intaccare il sistema comples-sivo di welfare, fondamentale per la coesione sociale, e solo dopo aver fatto tutto il possi-bile vedremo come intervenire sulla leva fiscale, strumento comunque da utilizzare con la massima equità”. La base è sempre quella, salvaguardare il più possibile i servizi essenzia-li per bambini, anziani, disabili e in generale per le categoria meno tutelate.

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9Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Missioni

La condivisione del dono della missione: l’esperienza dei giovani di Portile in Benin

Tre settimane in AfricaUn gruppo di gio-

vani della par-rocchia di Portile accompagnati dal

parroco don Fernando han-no quest’anno deciso di in-traprendere un’esperienza missionaria presso le suore del Sacro Cuore di Gesù in Benin, un piccolo stato

dell’Africa. A loro si sono presto aggiunti alcuni amici da Modena e dintorni cre-ando un gruppo eterogeneo, ma compatto e determinato a mettersi in gioco in que-sta esperienza. Importante è stata la preparazione prima della partenza guidata da un lato dal centro Missionario di Modena e dall’altro da suor Carmen, missionaria mode-nese per trent’anni in Benin.“L’accoglienza, semplice e spontanea che c’è stata riser-vata fin dal nostro arrivo da suor Angela, suor Clemence e da suor Clementine – spiega-no i giovani che hanno parte-cipato a questa esperienza - è

Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno.

Le tue radici, il tuo futuro.

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1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina 1

stata la prima testimonianza dello spirito missionario che ha caratterizzato questi gior-ni di vita africana. Ci hanno trasmesso la gioia e l’entusia-smo con cui vivono ogni gior-no, l’importanza da riservare all’altro, l’amore e il rispetto del proprio popolo, tutto ba-sato su una forte fede vissuta quotidianamente. Le nostre giornate sono trascorse ve-locemente tra le numerose occasioni di incontro con le

comunità locali che le suore seguono e le visite per avvi-cinarci alla cultura beninese, cogliendone sia la ricchezza che le difficoltà. Abbiamo potuto riflettere sulla situa-zione della Chiesa e della spi-ritualità del Benin, attraverso le testimonianze di un padre domenicano missionario a Cotonou e del parroco del paese natale di suor Angela, oltre che alle numerose cele-brazioni a cui abbiamo par-tecipato. Inoltre, grazie alla presenza delle suore abbiamo potuto confrontarci anche con la religione voodoo, mol-to presente nel Paese e che abbiamo potuto cogliere vi-

sitando i loro templi. Abbia-mo visitato la Porta del Non Ritorno, il punto più grande di partenza in tutta l’Africa della tratta degli schiavi, che ci ha portato a riflettere sul fenomeno della schiavitù e la dignità umana violata.Le visite che hanno avuto su di noi un maggior impat-to emotivo sono state quella alla maternitè e all’orfanotro-fio, dove ci siamo avvicinati concretamente alla precarietà

dell’assistenza sa-nitaria e delle con-dizioni igieniche, che toccano la par-te più debole della popolazione, ovve-ro i bambini e le donne.Ma quello che ha riempito di più i nostri cuori sono state le occasioni in cui abbiamo potuto stare con la popo-lazione: i momenti di danza usciti dal-la s.Messa, le occa-sioni di gioco con i bambini e le me-

rende insieme, il lavoro con un gruppo di pescatori, l’in-contro con le persone malate a cui le suore prestano aiuto, le passeggiate ai villaggi…In altre giornate abbiamo cercato di dare un aiuto con opere di manutenzione all’a-bitazione che ci ospitava sfruttando le nostre capacità ma soprattutto la buona vo-lontà: abbiamo potato la folta siepe spinosa che fa da guar-dia all’abitazione, ci siamo trasformati in abili imbian-chini per pitturare il muro esterno della casa, abbiamo riportato a nuovo le porte e le vetrate del santuario. Non so-no mancati anche i momenti

“Riconciliati, nella pacee nella giustizia”La Chiesa in Benin ha

ricevuto molto dai mis-sionari: essa deve a sua

volta recare questo messaggio di speranza ai popoli che non conoscono o non conoscono più il Signore Gesù”. Lo ha detto Benedetto XVI, nella messa allo Stadio dell’amicizia a Cotonou, durante l’ultimo giorno del viaggio apostolico in Benin, lo scorso fine set-

Il viaggio di Benedetto XVI in Benin

“ timana. Il Papa ha invitato a preoccuparsi per “l’evange-lizzazione” in Benin, Africa e nel mondo intero. “Uomo di speranza, il cristiano non si può disinteressare dei propri fratelli e sorelle – ha chiarito -. Questo sarebbe in aperta contraddizione con il compor-tamento di Gesù. Il cristiano è un costruttore instancabile di comunione, di pace e di soli-

darietà, doni che Gesù stesso ci ha fatto”. “Possano gli afri-cani vivere riconciliati nella pace e nella giustizia!. Ecco l’augurio che formulo con fi-ducia e speranza prima di la-sciare il Benin e il Continente africano”, ha concluso il Papa, incoraggiando anche “l’intero Continente a essere sempre di più sale della terra e luce del mondo”.

formativi per il gruppo: sot-to la giuda di don Fernando abbiamo esplorato e cercato di interpretare l’ultima enci-clica di papa Benedetto XVI “Caritas in Veritate”, da cui abbiamo preso spunto per ri-flettere sul rapporto tra Dio, uomo e mondo, tematica che fin troppo bene si sposa con l’essenza della nostra avven-tura. Dopo un profondo e serio confronto abbiamo tra l’altro deciso di far divenire

questi incontri solo un punto di partenza per un percorso formativo più ampio riguar-dante la Dottrina sociale della Chiesa in ottica missio-naria che speriamo potremo portare avanti nel corso di tutto l’anno 2011-2012 con la diocesi di Modena.Tre settimane sono state po-che ma significative: ognuno di noi è rientrato con inter-rogativi, spunti di riflessione, scoperte e il desiderio di dare

continuità a questa esperien-za anche nel quotidiano, con una maggiore coscienza del mondo e della sua globalità, ma soprattutto con la consa-pevolezza che l’uomo, guida-to da Dio, si realizza vivendo la propria umanità. Ringra-ziamo di cuore – concludo-no i ragazzi di Portile - suor Carmen, suor Angela, suor Clementine e suor Clemence e tutte le suore beninesi che abbiamo incontrato”.

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10 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Un premio Nobel al FerrariGiovedì 24 novembre dalle 10 Lech Walesa all’auditorium Marco Biagi

Crisi economica. Disoccupazione. Default. Indigna-zione. Salvataggio

di Stati. Governi tecnici. Che spazio può ancora occupare la

Incontri

Dov’è il cuore della festa?

Mercoledì 16 no-vembre presso la parrocchia del S. Cuore (Sacca) si

è tenuto il secondo incontro del vicariato Crocetta - S. Lazzaro rivolto agli adulti; ospite d’ecce-zione don Paolo Tomatis della diocesi di Torino, tema: “La li-turgia cuore della festa”. Bis di successo per la partecipazione che ha superato le 250 persone, segno, forse, di un tema sentito e di una “formula”, quella vica-riale, che incontra i desideri e le aspettative della gente.L’incontro è partito da alcune domande comuni: “Che senso ha far festa in tempo di crisi?”, “Quanto è vero per i cristiani che, senza messa, la domenica non è più festa?”, “La liturgia

Quando la liturgia fa nascere la Chiesa. Incontro con don Paolo Tomatis organizzato dal vicariato Crocetta-San Lazzaro

• enrico artioLi

è un’esperienza intellettuale o coinvolge anche nel corpo e nei sensi?”, “La Eucaristia è intimi-tà o comunione? Festa e canto o raccoglimento e silenzio? Os-servanza di gesti devozionistici o esperienza viva di incontro?”Don Paolo ha esordito ricor-dando come la festa, fino a non

molto tempo fa, fosse un mo-mento “protetto” dalla saggezza popolare con tutta una serie di accorgimenti e abitudini che oggi si vanno perdendo e che bisognerebbe rinnovare per-ché, in particolare nei confronti dei più piccoli, non basta “dire” facciamo festa, occorre creare

le condizioni perché essa possa esser-ci. In questo senso la vera festa coin-volge tutto il nostro essere, non solo lo spirito, ma anche il cor-po e, con esso, i sensi. I sensi, che denotano la “fisicità” ed il “bisogno” d e l l ’ u o m o, d i v e n t a n o mezzo per dar voce al suo “deside-rio” di un di più di vita, un

desiderio di relazione e di co-munione. La festa è l’incontro dei sensi col “senso”.Nella liturgia la festa si sviluppa secondo una dinamica “pasqua-le” nella terna subordinazione-ascesi (rinuncia a qualcosa in vista di un “bene”), integrazio-ne-rito (dove ogni cosa trova

misura e composizione) e tra-sfigurazione-festa (l’ordinario e il quotidiano sublimano nella bellezza e nella straordinarietà).La liturgia, con le sue regole, è il momento della “concentrazione simbolica”, una vera e propria arte di equilibrio di opposti: non è infatti spontaneismo né narcisismo, non è estetismo né improvvisazione.Il percorso vi-cariale sta aven-do un successo inatteso non so-lo, come detto, in termini di partecipazione, ma anche nelle ricadute pasto-rali all’interno delle comunità parrocchiali; di-verse parrocchie infatti stanno affiancando la proposta vicaria-le con incontri specifici che ri-prendono i temi trattati per rime-ditarli ed adat-

“solidarietà” in Europa e nel mondo? Se ne parla giovedì 24 novem-bre nel corso del convegno internazionale con il premio Nobel per la pace Lech Walesa, fondatore e leader storico del sindacato Solidarnosc. L’in-contro che ha luogo a partire dalle 10 all’Auditorium Marco Biagi (largo Marco Biagi 10 a Modena) è promosso dal Cen-

tro culturale Francesco Luigi Ferrari in collaborazione con la Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Modena.All’incontro, promosso nell’ambito del progetto “Il potere dell’amore” per il 75° anniversario della morte di Francesco Luigi Ferrari, pro-tagonista significativo della scena politica, sociale e cul-turale italiana ed europea nei

primi decenni del Novecento, è presente anche il segretario nazionale della Cisl, Raffae-le Bonanni. Porta un saluto anche il vicepresidente della Fondazione Cassa di Rispar-mio di Modena, Massimo Giusti. Introduce i lavori il presidente del Centro Ferrari Gianpietro Cavazza.Lech Walesa ha recitato un ruolo fondamentale nell’oppo-

sizione al regime filosovietico polacco, determinandone la crisi; fu insignito del Premio Nobel per la pace nel 1983 e, in seguito alla caduta del muro di Berlino, nel 1990, assunse il ruolo di Presidente della Re-pubblica, carica che mantenne per cinque anni, fino al 1995. In questo momento storico per l’Europa e per il mondo, a Wa-lesa è stato chiesto di racconta-

re, in base alla sua esperienza, quanto ha pesato e quanto pesa ancora la solidarietà nella sua vita, quale forza innovatrice è riuscita a produrre e con quali frutti. Il Premio Nobel raccon-terà, in base al suo personale osservatorio, quanto è presente la solidarietà a livello europeo ed internazionale e soprattutto se è un valore che può dare an-cora dei frutti e quali.

Un aiuto per non dimenticareHaltea servizi è un’azienda modenese che offre ai propri clienti servizi di manutenzione e cura di lapidi e cappelle di famiglia

Una persona è veramente morta quando la ricordiamo soltanto il giorno della comme-morazione dei defunti. È questo il pensiero che guida l’attività di Haltea servizi, l’azien-

da che opera su tutto il territorio emiliano prendendosi cura e mantenendo costantemente in ordine lapidi e cappelle di famiglia con la posa di fiori e piante. Haltea servizi aiuta i propri clienti a non lasciare soli i cari venuti a mancare, grazie a personale qualificato e con una formazione specifica. Il rispetto della sensibilità re-ligiosa dei clienti, la garanzia di qualità e la sicurezza del lavoro svolto sono alcune delle peculiarità di Haltea servizi, che unite ai prezzi contenuti e alla certezza dei costi fanno dell’azienda un punto di riferimento. La frequenza del cambio fiori e della pulizia va concordata con i clienti in base alle esigenze di ciascuno, pertanto ogni contratto è personalizzato. “Purtroppo – spiega Paolo Smerieri di Haltea - abbia-mo potuto constatare in questi anni un aumento con-siderevole della concorrenza sleale da parte di persone

che effettuano pulizia delle lapidi cimiteriali senza rego-lari contratti, non di rado in nero, senza garantire il ser-vizio. Non è possibile lavorare in questo modo, perché si alimentano comportamenti iniqui a danno delle aziende serie, come Haltea servizi appunto, e in generale a danno della collettività per il mancato gettito di imposte”.Haltea servizi si attiene scrupolosamente alle norme del sistema qualità ISO9001 per garantire la qualità, l’effi-cienza e il controllo della buona esecuzione dei servizi (direttamente attraverso il portale web www.haltea.net) ed è per questo che l’azienda continua ad investire risorse sulla qualità dei servizi e sulla formazione del personale. Nella gestione del servizio vengono messi a disposizio-ne del cliente strumenti che gli permettono un riscon-tro della regolare esecuzione (un UserID e una password personali assegnati nel momento della stipulazione del contratto attraverso i quali accedere all’area riservata del sito), mentre per quanto riguarda le attrezzature Haltea servizi dispone di automezzi attrezzati per il trasporto di fiori e carrelli specifici utilizzati per il servizio di pulizie

e trasporto fiori all’interno del cimitero. Inoltre Haltea servizi realizza tombe posa in terra personalizzate in stile anglosassone, con un risparmio superiore all’85% rispetto ad una lapide normale costruita in marmo o granito.A differenza di altre aziende, Haltea servizi ha sempre dimostrato in tutti questi anni la propria professionali-tà, sia nei confronti dei clienti che dei dipendenti, ga-rantendo un servizio costante e sempre all’altezza. Haltea servizi ha stipulato con le più importanti asso-ciazioni interessanti convenzioni a favore dei loro as-sociati, così pure per gli abbonati e i lettori di Nostro Tempo. Inoltre Haltea servizi svolge attività presso i ci-miteri di tutte le Province dell’Emilia Romagna, le sedi sono:Carpi in via Meloni di Quartirolo 16 (telefono 059644944, fax 059645212);Modena in via Degli Schiocchi 12 (telefono 059230681).E-mail: [email protected] www.haltea.net

tarli alla propria realtà e questo, forse, è il senso più proprio dell’attività vicariale: proporre e stimolare le comunità parroc-chiali a percorrere un cammino su strade comuni.Il prossimo incontro si ter-rà giovedì 1 dicembre alle 21 nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista.

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11Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

dalla Città

Educatori in camminoAl via il primo incontro del percorso vicariale

Lunedì 14 no-vembre si è te-nuto presso la parrocchia Ma-

donnina il primo incontro del ciclo vicariale “Edu-catori in cammino”. Una cinquantina di educatori dei gruppi giovanili delle parrocchie del vicariato S. Faustino-Madonnina ha incontrato Giuseppe Mu-las, responsabile dei gio-vani Aclisti modenesi, per una riflessione su “Il lavoro come servizio e come vo-cazione”. Mulas ha messo in evidenza come l’odierna crisi economica sia il frut-

Acae in festa per i suoi primi trent’anni di vita

L ’Acae, Associa-zione cristiana attività espressi-ve, che dal 1981

opera a sostegno di ragaz-zi disabili e delle loro fa-miglie, creando occasioni di attività lavorativa con commesse di lavoro da parte di diverse imprese ed Enti della nostra città, ha festeggiato domenica 13 novembre i 30 anni di vita. La giornata ha avuto un programma denso di momenti significativi, pri-

Lingua italiana ed educazione civica: il corso del CifLa conoscenza delle basi

della lingua italiana è fondamentale per l’in-

tegrazione degli immigrati e per il loro inserimento nel tes-suto sociale e nel mondo del lavoro: è nell’ambito di tale consapevolezza che ha avuto inizio ai primi di novembre il quinto anno del corso di Ita-liano ed Educazione Civica per persone straniere, organiz-zato dal Centro italiano fem-minile. Il corso, gratuito ed aperto a tutti, si tiene da novembre a giugno il mercoledì, giovedì e venerdì, ed è tenuto da in-

Dedicato alle persone straniere, con servizio di baby sitter

• paoLo Boschini

L’associazione opera a sostegno dei ragazzi disabili

to di una più profonda cri-si della nostra società e dei suoi valori. La conseguenza più devastante di questa cri-si sui giovani è che essi “non sono precari, ma si sentono precari”. Il naturale protago-nismo giovanile viene depo-tenziato sul nascere perché, per difendersi dalla preca-rietà, i giovani tendono a “spacchettare la realtà”, con-centrandosi su esperienze e messaggi settoriali e perden-do la visione d’insieme. Cala così la loro tensione verso una società giusta per tutti, in cui “la dignità dell’uomo valga più del denaro”. An-che l’esperienza del lavoro si impoverisce di solidarie-tà, perché i giovani lavora-

tori precari sono spesso in guerra gli uni contro gli altri. Così “un lavoro senza valori è un furto di speranza per la società” e specialmente per i giovani, perché la speranza nasce dai valori dell’uomo. “Anche se sono difficili da vedere – ha concluso Mu-las – i valori persistono nel mondo del lavoro e chiedo-no ai giovani di accoglierli e viverli con le nostre piccole mani”. Questo vale in modo particolare per i cristiani che, come ha affermato il card. Bertone all’ultimo conve-gno nazionale delle ACLI, “vivono la loro vocazione al lavoro come ‘l’attuazione laica del disegno di Dio’”. Nell’approfondimento dei

lavori di gruppo è emersa l’esigenza di allargare il con-cetto di lavoro, includendo nell’idea di occupazione anche attività tipicamen-te giovanili come lo studio. La vocazione e il servizio dei cristiani alla società del lavoro comincia con il so-stegno allo studio per i ra-gazzi che fanno più fatica. Si è poi notato come la parola “crisi” sia entrata prepoten-temente nelle nostre messe e nei nostri gruppi, anche se

le risposte che essa sta ispi-rando sono ancora di tipo prevalentemente assisten-zialistico e vengono portate avanti più dagli adulti che dai giovani. Infine, si è riflet-tuto sul significato che per i cristiani ha il lavoro come diritto fondamentale sancito dall’art.1 della nostra Costi-tuzione. Lo si è inteso come un principio etico non ne-goziabile, al pari della tutela della vita e dell’impegno per la pace e per la giustizia. “Se

segnanti volontarie associate al Cif assieme ad una media-trice culturale. I partecipanti, di diverse etnie, sono divisi in gruppi a seconda delle cono-scenze pregresse per favorire la socializzazione. L’associazione modenese ha avviato la quinta edizione di questa attività con oltre cento iscritti: un numero importan-te, se unito alle oltre 14mila ore-studente realizzate duran-te i primi quattro anni di at-tività.Per favorire le partecipazione femminile al corso, quest’anno il Cif gestisce anche il servizio

di baby sitter con la custodia dei bambini delle mamme frequentanti. Inoltre, è in cor-so la firma di una convenzio-ne con il Centro territoriale permanente per l’educazione degli adulti di Modena e la direzione didattica X Circo-lo di Modena per effettuare le prove di esame presso la sede del corso. Si tratta di due azioni importanti, diret-te contro la discriminazione della lingua cui sono sogget-te molte donne immigrate a causa della maternità. Per informazioni: tel. 059 223086.

mo tra tutti la S. Messa cele-brata da don Gianni Braglia e da don Sergio Mantovani, come ringraziamento al Si-gnore per il cammino fatto insieme, chiedendoGli an-che la forza, la concordia e la speranza per proseguire. Ab-biamo ricordato i tanti ami-ci dell’Acae che sono già in Cielo ed abbiamo salutato i tanti amici che sono arrivati (… fin da Istanbul!!!) per fa-re festa insieme. Mons. Lan-franchi con il suo messaggio, letto al termine della Messa, ha benedetto questo gruppo di ragazzi e le loro famiglie, definendolo “piccola perla preziosa al cuore di Cristo e alla Chiesa di Modena”. Il pranzo squisito è stato alle-stito dalla ditta Mario Neri, sempre sensibile e disponi-bile, che ci ha ospitato per

l’intera giornata nella sua prestigiosa sede di Villa Cesi. Abbiamo poi avuto la visita della famiglia Pavironica che nel suo sproloquio non ha ri-sparmiato nessuno, ed infine uno spettacolo rappresentato dai ragazzi stessi, da tempo riuniti anche artisticamente nell’Acae Band, dove nel fare musica e nella recitazione si cerca di raggiungere l’espres-sività e la comunicazione che sono tra le finalità primarie dell’associazione stessa. In occasione della festa è stato distribuito un libro che rac-conta questi trent’anni, con fotografie e testimonianze dei ragazzi stessi.Questa giornata è stata in-dimenticabile e benedetta, perché il contributo di tanti, di tutti, ha favorito la gioia reciproca. Tanti auguri Acae!

viene meno il lavoro, dove ti realizzi come persona?” concludeva una delle edu-catrici parrocchiali pre-senti. Il prossimo incontro del percorso vicariale “Edu-catori in cammino” si svolgerà martedì 10 gen-naio presso la parrocchia S. Faustino sul tema “La festa in famiglia: più essere che fare”, guidato dai co-niugi Raffaella e Gabriele Benatti.

Un cenacolo apertoIl rapporto, non sempre sere-

no, tra Rosmini e Tommaso d’Acquino (o, meglio, tra

i rosminiani e i tomisti) trova una sua riconciliazione grazie al cenacolo Rosminiano emilia-no, il primo cenacolo regionale di questo genere, ‘battezzato’ a Modena con due incon-tri, alla Madonnina e alla camera di Commercio. Ispiratore del cenacolo don Fernando Bellel-li, che è stato affiancato nella presentazione dal professor Marcus Krien-ke e da Emmanuele Morandi, dell’Istituto modenesi studi Tomi-stici, che hanno tenuto una relazione nella pre-sentazione del neonato cenacolo. Dopo l’inaugurazione del Cenacolo Rosminia-no modenese, c’è stato il passaggio alla Camera di Commercio per “Intrecci

Nato a Modena il cenacolo Rosminiano

di verità: Tommaso D’Aquino e Antonio Rosmini”: dopo la presentazione di Marco Savioli, sono intervenuti Giuseppe Bar-zaghi del centro Filosofico Do-menicano di Bologna e padre Umberto Muratore del centro Internazionale di Studi Ro-

sminiani di Stresa. L’appun-tamento è stato patrocinato e sostenuto dal Rosmini In-stitute in collaborazione con l’Istituto Filosofico Studi To-mistici di Bologna e il Cen-tro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa.

• simona LeoneLLi

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12 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

dalla Pianura

Mariapia Branchi Villanova

Grazie alla terra

Domenica 27 novembre la comunità di Villanova si ri-unirà accanto al parroco don Geraldo Gomes per cele-brare, “nel rispetto della terra che Iddio ci ha affidato”

come ha ribadito Papa Bendetto XVI, la fine dell’annata agraria. In chiesa dalle ore 10 e a seguire nel salone annesso si ricorde-ranno i parroci–benefattori del secolo scorso. Si tratta di don Emidio Ferraguti (costruttore delle grandi navate gotico-ro-maniche fra il 1912 ed il 1937), don Goffredo Polacchini (che volle la scuola materna fra il 1938 e il 1971) e don Sesto Serri, parroco dal 1972 al 2002 (anno della scomparsa), che ha dato vita al “Museo dei presepi d’arte” e al “Parco della Pace”.Nell’occasione, grazie all’impegno dei volontari e del gruppo Caritas locale, verrà organizzata una grande tavolata per il pran-zo del ringraziamento, anche per portare un segno d’amicizia fraterna agli ospiti della Casa della Carità, avviata esattamente 70 anni fa a Fontanaluccia in Val Dolo dal Servo di Dio don Mario Prandi.

I Lapilli sono tornatiDopo quello riservato ai ragazzi delle medie, a Soliera è attivo anche il doposcuola parrocchiale per i bambini delle elementari

Dopo il vulcano, ecco i lapilli. È partito questa settimana a Solie-

ra il doposcuola per i bambini delle elementari, organizzato dalla parrocchia di San Gio-vanni Battista e denominato “Lapilli”, come i frammenti di lava che vengono espulsi dal vulcano in eruzione. Già da inizio ottobre è attivo il doposcuola per i ragazzi del-la scuola media (il “Vulcano”, appunto, che vede la parte-cipazione di una ventina di studenti) e dal 22 novembre, ogni martedì e giovedì dalle 15 alle 18, anche i più piccoli possono usufruire del servizio.«Dopo dieci anni – spiega don Antonio Manfredini, parroco di Soliera – possiamo dire che questa è davvero un’esperien-za straordinaria, nella quale la nostra parrocchia è piena-mente inserita nel contesto

• Luca BeLtrami

Due libri, una storiaA Nonantola presentazione dei volumi di Silvia Stefani e Mariapia Branchi, che ricostruiscono il passato dell’Abbazia benedettina

Il Centro studi storici e l’Archivio abbaziale di Nonantola organizzano due incontri alla sala

Verde del Palazzo abbazia-le per presentare altrettanti volumi legati alla storia del territorio nonantolano. Venerdì 25 novembre alle ore 21 don Riccardo Fanga-rezzi, direttore dell’Archivio abbaziale, presenterà il volu-me “Documenti processuali del secolo XII a Nonantola fra storia e letteratura” di Sil-via Stefani.In questa inedita ricerca, l’autrice nonantolana (37 anni e una laurea in Lette-re Classiche all’Ateneo di Parma con una tesi in Sto-ria della letteratura latina medievale) dopo una parte iniziale dedicata allo stu-dio delle vicende storiche relative allo scriptorium ed alla biblioteca dell’Abbazia benedettina, illustra gli 85 codici ritrovati legati al mo-nastero nonantolano ed oggi conservati, oltre ai tre ancora

• Franco mantovi

educativo del territorio. L’edu-cazione è una priorità dei nostri tempi, come ha sottolineato più volte l’arcivescovo Lanfranchi, l’ultima nella lettera pastorale dedicata alla festa e al lavoro. Non è solo una formazione cri-stiana quella che vogliamo da-re, ma anche umana. In questa direzione mi sembra opportuno evidenziare la collaborazione esistente tra la parrocchia e il Comune di Soliera, insieme per raggiungere un obiettivo comune: l’educazione dei propri giovani».A conferma del buon operato degli educatori del dopo scuo-la di San Giovanni Battista c’è una mail inviata in parrocchia dalla responsabile del Servizio Sociale del Comune di Solie-ra, Ramona Vai, nella quale si auspicava il proseguimento dell’attività: «Oltre al concre-to aiuto dato dalla Caritas alle famiglie in difficoltà economi-ca, tanti bambini appartenenti a nuclei familiari in difficoltà hanno potuto trovare nelle at-tività educative del Vulcano e dei Lapilli una risposta concre-ta ai loro bisogni psicologici ed

educativi. Riteniamo – scrive la dottt.ssa Vai – che costruire progetti per i bambini equivalga

a costruire basi per il futuro. A tale proposito i Lapilli sono uno strumento che aiuta a costruire

competenze durante la frequen-za delle scuole elementari».L’anno scorso i bambini che hanno frequentato il doposcuo-la “Lapilli” erano circa quindici, più o meno lo stesso numero di alunni atteso quest’anno: «Non solo l’Amministrazione co-munale, ma anche i genitori e la scuola elementare ci hanno chiesto di riprendere il lavoro iniziato negli anni scorsi – spie-ga Gloria Guerra, una delle educatrici responsabili del dopo scuola – e noi molto volentieri abbiamo accettato. Attraverso l’obiettivo primario di aiutare i ragazzi a fare i compiti pomeri-diani, cerchiamo di raggiunger-ne altri indiretti, come quello aiutarli a socializzare, integrarsi e fare amicizia in un contesto meno strutturato della scuola. Negli scorsi anni abbiamo avu-to anche situazioni complesse da gestire. Noi accogliamo tutti, a condizione che rispettino le regole del doposcuola». Gloria, che ha iniziato come volonta-ria e da sette anni è educatrice, spiega i cambiamenti del dopo-scuola rispetto allo scorso anno scolastico: «Vorremmo aumen-

nell’Archivio abbaziale, a Mo-dena, Bologna, Roma, Londra, Ginevra, Parigi, Bamberga e in altre località. L’interpretazione dei manoscritti ha permesso di ricostruire la storia cultu-rale dell’abbazia di Nonantola dalla fondazione al XII secolo. Ogni singola scheda, così co-me i testi di commento e di sintesi, si sono estesi ben oltre il taglio storico-artistico per affrontare con dovizia di par-ticolari gli aspetti codicologici, paleografici, contenutistici, li-turgici e storici, per un lavoro estremamente ricco e com-plesso. Il volume è completato con la riproduzione a colori di alcuni fogli, tra i più significa-tivi, per ogni codice.Giovedì 8 dicembre sempre alle ore 21 sarà la volta della presentazione del volume di

Mariapia Branchi “Lo scrip-torium e la biblioteca di Nonantola”, da parte di G i u s e p p a Z a n i c h e l -li, docente dell’Univer-sità di Saler-no. Attraverso la descrizione, la trascrizio-ne e l’analisi storico-giu-ridica di m a t e r i a l i processuali del XII se-colo, conser-vati presso l ’ A r c h i v i o a b b a z i a l e ,

Mariapia Branchi (laureata con lode nel 1989 in Storia dell’arte all’Università di Par-ma e oggi dottore di ricerca in Storia del’arte medievale pres-so il dipartimento di Conser-vazione dei beni culturali nello stesso ateneo) ricostruisce due cause relative a beni dell’Ab-bazia di Nonantola, l’una con-tro l’episcopato di Cremona, l’altra contro quello di Verona. Lo studio approfondito dei documenti restituisce un qua-dro delle modalità con cui il monastero, raggiunta la mas-sima espansione, amministra-

va i suoi vasti possedimenti e risolveva i problemi che ne derivavano: in primo luogo la difesa giuridica di ciò che ave-va accumulato nel corso dei secoli grazie alle generose do-nazioni dei suoi estimatori. Lo studio delle pergamene è stata anche un’occasione per studia-re la forma letteraria degli atti e delle sentenze che mette in luce non solo il costante cam-

biamento a cui il latino me-dioevale era sottoposto, ma anche la notevole differen-za che distingueva il latino letterario da quello parla-to. Infatti nei documenti ci si imbatte di volta in volta nella lingua dei popolani, in quella dei notai e nella prosa forense nitidissima di un cardinale giudice e degli esperti di diritto.

Silvia Stefani

tare i momenti di aggregazio-ne e festa, allargandoli anche alle famiglie. Siamo convinti che possano essere molto utili per i ragazzi e per noi, un’oc-casione preziosa di conoscen-za reciproca».I “Lapilli” possono contare sulla presenza di quattro edu-catori. Oltre a Gloria, lo staff comprende Alberto Giovan-nini, Giulia Luppi e Edera Vaccari, l’altra referente del progetto, che sottolinea l’im-portanza della relazione con i genitori: «Conoscere le fa-miglie ci aiuta a comprendere anche alcuni comportamenti dei ragazzi. Il calcio ad una sedia, l’aggressività verso gli altri o i silenzi possono essere meglio interpretati se si cono-sce la situazione globale del bambino. Attualmente sia-mo in quattro nella gestione del dopo scuola, – conclude Edera – ma il gruppo scout ha dato la sua disponibilità ad entrare a far parte del pro-getto». Un bel segnale per la parrocchia di Soliera, sempre più unita nel segno dell’edu-cazione.

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13Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

dalla Pedemontana

Mabic, più di una bibliotecaSi chiama MABIC,

che sta per Maranello Biblioteca Cultura, il nuovo centro polifun-

zionale made in Arata Isozaki inaugurato nei giorni scorsi. Si tratta del nuovo spazio per la biblioteca e la cultura di Ma-ranello che ha aperto i battenti lo scorso 19 novembre con una cerimonia a cui ha preso parte anche lo scrittore modenese Valerio Massimo Manfredi. Un luogo dai contenuti e dagli spazi innovativi: al piano terra la biblioteca vera e propria in grado di raccogliere le esigen-ze di cittadini di tutte le età (spazi per bambini e ragazzi, emeroteca, postazioni Inter-net, spazio per il Consorzio Maranello Terra del Mito), al piano di sotto un’ampia sala destinata ad ospitare incontri, mostre, presentazioni di libri, oltre a spazi per fonoteca e vi-deoteca. “Nel 2007 abbiamo indetto un concorso internazionale per la progettazione della nuova biblioteca, a cui hanno par-tecipato circa 150 proposte, - afferma il sindaco Lucia Bursi - Il progetto presentato dallo studio di Arata Isozaki, uno degli architetti contemporanei

A Maranello un nuovo centro polifunzionale firmato Arata Isozaki

• marceLLa caLuzzi

Formigine

Al via il progetto‘Antichi Mestieri’L’Opera Pia Castiglioni di Formigine, in collaborazione con

l’associazione “Terra Novae”, propone anche per questo anno scolastico 2011-2012 ad alcune classi delle scuole secondarie

di Formigine e Magreta, il progetto ‘’Antichi Mestieri’’. L’idea di questa collaborazione tra anziani e bambini, il cui obiettivo è la realizzazione congiunta di un arredo ceramico che sarà espo-sto nella sala da pranzo della struttura, è nata qualche anno fa dagli operatori dell’Opera Pia Castiglioni e ha trovato subito il sostegno dell’associazione spezzanese. Terrae Novae ha infatti insegnato ai ‘nonni’ le tecniche di decorazione della ceramica, facendo sì in que-sto modo che loro stessi potessero poi tramandarle agli alunni. “La finalità - spiegano gli operatori dell’Opera Pia Castiglioni - è quella di proporre una serie di attività legate all’arte e al lavoro che portino i nostri ospiti a contatto con la realtà esterna. Attraverso questo progetto sugli antichi mestieri abbiamo peraltro ottenuto, nel corso degli anni, un risultato artistico di grande valore che resta nella casa protetta come ricordo del progetto realizzato insieme. E sarà così anche quest’anno”.

Vignola

Devis Bellucci presenta “La ruggine”La ruggine”: questo il nome dell’ultima fatica dell’auto-

re vignolese Devis Bellucci che sarà presentata lunedì 28 novembre alle 20.45 presso la biblioteca Selmi di

Vignola in via San Francesco 165. Nel corso della serata la giornalista di Nostro Tempo Mariapia Cavani dialogherà con Bellucci che, con “La ruggine”, è giunto al suo terzo romanzo: “La memoria al di là del mare” il primo e “L’inver-no dell’alveare” il secondo per la cui promozione ha attraversato strade e piaz-ze di tutta Italia come ‘Uomo Sandwich’. “La ruggine”, uscito in questi giorni per A&B, racconta di un amore toccante, soffocato. “In questa storia”, spiega Bel-lucci, “ho parlato dell’a-more come di un animale in agonia. Il suo dibattersi fa rumore, cambia colore alle cose, eclissa il sole, spacca le pietre. I pochi personaggi sono tutti vit-time, perché hanno scelto la strada che non porta a casa”. Devis Bellucci è nato a Vignola nel 1977. Ha studiato fisica all’Università di Modena e Reg-gio Emilia, dove si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca. Ha partecipato a missioni umanitarie e campi di vo-lontariato nel Sud del Mondo, viaggiando on the road in più di trenta paesi. Attualmente è Assegnista di Ricerca nel campo dei biomateriali presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

Realizzazione e impaginazione: MediaMo – Moka

Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Giulia Vellani

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Paolo Boschini, Giovanni Battista Cavazzuti, Roberto Cavicchioli, Stefano Chiapponi, Francesco Gherardi, Simona Leonelli, Franco Mantovi Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Elisa Pugna

Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona)stampato in n° 3920 copie

Amministrazione:Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - ModenaRegistrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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più importanti, ci è sembrato quello più interessante, sia sotto il profilo della funzionalità che dell’impatto urbanistico e ar-chitettonico. Ora quel progetto è divenuto realtà ed è a disposi-zione di tutta la comunità ma-ranellese”. MABIC si caratterizza per la forma aperta ed organica, per le

ampie superfici vetrate che do-nano grande luminosità all’in-terno e per lo specchio d’acqua e l’edera che delimitano l’area esterna. Il progetto, a firma di Arata Isozaki e Andrea Maffei, ha fin da subito tenuto conto degli obiettivi legati alla soste-nibilità, al controllo dell’impat-to ambientale, alla riduzione dei

consumi. La nuova biblioteca di via Vittorio Veneto 5 si av-vale infatti per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo di un impianto geoter-mico mentre l’illuminazione è a LED. “La volontà espressa dal Comune di Maranello – spiega-no i due architetti nella relazio-ne di presentazione del progetto – di offrire un nuovo servizio alla città non poteva che diven-tare un edificio che guardasse al futuro”. Il costo dell’opera è di circa 2 mi-lioni e 600 mila euro, compren-sivi dei lavori, della sistemazione dell’area esterna e degli arredi, di cui quasi 1 milione di euro proveniente da finanziamenti esterni. La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha finanziato l’opera per circa un terzo dell’importo complessivo ha affermato, nelle parole del

Spiritualità

La carità secondo don Milani

La carità secondo don Lorenzo Milani”: questo il tema del percorso di ‘spiritAttualità’ proposto dalla Casa Frate Le-one di via Plessi, il 26 e 27 novembre, presso il convento

dei frati cappuccini di Vignola. La due giorni, incentrata sui testi e la vita di don Milani, è aperta a tutti i giovani dai 18 ai 28 anni, ha un costo di 18 euro e prenderà il via alle 15.30 di sabato per terminare nel pomeriggio di domenica. Per informazioni: [email protected] o 334 3243399.

suo presidente Andrea Landi: “Nel realizzazione della biblio-teca di Maranello, ad un inter-vento con significative ricadute sulla formazione del pubblico si coniuga il design architettonico originale, a cura dello studio di Arata Isozaki. L’edificio si in-serisce così in un interessante percorso di architettura con-temporanea a Maranello, di cui già fanno parte la Galleria del Vento di Renzo Piano, la Cit-tadella Ferrari di Massimiliano Fuksas, il fabbricato per l’as-

semblaggio dei motori Ferrari di Jean Nouvel”.Le iniziative per l’apertura proseguono mercoledì 30 no-vembre alle 21 presso la sala conferenze del MABIC, con l’incontro con David Riondi-no, musicista, cantautore, atto-re, regista e scrittore. Riondino ha esordito nell’ambiente della musica italiana degli anni ‘70, per poi avvicinarsi al mondo del cinema, del teatro, della televisione e della letteratura, miscelando generi e forme di espressione diversi, dalla po-esia alla satira, dalla musica alla scrittura alle arti visive. L’iniziativa rientra nel ciclo “Maranello incontra - appun-tamenti tra libri e cultura”, una serie di incontri con autori ed esponenti della cultura italiana contemporanea. Questi gli orari di apertura di MABIC: il lunedì pomeriggio dalle 14.30 alle 19, dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dal-le 14.30 alle 19.

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14 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

dall’Appennino

Campionissimo col cuore

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel. 059/890846 Fax 059/828456

Il “delegato di base”è l’obiettivo della FnpNel 2011 la FNP ha svolto la sua Assemblea

organizzativa, prima a livello provinciale, poi regionale e infine nazionale.Si è cioè interrogata sulle sue modalità

organizzative, per capire quanto siano adatte a raggiungere gli obbiettivi di tutela dei suoi soci e dei pensionati in generale, decisi dal Congresso 2009.Siamo di fronte a cambiamenti epocali e una grande organizzazione sindacale che basa il conseguimento dei suoi risultati sulla partecipazione e la mobilitazione degli associati non può pensare che lo stesso modello possa andare bene per tutte le stagioni. In piena espansione economica, quando i risultati erano più visibili, perché le condizioni permettevano di allargare diritti e tutele per tutti, la partecipazione alle iniziative sindacali era notevole,

Pavullo festeggia il dottor Lami

M artedì 22 n o v e m b r e Pavullo ha f e s t e g g i a t o

il centesimo compleanno del dottor Giuseppe Lami. Originario di Borra di La-ma Mocogno, è infatti nato il 22 novembre 1911, anno della prima guerra di Libia e dei festeggiamenti per il 50° dell’Unità d’Italia. Il 22 novembre 2011, al termi-ne della seconda guerra di Libia e dei festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Ita-lia, ha raggiunto il suo 100°

Figura esemplare per Pavullo e per il Frignano tutto, Giuseppe Lami ha compiuto cent’anni il 22 novembre

favorita anche dai mass-media.Oggi la crisi internazionale e l’alto debito pubblico del nostro Paese ci costringono a giocare in difesa e ad escogitare (non sempre ascoltati per la verità) soluzioni nuove per salvaguardare il sistema previdenziale-assistenziale-sanitario.D’altra parte in questo mondo caotico chi fa “audience”, come si dice oggi, non sono quanti, forti della loro rappresentanza/rappresentatività, avanzano, in modo civile, proposte per risolvere i problemi della società, ma che urla più forte, chi usa la violenza, spaccando vetrine e incendiando auto.Il sindacato ha sempre rifiutato e rifiuta questi metodi violenti, anche quando intendono denunciare reali ingiustizie ma, non può certo rassegnarsi all’impotenza di una “maggioranza silenziosa”.

Atteso che la partecipazione è il risultato dell’informazione e del coinvolgimento, il messaggio organizzativo uscito da questa assemblea è quello di aggregare gli iscritti pensionati in piccoli gruppi, nei comuni, nelle frazioni, nei quartieri, nelle vie, nei circoli e perfino nei condomini dove possono esprimere un proprio rappresentante (delegato di base), un po’ come il delegato sindacale sui posti di lavoro.Siamo infatti convinti che sempre, ma soprattutto nelle attuali difficoltà, sia fondamentale informare, ascoltare e coinvolgere i pensionati sulle cose che li riguardano, se vogliamo incidere sulle scelte politiche a livello nazionale, regionale e locale.

Il Segretario Territoriale Fnp Pietro Pifferi

• Francesco Gherardi

compleanno, che non è solo un traguardo personale, ma un lieto evento per la comu-nità locale tra la quale egli ha profuso per anni il proprio impegno professionale. Lau-reato in Medicina e Chirur-gia nel 1936 ed attivo quale medico a Pavullo dal 1939, il dottor Lami incominciò ben presto a svolgere la pro-pria opera nel locale ospedale durante il secondo conflitto mondiale e la guerra civile. Il 20 febbraio 1945, scampato al bombardamento che colpì anche la struttura sanitaria, fu tra i primi ad estrarre i fe-riti dalle macerie ed a presta-re soccorso. Nel dopoguerra, oltre che chirurgo generale e chirurgo ostetrico-gineco-logico (le specialità chirur-giche furono la sua primaria vocazione), fu internista, pe-

diatra, ortopedico e radiologo. Nu-merose le fratture ossee ridotte di-rettamente sotto l ’apparecchiatura radiologica, te-stimoniate dalle numerose lesioni pre-cancerose alle mani, causate dal-le radiazioni. Di-venuto in seguito Primario del Re-parto di ostetricia e ginecologia sino al pensionamento nel 1976, il dottor Lami ha assisti-to alla nascita di buona parte de-gli attuali abitanti del Frignano. So-cio dell’Accade-mia del Frignano

“Lo Scoltenna”, Lami è stato per anni presidente dell’Archeo club di Pavullo, contri-buendo in tal veste – tra le altre cose – alla collocazione della statua dello scultore pavullese Azeglio Babbi-ni, raffigurante S. Bartolomeo, sul sagrato della chie-sa parrocchiale. Il dottor Lami fu poi il fondatore del Lions Club “Pavullo e del Fri-gnano” del quale fu ed è tuttora presi-dente. Tra le più impor-tanti iniziative del Club cui pre-

se parte in prima persona, la fondazione del Museo Naturalistico del Frignano (1982), la scoperta della tomba di Cesare Monte-cuccoli alla Pieve di Renno (1987), l’invio in Albania (1995) di numeroso mate-riale sanitario ed il restauro del busto bronzeo di Gio-vanni Borelli (2002), sito nell’omonima piazza di Pa-vullo.Alla luce di tutto ciò, i fri-gnanesi non possono non rallegrarsi che si sia feli-cemnte compiuto per un conterraneo così esemplare l’augurio di “cento di questi giorni” che si ode ad ogni compleanno che si rispetti ... non ponendo poi limi-te alcuno alla Provvidenza, qualora volesse aggiunger-ne molti altri ancora.

Verica dedica una strada a don Miche-le Montanari, parro-

co della frazione di Pavullo dal 1933 al 1963. Durante la seconda guerra mondia-le questo sacerdote aiutò alcune famiglie di ebrei di Bologna a sfuggire alla cat-tura da parte dei nazifascisti, quindi alla soluzione finale nei campi di sterminio. La

Uno strada intitolata a don Michele MontanariVerica di Pavullo

cerimonia si è svolta sabato 19 novembre, presenti il sindaco di Pavullo Romano Canovi, familiari del sacerdote, ebrei salvati quassù e verichesi che ospitarono i fuggiaschi. Don Montanari (Castelvetro 1893 - Vignola 1963) aiutò le famiglie israelite bolognesi di Bruno e Guido Neppi, e dell’ingegner Mario Levi, nato a Modena nel 1902 e residente

a Bologna. I Neppi trovarono rifugio dalle famiglie Casola-ri, Romani e Succi; i Levi da quella di Alfonso Mucciarini. Fu don Montanari a contattare questi suoi parrocchiani chie-dendo ospitalità per i fuggia-schi, che non abbandonò mai nel loro rischioso peregrinare su questi monti, dall’autunno 1943 alla primavera 1945. Don Montanari era fra i pre-

ti destinati ad essere uccisi. Lo rivela Alberto Barbieri nel secondo volume del libro ‘Sacerdoti modenesi del no-vecento’, nel quale si legge: «Duri gli anni della guerra: Verica si trovò ad essere tea-tro delle scorrerie di opposte bande e don Montanari uno di quei sacerdoti designati ad essere eliminati. Se la cavò perché qualcuno, che ne ave-

va stima (pur militando dalla parte avversa) lo tenne infor-mato delle mosse nemiche, il che gli permise di difendersi in tempo. Di ciò fa fede una lettera anonima, rintracciata tra le sue carte e spedita da Pavullo nel 1948». Della vi-cenda, il giornalista Walter Bellisi, coadiuvato dallo sto-rico locale Terenzio Succi, ha scritto sul suo libro dedicato

alle vicende degli ebrei ri-parati in Appennino e dal racconto è partita la ricerca del professor Enzo Neppi, figlio di uno dei rifugiati, sfociata lo scorso anno nella messa a dimora di un albero e nella posa di una targa a ricordo di qui fatti. Dopo la cerimonia è stata celebrata una messa nella chiesa par-rocchiale.

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15Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Pavullo festeggia il dottor LamiVarie dalle zone

Sci, revisione degli impiantiDiversi interventi nel nostro Appennino sia per la discesa che per il fondo

La stagione dello sci è ormai alle porte e il nostro Appennino si rifà il look, anche

grazie a interventi strutturali importanti. Più di 700 mila euro sono stati investiti dal pubblico e dal privato per la revisione degli impianti di risalita e la messa in sicurez-za delle piste da discesa e da fondo degli impianti sciistici dell’Appennino modenese, oltre a una nuova seggiovia biposto da realizzare a Mon-tecreto, nel comprensorio del Cimone. Sono queste le carat-teristiche principali del piano per la qualificazione delle sta-zioni invernali e del sistema sciistico che è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta della Provincia di Modena, su proposta del vice presidente Mario Galli, con delega alla Promozione del territorio e delle sue eccellenze, preveden-do l’utilizzo dei finanziamen-ti per il 2011 dalla Regione Emilia Romagna: 572 mila euro per gli interventi degli enti pubblici, 154 per le strut-ture dei privati.

Per la realizzazione della nuo-va seggiovia biposto del Cer-varola a Montecreto, al posto dell’attuale sciovia di colle-gamento con Passo del Lupo, il Piano mette a disposizione finanziamenti per 330 mi-la euro su di un progetto che complessivamente prevede investimenti per un milione e 100 mila euro. Rispetto ai soggetti pubblici il Comune di Sestola ha ottenuto con-tributi per quattro progetti a fronte di investimenti per 320 mila euro: 8 mila euro per la funivia di Passo del Lupo; 40 mila euro per l’adeguamento della stazione a valle e della seggiovia Sestola - Pian del Falco; 21 mila euro per la re-alizzazione del tappeto di col-legamento della seggiovia e la partenza dello skibus a Pian del Falco; 39 mila euro per la riqualificazione ambienta-le, la viabilità e i parcheggi di Pian del Falco. Altri contribu-ti sono stati assegnati a Lama Mocogno (quasi 20 mila euro per il potenziamento dell’im-pianto di innevamento della pista di fondo delle Piane), a Pievepelago (800 euro per manutenzioni sugli impianti di Sant’Annapelago), a Fras-sinoro (oltre 47 mila euro per

la realizzazione dei parcheg-gi nella stazione invernale di San Geminiano), a Fanano per due progetti: quasi 50 mila euro per interventi sulla Da 150 anni, artisti del legno

Lesignana, la famiglia Spaggiari

La storia della famiglia Spaggiari, da 150 anni si intreccia con quel-

la di Lesignana. Non solo e non tanto per la presenza da quan-do Giovanni, nato contadino in quel di Vezzano sulle colline di Reggio ma intagliatore d’arte per voca-zione, giunse sulle rive della Secchia a Villa Lesignana con la sua famiglia, ma per l’abilità di artisti del legno che arricchirono la chiesa di Lesigna-na, ma anche Lon-dra, Parigi e altre piazze italiane ed europee.E s a t t a m e n t e all’avvio dell’uni-tà nazionale per San Martino del 1861 Giovanni Spaggiari lasciò il podere della Càm-pola di proprietà di Caterina Manfredini vedova Forna-ciari per portarsi quasi sulla sponda sinistra del Secchia alle Quattro Madonne, iscrit-to d’ufficio - perchè vincito-re di pubblico concorso per intagliatori del legno - alla Società Modenese di Inco-

• Franco mantovi raggiamento degli Artisti. E’ sempre mezzadro (accanto alla sorella Giuseppa, moglie di Battista Catellani) nel fon-do agricolo di proprietà dei fratelli Càsoli, ma la passione

per l’intaglio del legno rad-doppia, eseguendo pipe di ra-dica, stipi, cornici per quadri e caminetti. Nel 1862 Giovan-ni Spaggiari partecipa ad un concorso a Londra e poi alle Touleries, lavorando il campo ed allevando - accanto alla consorte Anna Fontana - i fi-

gli Maria, Giuseppe, Pietro e Fedele. Sarà proprio Pietro e seguirne le orme, diventando a sua volta abile intagliatore, come testimoniano gli arredi processionali, vere e proprie

opere d’arte, custo-diti nella chiesa di S.Maria Assunta in Lesignana, progettata dall’architetto ducale Giovanni Vandelli.Capolavoro del con-tadino analfabeta e geniale artista Gio-vanni Spaggiari, cui da qualche tempo è dedicata una via nel-la frazione di Mo-dena, è senza dubbio la grande croce pro-cessionale con l’ef-fige del Redentore in legno di pioppo laccato. Giovanni Spaggiari finirà i suoi giorni a Lesignana il 26 marzo 1880. La sua genia familia-re continua, in linea diretta, anche nel secolo XXI e vede in Giampaolo l’epigono

che ne ha voluto rinnovarne la memoria sottolineando a pieno titolo come l’antenato Giovanni abbia impreziosito, con le sue opere geniali, colle-zioni private e gallerie d’arte, a conferma che umiltà di na-scita non impedisce il succes-so dell’artista.

Festa di famiglieDomenica 4 dicembre a Cognento

Alcuni fortunati lo han-no avuto come inse-gnante di religione,

molti hanno avuto la possi-bilità di leggere i suoi libri, moltissimi lo hanno ascoltato come “voce” di Radio Maria.Domenica 4 dicembre sarà possibile incontrare mons. No-vello Pederzini nella giornata per le famiglie (Family Day) organizzata dall’associazione “Crescere in famiglia” presso la Casa del Pellegrino della par-rocchia di Cognento.Aspettando il Natale le fami-glie modenesi avranno la possi-

• steFano chiapponi bilità di passare un pomeriggio di festa, di gioia e di serena ri-flessione con giochi e momenti di formazione adatti a bambini, ragazzi, giovani e adulti. L’ini-ziativa, che si ripete ormai da tre anni nelle 4 stagioni in varie parrocchie modenesi, risponde quest’anno in modo particolare al piano pastorale della nostra diocesi perchè offre, a partire dal pranzo alle 13 un pomerig-gio alle famiglie nell’atmosfera di festa tipica del giorno del Signore. Per questo motivo il Family Day è sempre stato or-ganizzato a partire dal pranzo per permettere alle famiglie di partecipare nella mattina alla

santa Messa della propria par-rocchia.Dopo il pranzo, alle 15 don Novello parlerà sul tema: “Mi sono separato perchè non vole-vo più essere solo”.Contemporaneamente si svol-geranno giochi per bambini e ragazzi e tutti insieme chiu-deremo la giornata alle 18 con una breve preghiera a Maria, regina della famiglia.L’iniziativa è assolutamente aperta a tutti e l’ingresso è li-bero.Per prenotare il pranzo (adulti 13€, bambini 9 €) è necessario telefonare entro giovedì 1 di-cembre al 329.3540264.

Ritiro di AvventoSant’Antonio in Cittadella

Domenica 27 novembre, alle ore 17, la parrocchia di Sant’Antonio in Cittadella a Modena propone il ritiro di Avvento. Interverrà la professoressa Doria Spallanzani, insegnante di religione cattolica, sul tema ‘Festa, giorno del Signore’. Il ritiro si inserisce nel’itinerario

formativo della comunità parrocchiale e riprende la Lettera Pastorale di mons. Antonio Lanfranchi.

viabilità a servizio della stazione inver-nale del Cimoncino, circa 20 mila euro nell’ambito dell’am-modernamento del Palaghiaccio.I contributi ai pri-vati, invece, sono stati assegnati per la revisione ventennale della seggiovia del Cimone di Passo del Lupo (110 mila euro rispetto a un intervento di oltre 300 mila euro), per la revisione speciale della seggiovia “La Presa - Buca del Ci-mone” del Cimon-cino a Fanano (21 mila euro), per la revisione della seg-giovia del lago del-la Ninfa a Sestola (oltre 16 mila euro) e per il tappeto di risalita sempre del Lago della Ninfa (quasi 6 mila euro).

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16 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Testimonianze

Il convegno annuale sueducazione e immagini di ChiesaFacoltà Teologica dell’Emilia-Romagna - Bologna

La Facoltà Teologi-ca dell’Emilia-Ro-magna terrà il suo convegno annuale

• Giovanni Battista cavazzuti

Sono ben noti i ripetuti interventi del cardina-le Angelo Bagnasco, a nome della Cei, per

sollecitare una più incisiva pre-senza dei cattolici nella società civile e nella vita politica del nostro Paese.Basterebbe citare la sua rela-zione introduttiva alla sessione del consiglio della Cei del 26 settembre, secondo la quale i cattolici devono oggi mettere maggiormente a disposizione della comunità quel vivaio di sensibilità, dedizione e intelli-genza che è loro proprio, con la possibilità di una effettiva interlocuzione politica che mi-ri “a portare l’Italia fuori dal guado in cui si trova”. Di fronte al generale calo demografico, al progressivo impoverimento delle famiglie, ai provvedimen-ti richiesti dalla crisi economi-ca, alla minaccia ai valori della vita (che sono il fondamento dell’etica sociale), il Cardinale ha sottolineato la “perentorietà di rendere politicamente più operante la propria fede”.La necessità di questa consa-pevolezza e di questo impegno è certamente avvertita da varie associazioni o aggregazioni ec-clesiali o di ispirazione cristia-na, come è stato testimoniato dal recente convegno di Todi del 17 ottobre, cui ha parteci-pato lo stesso mons. Bagnasco. Manca piuttosto, almeno fino-ra, l’unitarietà dell’impegno.Come deve porsi Scienza & Vita nei confronti di questo appello ad una più efficace re-

Ripartire dall’etica della vitaScienza e vita

di studio il 29-30 novem-bre 2011 a Bologna sul tema: «Educazione, paideia cristiana e immagini di Chiesa». Co-ordinato dal Dipartimento di Storia della Teologia, il con-vegno si propone di riflettere sulle diverse modalità con le quali è stato vissuto il mul-tiforme impegno educativo della comunità cristiana. La Facoltà Teologica offre così il

proprio contributo alla rifles-sione della Chiesa italiana, la quale si sta interrogando sul-la questione educativa e sulle sue conseguenze nell’impe-gno pastorale. Tutti i progetti e i metodi educativi cristiani prefigurano un modello con-creto di Chiesa, adatto a un determinato contesto, segnato da una geografa, una cultura, un orizzonte di pensiero, una

prassi sociale.Per i suoi caratteri di inter-disciplinarietà, il Convegno fa spazio anche al contributo di ricercatori di altri ambiti universitari (Università di Bo-logna, Parigi Sorbona), con i quali ha avviato un fruttuoso dialogo scientifico.Il programma del Convegno è reperibile sul sito web della Facoltà: http://www.fter.org.

La lezione magistrale del cardinale Bagnasco al convegno nazionale di Scienza & Vita

sponsabilità sociale e politica? Se lo è chiesto il 18 novembre a Roma, confrontando il suo manifesto Scienza e cura della vita: educazione alla democra-zia (www.scienzaevita.org) col pensiero del cardinale cui è sta-ta affidata la lectio magistralis.Senza mezzi termini, mons. Bagnasco ha premesso che l’ordine sociale, basato sulla giustizia, non può reggersi se non partendo dall’etica del-la vita, affrontata nei suoi vari momenti per ogni singola per-sona. “I modi di affronto rap-presentano la prima e decisiva misura del livello umano della convivenza”. L’etica della vita è il “luogo di incontro e di con-creta integrazione tra popoli, religioni e culture”. L’incontro, per i cristiani, si sviluppa nella riflessione su cinque capisaldi magistralmente illustrati.Conoscenza. È certamente la conoscenza dell’esistenza di ogni persona ma non quella unicamente costruita dal sog-getto pensante: in tal caso si tratterebbe di opinioni indivi-duali che eludono ciò che è al di fuori di noi, cioè il senso co-mune e l’esperienza universale. E’ più naturale, logico, istintivo porre un atto di fiducia all’uo-mo e al mondo. La sfiducia e il dubbio generano lo scetti-cismo, che porta inevitabil-mente allo svuotamento della realtà, un “vagare attraverso un infinito nulla” (Nietzsche). Il nichilismo di senso e valori nasce da una visione materiali-sta dell’uomo e del mondo e si alimenta del consumismo. Ne deriva una immane svalutazio-ne della vita, “non più custodita dal sigillo della sua sacralità”.Verità. Sul piano teorico è la corrispondenza della nostra idea con l’oggetto conosciu-to. Sul piano dei valori morali

(che devono orientare i com-portamenti) occorre ricercare una analoga oggettività, cioè chiedersi se “esiste qualcosa che sia talmente fondamentale per l’uomo da essere universa-le, cioè per tutti”. La risposta è che non si deve temere di mettere in pericolo la propria libertà individuale e porsi sulla difensiva rispetto a chi propo-ne verità accettabili.Libertà e auto-determinazione non sono sino-nimi. “La libertà è qualificata dal contenuto scelto liberamente. Il fatto che un at-to sia una scelta personale non qualifica l’agire come buono, vero, giusto”. “Oggi la tendenza diffusa è rendere la liber-tà individuale un valore assoluto, sciolto non solo da vincoli e nor-me, ma anche in-dipendente da ciò che si sceglie; in tal modo però es-sa si rivolta contro l’uomo e perde se stessa”.Par tecipazione dei cattolici alla civica. Ritornia-mo alla domanda: “Esiste qualcosa che, conosciuto dalla nostra ra-gione, permetta di superare l’an-gusto senso della opinione e di camminare liberi nella ve-rità oggettiva per tutti e per sempre?”. La verità deve dare senso al vivere e alla storia, alla persona e alla società, generare

una comunità di vita e di de-stino. E’ ciò che la Chiesa, in-viata dal suo Signore come sale della terra e luce del mondo, propone in molti modi, con la parola, i sacramenti, il servizio della carità. “E’ giusto ricono-scere la rilevanza pubblica del-le fedi religiose, ma il semplice riconoscimento è insufficiente in ordine alla costruzione del bene comune ed allo stesso

concetto di vera laicità”. “Una laicità positiva non può ridursi a rispetto e a procedure cor-rette , ma deve misurarsi con l’uomo per ciò che è in se stes-so universalmente, cioè con la

sua natura”. A questo livello è doveroso l’apporto dei cristiani come cittadini consapevoli, la cui coscienza è stata formata dalla dottrina della Chiesa e dal Magistero.Umanesimo e umanesimi. Co-me ha affermato Benedetto XVI, “ la questione sociale è di-ventata radicalmente questione antropologica”. I cattolici sono convinti che la loro concezio-

ne dell’uomo fonda l’uma-nesimo inte-grale. “Se si c o n c e p i s c e l’uomo in modo indi-vidualist ico, come si potrà costruire una società aperta e solidale do-ve si chiede il dono e il sa-crificio di sé?”. Il punto di intesa di ogni dialogo civi-le e politico si raggiunge nell ’accetta-re la comu-nione nella verità e nell’a-more. Di-chiarava Papa B e n e d e t t o che “la Chie-sa considera suo dovere di-fendere nella società le ve-rità e i valori nei quali è in gioco la di-

gnità dell’uomo in quanto tale, dal concepimento al momento della morte naturale”. Questi valori sono per tutti intelligi-bili come verità dell’esistenza e non possono essere conculcati,

parcellizzati o negoziati attra-verso mediazioni che, pur con buona intenzione, li negano. Altro punto è recuperare la na-tura relazionale della persona, per cui nessuno debba sentirsi abbandonato dalla società ne-gli appuntamento del dolore, della malattia e della morte. In particolare, “dobbiamo recupe-rare il senso del dolore che è sistematicamente emarginato, nascosto nella sua naturalità, oppure esorcizzato con terapie massicce e continuative”. “La cultura contemporanea deve riconciliarsi col dolore e con la morte, se vuole riconciliarsi con la vita e col vivere insieme”.La lezione del card. Bagnasco ha convinto i partecipanti al Convegno di Scienza & Vi-ta di essere sulla buona stra-da. I principi da lui enunciati sono alla base delle proposte formulate dal Manifesto e co-stituiscono un autorevole in-coraggiamento a proseguire la mission dell’Associazione.E’ stato poi interessante ascol-tare i commenti dei politici invitati a una successiva tavola rotonda (Alfano, Bersani, Ca-sini), i quali, dopo l’elogio della lezione, si sono dichiarati con-cordi nel compito di difendere la dignità dell’uomo in sede politica, pur con le distinzioni legate ai diversi caratteri e ruo-li dei rispettivi partiti.Il presidente di Scienza & Vita, Lucio Romano, ha co-sì potuto sottolineare a fine Convegno, che questo, par-tendo da una dimensione prepolitica, ha delineato una insperata prospettiva biopoli-tica, anzi biolegislativa. Co-munque ha aggiunto, Scienza & Vita col suo Manifesto e con l’ampia partecipazione dei suoi soci, è entrata nell’attuali-tà politica.

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17Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Una veglia per tutti

Ci saranno tutti, i ragazzi con il loro entusiasmo, i giovani con la loro

energia e le loro domande, gli adulti con la fedeltà e la pas-sione. Sabato 3 dicembre alle 19, in Duomo a Modena, è tempo della veglia dell’adesione all’Azione Cattolica, una tradi-zione che nella nostra diocesi si appresta a diventare decennale e che continua a riscuotere un ottimo successo. Soci, simpa-tizzanti, assistenti, amici: tutti si sentano invitati a partecipare, con la preghiera e, poi in Se-minario, con la festa insieme. Perché è dalla qualità delle re-lazioni tra di noi che vogliamo ripartire, da una chiamata che il Signore fa a ciascuno e a cui vogliamo rispondere. La veglia sarà anticipata da un incontro associativo per i presidenti par-rocchiali (o per un loro delega-to), sempre sabato 3 dicembre ma alle ore 17 in Seminario: sarà l’occasione per presentare le iniziative e le proposte di carat-tere diocesano e per ascoltare le richieste e le idee delle associa-zioni parrocchiali.

InformACI

L’adesione all’associazione è un gesto non scontato e ricco di significato. E’ il sì personale e comunitario al Signore

Alziamoci, ci chiama!

C i avviciniamo all’8 dicembre, festa di Maria Imma-colata e giornata

dell’adesione all’Azione Cat-tolica, una adesione oggi più che in passato non scontata e tantomeno priva di signifi-cato. Scegliere di stare den-tro a quella ‘singolare forma di ministerialità laicale’ che è l’Azione Cattolica è una modalità originale e appas-sionante di rispondere alla chiamata del Signore. Farlo in modo associato, con le for-me e gli strumenti dell’Ac, è davvero una sfida, ma è una sfida che accogliamo volen-tieri, consapevoli della ne-cessità di essere, nella Chiesa, laici formati, innamorati di Cristo e del suo Vangelo e, insieme ai sacerdoti, al servi-zio dei fratelli.Negli ultimi anni l’associa-zione ha saputo rinnovarsi, mantenendo il primato della

• paoLo seGhedoni

Per approfondire senza preconcettiSecondo appuntamento Incontrocorrente 2011, curato dal Settore Giovani di Ac. Giovedì 1 dicembre il terzo incontro

Lo scorso 10 novem-bre un gruppo piut-tosto eterogeneo di giovani della nostra

diocesi - impegnati nelle parrocchie, ma anche lonta-ni dall’esperienza di Chie-sa – si è incontrato presso il Centro Famiglia di Nazareth per il secondo appuntamento dell’Incontrocorrente 2011.Il tema – “Seguire Cristo… con ricchezze e privilegi?”, in poche parole il rapporto a volte contraddittorio tra la Chiesa, la ricchezza e il po-

spiritualità e aprendosi ulte-riormente al mondo. Da lai-ci di Azione Cattolica siamo impegnati per la formazione dei piccoli, dei giovani e de-gli adulti, per il bene comu-ne delle nostre comunità, per sostenere il cammino di chi è in ricerca. Tutto questo lo facciamo in sintonia con la nostra Chiesa, diocesana e universale: la passione per la Chiesa non è un optional, ma un tratto distintivo della nostra associazione, come lo è il rapporto di amicizia, nel rispetto reciproco, con i sa-cerdoti assistenti. Proprio dalla cura delle re-lazioni con le persone, con i soci e con chi incontriamo sul cammino, dobbiamo ripar-tire ancora, ben sapendo che lo slogan dell’anno ‘Alzati, ti chiama’ detto nel Vangelo al cieco Bartimeo, vale per cia-scuno di noi. Il Signore ci chiama a essere persone capa-ci di dialogo, di testimonianza sincera, di amore nei confron-ti di tutti i fratelli. E ci chia-ma a farlo nella nostra realtà diocesana, in piena sintonia e comunione con il vescovo Antonio, che ci sprona a esse-re sempre più protagonisti at-tivi del cammino della nostra Chiesa locale, approfondendo i temi della lettera pastorale e

portandoli avanti con lo stile tipico dell’Ac. Abbiamo da poco vissuto insieme le assemblee parroc-chiali, diocesana, nazionale: la democraticità rappresenta un’altra caratteristica pecu-liare dell’Azione Cattolica, un tirocinio di responsabilità per tanti giovani e una presa in carico da parte degli adulti. Quest’anno, nel rinnovare l’a-desione, proviamo a mandare un nuovo invito a tutti i soci, a chi lo è stato e a chi, nelle nostre realtà, ha in simpatia l’Azione Cattolica ma non ha ancora fatto il passo dell’ade-sione.Sono convinto che ci saran-no sorprese positive, perchè è l’invito a condividere un’e-sperienza bella e piena e a portare insieme anche gli inevitabili pesi del servizio, sapendo che l’impegno con-diviso moltiplica la gioia del-lo stare, insieme, nella Chiesa. Ecco perché è bello invitare tanti, soci e non soci, ragaz-zi, giovani e adulti, alla veglia dell’adesione di sabato 3 di-cembre alle ore 19 in Duo-mo, insieme a mons. Antonio Lanfranchi. Sarà, ancora una volta, l’occasione per dire, con Maria, il nostro ‘sì’ personale e comunitario. Alziamoci, il Signore continua a chiamarci.

Ragazzi, giovani e adulti sono invitati in Duomo sabato 3 dicembre

• roBerto cavicchioLi

tere – ha attirato molti per la sua attualità: anche personal-mente, nell’ultima settimana, mi son trovato ad affrontare il tema coi colleghi d’ufficio, tanto quanto con gli amici durante un weekend in mon-tagna.Contraddizione è stata la pa-rola chiave della riflessione conclusiva di padre Mauro Pizzighini – dehoniano, vi-ceparroco nella nostra diocesi e giornalista di professione. Contraddizione che è condi-zione propria di ogni espe-rienza umana, e quindi della Chiesa stessa, che da uomini e composta, guidata e ammi-nistrata. Una Chiesa di cui noi credenti siamo chiama-ti ad accogliere la contrad-dizione: solo accettandone l’esistenza possiamo attiva-mente – tramite l’azione nella Chiesa stessa e la correzione fraterna – avvicinarci come Comunità a quella comunità ideale descritta da Cristo nel suo Vangelo.

Centro diocesanoDon Fabio assistente degli adulti

A fine settembre don Fernando Bellelli, da quasi otto anni assistente diocesano per il Settore Adulti di Ac, ha ras-segnato le dimissioni dall’incarico, a causa dei tanti im-

pegni accumulati. Mons. Antonio Lanfranchi, dopo aver parlato con don Fernando, ha accettato le dimissioni e ha nominato don Fabio Bellentani, già assistente generale dell’Ac diocesana, assi-stente per il Settore Adulti. Il collegio assistenti è così formato da don Fabio, don Luca Balugani, assistente Acr e don Fabrizio Rinaldi, assistente del Settore Giovani. A don Fernando il rin-graziamento per il servizio svolto in associazione in questi anni, a don Fabio quello per aver accettato questo ulteriore incarico, a mons. Lanfranchi il grazie per la premura e la sollecitudine che, anche questa volta, non ci ha fatto mancare.

Questa contraddizione, in-fine, entra in contatto con la contraddizione di ognuno di noi, e ci spinge ad interrogar-ci: quale è il mio concetto di povertà?Quali sono i nostri criteri nelle scelte quotidiane? Che ruolo ha il denaro?

Un incontro ricco, un tema sicuramente interessante e non banale. Come quello del terzo incontro, il prossimo giovedì 1 dicembre sempre alle 21 presso il Cfn: “Ma tu cosa preghi a fare? Quando i cristiani sono peggio degli al-tri”. Vi aspettiamo.

Giovanissimi

Torna il campo invernaleDal 3 al 6 gennaio 2012,

a Villa Immacolata di Dogana Nuova presso

Fiumalbo, si tiene il tradizio-nale campo invernale per Gio-vanissimi dal titolo ‘Partecipa responsabilmente’. Per infor-mazioni e iscrizioni è possibile contattare la segreteria dioce-sana (059-2929171) o Raffaele (349-1868131).

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18 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Sport… insieme! Diocesi, città e sport uniti: inaugura la Polivalente della parrocchia S. Teresa

• eLena cristoni

Un importante va-lore aggiunto in termini di servizi a tutta la comu-

nità parrocchiale e a tutta la cittadinanza.” Così il presi-dente dell’Unione Sportiva Don Elio Monari, Roberto Marchesi, definisce il nuovo edificio Polivalente della Par-rocchia Santa Teresa. Unione Sportiva e parrocchia hanno raccolto le forze e hanno cre-ato questa struttura che sarà inaugurata sabato 26 novem-bre, alle 15.30, alla presenza dei più importanti rappresen-

Csi sport e sociale

tanti del mondo diocesano ed istituzionale. Interverranno infatti il sindaco, Giorgio Pi-ghi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Mo-dena, Andrea Landi, l’assessore allo Sport, Antonino Marino, l’assessore alle Politi-che Giovanili, Fabio Poggi, il presidente della Circoscrizione 3, Loris Bertacchini, e il presidente dell’U.S. Don E. Monari, Ro-berto Marchesi. Per la benedizione dei nuovi lo-cali e l’intitolazione dalla sala polivalente a “Mario Ansa-

loni”, l’evento vedrà inoltre l’intervento dell’arcivescovo di Modena-Nonantola, mons.

Antonio Lanfranchi. Subito dopo la cerimonia un rinfresco e una partita di calcio giovani-

le U.S. Don E. Monari vs Mo-dena F.C. valida come secondo Memorial “Giuseppe Ferrari”.

Si tratta di un im-portante momento di unione tra città, diocesi e sport in cui non può man-care la partecipa-zione del Centro Sportivo Italia-no di Modena: la Monari è infatti una delle società sportive di punta del Csi. “L’edificio sarà utilizzato per

lo svolgimento delle attività sportive di calcio e pallavolo della società - spiega il presi-

dente Roberto Marchesi – ma sarà anche a disposizione di tutta la comunità della parroc-chia e dei residente del quar-tiere per l’organizzazione di corsi rivolti a bambini, giovani e adulti.” L’associazione spor-tiva dilettantistica U.S. Don E. Monari opera sul territo-rio della parrocchia di Santa Teresa dal 1969, portatrice di una concreta ispirazione cri-stiana all’interno dell’attività sportiva, con l’intento di uni-re sport e vita di fede. Con il supporto costante del Csi ,agisce nella convinzione che lo sport sia in grado di far cre-scere i valori più tipicamente umani, quali la cultura, la so-

lidarietà, la moralità, ma che allo stesso tempo sia capace di accendere lo spirito e produrre amore, gioia, pazienza, bene-volenza, fedeltà e dominio di sé. Di particolare rilievo nella sua mission è il lato aggregati-vo, fondamentale per una vita completa, sottolineato dallo slogan della società: “Sport… insieme!”.Chi decide di entrare nel mondo dell’U.S. Monari non acquista soltanto un servizio sportivo, ma entra a far parte di un progetto con un ruolo del tutto attivo e propositivo e inizia una nuova esperienza di vita comunitaria coinvolgente ed entusiasmante

Inizia il corso per arbitri alla Casa di Lavoro di SalicetaIl Csi nelle carceri modenesi

Continua l’impegno del Csi nelle carceri mo-denesi e questo inver-

no prende forma attraverso il corso per arbitri presso la Casa di Lavoro Sali-ceta San Giuliano. Lo scopo dell’iniziativa come sempre unisce il profilo sportivo a quello sociale per una più completa forma-zione e integrazione dei detenuti che passi anche attraverso mo-menti di sana aggre-gazione. Il percorso si articola in 5 incontri tra gli operatori Csi e i detenuti che si sono iscritti al corso e che

verranno preparati all’arbitrag-gio in vista del torneo di calcio a 5 “Dentro e fuori”. Si tratta di un appuntamento ormai fisso per la Casa di Lavoro Saliceta San Giuliano, un’occasione di contatto diretto con il mondo

esterno in maniera paritaria: sul campo da calcetto, infatti, siamo tutti uguali. Proprio in merito all’organizzazione del torneo, giovedì 1 dicembre alle 19, presso la sede del Csi di Modena si terrà una riunio-

ne tra tutte le società sportive del Csi aderenti al progetto carcere per stabilire le m o d a l i t à di parteci-pazione e svolgimento delle attività legate all’in-tero proget-to a partire da febbraio e, in par-

ticolare, al torneo “Dentro e fuori”. Si discuterà anche del-la possibilità di organizzare partite amichevoli di calcetto presso la Casa Circondariale Sant’Anna.

Mente e corpo in moto dopo i 55 Anziani attivi

Un percorso per ogni età: il Csi pensa davve-ro a tutti. Dai bambini

agli anziani, il Centro Sportivo Italiano ha una proposta sem-pre pronta per tutti i cittadini modenesi. Già da tempo tutti conoscevamo le offerte sporti-ve per le attività motorie degli over 55 in palestra e piscina e ora l’associazione ha deciso di impegnarsi per tenere in mo-to non soltanto il corpo, ma anche la mente dei non più giovani. Nasce così il progetto “Vivere bene” nell’ambito del più ampio programma “An-ziani Attivi”. Si tratta di una serie di incontri e conferenze completamente gratuiti che offrono un valido aiuto nello svolgimento di alcune attività quotidiane. I primi incontri sono fissati il 24 novembre alle 15, per il gruppo piscina, e il 25 novembre alle 15, per il grup-po palestra. Il tema della prima conferenza, presso la sede della

Banca Interprovinciale, part-ner e sponsor dell’iniziativa, in via Emilia Est 107, sarà “Il conto corrente bancario: lettu-

ra di un estratto conto”. I pros-simi appuntamenti da segnare in agenda saranno a febbraio, con uno psicologo, sul tema “Riscoprire l’essere sociali.

Sono gli ultimi giorni per iscriversi al centro invernale Oplà: cosa aspetti? Chiama subito il Csi e prenota la vacanza più sicura e diver-

tente per i tuoi piccoli! Ricordiamo che il cen-tro si suddivide in due settimane, l’ultima di dicembre e la prima di gennaio, e in fasce di età per i bambini e che lascia un’infinita flessi-bilità nella scelta. Puoi infatti prenotare per tutta la giornata o per metà giornata, per una o due settimane o an-che per un solo giorno.Per info e iscrizioni: tel. 059 285215, [email protected], www.oplamodana.it

Centro invernale:ultima chiamata per le iscrizioni!

Vacanze invernali

La Capriola, una delle più impor-tanti e famose

società sportive del Csi di Modena, compie trent’anni e, per festeg-giare, ha organizzato un galà di danza dal titolo “Time is on my side”. L’evento si terrà presso il Teatro Storchi il 27 novembre alle 20.30 con ingresso gratuito e biglietto da ritira-re presso la sede della scuola.

30 anni di CapriolaDanza in festa

Sabato 10 dicembre presso il centro ludico motorio Oplà del Csi di Modena si terrà una grande festa pre-natalizia a cui sono invitati tutti i nonni con i loro nipoti. Un pomeriggio all’insegna del gioco

e del divertimento da trascorrere insieme. 1300 mq tra giochi, gonfiabili, animazione e laboratori a completa disposizione delle famiglie.Per info e prenotazioni: tel. 059 285215, [email protected], www.oplamodena.it

Festa nonni e nipotiAll’Oplà con i tuoi piccoli

Mantenere relazioni, farsi aiu-tare, rimanere indipendenti” e a marzo, con un fisiatria, sul te-ma “Muoversi nel quotidiano.

Incontro sulle cadute e movi-menti della vita”. Per info e iscrizioni: tel. 059 395357, [email protected], www.csimodena.it

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19Domenica 27 novembre 2011NostroTempo

Suggestioni modenesi anni ‘30Risorse fotografiche locali e preziose: gli scatti di Carbonieri

In primo piano una donna bella ed elegante e, sullo sfondo della foto, a chi sa leggere la città, appa-

iono il teatro Storchi e l’anello delle mura, ancora in piedi. E’ una delle immagini che meglio rappresenta la nuova mostra allestita al Sant’Agostino, che presenta la collezione di Fran-cesco Carbonieri, acquisita nel 2004 dalla Fondazione Foto-grafia. La Modena della belle époque, i viaggi in Costa Az-zurra, gli eventi mondani visti dalla parte di chi vi prendeva parte. Per il Fotomuseo la mo-stra è un modo di valorizzare le proprie collezioni, per presen-tare, insieme ai grandi fotogra-fi del mondo, anche i piccoli gioielli della nostra città.Come ha ricordato il presi-dente della Fondazione Cassa di Risparmio Andrea Landi “Accanto ai grandi della fo-tografia, come Ansel Adams, che ha richiamato oltre 35 mi-la visitatori, ad oggi vogliamo valorizzare le risorse locali, che possono offrire la qualità an-che a costi ragionevoli”.Ed è interessante anche il con-fronto, a volte il contrasto, tra

Cultura

Giornata internazionale per le donne

Stop alla violenzaIl 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione

della violenza contro le donne, stabilita nel 1999 dall’Assem-blea Generale delle Nazioni Unite. Per l’occasione, giovedì 24

novembre alle 18.45 presso la Sala dei Passi Perduti del Palazzo Comunale, sarà inaugurata la mostra di Adele Angelosi “Extreme women condition. Labirinto di dolore alla ricerca della luce” alla pre-senza del sindaco Giorgio Pighi e della presidente del Consiglio co-munale Caterina Liotti. Venerdì 25 novembre, invece, alle 21 presso La Tenda, “Benji” spettacolo teatrale a ingresso gratuito, organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Modena in collaborazione con con ERT-Emilia Romagna Teatro.

Cappella Musicale del Duomo

Musica e riflessione in CattedraleLe feste della fede nella

Bibbia, nella liturgia e nella vita”: giovedì

24 novembre in Cattedrale, alle ore 21, si terrà una rifles-sione sulla lettera pastorale dell’arcivescovo di Modena e Nonantola, mons. Lanfran-chi, da parte del prof. Renato

Concerti d’organo a Gesù Redentore

In città l’eco di Alessandro Manni

La rassegna organistica “Eco della Parola nella Città perchè canti la chiesa” chiude il 2011 con un maestro modenese d’eccezione: domenica 4 dicembre alle ore 18, ai tasti del

grande organo cittadino presso la parrocchia Gesù Redentore, l’organista sarà Alessandro Manni, esperto nel repertorio ecume-nico e nella relazione tra musica d’organo e anno liturgico. Un momento di ascolto domenicale, un appuntamento di vero piace-re per le orecchie e di vocazione spirituale dedicato all’Immaco-lata con musiche di Johann Sebastian Bach, Dietrich Buxtehude, Jean François Dandrieu.

• mariapia cavani

un grande maestro e l’album di foto come ciascuno avreb-be potuto trovare nei baule dei nonni. O quasi, perché Car-bonieri usò tecniche inconsuete e raffinate per le sue immagini, come le diapositive stereoscopiche o le autocrome, una tec-nica brevettata dai fratelli Lumière, che permette di realizza-re immagini uniche e non riproducibili.“Carbonieri – ricor-da Chiara Dall’O-lio, curatrice della mostra – non era un professionista, anche se ha usato tecniche particolari, meno diffuse tra i foto-grafi di studio. Ci racconta la vita della sua famiglia e della città fino alla fine degli anni ’30. Una Modena mai vista prima, in un fondo ricco di suggestioni ed arrivato integro fino a noi. Quando lo abbiamo preleva-to, c’erano i liquidi, le carte ancora bian-che e tutto il labo-ratorio di sviluppo e stampa perfetta-mente allestito”.La fine degli anni ’30 vede la fine del percorso fotografico di Carbonieri: l’ar-resto da parte della polizia fascista, il

confino, la condanna a 5 anni, ridotti poi ad uno, spensero la

In piazza Grande la mostra mercato del libro

LibriaMo 2011E’ giunta alla sua dodicesima edizione la rassegna che porta in

piazza a Modena gli editori cittadini con le loro pubblicazio-ni. LibriaMo torna in piazza Grande il 26 e 27 novembre

per presentare al pubblico le ultime novità editoriali. Un’occasione importante per avvicinarsi a un’editoria attenta agli autori e alle te-matiche locali, ma anche capace di produrre libri di qualità vincitori di premi e riconoscimenti nazionali. Un evento che va incontro, in una grande libreria all’aperto, ad un pubblico di lettori attenti ed esi-genti per proporre pubblicazioni difficilmente valorizzate nei tradi-zionali circuiti di distribuzione e vendita. Questo il programma delle presentazioni di sabato 26 novembre presso la Galleria Europa in piazza Grande: alle 10.30 “L’enigma Mozart” con Mario Lugari, alle 11.20 “Poesie di vita” con Franca Vittoria Verardi, alle 12.10 “Ascol-tare la nascita” con Morgana Montermini, alle 16 “Enciclopedia de-gli attrezzi agricoli e degli utensili di vita quotidiana del passato” con Gianluca e Giulio Antonio Borgatti, e “La cucina contadina Mode-nese” con Sandro Bellei, alle 17.10 “Dalla /Domus Communis/ al palazzo della Partcipanza” e alle 18, “Cielo inclinato”. Per info: www.libriamodena.it

Teatro Tempio

Giorni ScontatiNell’ambito della rassegna T come Teatro, domenica 27 no-

vembre presso il TeTe Teatro Tempio si terrà lo spettacolo “Giorni Scontati” di Antonella Fattori, Giusy Frallonardo,

Daniela Scarlatti e Lia Zinno. Nella cella di un carcere femminile scontano la loro pena l’algida Viviana, rinchiusa da tempo imme-morabile, e Lucia, colpevole di omicidio. In una notte di novembre vengono arrestate altre due donne: Rosa, una ladra ex-tossicodipen-dente e Mariapia, un’imprenditrice edile. Le quattro detenute devo-no convivere in una cella di pochi metri quadri con tutti i problemi che la carcerazione comporta. Le personalità e le estrazioni sociali sono assai diverse. Le quattro donne inizialmente si scontrano, poi lentamente troveranno un terreno comune dove la solidarietà sarà possibile. Per uno “strano” tiro del destino Viviana e Rosa si ritro-veranno accomunate da una stessa colpa, ma su fronti diversi. Tutte e quattro le donne usciranno dal carcere, chi in un modo, chi in un altro. Alla fine la cella rimarrà vuota, pronta però ad ospitare nuove detenute. Una commedia agrodolce che fa ridere e commuovere, con musiche di Marco Biscarini e Daniele Furlati, scene di France-sco Ghis, costumi di Lucia Mariani e regia Luca De Bei.

luce sulla vita dorata di Carbo-nieri e della sua famiglia.

Cavani, accompagnata dalle Scholae Polifonica e Grego-riana della Cappella Musi-cale del Duomo. Dirette dal Maestro Daniele Bononcini, con composizioni di autori

quali Shutz, Bruckner, Pe-rosi, Haendel e la salmodia gregoriana, le scholae mode-nesi sottolineeranno diversi passaggi della lettera pasto-rale.

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20 Domenica 27 novembre 2011 NostroTempo

Nostro TempoPer crescere nel

Come versare:• Versamento su conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a “Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena”• Versamento su c/c postale numero 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese” C.P. 357 succ. 3• Presso la Diocesi in via Sant’Eufemia 13 a Modena• Presso la Galleria Incontro Dehoniana in corso Canalchiaro 159 a ModenaHai già rinnovato l’abbonamento? Regala per Natale un anno di Nostro Tempo a un amico a soli 35 euro

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Nostro Tempo, come la storia dei periodici cattolici locali dimostra, costituisce un luogo privilegiato in cui esercitare quel discernimento comunitario cui tante volte anche noi vescovi ci richiamiamo

+ Antonio Lanfranchi”“