adduzioni
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Esempi di calcolo di alcune semplici reti di Adduzione, o rete di Distribuzione esterna che si voglia chiamareTRANSCRIPT
Riccardo Rigon
Reti di Adduzione
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Reti di distribuzione idrica
Esempi di reti di adduzione
Il sistema di adduzione più semplice è costituito da un tratto che collega due
serbatoi. La cadente piezometrica che si viene a generare è facilmente
determinata come:
2
J =H
L
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Esempi di reti di adduzioneconfigurazioni non ottimali
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
L’equazione che regola il moto è quella di Gauckler e Strickler
4
H
L= 10.2936
Q2
K2s D16/3
Se la portata è assegnata, per esempio, da una concessione d’uso, le uniche
incognite rimangono il coefficiente di scabrezza e il diametro dei tubi
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Scelto il materiale, è nota anche la scabrezza
Il diametro del tubo rimane allora l’unica incognita del problema
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Ed è calcolato mediante la formula:
6
D = 16/3
�
10.2936Q2
K2s
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Esempi di reti di adduzione
Naturalmente, questo valore (1) non corrisponde ad un diametro comerciale. (2)
Di solito bisogna considerare anche che la scabrezza del tubo varia con l’uso.
Il secondo problema si
affronta utilizzando valori
della scabrezza in codizioni
di “tubo vecchio”.
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Esempi di reti di adduzione
Naturalmente, questo valore non corrisponde ad un diametro comerciale. Di
solito bisogna considerare anche che la scabrezza del tubo varia con l’uso.
Pe r r i so l ve re i l p r imo
problema, si possono usare
d u e d i a m e t r i , u n o
immediatamente inferiore al
valore determinato, ed uno
d i d i a m e t r o
immediatamente inferiore
come in figura
Il problema si affronta
utilizzando valori della
scabrezza in codizioni di
“tubo vecchio”.
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Ecco la soluzione del primo problema.
L = Lx + Ly
H = Hx + Hy
H =Q2
K2s xR2/3
h x
Lx +Q2
K2s yR2/3
h y
Ly
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Per quanto riguarda il secondo problema, bisogna considerare l’utilizzo di una
valvola regolatrice dei carichi per dissipare il carico aggiuntivo dovuto alla
minore scabrezza.
Maurizio Leopardi
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Maurizio Leopardi
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Maurizio Leopardi
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Esempi di reti di adduzione
Si può ora tornare allo studio di una configurazione simile a quella
inizialmente studiata:
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Esempi di reti di adduzione
Hi = aik hk = Ji Li = bi D�µi Qi|Qi|��1 Li
Come visto in precedenza, ci sono tre equazioni che danno i cariche ai nodi:
Ha come incognita il carico al nodo interno (h1), mentre i carichi nei serbatoi
sono fissati dal livello del serbatoio.
Riccardo Rigon
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L’equazione di continuità permette di determinare una delle portate, note le
altre due.
3�
i=1
Qi ai1 = 0
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Se si può considerare che due delle tre portate siano un dato del problema, le
incognite del problema sono pertanto:
h1
Q1 (per esempio)
D1, D2, D3
1 2
3
1
2
3
4
Q1 è automaticamente determinata dall’equazione
di continuità, e rimangono 4 incognite con le sole
tre equazioni che determinano le perdite di carico lungo
i tratti. Ovvero il sistema non è determinato.
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Per renderlo risolvibile, si può fissare la quota del nodo intermedio:
h1
1 2
3
1
2
3
4
Diverse scelte sono possibili per questa quota,
e rendono il sistema risolvibile.
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
Le scelte idraulicamente possibili sono tutte quelle comprese tra il minimo e il
massimo valore di perdita di carico che soddisfano le condizioni di adduzione a
gravità.
Un criterio di scelta è quello di trovare la configurazione di minimo costo
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Esempi di reti di adduzione
Schematicamente, la soluzione di minimo costo si trova, assegnado un costo
unitario ( per m) alle tubazioni. Tale costo è normalmente funzione del
diametro.
Si calcola quindi il costo dell’opera, vincolando il costo a soddisfare le condizioni
piezometriche richieste.
Questo porta alla ricerca di un minimo vincolato, problema che si risolve,
usando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange.
Ma questa è un’altra storia.
Riccardo Rigon
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Esempi di reti di adduzione
In genere si possono avere configurazioni anche assai più complesse come
quella in figura
Maurizio Leopardi
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! La progettazione, l’ampliamento e la gestione delle reti a pressione richiedono una granquantità di fattori da esaminare, normalmente affrontati con un approccio basato sullaesperienza del progettista (ed un solutore idraulico).
! Raramente sono adottate procedure di ottimizzazione. Nel caso di obiettivo singolo:
! Le configurazioni determinate dai modelli di ottimizzazione a obiettivo singolopresentano spesso caratteristiche tali da non renderne proponibile l’attuazione.
tronco 4
tronco3
tronco 5
SERBATOIO B
tronco 2
tronco
1
J4
SERBATOIO 0
SERBATOIO A
Reti aperte
Programmazione lineare o non-lineare garantiscono il raggiun-gimento dell’ottimo (ad es., minimo costo).
+210
Reti multiconnesse
Non esiste (a tutt’oggi) alcunametodologia (enumerazione a parte) che garantisce il raggiun-gimento dell’ottimo.
OTTIMIZZAZIONE DI RETI A PRESSIONE
Matteo Nicolini
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PREMESSE
! Il presente lavoro (ancorchè riferito ad un caso particolare) intende mostrare le potenzialità di un approccio basato sulla sinergia tra un modello di simulazione(EPANET) ed un ottimizzatore multiobiettivo basato su algoritmi evolutivi.
! Normalmente il decisore si trova ad agire in un contesto che gli impone di:
- soddisfare numerose esigenze tra loro contrastanti;
- rispettare i limiti delle risorse a disposizione.
Ottimizzatore multi-obiettivo basato su Algoritmi Evolutivi
Solutore idraulico di reti a pressione
(EPANET)
Configurazione da analizzare
Performance della rete
Matteo Nicolini
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OTTIMIZZAZIONE DI RETI CON AE: OBIETTIVO SINGOLO
! Il problema può essere formalmente espresso da:
" "# $$
Di
N
jijiN
p
pLdcddFMin
111 )(),,( !
s. a:
ke
mj
j
ni
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j
pi
iii ELQjj
&$"#
)(
maxmin ddd i ''
min
jj HH ( pressione minima al nodo j.
diametri appartenenti a un set commerciale;
conservazione dell’energialungo il percorso j;
continuità al nodo k;
) Garantiti dal solutore idraulico
) Garantiti dall’ottimizzatore
Matteo Nicolini
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Riccardo Rigon
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