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Aldo Quagliotti 50 poesie per la neve Speciale “Il Veliero”, podcast

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Aldo Quagliotti

50 poesie per la

neve

Speciale “Il Veliero”, podcast

Le seguenti poesie sono nate in Austria, a

Werfenweng, in cui ho trascorso splendide settimane.

Il mio ricordo va ancora una volta alla neve, alla pace

che ha portato alle mie ansie, angosce, aspettative.

Qualora voleste sbirciare lo speciale abbinato alle

immagini è indispensabile recarsi sul sito

www.ilvelieropodcast.wordpress.com, in cui

appare il link alla pagina Facebook, oppure è possibile

ascoltarle, lette direttamente dalla mia voce sul sito

https://soundcloud.com/capitano-aldo/poesie-

per-la-neve.

Buona lettura,

Il Capitano

ABACO ti chiamano neve per non dire bufera con l'inganno che infuria le vertebre a terra rinsaldate ad allontanare il passo dal magma dell'inesistente il tuo birillo nel cervello ha fatto strike prima di erigersi non vedi che la neve è un abaco silenzioso come l'ultimo dei traguardi mi arrampico sui numeri mancati vedo una distesa di futuro da incatenare ai polmoni

ADAGIO cammini adagio per non spazientire il suolo sembri un sonnambulo che non ha più sonno una retina nel mare, nient'altro che un profeta fermo nel suo eremo di neve eppure luccichi come un'incudine scalfisci il vento dei tuoi stessi passi hai un orizzonte di parole dietro l'angolo un fagotto immune che ti ha salvato la vita Danke schön, Aldo!

S(PROFONDITA') hai mai indossato un cumulo bevuto alla radice un quesito? Tu hai lo smacco del felino che caccia un'ombra imbevuta di sole dove vuoi che conducano le tue ricerche senza filo nella tazzine da caffè, forse hai trovato la bava del disagio sprofondo nel tempo sottratto nelle mie sabbie mobili di marzapane lo decido io come andare alla deriva.

WIRL a load of life scorched like a wick has been dispersed into my memory I thought You'd been shaken at least by the smoke but You didn't even turn your eyes on me and today I have an ocean of ice between my lungs and my hands You'll never swim in it again I'll be putting back the latch of my soul on the poolside, It was yours! The unknown won't be moved by us You've been a wirl of poems I've never transcribed so, at last I got a fist between my hands an army of flies The snow is going to fall, scattered on the most compact oblivion I will stand up locked in my philosophy.

RISUCCHIO

posso capire il dolore

di un foglio di carta strappato in fretta

nell'impeto innevato

di un inverno solitario

comprendo le ragioni di un pianto

dritto sulle note di un piano

planano segreti gli accordi

di un pensiero mai scritto

sgorgano dal sole nascosto

tra le briciole della rabbia

e i rimasugli del pentimento

PULVISCOLO c'è chi si oppone ad un linguaggio universale probabile non abbia mai discusso con un cielo nuvoloso pieno di pulviscolo davanti a una valanga di neve straripante di ego sicuramente è semplice innamorarsi di una zolla con il manto d'un fiocco ricordarsi il ciclo di uno starnuto siamo minuscoli insetti ospiti dell'indescrivibile

SPINA tra la neve e il sogno c'è spazio solo per la spinta le ginocchia diventano apostrofi tra la visione e l'approdo negli stivali c'è una mappa disegnata da parole erose solo dal coraggio nessuno ha mai creato il tuono ma una spina nella schiena mi diede il bacio di un tremendo temporale di vocaboli

PACE cos'è rimasto dei tuoi graffi alla mia porta? Ti sei già sciolta come una promessa a un bimbo irrequieto per il sonno la dimensione dei tuoi battiti ha lasciato un alone ai miei risvegli il fremito di un bacio duraturo nelle rive dell'agitazione la neve mi ha portato pace come volare incontrastati laddove tutto tace

GITANTE il mio condurmi presso l'incomprensibile ha origini nel mio non appartenere ha i natali nella commistione di sangue le lingue parlano lo stesso dialetto: another trip, Ja! proseguiamo l'ispezione nella gola di una funivia si sale fino a ridiscendere si esplora fino a ripartire anche tu neve sei gitante del tuo stesso perire

VULCANO venni in Austria per scovarti il segreto ultimo delle cose è la loro rivelazione tornano a nascondersi dopo un mite apparire schizza come un demone il sospiro delle montagne si accascia al suolo e si apre la luce si tinge di colore una lava di bianca sottile ancora mi travolge nulla possono i miei stivali niente potrà il mio ricordo già si è disciolta la tua consistenza già è trascorso il tuo esistere

PASSO hai il profumo di un abbraccio atteso tra i vortici della passione mi avvolgi le caviglie come edera e riposi poi stanca alle caviglie tra l'inevitabile e il vissuto sei la neve che mi è sfuggita da piccolo rintanata nel caveau dei sogni irrealizzati ti manifesti adesso come voce bianca come abbaglio miracoloso come passo nel presente

PUZZLE Quando la neve cade io mi acquatto memore del suo abbraccio a conchiglia io mi imbarco tremolante sulla sua ala di cristallo vedo un puzzle di uomini fragili assisto a un dedalo di vite senza indole se Babele fosse stata matrigna avremmo compreso? risuona la neve come tamburo nel vento l'animo si adagia tra le sue dita calde sono un raviolo ripieno di cielo

WELTREISENDE se fosse la neve il paciere perfetto se fosse l'Antartide l'equatore del mondo? vorrei una pace attorno al globo come una cintura stretta un ombelico multicolor una tempesta di poesia un trambusto che gridi "Menschlich!"

SPAZZANEVE funzioniamo allo stesso modo tu abbatti lo scudo dell'indifferenza io quello della circostanza vivo il margine di una rincorsa uno schianto contro il sacrosanto il vellutato della notte vale più del rovente di una carezza quando hai deciso di frantumare in nulla il tutto che sembrava compiuto ho preso in prestito il tuo dna per avvolgerlo come corazza

CAVIGLIE non puoi zittire il luccichio degli occhi nel riverbero del bianco puoi ascoltarlo farsi largo in un'orchestra di sapori il freddo che ti punge è la tua coperta per l'eternità nessuno ti farà del male aziona le caviglie di acqua e sale nessuno mai...

CORALLO con il coraggio dello spaventapasseri sei scomparso nella notte hai dimenticato la neve sul comodino dei vuoti a rendere la tua arguzia intramontabile d'indossare più scarpe che piedi che non mi tange e non scotta la sabbia si è sciolta al mio dolore un turbine di metabolismi già scaduti i miei affetti personali ormai dimenticati ho un corallo fra i denti: la coerenza

BIANCORE sai di bianco che più bianco è invisibile sai di celerità immobile come la schiena di un dragone su cui corro a tutta furia per raggiungere il tuo sbuffo le tue narici inacidite per lievitare nel turchese per le tue briglie sciolte voglio abbracciarti per sapere che spessore ha il mio stupore

GALOPPO al galoppo di un sogno si è instancabili si corre fino al realizzarsi di un incantesimo subìto: avvererai la luce che è in te cadrà neve dalle tue ali, forse pioggia dalle tue sopracciglia ma splenderà il sole tra le mani lo afferrerai come timone verso la cima dei tuoi sensi

NECESIDAD si ves en la nieve el mar es porque el milagro tiene el mismo espesor puedes desnudarte, si quieras quitar la arrogancia y el mal humor bajarte hacia el sol nublado construir fortalezas de sola nieve y pues, lo sabes la arena no va a recuperar el mar tu no vas a conseguir el permiso de navegaciòn no seràs tu a darte una zambullida a sumergir el ancla, sino el timòn

COEUR si c'est vrai que au coeur on ne commande pas je veux qu'il soit une boule de niege un bout de cigarette un crachat dans la Senne un nuage de cafards tandis que je suis l'Itinéraire je souris de ta indépandance combien de grésillements tu as feint furent chaleur combien de cicatrices tu as converti en pur chatouillement

PRELIEVO l'inverno era un masso appoggiato alla mia pazienza lo sollevavo sulla punta del naso come una foca curiosa come una foglia sotterrata abbracciavo la sua mole mi diede in custodia la neve dalle Alpi mi diede una vista che s'inoltrasse come un segugio nel chiarore dell'immenso no, non ci fu spazio per il freddo trascorsi come un sorso appena

ARENA Dall'alto di un parapendio la tua sostanza è apparsa latte il tuo colore di betulla viva che ricordavo dall'infanzia uno stormo di violini si sparpagliava nella mente sentivo l'abisso della vista e il timore dello schianto raggomitolati in una sola estasi ho capito com'è stato il sogno dei millenni dell'umanità opaco, acerrimo, confuso un'onirica catalessi di luce

SILENZIO ho cercato a lungo di capirti te ne stavi rannicchiata al gelo ti percorrevo con il mio sguardo le pupille sopra lo slittino raggiungevano l'ardore il fermacarte della tua bellezza io me ne stavo zitto invidiando la tua imperturbabilità la sbavatura del tuo assolo era che solo io ero commosso ed era sempre troppo tardi per afferrare la tua delicatezza già era acqua oppure ghiaccio già ara leggenda davanti camino

ATTESA spesso maturano l'attesa senza investire sulla sua potenza spesso ingarbugliano i significati e si insinua il sinonimo di immobilità ma attendere è lo slancio tra l'idea e l'assaggio la porta di mezzo tra la neve e il freddo l'aver realizzato spesso che anche l'incanto è assai un inganno che anche un inganno è sovente incauto

BINOCOLO il tuo bacio fu l'imprinting ti seguii sul galeone dei corsari guardavi l'alba con il suo binocolo ti piaceva tanto il suo pallore dicevi fosse simile alla neve io ora ho scorto questa somiglianza proprio quando ormai è cambiata la tua costellazione viaggio nei residui dei tuoi sbalzi ora sono le mie ripercussioni la neve ha conquistato le tue vette io sono sprofondato nella similitudine credendo mi guardassi ancora con il tuo sguardo attento con il tuo collo sporto con il tuo amore aperto

ANCHEGGIO i pomeriggi sono travi delle notti senza sonno sulla torre d'un osservatorio guardo i fiocchi precipitare e vorrei nuotare dentro una risata tra i "se" e i "ma" di un giuramento alla radice di me stesso mangiare il frutto del peccato per imparare a vivere di ancheggi che se l'imperfezione è un ballo io sono una contorsionista che scia nell'oscurità di un accappatoio ovviamente bianco ovviamente io salpo

HAND MIXER a un passo dal cielo chiunque esprimerebbe un bacio qualsiasi umano getterebbe un ramo alla sua cordialità inespressa persino tu riavvolgeresti il nastro per srotolarmi l'amore ai tuoi piedi e quando è forse troppo tardi il verde l'ha coperto il grigio la neve ha sgomberato l'animo dal tarlo del risentimento anche io ora ho una dimora nuova ma tu passa domani

VELENO alla fine della corsa il sole tu l'hai lanciato come biglia come frisbee a farmi da amo un amore dato al pesce per farlo nuotare nel tuo stagno credi che un cuore io non ce l'abbia che sia rassegnato come un grumo d'erba soffocato in tempo? Credi ch'io cammini orizzontalmente? Da non sentire il peso di ogni mia caviglia sprofondare nella neve il problema è sempre uno: tu hai martoriato la parola tu hai ferito tutto il mio vocabolario

TAPPETO un tappeto di monocromia accompagna ogni mia sbigottimento non conosco l'esperienza del dubbio: sono certo che nutro un amore troppo forte per l'inchiostro che cade io confesso che muovo i miei sbuffi solo su rotaie che siano pagine solo lungo muri che appaiano bianchi pronto a tingerli di me e c'è un tappeto sotto i tuoi piedi sei la regina della festa sei l'alabastro dell'impero la freccia che mi compisce per intero

MACCHIA sulla pelle il marchio non è il mio nome il mio capostipite sotto l'ascella un libro fermo a trotterellare di stazione in binario questa neve non cede la tregua è immobile una virgola sul viso mentre grandinano i ricordi non ho nemmeno l'ombrello.

SFRIGOLIO una piastra ardente sotto i piedi scotta ad ogni balzo tarantolato in mezzo al nulla la notte accosta e mi riabbraccia uno sfrigolio di stelle, almeno mi suona la sua playlist esiste un suono sordo e imbarazzante è l'ammaliante sguardo che la neve mi ha concesso un brivido che corre tutt'ora in me

VASTITA' se rincorri le mie orme basta dirlo che senti il profumo di ghiacciato basta avvisarmi che la vastità è tua casa basta dirmelo che gli angeli qui lottano con i cuscini e questa pioggia di piume d'oca non cesserà non devi essere tu a sentirti in torto di non essere un'umana sono io che mi rimprovero di non piombare al suolo come fiocco a me piacerebbe tanto

ANCORA io attracco qui tra le alci e le renne una cartolina sbiadita tra il vuoto da disegnare e le mucche rintanate nel fieno ho messo ai piedi un'ancora le oche risalgono da sottovalle il mio fiato dirompente scioglie l'imbarazzo io simpatizzo con chiunque emetta amore gutturale con chiunque prometta storie avventure a profusione

BLU è sempre forte un pensiero che si fa vivido nell'epoca un ricordo che danza furioso per non perdere la gara col tempo ma ancor prima di socchiudere il mondo tutto scolorisce piano anche la neve diviene bluastra anche le persiane si chiudono a grotta and You whisper << WHat's goin' on, here?>> sono innamorato, ecco tutto di questo lieve mal di pancia

OSSIGENO se stiracchio il collo rotea il tuo bacino nell'aria sembri piuma a terra solo fango solo bianco, bianco, bianco respirare richiede pazienza uno sguardo prolisso alla finestra mi affaccio dall'altura e scrivo che ho guadagnato ossigeno che ho meritato pace solo bianco, bianco, bianco

MISTERO il mio cappotto arriva ai piedi raschia la tua pelle diafana i miei polsi misurano il tuo peso sgattaioli ripetutamente come con me, nessuno si azzarda nemmeno a stringerti in un abbraccio tu non ti sciogli tu ti alzi e te ne vai

BOMBONIERA quando termina la giornata le ombre si radunano alla fonte c'è un rave party di silenzio e commemorazione anche oggi quante ore morte anche domani quanti sacrilegi per me che vivo in questa bomboniera per te che vivi tra gli scogli e il mare vorrei aspirare la tua voce e sento che la mia vita inizia adesso

VOCE i miei capelli si bagnano alle tue carezze la tua voce filtra dalle tue pareti mi giunge da lontano a richiamarmi all'humus naturale la mia bandiera è una manciata d'erba un suolo spento dalla morte certa il clangore del tuo spazio ti dirige più in là mi resta la voce a salvarti ancora il volto a sorriderti sdraiato mi sono tuffato in te perché ti ho riconosciuto madre

DESERTO un deserto di parole per ognuna un fiocco bianco c'ha già pensato il tempo a dare il la alla meraviglia in groppa al mio cammello io attraverso la tua terra bruciata

PIOGGIA tutto accartocciato praline di cielo seminate a terra ora si sciolgono la pioggia ha risvegliato l'inevitabilità della ciclicità degli eventi gli sciatori sono caduti a birillo i paracadutisti han preferito cambiare ora volano con le gocce d'acqua si aggrappano alle cime dei monti le locandiere ridono per il tanfo le mucche non osano tanto io come un metronomo attendo la cena guten appetite, welt!

PORTO porto la rabbia e la calma la tempesta e la voglia di esplorare ancora porto lontane le ansie le smarrisco per sempre finché dura la mia convinzione porto in spalla la vita le gambe a tracolla le pagine a testimonianza della mia innocenza porto in dono la neve a chi non la pensa come me

MANCANZA un capello nel mare manca a chi l'ha perduto? un dito nel miele quante calorie trascina a sé? Mi chiedo come sarebbe vivere con gli addominali cosa potrei dire ancora alla neve che non le abbia già promesso nella stiva della mia esistenza c'è sempre un inverno a mia disposizione

SOSPIRO se pratichi con costanza il silenzio non meravigliarti di ritrovarti il molare ammuffito nell'indecisione le parole non si fabbricano da' loro lo spazio di esplodere da' a un viso lo schianto che merita con le mie idee bizzarre siedo sui gradini dei un inconveniente essere solo ed accogliente una voce stridula nell'eruzione con una crociata soltanto divorare la neve e disciogliere ogni malumore e nel sonno di una lacrima un sospiro affumica i lampioni la vita evapora da tutt'altra parte

VICISSITUDINE strappo il velo della tristezza scorgo i suoi artigli dritti nelle spalle tanti quante sono le impronte cunicoli nascosti, che non hanno fine il tragitto è verso il supermarket forse avrò vita migliore mangiando a bocca aperta un würstel può darsi il cielo sia uno specchio delle nostre vicissitudini e quanto ce la raccontiamo e quant'è bello raccontarcela

COMETA un semplice sbadiglio all'alba appannava la mia vista la neve riflessa nelle tue pupille sarebbe uno spettacolo non replicabile c'è un'infinità di ghiaccio nelle scarpe dai miei calzini spremuti si gettano cascate è proprio la prova di forza che dovevo ai miei dubbi una cometa sorpassa il muro del suono stordisce l'estasi, ancora una volta sono qui, sono qui

PASSAGGIO ho levigato il passo a prova di intemperie ho stretto l'osso sacro camminando adiacente ai vicoli che preannunciavano il profano nella mia clessidra di pelle e seta un escamotage teatrale ha reso la neve lo sperma delicato della mia predilezione camminerò per sempre per queste strade nuove illuminate dal mio vento di quest'età fatata

CALOTTA un balzo all'indietro con la luna a farmi da snowboard un tacito assenso fra noi mi lascio scavare da quest'aria gelida scalpella le mie carni pronte a spiccare il volo so decompormi come totem rotto io so rialzarmi come condor pronto una calotta bianca cela il corridoio che è in me uno squarcio tra me e la notte una pista di sola andata

CLITORIDE il mio naso curioso lo tengo sempre con me si affaccia nei tuoi seni bianchi nelle montagne dove hai transumato coltiva il senso del tuo soffice erotismo lo spinge agli angoli della delizia la spuma della tua frizione mi bagna il palmo della mano mentre slitta la mia penna slitta anche questo pugno d'ore

INFINITO un forte allarme risuona dalle mie meningi forse c'è un tempo per innamorarsi forse il destriero avrà la sua rotta incamerandomi fra le sue fermate forse si anniderà nelle mie orecchie il pianto di un bambino da adottare sarà allora che comparirai fulminea a ricordarmi l'infinito percorribile che non risiede in un bacio soltanto una via maestra di sentimenti eclettici una vela al vento di misteri elettrici una valanga di cori eleusini una bandana sulla fronte una strada dritta alla frontiera la neve mi ha inghiottito in sé

LA NEVE rifletto la luna, stasera io e lei della stessa trasparenza amici per la pelle, fanali intercambiabili stasera è uno slalom tra il freddo e il fumo ogni scorcio rivela la sua sorpresa forse mancherebbe giusto un tempo l'attimo da prendersi per un buon racconto perché forse hanno ragione questi cumuli di neve tutto casca a terra tutto ha il tempo di finire finirò anch'io, un giorno lontano come la neve, lo sento piano piano...

Tutte le poesie sono di invenzione originale di Quagliotti Aldo e sono state scritte nel mese di gennaio 2014. Grazie.