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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.1 Stampa in proprio a cura del Clan “La Lanterna” - responsabile: Stefano Bonci Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.1

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Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.2

F.S.E. Gruppo Ge 1° c/o Istituto Sacro Cuore - Via L. Stallo 18

F.S.E. Gruppo Ge 3° c/o Parrocchia di S. Zita - V. di S. Zita 2

Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463

A voi tutti un bentornato e un sentito

BUON ANNO !

E non è a caso che porgo a voi, lettori di

Orizzonti, quest‟augurio anche se con

qualche giorno di ritardo. Che sia

veramente un Buon 2003 vissuto a pieno !

Vi chiederete il perché di quest‟augurio

tanto accorato. Ora vi spiego.

L‟altra sera, tornato dal lavoro, riflettevo

su questo: ma perché il tempo non ci basta

mai? Vorremmo una settimana di 10

giorni, di cui 5 dedicati alle cose che ci

spettano (lo studio, il lavoro, la famiglia

ecc…) e gli altri 5 a fare ciò che ci piace di

più. E invece no! I giorni sono “solo” 7 e il

tempo scorre inesorabile … ci sfugge.

Così ci ritroviamo sempre a correre,

sempre affannati (o quasi), con la

consapevolezza che potevamo fare di più

se “ … solo avessimo avuto più

tempo…”.

Addirittura ragionando tra noi arriviamo

ad attribuire tutta la colpa al tempo, unico

r e s p o n s a b i l e d i o g n i n o s t r a

manchevolezza, unico problema da

risolvere.

Il tempo è prezioso … Devo trovare il

tempo … Il tempo è tiranno …

E mentre pensavo queste cose, ho iniziato

ad analizzare la mia settimana “tipo”; ho

cercato di capire come io [fatelo anche voi

è utile: parlo di me ma solo per raccontare

di una persona che conosco un po‟ meglio

di altre :-P) ] utilizzo il MIO tempo. E ho

avuto una sorpresa: il tempo non esiste!

“Si, vabbe‟, questa raccontala ad un altro/

a”, mi direte. No, vi dico, il tempo non

esiste e ve lo posso dimostrare. Ora,

trascurando il tempo che utilizzo per

sopperire a bisogni fisiologici quali

dormire e mangiare (qualche volta tra

l‟altro anche le cene sono pretesti per non

sfamarsi solamente), la mia settimana è

organizzata in maniera regolare da

“appuntamenti” (termine generico, ci

siamo capiti …) ben precisi. Ogni cosa che

faccio la faccio perché … la reputo giusta,

mi appassiona, ci credo veramente, ne

sono innamorato, …

Per le cose che contano nella mia scala di

valori, c‟è sempre “tempo”. “Ma allora –

direte voi – come mai ogni tanto anche tu

sei affannato, di corsa, in ritardo, senza

tempo?”. Bhe‟, ho cercato di capire anche

questo. Per quanto mi riguarda il tempo

non mi basta quando non lo organizzo, non

sono cioè coerente con me stesso. E, salvo

imprevisti come la coda in sopraelevata, è

solo colpa della mia incapacità di

programmare i vari miei impegni e

appuntamenti. È naturale che non si può

avere ogni ritaglio di tempo perfettamente

incastonato in uno schema a prova di

bomba. Ma caso vuole (caso???) che più il

tempo è ben organizzato, meglio si

(Continua a pagina 3)

“Tempus fugit”

Editoriale

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.3

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riescono a trovare momenti per sé,

momenti di relax, momenti per non star lì

con l‟orologio in mano. Sono poi proprio i

momenti di “avanzo” a darci un po‟ di

respiro: quei minuti passati con un amico/a

a ragionare su come siamo cambiati e a

ricordare il passato, quei momenti insieme

a rider di una cosa buffa, quegl‟istanti in

più passati abbracciati alla persona a cui

vogliamo bene, quegl‟attimi sdraiato sul

letto a ripercorrere gli avvenimenti

accaduti durante la giornata, a ragionare

sulle scelte fatte, a ringraziare Dio per ciò

che mi ha donato, riconoscendo che Lui è

il centro della mia esistenza e senza di Lui

nulla mi riesce. Guai a perdere queste

occasioni!

Non è il tempo però ad esserci nemico.

Spesso siamo noi a non saperlo trattare

come NOSTRO, a non dargli un‟anima.

Buon anno ancora quindi, da vivere

intensamente per realizzare il progetto che

Dio ha su di noi, trasformando cioè in

VITA (espressione dell‟Amore che Cristo

ci ha insegnato vivendo), tutto ciò che il

mondo definisce TEMPO.

Buona Strada

Il C.C.

Tigre dagli Artigli Lucenti.

(Continua da pagina 2)

Scoutismo: “Associazione italiana guide e scouts d’EUROPA cattolici” a cura di Pipistrello silente e disponibile pag. 4

Scoutismo: “La nascita delle aquile randagie” a cura di Bisonte riflessivo pag. 8

Vita di fede: “Messaggio ai giovani” a cura di Procione attento pag. 11

Vita all’aperto: “Consigli per la cucina Trapper” a cura di Koala volenteroso pag. 14

Notizie e voci dalle diverse unità del Gruppo pag. 16

IN QUESTO NUMERO:

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.4

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“Scout d’Europa, Scout d’Europa, … ma se io non sono mai andato più in là di Montoggio con gli Scout!” Anche tu in ques ta condizione? O sei fra i tanti che si sono già spinti oltre, fino a gustare le meraviglie della Lomellina (Mortara, Vigevano e dintorni) con indosso una bella uniforme Scout? In tutti e due i casi puoi pur sempre pensare che l’Europa, quella con la E maiuscola, sia un po’ lontana. Per quanto riguarda le G u i d e , i n v e c e , c i racconteranno qualcosa al ritorno dalla Polonia. Per tutti gli altri non c’è problema, allacciatevi le cinture e pronti a partire per un tour virtuale attraverso le frontiere. Ah! Dimenticavo; poiché avete pagato il biglietto più economico, il pacchetto di viaggio comprende quattro sole fermate; ma sono più che sufficienti! Prima fermata: Bruxelles. E‟qui, nella

capitale del Belgio, che hanno sede un gran

numero di organismi e istituzioni che

regolano la vita dell‟Unione Europea. In

particolare la Commissione Europea che è

un po‟ come il governo di tutti i Paesi

dell‟Unione. Ci sono anche

a l c u n e i m p o r t a n t i

istituzioni comunitarie che

non hanno sede a

Bruxelles; fra queste la più

importante è il Parlamento

europeo, che si riunisce a

Strasburgo, in Francia, ed è

composto da uomini e

donne eletti direttamente

da centinaia di milioni di

cittadini europei.

La cosa più interessante

che sta succedendo in

questo periodo a Bruxelles,

è il gran lavoro che si sta

facendo per scrivere una

Convenzione Europea. Cos‟è? Detto in due

parole è un insieme di principi, di regole e di

propositi che regoleranno la vita dei paesi

dell‟Unione e quindi anche di tutti i cittadini

europei. Se prendete in mano un libro di

storia, vedrete (anche senza studiarlo) che

non ci sono mai stati nella storia dei paesi

(Continua a pagina 5)

Associazione Italiana Guide e Scout

d'Europa Cattolici

In primo piano

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.5

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dell‟Unione Europea 60 anni (tanti ne sono

passati dalla fine della seconda guerra

mondiale) senza guerre, scontri, odio e

atrocità di ogni genere. Be‟ il fatto che oggi

si scriva la Convenzione, ci sia la moneta

unica e compagnia bella è forse la pagina di

storia più bella che mai ci sia capitato di

leggere.

Seconda tappa: Colonia. Siamo in

Germania; il 1 novembre 1956 a

Co lon ia s i incon t rano una

cinquantina di giovani capi Scout

tedeschi e alcuni capi francesi, fra di

essi vi sono cattolici, evangelici,

ortodossi. Da questo loro incontro

prende vita la "Federazione dello

Scoutismo Europeo".

Alla fine di tre giorni di dibattito,

a Colonia viene redatto un

documento in dieci articoli: lo Statuto

Federale. Il primo articolo dice: "Viene

fondata, con il nome di "Federazione dello

Scoutismo Europeo", una associazione scout

internazionale, composta di sezioni

nazionali e il cui scopo è di praticare lo

scoutismo di Baden-Powell, nel quadro

dell'ideale europeo, interpretato su basi

cristiane e che postula l'idea di un'Europa

unita".

La Federazione adotta, come emblema

ufficiale per tutte le associazioni, una croce

di Malta ad otto punte caricata da un giglio

d'oro. Non è una scelta casuale dato che

viene effettuata proprio nel giorno di Tutti i

Santi, giorno nel quale la Chiesa proclama

solennemente a tutta la terra le otto

Beatitudini, simboleggiate per la F.S.E.

proprio dalle otto punte della croce del suo

e m b l e m a .

Nel novembre 1956, unitamente alla nascita

della Federazione, prende vita, in maniera

formale, l'associazione tedesca della F.S.E.,

mentre i capi francesi registrano

ufficialmente la loro associazione solo nel

1958.

Sarà poi la volta di altre associazioni

nazionali; l‟Associazione Italiana nasce nel

1976.

Nel corso

del

tempo la

F e d e r a z io n e s i è

trasformata in “Unione Internazionale delle

Guide e Scout d‟Europa”, ma comunque

continua a voler creare una vera comunità di

vita dei giovani dei diversi paesi d'Europa, al

di sopra delle frontiere nazionali. Uniti dalla

Preghiera e dall‟azione scout, si rafforza la

nostra appartenenza a una comune casa

Europea (che, come dice Giovanni Paolo II,

può essere composta da diversi appartamenti

con le loro specifiche caratteristiche)

costruendo la conoscenza reciproca dei

diversi popoli, la collaborazione e l‟amicizia

fra tutte le nazioni.

La UIGSE-FSE riunisce associazioni di

confessione cattolica romana e accoglie, in

uno spirito di apertura ecumenica

(Continua da pagina 4)

(Continua a pagina 6)

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i n s e p a r a b i l e d a l l a

speranza di un ritorno

a l l 'un i ta ' sp i r i tua le

d e l l 'E u r o p a , a n ch e

associazioni Riformate o

appartenenti alla Chiesa

Ortodossa Orientale. E' il

caso della Germania e

della Svizzera (dove sono

presenti associazioni o

componenti evangeliche)

o della Romania (dove e'

presente una componente

ortodossa orientale). Ogni

Gruppo della F.S.E.

appartiene ad una Chiesa

e accoglie soci di quella

confessione.

La UIGSE-FSE è stata

riconosciuta dal Consiglio

d'Europa con statuto consultivo il 12 marzo

1980 ed ha come Associazioni membri :

Albania, Austria, Belgio, Canada, Francia,

Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo,

Polonia, Portogallo, Romania, Spagna,

Svizzera, Ungheria.

Ok, siamo stati fermi a lungo, … adesso

spostiamoci un po‟ più a sud…

Terza fermata: Roma. Anzi: Città del

Vaticano. Siamo riusciti ad avere

un‟udienza dal Papa… sentiamo un po‟ che

dice a proposito dell‟Europa ai giovani:

“Giovani d’Europa, siete nella primavera

della vita, e vi scoprite alberi in fiore,

chiamati a diventare carichi di frutti.

Sappiate apprezzare le singolari

opportunità che vi si offrono ogni giorno.

Nonostante i suoi problemi questo è un

tempo straordinario, un momento

favorevole, nel quale ciascuno deve sapersi

assumere a pieno le proprie responsabilità:

personali e sociali. Non dimenticate perciò

quali sono le vostre radici. L’albero che

vuole crescere e portare frutti, deve con le

sue radici attingere alimento dal terreno

buono. Giovani d’Europa, il Vangelo è

questo terreno in cui porre le radici del

vostro avvenire! Nel Vangelo vi si fa

incontro Cristo. Scoprite e gustate la sua

amicizia, invitatelo a essere vostro

compagno nel viaggio di ogni giorno. Egli

solo ha parole di vita eterna.

… Giovani d‟Europa siate al servizio della

vita e costruttori di pace. Si parla

continuamente di paca, ma non si smette di

fare la guerra. La vecchia Europa ben

conosce questa realtà disumana. Cari

giovani respingete le ideologie ottuse e

violente, tenetevi lontano da ogni forma di

nazionalismo esasperato e intolleranza. A

voi è affidata la missione di aprire nuove

vie di fratellanza per costruire un‟unica

famiglia umana, approfondendo la legge

della reciprocità del dare e del ricevere, del

dono di sé e dell‟accoglienza dell‟altro…

Voi siete il volto giovane dell‟Europa. Il

futuro del Continente, come del mondo

intero, vi appartiene, se saprete seguire il

cammino che Cristo vi indica. Siate le sue

mani e il suo cuore, per i vostri fratelli e le

vostre sorelle: il cuore per amare e pregare,

le mani per lavorare, costruire e servire.”

Credo proprio si rivolgesse a ciascuno di

noi.

Quarta tappa: Genova. Per la

precisione: casa nostra, oppure la

(Continua da pagina 5)

(Continua a pagina 7)

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nostra sede, la nostra tana, …Qualcuno

di voi penserà in questo momento fra sé e sé:

radici cristiane d‟Europa, pace mondiale,

libertà di religione, libertà delle Nazioni,

riunificazione dei Cristiani: sono tutte grandi

e importanti sfide per la nostra epoca; ma

cosa posso farci io, da solo? Posso dare un

qualche contributo personale?

E io* vi rispondo: sì, tu da solo puoi mettere

qualche cosa in movimento, perché ogni

buona risoluzione, ogni pronta assunzione di

un compito comincia sempre nell‟uomo

singolo.

Per quanto i singoli sforzi debbano poi

essere riuniti per potersi esplicare a più vasta

scala, resta il fatto che il sì di una singola

persona, dato con generosità e mantenuto nel

proprio ambiente con fedeltà, può davvero

innescare e promuovere efficacemente

profondi cambiamenti per il bene.

*chi parla è sempre quel signore anziano

vestito di bianco.

E noi tutti abbiamo promesso o vogliamo

promettere di essere fedeli…

Bene, il viaggio è finito. Spero non vi abbia stancato troppo, perché adesso c’è parecchio lavoro da fare; c’è da fare l’Europa! Anzi di più: gli Scout d’Europa! Buona Caccia.

Pipistrello silente e disponibile

Chi non ne avesse avuto abbastanza, può consultare le fonti da cui sono stati anche estrapolati alcuni brani riportati nelle quattro tappe del viaggio. - Su Unione Europea e Convenzione: http://europa.eu.int http://european-convention.eu.int dove si possono trovare i link ai documenti redatti dalla convenzione dei giovani europei e si può dire la propria in un forum. - Su Associazione e FSE-Uigse: www.fse.it che contiene anche i link alle pagine di www.uigse.org - Per quanto riguarda i discorsi del Papa sull’Europa: ci sono indubbiamente infiniti siti Web che toccano l’argomento, ma per chi preferisce fare il tradizionalista c’è un opuscoletto di poche pagine: Enzo Bianco, Lettera agli Europei che il Papa non sa di aver scritto, Elle di ci, Torino, 1997. (E’ il numero 170 della collana “Mondo Nuovo”, curata dai Salesiani).

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Talvolta è necessario fermarsi un momento e guardare le tracce che qualcuno prima di noi ha lasciato per capire se ci troviamo sul sentiero corretto e per verificare se stiamo andando nella giusta direzione. Buona Strada

Bisonte Riflessivo

La legge n. 5 art. 3 (9 gennaio 1927)

dell'Opera Nazionale Balilla (ONB) decreta

lo scioglimento dei Riparti Scout nei centri

inferiori a 20.000 abitanti ed obbliga ad

apporre, ai restanti, le iniziali ONB sulle

proprie insegne.

Il 24 gennaio il S. Padre

Pio XI con suo chirografo

scioglie Egli stesso i

R e p a r t i A S C I

(Associazione Scout

Cattolici Italiani), citando

il Re Davide (2 RE 24,14):

"Se dobbiamo morire sia

per mano vostra, o

Signore, piuttosto che per

mano degli uomini".

Il 9 aprile 1928 il

Consiglio dei Ministri modifica la legge ONB

che col decreto n. 696, firmato dal capo del

Governo Mussolini e dal Re, dichiara

soppresso lo Scoutismo. Nell‟ultima udienza

all'ASCI in Arcivescovado, tra le lacrime, alla

presenza del Card. Tosi, sono simbolicamente

deposte sull'altare e consegnate "le fiamme"

dei Riparti milanesi.

Ma se è soppresso lo Scautismo, alcuni Capi

sono decisi a serbare fede alla "Promessa" e

alla Legge": Giulio Cesare Uccellini Capo del

MI II, che prenderà il nome di Kelly durante

la resistenza, e Andrea Ghetti Scout del MI

XI, detto Baden, che definisce così la

clandestinità delle Aquile randagie: "Il

movimento Scoutistico clandestino nella

mentalità di Kelly aveva un duplice scopo:

mantenere l'idea di personalità, di libertà, di

autonomia, di fraternità e preparare i quadri

per il momento della ricostruzione, avere una

forza propria di resistenza ideologica per

impedire ai giovani di accettare una sola

visuale della vita, della storia, della politica.

Il valore di questo

sta nel fatto che

furono dei ragazzi

a dire NO al

fascismo, quando

tutti si piegavano

nonostante le

d e n u n c e c o n

interrogatori alle

sedi fasciste e alla

Questura, ma il

n o s t r o N O

rimaneva intatto".

Ha così origine il primo gruppo cattolico

antifascista che inizia il periodo della

‘Giungla Silente’ ed è composto mediamente

da 20-25 iscritti perché man mano che

crescono devono partire per i vari fronti

militari. Fare Scoutismo in divisa vuol dire

amare totalmente il metodo, avere

(Continua a pagina 9)

La nascita delle AQUILE RANDAGIE

Scoutismo nella storia

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convinzioni salde, coraggio per affrontare le

conseguenze giuridiche come l'arresto dei

genitori, la perdita dei vari benefici del

Fascio: che per gli adulti significava come

minimo la perdita del posto di lavoro e per i

giovani l‟esclusione dalla scuola, per tutti il

sopruso e la violenza, anche fisica, delle

squadre fasciste.

Le aquile randagie sono senza sede e le

informazioni per le uscite intere o

pomeridiane della domenica sono lasciate in

alcuni monumenti storici intorno a Piazza del

Duomo, ovviamente senza data e firma. I

fascisti cercano d'infiltrarsi nelle aquile

randagie senza mai riuscire a prenderli perché

sono sistematicamente depistati. Per non

rimanere isolati s'instaura una fitta

corrispondenza con Scout stranieri che durerà

per tutto il tempo della clandestinità e che

permetterà, alle aquile randagie, di

m a n t e n e r s i s e m p r e a g g i o r n a t e

metodologicamente con l'evoluzione dello

Scautismo mondiale.

Saranno mantenute, per tutto il periodo della

clandestinità, le tradizioni dell'inaugurazione

dell'anno Scout in settembre, la visita il

pomeriggio di Natale all'Ospedale dei

Bambini, la festa di

Carnevale, il ripetere

insieme la formula

della Promessa il 23

aprile in comunione

ideale con tutti gli

Scout del mondo, il

Campo di S. Giorgio,

il Campo Estivo. I

collegamenti fra le

aquile randagie sono

mantenuti mediante la

pubblicazione della

rivista 'Il Club dei Ceffi' che verrà sostituita

da 'Estote Parati' fino al 1940.

Nel 1933 superando grandi difficoltà, una

delegazione di cinque aquile randagie,

aggregata al contingente svizzero, partecipa al

Jamboree di Gödöllo (Ungheria) ed

incontrano Baden-Powell per la prima volta.

Nel 1935 Baden (Andrea Ghetti) si laurea in

filosofia rifiutando di indossare 'la camicia

nera', obbligatoria durante la discussione

della tesi; nel corso della festa di laurea

comunica la sua decisione d'entrare in

seminario e l'imminente partenza.

Nel settembre del 1936 Kelly (Giulio

Uccellini) partecipa ad un Pellegrinaggio di

Scout stranieri a Lourdes e fa voto di

condurne uno ufficiale dell'ASCI qualora

questa sia ricostruita integralmente. Questo

voto sarà sciolto da oltre 400 Scout ASCI nel

1954.

Nell'agosto del 1937 le aquile randagie

partecipano al Jamboree di Voghelenzang

(Olanda) inseriti nella delegazione Scout

della Corsica. Il 9 agosto Kelly, Baden e suo

fratello Vittorio incontrano Baden-Powell

che li riceve ufficialmente come delegazione

italiana; ad essi esprime con parole di

omaggio la sua solidarietà, sebbene senta

tutta la preoccupazione di esporre dei giovani

al rischio di una vita clandestina e concede

l'investitura di Capo a Kelly e l‟incarico di

conservare lo spirito dello scautismo e di

diffonderlo tra la gioventù italiana, fuori da

ogni forma associativa che comportasse

vincoli diversi da una coesione morale: tale

prudenza è suggerita dalla necessità di evitare

incidenti diplomatici, che possano assurgere

ad importanza internazionale. Il gesto di B.-P.

pone le premesse per il riconoscimento

(Continua da pagina 8)

(Continua a pagina 10)

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ufficiale delle aquile randagie quale gruppo

c o n t i n u a t o r e

dell'ASCI, unico

autorizzato a

riconoscere e

fondare nuovi

Reparti dopo la

ricostruzione.

Il 25 marzo 1939

Baden è ordinato

sacerdote nel

D u o m o d i

M i l a n o

dall'Arcivescovo Schuster e diventa

Assistente spirituale delle aquile randagie. Il

9 settembre avviene la prima salita in Val

Codera, scoperta da un'aquila randagia,

„paradiso perduto‟ sconosciuto e con

possibilità di fuga in Svizzera.

L'addetto alla Segreteria Vaticana, Monsignor

Montini, in un colloquio con Baden

sull'opportunità o meno di continuare lo

Scautismo in forma clandestina, non esita a

dichiarare che 'conviene' continuare a

conservare il metodo e lo spirito dello

Scautismo nella prospettiva di un futuro,

sostenendo la tesi che è buona cosa

mantenere vive tali forze intatte; nel caso di

ritorno a una libera forma di vita sociale, esse

avrebbero validamente contribuito al

rinnovamento del mondo giovanile pur

nell'eventualità del pericolo che la vita

clandestina comporta.

Nel 1940 iniziano le guerre in Albania,

Somalia e Libia, Grecia. Le aquile randagie

mantengono una fitta corrispondenza con gli

Scout al fronte e nei campi di

concentramento, causando un intervento

dell'ufficio Censura Corrispondenza di Roma

insospettito da alcuni termini come "aquile

randagie, estote parati, traccia" pensando si

tratti di un codice cifrato e scatta una severa

inchiesta militare.

Il 4 ottobre 1942 su un quotidiano si legge:

"E' stato trasportato all'ospedale Maggiore,

trovato privo di sensi e sanguinante sullo

stradale tra Niguarda e Bresso. Versa in

gravi condizioni per le lesioni in tutto il

corpo (rottura di tre costole, commozione

cerebrale) e la frattura della clavicola

sinistra tanto che non si è potuto

interrogarlo, ma non è dato sapere in quali

circostanze sia stato investito". E‟ in questo

modo che viene diffusa la notizia

dell‟agguato teso dagli squadristi fascisti a

Kelly che in bicicletta stava raggiungendo le

sue aquile randagie in uscita. Kelly rimarrà

menomato nell'udito dell'orecchio destro che

gli causerà anche la perdita dell'equilibrio.

Inizia l'esperimento Scautistico nel Seminario

Teologico della Diocesi Ambrosiana a

Venegono con due direttrici: una

propagazione dello Scautismo per opera

diretta dei novelli sacerdoti e la seconda

costituzione di un Reparto Scout tra i chierici

del seminario.

Nell'inverno 1943, di ritorno in bici da una

uscita a Caronno le aquile randagie vengono

sorprese da un bombardamento aereo. Il 26

luglio durante la Messa al Campo Estivo delle

aquile randagie con una squadriglia di romani

e parmensi a Colico, un fattore annuncia la

caduta del Fascio che provoca un naturale

scoppio di gioia e commozione di tutti; Baden

(Continua da pagina 9)

(Continua a pagina 11)

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si riprende e urla: "la Messa continua". Si

profila la possibilità della ricostruzione

dell‟ASCI sciolta nel 1928 e l'Arcivescovo

Schuster incoraggia il risorgere dell'ASCI

lombarda e approva i quadri dirigenti

lombardi da tempo preparati. Grazie alle

Aquile randagie, ha avvio la rinascita

dell‟ASCI…

Kelly e Baden.

Kelly nasce a Milano l‟11 marzo 1904 e

muore il 22 marzo 1957 a Milano per un

t u m o r e a l l o s t o m a c o ;

Baden nasce a Milano l‟11 marzo 1912 e

muore il 5 agosto 1980 a Tours in Francia a

seguito di un incidente d‟auto durante il

Campo di Clan in bicicletta del MI I „La

Rocchetta‟ di cui era Assistente. Baden è il

paroliere delle canzoni Scout: Madonna

degli Scout, Il richiamo della Strada, La luna

sulle vette, Col cappellone ed un giglio d‟or.

Bibliografia

Lord Baden-Powell, Scautismo per ragazzi,

editrice Nuova Fiordaliso

Mario Sica, Storia dello Scautismo in Italia

don Giorgio Basadonna, ...Sempre pronto!

un profilo di don Andrea Ghetti, editrice

Ancora, 1994

Arrigo Luppi, L'inverno e il Rosaio

Il testo è tratto da Vito Cagnoni.

(Continua da pagina 10)

Messaggio a noi giovani

Vita di fede

Un fraterno saluto a tutti ! Se avete letto gli articoli delle pagine precedenti, a partire dall’Editoriale, fino ad arrivare alle Aquile Randagie vi sarete accorti che un sottile ma robusto filo unisce i temi trattati: è quello della fede. E’ il filo della fede che ha fatto sì che persone come Kelly e Baden portassero avanti i valori e ciò in cui credevano (ed è anche grazie a loro che noi siamo qui oggi!), è il filo della fede che intreccia la nostra storia con quella degli di molti altri Scouts e Popoli dell’Europa, è il filo della Fede che trasforma la nostra vita, dando al nostro tempo (vedasi editoriale) qualcosa in più e di diverso.

E’ il filo della fede che cerca di tirarci pian piano un po’ più su, verso il Signore, anche se a volte pare facciamo di tutto per “rimanere in basso”, trascinati dal peso dell’egoismo, della superficialità, della comodità, e via dicendo. E’ il filo della fede che ci unisce non solo tra di noi, ma anche con il nostro nuovo Arcivescovo, Mons. Tracisio Bertone, il quale, proprio per rafforzare il legame con i giovani, ha voluto dedicare a loro un incontro molto speciale (avvenuto lo scorso 1 Febbraio nella Chiesa di San Siro) ed un messaggio altrettanto incisivo. Ne riporto qui di seguito solo uno stralcio

(Continua a pagina 12)

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.12

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ma spero possa essere sufficiente per trasmettervi una dose di carica e di entusiasmo, nonché darvi l’opportunità di

riflettere un poco con voi stessi, per sentirvi alfine “legati “ un po’ più vicini al Signore. Buona strada!

Procione attento

<< Cari Giovani, vorrei sottolineare il

vostro essere persona e dunque la vostra

dignità intrinseca costituita dalla vostra

anima e dalla vostra corporeità, dalla

vostra capacità di

pensare e di

amare, dal vostro

essere uomini e

donne, in cui si

c o n c e n t r a n o

originali qualità

u m a n e t u t t e

protese alla vita,

alla realizzazione

dei vostri sogni,

alla vostra felicità.

Ne sono segnali concreti il lavoro che

assumete, l‟amore di una vostra famiglia,

la partecipazione alla vita sociale, il

conseguimento di un ideale missionario, di

vita consacrata.

Voi valete per la vostra naturale apertura

alla verità, alla giustizia, alla solidarietà,

alla pace, per la capacità di farvi domande

di senso, interrogativi sui valori per cui

valga la spesa di vivere (e questo fare

domande nuove, domande vere, domande

ispirate dall‟umanesimo del Vangelo è in

se stesso un valore prezioso che può dare

un deciso dinamismo ad un mondo talora

bloccato da mezze verità e menzogne). E‟

quanto mai logico dire allora con Giovanni

Paolo II, che i “giovani sono il futuro della

Chiesa e della società”, e crederci per

l‟affidabilità della persona.

Giovani che cosa dite di voi stessi? Avete

colto le vere ragioni dei vostri impegni, ma

anche i motivi delle vostre crisi e dei vostri

errori? Come mantenete e sviluppate la

vostra dignità giovanile così come Gio-

vanni Paolo II la viene delineando nei suoi

incontri con voi?

Da parte mia,

vorrei che la

r i t r o v a t a

consapevolezza

della vostra

dignità fugasse

q u e l l o

scoraggiamento

che talora vi

prende di fronte

a difficoltà, e

non sono poche, che vi possono

paralizzare, per cui vi lasciate cadere le

braccia, vi lasciate consumare da surrogati,

al momento piacevoli, ma di corto respiro

e ingannatori.

Vorrei in particolare che i giovani esposti

in questo momento a qualche sofferenza

(Continua da pagina 11)

(Continua a pagina 13)

Voi giovani valete per la vostra naturale

apertura alla verità, alla giustizia, alla

solidarietà, alla pace, per la capacità di farvi

domande di senso, interrogativi sui valori per

cui valga la spesa di vivere . E’ quanto mai

logico dire allora con Giovanni Paolo II, che i

“giovani sono il futuro della Chiesa e della

società”, e crederci per l’affidabilità della

persona.

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.13

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Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.

fisica, spirituale, mentale, affettiva, in

situazioni di malattia, di

depressione, di handicap,

d i marg ina l i t à , d i

reclusione..., aiutati da

noi, riprendessero un

cammino di speranza.

Vorrei che nella nostra

G e n o v a i g i o v a n i

partecipassero alla messa della vita, dove

si opera, dove si decide, da forti,

accettando di esserci con il coraggio delle

idee nuove che derivano dalla vostra fede

nel Vangelo coniugata con la vostra

cultura, con la praticità nel concretarle,

con la costanza nel resistere alle inevitabili

delusioni ed insuccessi. Che non sono però

l‟ultima parola. La gente di mare sa che

ogni lunga attraversata ha per sé il prezzo

di qualche tempesta. Ma vi si prepara e

decide lo stesso di salpare.

L‟Apostolo Giovanni scrivendo ai giovani

della sua Chiesa ha messo in chiaro che

quanti vogliono seguire il Maestro nella

missione di dare alla vecchia terra il

profilo nuovo del Regno di Dio si

espongono a dei rischi: vi è un “maligno

insidioso da vincere”, un mondo sbagliato

da rettificare. E qui Giovanni non poteva

non ricordare le ultime parole del Maestro,

il discorso di addio, il suo testamento nel

Cenacolo durante l‟ultima Cena, parole

che lui ha riportato fedelmente nel suo

Vangelo:

“Se il mondo vi odia, sappiate che prima

di voi, ha odiato me... Perché io vi ho

scelti dal mondo, per questo il mondo vi

odia. Ricordatevi della parola che vi ho

detto: un servo non è più grande del suo

padrone. Se hanno

p e r s e g u i t a t o m e ,

perseguiteranno anche

voi... Vi ho detto queste

cose, perché abbiate

pace in me. Voi avrete

tribolazione nel mondo,

ma abbiate fiducia; io

ho vinto il mondo ” [Gv 15,18-20; 16,33].

Si può tranquillamente dire che se un

cristiano non avesse niente da soffrire per

esserlo, non lo è veramente. Ma

attenzione: non è mestiere di Gesù far

soffrire i suoi tanto per farlo, ma perché,

come dice S. Giovanni, delle forze

negative interiori ed esteriori tagliano le ali

per volare alto, quali l‟egoismo, la

sopraffazione, l‟autosufficienza. Sicchè

quello che chiede Cristo è la lotta e un

sacrificio non fine a se stessi ma per una

vittoria, una arrampicata per una vetta, una

attraversata sofferta di mare per un

approdo.

[…] Certamente tutto ciò che è prova,

vuole lotta, richiede coraggio. Lo disse con

parole indimenticabili e tra le più

applaudite ancora il papa a Tor Vergata: “

Cari Giovani, è difficile credere in un

mondo così? Nel 200 è difficile credere?

Sì, è difficile! Non è il caso di

nasconderlo. E‟ difficile, ma con l‟aiuto

della grazia è possibile. ” >>

[i brani son stati tratti dal “Messaggio ai giovani” di

mons. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova,

paragrafi 10, 11, 12,14]

(Continua da pagina 12)

“La gente di mare sa che ogni

lunga attraversata ha per sé il

prezzo di qualche tempesta.

Ma vi si prepara e decide lo

stesso di salpare.”

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Cari fratelli scout, la cucina trapper,

ahimè, è sempre stata dolorosa e deludente

per gli inesperti, proprio per questo motivo

volevo donare ad essi un poco della mia

modesta esperienza.

Un po’ di storia…

Innanzitutto trapper o trappeur è il nome

che veniva dato al copricapo dei cosiddetti

“mountain-man” o esploratori delle terre

fredde (Alaska, Canada,

nord America), questi

uomini vivevano in

solitario in case di legno

costruite lontano dalle

città e dai paesi, come i

nostri rifugi alpini. Il

loro compito era di

g u i d a r e c h i l i

ingaggiasse per le vie impervie della

montagna, di salvaguardare la flora e la

fauna da chi la minacciasse, quindi abili

anche nel seguire le tracce. Vivendo

lontano dai centri abitati, era raro per loro

scendere a valle, quindi dovevano

arrangiarsi per quanto riguardava il

nutrimento in particolare, soprattutto

quando partivano per escursioni di qualche

giorno, di conseguenza cacciavano la

selvaggina badando, essendo naturalisti, a

non sprecare niente, infatti il loro

copricapo generalmente era fatto con

pellicce di piccoli animali, quali marmotte,

tassi, manguste… A questo punto in

qualche modo il nutrimento, in particolar

modo la carne, necessitava di essere cotta

per poter essere cnsumata, i metodi erano

diversi: affumicare, cuocere alla brace,

salare, essiccare, per quanto era possibile

portavano cibo al sacco, ma non era

sufficiente, infatti caricavano carne fresca

per i primi giorni, ortaggi, verdure, bacche,

ecc.. appunto tra i metodi prima visti vi è

la cottura alla brace,

usata anche dai

gauchos in Argentina,

da chiunque si

avventurasse in viaggi

lontani dalla civiltà a

contatto con la natura.

In diversi paesi viene

praticata, l‟unica differenza che riscontra

con i tanto popolari barbecue è la

semplicità con cui viene praticata, unici

utensili: coltello serramanico, fantasia,

spezie e arte culinaria,

niente griglie, solo spiedi o griglie di legna

verde preparate al momento, niente carta

stagnola o piastre, solo pietre piatte

arroventate e pulite.

!!! basti pensare alle differenze di carico,

provate a portare griglie, piastre, carte,

spiedi, ecc.. !!!

(Continua a pagina 15)

Alcuni consigli per la cunia trapper

Vita all’aperto

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.15

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Suddividiamo in pillole alcuni consigli

pratici:

1) procurarsi la legna giusta è importante,

innanzitutto deve essere secca!!

Assolutamente importante distinguere

legna verde da quella secca.

Legna da evitare: pino, abete e simili (poca

brace)

Legna consigliata: quercia, castagno,

nocciolo, e altra

2) il fuoco va alimentato molto

all‟accensione e lasciato consumare nel

tempo lasciando una piccola parte ancora

viva.

3) Gli spiedini possono essere di varie

forme, tra i più tipici: forcole, spiedi e

griglie.

Importante costruire lo strumento in modo

che regga il cibo evitando che cada,

abbastanza lungo per poterlo avvicinare

alla brace senza scottarsi, e robusto di

diametro, altrimenti potrebbe bruciarsi.

NB !! lo spiedo non si regge a mano !!, lo

si poggia vicino al fuoco incastrato con

pietre o altro.

4) La disposizione

d e l l e p i e t r e

dipende dai tipi di

spiedi che si

vogliono usare, si

può creare un

canalino dove si

andrà poi a

spostare la brace

per cuocere gli spiedini già pronti, oppure

far scaldare una pietra abbastanza sottile

per usarla come bistecchiera.

5) Impara a riconoscere gli stati di cottura

dei cibi, aspetta pazientemente che tutto

sia pronto e cotto a puntino, altrimenti

perderai la gustosità dei piatti che vorrai

preparare.

Ricorda: “L‟ingrediente principale è la tua

fantasia”.

(Continua da pagina 14)

Il mare è una cosa bellissima

e il mondo non sarebbe così bello senza le sue

ricchezze

e noi lo disruggiamo con il petrolio e i rifiuti.

Leonardo Milanti,

lupetto Branco Arcobaleno

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Il 6 ottobre 2002 siamo andati ad

Arenzano. Siamo stati in un prato con

ipavoni e le papere. C‟è stato il passaggio

delle vecchie coccinelle, che c‟hanno

regalato tante cose: lo scooby Doo, un

braccialetto con le perline bianche e

azzurre, una matita e un foglio bruciato

con scritto un biglietto. La Luisetta ha

portato una torta all‟albicocca che

abbiamo mangiato. Abbiamo giocato allo

sparviero e abbiamo cantato delle canzoni

gioiose.

Ci siamo divertite tanto, ma ci è

dispiaciuto che le vecchie coccinelle siano

passate alle guide perché ci stanno molto

simpatiche.

Prima della partenza per Genova abbiamo

giocato al fazzolettone, ma senza le

vecchie il gioco era diverso.

Le setiglie non ci sono più perché le capo

sono passate e la Sara, che è la capo

cerchio, ha detto che siamo una unica

famiglia felice.

Durante il viaggio di ritorno una di noi si è

messa a piangere e le altre erano tristi per

il passaggio delle coccinelle vecchie.

Siamo arrivati a casa e i genitori ci hanno

accolte benevolmente.

La sestiglia verde

Gita ad Arenzano

Notizie dal Cerchio “Stella Nascente”

A Villa Pallavicino

L‟1/12/2002 abbiamo fatto la prima gita

insieme alle cocci del

prato. Era una

giornata molto

importante perché

abbiamo formato le

nuove sestiglie.

Le cocci nuove

erano talmente

tante che abbiamo

dovuto fare

un‟altra sestiglia,

la sestiglia

“verde”.

Siamo arrivate e abbiamo visitato un

museo dove si trovavano reperti storici

primitivi ed egiziani.

Dopo siamo usciti e

abbiamo

percorso un

sentiero per

arrivare a un

lago dove

abbiamomangiato,

giocato e cantato.

P o i a b b i a m o

giocato per conto

(Continua a pagina 17)

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.17

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nostro, nel tempo libero e dopo ci hanno

chiamato in cerchio per fare diverse prove:

la prima era di trovare un sacchetto dove

c‟erano degli alimenti e a occhi chiusi

bisognava riconoscere l‟alimento

dall‟odore; nella seconda bisognava

memorizzare degli oggetti in un tot di

secondi e poi

d i r l i

ricordandoseli

tutti. La terza

prova era

quella di

assaggiare a

occhi chiusi

dei cibi e riconoscerli.

Infine ogni coccinella doveva andare a

cercare il suo cartoncino che dal colore si

capiva di che sestiglia eri.

E le vecchie sono diventate capi, vice o

terze di sestiglia. Le sestiglie sono molto

belle, la gita è stata altrettanto bella e ogni

coccinella è contenta della sua nuova

sestiglia.

La nostra sestiglia (gialla) è formata da

Martina Boero (capo), Giorgia De Stefano,

Joanna Brizzi (terza di sestiglia), Chiara

Salve, Camilla Grillone (vicecapo).

Buon volo dalla sestiglia Gialla

(Continua da pagina 16)

Il sabato ci ritroviamo con le nostre

amiche coccinelle per giocare e divertirci;

un gioco che ci piace molto è palla-scout:

ci si divide in due squadre e si attacca il

fazzolettone ai pantaloni. Bisogna arrivare

nel cerchio avversario e appoggiarci la

palla, senza essere "“scalpati”. Se si viene

scalpati si è eliminati dal gioco per 15

secondi; vince la squadra che ha messo più

volte la palla nel cerchio avversario.

Insomma la riunione è proprio divertente.

Veniamo alle coccinelle per divertirci, ci

piace e si imparano un sacco di cose sulla

natura e sugli animali.

La nostra capo è Sarah ed è molto

simpatica, sorride sempre e ci fa sentire a

nostro agio in tutti i momenti che

passiamo alle coccinelle.

La sestiglia azzurra

La riunione

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Alcune settimane fa uno strano invito è stato

recapitato a tutti i Lupetti del CdA: “la VVLL

Travels ha organizzato

per voi un magnifico tour

turistico fra le meraviglie

del Medio Oriente”. Una

bella vacanza! Era

proprio quello che ci

voleva! E così ben 13

Lupetti dei due Branchi

del nostro gruppo si

sono diretti al luogo

p r e f i s s a t o p e r

l‟appuntamento in quel

di Vigevano. E indovinate un

po‟… scorgendo fra la nebbia… si! c‟erano

tutti i CdA della Regione Nord-Ovest.

Subito l‟organizzazione si è messa in moto:

ognuno è stato imbarcato su uno dei dieci

pullman a nostra disposizione e il viaggio

vero e proprio ha avuto inizio. Certo non tutti

erano proprio abituati a guidare dei mezzi

così ingombranti e già alla sera qualche

pullman aveva bisogno di un buon

carrozziere, ma fra una palma e una sfinge, il

deserto e qualche oasi, possiamo dire di aver

visto quasi tutto il Medio Oriente: Turchia,

Libano, Israele, Egitto, Siria, Iran, Palestina,

… bei posti insomma! E ovunque siamo

passati abbiamo incontrato i più strani

personaggi pronti a chiederci favori in cambio

di un visto sul passaporto e di una ricaricata

alle nostre carte di credito (ebbene sì, in

Branco abbiamo le carte di credito,

ovviamente speciali).

Inoltre abbiamo notato una cosa curiosa: agli

angoli delle strade di questi posti dove è

vissuto Gesù, spesso sono raffigurate le cose

che Lui ha detto o

ha fatto; così si è

tenuta una sfida

fra comitive di

pullman diversi

per imitare nel

modo migliore le

scene che abbiamo

visto. Ma non è

stata l‟unica sfida:

con i nostri potenti

mezz i abb iamo

p r o v a t o una sfida a scalpi fra

i finestrini dei pullman in movimento; cose da

stunt-man, anche se alla fine di queste

acrobazie i pullman erano letteralmente

distrutti. Sarà anche per questo che il viaggio

di ritorno è stato effettuato con l‟autostop!

Quel che è sicuro è che più di 60 lupi di quelli

più anziani, con la pelliccia color del tasso,

hanno cacciato per due giorni facendo del

proprio meglio e la giungla ha udito fragoroso

il loro Grande Urlo lanciato a gran voce,

pensando ai fratellini dei loro Branchi che

erano a casa.

Ci vediamo al prossimo viaggio organizzato

dalla VVLL Travels e fino ad allora… Il

favore della Giungla vi accompagni!

Buona Caccia.

}TdqeuR (Akela)

Il viaggio in Medio Oriente dei C.d.A.

Notizie dai Branchi

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I giorni 18 e 19 Gennaio si sono riuniti, a

Vigevano, i C.d.A. di genova 1, Genova 3,

Mezzago1, Mortara1, Vigevano1,

Busnago1, Vimercate 1, Solbiate 1,

Albino1, Induno 1, Varese 1.

Noi del C.d.A. di Genova 1 e Genova 3

siamo arrivati in ritardo perché abbiamo

perso coincidenza a Alessandria perché il

treno per Alessandria era in ritardo.

Intanto che aspettavamo il treno abbiamo

fatto una partita di WolfBall e infine

abbiamo preso il treno per Mortara.

Arrivati a Mortara abbiamo subito preso il

treno per Vigevano.

Arrivati a Vigevano dei VVLL

del Branco di

Vigevano ci

h a n n o

accompagnato

con le loro

m a c c h i n e

all‟oratorio di S.

Maria Pellegrina.

Subito siamo corsi

al campo di calcio

dove abbiamo fatto

il grande urlo di tutti

i C.d.A.

Dopo il grande urlo siamo andati

nell‟oratorio per dividerci in squadre con a

capo un “tour operator”. Io ero con Kaa

del Genova 1, Marco B. e altri bambini di

altri gruppi.

Dopo esserci riuniti, abbiamo mangiato

pasta (al ragù o in bianco) e panini.

Finito di mangiare abbiamo cominciato il

gioco “viaggiando” in autobus di cartone e

abbiamo attraversato le frontiere di

Libano, Palestina, Kurdistan, Pakistan e

Israele.

Alla fine abbiamo sistemato i nostri

stuoini e i sacchi a pelo e siamo andati a

dormire.

Durante la notte io ho avuto un po‟ di

freddo alla testa anche se il riscaldamento

era acceso.

La mattina dopo ci siamo alzati con la

canzone “Lupo salta

su” e abbiamo fatto

ginnastica con i

n o s t r i “ T o u r

operator”.

Dopo abbiamo

fatto colazione

ma non con i

“Tour operator”

ma coi nostri

branchi, poi

a b b i a m o

chiamato i l fachiro

Casimiro per riavviare il nostro viaggio

nelle terre mediorientali.

Nel nostro tour abbiamo superato le

frontiere che ci mancavano e cioè Iraq,

Kuwait, Turchia e Arabia Saudita, da

questi stati e da altri abbiamo ricevuto

degli oggetti che sono serviti a fare una

(Continua a pagina 20)

La caccia dei C.d.A. di Regione

Notizie dai Branchi

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Il 19/10/02 noi del Riparto siamo partiti da

Genova col trenino di Casella per Crocetta.

Arrivati, siamo andati su dei prati poco

sopra il centro abitato facciamo un

Quadrato. Il capo delle Alci, Francesco,

riceve una specialità, tre specialità

maggiori ed ESPLORATORE SCELTO.

Subito dopo viene chiamato dal Clan e così

diventa un Rover.

Poi tocca ad Emanuele andare in Clan e

dopo di lui a Michele. (Fabrizio confida

sulle Poste Italiane per dare a tutti i

distintivi). (Vedrete poi le foto fatte da

Paolo Ferrari).

Dopo facciamo una mula insieme a Paolo

Ferrari e a Paolo Falco (ex capo-Clan di

Viterbo trasferitosi ora a Genova).

Stranamente subito dopo facciamo un altro

Quadrato. Tutti ci chiediamo come mai e

subito Fabrizio ci dà la risposta: i due

Riparti (SAN GIORGIO e IMPEESA) si

stanno di nuovo per dividere e diventare

così indipendenti, distinti e con due

Caporiparto. I due Caporiparto sono:

Fabrizio per il Riparto SAN GIORGIO e

Matteo per il Riparto IMPEESA.

Si celebra una cerimonia Solenne per il

nuovo caporiparto con Paolo Ferrari.

Paolo Semino torna di nuovo come Aiuto-

Caporiparto di Fabrizio (che confusione!!).

Quindi (dopo la cerimonia) ci dividiamo

nei due Riparti.

Noi formiamo le nuove S.q. che sono: Tori:

Stefano Ghio, Paolo Macco, Claudio,

Daniele Passerini; Volpi: Giovanni,

Andrea, Emanuele; Castori: Andrea,

Giovanni, Davide, Gianluca, Tomas.

Poi torniamo a casa dopo un pomeriggio

pieno di novità.

Spero che quelli passati in Clan si trovino

bene (e che sistemino perle feste Merlo,

come tutti sperano).

Buona caccia e saluti da

Paolo Macco

Passaggi dal riparto in Clan

Notizie dai Riparti

cosa che vi spiegherò dopo.

Poi ci hanno chiamato in cerchio per fare

una corsa con gli autobus “all‟ultimo

bullone”: dovevamo prendere della stoffa

dagli altri autobus per riuscire a vincere; il

mio tour, purtroppo, ha guadagnato solo un

pezzo di stoffa (preso dal sottoscritto) e con

gli oggetti che ci hanno dato i vari Stati

abbiamo fatto una scenetta a quadri statici.

Alla fine della caccia abbiamo fatto il

grande urlo di tutti i C.d.A. della Regione.

Il mio giudizio di questa caccia è che è

stata veramente entusiasmante.

Andrea Cassia

Br. Fiore Rosso.

(Continua da pagina 19)

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.21

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«A che serve un albero se non fa ombra?

A che serve la fortuna senza la carità?

A che serve una vacca se non dà latte?

A che serve la bellezza senza la virtù?

A che serve un piatto pieno senza

l‟interruzione di servirlo?

A che cosa serve la mia esistenza senza la

tua presenza, o Signore?»

Ogni tempo di riposo rappresenta per

l‟uomo un‟ottima occasione di riflessione

sul proprio lavoro, sul proprio studio, sulle

proprie relazioni e sulla propria esistenza.

E‟ angosciante per l‟uomo, che vuole sfug-

gire dai supremi interrogativi riguardanti la

vita, riflettere su se stesso e sulla propria

esistenza!

Meglio non pensarci, meglio vivere del

“non senso”? Meglio distrarsi stordendosi

nella molteplicità delle occupazioni quoti-

diane e degli intrattenimenti sociali? Riflet-

tere sul senso della propria vita comporta

un peso enorme, perché ci si sente, in un

primo momento, profondamente schiacciati

dalla responsabilità nei confronti di se stes-

si e degli altri. Responsabilità

nell‟amministrare i propri talenti al fine di

custodire la creazione.

E‟ sconvolgente sentirsi responsabili della

costruzione del mosaico della creazione. E‟

sconvolgente sentirsi responsabili delle pro-

prie scelte che si ripercuotono su tutto

l‟universo. Sarebbe meglio non pensarci!

Già Pascal riteneva “mostruosa”

l‟indifferenza dell‟uomo nei confronti del

senso della vita. Nella nostra società consu-

mistica e ricca si uccide, ci si uccide, si vio-

lenta come se fosse un gioco al massacro

solo per riempire i vuoti, per sconfiggere la

noia, per distogliere dal pensare a quella

che è la vera condizione umana, il “non

senso” provoca drammi interiori molto più

profondi di un semplice turbamento.

L‟uomo non può rimanere passivo di fronte

alla vita. Deve piuttosto rendersi conto di

essere protagonista attivo, co-creatore di

quel mosaico dell‟esistenza che Dio ha pro-

gettato. Bisogna vivere nella ricerca conti-

nua del proprio posto all‟interno dell‟opera

della creazione. Quella creazione che Dio

ha avviato e che spetta all‟uomo portare a

compimento. E‟ necessario trovare il pro-

prio ruolo a servizio della società e cui si

vive. Solo allora, quando avremo donato la

vita, solo quando l‟avremo messa al servi-

zio degli altri, potremo dire di avere

“realizzato la nostra vita”, averle dato un

senso. Solo allora saremo diventati adulti

spiritualmente, intellettualmente e fisica-

mente, perché l‟uomo si realizza non quan-

do si chiude in se stesso e nel proprio egoi-

smo, ma quando si apre al mondo, agli altri,

all‟altro. La vita d‟altronde, è dono! Un do-

no d‟amore. Anzi, la vita è amore, perché la

vita è servizio gratuito agli altri.

L’incaricata regionale Branca Scolte

Donare i propri talenti è il senso della vita

Riflessione dal Fuoco

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.22

F.S.E. Gruppo Ge 1° c/o Istituto Sacro Cuore - Via L. Stallo 18

F.S.E. Gruppo Ge 3° c/o Parrocchia di S. Zita - V. di S. Zita 2

Per informazioni: Capo gruppo Paolo Ferrari: 010 -211214 - don Franco: 010-542463

Cosa mi abbia spinto quell‟estate ad

accettare di camminare per sei giorni di

fila con uno zaino enorme per sentieri che

di tale non avevano poi molto, cosa mi

abbia spinto a mangiare per sei giorni di

fila pastine e carni in scatola, ho bisogno

che qualcuno me lo spieghi…forse la mia

s a r à s t a t a

solamente una

f o l l i a

m o m e n t a n e a ,

forse non ho

a s c o l t a t o

l ‟ u n d i c e s i m o

articolo dello

scout (Lo scout

non è uno

sciocco), ma

fatto sta che

nell‟anno del Signore 2002, nel mese di

Agosto, 4° giorno di quel mese infausto

che verrà ricordato, almeno da me, come il

mese della pazzia, ho seguito da fedele

cane segugio (ma non ero una Renna?

Mah…valle a capire certe mentalità…)

alcune persone, vestite in modo strano,

verso le cinque del mattino, su un pullman

con la destinazione scritta nitidamente:

Valnontey…sarà tutto un sogno, penso tra

me, (data l‟ora presta, poteva esserlo

benissimo). Da quella piazza, dedicata alla

Vittoria, dove erano ancora evidenti i resti

di un concerto dei Buio Pesto, che non mi

hanno fatto dormire per tutta una notte,

salgo su tale corriera e mi riaddormento…

fino alla Val d‟Aosta, dove mi accorgo con

grande disappunto che è tutto reale…un

personaggio che tutti

chiamavano FANO

mi porge una fascina

di fogli da rilegare…

do una mano a questi

ragazzi a preparare

certi libretti di

m e d i t a z i o n e …

continuo a non

capirci niente…ma

arrivati ad Aosta

succede un fatto

veramente strano…scendo da questa

corriera e mi caricano di un fardello

abbastanza pesante, continuo a non capire

e il signor Fano chiama tutti all‟attenzione

e parla per ore…mi si staccano i

collegamenti cerebrali e improvvisamente,

come in un film a spezzoni mi ritrovo a

camminare in mezzo ai boschi e a pensare

alla ragione e alla scienza, con argomenti

riguardanti la fisica e la clonazione, la

(Continua a pagina 23)

WELCOME TO (GREAT) PARADISE Ovvero: Una Grandissima Pazzia Chiamata

Campo Mobile (o route)

Notizie dal Clan “La Lanterna”

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Anno III Numero 1 ORIZZONTI Pag.23

Stampa in proprio a cura del Clan “La Lanterna” - responsabile: Stefano Bonci

Impaginazione e progetto grafico a cura di: Andrea Macco.

relatività e la fede. Cosa è successo?

Continuo a camminare per ore in mezzo la

natura ansimando, cercando di rendermi

conto che non posso farcela e cercando una

scusa per farmi portare lo zaino…ma tutti

mi guardano con uno sguardo incoraggiante

e mi convincono ad andare avanti con

coraggio, poiché la Strada da percorrere è

tanta e il mio fiato, purtroppo, è poco…

Passa la prima giornata e ognuno cerca un

riparo adatto alla notte; fortunatamente

vicino al lago ci sono delle malghe

abbandonate che sembrano abitabili, un

ragazzo che sembra conoscermi mi chiama

in una malga e con molta disponibilità lo

aiuto a montare la tendina dentro la

casetta…cena a base di pasta Knorr…il mio

fegato inizia già a rimpiangere i risotti di

mia madre e i barbecue all‟aperto, le folli

corse in bicicletta al mare e le estenuanti

giornate in ambulanza a lavorare, la caccia

alle ragazze e le occhiate furtive ai

potenziali concorrenti. La notte arriva con

una rapidità inaudita e il capo di questo

gruppetto di gente invita tutti a riflettere…

oramai mi ritrovo coinvolto e ho capito che

di questa realtà faccio parte anche io. Che

prova mi fa affrontare il Signore in questi

giorni? Mi addormento molto rapidamente

e la mattina dopo…altra marcia sotto il sole

cocente e altre riflessioni e altre pastine

Knorr mi scorrono davanti agli occhi;

ormai rassegnato le ingollo e scopro che

quando fa freddo queste ti danno sollievo e

ti riaprono gli occhi ormai chiusi dalla

stanchezza e dal freddo…ormai mi sento di

potere affrontare ogni cosa…ma Ogni Cosa

davvero…ed ecco che infida arriva anche la

pioggia che, come una battuta molto cattiva

e molto sottile, si infila dentro il corpo e

appesantisce una situazione già sgradevole

e faticosa…ma si continua con la gioia nel

cuore e la stanchezza nl corpo…oramai non

c‟è più speranza…bisogna arrivare alla fine

del percorso e non bisogna più guardarsi

alle spalle in ricerca del passato ma

guardare al futuro sempre tenendo conto

che le esperienze del passato sono utili e

che le cadute (reali, come ho sperimentato

durante il cammino e metaforiche) rendono

l‟uomo più cauto e avveduto nelle scelte. In

questa maniera ho passato sei giorni della

mia preziosissima estate a camminare e a

pensare alla mia vita e alla mia fede in

compagnia di ragazzi che si sono rivelati

tutti dei grandissimi amici, a partire da

Procione Attento, che per sei giorni mi ha

offerto un tetto (e che tetto!) dove dormire,

la sua gioia e la sua fede nel Signore, poi

ringrazio Ermellino Fiero, che con le sue

“bombe” ricostituenti mi ha permesso di

ritornare a casa…poi anche Puledro

Veloce, che mi ha tenuto alto il morale…

ringrazio anche Orsetto Laborioso che mi

ha dato l‟ispirazione per lo zaino super –

leggero e Koala Volenteroso che ha guidato

la colonna, rendo partecipe dei miei

ringraziamenti Fenicottero Taciturno che

aveva sempre qualcosa da ridire su Zichichi

(la mascotte del Campo Mobile) e infine il

CC Tigre dagli Artigli Lucenti, che mi ha

fatto capire che ci sono persone molto

meno allenate di me a camminare in

montagna (ihihihihihih!!!!!!!!).

Buona Caccia (e BS) da

Renna Affabile

(Continua da pagina 22)

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PER SC

RIVERE

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“ORIZZO

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Diret tore responsabile : Stefano Bonci (Tigre dagli artigli lucenti)

Redazione (in ordine alfabetico) : Andrea Bisso (Orsetto Laborioso) - Michele Di Siena - Francesco Fabbrini (Ermellino fiero) – Andrea Macco (Procione attento) - M a t t e o M a g n a n i ( K o a l a volenteroso) – Francesco Meduri - Emanuele Merlo - Andrea Nadotti (Fenicottero taciturno) – Emanuele

Roggio (Mangusta fedele) -

Federico Serra (Puledro veloce)– Daniel Spada - Patricio Spallarossa (Renna Affabile)

La Redazione

CONCORSO “ DISEGNA TU LA COPERTINA”

La copertina di questo numero se l’è aggiudicata LEONARDO MILANTI (lupetto Branco Arcobaleno) al quale presto andrà una copia omaggio del nuovo Canzionere scout in stampa. E’ stata una cosa ben fatta !!! Anche per il prosimo numero attendiamo le VOSTRE copertine!! Ricordiamo che la migliore, oltre a essere pubblicata, verrà premiata con copia omaggio del CANZONIERE! Buon Lavoro!

Hanno collaborato: don Franco, Gianluca Tammaro (Pipistrello Silente e disponibile), Paolo Ferrari (CG, Bisonte Riflessivo), Valerio Gasparini (Rana Assorta e Sincera), Cerchio “Stella Nascente”, Paolo Macco, Andrea Cassia, Leonardo Milanti, l’incaricata Regionale Branca Scolte.