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Centro Promozione per la Salute “Franco Basaglia” Se si può si deve Seminario di studio Arezzo 16 ottobre 2008 Il Centro Crisi alternativa al SPDC? M. Ferrara e gli operatori del Centro di Terapia Intensiva LA TERRAZZA Firenze

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Page 1: Centro Promozione per la Salute Franco Basaglia Se si può si deve Seminario di studio Arezzo 16 ottobre 2008 Il Centro Crisi alternativa al SPDC? M. Ferrara

Centro Promozione per la Salute “Franco Basaglia”Se si può si deveSeminario di studioArezzo 16 ottobre 2008

Il Centro Crisi alternativa al SPDC?M. Ferrara e gli operatori del Centro di Terapia Intensiva LA TERRAZZAFirenze

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Crisi urgenza ed emergenza

Quando si utilizzano questi concetti non si parla di un fatto oggettivo ma di una valutazione soggettiva relativa alle necessità di intervento.

La valutazione, oltre che dalla psicopatologia del paziente e dalla reattività del suo contesto, dipende in gran parte da

- Recettività (disponibilità) del servizio- Tolleranza all’angoscia e al pericolo

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Crisi urgenza ed emergenza

Setting per le situazioni di crisi

un qualunque luogo del territorio e il servizio nella sua totalità, SPDC compreso

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Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)

SPDC come presidio di cura “territoriale”:

è uno dei presidi di un percorso di cura territoriale quando mantienela presa in carico, la continuità terapeutica, l’integrazione del trattamento

non un luogo per correggere gli “errori “della

psichiatria del territorio non solo luogo di urgenze e di TSO non la roccaforte della psichiatria medica

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Crisi urgenza ed emergenza

Criterio per la scelta del luogo di approccio

Dove pensiamo esistano le condizioni migliori per stabilire un avvio di relazione terapeutica

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Psichiatria di comunità : Le urgenze

I modi di valutazione dell’urgenza orientano piani diversi di intervento:

Intervento immediato sul sintomo

Ricostruzione storica e congiunturale della crisi

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Crisi urgenza ed emergenzaLe difficoltà per gli operatori

Pressioni emotive Responsabilità Tempi rapidi

manca il tempo della riflessione

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La crisi in psichiatriaAlternative all’intervento prescrittivo

Centro di Terapia Intensiva come contenitore (spazio) di vita comunitaria elementare

► che apre una finestra temporale relativamente libera da pressioni emozionali che inducono l’urgenza

nel contesto familiare nel gruppo curante

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Centro di Terapia Intensiva La Terrazza Periodo 2004-2008

N° % Pazienti

Femmine Maschi Totale

29 34 63

46,0 54,0

Eta

< 19 19-25 26-45 46-65 >65

11 8

35 8 1

17,7 12,7 55,6 12,7 1,6

Stato civile

Celibe/nubile Coniugato Separato/ Div.

51 4 8

81 6,3

12,7 Cittadinanza

Italiana Altro

60 3

95,2 4,8

Diagnosi

D. Schizofrenici D. Umore D. personalità

25 19 19

39,7 30,2 39,2

Servizi invianti

SMA SMIA

54 9

85,7 14,3

Permanenza (mesi)

Media d.s.

2,04 2,75

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Quale è il filo conduttore per il progetto di inserimento al CTI?

Copertura istituzionale per un progetto individualizzato flessibile per consentire

Presa incarico Continuità terapeutica

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Quale è il filo conduttore per il progetto di inserimento al CTI? (1)

Presa incarico e continuità terapeutica di pazienti che fuggono, che rifiutano, che attaccano con rabbia, che svalutano cura e curante, disprezzano, che quanto più odiano la dipendenza tanto più sono dipendenti

Il gruppo curante dovrebbe essere in grado di digerire gli attacchi (formazione?supervisione?)

Talvolta non ce la fa

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Quale è il filo conduttore per il progetto di inserimento al CTI? (1)

Procedura:

Non “inseguire” questi pazienti, ma “seguirli”, continuare a chiamarli, metterli in condizione di fare una prima mossa di avvicinamento.

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Quale è il filo conduttore per il progetto di inserimento al CTI? (2)

Presa incarico e continuità terapeutica di pazienti che non fuggono ma che “non guariscono”; i terapeuti sentono di essere messi in scacco nonostante i tanti interventi. Sono pazienti che arrivano al CTI come ultima spiaggia prima della “cronificazione” (abbandono, strutture residenziali a lungo termine)

Anche in certe famiglie vediamo che ad un certo punto

l’accudimento, la cura, cessano improvvisamente e scatta l’espulsione ad “interruttore”

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Quale è il filo conduttore per il progetto di inserimento al CTI? (3,4)

E poi

Presa incarico e continuità terapeutica di situazioni molto complesse (esordi psicotici o gravi disturbi di personalità di adolescenti più o meno tardivi)

Presa in carico e continuità terapeutica di pazienti incistati in casa

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Posizione del dispositivo di cura rispetto alla “vita psichica” del paziente.

Discriminante:

paziente come oggetto portatore di sintomi da eliminare, sopportare, contenere;

paziente come soggetto i cui sintomi sono elementi essenziali del funzionamento mentale

(è “alle prese con una vita psichica angosciante di cui gestisce come può la complessità attraverso le sue produzioni psicopatologiche”)

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Posizione del dispositivo di cura rispetto alla “vita psichica” del paziente

In ospedale si attiva una funzione di accoglienza materna arcaica

(si accetta il fatto che il paziente rinunci alla “proprietà della vita psichica”)

Nei “sistemi di cura psicoterapeutici” si cerca di facilitare il mantenimento del contatto con la propria vita psichica

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Il processo terapeutico all’interno del servizio psichiatrico di diagnosi e cura

Cura medica Contenimento, rassicurazione Organizzazione, spazi delimitati, tempi e ritmi di vita,

ruoli definiti Supporto, aiuto materiale, comunicazione empatica

della propria disponibilità Coinvolgimento, stimolo alla relazione, alle attività, alla

condivisione Mantenimento di continuità materiale e psicologica fra

“dentro” e “fuori”, rapporti fra paziente e familiari e con i curanti

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Il processo terapeutico all’interno del CTI: il compito terapeutico degli operatori

chiarificazione il più possibile esplicita di quanto viene comunicato durante le interazioni quotidiane

riconoscimento del significato del sintomo, degli agiti

facilitare la riacquisizione di senso da parte del soggetto ovvero far si che “uno stesso comportamento insolito cambi registro e

passi dallo stato di sintomo oscuro, di gesto insensato, allo stato di messaggio sensato – cioè che alimenta la relazione invece di bloccarla, facilitando la comunicazione (Sassolas)

Stesura, messa in atto e verifica di un progetto terapeutico attraverso uno cornice contrattuale

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Condizioni per rendere le istituzioni di cura settings orientati in senso psicoterapeutico

organizzazioni con capacità di contenimento protezione in una esperienza di vita condivisa immersione nel reale interazioni personalizzate e distinguibili

(piccolo gruppo) vicinanze emozionali, attivazione di desideri conflitti e sintomi relativi alle vicissitudini della

comunità

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Il processo terapeutico all’interno del CTI: il contratto in opposizione alla passività

Il contratto è richiesta e aspettativa di una qualche partecipazione al processo di cura , cioè l’avvio di una compliance attiva ( non adesione passiva ) al trattamento terapeutico

Le regole del contratto sono importanti soprattutto come esperienza di reciprocità

La funzione del contratto : rispecchiare al paziente la sua parte adulta negoziando con le sue necessità e tenendo conto delle sue competenze

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Il processo terapeutico all’interno del CTI: il tempo per avviare la relazione

AD esempio:

È chiaro che per passare dagli “attacchi rabbiosi” alla iniziale relazione di fiducia e di dipendenza (che comunque resterà sempre precaria, forse fino alla conclusone del rapporto terapeutico) ci vuole molto tempo

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Criteri di valutazione

Se questi sono talvolta i tempi per “l’aggancio” per vedere i risultatiintermedi (compliance), successivi (continuità terapeutica) e finali (da

utente a cliente) sono adeguati i nostri criteri di valutazione?.La degenza media è bassa, i ricoveri sono brevi: Per sostenere che è questo il parametro per cui l’efficienza si sposa

con l’efficacia in psichiatria bisogna però dichiarare che l’istituzione ospedale è dannosa in ogni caso.

L’ospedale è solo contenitore di crisi? Oppure può essere anche luogo di accesso alla relazione?

E se è così forse in certi casi (magari proprio per gli esordi) non è affatto buona pratica terapeutica accorciare la durata del ricovero

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Criteri di valutazione

Quando un paziente è grave c’è necessità di tanto tempo di ascolto ma soprattutto di molto tempo di riflessione clinica, di riprogettazione, di supervisione.

E questo anche se il trattamento è una farmacoterapia : per renderla “sensata” al paziente

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Conclusione provvisoria sui modi e i luoghi per l’intervento di crisi

Dove pensiamo esistano le condizioni migliori per stabilire un avvio di relazione terapeutica

Dove esistono le condizioni per cui il paziente percepisce l’aspettativa di una qualche partecipazione al processo di cura (compliance attiva non adesione passiva )

Dove è possibile un tempo per la riflessione clinica