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CICERONE E LA PRO CLUENTIO A LARINO

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CICERONE E LA PRO CLUENTIO

A LARINO

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L’ELOQUENZA

IV e V SECOLO a.C.

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Cos’è l’eloquenza? L’arte e la tecnica di parlare o scrivere con efficacia, in modo da

persuadere e commuovere gli uditori o lettori.

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LA NASCITA DELL’ ELOQUENZA   La cultura veniva trasmessa oralmente nell’antica Grecia, come i

poemi omerici. Ma le condizioni per cui si sviluppò l’arte della produzione e dell’esecuzione in pubblico di discorsi nelle forme di un genere letterario in prosa, legato alla prassi giudiziaria e politica, si verificarono soltanto a partire dal V secolo a.C. ed in particolare ad Atene. Dopo il felice esito delle guerre persiane, infatti, e con il consolidarsi delle istituzioni democratiche, Atene divenne teatro di dibattiti pubblici, di scontri tra uomini politici nell’assemblea plenaria dei cittadini, e di controversie giudiziarie nei tribunali popolari. Negli spazi e nelle occasioni offerti dalla pólis democratica, in cui ogni cittadino aveva la possibilità di partecipare attivamente alla vita pubblica ed era chiamato a rispondere delle proprie azioni davanti alla comunità, fiorì la grande oratoria ateniese del V e IV secolo a.C., che fu, non a caso, eminentemente civile. È infatti in base agli ambiti del dibattito pubblico che si distinguono i tre generi dell’oratoria antica, denominati da Aristotele deliberativo, giudiziario ed epidittico.

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•Si trattava di scritti di carattere propagandistico destinati alla solenne declamazione, analizzando argomenti politici,civili e morali. Massimo esponente fu Isocrate.

ORATORIA EPIDITTICA

•Si trattava di discorsi tenuti davanti ad un organismo dotato di poteri politici per influenzarne le deliberazioni. Si sviluppò in seno al possesso delle doti oratorie anche al singolo cittadino. Massimo esponente è Demostene.

ORATORIA DELIBERATIVA

•Si trattava di discorsi di accuse e di difesa, da pronunciare in tribunale , soggetti al giudizio di un’assemblea. Massimo esponente è Lisia.ORATORIA GIUDIZIARIA

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Negli anni 86/82 iniziò la latinizzazione della retorica.

Uno dei massimi esponenti è senza dubbio Cicerone che nel “De Oratore” definisce il

perfetto oratore “qualunque sia l’argomento, che dovrà essere illustrato con la parola,

saprà parlare con cognizione di causa, con ordine, con eleganza, con buona memoria e

nello stesso tempo con certa dignità di gesti”.

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L’attività oratoria scandì la sua vita per quasi un quarantennio dall’esordio, nell’81 a.c. con l’orazione giudiziaria “Pro Quintio”, all’ultima delle “Filippiche” di poco anteriore alla sua morte. Le 58 orazioni a noi pervenute appartengono in parte al genere giudiziario, in parte a quello deliberativo o politico, ma la distribuzione molte volte è solo formale.

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ORAZIONI GIUDIZIARE

• In Verrum (le cosidette verrine) discorsi contro Gaio Verre (governatore della Sicilia) accusato di concussione (cioè abuso di potere nell’esercizio di una carica pubblica e di appropriazione di denaro pubblico).

• La Pro Caelio è scritta contro una degli amanti di Clodia, sorella del tribuno di parte Cesariana Publo Clodio) che era stata accusata di averlo avvelenato.

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ORAZIONI DELIBERATIVE• in Catilinam, le cosiddette catilinarie (63 a.c.), con le

quali denunciò ingigantendone la portata, la congiura ardita da Catilina contro lo stato romano, nemico pubblico.

• La Pro Aulo Cluentio Habito, orazione in difesa di Aulo Cluentio Abito arringa tenuta nel 66 A.C. dinanzi al tribunale penale competente per i crimini di veneficio a Larino, città dell’attuale Molise.

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ARRINGA DI CICERONE“… Hoc enim ipsum iudicium, hoc periculum, illa accusatium, omnis testium copia

quae futura est a matre hoc tempore instruitum atcque omnibus eius opibus at copiis comparatum. Ipsa denique nuper Larino huius opprimendi causa Romam advolavit. Praesto est mulier audax, pecuniosa, crudelis, instituit accusatores, instruit testis, squalore huius et sordibus laetatur, exitium exoptat, sanguimen suum profundere

omnem cupit, dum modo profusum huius ante videat …” (Pro Cluentio , VI , 18)

“…Questo stesso processo, infatti, questo rischio di condanna, quell’ accusa, tutta la massa dei testimoni che sta per presentarsi, sono stati predisposti fin dall’ inizio dalla madre, dalla madre sono allestiti e procurati da tutte le sue risorse e dai sui mezzi. Lei stessa si è precipitata poco tempo fa da Larino a Roma per distruggere quest’ uomo. E’ qui presente una donna temeraria, piena di soldi, crudele, prepara gli accusatori, istruisce i testimoni, gioisce

dello squallore e delle misere condizioni di costui, ne auspica la fine, desidera versare tutto il proprio sangue, pur di vedere versato prima il sangue di lui..”

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I PERSONAGGI E L’ACCUSAAulo Cluenzio,padre del cliente di Cicerone, ebbe come moglie Sassia che rimasta vedova sposò in seconde nozze il genero Aulo Melino dopo avergli fatto ripudiare la moglie Cluenzia. Lo fece poi uccidere, al tempo delle proscrizioni sillane , da Stazio Oppianico, che poi sposò in terze nozze. Da questo momento in poi ci furono una serie di omicidi, falsificazioni di testamenti, che spingevano Oppianico ad uccidere a causa del denaro. Sassia ,che voleva l’eredità di suo figlio Aulo, avuto dal primo marito, propose al marito Oppianico di ucciderlo. Cosi Aulo Cluenzio lo citò in giudizio con l’accusa di tentato venificio , questo consequenzialmente fu condannato all’esilio. Sassia, però, sparse la voce che l’accusatore Cluenzio avesse corrotto i magistrati nel processo , fu degradato dai censori. Questo fu un processo molto chiacchierato , perché i giudici erano sospettati di essere stati corrotti e quindi venivano attaccati, di fronte al popolo, dal tribuno della plebe Quintio , difensore di Oppianico verso il quale Cicerone rivolse parole molto pesanti …

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… nel 66 a.C. , a distanza di otto anni, il figlio di Oppianico, che nel frattempo era morto in esilio, probabilmente guidato da Sassia , che cercava di attirare la collera degli dei verso il figlio usando pratiche magiche, accusò Aulo Cluenzio di avere fatto avvelenare il patrigno. Cicerone assunse la sua difesa e vinse.

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L’orazione di difesa è articolata in 202 paragrafi e ha una struttura bipartita,infatti il discorso è caratterizzato da diversi momenti narrativi e da varie parentesi narrative. Le due parti non sono bilanciate tra loro:la prima è incentrata sul motivo dell’invidia,che ha funzione “strumentale”. Per dimostrare la buona fede del cliente di Cicerone;la seconda è inerente al crimine di veneficio di cui è accusato. Dopo l’esordio in un unico contesto argomentativo (che si snoda in 153 paragrafi) Cicerone cerca di smentire tutte le cattiverie riguardanti il suo cliente,per giungere alla fine, attraverso una serie di esempi storico - biografici,a dimostrare con efficiente chiarezza la responsabilità di Oppianico.

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Il lungo resoconto dei misfatti di Oppianico ha la funzione, nell’orazione, di dimostrare che Cluentio era

solo una vittima innocente soggetto di una persecuzione ,per rovinare la sua vita, dettata dall’odio della propria madre snaturata e dal patrigno,descritto

in modo drammatico. Fondamentale è la tematica della corruzione giudiziaria, che a quel tempo sembrava avere contagiato tutti. Infatti, Cicerone proprio nel finale fa riferimento all’auctoritas e la gravitas dei

giudici affinchè smentiscano l’offesa e l’infamia da cui sono macchiati, con un verdetto basato sui principi

dell’equitas.

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L’espediente più usato è detto apoplànesis che consisteva nel distrarre i giudici da quelli che erano gli argomenti più sfavorevoli per il suo cliente e insistendo su quelli più favorevoli e secondari a scopo mistificatorio. Cicerone non solo vinse la causa ma si vantò anche di aver confuso la mente dei giudici, ammettendo , quindi, in un certo senso la colpevolezza di Cluentio.

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Larino è una città di origine etrusca, fondata cinquecento anni prima di Roma. Il suo nome etrusco è “Frenter”, ma, in seguito alla sua distruzione, fu rinominata “Ladinod” che significa “dimora”, o “signoria”, dalla radice “lad”. In seguito, il nome diventò “Larinum”, successivamente “Larina”, infine “Larino”. Durante l’epoca romana, la città fu importantissima: ebbe il foro , le terme e l’anfiteatro, che pochissime città avevano. Durante la II Guerra Punica, fu teatro di battaglie tra l’esercito di Annibale e quello di Fabio Massimo, dittatore a Larinum. Durante l’età augustea, divenne una colonia militare, appartenente alla famiglia Cluentia. A Larino, infatti, nacque Aulio Cluentio, larinate, noto per essere stato difeso da Cicerone nella famosa orazione “Pro Cluentio”, pronunciata nel 66 a.C. La vicenda è ambientata nel periodo successivo alla guerra civile del 90-89 a.C. e alle persecuzioni sillane contro le città italiche che avevano favorito i populares contro gli optimates.

LARINO, CITTA’ ETRUSCA

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Il 66 a.C. è un anno importante per Cicerone che, dopo la carica di pretore, ambiva al consolato, ma aveva bisogno di

molti appoggi, per rafforzare la sua posizione a Roma. Allora, accetta di difendere Cluentio, per garantirsi l’aiuto degli

abitanti di Larino, ma, anche perché in questo modo, difendeva l’ordine equestre, al quale appartenevano i Cluenti.

Quindi, si comprende che, dietro un fatto privato, è sempre nascosto un significato politico. D’altra parte in una società

clientelare come quella romana era importantissimo procurarsi “amicizie e appoggi” per chi intendeva fare carriera

politica.

MA PERCHE’ CICERONE DIFESE CLUENTIO?

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Larino antica attraverso le immagini...

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LARINO OGGI....ATTRAVERSO LE

IMMAGINI

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LA CATTEDRALE DI LARINO ( S. PARDO )

Fu costruita fra il XIII e il XIV secolo. Lo stile è gotico - romanico ed è dedicata a S. Pardo. Presenta diversi affreschi. Fu abbellita nel 600 per ridare una dignità economica e religiosa alla città, colpita dalla peste. Nel 700 le decorazioni barocche furono sostituite da decorazioni gotico - romaniche , presenti ancora oggi.

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L’ANFITEATRO ROMANO Fu edificato fra il 70 e il 150 d.C., da un

ricco senatore. Presenta una struttura ellittica e inclinata. Veniva utilizzato come area di combattimenti fra gladiatori e per spettacoli di caccia; fu utilizzato anche come necropoli. A Nord, troviamo la famosa porta dei gladiatori, da cui uscivano i guerrieri vittoriosi.

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L’AREA FRENTANA Area riservata al giardino pubblico e

all’esposizione di materiale archeologico, come reperti di monumenti funerari ed edifici pubblici dell’epoca Romana.

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I MOSAICI

I mosaici più belli si trovano nel Palazzo Ducale, nelle terme e nella Villa Ellenistica ( nel Foro). Nel Palazzo Ducale si trovano 3 mosaici principali, risalenti al II e III secolo: la lupa che allatta Romolo e Remo, il leone sotto la palma e l’edera con diverse specie di uccelli. I mosaici delle terme presentano delfini e altri animali marini. Infine, i mosaici della Villa Ellenistica presentano meravigliosi motivi, fra cui, il più famoso, è un polipo.

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LE TERME Ve ne sono 4, presso le strade principali. La

prima è riccamente decorata con mosaici, ma è sotterrata. Della seconda abbiamo solo alcuni resti. La terza è completamente distrutta, ma dai documenti pervenuti possiamo dedurre che ci fossero 10 ambienti. La quarta è situata in Villa Zappone ed è decorata con meravigliosi laterizi. Tutte le terme presentano mosaici con delfini e altri animali marini.

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IL PALAZZO DUCALE Palazzo larinese, di forma quadrata con una

torre angolare posta a Nord-Est e presenta 3 facciate laterali costruite in epoche diverse. L’ingresso principale al castello è sopraelevato. Attraversata la porta, all’interno del castello vi è una lunga scalinata in pietra, che conduce a un atrio porticato, molto elegante, scandito da ampi archi a tutto sesto. Il corridoio del cortile interno contiene una serie di iscrizioni e reperti antichi.

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VILLA ZAPPONE & IL PARCO ARCHEOLOGICO

Importante villa in stile Liberty a pochi metri dall’Anfiteatro Romano. Costruita ne 1900, è di proprietà dell’avvocato Filomeno Zappone. Nel 1994 lo Stato ha esercitato diritti di prelazione nei suoi confronti, poiché in profondità nascondeva antichi resti d’epoca Romana.

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IL BORGO MEDIEVALE È la parte più antica della città ( risalente

all’età Medievale ). Vi sono i più importanti edifici caratteristici: il Palazzo Ducale, il Duomo di S. Pardo, i palazzi di ex famiglie potenti, le torri, le ville e la cinta muraria.

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IL FORO ROMANO Vi sono resti di

edifici abbelliti con mosaici. Uno di questi è la Villa Ellenica, che presenta uno stupefacente mosaico policroma raffigurante un polipo, animale sacro a Venere, Dea dell’amore.

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REALIZZATO DALLA

CLASSE 3 ALICEO DELLE SCIENZE UMANE

A.S. 2015/16

DOCENTE SPECCHIA MARIA REGINA