denaro e politica: l'ora del crowdfunding

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DENARO E POLITICA: L’ORA DEL CROWDFUNDING UNA COMPARAZIONE INTERNAZIONALE DELLA LEGISLAZIONE SUL FINANZIAMENTO DELL’ATTIVITÀ POLITICA E LE PROSPETTIVE PER IL FUNDRAISING ONLINE E PER PICCOLI IMPORTI A cura di ShinyNote.com e Civicom Aprile 2013

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Una comparazione internazionale della legislazione sul finanziamento dell'attività politica e le prospettive per il fundraising online.A cura di ShinyNote.com e Civicom

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DENARO E POLITICA: L’ORA DEL CROWDFUNDING

UNA COMPARAZIONE INTERNAZIONALE DELLA LEGISLAZIONE SUL FINANZIAMENTO DELL’ATTIVITÀ POLITICA E LE PROSPETTIVE

PER IL FUNDRAISING ONLINE E PER PICCOLI IMPORTI

A cura di ShinyNote.com e Civicom Aprile 2013

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Introduzione: etica e politica

Il dibattito sulle modalità di finanziamento dei partiti è in Italia estremamente attuale. Dopo gli scandali che hanno portato un po’ tutte le forze politiche alla ribalta delle cronache per l’uso indebito dei fondi pubblici, i due più grandi partiti del panorama politico attuale (Pd e Pdl) hanno incluso il tema dell’eliminazione o della rimodulazione di questi tra i fondamentali nodi da sciogliere nel corso della presente legislatura. Il Movimento 5 Stelle, grande protagonista della contemporaneità politica, si è imposto sulla scena nazionale focalizzando gran parte della propria campagna elettorale proprio sull’autofinanziamento.

I risultati delle raccolte fondi per il finanziamento delle ultime campagne elettorali nazionali e regionali e per le primarie dimostrano – nonostante la legge in materia di rimborsi elettorali sia ancora in vigore – che il modello di fundraising per la politica si afferma come un fenomeno in costante crescita, al quale le forze politiche pongono attenzione in maniera trasversale.

ShinyNote.com e Civicom hanno messo a confronto i metodi di finanziamento della politica in Francia, Germania, Stati Uniti e Italia, al fine di analizzare le prospettive di sviluppo del fundraising per i partiti e movimenti politici italiani.

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Francia: rimborsi elettorali e finanziamento dei gruppi parlamentari

In Francia il sistema di finanziamento dei partiti politici, disciplinato inizialmente nel 1988, è stato poi riformato ed è un sistema misto, basato sia sul finanziamento pubblico che su quello privato.

Il finanziamento pubblico si distingue in contributo annuale e rimborso delle spese elettorali. È a carico del bilancio dello Stato e l’entità dell’erogazione è stabilita annualmente dalla legge finanziaria ed è ripartito in due frazioni eguali.

La prima frazione è destinata ai partiti politici in funzione dei voti ottenuti alle ultime elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale. Per l’accesso al contributo requisito è che il partito abbia presentato candidati in almeno 50 circoscrizioni che abbiano ottenuto almeno l’1% dei voti espressi in tali circoscrizioni; in questo caso il finanziamento viene erogato in proporzione ai voti ottenuti al primo turno di queste elezioni. Per la prima frazione, è possibile che un partito riceva alcune sanzioni finanziarie se non assicura, tra i suoi candidati, un’adeguata rappresentatività femminile.

La seconda frazione è destinata ai partiti politici in funzione della loro rappresentanza parlamentare. Accedono a questa ripartizione i partiti, aventi i requisiti previsti per la ripartizione della prima frazione, che sono riusciti ad ottenere degli eletti all’Assemblea Nazionale o al Senato. Ogni parlamentare, all’inizio della sessione ordinaria, comunica all’Ufficio di presidenza della propria assemblea a quale partito è collegato. Entro il 31 dicembre di ogni anno gli uffici di presidenza delle Assemblee comunicano al Primo Ministro la ripartizione dei parlamentari fra i partiti politici.

Nel 2011 l’ammontare del finanziamento dei partiti politici a carico del bilancio dello Stato è stato di circa 74,9 milioni di euro, mentre per il 2012 sono stati stanziati crediti di pagamento per circa 76 milioni di euro.

In merito al rimborso elettorale, il Codice elettorale francese prevede un contributo statale per il parziale rimborso delle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni presidenziali, politiche, europee nonché alle elezioni nei cantoni e municipi con più di 9 mila abitanti. I candidati alle suddette elezioni sono soggetti al rispetto di limiti di spesa, la cui definizione è effettuata in funzione del numero di abitanti della circoscrizione d’elezione.

Per le elezioni dei componenti dell’Assemblea Nazionale, il limite di spesa è fissato a 38.000 euro a candidato, cifra da maggiorare di 0,15 euro per ogni abitante della circoscrizione elettorale. Dalle elezioni del 2002, il limite viene ulteriormente maggiorato di un coefficiente moltiplicatore (fissato a 1,26).

Una volta individuato il limite di spesa, il sistema dei rimborsi elettorali si distingue in:

- rimborso effettivo delle spese connesse alla campagna ufficiale, cioè alla campagna che si sostanzia nell’uso di una certa tipologia tipica di mezzi di propaganda. Tale rimborso avviene dopo

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il deposito dei conti delle campagne ed è subordinata all’avvenuto ottenimento per un candidato di almeno il 5% dei voti per le elezioni legislative;

- rimborso forfettario delle spese di campagna nella sua generalità; è un finanziamento non collegato ad una effettiva dimostrazione di spesa. Spetta ai soli candidati che abbiano ottenuto almeno il 5% dei suffragi nel primo turno elettorale e siano in regola con le disposizioni di legge in materia di dichiarazione delle spese elettorali. Il rimborso è pari al 50% del limite di spesa fissato per ciascun candidato ma non può, in ogni caso, superare l’ammontare delle effettive spese sostenute dal candidato secondo quanto riportato nella dichiarazione da questi presentata.

Per quanto riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica, il limite delle spese elettorali è fissato per i candidati a 13,7 milioni di euro, per i candidati presenti soltanto al primo turno, e 18,3 milioni di euro per i candidati presenti anche al ballottaggio.

Il finanziamento privato dei partiti politici prevede che i partiti politici possano raccogliere fondi e contributi per il finanziamento della loro attività esclusivamente per il tramite di un mandatario, che può essere sia una associazione di finanziamento, sia una persona fisica.

Le associazioni di finanziamento devono ricevere l’approvazione di un’apposita Commissione indipendente. Tale approvazione è subordinata alla condizione che l’associazione abbia quale unico scopo sociale quello del reperimento dei fondi necessari per il finanziamento di un partito politico e che nel suo statuto sia definita la circoscrizione territoriale all’interno della quale essa intende svolgere la propria attività. Il mandatario finanziario è tenuto ad aprire un conto bancario o postale unico, sul quale deve depositare tutti i fondi ricevuti in vista del finanziamento di un partito politico. Inoltre, la legge fissa i divieti e i limiti del finanziamento privato.

Donazioni a partiti politici e a candidati possono essere effettuate solo da persone fisiche. Le donazioni delle persone fisiche a favore di uno stesso partito politico non possono superare i 7.500 euro all’anno e le donazioni superiori a 150 euro devono essere fatte per assegno, bonifico, prelievo automatico o carta di credito. Le donazioni effettuate a beneficio dei partiti e delle formazioni politiche, al pari delle quote di iscrizione agli stessi, sono fiscalmente deducibili per una percentuale del loro importo totale.

In merito alla disciplina dei controlli sulla gestione finanziaria i partiti ed i movimenti politici beneficiari del finanziamento pubblico non sono sottoposti al controllo della Corte dei Conti. La legge obbliga i partiti e movimenti che beneficiano di finanziamenti sia pubblici che privati a tenere una contabilità, dove devono essere esposti il rendiconto del partito, degli enti e delle società dei quali il partito detiene la metà del capitale, o nei quali abbia dei rappresentanti nel consiglio di amministrazione o comunque eserciti un potere preponderante di decisione o di gestione. I rendiconti debbono essere certificati da due revisori dei conti e devono essere depositati entro il primo semestre dell’anno successivo a quello cui si riferisce l’esercizio presso la “Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques” che ne assicura una pubblicazione sommaria sul “Journal officiel” della Repubblica Francese.

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Qualora la Commissione accerti la violazione di uno degli obblighi previsti dalla legge, il partito perde il diritto ad ottenere il finanziamento pubblico per l’anno successivo. Ulteriori controlli e sanzioni sono previsti in ordine alle campagne elettorali e riguardano sia la contabilità tenuta dai candidati che il rispetto dei limiti di spesa.

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Germania: lo Stato premia i partiti che raccolgono fondi da privati

In Germania l’attuale sistema di finanziamento pubblico dei partiti è il frutto di un confronto che si è sviluppato in oltre 50 anni, fra legislatore e giudice costituzionale, e che ha portato ad una nuova formulazione della legge sui partiti.

La legge del 1994, modificata nel 2004, prevede che alle formazioni politiche venga annualmente corrisposto, a carico del bilancio dello Stato:

- un contributo proporzionale ai voti ricevuti, pari a 0,85 euro per ogni voto valido, fino a 4 milioni di voti e a 0,70 euro per ogni voto ulteriore ottenuto da ciascuna formazione nelle ultime elezioni per il Bundestag, per il Parlamento europeo e per i Parlamenti del Länder;

- un contributo calcolato sulla quota dei contributi versati da privati, di 0,38 euro per ogni euro che il singolo partito abbia ricevuto come donazione o a titolo di quota di iscrizione da una persona fisica (si tiene conto soltanto delle sovvenzioni che non superano i 3.300 euro), oppure le somme devolute al partito dagli stessi parlamentari.

Ottengono tali finanziamenti le formazioni politiche che hanno conseguito una percentuale di voti di lista validi pari allo 0,5% del totale dei voti validi (per le elezioni europee e del Bundestag) o all’1% dei voti validi (per le elezioni dei Parlamenti dei Länder).

La legge stabilisce un limite assoluto ai contributi annuali federali: l’importo del finanziamento pubblico ammonta a 149 milioni di euro per il 2011 e a 150,8 milioni di euro per il 2012, dal 2013 il limite assoluto sarà aumentato annualmente in base all’incremento del costo della vita e dell’aumento delle retribuzioni corrisposte ai lavoratori e agli impiegati degli enti locali.

Un ulteriore limite relativo riguarda la quota di finanziamento pubblico da destinare al singolo partito: questa quota non potrà eccedere l’importo delle entrate proprie conseguite in un anno dal partito stesso tramite i contributi d’iscrizione, le donazioni spontanee di sostenitori ed iscritti, i proventi derivanti da attività imprenditoriali e partecipazioni nonché quelli derivanti da beni patrimoniali.

La legge tedesca sullo status giuridico dei parlamentari prevede l’erogazione di contributi pubblici ai gruppi parlamentari, il cui importo è stabilito dal Bundestag di anno in anno. Tali contributi, che devono essere utilizzati esclusivamente per lo svolgimento dei compiti istituzionali, consistono in un importo di base per ogni gruppo, un importo per ciascun membro e un ulteriore supplemento per i gruppi che non sostengono il Governo.

In merito al finanziamento privato, le donazioni ai partiti fino ad una somma di 1.000 euro possono essere corrisposte sotto forma di denaro contante. Le donazioni in favore di un partito o delle sue associazioni territoriali il cui controvalore complessivo nel corso di un anno solare risulti superiore a 10.000 euro devono essere registrate nella rendicontazione contabile con l’indicazione

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del nome e dell’indirizzo del donatore. Le donazioni che superino i 50.000 euro nel singolo caso devono essere subito annunciate al Presidente del Bundestag che le rende pubbliche, con l’indicazione del donatore, sotto forma di atti parlamentari.

Sono vietate le donazioni effettuate da organismi di diritto pubblico o imprese che abbiano una componente azionaria, a partire dal 25%, di origine pubblica, gruppi e comitati parlamentari nonché gruppi o comitati di rappresentanze comunali; le donazioni effettuate da fondazioni politiche, enti, associazioni di persone e fondazioni che, in base al rispettivo atto costitutivo, perseguano esclusivamente e direttamente fini sociali, caritatevoli o ecclesiastici; le donazioni effettuate da associazioni di categoria che le abbiano a loro volta ricevute a condizione di trasmetterle ad un partito politico; le donazioni che superino i 1.000 euro quando non sia noto il donatore; le donazioni che perseguano lo scopo di ottenere vantaggi economici o politici; le donazioni che provengano dall’estero (salvo alcune eccezioni). Tutte le donazioni devono essere comunicate al Presidente del Bundestag che le rende note tramite la pubblicazione della Rendicontazione.

I privati che partecipano al finanziamento dei partiti godono di alcune agevolazioni fiscali: le somme versate ai partiti a titolo di donazione o di versamento di quote sociali possono infatti essere dedotte dal reddito imponibile sino ad un massimo di 3.300 euro, elevabile a 6.600 euro in caso di cumulo dei redditi tra i coniugi. Chi effettua una donazione ad un partito può optare, per uno sconto sull’imposta dovuta pari ad un massimo di 767 euro, elevabili a 1.534 euro in caso di cumulo dei redditi tra i coniugi. Possono beneficiare di tale agevolazione anche i cittadini che versano delle somme a movimenti ed associazioni non costituiti in partiti politici come definiti dall’art. 2 della legge del 1967, purché tali enti partecipino alle elezioni politiche con propri candidati.

In merito ai controlli sulla gestione finanziaria i partiti tedeschi “devono rendere conto pubblicamente della provenienza e dell’uso delle loro risorse finanziarie come pure del loro patrimonio”. La presidenza di ciascun partito è tenuta a rendere conto pubblicamente della provenienza e dell’uso dei mezzi finanziari che sono affluiti al partito nel corso dell’anno, così come della consistenza del patrimonio del partito. Il rendiconto consta pertanto del conteggio delle entrate e delle uscite e del conto patrimoniale e di una parte illustrativa. Nella rendicontazione deve essere indicato il numero degli iscritti al partito soggetti al pagamento della quota d’iscrizione. Sono applicate tutte le norme di diritto commerciale sulla rendicontazione nella misura in cui la legge non indichi diversamente. Prima della presentazione al Presidente del Bundestag, la rendicontazione deve essere deliberata dalla Presidenza del partito e verificata da un revisore dei conti o da una società di revisione contabile. La rendicontazione si forma sulla base di quelle fornite dalle direzioni regionali e dalle sezioni territoriali, ognuna responsabile della propria rendicontazione. Derogano soltanto i partiti che non dispongono, per l’anno di riferimento, né di entrate né di un patrimonio superiore ai 5.000 euro. In questo caso il partito può inviare al Presidente del Bundestag una rendicontazione non verificata, che però dovrà essere esaminata in occasione del successivo congresso federale del partito. Il rendiconto e la relativa nota di verifica sono quindi trasmessi, entro il 30 settembre dell’anno seguente all’esercizio finanziario cui si riferiscono, al Presidente del

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Bundestag. Questo ne verifica la regolarità formale, riferendo annualmente all’Assemblea sullo stato delle finanze dei partiti e sui loro rendiconti e fornendo ogni due anni un rapporto circa l’evoluzione delle finanze dei partiti con riferimento alle rendicontazioni fornite dagli stessi. Nel caso il Presidente del Bundestag abbia dei dubbi circa la correttezza della rendicontazione, concede al partito l’opportunità di esprimersi al riguardo o può incaricare un revisore o una società a sua scelta al fine di verificarne la conformità al disposto della legge. A conclusione del procedimento il Presidente rilascia una notifica in cui vengono rilevate le eventuali inesattezze e fornito l’ammontare della somma corrispondente ai dati inesatti. I dati acquisiti nel corso del procedimento che non siano stati indicati nella documentazione contabile del partito non possono essere resi pubblici. Contestualmente il partito perde il diritto a godere di una somma di un ammontare pari a due volte le somme riportate in modo inesatto. Nel caso in cui le inesattezze riguardino proprietà immobiliari o partecipazioni ad imprese, il partito perde il diritto a godere di una somma pari al 10% dei valori patrimoniali non inseriti o indicati in maniera inesatta. I rendiconti dei partiti e le relative note di verifica sono pubblicati come atti del Bundestag.

Spetta alla Corte dei Conti federale il compito di verificare che il Presidente del Bundestag, nella sua qualità di amministratore dei fondi erogati dallo Stato, abbia provveduto al rimborso delle spese elettorali.

La legge dispone le sanzioni penali per coloro che occultino l’origine o l’uso delle risorse finanziarie o patrimoniali del partito o eludano la pubblica rendicontazione. Le stesse sanzioni sono previste anche per chi, come revisore dei conti o collaboratore di questo, accerti l’esito della verifica in modo inesatto. Nel caso in cui il reo agisca dietro compenso o con l’intenzione di favorire o danneggiare un terzo soggetto, la pena corrisponde a una ammenda in denaro o a una pena detentiva fino a cinque anni.

In Germania, un tratto caratteristico del sostegno pubblico alla formazione in ambito politico-sociale e alla cooperazione internazionale è costituito dalla destinazione di ingenti risorse del bilancio statale alle fondazioni culturali collegate ai partiti politici, definite come “fondazioni politiche”. La giurisprudenza ha indicato l’inopportunità di trasferimenti di donazioni dalla fondazione al partito, onde evitare che le agevolazioni fiscali previste per queste vengano usufruite dai partiti politici di riferimento.

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Gli Stati Uniti: frontiera del crowdfunding

Negli Stati Uniti i partiti politici non ricevono finanziamenti pubblici dallo Stato ma donazioni dai cittadini (privati, imprese e associazioni). Il finanziamento pubblico riguarda le sole elezioni presidenziali, delle quali copre tutto il ciclo, dalle primarie alle elezioni generali.

I finanziamenti sono tratti dal Fondo per la campagna elettorale presidenziale (PECF), gestito dal Ministero del Tesoro e finanziato esclusivamente dalla decisione volontaria dei contribuenti di devolvergli parte delle tasse. In concreto, il contribuente può, alla presentazione della dichiarazione dei redditi, disporre che 3 dollari delle proprie tasse (6 in caso di comunione dei beni) siano trasferiti al Fondo. Tutto questo non comporta un aumento delle tasse per il singolo ma semplicemente la distrazione delle somme dal Ministero del Tesoro al Fondo.

I finanziamenti pubblici resi disponibili dal Fondo vengono distribuiti in base a tre diversi criteri:

1) Primary Matching Payments: nella prima fase il contributo viene assegnato in base al meccanismo del matching funds: il finanziamento compete a quei candidati che durante la fase precedente alla nomination dimostrano di saper raccogliere un certo ammontare (almeno 5 mila dollari per stato, in 20 stati diversi) di piccoli contributi individuali (non superiori a 250 dollari). I candidati che accedono ai contributi devono dichiarare di usare i fondi solo per le spese collegate alla campagna e devono rispettare i limiti di spesa loro imposti.

2) Party Convention Grants: in una seconda fase accedono al contributo in modo uniforme i due maggiori partiti, per lo svolgimento delle conventions nazionali. Anche altri partiti possono accedere al finanziamento delle conventions, purché alle precedenti presidenziali il loro candidato abbia ottenuto almeno il 5% dei suffragi.

3) General Election Grants: si ha un’assegnazione del contributo sotto forma di rimborso totale delle spese ai candidati prescelti dai maggiori partiti per la campagna elettorale vera e propria.

I candidati alla presidenza degli Stati Uniti che accettano i contributi pubblici devono impegnarsi a:

- non spendere più di quanto ricevono dal Fondo;

- non raccogliere contributi privati (né da persone fisiche, né da comitati o PACs). Al riguardo fanno tuttavia eccezione i contributi ricevuti per un conto speciale dedicato esclusivamente alla copertura di spese legali e contabili connesse agli adempimenti previsti dalla legislazione sul finanziamento delle campagne elettorali;

- spendere i fondi solo per la campagna elettorale.

Ufficialmente sono vietati i contributi diretti e le spese volte a influenzare le elezioni federali da parte di:

- società (corporations);

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- organizzazioni sindacali;

- fornitori del governo federale;

- stranieri.

Le società e i sindacati possono istituire propri comitati politici di supporto (PACs) per raccogliere contributi e poi usare i fondi per sostenere liberamente candidati o comitati politici. PAC (Political Action Committee) è il termine che negli Stati Uniti indica un comitato politico istituito con la finalità di raccogliere e spendere denaro per ottenere l’elezione o la sconfitta di un candidato. Molti PACs sono rappresentativi di interessi affaristici, sindacali o comunque ideologici e devono rendicontare ogni 10 giorni alla Federal Election Commission (FEC) le proprie entrate e uscite. La legge federale pone limiti alle contribuzioni individuali o da parte di enti al candidati, ai comitati elettorali dei partiti e ai PACs.

La Federal Campaign Finance Law prevede che una persona fisica o un’associazione (ad es. un PAC) possa effettuare "spese indipendenti" collegate ad elezioni federali senza alcun limite. Tali sono quelle spese sostenute in modo indipendente dalla campagna ufficiale di un candidato, comunque apertamente finalizzata alla sua elezione, la comunicazione non deve essere effettuata con la cooperazione o il consenso del candidato o della sua campagna, né dietro richiesta o suggerimento degli stessi. La legge richiede che coloro che effettuano spese indipendenti registrino le spese e rendano pubbliche (presso la FEC) le risorse usate.

La legge federale obbliga i comitati dei candidati, i comitati dei partiti e i PACs a redigere rendiconti periodici sul denaro raccolto e sul suo impiego. I candidati devono identificare tutti i PACs e i comitati di partito che contribuiscono alla loro campagna nonché ogni persona fisica che effettui donazioni per più di 200 dollari all’anno. Sul rispetto della legge vigila la FEC.

Non ci sono tuttavia restrizioni sull'ammontare che i PAC possono spendere indipendentemente per difendere un punto di vista o per convincere la comunità ad eleggere un candidato. I PAC oggi sono migliaia.

I “bundlers” sono fundraiser che convogliano fondi ai candidati di riferimento. A meno che non sono lobbisti di professione (negli stati uniti il lobbismo è una professione regolarmente riconosciuta e retribuita) non vi è l'obbligo per legge di rivelarne l'identità. Nonostante ciò Barack Obama dopo la campagna elettorale del 2008 ha rivelato i nomi dei bundlers che hanno raccolto più di 50.000 dollari.

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Italia: abrogato il finanziamento pubblico, approvati i rimborsi

In Italia nel 1993 con referendum viene abrogato il finanziamento pubblico ai partiti.

La legge n. 156 del 26 luglio 2002, “Disposizioni in materia di rimborsi elettorali” crea un fondo annuale per il rimborso delle spese elettorali e abbassa dal 4 all’1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale.

Con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006: l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV Legislatura della Repubblica Italiana e alla XVI Legislatura della Repubblica Italiana.

La legge n° 96 del 6 Luglio 2012 obbliga un partito o un movimento ad avere uno statuto per aver diritto di ricevere i rimborsi elettorali e i contributi pubblici per l’anno 2013 sono definiti a 91 milioni di euro. Il 70% di tali contributi, pari a euro 63.700.000, è corrisposto come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l'attività politica, ad esso concorrono i partiti e movimenti politici che hanno conseguito almeno il 2% dei voti validi espressi nelle elezioni. Il restante 30%, pari a euro 27.300.000, è erogato, a titolo di cofinanziamento, nella misura di 0,50 euro per ogni euro che i partiti e movimenti politici abbiano ricevuto a titolo di quote associative e di erogazioni liberali annuali da parte di persone fisiche o enti (ai fini del calcolo del contributo sono prese in considerazione, nel limite massimo di 10.000 euro annui per ogni persona fisica o ente erogante, le quote associative e le erogazioni liberali percepite).

La legge n. 2 del 2 gennaio 1997 "Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici" prevede la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi di destinare il 4 per mille dell'imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (senza però poter indicare a quale partito).

I privati che decidano di finanziare il proprio partito avranno una detrazione fiscale pari al 24% per il 2013 e del 26% dal 2014. I possibili beneficiari saranno i partiti ed i movimenti politici che abbiano presentato liste o candidature elettorali alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica, al Parlamento Europeo oppure che abbiano almeno un rappresentante eletto in un Consiglio Regionale o in un Consiglio delle Province autonome di Trento e Bolzano.

In termini di rendicontazione e trasparenza con la legge n° 96 del 6 Luglio 2012 viene istituita una commissione composta da cinque magistrati: tre della Corte dei Conti, uno del Consiglio di Stato e uno della Corte di Cassazione per vigilare sui bilanci dei partiti. Avrà sede presso la Camera e comminerà sanzioni. Sui bilanci vigileranno le Società di revisione iscritte nell’albo Consob. Verificheranno i conti e i bilanci finali dei partiti; stileranno una relazione che dovrà essere trasmessa alla Commissione di controllo.

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Etica pubblica e crowdfunding

La raccolta di fondi attraverso piattaforme online che rendono semplice la donazione di piccole somma costituisce una sfida e un’opportunità. Il maggior successo con strumenti di questo tipo è stato senza dubbio riscosso da Barack Obama, a partire dalla campagna presidenziale del 2008. Il candidato democratico raccolse allora 750 milioni di dollari, di cui 500 milioni online, raggiungendo durante la campagna elettorale che nel 2012 lo ha riconfermato come inquilino della Casa Bianca, 1 miliardo di dollari di fondi raccolti. Negli Stati Uniti il 13% della popolazione adulta ha donato in favore di un candidato presidente e il 50% di queste donazioni è avvenuta online o via e-mail. Ci sarebbero diversità di propensione tra gli elettori, perché secondo una ricerca del Pew Research Center di Washington pubblicata a ottobre 2012 avrebbe donato online il 57% dei sostenitori del Partito Democratico e il 34% dei sostenitori Partito Repubblicano.

La diffusa notorietà della quale godono oggi i nuovi canali di comunicazione social usati in maniera intensa anche dalla politica, sembra essere propedeutica a questa modalità di finanziamento. Secondo uno studio realizzato pochi giorni dopo le elezioni presidenziali americane del 2012 dall’azienda di marketing Compete (US), gli utenti che leggono su Twitter il messaggio di un leader politico hanno una probabilità doppia di visitare il sito web dello stesso e di arrivare in pochi passi a fare una donazione.

Nel panorama italiano Matteo Renzi è stato uno dei candidati che ha maggiormente utilizzato l’autofinanziamento a sostegno della propria campagna elettorale durante le primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra, raccogliendo in pochi mesi più di 800mila euro, di cui almeno 178.000 euro raccolti online.

Sul terreno delle donazioni online troviamo dati interessanti anche in ambito locale: durante la campagna per l’elezione del sindaco di Milano nel 2011 il comitato di Giuliano Pisapia raccolse 100.000 euro tra donazioni online con carta di credito e piccole donazioni sul conto corrente postale promosso online; il Movimento 5 Stelle siciliano, nel 2012, attraverso il proprio sito ha raccolto 32.860 euro per il finanziamento della propria campagna per le elezioni regionali; e nel corso della campagna del 2013 per l’elezione del Presidente di Regione Lombardia il candidato Umberto Ambrosoli ha raccolto 15.000 euro di donazioni online con carta di credito e una somma di 80.000 euro in piccole donazioni (fino a 500 euro cadauna) tramite bonifico bancario sul conto promosso online.

Decisamente significative anche le cifre raggiunte da Fare per Fermare il Declino durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2013, il neonato movimento di Oscar Giannino che faceva dell’abolizione del finanziamento pubblico una bandiera, ha raccolto in pochi mesi 1.228.590 euro. E nel corso della stessa campagna elettorale il Movimento 5 Stelle ha dichiarato di aver raccolto 774.208 euro.

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Il confronto in uno sguardo

Finanziamento pubblico Finanziamento da privati Rendicontazione

Francia - Contributo annuale la cui entità è definita dalla legge finanziaria. - Rimborso forfettario per le spese elettorali ai candidati che superano il 5% del suffragio al primo turno.

- Tramite mandatario (associazione o persona fisica). - Donazioni solo da persone fisiche. - Limite di 7.500€ annui a donazione e 150€ per donazioni con contanti. - Donazioni fiscalmente deducibili.

- Rendicontazione annuale con certificazione di revisori contabili. - Deposito presso specifica commissione. - Pubblicazione sommaria nel “Journal officiel” della Repubblica Francese.

Germania Il Bundestag eroga un finanziamento che giunge nelle sedi locali dei partiti in base a: - voti conseguiti nelle ultime elezioni; - donazioni da privati.

- Limite di 1.000€ per donazioni in contanti. - Donazioni fiscalmente deducibili.

Ogni anno i partiti devono presentare al Presidente del Bundestag un rendiconto e una relazione giustificativa firmata da un revisore. Il Presidente presenta annualmente la relazione sulla situazione finanziaria dei partiti. La Corte federale dei Conti verifica che il Presidente abbia provveduto al rimborso delle spese elettorali.

Stati Uniti - Erogato dal Ministero del tesoro. - Attinge a un fondo finanziato dalla decisione volontaria dei contribuenti di devolvere parte delle proprie tasse. - E' limitato al finanziamento della campagna elettorale presidenziale.

Possono raccogliere fondi: - i comitati politici di support (PACs); - i “bundlers”, fundraiser che convogliano fondi ai candidati di riferimento; - i lobbisti di professione. La legge federale pone limiti alle contribuzioni individuali.

Sul rispetto delle regole previste dalla legge federale vigila la Federal Election Commission.

Italia I partiti e i movimenti che hanno uno statuto hanno diritto di ricevere i rimborsi elettorali e i contributi pubblici.

Per il 2013 verranno erogati 91 milioni di euro di cui:

- 63.700.000 euro come rimborso spese a partiti e movimenti politici che hanno ottenuto il 2% dei voti validi alle elezioni;

- 27.300.000 euro (cofinanziamento) nella misura di 0,50 euro per ogni euro che i partiti e movimenti politici abbiano ricevuto come quote associative e erogazioni liberali.

- I contribuenti possono destinare il 4 per mille dell'imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici.

- Detrazione fiscale delle donazioni pari al 24% per il 2013 e del 26% dal 2014.

- Una commissione composta da cinque magistrati con sede presso la Camera commina sanzioni.

- Sui bilanci vigilano le Società di revisione iscritte nell’albo Consob.

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Il confronto in un colpo d’occhio

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ShinyNote.com e Civicom

Shinynote.com nasce nel 2011 come social network dedicato alle persone di buona volontà ed è organizzato come un portale di buone storie, quelle storie che esprimono una scintilla positività che fa luce sul prossimo e sul futuro. Shinynote si posiziona come piattaforma di crowdfunding che offre alle organizzazioni non profit l'opportunità di raccogliere fondi online in maniera semplice e trasparente. Ad aprile 2013 Shinynote lancia il servizio "Buona politica" che offre massima trasparenza nella gestione dei fondi raccolti online da partiti, movimenti e altre organizzazioni politiche.

Civicom, società di consulenza strategica specializzata nella comunicazione di pubblica utilità, vanta dieci anni di esperienza e impegno professionale nell'ambito della ricerca, della formazione e della consulenza nell'ambito della comunicazione politica, sociale e istituzionale. Al suo interno lavorano a stretto contatto giovani consulenti della "millenium generation" e figure esperte con una profonda esperienza sia in ambito pubblico che in ambito privato.