l'ora di giurisprudenza anno 4 n°2

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L ’Ora di Giurisprudenza Roma Tre Numero 2 Anno IV Dicembre 2013 Università: Intervista al professore D’Avack pag. 2 Attualità Primarie PD: il backstage pag. 9 Cultura 125 anni di National Geographic: la grande avventura pag. 11 facebook.com/ora.giurisprudenza La religione delle raccomandazioni: cellule di disonestà a pag. 13

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Periodico studentesco della facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre

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Page 1: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’’’ ’ ’’

’Roma TreNumero 2 Anno IV

Dicembre 2013

Università:Intervista al professore

D’Avackpag. 2

AttualitàPrimarie PD:

il backstage

pag. 9

Cultura125 anni di National

Geographic: la grande avventura

pag. 11

facebook.com/ora.giurisprudenza

La religione delle raccomandazioni: cellule di disonestàa pag. 13

Page 2: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

2INTERVISTA

Un’ intera carriera all’insegna della passione per il dirittoIntervista al Prof. D’Avack.

DI GIULIA ROMANO

Ho avuto l’onore, di intervistare il professore D’Avack,

alla fine della sua carriera accademica. Per chi già

non lo sapesse, infatti, il professore mi ha annunciato,

con molto dispiacere, che questo è il suo ultimo

anno di insegnamento. Chi ama il proprio lavoro, si

sa, non si stanca mai di farlo e non poter più vantare

la presenza di un professore di tale spessore sarà

sicuramente una perdita per la nostra università

ma, dopo tutto, per ragioni economiche vanno

fatte delle scelte e il professore stesso dice : “diamo

largo ai giovani” ribadendo che i docenti giovani, e

soprattutto bravi, sono un privilegio di Roma Tre. Ma

non temete: il professore non si darà certo all’ozio, la

sua passione per il diritto lo ha sempre impegnato,

sia da un punto di vista accademico, sia da un punto

di vista pratico, il professore, infatti, è avvocato

cassazionista, iscritto all’Albo dei Gionalisti e vice-

presidente del Comitato nazionale per la bioetica. La

passione per il diritto non è però l’unica, lo affascina,

infatti, la pittura, nonostante mi confessi di non

essere per niente portato per il disegno, e ciò a cui

gli piacerebbe dedicare il suo tempo libero è invece,

pensate un po’, il giardinaggio. Sono d’accordo con

lui quando mi dice che “i lavori manuali sono l’unica

vera distrazione per chi svolge attività intellettuali”,

non è forse questo il motivo per cui, una volta iscritti a

Giurisprudenza, anche i più accaniti lettori prendono

le distanze da tutto ciò che ricordi un manuale?

Chiedo poi, la classica domanda: “cosa sarebbe

adesso se non fosse diventato un professore?” e il

professore mi risponde: “il dottore, mi affascina il

rapporto medico-paziente, un rapporto stimolante

e solidaristico”. Il professore mi racconta poi di

quando era lui uno studente, mi parla molto bene

della Sapienza, a quei tempi ancora unica università

di Roma, composta da pochi professori molto

bravi, ne ricorda in particolare due: il professore

Calasso, insegnante di Storia del diritto italiano,

la materia che al professore è piaciuta di più, e

il professore di Scienza delle finanze, la materia

che al professore venne più ostica (si fa per dire

dato che racconta di aver poi preso trenta!). Il

professore D’avack, come il professore Carnevale

nella scorsa intervista, si dichiara contento della

nostra facoltà di cui dice : “esteticamente gradevole,

ben organizzata, piena di giovani”. Ciò che invece

trova negativo è la frattura tra il primo periodo di

lezioni e il secondo, di preparazione all’esame, in

Responsabile:

Giulia Romano

Contatti

348.0985291

[email protected]

yieldroma3.blogspot.com

facebook.com/ora.giurisprudenza

L’Ora di Giurisprudenza’’ ’

’’ ’ ’’

’Roma Tre

Page 3: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

3cui il rapporto studente-professore viene sospeso

fino al momento dell’esame stesso, ecco perché

proporrebbe più incontri docente-alunni, anche al

fine di chiarire gli ultimi dubbi in vista dell’esame.

Dato che la fatidica parola “esame” è ormai stata

scritta passiamo alla parte più interessante per i

lettori del primo anno: cosa pensa il professore del

canale P/Z ? Dove li porterebbe se avesse un giorno

a disposizione con loro e soprattutto che consigli dà

per affrontare l’esame? Il professore ritiene di essere

stato fortunato e, in un certo senso, premiato per

aver avuto, a chiusura della sua carriera accademica,

un canale come il vostro, che gli ha mostrato

interesse e soddisfacimento riguardo le lezioni. Mi

confessa che vi porterebbe al cinema a vedere un

bel film, problematico e legato a quello che studiate

e poi passa ai consigli: seguire, se possibile, tutte le

lezioni fino in fondo e, soprattutto, studiare tutti i libri.

Non vorrebbe trovarsi, in sede d’esame, di fronte ad

un ragazzo che, pur avendo studiato benissimo un

libro, non sappia niente degli altri tre. Ciò che, invece,

lo colpisce in sede d’esame è sentirsi dire cose non

scritte sui testi ma dette a lezione anche se, ci tiene a

specificare, non intende dare alcun valore negativo

all’esame dei non frequentanti. Detto questo, come

di prassi, vi faccio il mio in bocca al lupo e vi invito

a lasciare un bel ricordo di Roma Tre al professore

D’avack!

Page 4: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

4UNIVERSITA’

Per un pugno di libri...DI MARTA CERRITO

Tutti ricorderete il programma televisivo “Per un

pugno di libri”, per chi non lo avesse visto era un

gioco televisivo: due classi liceali si sfidavano a

colpi di cultura, rispondendo a domande su libri,

scrittori, letteratura, in palio non soldi ma libri, un

carrello pieno di libri!

Non tutti -a parte pochi “eletti” che lo vengono

a scoprire in maniera empirica!- sanno, però. che

ogni anno un numero impressionante di libri,

appartenenti a biblioteche comunali - e quelle

universitarie non ne sono immuni- insomma, in

una sola parola, pubbliche e dunque appartenenti

a tutti (e non a nessuno!), o anche case editrici ven-

gono destinati al macero.

Stiamo parlando di circa 75.000.000 (sì, con tutti

gli zeri perché rende molto più l’idea!) volumi che

hanno la sola colpa di essere, il più delle volte, pos-

seduti in doppia copia, o peggio ancora essere un

po’ vecchi, come dire, non più di moda. Si sa, i libri

occupano spazio, accumulano polvere, e nell’era

del digitale e del progresso tecnologico si pensa,

sempre più, che possano essere sostituiti del

tutto con pratici supporti alternativi, ma il fatto è

un altro. Che si preferisca mandare al macero una

quantità impressionante di produzione scientifica

e letteraria, piuttosto che venderla a prezzi sim-

bolici, o ancor meglio (nel caso delle biblioteche)

regalarla all’utenza è un chiarissimo segno, non

solo di ignoranza, ma ancor di più di regresso.

Regresso è la parola giusta, dal momento che non

è passato poi così tanto tempo da quando i libri

venivano bruciati, da quando la cultura era vista

come un pericoloso strumento, da quando per

pensare autonomamente era necessario chiedere

il permesso!

Sono però molte le iniziative, in Italia e non solo,

volte a limitare -evitare sarebbe un obiettivo deci-

samente utopistico- che questi libri finiscano al

macero, ovviamente sorte, nella maggior parte

dei casi da chi i libri li legge, li scrive, li studia e

non da chi sarebbe deputato (leggi pagato!) ad

occuparsene.

Per esempio il progetto “Last Minute Market-

Book”, dal 2004, ad oggi è riuscito a salvare più

di 44.000 libri dal macero e donarli gratuita-

mente a chi non può comperarli. Nata da un’idea

di Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria

dell’Università di Bologna e col contributo dalla

Regione Emilia Romagna, con questo piano di

“salvataggio” questi libri vengono forniti gratuita-

mente non solo a comunità nazionali, ma anche

estere come le comunità di italiani in Argentina,

Brasile, Uruguay o istituti di italianistica come

quello all’Havana ed in Italia alcuni libri sono stati

destinati a centri anziani, scuole, ospedali, carceri,

biblioteche comunali, case famiglia.

Il problema reale non è solo il fatto che nessuno,

a livello di soggetti apicali dei sistemi bibliotecari,

pensi a queste soluzioni alternative, ma anche che

l’utenza delle biblioteca ed in generale i lettori

non sappiano, il più delle volte, cosa stia succe-

dendo sotto i loro occhi!

Page 5: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

5

ATTUALITA’

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donneDI GEA OTTAVIANI

Il 25 novembre in tutto il mondo si è dedicata

l’intera giornata ad un argomento in cui,

purtroppo , è facile imbattersi leggendo i

giornali o ascoltando il telegiornale.

In questa giornata, scelta dall’Assemblea

Generale delle Nazioni Unite è stato

ufficializzata la data per ricordare le violenze

subite, nel passa to e nel presente, dalla donne

di tutto il mondo. Violenza non esclusivamente

fisica, ma anche psicologica, fatta di minacce,

di soprusi, di ricatti,di molestie; violenza che

crea nella donna uno stato di terrore che le

impedisce di reagire e sottrarsi a volte a colui

che, talvolta, abita sotto lo stesso tetto.

Casi e notizie di violenza di genere sono ormai

all’ordine del giorno, così come casi di stalking

e denunce, che purtroppo non sembrano

bastare per tutelare la donna, nonostante le

leggi approvate, così come in Italia, che con il

D.L. 23.2.2009, n. 11, recante «Misure urgenti

in materia di sicurezza pubblica e di contrasto

alla violenza sessuale, nonché in tema di atti

persecutori» ha introdotto l’articolo 612 bis

che così dice: “Salvo che il fatto costituisca

più grave reato, è punito Segue a pag. 6

Page 6: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

6con la reclusione da sei

mesi a quattro anni chiunque, con condotte

reiterata, minaccia o molesta taluno in modo da

cagionare un perdurante e grave stato di ansia

o di paura ovvero da ingenerare un fondato

timore per l’incolumità propria o di un prossimo

congiunto o di persona al medesimo legata

da relazione affettiva ovvero da costringere lo

stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.(…).

Nonostante questo non è difficile ascoltare la

notizia di donne uccise, massacrate, abusate.

Campagne pubblicitarie, incontri, seminari,

conferenze e opere di sensibilizzazioni stanno

aiutando a meglio comprendere il fenomeno

della violenza di genere, fenomeno che viene

dal passato, ma che trova ora maggiore visibilità.

Inoltre la condizione femminile è notevolmente

cambiata dal passato, ora la donna è più libera,

autonoma, indipendente…Ora la donna è libera

di scegliere davvero se continuare a condividere

la propria vita con un uomo. A volte questa

libertà non viene concessa. A volte, nel peggiore

dei casi, questa libertà di scelta è la causa di

un omicidio .

Dedicare un’intera giornata , a livello

internazionale, a l l ’el iminazione del la

violenza sulle donne è un modo per puntare

grande attenzione su questo argomento, per

comprendere che è un problema mondiale, che

donne di diversi paesi, di diverse culture, per

diverse religioni, vengono perseguite per il solo

fatto di essere quello che sono : donne, indifese,

che non sono libere di scegliere della loro vita.

La scelta della data del 25 novembre trova

le proprie radici nel passato: l’ ONU scelse

questa data il 17 novembre del 1999 , con la

risoluzione 54/134 su proposta di un gruppo di

donne attiviste, che si riunirono per la prima

volta per l’incontro femminista latinoamericano

e dei caraibi, tenutosi a Bogotá, nel 1981. La

data scelta dalle attiviste fu in ricordo di un

brutale assassinio tenutosi nel 1960 , ai danni

delle sorelle Miramar.

Le tre sorelle domenicane Patria, Minerva e

Maria Teresa Miramar erano attiviste politiche

contro la dittatura trujillista, una delle più severe

dell’America Latina. Quando, in seguito alla

detenzione in carcere dei loro mariti , attivisti

politici anche loro, e il trasferimento in un

altro carcere, il 25 novembre del 1960 le tre

donne si misero in macchina per recarsi a far

visita ai mariti, subirono un agguato da parte

della polizia segreta trujillista. La loro auto fu

intercettata e le tre sorelle, con l’autista, furono

obbligate a scendere e condotte in un campo

abbandonato.

Li furono uccise a bastonate.

Nel nostro paese e in tutto il mondo il 25

novembre si ricorda la giornata contro la

violenza sulle donne. Un ricordo per tutte le

vittime di questa assurda forma di violenza . Un

ricordo e una commemorazione per le sorelle

Miramar..

Segue da pag. 5

Page 7: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

7ATTUALITA’

Berlusconi, la sua decadenza e le problematicità della Legge Severino

DI GABRIELE MARANGONI

Il 27 Novembre 2013 alle ore 17.43 l’Aula

del Senato ha votato sì alla decadenza del

senatore Silvio Berlusconi, condannato in

via definitiva a quattro anni per frode fiscale.

Nonostante gli sforzi comprensibili dei fedelis-

simi del Cavaliere, i quali prontamente hanno

sottolineato come la decadenza da senatore

non implichi la sua emarginazione dalla vita

politica, è un dato di fatto che Berlusconi

non potrà più candidarsi alle future elezioni

politiche.

Lasciando a voi lettori ogni valutazione poli-

tica al riguardo, vorrei soffermarmi sul profilo

squisitamente giuridico della questione: quale

legge ha permesso alla camera di apparte-

nenza dell’onorevole Berlusconi di dichiararlo

decaduto o per meglio dire non ha convalidato

la sua proclamazione a senatore avvenuta

nella regione Molise?

Mi riferisco al decreto legislativo 31 Dicembre

2012, n.235, ai più conosciuto come “Legge

Severino” dal nome del guardasigilli Paola

Severino.

Il decreto prevede l’incandidabilità alle ele-

zioni politiche per coloro che hanno riportato

condanne definitive a pene superiori a due

anni di reclusione.

Prevede inoltre, per quanto qui più interessa,

la decadenza dalle cariche elettive in corso di

tutti i soggetti che si trovino nelle condizioni

di sopra indicate.

Prima di Silvio Berlusconi sono decaduti in

37(17consiglieri regionali più 20 tra provin-

ciali e comunali).

Per questi ultimi la decadenza dalle cariche

elettive è automatica mentre per i consiglieri

regionali è richiesto un apposito decreto del

Presidente del Consiglio.

E Letta, dal giorno dell’insediamento, non s’è

mai tirato indietro. Per 15 volte ha firmato,

di suo pugno, i decreti sanzionatori della

legge applicata poi al senatore Berlusconi.

E nessuno, tantomeno dal Pdl, ha sollevato

dubbi su retroattività e legittimità della legge

accampando pretese sull’“agibilità politica”

dei decaduti.

Il 18 luglio, a due settimane dal verdetto che

inchioda definitivamente il leader del Pdl,

Letta firma il decreto che colpisce il consigliere

della Campania Sergio Nappi (Pdl). Era finito ai

domiciliari il 18 aprile a seguito dell’inchiesta

sui rimborsi con l’accusa di peculato e tornato

in libertà a metà maggio con il solo obbligo

di firma. Ma il premier si ritrova sul tavolo

l’ordinanza con le misure cautelari e applica

l’articolo 8 della legge Segue a pag. 8

Page 8: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

8Severino. Nessuno solleva la

questione della retroattività che, di lì a pochi

giorni, avrebbe invece occupato giornali e

pensieri degli uomini di Berlusconi e perfino

di esponenti-mediatori del Pd.

Ma su cosa si fonda la tesi della irretroattività

della Legge Severino e ancora prima qual è la

natura dell’istituto della decadenza?

Se considerassimo la decadenza come una

sanzione, fosse essa penale o amministrativa,

dovremmo concludere dicendo che la Legge

Severino è irretroattiva, rispettivamente in

base all’articolo 25 secondo comma della

costituzione, secondo il quale” Nessuno può

essere punito se non in forza di una legge

che sia entrata in vigore prima del fatto com-

messo” ed in forza dell’articolo 1 della Legge

24/11/1981, n.689 il quale prevede: “Nessuno

può essere assoggettato a sanzioni ammini-

strative se non in forza di una legge che sia

entrata in vigore prima della commissione

della violazione”.

Ovviamente i sostenitori dell’irretroattività

della legge Severino fondano la loro tesi sulla

natura sanzionatoria della decadenza.

Altri autorevoli giuristi sostengono che si

tratta di una norma che concerne un requisito

di eleggibilità: non ci troveremmo di fronte ad

una sanzione bensì di fronte alla disciplina

dello status di un determinato soggetto, in

funzione dell’indegnità ritenuta dal consesso

di cui è membro e pertanto non si porrebbe il

problema dell’irretroattività.

Questa è la tesi adottata per i 37 politici e per

Silvio Berlusconi.

Fine della vicenda?

Non proprio.

Occorre prendere in considerazione l’articolo

11 delle preleggi: “ La legge non dispone che

per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”.

Di natura penale o amministrativa, sanzionato-

ria o semplicemente costitutiva di uno status

diverso da quello precedentemente posse-

duto da un certo soggetto, la legge Severino è

pur sempre una legge.

Sapendo che c’è retroattività se la norma si

applica anche a vicende costituite, in tutto o in

parte, da elementi, di fatto o di diritto, neces-

sari ad una determinata conseguenza giuridica,

verificatisi prima dell’entrata in vigore della

norma stessa, cioè quando il soggetto desti-

natario delle conseguenze giuridiche, non

poteva calcolare tali elementi, in quanto con-

dizionanti determinati effetti, sì da regolarsi

a ragion veduta, bisogna capire se la legge

Severino debba essere letta come se dispo-

nesse la propria retroattività.

Dal testo non emerge una volontà in tal senso

sebbene la stessa potrebbe ricavarsi da un

esame più approfondito dei suoi commi.

Lasciando a voi la soluzione del caso, sarete

sicuramente d’accordo con me sul fatto che

una legge dovrebbe essere proclamata in

modo chiaro e diretto proprio per evitare

simili problematiche interpretative.

Commenti:

[email protected]

@lelemarangoni.

Segue da pag. 7

Page 9: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

9

ATTUALITA’

Primarie PD: il backstageDI BENEDETTA RINALDI FERRI

E’ già golden boy, l’astro nascente della

politica italiana, una stella nel panorama

europeo, da casa Clinton la speranza di

una nuova era. L’anno scorso era il ragazzaccio

sconfitto, quest’anno il riformista sgominatore

dell’eredità comunista, Matteo Renzi vincitore

incontestato delle primarie dem di Domenica

scorsa.

Bastano due numeri per descrivere il trionfo già

decantato su tutte le prime pagine di Lunedì.

Su 2,9 milioni di votanti, il 70% va al Sindac(h)

o fiorentino, con picchi del 94% a San Miniato

(Toscana), 82% a Pesaro (Marche), una media

del 75% nelle regioni rosse centro-settentrionali,

casa Bersani compresa (Bettola) e un primo posto

nella (giallo)rossa Roma.

Domenica sera, al momento dello scrutinio il

ritmo è esasperante, il presidente di seggio regge

a malapena: Renzi, Renzi, Renzi, Renzi, Civati.

Renzi, Renzi, Renzi, Renzi, Cuperlo. E così in tutta

la penisola. Intanto arrivano dati inquietanti al

Comitato elettorale in via dei Pianellari (dietro il

Pantheon), non ci crede.

Nella Federazione Romana PD (via delle Sette

Chiese, qua dietro) consegnano simbolicamente

le chiavi al referente capitolino, Luciano Nobili, un

giovane consigliere municipale gira per le stanze

con i volantini dello sconfitto “un aiuto per questo

ragazzo in difficoltà” (il volantino è di Gianni

Cuperlo). I funzionari, animatori dei comitati

Cuperlo nella Capitale, rendono le armi, 18%. A

Roma sono arrivati addirittura dietro Civati. Terzi

classificati.

A Largo del Nazareno invece (sede Nazionale del

Partito), il marciapiede è invaso dai giornalisti,

RaiNews inaugura la diretta, Segue a pag. 10

Page 10: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

10tutti i media mainstream sono

schierati e però, non c’è nessuno, la sala stampa

rimane vuota, i corridoi tacciono.

Poco lontano, al Comitato Cuperlo si organizza

la resa dignitosa. Si pensava di arrivare almeno

a un 30%, ora però è più dura la prospettiva

della minoranza. Ah, frattanto Ciwati, quasi con

baldanza, annuncia il suo inedito posizionamento:

l’opposizione interna.

Inutile continuare con le reazioni degli iscritti

(scrutatori). Per fare un esempio, nel circolo di

Ponte Milvio, storica sede di Enrico Berlinguer,

l’aria è quasi dionisiaca (nel senso più negativo

del termine): il PD è ufficialmente una “variante

progressista del centro-destra”, il Segretario

un “liberista”, fratello di Hayek, Blair de noantri,

ambizioso frequentatore di Arcore, sostenuto

da Flavio Briatore che intanto tiene aperto il

Billionaire per gli sfollati sardi e infine votato “da

note facce di Alleanza Nazionale del quartiere”.

Al PD di via dei Giubbonari non ci si crede: è

la roccaforte di Matteo Orfini (promessa del

dalemismo)! Per non parlare del PD Mazzini,

circolo di Sassoli, Epifani (Segretario uscente),

D’Alema, Zingaretti, Raciti (deputato per i Giovani

Democratici), dove Renzi incassa un magro 60%.

Più tardi, dopo la mezzanotte è ora di cena, arriva

la ciliegina sulla torta: in una birreria di Piazza del

Fico volano gli applausi per il deputato renziano

Ivan Scalfarotto che a Foggia vince sul super-

avversario Massimo D’Alema (fuggito da Bari e dal

sindaco renziano Michele Emiliano).

Questo nella notte. Dopo il discorso della vittoria,

un saluto alla moglie Agnese e per Renzi è già

tempo di nominare la Segreteria, tempo di parlare

con Napolitano, Letta, Alfano, e con i gruppi

parlamentari (di nomina bersaniana). Insomma

nella notte la gioia di una vittoria sugli sconfitti

della storia, linea dei 100 m.

Domani all’alba la lotta è con i vincenti. E ammesso

che se ne abbia ancora la forza, tocca percorrere

ancora qualche giro. Di corsa.

.

Segue da pag. 9

“La Bussola: 3 cose su Roma3”

Anche quest’anno continua l’e-sperienza de “La Bussola: 3 cose su Roma3” un piccolo focus che si propone di mettere in luce, ogni mese, alcune delle iniziative esistenti nel nostro ateneo ma purtroppo sconosciute a moltis-simi. In questo numero la nostra attenzione si è concentrata sui servizi bibliotecari.

Coro Polifonico “Roma Tre” dal 1999 la nostra Università ha

un coro ufficiale composto da studenti e non solo con la pas-sione per la musica. Per maggiori informazioni sull’attività artistica e sulle selezioni consultare il sito http://host.uniroma3.it/associa-zioni/coro_romatre/index.php oppure contattare il direttore del coro M° Isabella Ambrosini e-mail :[email protected]

a cura di Marta Cerrito

Page 11: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

11

CULTURA

La Grande avventura.125 anni di National Geographic e qualche riflessione sul futuro

DI ARIANNA DI MAULO

“La fotografia è probabilmente fra

tutte le forme d’arte la più acces-

sibile e la più gratificante. Può re-

gistrare volti o avvenimenti oppure narrare

una storia. Può sorprendere, divertire ed

educare. Può cogliere e comunicare emo-

zioni e documentare qualsiasi dettaglio con

rapidità e precisione.”John Hedgecoe

Partendo dalla frase di Hedgecoe si arriva

in maniera facile ed intuitiva ad una grande

verità.

Innanzitutto, la fotografia è accessibile. Chi

di noi, oggi, non possiede uno smartphone

od un dispositivo digitale con cui catturare

tutto quello che capita a tiro, dalla più sen-

sazionale esperienza di viaggio al consuetu-

dinario pranzo domenicale?

In seconda battuta, la fotografia è gratifican-

te. Le nuove generazioni lo possono confer-

mare: una foto può arrivare a raccogliere

migliaia di “Like”, su Instagram o Facebook

che sia.

Ma soprattutto, la fotografia può sorpren-

dere, può divertire, può documentare, può

educare. E questo, lo sa bene la National Ge-

ographic Society.

Chi di noi non ne ha mai sentito parlare? Chi

di noi non ha mai visto, o Segue a pag. 12

Page 12: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

12intravisto, la famigerata

cornice gialla fare capolino da una pagina

web, da una rivista, da un angolo del televi-

sore?

Forse non tutti sanno, però, che la National

Geographic Society è una delle più impor-

tanti istituzioni scientifiche ed educative no

profit. Forse non tutti sanno che l’obiettivo

che si prefissarono nel lontano 1888 i suoi

33 fondatori fu quello di “incrementare e

diffondere la conoscenza geografica e allo

stesso tempo di promuovere la protezio-

ne della cultura dell’umanità, della storia e

delle risorse naturali” portando “le persone

a prendersi cura del proprio pianeta”. No,

forse non tutti lo sanno. Tuttavia, chiunque

può notare che la promessa fatta 125 anni

fa, è stata mantenuta alla grande. Ed è stata

mantenuta grazie alla fotografia,grazie all’o-

pera di fotoreporter di bravura e coraggio

eccezionali che hanno visitato luoghi eso-

tici e remoti, che sono entrati in contatto

con genti e culture sconosciute, portandoci

testimonianze incredibili, aiutandoci a ca-

pire meglio e ad affrontare temi di grande

attualità ed importanza, dall’ecologia alle

carestie, dalla scomparsa di specie animali e

vegetali alla condizione dei profughi in tutto

il mondo.

Proprio per festeggiare il 125esimo comple-

anno di questa incredibile società, al Palazzo

delle Esposizioni, qui a Roma, saranno esi-

bite (fino al 2 marzo 2014) 125 fotografie,

insieme a pannelli espositivi, cover della

rivista, e tanto altro. Attraverso un percorso

narrativo semplice e chiaro Guglielmo Pepe,

curatore della mostra, con il contributo fon-

damentale della National Geographic Maga-

zine, ci catapulta in un’avventura mozzafiato

che attraversa tempo e spazio, facendoci ve-

dere luoghi che non avremmo mai sognato

di vedere e incontrare personaggi che non

avremmo mai sognato di incontrare.

La verità è che, in un mondo dominato

dall’informazione in tempo reale, in cui ogni

giorno veniamo bombardati da miliardi di

immagini di tutti i tipi provenienti dai siti e

dai social network più disparati, le fotografie

e le storie della National Geographic riesco-

no ancora a stupirci e ad emozionarci.

Il fotogiornalismo è un mezzo di comunica-

zione potente, forse uno dei più potenti al

mondo. Non si può fuggire all’incredibile po-

tenza delle immagini, non si può scegliere di

non guardare. Per questo, in molti si stanno

domandando quale sarà il suo futuro, in un

era in cui i nuovi media stanno stravolgendo

il sistema dell’informazione. Riusciranno gli

smart-phone e i social network come Insta-

gram a dare nuova energia e nuove frontiere

alla fotografia, oppure rimarremo impri-

gionati nella trappola dei “Like”, costretti a

guardare foto banali aventi la portata edu-

catrice di una scatola di scarpe, e rimpian-

geremo i tempi in cui National Geographic

ci faceva sorridere, indignare, arrabbiare, e

sperare?

Segue da pag. 11

Page 13: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

13

CULTURA

La religione delle raccomandazioni:cellule di disonestàDI CHIARA ARRUZZOLI

“Mafia.

Per chi nasce nel paradiso abitato dai dia-

voli, per chi nasce in quell’isola africana

che gli italiani chiamano Sicilia, è lo spec-

chio cui non si può sfuggire, la Cosa No-

stra contro la quale si combatte dal primo

all’ultimo giorno affinché resti, almeno,

una cosa loro.” Alfio Caruso, scrittore e

saggista siciliano, ma anche, soprattutto

e profondamente italiano, ci ha donato

questa piccola riflessione e lo ha fatto tra-

mite uno strumento tanto bislacco, quanto

sagacemente geniale, qual è il “Dizionario

affettivo della lingua italiana”.

Siamo nel 2013 però, e la mafia non è più

un fenomeno solamente siculo, calabrese,

pugliese, campano : non possiamo con-

tinuare a far finta di niente, a relegare il

fenomeno ai lati della discussione politi-

ca, nelle zone d’ombra di un dibattito così

fervente come quello odierno. La mafia,

diversamente da quello che pensa Dell’U-

tri - “non esiste”, disse - e da quanto han-

no detto e dicono inverosimili scempi del

genere umano, esiste. Ma noi lo sappiamo

questo, non è certo una novità. Allora per-

ché, per quale arcano motivo nessuno ne

ha parlato e nessuno lo ribadisce in questi

momenti cosi fragili e delicati per la no-

stra bella Italia? Risvegliamo la lotta con-

tro chi dice che non esiste la mafia, che

la camorra è solo il “sistema”, ‘o sistem’...

Insomma, non mi si venga a dire che la po-

litica è “pulita”, che sono discorsi creati

ad hoc dai più abili strateghi demagoghi

e populisti: certo, la politica non è com-

posta da personaggi tutti, Segue a pag. 14

Page 14: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

14meravigliosamente, com-

pletamente (Cetto La Qualunque docet)

ligi alla legge, ma la politica è un mezzo,

deve parlare dei problemi, sollevarli dalle

zone d’ombra, riportarli sotto l’attenzione

di tutti - sotto l’occhio di chi nega innanzi-

tutto! - e una volta scoperti, deve scioglier-

ne i nodi e predisporre gli strumenti utili

alla giustizia, affinché i suoi dispensatori

possano riporre nel cassetto i fili difetto-

si dell’umanità, almeno fino a quando non

saranno in grado di tornare a ricucirsi in un

abbigliamento consono ad uno stato di di-

ritto. Si sente tanto parlare di rottamare, la

rottamazione sembra essere il primo pun-

to all’ordine del giorno di ogni talk show,

ma che senso ha la rottamazione se non si

discute PRIMA dei cancri di politiche am-

muffite, vecchie come chi finge qualche

centimetro in più di altezza e si riempie le

guance di involtini siliconati per dimostra-

re - a se stesso? - che gli anni non passano,

che non siamo tutti uguali?

Il problema, mi permetto di azzardare,

sembra essere uscito dai ranghi del bino-

mio criminalità organizzata – vittima, e

sembra essersi sciolto nella soluzione del-

la collettività.

Se proviamo a scoprirci dal velo di “ita-

lianomedismo” che ci ammanta, forse

potremmo riuscire a scorgere quelle gi-

gantesche ipocrisie che albergano nella

religione delle raccomandazioni, quei la-

scia passare che “quatti quatti”, ci stroz-

zano nel torpore della quotidianità e che

ci fanno portatori sani di cellule di medio-

crità. Se decidiamo di non starci, di essere

onesti nell’auto-dichiarazione ISEE, tanto

per fare un esempio, o di andare fino in

fondo nel cercare di comprendere le di-

namiche che stanno dietro qualche fatto

che non ci convince, forse chissà, magari il

mio è il più bieco degli utopismi, ma credo

fermamente che potremmo sostituire una

goccia di legalità nell’oceano delle ingiu-

stizie e così avvicinare quell’obiettivo au-

spicato da Falcone, quando ci disse che “la

mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti

umani ha avuto un inizio e avrà anche una

fine”. Seguiamola! Seguiamo quella strada

che conduce alla fine della mafia.

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in

televisione, sui giornali. Però parlatene”.

Paolo Borsellino.

Segue da pag. 13

CENTRO DI ASCOLTO PSICOLOGICOda più di dieci anni è attivo uno sportello a disposizione degli studenti ovviamente totalmente gratuito. Per informazioni rivol-gersia via Ostiense, 169 o al numero 06 57332705/04

a cura di Marta Cerrito

Page 15: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

15FASHION PHILOSOPHY

Talking aboutfashionDI GIULIA SULIS

Buongiorno fashion addict , questo è

i l mese che fa per voi . Come nascon-

dere la voglia irrefrenabile di danzare

p e r o re t r a u n n e g oz i o e l ’ a l t ro i n

cerca del regalo perfetto, fino o quasi

d i m e n t i c a n d ov i l a p a u s a p ra n zo e d

esser costrette ad un salto fugace al

primo fastfood che incontrate per la

via, quanti sacrifici pur di impacchet-

tare qualcosa alle amiche, al ragazzo

e perché no a voi stesse, che alla fine

dei conti nessuno vi conosce meglio

di voi ! Dicembre, possiamo dire, è i l

mese dello shopping, babbo Natale e

della bilancia , s i perché con tutte le

pietanze pronte da far fuori , sta a voi

scegliere se salire ogni mattina sullo

strumento degli orrori e rovinarvi le

feste , oppure dimenticar la f ino al la

b efa n a e rov i n a r v i l ’ e s t a t e . M a t o r -

niamo ai regali , che bell i , r ichiesti o

a sorpresa che siano, ci rendono sem-

pre fel ic i come chi l i porta in dono.

Dopotutto, come dimenticare le cami-

cette di zia Maria, sempre perfette in

c a s a co n l ’ i n f l u e n z a e p e r t o g l i e re

v ia la polvere la domenica matt ina .

E c h e b e l l a l a co l l ez i o n e d i b a g n o

s c h i u m a c h e r i p r o p o n e o g n i a n n o

qualcuno che all ’ ultimo minuto, non

sapendo più che farci ha visto bene

d i c o m p r a r e q u a l c o s a d i o r i g i n a l e

nel proprio bagno. Ma forse, infondo,

l i dove le più addict non r iescono a

vedere , la s tor ia del “basta un pen-

siero” era vera, r imaneva soltanto da

a g g i u n ge re c h e s e q u e l p e n s i e ro è

una chanel in pelle, classica, nuova o

vintage che s i r ispett i , ogni ragazza

d i questo mondo, ora , s tarebbe per

v ivere i l nata le p iù bel lo del la pro-

pria vita.

Good fashion everybody.

Teatro Palladiumgli studenti di Roma Tre hanno dir itto a riduzioni su tutta la p rog ra m m a z i o n e e per le varie rassegne organizzate nel corso dell’anno. Il teatro si trova in piazza Bar-tolomeo Romano, 8 (zona Garbatella).

a cura di Marta Cerrito

Page 16: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

16

CINEMA

Blue Jasmine (Woody Allen)

DI LORENZO TARDELLA

Di crolli emotivi, sbalzi d’umore, coc-

ktail antidepressivi e conversazioni con

se stessi Woody Allen ce ne ha mostrati

molti. E’ un marchio di fabbrica, per un

regista che ha fatto dei dialoghi (e del

loro potere di rivelare la psicologia dei

personaggi) il centro di ogni sua crea-

zione, al ritmo di un film l’anno e con

una inesauribile sensibilità creativa. Ma

questa volta siamo di fronte a qualcosa

di più. Questa volta i personaggi sono più

che semplici personaggi: sono dei veri

capolavori di scrittura. Cominciamo da

quello di Jasmine: una donna quarantenne

dell’upper class newyorkese che, messo

alle spalle un matrimonio con un uomo

rivelatosi un truffatore, si trasferisce

nella modesta casa della sorella, a San

Francisco. Quello di Jasmine e’ un perso-

naggio debole, fragile. Vive di apparenze,

si sforza con tutto l’impegno possibile di

mantenere, agli occhi degli altri, lo status

in cui ha vissuto il resto della sua vita, e

cerca nel frattempo di cambiare ogni cosa

la circondi, compresa la vita amorosa della

sorella Ginger, a suo giudizio attratta da

uomini destinati al fallimento. E’ un per-

sonaggio tutto sbagliato, e lo capiamo da

subito. Ma, come in tutte le grandi sce-

neggiature, questo non ci impedisce di

sentirlo vicino, di metterci dalla sua parte,

anche quando il raziocinio e il buon senso

ci dicono il contrario. Capita raramente

Page 17: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

17(almeno da un po’ di anni) di sentirci

vicini ad un personaggio sgorgato dalla

penna di Woody Allen, di spalleggiare le

nevrosi, le sfuriate, i pianti, le crisi, tanto

ci sembrano eccessive, smodate e distanti.

Questa volta e’ accaduto. Merito forse di

una Cate Blanchett in stato di grazia, che

riesce con una naturalezza impressio-

nante a passare dalle lacrime alle risate,

dal sole delle ville californiane alla luce

più tenue degli appartamenti di San

francisco. Come in ogni film di Woody

Allen, le risate ci sono, ma sono amare, e

forse questa volta più di altre. E lasciano,

al termine della proiezione, un senso di

rassegnazione, per un personaggio che

fin dall’inizio capiamo essere senza spe-

ranza. Ma che, nonostante tutto (o forse

proprio per questo) abbiamo amato dal

primo all’ultimo fotogramma.

Best Insulted1. #2293 GIURISPRUDENZA

Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina

quando sorge il sole uno studente arriva e sa che

dovrà correre più dei suoi colleghi o non troverà

parcheggio.

Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina

quando sorge il sole uno studente arriva in aula

studio e sa che dovrà correre più dei suoi colleghi

o l’armadietto è meglio che se lo porta da casa.

Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina

quando sorge il sole uno studente arriva a lezione

e sa che dovrà correre più dei suoi colleghi o si

dovrà fare il culo quadrato sulle scale.

Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina

quando sorge il sole uno studente arriva al bar e

sa che dovrà correre più dei suoi colleghi o troverà

i cornetti del giorno prima.

Nella facoltà di giurisprudenza ogni mattina

quando sorge il sole non è importante se sei uno

studente che si lava o uno che piscia ‘ndo capita,

l’importante è che non vai all’università.

2. #2261 Giurisprudenza:

il prossimo cojone che se ne esce con “ quando

faremo privato il resto sarà tutta discesa... lo sanno

tutti che dopo privato sei mezzo avvocato! “ ..... vi

giuro che verrà bruciato nel piazzale davanti al bar

come giovanna d’ arco.

Basta illusioni!!! basta!!!

3. #2288 BIBLIOTECA GIURISPRUDENZA

...raga qui qualcuno ha abbaiato

Allora avevano ragione

Page 18: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

18

IL LIBRO

Se mi distraggo perdo (Anna Giurickovic)

DI LIVIA SICLARI

Teneri, forti, dolce amari e intrisi di una malinco-

nica violenza. Sono i quattordici racconti di “Se mi

distraggo perdo”, libro di esordio della giovane Anna

Giurickovic.

Quattordici perle, diverse per personaggi e ambien-

tazioni, ma tutte infilate sul medesimo filo rosso di

forza e fragilità, binomio indissolubile della fem-

minilità e dell’umanità in generale. Leggendoli ci si

potrebbe stupire dell’abilità narrativa e forza creativa

di un’autrice così giovane, se non la si conoscesse.

Anna infatti è una nostra collega che si sta laureando

in giurisprudenza, e quando parla dei suoi racconti lo

fa con lo sguardo premuroso e attento di una madre.

Mentre scrivevo la recensione ho deciso di porle

qualche domanda per vedere meglio l’anima di que-

sto libro, ci prendiamo quindi qualche minuto fuori

dalla facoltà. Quando le chiedo se ne preferisce uno

in particolare mi risponde subito “Rinasco Lucertola”,

uno dei più pulp di tutta la raccolta.

Parla di una giovane donna che cerca di riprendere

in mano la vita di cui non è soddisfatta -per il suo

aspetto fisico, la sua vita personale, la sua carriera-

cadendo però in una spirale autodistruttiva: “Mi

piace soprattutto per come sono riuscita a intrecciare

realtà e delirio onirico.”

Nei racconti, in tutti, c’è molto della sua personalità.

Impossibile-per chi è sua amica, oltre che let-

trice- non riconoscere il suo carattere provocatorio

nell’impianto narrativo: “Mi piace provocare con le

mie storie, proprio come faccio quando parlo con

qualcuno. Voglio un lettore scandalizzato.”

Alzo gli occhi dal foglio su cui sto appuntando

quest’ultima affermazione, lei sorride e mi domanda:

“A te quale è piaciuto?”

Io sono meno pulp e amo il lieto fine, quindi dico:

“Quercia sono, quercia di città”, ambientato nella

campagna siciliana degli anni quaranta, ripercorre

le vicende di una famiglia numerosa attraverso lo

sguardo limpido della figlia più piccola.

L’autrice ricorre spesso a momenti del ‘900 italiano

(gli anni quaranta o il ‘68) per riprendere le fila di

un’analisi più ampia, che va oltre la pagina scritta e

i suoi personaggi, e incontra le mille e mille storie di

un popolo omogeneo e al contempo multiforme. Il

suo prossimo capolavoro sarà la tesi di laurea, ma ha

già un mezzo romanzo avviato, e sicuramente “Se mi

distraggo perdo” è solo l’inizio della produzione di

questa intraprendente scrittrice giurista

Page 19: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

19

SCONTO DEL 10% sui libri di narrativa per i lettori de

l’Ora portando una copia del giornale

Via Giulio Rocco, 37 - 39 Roma 00145

Tel. 06.64420211 [email protected]

Dal Lunedì al Venerdì 8:00 19.30

Sabato 09.00 19.30

Best Spotted1. (SAN PAOLO) GIURISPRUDENZA

Al ragazzo alto e moro che ha lasciato que-

sto biglietto auguro che gli vada tutto bene

con la ragazza in questione! E voi ragazze che

dite che non c’è più romanticismo..

Il biglietto dice:Marti, certe luci non puoi più

spegnerle..

2. GIURISPRUDENZA

2. A te che pensando di essere solo visto il

tardo orario, decidi di “toccarti” nel bagno

senza chiudere la porta. Ci sarebbe da insul-

tarti e non poco, ma ammetto che non eri

niente male, né tu, né il tuo amichetto!!!!

Capisco che probabilmente non ti palese-

rai, ma vista la disinibizione di oggi (per non

dire sfacciataggine!) posso ancora sperarlo. I

LOVE YOU P.s: davvero non ti eri accorto di

non essere solo in Facoltà?!?

3. GIURISPRUDENZA, ore 7:20 circa.

A Te,dagli occhi grandi,celesti ‘che conten-

gono il cielo! Grazie per i tuoi evidenziatori

che illuminano i miei studi,ma ancor più

grazie per la tua amicizia che illumina il mio

cuore! speriamo di aver fatto in tempo que-

sta volta .

Page 20: L'Ora di Giurisprudenza anno 4 n°2

ORIZZONTALI

1. Diritto reale di garanzia

7. Il numero degli organi governativi

necessari

10. Città natale di Pietro Grasso

11. Il cuore dell’arcaismo

12. Livorno

13. Deve esserlo l’oggetto di un contratto

14. Teologo tedesco del ‘900

16. Uno dei canali Rai

17. Prigioniero

19. Commissione Economica Per l’Ame-

rica Latina

20. Ancona

21. ...su mille ce la fa

22. Scudiero di Eracle

23. Essere all’oscuro

26. Regnò insieme a Romolo

28. Ubi societas...ius

29. Colpevoli

30. Dialogo di Platone

33. Parola francese

34. Può essere di legittimità

35. Ordine

37. Personale della P.A.

38. Lo è...di patria

39. Con...venture, è un accordo tra imprese

41. Territori feudali

43. Violazione della fedeltà conugale

46. Strumento di indirizzo politico

Cruciverbagiuridico

VERTICALI

1. Contrari all’ordinamento giuridico

2. Chi resta libero pur sottoposto a processo ?

3. Popolazione attiva

4. Lingua del Siam

5. Cento litri

6. Disordine

7. Indice del tasso di interesse di un

finanziamento

8. Anello inglese

9. Insieme a quella d’oc

12. Sesto Presidente della Repubblica

14. Capitale del Vietnam

15. Nel diritto processuale è un mezzo di

prova

18. Fondò Parmalat

24. Vi si rifugiò Pio IX

25. E’ sacra nella curia romana

27. Succede con gli altri

31. Bonaria irrisione

32. Morto per la patria

33. Garibaldi, l’eroe dei due...

34. La segnò la Conferenza di Parigi del

1919

35. Il John congiurato che tentò di ucci-

dere Hitler (iniz.)

36. Sostituì Cadorna

40. Né mio né suo

42. ...et labora

44. Nel lino e nella lana

45. Apre il testamento