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Conoscenza del Costruito storicoProf. G. Mirabella Roberti

Elementi di Teoria del Restauro

Dalle origini della tutela in Francia al Restauro stilistico

Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento prof. Antonella Versaci 1

Tra Rivoluzione e Secondo ImperoLa nascita della tutela in Francia

Il concetto moderno di restauro è figlio della rivoluzione borghese del 1789

È infatti nella Francia post-rivoluzionaria che si avverte per la prima volta l’esigenza di proteggere, restaurare e tutelare l’immenso patrimonio storico-artistico, laico ed ecclesiastico, vittima della furia dei rivoluzionari

La conservazione dei monumenti riveste un carattere di urgenza e lo stato si attrezza con programmi di conoscenza del patrimonio nazionale e l’organizzazione di professionisti in grado di intervenire sugli stessi



Il 4 agosto 1792, l’Assemblea decreta la “soppressione dei monumenti” e “dei resti della feudalità e segnatamente dei monumenti in bronzo esistenti a Parigi”

Il mese dopo, un decreto della Convenzione sancirà la distruzione di tutti i simboli della Monarchia e della feudalità

A farne le spese saranno innanzitutto le fabbriche religiose, nelle quali si ravviserà maggiormente il contrasto con il culto imperante verso la Dea Ragione



Gli spazi interni di chiese e abbazie saranno rivoluzionati e riadattati

I cori saranno occupati da “montagne” in cima alle quali verranno postil’altare della Patria o la statua della Libertà, spesso sculture cristianeriadattate

Le cappelle chiuse rispetto alle navate, perché utilizzate come magazzini per le armi



Il termine vandalisme diventerà di pubblico dominio, motivato nonsoltanto da ragioni ideologiche ma anche venali e d’uso, miranti alrecupero dei materiali per il mercato dell’edilizia

a Troyes, le pietre provenienti dal palazzo dei conti di Champagnefurono riutilizzate nel 1815 per costruire le chiuse di un canale

le statue medievali della cattedrale di Cambrai servirono per ricavareuna sabbia finissima e molto apprezzata

con le pietre della cattedrale di Agen si edificò un mercato e una salaper spettacoli, ecc.



Nonostante tutto qualche isolato provvedimento permetterà di scongiurare la perdita di pregevoli monumenti:

a Clermont Ferrand, ad esempio, l’architetto Deval riuscirà a convincere le autorità municipali a non demolire la cattedrale, al fine di evitare disagi nella circolazione nel centro cittadino

In maniera analoga, l’architetto Sainsot riuscirà a frenare la demolizione della cattedrale di Chartres

Ma si tratterà di iniziative individuali, mentre la tendenza generale sarà votata al disfacimento e alla mutilazione



Il vescovo costituzionalista Henri Grégoire (1750-1831) presenta al Parlamento ben tre rapporti in riferimento alle distruzioni perpetrate sui monumenti e ai mezzi da adottare per reprimerle

Approvate le relazioni di Grégoire, la Convenzione Nazionale richiamerà gli amministratori dei Dipartimenti francesi al difficile compito della custodia delle glorie della nazione



Verrà così avviata un’opera di conservazione, legata a due diversi momenti:

l’alienazione dei beni del clero e della monarchia alla nazione;

la conseguente “distruzione ideologica” di tali beni

questo periodo segnerà comunque l’avvio della cultura della tutela in Francia



L’alienazione dei beni del religiosi, reali e nobiliari implicherà inizialmente la necessità di elaborare un metodo di inventario e gestione degli stessi

nel 1790 sarà quindi creata la Commissione dei monumenti incaricata di classificare i beni acquisiti e verificarne lo stato

Nel secondo anno della Repubblica, inoltre, il Comitato d’istruzione pubblica della Convenzione definirà una scheda-tipo sulla “maniera di inventariare e conservare i monumenti” scientificamente basata e particolarmente avanzata



Il 6 giugno 1791 l’artista Alexandre Lenoir, in seguito alla raccomandazione del suo maestro Doyen, membro della commissione, fu nominato guardiano generale del Dépôt provisoire des Petits-Augustins, trasformato Il 21 ottobre 1795 in Musée des MonumentsFrançais

Obiettivo: salvare le opere d’arte più significative per la storia della Francia. Fine didattico più che scientifico. Assenza di sapere storico


Lo studio sistematico del Medioevo come preludio ad una scienza della conservazione

A partire dall’ultimo decennio del ‘700, si avvierà un diffuso orientamento da parte della cultura antiquaria ad esplorare il passato, soprattutto quello medievale, in modo sistematico

Aubin-Louis Millin, nel dicembre 1790, presenta all’Assemblea nazionale il primo tomo delle Antiquités nationales in cui si rimarca la necessità di rappresentare i “diversi monumenti nazionali, come gli antichi castelli, abbazie, monasteri” al fine di scongiurarne la sparizione


http://images.google.it/imgres?imgurl=http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/23/Jean-LouisCarra.jpg/235px-Jean-LouisCarra.jpg&imgrefurl=http://www.biographie.net/tag/Dirigeant-de-la-Biblioth%C3%A8que-nationale-de-France&usg=__P-1Gsrq5qGLk7p6VbYHvMmU4t54=&h=298&w=235&sz=22&hl=it&start=2&um=1&itbs=1&tbnid=APxdI1g4Jwkj7M:&tbnh=116&tbnw=91&prev=/images?q=aubin-louis+millin&um=1&hl=it&sa=N&rlz=1T4GGLG_itIT323IT295&tbs=isch:1


L’influenza di un metodo di tipo enciclopedico, si fa presto evidente nel contesto francese, grazie all’opera di numerosi antiquari: Alexandre de Laborde, Justin Taylor, Charles Nodier, Alphonse de Cailleux

Attraverso i cosiddetti voyages, pellegrinaggi pittoreschi alla ricerca dell’architettura medievale nazionale da loro compiuti, si porranno le basi dell’opera di catalogazione del patrimonio storico-artistico francese



L’attività degli intellettuali sopra citati sarà supportata, a partire dal secondo decennio dell’800 dal lavoro di studiosi e delle cosiddette sociétés savantes operanti a livello locale

Tali studi si svilupperanno in particolar modo in Normandia, in ambito archeologico, ad opera di uomini come Arcisse de Caumont (1801-73) che fonderà nel 1834 la Société française d’Archéologie, ancora oggi operante, con il compito di promuovere e coordinare localmente le ricerche e la lotta al vandalismo



Anche la letteratura fornisce, nella Francia di questo periodo un contributo sostanziale al formarsi di una più matura coscienza della conservazione, seppur sul piano teorico

Il richiamo al dovere della conservazione da parte di figure qualiLouis Sébastien Mercier (1740-1814), François René de Chateaubriand (1768-1848), Victor Hugo (1802-1885), Charles de Montalembert (1810-1870) anticipa in effetti dei temi che saranno affrontati poi in seguito, in un altro contesto culturale

Gli articoli che essi pubblicano appaiono come veri e propri bollettinidi guerra che descrivono i monumenti demoliti o che devono subirequella sorte e accusano l’inerzia delle istituzioni



Mercier, maestro di Hugo, si batterà all’inizio del secolo per porre l’accento sul valore della patina

Victor Hugo, prima ne La bande noir (1823) denunzierà i predatori di rovine e l’affarismo distruttore,

in Notre-Dame de Paris affiancherà alla condanna verso la speculazione e l’indifferenza, quella verso i nuovi atti vandalici in atto sui monumenti, intendendo con ciò l’opera dei restauratori


http://it.wikipedia.org/wiki/File:Victor_Hugo-Hunchback.jpg


Hugo tornerà poi sull’argomento nel 1832 nella II versione di Guerre aux démolisseurs, dove la sua severa denunzia sarà riferita anche alla connivenza tra potere centrale e interessi immobiliari

Il messaggio di Hugo fa emergere temi molto forti:

la consapevolezza che il monumento è custode del suo stesso valore

l’attenzione alla dimensione materica del costruitostorico

il valore collettivo dei monumenti

la necessità di un appropriato sistema legislativo a protezione degli stessi


L’istituzionalizzazione del restauro

Con la Monarchia di luglio (1830) si assiste al

passaggio dalla nozione di monumento nazionale a

quella di monumento storico

Si afferma il principio della conservazione dei

monumenti per ragioni di storia e di scienza

Documento fondamentale è da considerarsi il

Rapport au Roi presentato dal ministro dell’Interno

Guizot nel 1830 a Filippo d’Orléans e che darà vita

alla creazione della figura di “Ispettore Generale Dei

Monumenti Storici”: carica che sarà ricoperta per la

prima volta da Ludovic Vitet (1802-1873)


http://it.wikipedia.org/wiki/File:Louis-Philippe_de_Bourbon.jpg

L’istituzionalizzazione del restauro

Tale incarico sarà particolarmente gravoso, in quanto i compiti assegnati

all’Ispettore saranno basati sulla necessità di:

“assicurarsi sui luoghi dell’importanza storica o del valore d’arte dei

monumenti, raccogliere tutte le informazioni che si riferiscono alla

dispersione di documenti o di oggetti accessori che possono far luce

sull’origine, i progressi o la distruzione di ciascun edificio, constatarne

l’esistenza in tutti i depositi, archivi, musei, biblioteche o collezioni

particolari, mettersi in rapporto diretto con le autorità e le persone che si

occupano di ricerche relative alla storia di ciascuna località, illuminare i

proprietari e i detentori sull’interesse degli edifici la cui conservazione

dipende dalla loro diligenza (…) in maniera tale che nessun monumento di

valore incontestabile perisca per ignoranza e precipitazione”


L’istituzionalizzazione del restauro L’influenza di Ludovic Vitet (1802-73)

La sua importanza di studioso è duplice:

da un punto di vista storiografico, stabilisce il

carattere autoctono del gotico francese,

sottraendolo alle influenze orientali, esaltandone

il carattere laico, specchio del sentimento

nazionale,

dal punto di vista istituzionale, nel suo ruolo di

ispettore dei monumenti storici, combatte contro

ogni vandalismo e si prodiga per la

conservazione.


http://fr.wikipedia.org/wiki/Fichier:Vitet,_Ludovic.jpg

L’istituzionalizzazione del restauro L’influenza di Ludovic Vitet (1802-73)

Vitet è cosciente che l’importanza del XIX secolo

risiede nell’esercitare con particolare vocazione

la critica, la storia, la riflessione filosofica,

constatazione che Viollet-le-Duc, negli

Entretiens riprenderà negli stessi termini

Altro punto di incontro tra i due consiste nel

considerare l’architettura gotica come

architettura che contiene regole proprie che lo

studio metodico può fare emergere


L’istituzionalizzazione del restauro La nascita della Commissione dei Monumenti storici

L’impegno che egli consacrerà alla salvaguardia dell’architettura medievale, porterà Vitet ad assumere il ruolo di presidente della Commission des Monuments historiques; carica che manterrà fino al 1848

Istituita nel 1837, al fine di gestire in maniera più sistematica l’immenso patrimonio nazionale, la Commissione, dipendente dal Ministero dell’Interno, avrà inizialmente il compito di suddividere i finanziamenti da attribuire ai monumenti da restaurare

tra il 1840 e il 1848 saranno classificati quasi 3000 monumenti, essenzialmente religiosi


L’istituzionalizzazione del restauro La figura di Prosper Mérimée (1803-80)

Vitet, nominato presidente della Commissione

Nazionale dei Monumenti Storici, sarà più tardi

sostituito da Prosper Mérimée (1803-1870) che

porterà avanti l’opera del predecessore facendo

rientrare le problematiche della conservazione e

della preservazione tra i compiti fondamentali

dello Stato

A Mérimée si deve l’istituzione di un fondo

destinato al restauro dei monumenti

Uomo di lettere, Mérimée troverà nell’architetto

Viollet-le-Duc un alleato d’eccezione.


L’istituzionalizzazione del restauro La figura di Prosper Mérimée (1803-80)

Istituita nel 1841 la figura dell’ Architecte des Monuments Historiques,

che rappresenterà il braccio locale della commissione, ma centralizzando

il controllo dell’architettura antica, nel giro di pochi decenni si stabilirà

per legge, in modo sempre più restrittivo, il criterio secondo il quale i

monumenti classificati non potevano più essere sottoposti a lavori senza

una preventiva autorizzazione

La Francia, sarà quindi la prima nazione in Europa a mettere a punto

un efficace sistema pubblico di catalogazione, tutela e restauro dei

monumenti storici

Da fatto sporadico e contingente, il restauro diventerà “opera di pubblica

utilità” e come tale verrà affidato dallo Stato a personalità pubbliche,

educate e preparate da un preciso tirocinio accademico e pratico


Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)


L’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-

Duc (1814-1879), attivo come restauratore in

particolare nel periodo 1845-1870, sarà figura

emblematica della cultura restaurativa del suo

tempo

Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo

soprattutto il Dictionnaire Raisonné de

l’Architecture Française du XI au XVI siècle,

pubblicato in 10 voll. a Parigi (1854-68)



Grande autodidatta, formatosi in primo luogo

attraverso l’osservazione e lo studio diretto

dei monumenti, analizzati graficamente con

grande abilità ed attenzione Viollet-le-Duc sarà

influenzato dagli “archeologi” che si erano dedicati

alla riscoperta del medioevo

Egli considera l’architettura come una delle facce

della storia di una società, per lo studio della quale

bisogna applicare il metodo analitico proprio delle

scienze naturali e storiche



Per Viollet, ogni stile discende da quello

che l’ha preceduto, seguendo una sorta di

evoluzione darwiniana e va studiato come

un essere vivente che, con invisibili

transizioni, passa dall’infanzia alla

vecchiaia e muta di generazione in

generazione

Applicando tali concetti al medioevo, ne

consegue un’idea di intima fusione tra

ornamento e struttura, ovvero un

principio di unità dell’opera architettonica

Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)

Il suo obiettivo sarà :

• il ripristino dell’immagine originaria dell’architettura

sulla quale si interviene e il recupero della il purezza di

stile del monumento.

Il suo metodo di restauro sarà in effetti distinguibile in

due momenti alternativi:

un primo, che si propone di rimuovere dal monumento

tutte le parti aggiunte in momenti posteriori alla sua

fase di concezione e di costruzione originale, per

ricondurlo alla primitiva unità e purezza stilistica



il secondo che subentra se le distruzioni sopravvenute abbiano provocato vuoti e lacune; si tratta allora di ricostruire le parti mancanti completando il monumento secondo quello che avrebbe dovuto essere, in modo da ottenere un’opera unitaria e come eseguita di getto

L’espressione più completa del suo pensiero si riassume nella voce “Restauro” del suo Dictionnaire, punto di arrivo metodologico di un lungo percorso fatto di esperienze progettuali e di cantiere

La voce “restauro” è dunque relativa ai problemi da affrontare e ai modi con cui affrontarli



Dopo aver affermato che solo a partire dal secondo quarto dell’800 si può parlare di vero restauro egli precisa che ciò è dovuto ad un atteggiamento moderno proprio del suo tempo: l’attitudine ad analizzare, comparare, classificare il passato al fine di studiarne gli sviluppi e il progresso

Per Viollet-le-Duc, le scelte di restauro devono basarsi sulla conoscenza che si riesce ad acquisire delle architetture sulle quali si interviene e che devono essere guidate dal giudizio critico che conseguentemente si è in grado di esprimere

Ed è proprio sulla base di quello spirito critico e analitico che Viollet-le-Duc individua l’elemento chiave che ha reso moderna la materia del restauro



Su questo nuovo atteggiamento egli traccia il “programma” e affronta i problemi con i quali ci si deve misurare nella redazione del progetto, prima, e nella conduzione dei lavori, poi, per eseguire correttamente un intervento di restauro

Al centro della sua lezione di metodo, si pone l’attenzione con la quale esaminare i molteplici aspetti che caratterizzano le architetture da restaurare: architetture sempre singolari che vanno analizzate nella individualità delle loro valenze fisiche e prestando particolare attenzione nel cogliere l’eventuale carattere di esemplarità



Secondo Viollet-le-Duc ogni edificio deve essere restaurato nello stile che gli appartiene, non soltanto in quanto ad apparenza ma anche come struttura

Prima di ogni lavoro di “riparazione”, l’architetto incaricato deve dunque conoscere esattamente non soltanto gli stili afferenti ad ogni epoca dell’arte ma anche quelli appartenenti a ciascuna scuola

In presenza di edifici stratificati, è necessario lasciarsi governare dal dubbio



L’architetto che progetta e dirige un lavoro di restauro deve penetrare “nello spirito che ha diretto le antiche costruzioni” e ancor più deve, se possibile, “conoscerne la struttura, l’anatomia, il temperamento, perché prima di tutto bisogna che lo faccia vivere”

Allo stesso tempo, egli deve agire come “il chirurgo accorto ed esperto, che tocca un organo solo dopo aver acquisito una completa conoscenza della sua funzione ed aver previsto le conseguenze immediate e future dell’operazione”



Egli ammette la morte di un edificio, ma solo quando sia impossibile il rafforzamento chirurgico da realizzare anche attraverso l’emendamento o il completamento

Infine egli dedica un attenzione particolare alla necessità di trovare una destinazione d’uso che rispetti l’edificio e non necessiti di apportarvi cambiamenti



Le ultime considerazioni riguardano l’impiego della fotografia nel restauro e sono relative alla necessità, più volte ripetuta, che l’architetto studi con ogni cura le tracce rimaste in vista sul monumento, prima di stabilire una nuova disposizione

Viollet-le-Duc non trascura infine di accennare esplicitamente anche ai problemi legati alla direzione dei lavori e lo fa precisando che questa deve essere “metodica e sicura nei comportamenti” e deve saper coinvolgere attivamente le maestranze nel lavoro che svolgono, rendendole partecipi delle scelte effettuate



Da tutte queste affermazioni, emerge il ruolo di primo piano che Viollet-le-Duc affida alla Storia, non solo nel restauro ma anche nella prassi della contemporanea azione operativa

Le sue enunciazioni travalicano in effetti la stessa concezione del cosiddetto restauro stilistico del quale gli sarà attribuita la paternità per assumere una validità più generale



Vicino a Viollet-le-Duc sarà Jean-Baptiste-Antoine Lassus (1807-1857) che, formatosi nello studio del grande architetto-ingegnere Henri Labrouste (1801-75), autore di opere imponenti come la Biblioteca Saint-Geneviève e la Biblioteca Nazionale di Parigi, sarà incaricato di salvaguardare Notre-Dame quale aggiunto di Etienne-Hyppolite Godde (1781-1869)

Come Pugin in Inghilterra, egli sarà teorico dell’architettura gotica, chevedrà come la sola in grado di rispondere alle necessità del culto cattolico

Sulla base di tale concezione opererà tanto come restauratore a Nantes, aChartres, Le Mans, ecc. mirando sempre all’adozione delle “forme pure”



La conoscenza e la comprensione del pensiero e dell’opera di Viollet-le-Duc (per quanto oggetto, soprattutto nell’ultimo ventennio, di numerosi congressi ed occasioni di approfondimento) continuano ad essere purtroppo limitate: solo si è giunti alla consapevolezza che una certa semplificazione sia stata operata e che quindi sia necessario andare oltre ciò che è stato espresso



L’iter complessivo del pensiero di Viollet-le-Duc è strettamente connesso con la pratica operativa che appare ricca di elementi di interesse

i suoi restauri comprendono una serie articolata di esperienze che vanno dall’attenzione conservativa manifestata alla Madeleine de Vézelay alle ampie ricostruzioni che governano l’intervento sul castello di Pierrefonds che sono da considerare al tempo stesso “come un restauro e come una creazione” (B. Foucart, 1981)



Molte sono le ragioni di tali “differenze”, a volte vere e proprie contraddizioni: la progressiva padronanza del sapere tecnico e l’approfondimento delle conoscenze storiche che egli acquisisce nel tempo, o ancora i tanti condizionamenti derivanti dalle polemiche che fioriscono nel tempo

È vero che “le sue convinzioni sul restauro mutano sempre in senso meno conservativo e sempre più reintegrativo, con il procedere della sua attività e della sua fortuna professionale” (G. Carbonara, 1979)

È comunque altrettanto vero che questo “percorso non è lineare, ma riccodi punti diversi e frastagliati” (E. Vassallo, in S. Casiello, 1996)



ATTIVITÀ DI RESTAURO:

Esplicitazione dei principi rovine nel monumento: il messaggio didattico come nascondimento e oblio del messaggio

CHIARIFICAZIONE DEL MESSAGGIO

“restaurare è ripristinare l’edificio in uno stato di compiutezza che potrebbe non essere mai esistito”

Liberazione

Ricostruzione UNITA’ STILISTICA

Completamento

ATTIVITÀ PROGETTUALE:

ottenere un’opera unitaria e come eseguita di getto


Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro

Nel 1848 Didron commenta sconsolato i risultati sconfortanti del restauro della cattedrale di Bourges in mastice e “cemento romano”

Nel 1823, l'architetto Alavoine proporrà l'uso della ghisa (materiale leggero, economico e resistente) per ricostruire, conservandone le antiche forme, la guglia della cattedrale di Rouen, distrutta l'anno precedente da un fulmine

Egli sostiene l’assurdità di limitarsi all'impiego dei soli procedimenti costruttivi in uso nel XIII secolo, privandosi delle nuove risorse offerte dal perfezionamento

Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento prof. Antonella Versaci 50R O U E N , C A T T E D R A L E , G U G L I A

I N F E R R O C O S T R U I T A N E L 1 8 2 6


Si trattò di una pratica velocemente andata fuori moda: allamorte di Alavoine nel 1841 le critiche alle poche realizzazionieffettuate

Mentre Viollet-le-Duc per 25 anni si opporrà al completamento della “ferraglia” di Rouen e, più in generale, all'accostamento ferro-pietra nel restauro

Quanto al vecchio restauro, tanto criticato da suscitare scandalo, condotto da Debret sull'abbaziale di Saint-Denis a Parigi, a partire dal 1813, presentava carenze di ordine statico e un'interpretazione «ridicola e immaginaria» delle forme medievali


S A I N T - D E N I S ,

F A C C I A T A

D E L L ’ A B B A Z I A L E

I N U N D I S E G N O D I

G . C A N E L L A ( 1 8 2 6 -

2 7 ) P R I M A D E I

R E S T A U R I


Oltretutto la flèche di Saint-Denis, ricostruita da Debret con materiali troppo pesanti, fu colpita da un fulmine nel 1837 e, anche se nuova, sprofondò

Non fu sufficiente demolirla, ma nel 1846 si dovette fare tabula rasa della torre che la sosteneva


A S I N I S T R A L A F A C C I A T A D E L L E C H I E S A D I

S A I N T - D E N I S I N U N A S T A M P A D E I P R I M I ‘ 8 0 0 .

A D E S T R A D O P O L A F O R Z A T A D E M O L I Z I O N E

D E L L A T O R R E D I S I N I S T R A ( 1 6 4 6 ) E I L

R E S T A U R O D I Q U E L L A D I D E S T R A .


Debret fu rimosso dall’incarico, infine riaffidato, dopo il rifiuto opposto da Duban, nipote dello stesso Debret, a Viollet-le-Ducche progettò, senza mai realizzarle 2 guglie simmetriche


S A I N T - D E N I S , D I S E G N O D I

P R O G E T T O D I R E S T A U R O D I

V I O L L E T - L E - D U C , 1 8 7 0


La polemica fra architetti medievalisti e accademici rappresentò una costante del periodo ed incise anche sulle vicende personali di Viollet-le-Duc, come l'infelice esperienza del suo insegnamento alla cattedra di storia dell'arte e di estetica proprio all'École des Beaux-Arts (1864)

Nel 1841, Baltard, professore di teoria dell'architettura all’Ecole assegnava quale tema di concorso la progettazione di una chiesa parrocchiale, specificando che ogni proposta che avesse manifestato il carattere degli edifici della tarda antichità, del medioevo e del gotico sarebbe stata esclusa

A tutto ciò si opponeva un’attiva propaganda da parte dei neo-gotici. Nel 1844Didron, Lassus e Viollet-le-Duc sponsorizzavano l'utilizzo dello stile gotico per le nuove costruzioni. Già nel 1852, secondo una stima dello stesso Didron, le chiese neo-gotiche in costruzione erano non meno di 200



Non è certo sorprendente quindi il fatto che, i lavori

condotti da Viollet-le-Duc prima a Vézélay, poi a Notre-

Dame di Parigi abbiano rappresentato, proprio in

funzione della loro metodologia, innovativa ma

saldamente fondata sulla tradizione, un esempio di

straordinaria efficacia

Ciò, da un lato ponendo termine alla stagione dei

“palliativi”, oltre che della dannosa pratica dello

smontaggio e del rimontaggio approssimativo dei

monumenti pericolanti, e dall’altro affermando il

principio del restauro vero e proprio, finalizzato alla

restituzione integrale della materia e delle forme

primitive dell’edificio


Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: la chiesa della Madeleine di Vézelay (1840-1859)


Tra i tanti restauri progettati e realizzati da Viollet-

le-Duc, quello per la chiesa di S. Maria Maddalena

(Madeleine) a Vézelay, riveste un ruolo di grande

rilievo per il lavoro in sé e per la traccia che questo

ha impresso sulla sua formazione

Questa esperienza ha infatti rappresentato un

momento di particolare importanza nella carriera di

Viollet-le-Duc, sia per la rilevanza del

monumento che per il fatto di averla dovuta

affrontare in età giovanile

E’ infatti possibile ritrovare in questo restauro, molte

delle enunciazioni di principio e delle indicazioni di

metodo espresse nella voce “restauro” del suo

dizionario di architettura



Ne danno inoltre testimonianza i numerosi riferimenti alle problematiche poste

da questo intervento e agli aspetti costruttivi e stilistici della chiesa che è

possibile riscontrare nel suo dictionnaire al punto da farne il monumento più

citato

C A P I T E L L I ,

C H I E S A D E L L A

M A D E L E I N E ,

V E Z E L A Y . D I S E G N I

D I V I O L L E T - L E -

D U C


La chiesa venne fondata in piena epoca romanica

La facciata si presentava a due torri, di cui una in gran parte crollata, ma la porzione centrale del prospetto venne realizzata successivamente, nel XIV Secolo

Il completamento della navata e soprattutto il coro presentano infatti forme più elaborate e manifestano caratteri gotici, nel sesto degli archi, nella partizione delle volte, nella realizzazione della struttura portante


Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: la chiesa della Madeleine di Vezelay (1840-1859)

Devastata da ripetuti assedi e trasformata, durante la Rivoluzione, in maneggio e scuderia, la chiesa della Madeleine di Vézelay presentava nel 1830 il contrasto d'un prestigio storico senza eguali e d'una situazione materiale ormai prossima alla completa rovina

Viollet-le-Duc fu quindi incaricato da Mérimée di intraprendere il restauro di questo monumento dal quale “cadeva una pioggia di pietre”, come egli stesso aveva potuto costatare nell’ambito di una visita

14 anni più tardi, rammentando le vicende di quel “tempo eroico”, egli osserverà che il giovane architetto si era rivelato anche un “intelligente archeologo”, tanto che la chiesa era felicemente tornata alle fattezze del XIV secolo


Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: la chiesa della Madeleine di Vezelay (1840-1859)

L’ordine di incarico prevedeva di rispettare esattamente tutte le antiche

disposizioni: la ricostruzione dell’edificio era consentita solo nel caso

dell’accertata impossibilità di conservarla.

Ma tra principi ed esecuzione si manifestò immediatamente una frattura.

La chiesa soffriva di vizi d’origine:

contrafforti insufficienti nella vasta navata centrale

volte mal eseguite

catene inefficaci

Altri problemi derivavano dal coro e dal nartece costruiti in un momento

diverso dalla navata; nel coro in particolare, gli archi rampanti si

appoggiavano ai contrafforti senza rispondere bene alle spinte interne.

Problemi simili interessavano la facciata.

Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento prof. Antonella Versaci60


Viollet-le-Duc produsse quindi una serie di rilievi che descrivono con cura i dettagli (grande attenzione è in particolare attribuita al paramento medievale, rappresentato pietra per pietra, con le manifestazioni del degrado fino alla vegetazione infestante)

Poi, nel marzo dello stesso anno, presentava un programma di interventi finalizzato a restituire capacità statiche all’edificio senza alterarlo ed evitando ogni palliativo



Furono limitati i rifacimenti e le ricostruzioni, sempre e solo motivati da considerazioni di tipo stilistico e comunque sempre legati a necessità di consolidamento e per porre rimedio a situazioni di immediato pericolo

L’intervento venne quindi attuato attraverso la ricostruzione della geometria degli archi rampanti e della pendenza del tetto della navate laterali

Si garantisce così la riapertura delle finestre laterali della navata centrale, portandole ai livelli originari e migliorando il sistema di deflusso delle acque piovane


Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro la chiesa della Madeleine di Vézelay (1840-1859)

Per esigenze di luce e di perfezionamento statico apre degli oculi nella zona absidale

Dopo la puntellatura, sono quindi smontati gli archi rampanti, realizzati in epoche diverse e con apparecchi lapidei ammalorati



Viollet realizza quindi nuovi archi rampanti che riprendono lo schema costruttivo dei precedenti, ma senza gli errori di costruzione, collocandoli nella posizione esatta in cui un bravo costruttore medievale li avrebbe collocati

I nuovi archi sono quindi corretti nel sesto e realizzati in grossi blocchi di pietra. I conci che costituivano la navata centrale vengono smontati e ricollocati in opera in maniera tale da sanare le lesioni che si erano verificate


Il restauro stilistico Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879):Interventi di restauro: la chiesa della Madeleine di Vézelay (1840-1859)

Tre grandi volte del XIV sec., troppo alte e mal contraffortate vengono “ristabilite” nello stile primitivo

Infine, dalla facciata sono eliminate le tracce della ristrutturazione più tarda, rimasta incompiuta.

Per la sommità della torre meridionale, s’inventa una leggera balaustrata



La torre è prossima al crollo. Viollet-le-Duc si rifiuta di smontarla. Egli ne riprende quindi le murature pezzo per pezzo, chiudendo i vuoti, sostituendo con materiali nuovi quelli usurati e ridando finalmente all’edificio la sua stabilità

Il restauro della Madeleine si presenta caratterizzato da una grande prudenza, in particolare nelle scelte conservative


Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: la cattedrale di Notre Dame a Parigi

Notre-Dame di Parigi, in una

stampa di metà ‘700 (a sin) e

prima dei restauri di J.B.Lassus

ed E. Viollet-le-Duc (a destra).



La chiesa, la cui costruzione era stata avviata nel XII secolo, aveva rappresentato nel tempo il “santuario dell'intera nazione” ed aveva molto sofferto in particolare nel corso degli ultimi decenni.

Come abbiamo già visto, durante la Rivoluzione francese molte statue erano state distrutte, la Galleria dei Re era stata devastata e le sue statue decapitate

la cattedrale era stata trasformata in un “Tempio della Ragione” con alterazioni di vario tipo



Ai danni inferti durante la rivoluzione, si aggiungevano i segni deltempo nonché presunte imperfezioni dell’edificio

I due campanili in facciata non erano mai stati completati

Alla fine del ‘700 era crollata la grande guglia (flèche) che si trovava all’incrocio della navata centrale con il transetto

Solo con l’avvento di Napoleone la cattedrale è restituita al culto, ma già agli inizi dell’ ‘800, visto lo stato di abbandono in cui versava, da più parti viene avanzata l’idea di abbatterla



La rinascita della cattedrale, dopo il 1830, è propiziata anche e soprattutto dal romanzo di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, in cui l’edificio è il vero protagonista di una narrazione particolarmente avventurosa e appassionante

Per motivazioni religiose, storiche ed anche poetico - letterarie la generazione del tempo tenta quindi di mettere alla prova la propria capacità di rimediare alla precedente barbarie, lavorando su struttura e decorazione

Si trattava di rendere alla cattedrale la sua parure, il suo ornamento, espressione della sua complessa storia


Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: la cattedrale di Notre Dame a Parigi

Nel 1843, Viollet-le-Duc e Jean-Baptiste-Antoine Lassus (1807-57) partecipano al Concorso per il restauro della cattedrale e la realizzazione della sagrestia e dell’Arcivescovato

Il loro progetto, venne giudicato il migliore tra i 3 presentati (gli altri concorrenti erano gli arch. Danjoy e Arveuf)

Tuttavia, sulla decisione influì anche il fatto che erano stati gli unici a presentare gli elaborati progettuali entro il termine fissato



Nella loro relazione di progetto, vero e proprio manifesto del restauro stilistico, Viollet-le-Duc e Lassus esprimono valutazioni di carattere generale

invitando l’artista alla prudenza, sostengono che questi dovrebbe eclissarsi completamente e dimenticare i propri gusti e le proprie tendenze “per ritrovare e seguire il pensiero che ha informato l’esecuzione dell’opera che egli intende restaurare”

Il cantiere di Notre-Dame tradirà però in parte questi propositi, segnando il passaggio da un atteggiamento conservativo a uno caratterizzato da una volontà di reintegrazione-ripristino



Lassus e Viollet-le-Duc presentarono un progetto che proponeva di superare definitivamente il vecchio sistema dei “palliativi”

L’intervento doveva eliminare alla radice tutto il male prodotto dall’uomo e dal tempo e attuarsi attraverso l’impiego di pietra, di tecniche e materiali antichi, sostituendo integralmente le parti ammalorate o danneggiate

Essi affermarono di essersi imposti le regole più rigorose: una “religiosa discrezione” e la completa “abnegazione di ogni opinione personale



In linea con le nuove esigenze urbanistiche della capitale, il progetto di restauro mirava anche all'allargamento della piazza fronteggiante la chiesa, mediante la demolizione delle costruzioni “minori” che vi sorgevano, fino ad isolare l’edificio su ogni lato e a renderlo visibile nel panorama della città

L’applicazione del programma comportò però gravi difficoltà dovute all’opportunità di conciliare dottrine opposte e decidere se mantenere le aggiunte dei secoli successivi alla costruzione o puntare soprattutto ad assicurare solidità e durata all’edificio



La natura fortemente stratificata della cattedrale, mise numerosevolte a dura prova Viollet-le-Duc, ponendogli numerose problematiche

Ritrovate ad esempio, le tracce di una finestra a rosa, con funzioni di aerazione, decise di ripristinare il tipo delle aperture originali nelle prime 2 campate della chiesa, restituendo invece le rose d’aerazione sul transetto solo per analogia stilistica con altri monumenti

Nel coro ristabilì le antiche rose lucifere al posto delle successive finestre basse. lungo la navata adottò finestre di stile più moderno



Corresse i tetti a doppia pendenza delle navate minori, sostituendoli con terrazze per agevolare lo smaltimento delle acque

Consolidò le parti esterne senza modificare l'insieme ma, quando si trovò a restaurare i pinnacoli dei contrafforti, sostituì alle forme magre e stirate del XV secolo moduli più larghi e possenti ispirati al XVI secolo



Le due guglie che dovevano completare le due torri della facciata, poiché esse non furono mai realizzate, non furono ricostruite.

Mentre La flèche posta sulla copertura della chiesa all’incrocio tra la navata e il transetto, che era stata distrutta nel 1792 fu ripristinata dopo la morte di Lassus (1857)


P R O G E T T O D I G U G L I A

R E A L I Z Z A T O D A V I O L L E T - L E - D U C

D O P O L A M O R T E D I L A S S U S



N O T R E D A M E D E P A R I S . L A G A L L E R I A

D E I R E . A L C E N T R O , L ’ O T T A V O R E È

R A P P R E S E N T A T O D A V I O L L E T - L E - D U C ,

L A S C U L T U R A È D I C H E N I L L O N , 1 8 5 8

Nella facciata vengono ripristinati il

pilastro del portale, demolito nel 1771 per

agevolare il passaggio delle processioni,

nonché le statue della galleria dei re.

All’interno della chiesa sono liberati i

pilastri medievali inviluppati nelle

placcature marmoree classicistiche

Inoltre, vengono restituite le pitture

murali, destinate a rimpiazzare le tavole

dipinte perdute



Nel lavoro di Notre Dame si affermano tutta

una serie di nuovi principi che si discosteranno

dalla pratica dei palliativi e da quella dello

smontaggio/rimontaggio

La teoria, a priori conservatrice, dell’analogia

stilistica si farà strada

Progressivamente l’atteggiamento prevalente

sarà quello della restituzione integrale

dell’edificio nel suo stato primitivo



Malgrado gli inviti ad un atteggiamento più umile indirizzati ai

giovani architetti (Montalembert, 1845), il restauro di Notre Dame

ebbe grande successo e attirò numerosi imitatori in tutta Europa

L’abuso e l’eccesso di restauro si manifesterà dunque nelle forme più

diverse e soprattutto a danno di campanili e guglie, oggetto di

fantasiose e artistiche ricostruzioni

Al primitivo rispetto storico assoluto affermato da Lassus e Viollet-le-

Duc negli anni ‘40 andrà sostituendosi ”un diverso e più pragmatico

atteggiamento, per certi versi immemore delle ragioni prime del

conservare” (Carbonara, 1997)

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: la cattedrale di Reims

Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento prof. Antonella Versaci 84A S I N I S T R A L A C A T T E D R A L E D I R E I M S D U R A N T E I L R E S T A U R O D I V I O L L E T - L E - D U C .

A D E S T R A L A G A L L E R I A S E C O N D O L ’ A S S E T T O D E L 1 3 S E C . , A L L A F I N E D E L 1 5 S E C . E D O P O I L

R E S T A U R O D I V I O L L E T - L E - D U C

Questo restauro segue i principi appena citati

Ritrovata l’antica grondaia, ad un livello più basso di quella realizzata

successivamente, la ristabilisce

Per evitare problemi di smaltimento delle acque, decide di rimpiazzare la galleria

piena esistente con una a giorno

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: la cattedrale di Clermont-Ferrand


Elabora un progetto per la facciata

accompagnato da un ingrandimento della chiesa

I lavori saranno avviati solo nel 1867 per essere

conclusi solo nel 1884, 5 anni dopo la sua morte

L’architetto sogna di poter realizzare

concretamente “la cattedrale ideale degli inizi

del xiii secolo” da lui studiata e disegnata per

essere, più tardi, pubblicata in histoire d’un hôtel

de ville et d’une cathédrale

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: la cattedrale di Clermont-Ferrand


In facciata mantiene un solo portale centrale, dedicato al Cristo circondato dagli apostoli, in cui sono raffigurate scene del giudizio finale e per il quale si ispira al Saint-Urbain di Troyes

Il rosone è ripreso da quello del transetto meridionale di Chartres

Le alte finestre sono gemellate dalla cattedrale di Amiens

Statue e nicchie con pinnacoli alla base delle torri sono mutuate dalla cattedrale di Reims

Il grande timpano ricorda quello del Saint Nicaise, sempre a Reims, mentre le due guglie raggiungono i 108 m di altezza

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: Carcassonne e Pierrefonds


Ancora più radicali saranno i lavori eseguiti, quasi al termine della sua

lunga vita professionale a Carcassonne e Pierrefonds caratterizzati da

vaste ricostruzioni e completamenti

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: Carcassonne (1844-1879)


L A C I T T A D E L L A F O R T I F I C A T A D I C A R C A S S O N N E , N E L S U D D E L L A F R A N C I A È P O S T A S U U N ’ A L T U R A C H E D O M I N A L ’ A T L A N T I C O D A U N L A T O E I L M E D I T E R R A N E O D A L L ’ A L T R O

P O S T A Z I O N E D I F E N S I V A I M P O R -T A N T E G I À I N E T À P R E I S T O R I C A E P O I R O M A N A . I N S E G U I T O V I S I S T A B I L I R O N O I V I S I G O T I

C O N Q U I S T A T A D A L R E D I F R A N C I A I N T O R N O A L L A S E C O N D A M E T À D E L X I I I S E C O L O , I L S U O R U O L O S T R A T E G I C O C O M I N C I Ò A P E R D E R E D I I M P O R T A N Z A



L A C I T T A D E L L A E R A D E L I M I T A T A D A

D U E C E R C H I A D I M U R A , U N A P I Ù

I N T E R N A D I O R I G I N E R O M A N A E D

U N A P I Ù E S T E R N A D E L X I I I S E C O L O ,

P E R U N T O T A L E D I 5 3 T O R R I

M I N A C C I A T A D A I N C U R I A E

A B B A N D O N O , L ' A N T I C A C A T T E D R A L E

V I E N E C L A S S I F I C A T A N E L 1 8 4 0

N E L 1 8 4 3 , M É R I M É E A F F I D A A

V I O L L E T - L E - D U C L O S T U D I O E L A

P E R I Z I A D E L L A C H I E S A



C A R C A S S O N N E P R I M A

D E L I L R E S T A U R O D I

V I O L L E T L E D U C ,

I N T O R N O A L 1 8 3 0

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: Carcassonne


A L Z A T O D E L L A F A C C I A T A O C C I D E N T A L E

D E L L ' A N T I C A C A T T E D R A L E S A I N T - N A Z A I R E E

S A I N T - C E L S E , S T A T O P R I M A D E L R E S T A U R O .

V I O L L E T - L E - D U C , P E N N A , D I S E G N O A I N C H I O S T R O ,

A C Q U E R E L L O , 1 8 4 4

I L A V O R I D I R E S T A U R O I N I Z I A N O

N E L 1 8 4 4 E P R O S E G U I R A N N O

F I N O A L 1 8 6 4

V I O L L E T S I C I R C O N D A D I U N A

S Q U A D R A D I M U R A T O R I ,

M A E S T R I V E T R A I , S C U L T O R I E

D E L L ' I M - P R E N D I T O R E J E A N

M A G N É , C H E L O A C C O M P A G N E R À

L U N G O T U T T I I L A V O R I S U L L E

F O R T I F I C A Z I O N I D E L L A C I T T À

.



P R O G E T T O D I R E S T A U R O D E L L A C H I E S A S A I N T -

N A Z A I R E , A L Z A T O D E L L A F A C C I A T A N O R D .

V I O L L E T - L E - D U C , P E N N A , D I S E G N O A

I N C H I O S T R O , A C Q U E R E L L O , 1 8 4 4

R I C O S T R U I S C E L A F A C C I A T A

O C C I D E N T A L E , R I N N O V A L E

V E T R A T E , I P I L A S T R I D E L L A

N A V A T A , I C O N T R A F F O R T I E

L E M U R A T U R E D E L C O R O

P E R C O N S E R V A R E L E

S C U L T U R E O R I G I N A L I , I

D O C C I O N I E I C O R N I C I O N I

C H E O R N A N O L E P A R T I A L T E

D E L L A C H I E S A S O N O

D E P O S T I E R I P R O D O T T I



L A P O R T A N A R B O N E N S E , A L Z A T O

O V E S T , R I P R O D U Z I O N E .

V I O L L E T - L E - D U C , A C Q U E R E L L O .

C O L L . G E N E V I È V E V I O L L E T - L E -

D U C

L A P O R T A N A R B O N E N S E , S T A T O

P R I M A D E L R E S T A U R O



L A P O R T A N A R B O N E N S E D O P O I L R E S T A U R O ,

A L Z A T O E S T E R N O C O N E S E N Z A B E R T E S C H E ,

P I A N T A D E L S E C O N D O P I A N O , S E Z I O N E D E G L I

U L T I M I L I V E L L I . E U G È N E V I O L L E T - L E - D U C ,

P E N N A , D I S E G N O A I N C H I O S T R O E A C Q U E R E L L O

D A L 1 8 5 9 A L 1 8 6 0 L E T O R R I ,

S E N Z A C I M A E R O V I N A T E ,

R I C E V O N O N U O V E C O P E R T U R E I N

A R D E S I A P E R R I T R O V A R E L A

D I S P O S I Z I O N E D E L X I I I S E C O L O

D I V E R S A M E N T E , G L I E L E M E N T I

D I F E N S I V I I N L E G N O Q U A L I

L E B E R T E S C H E E G L I S C U R I

B A T T E N T I C H E N A S C O N D E V A N O

A P E R T U R E , P U R R A P P R E S E N T A T I

N E L L A S U A A N A L I S I , N O N S O N O

O G G E T T O D I R I P R O D U Z I O N E

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: Carcassonne

Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento prof. Antonella Versaci 97L A P O R T A S A I N T - N A Z A I R E F O T O G R A F A T A D A

L É O P O L D V E R G U E T N E L 1 8 6 3

N E L 1 8 6 2 , I N P A L E S E R O T T U R A

C O N L ' A P P R O C C I O P R E C E D E N T E

A I R E S T A U R I , V I O L L E T - L E - D U C S I

A L L O N T A N A D A L L A P R U D E N Z A E

D A L P R A G M A T I S M O D E L

P R O G E T T O D E L 1 8 5 3 , C O N I L

P R O G E T T O D I R E S T A U R O

D E L L A P O R T A S A I N T - N A Z A I R E ,

I N P A R T E D I S T R U T T A , P E R L A

Q U A L E L ' A R C H I T E T T O P R O P O N E

U N A V E R A E P R O P R I A

R I C O S T R U Z I O N E



L A P O R T A S A I N T - N A Z A I R E R E S T A U R O . E U G È N E

V I O L L E T - L E - D U C , P E N N A , D I S E G N O A

I N C H I O S T R O E A C Q U E R E L L O .

L A P O R T A S A I N T -

N A Z A I R E , S T A T O

P R I M A D E L

R E S T A U R O .

E U G È N E V I O L L E T -

L E - D U C , D I S E G N O ,

1 8 6 6 .



L A T O R R E D E L V E S C O V O , D O P O I L R E S T A U R O .

V I O L L E T - L E - D U C , 1 5 G E N N A I O 1 8 5 3 , P E N N A ,

D I S E G N O A I N C H I O S T R O , A C Q U E R E L L O

S U L L A B A S E D E L P R O G E T T O P R O P O S T O

D A V I O L L E T - L E - D U C N E L 1 8 5 3 , I

L A V O R I D I R E S T A U R O D E L L E

F O R T I F I C A Z I O N I I N I Z I A N O D A L

F R O N T E O V E S T D E L B A S T I O N E

I N T E R N O , I L P I Ù V I S I B I L E D A L L A

B A S T I A S A I N T - L O U I S

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879): Interventi di restauro: Carcassonne


A S I N . L A P O R T A D ’ A U D E E L ' A L Z A T O O V E S T D E L C A S T E L L O

D E L C O N T E . A D E S T R A L A T O R R E P I N T E . V I O L L E T - L E - D U C ,

D I S E G N O

C I N Q U E A N N I P I Ù T A R D I ,

V E N G O N O T E R M I N A T E 6

T O R R I E L E C O R T I N E

C O R R I S P O N D E N T I , D A L L A

T O R R E D E L L A G I U S T I Z I A

A L L A T O R R E M I P A D R E

N E L L O S T E S S O S E T T O R E ,

I L G E N I O M I L I T A R E S I

O C C U P A D E L L A C I N T A

M U R A R I A E S T E R N A .



I L F R O N T E N O R D P R I M A D E L R E S T A U R O ,

F O T O G R A F A T O D A L É O P O L D V E R G U E T

N E L S U O S T U D I O

A R C H E O L O G I C O , V I O L L E T - L E -

D U C S I I M P E G N A C O N

P A R T I C O L A R E A T T E N Z I O N E

A L L E P R O P O S T E D I

T R A T T A M E N T O D E L L E T O R R I

D E L F R O N T E N O R D , C H E

C H I A M A L E T O R R I V I S I G O T E E

C H E C O R R I S P O N D O N O A L L E

F A L S E T O R R I D E L L A F I N E

D E L L ' E P O C A R O M A N A



A S I N . L A P O R T A D ’ A U D E E L ' A L Z A T O O V E S T D E L

C A S T E L L O D E L C O N T E . A D E S T R A L A T O R R E

P I N T E . V I O L L E T - L E - D U C , D I S E G N O

E G L I D I S T I N G U E L E D U E V E D U T E

R E S T A U R A T E S E C O N D O I D I V E R S I

S T A T I : T E T T I P I A T T I , C O P E R T I D I

T E G O L E C A N A L E , P E R I L L U S T R A R E

L O S T A T O O R I G I N A L E , T E T T I A

F O R T E I N C L I N A Z I O N E R I C O P E R T I D I

A R D E S I A , P E R I L L U S T R A R E L O

S T A T O D E L L A F I N E D E L X I I I S E C O L O

A L M O M E N T O D E I L A V O R I , S C E G L I E

I N F I N E D I R I P R O D U R R E I T E T T I

S C O S C E S I , P E R C O N S E R V A R E N E L L A

F O R T E Z Z A L ' O M O G E N E I T À D E L S U O

P R O F I L O D E L L ' E P O C A R E A L E

Le origini della tutela in FranciaEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: Carcassonne


L A F A C C I A T A O V E S T P R I M A D E L R E S T A U R O .

V I O L L E T - L E - D U C , D I S E G N O

Alla morte di Viollet-le-Duc

(1879), il suo assistente e

ispettore dei lavori, Guiraud

Cals, assume momentaneamente

la responsabilità del cantiere

"la morte di m. Viollet-le-Duc è per

me una grandissima perdita; ero ai

suoi ordini dal 1848; gli volevo bene

perché era buono e severo allo stesso

tempo; mio padre era ai suoi ordini

prima di me, dal 1845 al 1848"

Le origini della tutela in FranciaEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) Interventi di restauro: Carcassonne


I L C A S T E L L O , S T A T O A T T U A L E E P R O G E T T O D I

R E S T A U R O . S E Z I O N I L O N G I T U D I N A L I E

T R A S V E R S A L I . V I O L L E T - L E - D U C , 1 5 G E N N A I O

1 8 5 3 , M A T I T A , P E N N A E A C Q U E R E L L O .

D A L 1 8 8 0 , P . B O E S W I L L W A L D ,

C H E E R A S T A T O A L L I E V O D I

V I O L L E T - L E - D U C , T E R M I N A I L

R E S T A U R O D E L L ' A N T I C A

P I A Z Z A F O R T E S U L L A B A S E D E L

P R O G E T T O D E L L ' A R C H I T E T T O

I L S U O L A V O R O È S E G N A T O D A L

R I N N O V A M E N T O D E L C A S T E L L O

E D E L S U O B A R B A C A N E I C U I

L A V O R I , I N I Z I A T I 1 8 9 0 ,

T E R M I N E R A N N O N E L 1 9 1 0 C O N

I L R E S T A U R O D E L L A F O R T E Z Z A



I D I N T O R N I D E L C A S T E L L O D A L L A T O D E L L A

D I S C E S A D E L B A R B A C A N E . P R O G E T T O D E

R E S T A U R O . V I O L L E T - L E - D U C , 1 5 G E N N A I O 1 8 5 3 ,

M A T I T A , A C Q U E R E L L O

B O E S W I L L W A L D C O M P L E T A

I L G R A N D E C A N T I E R E D I

C A R C A S S O N N E

E G L I R I C O S T R U I S C E S U

U N A C O R T I N A D E L C A S T E L L O

L E B E R T E S C H E I N L E G N O , L E

G A L L E R I E D I F E N S I V E

M E D I E V A L I D I C U I V I O L L E T -

L E - D U C A V E V A I N

P R E C E D E N Z A R I D E F I N I T O I L

P R I N C I P I O



L E S C E L T E A T T U A T E D A V I O L L E T - L E - D U C P E R I L R E S T A U R O

D E L L E F O R T I F I C A Z I O N I F U R O N O M O L T O C R I T I C A T E

U N A R G O M E N T O R I A S S U M E I N S E S T E S S O T U T T I I D I B A T T I T I :

L A Q U E S T I O N E D E L L E C O P E R T U R E D E I T E T T I . I T E T T I C O N I C I

E L E L O R O C O P E R T U R E I N L A S T R E D I A R D E S I A S O N O

C O N S I D E R A T I C O M E U N A I M I T A Z I O N E I M P R O P R I A D E I

M O D E L L I D E L N O R D D E L L A F R A N C I A

Q U E S T A V I S I O N E C R I T I C A A V R À L A M E G L I O N E G L I A N N I ‘ 6 0 ,

I N C U I , P E R S P E Z Z A R E L ' U N I T À , I « M O N U M E N T I S T O R I C I »

R E A L I Z Z E R A N N O Q U A L C H E C O P E R T U R A D I T E T T O I N T E G O L E

P I A T T E O I N A S S I C E L L E D I L E G N O , I N S I E M E A C O P E R T U R E

C O N T E G O L E A C A N A L E P E R L E T O R R I R O M A N E

Il restauro stilisticoEugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)Interventi di restauro: Pierrefonds


C A S T E L L O D I P I E R R E F O N D S P R I M A D E L

R E S T A U R OC A S T E L L O D I P I E R R E F O N D S D O P O I L

R E S T A U R O



N E I L A V O R I A L C A S T E L L O D I P I E R R E F O N D S , C H E

P R O S E G U I R A N N O O L T R E L A S U A M O R T E ( 1 8 7 9 ) , V I O L L E T - L E -

D U C A N D Ò B E N O L T R E I L R I P R I S T I N O D A N D O A M P I O S P A Z I O

A L L A S U A I N V E N T I V A E A L L A S U A C A P A C I T À D I P R O G E T T A R E

N E L P R I M O P R O G E T T O D I R E S T A U R O , E G L I P R O P O N E V A L A

S O L A R I C O S T R U Z I O N E D E L D O N J O N I N T E R N O – O V E S P I C C A

U N A S C A L A A P E R T A I N S T I L E N E O G O T I C O - P E R R E N D E R L O

A B I T A B I L E , L A S C I A N D O L E M U R A D I C I N T A D E L C A S T E L L O

A L L O S T A T O D I R U D E R E E I M M A G I N A N D O C H E I R E A L I

P O T E S S E R O , D A L G R A N D E S A L O N E D E L L E F E S T E , O S S E R V A R E

I L B E L L I S S I M O P A N O R A M A C I R C O S T A N T E A T T R A V E R S O L E

F E N D I T U R E D E L L E A N T I C H E M U R A



I N I Z I A L M E N T E I L P R I M O P R O G E T T O V I E N E A C C E T T A T O M A

G R A D A T A M E N T E P R E V A L E I L D E S I D E R I O D I E S T E N D E R E L A

R I C O S T R U Z I O N E A T U T T O I L C A S T E L L O

T U T T O L ’ A P P A R A T O D E C O R A T I V O D E L C A S T E L L O È Q U I N D I

C O M P L E T A M E N T E N U O V O : N E L S A L O N E P R I N C I P A L E C O M P A R E

U N A C O M P L E S S A D E C O R A Z I O N E I N G E S S O C H E I M I T A M O T I V I

F L O R E A L I T A R D O G O T I C I M A C H E , O V V I A M E N T E , È O P E R A D I

A R T I S T I D E L L ’ O T T O C E N T O


Interventi di restauro: castello di Pierrefonds (1857-1879))


C A S T E L L O D I P I E R R E F O N D S , S T A T O D I P R O G E T T O ,

1 8 6 6

Bibliografia

CARBONARA Giovanni, Avvicinamento al Restauro, Teoria, storia, monumenti, Liguori, Napoli1997

CASIELLO, Stella, La cultura del restauro. Teorie e fondatori, Marsilio, Venezia, 1996; terza ed.ampliata, 2005

DEZZI BARDESCHI, Marco, Restauro. punto e a capo. Frammenti per una (impossibile) teoria, Vittorio Locatelli (a cura di), Ex Fabrica, Franco Angeli, Milano, 3° edizione, 1994

TAMBORRINO, Rosa (a cura di), Eugène Viollet-le-Duc. Gli architetti e la storia. Scritti sull'architettura, Bollati Boringhieri, Torino, 1996, 216 p.

Si consiglia vivamente l’approfondimento degli argomenti presentati nelle slide attraverso i testisopra citati


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