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101 100 RODI: I RESTAURI DELLA CITTÀ VECCHIA Quattro chilometri di mura racchiudono una dei nuclei bizantini, medievali e ottomani più intatti d’Europa. Dove fervono i lavori per recuperare, anche come sede di mostre e concerti, chiese, hammam, palazzi. Raccontati dallo scrittore-archeologo Valerio Massimo Manfredi. Fra passato e presente Passi di storia Passi di storia stampe rinascimentali e come lo rappresentò Sergio Leone nel suo film di debutto con l’im- probabile Rory Calhoun. Figurarsi. Dato che il Colosso sarà stato un nudo, che vista avreb- bero mai avuto i marinai che gli passavano sotto? Gli architetti greci erano troppo avve- duti per riservare ai visitatori che venivano da fuori una visione che fosse men che esaltan- te. Infatti, nelle immaginarie riprodu- zioni rinascimentali, al Colosso a- vevano messo le mutande. In- vece doveva essere nudo ed ergersi da una parte sola del porto, forse dove oggi c’è il for- te di San Nicola. D ice la leggenda che quando gli dèi si spar- tirono l’universo, nulla era toccato a He- lios, il Sole, e il dio splendente fece emergere dal mare Rodi che a lui da allora fu consacrata. Per questo la sua immagine era impressa sulle monete d’argento che circolavano nell’isola. Per questo Rodi dedicò al suo protettore la più grande statua mai costruita: il Colos- so. Era, dicono, all’ingresso del por- to di Mandraki, donde oggi partono le gite verso la co- sta turca o le altre isole. Non proprio a gambe larghe fra i due moli d’ingresso, come nelle Il cortile centrale del palazzo del Gran Maestro, nella foto grande, con statue romane rinvenute a Rodi e a Kos. A sinistra, restauri delle tre absidi di Santa Maria del Borgo (XIV-XV secolo), bombardata durante l’ultima guerra.

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    RODI: I RESTAURI DELLA CITTÀ VECCHIA Quattro chilometri di mura racchiudono una dei nuclei bizantini, medievali

    e ottomani più intatti d’Europa. Dove fervono i lavori per recuperare, anche

    come sede di mostre e concerti, chiese, hammam, palazzi. Raccontati

    dallo scrittore-archeologo Valerio Massimo Manfredi. Fra passato e presente

    Passi di storiaPassi di storia

    stampe rinascimentali e come lo rappresentòSergio Leone nel suo film di debutto con l’im-probabile Rory Calhoun. Figurarsi. Dato che ilColosso sarà stato un nudo, che vista avreb-bero mai avuto i marinai che gli passavanosotto? Gli architetti greci erano troppo avve-duti per riservare ai visitatori che venivano dafuori una visione che fosse men che esaltan-

    te. Infatti, nelle immaginarie riprodu-zioni rinascimentali, al Colosso a-

    vevano messo le mutande. In-vece doveva essere nudo

    ed ergersi da una partesola del porto, forse

    dove oggi c’è il for-te di San Nicola.

    D ice la leggenda che quando gli dèi si spar-tirono l’universo, nulla era toccato a He-lios, il Sole, e il dio splendente fece emergeredal mare Rodi che a lui da allora fu consacrata.Per questo la sua immagine era impressa sullemonete d’argento che circolavano nell’isola.Per questo Rodi dedicò al suo protettore lapiù grande statua mai costruita: il Colos-so. Era, dicono, all’ingresso del por-to di Mandraki, donde oggipartono le gite verso la co-sta turca o le altre isole.Non proprio a gambelarghe fra i duemoli d’ingresso,come nelle

    Il cortile centraledel palazzo

    del Gran Maestro,nella foto grande,

    con statueromane rinvenute

    a Rodi e a Kos. A sinistra, restauri

    delle tre absidi di Santa Maria

    del Borgo (XIV-XV secolo),

    bombardatadurante

    l’ultima guerra.

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    Aveva una corona raggiata in testa e proba-bilmente reggeva una fiaccola che fungeva dafaro per i naviganti. Lo costruì Carete di Lin-dos, allievo del grande Lisippo, e volle battereil maestro. Se Lisippo aveva realizzato a Ta-ranto uno Zeus alto 11 metri, Carete volle tri-plicare le proporzioni. Dicono che, finita lastatua, si accorgesse di aver fatto un errore diprogettazione e per la disperazione si suici-dasse. Forse un errore di statica? Non certo diestetica. Il gigante di bronzo suscitò stupore,divenne meta di visitatori da tutto il Mediter-raneo e fu annoverato fra le sette meravigliedel mondo. Purtroppo un terremoto lo ab-batté settant’anni dopo la sua erezione. Ep-pure, anche coricato e mezzo sommerso in ac-qua, era oggetto di visite continue. I turisti ve-nivano portati all’interno e dice Strabone chepochi uomini avevano braccia così lunghe dapoterne cingere anche un solo pollice. Nel VII

    secolo dopo Cristo un mercante arabo lo com-prò a prezzo di rottamazione, lo fece a pezzi elo vendette a peso. Di una simile meraviglianon è rimasto proprio niente. Possiamo solocercare di immaginarlo, risplendere di giornosotto il sole e corrusco dei riflessi rossastri del-la sua torcia durante la notte. Il gigante di Ca-rete è solo uno dei tanti sognisvaniti del mondo antico. La cosacuriosa è che nel dialetto doricodi Rodi kolossós significava ildoppio, la copia di qualcosa. Espesso con quella parola si indica-vano le immaginette di cera o ter-racotta da usare nei riti di magia.Poi passò a significare simulacro,quindi statua. Ma quando la sta-tua per eccellenza, l’Helios di Ca-rete, si affermò come il monu-mento più grande del mondo, il

    termine divenne sinonimo di oggetto gigan-tesco. La Rodi antica coincideva solo in parte conquella medievale. Era stata progettata dalgrande urbanista Ippodamo di Mileto e se-condo le testimonianze dell’epoca era incan-tevole, disposta come a gradinate di teatro

    sulla penisola a ovest del portonelle cui immediate vicinanze do-veva estendersi l’agorà. In alto,sul monte Santo Stefano, c’eranoi santuari dell’acropoli, quello diAtena, quello di Zeus e quello diApollo Pithos. Di quest’ultimo re-sta un frammento angolare fruttodi un pesante restauro in cui leparti originali sono minime. Lostadio a sud della città è ancoravisibile, in ottimo stato di conser-vazione. Solo quello di Delfi può

    2. Gli archiantisismici di

    odos Fanouriou:qui si trova unachiesa del 1335.

    3. Apellou, lastrada del Museo

    archeologico.4. Ippoton,

    via monumentalelunga 200

    e larga 6 metri.5. La miniatura di G. Caoursin,

    che nel 1400 haillustrato la storiadell’isola, mostral’arrivo di Djem,

    principe turcoesiliato a Rodi.

    La moschea diSolimano ancorain restauro, nellafoto grande. È di fronte alla bellabiblioteca islamicaAhmet Havuz,dove si ammiranomanoscritti arabi e persiani.1. Dopo i restauri,i fossati medievalisono diventatiuna piacevolepasseggiataall’ombra dellepalme. Due voltela settimana(martedì e sabato,14.45) si può fareil giro degli spalti.

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    rivaleggiare in bellezza con questo monumento.L’area fra acropoli e stadio è un parco alberato conpini e lecci che fa dimenticare l’orribile affollamen-to della città nuova. Ben poco resta della cinta mu-raria di età ellenistica che resistette alle macchined’assedio di Demetrio Poliorcete: qualche trattoqua e là anche nella zona medievale, come le mu-ra scavate recentemente presso la porta di SantaCaterina. C’è inoltre il tempio di Afrodite e il te-trapylon romano, la porta a quattro fornici pressola torre Pagnac. Doveva trattarsi di una città estre-mamente scenografica. Ce ne facciamo un’idea daun vetro ellenistico che ne conserva una panorami-ca. Il frammento faceva parte di un vasetto, proba-bilmente un souvenir come quelli che si vendononelle bancarelle delle nostre città d’arte, poca cosaquindi, ma sufficiente per farci capire che cosa cisiamo persi. Disposta su vari livelli e terrazzamenti,aveva templi e portici ed era popolata da quadri-ghe e statue di bronzo dorato stupende a vedersi.Rodi divenne in età ellenistica e romana un centroculturale di tale importanza da oscurare perfino A-tene e illustri membri della classe dirigente romana,fra cui Cesare e Cicerone, vi completarono gli studi

    superiori. Gli oggetti emersi dagliscavi, anche occasionali, sono e-sposti nel museo cittadino cuihanno collaborato negli anni del-l’occupazione i migliori archeolo-gi italiani. Attira l’attenzione lacopia dell’Afrodite di Doidalsasche si scioglie i capelli al bagno.Deliziosa. E le monete con l’im-magine di Helios che forse ci con-servano le fattezze del Colosso,fatte le debite, infinitesimali pro-porzioni. Come in tutte le terredel Mediterraneo, anche qui bi-sogna andare dietro alla solennescansione della storia e inoltrarsi

    nella città vecchia, di origine bizantina e poi medie-vale. Qui l’impronta è quella lasciata dai cavalieri O-spitalieri, un ordine di monaci guerrieri come i Tem-plari che, perduta San Giovanni d’Acri in Palestina,si stabilirono nell’isola verso la fine del XIV secolo. Ilprimo impatto, entrando dalla porta Marina fian-cheggiata da due imponenti torrioni, è quello di u-na grande densità turistica proprio sul corso princi-pale fra odos Ermou e platia Hippokratous, unaquantità di negozi pieni della tradizionale paccotti-glia simil-antico e di altre cianfrusaglie: quest’annovanno di moda mappamondi coloratissimi e lucci-canti. Solo un locale è rimasto veramente al suostato originario, il Caffè turco, un luogo pieno diatmosfera in cui ci si può rilassare dopo una gior-nata di vagabondaggi e gustare un buon caffè gre-co. La logica dell’impianto urbanistico appare evi-dente: il cerchio delle mura disposte a mezzalunaattorno ai due porti racchiude il fitto reticolo dellacittà vecchia, ma nella zona prospiciente il portoantico ci sono le più vaste aree monumentali, dovesi distingue in primo luogo il palazzo del GranMaestro dei cavalieri di Rodi. Il grandioso edificio e-

    1. Il giardinorestaurato di casaVillaragout lungo la Ippoton, la strada dove si affaccianodimore e ostelli dei cavalieri di San Giovanni.2. Il caffè nellacorte dell’Imareto S.S. Apostoli,chiesa e mensadei poveri del XVsecolo. Appenarestaurata, ospitamostre d’arte. 3. Affreschi sulle cupole di Nostra Signoradel Castello (XI-XIV sec.), oramuseo e sede di mostre e concerti.

    4. Case ottomanee la moschea di Solimano inodos Sokratous.5-6. Il progetto di restauro del bagno turco(1765) e il suointerno in unastampa del 1828.7-8. L’ospizio di Santa Caterina,uno degli ultimirestauri, e il Caffèturco: in comunehanno pavimenticon mosaici disassi, i choclakia.9. La sala delle Colonne nel palazzo del Gran Maestro, che ha 205 stanze.

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    ra stato distrutto da un’esplosione durante unodei tanti assedi subiti e si deve all’amministrazioneitaliana l’opera di restauro integrale che lo ha resti-tuito all’antico splendore. È subito evidente che citroviamo di fronte a un intervento massiccio, di ti-po ricostruttivo: il palazzo è stato in qualche modoreinventato, ma il risultato è stupefacente. Nellagrande corte interna, sotto ampi portici ad archisono state sistemate statue romane rinvenute ne-gli scavi di Rodi e delle isole vicine. Sembra unadelle piazze metafisiche di De Chirico. Identici iviolenti chiaroscuri, oniriche le presenze delle scul-ture antiche che la corrosione millenaria ha smus-sato e riplasmato, inquietante il vasto spazio dellacorte sotto la luce accecante. L’interno è meno af-fascinante, una sorta di residenza fastosa in cui so-no stati inseriti elementi archeologici di altissimovalore: mosaici, per lo più, provenienti da lussuosedimore romane delle isole del Dodecanneso. Il resto è città vecchia: un com-plesso urbanistico incredibilmen-te conservato, armonico, omoge-neo e tuttavia continuamentecangiante. Labirintico ma acco-gliente, discreto. Qua e là si apro-no piccole piazze ombreggiateda fichi frondosi o da pergole divite su cui si affacciano chiese omoschee, a seconda che ci trovia-mo all’epoca dei cavalieri o inquella della dominazione otto-

    mana. L’uso dello stesso tufo dal colore dorato siaper le abitazioni sia per i marciapiedi e le pavimen-tazioni crea un’atmosfera sospesa, pervasiva,un’aura in cui tutti i colori, anche i più forti, finisco-no per armonizzarsi e amalgamarsi. Il verde cupodei fichi e dei lentischi, il rosso, il blu, il verde e l’o-cra delle finestre e delle porte. Ciò che incanta quiè che ci troviamo in una città vera, autentica, abita-ta da gente che lavora e che si muove con gli unicimezzi in grado di transitare fra questi vicoli: moto-rini e biciclette. Le esigenze antisismiche hanno in-dotto gli antichi costruttori a lanciare archi pensilisopra le strade, a collegare i muri delle case da unlato all’altro della via. Sono strutture funzionali chevediamo anche a Volterra, a Cortona, ad Assisi, main numero più limitato. L’effetto scenico che indu-cono è meraviglioso. Dà l’idea di un esterno che èanche interno, di una scansione ritmica di uno spa-zio altrimenti continuo e quasi indefinito.

    E la magia di questa città cambiain continuazione con il cambiaredella luce nelle varie ore del gior-no e della notte, dal colore ferri-gno dell’alba a quello dorato deltramonto. La notte poi conferisceall’intera città un’apparenza sce-nica, quasi teatrale, che il giocodell’illuminazione artificiale e del-la luce lunare esalta in una ric-chissima gamma di tonalità cro-matiche e di atmosfere in cui an-

    che i suoni finiscono per amalgamarsi: le chiacchie-re della gente seduta davanti agli usci, i rumori del-la cucina all’ora del desinare, il miagolio di un gat-to alla luna. E gli interni non sono meno affasci-nanti degli esterni: cortili a patio, da sempre animadella casa mediterranea, dai greci ai romani agli a-rabi fino ai nostri giorni. Sono spazi modesti ma in-tensamente vissuti. Melograni e fichi, bouganvilleee clematidi spandono i loro colori e i loro profumi,le fontanelle danno un senso di pace e di frescurain cui è meraviglioso sedersi a sorbire un caffè. Sì, perché parecchie di queste case si possono affit-tare, ci si può vivere per un poco come se fosseronostre, respirando l’odore del legno, dei tappeti edei vecchi mobili. Lo stato di conservazione in ge-nere è eccellente e le opere di restauro sono statecondotte nell’intento di ripristinare l’originale làdove era stato danneggiato, usando gli stessi ma-teriali e senza prendersi troppe libertà. Nel com-plesso un buon lavoro, e lungo le stra-de più importanti, come per esempioHippokratou, si può apprezzare l’operadi sistemazione urbanistica fatta dagli i-taliani prima, e dopo dalla soprinten-denza greca. Impressionante è il refettorio dei cava-lieri, inserito in un complesso monu-mentale di austera bellezza: una sala diforme gotiche vasta quanto una basili-ca, elegante e maestosa. Nelle zone piùinterne si notano a volte case abbando-

    nate in attesa di restauro la cui mancata sistema-zione deriva probabilmente solo da problemi diproprietà o di prezzi troppo elevati. I complessi mo-numentali sono generalmente ben tenuti, anche sec’è chi insinua che lo stato di semiabbandono di al-cune moschee ottomane sia dovuto a una sorta dirisentimento antiturco. Ma forse si tratta di unaquestione di fondi o di conflitti di competenze. Spettacolare il giro delle mura. Gravemente dan-neggiate dai bombardamenti durante la guerra,sono state restaurate con un lavoro pluridecennaledove le integrazioni moderne sono evidenti maproprio per questo non disturbano troppo. D’altraparte un muro è un muro, e non ci sono molte pos-sibilità di scelta nelle tecniche di restauro. La cittàvecchia di Rodi è uno scrigno di meraviglie, dove gliedifici religiosi hanno ovviamente una grande im-portanza. La visita alle numerose chiese, da SantaCaterina a San Michele Arcangelo, da San Nicola a

    Nostra Signora del Castello, può essereun itinerario di grandissimo fascino, co-sì come quella ai numerosi monumentiottomani della città, alle moschee, al-l’hammam, il bagno turco erede delleantiche terme romane e bizantine, allefontane pubbliche, tutte ormai diligen-temente restaurate. Ciò che disturba èl’assedio della città moderna, l’affolla-mento di costruzioni, la congestionedel traffico subito fuori dell’oasi di pacedella città antica. Qui, come in molti al-

    1. Statue tra le rovine di unantico tempio,questo quadro del pittore SarantisKazavousis (1938)esposto nelMuseo di artegreca moderna e contemporanea.2. Colonnedell’acropoli, a Lindos, che si staglia su unarocca di 125 metrisul mare, chiusatra mura del XII-XV secolo. Il suotempio di AtenaLindia era uno deipiù venerati del mondo antico.

    3. Le rovine di Kamiros, una

    delle tre città-stato

    di Rodi antica. Gli scavi

    archeologici sonolungo la costa

    settentrionale.4. La stele

    funeraria del V sec. a.C. esposta

    al Museoarcheologico di Rodi-città.

    È allestitonell’ospedale

    dei cavalieri di San Giovanni,

    la cui costruzione,iniziata nel 1440, è durata 49 anni.

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    Mappa dei monumenti e dei restauri

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    dietro a ogni curva, in ogni insenatura del monte edel mare. Il castello bizantino di Monolithos, sullasommità di un promontorio di fronte all’isola diHalki, porta sulla terrazza più alta una cappellinacandida e offre una vista di commovente bellezza.Da qui inizia l’itinerario che attraversa l’isola da co-sta a costa, toccando villaggi annidati fra i boschi,fonti ombreggiate da platani giganti, fino alla costaorientale, fino a Lindos, la patria di Carete, padredel Colosso. Anche qui il turismo ha modificato u-no dei siti più belli del Mediterraneo in modo con-sistente, ma poteva andare peggio.

    UNA NAVE DI PIETRALa vista è ancora di quelle che non si dimentica-no: l’acropoli-fortezza con le sue mura bizantineincombe sul villaggio candido affacciato su unabaia cristallina. Salire all’acropoli è come fare unpellegrinaggio. Si passa prima davanti a uno deimonumenti più stupefacenti del Mediterraneo: lafamosa trireme di Lindos, una nave da guerra scol-pita nella viva roccia. Appare in tutti i manuali dinavigazione antica, è uno dei documenti in assolu-to più importanti per ricostruire l’aspetto delle naviche combatterono contro i persiani a Micale e al-l’Eurimedonte. Poi si sale fino alla sommità, si attra-versano i propilei e ci si affaccia sulla vasta spianatasu cui sorgono i resti della grande stoà e del tempiodi Atena Lindia, uno dei santuari più venerati in as-soluto di tutto il mondo antico. Qui salirono i re diLidia, i tiranni di Sicilia, Alessandro e i grandi sovra-ni ellenistici. Da Lindos vennero i coloni che fonda-rono Gela in Sicilia e quando Gelone, tiranno diGela e di Siracusa, vinse a Imera nel 480 a.C. i Car-taginesi, inviò fin quassù un dono e una dedica inomaggio alla dea protettrice degli antenati fonda-tori. È scritto in un documento epigrafico rinvenutonelle vicinanze dell’acropoli, la cosiddetta Cronacadi Lindos. Si sta lavorando alacremente sull’acropo-li: gli archeologi disegnano, catalogano frammenti,sono stati condotti a termine i restauri della stoàcon integrazioni di sana pianta che lasciano scon-certati. Già il colonnato è all’80 per cento frutto diintegrazione: i tocchi originali sono una parte tra-scurabile. C’è una colonna che può vantare di ori-ginale solo la metà fortemente corrosa di un capi-tello. Per non parlare del muro occidentale di con-tenimento, un vero pugno in un occhio. Certo i tu-risti che scarpinano fin quassù vogliono vederequalcosa di consistente e riconoscibile, ma forse sista esagerando. Chiedo a una giovane collega sepuò darmi qualche spiegazione, ma si ritrae impau-rita: ci deve essere una ferrea consegna del silen-zio. Il fatto è che l’archeologia è una scienza conampi margini di soggettività e il restauro ognuno lointerpreta come vuole. Da noi, i puristi si straccianole vesti se un soprintendente copre una casa diPompei con tegole d’epoca per proteggerne gli af-freschi, qui in virtù di un mozzicone di mezzo capi-tello si ricostruisce una colonna intera. È il caso didire Tot capita, tot sententiae. Il ritorno ci riporta al-

    tri luoghi, lo sfruttamento economico delle bellezzeartistiche è massiccio, e le meraviglie del passatocontrastano in modo stridente con le brutture delpresente. D’altra parte, è facile immaginare qualefosse il tenore di vita nell’isola prima dello sviluppoturistico. Come in altri luoghi del Mediterraneo(Malta, Sicilia), le autorità dovrebbero perseguireun tipo di sviluppo compatibile con l’ambiente. L’i-sola, nell’antichità, era suddivisa fra tre città statoche estendevano il loro dominio su una certa por-zione di territorio nell’interno, la chora: erano Iali-sos, Kamiros e Lindos, che solo alla fine del V seco-lo a.C. si associarono unificando l’isola e progettan-done la capitale, Rodi, nel 408 a.C. Proprio nell’an-no in cui in Italia venivano espugnate e distrutte daiCartaginesi Selinunte e Agrigento. L’interno dell’i-sola è nel complesso ben conservato e i siti archeo-logici, Ialisos, Kamiros e Lindos, furono scavati estudiati nella fase iniziale, durante il periodo del-

    l’amministrazione italiana. A Kamiros sono statiportati alla luce una sezione dell’abitato dispostosu terreno digradante, il tempio di Apollo nei pressidell’agorà e, in alto sull’acropoli, una grande cister-na e il tempio di Atena. Ciò che stupisce è il sitoprescelto per questa fondazione, che ha rivelato u-na frequentazione antichissima: una terrazza natu-rale con una vista da mozzare il fiato. Si è sospesifra il cielo e il mare che si estende increspato dallabrezza fino al profilo scabro dell’isola di Alimià.Certo, i coloni dovettero privilegiare la sicurezza,ma è difficile pensare che non abbia influito sullaqualità della loro vita quel luogo paradisiaco, quellabrezza profumata di sale e di pini, quella luce ine-briante. Per noi, abituati all’atmosfera intossicatadella civiltà industriale, fermarsi a respirare questaluce, questo blu che ci avvolge dal cielo e dal mare,è quasi una improvvisa epifania. Si comprende per-ché questa civiltà creava dèi simili agli uomini e pro-duceva uomini simili agli dèi. Dietro, nell’interno,s’innalza il monte Atabirios su cui si possono anco-ra vedere tracce del tempio di Zeus Atabirios, tipicosantuario sommitale, il cui culto doveva essere an-tichissimo. Percorrendo la costa, il paesaggio varia

    L’archeologo e scrittore Valerio MassimoManfredi (L’ultima legione,Oracolo,Alexandros,trilogia su AlessandroMagno, Lo scudodi Talos) davantialla trireme diLindos, gigantescanave da guerrascolpita nellaroccia, all’ingressodell’acropoli.

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    Un’isola dalla doppia vita. Concitata in estate,quando migliaia di turisti sbarcano dai charterper relegarsi nei ghetti del tutto compreso, localitàcome Faliraki dove il cemento prevale sul mare. E lavita quasi invisibile dell’intellighenzia europea cheacquista casa nelle pieghe segrete della vecchiacittà bizantina, medievale e ottomana; o affitta lekapetaneika, storiche abitazioni dei capitani (XVII-XIX sec.) a Lindos, borgo protetto che si dispiegafra due baie. E si crogiola al sole sulle spiagge de-serte della costa occidentale, annidate sotto Mo-nolithos e Kritinia, arcigne fortezze dei cavalieri chei secoli e il vento hanno addolcito in spettacolaribelvedere sull’Egeo. Il turismo di massa e quellosnob conducono, sulla stessa isola, vite paralleleche possono non incrociarsi mai, perché hannoluoghi, tempi e riti diversi. Gli habitué arrivano ri-gorosamente in primavera o inizio autunno – quil’estate dura sette mesi – per evitare folla, canicola,impennate del meltemi, il vento che in luglio e a-gosto sferza spiagge e resistenza degli skipper. Ro-di è il crocevia marittimo dell’Egeo orientale, viavaidi yacht, di traghetti e aliscafi diretti alle piccole iso-le vicine, Symi mondana e neoclassica, Halki, Tilos,Nysiros, più tranquille (vedere pag. 118). Il porto diMandraki è uno dei più trafficati della Grecia, comela sua Paralia, il lungomare che si chiamava Foro i-

    la meravigliosa città dei cavalieri e alla loro ultimaepopea, l’eroica resistenza contro il turco e poi illungo vagabondare in cerca di una nuova patria.Alla fine furono accolti a Malta, ma non abbando-narono la speranza di tornare a Rodi, in questa iso-la luminosa, in questa città dorata. Chiunque abbiapasseggiato sotto gli archi pensili nella luce del tra-monto, o all’alba nelle sue vie silenziose, può capi-re questa inguaribile nostalgia.

    Inviati da Dove, Valerio Massimo Manfredi e il fotografo Marco Casiraghi

    1. Prasonisi,punta meridionaledell’isola e paradiso dei surfisti.2-3-4. L’ingresso,una suite e ilcaffè della MarcoPolo Mansion,maison d’hôtenel cuore dellacittà vecchia. Le doppie in b&bcostano 60-130 €.5. The Gallery, la casa-atelierdell’artistaitaliano Marco Sala, è un annessodella Marco PoloMansion.

    L’ISOLA FUORI STAGIONEDa evitare in estate per caldo, vento e folla.

    Famosa eppure piena di segreti. Dai piccoli

    hotel alle case degli artisti in affitto,

    alle spiagge deserte sotto i castelli dei crociati

    Cavalieri del mare

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  • 1-2-3. I bagni Elli,l’acquario, il mercato, esempidelle architettureitaliane degli anniVenti e Trenta,concentrate sul lungomare di Rodi, la Paralia.L’occupazioneitaliana è duratadal 1912 al 1943.4. In memoria,1988, un’operadell’artista grecoChristos Bokorosesposta nellanuova pinacotecadi platia Haritou.

    5. Lindos, storicoborgo di capitani,dominatodall’acropoli.6. L’interno dellaKimisis Theotokou,ad Asklipio,chiesa fondata nel 1060.Secondo gliarcheologi qui,nell’antichità,c’era un centromedico legato alla scuola di Ippocrate. 7. Kallithea, leterme orientalistein perennerestauro, a 11 kmdalla città, sonostate costruitedagli italiani. Unposto suggestivo,con spiagge fra le rocce e un’insenaturausata comepalestra perimmersioni dallescuole di diving.8. Lindos: la baiadi San Paolo, piena di sole al mattino, è difronte all’acropoli.

    talico ai tempi dell’occupazione coloniale (1912-1943), quando si coltivava la vanagloria di destina-re il palazzo del Gran Maestro a residenza per Mus-solini e il re. Calamitati dalla magnificenza dellacittà medievale, spesso si trascura una passeggiatalungo la Paralia, da fare al tramonto quando ba-gliori dorati fanno risaltare le facciate degli archi-tetti italiani. Edifici neogotici come il palazzo delGovernatore (oggi prefettura), ispirato a quello ve-neziano del doge e progettato nel ’27 da Floresta-no di Fausto; architetture quasi moresche, come lacupola felliniana dei bagni Elli, o littorie come ilTeatro nazionale del 1937. Nel ’38 arriva a Rodi ilgiovane pittore Afro Basaldella (1912-1976): all’e-poca era ancora manierista, legato alla grandescuola veneta del Seicento, prima di diventare A-fro, la celebre firma dell’arte moderna e d’avan-guardia. È suo il gigantesco affresco nel ristorantedel casinò (ex hotel delle Rose); sono sue le opere

    nascoste in una saletta delcaffè Aktaion (1 platia E-leftherias), sempre sulla Pa-ralia: farsela aprire vale unacostosissima consumazione.Una città troppo famosa ep-pure piena di segreti. Pochiconoscono le avanguardie

    esposte nel Museo di arte greca moderna e con-temporanea, che dalla città vecchia ha traslocatoquadri e installazioni in platia Haritou (9-14; mer.17.30-20.30; sab.-dom. 11-12; chiuso lun.). O sispingono nella quiete della moschea di Murad Reis(ammiraglio di Solimano) che chiude il lungomare;ispira pace anche il cimitero islamico, dove fez eturbanti di marmo sormontano tombe di pascià evisir. E sono poco pubblicizzate le graffianti mostred’arte allestite fra le arcate in pietra di porta d’Am-boise, baluardo difensivo dei cavalieri ed esempiodi come i restauri della città vecchia siano da vivere.È vicina al Rodos Park Suites, unico albergo dilusso e di charme della città, con giardino, piscinaall’aperto, piccola spa, servizio impeccabile (ma lestanze sul retro guardano un’area archeologica in-vasa da erbacce). La città vecchia è a due passi, u-no degli scampoli medievali più intatti d’Europa.Dal mare è una meraviglia vedere la teoria di torrio-ni, cupole, minareti che spuntano dalle mura. Ed èsempre un’emozione avere uno sguardo d’insiemesulla città e il suo ecumenismo architettonico di e-difici cristiani e islamici (per i vicoli capita di incro-ciare un pope ortodosso, il rabbino o il muftì dellamoschea di Rejep Pasha): basta salire sulla torredell’Orologio, o fare il giro degli spalti che permet-te di sbirciare dentro cortili e giardini storici, ma pri-vati. Molto contesa è la terrazza panoramica dell’u-nica stanza prenotabile (le altre sono lillipuziane)dell’hotel Isole (da 50 €; odos Evdoxou 75, tel.0030-22410-20.682), albergo semplice di unoskipper italiano, in un bell’angolo medievale. Un paio di scarpe comode, e la città vecchia è da e-splorare a piedi. Con orari precisi. Al mattino sonoda evitare Socratous, Ippoton, Aristotelous, invaseda una marea di turisti mordi e fuggi che diventano

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  • 5-6. Il cortile e uninterno

    di casa Ulis. Per 4 persone,

    costa 1265-1650 €la settimana. 7-8. Painter’s

    House, del celebrepittore astrattista

    Piero Dorazio, è una dimora

    fortificata del Seicento nel

    centro di Lindos, con una torre

    dove si puòdormire. Con duecortili, due cucine

    e 8 posti letto.

    Lindos, le casetradizionali in affitto.1-2-3. Interni e terrazza di Polly’s House:per 3 persone, si affitta a 1067 €la settimana.È la casa-studio diPolly Hog, artistadi origine inglese.4. Il salotto divilla Adriana, unadimora luminosaper 6-8 persone,con un bellissimogiardino propriosotto l’acropoli.

    rem), due nel giardino (anguste) e altre due in unvecchio edificio collegato. Marco Polo Mansion èl’unico albergo di charme nella città vecchia. Nonlo è il rinomato S. Nikolis (Ippodamou 61, tel.0030-22410-34.561), che pure ha alcune bellissi-me suite, ma la pulizia è scarsa e le camere norma-li tristi. Non ci sono alternative alle pensioni sparta-ne per giovani globe-trotter, tranne le camere sem-plici del Pink Elephant (Irodotou 42, tel. 0030-22410-22.469, chiedere solo le stanze 6, 9, 10)dell’italiana Paola di Cagno, arrivata qui insieme al-l’ondata di skipper che negli anni Ottanta si inna-morò della vecchia Rodi. Chi ha potuto ha compra-to casa nei più nascosti e affascinanti rioni turco-medievali, allora contrade malfamate, ora ambitedal mercato immobiliare e toccate dai restauri dellasoprintendenza (con i fondi Ue). Ci sono anche ledue piacevoli stanze con terrazza dell’Auberge(Praxitelous 21, tel.-fax 0030-22410-34.292; da 45

    un’onda alluvionale nei giorni in cui attraccano lenavi da crociera. Mentre Ippoton si svuota solo allasera e acquista magia grazie alle luci sapientemen-te sommesse, le altre vie tornano alla normalità nelpomeriggio. Così si procede senza sgomitare lungoSocratous, fino allo storico Caffè turco, fino allamoschea di Solimano e al palazzo del Gran Mae-stro, che in estate è aperto fino a tardi e talvolta o-spita concerti nel suo metafisico cortile. Poco pri-ma, Kalogirou Art merita attenzione per i tessutiantichi. Provengono dagli archontikà (dimore si-gnorili) delle isole e da Costantinopoli. Dicono pro-prio così, non Istanbul, Despina e Dionisia Kalogi-rou, madre e figlia, mentre dispiegano drappi ec-clesiastici intessuti di fili d’oro a 18 carati, stoffe daivividi colori vegetali (barbabietola, tè verde e tè ne-ro), suzani curdi o uzbeki (da 100 a 2000 €), le co-perte da matrimonio in cotone, seta o lino che pa-renti e amici gettano sul letto degli sposi e riempio-

    no di monete. Un altro negozio di vecchie cose al-l’imbocco di odos Fanouriou da Socratous è Aste-ro, fabbro e rigattiere che firma le sue pentole dirame sbalzando pesci, polpi e galli. Fanouriou è uncarrugio medievale di ciottoli sconnessi, dove si na-sconde una maison d’hôte che è un fenomeno dicostume più che un albergo: Marco Polo Man-sion appartiene all’artista italiano Marco Sala. Luinon c’è mai e la sua casa-galleria è diventata partedell’hotel, tre camere di suggestione ottomana eun cortile fiorito dove non filtrano rumori. La man-sion è un caffè giardino, l’hotel di stile dove si ritro-vano giornalisti, scrittori, musicisti, viaggiatori dipassaggio a Rodi, e il suo successo (è fotografatosu libri e riviste di interior design) è dovuto alla sim-patia della coppia greca che lo gestisce, Efi Dede eil marito Spiros, che parlano italiano. Le prime cola-zioni servite all’aperto sono sontuose, le camerepoche: quattro nella storica casa (la migliore è l’ha-

    €), gestite da una coppia franco-belga insieme albistrot, celato in un’antica corte. Ma bisogna avereun bagaglio leggero per avventurarsi sin qui, nelcuore più riposto della città medievale, a due passida piazzette piene di incanti. Un lauro gigantesco,palazzetti dove si arrampicano i gelsomini, il mina-reto tronco che fa da campanile alla SS. Trinità (XVsec.) ecco platia Lakoontos dove la strada si inclinafino a odos Leonidou e alla chiesa di Santa Cateri-na: il suo nome turco, Ilch Mihrab, significa nicchiadi preghiera, perché qui si inginocchiò Solimanoper ringraziare Allah della conquista di Rodi. Altrastrada delirante al mattino è l’Aristotelous che por-ta alla piazza dedicata ai 1673 membri della comu-nità israelita deportati dai tedeschi nel 1944. Unatarga indica il vicolo (Dossiadou) della sinagogaKahal Shalom, fondata nel 1577 dai sefarditi sfug-giti all’Inquisizione spagnola. Sotto il porticato si in-dulge volentieri nel silenzio, o ad ascoltare Samuel

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  • 117116

    e Lucia Modiano (parlano italiano), ebrei di Rodisopravvissuti all’Olocausto. Testimoniano, ma “o-gni volta è un dolore”, sussurrano con pudore. Nella città vecchia sono sparite le taverne: l’unicaeccezione è Sea Star - Pizanias (Sofokleous 24),vicina alla moschea di Ibrahim Pasha, trattoria sem-plice e sempre aperta all’ombra di un pergolato, lagriglia esterna per cucinare il pesce. Bisogna rasse-gnarsi e uscire dalle mura medievali per cenare inuna ouzeria popolare come To Steki tou Cheila,pochi tavoli che guardano una brutta strada nuo-va, dove ordinare tanti stuzzichini come purè di ce-ci o lenticchie, insalata di polpo. Anche Sakis èaffollatissima di famiglie greche; in menu pesce,frutti di mare (le cozze vengono da Salonicco) emolte verdure. Un’icona greca è Ta Marasia: corti-

    letto, vite rampicante, modellini di barche, un’infi-nità di mezedes (antipasti) di pesce, verdure, pol-pette, il pane servito caldo in tavola. L’indirizzo se-greto degli abitanti di Rodi è Steno (Anargiron 29;tel. 0030-22410-35.314) chiamato anche Stretoperché in una via angusta: cucina tradizionale econti onesti. Palià Historia è un indirizzo blasona-to; il proprietario, Aris Keraskiotis, ha i modi di ungentiluomo e fa il baciamano alle signore che en-trano nel locale. Le specialità sono i gamberi cottinell’ouzo e succo d’arancia, oppure avvolti nellapancetta e saltati in padella con aglio e pomodoro.Nella lista dei vini, 130 etichette prodotte dalle can-tine dell’isola, compresa la storica Cair, sigla che ri-sale all’occupazione italiana e significa Compagniaagricoltura italiana a Rodi. I buoni ristoranti della

    città vecchia sono sulla breccia da tempo, come A-lexis, elegante, costoso per un servizio non pro-prio accurato, ma pesce e insalata biologica sonoeccellenti. Poi Fotis, che ha fatto fortuna con lazuppa di ricci e le seppie al nero e ha raddoppiatocon Fotis Melathron, rendez-vous troppo elegan-te dell’alta borghesia: Melathron indica le case si-gnorili con corte interna, questa ha trecento anni esi trova nella zona dell’antico bazar dove abitavanoricchi mercanti siriani e turchi. Il menu punta su u-na selezionatissima lista dei vini e su ricette dimen-ticate come la trachanas, zuppa di grano, le pol-pette di ceci con ripieno di capperi, poi grandi gri-gliate di carne o di pesce. Per godersi il mare bisogna noleggiare un’auto, af-frontare strade trafficate quanto i paesi della costa

    1. Lampade invetro di Aeolos,negoziospecializzato inceramiche d’arte.2-3. L’interno e alcuni tessuti di Kalogirou Art,antiquario vicinoal palazzo del Gran Maestro.4. L’argentiereVassilaras vendecollane e braccialiche riproduconogioielli dei musei.

    5. Un affrescogiovanile di Afro,

    la celebre firma dell’artemoderna, nel

    ristorante del casinò.

    6. La tavernaPalià Historia

    nella città nuova.7. Il ristorante

    Archontikò, a Lindos, è una

    dimora del 1605.8. La taverna

    Sea Star-Pizanias.

    TRA PORTA SANT’ANTONIO E IL BALUARDO DI SAN GIORGIO, C’È

    LA FONDAZIONE DI MANUELA E MARC-RENÉ DE MONTALEMBERT

    DEDICATA AL FIGLIO MARCO, APPASSIONATO DI IMMERSIONI, MOR-

    TO A 21 ANNI IN UN INCIDENTE DI APNEA. PER RICORDARLO, I GE-

    NITORI HANNO CREATO UNA FONDAZIONE CHE OGNI ANNO ELARGI-

    SCE UNA BORSA DI STUDIO DI 7000 E, UN SOGGIORNO DI SEI MESI

    A RODI A UN/A GIOVANE CHE ABBIA MENO DI 30 ANNI, SIA ORIGI-

    NARIO DEL MEDITERRANEO E ABBIA ELABORATO UN PROGETTO LE-

    GATO ALLE TRADIZIONI DEL MARE NOSTRUM. PER INFORMAZIONI E

    PER CANDIDARSI: FONDATION MARC DE MONTALEMBERT, FONDA-

    TION DE FRANCE, 40 AVENUE HOCHE, PARIS 75008, WWW.FON-

    DATIONMDM.COM.

    Fondazione per i giovani

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  • 119118

    RODI È UNA DESTINAZIONE COMODA PER RAGGIUNGERE

    TUTTE LE METE DEL DODECANNESO. OGNI GIORNO, IN

    PIENA STAGIONE, SALPANO DAL PORTO DI MANDRAKI

    TRAGHETTI E ALISCAFI CHE RISALGONO

    L’ARCIPELAGO SINO A PATMOS, CON

    SCALI IN OGNI ISOLA. E OGNI GIORNO

    PRENDONO IL LARGO ANCHE LE IMBAR-

    CAZIONI PER SYMI (IN GENERE ALLE 9;

    INFORMAZIONI AL PORTO, VEDERE PAG.

    122), CHE IN DUE ORE DI NAVIGAZIONE

    APPRODANO IN QUESTA STUPENDA ISOLA

    MONDANA E NEOCLASSICA, CON SOSTA

    AL MONASTERO DI PANORMITIS (SAN

    MICHELE ARCANGELO). SI PUÒ TORNARE IN GIORNATA

    OPPURE FERMARSI. DA RODI, INFATTI, È FACILISSIMO FA-

    RE ISLAND HOPPING, CIOÈ SPOSTARSI DA UN’ISOLA AL-

    L’ALTRA. A KAMIROS SKALA, UN’ORA DA RODI

    CITTÀ, SONO ANCORATI I CAICCHI DIRETTI A HALKI

    (UN’ORA E MEZZO), ISOLA MINUSCOLA, CON UN PORTO

    NEOCLASSICO BEN TENUTO, UNA

    SPIAGGIA SABBIOSA DA RAGGIUNGERE

    A PIEDI E ALTRE SOLO VIA MARE. VALE

    UNA SOSTA DI UN PAIO DI GIORNI, AN-

    CHE SE LA POSSIBILITÀ DI ALLOGGIO SO-

    NO SCARSE: LE CASE MIGLIORI SONO

    ACCAPARRATE DA AGENZIE INGLESI, RE-

    STA L’UNICO E ANONIMO HOTEL HALKI

    (TEL. 0030-22460-45.390), CHE

    HA UNA VISTA STUPENDA SUL MARE.

    DAL PORTO DI MANDRAKI, A RODI, CI SI PUÒ IMBAR-

    CARE OGNI MATTINA ANCHE PER NYSIROS E TILOS

    (CAICCHI PER ESCURSIONI IN GIORNATA, OPPURE ALISCA-

    FI E IL CATAMARANO SEA STAR, TEL. 0030-22410-

    78.052), DUE DESTINAZIONI DEFILATE DAL TURISMO DI

    MASSA. NYSIROS, CON IL SUO VULCANO ANCORA AT-

    TIVO, HA POCHE, PICCOLISSIME SPIAGGE DI CIOTTOLI NE-

    RI E L’ARCHITETTURA TRADIZIONALE DEL VILLAGGIO DI

    NIKIA (NELLA FOTO), NELL’INTERNO. SI PUÒ DORMIRE AL

    PORTO: THE OLIVE PRESS (TEL. 0030-22420-

    31.580; 150 €), HOTEL HARITOS (TEL. 0030-

    22420-31.322; 50 €).

    TILOS È PIÙ DOLCE, VERDE, RICCA DI SPIAGGE E INSE-

    NATURE DOVE FARE IL BAGNO. TILOS TRAVEL ORGA-

    NIZZA IL PERIPLO DELLA COSTA IN GOMMONE (TEL.

    0030-22460-44.294; 25 €); IL PESCE PIÙ FRESCO

    SI ORDINA ALLA TAVERNA BLUE SKY, DAVANTI AL MO-

    LO, E PER DORMIRE SI PUÒ SCEGLIERE L’HOTEL IRINI (TEL.

    0030-22460-44.293; 41 €).

    Quattro piccole isole

    avanguardie, di sperimentazioni nel segno del colo-re e dell’uso di nuovi materiali. Nulla della sua arte,non un quadro, si trovano all’interno di questosplendido archontikò fortificato con tanto di torredove si può dormire (letto matrimoniale nel soufadi legno). Solo tracce di viaggi mediterranei, la cas-sapanca con inserti di madreperla, acquerelli di ca-valieri arabi, porte di legno intarsiate, il tavolo dipietra sorretto da capitelli nel secondo cortile dovesi affacciano alcune stanze. È una casa grande (8posti letto, due bagni, due cucine) e bellissima,Painter’s House, con l’unico difetto di ricevere pocosole perché nel cuore del paese. Ovunque pavi-menti a mosaico (choclakia) che raffigurano barchee polpi, finestrelle ottomane. Altro archontikò, altraartista: Polly Hog, di origine inglese, che qui aveva ilsuo studio e vi trascorre periodi di vacanza. Polly’sHouse è minima (3 posti letto), in cima a un vicoloche scende alla baia, e chiusa da mura. Dalla cortedove si pranza all’aperto, una scala di pietra salepericolosamente sulla terrazza che guarda il mare,arredata con materassi a terra, bassi sgabelli blu,tavolo da pranzo sotto una tenda bianca. Gli inter-ni si riducono a una stanza microscopica con letto,la cucina e la grande sala con il soufa dove si puòdormire, piatti del XVII e XVIII secolo alle pareti,quadri naïf, ex voto. Lontano dai locali e dalla mu-sica martellante, c’è uno degli archontikà meglio

    tenuti, con un piacevole cortile-giardino,chaise longue e sedie di bambù per impi-grire al sole. È casa Ulis, che appartiene auno svizzero, professore di musica classi-ca e collezionista etnico, come testimo-niano porticine indiane, icone antiche,gioielli d’argento alle pareti. Ha 2 camereda letto, una con il soufa e il soffitto contracce di affreschi, e una cucina moder-nissima. Infine, proprio sotto l’acropoli,villa Adriana (6-8 persone) ha un giardi-no chiuso fra mura, mobili e tessuti tradi-zionali, una sala luminosa. Una soluzione

    orientale e non fermarsi prima di Haraki o Vlicha. Opuntare sulle spiagge remote della costa occidenta-le, più facili da raggiungere se si fa base a Lindos,storico borgo di marinai, una cascata di case bian-che sovrastate dall’acropoli e qualche archontikàfortificato. Anche qui, nel labirinto di vicoli candidiscorrono le vite parallele del turismo di massa e diquello understatement. L’invasione delle gite orga-nizzate è al mattino, e tutto è previsto: negozi cheaprono per poche ore inalberando finti pizzi grecimade in Taiwan, salita sull’acropoli a dorso di so-maro (unico mezzo pubblico consentito, il villaggioè chiuso al traffico), asinai muniti di paletta per pu-lire i vicoli, foto ricordo di signore strabordanti dallasella. Fino agli anni Cinquanta, Lindos era un para-diso anche se mancava tutto, dalle strade ai bagniprivati. L’incanto era nella sua posizione, fra mare eacropoli, e nell’architettura delle kapetaneika: casemediterranee con tetti-terrazza e scale esterne, abi-tazioni fortificate, giardini nascosti fra mura (co-struite più alte di un uomo a cavallo, per evitare chei turchi sbirciassero all’interno per portare via ledonne), pareti sommerse da piatti colorati, letti ce-lati nel soufa, soppalco di legno. Tutto questo haattirato una comunità di artisti come Piero Dorazio,scrittori americani, pop star come Bill Gilmore deiPink Floyd. Alcuni hanno comprato casa, salvandodimore tradizionali dalla speculazione che negli an-ni Sessanta ha declassato gli archontikàin banali camere per turisti. Per fortuna,molte kapetaneika intatte sono in affitto:Lindos è ora un borgo protetto, non sipossono costruire alberghi, tranne uno diprossima inaugurazione, che sarà unboutique hotel di lusso (informazioni: Mi-chali Melenos, [email protected]). In unvicolo umbratile si nasconde Painter’sHouse, del Seicento, che appartiene algrande vecchio della pittura astratta ita-liana, Piero Dorazio, 76 anni, una vita co-stellata di manifesti firmati a difesa delle

    Nella foto in basso, Ufficialedella Air Forceappoggiato a una corona di fiori, acquerello diYannis Tsarouchis(1950-1952)esposto al Museodi arte grecamoderna econtemporanea..

    A.Pr

    ati /

    DO

    VE

  • 121120

    In aereo: con Olympic Airways(tel. 02.87.86.92, 06.47.86.73.34)Milano-Atene-Rodi da 266 €, daRoma 215 €, più tasse. Dal 1°aprile al 15 giugno. Orari: daMilano partenza alle 12.50 tutti igiorni, arrivo ad Atene alle 16.10e coincidenza per Rodi alle 18.30.Da Roma partenza alle 11.25,arrivo ad Atene alle 14.25,coincidenza per Rodi alle 18.30.

    Dove dormireHotel MediterraneanModerno; chiedere le camere sul lungomare.Indirizzo: 35-37 Kos Str., tel.0030-22410-24.661, fax 0030-22410-22.828, Internetwww.mediterranean.gr. Prezzi:doppia b&b 126 €. C/credito: leprincipali.

    Rodos Park SuitesDella catena Small Luxury Hotel.Con spa, vicino alla città vecchia.

    Indirizzo: 12 Riga Feraiou Str., tel.0030-22410-24.612, fax 0030-22410-24.613, Internetwww.rodospark.gr. Prezzi: doppia

    b&b 297 €. C/credito: leprincipali.

    Marco Polo MansionHotel di charme nel cuore dellacittà vecchia.Indirizzo: 42 Ag. Fanouriou Str.,tel.-fax 0030-22410-25.562(Gallery, 0030-22410-29.115),Internet www.marcopolomansion.web.com.Prezzi: doppia b&b 60-130 €.C/credito: le principali.

    Dove mangiareAlexis

    Un classico della città vecchia.Indirizzo: 18, Sokratous Str., tel. 0030-22410-29.347, 70.522.Orari: 12-24 (mai chiuso). Prezzi: da 40 €. C/credito: leprincipali.

    FotisPesce, ricci e seppie al nero. Indirizzo: 8 Menekleus Str., cittàvecchia, tel. 0030-22410-27.359.Orari: 12-24 (mai chiuso). Prezzi:da 35 €. C/credito: le principali.

    Fotis MelathronElegante, carta dei vini con 100etichette greche e straniere.

    Indirizzo: 41 par. Sokratous Str.,tel. 0030-22410-24.272, 26.090.Orari: 12-24 (mai chiuso). Prezzi:da 35 €. C/credito: le principali.

    Taverna Ta MarasiaSi cena nel piccolo cortile.Indirizzo: 155 Ag. Ioannou Str.,tel. 0030-22410-34.529. Orari:20-24 (mai chiuso). Prezzi: da 20€. C/credito: no.

    To Steki tou CheilaUna ouzeria spartana. Indirizzo: all’angolo fraChatziangelou e Dendrinou, tel.0030-22410-29.337. Orari: 20-24(mai chiuso). Prezzi: da 15 €.C/credito: no.

    SakisPesce e molluschi. Indirizzo: Ipsilandou 27, tel.0030-22410-35.626. Orari: 20-24(mai chiuso). Prezzi: da 30 €.C/credito: no.

    Palià HistoriaCucina tradizionale greca. Indirizzo: 108 Mitropoleos &Dendrinou Str., tel. 0030-22410-32.42.16. Orari: 20-24 (maichiuso). Prezzi: 20-35 €.C/credito: le principali.

    Dove comprareKalogirou Art

    Tessuti d’antiquariato.Indirizzo: 30 Panetiou Str., tel.0030-22410-35.900, e-mail

    [email protected]. Orari: 10-20(mai chiuso). C/credito: leprincipali.

    VassilarasGioielli in argento, riproduzioni di

    monili e peltri dei musei.Indirizzo: 11 Ermou Str., vicinoalla porta di Arnaldo, tel. 0030-22410-37.753. Orari: 10-20 (maichiuso). C/credito: le principali.

    Aeolos

    Ceramiche d’arte.Indirizzo: G. Argyros angoloApellou Str., tel. 0030-22410-24.203. Orari: 10-20 (mai chiuso).C/credito: le principali.

    AsteroRigattiere-fabbro.Indirizzo: 4 Ag. Fanouriou Str.,tel. 0030-22410-34.753. Orari: 9-20 (chiuso dom.). C/credito: leprincipali.

    CosmosGioielli, tessuti etnici.Indirizzo: Lindos, nella parte altadel paese, tel. 0030-22410-32.090. Orari: 10-23 (mai chiuso).

    RODI

    COME ARRIVARCI

    Gli indirizzi della città vecchia

    comoda, perché sulla strada che scende alla baia diSan Paolo, piccola insenatura fra le rocce che fron-teggia acropoli e tempio di Atena, dove approdòl’apostolo nel suo nomadismo di evangelizzazione.La storia incalza ogni passo anche nel villaggio diLindos, a partire dalla passeggiata lungo la penisolache chiude la spiaggia del paese (un carnaio), dueore respirando il vento che profuma di mare, frabassi cespugli mediterranei, rocce bianche che cela-no insenature, fino alla presunta tomba del tirannoCleobulo. La storia è presente anche quando si ce-na a lume di candela al ristorante Archontikò, di-mora del 1605, o da Mavrikos, sotto le arcate diun edificio che risale agli anni Trenta, in piena occu-pazione italiana. Lindos è comoda per raggiungere

    le spiagge migliori e alcuni villaggi dell’interno. Co-me Asklipio (deviazione da Kiotari), borgo insignifi-cante ma con un gioiello, la chiesa Kimisis Theo-tokou (Kimisis Panaghia sulle cartine) che risale al1060. Lungo la deviazione per il castello di Askli-pio, solitario fra cardi e asfodeli, c’è un forno doveal mattino le donne cuociono il pane fra rami di sal-via e di mirto. Da Lindos, in mezz’ora d’auto versosud si approda a Glystra: acqua cristallina, scogli,qualche ombrellone, un baracchino di bibite e il so-le fino a metà pomeriggio. Oppure si va dritti (do-po Apollaki deviare a sinistra) fino alla punta meri-dionale, Prasonisi, paradiso del surf, una lingua disabbia che divide due spiagge simmetriche e termi-na con un promontorio inciso da baie e calette de-

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    Case in affittoPolly’s HouseÈ la casa-studio di Polly Hog,pittrice e scultrice inglese. Concortile interno, terrazza, 3 postiletto, 1 cucina, 1 bagno.Per prenotazioni, Peter o Gill, tel.0030-22440-32.180, 0030-6945-20.78.67, 0044-1708.22.55.51.Prezzi: 1067 € la settimana.C/credito: no.

    Altre dimoreLe altre case storiche di Lindos (v.Dove, marzo 1999) si possonoaffittare rivolgendosi a House ofWonders, tel. 051.23.49.74, fax 051.23.90.86, Internetwww.houseofwonders.com,www.lindos-holiday.com, [email protected]/credito: MC, Visa.Diverse le soluzioni proposte,descritte e fotografate sul sitoInternet. Elencate qui sotto, ledimore migliori per gli spazi e lamanutenzione della casa. Neiprezzi sono incluse pulizie (duevolte la settimana) e cambio dellabiancheria.

    Painter’s House Dimora del ’600 di 150 mq nelcentro del paese. Appartiene alpittore astrattista Piero Dorazio.Con 8 posti letto (una camera èall’interno di una torre), 2 grandicortili, 2 bagni, 2 cucine, fornoesterno per barbecue. Prezzi:4080 € la settimana aprile, maggioe ottobre, 4200 € giugno-settembre.

    Casa UlisAbitazione tradizionale di unprofessore di musica. Cortileinterno ben tenuto, terrazza, 1 cucina, 2 bagni, 4 posti letto.Prezzi: 1265 € la settimana apr.,1470 € mag., 1650 € giu. e set.C/credito: MC, Visa.

    Villa Adriana

    Sotto l’acropoli, sulla strada per labaia di San Paolo. Luminosa,lontana dalla musica dei locali, puòospitare 6-8 persone. Cucina,camere (3 doppie, una con 2 lettisingoli), 2 bagni. E un piacevolecortile-giardino interno. Prezzi:mag. 1600 €, giu. e ott. 1780 €,set. 1990 €.

    Dove mangiareArchontikò

    In una casa di capitani del 1605. Indirizzo: vicino alla NationalBank, tel. 0030-22440-31.992,31.713. Orari: 20-24 (maichiuso). Prezzi: da 30 €.C/credito: le principali.

    MavrikosSotto le arcate di un edificioitaliano degli anni ’30.

    Indirizzo: nella piazzetta diLindos, tel. 0030-22440-31.232.Orari: 20-24 (mai chiuso).Prezzi: 30-40 €. C/credito: leprincipali.

    Radiotaxi: a Rodi città, tel.0030-22410-64.712, 64.790; a

    Lindos, tel. 0030-22440-94.528. Noleggio auto: a Rodi, Avis in città (31 G. Theodoraki),tel. 0030-22410-24.990,all’aeroporto, tel. 0030-22410-82.896; Hertz in città (13 G.Griva Str.), tel. 0030-22410-21.819, all’aeroporto tel. 0030-22410-82.902. A Lindos, ottimi prezzi conLindos rent a car, tel. 0030-22440-31.650, 31.465.

    Rhodes Hydrofoil Cooperative:46 Lambraki Str., tel. 0030-22410-74.235); aliscafi per Symi,Halki, Tilos e Nysiros; Marmaris inTurchia. Porto di Rodi: tel. 0030-22410-22.220, 28.666.

    Ufficio turistico: in Italia,Milano, via Lupetta 3, tel.02.86.04.70; Roma, via Bissolati78-80, tel. 06.47.44.249, Internetwww.ente-turismoellenico.com; A Rodi, Makariou & PapagouStr., tel. 0030-22410-23.655,23.255; orari: 7.30-15.30 (chiusosabato e domenica). Internetwww.rodosisland.gr.

    INDIRIZZI UTILI

    LINDOS

    Dimore storiche e taverne

    serte. Rodi finisce qui, dove inizia la scoperta dellespiagge appartate della costa occidentale. A Katta-via, la deviazione per Pano Gialos è il punto di rife-rimento per un rettilineo di sabbia che fronteggiaKtenies e altri isolotti disabitati. In riva al mare cre-scono ginepri rossi giganti, gigli della sabbia e asfo-deli; le spiagge sono raggiunte da sterrate dove leauto normali si insabbiano, meglio noleggiare mo-to, fuoristrada o proseguire a piedi (10 minuti).Lungo la statale, la prima costruzione è la tavernaChrisama, con una terrazza panoramica impagabi-

    le all’ora del tramonto. Da qui si leggono, come inuna carta geografica, le calette isolate che incidonola costa. Pinete e macchia mediterranea fanno dasipario a insenature invisibili dalla strada, sotto i ca-stelli di Monolithos e Kritinia. Seduti tra le lorospettacolari rovine si ammirano tramonti intermi-nabili sul mare aperto, sui rilievi di Halki e altre iso-le battute da crociati e pirati, i cui profili sfumanonella tavolozza dei rossi e dei viola del sole calante.

    Inviati da Dove, Mariella Grossi e il fotografo Marco Casiraghi

    Qui sopra, la cartina

    dell’isola di Rodi,con le località

    e le spiaggesegnalate

    nell’articolo.