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II Giornale del De Lilla Pagina 1
II Giornale del De Lilla Pagina 2
Comitato di redazione:
- Prof.ssa Maria Caravella
- Prof.ssa Anna Di Pinto
- Prof.ssa Felicia Ferrigni
- Ass. Tecnico Vincenza Santoro
Hanno collaborato:
Il Dirigente Scolastico:
- Prof.ssa Ester Gargano
Docenti:
- Eleonora Orlando, Patrizia Varchetta,
Mary Soardi
Gli alunni:
- Classi 3D -4A -5D -5E - Alunni: Barbieri R., Bendo Grace A., Bilog M., D’Elia M., De Natale G., Di Terlizzi A., Florio a., Gatti A., Geruzzi I., Lorusso A., Marino I., Marsico A., Petrone F., Picca A., Sannicandro S., Signore D., Telegrafo L., Tutino A., Ventrella I., Buongallino A., Caradonna F., Lasorella L., Roca T., Roca A..
INDICE
La tecnologia avanza e la scuola deve restare al passo
Pag. 3-4
Con "i colori del sapere" il De Lilla ha accolto gli alunni delle classi prime
Pag. 5
Cerimonia di premiazione concorso nazionale CARMINE SCIANGUETTA “Il miglior giornalino scolastico”
Pag. 6
GLO.C.L.I.L. Pag. 7-8-9
PROGETTO PON F3: MEDIEVALANDO ... in estate
Pag. 10-11-12
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Pag. 13-14
La magia di Assisi: un viaggio di fede e speranza
Pag. 15-16
Matera - Valsinni con il Parco
Letterario dedicato ad Isabella
Morra, veicola la propria identità
culturale.
Pag. 17-18-19
Leopardi :
un viaggio tra speranze e illusioni
Pag. 20
Niccolò Machiavelli e l’attualita’ delle leggi che regolano la politica
Pag.21
L’Istituto De Lilla premiato al
Dipartimento di Scienze
Agroambientali e territoriali
dell’Università Aldo Moro di Bari
Pag.22
Visita Ortobotanico: XXIII settimana della cultura scientifica e tecnologica
Pag.23
La dichiarazione universale dei diritti umani: 65 anni e non li dimostra
Pag. 24-25
Accadde…oggi
Pag. 26
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Pag. 27
Natale pag. 28
II Giornale del De Lilla Pagina 3
Il mondo contemporaneo, sempre più
veloce e complesso, continua a lanciare
al nostro secolo ricorrenti e molteplici
sfide alla scuola, che possiamo
sintetizzare
in: sfida
culturale,
democratica e
delle
condizioni
umane. Le
due culture
che oggi si contrappongono non sono
più la cultura scientifica e la cultura
umanistica, ma la cultura scientifico –
tecnologica e la cultura iconico – orale
dei nuovi linguaggi audiovisivi.
La tecnologia informatica avanza
ormai velocemente, dai memorabili
anni ’80 testimoni della prima
divulgazione di massa del PC, con il
Vic 20 e il Commodore 64, che ebbero
il merito di diffondere ad un pubblico
più vasto le potenzialità dei mezzi
informatici, si è compreso che nel
passato l’evoluzione tecnologica aveva
dei tempi fisiologici di evoluzione ma
negli ultimi trent’anni tutto è cambiato.
Bastano pochi mesi per rendere
obsoleto o inutilizzabile un mezzo
informatico. In questa escalation ad
essere coinvolta in primis è stata la
scuola, che ha dovuto confrontarsi con
queste nuove realtà. Il mondo della
scuola negli ultimi anni è notevolmente
cambiato perché i ragazzi che la
frequentano sono profondamente
diversi rispetto alla generazione dei
propri genitori. Oggi gli insegnanti di
fronte alle proprie cattedre trovano
banchi occupati da studenti sempre più
esperti e fruitori delle nuove
tecnologie, ragazzi abituati a lavorare
con strumenti di cui spesso gli adulti
ignorano l’esistenza o il
funzionamento. I ragazzi cresciuti
nell’era digitale sono multitasking,
abituati a comunicare, giocare e
studiare attraverso i nuovi media.
Tuttavia escluse alcune esperienze che
rappresentano casi di eccellenza, la
Scuola italiana è ancora molto lontana
dal mondo del digitale che tanto
affascina e coinvolge i ragazzi. Nel
nostro Paese, la scuola è spesso un
luogo in cui la multimedialità entra di
rado o è vista ancora con diffidenza,
creando così un gap tra il mondo del
lavoro e della comunicazione, che vive
al di fuori delle porte scolastiche e che
di multimedialità è permeato, e
Editoriale
La tecnologia avanza e la scuola deve restare al passo
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l’ancora troppo statico mondo
dell’istruzione. Negli ultimi anni il
MIUR ha dato segnali di cambiamento,
sia introducendo nel mondo della
didattica l’obbligatorietà di adozione
dall’anno scolastico 2011/2012 dei libri
misti e dei libri scaricabili, sia
attraverso investimenti per l’acquisto
delle LIM (lavagne Interattive
Multimediali), per la dotazione di
connessione internet ad alta velocità e
di laboratori di informatica. Questi
strumenti dalle grandi virtualità ,però,
spesso restano inutilizzati o
sottoutilizzati; ai ragazzi infatti
andrebbero spiegate le multifunzioni
dei loro smartphone o tablet di cui sono
capaci di sfruttare solo alcune
potenzialità, che se comprese a pieno
faciliterebbero e renderebbero più
efficace il loro processo di
apprendimento. Investire nelle nuove
tecnologie diventa vitale per la scuola,
per questo il nostro Istituto si è
impegnato a mettere in atto questo
processo di cambiamento, dotando
oltre ai laboratori, ogni aula scolastica
di un PC e di una LIM e ha introdotto il
registro elettronico. Per quanto
riguarda l’aspetto economico molto è
stato realizzato con i FESR
(fondi della Comunità Europea), ma la
volontà e l’impegno sono da attribuire
al Dirigente Scolastico e al Corpo
Docente, che hanno voluto
intraprendere questa sfida, che, come
tanti altri cambiamenti, si continua a
giocare grazie alla consapevolezza e
alla coscienza professionale del
personale della scuola.
Maria Caravella
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“I colori del sapere” questo il titolo con
cui l’Istituto “De Lilla” ha salutato i
ragazzi delle prime classi con una
manifestazione teatrale realizzata a
conclusione del progetto di accoglienza
“E..state con noi” , vero e proprio
laboratorio teatrale, tenuto dal dott. V.
Rago. I ragazzi sono stati i impegnati,
durante il periodo estivo, in attività
ludiche ed educative. L’iniziativa ha
facilitato l’ingresso delle “matricole”
nel nuovo ordine di scuola. All’evento
hanno preso parte anche i genitori,
chiamati ad una partecipazione attiva
volta a favorire un percorso di studi
sereno e collaborativo. Tutta la
comunità scolastica ha così potuto
vivere momenti di allegria legati alle
diverse attività programmate per
l’occasione, condividendo le particolari
emozioni di questa importante giornata.
Patrizia Varchetta
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Concludere un anno scolastico pieno di
attività e lavoro con una premiazione in
cui è stato riconosciuta la
professionalità dei docenti, l’impegno
e l’entusiasmo delle alunne, credo sia
una gratificazione che ci spinge a
continuare in un percorso di attività che
abbiano una ricaduta sul prestigio della
nostra scuola.
Quasi per gioco noi della redazione del
giornale abbiamo dato l’adesione a
partecipare al Concorso Nazionale “Il
miglior giornalino scolastico” Carmine
Scianguetta dell’Istituto di Manocalzati
(Av), consapevoli che il nostro
impegno profuso da anni alla
realizzazione del nostro giornale
scolastico di certo non sarebbe passato
inosservato. Con grande gioia abbiamo
ricevuto la notizia che eravamo stati
ammessi alla cerimonia finale e che
qquindi eravamo rientrati nel numero
delle scuole premiate. Il giorno 25
maggio con il gruppo delle alunne che
si sono esibite nel musical “ Storie di
donne” (PON C1 2011), ed alcune
ragazze che hanno collaborato alla
stesura di alcuni articoli, siamo partite
per andare a ritirare il premio. Le
alunne hanno avuto la possibilità di
presentare alcuni balletti estrapolati
dal Musical in quanto era anche
previsto in quella occasione che le
scuole partecipanti potessero esibirsi in
una rappresentazione. Il successo è
stato strabiliante, gli applausi del
pubblico
hanno veramente commosso e alla fine
le alunne hanno ricevuto una splendida
coppa. Per il giornale abbiamo
ottenuto il secondo premio ed un’altra
bellissima coppa, ma il premio più
gratificante per noi docenti è stato
l’abbraccio di tutte le nostre alunne.
Anna Di Pinto
Cerimonia di premiazione concorso nazionale CARMINE SCIANGUETTA
“Il miglior giornalino scolastico”
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Il 23 ottobre 2013 si è svolto a Bari
nell’Auditorium dell’Istituto Euclide il
Convegno «GLO.C.L.I.L. 2: Bridging
the gap betweeen theory and
practice».
L’importante appuntamento
internazionale ha coinvolto dieci
istituzioni scolastiche della Puglia,
della Lombardia e del Piemonte.
Tra i partner del progetto anche l’ IPSS
DE Lilla rappresentato da me con un
workshop dedicato al fenomeno del
consumo di alcool tra i giovanissimi
dal titolo “Underage drinking” e dalla
prof.ssa Gigante con un workshop di
economia dal titolo “Methods of
Payment”, entrambi disponibili sul sito
http://www.gloclil.eu/gloclil2/?p=181 .
Le docenti di Lingua Inglese, Laura
Amorese e Lilly Mesto hanno
affiancato i docenti DNL
nell’attuazione dei workshop. I
workshop hanno avuto lo scopo di
mostrare, a docenti non ancora avvezzi
a questa innovazione metodologica,
una lezione tipo, coinvolgendoli in
attività CLIL come se fossero studenti
delle nostre classi. Il feedback è stato
estremamente positivo, i workshop
erano affollati da docenti così coinvolti
e interessati da voler superare anche il
termine di tempo imposto dalla tabella
di marcia del convegno.
Il Convegno è stato promosso e
coordinato dall’Istituto Tecnico e Liceo
Linguistico “Romanazzi” di Bari.
Erano presenti i rappresentanti della
Regione Puglia, dell’Ufficio Scolastico
Regionale e i dirigenti degli Istituti
della rete pugliese: circa 300 docenti di
discipline non linguistiche e di lingua
degli istituti superiori di tutte le
provincie pugliesi hanno partecipato ai
lavori.
L’obiettivo del Convegno era fare il
punto sulla diffusione della
metodologia CLIL in Italia,
promuovere la riflessione intorno ai
temi dell’innovazione e della creatività
nell’educazione e presentare i risultati
del progetto di formazione e mobilità
internazionale per professionisti
dell’educazione GLO.C.L.I.L. 2 LLP-
LdV-VETPRO – 2012 (Lifelong
Learning Leonardo da Vinci
“Training teachers to design and share
CLIL modules in a virtual global
village”), CLIL è l’acronimo di
Content and Language Integrated
Learning: apprendimento integrato di
lingua e contenuto.
Con la riforma Gelmini un’ora alla
settimana di CLIL è diventata
GLO.C.L.I.L.
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obbligatoria nella scuola italiana:
l’obbligo riguarda i ragazzi che
nell’anno scolastico 2014-2015
frequenteranno il quinto anno dei Licei
e degli Istituti Tecnici. Purtroppo si
lamenta una grave dimenticanza,
riconosciuta pubblicamente durante il
convegno, quella degli istituti
professionali, che si spera verrà
colmata in tempi brevi.
Il ClIL è una metodologia largamente
diffusa in Europa da circa vent’anni e
sperimentata in
differenti contesti: promossa da David
Marsh è diventata sinonimo di
multilinguismo, competenze e
innovazione didattica.
Nella pratica del CLIL il docente di
disciplina e quello di lingua devono
lavorare in team.
I contenuti sono scelti dal docente di
disciplina e proposti, con l’aiuto del
docente di lingua, attraverso compiti
brevi, esercizi che gli studenti svolgono
in gruppi e in coppie, con l’obiettivo di
favorire l’interazione tra gli studenti e
tra gli studenti e il docente in contesti
comunicativi reali.
La lingua veicolare (L2), l’inglese,
viene introdotta in modo semplice, in
accordo con il livello
linguistico di partenza degli studenti,
dotando la classe di strumenti
(scaffolding) linguistici,
raccolte di parole e costruzioni
grammaticali. Immagini, grafici,
oggetti reali sono di supporto al
lavoro della classe: la ricerca del
feedback è costante e può avvenire
attraverso lo scritto, il parlato, la
restituzione di immagini o semplici
drammatizzazioni.
Tutta l’attività si articola per
competenze e tende a sviluppare le
abilità cognitive: dal semplice ricordare
e comprendere all’applicare,
analizzare, valutare e creare. La
creatività è richiesta innanzi tutto al
docente che prepara le attività per gli
studenti.
Questo è quello che noi docenti
impegnati nella formazione del
programma europeo Leonardo Da
Vinci abbiamo imparato sia in aula, in
Italia e a Edimburgo, sia sperimentando
con le nostre classi gli aspetti
trasversali e specifici della metodologia
CLIL.
E’ evidente che la portata innovativa
del CLIL non è dunque legata, come
spesso si crede, a una maggiore
esposizione degli studenti all’inglese e
non si esaurisce nella lezione di una
disciplina non linguistica in una lingua
comunitaria non nativa (L2). E non sta
neanche nell’originalità dei
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contenuti della materia non linguistica,
ad esempio matematica, scienze o
economia. Il CLIL introduce, nella
scuola secondaria superiore in
particolare, un capovolgimento del
modo di intendere l’insegnamento: lo
spostamento da una prospettiva
tradizionalmente centrata sulla figura
del docente e sui contenuti (la lezione
“frontale” ancora così diffusa) verso la
comunicazione reale e l’interazione del
gruppo classe. Una riduzione del tempo
riservato al docente (Teacher Talking
Time) a favore del tempo per lo
studente (Student Talking Time) per
ascoltare, sperimentare le regole del
linguaggio, sbagliare, correggersi,
analizzare.
Una reale interazione della classe, lo
scambio e la comunicazione sono
fattori di cambiamento e di
apprendimento costante. L’innovazione
nell’educazione ha per obiettivo
l’eccellenza, la ricerca costante della
qualità attraverso la creatività, le
competenze cognitive, il pensiero
critico, la collaborazione e la
comunicazione.
Una sfida che non sempre coincide con
le reali possibilità di azione. La
didattica per competenze, come la
metodologia Clil non è facile: richiede
formazione teorica e sul campo,
confronto, sperimentazione e tempi e
spazi adeguati nelle nostre scuole.
Richiede sostegno da parte delle
istituzioni. Il MIUR non ha ancora
attivato una formazione CLIL su scala
nazionale: per rimediare a questo il
progetto GLO.CLIL2 ha inteso
sfruttare le possibilità offerte dal
programma Leonardo Da Vinci per la
formazione in servizio dei
professionisti dell’educazione. Il
progetto GLO.CLIL2, coordinato
dall’Istituto Romanazzi, è stato
finanziato in gran parte con fondi UE.
Una piccola parte è stata finanziata
direttamente da noi docenti del De
Lilla. Con grande orgoglio possiamo
affermare che siamo l’unico
professionale con quattro docenti CLIL
formati e certificati con la
certificazione TKT CLIL, anche questa
direttamente autofinanziata.
I docenti devono pretendere
formazione, affiancamento. Come il
cervello degli studenti, anche il
cervello del docente apprende e si
trasforma mentre osserva come si
apprende.
Il programma del Convegno:
http://www.istitutoromanazzi.it/gloclil-
2-convegno 23-ottobre-2013/
Il sito del progetto:
http://www.gloclil.eu/gloclil2/
I nostri moduli CLIL, presentati nei
workshop:
http://www.gloclil.eu/gloclil2/?p=181
Eleonora Orlando Prof Eleonora Orlando
II Giornale del De Lilla Pagina 10
Il nostro Istituto ha aderito ad una rete
di tre scuole con capofila l’Istituto
comprensivo “Don Milani” insieme
all’istituto comprensivo Garibaldi, per
la realizzazione di un progetto PON
emanato in attuazione dell’Azione 3
“Contrasto alla Dispersione Scolastica”
del “Piano d’Azione Coesione per il
miglioramento dei servizi pubblici
collettivi al Sud”. L’azione è diretta
alla realizzazione di progetti di rete
finalizzati alla prevenzione e al
contrasto dell’abbandono scolastico e
del fallimento formativo precoce
all’interno di contesti territoriali a più
elevato rischio di dispersione
scolastica. Il progetto è rivolto, nel
nostro caso, ad alunni in entrata dalla
scuola secondaria di primo grado e
alunni del nostro biennio, ma, prima di
illustrarne la prima fase, svoltasi
quest’estate, è importante chiarire
l’origine, la mission, il contesto e le
finalità di questa tipologia di interventi,
a partire dal termine “coesione”.
Nel sito del Ministero per la Coesione
Territoriale, che ha garantito lo
sviluppo del Piano di azione Coesione,
esso “non si riferisce solo alla
pienezza delle relazioni umane che si
realizza quando crescono le opportunità
di sviluppo, ma anche al metodo del
“confronto, anche vivace, fra tutti i
soggetti, interni al territorio ed esterni a
esso”. Vale a dire che, attraverso una
politica nazionale di coesione
territoriale, si vorrebbe migliorare la
situazione reale di vita e l’esercizio dei
diritti di ogni cittadino, fin dalla scuola
dell’infanzia. Nell’ambito di questo
indirizzo generale poi il MIUR ha
formulato una specifica azione
“Crescere in Coesione”, la cui mission
è finalizzata a dare risposte innovative
e chiare al perdurare della dispersione
scolastica e del fallimento formativo in
Italia, a partire dalle aree più critiche
nel Mezzogiorno, dove si registrano
percentuali più elevate del fenomeno.
Tra le finalità dell’azione F3:
raggiungere tutti e ciascun bambino
e ragazzo per offrirgli effettiva
opportunità di istruzione e
formazione e di successo formativo
ed educativo;
promuovere un sistema di
innovazione progettuale e
metodologica che coinvolga in
modo integrato la scuola e gli altri
attori educativi di ciascun territorio.
Il progetto è stato pensato come
prototipo: si tratta di applicare
nell’ambito scuola azioni ben
strutturate, capaci di contrastare la
dispersione scolastica e il fallimento
formativo lì dove tali fenomeni sono
presenti e, ahimè, legati al perdurare
della povertà e dell’esclusione sociale e
culturale. L’obiettivo ambizioso è
dunque quello di contribuire a creare,
in età precoce, una fondamentale
condizione che possa “rimuovere gli
PROGETTO PON F3: MEDIEVALANDO ... in estate
II Giornale del De Lilla Pagina 11
squilibri economici e sociali” che
impediscono il pieno esercizio
dell’uguaglianza dei cittadini, secondo
quanto sancito dall’art. 3 della
Costituzione. Non solo,
specificatamente nell’ambito
dell’istruzione il Piano di Azione e
Coesione è teso a realizzare le priorità
definite nei documenti comunitari
relativi alla Programmazione 2014-
2020, sperimentando così interventi
coerenti con la strategia “Europa
2020”.
Tra le priorità, infatti, l’aumento delle
competenze degli individui, da
raggiungere attraverso una maggiore e
migliore scolarizzazione, che ha effetti
diretti e indiretti sullo sviluppo socio
economico dei Paesi, poiché è
ampiamente dimostrato che a
competenze più ampie e di carattere più
innovativo corrispondono minore
disoccupazione, maggiore spendibilità
della propria professionalità e aumento
della produttività. Le competenze degli
individui, inoltre, incidono
sensibilmente sulle loro condizioni di
salute e la capacità di costruire rapporti
sociali. Maggiori livelli di istruzione
rappresentano, quindi, un investimento
positivo per l’individuo e per il Paese;
al contrario, bassi livelli di educazione
aumentano il rischio di povertà e le
difficoltà di impiego.
Nel nostro istituto il Progetto, dal titolo
“La città per i ragazzi, i ragazzi per la
città” è ancora in fieri e vede coinvolti
nella formazione e nella
partecipazione, oltre gli alunni del
biennio, anche i loro genitori e i
docenti, considerati “destinatari
strumentali alla efficacia e alla qualità
dell’azione educativa rispetto agli
allievi e ai giovani che devono
completare l’obbligo scolastico o
formativo”. Un primo modulo,
“Medievalando”, si è svolto durante i
mesi estivi e si è concluso a settembre
con un evento finale riportato anche dal
quotidiano
“La Repubblica”
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/0
9/14/foto/medievando-66524403/1/#25
In collaborazione con l’associazione
culturale “Historia”, sono stati
coinvolti alunni a rischio dispersione,
in entrata nella scuola secondaria di
secondo grado, favorendone
l'integrazione e la socializzazione tra
loro e con gli altri studenti dell'istituto,
che li ha accolti. Essi hanno da subito
mostrato un interesse verso attività che
li hanno portati a socializzare tra di
loro, ma anche a rafforzare la propria
autostima, mettendosi in gioco e
dimostrando di potercela fare.
Gli alunni hanno conosciuto, costruito
e praticato attività e giochi medievali
quali: tiro con l’arco (realizzandone le
frecce), corsa coi sacchi Gioco della
II Giornale del De Lilla Pagina 12
mela gioco del Hnefetafl (dalle origini
storiche, risalenti molto probabilmente
al 400 D.C.), la Giostra dell'Anello,
gioco della Palla Corda, Corsa a tre
gambe, gioco del Castellone, abbatti il
Re, il gioco dell'Imperatore e del
Linneo, o Tablut, (quest’ultimo di
origini medievali del gioco ma
riscoperto nel 1730 ad opera del
naturalista Carlo Linneo). L'evento
finale di chiusura del corso si è svolto
nella stessa giornata, ma in due
tempistiche diverse: una prima nella
quale sono stati presentati i giochi da
tavolo medievali, ed una seconda nella
quale sono state svolte le attività di
gioco all'aperto. Nella prima parte le
partecipanti, divise in 4 squadre, hanno
presentato alle classi della scuola i
tabelloni e le pedine costruite da loro
nei primi giorni di corso, andando poi a
spiegare i regolamenti del Linneo, del
Hnefatafl e del Gioco dell'Imperatore,
dando anche piccole informazioni
storiche sulle loro origini.
Successivamente si è passati al Palio
vero e proprio, che ha visto le ragazze
scontrarsi per il primo posto nei giochi
all'aperto presi in esame durante il
corso e nel tiro con l'arco innanzi a
parte della scolaresca, dando così prova
ai compagni della loro abilità e di
quello che hanno svolto durante
l'estate. Proprio durante l’evento finale
si è potuto constatare con quanto
entusiasmo e interesse i ragazzi
abbiano percorso un cammino
progettuale che, attraverso il gioco, ha
insegnato loro ad apprezzare le origini
storiche della loro città, ma anche a
rispettare regole e a rafforzare le
proprie competenze e la propria
autostima, quando hanno dovuto
mostrare il tutto a genitori, dirigenti
scolastici e docenti del nostro e dell’IC
“Don Milani”, nonché agli altri studenti
delle classi del biennio, che hanno
assistito alla manifestazione e hanno
interagito con loro.
Felicia Ferrigni
II Giornale del De Lilla Pagina 13
Anche quest’anno è partito il Progetto
Alternanza Scuola – Lavoro che
coinvolge noi alunni della classe 3^ D.
E’cominciato proprio bene perché dal
30 settembre al 2 ottobre ci siamo
recati ed Assisi per uno stage teatrale
con lo scopo di avvicinare noi studenti
al Teatro sociale. Precisiamo che per
molti di noi è stato il viaggio della “
prima volta”: la prima volta che si
parte, magari da soli, la prima volta con
compagni e docenti nuovi, la prima
volta a teatro, il primo approccio verso
l’arte… Già dalla partenza alle ore
6.00 eravamo tutti emozionati ed
entusiasti di condividere insieme a sei
nuovi compagni un ‘esperienza che si
sarebbe rivelata indimenticabile!
Dopo aver salutato i familiari, siamo
partiti alla volta di Assisi. E’ stato un
viaggio tranquillo durante il quale è
cominciata la socializzazione tra i due
gruppi partecipanti cioè noi alunni
della 3^ D e alcune ragazze delle classi
5^ E, 4^ C,4^A, 4^B che sono state
protagoniste del musical “ La storia
delle donne”, spettacolo allestito dal
prof. Rago e che è stato premiato con la
medaglia d’oro dal Presidente della
Repubblica. Arrivati ad Assisi ci siamo
sistemati in hotel e dopo un breve
riposo è iniziato il tour diviso in tre
tappe:Spello, cittadina medioevale che
ci ha accolto con un’interrotta e
fastidiosa pioggia, Norcia, capitale
dello shopping gastronomico e infine
Assisi dove abbiamo visitato soltanto
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
ASSISI: ESPERIENZA DI TEATRO SOCIALE
II Giornale del De Lilla Pagina 14
alcuni luoghi che hanno visto la
presenza di Chiara e Francesco come la
Basilica di S. Maria degli Angeli al cui
interno si innalza la Porziuncola, la
Basilica di S. Chiara, ispiratrice del
nostro stage, la Basilica di S.
Francesco, tempio dell’arte italiana
La tappa centrale del nostro stage è
stato il musical “ Chiara di Dio” presso
il Teatro Metastasio di Assisi, uno
spettacolo interamente dedicato alla
vita di Chiara d’Assisi. Lo spettacolo è
stato bellissimo, ricco di scenografie, di
coreografie, interpretato da attori
bravissimi che sono riusciti a far
immedesimare noi spettatori nei vari
personaggi. In classe avevamo studiato
la storia di Chiara tra libri e fotocopie,
ma vederla rappresentata sul
palcoscenico tra dialoghi, musiche e
balli, è stato completamente diverso,
ma soprattutto fortemente suggestivo
tanto che l’emozione che pervadeva i
nostri cuori, è esplosa in tantissime
luccicanti lacrime di felicità…Dopo lo
spettacolo alcuni attori hanno
raccontato la loro storia personale che,
per alcuni, è abbastanza complessa in
quanto sono persone con un passato
difficile e burrascoso, emarginati dalla
società, da cui si sono riscattati grazie
al teatro. Infatti gli attori della
compagnia teatrale del regista Corrado
Tedeschi, vivono in comunità dove
attraverso la magia dell’arte e della
recitazione, riscoprono se stessi e il
vero valore della vita. Ecco lo scopo
del teatro sociale: un’opportunità di
rinascita.
Sicuramente questo è stato il viaggio
delle scoperte! Dopo il teatro, c’è stato
un altro momento “ forte”: l’incontro
con Suor Lucia, monaca di clausura,
presso il convento di S. Quirico ad
Assisi. Suor Lucia ci ha accolto nel
parlatorio e attraverso una grata ci ha
parlato della sua vita familiare, della
scelta vocazionale, dei cambiamenti
che la clausura ha realizzato negli anni
e poi, rispondendo alle nostre
domande, ci ha fatto riflettere sulla
libertà, sull’amore, sull’amicizia. Le
parole di Suor Lucia, colme di serenità
e semplicità, ci hanno fatto capire che
bisogna saper donare senza chiedere
nulla in cambio. A volte ci
preoccupiamo delle apparenze, del
possesso e non pensiamo che è
sufficiente un sorriso per poter rendere
felice una persona che soffre. Da
questo incontro abbiamo maturato
l’idea che l’operatore dei servizi sociali
deve essere pronto a donare un sorriso ,
una parola consolatrice, una carezza a
tutte quelle persone che incontrerà nel
suo lavoro.
Infine è giusto citare la breve, ma pur
ricca pagina di storia dell’arte
racchiusa nella Basilica di S.Francesco,
le cui pareti interne sono ricoperte degli
affreschi di Giotto, massimo pittore
italiano del primo Trecento, che
descrive le scene salienti della vita del
santo.
Sicuramente non dimenticheremo
questa favolosa opportunità che la
scuola ci ha offerto perché abbiamo
avuto l’occasione di conoscere, di
imparare, di interagire con persone e
situazioni per noi nuove arricchendo il
nostro bagaglio culturale. Abbiamo
scoperto la bellezza e l’importanza del
viaggiare che arricchisce tanto quanto
le ore di lezione svolte in classe.
Possiamo dire con fierezza che questo
viaggio ha provocato in noi intense
II Giornale del De Lilla Pagina 15
emozioni plasmando il nostro animo.
Per questa grande opportunità
ringraziamo la Dirigente scolastica, la
Prof.ssa Ester Gargano che ha
condiviso con noi le emozioni e le
scoperte di questi giorni, il Prof. Vito
Rago che ci ha guidato nel magico
mondo del teatro e la Prof.ssa Teresa di
Bari che ci ha accompagnato in questa
fantastica esperienza.
classe 3D
Il nostro viaggio è iniziato il 30
settembre, accompagnate dal Dirigente
prof.ssa Ester Gargano, dalla prof.ssa
Teresa Di Bari e dal prof. Vito Rago:
quest’esperienza ci ha regalato non
solo un arricchimento culturale per
aver visitato Assisi, una città ricca di
storia e cultura, ma ha accresciuto in
noi l’amore e l’interesse già nato nella
nostra scuola, per il teatro. La meta non
è stata casuale, abbiamo avuto il
piacere di assistere allo spettacolo
“Chiara di Dio” un musical che era
molto vicino alla tipologia di spettacolo
che abbiamo messo in scena lo scorso
anno scolastico. A questa città è
strettamente legata la storia di un
uomo divenuto santo, che ha cambiato
il mondo, San Francesco. La città è
molto bella, una testimonianza
dell’epoca medioevale che ha lasciato
tracce non solo dal punto di vista
artistico come la Basilica, gli affreschi
di Giotto tornati a vita nuova dopo le
devastazioni dell’ultimo terremoto, il
convento di Santa Chiara, la chiesa di
San Damiano e Santa Maria degli
Angeli, ai piedi della collina, ma ciò
che più si sente è la fede e l’opera dei
francescani che custodiscono i resti di
un passato glorioso. Tutto ciò si è
sviluppato in uno stupendo paesaggio
tipicamente umbro, in un borgo
medievale che è rimasto tale sin dai
tempi del Santo. Inoltre Assisi è
importante perché è la città natale di
San Francesco, patrono d’Italia, e Santa
Chiara. Abbiamo visitato i luoghi più
La magia di Assisi: un viaggio di fede e speranza
II Giornale del De Lilla Pagina 16
significativi della città: la Basilica di
Santa Maria degli Angeli e al suo
interno, la mistica Cappella della
Porziuncola, la Basilica Patriarcale di
San Francesco con i meravigliosi
affreschi di Giotto, che custodisce le
spoglie mortali del Santo, l’Oratorio
dei Pellegrini, una piccola chiesa
ostello dei pellegrini e la Basilica di
Santa Chiara.
Al teatro Metastasio di Assisi abbiamo
assistito ad un musical dal titolo
“Chiara di Dio”, spettacolo
emozionante e commovente messo in
scena per raccontare la vita di una
delle più importanti figure femminili
del cattolicesimo. Con stile originale il
regista Carlo Tedeschi ha realizzato
una performance del tutto moderna,
iniziando il musical con la
presentazione della Santa negli ultimi
momenti terreni per poi rappresentare
le vicende più significative della sua
vita accanto a Francesco. Il musical fa
emergere l’umanità e l’attualità della
vita dei due giovani Chiara e
Francesco, un esempio per i ragazzi di
oggi e nonostante siano trascorsi otto
secoli, riesce a coinvolgere molti della
nostra generazione. E’ stata un’
esperienza costruttiva, ci riteniamo
molto fortunate, poiché questa
esperienza ci ha fatto crescere, sia dal
punto di vista morale che
interpersonale.
In ultimo abbiamo conosciuto ed
apprezzato un’altra cittadina umbra,
Spello un simbolo dell’Italia etrusca,
romana e medievale. È raccolta in mura
antiche ben conservate e inattaccabili
fin dai tempi in cui bisognava
difendersi dal nemico e tuttora Spello
mantiene questa sua atmosfera di
intimità antica.
Federica Caradonna
M. Letizia Lasorella
II Giornale del De Lilla Pagina 17
Giacomo Leopardi e Isabella Morra due realtà
parallele che esternano il pessimismo dell’anima
Utilizzando come filo conduttore i
versi di Isabella Morra, menestrelli e
cantastorie accompagnano i visitatori
tra i vicoli del borgo antico, per
ascoltare le storie che quei muri
consumati dal tempo ancora
raccontano, per chi ancora ha voglia di
ascoltare ….. la poesia di Isabella è
intrisa d queste mura e allo stesso
tempo è capace di ridargli vita. Come
per incanto i suoi versi rivivono tra
quelle pietre dandogli un’anima.
E’così che ormai da 23 anni, dal 13
luglio al 31 agosto dalle 19,00 alle
24,00 “Il Borgo Racconta” con uno
spettacolo itinerante tra i vicoli della
città vecchia di Valsinni, che giunge
con il suo percorso teatrale ed
enogastronomico, fino al misterioso
castello dei Morra, ora visitabile solo in
parte, in quanto dal 1921 divenuto
dimora stabile della famiglia Rinaldi.
Si narra la storia di Isabella, vissuta nel
1500, vittima di un femminicidio,
uccisa dai fratelli perché implicata in
una ipotetica relazione, rivelata da una
corrispondenza tra Isabella e il
cavaliere e poeta spagnolo Diego
Sandoval De Castro, investito della
baronia del feudo di Bollita, oggi Nova
Siri in provincia di Matera.
La vicenda è di straordinaria attualità,
numerosi sono stati gli autori che
hanno parlato della sua vicenda. A
distanza di quasi cinque secoli, la
poetessa ispira ancora tanta
propensione artistica non solo nel
campo della poesia ma anche nella
narrativa, nel teatro nella musica e
nelle arti figurative.
Al termine dell’estate, prima di riporre
i costumi d’epoca e riprenderli per la
Matera - Valsinni con il Parco Letterario dedicato ad Isabella Morra, veicola la propria identità culturale.
II Giornale del De Lilla Pagina 18
prossima stagione, per meglio
comprendere questo evento abbiamo
intervistato il Dottor Rocco Truncellito,
presidente della Pro Loco di Valsinni:
D. Com’è nata l’idea del Parco
letterario dedicato ad Isabella
Morra?
R. L’estate di Isabella è nata 23 anni
fa, questa manifestazione ha preceduto
nei contenuti l’attuale Parco letterario
che è stato creato nel ’93 ed è divenuto
ormai la principale manifestazione. La
risorsa culturale è Isabella Morra,
poetessa capace di veicolare un grande
valore artistico e turistico. Il tutto è
finalizzato a mostrare i luoghi che
l’avevano ispirata nelle sue liriche,
facendo della letteratura un’occasione
di crescita sociale ed opportunità di
lavoro per i giovani.
D. Come tutto questo è stato
realizzato?
R. Si cerca di rappresentare il rapporto
tra la poesia e i luoghi, utilizzando le
fonti con garanzia di autenticità
nell’offerta turistico culturale. A me
piace dire ripercorrendo la poetica del
fanciullino di Pascoli, che il poeta fa
suo il luogo di ispirazione,
interiorizzandolo e quindi noi
cerchiamo di far conoscere l’anima del
luogo.
D. A cosa si rifà quello che voi
proponete?
R. Quel che noi proponiamo si rifà alle
fonti storiche ufficiali e ad altre fonti
egualmente autentiche, come ad
esempio opere di perlustrazione del
territorio, per cercare di comprendere
quello che la poetessa Morra non ha
mai scritto ma viveva e sentiva.
D. Chi da vita all’Evento?
R. E’ una scuola sul campo, i giovani
hanno frequentato un laboratorio
teatrale fondato sulla pratica. In estate
riusciamo anche a retribuirli con
contributi pubblici o di privati
interessati e degli introiti provenienti
dagli spettatori. Cerchiamo di
perseguire il criterio dell’’impresa
cittadina. Ci sono giovani che ci
lavorano in pianta addirittura stabile,
che hanno anche aperto anche una
partita IVA.
Attualmente la Manifestazione è
mantenuta viva proprio dai giovani, che
vedono in questo un motivo di
guadagno, ma anche il desiderio di
trasmettere le proprie radici, per questo
non vogliamo professionisti del mondo
dello spettacolo, ma Valsinnesi che
facciano della propria identità culturale
una risorsa da riscoprire e da
valorizzare.
II Giornale del De Lilla Pagina 19
D. Chi sono i vostri visitatori?
R . Non abbiamo un target preciso, si
tratta di scuole, associazioni culturali,
associazioni femminili, in quanto
Isabella Morra rappresenta per le donne
un esempio di riscatto culturale. Dacia
Maraini le ha intitolato un collettivo
femminile e ha scritto un’opera teatrale
che racconta la “Storia di Isabella
Morra”, ispirandosi a quanto aveva
scritto Benedetto Croce .
Croce è stato il primo che ha cercato di
ricostruire attraverso i documenti
esistenti la storia di Isabella, storia
ancora avvolta dal mistero. Venuto a
Valsinni nel 1928, Croce continuò a
concepire le sue ricerche incomplete,
ma considerò importante una cosa,
essersi immerso in quella realtà che
aveva ispirato tale poesia, ed è questo
che ancora oggi anima l’ idea del Parco
Letterario.
D. Avete contatti con altre realtà
analoghe?
R. Si, un gemellaggio con Nova Siri,
rapporti di collaborazione con la casa
della poesia di Monza, che ha
addirittura istituito un premio nazionale
di poesia intitolato”Isabella Morra il
mio mal superbo”. In passato abbiamo
anche avuto rapporti con Recanati e
precisamente con il Centro di Studi
Leopardiani che ha realizzato
un’analogia importante tra le
personalità artistiche e letterarie della
Morra e di Leopardi, evidenziandone
caratteristiche e malesseri comuni.
Questo ha dato vita alla realizzazione
di un recital di interazione tra le poesie
di Giacomo Leopardi e quelle di
Isabella Morra. Molti sono stati anche i
convegni realizzati sulla solitudine dei
poeti, elemento fortemente vissuto da
entrambi gli artisti. Dagli studi
realizzati è venuto anche fuori un
dubbio, se Leopardi avesse letto i versi
di Isabella Morra, in quanto i versi di
entrambi confluiscono in esiti poetici
comuni.
D. Quali prospettive avete per il
futuro?
R. Più che una prospettiva è una
speranza, noi pensiamo che “Il Parco
Letterario” sia un esempio di
prospettive per un futuro di riscatto e di
sviluppo; perché i nostri paesi rischiano
d i scomparire, pertanto è fondamentale
non importare modelli omologati, ma
valorizzare la propria identità culturale,
trasformandola in prodotto capace di
innescare meccanismi di tipo culturale
ed economico, per evitare che i giovani
vadano via. Il motto potrebbe essere: “
Invertire la tendenza ad andar via,
valorizzando ciò che abbiamo.
Maria Caravella
Tratto da Puglialive del 03/09/2013
II Giornale del De Lilla Pagina 20
Il lavoro dei giovani tra rassegnazione e opportunità.
Dopo aver analizzato i testi delle poesie
di Leopardi “ A Silvia “ e “Il sabato nel
villaggio” ho potuto dedurre che
nonostante siano due liriche diverse tra
loro , in esse sono racchiuse la speranza
e il tramonto delle illusioni. “ A Silvia
“ è quasi un atto di accusa verso la
natura che prima illude , poi disillude.
C’è tutto il Pessimismo leopardiano , la
sua concezione della vita, come
sofferenza condita da una breve
stagione di felicità: in fondo dietro
Silvia c’è sempre il poeta , un po’ come
quei ritratti in cui si dice che si cela
l’autoritratto dell’autore. La bellezza di
questa poesia è data dal fondere di un
episodio realmente accaduto, la morte
di Silvia, con quella che è la vicenda
tragica di tutte le vite umane, e
soprattutto quella del poeta stesso,
stupendamente razionale. Il tema
predominante de “Il sabato del
villaggio”, invece, è il rievocare
dell’età fiorita , tema che per altro si
trova in altri idilli , come “ A Silvia “
dove la ragazza è la personificazione
stessa della gioventù che sfiorisce. Al
contrario di “ A Silvia, però che
presenta toni sarcastici e polemici , “Il
Sabato del villaggio” ha un tono molto
piu’ pacato e triste. L’autore infatti .
invita a non aspettarsi nulla dal futuro
perché come la domenica deluderà
l’attesa del sabato , così la vita deluderà
l’attesa dei sogni e della giovinezza.
Come può un poeta ottocentesco
essere così attuale?
È proprio nella nostra società in cui il
pessimismo cosmico impedisce di
puntare al futuro che proprio il
pensiero Leopardiano da voce al
disagio giovanile.
Il pessimismo cosmico è una delle fasi
del pensiero Leopardiano detto così in
quanto investe tutte le creature di un’
infelicità assoluta, tutto ciò è causato
dalla natura che inizialmente si mostra
benevola donandoci la vita,
illudendoci alla felicità , ai sogni , per
poi mostrarsi piena di avversità e
sofferenze. E’ proprio questo, che
spiega la nostra condizione, “ noi
giovani della crisi dei valori “ abbiamo
paura di crescere, trovarci faccia a
faccia con la crisi e con la realtà di un
Paese che sembra non abbia nulla da
offrirci aumentando il fenomeno della
fuga dei cervelli .
Leopardi ci invita a non aspettarci nulla
dal futuro perché le aspettative
potrebbero deludere l’attesa e di
goderci invece a pieno l’adolescenza ,
un periodo contraddistinto dalla
spensieratezza , che non torna piu’ .
Se solo riuscissimo a fare le cose,
senza aspettarci nulla dalla vita, niente
potrà deluderci.
Ma quanto è difficile da mettere in
pratica tanta saggezza.
Arianna Buongallino
LEOPARDI :
UN VIAGGIO TRA SPERANZE E ILLUSIONI.
II Giornale del De Lilla Pagina 21
Il Rinascimento anziché far propri gli
studi teologici, fonda il suo primato
sugli studi umani. Una delle
innovazioni del Rinascimento fu infatti
il Metodo Scientifico. Questo metodo
fu inventato e applicato da Machiavelli,
anche nella politica, cercando di dare
regole anche in questo campo, dove
secondo lui il Principe doveva
possedere delle virtù per affrontare la
politica. Come Leonardo Da Vinci,
Machiavelli è considerato un tipico
esempio di Uomo Rinascimentale. Egli
nasce a Firenze il 3 maggio 1469.
Niccolò s’ interessò alla politica sin
dalla giovinezza; egli fu designato
ed eletto dal Consiglio degli Ottanta.
I suoi incarichi gli conferirono grandi
responsabilità nel campo della politica
interna, dove venne escluso dopo 14
anni e questo per lui fu un durissimo
colpo. A tutto ciò si aggiunse il fatto
che, nel febbraio 1513 fu sospettato per
aver preso parte ad una congiura, venne
torturato e tenuto in prigione per 15
giorni e liberato in occasione dell’
ascesa al Pontificato di Giovanni De
Medici. Machiavelli muore il 21
giugno 1527. Oggi purtroppo le regole
che Machiavelli aveva individuato
riguardo alla politica non sono
cambiate. Per essere un “ buon
politico” non servono le leggi della
morale, anzi possono diventare
dannose a chi le applica, se vuol
continuare a mantenere il potere.
Tania Roca
Annarita Roca
Niccolò Machiavelli e l’attualita’ delle leggi che regolano la politica
II Giornale del De Lilla Pagina 22
Ricevere un riconoscimento per un
percorso progettuale nell’ambito
dell’Educazione Ambientale è di certo
sempre emozionante. Le alunne delle
classi 2^A – 2^D – 3^A, protagoniste
di questa cerimonia di premiazione
sono state splendide, hanno saputo
rappresentare il nostro istituto con
serietà presentando al pubblico il
video da loro realizzato dal titolo” I
mille colori dell’ambiente”, e un
power-point sul riutilizzo della
frazione organica dei rifiuti solidi
urbani per ottenere il Compost.
Alla presenza del Direttore di
Dipartimento, Dott. Giacomo Scarascia
Mugnozza, della rappresentante della
Regione Puglia, Dott.ssa Giulia De
Marco Aree Politiche per lo Sviluppo,
il Lavoro e l’Innovazione, di docenti,
alunni e genitori, la cerimonia è stata
presenziata dal prof. Leonardo
Mancini che ha presentato
brillantemente il lavoro delle scuole
coinvolte nel progetto organizzato
dall’Università degli Studi di Bari Aldo
Moro con il patrocinio della Regione
Puglia. In qualità di docente referente
ho espresso la nostra gratitudine per
essere stati coinvolti in questo percorso
progettuale, confermando che da anni
l’istituto De Lilla è coinvolto
attivamente nell’educazione ambientale
sia con progetti afferenti al Piano
dell’Offerta Formativa sia con progetti
PON svolti con grande successo. A
conclusione della cerimonia, la
consegna di una compostiera per la
realizzazione del Compost qui nella
nostra scuola e la consegna di una targa
di riconoscimento, sono stati i momenti
più salienti della giornata.
Le alunne hanno ricevuto un attestato
di partecipazione e le congratulazioni
di tutte le rappresentanze presenti, con
l’invito a continuare ad impegnarsi in
attività inerenti al tema dell’ambiente
per la tutela e la salvaguardia del nostro
territorio.
Anna Di Pinto
L’Istituto De Lilla premiato al Dipartimento di Scienze Agroambientali e territoriali dell’Università Aldo Moro di Bari
II Giornale del De Lilla Pagina 23
Il giorno 24 ottobre alcune alunne delle
classi seconde hanno partecipato ad
una visita guidata presso il Museo Orto
Botanico dell’Università degli Studi di
Bari (Campus Universitario E.
Quagliarello) nell’ambito del progetto
dal titolo “Compostiamoci bene”.
Questa iniziativa rientra tra tutte quelle
organizzate dall’Università Aldo Moro
di Bari, per la XXIII settimana della
cultura scientifica e tecnologica,
anticipando le attività in cui le alunne
saranno impegnate in un progetto di
divulgazione che ha avuto inizio lo
scorso anno scolastico, per il “riutilizzo
della frazione organica dei rifiuti solidi
urbani (RSU), dal vaso al giardino,
all’azienda agraria”. Tale progetto si
svolgerà nel nostro istituto per
sensibilizzare le nostre allieve alla
raccolta differenziata dei rifiuti, una
pratica che è ancora poco utilizzata
nella maggior parte delle famiglie.
Durante la visita guidata le alunne
hanno assistito alla realizzazione di una
compostiera ad uso casalingo, il prof.
Signorile della Masseria dei Monelli
(Masseria Didattica della Regione
Puglia) ha spiegato l’importanza di
eseguire, lì dove sia possibile ed
avendo a disposizione un luogo idoneo
esterno, la raccolta dei rifiuti vegetali
ed organici che attraverso la
degradazione organica, possono dar
vita al “ compost ”(humus) un terreno-
concime molto utile in agricoltura.
Non sono poche le attività inerenti
all’Educazione Ambientale che da anni
si svolgono nel nostro Istituto e sempre
più viva è l’attenzione e la
partecipazione delle nostre alunne
consapevoli che il futuro del nostro
pianeta è nelle loro mani.
Anna Di Pinto
Visita Ortobotanico: XXIII settimana della cultura scientifica e tecnologica
21-27 Ottobre 2013
II Giornale del De Lilla Pagina 24
Ogni anno, il 10 dicembre, si riflette in
tutto il mondo sulla Dichiarazione
universale dei diritti umani , su quanto
e cosa si è realizzato a loro tutela e su
quanto e cosa si deve ancora realizzare.
A farlo sono enti, associazioni,
organizzazioni non governative - come
ad esempio Amnesty International - ,
istituzioni, scuole coinvolti in un
grande momento di riflessione per
rendere i diritti umani una realtà per
tutti, in occasione del 65° anniversario
della proclamazione della
Dichiarazione universale dei diritti
umani da parte dell'Assemblea generale
delle Nazioni Unite.
Fu dopo la fine della seconda guerra
mondiale che la comunità
internazionale giurò di non permettere
che venissero commesse delle atrocità
come quelle accadute prima e durante il
conflitto (sterminio degli ebrei e delle
altre minoranze, esplosioni nucleari,
deportazioni).
Così un insieme di esponenti di fama
internazionale lavorò per formulare un
documento che contenesse principi
universalmente riconosciuti. Tra questi,
tre persone giocarono un ruolo
fondamentale:
- Eleanor Roosevelt, moglie del
Presidente degli USA Franklin D.
Roosevelt, che presidiò, dopo la morte
del marito, la commissione delle
Nazioni Unite incaricata di redigere la
Dichiarazione universale dei diritti
umani.
- Il dott. Chang, Vicepresidente della
Commissione dei Diritti Umani
dell'ONU, l'unico rappresentante
all'epoca di una nazione asiatica (Cina),
il quale affermò che la Dichiarazione
non doveva riflettere le sole idee
occidentali.
- René Cassin, giurista e diplomatico,
Rappresentante della Francia alle
Nazioni Unite, noto come il padre della
Dichiarazione universale dei diritti
umani, per aver ideato e redatto molti
articoli.
Per la prima volta la comunità
internazionale si assumeva la
responsabilità della tutela e della
promozione di specifici diritti e
dell'affermazione della dignità
inviolabile dell'uomo.
Gli stessi diritti che Irene Khan (ex
Segretario Internazionale Amnesty
International), nel suo discorso del 10
dicembre 2008, "Tempo per una
risposta globale a problemi globali" ha
così definito: «i diritti umani sono
La dichiarazione universale dei diritti umani: 65 anni e non li dimostra
II Giornale del De Lilla Pagina 25
universali, ogni persona è nata libera
ed uguale in diritti e dignità. I diritti
umani sono indivisibili, tutti i diritti -
sia economici, sociali, politici, culturali
- sono ugualmente importanti. Non c'è
una gerarchia di diritti: il parlare
direttamente è essenziale come il diritto
all'educazione, il diritto alla salute è
altrettanto fondamentale come il diritto
ad un processo equo».
La Dichiarazione universale dei diritti
umani riconosce due tipi di diritti: i
diritti civili e politici, gradualmente
individuati attraverso la storia del
pensiero e delle istituzioni
democratiche, e i diritti economici,
sociali e culturali (diritto al lavoro,
all’istruzione, ad avere una casa, a cure
mediche, e così via), la cui importanza
è stata riconosciuta in tempi più
recenti, nel momento in cui ci si è resi
conto che senza l’affermazione reale di
questi ultimi, il godimento dei diritti
civili e politici rimaneva puramente
formale. Già nella concezione e
formulazione della Dichiarazione
universale i due gruppi di diritti, infatti,
sono considerati interdipendenti e
indivisibili.
La Dichiarazione si compone di un
preambolo e di 30 articoli che
sanciscono i diritti individuali, civili,
politici, economici, sociali, culturali di
ogni persona. Essa è stata paragonata
da René Cassin alla facciata di un
tempio, in cui ogni parte trova una sua
precisa collocazione. Un accenno solo
al preambolo: esso collega il mancato
rispetto dei diritti umani agli “atti di
barbarie che offendono la coscienza
dell’umanità” con chiaro riferimento a
quanto successo prima e durante la
seconda guerra mondiale, e indica il
rispetto di tali diritti, fissati in una
concezione comune di “ideale da
raggiungersi da tutti i popoli e da tutte
le nazioni” come unica via per un
futuro di pace e di libertà. Per questo
motivo il preambolo costituisce la
gradinata con cui è possibile accedere
al tempio.
Se volessimo fare un bilancio su quanto
della Dichiarazione è stato attuato,
quali diritti tutelati e quanto invece c'è
ancora da fare a livello internazionale e
nazionale, dobbiamo considerare il
fatto che sicuramente la situazione dei
diritti umani e della loro tutela è
migliorata rispetto al 1948;
l'uguaglianza delle donne, i diritti dei
minori, una stampa libera e un sistema
giudiziario equo e imparziale non sono
più principi messi in discussione, ma
standard accettati da molti Paesi e ai
quali tendono altri. D'altro canto, è
altrettanto vero che ingiustizia,
impunità, ineguaglianza per molti stati
restano delle gravi realtà.
Tra i passi in avanti:
- L'adozione di trattati internazionali e
di legislazioni nazionali;
- Il riconoscimento dei diritti delle
donne e dei bambini;
- La creazione del Tribunale penale
internazionale e i procedimenti per
II Giornale del De Lilla Pagina 26
crimini di guerra e contro l'umanità da
parte dei tribunali;
- L'eliminazione della pena di morte in
oltre due terzi del pianeta;
- I progressi nel controllo delle armi;
- Un forte appoggio della società civile
ai diritti umani.
Nei fallimenti, invece, dobbiamo ahimè
annoverare:
- Le massicce violazioni dei diritti
umani e del diritto umanitario nei
conflitti armati;
- L'aumento degli attacchi dei gruppi
armati e dei gruppi terroristici contro i
civili;
- La violenza contro le donne e i
minori, compreso il reclutamento dei
bambini e delle bambine soldato;
- La negazione dei diritti economici e
sociali a milioni di persone, che vivono
al di sotto della soglia di povertà;
- La corruzione e l'iniquità dei sistemi
giudiziari di molti paesi;
- L'uso della tortura e di altre forme di
trattamenti crudeli, inumani e
degradanti;
- La negazione dei diritti dei rifugiati e
migranti.
Ogni persona, lo sappiamo, è soggetto
di diritti e questa è l'essenza della
nostra umanità; ma, allo stesso tempo,
ognuno di noi ha il dovere di scendere
in campo non solo per i propri ma
anche per tutelare i diritti degli altri,
perché:
- Crediamo che chiunque debba essere
consapevole delle violazioni dei diritti
umani, dovunque esse avvengano.
- Ci dobbiamo impegnare a creare un
mondo in cui ogni persona può
realizzare e vedere rispettati i propri
diritti.
Felicia Ferrigni
La parabola politica di JFK, l'uomo
che ci fece sognare la Luna (e poi ce la
diede). Il 22 novembre 1963, alcuni
spari (forse 3, forse di più) mettono
fine alla vita di John Fitzgerald
Kennedy, 35esimo presidente degli
Stati Uniti d'America. I suoi 1.036
giorni da presidente hanno cambiato la
storia degli Stati Uniti ed hanno
affrontato sfide epocali: dal lancio del
programma spaziale alla crisi dei
missili su Cuba che portò il mondo a un
passo dalla Terza guerra mondiale, fino
alla grande battaglia politica contro il
razzismo e la povertà. • John Fitzgerald
Kennedy, 46 anni, è stato assassinato a
Dallas, colpito alla testa da alcuni colpi
di fucile mentre a bordo di un auto con
la moglie Jacqueline Kennedy saluta la
folla. Per il delitto viene arrestato Lee
Harvey Oswald, 24 anni.
Accadde…oggi
Dallas 1963
II Giornale del De Lilla Pagina 27
1963-2013: la scuola media unica mise
in moto l'Italia
Nel 50° anniversario della riforma della
scuola media unica vale la pena
ricordare come essa nacque da un
decisivo dibattito parlamentare attorno
all'idea di uguaglianza.. Il 1963/64, le
nuove scuole medie aprirono le porte a
ben 600.000 ragazzi e ragazze, figli di
operai, contadini, artigiani, piccoli
commercianti e braccianti, che fino ad
allora non erano andati oltre la quinta
elementare o l’“avviamento
professionale” secondo le norme del
1928. Con la nuova legge, nell'autunno
del 1963, i giovani trovarono le porte
aperte all'accesso agli studi superiori.. .
la riforma fu una conquista storica in
termini di eguaglianza. E non solo. La
riforma, infatti, ebbe un successo
multi-dimensionale perché, partendo
dai diritti, spinse in avanti l’economia e
la società italiane. Il tasso di
quattordicenni in possesso di licenza
media passò, nei dieci anni successivi,
dal 46,8% all’82,3%.
Anna Di Pinto
Contribuire a migliorare la
comunicazione in classe è uno dei
compiti che l’Assistente alla
Comunicazione per i non udenti ha nei
confronti del ragazzo sordo, con la
classe e il corpo docenti.
L’utilizzo della Lingua dei Segni (se il
ragazzo è
segnante),
immagini e
video sono
strumenti
necessari
in una
didattica
specializzata per il sordo che gli
consente una più facile
memorizzazione dei contenuti.
Quest’anno, nell’istituto De Lilla, in
ogni aula c’è la LIM, strumento
tecnologico adatto ad agevolare
l’inclusione degli alunni disabili.
Per lo studente sordo, l’insegnante
curricolare potrà utilizzare immagini e
filmati sottotitolati sulla LIM o
accompagnati da glossari, presentazioni
in LIS preparati anche in
collaborazione con l’insegnante
specializzato per il sostegno e con
l’Assistente alla Comunicazione LIS.
La LIM favorisce il coinvolgimento e
la partecipazione attiva degli studenti.
Lo scambio di informazioni tra docenti
e studenti, la collaborazione tra tutti gli
studenti, fa sentire attivamente
coinvolto il ragazzo sordo catalizzando
la sua attenzione su argomenti che a
causa del deficit udutivo, verrebbero
appresi in maniera segmentata.
Mary Soardi
Nasce la nuova media unificata
Chi ben comincia è a metà dell'opera
II Giornale del De Lilla Pagina 28
Tratto da siti web