il figlio dell'orco (fiaba marchigiana)

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INVENTAMI UNA FIABA INVENTAMI UNA FIABA Classi : 5^ A – 5^B Anno scolastico 2010/2011 Insegnante Giovanna Tartaglini ISTITUTO COMPRENSIVO “Grazie – Tavernelle” Ancona Dirigente Scolastica Elisabetta Micciarelli SCUOLA PRIMARIA “ALESSANDRO MAGGINI”

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Inventami una fiaba, classi 5A e 5B, scuola primaria "A.Maggini" istituto comprensivo "Grazie/Tavernelle"_Ancona, a.s.2010-2011

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Page 1: Il figlio dell'orco (fiaba marchigiana)

INVENTAMI UNA FIABAINVENTAMI UNA FIABA

Classi : 5^ A – 5^BAnno scolastico 2010/2011

Insegnante Giovanna Tartaglini

ISTITUTO COMPRENSIVO “Grazie – Tavernelle”

AnconaDirigente Scolastica Elisabetta Micciarelli

SCUOLA PRIMARIA “ALESSANDRO MAGGINI”

Page 2: Il figlio dell'orco (fiaba marchigiana)

ElEl fijofijo delldell’’orco orco (fiaba marchigiana)(fiaba marchigiana)

C’era ‘na olta ‘na donna gravida; je vinnetanta voja de magnà l’erbette, e de niscosto le gétte a pijà ‘ntel giardìdell’Orco. Quanno lu’ se ‘ccorse che mancava, se ‘nniscose per ‘cchiappaccela, si ce fusse ‘rtornata. Defatti ce ‘rtorna ‘l giorno dopo,e l’orco se la volea magnà. Ma lias’arracomannò tanto, che ‘n se la magnò, e je disse solo: “ Io non me te magno a patto che, quanno te nasce sta creatura, e quanno s’è fatta grandicella, la manni con me.” Lia je rispose de sci, e lu’ je disse, ch’a pijà l’erbette ce venisse, quanno jeparea. Sta donna partorì, e je nacque ‘nafijola; e quanno se fu fatta granne la mannava a la scola. Un giorno l’Orco l’ancuntrò, e je disse: “Oh! Dije a màmmeta che me te manni, sinnò me te porto via.” Lia jel disse a la madre, e questa ce la mannò.

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ElEl fijofijo delldell’’OrcoOrco

. L’Orco fu tutto contento, perchése la volea magnà. De fatti la portò subbito ‘nte ‘na cammera piena de panni sporchi e je disse: “Io scappo, e de qui ‘n’ora artorno: tu hi da lavàtutti sti panni, po’ l’hi da stirà e da ‘rponne; si quanno ‘rtorno, non èfatto tutto, me te magno.” Lia rispose: “Sci,sci. “Ecco che l’Orco scappa; e lia non potenno fa’ tutta quella fatica se mette a piagne’. La sente el fijodell’orco: va oltra, e je dice : “Quehai, bella, che piagni tanto? ” Lia jeldisse, e lu’ je rispose: “Me dai un bagio?” Jel dette; e lu’ allora toccò co’ ‘na bacchetta magica sul taoli, e ‘nten momento i panni fu lavati, stirati e ‘rposti. L’Orco artornato se meravijò.

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ElEl fijofijo deldel’’OrcoOrco. El giorno dopo je disse: “Vedi sto sacco de grà? Per quanno ‘rtorno, ha da esse

‘macinato, stacciato, fatto ‘l pa’ e ‘rposto.”“Sci, sci, nonno Orco!”l’Orco scappò, lia se ‘rmise a

piagne’.Allora ardèccote el fijo , che je disse.“Que hai, bella, che piagni?”Lia je lo ‘rcontò, e lu’ je disse, che volea ‘n bagio. Jel dette, e ‘l fijo dell’Orco toccò co’ ‘na bacchetta sul taoli, e ‘nten momento el gràfu macinato, stacciato, fatto ‘l pa’ e ‘rposto.

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ElEl fijofijo delldell’’orcoorcoArtorna l’orco, e vedenno che ‘n ce la poteafa’ casca’, pensa ‘n altro modo; e je dice: “Vedi quella montagna lassù? ‘Mbé, tu devi ‘ndacce: e ce sarà ‘n cancello, tu entra drento, e pija quella scattoletta che sta drento quella casa”. Lia se mette subbito in cammino, e per la strada non faceva che piagne’. L’ancontra el fijo dell’Orco e jedice:” Que hai, bella, che piagni, e ‘ndo’ vai?”Lia jel disse, e lu’ allora j’ arrispose: “N’avèpaura, appena che tu sarai entrata in quel castello, vederai ‘n branco de cani, che te se vorrà magnà: tu daje ste pagnotte, e lora non te dirà più gnente. Dopo vederai dei cavalli che te salterà addosso: tu buttaje sto fiè, e lora starà boni. Poi vederai ‘na donna, che cava l’acqua ‘ntel pozzo col secchiarellolegato su i capelli: lia te vorrà buttà ‘ntelpozzo: tu daje sta corda, e lia non te toccarà.

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ElEl fijofijo delldell’’orcoorco

. Dopo ce sarà ‘n cancello,

che s’apre e se chiude; tu per

non fatte pijà in mezzo untalo

be’ co’ st’assogna, e lu

se fermerà. Allora entra,

pija la scattoletta,e ‘rviè via.”

La giovina tutta contenta

gette su, e fece come j’era

stato ditto; e po’ ‘rtornò

dall’Orco.

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ElEl fijofijo delldell’’Orco.Orco.

. Lui stufo de non potella ‘mmazzàcon malizia je disse: “Pija sta scattoletta e portamela de sopra.”Lia ce gette. Intanto l’Orco chiamòal fijo e je disse: “ Io vosotto la finestra, e tu va sulla cammera, pija a quella gioinotta e buttamela giù che me la magno.” “Sci, sci,” arrispose lu’.Gette su, e disse a la giovina: “Babbo Orco te se vorria magnà; ma lassa fa’ a me.”Apre la scattola, che avea

portata giù da la montagna, e dentro ce stava ‘annimale grosso e velenoso, fatto come ‘na donna. Elbutta giù da la finestra; l’ Orco selmagna, e morì subbito.

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ElEl fijodellfijodell’’OrcoOrco

Allora ‘l fijo tutto contento prese possesso de la robba del padre, po’sposò quela gioinotta, e fece ‘n gran pranzo e ‘na grand’allegria.

Stretta la foja, larga la via,

dite la vostra, ch’ho ditto la mia.

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C’era una volta una donna incinta; le venne tanta voglia di mangiare il prezzemolo, e di nascosto andò a prenderlo nel giardino dell’Orco. Quando lui si accorse che mancava, si nascose per sorprenderla, se fosse ritornata. Di fatti la donna ritornò il giorno dopo, e l’Orco voleva mangiarla. Ma lei si raccomandò tanto che non la mangiò, le disse solamente: “ Io non ti mangio a patto che, quando ti nascerà questa creatura, e quando sarà diventata grandicella, la farai venire con me.” La donna gli rispose di sì, e lui le disse che poteva venire a prendere il prezzemolo quando voleva. La donna partorì e le nacque una bambina e, quando diventò grande, la mandò a scuola. Un giorno l’Orco la incontrò e le disse: “ Oh! Dì a tua madre che ti faccia venire da me, altrimenti ti porto via.”. La bambina lo disse alla madre e questa la mandò dall’Orco.L’Orco fu tutto contento perché la voleva mangiare. Infatti, la portò subito in una camera piena di panni sporchi e le disse. “ Io esco e torno tra un’ora. Tu devi lavare tutti questi panni, poi devi stirarli e metterli a posto; se quando torno non è tutto fatto, ti mangio”. Lei rispose: “Sì, sì”. L’Orco uscì e la ragazza, non potendo fare tutta quella fatica, si mise a piangere. La sentì il figlio dell’Orco che andò da lei e le disse: “Che cosa hai, bella, da piangere?” Lei glielo disse e lui le rispose: “Mi dai un bacio?”Glielo dette e lui, allora, toccò con una bacchetta magica sul tavolino e in un momento i panni furono lavati, stirati e messi a posto. L’Orco, ritornato, si meravigliò.

Il figlio dell’Orco (traduzione dal dialetto marchigiano)

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Page 10: Il figlio dell'orco (fiaba marchigiana)

Il giorno dopo le disse. “Vedi questo sacco di grano? Per quando ritorno, deve essere macinato, setacciato, deve essere fatto il pane e messo a posto.” “Sì, sì nonno Orco!”L’Orco uscì e lei si rimise a piangere. Allora ecco nuovamente il figlio che le disse: “Che cosa hai, bella, da piangere?” Lei glielo raccontò e lui le disse che voleva un bacio. Glielo dette e il figlio dell’orco toccò con una bacchetta sul tavolino e in un momento il grano fu macinato, setacciato, il pane fu fatto e messo a posto. Ritornò l’Orco e , vedendo che non poteva ingannarla, pensò un altro modo e le disse: “Vedi quella montagna lassù? Tu devi andarci. Ci sarà un cancello, tu entra dentro e prendi quella scatoletta che sta dentro quella casa.” Lei si mise subito in cammino e per la strada non faceva che piangere. Incontrò il figlio dell’Orco che le disse: “Che cosa hai, bella, da piangere e dove vai?” Lei glielo disse e lui allora le rispose: “ Non avere paura. Appena tu sarai entrata in quel castello, vedrai un branco di cani che ti vorranno mangiare: tu dà loro queste pagnotte e non ti diranno più nulla. Dopo vedrai dei cavalli che ti salteranno addosso, tu buttagli questo fieno e loro staranno buoni. Poi vedrai una donna che prende l’acqua nel pozzo con un secchiello legato sui capelli : lei ti vorrà gettare nel pozzo, tu dalle questa corda e lei non ti toccherà. Dopo ci sarà un cancello che si apre e si chiude; tu, per non farti prender in mezzo, ungilo con questa sogna e lui si fermerà. Allora entra, prendi la scatoletta e vieni via.”

Il figlio dell’Orco

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Page 11: Il figlio dell'orco (fiaba marchigiana)

Il figlio dell’Orco

La giovane, tutta contenta, salì e fece come le era stato detto, poi ritornò dall’Orco. Lui stanco di non poterla ammazzare con l’inganno, le disse: “Prendi questa scatoletta e portala di sopra.” Lei ci andò. Intanto l’Orco chiamò il figlio e gli disse: “Io vado sotto la finestra e tu va nella camera, prendi quella ragazza e buttamela giù che me la mangio”“Sì, sì “ rispose lui. Salì e disse alla giovane: “Babbo Orco ti vorrebbe mangiare , ma lascia fare a me.” Aprì la scatoletta che aveva portato giùdalla montagna, dentro c’era un animale grosso velenoso, fatto come una donna. Lo buttò giù dalla finestra, l’Orco se lo mangiò e morìsubito. Allora il figlio dell’Orco, tutto contento prese possesso dei beni del padre , poi sposò la ragazza e fece un gran pranzo con grande allegria.

Stretta la foglia, larga la viaDite la vostra che ho detto la mia.

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