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Distribuito in esclusiva per l'Italia da EV Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403507 - Fax 0372 457091 - e-mail: [email protected] CARATTERISTICHE TECNICHE A chi si rivolge: medici veterinari, docenti e studenti. Questo libro illustra, passo dopo passo e con fotografie di elevata qualità, l’approccio e lo svolgimento delle principali procedure chirurgiche effettuabili nell’addome caudale. Descrive casi clinici reali spiegando per ciascuno di essi il trattamento chirurgico più appropriato. È un’opera indispen- sabile per i medici veterinari e gli studenti di veterinaria. Autori: José Rodríguez Gómez, María José Martínez Sañudo e Jaime Graus Morales Formato: 23 x 29,7 cm Numero di pagine: 440 Numero di immagini: 1.000 Rilegatura: copertina rigida Prezzo: 106,00 Soci SCIVAC: € 90,00 L’addome caudale La chirurgia nella clinica dei piccoli animali

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Page 1: L’addome caudale - distribuzione.evsrl.it · vascolarizzata sulla faccia ventrale della vescica. Fig.7. Dopo aver isolato adeguatamente la vescica, si effettua una prima incisione

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CARATTERISTICHE TECNICHE

A chi si rivolge: medici veterinari, docenti e studenti.

Questo libro illustra, passo dopo passo e con fotografie di elevata qualità, l’approccio e lo svolgimento delle principali procedure chirurgiche effettuabili nell’addome caudale.

Descrive casi clinici reali spiegando per ciascuno di essi il trattamento chirurgico più appropriato. È un’opera indispen-sabile per i medici veterinari e gli studenti di veterinaria.

Autori: José Rodríguez Gómez, María José Martínez Sañudo e Jaime Graus Morales

Formato: 23 x 29,7 cm

Numero di pagine: 440

Numero di immagini: 1.000

Rilegatura: copertina rigida

Prezzo: € 106,00 Soci SCIVAC: € 90,00

L’addome caudaleLa chirurgia nella clinicadei piccoli animali

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INDICE

L’addome caudale. La chirurgia nella clinica dei piccoli animali

ErnieErnie inguinali

Caso 1 / Gravidanza extraddominale. Ovarioisterectomia

Caso 2 / Riparazione di un’ernia inguinale mediante rete in polipropilene conica

Ernie traumatiche

Ernia traumatica chiusa

Ernia traumatica aperta. Eviscerazione

ProstataIpertrofia prostatica

Cisti prostatiche e paraprostatiche

Prostatiti. Ascessi prostatici

Neoplasie prostatiche

VescicaUroliti vescicali

Urolita singolo in una cagna

Uroliti multipli in un cane maschio con ostruzione uretrale

Uroliti misti di struvite/ossalato

Uroliti di cistina in un gatto

Neoplasie vescicali

Papillomatosi. Cistectomia parziale

Leiomiosarcoma. Cistectomia radicale

Ricostruzione della vescica

Rottura della vescica per incidente automobilistico

Rottura della vescica per caduta dall’alto (gatto paracadutista)

Rottura della vescica per cateterizzazione e idropropulsione uretrale

Rottura della vescica. Cause iatrogene

Resezione e ricostruzione. Gastrocistoplastica

UreteriIdrouretere. Stenosi iatrogena

Caso 1 / Fibrosi periureterale iatrogena

Caso 2 / Fibrosi periureterale. Resezione ureterale e anastomosi termino-terminale

Uretere ectopico

Ectopia ureterale intramurale. Ureterocistostomia

Caso 1 / Ectopia ureterale intramurale

Ectopia ureterale extramurale. Neoureterocistostomia

Caso 1 / Ectopia ureterale extramurale

Nefrectomia

UteroParto cesareo

Caso 1 / Parto cesareo in un Bulldog. Isterotomia

Caso 2 / Parto cesareo in caso di morte fetale. Isterotomia

Caso 3 / Parto cesareo in caso di morte fetale. Ovarioisterectomia

Piometra/Iperplasia endometriale cistica

Caso 1 / Piometra

Caso 2 / Piometra/Peritonite

Neoplasie uterine

Caso 1 / Leiomioma

Grosso intestino. ColonPrincipi generali

Colotomia

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Ileocolostomia

Caso 1 / Coprostasi. Costipazione

Stenosi e neoplasie del colon e del retto

Caso 1 / Tecniche di trazione/eversione rettale

Caso 2 / Resezione transanale del retto

Caso 3 / Colectomia

Caso 4 / Stenosi del retto. Applicazione di protesi

Piccolo intestinoPrincipi generali

Enterotomia

Enterectomia

Enterectomia. Sutura meccanica

Corpi estranei

Corpi estranei non lineari

Caso 1 / Ostruzione intestinale causata da un nocciolo di pesca

Caso 2 / Ostruzione intestinale causata da un sasso

Corpi estranei lineari

Caso 1 / Ostruzione causata da una rete elastica

Caso 2 / Ostruzione lineare con perforazioni intestinali multiple

Caso 3 / Ostruzione lineare causata da un calzino

Intussuscezione intestinale

Caso 1 / Intussuscezione secondaria a enterite parassitaria

Caso 2 / Intussuscezione secondaria a una patologia gastroenterica idiopatica

Volvolo intestinale. Torsione del mesentere

Neoplasie intestinali

Caso 1 / Adenocarcinoma acinoso

Caso 2 / Leiomiosarcoma

Ectopie intestinali

Caso 1 / Ernia peritoneo-pericardica

Caso 2 / Ernia ombelicale perforata

Caso 3 / Strangolamento intestinale

Tecniche generaliEsame radiografico dell’addome

Esame ecografico dell’addome

Introduzione all’ecografia diagnostica

Ecografia dell’apparato urinario

Ecografia dell’apparato riproduttore

Ecografia dell’apparato digerente

Ago aspirato ecoguidato

Citologia diagnostica

Paracentesi addominale, lavaggio e dialisi peritoneale

Cateterizzazione vescicale transcutanea

Uroidropropulsione

Laparotomia

Ovarioisterectomia

Ovarioisterectomia nella cagna

Ovarioisterectomia nella gatta

Ovarioisterectomia nella furetta

Nefrectomia

Cistotomia

Omentalizzazione

Nutrizione enterale. Sonda gastrostomica

Complicazioni generaliComplicazioni postoperatorie della

laparotomia

Ernia incisionale

Aderenze. Peritonite. Ascessi

Sindrome dell’intestino corto

Sindrome da ischemia/riperfusione

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Ernie inguinaliCaso 1 / Gravidanza extraddominale. Ovariosterectomia.

Ernie

Ernie traumatiche

Disegno schematico delle fasce e delle tuniche del maschio

Caso 2 / Riparazione di un’ernia inguinale in una cagnamediante rete di polipropilene conica.

Fascia spermatica

Regione inguinale del cane maschio

Testicolo

Testicolo

Anellovaginale

Cavità vaginale del testicolo

Fascia spermatica

Tunica vaginale parietale

Anello inguinale esterno

Aponeurosi del muscoloobliquo esterno dell’addome

Anello vaginale

Cute

M. obliquointernodell’addome

Fascia dell’addomeFascia trasversa

M. trasverso dell’addome

Anello inguinale interno

12

3

5

6

4

7

11

2

8

910

1 A. e v. testicolari

2 Dotto deferente3 Peritoneo4 M. obliquo esterno dell’addome5 M. obliquo interno dell’addome

6 M. trasverso dell’addome

7 M. retto dell’addome

8 Anello inguinale esterno9 Anello inguinale interno

10 A. e v. femorali

11 M. cremastere

1

01_ERNIE:01_ERNIE 6-09-2012 10:00 Pagina 13

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Vescica / Uroliti vescicali

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Fig. 6. Si applica un punto di trazione sull’apice vescicale al fine di manipolarel’organo comodamente in maniera a traumatica. Si identifica una zona pocovascolarizzata sulla faccia ventrale della vescica.

Fig.7. Dopo aver isolato adeguatamente la vescica, si effettua una prima incisionedella parete vescicale con bisturi, che sarà poi prolungata con forbici quantonecessario per l’estrazione del calcolo.

Fig. 8. Si procede all’estrazione dell’urolita conl’ausilio di una pinza.

Fig. 9. Infine, si procede alla chiusura della vescicacon la tecnica d’abitudine, iniziando con una primalinea di sutura di Schmieden.

03_VESCICA Parte 1:03_VESCICA Parte 1 6-09-2012 10:55 Pagina 65

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Utero / Parto cesareo

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Fig. 10. Verifica dell’estrazione di tutti i cuccioli edelle rispettive placente. Il controllo deve includereanche il corpo dell’utero e il canale pelvico.

Anche la placenta deve essere estratta condelicatezza per ridurre l’emorragia uterina.Prima di chiudere l’isterotomia l’utero deveessere palpato dal corpo fino alle ovaie perassicurarsi di aver estratto tutti i cuccioli etutte le placente (fig. 10).

Prima di chiudere l’uteroassicurarsi che non vi siano piùcuccioli, soprattutto nella zonadella cervice e della vagina.

Fig. 11. Lavare e aspirare abbondantemente l’internodell’utero con soluzione fisiologica sterile perprevenire le infezioni uterine.

Fig. 12. Sutura di Cushing continua dell’isterotomialongitudinale effettuata sulla faccia dorsaledell’utero.

Si effettua il lavaggio e l’aspirazione del con-tenuto di entrambi i corni uterini per ridurrela carica microbica intraluminale e la proba-bilità di infezioni postoperatorie (fig. 11).

Terminata l’estrazione di tutti i cuccioli, l’ute-ro si contrae rapidamente per controllarel’emorragia. Se ciò non avviene si può som-ministrare ossitocina (1-2 UI/kg IM o EV).Per la sutura dell’utero si utilizza materialesintetico riassorbibile su ago cilindrico atrau-matico. Il chirurgo può scegliere il tipo di su-tura che preferisce ma normalmente si ef-fettua una sutura continua introflettente(figg. 12-14).

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L’addome caudale

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Ectopia intestinale José Rodríguez

L’alterato posizionamento delle anse intestinali nella cavità addomi-nale può causare problemi funzionali e ischemici, alterando il tran-sito intestinale (quadri ostruttivi), e inducendo necrosi e peritonitesecondaria.Questa categoria patologica include disordini come l’intussuscezio-ne e il volvolo, ma anche dislocazioni causate da masse esterne al-l’apparato digerente ed ernie.Le dislocazioni intestinali dovute a compressione extraluminale sonopiù comuni nel grosso intestino (figg. 1-4), quelle prodotte da erniesono quasi esclusive del piccolo intestino (fig. 5).

Frequenza

Fig. 1. Dislocazione dorsale del colon e del retto secondaria a ipertrofia prostatica;quest’ultima causa ritenzione fecale nel colon e distensione gassosa del piccolointestino.

Fig. 3. In questo caso, è presente una compressione dorsale del colon secondariaall’aumento di volume dei linfonodi inguinali (possibili metastasi tumorali).Oltre alla risoluzione del problema intestinale, si deve indagare anche l’originedella patologia linfonodale.

Fig. 2. In questo paziente si osserva una dislocazione sia del colon sia del retto;il colon è dislocato dall’aumento di volume della prostata mentre la dislocazionedel retto è dovuta a una neoplasia rettale che produce una compressione dorsale.

Fig. 5. Ernia inguinale contenente anse intestinali e un corno uterino.Fig. 4. Il colon è dislocato ventralmente dal rene sinistro che, a sua volta, è dislocatoverso il basso da un tumore di una vertebra lombare.

07_PICCOLO INTESTINO Parte 2:07_PICCOLO INTESTINO Parte 2 17-09-2012 15:32 Pagina 300

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L’addome caudale

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Dopo aver reciso i vasi ovarici si verifica l’assenza di emorragia dallalegatura realizzata (fig. 9).

Quando si recide il peduncolo bisogna fare attenzione a nonlasciare alcun residuo di tessuto ovarico; questo tessuto infattirimane funzionale e può causare estri ricorrenti e rischio dipiometra del moncone uterino.

Fig. 9. La sujeción, sin tensión, del pedículo con una pinza ayuda a tenerlolocalizado en el momento del corte, de tal forma que, en caso de posibleshemorragias por una mala ligadura, se facilita la rapidez de exteriorización del mismo.

In seguito, si recide il legamento largo e illegamento rotondo che formano il meso-metrio e che uniscono il corno e il corpodell’utero alla parete addominale. Prima diincidere, si applica un’altra legatura in ma-teriale riassorbibile monofilamento (fig. 10).

Fig. 10. Si recide il mesometrio o legamento largolungo tutto il corpo e il corno uterino. Si consiglia dilegare o cauterizzare i vasi anche se, generalmente,essi sono di grosso calibro solo nelle cagne gravide,obese o in calore.

Fig. 11. In questa fase si recide anche il legamentorotondo dell’utero. I vasi uterini decorrono nelmesometrio molto vicini all’utero (frecce arancioni)ma si deve fare attenzione a non danneggiarliquando si incide il legamento vicino al corpo uterino.

I vasi sono generalmente di piccolo calibro,fatta eccezione per i vasi uterini che peròdecorrono parallelamente e vicino all’utero(fig. 11).Si effettua quindi la stessa operazione sul la-to opposto fino a liberare completamenteentrambi i corni uterini e il corpo dell’utero.

08_TECNICHE GENERALI Parte 2:ok 15-10-2012 11:44 Pagina 388

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CARATTERISTICHE TECNICHE

A chi si rivolge: medici veterinari, docenti e studenti.

Questo volume affronta la regione anatomica del torace, con una chiara e dettagliata descrizione degli interventi chirurgici, da quelli più comuni come la toracotomia o il posizionamen-to di un drenaggio toracico, fino a quelli più complessi, come il posizionamento di un patch transvalvolare, l'estrazione di corpi estranei esofagei, il trattamento del collasso trachea-le o tecniche innovative come la cardioplastica esofagodia-frammatica in caso di megaesofago idiopatico.

Le sue immagini di alta qualità, accompagnate in alcuni casi da schemi e illustrazioni, consentono di descrivere in detta-glio le patologie e la loro eziologia.

Autori: José Rodríguez Gómez, María José Martínez Sañudo e Jaime Graus Morales

Formato: 23 x 29,7 cm

Numero di pagine: 380

Numero di immagini: 1.000

Rilegatura: copertina rigida

Prezzo: € 94,00 Soci SCIVAC: € 80,00

Il toraceLa chirurgia nella clinicadei piccoli animali

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INDICE

Il torace. La chirurgia nella clinica dei piccoli animali

Introduzione

Cassa e cavità toracicaGeneralità

Strumentario e materiale per chirurgia toracica

Spazio pleurico

Pneumotorace

Caso 1 / Pneumotorace traumatico

Versamento pleurico

Chilotorace

Caso 1 / Chilotorace

Piotorace

Diaframma. Generalità

Rottura diaframmatica

Caso 1 / Rottura radiale complicata in un cane

Caso 2 / Avulsione circonferenziale in un gatto

Ernia diaframmatica peritoneo-pericardica

Caso 1 / DPPH in un cane femmina

Ernia dello iato esofageo. Generalità

Caso 1 / Ernia dello iato paraesofageo e intussuscezione gastroesofagica

Parete costale. Generalità

Torace fluttuante

EsofagoGeneralità

Corpi estranei esofagei. Generalità

Caso 1 / Corpo estraneo nell'esofago toracico caudale. Esofagotomia

Caso 2 / Corpo estraneo nell'esofago caudale. Gastrotomia

Quarto arco aortico destro persistente (AADP)

Caso 1 / Quarto arco aortico destro persistente (AADP)

Megaesofago. Generalità

Megaesofago idiopatico. Cardioplastica esofago-diaframmatica

Caso 1 / Megaesofago

PolmoneGeneralità

Neoplasie polmonari

Caso 1 / Osteopatia ipertrofica (sindrome di Pierre Marie)

Ascesso polmonare

Ascesso incapsulato nel mediastino caudale

Torsione del lobo polmonare

Sistema cardiovascolare Generalità

Dotto arterioso persistente (PDA). Generalità

PDA. Terapia chirurgica tradizionale

Caso 1 / Rottura intraoperatoria del PDA

Caso 2 / Chiusura con una suturatrice chirurgica vascolare

Caso 3 / PDA. Occlusione mediante dispositivo Amplatzer Canine Duct Occluder (ACDO)

Stenosi della valvola polmonare. Generalità

Terapia della stenosi della valvola polmonare. Valvuloplastica

Terapia della stenosi polmonare. Patch transvalvolare (innesto a patch aperto)

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Tecnica del blocco dell'afflusso venoso. Occlusione totale del ritorno venoso

Tamponamento cardiaco

Neoplasie cardiache. Generalità

Mediastino cranialeGeneralità

Timoma felino

Tumore del mediastino craniale

TracheaTrachea. Generalità

Collasso tracheale

Collasso tracheale. Tracheoplastica cervicale extraluminale

Collasso tracheale. Tracheoplastica intraluminale

Tecniche generaliAnestesia in chirurgia toracica

Drenaggio toracico

Toracocentesi

Fissazione di tubi e drenaggi

Radiologia toracica

Citologia toracica

Endoscopia toracica

Chirurgia minimamente invasiva

Radiologia interventistica

Toracoscopia. Generalità

Toracotomia. Generalità

Toracotomia laterale

Toracotomia mediana

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Il torace

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L’analisi dei gas presenti nel sangue arterioso (gasometria) fornisce numerose informazioni in merito all’efficacia della ventilazione e allo scambio gassoso a livello alveolare (fig. 5) (tabella III).

Tabella III.

Valori normali di gasometria arteriosa nella specie canina

Parametro Valore medio Range di riferimento

pH 7,41 7,36-7,45

paO2 99 mmHg 70-157 mmHg

paCO2 37 mmHg 28-46 mmHg

CO3H– 23 mEq/litro 17-29 mEq/litro

EB -1 -7 a +5

SATO2 97% 95-99%

paO2: pressione dell’ossigeno; paCO2: pressione dell’anidride carbonica; CO3H

–: bicarbonato; EB: eccessi di basi; SATO2: saturazione dell’ossigeno.

TrattamentoL’ossigenazione del paziente mediante sondino nasale o in gabbia a ossigeno può essere utile all’inizio del trattamento della patologia (fig. 6). Il primo passo da compiere è la stabilizzazione del pazien-te utilizzando la minima manipolazione e il minimo contenimento possibili allo scopo di ridurre lo stress, seguendo i protocolli dell’os-sigenoterapia, della fluidoterapia, della toracocentesi e dell’antibio-ticoterapia ad ampio spettro per via endovenosa efficace contro Gram-positivi, Gram-negativi e anaerobi.Il trattamento si basa sull’esplorazione della cavità toracica median-te toracoscopia o toracotomia allo scopo di prelevare campioni, eseguire un’analisi microbiologica e istologica, e per risolvere il pro-blema qualora abbia una soluzione chirurgica.A seguito dell’induzione anestetica, si deve procedere all’intuba-zione tracheale e alla ventilazione intermittente a pressione positiva per garantire a questi pazienti il corretto volume respiratorio.

Vedi Anestesia in chirurgia toracica. pag. 258

Dopo l’interventoNelle 24-48 ore a seguito dell’intervento, il paziente deve essere sottoposto a terapia intensiva ed essere continuamente monitorato onde rilevare e risolvere qualsiasi problema che possa insorgere in questo periodo critico, come per esempio:

� Dispnea, insufficienza respiratoria.

� Pneumotorace.

� Alterazioni cardiache, aritmie, insufficienza cardiaca.

� Emotorace.

� Shock settico.

� Sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS).

� Coagulazione intravascolare disseminata (CID).

Fig. 6. Gabbia a ossigeno per pazienti affetti da disfunzione respiratoria. L’aria deve essere umidificata per non provocare secchezza delle secrezioni e delle mucose respiratorie. Si deve, inoltre, controllare la temperatura all’interno della gabbia nonché l’umidità ambientale perché non siano eccessive.

Fig. 5. La gasometria determina il livello di ossigeno e di anidride carbonica nel sangue arterioso allo scopo di rilevare anomalie nello scambio gassoso e squilibri acido-base.

Vedi tecnica della toracotomialaterale. pag. 353

Vedi tecnica della toracotomiamediana. pag. 361

Vedi tecnica della toracoscopia. pag. 340

01_CAVITA TORACICA Parte 1.indd 22 05/09/12 11.54

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Il torace

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Fig. 11. Fine della ricostruzione dello iato esofageo dopo aver annodato l’ultimo punto che chiude la parte ventrale del diaframma.

Fig. 10. Si continua la sutura verso la zona dorsale. Poiché sussiste una discordanza fra le due labbra della ferita, i punti applicati nella zona diaframmatica devono essere più separati rispetto a quelli apposti nella zona esofagea, in tal modo si potrà “arricciare” la ferita laterale adattandola alla ferita mediale.

C

A

A

D

B

B

02_ESOFAGO.indd 132 05/09/12 13.02

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Sistema cardiovascolare / Dotto arterioso persistente (PDA)

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Fig. 7. Dissezione della zona caudale del PDA. La dissezione deve essere estremamente delicata per non danneggiare il nervo laringeo ricorrente sinistro e l’arteria polmonare destra che si trova dietro il PDA.

Fig. 6. Dissezione craniale del PDA con una pinza ad angolo retto. Da questa posizione si pratica la dissezione della zona craniale del dotto inclinando le pinze caudalmente di circa 45°.

Legatura circonferenzialeSenza aprire il sacco pericardico, si pratica la dissezione della parte anteriore del PDA fra l’aorta e il tronco polmonare comune, nonché la parte posteriore fra l’aorta e l’ar-teria polmonare sinistra (figg. 6 e 7).

In alcuni casi, il dotto è talmente corto da consentire una sola legatura. In tal caso, bisogna prestare molta attenzione vista la fragilità vascolare di queste strutture.

Qualora, durante la legatura del PDA, si verifichi un riflesso di Branham, bisogna rimuovere la legatura per poi stringerla di nuovo lentamente. Un’alternativa possibile, prima di stringere la legatura, è quella di clampare il PDA con una pinza atraumatica.

Per l’esecuzione delle legature intorno al PDA, si può optare per una delle due tec-niche qui di seguito descritte. Ciascuna di esse presenta vantaggi e svantaggi, che il chirurgo dovrà conoscere e valutare caso per caso.

04_CARDIOVASCOLARE Parte 1.indd 181 06/09/12 09.38

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Sistema cardiovascolare / Tecnica del blocco dell’afflusso venoso

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Fig. 2. In questo paziente si deve accedere all’atrio destro. Per interrompere l’afflusso di sangue al cuore sono stati posizionati tre lacci emostatici di Rumel: vena cava caudale (freccia bianca); vena azygos (freccia azzurra); vena cava craniale (freccia verde).

Il laccio emostatico di Rumel è una buona soluzione per questa tecnica poiché offre un elevato grado di sicurezza e occupa poco spazio in un campo chirurgico ristret-to com’è quello in esame (fig. 2).

Fig. 1. Laccio emostatico di Rumel. A. Modello in commercio. B. Versione realizzata dal chirurgo.In entrambi i casi il nastro di cotone occlude il vaso quando viene teso con l’aiuto di un tubo di gomma.

Il blocco dell’afflusso venoso è una tecnica utilizzata in chirurgia a cuore aperto in cui si interrompe temporaneamente il flusso venoso diretto al cuore allo scopo di evitare che si instauri un’emorragia mentre si accede al suo interno. La durata dell’arresto circolatorio non deve superare i quattro minuti, ma se necessario si può pro-lungare fino a sei minuti ricorrendo a una lieve ipotermia (tempera-tura corporea fra i 30 e i 34 °C).

Questa tecnica è utilizzata principalmente negli interventi per il trattamento della stenosi della valvola polmonare, il cor triatriatum dexter, la resezione di ragnatele dalla vena cava caudale o per i tu-mori dell’atrio destro, ma si utilizza anche per il controllo intraopera-torio di importanti emorragie instauratesi nel corso di altri interventi, come la resezione di grandi neoplasie o la dissezione di un dotto arterioso persistente (in questo caso probabilmente è più semplice eseguire un blocco totale dell’efflusso venoso1).Per interrompere l’afflusso di sangue al cuore si occludono la vena cava craniale, la vena cava caudale e la vena azygos mediante pin-ze vascolari o lacci emostatici di Rumel (fig. 1).

La durata dell’arresto circolatorio non dovrebbe superare i 4 minuti.

Si può preparare un laccio emostatico di Rumel utilizzando un nastro di cotone, un pezzo di tubo di gomma della lunghezza di 6-10 cm e una pinza da forcipressione (fig. 1. B).

1 Il blocco totale dell’efflusso venoso si esegue posizionando due pinze vascolari all’uscita dall’aorta e dall’arteria polmonare.

A B

Tecnica del blocco dell’afflusso venoso

José Rodríguez, Amaya de Torre, Carolina Serrano, Rocío Fernández

Difficoltà tecnica

.Occlusione totale del ritorno venoso

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Tecniche generali / Citologia toracica

321

Fig. 36. Citologia di liquido di effusione pleurica secondaria a parassitosi in un cane. Cellule infiammatorie con evidente presenza di eosinofili (19% sul totale di cellule). Nel centro dell’immagine si osserva una cellula mesoteliale binucleata.

� Cellule mesoteliali e macrofagi: le cellule mesoteliali ricoprono la superficie della pleura e sono presenti in numero variabile nella maggior parte delle effusioni. Sono cellule di grandi dimensioni, arrotondate, che possono comparire per aggregati o singolar-mente a grandi nuclei, sono spesso binucleate e presentano tal-volta nuceoli prominenti. Il citoplasma può presentare un certo grado di basofilia e piccole protuberanze nel suo contorno (fig. 33). I cambiamenti reattivi nelle cellule mesoteliali sono molto fre-quenti ed evidenti in caso di infiammazione, e possono anche essere rilevate mitosi (fig. 34).

� D’altro canto, le cellule mesoteliali attivate possono trasformarsi in fagocitiche, rendendo per questo motivo difficile capire se si tratti di cellule mesoteliali o di macrofagi, sebbene il poterle diffe-renziare non rivesta un significato diagnostico.

� Linfociti: sono le cellule prevalenti nelle effusioni di chilo, fre-quenti nel torace, e nei linfomi. La principale differenza si può rilevare nel grado di maturazione delle cellule linfoidi: nelle effu-sioni di chilo i linfociti sono piccoli e maturi, mentre nei linfomi le cellule presenti nel liquido sono generalmente linfoblasti. È molto frequente la presenza di effusione pleurica in caso di linfoma me-diastinico. In questi casi è proprio la citopatologia a guidarci nella diagnosi (figg. 17 e 35).

� Eosinofili: possono comparire in numero considerevole in effu-sioni secondarie a filarosi, reazioni allergiche o di ipersensibilità, o anche in mastocitosi sistemiche (fig. 36).

Bisogna essere cauti nell’interpretazione di queste atipie cellulari nelle cellule mesoteliali per non confonderle con le cellule neoplastiche maligne relative a un mesotelioma o a una carcinomatosi.

Fig. 32. Liquido di effusione pleurica di un gatto affetto da FIP, composto principalmente da neutrofili e alcuni macrofagi.

Fig. 33. Citologia del liquido di effusione pleurica. Nel centro dell’immagine si osserva una cellula mesoteliale reattiva di grandi dimensioni, con due nuclei, nucleoli prominenti e basofilia citoplasmatica accompagnata da un numero rilevante di neutrofili e alcuni macrofagi.

Fig. 35. Liquido di effusione pleurica. Cellule mesoteliali con cambiamenti reattivi così evidenti che avrebbero potuto essere considerati criteri di malignità e che, invece, erano dovuti a una reattività pleurica provocata da un’effusione pleurica persistente associata a una cardiopatia (diagnosi post-mortem).

Fig. 34. Effusione pleurica. Linfoma mediastinico in un cane. Cellule linfoidi neoplastiche con nucleoli molto evidenti e di diverse dimensioni, con intensa basofilia citoplasmatica. Si può osservare una figura di mitosi e corpi linfoghiandolari.

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CARATTERISTICHE TECNICHE

A chi si rivolge: medici veterinari, docenti e studenti.

Questo libro descrive le principali procedure chirurgiche sull’addome craniale del cane, del gatto e del furetto.

Questo lavoro, particolarmente apprezzato dai professionisti del settore, si distingue per l’eccellente qualità delle imma-gini e la descrizione di ciascuna tecnica chirurgica, passo dopo passo, con la presentazione di casi clinici reali.

Autori: José Rodríguez Gómez, María José Martínez Sañudo e Jaime Graus Morales

Formato: 23 x 29,7 cm

Numero di pagine: 352

Numero di immagini: circa 800

Rilegatura: copertina rigida

Prezzo: € 94,00 Soci SCIVAC: € 80,00

L'addome cranialeLa chirurgia nella clinicadei piccoli animali

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INDICE

L’addome craniale. La chirurgia nella clinica dei piccoli animali

ErnieGeneralità

Caso 1 / Difetto di chiusura dell’ombelico

Caso 2 / Onfalocele. Correzione del difetto con lembo di fascia addominale

Caso 3 / Ernia addominale post traumatica

UreteriLitiasi ureterale

Caso clinico/Litiasi ureterale destra

ReneTrauma renale

Idronefrosi

Caso 1 / Idronefrosi secondaria a ectopia ureterale. Nefrectomia

Nefrolitiasi

Litiasi della pelvi renale. Pielotomia

Litiasi renale. Nefrotomia

Nefrite purulenta. Pionefrosi

Caso 1 / Nefrite purulenta in un cane femmina

Caso 2 /Pionefrosi in una gatta

Neoplasia renale

Caso 1 / Adenocarcinoma renale

Biopsia renale

Biopsia a cuneo

Caso 1 / Biopsia renale chirurgica a cuneo

SurrenaliGeneralità

Surrenalectomia

Surrenalectomia nei furetti.

Feocromocitoma

OvaioGeneralità

Neoplasie ovariche

Caso 1 / Leiomioma ovarico

Altre cisti ovariche

Residui ovarici

Caso 1 / Sindrome dell’ovaio residuo in un furetto femmina

MilzaGeneralità

Torsione splenica

Torsione splenica spontanea

Neoplasia splenica

Caso 1 / Fibroma splenico

Caso 2 / Splenectomia parziale

PancreasGeneralità

Neoplasia pancreatica esocrina. Carcinoma pancreatico

Neoplasia pancreatica endocrina. Insulinoma

Insulinoma con metastasi epatiche.

Cisti pancreatica

StomacoCorpi estranei

Caso 1 / Corpo estraneo. Gastrotomia

Caso 2 / Corpo estraneo nello stomaco di un furetto

Caso 3 / Necrosi gastrica da sovraccarico. Gastrectomia parziale

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Sindrome della dilatazione-torsione gastrica

Caso 1 / Sindrome della dilatazione-torsione gastrica. Congestione gastrica

Caso 2 / Sindrome della dilatazione-torsione gastrica. Gastropessi

Neoplasie

Biopsia gastrica chirurgica

Neoplasia nel corpo e nel fundus gastrico. Gastrectomia parziale

Neoplasia dell’antro pilorico. Gastrectomia Billroth II (Gastrodigiunostomia)

FegatoGeneralità

Biopsia epatica

Neoplasie epatiche

Caso 1 / Carcinoma epatocellulare sinistro

Caso 2 / Carcinoma Epatico. Resezione con suturatrice meccanica toracoaddominale (TA)

Caso 3 / Adenoma epatocellulare destro

Caso 4 / Cisti epidermoide

Malattia biliare. Generalità

Colelitiasi

Colecistotomia

Colecistoenterostomia

Colecistectomia

Shunt portosistemicoGeneralità

Tecnica di portografia mesenterica

Trattamento chirurgico

Caso 1 / Shunt extraepatico. Banda di cellophane sul lato destro

Caso 2 / Shunt extraepatico. Costrittore ameroide sul lato sinistro

Caso 3 / Shunt intraepatico. Costrittore ameroide

Tecniche generaliEsplorazione radiografica

Ecografia addominale. Introduzione alla diagnosi ecografica

Ecografia del rene

Ecografia dell’ovaio

Ecografia della milza

Ecografia del fegato e delle anomalie vascolari

Ecografia dello stomaco

Ecografia delle ghiandole surrenali

Ecografia del pancreas

Ago aspirato ecoguidato

Citologia diagnostica

Laparotomia esplorativa

Laparoscopia e chirurgia laparoscopica

Alimentazione forzata enterale. Generalità

Caso 1 / Gastrostomia. Laparotomia mediana

Caso 2 / Gastrostomia. Laparotomia paracostale

Legatura dell’ovidotto

Ovariectomia nella gatta

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17

Litiasi ureteraleCaso clinico/Litiasi ureterale destra.

UreteriStruttura renale

Piano dorsale parallelo alla linea mediana

Piano medio-dorsale Sezione trasversale

Apparato urinario del gatto

Arterie interlobulari

V. renale

Uretere

Capsula

V. cava caudaleAortaGhiandole surrenali

Rene

Ureteri

Vescica

Condotti deferenti

Prostata

Uretra, parte pelvica

Ghiandola bulbo-uretrale

Pene

Glande

A. renalePelvi renale

Corteccia Grasso nel seno renale

Midollo

Capsula renale

Corteccia renale

Piramide renale

Ilo renale

Calici minori

Cresta renale

Pelvirenale

Pelvi renale

A. e v. renali

A. e v. renaliCorteccia

Midollo

03_uretere.qxd:Cirugia III 5-09-2012 13:59 Pagina 17

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Fig. 5. Questo rene era molto adeso alle struttureanatomiche vicine e alla parete addominale. Le manovre di dissezione si devono eseguire concautela per non lesionare organi importanti.

L’addome craniale

38

La nefrectomia è indicata quando la distru-zione del parenchima renale è importante ela sua funzione è impossibile da recuperare,e quando il rene controlaterale è funzionan-te. La nefrectomia può essere una tecnica re-lativamente semplice, che tuttavia può com-plicarsi a causa delle dimensioni del rene, delleaderenze ad altri organi adiacenti o dell’infil-trazione dei vasi addominali (figg. 5-7).

Fig. 6. In questo caso il rene idronefrotico avevainglobato la vena cava. La freccia indica la vena cavaposteriore, proprio prima della sua entrata nel fegato.

Fig. 7. In questa nefrectomia è stato necessariosezionare la vena cava e quindi eseguire la suaanastomosi termino-terminale.Nell’immagine si apprezza la sutura della facciaposteriore dell’anastomosi.

Quando si esegue una nefrectomiabisogna essere pronti a qualsiasievenienza o complicanza.

Vedi tecnica di nefrectomia nel volume L’addome caudale, o nei capitoli seguenti.

04_rene:03 riñon 5-09-2012 14:17 Pagina 38

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Ovaio / Altre cisti ovariche

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Altre cisti ovariche José Rodríguez. Jaime Graus. María José Martínez

Índice de presentación

Le cisti ovariche più frequenti sono le cisti follicolari e luteiniche, mane esistono anche altri tipi, conseguenza di un’invaginazione di cel-lule epiteliali, o di un’alterazione nello sviluppo dei condotti di Wolff.Normalmente queste cisti non sono accompagnate da altri cambia-menti genitali, né da alterazioni nell’estro. Tuttavia spesso assumonograndi dimensioni e devono essere eliminate chirurgicamente.Questo caso riguarda una femmina di nove anni d’età che presen-tava un aumento di volume della cavità addominale progressivo eimportante, senza altri segni clinici evidenti.

La radiografia ha evidenziato una grande distensione addominalenon definita, che però spostava il pacchetto gastrointestinale, princi-palmente in posizione cranio-dorsale (fig. 1). L’ecografia ha rivelato ilcarattere cistico e le grandi dimensioni della massa, senza identifi-carne l’origine.La laparotomia esplorativa ha confermato che si trattava di cisti ova-riche di grandi dimensioni, ragion per cui è stata effettuata un’ova-rioisterectomia (figg. 2-4).Il risultato dell’intervento è stato soddisfacente e la paziente è statadimessa dopo dieci giorni.

Fig. 1. Nella radiografia si apprezza un aumento di densità nella zona ventraledell’addome, che sposta il resto degli organi addominali in posizioni più periferiche.

Fig. 2. La laparotomia ha confermato che il problema era dovuto a cisti ovariche di grandi dimensioni.

Fig. 3. È stata eseguita un’ovarioisterectomia con tecnica standard. L’immagine mostra le cisti dell’ovaio destro (freccia gialla) e dell’ovaio sinistro(freccia grigia).

Fig. 4. Le cisti erano fragili e si rompevano con facilità. Questa è l’immagine del contenuto estratto dalle cisti.

06_ovaio:05 ovario 5-09-2012 14:31 Pagina 109

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Stomaco / Corpi estranei

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Fig. 4. È stato necessario ampliare la gastrotomiaperché non si riusciva a estrarre la parte più larga del corpo estraneo. In questi casi si deve evitare la lacerazione dello stomaco.

Fig. 5. La chiusura della gastrotomia è stataeffettuata con due suture continue di materialesintetico assorbibile monofilamento. In questaimmagine si osserva l’inizio della seconda sutura(tipo Cushing) sulla sutura semplice realizzata inprecedenza.

Fig. 6. Fase conclusiva della chiusura dellagastrotomia, dopo l’esecuzione della seconda suturainvaginante.

Nel corso dell’esplorazione mediante palpa-zione di tutto il tubo digerente non sono sta-ti rilevati altri oggetti o problemi in senso di-stale.Il paziente si è ripreso in modo soddisfacen-te e ha iniziato a ingerire alimenti morbidi 18ore dopo l’intervento, senza presentare alcunsegno digestivo.

09_stomaco:Cirugia III 5-09-2012 14:55 Pagina 161

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L’addome craniale

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Tecnica di colecistotomiaSi esegue una laparotomia mediana sovraombelicale, proteggendol’area attorno alla colecisti con garze inumidite con soluzione fisiolo-gica. In seguito si applicano due punti di trazione per maneggiare lacolecisti senza traumatizzarne la parete, e si preleva un campione dibile per lo studio microbiologico (fig. 3).

Alla colecisti si applicano due punti di materialemonofilamento sottile per facilitare la manipolazione eridurre il travaso biliare nella cavità peritoneale.

Fig. 3. Si circonda la colecisti con garze sterili per evitare la contaminazioneperitoneale. Si applicano due punti di trazione per maneggiare la colecisti confacilità e si aspira il contenuto per eseguire un’analisi microbiologica della bile edevitare la contaminazione peritoneale.

Fig. 4. Dopo l’incisione della colecisti si aspira ilcontenuto per controllare un’eventuale peritonitebiliare. Il calcolo si trova nella zona inferiore dellacolecisti (freccia azzurra).

Si pratica un’incisione sul fondo della coleci-sti e si aspira il contenuto per evitare la con-taminazione biliare del peritoneo (fig. 4).

Fig. 5. L’asportazione dei calcoli va eseguita condelicatezza per non ledere la colecisti.L’applicazione dei punti di trazione facilita lamanovra e riduce la possibilità di fuoriuscitaaccidentale di bile.

Si estrae con delicatezza il calcolo, che vie-ne inviato in laboratorio per lo studio struttu-rale e microbiologico (figg. 5 e 6).

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CARATTERISTICHE TECNICHE

Per veterinari, studenti, professori e professionisti del settore.

Fotografie, diagrammi e casi clinici reali illustrano, passo per passo, le metodiche di approccio ed esecuzione dei principali interventi chirurgici nella regione rettale, anale e perineale.

Questo libro costituisce uno strumento essenziale sia per medici veterinari professionisti che per studenti di medici-na veterinaria.

Autori: José Rodríguez Gómez, Jaime Graus Morales e María José Martínez Sañudo

Formato: 23 x 29,7 cm

Numero di pagine: 296

Numero di immagini: 800

Rilegatura: copertina rigida

Prezzo: € 88,00 Soci SCIVAC: € 75,00

La regione pelvicaLa chirurgia nella clinicadei piccoli animali

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INDICE

La regione pelvica. La chirurgia nella clinica dei piccoli animali

Chirurgia rettale, anale e perinealePrincipi generali di chirurgia della regione

perineale

RettoProlasso rettale

Caso 1 / Amputazione del retto

Caso 2/ Colopessi

Stenosi

Caso 1 / Resezione transanale del retto

Caso 2 / Colectomia addominale

ErnieErnia perineale

Caso 1 / Erniorrafia semplice

Caso 2 / Impianto di rete

Caso 3 / Trasposizione del gluteo superficiale e sollevamento dell’otturatore interno

Caso 4 / Doppia trasposizione muscolare (otturatore interno e gluteo superficiale)

Caso 5 / Deferentopessi

AnoSacculite anale

Caso 1 / Trattamento preventivo

Caso 2 / Trattamento medico

Caso 3 / Trattamento chirurgico. Sacculectomia mediante tecnica chiusa

Caso 4 / Sacculectomia mediante tecnica con gel caldo

Caso 5 / Sacculectomia nel furetto

Neoplasie anali

Caso 1 / Adenoma di piccole dimensioni

Caso 2 / Adenoma di grandi dimensioni

Fistole perianali

Caso 1 / Trattamento medico

Caso 2 / Resezioni chirurgica radicale

Caso 3 / Resezione chirurgica radicale. Complicanza post-operatoria

Caso 4 / Resezione chirurgica superficiale

Caso 5 / Resezione chirurgica e trattamento medico

Pieghe cutanee della coda

Caso 1 / Resezione chirurgica

Atresia anale

Caso 1 / Atresia nella gatta

Caso 2 / Atresia nella cagna

Vulva e vaginaNeoplasie

Caso 1 / Tumore delle labbra della vulva

Caso 2 / Tumore venereo trasmissibile

Caso 3 / Tumore del pavimento vaginale

Caso 4 / Tumore del tetto vaginale

Caso 5 / Poliposi vulvare

Caso 6 / Tumore vaginale

Caso 7 / Lipoma sottocutaneo

Imene persistente

UretraOstruzione uretrale nel cane

Calcoli uretrali nel cane

Caso 1 / Tecnica di uroidropropulsione

Caso 2 / Uretrotomia prescrotale

Caso 3 / Uretrotomia scrotale

Stenosi uretrali

Caso 1 / Uretrostomia scrotale

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Affezioni delle basse vie urinarie nel gatto (FLUTD)

Caso 1 / Uretrostomia perineale

Caso 2 / Stenosi cicatriziale

Caso 3 / Infiammazione e necrosi cutanea

TesticoliNeoplasia testicolare

Caso 1 / Tumore delle cellule del Sertoli

Caso 2 / Seminoma e adenomi perianali

Caso 3 / Tumore delle cellule del Sertoli e cisti prostatiche

Caso 4 / Tumore delle cellule di Leydig

Ectopia testicolare

Caso 1 / Monorchidismo addominale

Caso 2 / Monorchidismo inguinale

Caso 3 / Criptorchidismo inguinale

Caso 4 / Criptorchidismo addominale

Lesioni dello scroto

Prepuzio e peneFimosi

Caso 1 / Apertura-ampliamento dell’orifizio prepuziale

Caso 2 / Ricostruzione dell’orifizio prepuziale

Parafimosi

Ferite

Caso 1 / Ferite del prepuzio

Caso 2 / Ferite del pene (zona distale)

Caso 3 / Ferite del pene (zona perineale)

Tumori

Caso 1 / Trattamento medico

Caso 2 / Trattamento chirurgico

Prolasso della mucosa uretrale

Ipospadia

Tecniche generaliSondaggio uretrale nel gatto

Sondaggio uretrale nel cane

Cistocentesi

Anestesia epidurale lombosacral

Posizionamento del paziente

Sutura dell’ano “a borsa di tabacco”

Episiotomia

Vasectomia

Orchiectomia nel cane e nel gatto

Caso 1 / Orchiectomia prescrotale nel cane

Caso 2 / Orchiectomia scrotale nel gatto

Caso 3 / Orchiectomia con ablazione scrotale nel cane

Laparatomia sottombelicale

Cistotomia

Tecnica 1

Tecnica 2

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