materiale didattico hortus 7

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Q UALI FRUTTI per la selezione delle sementi www.croceviacalabria.org 7 Non tutto cio che e bello si mangia Non tutto cio che e bello si mangia ' ' Ricordiamoci comunque sempre di etichettare i nostri sacchetti (con nome della varietà, fonte e anno di selezione) e di non far passare troppi anni tra la raccolta delle sementi e la loro semina. Ad ogni modo, è bene aver a mente che il miglior modo per conservare la sementa è coltivarle! Una volta che si è pronti a seminare, è possibile verificare la vitalità di alcuni tipi di semi (normalmente per semi di dimensioni grandi come quelli a granella e cucurbitacee) mettendoli a bagno in acqua per alcune ore (ancor meglio se nel macerato di ortica che gli trasmette vigore). I semi che vivono ancora si depositeranno sul fondo, mentre quelli morti galleggiano in superficie. “Signo’ ma voi semi ne avete?”. L’uomo seduto sulla sedia di vimini vattia i baccelli secchi delle fave per recuperare la granella per la nuova semina. Lo sguardo incuriosito verso quella ragazza comparsa in sella a una bicicletta nel suo terreno: “Chì cercate?”. “Semi! Semi ne avete?”. Sfrusciando il pollice fra il dito medio e l’indice l’uomo rispose “Cercate picciuli?”. “No, no, non mi sono spiegata...” scese dal sellino e si avvicinò all’orto indicando i verdi pomodori di giugno: “Semi della roba vostra, ne avete?”. “Ah!” unendo i cinque polpastrelli della dita portò due volte la mano verso la bocca “Vulite mangia’?!”. “No, non ci siamo capiti. Aspettate che vi faccio vedere...” cercando nelle sacche della bici tirò fuori un sacchetto e dal pugno aperto della mano gli mostrò il contenuto. “Ah! Cercate ‘a simenta!!”. Da quel primo acerbo incontro capii un concetto molto importante: nella cultura contadina il seme è femminile!

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Quali frutti per la selezione delle sementi

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Quali frutti per la selezione delle sementi

www.croceviacalabria.org

7

Non tutto cio che eè bello si mangia

Non tutto cio che eè bello si mangia

'

'

Ricordiamoci comunque sempre di etichettare i nostri sacchetti (con nome della varietà, fonte e anno di selezione) e di non far passare troppi anni tra la raccolta delle sementi e la loro semina. Ad ogni modo, è bene aver a mente che il miglior modo per conservare la sementa è coltivarle!

Una volta che si è pronti a seminare, è possibile verificare la vitalità di alcuni tipi di semi (normalmente per semi di dimensioni grandi come quelli a granella e cucurbitacee) mettendoli a bagno in acqua per alcune ore (ancor meglio se nel macerato di ortica che gli trasmette vigore). I semi che vivono ancora si depositeranno sul fondo, mentre quelli morti galleggiano in superficie.

“Signo’ ma voi semi ne avete?”. L’uomo seduto sulla sedia di vimini vattia i baccelli secchi delle fave per recuperare la granella per la nuova semina. Lo sguardo incuriosito verso quella ragazza comparsa in sella a una bicicletta nel suo terreno: “Chì cercate?”. “Semi! Semi ne avete?”. Sfrusciando il pollice fra il dito medio e l’indice l’uomo rispose “Cercate picciuli?”.“No, no, non mi sono spiegata...” scese dal sellino e si avvicinò all’orto indicando i verdi pomodori di giugno: “Semi della roba vostra, ne avete?”. “Ah!” unendo i cinque polpastrelli della dita portò due volte la mano verso la bocca “Vulite mangia’?!”. “No, non ci siamo capiti. Aspettate che vi faccio vedere...” cercando nelle sacche della bici tirò fuori un sacchetto e dal pugno aperto della mano gli mostrò il contenuto. “Ah! Cercate ‘a simenta!!”.

Da quel primo acerbo incontro capii un concetto molto importante: nella cultura contadina il seme è femminile!

Hortus in fabula è un orto creato all’interno dell’Orto Botanico per preservare in maniera sana e naturale varietà orticole locali e a rischio di sparizione. Queste sementi, sono state recuperate dall’associazione Crocevia Calabria presso contadini delle zone rurali dell’Alto Tirreno cosentino e del Parco Nazionale del Pollino, grazie al progetto di recupero e valorizzazione della biodiversità coltivata Semi Autonomi.

Hortus in Fabula nasce per condividere la coltivazione e gestione di questa speciale biodiversità, poiché vuole coltivare cura e consapevolezza sul cibo, le tradizioni contadine, la gestione della natura coltivata e la preservazione della biodiversità orticola locale.

È nato prima il seme o la pianta?Il recupero di buone sementi è solo la fase finale di un lavoro di cura e crescita di una pianta. È bene dunque procedere con ordine e accuratezza nelle varie fasi di riproduzione, selezione e conservazione di un seme. Fin dal principio tre sono le attività importanti da fare:• Registrare il periodo della semina, la data di germinazione, il tasso di successo di germinazione e la maturità delle piantine pronte per il trapianto;• Valutare alla fine dell’anno i tempi del programma di produzione cercando di valutare ogni possibile esperienza sia positiva che negativa;• Osservare le annotazioni è utile a capire come le piante stiano crescendo e aiutano, anche, a fare degli aggiustamenti in prospettiva di una nuova semina.

Infine, è importante conservare la tracciabilità dei semi poiché la loro qualità e affidabilità può variare rispetto alla fonte di provenienza.

Dal frutto al seme

Qual è il frutto migliore per le mie sementi?È preferibile scegliere i primi frutti, quelli più in basso o, come per la famiglia delle curcubitacee (zucche, zucchini, cetrioli, ecc.), i più vicini all’origine del fusto della pianta, poiché il fiore, più in basso di altri, si forma in un periodo di minore presenza di insetti impollinatori che potrebbero incidere nell’ibridazione tra ecotipi differenti. La selezione del frutto è un’attenzione importantissima nella riproduzione di una varietà: scegliere sempre il frutto migliore!Lasciare maturare il frutto il più possibile sulla pianta: • sementi nel baccello o nella spiga: raccogliere il frutto dalla pianta una volta che è completamente secco;• sementi nel frutto: recuperare la bacca una volta che avrà raggiuntao la sua massima maturazione, manifestandosi, tal volta, con il variare del suo colore naturale;• sementi nel fiore: non bisogna recidere la pianta, ma lasciare che completi il suo ciclo a fiore dove, una volta secco, recupereremo le sue sementi;• sementi nella radice: una volta lasciata maturare la pianta fino a fioritura, selezionare il bulbo, il tubero o rizoma.

Come recuperare dal frutto i propri semi?• i semi nel baccello o spiga: conservare la semenza nel suo stesso frutto in luoghi asciutti;• i semi nel frutto: recuperare il seme dal frutto (per il pomodoro: filtrare il contenuto gelatinoso in un colino e mettere a mollo in acqua ciò che resta per 3 giorni in un vasetto –senza tappo ma coperto con un tessuto– al termine dei quali le sementi saranno separate dalla gelatina che normalmente le avvolge nel loro frutto); successivamente, seccare le sementi in un posto asciutto e ventilato per 3 settimane, smuovendo la semenza delicatamente con la mano al fine di separare i semi tra loro;• i semi da fiore: con un setaccio a maglia stretta separare i piccolissimi semi dall’involucro del fiore secco;• i semi nella radice: selezionare il bulbo (più interno), il tubero (più omogeneo) o il rizoma (più grosso).

Come conservare i semi?I semi sono un bene fragile, e la conservazione è la fase più delicata e importante per mantenere il potenziale di germinabilità delle nostre sementi. È bene conservarle in un luogo fresco e buio, avvolgendole in del materiale naturale che permetta loro di respirare (ricordiamoci sempre che le sementi dormono ma sono vive!) come carta, vetro o legno. Se arrivata la stagione calda non seminiamo tutte le sementi conservate, è bene deporle in un luogo fresco (come i cassetti del frigorifero) al fine di non stimolare la nascita di insetti che potrebbero essere presenti se le nostre sementi non sono state bene essiccate.