progetto di multimedialità per i beni culturali i

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Anna Paterlini Corso di Didattica dell’arte per i musei esame di Multimedialità per i beni culturali I Accademia delle Belle Arti Santa Giulia a Brescia Progetto di Multimedialità per i beni culturali I Obbiettivi e finalità In questo progetto prenderemo in considerazione il museo delle armi che sorge nel nucleo storico della cittadella fortificata sulla sommità del colle Cidneo a Brescia. La finalità del progetto proposto è quella di compiere un’opera in grado di valorizzare questa realtà tramite l’ausilio di dotazioni multimediali. La realtà aumentata è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali) all’esperienza reale di tutti i giorni. Gli elementi che aumentanola realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come un telefonino di ultima generazione, con pc dotato di webcam, con dispositivi di visione, di ascolto e di manipolazione che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già percepita in sé. La realtà aumentata su piattaforma mobile Il telefonino o smartphone di ultima generazione deve essere dotato necessariamente di GPS per il posizionamento, di magnetometro (bussola) e deve poter permettere la visualizzazione di un flusso video in tempo reale, oltre che di un collegamento internet per ricevere i dati online. Il telefonino inquadra in tempo reale la realtà, alla quale vengono sovrapposti i livelli di contenuto, da dati PDI punti di interesse geolocalizzati a elementi 3D. La realtà aumentata su desktop e computer è basata sull’uso di markers, o ARtags, dei disegni stilizzati in bianco e nero che vengono mostrati alla webcam, vengono riconosciuti dal pc e ai quali vengono sovrapposti in tempo reale i contenuti multimediali come video, audio ed elementi 3D. Normalmente la realtà aumenta si basa su tecnologia Adobe Flash e quindi fruibile da un qualsiasi browser Internet standard. Applicazioni della realtà aumentata Usata in ambiti specifici come in campo militare e medicale o nella ricerca accademica, nel 2009 grazie al miglioramento della tecnologia la realtà aumentata è giunta al grande pubblico sia sottoforma di campagne di comunicazione augmented advertising pubblicate sui giornali o sulla rete, sia attraverso un

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Progetto sul Museo delle Armi di Brescia.

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Page 1: Progetto di multimedialità per i beni culturali I

Anna Paterlini

Corso di Didattica dell’arte per i musei

esame di Multimedialità per i beni culturali I

Accademia delle Belle Arti Santa Giulia a Brescia

Progetto di Multimedialità per i beni culturali IObbiettivi e finalità In questo progetto prenderemo in considerazione il museo delle armi che sorge nel nucleo storico della cittadella fortificata sulla sommità del colle Cidneo a Brescia. La finalità del progetto proposto è quella di compiere un’opera in grado di valorizzare questa realtà tramite l’ausilio di dotazioni multimediali.

La realtà aumentata è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali) all’esperienza reale di tutti i giorni. Gli elementi che “aumentano” la realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come un telefonino di ultima generazione, con pc dotato di webcam, con dispositivi di visione, di ascolto e di manipolazione che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già percepita “in sé”.

La realtà aumentata su piattaforma mobile Il telefonino o smartphone di ultima generazione deve essere dotato necessariamente di GPS per il posizionamento, di magnetometro (bussola) e deve poter permettere la visualizzazione di un flusso video in tempo reale, oltre che di un collegamento internet per ricevere i dati online. Il telefonino inquadra in tempo reale la realtà, alla quale vengono sovrapposti i livelli di contenuto, da dati PDI punti di interesse geolocalizzati a elementi 3D.

La realtà aumentata su desktop e computer è basata sull’uso di markers, o ARtags, dei disegni stilizzati in bianco e nero che vengono mostrati alla webcam, vengono riconosciuti dal pc e ai quali vengono sovrapposti in tempo reale i contenuti multimediali come video, audio ed elementi 3D. Normalmente la realtà aumenta si basa su tecnologia Adobe Flash e quindi fruibile da un qualsiasi browser Internet standard.

Applicazioni della realtà aumentata Usata in ambiti specifici come in campo militare e medicale o nella ricerca accademica, nel 2009 grazie al miglioramento della tecnologia la realtà aumentata è giunta al grande pubblico sia sottoforma di campagne di comunicazione augmented advertising pubblicate sui giornali o sulla rete, sia attraverso un numero sempre crescente di applicazioni per telefonini, in particolare per Android e IPhone.

Non sempre tutti i siti museali dispongono di elementi interattivi, infatti il portale web del museo delle armi in castello è piuttosto scarno. Manca di interazione fra la pagina web e gli utenti, in altre parole è un sito vetrina. I siti web sono il maggior veicolo per la diffusione di applicazioni multimediali interattive in ambito culturale. Sono immediatamente accessibili da tutto il mondo e non hanno costi di distribuzione. La loro facilità di realizzazione ne ha favorito la diffusione, ma anche prodotto risultati di livello molto discontinuo come qualità. I siti web hanno percorso un’evoluzione tipica. Inizialmente erano siti che presentavano l’istituzione (“siti vetrina”), inseguito sono

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diventati un’introduzione dettagliata alle collezioni permanenti (quasi una riproduzione delle classiche esposizioni museali); attualmente sono considerati una descrizione delle mostre ed eventi temporanei (a scopo promozionale), mostre virtuali, giochi educativi e applicazioni per le scuole. In conseguenza a questi sviluppi le istituzioni riescono a raggiungere un’ampia fetta di pubblico e a svolgere il ruolo di promuovere la cultura. Internet è uno straordinario “museo virtuale” accessibile a tutti. In Italia la presenza di beni culturali su Internet è a dir poco imbarazzante e virtualmente assente. Salvo poche eccezioni la presenza è di bassa qualità. La ragione non è un deficit professionale, ma piuttosto si tratta di un atteggiamento negativo di fondo nel mondo culturale italiano rispetto alla comunicazione precedentemente citata.

Le applicazioni educative sono rivolte ai giovani, in genere più grafiche che multimediali, basate su “su racconti” semplici con soggetto di natura culturale.

Le ricostruzioni virtuali sono ricostruzioni di edifici o ambienti non più esistenti come i resti delle mura di un tempio romano che sorgeva al posto del castello. Ad esempio sketch up è un’applicazione di computer grafica per la modellazione 3D adoperata nella progettazione architettonica, nell’urbanistica, nell’ingegneria civile e nello sviluppo di video giochi ed altre professioni correlate. Strutturato con un particolare occhio di riguardo alle fasi concettuali del design, sketch up è un software di modellazione 3D versatile, potente e nel contempo semplice da adoperare. Viene usato nella creazione di forme bidimensionali e tridimensionali, fornendo al disegnatore uno strumento intuitivo e veloce, in grado di assisterlo dal punto di vista grafico e di consentire un’esplorazione dinamica e creativa degli oggetti, dei materiali e dell’impatto con la luce solare. Le ricostruzioni virtuali a due o tre dimensioni consentono di riprodurre artefatti: edifici, pareti, vie, spazi urbani oggi non più disponibili o gravemente deteriorati o comunque non più corrispondenti all’originale. Le ricostruzioni virtuali possono essere importanti per discutere ipotesi scientifiche su edifici e ambienti oggi distrutti. Nonostante le premesse di qualche anno fa, le ricostruzioni virtuali non sono diventate uno strumento di lavoro per studiosi o addetti ai lavori contrariamente a quanto succede in altri settori quali la medicina e la biologia. Oggi si può dire che le ricostruzioni virtuali sono confinate all’ambito della divulgazione.

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Brevi cenni storici: Alla sua morte il Cavalier Luigi Marzoli, residente a Palazzolo sull’Oglio, cedette con testamento al Comune di Brescia la sua preziosa raccolta di armi e armature frutto di appassionanti ricerche nei suoi viaggi intorno al mondo. Una parte della collezione è esposta a palazzo Duranti a Palazzolo sull’Oglio, di proprietà della famiglia Marzoli, risalente al periodo rinascimentale. Al nucleo principale, costituito dalla collezione dell’imprenditore, si aggiunsero circa 300 pezzi appartenenti alle civiche raccolte. Per dare sede alla collezione l’amministrazione comunale fece un primo intervento di restauro nel mastio con l’idea di allestirvi il museo delle armi. Nel 1971 furono apportate altre modifiche al percorso museale. Il consiglio comunale propose all’architetto Carlo Scarpa di assumere la direzione dei lavori. Per attuare questo ambizioso progetto di restauro del mastio venne smantellato il museo di scienze naturali. Nel 1969 fu inaugurata la prima mostra in occasione del congresso internazionale dei musei d’armi e di storia militare e nel 1985 la mostra intitolata “proposta per il museo Luigi Marzoli”.

Il museo delle armi è distribuito su due piani suddivisi a loro volta in sette sale mantenendo la struttura trecentesca, originaria dell’edificio. Il primo ambiente che incontriamo, nel nostro percorso, è una sala dalle murature due-trecentesche e con decorazioni ad affresco di età viscontea. Lo spazio museale di questo primo ambiente è dedicato all’armamento quattrocentesco, costituito da armi in asta (vouge e alabarde), spade (tra cui due cinquedee e un ricco stocco da cerimonia) e armature dei “missaglia”, nome col quale venivano chiamati gli armaioli milanesi. Ma troviamo anche celate, barbute, celate all’italiana ed elmetti.

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La seconda sala rappresenta una fase di passaggio dedicata all’armamento della prima metà del ‘500. Accanto all’esposizione delle armi bianche e di quelle in asta domina la serie delle armature tedesche, in particolare quelle bianche e nere “da Landkenecht”, privilegiando cosi un armamento più leggero che però non consentiva una protezione totale come quella dell’armatura quattrocentesca. Queste armature venivano usate solo per tornei e parate. Sul fondo della sala potete ammirare una ricostruzione di un uomo a cavallo e due fanti a piedi che documenta l’armamento italiano dell’epoca, leggero e elegantemente ornato.

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La terza sala del museo è un grande salone ricavato dalla copertura di un bastione del castello. Nel terzo ambiente si trova anche una scala di nuova ideazione che consente il passaggio al livello superiore. Le notevoli dimensioni dell’ambiente hanno permesso la ricostruzione di due drappelli di soldati in marcia composti ciascuno da due cavalieri e numerosi fanti a piedi. Sui fianchi, appese alle pareti, si trovano alcune spalliere con armi difensive per favorire una realistica ambientazione d’epoca. Nel secondo ‘500 le armature iniziano a scomparire lasciando il posto a fucili e baionette. Sul fondo della sala sono esposte una serie di armature isolate che svolgono una funzione simbolica, alcune per la presenza di stemmi araldici appartenenti alle famiglie aristocratiche, mentre altre, dette da guardia papale, per la vistosissima decorazione nera e oro.

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Nel quarto ambiente le pareti sono riccamente decorate ad affresco e caratterizzate dalla presenza di un monumentale vano per il camino che si trova spesso nelle sale di rappresentanza del castello trecentesco. Nella sala ci sono armature “alla romana” ispirate a modelli dell’impero romano, poste accanto a elmi e spade che testimoniano l’abilità tecnica degli armaioli milanesi. Un altro pezzo molto importante della collezione è la rotella da pompa, uno scudo rotondo in ferro intagliato con decorazioni dorate in rilievo che racconta il trionfo di Bacco, dio del raccolto e della vendemmia. Lo scudo veniva usato solo durante parate e tornei.

Accediamo al piano superiore tramite lo scalone centrale della sala. In cima alle scale entriamo in un ambiente nel quale sono ancora visibili i resti delle mura di un tempio romano che sorgeva al posto del castello. Ai piani alti troviamo due piccoli vani dedicati a un paio di importanti armature della fine del secolo con struttura “da barriera”, cioè per duello a piedi e una elegantissima decorazione a pieno campo (distribuita su tutta la corazza) come voleva la moda italiana intorno al 1600, anche se le protagoniste indiscusse della sala sono due serie di Morioni incisi e spade dalla lama stretta ed elegante.

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Gli ultimi due ambienti, anch’essi con affreschi di età viscontea, sono interamente dedicati alle armi da fuoco. Fra le armi esposte al piano superiore troviamo archibugi, piccoli terzaroli e carabine (utilizzati dalla cavalleria) e infine moschetti del 700 per la fanteria, ma ci sono anche pistole da guerra, pistoletti (armi da duello o da cavalleria), terzette (per la difesa personale) e il piccolissimo mezzogatto (arma da borsa o da tasca). Molto ricca è la collezione di armi in asta con falcioni, partigiane, buttafuori, picche e spuntoni. Altrettanto importante è la raccolta di armi bianche con spade da lato, spade alla Vallona e la classica spada alla spagnola.

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