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Energia [nuc leare] 8 /1 Te sto allegato a “ Energia [nucleare]”, on line su: https://www.beati.org/sites/beati.org/files/nucleare.pdf   Roberto Meregalli - Beati i costruttori di pace  L’Atomo pu ò essere “ pa cifico”? “Gli Stati Uniti sarebbero orgogliosi di assumere con gli altri [paesi] "principalmente coinvolti" lo sviluppo di piani per accelerare l’uso pacifico dell'energia atomica”. Dwight D. Eisenhower, “Atoms for peace” 1  In questa analisi si è accennato al problema della sicurezza relegandolo al rischio di guasti nei vari sistemi di cui è composta una centrale ed alla possibilità di una fuoriuscita di materiale radioattivo con conseguente contaminazione di aria, suolo ed esseri viventi. Ma esistono altri pericoli - ben più gravi di questi - originati dall’inscindibile link che fin dagli albori dello sviluppo dell’energia nucleare, unisce il nucleare civile a quello militare, tanto d poterli definire come gemelli siamesi. La storia del nucleare si può far partire dal 1939, quando in un articolo apparso sulla rivista Naturwissenschaften gli scienziati tedeschi Hahn e Strassman provarono che il nucleo di un atomo di uranio 1 Tratto dal discorso tenuto durante la 470sima Ass emblea generale dell’ONU (Atoms for peace), 8 Dicembre 1953. G em elli sia m esi

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Testo allegato a “ Energia [nucleare]”, on line su: https://www.beati.org/sites/beati.org/files/nucleare.pdf  

Roberto Meregalli - Beati i costruttori di pace 

L’Atomo può essere “pacifico” ?

“Gli Stati Uniti sarebbero orgogliosi di assumere con gli altri [paesi] "principalmentecoinvolti" lo sviluppo di piani per accelerare l’uso pacifico dell'energia atomica”.

Dwight D. Eisenhower, “Atoms for peace”1 

In questa analisi si è accennato al problema della sicurezza relegandolo al rischio diguasti nei vari sistemi di cui è composta una centrale ed alla possibilità di unafuoriuscita di materiale radioattivo con conseguente contaminazione di aria, suolo edesseri viventi.Ma esistono altri pericoli - ben più gravi di questi - originati dall’inscindibile link chefin dagli albori dello sviluppo dell’energia nucleare, unisce il nucleare civile a quellomilitare, tanto d poterli definire come gemelli siamesi.

La storia del nucleare si può far partire dal 1939, quando in un articolo apparso sulla rivistaNaturwissenschaften gli scienziati tedeschi Hahn e Strassman provarono che il nucleo di un atomo di uranio

1 Tratto dal discorso tenuto durante la 470sima Assemblea generale dell’ONU (Atoms for peace), 8 Dicembre 1953.

Gem el l i s iam esi

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poteva frammentarsi in due parti. Il giorno dopo, Lise Meitner e Otto Frisch scrissero alla rivista ingleseNature una lettera, in cui descrivevano il processo attraverso il quale l’uranio si divideva,chiamandolo per la prima volta fissione. L’11 ottobre 1939, venne consegnata al presidente Roosevelt unalettera firmata da Albert Einstein – ma scritta in realtà da Leo Szilard – che sollecitava gli Stati Uniti asviluppare rapidamente un programma di armamento atomico. Il presidente accettò. La Marina assegnò allaColumbia University un primo fondo di 6.000 dollari, che diventò poi il “Progetto Manhattan”: il programma diricerca, che portò alla costruzione della prima bomba atomica.2 

Perché esiste questo legame indissolubile? Forse più di mille parole può essere utilepensare al caso Iran che da tempo, a periodi alterni, occupa le prime pagine deigiornali.

« Testate nucleari » - Fonte: http://edition.cnn.com/exchange/blogs/warpCNN/archive/2006_11_12_archive.html 

Cosa vuole fare l’Iran? Produrre energia nucleare facendo funzionare il suo reattore diBushehr. Per farlo deve avere a disposizione del combustibile nucleare, ovverol’uranio. E di uranio ne ha nel sottosuolo ma non si può utilizzare così com’è quandoviene estratto dalle miniere: per poter alimentare una centrale va “arricchito”. La

tecnologia di arricchimento della quale l'Iran si è dotato è quelladell'ultracentrifugazione, quella attualmente maggiormente utilizzata nel mondo.Ebbene ecco il nocciolo del problema: l’arricchimento dell’uranio produce combustibileper centrali nucleari e/o materia prima per costruire bombe atomiche. Inoltre ilriprocessamento del combustibile utilizzato da una centrale, produce plutonio, ottimosia per bombe fissili che per le bombe H.Morale della favola: qualsiasi paese che ha reattori nucleari è potenzialmente ingrado di produrre armi nucleari perché la tecnologia è la stessa.La storia conferma che il nucleare civile costituisce la porta d’ingresso a quellomilitare, visto che a partire dall’entrata in vigore del trattato di non proliferazionenucleare (NTP) nel 1970, paesi come il Pakistan, Israele, India e Corea del Nord hannoprodotto ordigni nucleari partendo da programmi di nucleare civile. Iran, Iraq e Libia

2 Tratto da: “Come Evitare la Trappola Nucleare”, Fermiamo Mr Burns – Roberto Bosio/Alberto Zoratti, Arianna editrice.

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confermano ulteriormente questa connessione, alcuni utilizzano uranio arricchito,altri plutonio ricavato da combustibile utilizzato nelle centrali.Gli accordi internazionali creano l’illusione che sia possibile un nucleare civilesenza proliferazione di armi ma l’unica soluzione sicura è quella di chiudere ilcapitolo nucleare generando energia elett rica con altri mezzi.

I p rod ot t i d el cic lo d el com bu s t ibile n u cle a reIl ciclo del combustibile nucleare (vedi schema nella pagina seguente), prevede duestep fondamentali: l’arricchimento e, a valle del reattore, il riprocessamento delcombustibile “bruciato”.L’uranio naturale è composto da una miscela di tre isotopi3: U234, U235 e U238.Attenzione: la parte 238 è la più abbondante (99,3%) ma non è quella che si usaperché non è fissile, lo diventa se si trasforma nel plutonio 239 (che opportunamente

arricchito è ottimo per la bomba a fissione e percostruire le bombe H), mentre U234 è la piùscarsa, 0,00055%. Quello che si usa

normalmente è il 235 e col processo diarricchimento si procede ad aumentarne laconcentrazione in modo che passi dal livellonaturale dello 0,7% a valori compresi fra il 3 e il7%. Se si arricchisce all’80% diventa adatto alla

bomba a fissione.Il riprocessamento che avviene dopo che il combustibile è stato utilizzato, produceplutonio ed uranio impoverito (Per la precisione produce enormi quantità di uranioimpoverito, ossia uranio a cui manca la corrispondente quantità di U235).

Riassumendo, nella fase di preparazione del combustibile si produce uranio arricchitoche può essere utilizzato per produrre energia elettrica o come combustibile perreattori nucleari nei sottomarini e nelle portaerei militari, oppure come massa direazione all’interno delle bombe atomiche. Nella fase di riprocessamento, uranioimpoverito, utilizzato per rendere maggiormente resistenti le corazzate dei carri armatie per costruire proiettili anticarro al posto del più costoso tungsteno e plutonio,eccellente detonatore per la bomba a fusione.

3 L' isotopo (lett. nello stesso luogo) è un atomo dello stesso elemento chimico, e quindi con lo stesso numero atomico, ma con

differente numero di massa, e quindi massa atomica. La differenza delle masse è dovuta a un diverso numero di neutroni

presenti nel nucleo dell'atomo.

Gli isotopi dell’uranio

Isotopo Percentuale presentenell’uranio naturale

U 238 99,284U 235 0,711U 234 0,0055

ARRICCHIMENTOURANIO

ARRICCHITO

RIPROCESSAMENTO

URANIO

IMPOVERITO

PLUTONIO

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Riprocessare il combustibile significa separare dalle scorie le parti riciclabili:l’uranio non ancora utilizzato e soprattutto il plutonio formatosi nel combustibile

stesso durante il funzionamento del reattore.Si tratta di lavoro “sporco” nel senso che un impianto di riprocessamento delcombustibile irraggiato è un’operazione intrinsecamente meno “pulita” dell’esercizio diuna centrale e presenta rischi di proliferazione, ovvero che parte del materiale siasottratto senza che ve ne sia evidenza. Tant’è che per evitare questi rischi gli StatiUniti sino ad oggi hanno scelto di non riprocessare le loro scorie considerando ilcombustibile come un vero e proprio rifiuto a perdere. Molti altri paesisostanzialmente sono in una situazione di attesa, cosicché – secondo i dati fornitidall’Agenzia internazionale per l’energia atomica – solo un terzo del combustibilenucleare irraggiato prodotto sino a oggi nei reattori di tutto il mondo è statoriprocessato, mentre tutto il resto è stoccato, in attesa dello smaltimento o della

decisione circa il suo destino. L’Italia ha invece sposato la scelta del riprocessamento,una strada contestata4 proprio perché rischiosa e costosa, tant’è che per onorare ilcontratto con la francese Areva, dal primo gennaio 2007, con la delibera 321/06 èstata triplicata la quota della componente A2 (nella bolletta), i cosiddetti “onerinucleari”; un aumento che ha portato, come dice l’Autorità per l’Energia Elettrica ed ilGas ad “un aumento dell’ordine di un punto percentuale sulla tariffa domestica”.

4 http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/riprocessamento-combustibile.pdf 

Estrazione

minerar ia

a r r i cch imen to Produzione del le barre di

combus t ib i le

r ip rocessamento depos i to

Combust ib i leda r ic ic la re

I l c i c lo

(sempl i f i cato)

de l com bust ib i le

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La situazione del combustibile irraggiato italianoLa maggior parte del combustibile irraggiato prodotto nelle quattro centrali italiane di Latina, Trino,Garigliano e Caorso è stato già riprocessato in Gran Bretagna e il resto è ormai destinato all’impianto diriprocessamento francese di La Hague. Più in dettaglio, in Italia, dall’inizio degli anni 60, quando entrarono in esercizio le prime centrali, fino al1987, quando gli impianti allora funzionanti vennero definitivamente spenti (la centrale del Garigliano era giàchiusa dal 1978, poco prima che fosse avviata quella di Caorso), sono state complessivamente prodotte1.865 tonnellate di combustibi le irraggiato.Sulla base di accordi stipulati a suo tempo 1.630 tonnellate sono state trattate nell’impianto inglese diSellafield. Le ultime spedizioni verso quell’impianto, effettuate a seguito di tali accordi, sono partite daldeposito Avogadro di Saluggia, tra il 2003 e il 2005 e hanno riguardato 53 tonnellate di combustibile. I rifiutiradioattivi prodotti da tutte quelle operazioni di riprocessamento sono oggi ancora immagazzinati aSellafield, ma dovranno in parte rientrare in Italia, in ottemperanza agli accordi stessi. Si tratta di circa6000 m3 di rifiuti condizionati in matrice cementizia e di circa 16 metri cubi di rifiuti a più elevata attività,vetrificati. Si è giunti così all’accordo intergovernativo stipulato nel novembre 2006 tra il ministro per loSviluppo economico Bersani e il suo omologo francese Loos, che prevede la spedizione verso la Franciadelle 235 tonnellate di combustibile italiano tra il 2007 e il 2012 e il rientro in Italia dei rifiuti prodotti dalriprocessamento entro il 2025. Nel maggio scorso la Sogin e la società francese Areva, proprietaria degliimpianti di La Hague hanno trasformato l’accordo in contratto, del valore di oltre 250 milioni di Euro.Fonte: ARPA Rivista N. 3 maggio-giugno 2007

Riprocessare non conviene

1.  E’ costoso. La Francia, leader in questa attività, spende un miliardo di dollari all’anno per produrre conquesta attività il MOX (Mixed Oxide Fuels), il combustibile al plutonio che utilizza in 20 dei suoi reattori. IlMOX costa tre volte di più del normale combustibile all’uranio. L’impianto di riprocessamento di Rokkasho,in Giappone è il più moderno ma anche il più costoso al mondo e si calcola che la sua gestione incida conun costo di 3 centesimi di dollaro su ogni KWk prodotto col nucleare.

2.  E’ pericoloso. I centri addetti a queste operazioni sono più a rischio di incidenti delle stesse centrali.

3.  Significa dipendere dai paesi che hanno questi impianti: Francia, Inghilterra, Russia, Giappone, India5.

4.  Non diminuisce i rifiuti da inviare in deposito. Il ritrattamento produce grandi quantità di residui a livellointermedio. Il volume totale di rifiuti vetrificati e di rifiuti intermedi è notevolmente più grande che l'originaledel combustibile esaurito.

5.  Produce Plutonio: in circolazione a fine 2005 si calcolava ce ne fossero 245 tonnellate prodotte, non

utilizzate come MOX. Si tratta di una quantità che cresce ogni anno. In Francia ve ne sono 80 t a LeHague, una quantità analoga è a Sellafield , in Gran Bretagna. Più di 30 sono a Chelyabinsk in Russia,quantità imprecisate sono custodite in Giappone. Questo plutonio è fonte di preoccupazione per possibilisottrazioni a scopo terroristico ed è antieconomico perché dopo cinque anni di conservazione questomateriale non può più essere utilizzato in una centrale, va nuovamente riprocessato.

6.  Crea enormi volumi di rifiuti liquidi che vengono scaricati in mare. Molti governi, come l'Irlanda e laNorvegia, hanno chiesto alla Francia e alla Gran Bretagna a interrompere i loro scarichi che avvengonotramite un condotto marino; se fossero confezionati in fusti e gettati in mare da una nave, sarebbe illegaleai sensi del diritto internazionale.

(Fonte: Institute for Energy and Environmental Research http://www.ieer.org/fctsheet/repro-intl.pdf) 

5 Un elenco aggiornato è contenuto nel documento: “Managing the Nuclear Fuel Cycle: Policy Implications of Expanding

Global Access to Nuclear Power”, Updated March 7, 2008, preparato dal Servizio Ricerche del Congresso USA.

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Pericolo terrorismo?

“La minaccia di atti criminali o non autorizzati relativi a materiale radioattivo ècresciuto in maniera significativa fin dai primi anni ‘90. E 'ben noto che i gruppi

terroristici hanno cercato di acquisire tale materiale.”Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, 2007

Viviamo in un mondo caratterizzato da un elevato grado di instabilità e di insicurezza.Le politiche economico-finanziarie degli ultimi decenni hanno esacerbato la situazionee la classe politica mondiale si è distinta per incapacità e complicità. Dopo gli attentatidell’11 settembre la situazione è precipitata e la guerra è tornata ad essere strumentoprincipe della politica. Nei dibattiti sulla sicurezza si è spesso accennato al rischio diun atto terroristico nei confronti di centrali nucleari ma esiste un rischio più reale econcreto: quello del trafugamento di materiale fissile. E’ la stessa Agenzia AtomicaInternazionale (IAEA) ad affermarlo a chiare lettere.Come già accennato, a risultare particolarmente vulnerabili sono gli impianti diriprocessamento, da cui sono possibili sottrazioni di materiale. All’inizio del processoviene fatta una stima del plutonio presente nel materiale da processare. La misura èfatta su alcuni campioni e non è una misura precisa pertanto è impossibile uncontrollo rigoroso fra materiale in entrata e in uscita nell’impianto.In realtà questo problema interessa tutti gli impianti che raccolgono scorie nucleari,quando nel 1996 il Dipartimento per l’energia statunitense compilò il noto “50° YearsReport”6, scoprì che non quadravano i conti fra entrare ed uscite di plutonio nei vari

impianti. Da quello di Los Alamos risultavano spariti 765Kg, l’equivalente di 150bombe nucleari!7 Il rischio trafugamenti non diminuirà in futuro, anzi aumenterà rispetto al passatoperché i nuovi reattori di terza generazione (Flamanville e Olkiluoto) sono progettatiper funzionare non solo con l’usuale uranio arricchito ma con il MOX (un mix di ossididi uranio e plutonio), ottenuto proprio con gli impianti di riprocessamento. Uneventuale “rinascimento nucleare” imporrebbe la creazione di nuovi impianti (le stimedicono che il numero attuale dovrà essere come minimo raddoppiato8), ovvero diquantità sempre maggiori di materiale fissile potenzialmente trafugabile.Pertanto il “nuovo nucleare” sotto questo aspetto risulta più pericoloso rispetto al“vecchio”9.Dal 1995 l’Agenzia tiene nota di tutti gli incidenti che coinvolgono la sottrazioneillecita, la detenzione e l’uso di materiale nucleare10.Al 31 dicembre 2006 la lista prodotta contava ben 1.080 casi, Il 54% di questi sono diorigine criminale.

6 Il nome deriva dal fatto che il Report conteneva I dati dei primi cinquant’anni di produzione del plutonio negli USA.7 Vedi Arjun Makhinjani, Dangerous Discrepancies, Missing plutonium in the US nuclear Weapons Complez?, Science for

democratic Action, agosto 2006.8 Brice Smith, “Insurmontable risks, can nuclear power solve the global warming problem?, Science for democratic Action,

agosto 2006.9 Vedi anche Secure energy: options for a safer world SECURITY AND NUCLEAR POWER, OxfordResearchGroup.10 Tutti I dati di questa sezione sono tratti da: COMBATING ILLICIT TRAFFICKING IN NUCLEAR AND OTHER

RADIOACTIVE MATERIAL REFERENCE MANUAL, INTERNATIONAL ATOMIC ENERGY AGENCY VIENNA,

2007, http://www-pub.iaea.org/MTCD/publications/PDF/pub1309_web.pdf.

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Incidenti registrati nel database IAEA (Illicit Trafficking Database ITDB)

La tabella che segue elenca alcuni di questi casi (fonte IAEIA):INCIDENTI RELATIVI A URANIO ARRICCHITO HEU (high enriched uranium) E PLUTONIO

1993–2006

Data Luogo Materiale/quantità

Descrizione

24/05/2005 Vilnius, Lituania HEU/150g Scoperte nel magazzino diuna banca 4,4 tonnellate diberillio, compresi 140Kgcontaminati con HEU.

Marzo 1994 San Pietroburgo, Russia HEH/2,972Kg

Arrestato un uomo conmateriale rubato da unimpianto di trattamentonucleare.

13/06/1994 Landshut, Germania HEU/0,795g Arrestato un gruppo diindividui in possesso diuranio arricchito.

14/12/1994 Praga, Rep. Ceca HEU/2,73Kg

Materiale recuperato dallapolizia.

Giugno 1995 Mosca, Russia HEU/1,7 Kg Arrestato un uomo cheaveva sottratto materiale daun impianto di trattamento.

8/06/1995 Budejovice, Rep. Ceca. HEU/16,0g Materiale recuperato dallapolizia.

29/5/1999 Rousse, Bulgaria HEU/10g Arrestato da parte di

personale doganale di unuomo con materialeradioattivo.

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16/07/2001 Parigi, Francia HEU/0,5g Tre persone in procinto dicercare acquirenti, arrestatea Parigi.

26/06/2003 Sadahlo, Georgia HEU/circa170g

Arrestata una persona chetrasportava materialeradioattivo.

Marzo-aprile2005 New Jersey, USA HEU/3,3g Materiale erroneamente fattouscire da impianto nucleare.24/06/2005 Fukui, Giappone HEU/0,0017

gUn rilevatore del flusso deineutroni è stato smarrito inuna centrale.

1/0272006 Tiblisi, Georgia HEU/79,5g Arrestato un gruppo diindividui che tentavano ditrasportare illegalmentemateriale nucleare.

30/03/2006 Henningsdorf, Germania HEU/47,5g Scoperta una piccolaquantità di HEU su un pezzo

di tubo trovato tra i rottamidi una acciaieria.

Appare inutile spendere troppe parole per concludere che un nuovo piano dicostruzione di centrali nucleari aumenterebbe il numero di obiettivi terroristici e laquantità di plutonio in circolazione; i nuovi impianti potranno essere controllati ma ilrischio di terrorismo nucleare risulterà inequivocabilmente aumentato.

Mercanti nucleari

Abdul Qadeer Khan è uno scienziato Pakistano, ed è il vertice diuna sorta di organizzazione mafiosa coinvolta nel trafficointernazionale di materiale e tecnologia nucleare. La cosiddetta mafiadi Khan11 è considerata leader del mercato nero, fornitrice ditecnologie per l’arricchimento di uranio ad Iran, Libia e Corea delNord. Nel marzo 2005, il governo pakistano (che lo considera un eroenazionale) ha ammesso che AQ Khan ha venduto all’Iran materialed’importanza cruciale per l’arricchimento dell’uranio. Il Ministrodell’Informazione pakistano disse che AQ Khan aveva “dato alcunecentrifughe all’Iran… Ha aiutato l’Iran con le sue personali capacità, eil governo pakistano non ha nulla a che vedere con questo”.

Nell’ottobre 200312

le autorità italiane bloccarono e condussero nel portodi Taranto la nave da carico BBC China13 mentre stava facendo rottaverso la Libia, sequestrando numerosi container che trasportavano partidi centrifughe fabbricate in Malesia, provenienti dalla rete di A.Q. Khanpresente in Europa, Medio Oriente e Africa. Dopo l’operazione, attuatada CIA, l'MI6 e il SISMI di Pollari, La Libia abbandonò i suoi progettinucleari e Gheddafi venne riabilitato da USA e Francia. 

11 Su questa rete vedi: http://www.state.gov/documents/organization/47000.pdf ,

http://www.ccc.nps.navy.mil/si/2006/Jul/albrightJul06.asp, come pure un articolo di Repubblica:

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/esteri/vendita-atomica/vendita-atomica/vendita-atomica.html12 Va detto che esistono discrepanze sul giorno esatto: un comunicato dell’ambasciata USA parla di dicembre 2003, la CNNparla della notte del 4 ottobre: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1025082-4,00.html.13 Vedi nota dell’ambasciata USA in Italia:

http://italy.usembassy.gov/viewer/article.asp?article=/file2005_06/alia/a5060611IR.htm

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Si può controllare il rischio di proliferazione nucleare?

“Mentre i Governi si riuniscono per discutere come affrontare molte delle sfide chestanno di fronte all’umanità, persiste una totale mancanza di strategia comune

nell’affrontare quello che è probabilmente il maggior pericolo in assoluto:le armi nucleari.”

Kofi Annan14

 

Il rischio più grande associato a un possibile rilancio internazionale del nucleare èrelativo alla possibile proliferazione di armi atomiche. Sia l’Agenzia Internazionale perl’energia atomica, sia il trattato di non proliferazione nucleare contengono unacontraddizione al loro interno: cercano di promuovere lo sviluppo “pacifico”dell’energia nucleare cercando di fermare la diffusione di armi atomiche.L’Articolo IV dell’NTP riafferma il diritto “inalienabile” di ogni paese a sviluppare utilizzi

pacifici della tecnologia nucleare; cosicché anche se l’NTP vieta ai paesi firmatari ditrasferire ad altri testate nucleare e relative tecnologie, “stimola” a farlo per tecnologienon militari. Ma come abbiamo visto, la tecnologia è unica.La strada sinora seguita di permettere lo sviluppo del nucleare civile puntando suicontrolli per impedire lo sviluppo di quella militare è fallita, c’è poco da dire: Pakistan,Israele, India, Corea del Nord, Iran, Iraq e Libia dimostrano la sterilità ed inefficaciadei controlli.Inoltre tra i paesi firmatari del TNP, qualcuno si sta distinguendo nel tentativo didemolizione di questo sistema. La partnership nucleare lanciata senza alcun pudoreda Bush con l’India ha dell’incredibile. Riconoscere lo status nucleare a questo paeseal di fuori del trattato e favorire lo scambio tecnologico con esso, significa ignorare il

TNP15.Del resto l’istituzione di un sistema in cui alcuni hanno il diritto di avere arsenalimilitari e di ordinare ispezioni ad altri paesi è poco logica, come ha sintetizzatoMohamed El Baradei, direttore generale dell’Agenzia Atomica Internazionale:“dobbiamo abbandonare l’idea che sia moralmente riprovevole che alcuni paesiperseguano l’obiettivo di avere armi di distruzione di massa mentre sia moralmenteaccettabile che gli altri facciano affidamento su di esse per la sicurezza - anzi, checontinuino a perfezionare le proprie capacità e postulare piani per il loro utilizzo”16 

Che la situazione sia ad alto rischio lo pensano anche coloro che a suo tempo furonofra i sostenitori della necessità di avere un deterrente nucleare: George Shultz e Henry

Kissinger, già segretari di Stato dei presidenti repubblicani Reagan e Nixon, Bill Perrye Sam Nunn, il primo già ministro della Difesa con il presidente Clinton, il secondopresidente democratico della Commissione Difesa del Senato statunitense, nel gennaio2007 hanno scritto una sorta di appello sul Wall Street Journal, intitolato «Un mondosenza armi nucleari».Il tema è stato ripreso in Italia, anche se con poco seguito per ora, da D'Alema, Fini, LaMalfa, Parisi e Francesco Calogero che hanno firmato congiuntamente una letterapubblicata sul Corriere della Sera il 24 luglio, lettera in cui perorano la causa dei loroillustri colleghi d’oltreoceano, sostenendo che “occorre che su questi temi, fondamentali

14 Citazione tratta da uno dei suoi ultimi discorsi da Segretario Generale dell’ONU, il 22 novembre 2006.15 Vedi “Il salotto buono del nucleare” di Massimo Zucchetti - 01/08/2006 PeaceReporter.net16 Mohamed El baradei, “Saving Ourselves from Self-distruction”, New York Times, 12 febbraio 2004.

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