tipologie di campi elettromagnetici

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candidata “Modellazione numerica della potenziale fase di propagazione del movimento franoso di Ceppo Morelli” Prof. Claudio Scavia Ing. Marina Pirulli 13 MARZO Anna Baravalle 2007 Obiettivi e finalità Le valanghe di roccia I modelli di calcolo Il caso di Ceppo Morelli Risultati Commento ai risultati Conclusioni relatori Tipologie di campi elettromagnetici Ecolav Service S.r.l. D. Lgs. 9 aprile 2008, n° 81 dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici Protezione dei lavoratori Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212 I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano. Dei campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione. Un campo elettromagnetico è una regione dello spazio in cui c’è tensione elettrica. È il caso, ad esempio, della regione di spazio in cui vi siano apparecchi elettrici o antenne per radiodiffusione e telefonia mobile. Ogni campo elettromagnetico è costituito da due grandezze: il campo elettrico e il campo magnetico che variano periodicamente nel tempo. Campi elettromagnetici Livello di fondo

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D. Lgs. 9 aprile 2008, n° 81. Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212. Campi elettromagnetici. Tipologie di campi elettromagnetici. Un campo elettromagnetico è una regione dello spazio in cui c’è tensione elettrica. - PowerPoint PPT Presentation

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candidata

“Modellazione numerica della potenziale fase di propagazione del movimento franoso di Ceppo Morelli”

Prof. Claudio Scavia Ing. Marina Pirulli

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D. Lgs. 9 aprile 2008, n° 81

dai rischi di esposizione a campi elettromagneticiProtezione dei lavoratori

Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano. Dei campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione.

Un campo elettromagnetico è una regione dello spazio in cui c’è tensione elettrica. È il caso, ad esempio, della regione di spazio in cui vi siano apparecchi elettrici o antenne per radiodiffusione e telefonia mobile. Ogni campo elettromagnetico è costituito da due grandezze: il campo elettrico e il campo magnetico che variano periodicamente nel tempo.

Campi elettromagnetici

Livello di fondo

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dai rischi di esposizione a campi elettromagneticiProtezione dei lavoratori

Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

Al naturale livello di fondo si è aggiunto, al passo conl’evoluzione della tecnologia, l’elettromagnetismodelle sorgenti legate alle attività dell’uomo.Le emissioni a cui siamo maggiormente espostisono presenti all’interno delle nostre case, generatedagli elettrodomestici da cui siamo circondati e cheutilizziamo quotidianamente comela lavatrice, la lavastoviglie, l’aspirapolvere,la televisione, l’asciuga capelli, il rasoio elettrico, ecc.

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Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

Definizioni e sorgenti

I campi elettrici sono creati da differenze di potenziale elettrico, o tensioni: più alta è la

tensione, più intenso è il campo elettrico

risultante. I campi magnetici si creano quando circola una corrente elettrica: più alta è la corrente, più intenso è il campo

magnetico.

Un campo elettrico esiste anche se non c’è corrente.

Se circola una corrente, l’intensità del campo magnetico varia con il consumo di

potenza, mentre l’intensità del campo elettrico rimane costante.

Tipologie di campi elettromagnetici

La normativa: evoluzione

La normativa: Titolo VIII D.Lgs. 81/2008

Effettuazione delle misure

Norma CEI 211-6

Norma CEI 211-7

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Campi elettromagnetici: caratteristiche

Campi elettrici esistono ovunque sia presente una carica elettrica positiva o negativa: Essi esercitano delle forze su altre cariche presenti entro il campo. L’intensità del campo elettrico si misura in volt al metro (V/m). Ogni condutore elettrico carico produce un campo elettrico. Il campo esiste anche se non circola alcuna corrente. Maggiore è la tensione, più alto è il campo elettrico a una determinata distanza dal conduttore. L’intensità dei campi elettrici è massima vicino a una carica, o a un conduttore carico, e diminuisce rapidamente allontanandosi da questi. I conduttori, come ad esempio i metalli, schermano molto efficacemente i campi elettrici. Altri mezzi, come i materiali da costruzione e gli alberi, hanno una certa capacità di schermatura. Quindi, i campi elettrici prodotti all’esterno da linee ad alta tensione sono attenuati dalle pareti, dagli edifici e dagli alberi. Quando gli elettrodotti sono interrati, il campo elettrico in superficie è a malapena misurabile.

Tipologie di campi elettromagnetici

La normativa: evoluzione

La normativa: Titolo VIII D.Lgs. 81/2008

Effettuazione delle misure

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Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

I campi magnetici derivano dal moto delle cariche elettriche. L’intensità del campo magnetico si misura in ampere al metro (A/m); in genere, nella ricerca sui campi elettromagnetici, gli scienziati usano invece un’altra grandezza a questa collegata, l’induzione magnetica (misurata in tesla, T, o nei suoi sottomultipli come il micrtotesla, μT). A differenza dei campi elettrici, un campo magnetico si produce soltanto quando un apparecchio è acceso e circola della corrente elettrica. Più alta è la corrente, maggiore è l’intensità del campo magnetico. Come i campi elettrici, anche quelli magnetici sono massimi vicino alla loro sorgente e diminuiscono rapidamente a distanze maggiori. I campi magnetici non vengono bloccati dai materiali comuni, come le pareti degli edifici.

Campi elettromagnetici: caratteristiche

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Riassumendo:

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Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

I campi così definiti, concatenati tra loro, determinano nello spazio la propagazione di un Campo Elettromagnetico.Un’altra grandezza da considerare è anche l’onda elettromagnetica, che rappresenta il fenomeno fisico attraverso il quale l’energia elettromagnetica può trasferirsi da luogo a luogo per propagazione ed è costituita da due grandezze che variano periodicamente nel tempo: il campo elettrico ed il campo magnetico.La caratteristica fondamentale che distingue i campi elettromagnetici e ne determina le proprietà è la “frequenza”, che rappresenta il numero di oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo e la cui unità di misura è l’Hertz (Hz).Strettamente connessa alla frequenza è la “lunghezza d’onda” ovvero la distanza percorsa dall’ondadurante il tempo di oscillazione.

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Effettuazione delle misure

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Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

Frequenza e lunghezza d’onda sono legate tra loro e sono connesse con l’energia trasportata dall’onda. L’energia trasportata presenta proprietà diverse a seconda delle frequenze associate all’onda; pertanto, se queste ultime sono estremamente elevate essa è tale da essere ionizzante, cioè in grado di provocare fenomeni di rottura molecolare quindi di modificare lo stato della materia. In questo caso siamo in presenza di radiazioni ionizzanti. Nel caso in cui l’associazione dell’energia all’onda avviene a frequenze basse non avverrà la ionizzazione e di conseguenza la rottura molecolare; ci troviamo allora in presenza di radiazioni non ionizzanti (NIR), che hanno una frequenza compresa tra 0 Hz e 300 GHz, ed è a queste che ci si riferisce quando si parla di inquinamento elettromagnetico.

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Le NIR oggetto della nostra attenzione possono a loro volta venire suddivise in:* campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF);* radiofrequenze (RF);* microonde (MO).

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La classificazione delle onde elettromagnetiche, in base alla frequenza e alla lunghezza d’onda, viene indicata con il nome di spettro elettromagnetico.

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Titolo VIII, capo IV – Artt. 206, 212

Ai fini della valutazione dei rischi di esposizione a campi elettromagnetici, si fa riferimento a limiti leggermente

diversi:

• 0 Hz – 10 KHz : Range di BASSA FREQUENZA

Indicazioni operative fornite dalla

NORMA CEI 211-6•10 KHz – 300 GHz : Range di ALTA FREQUENZA

Indicazioni operative fornite dalla

NORMA CEI 211-7

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La normativa: evoluzione

La normativa: Titolo VIII D.Lgs. 81/2008

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La normativa di riferimento Il D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008, supplemento ordinario n. 108/L, al Titolo VIII, capo IV, costituisce il recepimento della Direttiva 2004/40 CE del 29 aprile 2004, così come modificata dalla Direttiva 2008/46 CE del 23 aprile 2008 e determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici nella gamma di frequenza compresa tra 0 Hz e 300 GHz.Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, nonché da correnti di contatto; non disciplinano la protezione da effetti a lungo termine, inclusi eventuali effetti cancerogeni, né riguardano i rischi causati dal contatto con i conduttori in tensione.

Tipologie di campi elettromagnetici

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Effettuazione delle misure

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La Direttiva 2008/46 CE ha prorogato il termine ultimo per l’effettuazione dei monitoraggi al 30 aprile 2012; ciò nonostante la valutazione specifica viene effettuata in ottemperanza al disposto dell’art. 28 del D.Lgs. 81/2008, che prevede l’obbligo, da parte del Datore di lavoro, di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute e dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari.

La normativa di riferimento

La normativa: evoluzione

La normativa: Titolo VIII D.Lgs. 81/2008

Analisi del Titolo VIII

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Nota la normativa, COME SI EFFETTUANO LE

MISURE? I riferimenti normativi operativi sono costituiti dalla Norma CEI 211-6 “Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettrici e magnetici nell’intervallo di frequenza 0 Hz – 10 KHz, con riferimento all’esposizione umana” e dalla Norma CEI 211-7 “Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza 10 KHz – 300 GHz, con riferimento all’esposizione umana”, linee guida fondate su basi scientifiche che contengono utili prescrizioni per effettuare correttamente le misure dei campi.

Protocollo di misura

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La normativa: evoluzione

La normativa: Titolo VIII D.Lgs. 81/2008

Effettuazione delle misure

Norma CEI 211-6

Norma CEI 211-7

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La normativa: evoluzione

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Effettuazione delle misure

Si opera quasi sempre in campo vicino, zona all’interno della quale i campi non sono tra loro correlabili: per ogni sorgente monitorata, si devono eseguire misure distinte di campo elettrico E e di campo magnetico H (la sonda utilizzata rimane la stessa, vengono semplicemente modificate le impostazioni di settaggio).Il campo elettrico E è condizionato dalla presenza del corpo umano: la misura pertanto va effettuata in assenza dell’operatore e/o con tecnico rilevatore a distanza adeguata (minimo mt 5,00), utilizzando il treppiede ed il cavo a fibre ottiche per non interferire con il campo emesso dalla sorgente monitorata.La norma non definisce tempi di misura, che sono quindi lasciati alla discrezione del tecnico rilevatore.La sonda deve essere posizionata a 1 – 1,5 metri di altezza, ovvero presso la posizione dell’organo bersaglio.E’ sufficiente una sola misura in banda larga, ma se i risultati superano il 75% del pertinente valore di azione, è doveroso ripetere la misura in banda stretta.

bassa frequenza

Norma CEI 211-6

Norma CEI 211-7

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Effettuazione delle misure

Se le misure vengono effettuate in campo vicino, zona all’interno della quale i campi non sono tra loro correlabili, per ogni sorgente monitorata si devono eseguire una misura di campo elettrico E ed una misura di campo magnetico H (si utilizzano pertanto due sensori differenti).Se le misure vengono effettuate in campo lontano, i campi elettrico e magnetico sono tra loro correlabili secondo la relazione E = 377 H: in tal caso è consentito effettuare la misurazione dell’intensità di un campo soltanto ricavando algebricamente l’intensità dell’altro.Il campo elettrico non è condizionato dalla presenza dell’operatore (le sonde vengono montate direttamente sullo strumento).I tempi di misura devono essere di almeno 6 minuti, ed è necessario effettuare almeno 2 misure: a 1,1 e 1,9 metri da terra; se la differenza fra le due supera del 25% il valore più elevato, allora è indispensabile compierne una terza a 1,5 metri da terra; il risultato è espresso come media tra le misure eseguite.In relazione agli strumenti a disposizione, si compiono misure solo in banda larga (ad eccezione dell’intervallo di frequenza fra 10 e 100 KHz, per cui è possibile usufruire del sensore PMM EHP-50C, dotato di selezione banda stretta). frequenza

Norma CEI 211-6

Norma CEI 211-7

alta