appunti sulle origini dello scautismo cattolico a palermo

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Ignazio Gattuso Centro studi e documentazioni - AGESCI Sicilia Collana MEMORIA n. 7 A cura di Antonio F. Scalini Perché riesumare questo scritto di cinquanta anni fa? Dare lustro a questo documento che raccoglie i primi passi dello scautismo cattolico in Sicilia e soprattutto a Palermo (e che anticipa la stesura di una storia più ampia dello scautismo in Sicilia ormai prossimo) è il mezzo per celebrare il centenario dello scautismo cattolico in Sicilia. Il Centro studi ha tra i suoi obiettivi quello di fare luce sul passato quindi non può lasciare questi tesori soltanto negli scaffali!

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Page 1: Appunti sulle origini dello scautismo cattolico a Palermo
Page 2: Appunti sulle origini dello scautismo cattolico a Palermo

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Le origini del distintivo regionale dell’AGESCI Sicilia

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Collana MEMORIA n. 7

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AGESCI SICILIA - Centro Studi e Documentazioni

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Page 4: Appunti sulle origini dello scautismo cattolico a Palermo

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Le origini del distintivo regionale dell’AGESCI Sicilia

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Ignazio Gattuso

Appunti sulle origini dello

scautismo cattolico a Palermo

a cura di Antonio F. Scalini AGESCI Sicilia - Centro studi e documentazione

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Page 5: Appunti sulle origini dello scautismo cattolico a Palermo

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AGESCI SICILIA - Centro Studi e Documentazioni

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AGESCI Regione Sicilia, 2016 Centro studi e documentazione sullo scautismo in Sicilia Marzo 2016 [email protected] Via Fratelli Bandiera, 82 95030 Gravina di Catania sicilia.agesci.it

L’opera viene rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Segreteria di redazione: Mario Carastro Impaginazione e revisione: Antonio Scalini Foto di copertina: Ignazio Gattuso tra i suoi Esploratori nel chiostro del monastero basiliano di Mezzojuso Per gentile concessione di Giovanni Perrone e Pino Di Miceli Riproduzione autorizzata con citazione della fonte

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APPUNTI SULLO SCAUTISMO CATTOLICO A PALERMO

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Introduzione

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CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLO SCAUTISMO IN SICILIA

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Con questa lettera di accompagnamento l’Autore cedette i

suoi appunti originali a Giovanni Perrone nel 1970 quando

quest’ultimo ricopriva in ASCI l’incarico di Commissario Provinciale di Palermo (in seguito ultimo Commissario re-

gionale ASCI e primo Responsabile regionale AGESCI).

Perrone si era adoperato per raccogliere informazioni e do-

cumenti storici sulla Sicilia per la stesura della prima edizio-

ne di “Storia dello scautismo in Italia” di Mario Sica, poi u-

scito nel 1973. Qualche anno fa ha poi versato tutto il mate-

riale scout in suo possesso presso l’archivio regionale

AGESCI.

Gli appunti, come si evince dalla suddetta lettera, risalgono

alla prima metà degli anni Sessanta quando l’Autore ricopriva

anch’egli il ruolo di Commissario Provinciale di Palermo.

Perché riesumare questo scritto di cinquanta anni fa?

Dare lustro a questo documento che raccoglie i primi passi

dello scautismo cattolico in Sicilia e soprattutto a Palermo (e

che anticipa la stesura di una storia più ampia dello scauti-

smo in Sicilia ormai prossimo) è il mezzo per celebrare il cen-

tenario dello scautismo cattolico in Sicilia. Il Centro studi ha

tra i suoi obiettivi quello di fare luce sul passato quindi non

può lasciare questi tesori soltanto negli scaffali!

Già nel 1949 Ignazio Gattuso, quando ricopriva il ruolo di

Incaricato regionale per la Stampa e Propaganda nell’ASCI siciliana, aveva tentato una prima raccolta di materiali do-

cumentari tra gli scout della regione con l’intento di pubblica-

re una “Storia dello scoutismo siciliano”. Non sappiamo se questa raccolta andò a buon fine ma è probabile di no perché

non se ne ha traccia nell’archivio regionale, né Gattuso ripor-

ta nulla negli appunti donati a Perrone.

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Del resto se è arduo ai nostri giorni raccogliere materiali dai

Gruppi, figuriamoci nell’immediato dopoguerra!

Visto il tipo di notizie contenute e l’arco cronologico di ri-

ferimento si è preferito dare un titolo più circostanziato e ri-

dimensionato rispetto a “Storia dell’ASCI in Sicilia”, ipotiz-

zato dall’Autore quando ha iniziato il suo lavoro, sicuramente

con l’intento di fare uno scritto più corposo1. Infatti come

conclude Matteo Mandalà nella sua Prefazione a Opere di

Ignazio Gattuso “la lezione di Ignazio Gattuso è lungi dal

1 “Sullo scoutismo esiste ormai una vasta letteratura, ma non pochi sono ancora quelli che o lo sconoscono addirittura financo nel nome o, conoscendo soltanto questo, ignorano la sua essenza e il suo metodo. Per la completezza del lavoro e perché esso possa servire a una maggiore conoscenza del movimento, ritengo opportuno spendere anch’io qualche parola per illustrare che cos’è lo scoutismo, come nacque e che cosa si propone.” Con queste parole l’Autore probabilmente intendeva introdurre il lavoro che aveva in mente di intraprendere e che, non sappiamo il perché, poi non conmpletò, forse perché preso da altre ricerche archivistiche.

1 - Lettera circolare del commissariato regionale [1949].

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considerarsi conclusa”2 e il lavoro di ricerca e di analisi è

ancora lungo.

Ma chi è stato Ignazio Gattuso?

Nato nel 1903 a Mezzojuso (PA), frequentò nel suo paese le

scuole elementari fino alla classe sesta. Poi nel 1914 entrò in

seminario a Palermo dove completò gli studi fino al liceo,

senza prendere i voti.

Aderì alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italia-

na) nel 1924 e in questo ambiente fondò un Riparto ASCI a

Mezzojuso di cui fu Direttore, probabilmente per breve tempo

perché poi intervenne lo scioglimento dell’associazione e non ci fu neanche il tempo di effettuare la registrazione ufficiale

perché non se ne ha traccia.

Già in quegli anni si evidenziò la sua propensione per la ri-

cerca storico archivistica che perfezionerà negli ultimi anni

della sua vita.

Fu molto amico del Commissario regionale avvocato Giu-

seppe Pipitone, di Gioacchino La Barbera e di Salvatore (Totò)

Lagumina (anche loro successivamente Commissari regionali

nel dopoguerra). Dopo una lunga pausa nel 1961 fu ripescato

dal Commissario regionale Salvatore Schirò che lo propose per

la nomina a Commissario provinciale di Palermo (allora si

auspicava che i Commissari provinciali fossero stati scout nella

Prima ASCI); così lui subentrò a Raffaele Radicella, coadiu-

vato prima da Claudio Corona come vice (in seguito rinomato

neurochirurgo a Milano) ancora troppo giovane per fare il

Commissario e dal 1964 da Gioacchino Dazzo. Gattuso rico-

prì tale incarico fino alla fine del 1966 poi, dopo aver ricevu-

2 Cfr. Matteo Mandalà, Prefazione, in Ignazio Gattuso, Opere, vol. I, a cura di Matteo Mandalà, Pietro Di Marco, Pino Di Miceli, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003, p. XXXII.

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to l'onorificenza scout del Giglio di Seconda Classe consegna-

tagli da Salvatore Salvatori, si ritirò; fu Dazzo a succedergli. In

questo periodo si collocarono le ricerche tra le carte

dell’archivio storico scout il cui risultato è dato proprio dai

presenti appunti.

Per quanto riguarda la sua vita professionale, da giovane

laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche a Palermo

vinse un concorso per Segretario comunale e assunse servizio in

Friuli; in seguito divenne funzionario a Enna e alla Prefettura di

Palermo fino al 1954. L’anno successivo fu invitato a passare alla Regione Siciliana ed entrò nell'organico del funzionariato

della presidenza, con vari incarichi, fra i quali quello di

responsabile della biblioteca della Presidenza dal 1963 al 1966,

che ristrutturò ex-novo con un lavoro colossale.

All’apice della carriera, a metà del 1966, prima di raggiunge-

re il limite d’età, chiese il collocamento a riposo così da poter

tornare agli studi – sogno della giovinezza – sospesi per gli

impegni familiari e lavorativi.

2 - Gattuso all'incontro Capi Squadriglia [1965?].

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Una volta in pensione, nel decennio 1968-1978 – il più in-

tenso e prolifico dal punto di vista della produzione lettera-

ria – si dedicò esclusivamente ai suoi studi di storico della

terra natale. Arrivò a scrivere in tutto quindici testi su Mezzo-

juso (di cui due postumi) con ritmi serrati che scandirono la

sua vita intellettuale, dalla fase giovanile a quella della matu-

rità. Nei suoi libri riesce a fondere storia, tradizione orale e

documentazione d’archivio; essi sono consultabili nella bi-

blioteca del Centro studi grazie alla donazione del 2010 pro-

prio di Giacchino Dazzo.

Una raccolta di tutti i suoi scritti si trova sul seguente indirizzo http://www.unibesa.it/images/IgnazioGattusoOpereI.pdf 3.

Gattuso amava concretamente la sua terra. Le valutazioni

riportate nei suoi testi erano molto precise e ne facevano un

ricercatore maturo grazie anche alla competenza perfezionata

con il conseguimento del Diploma di Paleografia e Dottrina

Archivistica. Si narra che in biblioteca “prendeva [il libro,

n.d.c.] con religioso rispetto, lo avvicinava alla finestra e lo

spolverava accuratamente con un piumino che si portava da

casa”4 e ciò ne descrive la sua signorilità. Ma vi era anche

l’altruismo che caratterizzava la sua personalità.

Ebbe due figli. Morì sul finire del 1978. La cittadina di Mezzo-

juso in sua riconoscenza gli ha dedicato una via e una scuola ma-

terna e in seguito al centenario della sua nascita è stata scoperta

una targa commemorativa.

3 L’indirizzo si riferisce alla prima parte di Opere; sostituendo il numero romano alla fine con II e con III si raggiungono rispettivamente la seconda e la terza parte. Sito web consultato il 28-01-2016. 4 Cfr. Calogero Messina, Prefazione in Ignazio Gattuso, Le Comunie di sacerdoti in Mezzojuso, a cura di Calogero Messina, Biblioteca Comunale “Gabriele Buccola” di Mezzojuso, Palermo, 1989, pp. 9-10.

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Nota curiosa: nella

giuria che lo insignì del

premio nazionale “Cam-

pofranco” (nel 1978) vi

era il professore Santi

Correnti anche lui pas-

sato dirigente scout

(CNGEI) nel dopoguer-

ra: chissà se l’uno hai mai saputo dei trascorsi

scout dell’altro!

Note

Nella presente stesura si è cercato di rispettare sostanzialmen-

te la struttura così come prevista dall’Autore nei suoi appunti:

punteggiatura, le sottolineature, le maiuscole, i rientri.

Per questo motivo si è lasciata la parola “scoutismo” con la “o”5 e gli acronimi puntati (nonostante non sia previsto dalle

nostre norme redazionali) uniformandoli comunque a un criterio

unitario. Anche le citazioni si è preferito lasciarle come riportate

originariamente e non nella forma a blocchetto mentre i riferi-

menti degli articoli riportati nel corpo del testo originale sono

stati inseriti come note a piè pagina. Il secondo capitolo lo si è

confrontato direttamente con l’articolo su “Stadium” modifican-

do qualcuna delle correzioni riportate.

I titoli dei due capitoli non sono presenti negli appunti origi-

5 Secondo l'Accademia della Crusca la grafia più corretta è scautismo in quanto la desinenza italiana -ismo applicata alla radice scout- italianizza tutta la parola; così come turismo viene dalla radice tour- e dal suffisso -ismo utilizzando un criterio fonetico di come si pronuncia (cfr. Wikipedia, L’enciclopedia libera, <http://it.wikipedia.org>, 23-05-2007).

3 - Targa commemorativa.

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nali così come le immagini (tratte dal medesimo archivio re-

gionale AGESCI Sicilia). Il fondo archivistico interessato è:

ASCI, serie 6 - Varie, busta 1, fascicolo 6.

Negli appunti, perché tratti dai documenti dell’archivio regionale

ASCI, non si fa riferimento a un’esperienza embrionale di scauti-

smo avvenuta già nel 1910 a Palermo (ma anche a Messina e

Giarre) e inglobata nei REI (Ragazzi Esploratori Italiani) forse

perché allora non presenti nell’archivio storico ASCI6. Buona lettura e buon centenario.

Antonio F. Scalini

Responsabile Centro regionale studi e documentazione AGESCI Sicilia

6 Le informazioni sono tratte da: Ignazio Gattuso, Opere, op. cit. e da Testimonianza al curatore di Gioacchino Dazzo (22-12-2009 e 25-02-2016).

4 - Manoscritto originale.

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“Sii Preparato, 1915, p. 99.

Trattative e origini Fino ai primi mesi del 1915 non esisteva in Palermo nessuna Sezione, né alcun Reparto di Giovani Esplo-ratori, né si notava alcun movimento per la loro costi-tuzione, mentre erano in piena e perfetta organizza-zione a Messina e Taormina e in via di costituzione a Fiumefreddo e a Comiso.

Solo un tentativo di organizzare a Palermo una Se-zione di Giovani Esploratori c’era stato da parte di un certo Carmelo D’Agostino del Convitto O. Imp. C. di Spoleto ma si trattò di un tentativo rimasto infruttuoso.

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“La Tribuna”, 6 settembre 1910, p. 2.

I giornali italiani avevano riportato, a cominciare dal 1910, le prime notizie intorno alla legge e al movi-mento dei Boy Scouts inglesi ed è indubbio che le no-tizie circa i rapidi progressi di questa nuova organiz-zazione giovanile circolavano anche nella nostra città e avevano richiamato l’attenzione di quegli educatori che erano dediti particolarmente ai giovani.

Qua e là, in tutta Italia, varie iniziative erano state prese per dar vita alla nuo-va organizzazione nel cui metodo si scorgeva una grande attrattiva per i gio-vani e un indiscusso valore per la loro formazione.

Il più importante di questi tentativi fu quello iniziato a Genova da Mario Mazza fin dal 1909 che nel-le sue associazioni sportive “Le Gioiose” cominciò a

sperimentare il metodo educativo gioco-lavoro e ad applicarvi il concetto del “dare fiducia” come nello scoutismo.

A Milano, nel 1911, l’ingegnere Ugo Perucci costi-tuì i “Piccoli Esploratori della Pace” che l’anno suc-cessivo trasformò nell’Associazione Ragazzi Pionieri Italiani, che si diffuse in Lombardia.

A Roma, nel 1913, il Prof. Carlo Colombo costituì il “Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani” (C.N.G.E.I.)

Il C.N.G.E.I. fu posto sin dal suo primo nascere,

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Cartolina del CNGEI,

[1916].

sotto gli auspici di S. M. il Re e sotto il patronato del-le LL. EE. il Presidente del Consiglio, i Ministri della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e del-la Pubblica Istruzione. Esso, sotto la presidenza del Ministro della Marina Ammiraglio Giovanni Bettolo e con l’appoggio del Governo si sviluppò in tutta Italia. Il Principe ereditario Umberto di Savoia, allora undi-cenne, venne iscritto al corpo e il suo ritratto in divisa di Esploratore ebbe larga diffusione in tutto il paese, e riportato financo nei libri di testo delle scuole elemen-tari. La divisa era in grigio verde con la coccarda tri-colore sul cappellone.

Chi, per primo in Palermo cominciò a interessarsi

seriamente dell’argomento fu il Sacerdote Giovanni Basso, che era Professore di Lettere nel Ginnasio su-periore del Seminario Arcivescovile e svolgeva, con grande zelo, anche le mansioni di cappellano del “Pa-

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tronato Maria Immacolata pei (sic) Giovani Operai” in seno al quale era stata costituita ed aveva una florida vita una Sezione Ginnastica denominata “Vigor” ade-rente alla F.A.S.C.I. che era, com’è noto la Federazione della Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Questa era presieduta dal Conte Mario di Carpegna e aveva la sede a Roma, in quel palazzo in Via della Scrofa, 70 dove era la Presidenza Generale della Gioventù Catto-lica Italiana.

Anche a Palermo il Patronato Maria Immacolata con la Sezione Ginnastica “Vigor” erano nella stessa sede della Gioventù Cattolica, in Piazza Vittoria, n° 3.

Quando il Sac. Basso pensò di instradare i giovani verso le nuova organizzazione si rivolse ai dirigenti centrali del C.N.G.E.I. e il Commissario Generale Prof. Colombo, rispondendogli con lettera del 17 mar-zo 1915, cominciò con il ringraziarlo della iniziativa, facendogli intravedere la sua soddisfazione per la pos-sibilità di far sorgere una Sezione del Corpo in Paler-mo “che è poi anche – scriveva testualmente – il capo-luogo della Regione Sicula, ed assume quindi una im-portanza speciale”.

Gli annunziava l’invio dello Statuto-Regolamento e del Manuale per gli organizzatori e alcuni numeri della Rivista “per farsi una idea precisa della Istitu-zione, e dell’opera che occorre in merito all’organiz-zazione di una Sezione”.

Continuava consigliandolo che “anzitutto occorre la formazione di un Comitato patrocinatore, nel quale abbiano parte le personalità più alte della Città, le maggiori autorità civili e scolastiche costituite, e quel-le militari: formato il Comitato, eletta la Presidenza e tutto l’ufficio di Presidenza (con un abile Commissa-

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Lettera di Carlo Colombo,

(Commissario Generale

CNGEI), Roma 17/03/1915, a

Giovanni Basso.

rio Locale) allora si organizza la Sezione e si formano i Reparti di G. E.”

Terminava dicendo che “a Palermo non c’è alcun movimento” e assicurandolo che “se la sua iniziativa fosse per riuscire, noi Le daremo tutto l’appoggio necessario”.

Da notare, per quanto riguarda questa lettera, che per la formazione del Comitato Promotore si indicano le autorità civili, scolastiche e militare e non anche quelle religiose; tuttavia comincia con un ringrazia-mento per l’iniziativa presa da un sacerdote e finisce con l’assicurazione che a lui sarebbe stato dato “tutto l’appoggio necessario”.

Bisogna dire che, in sostanza, l’iniziativa del Sac. Basso era ben vista e veniva incoraggiata.

Tanto a Palermo, per iniziativa personale del Sac. Basso, quanto a Roma da parte della Gioventù Catto-lica, d’intesa con la F.A.S.C.I., si pensava di costituire Sezioni del C.N.G.E.I. o con giovani appartenenti alle organizzazioni cattoliche, com’era nell’animo del Sac. Basso, o con una larga partecipazione di essi come

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Lettera di Carlo Colombo, (Commissario Generale CNGEI), Roma 13/10/1915, a Giovanni Basso.

pensavano i dirigenti romani, purché “in condizioni accettabili per i sentimenti cristiani dei nostri giovani e compatibili con le nostre pratiche religiose”.

A Palermo, dove in quei primi mesi del 1915 il ter-reno era libero, al Sac. Basso poteva arridere il suc-cesso anche perché secondato dai dirigenti centrali del C.N.G.E.I.

Ma è da pensare che, avutosi sentore localmente della sua iniziativa, vi fu chi pensò di togliergliela di mano e nell’agosto dello stesso anno esisteva già in Palermo un Comitato Regionale del Corpo Nazionale dei G.E.I e il

Prof. Colombo, scrivendo al Sac. Basso il 13 ottobre, gli diceva: “per ciò che riguarda la costituzione di una Sot-tosezione è bene che ella vada direttamente dal Prof. Mastricchi che è Presidente della Sezione già costituita, e sentire con lui come può farsi l’iscrizione dei suoi gio-vani alla Sezione regolare, pur avendo la garanzia ch’essi possano mantenere le pratiche religiose”.

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Il punto debole stava tutto qua: la salvaguardia dei sentimenti cristiani dei nostri giovani e la compatibili-tà delle loro pratiche religiose con le attività della nuova organizzazione dei giovani esploratori.

Il problema, com’è ovvio, aveva un’importanza fondamentale e fu dibattuto in campo nazionale tra i dirigenti della Gioventù Cattolica Italiana e i poteri centrali del C.N.G.E.I. Trattative vi furono tra i due or-ganismi e si arrivò a stilare addirittura un accordo che prese nome di “accordo Bettòlo”. Un’intesa all’inizio delle trattative sembrava “soddisfacentemente raggiun-ta – scriverà Mario di Carpegna al Sac. Basso – sen-nonché gravi difficoltà ostacolano ora un’intesa” e il Prof. Colombo gli scriverà a sua volta: “sono spiacente di dirle che circa l’accordo con la Fasci non è come fu pubblicato”.

Che cosa era avvenuto? Lo spiega sinteticamente Carlo Ceschi nel suo

“Contributo cronologico sugli inizi dello scautismo in Italia”7, che sul motivo fondamentale dice: “il perdu-rare del contrasto storico risorgimentale nelle sfere dirigenti e nello stesso Governo, sfociò presto in quel-la incompatibilità confessionale che non permise ai cattolici di trovare libertà di espressione nel Corpo Nazionale degli Esploratori. Da ciò la sconfessione dell’accordo Bettòlo che portò nel 1915 l’Azione Cat-tolica a considerare la necessità di un movimento scautistico indipendente”.

7 Cfr. Carlo Ceschi, Contributo cronologico sugli inizi dello

scautismo in Italia, “Strade aperte”, 1966, n. 2, marzo/aprile, p. 3.

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Pagina dell’articolo citato.

Torniamo a Palermo dove il Sac. Basso non disar-ma e si rivolge ora insistentemente a Mario di Carpe-gna che, dopo avergli detto degli ostacoli all’accordo con il C.N.G.E.I., gli dice che “è ferma intenzione dei nostri due enti summenzionati (Gioventù Cattolica e F.A.S.C.I.) di cercare, indipendentemente da ulteriori negoziati e accordi, di promuovere, là dove l’ambiente sia favorevole, lo sviluppo di numerose Sezioni e Sot-tosezioni di Giovani Esploratori, con esclusione di e-lementi settari ed antireligiosi, ma di carattere tempera-to e apolitico, nella speranza di riuscire con l’energica compagine delle nostre organizzazioni ad una efficace pressione per ottenere le garanzie che attualmente non c’è dato di conseguire” garanzie che tendono sempre alla salvaguardia dei sentimenti cristiani e la compati-bilità con le pratiche religiose.

Gli preme poi di sapere “Se la S.V. e le persone che con Lei favoriscono il nostro programma sportivo,

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riconoscano, come noi, la necessità di secondare le generali tendenze dei nostri giovani per questa nuova istituzione”.

Non sappiamo che cosa abbia risposto il Sac. Bas-so, ma possiamo intuirlo dalla ulteriore lettera di Ma-rio di Carpegna in data 238 settembre 1915 che gli scrive: ”[… n.d.c.] capisco tutto l’interesse ch’Ella nutre per lo Scoutismo, e capisco purtroppo che di una nostra Sottosezione in Palermo non è nemmeno il ca-so di parlare, dato il carattere del Comitato Regionale Palermitano.

La detta Sottosezione non potrebbe esplicitamente chiamarsi cattolica, e dovrebbe sempre dipendere dal Comitato e dal Commissariato Regionale per gli ora-ri, che, se non amichevolmente combinati, varranno certo di impedimento alle pratiche religiose dei Suoi giovani.

In questo stato di cose io credo ottimo divisamento il suo di instradare la valorosa “Vigor” verso lo scou-tismo, per averla pronta nel tempo forse non lontano in cui istituiremo il nostro corpo di Giovani Esplorato-ri nelle regole genuine inglesi, che onorano altamente il sentimento religioso.

Il momento attuale non è certo propizio per una se-cessione formale, ma a questo passo si dovrà certa-mente arrivare, e godo che come noi anche Lei vi si prepari”.

L’ultimo scorcio del 1915 fu decisivo per l’inserimento di elementi cattolici nel movimento scou-tistico ufficiale allora operante in Italia: il C.N.G.E.I.

8 Negli appunti il giorno riportato è il 13 ma si tratta di una

probabile svista dell’Autore in quanto il giorno esatto del documento risulta essere il 23.

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Andato a monte l’accordo Bettòlo, riusciti vani gli ulteriori tentativi d’intesa amichevole non restava che la secessione alla quale le organizzazioni cattoliche erano, come abbiamo potuto scorgere dalla lettera di Carpegna, ormai dappertutto preparate.

Non si trattava invero di secessione perché l’elemento cattolico non era riuscito ad inserirsi in nessun modo nel C.N.G.E.I. e non se ne usciva da es-so, ma vista la vanità delle trattative le abbandonava definitivamente prendendo una propria strada per por-tare lo scoutismo sulle regole genuine inglesi.

Queste, lo ha accennato Carpegna, rispettano il sentimento religioso, la qualcosa è fondamentale per una buona educazione dell’animo e una sana forma-zione del carattere.

Che non lo sapessero o non se ne accorgessero i di-rigenti del C.N.G.E.I. è assurdo pensarlo: è vero anzi il contrario come abbiamo potuto scorgere dalle prime lettere del Prof. Colombo.

Ma tant’è il clima era quello. Questa era la sostanza, ma c’era anche una que-

stione di forma, perché, come osserva Ceschi nel cita-to articolo, ”la mancanza di capi in generale” perché tutti i giovani di vent’anni avevano vestito la divisa militare “e l’ancor giovane preparazione scout di quel-li rimasti, portò insensibilmente il C.N.G.E.I. verso forme, attività e discipline alquanto militaristiche che dello scoutismo originale avevano perduto freschezza ed originalità”.

“Ella approva il mio divisamento – scrive il Sac. Basso al Conte di Carpegna – di istradare i giovani della “Vigor” verso lo Scoutismo, per averli pronti il

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giorno in cui istituiremo il nostro Corpo Nazionale di G.E.C. Ed io lieto del suo incoraggiamento mi son messo all’opera: ma si è presentata subito una diffi-coltà. Non è possibile conservare la divisa col nome di “Vigor” al reparto che si va formando. E allora quale divisa adottare e quale nome dare? La risposta do-vrebbe essere facile: l’uniforme universale di esplorato-re e il nome ormai consacrato di Giovani Esploratori.

Ma posso io fare adottare ai miei giovani la divisa ufficiale del C.N. dei G.E. e possono presentarsi al pubblico come una squadra di Giovani Esploratori non aderenti o autonomi?”

La lettera continua rimandandosi a quello che è sta-to fatto a Genova e parla già di “equipaggiamento e oggetti di vestiario dei Giovani Esploratori”.

Sono mesi e mesi che il Sac. Basso si dibatte da un la-to e dall’altro per veder nascere i suoi giovani esploratori.

Egli freme e certamente fremono con lui quei gio-vani che sono pronti a intraprendere la nuova strada dello scoutismo.

Freme a tal punto da chiedere a Carpegna: “Nel ca-so che non giudicasse prudente istituire le nostre Se-zioni autonome con divisa e nome conforme al Corpo Nazionale si potrebbe per il momento ricorrere a delle uniforme affini e a delle denominazioni quasi identi-che come si è fatto altrove?”

“A me non par bello ricorrere a sinonimi quando il nome è quello di Giovane Esploratore. E allora come faremo a distinguere i nostri giovani da quelli appar-tenenti al C.N.? Basterà qualche semplice distintivo?”

La lettera è del 1° ottobre del 1915, maturata cioè nello stesso momento in cui a Roma Gioventù Catto-lica e la F.A.S.C.I. decidono di dar vita autonoma al

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Chiesa di S. Agostino Genova (Foto Tito Vaccaro).

movimento scautistico cattolico. È infatti del 28 gennaio 1916 la data in cui viene

ufficialmente costituita l’”Associazione Scoutistica Cattolica Italiana” avente carattere Nazionale e pochi giorni dopo il 1° febbraio si riunisce a Roma per la prima volta il Consiglio Centrale che ne approva le direttive provvisorie.

Il Conte Mario di Carpegna, era, come abbiamo vi-sto, il Presidente della F.A.S.C.I., diviene il primo Commissario Centrale della nuova Associazione e Mario Mazza, che possiamo definire il primo promo-tore dello scoutismo italiano nelle sue genuine forme viene designato quale Commissario Ispettore.

Appare per la prima volta la sigla A.S.C.I. che ac-coglierà schiere di baldi giovani per educarli e formar-li secondo lo spirito della legge scout; compare per la prima volta in Italia la divisa scout internazionale, camiciotto caki e calzoni corti; il giglio che Mazza aveva preso dalla Chiesa di S. Agostino in Genova per le sue “Gioiose” diventa il glorioso emblema della nuova Associazione.

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Abbiamo visto che fin dal 1° agosto 1915 Padre Basso aveva manifestato il suo “divisamento” di i-stradare i giovani della “Vigor” verso lo Scoutismo, che Carpegna lo ha giudicato “ottimo” e che, così in-coraggiato, si “è messo all’opera”.

Non fa perciò meraviglia se lo stesso Carpegna,

ormai Commissario Centrale dell’A.S.C.I., il 21 mar-zo 1916 scrive al Sac. Basso, in questa sua qualità, per ringraziar-lo “della pronta istitu-zione del Suo Riparto, del quale è stata già effettuata l’affiliazio-ne”. Infatti nella sedu-ta dello stesso 22 mar-zo il Consiglio Centra-le dell’A.S.C.I. ha ap-

provato le prime immatricolazioni di Riparti e cioè: a Genova le Gioiose N. S. delle Vigne, S. Teodoro, S. Martino e S. Giuseppe; a Macerata la Società Ginnasti-ca Robur; a Palermo il Patronato giovanile Maria Im-macolata9.

La lettera si dilunga per quanto riguarda la divisa, forniture, statuti.

Da rilevare, a titolo di curiosità, che quel “color kaki” della divisa dovette suonar nuovo e sconosciuto al P. Basso se Carpegna gli spiega “Il color Kaki cor-risponde ad un marrone chiaro, ad un caffelatte scuro; tutte le signore lo conoscono”, che le forniture offrir- 9 Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 7, 1 aprile 1916,

p. 1. L’immagine riportata sopra rappresenta l’atto citato [n.d.c.]

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Registro dei primi Riparti ASCI della Sicilia.

no grandi difficoltà al Consiglio Centrale se lo stesso Carpegna gli fa sapere “siamo purtroppo ancora molto indietro, specialmente in causa delle condizioni attuali del mercato” e poi “Ò scritto ed ò ricevuto risme di lettere, ma i dubbi e gli ostacoli sorgono tutti i giorni; anche oggi pare che nella prossima settimana sarà re-golato l’andamento della fornitura per quanto assai incomodo e imperfetto” e, in fine, “gli Statuti non so-no stampati che come supplemento allo Stadium; altre edizioni per ora non se ne fanno prima che l’esperienza di un anno abbia suggerito le eventuali modificazioni”.

Due cose risaltano da ciò: che dappertutto, costitui-tasi ufficialmente l’A.S.C.I., fu un affluire di adesioni, tanto che al 31 dicembre dello stesso anno i Reparti censiti ammonteranno a 44 e tanti altri in via di for-mazione; che il Consiglio Centrale lavora con alacrità e cammina con prudenza aspettando, per stampare lo

Statuto, l’esperienza di un anno. A Palermo abbiamo fin dal 22 marzo 1916 il primo

Riparto A.S.C.I. regolarmente immatricolato e a questo si aggiungerà il Riparto “Palermo 2°” dell’Oratorio Parrocchiale S. Nicolò all’Albergheria la cui immatri-

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Stralcio della lettera

citata.

colazione venne approvata dal Consiglio Centrale nella seduta del 16 maggio dello stesso anno10.

Gli esploratori cattolici hanno fatto la loro compar-sa in città e P. Basso pensa già per i “nautici”. “Benis-simo” gli scrive Carpegna a loro riguardo e gli dice “i suoi saranno i primi nella Associazione”.

Comincia la distinzione tra esploratori “nazionali” e “cattolici”, cominciano le polemiche anche nell’interno delle organizzazioni cattoliche, cominciano gli attriti tra le due associazioni.

È doloroso pensare, ma possiamo ricordarlo perché oggi tra le due Associazioni si sono stabiliti rapporti cordiali, è doloroso pensare che tra i giovani seguaci di uno stesso ideale e di quella stessa legge la quale dice che “lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout” dovessero esservi delle ostilità che dege-neravano talvolta a vie di fatto.

A questo riguardo il Commissario Centrale scrive-va: “purché i nostri non provochino mai, se rispondo-no per le rime non v’è nulla di male”11.

Abbiamo visto che il Prof. Colombo consigliava di costituire prima il comitato promotore e organizzare poi i Riparti.

Per gli esploratori cattolici fu al contrario ed il mo-tivo è evidente: il Reparto poteva dirsi organizzato

10

Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 11, 27 maggio 1916, p. 2. 11

Lettera di Mario di Carpegna, Roma 24/06/1916, a Giovanni Basso [n.d.c.]

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prima della costituzione ufficiale dell’A.S.C.I. e non si aspettava che questa per prendere “il via”.

Ma al Comitato Promotore bisognava pensare u-gualmente come bisognava provvedere alla nomina dei dirigenti non solo locali ma anche provinciali e regionali. Infatti giungevano alla sezione palermitana da varie parti della Sicilia richieste di norme, sugge-rimenti, per la formazione di reparti A.S.C.I.: da Piaz-za Armerina12.

Scriverà a questo proposito il Commissario Centra-le sempre al Sac. Basso il 24 giugno 1916, “Il Loro movimento che si annunzia tanto promettente rende ormai necessaria la nomina di un Commissario Re-gionale della Sicilia. Il sig. Andrea Butera mi scrisse il 12 maggio promettendo, in nome della Federazione Giovanile diocesana, di interessarsi della cosa. Non potrebbe Ella con lui o con altri, trovare la persona, preferibilmente laica, adatta?”

Le persone furono trovate e le designazioni avan-zate al Consiglio Centrale che nella seduta del 17 aprile 1917, procedette alla nomina dei Commissari e cioè: Colonnello Luigi Giannone, Commissario Re-gionale per la Sicilia; Avv. Giulio Caputo, Commis-sario Provinciale per Palermo; Avv. Giuseppe Pipito-ne, Commissario locale per Palermo13.

Il Commissario Centrale, nel darne comunicazio-ne a Lagumina che attraverso Mario Mazza aveva fatto sollecitazioni al riguardo, gli scrive: “Mi auguro che con queste nomine il movimento così bene ini-

12

La frase sembra incompleta, come se l’Autore volesse fare un elenco: qui è riportata come nell’originale. 13

Cfr. Atti ufficiali dell’A.S.C.I. in “Stadium”, n. 9, 29 aprile 1917, p. 1.

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ziato dal Riparto Palermo 1° per suo grandissimo merito, si estenderà nella regione a vantaggio della nostra gioventù”.

Si pensò anche alla costituzione del Comitato Pa-

trocinatore la cui presidenza venne offerta al Principe di Fitalia, il quale “sebbene lusingato dalla nomina – come scrive il 27 aprile 1917 a Pipitone – pure con mio vivo rincrescimento debbo manifestarle che de-clino l’onorevole carica, non permettendomi le mie molteplici occupazioni assumere nuovi impegni”.

Per lo stesso motivo rifiuta _____14 Briuccia e per-ciò il Comitato viene costituito nelle persone dell’Avv. Cav. S._____15 D’Alessandro e dal sig. Giacomo Perri-cone Marano.

Se l’A.S.C.I. aveva già un Riparto bisognava che

questo svolgesse proficuamente la sua attività e che le file dell’Associazione si ingrossassero, a tal fine ven-ne diffusa dal Commissario Regionale il 28 luglio 191616 la seguente circolare:

14

Il nome è lasciato incompleto dall’Autore col probabile intento di aggiungerlo in seguito; si potrebbe trattare dell’Avvocato Vincenzo Briuccia, come risulta dall’elenco dei soci del 1917 della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo. Cfr. https://archive.org/stream/nsarchiviostoric42soci/nsarchiviostoric42soci_djvu.txt, consultato il 27-02-2016. 15

Anche qui il nome è lasciato incompleto dall’Autore col probabile intento di cui sopra; si potrebbe trattare di Salvatore D’Alessandro, come risulta dall’elenco dei soci del 1917 della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo. Cfr. https://archi-ve.org/stream/nsarchiviostoric42soci/nsarchiviostoric42soci_djvu.txt, consultato il 27-02-2016. 16

Nel testo originale è presente un punto interrogativo forse a indicare un’incertezza nella data che comunque coincide con

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“Per dare un incremento sempre maggiore a questa istituzione in modo che risponda sempre più agli scopi per la quale è stata creata, si prega (sic) i Signori Padri di famiglia che hanno dei figli regolarmente iscritti al Reparto a voler curare che questi intervengano rego-larmente e con assiduità all’Istruzione e alle riunioni che avranno luogo periodicamente tutti i Martedì e i Giovedì di ogni settimana, a cominciare dal Martedì 1° agosto alle ore 17.

Perché i padri di famiglia siano informati della fina-lità di detta istituzione si trascrivono gli articoli della legge e il Decalogo dei Giovani esploratori cattolici”.

E, dopo avere riportato la formula della “promes-sa” e gli articoli della “legge” così conchiude: “Da ciò si può desumere quale grande importanza abbia que-sta Istituzione per l’educazione fisica e morale dei giovanetti” e, alla fine annota: “Perché i corsi abbiano il loro sviluppo regolare e completo, si avverte che mancando per 5 riunioni consecutive, i giovani saran-no dichiarati dimissionari”.

Ma i giovani erano assidui e i capi zelanti nella loro opera, talché la domenica [24, n.d.c.]17 settembre pote-vano – in numero di quaranta guidati dall’Istruttore Lagumina – fare la loro prima uscita recandosi sul Monte Cuccio (m. 1050) ed essa assunse tanta impor-tanza che ne fu data notizia al Segretario Centrale dell’A.S.C.I. in Roma con una lettera che mi piace ri-portare: “Arrivati alla borgata ‘Passo di Riganò’ ed a-vendo già percorso sette chilometri [i giovani, n.d.a.]

quella che compare del dattiloscritto originale presente in archivio. 17

Il giorno è omesso nell’originale, probabilmente l’Autore intendeva appurarlo in seguito.

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Lettera dell’articolo

inviato a “Stadium”, 28/09/1916.

fecero una sosta di 10 minuti, dopo i quali, al suono della tromba che chiamava alla adunata si riunirono e ricominciarono la marcia. Giunti in prossimità del mon-te, il terreno si presentava con molti ostacoli e con molti nascondigli ed allora i nostri giovani divisi in due partiti: uno guidato dall’Aiuto Ufficiale Professor Caronna Cor-

rado e l’altro dal Capo Squadra Rossi Umberto, esegui-rono degli esercizi di tattica, mentre dall’alto il Capo Reparto sorvegliava inosservato. Ed era bello, il vedere quei piccoli soldati interessati davvero ad ingannare con false mosse il nemico, per accerchiarlo e vincerlo. Terminati gli esercizi di tattica dopo un breve riposo si cominciò la scalata del monte

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che durò per ben tre ore. Ma i giovani non si scoraggiavano e si arrampicavano aggrappati ai cespugli, e si aiutavano a vicenda, e do-ve cresceva il pericolo aumentava il coraggio, e gli ostacoli erano superati per l’immenso desiderio di raggiungere la vetta designata. Giunti finalmente si collocarono le tende e dopo essersi rifocillati alquanto si diede principio a delle lezioni pratiche di pronto soccorso, di bendaggi, di segnalazioni, di fuochi da campo. Alle ore quindici si diede principio alla disce-sa del monte che si presentò facile avendo scelta un’altra strada, ed alle ore 18 si giunse in città. Complessivamente si percorsero trenta chilometri e [si passò, n.d.a.] quasi la notte in montagna.”

La relazione con-chiude con l’informare il Segretario Centrale che “fra breve si da-ranno gli esami per il passaggio ad Esplora-tori di seconda classe e per la promozione a graduati effettivi”18.

18

Cfr. Corrispondenze, “Stadium”, n. 21, 14 ottobre 1916, pp. 2-3. L’immagine riportata rappresenta una parte dell’articolo suddetto [n.d.c.]

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Foto Palermo I databile dopo

l’inizio del dicembre 1916

quando Lagumina e

Mazza (incarica-to alle forniture

ASCI) ebbero uno scambio in merito all’acquisto delle

uniformi.

La Sezione è costituita, i quadri sono al completo occorre ora dare ufficialità al movimento, presentarsi al grande pubblico palermitano.

Lagumina, che è l’Ufficiale Istruttore, lavora inten-samente per l’addestramento dei giovani; Pipitone si dedica alacremente alla preparazione della cerimonia della promessa.

Un’occasione si presenta propizia per dare maggio-re solennità all’avvenimento.

Per i primi di maggio è indetto a Palermo un Conve-gno dei Giovani Cattolici della Sicilia, al quale partecipe-rà il Presidente Generale Avv. Paolo Pericoli. In coinci-denza con questo Convegno viene fissata per domenica 6 maggio [1917, n.d.c.] la cerimonia della promessa e la

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benedizione delle bandiere. Quale madrina delle bandiere Pipitone sceglie la Prin-

cipessa di Resuttana D’Alì che accetta di buon grado. Il Principe di Fitalia, che, come abbiamo visto non

aveva potuto accettare la carica di Presidente del Co-mitato Promotore aggiunge:19 “Desidero pertanto mo-strare la mia benevolenza a tale associazione contri-buendo per la bandiera, e metto fin da ora a loro di-sposizione la somma di lire cinquanta”.

La solenne cerimonia della promessa dei Giovani

Esploratori Cattolici di Palermo ebbe luogo la dome-nica 6 maggio ed è bello riviverla nel resoconto che ne fece il Commissario Locale Avv. Pipitone, che ri-porto integralmente:

”Il loro contegno dignitoso, ardito e disciplinato; il perfetto allineamento delle file; la loro tenuta unifor-me elegante e corretta, sono stati per me oggetto di vivissima ammirazione e di profonda soddisfazione.

Ed è con Lei, sopratutti, loro infaticabile, amoroso e paziente istruttore ed educatore, e con i suoi bravi coadiuvatori, che io me ne rallegro fortemente e since-ramente. E nutro fiducia che sotto la sua sapiente e indefessa guida, la Sezione di Palermo dei Giovani Esploratori Cattolici progredirà e diventerà veramente utile e benefica”.

La lettera termina pregandolo di compiacersi di comunicare “ai nostri bravi ragazzi questo mio vivo compiacimento”.

Gli Esploratori Cattolici intanto hanno fatto la lo-

19

Il termine “aggiunge:” negli appunti originali, fa parte di una frase interamente tagliata (forse erroneamente); qui si è preferito lasciarlo per rendere più scorrevole il periodo.

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ro prima “buona azione” rendendosi anche utili alla patria.

Gli Esploratori dell’Arenella hanno raccolto nella piccola borgata 105 chili di carta da macero che hanno consegnato al Comitato Circondariale della Croce Rossa Italiana per la raccolta e utilizzazione dei rifiuti di archi-vio” dando prova – e scrive il Vice Presidente della Commissione Esecutiva Cav. Uff. Giovanni Mainelli all’insegnate Corrado Caronna – di ben inteso civismo”.

Utili alla patria e devoti alla Chiesa gli Esploratori

che domenica 29 luglio [1917, n.d.c.] partecipano, con i giovani cattolici su espresso invito del Presidente della Federazione Diocesana Avv. Andrea Butera, alla raccolta annuale dell’obolo di San Pietro.

Questo resoconto Pipitone inviò a Mario Mazza

accompagnandolo con una lettera che segnò l’inizio dei fraterni rapporti tra questi due pionieri dello scou-tismo cattolico, che erano soprattutto due apostoli dell’educazione giovanile.

“Caro Mazza – gli scrive Pipitone il 10 maggio – da commissario in prima (quale sei tu) a commissario in 2a (quale sono io) credo conveniente stabilire senz’altro il fraterno tu” e continua: ”Siamo ancora sotto l’impres-sione graditissima della cerimonia… prima che se ne spenga il ricordo, io ho voluto iniziare la mia corrispon-denza epistolare con te inviarti a nome dei boy-scouts di Palermo il mio fraterno abbraccio”.

Con questa cerimonia l’ASCI ha fatto il suo ingres-so ufficiale nell’ambiente palermitano e questo in-gresso è stato così solenne che il Sindaco della città, approssimandosi l’anniversario del 27 maggio che “in

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Foto di Mazza e Pipitone insieme agli altri consiglieri dell’ASCI (Lo Scout Italiano, n.1, 1925). Pipitone: fila in alto, quinto da sinistra; Mazza: fila in basso, secondo da sinistra.

quest’ora solenne per la Patria rievoca più vivi i glo-riosi ricordi e suscita in noi un più fervido sentimento di riconoscenza e di fede20” invita gli Esploratori Cat-tolici al “grandioso Corteo patriottico..., il quale par-tendo dalla piazza Stazione Centrale si recherà al Mo-numento Garibaldi al Giardino Inglese”.

Gli Esploratori parteciparono al corteo destando in tutti grande ammirazione che il Colonnello Giannone lo stesso giorno manifestò a Lagumina con la seguen-te lettera:

“Nel corteo patriottico di stamane, con mio vivis-simo compiacimento ammirai il plotone dei nostri bravi giovani esploratori, comandati dalla S.V.”

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La data del 27 maggio si riferisce all’anniversario dell’ingresso di Giuseppe Garibaldi a Palermo.

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La solenne promessa21 Giornata di luce e di gioia quella di Domenica 6 Maggio, per i Giovani Esploratori Cattolici di Paler-mo: in occasione del convegno giovanile i baldi boy-scouts hanno, alla presenza dei rappresentanti della Gioventù Cattolica convenuti da ogni parte della Sici-lia, fatto [prestato] la promessa di rito.

La cerimonia si inizia al mattino con la S. Messa celebrata da Mons. Guido Anichini, Segretario del Cardinale Lualdi, nella Chiesa dell’Oratorio di S. Domenico: gli Esploratori intervengono compatti, e si avvicinano alla S. Mensa Eucaristica, dopo le esorta-trici parole del celebrante: è fra loro il [Com.re] Comm. Pericoli, Presidente Gen.[erale] della G.C.I. [Gioventù Cattolica che, assieme ai congressisti sici-liani] coi congressisti siciliani [ha partecipato anche egli alla funzione religiosa.] [La cerimonia solenne della promessa] La solenne

promessa ha luogo nel pomeriggio alle [ore] 18

21

[Questa nota, negli appunti originali, si trova al termine del testo, n.d.c.] Le correzioni in rosso [qui, per necessità grafica, tra parentesi quadre si trovano le parti eliminate e in grassetto le parti aggiunte rispetto alla minuta originale dell’articolo inviato a Roma, n.d.c.] sono quelle apportate nella pubblicazione del resoconto sul n. 7-8 del 31 maggio-15 giugno [1917, pp. 13-14. n.d.c.] de “L’Esploratore”. Da notare che lo stesso numero della rivista pubblica anche la relazione della “Promessa solenne degli Esploratori Genovesi” con una fotografia degli scouts all’uscita dalla funzione in Duomo che rivela l’imponenza assunta dal movimento in quella città.

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Articolo pubblicato su “Stadium” e minuta dello stesso.

nell’ampio piazzale della Villa Filippina: lo sfondo della Villa è decorato con bandiere, e tutt’attorno so-no schierate le rappresentanze intervenute: spiccano nella massa compatta della folla [convenuta alla ce-lebrazione del rito di fede e di forza,] le bandiere dei circoli giovanili della città, [le bianche bandiere dei Circoli] Pio X, S.[ilvio] Pellico, Maria Immacolata, G.[iacomo] Serpotta22, Iuventus, S. Carlo, [dell’] Isti-tuto D.[on] Bosco ecc. [e altre ed altre ancora.]

Sono presenti anche: la sezione dei Giovani esplo-ratori23 Nazionali, l’orfanotrofio del Boccone del Po-vero con musica; le Legioni d’Onore dell’Immacolata, la Casa dei Giovani, il Seminario Arcivescovile, gli ascritti all’Oratorio di S. Filippo Neri ed i soci del Cir-colo Universitario [Cattolico].

[Attorno alle bandiere dei Circoli si affollano al com-pleto i singoli soci e tutti i congressisti intervenuti a

22

Su “Stadium” è stato riportato erroneamente come “Serpelli”. 23

Curiosamente mentre l’autore dell’articolo (dalla grafia sem-brerebbe Pipitone) ha riportato il nome con l’iniziale maiuscola, il redattore di “Stadium” l’ha riportata in minuscolo!

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Palermo per il convegno giovanile.] [Intanto la folla aumenta sempre più: accanto e di fronte al tavolo degli oratori attendono impazienti di ricevere la benedizione le bandiere che già i Giovani Esploratori amano di vivo affetto, attendono i vispi boy-scouts ansiosi di fare la solenne promessa.]

[Essi sono ordinati per squadriglie.] Gli esplorato-

ri sono agli ordini [dei rispettivi capi squadra diretti dall’] dell’Ufficiale istruttore Sig. Lagumina24.

Sono presenti ancora: il Commissario Regionale Co-lonnello Luigi Giannone, il Commissario Provinciale Cav. Giulio Gagliani Caputo, il Commissario locale Avv. Giuseppe Pipitone [e] nonchè la gentile madrina delle bandiere [P.ssa] Principessa di Resuttana d’Alì.

Alle ore 18 precise, accolto al suono dell’Inno Rea-le, giunge S. E. il Generale Campo: gli Esploratori si irrigidiscono sull’attenti, e il Generale li passa subito in rivista [mostrando] manifestando il suo compiaci-mento per la perfetta tenuta. Subito dopo giunge S. E. il Cardinale Arcivescovo A. Lualdi, anch’egli accolto al suono dell’Inno Reale: [egli] è accompagnato dai suoi segretari e dal Com.re Paolo Pericoli Presidente Generale della Gioventù Cattolica Italiana.

Poco prima che si inizi la cerimonia arriva il Sin-daco della città Grand’Uff. Salvatore Tagliavia, ac-compagnato dal Cerimoniere Cav. Saggio: le autorità sono ora al completo, e si delinea così fra la commo-zione [dei giovani boy-scouts tutta la solennità cui assurge la cerimonia,] degli Esploratori, il carattere

solenne della festa augurale, alla quale nessuna delle autorità della città ha creduto di dover mancare. [: è]

24

Nel testo originale è riportato come La Gumina.

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Festa di San Giorgio 1917 - Benedizione delle bandiere Palermo I.

È la prima volta forse – diversamente di quel che è

accaduto in altre città – che alla [solenne] cerimonia della promessa di una Sezione di Giovani Esploratori Cattolici intervengono al completo le diverse autorità della città, e questo intervento ha dato alla [cerimo-nia] solennità di Palermo uno speciale significato, che è l’indice del crescente sviluppo e della crescente considerazione del Corpo dei Giovani Esploratori Cattolici Italiani.

Fra le [alte] altre autorità intervenute notammo: il Vice-Prefetto [Cav. Peri], i Consiglieri Provinciali e Comunali: Cav. Giulio Gagliani Caputo, [Notar] Cav. G. B. Cavarretta25, Cav. N. Salvo Cozzo, Cav. G. Gen-nardi, Sig. Giacomo Perricone Marano, Cav. G. Pa-lazzotto, e poi: il Principe e la Principessa di Fitalia, 25

Su “Stadium” è stato riportato erroneamente come “Cavavretta” così come il successivo Perricone, modificato in Serricone.

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il Presidente dell’Unione Regionale [Cav. G. Giglio], l’avv. V. Mangano, la duchessa di Reitano, il Presi-dente del Consiglio Regionale Giovanile; i presidenti e i rappresentanti delle Giunte Diocesane di Palermo, Messina, Girgenti, Trapani, Acireale, Piazza Armeri-

na, Siracusa, Cefalù, Catania26, e poi uno sciame di gentili dame e di gentili signorine delle quali è impos-sibile dare un elenco.

Alle 18[,15] in punto il Commissario locale Avv. G. Pipitone dà inizio alla cerimonia rivolgendo sentite, commoventi parole esortatrici [ai giovani] agli Esplo-ratori, ed invitando l’E.mo Cardinale Lualdi a bene-dire le nuove promettenti forze della Chiesa e della Patria: mentre l’oratore parla un fremito di commo-zione passa sulla [immensa] folla, commozione che si accentua allorché l’E.mo Porporato leva la sua mano a benedire le bandiere sulle quali in quel momento si affissano gli occhi degli Esploratori che sentono tutta la [solenne bellezza] solennità del rito, che per mano di un Principe della Chiesa [da] dà alle loro bandiere [la forza] il pregio ed il valore delle cose sacre.

Con tratto paterno S. E. il Cardinale Lualdi rivol-

ge indi agli Esploratori parole vibranti, nelle quali è

compendiato tutto il programma al quale la nascente

Sezione deve informare i suoi atti. Segue poi, efficacissima, [E di questa commozione si

rende interprete] la gentile madrina, la nobile Princi-pessa di Resuttana che [rivolge ai suoi giovani boy-scouts parole materne] parla ai giovani in tono affet-tuosamente materno, rendendosi partecipe della com-

mozione che ormai vince tutti. 26

Nella minuta originale l’ordine delle diocesi è differente rispetto alla stesura su “Stadium”.

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La Principessa di Resuttana con i suoi Esploratori – 1924.

[Segue, poi, efficacissimo] Ha in ultimo la parola il Commissario Provinciale Cav. G.[iulio] Gagliani Caputo che si sofferma specialmente ad illustrare

[tutta] la spirituale bellezza che è nello spettacolo di queste falangi di giovani, che in mezzo agli orrori del-la guerra, si avanzano giurando il loro patto d’amore verso Dio, verso la Patria, verso il Prossimo.

Appena il Commissario Provinciale termina di par-lare, l’ufficiale istruttore Sig. Lagumina

27 dà [il segna-le dell’attenti] l’attenti ed invita i giovani esploratori a prestare la loro promessa: si avanza la prima squadri-glia, [e] il cui capo [squadriglia] con gesto risoluto stende la mano [e a voce ferma dice la promessa] di-

27

Su “Stadium” è stato aggiunto erroneamente come La Gumina.

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cendo con tono fermo la promessa. Lo seguono indivi-dualmente i [suoi] componenti la squadra, che, dopo aver ricevuti i bastoni e i distintivi per le mani della [gentile] madrina Principessa di Resuttana che li rice-ve alla sua volta dall’E.mo Lualdi, ritornano a loro posto. [Appena una squadra termina la promessa, si succede l’altra squadra via di seguito sino a che tutti non hanno ripetuto la promessa: le] Le squadre si sus-seguono ordinatamente, marzialmente fiere, fra gli ap-plausi scroscianti [del numeroso pubblico che segue attentamente lo svolgersi della cerimonia].

[Segue lo sfilamento] La bella squadra sfila quin-

di in parata e fa varie evoluzioni: le autorità prima di [lasciare la Villa Filippina] allontanarsi manifestano ripetutamente al Commissario locale Avv. G. Pipitone la loro soddisfazione.

Indi, con la musica in testa, e con le bandiere spie-gate, gli Esploratori attraversano le vie della città, ammiratissimi e seguiti da una folla di gente, [fa ritor-no ai locali sociali: ivi giunti] e ritornano in sede dove il Commissario [locale Avv. G. Pipitone esprime il suo compiacimento per la riuscita della festa, resa più so-lenne dall’intervento delle autorità tutte della città, ed esorta] lodò ed esortò i giovani a mantenersi fedeli [al-le fatte promesse e di seguire] alla fatta promessa e a

seguire i consigli [degli istruttori] dell’istruttore, spe-cialmente dell’infaticabile Sig. Lagumina28 che è stato [l’organizzatore] l’infaticabile organizzatore della Se-zione [Palermitana] locale.

[I boy-scouts si irrigidiscono indi sull’attenti… e le 28

Su “Stadium” è riportato come La Gumina, e forse sarebbe stato più corretto utilizzare il plurale (“degli istruttori”) come nella minuta dell’articolo.

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bandiere escono dal gruppo… e fra i più frenetici ur-rah si sciolgono le file.]

[Ha così termine la cerimonia tanto gaia che ha segnato segni indubbi] La sera nei locali sociali se-guì, presente il Comm. Pericoli, un breve trattenimen-to che coronò la lieta giornata, che ha segnato in-

dubbiamente nella storia dell’organizzazione scouti-stica cattolica italiana [in] una bella affermazione, specialmente per il carattere di ufficialità [impressovi dalle autorità della città] dato ad essa dall’intervento delle autorità Religiose, civili e militari che han mo-strato così di saper apprezzare l’alto contenuto ideale del nostro programma. [dei giovani boy-scouts catto-lici, ed è in questo riconoscimento che sta la signifi-cazione della cerimonia che segna l’inizio dell’attività della Sezione Palermo Primo dei Giovani Esploratori Cattolici Italiani.]

[(si elencano componenti comitato promotore)]29.

29

È riportato nell’originale privo di elenco che manca anche su “Stadium”; l’ultima parola sembra essere patrocinatore e non promotore, n.d.c.

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APPUNTI SULLO SCAUTISMO CATTOLICO A PALERMO

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Sommario Introduzione………………………………………... pag. 5

Trattative e origini………………………………….. “ 13

La solenne promessa…..………………………..….. “ 37

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Collane del Centro studi e documentazione sullo

scautismo in Sicilia

Formazione

Si impara da piccoli a diventare grandi: l’intuizione pedagogica

dello scautismo: cento anni di “grande gioco” per costruire il mondo, 2011.

Atti Convegno di studi sul Lupettismo 1988, 2012.

Memoria

Raccogliamo una traccia per non perdere la memoria, 2005.

La festa del guidone, 2006.

Ho trovato un tesoro, 2007.

Commemorazione scout defunti, 2007.

Le origini del distintivo regionale AGESCI Sicilia, 2008.

Incidente Cagni – 1928, 2012.

Vedemecum

Organizzare un evento: Il manuale del convegno, 2007.

Numeri

Annuario AGESCI della regione Sicilia: 2000-2005, 2007.

L'incidenza dello scautismo AGESCI in Sicilia: 1995-2000-

2005, 2008.

________________________________________________________

Via F.lli Bandiera, 82 – 95030 – Gravina di Catania

Orari Segreteria: Lu 9.30-13.00; Ma 14.00-18.30; Ve 9.30-13.00

Info: [email protected] Tel 095-416561 – Fax 095-7500633

www.sicilia.agesci.it/csd

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Finito di stampare

marzo 2016 presso Universal Book Via S. Botticelli, 22

Rende (CS)

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