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O O R R I I Z Z Z Z O O N N T T I I D D E E L L L L A A M M E E M M O O R R I I A A C C IRCOLO U U FFICIALI DELL E E SERCITO DI T T RIESTE 29 Ottobre – 8 Novembre 2009 Conferenze: 29 Ottobre, ore 18.00: “La Leggenda del Soldato Sconosciuto all’Altare della Patria” a cura del Col. Lorenzo Cadeddu 5 Novembre, ore 18.00: “Il Plotone di Malga Sorgazza” a cura di Giuseppe Ielen

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Page 1: ORIZZONTI DELLA MEMORIA - Trieste Italiano/Pubblicazioni/Orizzonti... · “Dulce et decorum est pro Patria mori" (Orazio, Odi, III, 2, 13) Il fine sottile di “orizzonti della memoria”

 

OORRIIZZZZOONNTTII DDEELLLLAA MMEEMMOORRIIAA

CCIIRRCCOOLLOO UUFFFFIICCIIAALLII DDEELLLL’’EESSEERRCCIITTOO DDII TTRRIIEESSTTEE

29 Ottobre – 8 Novembre 2009

Conferenze: 29 Ottobre, ore 18.00: “La Leggenda del Soldato Sconosciuto all’Altare della Patria” a cura del Col. Lorenzo Cadeddu 5 Novembre, ore 18.00: “Il Plotone di Malga Sorgazza” a cura di Giuseppe Ielen

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ORIZZONTI DELLA MEMORIA Mostra e conferenze programmate presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Trieste. Trieste 29 0ttobre – 8 novembre 2009

Il progetto “orizzonti della memoria” nasce con l’intento di ripercorrere con una mostra ed un ciclo di conferenze i modi in cui la società, in particolar modo quella italiana, ha affrontato il percorso del ricordo dei soldati caduti durante la prima Guerra Mondiale dagli anni a seguire la fine del conflitto.

Nella mostra si vuole percorrere inoltre “ La leggenda del soldato sconosciuto all’Altare della Patria” , il Milite Ignoto con un itinerario didattico che allaccia l’Altare della Patria a Roma con numerose altri capitali del mondo, percorrendo inoltre con un toccante cammino fotografico i momenti della ricerca delle undici spoglie fra le quali ad Aquileia, Maria Brgamas scelse quella che sarebbe poi stata tumulata a Roma il 4 novembre 1921 dopo il viaggio del “Soldato Sconosciuto” con una “Tradotta” simbolica attraverso gran parte della martoriata Italia del dopoguerra.

Dai primi pellegrinaggi dei reduci e delle famiglie dei caduti agli odierni percorsi della memoria sui luoghi ove si combatterono le battaglie, dal desiderio di lasciare una traccia personale come i primi cippi alle opere monumentali, dai simboli ai riti fino a giungere al concetto di memoria condivisa ora che non esistono più i presupposti di odio tra popoli vicini, ormai senza neppure più confini.

La mostra termina con una riflessione dedicata ai giorni nostri, ovvero la consapevolezza di un ulteriore aspetto della memoria in quanto altri soldati oggi sono caduti per nuovi scopi ed ideali a Nassiria a Kabul o in altre parti del mondo e questi soldati devono essere onorati e le loro famiglie sostenute e consolate. Una storia che si ripete e riprende gli spunti di allora unendo nel rito e nel sentimento, sofferenza ed ideali. Per questo motivo oggi nel dedicare dunque una rinnovata memoria dei caduti il pensiero oltrepassando l’orizzonte di ieri andrà senz’altro anche a coloro che nel nome della “Pace” hanno sacrificato se stessi.

Il fine sottile di “orizzonti della memoria” attraverso un percorso composto da spunti didattici, oltre 200 immagini d’epoca, documenti, cimeli e naturalmente dalle conferenze è quello di fornire un contributo alla riflessione poiché le gesta di un passato e di un presente tanto gloriosi quanto dolorosi siano da sprono per una società desiderosa di guardare avanti, soprattutto senza distinzioni ideologiche, confrontandosi con spunti tanto semplici quanto imprescindibili, in modo che l’uomo possa rinnovarsi e con l’auspicio che tali moniti siano d’insegnamento alle nuove generazioni.

MdP

La mostra sarà fruibile dal 29 0ttobre all’ 8 novembre 2009 presso i locali del Circolo Ufficiali dell’Esercito di Trieste in via dell’Università dalle 15.30 alle 19.30 con ingresso libero.

Lunedì 2 novembre chiusura settimanale

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Conferenze:

29 0ttobre 2009 alle ore 18.00: “ La leggenda del soldato sconosciuto all’Altare della Patria” a cura del Col. Lorenzo Cadeddu autore dell’omonimo libro; 5 novembre 2009 alle ore 18.00: “Il plotone di malga Sorgazza” a cura di Giuseppe Ielen autore dell’omonimo libro;

Comando Militare Esercito Friuli Venezia Giulia Comandante B. Gen. Andrea Caso

Centro Regionale Studi di Storia Militare Antica e Moderna - C.R.S.S.M.A.M. Presidente Cav. Mauro Depetroni

In collaborazione con il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Trieste Direttore Ten. Col. Michelino D’Ascanio

con il contributo della Provincia di Trieste Presidente dr. Maria Teresa Bassa Poropat

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ORIZZONTI DELLA MEMORIA

Il pro ge tto “or i zzonti del la memoria” nasce con l’ in ten to d i r ip ercorrere con u na mo stra e d un c ic lo di con fere nze i mod i in cu i la soc ie tà , in p ar tico lar mod o que l la i tal ia na, h a affr on ta to il percorso de l r icor do d ei so ld a ti ca du ti dur an te la pr ima Gu erra M ondia le dag li an ni a segu ire la fin e de l co n fl i tto.

A lla fine d el la Gra nde Gu erra i l lu tto era gen erale e la r icerca di re nder e acce tta bile un passa to in tr i nsecamen te sgr adev ole d iven ne un comp i to imp or tan te no n so lo a i fin i co nsola tor i ma anch e e so pra ttu tto p er la gius ti ficaz ion e d el la n az io ne ne l cu i nome la gue rra era s ta ta comba ttu ta.

La fr edd a co n ta bi li tà s tima ch e i cos ti s ing olarmen te sos te nu ti da lle famig lie i ta li a ne al la fin e de l 1 918 c on tano 65 0.0 00 cad u ti e 9 84. 00 0 fer i ti di ques ti 2 1.2 20 c iechi, 19. 600 tuberco lo tic i, 1 9.6 00 ne urop a tic i, 74. 60 0 s tor pi, 1 2.0 00 inva l id i, 3.2 60 mu ti, 6. 740 sord i e 100. 00 0 malar ic i , so lo per c i tar e a lcun i da ti più s ign i fica tiv i . Accan to a qu es ti da ti b isog na consid erare le famigl ie pr iva te dag l i a ffe tti, le d is truz ioni e tu tte le conse gue nze e conomich e e soc ial i d er iva te.

Dai pr im i pe llegr ina ggi dei re duci e d el le famig lie dei ca du ti ag li o dierni p ercors i de lla memoria sui lu ogh i ove s i comba ttero no le b a tta gl ie, da l d es id er io di lasc iare una tr acc ia persona le come i pr im i c ip pi a ll e oper e mo numen tal i, d ai s imbo li a i r i ti fi no a g iun gere a l conce tto d i memoria con div isa ora che no n es is to no p iù i pr esupp os ti d i od io tra pop ol i v ic in i, ormai senz a ne pp ure p iù con fin i.

Ecco perché du nq ue “or i zzonti de l la memoria” , i n qu an to n el la su a d inamic i tà di r icerca man mano che qu es ta progr ed isce a pre nuov i scen ar i in immaginab i li in a l tr i per io di. La mostr a term ina co n un a r i fless ione ded ica ta ai giorni nos tr i , ovvero la consa pevo lezza d i un ul ter iore aspe tto de lla memoria in qua n to a l tr i sold a ti ogg i sono ca du ti per n uovi scop i ed ide al i a Nassir ia a Kab ul o in al tr e par ti de l mo ndo e q ues ti so ld a ti d evon o essere on ora ti e le loro famig lie sos te nu te e conso la te. Un a s tor ia c he s i r i pe te e r iprend e gl i sp un ti d i al lor a u nen do ne l r i to e ne l se n timen to , so ffere nza ed idea l i. Per qu es to mo tiv o o gg i ne l ded icare du nqu e un a r inn ova ta memoria de i cadu ti i l pe nsiero ol tr ep assand o l’ or izzon te d i ier i an drà sen z’altr o anch e a coloro ch e n el nome del la “Pace” ha nn o sacr i fica to se s tess i.

“Dulce et decorum est pro P atr ia mor i " (Oraz io, Odi , III, 2, 13)

Il fin e so tti le di “or i zzonti de lla memoria” a ttr averso un semp lic e p ercorso compo sto da spun ti d id a ttic i, immagini, docume n ti e c imel i è qu el lo di forn ire un co n tr ibu to a l l a r i fless ione poich é le ges ta d i u n p assa to e d i u n pr esen te tan to g lor ios i qu an to do lor os i s ian o d a spron o p er una soc ie tà d es id erosa d i guar dare ava n ti , so pra ttu tto se nza dis tinz ion i i deo lo gich e, con fron tan dosi co n spun ti tan to sempl ic i qu an to impresc ind ib il i, i n modo ch e l’ uomo possa r inn ovars i e con l’ ausp ic io che tal i mo ni ti s iano d’ i nsegn amen to a ll e n uove ge neraz ioni .

MdP

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RICORDARE E NON DIMENTICARE

Il r app or to fra la memoria e la s tor ia no n è qua lcosa d i nu ovo, ma è a n tic o qu an to le soc ie tà s tor ich e.

A ogn i guerra conc lusa l’ es ige nza di commemorare e fissarne ne l tempo la m emoria, s foc ia in oper e mon umen ta l i e r i tu al i.

Un’an tica c lass ica e s ign i fica tiva tes timonianza è l’ iscr iz io ne che Ero don o r icor d a fosse r ipor ta ta su un a p ie tr a a l Passo d el le Termop il i:

Ὦ ξε ῖν᾿ , ἀγγέλλειν Λακεδαιμο νίοις ὅτι τῇδε κείμ εθα το ῖς κείνων ῥήμασι πειθόμ ενοι Ō xein' , a nge llein L aked aimon io is h o ti tēde ke ime th a to is ke inōn rhēmasi p ei thome n oi. “Va’ e r i fer i sci agli sparta ni , o s tra niero che pass i , che obb edie nti al lor o comand o noi q ui giacc iamo” (Epigramma di Simonide di C eo presso le T ermopi li a commemorare la bat tag lia del 480 a.C .)

Il Passo de lle T ermopi li , le " port e di fuoco " è l a loca li tà ove fu comb a ttu ta l’ ep ica b a tta gl ia nel 4 80 a.c . I l passo, fi anch egg ia to da u n la to da mon tag ne scoscese, da ll' al tr o d al mare, era ada tto al la di fesa e rap prese n tava un passa ggio o bb liga to p er l e tru pp e Pers ia ne dir e tte v erso la Beozia, l'A ttica o il Pelop onn eso. Il re Sp ar tan o Leo nida I fu inv ia to al Passo c on una par te del l'es erc i to a b loccare l' arma ta di terra Pers ian a coman da ta da Serse.

In q ue llo s tesso luo go che ne i seco li s arà ce lebr a to come l 'a lcova d el corag gio e de l la de terminazione , è s ta to r icord a to i l sacr i fic io de i trec en to spar tan i.

Dei morti al le T ermopi li glor iosa la sorte, be lla la fi n e, la t omba un' ara, i nvece di pian ti , i l r i cordo, i l compiant o è lo de. Un ta l su dar io n é ru ggine né i l t empo ma ngiat utto oscurerà. Questo sace l lo d'eroi va loros i come a bi tatr i ce la g lor ia d'E llade s i prese. Ne f a fe de anch e L eonid a, i l re di Spart a, ch e h a lasc iato di v i r tù gra nd e ornamen to e imper i tura g lor ia.

MdP

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IL PELLEGRINAGGIO ED IL CIPPO

Già n eg li ann i success iv i la fi ne d el la Gr and e Gu erra le zon e che eran o s ta te in ter essate qua li campi d i ba ttag l ia div enn ero me ta d i pel le gr inag gi spo n ta ne i di con giun ti de i c adu ti, red uci o sempl ic i c i tta dini.

Ben pres to s ’ i niz iaron o a in tr aveder e c ip pi , are e monume n ti c he comi ta ti u ffic ial i o meno eressero in luog hi par tico larmen te s imbo lic i, o perch é v i comb a tté un re par to o per ché s i to ove s ’ immolò un eroe .

Su p ie tre d el C arso o mon umen ti, fras i lap id ar ie so no r ip or ta te per r icord are e far r i fle ttere , p ensier i ch e a ncora ogg i se le tti con il cuore fan no fermare il fi a to.

“Vento d el Carso, tu ch e sai i l m io n ome, b ac ia m ia madre su lle bia nche chiome” (epigrafe ne l vecchio c im i tero m i li tare di R edipu glia ag li Inv i tti de lla 3 ^ Armata, 192 3)

M d P

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IL MONUMENTO E I SIMBOLI

I monumen ti a i cadu ti cos ti tu ivan o il ce n tro focale de l cul to d ei mor ti in g uerra, g iacché ess i e non le tomb e era no tr ad iz io na lmen te serv i ti a commemorare i l loro sacr i fic io.

Vic ino a Tr ies te al le por te de lla Prov inc ia p ar tico larmen te s ign i fica tivo e d e nso d i s imbologie è il monume n to commemora tivo pr esso i l Timavo a qu o ta 12, de dica to ai C adu ti per la Pa tr ia oper a d el l’ archi te tto Gu ido Cir il li .

“ E ’ c ippo ed ara ad un temp o” è u na “pie tra del la r imembranza” massicc ia e solida, tag lia ta a forma di a l tare con d el le so br ie d ecoraz ion i s imbo lic he q ual i l a spad a in trecc ia ta d i palma ra ffig uran te la V i ttor ia, il l eo ne, s imbo lo de l corag gio e d el la forza, l’ e lmo del fa n te con fes ton i d i querc ia e d i a ll oro ra ffig uran ti la Glor ia e la lup a s imb olo d i Roma .

La fro n te de l monume n to è r ivo l ta a tramo n tan a e guar da vo lu tamen te per ragioni s imbol iche, come in a tto di s fida, verso l’H ermada min acc iosa ch e con tes e ai fa n ti i tal ian i l a v ia di Tr ies te.

“QUI SI APPRESE A PATIRE E DAL CALVARIO SORSE LIBERA E GRANDE LA NUOVA ITALIA” (Monumento dei Caduti per la Patria eretto a cima 12 presso il Timavo, 1923)

M d P

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IL CIMITERO DI GUERRA

Lo scop o cui i c adu ti ve nner o fa tti serv ire assunse il s uo vero s ig ni fica to q uan do i lu ogh i del loro r ip oso d iven nero templ i d el cu l to naz ion ale e su i monume n ti ere tti in l oro on ore s i concen trò l’ a ttenz ion e d el la naz ion e.

Il c im i tero d i g uerra occup ò u n pos to cen tr ale n el cul to de l so lda to c adu to. I s imbol i c r is tian i ed u na na tura ara ld ica dominaro no i c im i ter i d i tu tte le n az io ni, ins ieme co n l’ uni form i tà del le tombe a r ic ordo de l camera tismo in tempo d i guerra .

“ Il tempo lev iga le pietre. I massi spugn osi son diventati luce nte sca lea di un’ascesa che no n s ’arresta, che s i p erde n el c ie lo. E l’ acq ua de lle b ufere che s ’ impastava con i l f an go rosso dei camminamenti facend o scorrere r iga gno li di san gu e, or a h a i l co lore de ll’ i nfi ni to”

( i ntroduzione al la guid a d el Sacrar io di Re dipug lia d el 19 39).

M d P

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IL PLOTONE DI MALGA SORGAZZA U n p o’ di s t o r i a e d a lc u n e pic c o le s t or i e d a u n ex c im i t er o d e l la G r a nd e G u e rra

La stor ia, o meglio le s torie, che il r icercatore triestino Giuseppe Ielen ha avuto l’opportunità di raccontare riguardano alcuni Caduti della Grande Guerra, “già ospiti” di un piccolo cimitero militare situato a quota 1500 a ridosso delle prime linee nei pressi di malga Sorgazza., ai piedi del massiccio di Cima d’Asta nel Trentino Orientale. Il tratto del fronte era quello delle Alpi di Fassa: due spalti contrapposti di qua le creste di Rava e Cima d’Asta con le sue forcelle, di là la lunga muraglia scura dei Lagorai con la piramide del Cauriol e nel mezzo una specie di frastagliata terra di nessuno, teatro di sanguinos i colpi di mano e soggetta ad occasionali cambi di proprietà.

Artefici e “proprietar i” del c imitero erano gli anziani territoriali da prima linea del battaglione Val Brenta del 6° Reggimento Alpini, uno dei reparti che, assieme al Feltre ed al Val Cismon del 7° (quello di Monelli de Le scarpe al sole), rappresentavano la componente alpina della 15^ Div isione che aveva i comandi a Castel Ivano in Valsugana.

Le sepolture in quel fazzoletto di terra non sarebbero s tate molte: nei giorni dopo Caporetto, quando vi fu il riuscito sganciamento dei reparti della 15^ Div isione verso i contraffor ti del Grappa, non avevano raggiunto la quarantina. Nel 1925 le salme dei caduti di Sorgazza vennero ritumulate nel più ampio cim itero di guerra di P ieve Tesino e di nuovo e definitivamente nel Monumento Ossar io di Castel Dante presso Rovereto. Qui, attorno al 1935 vennero fatte confluire le salme di 150 c imiter i di guerra: fu un diktat for temente politico, eseguito nonostante le proteste di molti reduci della guerra sulle montagne, con la motivazione che la manutenzione di questi siti era divenuta troppo onerosa. E’ interessante sapere che per francesi i loro cimiteri di guerra sulle creste dei Vosgi li hanno mantenuti e continuano a curarli, sebbene anche lì il clima non scherza.

I caduti di Sorgazza, adottati a guerra finita dalla gente della valle, non erano -salvo qualche caso- caduti ignoti: è opinione dell’autore però che siano tutti divenuti col tempo caduti “ignorati”, dispers i tra gli altri ventimila di Castel Dante. Venendo ai giorni nostr i, del cimitero sono rimasti solamente i pezzi di granito ammassati attorno al monumento centrale ed i nomi dei caduti sono stati cancellati da tempo dagli agenti atmosferic i. Come se non bastasse, nei meandri della burocrazia sono andati perduti anche i documenti con gli elenchi dei caduti sepolti in questo ed in altri piccoli cimiteri di montagna…

Un paio d’anni fa, graz ie al ritrovamento nei documenti di famiglia di materiale fotografico r iguardante il cimitero di Sorgazza prima della sua dismissione, a Giuseppe Ielen è balenata l’idea di identificare, per quanto possibile, questi caduti e di trovare qualche notizia che li riguardasse. Opportuni ingrandimenti di foto d’epoca hanno consentito la lettura di buona parte dei nomi e, sulla base di questi, dopo la consultazione di notevoli fonti memorialis tiche e documenti è s tato possibile portare alla luce una serie di s torie che vedono protagonis ti “quelli del plotone”. Alcune informazioni si sono potute avere in maniera del tutto imprevis ta ( tra l’altro, cercando notiz ie in rete su un caduto del Feltre, Ielen ha avuto la ventura di imbattersi anche nelle centinaia di foto scattate durante la guerra da Paolo Monelli, l’autore di Le scarpe al sole, delle quali non si conosceva l’es is tenza: la scoperta di un tesoro). In sintesi, i risultati sono contenuti nelle pagine del volume Il plotone di malga Sorgazza che è stato pubblicato lo scorso agosto a cura dell’A.S.C.V.O.T. -Associazione Storico Culturale della Valsugana Orientale e del Tesino- di Borgo Valsugana, di cui l’autore fa parte avendo casa anche nei paraggi.

Grazie dunque al lavoro sulle immagini del cimitero è s tato poss ibile attr ibuire grado, cognome e nome a ventisette caduti: ventisei italiani ed un anziano Standschütze tirolese. E’ stato possibile raccogliere anche una quantità di informazioni e s torie interessanti relative a 13 degli identificati, tra i quali due giovani sottotenenti del Val Brenta -medaglie d’argento al v. m. alla memoria- caduti il 3 settembre 1916 nella difesa di cima Cauriol, che i loro Alpini vollero portarsi a Sorgazza (gli altri morti di quel giorno furono sepolti in cimiteri diversi) e già r itenuti dispers i.

Quattro di loro, inoltre, hanno r iacquisito anche una fisionomia in quanto è s tato possibile r intracciare delle immagini fotografiche che li r itraggono.

L’idea di aver contr ibuito a rendere i soldati del Plotone di Malga Sorgazza non più militi ignoti ed un po’meno ignorati, è s tato il bel r isultato della passione e competenza di Giuseppe Ielen che ha commentato questo contributo alla memoria nel seguente modo:“è come se avessi aiutato in qualche modo degli amici di vecchia data”.

G i u se pp e I el e n

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LA SEPOLTURA SOLENNE

Neg li a nn i tr en ta in I tal ia, q uara n ta tr a Sacrar i monumen tal i, C im i ter i m il i tar i e Sacrar i ere tti ne i Templ i e n ei Cim i ter i c iv il i furo no co lloca ti ed u l tima ti in l uo gh i magg iormen te rapprese n ta tiv i con lo scopo d i a ttes tar e i l va lor e d el s olda to i ta lia no e r icordar e “ a più lo nta ni poster i ” i l suo s acr i fic io.

Nel 193 8 d opo du e an ni di lavor o sorse sul Carso a qu o ta 89 i l C im i tero d i Re dipu glia a d opera d eg li arch i te tti Gre pp i e Cas tig lio ni no ti per aver rea lizza to i sacrar i d el Gra p pa, d i Timau e d i Ca pore tto.

A lla b ase u na “V ia Eroica” las tr ica ta d a 38 la pid i in bro nzo con impress i i nom i de lle loca li tà d el le più crue n te ba ttag lie p or ta al le tombe de l D uca d’Aos ta e d ei suo i g en eral i.

A lle spa lle l’ impon en te scal in a ta compos ta d a 2 2 gig an teschi gra don i incor nic ia ti da un con tinuo “pres ente” a gra nd i le ttere scolpi te ne lla p ie tr a accogl ie i res ti ed i n o mi d i 40. 000 cadu ti d el la 3^ Arma ta.

A lla sommi tà la cos truz ione ch e al l’ es tern o ap pare u n al tare g ig an tesco ospi ta una cappe lla ed a l c en tro d ue imp one n ti cr ip te cus to disco no i res ti d i 60 .00 0 c adu ti i gn o ti recup era ti nel l’ area cars ica.

“Pelle gr ino che ti acc ingi , con tre pido cuore , a v i s i tare questi sacr i luog hi , che tu s ia Congiu nto ancor do lora nte, ve nut o a sc iogliere un vot o di pietà e di amore su un sacro tumu lo , o Veteran o glor ioso o s ia pure i l tur i s ta cur ioso, raccog li ti i n te s tesso, pe llegr ino piet oso e r ipe nsa a l F ant e che eb be s u q ueste al ture i l suo Ca lvar io”

( Introd uzione al la guida de l To ur ing C lu b It ali a no de l 19 27)

M d P

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IL RITO DEL MILITE IGNOTO “L’ idea di un simbolo del sacrificio col lettivo”

“ L’ om br a s u a t or n a c h’ er a di pa rt i t a” ( R om a , 4 n ov em br e 1 92 1 )

Particolarmen te impor tan te fu il “ r i tu ale” de l M ili te Ig no to. Ne l 1 92 1 ma tura l' i dea di onorar e i tan ti cad u ti de lla Gran de G uerra co n i res ti s imb ol ic i d i u n solo comba tt en te c he n on s ia s ta to id en ti fic a to e ch e no n lo sarà mai, c ioè “ i gno to” . L’ i dea di tras por tar e dal camp o di ba ttagl ia in pa tr ia, ne lla cap i ta le , un solda to igno to e di s epp el lir lo ne l p iù impor tan te temp io del la naz ion e, emerse s imul tan eamen te in Fra ncia e d in In gh il terra.

La man iera in cu i i l M ili te ign o to venn e scel to fu a bb as tanza un i forme in tu tte le naz ion i. I n ognuna del le reg ioni milita ri ven nero esuma te le sp og lie d i un s olda to ig no to . In I tal ia le r icerche d ei solda ti scon osciu ti ven nero e ffe ttua te in u ndic i camp i d i b a tta gl ia .

In Fra ncia la sce l ta d i ch i dovesse essere tr aspor ta to a Par ig i ve nn e a ffi da ta ad un reduce fer i to in gu erra, i l ca du to in gles e invece ven ne scel to da un a l to u ffic ia le. Anche l’ I tali a esumò i l suo M ili te Ign o to ne l 1 921 e s tavo l ta fu la ma dre d i u n so lda to ca du to ad in dicare la bara prescel ta. La tomb a fu s i tu a ta n el V i ttor ia no, il monume n to a Vi ttor io Eman ue le II er e tto n el 191 0 a ce le braz ione de ll’U ni tà d’ I tal ia s u pro ge tto d el l'arch i te tto Sacconi .

Maria Be rga mas (n a ta a Grad isca e res ide n te a Tr ies te) , madre di An ton io il c ui corpo non fu mai r i trova to, fu inna lza ta a s imb olo de l le madr i i n l u tto per la p erdi ta d e i l oro fi gl i in ba ttagl ia . I n u na c er imon ia u ffic iale scelse i l fere tro d i u n ign o to solda to i ta li an o ch e, trasp or ta to a R oma e tumu la to ne ll’A l tare de lla Pa tr ia co n commemorazion i e tr ibu ti senza par i, rappr esen ta ancora ogg i il s imbo lo di tu tti g l i i tal ia ni mor ti se nza n ome.

“… la messa è chiusa. Allora il generale Paolini s’avanza verso il gruppo delle madri e prega la signora Maria Bergamas di voler uscire essendo ad essa toccato l’alto onore per la scelta della salma che verrà poi accolta dall’altare della Patria. La signora vestita completamente a gramaglie, bianca nei capelli e cerea in volto s’avanza barcollante. Essa discende la tribuna, s’inginocchia ai piedi della colonna mutilata. La signora rimane genuflessa alcuni minuti poi s i raddrizza e si segna col gesto della croce quindi a capo chino risale e risolutamente volge la destra e s ’abbassa con la persona, s’inginocchia protendendo le mani sulla quinta bara.”

(Aquileia, ore 11 del 27 ottobre 1921)

M d P

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LA MEMORIA CONDIVISA

Agosto 1917, sesta battaglia dell’Isonzo. Nelle convulse giornate dei combattimenti che portarono alla presa di Gorizia i fanti delle Brigate Catanzaro, Brescia e Ferrara riuscirono a impadronirsi in via definitiva del Monte San Michele, pilastro mer idionale del campo trincerato goriz iano e fiero baluardo austro - ungarico posto sulla via della città delle rose, la Nizza austriaca. Superata la c ittà quasi ormai spopolata, solo m illecinquecento persone vi erano rimaste asserragliate nelle cantine e raggiunte le propaggini del prossimo fronte di guerra, del Monte Santo, del Vodice, del San Gabriele, anche il duca d’Aosta, comandante la Terza Armata, salì su uno dei cocuzzoli del San Michele, la Cima Tre e vi fece erigere una lapide molto particolare scegliendo lui s tesso, così narra la storia che in questi luoghi si permea spesso di toni leggendar i, le parole da inc idere nella dura roccia del carso che fino ad allora era s tata la fedele alleata delle granate nel produrre orrende ferite. Poche parole, una prosa priva di orpelli, rime, vanaglor ia. Non c i sono parole care agli opposti nazionalismi, non c’è Patria o vittoria. E’ il r iconoscimento dei tr inceris ti, la loro apoteosi:

SU QUESTE CIME ITALIANI E UNGHERESI COMBATTENDO DA PRODI SI AFFRATELLARONO NELLA MORTE

luglio 1915 – agosto 1916 Parole che sembrano scritte in un lontano dopoguerra e che invece fino ad oggi risultano essere le uniche

su di una lapide voluta durante il conflitto e capace di unire in modo ufficiale i due avversar i in un'unica memoria. Certo quando il Duca dettò le parole mai avrebbe pensato che di lì a un anno e due mesi il monte tanto conteso sarebbe tornato a far parte dell’entroterra austr iaco, non solo, ma che sarebbe propr io rimasto nella più remota retrovia, trovandosi il nuovo fronte di guerra sul fiume Piave. Né mai gli ufficiali e i soldati austro - ungar ici mandati sul Carso a raccogliere dagli antichi campi di battaglia quanto ancora di utile per il proseguo della guerra vi si poteva trovare avrebbero creduto di incontrare su di quella cima frantumata dalle granate una simile testimonianza del loro comune impegno, del loro valore. Affratellati nella morte. Parole che valgono per tutta la lunghezza del fronte, dalle sponde del mare Adriatico alla vetta dell’Ortles, ma qui e solo qui, sulla c ima Tre di Monte san Michele con questa lapide si è avverato il desiderio di molti, s i è data una patina di ufficialità a tutti quegli incontri segreti tra le trincee, allo scambio di ricordi, cibo, doni, indirizzi, condividendo la memoria della sofferenza comune in questa frase scolpita nella pietra. Una fotografia scattata probabilmente nel 1918 ci mostra un colonnello dell’esercito austro – ungarico in compagnia di un c ivile e di un altro ufficiale convalescente, costretto ad appoggiars i a un bastone; l’uniforme di questo ultimo è spoglia, il volto sofferente e solo i bottoni sulla berretto da campo ci dicono la sua arma d’appartenenza, l’ar tiglieria. I tre sono v icini al cippo in questione. Ostentano un’aria seria, consapevoli, forse dell’eccezionalità del momento e dell’epigrafe rinvenuta. La fotografia non è certo s tata scattata a caso su di quel sito.

Così anche oggi ci piace poter ricordare quei combattenti, tanti dei quali furono i nostr i nonni, uniti nel ricordo del tempo passato nelle trincee, non solo quello della lotta ma ancor più quello delle lunghe ore di snervante attesa di un assalto o del cambio, nelle faticosissime corvè fatte con ogni tempo e in ogni condiz ione, nei momenti pr ivati della lettura della posta, accompagnata magari da piccoli doni da casa: cibi, specchietti, matite, la fotografia della famiglia o della fidanzata. Materiali che ancora oggi il terreno restituisce a chi cerca le tracce di quella guerra lontana e di quegli indimenticabili uomini.

I soldati inglesi cantavano al fronte occidentale una melodia dalle parole s truggenti indirizzate alle donne a casa: keep the home fires burning, tieni acceso il focolare. Un inno alla vita.

R o b e rto To d e ro

Saranno eroi tedeschi, francesi, russi, inglesi, de tutti li paesi. O gialla o rossa o nera, ognuno avrà difesa una bandiera; qualunque sia la patria, o brutta o bella, sarà morto per quella. (versi tratti dalla poesia “fra cent’anni” di Trilussa)

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LA RIMEMBRANZA

La na tura v iene u ti lizza ta per mascherare le c ica tr ic i d el la g uerra, sorg on o così i parchi del la r imembr anza e d i b oschi d eg li er oi i n zon e lo n ta ne d al la g uerra, nel le c i ttà in zon e s ign i fica tive e s i le nz ios e ove po ter p erpe tuare i r i ti de l r ic ordo.

La c i ttà re de n ta di Tr ies te n on fu esc lusa d a q ues ti r i tua li. Un’al tr a “ca te gor ia topo gra fica” d el r icord o fu rap presen ta ta d ai parchi del la r imembranza,

sor ti a par tire da l 19 23 per iniz ia tiva de l M inis tero de lla pu bbl ica is truz ion e, che, m obi li tan do g li s tu den ti de l le scu ole i ta li ane , in tend eva s imbo leg giare l’ id ea de lla fer ti l i tà de l sacr ific io dei cadu ti d el la Gra nd e Guerra a ttr averso l’ impia n to d i a lber i.

L’ ide a piacqu e mol to, ta n to ch e ne l solo mese di o tto bre de l 1 923 ve nner o is ti tu i ti 10 84 parchi d el la r imembranza. Anch e Tr ies te eb be i l suo, in aug ura to il 24 magg io de l 1 926 su l col le di Sa n Gius to dove domin a il mo numen to ai ca du ti opera d i A tti l io Se lva.

“Come g li eroi di Spart a t ornammo su gli scudi ” . Il s imbo lo è qu el lo d i o norare il so ld a to ca du to da va loros o, comba tten do. A Spar ta erano

le d on ne, ma dr i e mogl i a conse gnar e a fig l i e mar i ti lo scu do nel momen to in cui g l i uom ini s ’acc ingevan o a d an dare in gu erra, accomp agn and o il ges to co n la terr ib il e frase: «Torna, con questo … o su d i esso » . I l so lda to che fug giv a per pr ima cosa ge ttava l ’ ogge tto p iù ing ombra te che aveva co n se, lo scudo. Vinc i o muor i ma da valoroso !

Il Parco de lla r imembra nza è co llega to ide alme n te a P iazza Ob erda n d ove n el 19 35 venn e ina ugur a to i l M useo de l R isorgime n to e Sacrar io Ob erda n; tra i due lu og hi es is te in fa tti un leg ame v is iv o e id ea le ch e s imbo le gg ia il col le gamen to tra R isorgime n to e Gra nde G uerra.

I n omi de i c adu ti d el Parco de lla r imembranza so no inc is i su p ie tre del C arso s pars e tra il verde e l’ ombra de gl i a lber i e ogn i an no, d a nova n t’an ni, man i r icon oscen ti por ta no un fiore a ogn i p ie tr a p er no n d imen ticare c hi è mor to di fen de ndo la pro pr ia ba nd iera.

“Ma nel cuo re Nessun a c roc e man ca” Verso tr a tto da “Sa n Martino de l C arso” di Giusepp e U ngar e tti

M d P e FF

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ORIZZONTI DELLA MEMORIA  

 

Comando Militare Esercito Friuli Venezia Giulia Comandante B. Gen. Andrea Caso 

 

 

Centro Regionale Studi di Storia Militare Antica e Moderna - C.R.S.S.M.A.M. Presidente Cav. Mauro Depetroni

 

 

In collaborazione con il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Trieste Direttore Ten. Col. Marcellino D’Ascanio

 

 

con il contributo della Provincia di Trieste Presidente dr. Maria Teresa Bassa Poropat

 

 Progetto scientifico Mauro Depetroni

Ricerche storiche e testi Mauro Depetroni Roberto Todero Giuseppe Ielen

Ricerche iconografiche Lorenzo Cadeddu Mauro Depetroni Roberto Todero Giuseppe Ielen

Strutture espositive Regione Friuli Venezia Giulia C.R.S.S.M.A.M.  

 Elaborazioni fotografiche e editing Giampaolo Reiter

Riproduzioni Fotografiche ATTUALFOTO

Documenti e cimeli Collezione privata Mauro Depetroni

Progetto espositivo e allestimenti C.R.S.S.M.A.M.

Fotografie Fondi privati: Lorenzo Cadeddu Mauro Depetroni Roberto Todero Giuseppe Ielen e immagini ricavate liberamente nel WEB

 

 Ringraziamenti: A.N.S.I. Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia di Trieste Il personale del Comando Militare Esercito Friuli Venezia Giulia Associazione Amici dell’Isonzo di Gorizia Associazione Zenobi di Trieste …ed inoltre C. V. Diego Guerin Ten.Col. Michelino D’Ascanio Giuseppe Burlo Giampaolo Reiter Mario Cicogna Franco Verdoglia Fam. Gardi Fam. Crisafulli Lucio Cermel Francesco Fait Un ringraziamento particolare al B. Gen. Andrea Caso