orizzonti limitati

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Orizzonti limitati, marinai d'acqua dolce.Il diario di bordo di Vikolocorto, 6 anni di divertimento, gioa, spensieratezza, pochissimi momenti tristi, forse uno solo.

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  • Orizzonti limitatimarinai dacqua dolce

  • Orizzonti limitatimarinai dacqua dolce

  • In copertina Vikolocorto: Foto Luca Bandera

    In IV di copertina lautore - Foto Cinzia Silla

  • alla mia zavorra

  • ... galleggia quindi rientra nella categoria,ma deve esserci stata una tangente ad Archimede.

    Anonimo

  • Introduzione

    Orizzonti limitati non un romanzo, il diario di bordo di Vikolocorto. 6 anni di divertimento, gioia, spensieratezza,pochissimi momenti tristi, forse uno solo.Prima di cominciare il racconto non mi rimane che ringraziare tutte le persone che hanno contribuito con il loro appor-to indispensabile alla stesura di questo libro gli amici delle chat e dei forum, compagni epistolari che mi hanno convin-to apprezzando sin da subito i racconti e naturalmente gli amici di lunga data che si sono divertiti con noi. Numeroselacrime, soprattutto di paura, sono state versate sulla tuga di Vikolocorto, molte si sono congelate altre sono evaporatema di tutte rimasto segno. Cos come le piccole ragnatele che nel tempo sono nate dalle risa che hanno accompagnatole nostre navigazioni.

    Un sentito ringraziamento a tutti quelli che hanno aiutato o sono semplicemente saliti con sprezzo del pericolo suVikolocorto. In ordine sparso: Cinzia, Valeria, Elisa, Massimo, Claudia, Paola, Mauro, Elena, Cristiano, Rossella, Franco,Simone, Morena, Franco, Lorenzo, Nicola, Maurizio, Chiara, Lorenzo, Aldo, Angelo, Valerio, Anna, Adele, Giorgio,Francesca, Edoardo, Luca, Stefano, Francesco, Francesco, Luca, Mauro, Paolo, Riccardo, Ketty, la Carmen, Beppe,Anna, Emilio, Ignazio, Marek, Riccardo, Alessandra, Claudio, Alberto, Davide, Nicola, Delia, Marietto, Emanuele,Beatrice, Massimo, Anna, Fabio, Marcello, Mattia, Sergio, Katia, Daniele, Claudio, Limo, Marco, Oszzert, Renata,Francesca, Alessandro, Roberto e altri ancora che non ricordo o che si aggiungeranno mentre questo libro va in stampa.Purtroppo molti sono stati incontri tanto intensi quanto effimeri. Un particolare ringraziamento a Laura e Freddy chemi hanno scongelato tante volte e Massimo che non ha mai smesso di parlare del MIO viko al plurale.Di molti avrei dovuto riportare non il nome ma il nick, perch tante avventure sono nate sui forum di vela, ma tantper me sono pi amici cos; alcuni nomi li leggerete pi volte ovviamente sono persone diverse.Nella lettura troverete molti buchi temporali, non perch Vikolocorto rimasto fermo ma perch non volevo tediarvioltremodo.

    Alcune deginizioni ricorrenti sulla barca, descritta oggettivamente in seguito: Quella non Barca questo il riferimento onnipresente di chi la vede in fotografia, ho perfino sentito dire costameno del materiale sfuso e ciliegina sulla torta preferisco vivere.In fotografia sembra molto pi grande di quello che e di conseguenza ti aspetti cose che non pu fare. presto spiegatocon unaltra frase che Elisa ha pronunciato tempo fa Vikolo la barca di Harry Potter.

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  • PrefazioneDi Massimo Rei

    Uno che la barca manco ce lha

    Mi sono sentito molto onorato quando lautore mi ha chiesto di scrivergli la prefazione per questo libro.In effetti lui la persona con la quale vado di pi in barca a vela. Ciononostante, ha dovuto attendere unbel po di mesi per avere queste righe. Inizio raccontandovi qualche cosa di lui.

    Stefano, chiamato Paddy da tutti compresa sua moglie, un velista peculiare. Questo perch unisce ins sia la figura del marinaio con molte miglia sotto la carena, sia la figura di velista da banchina ovve-ro quel personaggio che sa tutto di barche, che legge un sacco di riviste di vela, di libri di mare, che havicino al wc i cataloghi di ship chandlers internazionali e produttori di attrezzature di coperta ed acces-sori nautici, che partecipa attivamente in Rete a tutti i forum di vela dispensando consigli e istruendoprincipianti o inesperti. Saccente, supponente, mai arrogante, sempre disponibile, accentratore e buonorganizzatore, armatore assieme alla sua gentil consorte meglio conosciuta come la zavorra di Vikolocorto(Navikom Viko 20) e prima di Bimba (Cramar 599).

    La barca, secondo lautore, un giocattolo che deve essere riempito di altri giocattoli e cos ad essasono state regalate una marea di modifiche, migliorie e optionals dal pannello solare, a nuove vele, pas-sando per lelettronica di bordo e per le dotazioni di sicurezza e di comfort.

    Il volume un excursus, un diario di bordo delle navigazioni dellautore con la sua famiglia e con gliamici, seguito dal filo conduttore dellamore per la vela, per la natura, per lacqua dolce o salata che sia.

    Ricordo infine che lautore anche lideatore e il promulgatore della Classe delle barche Viko prodottedal cantiere polacco Navikom, i cui armatori si ritrovano per scambiarsi esperienze sul sito www.vikoclass.org

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  • Perch

    Lidea di Vikolocorto nasce dopo lesperienza fatta con Bimba, un Cramar 599 (vedi nota in chiusura diquesto libro).

    Nel 1999 la nostra idea era scorrazzare sul lago Maggiore durante linverno e in estate spostare la barcaal mare. Da profani ci siamo limitati a considerare la carrellabilit delle imbarcazioni rispetto al codicedella strada (lunghezza, larghezza), senza pensare alle limitazioni di volume e peso imposte dal veicolotrainante. Cos una barca di 1.100 Kg come il Cramar 599 trainabile da una berlina media a patto chenon si carichi nemmeno pinne e maschera e che il carrello pesi meno di 200 Kg!

    Altro aspetto rappresentato dalluso intensivo che la mia famiglia ed io abbiamo fatto fino ad ora dellabarca che giustifica l'acquisto di una imbarcazione nuova.

    Bimba ci ha dato molte soddisfazioni, ci siamo divertiti e abbiamo sfruttato tutte le sue potenzialit. Orapur rinunciando a molte delle sue caratteristiche abbiamo deciso di provare, o mettere in preventivo, ilmare. Rinunciando a un po di abitabilit, alla stabilit delle barche con bulbo e (sigh) al motore entro-bordo abbiamo trovato il Viko 20 che con i suoi 580 Kg realmente carrellabile e, soprattutto rientranel budget.

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  • Il Viko 20 Navikom

    Vikolocorto un Viko 20 Navikom, di 550 centimetri di lunghezza. Importato in Italia da Anna Brovelli Nautica di Angeranel 2005.

    Barca in vetroresina, interamente controstampata e classificata inaffondabile. Il lay-out degli interni funzionale alla crocie-ra, con 4 cuccette in due cabine, cucina, tavolo e bagno separato.

    Esternamente riconoscibile per limponente baglio massimo e per lalta opera morta.Larmo velico essenziale. Comprende una randa senza trasto e un fiocco al 100%, in alcune versioni presente anche ungennaker armato su bompresso. Lalbero abbattibile la rende adatta alla navigazione sui laghi del nord Europa ed , ancheper il peso ridotto e la deriva mobile, facilmente carrellabile.

    In navigazione si comporta bene, riesce a tenere un ottimo passo sullonda, rapportato al dislocamento, in grado di raggiun-gere i 4 nodi di bolina agevolmente e in poppa con il gennaker li supera senza difficolt. Nonostante la deriva mobile la ridu-zione di tela arriva tardi fino a 16/18 nodi si pu tenere tutta la randa anche in singolo, specialmente quando ci si abituatiallo sbandamento che allinizio spaventa un po.

    Pregi:Dislocamento leggeroDeriva mobileAbitabilit interna, bagno separatoAlbero abbattibileSpazioso gavone a poppa

    Difetti:Pochi gavoni interni per la presenza

    del controstampoAttrezzatura di coperta minimaleTambucio non scorrevoleAssenza trasto randaGavone a poppa non stagno

    Dimensioni:Lunghezza fuori tutto: 6,10 mLunghezza scafo 5,50 mBaglio massimo: 2,45 mPescaggio: 0,28-1,10 mPeso a secco: 580 KgSup. velica: 18,6 mqAltezza in cabina: 1,55 mAlbero: 7,20 m

    Equipaggiamenti:A seconda della versione e della nazione in cuiviene venduta gli equipaggiamenti variano ilViko Navikom in versione standard compren-de:

    Coperta:Albero in alluminio anodizzato con 1 ordine

    di crocetteBoma in alluminio anodizzato con tesabase

    e presa terzaroli internaSartie, strallo e paterazzo in spiroidale

    e tensionatoriCandelieri inox con draglie in spiroidaleRotaie fiocco in alluminio con regolazione

    continua manuale2 Winch ad una velocit per drizze e scotte

    genoaPassauomo a pruaSupporto motoreScaletta bagnoLuce in testa dalbero

    Interni:CuscineriaLavandino con pompa elettrica e serbatoioacqua da 20 ltIlluminazione quadrato, cucina, bagno

    Optional:Anche qui alcuni sono forniti direttamentedalla casa madre altri vengono proposti dairivenditori.Supporto albero a poppa per trasporto onavigazione nei canaliBompressoAvvolgifioccoLazy-jack e Easy-bagEstensione cuccette prua

    Vikolocorto oggi:Gennaker - NylonCode0 - Dacron Autopilota - Raymarine ST1000 plusGPS - Garmin Colorado 300Stazione vento - Raymarine ST40Pannello Solare - 30 WattFrullone vele di pruaMotore con generatore - Johnson 6ho-4TRiscaldamento - Origo ad AlcoolImpianto stereo - lettore Mp3

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    Orizzonti limitati

  • 3 giugno 2005

    Vikolocorto arrivato!

    Ieri (2 giugno 2005) siamo andati da Anna Brovelli a prendere possesso del nostro nuovo barchino. Installato il motore,imbarcato tutte le dotazioni obbligatorie per il trasferimento ci siamo mossi verso il porto di Lisanza dove speriamo sia rima-sto un posticino per noi.A bordo mio fratello ed io, abbiamo mollato gli ormeggi verso le 11 e subito mi sono reso conto della differenza fra EB e FB,oltre al fatto che il glorioso 2Hp in dotazione allo Zef non abbastanza glorioso per spingere Vikolocorto il FB molto sco-modo da gestire e pi rumoroso.Dopo pochi metri e grazie a una leggera brezza da Nord per fortuna possiamo dare vela, avvolgifiocco e easy-bag consento-no di armare molto pi velocemente e in 1 minuto siamo gi sbandati al traverso e camminiamo anche bene. Spengo il moto-re e comincio a stringere il vento. Subito Vikolocorto fa sentire il suo dislocamento leggero e parte come un missile fa ancheper sentire la mancanza del bulbo e sbanda di brutto, primo spavento, forse solo suggestione ci abitueremo.Comunque bordo al traverso fino a Arona e poi poppa a farfalla verso sud, prima telefonata , secon-da telefonata (mave) , procediamo spediti intorno ai ?? nodi(gi non ho pi il log) fino davanti alla Lega Navale poi di nuovo al traverso verso Lisanza per raggiungere lormeggio. Ilvento ci molla, come sempre in questo punto, ammainiamo la randa e avvolgiamo il fiocco (1 minuto), rimetto in acqua ilmotore e via come dei missili accompagnati dalla nube dolio e dal rumore del glorioso.Telefonata in cantiere per sapere dove ormeggiare, manovra perfetta, da manuale e con applausi, grazie! Alle 13, colpo dicampana e bevuta generale.

    Marinai dacqua dolce

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  • 6 giugno 2005

    Barca nuova paga da bereOvvero come le impressioni migliorano con il tempo

    Eccomi qui, non sono un grande scrittore e sicuramente non riuscir ad esprimere il misto di gioia e malcontento cheVikolocorto ci provoca.

    Barca nuova paga da bere e cos ho fatto, ma non di questo che volevo parlare.Il titolo giusto Barca nuova che non sa di lago.Quando siamo andati a vedere i Viko stato per gioco, a noi piace ogni tanto sognare, volevamo portare la nostra barchettaal mare e Bimba non voleva e non poteva, volevamo una barca nuova senza quelle piccole magagne che ogni volta si presen-tano quando hai 25 anni.Ho cominciato allora a documentarmi sulle imbarcazioni che il mercato offriva: Etap, Benetteau, Jeanneau propongonotutte un 20 piedi, ma anche se di sogni si tratta questi erano oltre ogni portata. Poi, come detto, ho visto i Viko e il sogno arrivato fino al dormiveglia.

    Gioved 2 giugno mi sono svegliato. Armato di motore (il glorioso), dotazioni e fratello ci presentiamo al pontile dove Vikolocorto gi pronto e aspetta solo noi. Il responsabile del cantiere a bordo e cerca di cancellare ogni piccolo segno di sporco (gabbia-ni di m...a). Saliamo a bordo e subito le mie scarpe lasciano due impronte in pozzetto sotto lo sguardo inorridito di Renata, miguardo intorno, tutto perfetto: le cime ben riposte sui Winch tutte con un bel colore vivo, la tuga non ha nemmeno un segno, iltambucio in plexy tanto lucido che sembra una lastra di vetro, le vele, gi armate, sono bianchissime e con i segni delle pieghe.Scendo sotto coperta per riporre lo zainetto, la cerata e i documenti e la zaffata mi assale, lodore di plastica, di vernice e di...nuovo fortissima nemmeno su unautomobile dal concessionario cos presente. Forse perch una barca fatta veramente amano e qui si vedono lampanti i segni lasciati da chi lha costruita, mi guardo un po in giro, in un angolo si vede un graffiettoritoccato (la fibbia della cintura del verniciatore?), sotto i cuscini un pezzetto di fibra di vetro, in bagno un pezzo di legnodimenticato, nei gavoni non ci sono ragnatele, polvere, segni di umido, niente.Usciamo. Il piccolo Johnson da 4 Cv un po anacronistico sulla poppa ma non si lascia intimidire e dopo 23 anni di servizioe 2 di riposo forzato parte (veramente) al primo colpo, mossi da una fretta che sembra esorcizzare la possibilit di svegliarsimolliamo gli ormeggi e schizziamo letteralmente avanti, Vikolocorto e leggerissimo.100 metri massimo e issiamo le vele, rollafiocco (ricordarsi di aprire lo strozzatore del frullino), cerniera della sacca dellaranda e su anche quella, con i carrelli sale che uno spettacolo, in 30 secondi siamo gi al traverso, anzi andiamo di traverso?La deriva! Apro lo stopper e anche quella va al suo posto. Traverso, bolina, bolina stretta. Poi lasco e poppa, tutto normaletutto facile non cambia nulla, solo le testate e le ammaccature su ginocchia e gomiti fanno capire che non c proprio un granfeeling con la barca. Da riva cominciano a telefonare ed gi ora di rientrare, avvolgifiocco (figata!), randa che scivola nellasacca senza colpo ferire e motore. Al molo una folla di persone ci aspetta manovra da manuale e Vikolocorto allormeggio,visita di amici e parenti dobbligo e poi, per la prima volta, mi ritrovo solo sul mio Viko a... lavarlo (in tre giorni lo avr lava-to 10 volte) una soddisfazione vedere il bianco rispuntare immediatamente sotto la spazzola.

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    Orizzonti limitati

  • 18-19 giugno 2005

    Primo week-end in barca

    Non era la prima volta per noi ma per Vikolocorto si! Si deciso per che si poteva fare, mancava solo la batteria che stata installata in modo volante (ndr: ancora cos a set-tembre).Sabato di buonora (le 11) abbiamo caricato in macchina i nostri zaini, i sacchi a pelo, una tonnellata di generi di conforto eci siamo diretti alla volta del lago.A mezzod eravamo gi in barca con tutte le vettovaglie caricate e pronti per il pranzo che puntuale si verificato con larri-vo degli ospiti attesi. Nel pomeriggio, complice una leggera brezza, uscita con Marcello, Daniele e Valeria e brevissima sostaalla spiaggia attigua per testare le possibilit di raggiungere i bassi fondali, ormeggiati in 30 cm dacqua fantastico!Alle 17 concediamo ai bimbi una merenda speciale al bar, anche per riposare le membra cotte dal sole, subito dopo la truppaci lascia per il rientro a casa e noi rimaniamo soli a preparare Vikolocorto per la notte. Alle 19,30 siamo gi con le gambesotto al tavolo del Germagna e alle 21 pronti per la nanna, le bimbe ovviamente gasatissime non ne vogliono sapere, final-mente alle 22 cedono alla stanchezza e si addormentano e subito dopo anche noi siamo tra le braccia di Morfeo nella cabinadi prua. Sistemazione: le bimbe nella cabina a poppa, noi a prua, zaini bambini ai loro piedi i nostri come cuscini. Nota: laluce del quadrato molto forte, predisporre tendina per poppa o luci di cortesia per leggere.La notte si baller un po grazie alle discoteche a lago e ai motoscafi che vanno e vengono, ma tutto sommato non si dormi-to male.Sveglia alle 7,30, in bagno a turno (s in bagno!) e poi colazione in pozzetto con brioches e succo di frutta. Alle 8,00 si svegliaanche un leggero venticello da nord e decidiamo di uscire. Bimbi sotto per la manovra e in 2 minuti (cronometrati) siamofuori e con le vele a segno. Grande Viko! Bordo di bolina mure a dritta fino a Arona, virata e altro bordo al traverso fino aAngera, strambata e giardinetto verso la Lega Navale di Arona per vedere se c Viking (non rilevato), in questultimo bordoVikolocorto si comportato al meglio e abbiamo raggiunto e superato un paio di barche, alle 10 il vento crollato come sem-pre. Motore e alle 11 siamo nuovamente in porto, disallestimento della barca, pisolo (o tentativo) sul prato, pranzo daDamino ad Angera e rientro a casa.Devo installare il prima possibile la presa per laspirapolvere e il tendalino, ricordarmi di non manovrare MAI con la derivaalzata. Complessivamente un buon test il Viko ha spazio sufficiente per noi 4. Il prossimo Week si replica.

    Marinai dacqua dolce

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  • 2-3 luglio 2005

    Navigazione solitaria

    Sembra incredibile, ho la barca sul lago da quasi 6 anni ma ancora non ero riuscito a fare una crociera degna di questo nome.Da un luogo ad unaltro, programmare le tappe, rotte, verifica della meteo, ecc.Il 2 e 3 luglio si presentata loccasione. Per incontrare alcuni amici conosciuti in internet era in programma una cena aMonvalle. Ho chiamato il Circolo Velico Monvalle dove, si sono dimostrati molto cortesi, ho prenotato un posto al pontileper la notte. Allultimo momento impegni improvvisi mi hanno privato dellequipaggio, ho deciso comunque di partire da

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    Orizzonti limitati

    solo.Sabato 2ore 11 Lisanza - attrezzo la barca per la navigazione, carico igeneri di conforto, controllo sulla carta le miglia da percor-rere per decidere se e quando dare delle smotorate per arri-vare prima del buio e installo un elastipilota per aiutarminelle manovre.

    ore 11,30 - lascio il pontile con una leggera tramontana ecomincio a bordeggiare verso lo stretto Arona/Angera.Vikolocorto stringe bene il vento e lelastipilota fa il suo dove-re al punto che posso lasciare il timone per brevi tratti.

    ore 12,30 giunto al traverso di Angera il vento molla, prose-guo a motore con un bordo verso Solcio per tenere di bolinala leggera brezza residua, con questa andatura vela/motoreproseguo spedito fino a Solcio quindi viro tirando un bordoverso Ispra.

    ore 14,00 - sosta per bagno e pappa alla spiaggia del masso.

    ore 15,00 - lappuntamento al porto delle fornaci a Ispra,senza ridare vela per il vento completamente assente mi cidirigo.

    ore 15,15 - il vento si ripresenta, questa volta gagliardo, aproimmediatamente il genoa, inserisco il pilota, che funzionabene sotto vela mentre a motore piuttosto scadente, e issoanche la randa, forse sarebbe meglio una mano.

    ore 16,30 - al traverso di Belgirate avviene lincontro con gliamici provenienti da nord, insieme bordeggiamo versoMonvalle sempre con 6/8 nodi da nord.

    ore 18,00 - ormeggio ai pontili con finger, bellissimo, docciaaperitivo con i nuovi amici, e poi a cena.

    Domenica 3 luglioOre 6,00 - sorge il sole, lo so perch il Viko ha una quantitdi aperture da cui entra la luce come se fossi ormeggiato sottoi riflettori del Madison Square Garden.NOTA: progettare delle tendine per tambucio e passauomo.

    Ore 8,00 - girandomi e rigirandomi arrivo a questora quandoil vino e la birra della sera prima mi costringono a provare se ilVikobagno funziona, lavaggio a bordo e poi colazione in poz-zetto (succo di ananas, brioscine e Tuc aromatizzati alla pan-cetta).

    Ore 9,00 - anche i compagni di merende sono svegli, lavati emangiati. Purtroppo in cantiere mi aspettano e per me giun-to il momento di partire, in pi il vento si gi svegliato enon voglio perderlo.

    Ore 9,30 - motore, aiutino per tirare fuori la prua dallor-meggio, saluti, fiocco ancora in porto, su il motore e sono dinuovo solo con Vikolocorto.Appena fuori isso la randa, provo un paio di bordi per vede-re quale rotta meglio tenere. Posso fare un unico bordofino a Solcio con il vento al giardinetto e cos faccio.

    Ore 11,00 - al traverso di Ranco il vento molla di colpo (maleffetto venturi sul lago non funziona? Un fluido non dovreb-be accelerare in una strozzatura?), motore.Gi so che presto dovr rifornire quindi mentre procedo dibolina finta con il motore al minimo e lelastipilota preparoun imbuto con una bottiglia e gigotto lolio nella tanica.Puntuale il litro e mezzo di serbatoio finisce e per la legge diMurphy si presentano immediatamente tre aliscafi, un vapo-retto, 75 ferri da stiro a sollevare onde da ogni dove, riesco arifornire ma purtroppo qualche goccia finisce a lago, sullin-quinamento non transigo, tengo molto al nostro lago quindidevo trovare una soluzione per le prossime volte.

    Ore 12,30 - sballottato da ogni dove per il moto ondoso deimotoscafi. Dovrebbero andare al mare, molto pi bello,divertente, ha tutti i pregi del mondo, si vede che il lago glista stretto e in pi non dovrebbero continuare ad evitare queirompiballe con le barche a vela.

    Ore 12,45 - Stremato giungo al pontile, ormeggio da manua-le. Rassetto la barca e vado a salutare gli amici che nel frat-tempo sono arrivati da Milano. Pranzo al Germagna conloro e poi a casa a divanarsi.

  • 26 novembre 2005

    Navigare al gelo

    Sabato alle 10,00 ci siamo ritrovati a Lisanza Cinzia, Paola, Daniele ed io. Il progetto prevede una lunga fino a Belgirate eoltre; navigazione non da poco per il periodo. Il tempo clemente, nel senso che non nevica, la barca per completamentecongelata.Tolto lo strato di neve e stivato in cabina le nostre sacche voluminose, mentre preparo la barca lequipaggio si cambia indos-sando gli indumenti artici.Lasciamo il porto a motore per lassenza totale di vento, subito ci portiamo a centro lago per evitare le insidiose secche che illago basso mostra ogni dove.Raggiungiamo Ranco e lappuntamento con gli altri verso le 11,00, chiamo con la radio che conferma la scarsa qualit dichiarata(dovremo pensare ad un altro standard per le segnalazioni radio), per sicurezza lancio comunque il segnale convenuto (2 squilli ditromba) che eccheggia nelle valli circostanti mettendo un fuga stormi di papere e gabbiani.Poco dopo anche Daniele esce e con lui una leggera tramontana, issiamo e ci lanciamo verso nord, subito il Deateti fa vedereche in effetti il 12 novembre era stato tenuto a freno (una regata a due di cui non faccio menzione in questo libro) e ci lascia alpalo stringendo meglio e pi velocemente. Solo allultimo bordo grazie allestrema perizia nella regolazione delle vele e nellarotta riusciamo a raggiungerlo, ma ormai Belgirate e davanti a noi e dobbiamo ammainare per fermarci al solito posto per lecanoniche abluzioni e aperitivi.

    Quella volta cero anchio

    Gioved: Ma siamo sicuri?

    Venerd: Ma siamo proprio sicuri?

    Sabato mattina ho ancora qualche dubbio, ma ormai tutto pronto e poi, che diamine, non far poi cos freddo. E invecesi!!Passiamo in stazione a raccattare Daniele e poi via, verso il lago. In cantiere ci aspetta Paola, provetta marinaia ed esper-ta della navigazione nei climi polari, che si presenta in tuta da sci. Questo avrebbe dovuto farmi nascere qualche sospetto,ma ormai decisa non mi lascio intimorire. Il Paddy appronta il natante, carichiamo provviste di ogni genere, mi caricano abordo (non sono per lesattezza un marinaio esperto....anzi proprio per niente) e via che si da motore perch di vento non sene parla.

    Premetto, di tutti i partecipanti alla gita conosco solo Paola e naturalmente il buon Paddy (lho sposato!).

    Tutti belli imbacuccati chiacchierando chiacchierando ce ne andiamo in su, verso lappuntamento con tale Daniele a Ranco.Rivelatisi inutili tutti i tentativi di contattare via radio i nostri compagni di uscita (le nostre Brondi forse non sono adatte alloscopo), passiamo al piano B e con le dita nelle orecchie......POOOOOP POOOOOP, dal rumore sembriamo una petroliera!!!!Ed ecco puntuale al nostro richiamo vediamo muoversi la punta di un albero da dietro il muro del porto e dopo pochi minutispunta questaltro Daniele con a bordo un amico (che mi perdoner ma non ne ricordo il nome) e di comunissimo accordo deci-diamo di puntare Belgirate per una sosta aperitivo-bagno-scongelamento.

    Ridiamo motore, ma ecco.......un timido refolo daria. E vai!! Non sar un velista, ma mi piace andare a vela, quindi alladomanda del comandate che ne dite mettiamo le vele? la risposta unanime ed entusiasta certamente!. Almeno - penso io- prendiamo freddo per qualcosa!

    Quindi traaack! Molla qui, libera la, cazza quella, tira su quellaltra ed in un batter docchio eccoci li con tutte le vele spiega-te a ciondolare sullacqua perch il vento del lago Maggiore ti prende per il ... naso!Vabb, un p di pazienza ed il vento torna, forse anche troppo in alcuni momenti, comunque si v bene. Daniele, che erarimasto un p indietro perch ci ha messo un p di pi ad armare le vele (visto che ho imparato qualche cosa anche io?), inun batter docchio ci riprende e ci lascia pure li. Gasp, che fare? Il comandante allora con un attento gioco di vele ed una finestrategia di gara.....accende il motore e lo raggiunge!!!!! Che ridere! Il povero Daniele rimane completamente sbalordito perla performance della nostra barchetta, finch non si accorge ....dellaiutino!!!La realt che eravamo ormai pi simili a deifiletti di platessa Findus che a dei poveri sapiens e quindi abbiamo deciso di accorciare i tempi per il bar. Finalmente arriva-ti, ormeggiamo, saltiamo fuori dalla barca e ci avviamo verso il tanto agognato bar, che dopo il freddo in barca sembra unforno ventilato alla massima temperatura. Cavolo mi si appannano gli occhiali!

    Marinai dacqua dolce

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  • Scongelati, grazie al calore del bar, ma soprattutto al negroni, torniamo alle barche per il pranzo. Tutti su Vikolocorto, cosstiamo tutti vicini vicini e patiamo meno il freddo. Siamo in 6, ma ci starebbe pure il 7. Grande Vikolocorto!!! Il pranzoviene spazzolato in un batter docchio, anche perch la nostra vivandiera (si pu dire?), Paola, veramente veramentebrava e il vinello si lascia bere senza protestare; poi caff e ammazzacaff.

    Sono gi le 15. Bisogna rientrare perch presto far buio, f sempre pi freddo ed i nonni a cui ho lasciato la figliolanzasaranno ormai sullorlo del suicidio. Peccato il tempo passa in fretta quando ci si diverte e la compagnia buona.Togliamo gliormeggi ed io, fiera della mia stoica resistenza alle intemperie dimostrata allandata decido che per il momento pu bastare,quindi rimango in cabina e decido di testare la cuscineria. Schiaccio un pisolo!

    Al mio risveglio, la barca che viaggiava di conserva alla nostra ci sta salutando, perch loro, quasi arrivati a destinazionedecidono di fare due bordi, mentre noi ancora lontani dal nostro porto dobbiamo proseguire. Sar il vinello in circolo, sar ilvento in poppa di cui sento parlare, sar che sono mezza in cabina, ma mi pare faccia meno freddo, quindi dalla mia postazio-ne riprendo attivamente e con nuovo vigore a chiacchierare con i miei compagni di viaggio.

    Ormai sta facendo buio e quando arriviamo in cantiere sono circa le 17. Ormeggiamo, scarichiamo i bagagli, scaricano me(sono rimasta quella che sono), si chiude la barca e via di corsa verso il riscaldamento delle nostre auto.

    Baci e abbracci, ci si rivede alla prossima.......splendida-gelata giornata in barca.

    Larmatore

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    Orizzonti limitati

  • 6 marzo 2006

    Ho dato una mano

    Gioved ho chiamato in cantiere e ho chiesto se sabato potevamo varare la barca. Hanno nicchiato un po, periodo di sciquesto e i cantieri sono pi o meno chiusi, per poi mossi a compassione hanno accettato.Sveglia alle 6,45, doccia e via. Alle 8,30 sono in cantiere, saluto Mauro (il gruista), Vikolocorto gi sotto la gru, prendo lefasce e le faccio passare sotto la carena e poi comincio a guardarlo con labbro tremante e occhio lucido. C vento da Est (altraverso sul lago) una leccornia! Accende la gru e la lascia scaldare, ALLORA! Se cala il vento ti sbrano!Il bilancino sale, lo scafo lascia le culle, sale di pochi centimetri e comincia a spostarsi verso lacqua. Ho la lingua felpata, maappena tocca la salivazione riprende. Sfilo la barca dalle cinghia, saluto, salgo a bordo, riaggancio il paterazzo, non mi preoc-cupo nemmeno che il motore sia rimasto fermo due mesi, metti che non parte che faccio non esco?Abbasso la deriva apro il fiocco ed esco a vela.Intanto che procedo riattacco il paranco di randa, vang, scendo sotto a mettere il giubbotto (grazie Paola e Marco) e accen-dere il windex. 10 nodi! Non mi ricordo quando li abbiamo avuti lultima volta. Cerniera e fuori la randa. Il Viko si sdraiacome al solito, ma subito orzo e riparte con i parabordi che rimbalzano nellacqua (voi vi sareste fermati a toglierli?). Escodal riparo della baia e il vento sale, il wind segna 14/15 non d la direzione (devo calibrarlo, dopo per) stringo ancora, arre-tro un po il carrello del genoa. Fuori dalla punta il vento salta i soliti 30, sono al traverso lasco un po fisso il timone e lalascio andare. Ad Angera strambo e vado a vedere se i leghisti (quella della lega navale) sono arrivati, nessuno. Dormiglioni!La diversione mi ha portato sotto vento e lapparente nelle raffiche arriva a 18, li regge ancora per sono troppi per per navi-gare rilassati. Prendo una mano e comincio a risalire con la prua che mi regala anche qualche spruzzo dacqua (dolce).

    Marinai dacqua dolce

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  • 1 maggio 2006

    Lisanza - Intra - Lisanza

    Tre giorni di sole, lago, vento, pioggia. Tutto insomma!

    Quando si organizza qualcosa insieme ad altre persone spesso ci si sente responsabili della buona riuscita, cos sabato matti-na quando il tempo si mostra molto pi clemente di quanto gli esperti avevano paventato lanimo pi sollevato.Verso le 10 saliamo in barca con tutta lattrezzatura per una tre giorni con bambini. Questo vuole dire sacchi a pelo, stufetta,succhi, caramelle, tonnellate di giocattoli, computer per i cartoni, ecc. Rizziamo tutto e molliamo gli ormeggi, grazie allat-trezzatura Easy del Viko ogni preparazione alla vela pu essere fatta in navigazione. Lidea della sVikolata originaria si un po persa, rimane per lo spirito e cos lappuntamento a Belgirate con il Trombo e salendo verremo raggiunti daMattuan che partir solo verso le 15, ma forte della sua velocit ci raggiunger prima dellarrivo a Intra.Alle 11 il vento assente e cominciamo a smotorare, in breve tempo passiamo Angera e con essa la zona delle calme tropica-li. Prima lapparente cala impercettibilmente poi arriva a zero e finalmente inizia a segnare da poppa. Ai nostri 5 nodi se neaggiungono altri 3 il momento di issare le vele, andiamo al vento e con una veloce manovra la randa a segno e vista ladirezione del vento esce dal suo sacco anche il gennaker.Le bimbe sono stupende come sempre, salvagente alla piccola e tutta la famiglia si porta a prua ad ammirare il panorama da sottola velona azzurra. In 1 ora e 40 minuti siamo a Belgirate dove il Trombo ci aspetta per il pranzo. 10 minuti di circlyng aspettan-do che un motoscafo se scosti e ci lasci il posto al pontile e siamo ormeggiati allinglese.Qui conosco un nuovo amico lamico Frizz, velista esperto, skipper di professione, lacustre di adozione, montagnino dinascita e profondo conoscitore delle tematiche inerenti i pranzi al sacco; se ne esce con una serie di formaggi e salumi spetta-colari. Quasi mi vergogno a esporre la mia caciotta e i prosciutti in vaschetta. Meno male che la birra che ho portato fresca.Caff al solito posto e alle 15, sotto minacce di temporali vari, diamo vela. Mattuan appena partito, ma viaggiando conmedie sopra i 6 nodi, ci raggiungeranno al traverso di Intra.

    Il vento salito fino a 12/15 nodi lascio quindi perdere il gennaker e, per facilitare il riposino delle bimbe, prendo anche unamano. Comunque viaggio a 4,5 nodi e quindi inutile forzare. Il Trombo si diverte a superarci, risalire di bolina e tornare araggiungerci, Mattuan si comincia ad intravvedere a poppa.In un batter docchio siamo in vista del porto, il sole sta calando e la stanchezza comincia a farsi sentire, la voce amica diBeppeg chiama al telefono e ci indica quali ormeggi ci sono stati assegnati. il mio primo atterraggio con il Viko non nascon-do che sono un po emozionato, mi allineo con limboccatura ed entro. La calma del porto ci avvolge subito e la figura rossovestita ci indica dove attraccare. Ormeggio quasi da manuale e subito vado con Beppeg ad aiutare gli altri nellormeggio.Alle 19, espletate le formalit, con una serie di aperitivi, ammazziamo il tempo aspettando gli amici che arriveranno via terra.Cena semplice ma fantastica nel bar del porto e a mezzanotte... tutti a ballare! Ci becchiamo infatti una notte con vento ditraversia e saltiamo letteralmente tutta la notte.

    Al mattino spossati ma comunque contenti facciamo colazione e partiamo. La meteo non delle migliori e preferiamo peruna rotta pi tranquilla verso le isole e Feriolo rimandando i castelli di Cannero ad unaltra volta.Mattuan e noi ci dirigiamo verso isola Madre per aggirarla e fare due fotografie il Trombo tenendosi sotto Verbania dirigedirettamente a Feriolo, il vento, intorno ai 10 nodi da SE nel golfo entra nel golfo in modo ottimale per farci fare un lascofino alle isole e poi poppa piena, e Vikolocorto con Cinzia al timone da il meglio di se. Sosta per il pranzo ai pontili che sonostati appena installati.

    Si fa tardi, il vento sul naso e ho poca benzina. Parto quindi prima degli altri che con le loro barche pi grosse non avrannoproblemi a raggiungermi. pioviggina e fa freddo la famiglia si accuccia sotto i sacchi a pelo e io mi attrezzo per una lunganavigazione solitaria. Il Trombo e Mattuan intanto ingaggiano una sfida di bolina che vedr il primo prevalere. Alternandomotore e vela raggiungiamo Monvalle dove lasciamo il primo partecipante alla sua boa e proseguiamo solo a motore perchil vento calato molto, Mattuan invece continua a risalire di bolina.Verso Ranco Cinzia mi da il cambio per una mezzora, ma ormai il grosso fatto. Attracchiamo a Lisanza dopo 4 ore di navi-gazione durissima, rassettata alla barca, assistenza allormeggio di Mattuan che nel frattempo arrivato e via al Germagnadove una colossale fiorentina ci aspetta come premio. Alle 21 siamo gi belli che cotti, Paola ci lascia per tornare a casa e noici prepariamo per lultima notte in barca. Proviamo anche a guardare un film, ma la tranquillit del lago e la pioggerella chetamburella sulla tuga...Lascio per ultimi i ringraziamenti a Beppeg che ci ha accolto nel suo porto organizzando splendidamente gli ormeggi esoprattutto la cena.

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    Orizzonti limitati

  • 2 ottobre 2006

    Camicie Rosse

    Non mi piacciono le regate, non ci sono tagliato, ma non farne nemmeno una col Viko, nemmeno una per gioco.

    Cos ho scelto la Camicie Rosse dove di solito c un po di vento perch il viko predilige i venticelli sostenuti.Salpiamo alle 7 come previsto la sveglia ci trova gi pronti e gasati per limminente sfida. Lobiettivo. Non ultimi e non fuoritempo massimo, sono circa 8 miglia in due ore possiamo farcela e se il vento sar sostenuto qualche barca in difficolt lametto dietro sicuro. Rotta 310 nella nebbia brumosa, nessuna barca in vista, ma noi siamo partiti per primi. Mentre faccia-mo colazione spunta anche Mattuan che per risparmiare il motore ci aspetta, a seguire un gommone con al traino un missile.A Ranco il lago si pare e nella nebbia che il sole stentato sta diradando, cominciano a spuntare le altre barche. Siamo aBelgirate inesperta anatra fra aggressivi rapaci fatichiamo persino ad accostare alla barca giuria, pochi credono che siamo liper iscriverci, poi finalmente uno spiraglio, accostiamo. La signorina pi tardi mi telefoner perch ho dimenticato il numerovelico, non lho gli ho risposto, forse sar meglio inventarne uno per le prossime.

    Stefano mi ha detto da regatante esperto stai vicino alla linea perch a Belgirate non c preavviso e i segnali non si vedo-no bene. Noi siamo al largo con il gennaker quando vediamo partire tutti in bolina, accendo il motore e mi fiondo sullalinea, partiamo penultimi dietro di noi solo un Meteor che con le sue belle e grosse vele ci superer presto, far la regatasu di lui mi dico. Sul primo bordo a destra subito evidente che il loro genoa non gli consenti di fare la mia stessa prua ecos prima scadono sottovento e poi son costretti a virare, noi dietro ovviamente. Cos fino alla boa quando con un bordospaiato riescono ad infilarsi davanti, ma noi con il gennaker siamo pi veloci nellissata e riusciamo strambando a pren-derci il bordo verso costa. Filiamo come fulmini, salame, bonarda, uno zuffolo e in un attimo siamo alla seconda boa,davanti questa volta, ammainata veloce e si riparte mentre i primi cominciano a tagliare il traguardo. Il nostro avversa-rio li e si prende lui la costa, ma questa volta mi sembrato che il vento girasse e quindi ho preferito tirare un sololungo bordo ad uscire. In boa siamo davanti, non tanto, ma davanti. Mentre ci prepariamo allultima sfida di poppa, che cipotrebbe vedere perdenti perch lo spy poggia molto di pi e il vento salito, prima dellultima virata li vedo armare iltangone con la scotta sotto, chiamo i compagni e gli dico di godersi la prossima virata. Detto fatto genoa a collo e laylinepersa, passiamo primi sulla boa e di nuovo ci riprendiamo il lato migliore. Vedendoci cos avanti, rinunciano. Arriverannospi a vele bianche. E noi in tempo, anche in avanzo, non ultimi e con dietro una barca decisamente migliore del Viko.

    Grazie a Lorenzo e Cristiano che hanno mantenuto lattenzione sulla gara nonostante io cercassi di distrarli in continuazione.

    Marinai dacqua dolce

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  • 11 novembre 2006

    ... e ci hanno pure fermato i Carabinieri

    E te credo eravamo solo noi e loro sul lago questoggi, li abbiamo incrociati alla partenza ci hanno inseguito e, nonostante lanostra impressionante velocit, raggiunto.Previsioni ottime, sole, temperatura mite e soprattutto Windcerker visualizzava linverna gi la mattina prevedendo poi unanetta inversione verso sera. Perfetto per veleggiare.Arriviamo in barca alle 9, il lago invisibile per la nebbia, ma viste le previsioni appunto decidiamo di partire fiduciosi sostaveloce al benzinaio di Angera e via verso nord obiettivo le isole. Poco dopo Ranco, mentre lequipaggio, fresco di patente o inpreparazione discute animatamente di regolamenti della navigazione notiamo che il rilevamento di una pilotina blu non cambia,poco male abbiamo precedenza.Quando accendono i lampeggianti e ci intimano lalt cominciamo a capire, in 6 anni mai mi era capitato, ma del resto siamosolo noi e loro sul lago. Documenti e domande di rito, cortesi e professionali ci lasciano subito andare domandandoci se untrasferimento alla risposta andiamo alle isole scuotono la testa. In effetti del vento promesso nemmeno lombra e anche lanebbia se possibile sembra aumentare.Sosta quindi a Belgirate, bicchiere per scaldarsi al solito posto e pranzo al pontile. Salame, torta salata con patate e spina-ci, pane fatto in casa con enormi quantit di porco e un ottimo bonarda.La navigazione si conclude con il giro delle isole, con veloce sosta al barcone spazzatura dellisola Pescatori, rientro rasentiallEremo.Da qui in poi la faccenda si complica.La nebbia sale e noi commettiamo il primo errore scambiando la rocca di Ispra per Ranco, questo errore sar fatale per lat-terraggio, correggiamo la rotta e doppiamo Ranco con una mezzora di ritardo. A questo punto il sole tramontato e comin-cia a fare veramente buio, la luce in testa non funziona ovviamente e ne attrezziamo una di rispetto anche se il lago a talpunto deserto che il rischio di abbordo nullo. Doppiamo Angera alle 17,30 con le luci della citt che ci guidano finiamo ilcaff e gli ultimi cordiali, poco oltre.... il nulla! Non una luce in vista, la nebbia copre lintero fondo lago solo Arona, laLega e il campeggio sono visibili, nessuna traccia del nostro approdo e men che meno delle secche che lo precedono. Tenendocia centro lago proseguiamo fiduciosi nel fatto che prima o poi riusciremo a triangolare Arona con Il paese di Lisanza e calco-lare la rotta per latterraggio. Infatti, tra studenti, patentati, armatori e signore fiduciose nelle nostre capacit tanto da spari-re sotto coperta a dormire, riusciamo a doppiare le secche e ad effettuare un atterraggio perfetto nonostante il cantiere siacompletamente al buio, solo allultimo momento accendiamo il potente faro in dotazione.Ormeggio da manuale, saluti, stanchi e felici.

    Ah! Windfinder non ci azzecca un cavolo con le previsioni

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    Orizzonti limitati

  • 16-17 dicembre 2006

    Raduno di Natale - Associazione Velica Monvalle

    Sabato 16 puntuale sono sotto casa ad aspettare il trasporto che ci trasler fino alle barche. Il cielo grigio e minaccia piog-gia, ma non fa freddo. Dopo le soste di rito arriviamo alle barche e usciamo immediatamente per il trasferimento di 2 ore finoa Monvalle.Fino a Ranco spinti da 3/4 nodi che aiutano il motore, oltre il vento sembra salire e con manovre lacustri issiamo le vele. 20minuti e ci molla, ci aspettano per il passaggio di ritorno e quindi nuovamente motore. Alle 15 ormeggiamo accolti dairesponsabili del centro nautico e dai nostri amici.Sergio e Diego vengono riaccompagnati a Lisanza perch devono rientrare subito e non hanno nemmeno il tempo per fer-marsi a mangiare io rimango purtroppo solo soletto in barca ad aspettare. Mi consolo scaldando del caff (troppo caldodovr raffreddarlo con la grappa), sbocconcellando un panino con la mortadella che lequipaggio di H2O mi offre gentil-mente.Cos trascorre serenamente il pomeriggio con i piedi sulla stufetta un buon libro e musica. Mentre sulla tuga picchietta la pioggia.Verso le 19 arrivano tutti, prepariamo per la cena che si svolge serenamente nel miglior spirito dei lagonauti sparlando degliassenti e prendendoci per il culo a vicenda, nulla di serio verr detto. Alle 24 a nanna.

    Domenica 17Ore 8 la sveglia anticipata di pochissimo dalle urla dei velisti che si ammassano nel piazzale, sporgo la testa dallobl e...non vedo nulla! Tutto ammantato da una coltre di nebbia fittissima. Colazione, abluzioni scendo per sentire cosa dice ilcomitato. Usciamo lo stesso.Ore 9,30 tutti a ciondolare in mezzo al lago attorno alla barca giuria, lanci di panettoni, scambi di brindisi, cioccolata calda,grissini con formaggio affumicato, Franz che, come un incrociatore, si muove fra le barche scattando foto a pi non posso...Ore 10,00 il malumore serpenteggia tra le file.. il capo di stato maggiore dice:- tentiamo una sortita- vado io! Franz si lancia verso nord alla ricerca del ventoOre 11,00 lavamposto avvisa che il vento sta arrivando, subito i giudici suonano i 5 minuti, srotoliamo/issiamo le vele e cidisponiamo alla partenza al segnale del minuto sono ben piazzato mure a dritta in boa a circa... 3 metri dalla linea, partiremoperfetti! 3 metri in 2 e 58.

    Ma la regia la sa lunga e poco dopo il vento si distende sul campo di regata, subito ci accorgiamo che rimanendo al largosiamo avvantaggiati sul grosso del gruppo che si mosso verso la costa, la vena si stringe e ci lanciamo come beluga allinse-guimento. Bordo tirato fino alla Lay Line e poi dritti in boa incrociando i maxi sotto spy. Raggiungiamo la boa in buona posi-zione in vantaggio sul nostro diretto avversario, viriamo con una lunghezza di vantaggio fra gli scossoni dellattrezzatura icigolii del sartiame con un occhio a controllare che il gennaker non finisca nelle sartie di chi ci sta sottovento.Facciamo una buona velocit purtroppo la prua ci penalizza, rimanendo concentrati le proviamo tutte per tenere il passo, malo spy e la maggior superficie velica dellAvventura ci costringono a lasciargli il posto allarrivo per meno di 2 minuti.Poco dopo arriva anche Melchiorre e la mia cara Zavorra.La giornata si conclude con il brindisi nella sede dellAVM: vino, spumante, panettone, pizzette, pat e... polpette al sugo.

    Le ultime 2 ore per il rientro passano veloci, ormai affiatati con il mezzo, terminando le briciole del panettone e con gli ultimivagiti della bombola riusciamo a farci anche un caff.

    Allormeggio ci aspettano Paola e Luciano che ci hanno gentilmente riportato la macchina.

    Marinai dacqua dolce

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  • 11 marzo 2007

    Prima uscita con Gino Pilotino

    Sempre di domenica, in questo periodo il sabato impegnato per altri progetti, e questa volta da solo o meglio io e Gino chedi cognome fa Pilotino.Usciamo di buonora con lintento di provare la sua capacit a tenere la rotta, alle 9 si alza una leggera inverna e il program-ma viene rivoluzionato. Preparo le vele, armo il gennaker lasciandolo avvolto sulla coperta a si parte.Gino bravissimo tiene la barca in rotta come se lavesse sempre fatto, anche sulle onde dei motoscafi. Solo quando Vikolocortosbanda oltre un certo limite, da solo con il gennaker non senza apprensione un paio di volte ho bagnato la falchetta, la busso-la del pilota va in crisi, si blocca e non impedisce la straorza. In bolina nessun problema la barca raddrizza e il pilota ripren-de il potere, con il gennaker prima di qualsiasi reazione siamo sdraiati.In ogni caso andiamo avanti a virare e strambare per il gusto di farlo, senza meta, fino alle 11 quando il richiamo della fami-glia si fa sentire e rientriamo.

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    Orizzonti limitati

  • 18 marzo 2007

    Notturna

    Ieri stata una giornata stupenda. Tramontana dalle 11 che ci ha spinto prima fino ad Angera e poi gi gi fino al fondo lago(ho rivisto il Laser 4000 rosso) quando, verso le 12,30, calata per girare improvvisamente da sud spalmando il gennakersulle crocette.Poco male, avvolto poggiato e riaperto ci siamo fatti unaltra sgroppata verso nord. Il Viko va che uno spettacolo, metterela falchetta in acqua, o avvicinarla, mi fa ancora un po paura, ma ogni volta il feeling aumenta, nessun problema di affiata-mento con la pasta al sugo mangiata mentre Gino si occupava di tenere la rotta.

    Non tutto. Come la solito ci siamo rilassati alla Locanda Germagna con una buona birra e un piatto di carbonara, verso le10 gli amici ci hanno salutato e noi siamo andati a preparare la cuccia. Stufetta, musica, caff e grappa. A mezzanotte homesso fuori le scarpe, guardato un alto lanemometro girava.Non ho battuto il record, ma in 6 minuti secchi ero fuori con le vele a segno, lungo bordo nella pace pi assoluta (a parte legiostre di Arona) fino dallaltra parte del lago, virata e bolina fino allormeggio. Stufetta e nanna fino alle 10.

    Anche stavolta cero anchioSabato arrivo al lago verso le 17.30, gi sconvolta del mio, che si fa?

    Ci si gira e rigira per un po, ormai sta calando la sera e, per non saper ne leggere ne scrivere, ci fermiamo alla locanda per unbreve e frugale pasto. Inutile dirlo, scatta laperitivo, la carbonara, un boccalone di birra e limmancabile cicchetto. Riscaldatinel cuore e nellanima vero le 22.30 salutiamo gli amici e decidiamo di passare la notte in barca.

    Far freddo? Attacchiamo la stufa? Meglio si che no!

    Il buon Paddy, gi bello che spantalonato, si riveste ed esce ad attaccare la corrente. Subito si diffonde un gradevole teporeche in pochi minuti si trasforma nel cosiddetto caldo torrido da deserto sahariano. Ok spegniamo la stufetta.

    Facciamo un po di musica, io suono il piano e lui la tromba, poi verso mezzanotte il comandante apre il boccaporto per riu-scire a respirare agevolmente, mette fuori il naso e dice C un po d'aria, usciamo? ed io, prendendolo assolutamente incontropiede dico Certo, si pu veleggiare in pigiama?

    Detto e fatto. Stacchiamo la stufetta e in 5 minuti siamo fuori dal porto. Fantastico, non c in giro nessuno (ovvio, quantisono i ..beep, che escono in barca a quellora?).

    Una dolce arietta ci sospinge agevolmente nellaria tersa e frizzante della notte, le luci si riflettono nelle nere calme acque dellago, lMP3 fornisce dolci melodie, la grappa ci riscalda e le membra, il Luna Park ad Arona Rompe le scatole a non finirecon la sua cacofonia di luci e suoni a volume impossibile.

    Poi come in risposta alle nostre preghiere, gira il vento e porta i suoni del Luna Park lontano dalle nostre orecchie. Si stafacendo tardi e comincia proprio a fare freddo.

    Invertiamo la rotta e verso la una, rientriamo in porto. Assonnati e surgelati, attacchiamo la stufetta e ce ne andiamo ananna.Bella esperienza e, anche stavolta, cero anchio.

    Marinai dacqua dolce

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  • 1 maggio 2007

    Quattro svitati sul Viko

    Venerd 27 aprile, la vigilia del gran giorno. Deciso, si fa, si preparano le sacche, la cambusa, i suppellettili e per completarelopera il nostro comandante si aggiudica, superando un periglioso esame, labilitazione a far il lago per il lungo!!! Tutto perfetto, nulla ci potr pi ostacolare.

    Sabato 28 aprile, lalba del gran giorno, incontriamo il primo ostacolo, lequipaggio minaccia un ammutinamento scontentoper il piano della vacanza (Valeria non ne vuol sapere di fare 4 giorni sul natante). Democraticamente il comandante ed io(armatore) prendiamo in esame le argomentazioni degli ammutinati e dopo lunga ed attenta disamina optiamo per fregarce-ne totalmente, minacciando il recesso dallabbonamento SKY in caso di ulteriori recriminazioni. Tutti daccordo e felici (chipi e chi meno) partiamo alla volta del porto dimbarco.Ore 11 siamo sul pontile, carichiamo le 8 tonnellate di mercanzia varia sulla barca e stremati ripariamo alla ormai ben notalocanda per un pasto ristoratore insieme ad alcuni amici (Massimo e Claudia) giunti alluopo per sventolare i loro fazzoletti.Dopo giusto ristoro, verso le 15 invogliati da una dolce brezza, ci stacchiamo dal pontile alla volta di Monvalle.Giornata fantastica!!!!! Con un nobile spiegamento di vele su cui spicca imponente ed azzurra Jenny, un sole stupendo (chona tintarella da far invidia), lequipaggio ormai tranquillo e collaborativo filiamo via che un piacere!!!!!Il comandante, avvezzo a far da solo, si smazza tutti i problemi della navigazione, la Vale se ne va a prua a prender il sole eLa Belva incomincia a saltellare a destra e a manca, cos, tanto per tenermi sveglia incomincia a sparare a raffica richieste, leinon ha la modalit colpo singolo, no, solo a raffiche di 5-10 richieste alla volta, sa mai che riesca a starle dietro!!!! Cos siattacca con ....ho fame, ho sete, ho sonno, mi fa mal la testa, mi scappa la pip, voglio scendere, voglio salire, pap posso gui-dare, mi dai una corda per giocare, ho caldo, ho freddo...............voglio andar a prua dalla Vale! Aaaaaaaaaaargh!!!!!!!!!Eccola l la richiesta da panico. Allora dai, dillo, vuoi piantare il primo chiodo nella mia bara!!!!!!!!!Non che io sia una mamma particolarmente ansiosa, ma siccome non che sappia nuotare proprio bene bene bene, il con-nubio bimba piccola-barca-lago profondo con acqua fredda, mi mette un filo di ansia. Accidenti, partiti da 30 minuti e sonogi allaceto.Ma ecco che il Paddy, in questo guazzabuglio, con calma serafica mi da il giubbotto salvamostro e mi dice Tranquilla, met-tile questo e lasciala andare.MA SEI FUORIIII??????Faccio un po di resistenza e poi cedo, non poco in ansia, la includo nel giubbotto e partiamo alla volta della prua, con lei chesaltella felice ed io che la tengo per la maniglia. Incredibile, lesperienza la appaga, si siede tranquilla e ce ne stiamo belle pla-cide per un paio dore la davanti tutte e tre a cantare le canzoni dellasilo e sparare col cannone da 12 libre ai motoschifi checi fanno le onde. Unico momento di agitazione: vola via il cappellino di Winnie the Pooh. Che tristezza, ci piaceva tanto!!!!E Paddy???? Paddy timona, l tutto solo in pozzetto, ma secondo me ci si sta divertendo non poco anche lui!!!!Intanto Jenny, sapientemente condotta dal nocchiere ci trascina in un attimo fin in quel di Monvalle, dove ritroviamo inostri amici che lasciati sul pontile a Lisanza, in quellattimo di tempo si sono visitati il museo dei trasporti (splendido peraltro) e ci hanno preceduto a destinazione.Caspita! Sono gi le 18. Il sole ancora alto, quindi, dopo una manovra dormeggio a dir poco perfetta, noi signore e signo-rine saltiamo a terra e andiamo a sgranchirci le gambe, mentre lo steward di bordo appronta per la sosta e la notte.Questioni burocratiche non ci consentono di cenare presso la club house di Monvalle, cos il buon Luciano ci invita a cenada lui in quel di Travedona Monate. Prima delle 19.30, ora in cui il nostro ospite ci dovrebbe prelevare (ma essendo fidanza-to di Paola e da lei influenzato in materia di orari, non sar possibile), per un giro di telefonate con amici che sapevamo esse-re al lago per quel ponte, la compagnia lievita (ci raggiungono Voom e............ oh mio Dio non me lo ricordo!!!!! Perdonami!)ed alla fine lallegra brigata di 10 persone, ciascuno col suo contributo alla cena ed un buon motivo per far baldoria!!!! Inun attimo si fa mezzanotte e alla poco velata richiesta di Elisa di andare a dormire, la compagnia si saluta. Massimo e Claudiaritorneranno a casa (sono ahim senza natante), mentre con gli altri lappuntamento per il giorno dopo, a una certora, daqualche parte. Evviva i cellulari!!! Inutile dirlo, il sonno arriva allistante e 10 minuti dopo esser saliti in barca dormiamocullati dal silenzio e dal pigro respiro delle nere acque del lago.

    Paraparaparap paraparaparap, svegliaaaaaaaaa!!!! 29 aprile, eccoci! Miiiiiii sono le 9 e mezzo!!!! Il sole gi alto, malaria frizzante. Ci alziamo, ma Paola e Luciano sono arrivati??? Noooo! Ok, facciamo colazione. Eccoli, presto che si va.Seeeeeeeeee. Facciamo in tempo a far la doccia in 3, risaliamo in barca, ci prepariamo e molliamo gli ormeggi in contempora-nea. Mi sa che oggi il vento non ci assiste un gran che, pazienza, si fa quel che si pu.Eccoci l tutti belli felici e raggianti che navighiamo per lo pi a motore, che di vento se ne parla ben poco, a caccia dei rega-tanti partiti proprio quella mattina da Laveno????? (sono una bestia coi nomi) per vedere come se la cavano Opl e Mave che

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    Orizzonti limitati

  • sappiamo parteciparvi. Li troviamo infatti puntuali nei pressi di una boa (non saprei quale, ma temo ce ne fossero diverse) checiondolano tristi ed accaldati senza neppure una bava daria. Peccato!!!! Saluti e divertitevi e viaaaaa che si riparte (sempre amotore). Programmiamo una sosta pappa per lappetitosissssssssima insalata di pasta preparata da Paola, ma il vento, rispet-tando la legge di Murphy, si presenta puntuale al momento del pranzo e, che vuoi fare, lasciartelo scappare?????? Non siamai!!!! Quindi, inghiotto a vuoto sognando la pasta e scendo in cambusa per vedere che si pu metter sotto ai denti. Fortunache abbiamo sempre paura di morir di fame e ci portiamo un mucchio di roba!!!!!Salvati da Simmenthal, Tulip, pancarr e prosciutto, ci godiamo quel po d'aria che la giornata ci regala. Sentiamo ancheVoom, che a zonzo per il lago e ci diamo un puntello per la sera.Primo pomeriggio, ci accorgiamo che il livello del reattore delle bambine giunto alla soglia critica, occorre un arresto demer-genza. Sono circa le 15, siamo in giro dalle 10. Pu bastare. Volgiamo la prua a terra; si dice che a Pallanza vi siano dei pontilia cui si pu ormeggiare. Palle! A Pallanza non c niente. Insomma, gira che ti rigira finiamo a Feriolo, stupendo paesino (gimeta di un Pic-nic lo scorso anno), dove ci sono dei bei pontili nuovi, quasi tutti vuoti. Strano!!!!Taaaaaac! Ormeggiamo in scioltezza, le bimbe schizzano gi dalla barca e filiamo dritte dritte a farci un mega gelato al baret-to sul porto (il Paddy giace sfinito in pozzetto), dove per altro chiedo se sia possibile ormeggiare liberamente o con chi even-tualmente bisogna parlare. Viene interpellato il Sig. Giuseppe saggio anziano della comunit, che dice non esserci problema,tanto mica ci passate la notte e io dico, ma in effetti ce la passeremmo eccome. Ah ah ah ah ah.Capir pi tardi il motivo di tanta ilarit. Porto un birra ghiacciata al marinaio, che nel frattempo s gettato nel lago (nonper la disperazione ma per rinfrescarsi), acchiappo teli da spiaggia, libro (per sedercisi sopra, non crederete che riesca a leg-gere con i due mostri in giro) e vado con Vale e Sisa a giocare sulla spiaggia. Mi raccomando ci si bagna fino alle caviglie!!!Si! E dico 1 e dico 2 e dico......... Vale non andar sotto in apnea e non affogar la Sisa!!!Pazienza, fatto il bagno si asciugheranno al sole, rimaniamo ancora un po l a giocare, ma ecco che arrivano Paola e Luciano,traac ormeggiano pure loro. Dopo neanche unora arrivano anche Voom e ............ :-) (non me ne volere), che essendosi fatti(da soli per altro) una cattiva pubblicit sulle loro capacit di manovra, tirano fuori da tutti noi lanimo dellormeggiatore e siritrovano quindi con quattro personaggi pi o meno capaci a tentare daiutarli. Alla fine, con tutte le barche saldamente fissa-te al pontile, ci facciamo due passi per il paese ed un meritatissimo aperitivo. Ma non finisce qui. Il cielo si rannuvola e quan-do, tutti a bordo del Trombo, finalmente ceniamo, comincia pure a far freddo. Ci sono in giro dei temporali, si alza il vento ec pure onda. Le bimbe vanno a letto e Paddy va su Vikolocorto con loro, mentre io conto di trattenermi con gli altri per ungiro di coca e rum. Per fortuna che la coca era calda e il miscuglio faceva pure un po schifo, altrimenti mi sarebbe dispiaciutoparecchio abbandonare quasi subito la compagnia. Paddy chiama, guardo la nostra barca, sembra un cavallo indomato, sim-penna, scalcia, salta; mi dice che le bimbe sono agitate, meglio se vado anche io. Certo che vengo, ma chi ci passa su quel cavo-lo di finger (si scriver cos?) che si muove come un boa ubriaco col ballo di san vito largo 20 cm????? Fortuna che il viko corto (lo dice pure il nome), le sartie sono vicine, le agguanto e salto su. In cabina veramente da paura. Il mio stomaco levasubito una protesta, che rientra appena lo minaccio di digiuno per 2 giorni; riesco per fortuna a tranquillizzare le bimbe (spe-cie la piccola) che dopo poco si addormenta... nella mia cuccetta, ovvio e adesso dove mi metto? Il nostro comandante anco-ra fuori in pozzetto a controllare la situazione quando, verso la mezzanotte comincia ad acquietarsi la buriana. Riesco a metterla Eli al suo posto e ora che tutto tranquillo anche il Paddy scende sottocoperta. Crolliamo come castelli di carte a CapoTesta con 50 nodi di maestrale.Viene naturale pensar che segua un tranquillo lasso di tempo dedicato al riposo, insomma che la giornata sia finita. NNNNO-OOOOOOOOOO!!! Ore 01.30 (zerounopuntotrenta) suona il cellulare di Paddy. Ma chi ca.... macch cacch.... ma......loro, si, gli omonimi intrepidi marinai Nic e Nicola si premurano di farci sapere che stanno bene e son giunti a destinazione.Confesso, non che a quellora fosse una delle mie priorit. Vabb, finalmente di dorme.Zzzzzz

    Luned 30. Sveglia ore 9. Cielo cupo, calma piatta. Per fortuna la giornata inizia sotto lottimo auspicio delle brioches frescheche il mozzo andato ad acquistarci di buon ora (litigandosele per altro con il sig. Giuseppe del giorno prima). Scrocco unzicco di caff a Voom e entro a pieno titolo nel mondo degli esseri viventi.Accidenti, giornata fiacca, il cielo fosco smorza un po lentusiasmo, le previsioni danno pioggia nel tardo pomeriggio, quindidecidiamo di non rischiare e mesti mesti rimettiamo la prua verso i porti di origine. Per un po procediamo in fila indiana amotore (qui non ci batte nessuno), ma appena fuori dalle isole tataaaaa si alza un po daria e allora viaaa che si tiran su le vele.Voom in un nano secondo scompare alla vista, mentre per un po teniamo testa a Paola, solo e unicamente perch le ci vuole unpo a scendere, recuperare, inferire ed issare la vela di prua. Fatto ci, neanche a dirlo scompare allistante.Anche oggi, per il terzo postulato della legge di Murphy, il vento tiene quel tanto per farci saltare il pranzo e dopo, ma solodopo, che abbiamo acquietato i morsi della fame con i soliti panini e la simmental, ci molla, costringendoci a riaccendere ilmotore. Naturalmente questo vale solo per noi, per la Voombarca e per la Melbarca di vento ce n ancora parecchio.Pazienza!Smotoran-smotorando ci avviciniamo ad Angera ed ecco che appare una vela noi nota. E lui o non lui? ceeeeeeeerrrrrtoche lui!!! Eccolo l il povero Mave, tutto soletto, stremato per la fatica e la mancanza di cibo. Incredibile!!!!!! Potr mai

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  • un cuoco ridursi cos. Senza manco una galletta coi vermi????? Per fortuna che il panciutissimo Viko ha sempre un angolinoper il cibo di troppo, cos corriamo in soccorso del pover uomo e gli lanciamo un pacco di brioches. Gasp! Salvato dallaBarilla. Per lo dicono sempre nella pubblicit che se chai il mulino bianco sei fichissimo, stai benissimo, chai gli omini chedi notte ti fanno il pane e i biscotti e vivi in un posto con le spighe invece che le strade. Storioso no? Devo mangiarne di pi,sa mai che funzioni. E se ingrasso e basta?????Vabb, lasciamo perdere. Dicevo, rifocillatosi anche il nostro caro Mave, scompare allorizzonte (anche per lui c vento).E noi ancora a motore. C anche da dire che oggi sul lago c un gran traffico e con tutti sti natanti che ti natano a destra e asinistra, ci sono un sacco di onde e noi sul nostro vikolino a vela staremmo pi o meno come sulle rapide di Gardaland.Siamo pi o meno davanti ad Angera quando ritroviamo il nostro Voom, azzoppato di una vela per non so quale rottura dinon so che importanza, ergo, la spiegazione del fatto non supera la nebbiolina irridescente della mia ignoranza.Salutiamo e andiamo.Ormai ci siamo, ecco il cantiere, bimbe sottocoperta, ci apprestiamo alla manovra dormeggio, ma......ma..... Chi c........avoloha messo l quel motoscafo che non ci si passa? E anche se ci si passa poi quello intronato a far manovra e mi tranva labarca!!!!!! Ok, niente paura, niente che un cellulare non possa risolvere. Chiamiamo il cantiere e prontamente (strano, maper fortuna) arrivano a spostare laffare per consentirci lormeggio e taaaaaac con un balzo fra il plastico e il felino (stilegatto di gomma) mi porto sul pontile e faccio la mia parte, passo le cime, la Vale alle bitte a prua, il Paddy a poppa.Arrivati! Bello, ma siamo un po cottarelli. Il comandante naturalmente non abbandona la sua nave, mentre noi ci precipitia-mo da Freddy per la merenda e appena tornati andiamo a farci una doccia fantastica.Ormai sera e ce ne andiamo a mangiare un boccone ancora alla locanda, una cosa veloce che siamo tutti sconvolti. Cominciaa far freddo e si sentono nellaria i primi segnali dellarrivo della pioggia.Rientriamo presto, tappa in bagno e poi si fila a letto; le belve hanno ancora la forza per un cartone, fuori incomincia a goc-ciolare come previsto, poi si spegne tutto e finalmente si dorme.

    Marted 1 maggio una vera schifezza. Il tempo veramente deprimente quindi, scaricati i bagagli, sistemiamo la barca, lalaviamo ed essendosi fatto mezzogiorno torniamo immancabilmente in locanda. Laria fiacca, la vacanza finita, la stan-chezza tanta. Per ci siamo divertiti un sacco, la compagnia stata ottima e per la verit le figliole inaspettatamentebrave.E ora di tornare a casa.Carichiamo le nostre stanche membra sullauto e si parte..........zzzzzz.........ehi! ma siamo gi ad Arese????

    Ciao alla prossima.Zavorra

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  • 14 ottobre 2007

    Solo

    Oggi alle 9 ha preso il via la 3a edizione del raduno velico Solo. Io cero e cerano anche altre 58 imbarcazioni.

    Sveglia alle 8, c chi arriva in auto, chi esce dai camper chi fa capolino dal tambucio un po infreddolito durante la notte sal-tata la corrente. Come al solito il Verbano regala uno spettacolare nebbione e unumidit impareggiabili. Noi marinai dacquadolce siamo abituati e nessuno si scompone, secchio e ramazza e via ad asciugare le barche, breafing veloce dove lorganizza-zione si raccomanda di indossare i giubbetti e di prestare massima attenzione negli incroci mantenendo il massimo fair playcon chi dovesse essere in difficolt. Lo spirito della regata tutto improntato al divertimento e non sono ammessi i reclami.Percorso a bastone, Monvalle Isola Madre, Monvalle.Tutti in barca, via gli ormeggi e i parabordi (in queste occasioni si tolgono). Molto nuvoloso soffia da SE 3/4 nodi, difficil-mente avremo tramontana, partenza in poppa quindi. 9 primo segnale, vento cade, sono a 100 metri dalla linea, fiocco avvol-to, 9,04 segnale isso il gennaker e parto in boa mure a sinistra, sono tutti sulla linea a vele bianche, 9,05 partiti.Tutti mure a dritta sulla barca giuria, verso costa, issate di spy che si sgonfiano, io e altri pochi abbiamo abbrivio e liberi cre-iamo apparente, sono piccolo in mezzo ai titani ma mi difendo, ne passo perfino un paio. Continuo ad orzare negli scarsi finoa che cade completamente il vento e strambo per tenermi pi possibile per rotta.5 nodi, zero, 4 nodi, zero, il vento fa le bizze, 2 nodi, 5 nodi, 3, 7, 5, 8 lo scafo canta e le vele si gonfiano sembra proprio chelinverna voglia essere della partita, anomala la mattina, rafficata e volubile, ma c.8 nodi apparente in poppa strambo orzo accellero, 3, 5, 6.2 in un tratto. Mi esalto, fanculo a chi dice che il Viko pericoloso, ilpilota pilota, nelle raffiche lo tengo bene, continuo con il gennaker. I pi grossi mi lasciano, ma molti li tengo dietro, inizio unaserie di strambate per rimanere a centro lago e diminuire il rischio di raffiche e salti di vento. Il vento rinforza ancora a 100metri da me un Twister parte in straorza. La boa si avvicina, comincio a pensare come ammainare senza fare un disastro,metto in chiaro tutte le cime, preparo il fiocco, cazzo un po la randa. Sono in boa, con 2 Comet 910 1 Ecumino e 1 Altura 701,mi esalto!Entro deciso in boa, con ancora il gennaker, ci provo. Fuori il fiocco, drizza gennaker in acqua, comando la virata e volo adammaninare, sparo la drizza la vela viene gi morbida e sparisce sottocoperta.Il windex sale a 18 nodi, comando una virata lenta e mentre la barca si gira, prendo una mano, passo il fiocco e parto davan-ti a tutti. Posso riposarmi, metto in chiaro drizze e scotte scendo un istante per spostare il gennaker e prendere un panino. Ilvento cala 15 nodi, poi 10, nelle raffiche far fatica e non potr mollare la scotta un secondo, ma gli altri si avvicinano. tolgola mano e il Viko si riassesta sui 5 nodi, purtroppo non c niente da fare i comet mi lasciano al palo solo un polacco sui 7metri e un firstino mi rimangono accanto per un po poi vanno via piano piano. Il vento cala ancora e anche la tensione, nonla mia quella della batteria, il pilota mi lascia, ma ormai con 4/5 nodi anche lelastico va bene.Sono al traguardo penultimo, a pochissimo da un gruppetto di 5 barche, dietro un 24 piedi. Contento.

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  • dicembre 2007 - gennaio 2008

    Lagonauti in salamoia

    Una breve disgressione, lequipaggio di Vikolocorto alla prova con lacqua salata.

    26 dicembre ore 7,00salgo in macchina e mollo gli ormeggi alla volta di Genova. Arrivo, saluti, baci, abbracci, carichiamo il capoflotta da le dispo-sizioni e si parte.A lento moto usciamo dal porto non prima di aver issato la randa al riparo della diga davanti al Club Nautico Italiano, rottaad est destinazione Savona o Varazze il vento perfetto, un traverso di 15/20 nodi ci spinge verso Pegli avvicinandoci dimettiamo le cerate e riduciamo aspettando il suo consueto benvenuto. Non si fa attendere e ci accompagna fino a a Varazzecon raffiche fino a 35 nodi, Infinita pi una paperetta che una barca a vela, ma tra una straorza e laltra ci porta a destina-zione.Ore 14.00 il capoflotta su Indomabile comunica a noi e allaltra barca, Tabea, che la destinazione Varazze. Attendiamo illoro arrivo e entriamo ormeggiando sul molo di sopraflutto. Abluzioni, noi e la barca, merenda e gita ai negozi.Ore 20,00 stanchi ci prepariamo alla nanna non prima di aver subito un controllo della finanza che non avendo di meglio dafare si diletta a controllare documenti a destra e a manca.

    27 dicembre ore 8,00mi sveglio accendo il cellulare e scopro un messaggio della sera prima, un amico sapendomi li era venuto a cercarmi purtrop-po ero gi a nanna e mi spiaciuto molto. Una delle cose belle era il telefonare a i vari amici del forum man mano che passa-vo davanti al loro porto, fino allultimo incontro.Ore 10,00 arrivano 2 compagni, paghiamo il balzello, usciamo in ordine gerarchico e mettiamo la prua ad Est. Ancora tra-montana oltre 30 nodi, navighiamo tra una straorza e laltra al traverso con 2 mani e un barlume di genoa aperto.Infinita, Bavaria 39, apre la fila a 6/7 nodi seguita da Indomabile, GibSea 43, un po attardata Tabea, Sunshine 38, leggero ecorsaiolo, soffre nonostante le 3 mani e la sola banda anti UV srotolata. Anche noi soffriamo un pochino, bisogna stare ingruppo, dopo un paio dore riceviamo autorizzazione a staccarci e come una fregata che naviga di conserva ad un convoglioci lanciamo avanti spiegando i coltellacci in alto e in basso. Sbandati fino alle lande, sommersi dalla schiuma in breve stac-chiamo gli altri. Passeremo un paio dore davanti ad Andora ad aspettarli.Ormeggio ad Andora e giterella in paese per incontrare alcuni membri dellequipaggio che si aggiungono e salutare altri chepartono, anche se sul Infinita saremo sempre pi o meno in 3 sulle altre il tournover notevole, lorganizzazione prevede unanavigazione in flottiglia da Genova a Nizza e ritorno con varie tappe dove chi vuole pu scendere o salire liberamente.Capodanno a Nizza lunica tappa certa.

    28 dicembre ore 10,00Siamo di nuovo in 3: Dino, lo skipper, Claudia, la fidanzata (detta orsetto lavatore), ed io, il mozzo dormiente. Lobiettivoquesta volta Sanremo c un po meno vento ed pi da Est quindi si va molto meglio e le straorze si contano sulle dita diuna sola mano. Le mani alla randa invece sono sempre 2. Surfando e straorzando arriviamo anche a Sanremo. Il Marina diPortosole in paese, organizzatissimo, ci accolgono con la pilotina e ci guidano a tre ormeggi affiancati, prendono le cime ciattaccano la corrente, ci spiegano come collegarci a internet con il wifi... Il conto ovviamente proporzionato.Gita in paese e cena tutti insieme ai Tre scalini mega grigliata e frittone di pesce.

    29 dicembre ore 10,00Oggi arrivano Cinzia e le bimbe, iniziavo a sentire un po la mancanza. Gli ho dato appuntamento a Mentone.Il mare calmo e soffia ancora da levante senza gran impeto tant che riusciamo a togliere i terzaroli e a goderci ancheunottima pastasciutta con burro e formaggio di capra a scaglie. Sempre annaffiato con acqua perch a bordo non c altro eio senza mezzo sono costretto a rimanere vicino alla barca.Mentone Garavan, porto privato, ci danno tre posti distanti, ma per fortuna noi siamo vicini al parcheggio cos la famigliapu ricongiungersi senza fatica, le borse sono a bordo dalla partenza, mancano solo le vettovaglie che la mamma ci ha amo-revolmente preparato. 2 tonnellate di salumi, 6 botti di vino, 123 kg di pat e una montagna di dolci fra cui biscotti, nutella,frutta secca, noci e noccioline. Finalmente si mangia come si conviene ad uno sparacambuse come me.Giretto in paese e poi a nanna.

    30 dicembre ore 10,00Obiettivo in vista, Nizza o Villefrance sono a portata, il vento ancora pi debole ci assicura una navigazione tranquilla per la

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  • nostra meta. Siamo di nuovo liberi dalla gomena e possiamo dar di sprone, un primo bordo per scapolare la punta rasenti egoderci lo spettacolo di Monaco e poi allarghiamo per lultimo capo. Onda incazzosa ma molto divertente, la grande panciadel Bavaria surfa sulle onde e ci fa divertire, Elisa ride ad ogni spruzzo Valeria si diverte anche se non gli picciono i cavallo-ni che ci sovrastano prima di passarci sotto.Doppiato il capo entriamo nella quiete della profonda insenatura di VilleFrance e qui, mentre aspettiamo il Commodoro perlingresso in porto, avvistiamo alcuni delfini. Entriamo nel piccolo porticciolo, sembra non esserci posto anche se non con-suetudine chiamiamo via radio senza per avere risposta. Rassegnati a dirigere per Nizza (a me piace di pi, ma siamo inflottiglia) un villico in uscita ci da una dritta, ormeggiare allingresso dellarsenale ci sono tre posti allinglese che ha vistoliberi. Perfetto! Rientriamo e ci dirigiamo verso il fondo, i posti ci sono lingresso fra la prua di una navetta e quella di unswan che un po angusto, con un filo di apprensione e il disinteressato aiuto di un marinaio della navetta riusciamo adinfilarci tutti e tre e ci ritroviamo in un angolino di pace e tranquillit circondati da imbarcazioni da sogno... cracc, lidillio sirompe con la voce del comandante del porto che arriva imprecando in francese, ma perfettamente comprensibile nel senso.Li non si pu stare, comanda lui e prima di entrare bisognava chiamare. Il Commodoro lo guarda con occhio spento e viso dicemento finche questo non smette e ci indica dove allacciarci a corrente. fatta.Giusto il tempo di ripetere il rito imprenscindibile del lavaggio dei ponti e alcuni prendono il treno per Nizza, altri cazzeggia-no, io chiamo e attendo lautista per Nizza. Si perch la rete ormai talmente estesa che anche qui c un caro amico dispostoa prelevarci in auto e portarci a cena. Tartare e patate fritte e poi in barca a far 2 chiacchiere sorseggiando grappa e nocino(anche questo offerto tempo fa da un Velarossino) mentre i bimbi fanno dapprima timidamente conoscenza e poi, ovviamen-te, puntano i piedi al momento di salutarci. Non prima di esserci accordati per la cena di capodanno che passeremo insieme.

    31 dicembre orario imprecisatoIl tempo non ha pi molto senso esco dopo aver fatto colazione vestito solo di jeans e maglietta, i passanti ci guardano curio-si, sulla spiaggia a pochi metri alcune persone prendono il sole, 2 temerarie vecchiette fanno perfino il bagno. Il vicino, brian-zolo con Bentley targato Ginevra e bandiera inglese, mi saluta cordialmente mentre si fuma un sigaro gigantesco e sua nipo-te gli sbuccia amorevolmente dei mandarini.Attendo stancamente lora del pranzo, lidea sarebbe uscire con Tabea a far 2 bordi ma per fortuna il vento assente. Il restodella comitiva si organizza per il cenone, noi siamo ospiti altrove quindi non abbiamo nemmeno questa incombenza, mi pre-occupo solo di scongelare il pat della mamma e di mettere in fresco qualche bottiglia di prosecco.Alle 19 siamo pronti, gli altri sono gi chiusi su Indomabile pronti per attaccare lenorme quantit di ostriche che si sonoprocurati, facciamo un salto a salutare e poco dopo siamo in auto con Luca alla volta di Nizza.........

    Alle 19 passano a prenderci, saliamo in auto e percorriamo i pochi minuti che ci separano da Nizza. Su Saral ci aspettano impa-zienti o meglio aspettano le minivittime questa volta non necessario superare la fase timidezza aiutati anche dagli onnipresentigameboy partono alla grande. A noi rimane solo la decisione delle posizioni a tavola.Cenone frugale, poche cose, ma estremamente selezionate. Frutti di mare, pat in varie forme, lompo e uno spettacolare pro-sciutto al forno. Chiacchiere e schiamazzi piano piano si forma lidea di uscire e andare sulla promenade, 8 in macchina e viacon i bambini che si divertono un mucchio stipati nel baule.I fuochi dartificio sono molto belli ci stiamo chiedendo che ore siano quando le 3 moby ormeggiate rispondono con le loromegatrombe. Il 2008 arrivato pi in sordina rispetto alle feste di quando eravamo ragazzi, ma anche pi sentito.Dispiace sempre salutarsi ma lora tarda lo impone. Giunti alle barche un breve saluto agli altri provatissimi dallostricata e poia nanna, domani si parte presto perch la meteo preannuncia peggioramenti.

    1 gennaiosveglia presto lo stato non comatoso, ma nemmeno molto reattivo. Mentre il Commodoro schiavizza fidanzata e figlia conspugnetta e spruzzino per ripulire la coperta dellammiraglia, noi ci gustiamo un ottimo caff con panettone.I comandanti si consultano sullammiraglia, partenza alle 11.Puntualissimi usciamo dal porto in ordine gerarchico e diamo vela, 2 mani per Indomabile e di conseguenza per noi 3 perTabea, fatichiamo un po ad uscire dalla baia, ma sappiamo che fuori ci aspetta un po daria, sul naso purtroppo.Infinita si comporta bene, bolina discretamente non batte sullonda e tiene un discreto angolo, procediamo spediti staccandoquasi subito il resto della flotta. Mentre in lontananza compare unaltra barca che a tutta tela ci raggiunge in poco tempo.Qualche scambio di informazioni via telefono, lui al largo noi sottocosta abbiamo lo stesso vento (cio lui ha un apparente di22 nodi e noi di 16), non conviene un bordo o laltro e ci salutiamo le mete sono diverse, noi Mentone lui Sanremo. Tiriamoun bellissimo bordo lungo costa con i grattacieli di Monaco a farci da cornice abbiamo quasi scapolato la punta quando ilcomandante poggia, lammiraglia segnala che dobbiamo starle vicino, proseguiremo di conserva mentre Tabea, che ha prose-guito a motore, rimane a ciondolare allimboccatura del porto ad attenderci.Alle 17 siamo in porto a Mentone e ovviamente saral li a prenderci le cime.

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  • Ormeggiano le prime due, per noi non c posto, potremmo stare al transito, ma il Commodoro ci impone di trasferirci alporto vecchio. Al transito troviamo posto e con un paio di manovre da manuale siamo fermi in banchina. Bhe fermi unaparola grossa, anzi mossa, prendiamo la risacca al traverso con ritorno dalla diga foranea, praticamente siamo a doppino sulfaro rosso.I nuovi ospiti imbarcati poco prima scendono disperati e con loro noi per una cena praticamente obbligata dai bambini chenon vogliono saperne di separarsi.Dopo cena, messi a letto i piccoli e vista la meteo prendo la decisione di abbandonare la nave. La previsione neve, pioggia,grandine e soprattutto est. Lauto a Genova, chiedo a Luca se mi pu accompagnare in stazione per andare a riprenderla,indovinate un po? A mezzanotte siamo a Genova.

    2 gennaio ore 1,30sono alla barca che balla come un cavallo imbizzarrito e per di pi lontana dal molo, non riesco a saltare, chiamo allora loskipper per farmela avvicinare.La mattina dopo colazione con Luca e le sue vittime e si riparte per Milano.

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  • 30 marzo 2008

    Prima uscita dellanno

    Saliamo alle 9 per passare dal Piccaluga a rimirare lHanse del Beppeg, stranamente non c in ritardo il camion arrivermercoled o gioved.

    A questo punto nessuna scusa possibile e nic deve per forza venire con me sul Viko, prometto di riportarlo entro unora,cos sar. In quellora riusciamo ad attraversare il lago 2 volte, dare gennaker, vedere quel matto di Nizzetto armare randa egenoa e partire verso nord. Alle 10,30 lo sbarco al volo al pontile transiti e mi rifiondo fuori per sfruttare la tramontana rima-sta.

    Trasformo velocemente il Viko in versione solitario: giubbetto autogonfiabile, pilota, pannello solare e sono pronto a darevela, randa e fiocco e via di bolina verso Arona, il genny pronto ancora attaccato alle drizze. Mentre vikolocorto risale auto-nomo il lago, gioco con il nuovo gps VMG su Angera e scruto con il binocolo la Lega Navale, settenodi al pontile e c untizio che armeggia attorno a Libero Pensiero, accosto e mi avvicino. Riccardo che toglie la mutandona girando intorno allabarca con un canotto che sembra una giunca cinese da tanto grande.Non posso avvicinarmi molto a vela, ci diamo appuntamento al largo appena arriveranno i suoi amici. Strambo e isso ilgennaker per qualche minuto poi risalgo ancora un po verso Angera quando purtroppo il vento crolla. Provo a fare un po dibolina, viro ancora e do motore verso Arona sperando in qualche refolo, ma ormai il lago una tavola, sempre una tavola,ma ora pure levigata.A motore scendo a vedere cosa fa Riccardo. ormeggiato bello placido al pontile, dei soci nemmeno lombra, con ampi gesti(lattine in mano) mi invita a fermarmi. Caldo stupendo, io vestito di nero :-( Riccardo in costume iniziamo a scolarci laprima birra chiacchierando come al solito di barche. Ecco che sbuca Lorenzo, appoggia le vele sul pontile sale in barca e neesce poco dopo con un tiro a 4... da 33 cl ovviamente. Ancora calma piatta ogni tanto su settenodi la bandiera bretonesventola timidamente. quando la situazione inizia a farsi disperata ecco che spunta il primo membro dellequipaggio diRiccardo e ci salva con 3 birre da 50 cl, appena sufficienti, siamo per speranzosi nellarrivo degli altri. Infatti arrivano e citroviamo in 6 sul viko con patatine stecchini salati e una quindicina di cadaveri di alluminio.La flemma del velista lacustre proverbiale (Nizzetto leccezione che conferma la regola), decidiamo quindi di uscirecomunque in barca. Riccardo vuole provare comunque qualche manovra con lo spy, Lorenzo ed io finiamo le ultime 2 birreperch sarebbe un peccato sprecarle e poi usciamo.

    Nemmeno a farlo apposta arriva lInverna, allinizio increspa qualche chiazza sul lago poi si distende sui 5/6 nodi con qual-che raffica a 8/9. Lorenzo me lo sono perso, Riccardo issa spy e parte verso nord, io risalgo di bolina verso Sesto.Vikolocorto sbanda come al solito prepotente, ma io me frego lo lascio fare e mi concentro sulla regolazione delle vele con unocchio al GPS che subito mi soddisfa con un bellissimo 5.2. Imposto velocemente un Waypoint a Lisanza e gioco con i para-metri di WNG. 4.8, L 005 velocit VMG 4.6, distanza 0,800, ETA 14,26. BELLISSIMO!Alla Punta il vento ancora sui 6 nodi, vedo Libero Pensiero effettuare strane manovre con lo spynnaker, credo si tratti deltest Acquilone quello in cui si lasca tutto lasciandolo sventolare dalla testa dalbero, ma io non sono uno sparaboe certecose non le capisco per di pi ora di rientrare. Riarmo il gennaker, poggio, strambo e lo isso a destra sotto la randa, in unattimo vikolocorto parte allorza, il pilota fatica un pochino ma poi lo riprende, GPS a 5.6, guardo a prua e vedo la scottasopravvento che fa 2 giro attorno alla base della vela (cos non cero ancora riuscito); mi lego, lasco un po e vado a prua asistemarlo.Purtroppo a questa velocit sono gi a ridosso del cantiere ammaino, tutto, accendo il motore e mentre il pilota mi riportalentamente verso il porto rassetto la barca.Alle 16 sono ormeggiato, la barca coperta e mi avvio verso casa. 4 chiacchiere, ma proprio 4 con gli armatori del Phoenixche hanno appena alato la barca, biretta e altre 4 chiacchiere con Alfredo e alle 17 sono per strada.

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  • 31 marzo 2008

    Seconda uscita dellanno

    Ieri sera Valeria ha espresso il desiderio di uscire in barca, sono stanco dopo unintera giornata di vela, tergiverso sperandonellora legale e nella sveglia oltre mezzod.Alle 8 sono in piedi che mi leggo un buon libro ed ecco che sbuca la faccina assonnata, mi guarda e... Andiamo?!

    Porcapuzzola ci tocca, preparativi e verso le 11 andiamo al lago. Gi si detto su un forum che limportante non il mare oil lago, ma la distanza da esso infatti unora dopo abbiamo gi le gambe sotto il tavolo del Germagna. Tanto vento non se nesente.

    Alle 14 un filo di tramontana si fa sentire, lasciamo la locanda, Valeria attivissima si porta a prua, Elisa controlla che i para-bordi non si impiglino, Cinzia prepara il piede per il motoscafo (o meglio difende lo scafo dal piede del motore del vicino) eusciamo.5/6 nodi, il Viko si appoggia sul fianco e parte ai consueti 3 nodi paciosi e tranquilli, un po a zig zag per la timoniera.Risaliamo verso Angera ingaggiando virtualmente con altre barche, calcolando gli incroci, verificando le posizioni rispettoad una boa virtuale. Giochiamo.Sullultimo bordo verso Angera finalmente prende il timone Valeria e il Viko procede ora in linea retta, arriviamo a pochimetri dal cantiere dov nato Vikolocorto e poi viriamo per inseguire un altro Viko incrociato in precedenza, purtroppo ilvento cala. A motore ci accostiamo ad Arona. Il nuovo lungolago con parecchi posto barca veramente bello, la famigliascende a prendere il gelato e io rimango a fare due chiacchiere con il vicino.Alle 16, finito il gelato, ripartiamo verso sud, le bimbe hanno espresso il desiderio di rivedere Bimba; ormeggiata alla LegaNavale sembra nuova, ci giriamo intorno a motore ricordando ad alta voce le avventure passate insieme. E sempre ferma,sono sicuro che la nostra visita le ha fatto piacere.Si alza lInverna, questa volta pilota Gino, isso le vele e partiamo verso sud, Valeria alla scotta di dritta, Elisa a sinistra, ioalla randa, Cinzia a dormire. Bordeggiamo divertendoci, mentalmente controllo Nefertiti sottovento verificando se guada-gna, per 3 bordi sembra rimanere dietro, sul 4 ci prende. Probabilmente non stava tirando, ma sono comunque contentodella tenzone.Valeria interessata alluso del pilota e alla regolazione della rotta in funzione del vento, facciamo alcune strambate per stu-diare, fino a ritornare verso il cantiere. C ancora vento e le bimbe mi chiedono di ripartire ancora di bolina, lapparente lestupisce ancora incomprensibile per loro.Altri 2 bordi e poi veramente ora di rientrare. Le bimbe si addormenteranno sul tavolo della Locanda poco dopo.

    La racconto io - di Cinzia

    Ieri mattina mi si svegliano allalba ore 9.30 del vecchio orario (mica mi adeguo in una notte) e mi dicono che si fa? Azz! Chesmania di movimento, io cho sonno, ma tanto fanno e tanto dicono che alla fine, smuovo le mie stanche membra dal letto epreparommi di volata!!Le belve, pi sveglie e pimpanti che mai votano a favore del lago anzich di un pranzo luculliano dalla nonna (proprio veroche invecchiando simpara), tant che si parte, unica condizione, pranzo alla locanda che ho proprio voglia di ingollarmi unbel birrone!Detto fatto, si beve e si mangia e si beve e poi via a sVIKOlar fuori dal porto.C un p d'aria e si d vela. Bella l, pace e silenzio (belve a parte ovviamente).Allora mi dico, vai che oggi il giorno giusto! TIMONO IO!!!!Miiiiiii non lavessi mai fatto, a veder la scia pareva un percorso di agility!!!!Allora la mia figliola pi grande (9 anni) dice, mamma fai provare a me? Ma certo figliola!!! Surclassata, umiliata, straccia-ta. Cos, con la scusa che comincia a far freddo, scendo sottocoperta per portare al riparo la piccola, seeee, 20 secondi edormo, naturalmente il piccolo mostro risale subito in pozzetto ad aiutare la sorella maggiore. Cos pare che mentre iodormo, dormo e dormo, Paddy se ne stia a prua e la Vale, con perfetta padronanza del pilota, vada tranquilla e faccia in auto-nomia virate, con lausilio della piccola per la regolazione delle vele. Mi sveglio che stiamo rientrando in cantiere e subito miviene intimato di non salire, che cos intronata potrei far pi danni che altro, accidenti, lunica cosa che avevo imparato era disaltare sul molo con eleganza e plasticit (peccato che ogni tanto mi dimentico di tenere la barca ).Insomma, non c niente da fare, il mio ruolo in barca proprio la Zavorra!!!!!Quindi per consolarmi della faticaccia, altra sosta in locanda per un bel negroni e qualcosina da mangiare e poi viaaaaaa acasa a ....dormire ovviamente!!!!!!!

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    Orizzonti limitati

  • 5 aprile 2008

    Caronte

    Non che ci sia bisogno di una scusa, ma qualche volta fa piacere averne di questo tipo. Lorenzo deve riportare Settenodi allaboa dopo aver fatto carena e recuperato le drizze che man mano aveva spedito in testa dalbero, passo a prenderlo alle 10 esaliamo insieme.

    C vento, periodo felice, ma prima aiuto a montare il nuovo puntapiedi, quello vecchio lho strappato io mi sembra il mini-mo, e nel frattempo chiamo Massimo che ha dichiarato di voler salire.

    Massimo in palese ritardo, il puntapiedi montato, il panino mangiato. Non ci resta che uscire, armo Vikolocorto e mibutto nella mischia, bordi qui e la aspettando Settenodi che, senza motore, esce lesto lesto. Mi affianca in un attimo e misupera sottovento, lo scontro impari e per di pi arrivato Massimo, scendo a recuperarlo. Accosto al pontile e lui con unbalzo felino a bordo.

    Lontane a nord si vedono le barche impegnate nella prima prova della Sud Verbano, andiamo a fargli le onde. BordoArona, bordo Angera siamo nel gruppo, passiamo a salutare gli amici concentrati nella ricerca dei refoli, loro ci cagano pocoe noi ci stufiamo presto della regata. Scendiamo verso la Lega Navale perch si son fatte le 3 e Lorenzo deve tornare a cuci-nare, lasciato settenodi rotta verso Lisanza, torniamo a settenodi, preso cellulare, rotta verso Lisanza.

    Marinai dacqua dolce

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  • 6 aprile 2008

    Pap ed Io

    un po che ci penso, lo chiamo la sera prima e lo invito, alle 10siamo in cantiere. Vento, ma che periodo!

    Usciamo a fare i soliti bordi a caso, installo anche il pilo-ta cos si chiacchiera, nuvolo e fa freddo, ma va benelo stesso. Come al solito prima ad Arona, poi Angera aprendere i refoli della rocca, poi gennaker per scende-re. Il vento cala, ma riusciamo ad arrivare in prossimitdel cantiere dove ne rimane sempre un pochino in avan-zo. Altri 4 bordi: bolina, poppa, bolina, poppa ed oradi rientrare, sono arrivate le signore.

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    Orizzonti limitati

  • 25-26-27 aprile 2008

    Raduno della Liberazione

    24 apriledopo unottima cena alla solita l