storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa

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PILLOLA: Storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa “Nella corsa alla ricchezza, agli onori e all'ascesa sociale, ognuno può correre con tutte le proprie forze, […] per superare tutti gli altri concorrenti. Ma se si facesse strada a gomitate o spingesse per terra uno dei suoi avversari, l'indulgenza degli spettatori avrebbe termine del tutto. […] la società non può sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l'un l'altro“. Adam Smith

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Page 1: Storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa

PILLOLA: Storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa

“Nella corsa alla ricchezza, agli onori e all'ascesa sociale, ognuno può correre con tutte le proprie forze, […] per superare tutti gli altri concorrenti. Ma se si facesse strada a gomitate o spingesse per terra uno dei suoi avversari, l'indulgenza degli spettatori avrebbe termine del tutto. […] la società non può sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l'un l'altro“.

Adam Smith

Page 2: Storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa

Storia di un concetto 

Ad inizio ‘900 si avvia un discorso sulla separazione tra proprietà e controllo: con la propagazione dell’azionariato diffuso nasce una confusione sulla natura dei soggetti a cui i manager debbano rendere conto per il loro operato. A. Bearle: la responsabilità va mantenuta verso gli shareholders, tuttavia l’impresa deve rispondere anche agli stakeholders, per evitare che diventi in futuro una oligarchia.Negli anni '50, s'inizia a sviluppare una discussione attorno al tema della responsabilità sociale (H. Bowen, "Le responsabilità sociali dei businessmen") soprattutto con l'intento di recuperare una legittimazione per il mondo economico, segnato in maniera profondamente negativa dalla crisi mondiale del 1929. A partire da allora e per tutti gli anni '30, come afferma J. K. Galbraight, i banchieri venivano dileggiati dal resto della società civile. Il discorso sulla Responsabilità sociale d'impresa (RSI) nasce quindi per venire incontro a degli imperativi economici.I liberali (T. Leavitt, M. Friedmann) sostengono che la Responsabilità sociale d'impresa  non sia altro che un modo per modellare la società ad immagine e somiglianza dell'impresa. Quindi, i liberali criticano la RSI in quanto segno di un neo-paternalismo di stampo ottocentesco.I fautori della RSI invitano invece i manager e i banchieri a farsi carico dei loro doveri, come esponenti dei poteri economici nel contesto sempre più conflittuale della società degli USA negli anni '60.

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Approcci teorici in Italia

Il dibattito italiano sulla RSI è recente e multidisciplinare: ci si interroga se sia filantropia o etica, figlia dell’autoregolazione o dell’indirizzo pubblico. L’UE si è orientata ad esempio verso la volontarietà della RSI.Nella stessa direzione si muove il contributo di G. SAPELLI,secondo il quale la moralità rimane una dimensione diversa dall’economia. Se l’imprenditore vuole veramente intervenire nell’etica, deve investirci malgrado la non convenienza dell’atto. L’etica ha a che fare con la creatività dell’imprenditore e non è quindi misurabile. E’ una visione filosofica che discende dall’etica kantiana, che non accetta il concetto di RSI subordinato all’economia.Questa linea prospettica incontra la critica di L. GALLINO il quale avverte che se la RSI rimanesse totalmente volontaria, emergerebbero aspetti manipolatori da parte dell’impresa. Bisogna quindi portare la missione della RSI all’interno della governance d’impresa, sottoposta alla legge del paese in cui questa opera.M. MOLTENI propone una via intermedia, che si riallaccia per certi aspetti al discorso fatto precedentemente sullo sviluppo storico della RSI. Secondo questo autore la RSI ha infatti senso solo se collegata ad un vantaggio competitivo per l’impresa che la mette in pratica. Se è vero che questo nesso sia in pratica difficilmente dimostrabile, è pur vero d’altra parte che, in assenza di una visione strategica definita da parte delle istituzioni nazionali e internazionali, questa può essere l’unica strada da intraprendere per unire l’obiettivo economico ad un necessario rispetto delle regole di convivenza nel contesto sociale in cui l’azienda opera. Un modo per realizzare questo fine è rappresentato dalla certificazione, che in Italia trova il suo strumento più usato nella SA8000 (ne fanno uso, tra le altre imprese, Banca Popolare Etica Scpa e Honda Logistic Centre Italy S.p.A.).   

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Bibliografia e sitografia

• Morri L. (2009), "Storie e teorie della responsabilità sociale d'impresa", Franco Angeli, Milano

• Libro verde, Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, COM (2001) n°366

• http://www.saasaccreditation.org/certfaclists/2010_Q1/Q1%20Certs%20List,%20Public%20List,%20alpha.pdf