voltana on line n.26-2012

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26 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it volta decaduta. Al suo posto è suben- trato il termine «crisi». Questa sosti- tuzione è dovuta al primato oggi go- duto dalle questioni economico- finanziarie colte in un’ottica liberista. Si può parlare di crisi grazie al sot- tointeso secondo cui si tratta di feno- meni temporanei. È proprio infatti della vita economica capitalista pro- durre periodicamente crisi da cui si esce attraverso ristrutturazioni più o meno radicali. La dialettica è tra sviluppo e recessione e non già tra progresso e declino. Nessuno ose- rebbe sostenere che l’economia ita- liana è in decadenza, essa è solo in crisi. Solo così si può evitare la con- danna definitiva di un linguaggio politico ancora impregnato della po- sitività attribuita alla parola «sviluppo». Al giorno d’oggi, i teorici della decrescita costituiscono ancora una esigua minoranza che anima mo- vimenti soprattutto intellettuali senza aver conquistato alcuna legittimità nella retorica politica. Tutti attendo- no la ripresa e la prospettano come un semplice rilancio dell’economia attuale. Si pensa alla fine della crisi, Per millenni quasi tutte le civiltà apparse sul pianeta hanno elaborato visioni del tempo che comportavano la prospettiva della decadenza. Co- me la vita individuale, anche quella delle società era destinata a infiac- chirsi fino all’estinzione. Come nel caso dell’araba fenice, solo a partire dalle ceneri ci può essere rinascita. Ciò non valeva solo quando domina- va il mito dell’eterno ritorno. Pure all’interno delle tradizioni giudaica e cristiana il senso dello sgretola- mento dell’esistente è stato a lungo presente. Anche nell’Occidente mo- derno, che ha spinto tante volte lo sguardo in avanti e ha colto l’avvenire all’insegna di un continuo crescere, l’idea di progresso e quel- la di decadenza si sono spesso in- trecciate. La cultura del secondo Ottocento ha fornito frequenti prove di una simile dialettica: accanto al senso del progredire vi era quello del finire. Per dirne una, molti allora ritenevano che il modo di produzio- ne capitalistico avesse i giorni contati. Oggi la parola «decadenza» sembra essere, per molti versi, a sua non a quella di un modello economi- co fallimentare. […] Verso la fine dell’ultimo libro del card. Etchega- ray (L’uomo a che prezzo? San Paolo 2012) si legge che, cinquant’anni dopo il Vaticano II, «il centro di gra- vità è scivolato verso l’uomo, non verso l’uomo tentato di prendere il posto di Dio, ma verso un uomo che risente dolorosamente delle sue mol- teplici alienazioni» (p. 123). Queste parole scritte da una persona novan- tenne attestano, da sole, la differenza che c’è tra il primato della misericor- dia e quello della condanna. Per sot- toscriverle non occorre sposare un’antropologia ottimistica che chiu- de gli occhi verso le degenerazioni reali e potenziali di cui sono capaci gli esseri umani. Per chi crede nel Vangelo, il solo modo autentico per non concedere ai profeti di sventura l’ultima parola sta nell’affidarsi all’irriducibile primato della miseri- cordia di Dio. È essa a indurci, nono- stante una moltitudine di evidenze empiriche contrarie, a credere in una inestinguibile capacità di bene presente negli esseri umani. […] La decadenza da una riflessione di Piero Stefani tratta dal sito http://pierostefani.myblog.it/ Mercoledì 31 ottobre 2012 - Il “taglio del nastro” per il rinnovato Bar Il “taglio del nastro” con al partecipazione di: Raffaele Cortesi - Sindaco di Lugo Fausto Cavina - Vicesindaco Don Felice - Parroco di Voltana Enrico Marangoni - Presidente della consulta Davide Ranalli - coordinatore PD Bassa Romagna Giacomo Baldini - segretario comunale PD Lugo Mauro Sabbatani - ex presidente Consulta Manlio Viscusi - vice presidente Consulta Carlo Monti - coordinatore del progetto della Casa del Popolo nelle foto di Carlo Monti

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Page 1: Voltana On Line n.26-2012

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2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

volta decaduta. Al suo posto è suben-

trato il termine «crisi». Questa sosti-

tuzione è dovuta al primato oggi go-

duto dalle questioni economico-

finanziarie colte in un’ottica liberista.

Si può parlare di crisi grazie al sot-

tointeso secondo cui si tratta di feno-

meni temporanei. È proprio infatti

della vita economica capitalista pro-

durre periodicamente crisi da cui si

esce attraverso ristrutturazioni più o

meno radicali. La dialettica è tra

sviluppo e recessione e non già tra

progresso e declino. Nessuno ose-

rebbe sostenere che l’economia ita-

liana è in decadenza, essa è solo in

crisi. Solo così si può evitare la con-

danna definitiva di un linguaggio

politico ancora impregnato della po-

sitività attribuita alla parola

«sviluppo». Al giorno d’oggi, i teorici

della decrescita costituiscono ancora

una esigua minoranza che anima mo-

vimenti soprattutto intellettuali senza

aver conquistato alcuna legittimità

nella retorica politica. Tutti attendo-

no la ripresa e la prospettano come

un semplice rilancio dell’economia

attuale. Si pensa alla fine della crisi,

Per millenni quasi tutte le civiltà

apparse sul pianeta hanno elaborato

visioni del tempo che comportavano

la prospettiva della decadenza. Co-

me la vita individuale, anche quella

delle società era destinata a infiac-

chirsi fino all’estinzione. Come nel

caso dell’araba fenice, solo a partire

dalle ceneri ci può essere rinascita.

Ciò non valeva solo quando domina-

va il mito dell’eterno ritorno. Pure

all’interno delle tradizioni giudaica

e cristiana il senso dello sgretola-

mento dell’esistente è stato a lungo

presente. Anche nell’Occidente mo-

derno, che ha spinto tante volte lo

sguardo in avanti e ha colto

l’avvenire all’insegna di un continuo

crescere, l’idea di progresso e quel-

la di decadenza si sono spesso in-

trecciate. La cultura del secondo

Ottocento ha fornito frequenti prove

di una simile dialettica: accanto al

senso del progredire vi era quello

del finire. Per dirne una, molti allora

ritenevano che il modo di produzio-

ne capitalistico avesse i giorni

contati. Oggi la parola «decadenza»

sembra essere, per molti versi, a sua

non a quella di un modello economi-

co fallimentare. […] Verso la fine

dell’ultimo libro del card. Etchega-

ray (L’uomo a che prezzo? San Paolo

2012) si legge che, cinquant’anni

dopo il Vaticano II, «il centro di gra-

vità è scivolato verso l’uomo, non

verso l’uomo tentato di prendere il

posto di Dio, ma verso un uomo che

risente dolorosamente delle sue mol-

teplici alienazioni» (p. 123). Queste

parole scritte da una persona novan-

tenne attestano, da sole, la differenza

che c’è tra il primato della misericor-

dia e quello della condanna. Per sot-

toscriverle non occorre sposare

un’antropologia ottimistica che chiu-

de gli occhi verso le degenerazioni

reali e potenziali di cui sono capaci

gli esseri umani. Per chi crede nel

Vangelo, il solo modo autentico per

non concedere ai profeti di sventura

l’ultima parola sta nell’affidarsi

all’irriducibile primato della miseri-

cordia di Dio. È essa a indurci, nono-

stante una moltitudine di evidenze

empiriche contrarie, a credere in

una inestinguibile capacità di bene

presente negli esseri umani. […]

La decadenza da una riflessione di Piero Stefani tratta dal sito http://pierostefani.myblog.it/

Mercoledì 31 ottobre 2012 - Il “taglio del nastro” per il rinnovato Bar

Il “taglio del nastro” con al partecipazione di:

Raffaele Cortesi - Sindaco di Lugo

Fausto Cavina - Vicesindaco

Don Felice - Parroco di Voltana

Enrico Marangoni - Presidente della consulta

Davide Ranalli - coordinatore PD Bassa Romagna

Giacomo Baldini - segretario comunale PD Lugo

Mauro Sabbatani - ex presidente Consulta

Manlio Viscusi - vice presidente Consulta

Carlo Monti - coordinatore del progetto

della Casa del Popolo nelle foto di Carlo Monti

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Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

La destra ruba. La sinistra tassa. Gli “apparati” … ingrassano È assodato: non è possibile accu-

mulare enormi fortune in modo one-

sto. Però se raggiungi posizioni di

potere prima che ti raggiunga la

Giustizia, l’hai fatta franca! È asso-

dato, in Italia, che i politici sospetta-

ti di corruzione, indagati per corru-

zione o condannati per corruzione

preferiscano i partiti di destra. Tut-

tavia, gli italiani in genere, ed i po-

litici in particolare, hanno spesso

un’idea dello Stato e del “bene co-

mune”, molto fragile, molto labile.

Ecco, allora, che - nel teatrino del-

la politica - personaggi pluri-

divorziati predicano il valore della

famiglia, mentre vecchierelli, tanto

arzilli quanto pedofili azzimati, si

pongono come “testimonial”, oppo-

sitori di mezzi contraccettivi.

Ma le parole, quando sono con-

traddette dai fatti, trasformano tutto

in una recita, in una farsa grottesca

che sembra non finire mai.

Com’è possibile?

Una rivoluzione è come un incen-

dio. Perché scoppi un incendio oc-

corre qualche cosa che possa bru-

ciare, un ambiente che ne consenta

la combustione ed un innesco. Co-

me un fiammifero, posto sopra va-

pori di benzina, ne determinano

l’incendio e, in talune circostanze,

provocano uno scoppio, così una

rivoluzione è possibile se ci sono

idee nuove che veicolano delle

proposte alternative, se ci sono

molte persone che anelano un cam-

biamento e se non esistono possibi-

lità di fuga o di sfogo.

Al momento la situazione è cri-

stallizzata. Gli elementi per scate-

nare una … reazione forte ci sono,

ma manca la … contestualità. Se c’è

la piazza in subbuglio, mancano

leader, con progetti credibili ed

alternativi. Inoltre, chi non è di-

stratto dagli avvenimenti sportivi,

dai concorsi “vinci facile”, dalla

Rete, ecc. viene indirizzato a sfo-

garsi contro le minoranze, gli e-

xtracomunitari, ecc. Oppure deve

imparare a “rassegnarsi vittima

come tutti della congiuntura econo-

mica internazionale avversa”.

Mancano i “veri” leader poiché

- quelli che si richiamano alla

“destra” hanno sovente chiarissimo

il concetto di privato, meglio: il

concetto di interesse privato!

- e quelli che si richiamano alla

“sinistra” hanno sovente l’illusione

che “deve provvedervi lo Stato”.

Ma lo Stato siamo noi tutti. E quello

4 novembre. Bersani apre le primarie in Romagna.

che non riusciamo a pagare con le

tasse lo otterremo ricorrendo al

credito di terzi, ossia: con un debito

pubblico. Poi un giorno … Un gior-

no tutti scopriremo che le tasse pe-

savano eccessivamente su alcuni,

mentre altri proprio non le conosce-

vano! E, alla fine ed ora, ognuno

avrà 32 mila euro di debito pubbli-

co da dover fronteggiare!

Intanto chi poteva elaborare pro-

getti alternativi è entrato a far parte

del sistema. E, allontanandosi sem-

pre più dalle persone comuni, è

entrato a far parte di apparati buro-

cratici. Ovunque prospera una mol-

teplicità e stratificazione ammini-

strativa. Enti, associazioni, confede-

razioni, unioni, sindacati, partiti,

movimenti, confraternite (e chi più

ne ha, più ne metta) sono radicati

sul territorio e, tuttavia, spesso to-

talmente avulsi dal territorio. Esisto-

no a livello centrale e sono anche

capillarmente distribuiti a livello

locale. Una pletora di uomini e don-

ne, sempre più onerosa e inefficien-

te, è dedita alla mediazione ed alla

burocrazia fine a se stessa. Questi

apparati stanno intralciando la pro-

duzione, la crescita ed il cambia-

mento. Ma ancora per poco ...

Ristorante “La Campaza” loc. Fosso Ghiaia di Ravenna.

Tra i 700 che si pagano il pranzo e incontrano

Pier Luigi Bersani ci sono alcuni voltanesi.

Le foto pubblicate su Facebook sono di

Emanuela

e di Ombretta

Page 3: Voltana On Line n.26-2012

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

Anche a Voltana le elezioni primarie Domenica 25 novembre 2012,

dalle ore 08.00 alle ore 20.00 si

svolgeranno le elezioni primarie

del centrosinistra.

L'eventuale secondo turno si svol-

gerà domenica 2 dicembre 2012,

dalle ore 08.00 alle ore 20.00.

La partecipazione alle primarie è

aperta a tutti coloro che si registra-

no all'Albo delle elettrici e degli

elettori della Coalizione di centro

sinistra "Italia Bene Comune" a par-

tire dal 4 novembre, fino al giorno

stesso delle elezioni, versando a

copertura delle spese organizzative

un contributo di almeno due euro.

All'atto dell'iscrizione verrà conse-

gnato il certificato di elettore del

centrosinistra.

Ogni elettore potrà votare solo

nel seggio che include la propria

sezione elettorale esprimendo un'u-

nica preferenza in corrispondenza

del candidato prescelto.

Non sono ammessi al voto per le

primarie coloro che non si siano

registrati all'Albo delle elettrici e

degli elettori o coloro che svolgano

attività politica in contrasto con la

Coalizione di Centro sinistra ‘Italia

Bene Comune'.

Registrarsi all'albo nei giorni pre-

cedenti le votazioni consentirà un

alleggerimento delle operazioni e

una riduzione dei tempi di attesa la

domenica del voto.

A Voltana si vota in Piazza

dell’Unità nei locali ex NIVEA.

In Finlandia quasi tutti hanno una 100 Mbps per diritto disponibile, ma starà poi al

singolo cittadino decidere se

abbonarsi oppure no. Consi-

derata la bassa densità di

popolazione della Finlandia e

le difficoltà legate al clima,

in diversi casi Helsinki ha

preferito usare connessioni

mobile piuttosto che posare

cavi su terreni congelati per diversi mesi l'anno.

Il primo pensiero di molti è

stato probabilmente un im-

pietoso confronto tra Fin-

landia e Italia. Immaginare che un governo italiano attivi un progetto

simile, con tempi e investimenti

comparabili in effetti sembra una

barzelletta. Eppure abbiamo qual-

cosa in comune: anche in Finlandia

gli operatori nazionali si sono defi-

lati dal progetto, che è stato finan-

ziato tutto con denaro pubblico e

investimenti di piccoli operatori

locali.

Il problema della red-

ditività non è un'inven-

zione degli operatori

nostrani, questo è certo: oggi forse i tempi non

sono maturi per proporre

ai consumatori un costosa

linea da 100 Gbps, di cui

pochi saprebbero che

farsene. Non si può però

nemmeno aspettare che

si manifesti il bisogno -

dopotutto sappiamo che

La Finlandia è a buon punto nel-

la realizzazione dell'ambizioso

progetto digitale, che vuole porta-re a tutti una connessione 100 Mbps

entro il 2015. Un lavoro iniziato tre

anni fa con una connessione a 1

Mbps per tutti, e che a quanto pare

si concluderà come previsto.

L'operazione della Finlandia è le-

gata all'Agenda Digitale Europea,

ma il Paese scandinavo va ben

oltre le indicazioni di Bruxelles: il piano comunitario infatti prevede

che entro fine anno tutti i Paesi

membri si dotino di un piano per la

banda larga, e che entro il 2020 tutti

i cittadini siano raggiunti almeno da

una connessione a 30 Mbps, e alme-

no la metà abbia accesso ai 100

Mbps. La Finlandia pensa di fare di

più e più in fretta.

I servizi non sono gratuiti, nem-meno in Finlandia: il Governo ha

lavorato per rendere la banda larga

succederà nei prossimi anni, e farsi trovare pronti per una volta

sarebbe una buona idea.

Per questo alcuni esperti metto-

no in dubbio i dati finlandesi, e la bontà di un modello con costi altis-

simi e scarse previsioni di recupero

degli investimenti. Dubbi più che

legittimi, che andranno verificati

con il tempo, ma in ogni caso il pro-

getto resta di quelli che lasciano a

bocca aperta.

Basta guardare alla città di Karvia,

che fino a poco tempo fa aveva solo

lenti collegamenti da 0,5 Mbps. Og-

gi i 2.500 abitanti hanno accesso a

banda larga, IPTV, e altri servizi.

Una linea 20 Mbps costa 40 euro al

mese. Le autorità sono soddisfate

perché questa novità dà ai più gio-

vani un motivo per restare in città.

Notizia pubblicata dal sito

www.tomshw.it/cont/news/in-finlandia-

quasi-tutti-hanno-una-100-mbps-per-

diritto/40782/1.html

Palermo, 3 novembre 2012, Teatro

Massimo. L’attrice americana Bryerly

Long (la bionda, a destra) sul palco

con “Geminoid” (a sinistra).

Molti non si sono accorti che, in

scena, recitava il robot “Geminoid”.

Un prototipo di umanoide che simula

il respiro e, grazie ai suoi 12 motori,

si muove, parla e piange.

Page 4: Voltana On Line n.26-2012

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

Impariamo dagli abitanti dell'isola di Samso dal sito www.zeusnews.it

In Danimarca c'è un'isola grande

quattro volte Ischia, che si chiama

Samso, con 4.500 abitanti, in passato

abbastanza povera, con un clima mol-

to freddo e ventoso.

Nel 1997, per iniziativa del sindaco

che si è appellato ai cittadini, si è

progettato di rendere l'isola autosuffi-

ciente energeticamente, con l'instal-

lazione di 21 rotori eolici (11 a terra e

10 in mare), con la bella novità di

chiedere i soldi ai cittadini (15.000

euro a testa).

Più di tremila abitanti hanno aderi-

to, diventando azionisti a tutti gli ef-

fetti. Anche il Governo danese ha da-

to un contributo e l'iniziativa è partita.

Oggi Samso è l'unica isola al mondo

totalmente autosufficiente energetica-

mente e addirittura vende alla Dani-

marca il suo surplus di elettricità, tra-

smettendola con un cavo sottomarino.

Secondo me lo splendido risultato

non è solo ecologico, ma riguarda un

nuovo modo di produrre e distribuire

la ricchezza. Se fosse stata una inizia-

tiva capitalista di un privato o di una

multinazionale, gli interi profitti sa-

rebbero andati alla società costruttri-

ce e la popolazione non avrebbe avu-

to alcun beneficio economico.

Invece, un buon sindaco, la maggior

parte dei cittadini, l'appoggio statale,

hanno creato un blocco sociale capa-

ce di escludere i capitalisti dal pro-

prio territorio, con la conseguenza di

ottenere una ricchezza modesta ma

diffusa e la fine dell'emigrazione dei

"Cosa è successo in Sicilia? Il dato

politico fondamentale è uno solo,

quello che alcuni temevano, altri si

aspettavano, altri ancora snobbava-

no: ora c’è una nuova forza, che fa

sul serio. Nuova perché al di là di

ogni logica partitica “classica” fon-

data sulla suddivisione destra - cen-

tro - sinistra. È dalla crisi di questa

logica, della forma-partito, che è

sorto questo movimento di opposi-

zione: il MoVimento 5 Stelle. Il qua-

le, da oggi, è la prima forza politica

in Sicilia: 15 seggi contro i 14 del Pd

ed i 12 del Pdl. Con questo movi-

mento è nato un nuovo modo di fare

politica che parte dei bisogni della

gente e cerca di offrire soluzioni

concrete praticabili e non imposte

dall’alto, ma che nascono dal con-

fronto e dal dibattito pubblico. Il

MoVimento aspira così a presentare

nel nostro Paese una nuova immagi-

ne della democrazia: non più fonda-

ta sull’idea di rappresentanza e sulla

delega ai partiti, bensì sulla diretta

partecipazione dei cittadini alla

vita pubblica. Partecipazione che

passa attraverso una nuova forma di

comunicazione, la rete (blog, twit-

ter, ecc.), aggirando gli organi tra-

dizionali come stampa e televisione,

su cui invece contano gli altri partiti.

È questa inedita fusione tra la con-

cezione “originaria” della democra-

zia e la rivoluzione delle forme di

comunicazione che rende, per la

prima volta, possibile una autentica

partecipazione del cittadino alla

politica. Per questo il MoVimento dà

prova di essere profondamente ra-

dicato nel territorio e, al contempo,

di non conoscere confini, campanili-

smi, clientele. Il voto in Sicilia lo

conferma. Il MoVimento “sfonda”

nelle città (Palermo, con 43.000 voti

contro i 26.000 del Pd, ma anche

Messina, Agrigento e Caltanisetta).

E cosa fanno i neo-eletti? Parlano

con i cittadini, cercando di rispon-

dere alle loro domande, mentre

quelli degli altri Partiti sperimenta-

no la possibile tenuta del “patto di

ferro” tra Pd ed Udc per le prossime

elezioni politiche. C’è un abisso che

separa la vecchia dalla nuova politi-

Dal sito www.beppegrillo.it l’articolo di Paolo Becchi ca. Il MoVimento chiude definitiva-

mente i conti con il “politico di pro-

fessione”, con la rappresentanza,

con il “vivere della politica”: il politi-

co del MoVimento è un cittadino

come gli altri che, con il sapere che

gli deriva dalla professione che e-

sercita nella società, si mette per un

breve periodo della sua vita al ser-

vizio degli altri cittadini, per poi

ritornare alle sue precedenti occu-

pazioni. Egli vive, finalmente, per la

politica, per i cittadini. Radicato nel

territorio, ma senza i limiti che sono

propri dei governi locali e localisti-

ci, il MoVimento 5 Stelle ha comin-

ciato davvero a fare sul serio e, do-

po la Sicilia, lo attendono le prove

della Lombardia e del Lazio che,

probabilmente, precederanno le

elezioni politiche. E sarà proprio in

vista delle elezioni politiche che,

rispetto ai programmi regionali, il

MoVimento dovrà discutere al suo

interno, ed elaborare una soluzione

nuova ed originale, il problema fon-

damentale del nostro Paese: quello

della posizione italiana in Europa e

del destino della moneta unica.

Mentre tutti i partiti politici (se si

esclude quel che resta della Lega

Nord) sono “allineati” con la posi-

z i o n e d e l G o v e r n o d e l l ’

“europeismo” ad oltranza, il MoVi-

mento potrà - e dovrà - dare una

nuova “scossa” alla politica italiana.

Le elezioni in Sicilia sono un nuovo

inizio. Ce n’est qu’un debut, conti-

nuons le combat! "

suoi giovani.

In tutto il mondo oggi ormai è chia-

ro che le energie rinnovabili sono il

futuro energetico: la tendenza è quel-

la di affidare e grossi gruppi, e dun-

que a grossi impianti, la produzione

di energia pulita. Questa ristruttura-

zione energetica sarà un affare colos-

sale in cui si butteranno speculatori e

mafie.

Invece il futuro potrebbe essere

quello della microgenerazione, diffu-

sa su tutto il territorio, senza monopo-

li: piccoli paesi che fanno, come a

Samso, una public company per pro-

durre e gestire direttamente tutto il

proprio fabbisogno. Protagonisti e

azionisti, non sudditi.

Paolo De Gregorio

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Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

È il riscaldamento globale, stupido.

Dal numero di novembre di Altreconomia d'America ha superato i 900 miliardi

di dollari. Gli studenti-debitori sono

37 milioni, e più di uno su dieci ha

dichiarato default. Ecco perché -

secondo alcuni analisti - si prepara

la prossima bolla. Secondo le sti-me della rivista “Forbes”, la retta è

aumentata del 500% dal 1986 ad

oggi.

• Il ruolo della comunità nel nuovo

libro di Salvatore Settis, intervista-

to dal direttore di Ae Pietro Raita-

no: “In nome dello 'sviluppo' abbia-mo svenduto il territorio” e “la sog-

gezione verso la finanza crea deficit

di democrazia”. La risposta sta

nell'“azione popolare”. L'intervista a

Settis è tratta dal libro “Lo specula-

tore inconsapevole”, a cura di Altre-

conomia, in vendita da novembre.

• Eventi estremi e catastrofi innatu-

rali si ripetono con sempre maggio-

re frequenza. I danni del surriscal-

damento, però, non fanno notizia. In

vista del vertice Onu sui cambia-

menti climatici previsto a Doha

per fine novembre, Stefano Case-

rini -che insegna Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico

di Milano- commenta il Climate Vul-

nerability Report 2012.

Dal sito www.altreconomia.it

“I 'no' che aiutano a crescere”: il

sistema economico italiano

(pubblico e privato) ha evitato di

spendere 121 miliardi di euro sulla spinta delle proteste locali di

cittadini organizzati in comitati. Sol-

di che avrebbero finanziato proget-

ti - la maggior parte dei quali in

ambito energetico e infrastrutturale

- di cui oggi possiamo affermare

con certezza l'inutilità o la dannosi-

tà.

Altro che “sindrome Nimby”: in

un epoca di tagli e di crisi, li abbia-

mo chiamati “i 'no' che aiutano a

crescere”, ovvero quelle battaglie

di buon senso che, evitando sper-

pero di risorse, costi ambientali e

costi sociali, hanno contribuito allo

sviluppo economico del Paese.

• Tra i progetti la cui spesa può es-

sere ancora evitata, ci sono i dieci

miliardi di euro per la nuova Au-

tostrada del Sole, la Orte-Mestre: 400 chilometri attraverso cinque

Regioni. Un progetto di cui si parla

da oltre vent'anni, che oggi ha subi-

to un accelerata. Manca ancora il

Piano economico e finanziario, e i

flussi di traffico attesi sono modesti:

per questo comitati e associazioni

ambientaliste si battono contro la

cementificazione di alcune delle

aree agricole più fertili d'Italia,

q u e l l o d e l P o l e s i n e . A e

(Altreconomia) li ha incontrati muo-

vendosi, a passo lento, lungo il

tracciato della nuova autostrada.

• “I mille furbetti del condono”

sono 1.023 soggetti, tra cittadini e

imprese italiane, che - a dieci anni

dalla sanatoria fiscale “tombale”

del 2002 - devono ancora all'era-

rio 1,75 miliardi di euro. E non sono gli unici a non aver pa-

gato: dei 26 miliardi di euro che

avrebbero dovuto essere frutto del

condono, l'Agenzia delle Entrate ne

ha incassati poco più di 21. Manca-

no all'appello 4,1 miliardi, ricondu-

cibili a 63mila codici fiscali. Cittadi-

ni e contribuenti la cui identità è

nota alle autorità fiscali, che però

non hanno la possibilità di

“intimare il pagamento”: il Gover-

no Monti, infatti, ha spostato di un

anno, al 31 dicembre 2013, il limite

entro il quale chi non ha pagato

sarà considerato inadempiente.

• Intanto, la Svizzera chiede al Go-

verno italiano di sottoscrivere

l'accordo “Rubik”. Ma è un'offerta

da rifiutare: metterebbe a rischio il

processo Ocse sulla trasparenza, e

probabilmente non servirebbe

nemmeno a far cassa. Resterebbe-

ro intoccabili e anonimi i cittadini

italiani che detengono circa 130

miliardi di euro presso le banche

elvetiche.

• Il debito accumulato dagli stu-

denti universitari degli Stati Uniti

Con NIMBY (acronimo inglese

per Not In My Back Yard, lett. "Non

nel mio cortile") si indica un atteg-

giamento che si riscontra nelle pro-

teste contro opere di interesse pub-

blico che hanno, o si teme possano

avere, effetti negativi sui territori in

cui verranno costruite, come ad e-

sempio grandi vie di comunicazio-

ne, cave, sviluppi insediativi o indu-

striali, termovalorizzatori, discari-

che, depositi di sostanze pericolose,

centrali elettriche e simili.

L'atteggiamento consiste nel rico-

noscere come necessari, o comun-

que possibili, gli oggetti del conten-

dere ma, contemporaneamente, nel

non volerli nel proprio territorio a

causa delle eventuali controindica-

zioni sull'ambiente locale.

Da http://it.wikipedia.org/wiki/NIMBY

Bloomnberg BusinessWeek, il perio-

dico americano conosciuto per le sue

copertine provocatorie e suggestive,

oggi ne ha prodotta un’altra. “È il ri-

scaldamento globale, stupido”, si legge

(enorme) nel testo, con una immagine

di una strada cittadina allagata dopo

l’uragano Sandy.

“La nostra storia di copertina di que-

sta settimana può generare controver-

sie”, ha scritto il direttore Josh Tyran-

giel “ma solamente tra gli stupidi”.

Bloomberg Businessweek, the magazine known for its provocative and striking covers, has

dropped another one today: “IT’S GLOBAL WARMING, STUPID,” reads the (huge) text, with

an illustration of a flooded city street after Hurricane Sandy.

“Our cover story this week may generate controversy,” wrote editor Josh Tyrangiel on

Twitter. “But only among the stupid.”

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Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

[…] Nell’antica Roma, quando sta-

va per cadere l’impero, c’erano per-

sone che vivevano come se niente

stesse passando, continuando a fare

banchetti ed orge come al tempo

d e l m a s s i m o s p l e n d o r e

dell’impero... Vennero travolti sen-

za rendersi conto di quello che gli

stava succedendo! La situazione ita-

liana (e dell’Occidente, dell’Europa

e degli Stati Uniti) di oggi è pratica-

mente la stessa che si viveva alla

caduta dell’impero romano: molti

continuano a vivere senza rendersi

conto di quello che sta per accade-

re. I politici nostrani (tutti) litigano

fra di loro sul sesso degli angeli,

però la quasi totalità di loro guarda

ancora estasiata agli USA ed alla sua

politica neoliberista e guerrafon-

daia, come se gli USA fossero anco-

ra la superpotenza uscita vincitrice

della Seconda Guerra mondiale;

questi politici non si rendono conto

che gli USA sono sul bordo del tra-

collo, più o meno imminente, che

condurrà alla fine dell’Unione. Fino

a quando, ad esempio, il Governo

USA potrà sostenere un deficit gior-

naliero di oltre 4 miliardi di dollari?

La Federal Reserve,la banca cen-

trale USA, recentemente ha deciso

di comprare titoli di stato per 40

miliardi di dollari al mese, ossia

stamperà ogni mese 40 miliardi

di dollari! Ma per quanto tempo

potranno andare avanti stampando

dollari?

I politici pensano che la Germania

e la Francia con le loro banche siano

il “non plus ultra” ed ignorano che il

debito del Deutsche Bank, ad esem-

pio, secondo i dati dell’ultimo bilan-

c i o t r i mes t ra le pub b l i ca t o

(30/06/2012) è 1.579 miliardi di Eu-

ro, mentre quello del BNP Paribas è

1.344 miliardi; praticamente il debi-

to di cadauna delle principali ban-

che di Germania e Francia equivale

al PIL italiano! Queste sarebbero le

locomotive della Unione Europea …

Sicuramente molti italiani parlano

l’inglese, guardano e leggono me-

dia in inglese; il mondo, però sta

cambiando: quanti politici e quanti

italiani guardano, ad esempio i tele-

giornali della Russia, della Cina,

dell’Iran o dell’America Latina?

L’italiano medio si conforma con

quello che dicono i grandi media

ufficiali italiani e stranieri di USA,

Regno Unito e Francia; tutto il resto

è ignorato e questa “ignoranza del

mondo” traspare evidente nei com-

menti dei soliti politici che si alter-

nano nei salotti di trasmissioni come

“Porta a Porta” e simili. Ad esempio,

il precedente Ministro della Difesa

italiana, in merito alla mancata e-

stradizione del “terrorista” Battisti

da parte del Brasile, parlò di questo

Paese come di una repubblica delle

banane non si rendeva conto del

ruolo che, invece, svolge oggi il

Brasile a livello mondiale. I media di

tutto il mondo hanno ripetutamente

passato l’opinione di questo Mini-

stro, secondo cui in pratica si poteva

fare pressione sul Brasile rispen-

dendo a casa i giocatori che militano

nel Campionato italiano, come se

l’economia del Brasile dipendesse

solamente da questi introiti! Quel

Ministro riuscì a trasformare lui stes-

so (e non solo) in una barzelletta!

Quanti italiani si conformano con

quello che riportano i media ufficia-

li, in merito agli avvenimenti della

Siria, o a quanto successo in Libia lo

scorso anno? Quanti italiani sono

veramente al corrente della situazio-

ne economica europea, di quello

che passa in Grecia, in Spagna, in

Italia? Quanti italiani (ed europei)

sono coscienti del Trattato di Lisbo-

na? Molti avranno letto in questi

giorni del Meccanismo Europeo di

Stabilità, con il quale si introduce la

possibilità di aiuti agli Stati in diffi-

coltà; qual è il vero fine di questo

provvedimento? Fino ad oggi, però,

in base all’articolo 123 del Trattato

di Lisbona era proibito qualsiasi tipo

di aiuto diretto agli Stati. La BCE

presta soldi alle banche private al

tasso di interesse di riferimento

(oggi 0,75%) e le banche private

prestano soldi agli Stati, comprando

titoli di Stato, per esempio alla Gre-

cia ad un tasso di interesse del 20%

ed oltre; all’Italia stanno compran-

do, oggi, titoli ad un tasso di circa il

6%. Un meccanismo studiato ad hoc

per favorire le banche private, le

grandi multinazionali del credito.

Quanti italiani, quanti europei sono

coscienti di questo meccanismo e

dei suoi possibili effetti perversi?

Molti credono che la Banca d’Italia,

o la Banca Centrale Europea, appar-

tenga allo Stato Italiano o alla Unio-

ne Europea ed invece sono organi-

smi privati, SPA, esattamente come

la Fininvest o la FIAT, ma con alcune

L’Italia del Governo tecnico e della fine della sovranità nazionale. limitazioni e controlli pubblici.

In Italia, in Europa si parla della

lotta all’evasione fiscale e qualche

volta si è parlato dei paradisi fiscali.

Fra la Francia ed il Regno Unito, nel

Canale della Manica, nel cuore

dell’Europa, esistono delle isole

inglesi, che in realtà non fanno par-

te del Regno Unito e neppure della

Unione Europea (Sic! Come se un

pezzo di territorio italiano, ad esem-

pio le isole Tremiti, pur facendo

parte del territorio dello Stato, ai fini

giuridici non lo fosse, non rientran-

do neppure nella Unione Europea e

venisse utilizzato come paradiso

fiscale).

Tali isole (Jersey, Guernsey) di-

pendono direttamente dalla Corona

Britannica; queste isole sono i prin-

cipali paradisi fiscali del mondo

dove i ricconi ed i furbi di tutta Eu-

ropa e di tutto il mondo nascondono

il loro denaro, lecitamente o illecita-

mente ottenuto, sottraendolo alle

imposte.

[…] credo sia importante non par-

lare sempre e solo dei problemi, ma

sia necessario anche offrire delle

soluzioni.

Piuttosto che dare un giudizio su

Monti, sarebbe più opportuno chie-

dersi: perché Monti? Perché Monti è

diventato Capo del Governo e come

è arrivato a ricoprire tale ruolo?

Monti è legato a Goldman Sachs, al

Gruppo Bildenberg, alla Trilaterale,

ossia alla grande finanza, a chi reg-

ge i veri destini del mondo ed a chi

è interessato ad impadronirsi, ov-

viamente a prezzi stracciati delle

ricchezze che possiede l’Italia.

L’Italia possiede enormi ricchezze

e tantissime imprese pubbliche,

vere galline dalle uova d’oro, ossia

che danno profitti, anche enormi, e

quindi molto appetibili. Ovviamen-

te, l’obiettivo di questi “sciacalli” è

impossessarsi di queste ricchezze,

di queste imprese sborsando il me-

no possibile. Nella prima metà degli

anni novanta ci fu il primo assalto ai

tesori italiani.

Allora, i tesori italiani erano conte-

nuti in uno scrigno chiamato IRI,

smembrato e svenduto, praticamen-

te regalato, con la scusa che fosse

un carrozzone che dava solo dolori

di testa e perdite ai proprietari, os-

sia allo stato, al popolo italiano, e

quindi era meglio di- ( Segue a pag. 7 )

Page 7: Voltana On Line n.26-2012

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012

sfarsene, piazzando i

vari pezzi a qualunque costo, anche

regalandoli praticamente, come av-

venuto. La domanda sorge sponta-

nea: un privato compra una im-

presa che non da utili? Io non cre-

do che qualcuno compri qualcosa

che poi non gli renda degli utili e

neppure la accetta in regalo!

A quell’epoca dell’IRI si diceva

tutto ed il contrario di tutto, meno

che fosse una delle più grandi multi-

nazionali del mondo, quarta o quin-

ta! Le imprese dell’IRI davano enor-

mi utili, che assieme alle tasse ed

alle altre entrate dello Stato serviva-

no a finanziare anche gli investimen-

ti sociali: sanità, educazione, cultu-

ra, pensioni, ecc. Oggi tutti i grandi

media (cassa di risonanza del pen-

siero unico neoliberale) sono impe-

gnati ad associare la spesa pubbli-

ca, gli investimenti nel sociale, al

termine spreco. Non si tratta di uno

spreco, ma di un investimento, che

nel passato ha dato enormi benefici

al Paese. Quando si investiva in edu-

cazione, scuole, Università e tutti, i

capaci e meritevoli, anche se privi

di mezzi, avevano il diritto di poter

raggiungere i gradi più alti degli

studi, l’Italia era un Paese prospero-

so; oggi, quelle parole contenute

nella Costituzione (art. 34) stanno

diventando lettera morta, perché

all’Università non si accede libera-

mente, ma tramite prove d’accesso

ed il numero di posti disponibili è

sempre più limitato; si sta plasman-

do una società in cui l’esclusione

sarà la norma; i membri delle classi

ricche, anche se eventualmente

bocciati agli esami d’accesso delle

Università pubbliche, possono sem-

re entro i successivi 12 mesi è salito

a 524,53 miliardi, che rappresenta il

26,66% . Se il signor Monti, quando

era alla guida di Goldman Sachs,

dopo un anno di lavoro, avesse pre-

sentato cifre del genere lo avrebbe-

ro licenziato all’istante!

L’azione di Monti non sta riducen-

do il debito pubblico, come ben in-

dicano i numeri e non ha per fine la

riduzione del debito pubblico! Prima

di spiegare il fine del Governo Mon-

ti, rispondiamo alle altre due doman-

de che ci eravamo posti, a cui impli-

citamente abbiamo già risposto: da

quando Monti è al Governo non c’è

segno di ripresa, anzi quest’anno

andrà molto peggio che l’anno ante-

riore con Berlusconi! In quanto ai

tagli di bilancio, questi effettivamen-

te sono in corso, peccato che anche

per il signor Monti, il termine spreco

è sinonimo di investimento sociale,

ossia sta tagliando ospedali, Tribu-

nali, l’impiego pubblico, le pensioni,

l’educazione ... taglia unicamente

quegli investimenti che danno utili

sul lungo termine.

Una volta appurato che il signor

Monti sta ottenendo risultati esatta-

mente contrari e totalmente negativi

rispetto a quelli che si era prefisso

sulla carta, possiamo rispondere alla

domanda perché Monti è diventato

Capo del Governo, ossia qual è il

suo vero fine. Monti è stato chia-

mato al Governo col fine di au-

mentare il debito pubblico! Come

visto sta assolvendo nel migliore dei

modi il suo compito. Attenzione, pe-

rò che il signor Monti non solo ha il

compito di aumentare il debito, ma

deve anche accelerare i tempi! È per

questa ragione che oltre ad aumen-

tare il debito in se, aumenta la quota

da pagare a breve termine, a meno

di un anno.

Che cosa è il debito pubblico?

Il debito pubblico è il miglior

modo per trasformare il patrimo-

nio nazionale in capitale privato.

Sintesi dell’intervista fatta da Federico

Del Cortivo al Prof. Attilio Folliero.

Leggi il testo integrale, è disponibile nel

sito http://europeanphoenix.it

pre accedere a quelle private, i cui

costi sono proibitivi per i membri

delle classi più povere ed anche per

le classi medie.

Nella stessa direzione vanno i tagli

alla sanità (chiusura degli ospedali),

alla Giustizia (chiusura del Tribuna-

li), l’aumento dell’età pensionabile,

la sostanziale riduzione dei diritti dei

lavoratori, ecc... tutto questo farà

dell’Italia una società sempre più di

elite, riservata ai ricchi e potenti.

Allora, perché Monti arriva a rico-

prire il ruolo di Capo del Governo

con l’obiettivo principale di ridurre

il cosiddetto debito pubblico, favori-

re la crescita, tagliare gli sprechi?

Monti governa l’Italia da dieci mesi,

il debito pubblico da segni di ridu-

zione? L’Italia sta iniziando a cresce-

re? Ha tagliato gli sprechi, ha con-

dotto una seria lotta all’evasione fi-

scale?

Niente di tutto questo. Se analizzia-

mo i dati mensili del debito pubblico

dal dicembre 2010 a luglio 2012, ulti-

mo dato disponibile (nella tabella

seguente, appositamente preparata

su dati di fonte Banca d’Italia), ci si

rende conto facilmente che il debito

pubblico ha continuato a crescere.

Non solo cresce in valore assoluto ed

in valore percentuale sul Pil, ma la

cosa più preoccupante è che cresce

il debito da pagare a breve, ossia

con scadenza inferiore ad un anno!

Alla fine di dicembre del 2010 il de-

bito pubblico ammontava a 1.842

miliardi, 118% del PIL. Monti arriva

al governo il 16 novembre del 2011;

il debito pubblico ad ottobre 2011

era di 1.908 miliardi; secondo

l’ultimo dato pubblicato, come detto

luglio 2012, il debito è salito a 1.967

miliardi di euro ed ormai siamo

prossimi alla soglia del 130% del

PIL; ricordiamo che mentre il debito

continua a salire, il Pil quest’anno si

contrarrà di oltre il 2%.

Ciò che più preoccupa della ge-

stione Monti è la crescita del debito

in scadenza a meno di un anno. Alla

fine del 2010 l’Italia aveva 457 miliar-

di di euro in scadenza nel corso del

2011, ossia il 24,81% di tutto il debi-

to; alla fine di ottobre del 2011, quin-

di alla vigilia dell’insediamento di

Monti, il debito da pagare al massi-

mo entro i successivi 12 mesi era

salito a 491 miliardi, il 25,76% di tut-

to il debito; a luglio 2012, grazie a

Monti ovviamente, il debito da paga-

“All’estero quando un politico è

coinvolto in un reato, sparisce lui.

In Italia sparisce il reato, il proces-

so e a volte anche il Magistrato ! ”

Marco Travaglio

Che cos’è che può

Con che cosa mai si può distrugge-

re l’uomo?

Con la politica senza principi.

Con la ricchezza senza lavoro.

Con l’intelligenza senza sapienza.

Con gli affari senza morale.

Con la scienza senza umanità.

Con la religione senza fede.

Con l’amore senza il sacrificio di sé.

Gandhi

distruggere l’uomo?

Sintesi dell’intervista fatta da Federico Del Cortivo al Prof. Attilio Folliero Il testo integrale è nel sito http://europeanphoenix.it

( Segue da pag. 6 )

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totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

La poesia e l’immagine sono di Paolo Gagliardi

“Da vent’anni a questa parte le ore di

fiato messe sul mercato dai professori

secondari sono andate spaventosamente

aumentando. Specie nelle grandi città,

dalle 10 a 12 ore settimanali, che erano i

massimi di un tempo, si è giunti, a furia di

orari normali prolungati e di classi ag-

giunte, alle 15, alle 20, alle 25 e anche

alle 30 e più ore per settimana. Tutto ciò può sembrare ragionevole solo ai buro-

crati che passano 7 od 8 ore del giorno

all’ufficio, seduti ad emarginare pratiche.

A costoro può sembrare che i professori

con le loro 20-30 ore di lezione per setti-

mana e colle vacanze, lunghe e brevi, sia-

no dei perditempo. Chi guarda invece alla

realtà dei risultati intellettuali e morali

della scuola deve riconoscere che nessuna

jattura può essere più grande di questa.

La merce «fiato» perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto

nella scuola sa che non si può vendere

impunemente fiato per 20 ore alla settima-

na, tanto meno per 30 ore. La scuola, a

volerla fare sul serio, con intenti educati-

vi, logora. Appena si supera un certo se-

gno, è inevitabile che l’insegnante cerchi

di perdere il tempo, pur di far passare le

ore. Buona parte dell’orario viene perdu-

to in minuti di attesa e di uscita, in appel-

li, in interrogazioni stracche, in compiti

da farsi in scuola, ecc., ecc. Nasce una complicità dolorosa ma fatale tra inse-

gnanti e scolari a far passare il tempo,

pur di far l’orario prescritto dai regola-

menti e di esaurire quelle cose senza sen-

so che sono i programmi. La scuola di-

venta un locale, dove sta seduto un uomo

incaricato di tenere a bada per tante ore

al giorno i ragazzi dai 10 ai 18 anni di

età ed un ufficio il quale rilascia alla fine

del corso dei diplomi stampati. Scolari

svogliati, genitori irritati di dover pagare le tasse, insegnanti malcontenti; ecco il

quadro della scuola secondaria d’oggi in

Italia. Non dico che la colpa di tutto ciò

siano gli orari lunghi; ma certo gli orari

lunghi sono l’esponente e nello stesso

tempo un’aggravante di tutta una falsa

concezione della missione della scuola

media”.

Luigi Einaudi, La crisi scolastica e la

superstizione degli orari lunghi,

Corriere della Sera, 21 aprile 1913 ( ! )

La superstizione degli orari da uno scritto di Luigi Einaudi

Un calendario, aggiornato, degli eventi

pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it

facendo click in AGENDA !

Dal 12 al 19 aprile 2013 8 giorni 7 notti

la Parrocchia di Voltana partecipa al

Pellegrinaggio particolare in Terra Santa

Guida spirituale

S.E. Mons. Giuseppe VERUCCHI

Arcivescovo di Ravenna e Cervia

Maggiori informazioni

al Circolo Parrocchiale

e nel sito www.pastoraleturismo.ra.it

Sono anni ormai

che sono pronto per lo sfratto.

Le valigie sono pronte

e i debiti sono pagati.

E se poi qualcuno non ci crede,

e non ha paura di perdersi,

quando arriverà l’ora

mi può trovare nell’altra casa.

LO SFRATTO (la morte) E’ SFRAT

L’è dj èn ormai

ch’a so prount pr e’ sfrat.

Al valiṣ agli è fati

e i count j è péra.

E pu se quicadoun u n’i créd,

e u n’à paura d’pérdas,

quand ch’l’arivarà l’óra

u m’pö truvér in cl’étra ca.