voltana on line n.26-2012
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News, politicsTRANSCRIPT
26
2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it
volta decaduta. Al suo posto è suben-
trato il termine «crisi». Questa sosti-
tuzione è dovuta al primato oggi go-
duto dalle questioni economico-
finanziarie colte in un’ottica liberista.
Si può parlare di crisi grazie al sot-
tointeso secondo cui si tratta di feno-
meni temporanei. È proprio infatti
della vita economica capitalista pro-
durre periodicamente crisi da cui si
esce attraverso ristrutturazioni più o
meno radicali. La dialettica è tra
sviluppo e recessione e non già tra
progresso e declino. Nessuno ose-
rebbe sostenere che l’economia ita-
liana è in decadenza, essa è solo in
crisi. Solo così si può evitare la con-
danna definitiva di un linguaggio
politico ancora impregnato della po-
sitività attribuita alla parola
«sviluppo». Al giorno d’oggi, i teorici
della decrescita costituiscono ancora
una esigua minoranza che anima mo-
vimenti soprattutto intellettuali senza
aver conquistato alcuna legittimità
nella retorica politica. Tutti attendo-
no la ripresa e la prospettano come
un semplice rilancio dell’economia
attuale. Si pensa alla fine della crisi,
Per millenni quasi tutte le civiltà
apparse sul pianeta hanno elaborato
visioni del tempo che comportavano
la prospettiva della decadenza. Co-
me la vita individuale, anche quella
delle società era destinata a infiac-
chirsi fino all’estinzione. Come nel
caso dell’araba fenice, solo a partire
dalle ceneri ci può essere rinascita.
Ciò non valeva solo quando domina-
va il mito dell’eterno ritorno. Pure
all’interno delle tradizioni giudaica
e cristiana il senso dello sgretola-
mento dell’esistente è stato a lungo
presente. Anche nell’Occidente mo-
derno, che ha spinto tante volte lo
sguardo in avanti e ha colto
l’avvenire all’insegna di un continuo
crescere, l’idea di progresso e quel-
la di decadenza si sono spesso in-
trecciate. La cultura del secondo
Ottocento ha fornito frequenti prove
di una simile dialettica: accanto al
senso del progredire vi era quello
del finire. Per dirne una, molti allora
ritenevano che il modo di produzio-
ne capitalistico avesse i giorni
contati. Oggi la parola «decadenza»
sembra essere, per molti versi, a sua
non a quella di un modello economi-
co fallimentare. […] Verso la fine
dell’ultimo libro del card. Etchega-
ray (L’uomo a che prezzo? San Paolo
2012) si legge che, cinquant’anni
dopo il Vaticano II, «il centro di gra-
vità è scivolato verso l’uomo, non
verso l’uomo tentato di prendere il
posto di Dio, ma verso un uomo che
risente dolorosamente delle sue mol-
teplici alienazioni» (p. 123). Queste
parole scritte da una persona novan-
tenne attestano, da sole, la differenza
che c’è tra il primato della misericor-
dia e quello della condanna. Per sot-
toscriverle non occorre sposare
un’antropologia ottimistica che chiu-
de gli occhi verso le degenerazioni
reali e potenziali di cui sono capaci
gli esseri umani. Per chi crede nel
Vangelo, il solo modo autentico per
non concedere ai profeti di sventura
l’ultima parola sta nell’affidarsi
all’irriducibile primato della miseri-
cordia di Dio. È essa a indurci, nono-
stante una moltitudine di evidenze
empiriche contrarie, a credere in
una inestinguibile capacità di bene
presente negli esseri umani. […]
La decadenza da una riflessione di Piero Stefani tratta dal sito http://pierostefani.myblog.it/
Mercoledì 31 ottobre 2012 - Il “taglio del nastro” per il rinnovato Bar
Il “taglio del nastro” con al partecipazione di:
Raffaele Cortesi - Sindaco di Lugo
Fausto Cavina - Vicesindaco
Don Felice - Parroco di Voltana
Enrico Marangoni - Presidente della consulta
Davide Ranalli - coordinatore PD Bassa Romagna
Giacomo Baldini - segretario comunale PD Lugo
Mauro Sabbatani - ex presidente Consulta
Manlio Viscusi - vice presidente Consulta
Carlo Monti - coordinatore del progetto
della Casa del Popolo nelle foto di Carlo Monti
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La destra ruba. La sinistra tassa. Gli “apparati” … ingrassano È assodato: non è possibile accu-
mulare enormi fortune in modo one-
sto. Però se raggiungi posizioni di
potere prima che ti raggiunga la
Giustizia, l’hai fatta franca! È asso-
dato, in Italia, che i politici sospetta-
ti di corruzione, indagati per corru-
zione o condannati per corruzione
preferiscano i partiti di destra. Tut-
tavia, gli italiani in genere, ed i po-
litici in particolare, hanno spesso
un’idea dello Stato e del “bene co-
mune”, molto fragile, molto labile.
Ecco, allora, che - nel teatrino del-
la politica - personaggi pluri-
divorziati predicano il valore della
famiglia, mentre vecchierelli, tanto
arzilli quanto pedofili azzimati, si
pongono come “testimonial”, oppo-
sitori di mezzi contraccettivi.
Ma le parole, quando sono con-
traddette dai fatti, trasformano tutto
in una recita, in una farsa grottesca
che sembra non finire mai.
Com’è possibile?
Una rivoluzione è come un incen-
dio. Perché scoppi un incendio oc-
corre qualche cosa che possa bru-
ciare, un ambiente che ne consenta
la combustione ed un innesco. Co-
me un fiammifero, posto sopra va-
pori di benzina, ne determinano
l’incendio e, in talune circostanze,
provocano uno scoppio, così una
rivoluzione è possibile se ci sono
idee nuove che veicolano delle
proposte alternative, se ci sono
molte persone che anelano un cam-
biamento e se non esistono possibi-
lità di fuga o di sfogo.
Al momento la situazione è cri-
stallizzata. Gli elementi per scate-
nare una … reazione forte ci sono,
ma manca la … contestualità. Se c’è
la piazza in subbuglio, mancano
leader, con progetti credibili ed
alternativi. Inoltre, chi non è di-
stratto dagli avvenimenti sportivi,
dai concorsi “vinci facile”, dalla
Rete, ecc. viene indirizzato a sfo-
garsi contro le minoranze, gli e-
xtracomunitari, ecc. Oppure deve
imparare a “rassegnarsi vittima
come tutti della congiuntura econo-
mica internazionale avversa”.
Mancano i “veri” leader poiché
- quelli che si richiamano alla
“destra” hanno sovente chiarissimo
il concetto di privato, meglio: il
concetto di interesse privato!
- e quelli che si richiamano alla
“sinistra” hanno sovente l’illusione
che “deve provvedervi lo Stato”.
Ma lo Stato siamo noi tutti. E quello
4 novembre. Bersani apre le primarie in Romagna.
che non riusciamo a pagare con le
tasse lo otterremo ricorrendo al
credito di terzi, ossia: con un debito
pubblico. Poi un giorno … Un gior-
no tutti scopriremo che le tasse pe-
savano eccessivamente su alcuni,
mentre altri proprio non le conosce-
vano! E, alla fine ed ora, ognuno
avrà 32 mila euro di debito pubbli-
co da dover fronteggiare!
Intanto chi poteva elaborare pro-
getti alternativi è entrato a far parte
del sistema. E, allontanandosi sem-
pre più dalle persone comuni, è
entrato a far parte di apparati buro-
cratici. Ovunque prospera una mol-
teplicità e stratificazione ammini-
strativa. Enti, associazioni, confede-
razioni, unioni, sindacati, partiti,
movimenti, confraternite (e chi più
ne ha, più ne metta) sono radicati
sul territorio e, tuttavia, spesso to-
talmente avulsi dal territorio. Esisto-
no a livello centrale e sono anche
capillarmente distribuiti a livello
locale. Una pletora di uomini e don-
ne, sempre più onerosa e inefficien-
te, è dedita alla mediazione ed alla
burocrazia fine a se stessa. Questi
apparati stanno intralciando la pro-
duzione, la crescita ed il cambia-
mento. Ma ancora per poco ...
Ristorante “La Campaza” loc. Fosso Ghiaia di Ravenna.
Tra i 700 che si pagano il pranzo e incontrano
Pier Luigi Bersani ci sono alcuni voltanesi.
Le foto pubblicate su Facebook sono di
Emanuela
e di Ombretta
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Anche a Voltana le elezioni primarie Domenica 25 novembre 2012,
dalle ore 08.00 alle ore 20.00 si
svolgeranno le elezioni primarie
del centrosinistra.
L'eventuale secondo turno si svol-
gerà domenica 2 dicembre 2012,
dalle ore 08.00 alle ore 20.00.
La partecipazione alle primarie è
aperta a tutti coloro che si registra-
no all'Albo delle elettrici e degli
elettori della Coalizione di centro
sinistra "Italia Bene Comune" a par-
tire dal 4 novembre, fino al giorno
stesso delle elezioni, versando a
copertura delle spese organizzative
un contributo di almeno due euro.
All'atto dell'iscrizione verrà conse-
gnato il certificato di elettore del
centrosinistra.
Ogni elettore potrà votare solo
nel seggio che include la propria
sezione elettorale esprimendo un'u-
nica preferenza in corrispondenza
del candidato prescelto.
Non sono ammessi al voto per le
primarie coloro che non si siano
registrati all'Albo delle elettrici e
degli elettori o coloro che svolgano
attività politica in contrasto con la
Coalizione di Centro sinistra ‘Italia
Bene Comune'.
Registrarsi all'albo nei giorni pre-
cedenti le votazioni consentirà un
alleggerimento delle operazioni e
una riduzione dei tempi di attesa la
domenica del voto.
A Voltana si vota in Piazza
dell’Unità nei locali ex NIVEA.
In Finlandia quasi tutti hanno una 100 Mbps per diritto disponibile, ma starà poi al
singolo cittadino decidere se
abbonarsi oppure no. Consi-
derata la bassa densità di
popolazione della Finlandia e
le difficoltà legate al clima,
in diversi casi Helsinki ha
preferito usare connessioni
mobile piuttosto che posare
cavi su terreni congelati per diversi mesi l'anno.
Il primo pensiero di molti è
stato probabilmente un im-
pietoso confronto tra Fin-
landia e Italia. Immaginare che un governo italiano attivi un progetto
simile, con tempi e investimenti
comparabili in effetti sembra una
barzelletta. Eppure abbiamo qual-
cosa in comune: anche in Finlandia
gli operatori nazionali si sono defi-
lati dal progetto, che è stato finan-
ziato tutto con denaro pubblico e
investimenti di piccoli operatori
locali.
Il problema della red-
ditività non è un'inven-
zione degli operatori
nostrani, questo è certo: oggi forse i tempi non
sono maturi per proporre
ai consumatori un costosa
linea da 100 Gbps, di cui
pochi saprebbero che
farsene. Non si può però
nemmeno aspettare che
si manifesti il bisogno -
dopotutto sappiamo che
La Finlandia è a buon punto nel-
la realizzazione dell'ambizioso
progetto digitale, che vuole porta-re a tutti una connessione 100 Mbps
entro il 2015. Un lavoro iniziato tre
anni fa con una connessione a 1
Mbps per tutti, e che a quanto pare
si concluderà come previsto.
L'operazione della Finlandia è le-
gata all'Agenda Digitale Europea,
ma il Paese scandinavo va ben
oltre le indicazioni di Bruxelles: il piano comunitario infatti prevede
che entro fine anno tutti i Paesi
membri si dotino di un piano per la
banda larga, e che entro il 2020 tutti
i cittadini siano raggiunti almeno da
una connessione a 30 Mbps, e alme-
no la metà abbia accesso ai 100
Mbps. La Finlandia pensa di fare di
più e più in fretta.
I servizi non sono gratuiti, nem-meno in Finlandia: il Governo ha
lavorato per rendere la banda larga
succederà nei prossimi anni, e farsi trovare pronti per una volta
sarebbe una buona idea.
Per questo alcuni esperti metto-
no in dubbio i dati finlandesi, e la bontà di un modello con costi altis-
simi e scarse previsioni di recupero
degli investimenti. Dubbi più che
legittimi, che andranno verificati
con il tempo, ma in ogni caso il pro-
getto resta di quelli che lasciano a
bocca aperta.
Basta guardare alla città di Karvia,
che fino a poco tempo fa aveva solo
lenti collegamenti da 0,5 Mbps. Og-
gi i 2.500 abitanti hanno accesso a
banda larga, IPTV, e altri servizi.
Una linea 20 Mbps costa 40 euro al
mese. Le autorità sono soddisfate
perché questa novità dà ai più gio-
vani un motivo per restare in città.
Notizia pubblicata dal sito
www.tomshw.it/cont/news/in-finlandia-
quasi-tutti-hanno-una-100-mbps-per-
diritto/40782/1.html
Palermo, 3 novembre 2012, Teatro
Massimo. L’attrice americana Bryerly
Long (la bionda, a destra) sul palco
con “Geminoid” (a sinistra).
Molti non si sono accorti che, in
scena, recitava il robot “Geminoid”.
Un prototipo di umanoide che simula
il respiro e, grazie ai suoi 12 motori,
si muove, parla e piange.
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Impariamo dagli abitanti dell'isola di Samso dal sito www.zeusnews.it
In Danimarca c'è un'isola grande
quattro volte Ischia, che si chiama
Samso, con 4.500 abitanti, in passato
abbastanza povera, con un clima mol-
to freddo e ventoso.
Nel 1997, per iniziativa del sindaco
che si è appellato ai cittadini, si è
progettato di rendere l'isola autosuffi-
ciente energeticamente, con l'instal-
lazione di 21 rotori eolici (11 a terra e
10 in mare), con la bella novità di
chiedere i soldi ai cittadini (15.000
euro a testa).
Più di tremila abitanti hanno aderi-
to, diventando azionisti a tutti gli ef-
fetti. Anche il Governo danese ha da-
to un contributo e l'iniziativa è partita.
Oggi Samso è l'unica isola al mondo
totalmente autosufficiente energetica-
mente e addirittura vende alla Dani-
marca il suo surplus di elettricità, tra-
smettendola con un cavo sottomarino.
Secondo me lo splendido risultato
non è solo ecologico, ma riguarda un
nuovo modo di produrre e distribuire
la ricchezza. Se fosse stata una inizia-
tiva capitalista di un privato o di una
multinazionale, gli interi profitti sa-
rebbero andati alla società costruttri-
ce e la popolazione non avrebbe avu-
to alcun beneficio economico.
Invece, un buon sindaco, la maggior
parte dei cittadini, l'appoggio statale,
hanno creato un blocco sociale capa-
ce di escludere i capitalisti dal pro-
prio territorio, con la conseguenza di
ottenere una ricchezza modesta ma
diffusa e la fine dell'emigrazione dei
"Cosa è successo in Sicilia? Il dato
politico fondamentale è uno solo,
quello che alcuni temevano, altri si
aspettavano, altri ancora snobbava-
no: ora c’è una nuova forza, che fa
sul serio. Nuova perché al di là di
ogni logica partitica “classica” fon-
data sulla suddivisione destra - cen-
tro - sinistra. È dalla crisi di questa
logica, della forma-partito, che è
sorto questo movimento di opposi-
zione: il MoVimento 5 Stelle. Il qua-
le, da oggi, è la prima forza politica
in Sicilia: 15 seggi contro i 14 del Pd
ed i 12 del Pdl. Con questo movi-
mento è nato un nuovo modo di fare
politica che parte dei bisogni della
gente e cerca di offrire soluzioni
concrete praticabili e non imposte
dall’alto, ma che nascono dal con-
fronto e dal dibattito pubblico. Il
MoVimento aspira così a presentare
nel nostro Paese una nuova immagi-
ne della democrazia: non più fonda-
ta sull’idea di rappresentanza e sulla
delega ai partiti, bensì sulla diretta
partecipazione dei cittadini alla
vita pubblica. Partecipazione che
passa attraverso una nuova forma di
comunicazione, la rete (blog, twit-
ter, ecc.), aggirando gli organi tra-
dizionali come stampa e televisione,
su cui invece contano gli altri partiti.
È questa inedita fusione tra la con-
cezione “originaria” della democra-
zia e la rivoluzione delle forme di
comunicazione che rende, per la
prima volta, possibile una autentica
partecipazione del cittadino alla
politica. Per questo il MoVimento dà
prova di essere profondamente ra-
dicato nel territorio e, al contempo,
di non conoscere confini, campanili-
smi, clientele. Il voto in Sicilia lo
conferma. Il MoVimento “sfonda”
nelle città (Palermo, con 43.000 voti
contro i 26.000 del Pd, ma anche
Messina, Agrigento e Caltanisetta).
E cosa fanno i neo-eletti? Parlano
con i cittadini, cercando di rispon-
dere alle loro domande, mentre
quelli degli altri Partiti sperimenta-
no la possibile tenuta del “patto di
ferro” tra Pd ed Udc per le prossime
elezioni politiche. C’è un abisso che
separa la vecchia dalla nuova politi-
Dal sito www.beppegrillo.it l’articolo di Paolo Becchi ca. Il MoVimento chiude definitiva-
mente i conti con il “politico di pro-
fessione”, con la rappresentanza,
con il “vivere della politica”: il politi-
co del MoVimento è un cittadino
come gli altri che, con il sapere che
gli deriva dalla professione che e-
sercita nella società, si mette per un
breve periodo della sua vita al ser-
vizio degli altri cittadini, per poi
ritornare alle sue precedenti occu-
pazioni. Egli vive, finalmente, per la
politica, per i cittadini. Radicato nel
territorio, ma senza i limiti che sono
propri dei governi locali e localisti-
ci, il MoVimento 5 Stelle ha comin-
ciato davvero a fare sul serio e, do-
po la Sicilia, lo attendono le prove
della Lombardia e del Lazio che,
probabilmente, precederanno le
elezioni politiche. E sarà proprio in
vista delle elezioni politiche che,
rispetto ai programmi regionali, il
MoVimento dovrà discutere al suo
interno, ed elaborare una soluzione
nuova ed originale, il problema fon-
damentale del nostro Paese: quello
della posizione italiana in Europa e
del destino della moneta unica.
Mentre tutti i partiti politici (se si
esclude quel che resta della Lega
Nord) sono “allineati” con la posi-
z i o n e d e l G o v e r n o d e l l ’
“europeismo” ad oltranza, il MoVi-
mento potrà - e dovrà - dare una
nuova “scossa” alla politica italiana.
Le elezioni in Sicilia sono un nuovo
inizio. Ce n’est qu’un debut, conti-
nuons le combat! "
suoi giovani.
In tutto il mondo oggi ormai è chia-
ro che le energie rinnovabili sono il
futuro energetico: la tendenza è quel-
la di affidare e grossi gruppi, e dun-
que a grossi impianti, la produzione
di energia pulita. Questa ristruttura-
zione energetica sarà un affare colos-
sale in cui si butteranno speculatori e
mafie.
Invece il futuro potrebbe essere
quello della microgenerazione, diffu-
sa su tutto il territorio, senza monopo-
li: piccoli paesi che fanno, come a
Samso, una public company per pro-
durre e gestire direttamente tutto il
proprio fabbisogno. Protagonisti e
azionisti, non sudditi.
Paolo De Gregorio
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È il riscaldamento globale, stupido.
Dal numero di novembre di Altreconomia d'America ha superato i 900 miliardi
di dollari. Gli studenti-debitori sono
37 milioni, e più di uno su dieci ha
dichiarato default. Ecco perché -
secondo alcuni analisti - si prepara
la prossima bolla. Secondo le sti-me della rivista “Forbes”, la retta è
aumentata del 500% dal 1986 ad
oggi.
• Il ruolo della comunità nel nuovo
libro di Salvatore Settis, intervista-
to dal direttore di Ae Pietro Raita-
no: “In nome dello 'sviluppo' abbia-mo svenduto il territorio” e “la sog-
gezione verso la finanza crea deficit
di democrazia”. La risposta sta
nell'“azione popolare”. L'intervista a
Settis è tratta dal libro “Lo specula-
tore inconsapevole”, a cura di Altre-
conomia, in vendita da novembre.
• Eventi estremi e catastrofi innatu-
rali si ripetono con sempre maggio-
re frequenza. I danni del surriscal-
damento, però, non fanno notizia. In
vista del vertice Onu sui cambia-
menti climatici previsto a Doha
per fine novembre, Stefano Case-
rini -che insegna Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico
di Milano- commenta il Climate Vul-
nerability Report 2012.
Dal sito www.altreconomia.it
“I 'no' che aiutano a crescere”: il
sistema economico italiano
(pubblico e privato) ha evitato di
spendere 121 miliardi di euro sulla spinta delle proteste locali di
cittadini organizzati in comitati. Sol-
di che avrebbero finanziato proget-
ti - la maggior parte dei quali in
ambito energetico e infrastrutturale
- di cui oggi possiamo affermare
con certezza l'inutilità o la dannosi-
tà.
Altro che “sindrome Nimby”: in
un epoca di tagli e di crisi, li abbia-
mo chiamati “i 'no' che aiutano a
crescere”, ovvero quelle battaglie
di buon senso che, evitando sper-
pero di risorse, costi ambientali e
costi sociali, hanno contribuito allo
sviluppo economico del Paese.
• Tra i progetti la cui spesa può es-
sere ancora evitata, ci sono i dieci
miliardi di euro per la nuova Au-
tostrada del Sole, la Orte-Mestre: 400 chilometri attraverso cinque
Regioni. Un progetto di cui si parla
da oltre vent'anni, che oggi ha subi-
to un accelerata. Manca ancora il
Piano economico e finanziario, e i
flussi di traffico attesi sono modesti:
per questo comitati e associazioni
ambientaliste si battono contro la
cementificazione di alcune delle
aree agricole più fertili d'Italia,
q u e l l o d e l P o l e s i n e . A e
(Altreconomia) li ha incontrati muo-
vendosi, a passo lento, lungo il
tracciato della nuova autostrada.
• “I mille furbetti del condono”
sono 1.023 soggetti, tra cittadini e
imprese italiane, che - a dieci anni
dalla sanatoria fiscale “tombale”
del 2002 - devono ancora all'era-
rio 1,75 miliardi di euro. E non sono gli unici a non aver pa-
gato: dei 26 miliardi di euro che
avrebbero dovuto essere frutto del
condono, l'Agenzia delle Entrate ne
ha incassati poco più di 21. Manca-
no all'appello 4,1 miliardi, ricondu-
cibili a 63mila codici fiscali. Cittadi-
ni e contribuenti la cui identità è
nota alle autorità fiscali, che però
non hanno la possibilità di
“intimare il pagamento”: il Gover-
no Monti, infatti, ha spostato di un
anno, al 31 dicembre 2013, il limite
entro il quale chi non ha pagato
sarà considerato inadempiente.
• Intanto, la Svizzera chiede al Go-
verno italiano di sottoscrivere
l'accordo “Rubik”. Ma è un'offerta
da rifiutare: metterebbe a rischio il
processo Ocse sulla trasparenza, e
probabilmente non servirebbe
nemmeno a far cassa. Resterebbe-
ro intoccabili e anonimi i cittadini
italiani che detengono circa 130
miliardi di euro presso le banche
elvetiche.
• Il debito accumulato dagli stu-
denti universitari degli Stati Uniti
Con NIMBY (acronimo inglese
per Not In My Back Yard, lett. "Non
nel mio cortile") si indica un atteg-
giamento che si riscontra nelle pro-
teste contro opere di interesse pub-
blico che hanno, o si teme possano
avere, effetti negativi sui territori in
cui verranno costruite, come ad e-
sempio grandi vie di comunicazio-
ne, cave, sviluppi insediativi o indu-
striali, termovalorizzatori, discari-
che, depositi di sostanze pericolose,
centrali elettriche e simili.
L'atteggiamento consiste nel rico-
noscere come necessari, o comun-
que possibili, gli oggetti del conten-
dere ma, contemporaneamente, nel
non volerli nel proprio territorio a
causa delle eventuali controindica-
zioni sull'ambiente locale.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/NIMBY
Bloomnberg BusinessWeek, il perio-
dico americano conosciuto per le sue
copertine provocatorie e suggestive,
oggi ne ha prodotta un’altra. “È il ri-
scaldamento globale, stupido”, si legge
(enorme) nel testo, con una immagine
di una strada cittadina allagata dopo
l’uragano Sandy.
“La nostra storia di copertina di que-
sta settimana può generare controver-
sie”, ha scritto il direttore Josh Tyran-
giel “ma solamente tra gli stupidi”.
Bloomberg Businessweek, the magazine known for its provocative and striking covers, has
dropped another one today: “IT’S GLOBAL WARMING, STUPID,” reads the (huge) text, with
an illustration of a flooded city street after Hurricane Sandy.
“Our cover story this week may generate controversy,” wrote editor Josh Tyrangiel on
Twitter. “But only among the stupid.”
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[…] Nell’antica Roma, quando sta-
va per cadere l’impero, c’erano per-
sone che vivevano come se niente
stesse passando, continuando a fare
banchetti ed orge come al tempo
d e l m a s s i m o s p l e n d o r e
dell’impero... Vennero travolti sen-
za rendersi conto di quello che gli
stava succedendo! La situazione ita-
liana (e dell’Occidente, dell’Europa
e degli Stati Uniti) di oggi è pratica-
mente la stessa che si viveva alla
caduta dell’impero romano: molti
continuano a vivere senza rendersi
conto di quello che sta per accade-
re. I politici nostrani (tutti) litigano
fra di loro sul sesso degli angeli,
però la quasi totalità di loro guarda
ancora estasiata agli USA ed alla sua
politica neoliberista e guerrafon-
daia, come se gli USA fossero anco-
ra la superpotenza uscita vincitrice
della Seconda Guerra mondiale;
questi politici non si rendono conto
che gli USA sono sul bordo del tra-
collo, più o meno imminente, che
condurrà alla fine dell’Unione. Fino
a quando, ad esempio, il Governo
USA potrà sostenere un deficit gior-
naliero di oltre 4 miliardi di dollari?
La Federal Reserve,la banca cen-
trale USA, recentemente ha deciso
di comprare titoli di stato per 40
miliardi di dollari al mese, ossia
stamperà ogni mese 40 miliardi
di dollari! Ma per quanto tempo
potranno andare avanti stampando
dollari?
I politici pensano che la Germania
e la Francia con le loro banche siano
il “non plus ultra” ed ignorano che il
debito del Deutsche Bank, ad esem-
pio, secondo i dati dell’ultimo bilan-
c i o t r i mes t ra le pub b l i ca t o
(30/06/2012) è 1.579 miliardi di Eu-
ro, mentre quello del BNP Paribas è
1.344 miliardi; praticamente il debi-
to di cadauna delle principali ban-
che di Germania e Francia equivale
al PIL italiano! Queste sarebbero le
locomotive della Unione Europea …
Sicuramente molti italiani parlano
l’inglese, guardano e leggono me-
dia in inglese; il mondo, però sta
cambiando: quanti politici e quanti
italiani guardano, ad esempio i tele-
giornali della Russia, della Cina,
dell’Iran o dell’America Latina?
L’italiano medio si conforma con
quello che dicono i grandi media
ufficiali italiani e stranieri di USA,
Regno Unito e Francia; tutto il resto
è ignorato e questa “ignoranza del
mondo” traspare evidente nei com-
menti dei soliti politici che si alter-
nano nei salotti di trasmissioni come
“Porta a Porta” e simili. Ad esempio,
il precedente Ministro della Difesa
italiana, in merito alla mancata e-
stradizione del “terrorista” Battisti
da parte del Brasile, parlò di questo
Paese come di una repubblica delle
banane non si rendeva conto del
ruolo che, invece, svolge oggi il
Brasile a livello mondiale. I media di
tutto il mondo hanno ripetutamente
passato l’opinione di questo Mini-
stro, secondo cui in pratica si poteva
fare pressione sul Brasile rispen-
dendo a casa i giocatori che militano
nel Campionato italiano, come se
l’economia del Brasile dipendesse
solamente da questi introiti! Quel
Ministro riuscì a trasformare lui stes-
so (e non solo) in una barzelletta!
Quanti italiani si conformano con
quello che riportano i media ufficia-
li, in merito agli avvenimenti della
Siria, o a quanto successo in Libia lo
scorso anno? Quanti italiani sono
veramente al corrente della situazio-
ne economica europea, di quello
che passa in Grecia, in Spagna, in
Italia? Quanti italiani (ed europei)
sono coscienti del Trattato di Lisbo-
na? Molti avranno letto in questi
giorni del Meccanismo Europeo di
Stabilità, con il quale si introduce la
possibilità di aiuti agli Stati in diffi-
coltà; qual è il vero fine di questo
provvedimento? Fino ad oggi, però,
in base all’articolo 123 del Trattato
di Lisbona era proibito qualsiasi tipo
di aiuto diretto agli Stati. La BCE
presta soldi alle banche private al
tasso di interesse di riferimento
(oggi 0,75%) e le banche private
prestano soldi agli Stati, comprando
titoli di Stato, per esempio alla Gre-
cia ad un tasso di interesse del 20%
ed oltre; all’Italia stanno compran-
do, oggi, titoli ad un tasso di circa il
6%. Un meccanismo studiato ad hoc
per favorire le banche private, le
grandi multinazionali del credito.
Quanti italiani, quanti europei sono
coscienti di questo meccanismo e
dei suoi possibili effetti perversi?
Molti credono che la Banca d’Italia,
o la Banca Centrale Europea, appar-
tenga allo Stato Italiano o alla Unio-
ne Europea ed invece sono organi-
smi privati, SPA, esattamente come
la Fininvest o la FIAT, ma con alcune
L’Italia del Governo tecnico e della fine della sovranità nazionale. limitazioni e controlli pubblici.
In Italia, in Europa si parla della
lotta all’evasione fiscale e qualche
volta si è parlato dei paradisi fiscali.
Fra la Francia ed il Regno Unito, nel
Canale della Manica, nel cuore
dell’Europa, esistono delle isole
inglesi, che in realtà non fanno par-
te del Regno Unito e neppure della
Unione Europea (Sic! Come se un
pezzo di territorio italiano, ad esem-
pio le isole Tremiti, pur facendo
parte del territorio dello Stato, ai fini
giuridici non lo fosse, non rientran-
do neppure nella Unione Europea e
venisse utilizzato come paradiso
fiscale).
Tali isole (Jersey, Guernsey) di-
pendono direttamente dalla Corona
Britannica; queste isole sono i prin-
cipali paradisi fiscali del mondo
dove i ricconi ed i furbi di tutta Eu-
ropa e di tutto il mondo nascondono
il loro denaro, lecitamente o illecita-
mente ottenuto, sottraendolo alle
imposte.
[…] credo sia importante non par-
lare sempre e solo dei problemi, ma
sia necessario anche offrire delle
soluzioni.
Piuttosto che dare un giudizio su
Monti, sarebbe più opportuno chie-
dersi: perché Monti? Perché Monti è
diventato Capo del Governo e come
è arrivato a ricoprire tale ruolo?
Monti è legato a Goldman Sachs, al
Gruppo Bildenberg, alla Trilaterale,
ossia alla grande finanza, a chi reg-
ge i veri destini del mondo ed a chi
è interessato ad impadronirsi, ov-
viamente a prezzi stracciati delle
ricchezze che possiede l’Italia.
L’Italia possiede enormi ricchezze
e tantissime imprese pubbliche,
vere galline dalle uova d’oro, ossia
che danno profitti, anche enormi, e
quindi molto appetibili. Ovviamen-
te, l’obiettivo di questi “sciacalli” è
impossessarsi di queste ricchezze,
di queste imprese sborsando il me-
no possibile. Nella prima metà degli
anni novanta ci fu il primo assalto ai
tesori italiani.
Allora, i tesori italiani erano conte-
nuti in uno scrigno chiamato IRI,
smembrato e svenduto, praticamen-
te regalato, con la scusa che fosse
un carrozzone che dava solo dolori
di testa e perdite ai proprietari, os-
sia allo stato, al popolo italiano, e
quindi era meglio di- ( Segue a pag. 7 )
Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 26 - 2012
sfarsene, piazzando i
vari pezzi a qualunque costo, anche
regalandoli praticamente, come av-
venuto. La domanda sorge sponta-
nea: un privato compra una im-
presa che non da utili? Io non cre-
do che qualcuno compri qualcosa
che poi non gli renda degli utili e
neppure la accetta in regalo!
A quell’epoca dell’IRI si diceva
tutto ed il contrario di tutto, meno
che fosse una delle più grandi multi-
nazionali del mondo, quarta o quin-
ta! Le imprese dell’IRI davano enor-
mi utili, che assieme alle tasse ed
alle altre entrate dello Stato serviva-
no a finanziare anche gli investimen-
ti sociali: sanità, educazione, cultu-
ra, pensioni, ecc. Oggi tutti i grandi
media (cassa di risonanza del pen-
siero unico neoliberale) sono impe-
gnati ad associare la spesa pubbli-
ca, gli investimenti nel sociale, al
termine spreco. Non si tratta di uno
spreco, ma di un investimento, che
nel passato ha dato enormi benefici
al Paese. Quando si investiva in edu-
cazione, scuole, Università e tutti, i
capaci e meritevoli, anche se privi
di mezzi, avevano il diritto di poter
raggiungere i gradi più alti degli
studi, l’Italia era un Paese prospero-
so; oggi, quelle parole contenute
nella Costituzione (art. 34) stanno
diventando lettera morta, perché
all’Università non si accede libera-
mente, ma tramite prove d’accesso
ed il numero di posti disponibili è
sempre più limitato; si sta plasman-
do una società in cui l’esclusione
sarà la norma; i membri delle classi
ricche, anche se eventualmente
bocciati agli esami d’accesso delle
Università pubbliche, possono sem-
re entro i successivi 12 mesi è salito
a 524,53 miliardi, che rappresenta il
26,66% . Se il signor Monti, quando
era alla guida di Goldman Sachs,
dopo un anno di lavoro, avesse pre-
sentato cifre del genere lo avrebbe-
ro licenziato all’istante!
L’azione di Monti non sta riducen-
do il debito pubblico, come ben in-
dicano i numeri e non ha per fine la
riduzione del debito pubblico! Prima
di spiegare il fine del Governo Mon-
ti, rispondiamo alle altre due doman-
de che ci eravamo posti, a cui impli-
citamente abbiamo già risposto: da
quando Monti è al Governo non c’è
segno di ripresa, anzi quest’anno
andrà molto peggio che l’anno ante-
riore con Berlusconi! In quanto ai
tagli di bilancio, questi effettivamen-
te sono in corso, peccato che anche
per il signor Monti, il termine spreco
è sinonimo di investimento sociale,
ossia sta tagliando ospedali, Tribu-
nali, l’impiego pubblico, le pensioni,
l’educazione ... taglia unicamente
quegli investimenti che danno utili
sul lungo termine.
Una volta appurato che il signor
Monti sta ottenendo risultati esatta-
mente contrari e totalmente negativi
rispetto a quelli che si era prefisso
sulla carta, possiamo rispondere alla
domanda perché Monti è diventato
Capo del Governo, ossia qual è il
suo vero fine. Monti è stato chia-
mato al Governo col fine di au-
mentare il debito pubblico! Come
visto sta assolvendo nel migliore dei
modi il suo compito. Attenzione, pe-
rò che il signor Monti non solo ha il
compito di aumentare il debito, ma
deve anche accelerare i tempi! È per
questa ragione che oltre ad aumen-
tare il debito in se, aumenta la quota
da pagare a breve termine, a meno
di un anno.
Che cosa è il debito pubblico?
Il debito pubblico è il miglior
modo per trasformare il patrimo-
nio nazionale in capitale privato.
Sintesi dell’intervista fatta da Federico
Del Cortivo al Prof. Attilio Folliero.
Leggi il testo integrale, è disponibile nel
sito http://europeanphoenix.it
pre accedere a quelle private, i cui
costi sono proibitivi per i membri
delle classi più povere ed anche per
le classi medie.
Nella stessa direzione vanno i tagli
alla sanità (chiusura degli ospedali),
alla Giustizia (chiusura del Tribuna-
li), l’aumento dell’età pensionabile,
la sostanziale riduzione dei diritti dei
lavoratori, ecc... tutto questo farà
dell’Italia una società sempre più di
elite, riservata ai ricchi e potenti.
Allora, perché Monti arriva a rico-
prire il ruolo di Capo del Governo
con l’obiettivo principale di ridurre
il cosiddetto debito pubblico, favori-
re la crescita, tagliare gli sprechi?
Monti governa l’Italia da dieci mesi,
il debito pubblico da segni di ridu-
zione? L’Italia sta iniziando a cresce-
re? Ha tagliato gli sprechi, ha con-
dotto una seria lotta all’evasione fi-
scale?
Niente di tutto questo. Se analizzia-
mo i dati mensili del debito pubblico
dal dicembre 2010 a luglio 2012, ulti-
mo dato disponibile (nella tabella
seguente, appositamente preparata
su dati di fonte Banca d’Italia), ci si
rende conto facilmente che il debito
pubblico ha continuato a crescere.
Non solo cresce in valore assoluto ed
in valore percentuale sul Pil, ma la
cosa più preoccupante è che cresce
il debito da pagare a breve, ossia
con scadenza inferiore ad un anno!
Alla fine di dicembre del 2010 il de-
bito pubblico ammontava a 1.842
miliardi, 118% del PIL. Monti arriva
al governo il 16 novembre del 2011;
il debito pubblico ad ottobre 2011
era di 1.908 miliardi; secondo
l’ultimo dato pubblicato, come detto
luglio 2012, il debito è salito a 1.967
miliardi di euro ed ormai siamo
prossimi alla soglia del 130% del
PIL; ricordiamo che mentre il debito
continua a salire, il Pil quest’anno si
contrarrà di oltre il 2%.
Ciò che più preoccupa della ge-
stione Monti è la crescita del debito
in scadenza a meno di un anno. Alla
fine del 2010 l’Italia aveva 457 miliar-
di di euro in scadenza nel corso del
2011, ossia il 24,81% di tutto il debi-
to; alla fine di ottobre del 2011, quin-
di alla vigilia dell’insediamento di
Monti, il debito da pagare al massi-
mo entro i successivi 12 mesi era
salito a 491 miliardi, il 25,76% di tut-
to il debito; a luglio 2012, grazie a
Monti ovviamente, il debito da paga-
“All’estero quando un politico è
coinvolto in un reato, sparisce lui.
In Italia sparisce il reato, il proces-
so e a volte anche il Magistrato ! ”
Marco Travaglio
Che cos’è che può
Con che cosa mai si può distrugge-
re l’uomo?
Con la politica senza principi.
Con la ricchezza senza lavoro.
Con l’intelligenza senza sapienza.
Con gli affari senza morale.
Con la scienza senza umanità.
Con la religione senza fede.
Con l’amore senza il sacrificio di sé.
Gandhi
distruggere l’uomo?
Sintesi dell’intervista fatta da Federico Del Cortivo al Prof. Attilio Folliero Il testo integrale è nel sito http://europeanphoenix.it
( Segue da pag. 6 )
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totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.
La poesia e l’immagine sono di Paolo Gagliardi
“Da vent’anni a questa parte le ore di
fiato messe sul mercato dai professori
secondari sono andate spaventosamente
aumentando. Specie nelle grandi città,
dalle 10 a 12 ore settimanali, che erano i
massimi di un tempo, si è giunti, a furia di
orari normali prolungati e di classi ag-
giunte, alle 15, alle 20, alle 25 e anche
alle 30 e più ore per settimana. Tutto ciò può sembrare ragionevole solo ai buro-
crati che passano 7 od 8 ore del giorno
all’ufficio, seduti ad emarginare pratiche.
A costoro può sembrare che i professori
con le loro 20-30 ore di lezione per setti-
mana e colle vacanze, lunghe e brevi, sia-
no dei perditempo. Chi guarda invece alla
realtà dei risultati intellettuali e morali
della scuola deve riconoscere che nessuna
jattura può essere più grande di questa.
La merce «fiato» perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto
nella scuola sa che non si può vendere
impunemente fiato per 20 ore alla settima-
na, tanto meno per 30 ore. La scuola, a
volerla fare sul serio, con intenti educati-
vi, logora. Appena si supera un certo se-
gno, è inevitabile che l’insegnante cerchi
di perdere il tempo, pur di far passare le
ore. Buona parte dell’orario viene perdu-
to in minuti di attesa e di uscita, in appel-
li, in interrogazioni stracche, in compiti
da farsi in scuola, ecc., ecc. Nasce una complicità dolorosa ma fatale tra inse-
gnanti e scolari a far passare il tempo,
pur di far l’orario prescritto dai regola-
menti e di esaurire quelle cose senza sen-
so che sono i programmi. La scuola di-
venta un locale, dove sta seduto un uomo
incaricato di tenere a bada per tante ore
al giorno i ragazzi dai 10 ai 18 anni di
età ed un ufficio il quale rilascia alla fine
del corso dei diplomi stampati. Scolari
svogliati, genitori irritati di dover pagare le tasse, insegnanti malcontenti; ecco il
quadro della scuola secondaria d’oggi in
Italia. Non dico che la colpa di tutto ciò
siano gli orari lunghi; ma certo gli orari
lunghi sono l’esponente e nello stesso
tempo un’aggravante di tutta una falsa
concezione della missione della scuola
media”.
Luigi Einaudi, La crisi scolastica e la
superstizione degli orari lunghi,
Corriere della Sera, 21 aprile 1913 ( ! )
La superstizione degli orari da uno scritto di Luigi Einaudi
Un calendario, aggiornato, degli eventi
pubblici a Voltana ?
Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it
facendo click in AGENDA !
Dal 12 al 19 aprile 2013 8 giorni 7 notti
la Parrocchia di Voltana partecipa al
Pellegrinaggio particolare in Terra Santa
Guida spirituale
S.E. Mons. Giuseppe VERUCCHI
Arcivescovo di Ravenna e Cervia
Maggiori informazioni
al Circolo Parrocchiale
e nel sito www.pastoraleturismo.ra.it
Sono anni ormai
che sono pronto per lo sfratto.
Le valigie sono pronte
e i debiti sono pagati.
E se poi qualcuno non ci crede,
e non ha paura di perdersi,
quando arriverà l’ora
mi può trovare nell’altra casa.
LO SFRATTO (la morte) E’ SFRAT
L’è dj èn ormai
ch’a so prount pr e’ sfrat.
Al valiṣ agli è fati
e i count j è péra.
E pu se quicadoun u n’i créd,
e u n’à paura d’pérdas,
quand ch’l’arivarà l’óra
u m’pö truvér in cl’étra ca.