voltana on line n.10-2013

8
10 2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it A pagina 4 alcune fotografie, gen- tilmente messe a disposizione da Mirko VILLA, fatte in occasione dei 50 anni di ordinazione sacerdotale di Don Felice MARCHI. “La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la ma- leducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta.” Frase segnalata da Meri Le primavere non sono solo arabe, possono sbocciare anche da noi. zia interna nei Partii; forte riduzione del loro finanziamento pubblico con imposizione di un drastico limite per le spese elettorali; riconoscimento dello ius soli e della rappresentanza per le persone straniere residenti in Italia; legge di tutela del pluralismo nei mass-media). Alcuni di questi punti sono già nei programmi di SEL, PD e M5S. Ciò indica che queste forze politiche non vanno abbandonate a se stesse. De- vono essere sollecitate a una vera svolta comune. Nei prossimi mesi movimenti, città e territori dovranno far valere la centralità de 5 punti, evidenziando che sono i nuclei di un programma lucido, liberante e ine- luttabile. Bisognerà giungere ad una grande manifestazione nazionale che sia l’inizio (già in occasione del congresso del PD) di una forte pres- sione su quei Partiti (centro-sinistra e M5S) che ancora possono contri- buire al bene comune. articolo di Roberto Mancini Pubblicato sul n. 151 luglio/agosto della rivista altreconomia Un Paese sotto ipnosi in un conti- nente impazzito. È l’Italia sotto l’as- se PdL-PD nel contesto di una Unio- ne europea trasformata, da embrio- nale comunità democratica, in fun- zionaria delle oligarchie finanziarie e paladina del peggior capitalismo. Perciò serve un Movimento di ri- scatto nazionale, che sprigioni l’e- nergia dei fattori essenziali per l’al- ternativa: un diffuso sentimento di rivolta non violenta e demo- cratica; l’azione congiunta di movimenti, città e territori impe- gnati a dare corso a una visione equa e solidale della società; un programma di liberazione. Se tali fattori si unificano nell’azione di un movimento di questo tipo, allora alcuni Partiti e le Istituzioni nel loro insieme dovranno cambiare pro- spettiva. Il primo fattore deve maturare di più: non basta accontentarsi della riduzione dei costi della politica; bisogna capire che la mentalità e i sistema del capitalismo, anche in Italia, sono una trappola mortale. Il secondo fattore è già piuttosto deli- neato, ma deve rafforzarsi e giun- gere a un più alto grado di coesio- ne. I movimenti - tutti i movimenti (quelli di economia solidale, quelli per la tutela della natura, quello delle donne, quello per i diritti civi- li, quelli pacifisti e della nonviolen- za, le associazioni come “Libera” o come il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, i gruppi e le comunità religiose, i coordinamenti di insegnanti e lavo- ratori della ricerca) -, le molte città e i territori attivi nella democratiz- zazione e anche i sindacati fedeli ai lavoratori e ai disoccupati devono unificare i loro sforzi. E assumere come unica e comune priorità un preciso Progetto di liberazione. Il terzo fattore è questo program- ma in 5 punti di pari importanza: a. politica economica di tutela delle persone, della società e della natura (tasse su patrimoni, rendite, transa- zioni speculative; netta riduzione delle tesse per famiglie e imprese, bilanciata da una sistematica lotta all’evasione fiscale, agli sprechi e ai privilegi e da una fortissima ridu- zione delle spese militari; reddito minimo di cittadinanza; nazionaliz- zazione di alcuni istituti di credito; ripristino dello Statuto dei Lavora- tori; promozione delle nostre pecu- liarità economiche; cura per la na- tura e per l’arte; rilancio di agricol- tura e turismo; incentivi alle indu- strie socialmente responsabili; in- vestimento sulle energie rinnovabi- li e tutela del territorio); b. politica estera orientata non all’u- scita dall’Europa, ma all’uscita del liberismo dall’Europa e alla costru- zione di un quadro mondiale di re- gole democratiche che portino l’economia al servizio dell’uma- nità e che costruiscano un ordine di pace a partire dalla fine imme- diata della partecipazione alla guerra in Afghanistan); c. rigenerazione della scuola e dell’università, affinché sappiano educare le persone e prepararle a contribuire al bene comune; d. politica di attuazione sistematica dei diritti civili, partendo da quanti sono discriminati o costretti a disu- mane condizioni di vita (per esem- pio i detenuti), e di welfare integra- to avanzato (dove organismi inter- nazionali, Stato, Enti Locali e asso- ciazioni coordinino la loro azione e dove siano rilanciati servizi sociali e sanità pubblica); e. piano di sviluppo della democra- zia (rifiuto di manomissione della Costituzione in senso oligarchico, come vorrebbero le proposte del presidenzialismo o del pareggio di bilancio, e anzi ampliamento del suo orizzonte, per esempio con il riferimento ai doveri verso le gene- razioni future; legge contro il con- flitto di interessi; legge contro la corruzione; legge per la democra- “Sai qual è una delle cose più brut- te? Vedere che se non cerchi tu le persone a cui tieni, loro non ti cer- cano”. L’orgoglio si può mettere da par- te, ma la dignità non si perde per nessuno. Frase segnalata da Cristina

Upload: voltana-on-line

Post on 09-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

news, politics

TRANSCRIPT

Page 1: Voltana on line n.10-2013

10

2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it

A pagina 4 alcune fotografie, gen-

tilmente messe a disposizione da

Mirko VILLA, fatte in occasione dei

50 anni di ordinazione sacerdotale

di Don Felice MARCHI.

“La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la ma-leducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta.”

Frase segnalata da Meri

Le primavere non sono solo arabe, possono sbocciare anche da noi. zia interna nei Partii; forte riduzione

del loro finanziamento pubblico con

imposizione di un drastico limite per

le spese elettorali; riconoscimento

dello ius soli e della rappresentanza

per le persone straniere residenti in

Italia; legge di tutela del pluralismo

nei mass-media).

Alcuni di questi punti sono già nei

programmi di SEL, PD e M5S. Ciò

indica che queste forze politiche non

vanno abbandonate a se stesse. De-

vono essere sollecitate a una vera

svolta comune. Nei prossimi mesi

movimenti, città e territori dovranno

far valere la centralità de 5 punti,

evidenziando che sono i nuclei di un

programma lucido, liberante e ine-

luttabile. Bisognerà giungere ad una

grande manifestazione nazionale

che sia l’inizio (già in occasione del

congresso del PD) di una forte pres-

sione su quei Partiti (centro-sinistra

e M5S) che ancora possono contri-

buire al bene comune.

articolo di Roberto Mancini

Pubblicato sul n. 151 luglio/agosto

della rivista altreconomia

Un Paese sotto ipnosi in un conti-

nente impazzito. È l’Italia sotto l’as-

se PdL-PD nel contesto di una Unio-

ne europea trasformata, da embrio-

nale comunità democratica, in fun-

zionaria delle oligarchie finanziarie

e paladina del peggior capitalismo.

Perciò serve un Movimento di ri-

scatto nazionale, che sprigioni l’e-

nergia dei fattori essenziali per l’al-

ternativa: un diffuso sentimento

di rivolta non violenta e demo-

cratica; l’azione congiunta di

movimenti, città e territori impe-

gnati a dare corso a una visione

equa e solidale della società; un

programma di liberazione. Se tali fattori si unificano nell’azione di un

movimento di questo tipo, allora

alcuni Partiti e le Istituzioni nel loro

insieme dovranno cambiare pro-

spettiva.

Il primo fattore deve maturare di

più: non basta accontentarsi della

riduzione dei costi della politica;

bisogna capire che la mentalità e i

sistema del capitalismo, anche in

Italia, sono una trappola mortale. Il

secondo fattore è già piuttosto deli-

neato, ma deve rafforzarsi e giun-

gere a un più alto grado di coesio-

ne. I movimenti - tutti i movimenti

(quelli di economia solidale, quelli

per la tutela della natura, quello

delle donne, quello per i diritti civi-

li, quelli pacifisti e della nonviolen-

za, le associazioni come “Libera” o

come il Coordinamento nazionale

delle comunità di accoglienza, i

gruppi e le comunità religiose, i

coordinamenti di insegnanti e lavo-

ratori della ricerca) -, le molte città

e i territori attivi nella democratiz-

zazione e anche i sindacati fedeli ai

lavoratori e ai disoccupati devono

unificare i loro sforzi. E assumere

come unica e comune priorità un

preciso Progetto di liberazione.

Il terzo fattore è questo program-

ma in 5 punti di pari importanza:

a. politica economica di tutela delle

persone, della società e della natura

(tasse su patrimoni, rendite, transa-

zioni speculative; netta riduzione

delle tesse per famiglie e imprese,

bilanciata da una sistematica lotta

all’evasione fiscale, agli sprechi e

ai privilegi e da una fortissima ridu-

zione delle spese militari; reddito

minimo di cittadinanza; nazionaliz-

zazione di alcuni istituti di credito;

ripristino dello Statuto dei Lavora-

tori; promozione delle nostre pecu-

liarità economiche; cura per la na-

tura e per l’arte; rilancio di agricol-

tura e turismo; incentivi alle indu-

strie socialmente responsabili; in-

vestimento sulle energie rinnovabi-

li e tutela del territorio);

b. politica estera orientata non all’u-

scita dall’Europa, ma all’uscita del

liberismo dall’Europa e alla costru-

zione di un quadro mondiale di re-

gole democratiche che portino

l’economia al servizio dell’uma-

nità e che costruiscano un ordine di pace a partire dalla fine imme-

diata della partecipazione alla

guerra in Afghanistan);

c. rigenerazione della scuola e

dell’università, affinché sappiano

educare le persone e prepararle

a contribuire al bene comune;

d. politica di attuazione sistematica

dei diritti civili, partendo da quanti

sono discriminati o costretti a disu-

mane condizioni di vita (per esem-

pio i detenuti), e di welfare integra-

to avanzato (dove organismi inter-

nazionali, Stato, Enti Locali e asso-

ciazioni coordinino la loro azione e

dove siano rilanciati servizi sociali

e sanità pubblica);

e. piano di sviluppo della democra-

zia (rifiuto di manomissione della

Costituzione in senso oligarchico,

come vorrebbero le proposte del

presidenzialismo o del pareggio di

bilancio, e anzi ampliamento del

suo orizzonte, per esempio con il

riferimento ai doveri verso le gene-

razioni future; legge contro il con-

flitto di interessi; legge contro la

corruzione; legge per la democra-

“Sai qual è una delle cose più brut-te? Vedere che se non cerchi tu le persone a cui tieni, loro non ti cer-cano”.

L’orgoglio si può mettere da par-te, ma la dignità non si perde per nessuno.

Frase segnalata da Cristina

Page 2: Voltana on line n.10-2013

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

George Orwell (pseudonimo di

Eric Arthur Blair) nel romanzo

“1984” immaginava una società

nella quale il controllo e il condizio-

namento sociali erano assoluti. Un

ruolo importante lo svolgeva il lin-

guaggio. È intuibile che potendo

controllare il linguaggio si riesce

anche a controllare il pensiero e lo

s c a m b i o d i c o m u n i c a z i o -

ni/informazioni tra le persone. Ad

esempio: è inquietante notare come

nel romanzo le forze armate fossero

inquadrate nel ministero dell’amo-

re e della pace. Ai nostri giorni tro-

viamo che le forze armate di molti

Paesi sono impegnate, con grande

frequenza, “in missioni di pace” o

in “interventi umanitari”. Forze ar-

mate che fanno largo uso di mezzi

blindati. Poi, ogni tanto, fanno leva-

re in volo elicotteri ed aerei per

p r a t i c a r e b o m b a r d a m e n t i

“selettivi”, “mirati”, “chirurgici”.

Purtroppo accade sovente che ci

siano anche vittime innocenti per il

“fuoco amico”. Per inciso: i giorna-

listi vengono regolarmente tenuti

lontano dalle zone degli scontri e di

“pacificazione”…

Nel romanzo si immagina anche

l’esistenza di un “bis-pensiero”

ossia la capacità di pensare e dire

cose contradditorie. Una vera arte

che consisteva nel riuscire ad invia-

re messaggi, dare comunicazio-

ni/informazioni che potevano esse-

re interpretati nei modi più dispa-

rati. Tutti sentivano e capivano

quello che volevano sentirsi dire e

raccontare…

Esiste un disegno di legge che si

prefigge di combattere l’omofobia

(o dichiara essere questo il suo sco-

po). In Italia esistono già delle Leg-

gi. Come tante altre non sono appli-

cate. Poi come spesso accade chi le

infrange spesso non sconta la pena.

Già ci sono disposizioni che sanzio-

nano atteggiamenti omofobici.

Il nuovo disegno di Legge ag-

giunge ben poco. Salvo… Salvo

alcune contorsioni lessicali che po-

trebbero creare le premesse per

reprimere e sanzionare chi parla in

favore della famiglia tradizionale!

Vigiliamo perché la tutela di

minoranze non comporti rinunce,

sacrifici, rischi per la stragrande

maggioranza!

La destra e la sinistra sono uguali!

Beh, effettivamente ogni tanto si

assomigliano molto. Anzi, troppo.

Sulla questione dei “tagli” alla spe-

sa pubblica non ho notato sostan-

ziali differenze. Tutti d’accordo per

“fare cassa” dove era più facile

(pensioni, sanità, scuola, stipendi

dei dipendenti pubblici, casa (al

Nord, dove gli accatastamenti sono

aggiornati), dossier titoli e automo-

bili (accise sui carburanti). Mi

aspettavo qualche distinguo per

l’acquisto dei tanto discussi e, se-

condo molti esperti, anche inutili

F35. Una flottiglia di cacciabombar-

dieri “fragilini”, in particolare se

colpiti durante il volo da scariche

elettriche. Niente. Non ho colto

nessun “distinguo” degni di nota.

Ricordo con nostalgia i bei tempi

passati quando la “sinistra” in ge-

nere (e quella “estrema” in partico-

lare) protestava contro il dispiega-

mento di missili NATO in Occiden-

te. Oppure parlava di complesso

economico “industrial-finanziario-

militare” finalizzato a drenare la

ricchezza prodotta dai popoli verso

oligarchie internazionali di capitali-

sti. Insomma: i padroni del mondo,

affamatori delle masse che lottava-

no per l’emancipazione e la propria

liberazione.

Peccato. È stata un’altra occasione

persa. Ma non si può andare avanti

guardando sempre indietro.

Però si può cambiare il Partito

che si sostiene e si vota…

Esistono gli argomenti “tabù”,

ossia questioni delle quali nessuno

parla.

Un esempio: la possibilità di an-

dare in pensione...

Fino a pochi anni la famiglia e la

società ti mantenevano fino ad una

certa età. Lavoravi per un congruo

numero di anni. Il datore di lavoro

versava una corposa parte di quan-

to era a te dovuto ad un Ente. Poi,

finalmente, maturavi il diritto alla

pensione e ad una quieta e serena

vecchiaia.

Magari non si rifletteva con la do-

vuta attenzione sul fatto che, per i

lavoratori autonomi, la gestione dei

fondi pensione era, principalmente

affidata ad una “scelta di mercato”.

Mentre per i lavoratori dipendenti,

privati o pubblici poco importa, la

gestione dei fondi pensione era

affidata ad un Ente di Stato.

In buona sostanza: i soldi miei li

tengo in banca o sotto il materasso.

Ma non tutti. Una parte dei soldi

miei è intercettata da “un terzo”

ed io nei suoi confronti, come per-

sona singola, posso ben poco.

Con altre parole: sono spossessa-

to di ciò che è mio. Lo prevede,

anzi è obbligatorio per Legge.

Infatti, in forza di una Legge un

Ente raccoglie risorse e, tra queste,

ci sono anche i miei denari. Poi,

tempo dopo, in forza di una Legge,

fatta con altre regole, quell’Ente

dispone sul come ripartire le risor-

se disponibili.

In buona sostanza: con i

“contributi” obbligatoriamente

versati a mio nome, lo Stato - trami-

te un Ente - ci garantisce la pace

sociale. Io pago, vivo e lavoro tran-

quillo in una società non turbata da

sommovimenti di popolo. Tempo

dopo, con i contributi obbligatoria-

mente versati da un altro, lo Stato -

tramite un Ente - ci garantisce la

pace sociale. Io riscuoto una pen-

sione decente, in una società non

turbata da sommovimenti di popo-

lo.

Il meccanismo è collaudato. Pec-

cato che sia molto delicato.

Entra in crisi se il numero dei

pensionati è rilevante, rispetto al

numero di quanti versano contribu-

ti. Oppure se le pensioni erogate

ammontano a cifre non proporzio-

nate ai contributi che si stanno ver-

sando. Oppure se lo Stato deve re-

cuperare risorse da destinare altro-

ve. Per tagliare il debito pubblico è

sufficiente non riconoscere il dovu-

to ad alcuni creditori. Pardon, ad

alcuni aspiranti pensionati…

In Italia la costruzione e la ristrut-

turazione di case rappresentano un

volano potente per l’economia.

Non solo per l’edilizia, ma anche

per tutto quanto c’è come indotto.

In attesa di vedere che cosa propo-

ne il “Governo del fare” si potreb-

be rivedere la tassazione delle abi-

tazioni e di tutte quelle attività col-

legate che danno occupazione.

Qui si fa politica. O si finisce con il subire la politica fatta dagli altri ! di Mario Paganini

Page 3: Voltana on line n.10-2013

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

www.voltanaonline.it è un prodotto amatoriale al quale non può essere ap-

plicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio

1948 n. 47, poiché l'aggiornamento del-

le notizie in esso contenute non ha pe-

riodicità regolare (art. 1 comma 3, leg-

ge 7 Marzo 2001 n. 62).

www.voltanaonline.it non rappresenta una testata giornalistica e i post editi

hanno lo scopo di stimolare la discus-

sione e l’approfondimento politico, la

critica e la libertà di espressione del

pensiero, nei modi e nei termini con-

sentiti dalla legislazione vigente.

www.voltanaonline.it non persegue alcuno scopo di lucro. Tutto il materiale

pubblicato su Internet è di dominio

pubblico. Tuttavia, se qualcuno ricono-

scesse proprio materiale e non voleva

che fosse pubblicato, non ha che da

darne avviso al gestore e sarà immedia-

tamente rimosso.

www.voltanaonline.it verificherà, per quanto possibile, che tutto il materiale

inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia conforme alle licenze Creative Com-

mons o non coperto da copyright.

Difendere la famiglia non è omofobia di Simone Bruno. Su Famiglia Cristiana risponde a quella sezione della leg-

ge che intende punire con la re-

clusione fino a un anno e sei mesi

chi incita a commettere oppure

commette di sua iniziativa atti

discriminatori a causa dell’orien-

tamento o dell’identità di genere

della vittima. In questo modo, sot-tolineano i "giuristi per la vita",

«non sarà più lecito sollecitare i

parlamentari della Repubblica a

non introdurre nella legislazione il

“matrimonio” gay, o a escludere la

facoltà di adottare un bambino a

coppie omosessuali, né sarà più

lecito organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approva-

z i o n e d i u n a l e g g e s u l

“matrimonio” gay o sull’adozione

dei minori agli omosessuali». In

sostanza, lo sfondo teorico di que-

sto ddl si abbevera alla fonte di

alcune ideologie, come quella del gender e del "matrimonio per tutti".

Questo “ingombro”, tuttavia, ri-

schia di oscurare l’obiettivo princi-

pale della proposta di legge contro

l’omofobia: tutelare le vittime og-

getto di discriminazione e favorire

un percorso di maggiore tolleranza

e rispetto. A conti fatti, si è ben lon-

tani da questa prospettiva.

Articolo di Simone Bruno

Pubblicato sul settimanale Famiglia

Cristiana del 17 luglio 2013

Rendere più severe le pene per

chi commette atti violenti a caratte-

re omofobico, non è affatto in di-

scussione. Anzi! C’è piena appro-

vazione. Ciò che crea grande per-

plessità, invece, è il voler penaliz-

zare a tutti i costi (mettendola a

tacere) la libertà di pensiero e di

opinione, ponendo sullo stesso piano coloro che compiono discri-

minazioni e abusi con chi, per ra-

gioni di fede e/o di principi morali,

vede nella famiglia tradizionale,

costituita dall’unione tra un uomo e

una donna, un modello valido da

seguire e proporre alla società in-

tera. O con chi, per gli stessi moti-

vi, non condivide la possibilità di

far adottare i bambini da parte di coppie gay. Questa, in sintesi, la

motivazione che ha spinto numero-

si esponenti di tutti i gruppi poli-

tici (cattolici e non) a depositare

circa 350 emendamenti per ri-

considerare alcuni aspetti ne-

vralgici del ddl contro l’omofo-

bia. Nei giorni scorsi, di questa proposta di legge è stata avviata la

fase di analisi e discussione da par-

te della Commissione Giustizia

di Montecitorio. In questi giorni è prevista l'approvazione in aula.

Hanno generato seria preoccupa-

zione anche altri aspetti. Innanzitut-

to, il contenuto dell’articolo 1 del-la proposta di legge. Esso affronta

la questione dell’orientamento

sessuale e dell’identità di genere, intesa come la «percezione che una

persona ha di sé come appartenen-

te al genere femminile o maschile,

anche se opposto al proprio sesso

biologico». Il rischio insito in una

simile definizione è legato, secon-

do quanto denunciato dall’associa-

zione “Giuristi per la vita” (che rac-

coglie avvocati ed

esperti di diritto

impegnati a difen-

dere e tutelare la

vita e la famiglia), al

fatto di vedere la volontà individuale

imporsi irrimedia-

bilmente sulla real-

tà, per cui «non si è

uomo o donna se-

condo il dato ogget-

tivo derivante dalla

natura, ma secondo

il pensiero soggetti-

vo capace di deter-minare ciò che si vuole essere». In

altre parole, viene ad affermarsi

in modo incondizionato la teoria

del gender. Pericoloso ed estrema-mente ambiguo, inoltre, il risvolto

che tale posizione eserciterebbe

all’interno del mondo del lavoro.

Da un lato, infatti, è chiaro che l’o-

rientamento sessuale non possa

costituire in sé stesso un elemen-

to di discriminazione. Ma, d’altro lato, il ddl non potrà in alcun modo

impedire agli enti o agli istituti reli-

giosi di prediligere, per ruoli legati

specificamente alla formazione,

all’insegnamento o all’educazione,

persone fedeli alle indicazioni mo-

rali che portano avanti le stesse

istituzioni.

A tal proposito, gli emendamenti

proposti da alcuni esponenti del

Pdl (come Roccella, Costa e altri

ancora), di Scelta Civica (Binetti,

Marazziti, etc.), della Lega e del Pd

(Preziosi, Bobba, Fioroni, etc.) sono

nati con uno scopo ben preciso:

ovvero non trasformare la legge

da valido mezzo di tutela a favo-

re delle persone divenute vittime

di violenza e discriminazione a

“strumento a buon mercato” per

imporre modelli culturali, cre-denze e ideologie non accolte o

condivise da tutti. Non si può, infat-

ti, ritenere colpevole di un reato

chi, per esempio, ritiene l’atteggia-

mento omosessuale una forma di

peccato.

O ancora, una cosa è «combattere

le associazioni razziste, un’altra è

chiedere lo scioglimento forzato

per associazioni che si battono con-

tro il matrimonio gay», spiega Eu-

genia Roccella del Pdl.

Un ultimo punto controverso cor-

Page 4: Voltana on line n.10-2013

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

Ordinazione sacerdotale : 29/06/1963 - Imola San Cassiano

30 giugno - Cinquant’anni di ordinazione sacerdotale di Don Felice

Prima Messa : 30/06/1963 - Mordano

Don Felice Marchi

I Parroci di Voltana.

Don Giovanni Proni 1940 - 1953

Don Pier Ugo Poggi 1953 - 1995

Don Felice Marchi 1995

Le foto sono di

Mirko Villa

Voltana - Piazza dell’Unità - FOTO CLIC

Page 5: Voltana on line n.10-2013

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

“Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva

battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le

vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che

hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c’è solamente un semplice “ciao”. Ci sono persone che

hanno preso il mio cuore e lo hanno ridotto in mille pezzi, senza nemmeno pensarci due volte. Ci sono persone

che sono entrate nella mia vita in punta di piedi…e ne sono uscite esattamente nello stesso modo. Ci sono persone

che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le me idee. Ci sono persone

che nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita. Ci sono persone che sono arrivate e non sono più andate

via. Ci sono persone che, anche se io non le ho mai sentite, ci sono sempre state. E poi…ci sono persone che non

fanno ancora parte della mia vita, ma che tra qualche anno forse, saranno le persone più importanti per me. Ci

sono persone che: nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita…mi hanno insegnato

a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un

semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico NESSUNO. Non dimentico chi ha toccato

con mano, almeno per una volta la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scon-

trassi anche con loro prima di andare avanti." Luciano Ligabue

“Nel mondo c’è quanto basta per

le necessità dell’uomo, ma non per

la sua avidità.”

"Lo Stato totalitario fa di tutto per

controllare i pensieri e le emozioni

dei propri sudditi in modo persino

più completo di come ne controlla le

azioni".

George Orwell

Operazione conti correnti. A quando il chip sottopelle? di Valerio Lo Monaco

denaro, ma degli spostamenti della per-

sona stessa.

È, questa del Sid, una norma che si

inscrive pertanto nel solco del controllo

diretto della vita di ogni singolo indivi-

duo, con il solito, e facile da vendere,

pretesto che, per lottare contro la crimi-

nalità e gli illeciti, si debbano consegna-

re parti sempre più ingenti della propria

privacy in mano a una autorità superio-

re. In questo caso il fisco.

Una operazione di tal fatta va pertanto

letta nel quadro generale di un ulteriore

spostamento in avanti, anzi in profondità,

verso la società del controllo globale.

Quando si viene controllati in ogni sin-

golo spostamento, e quando ciò avviene

anche dal punto di vista economico, nel-

la società del denaro nella quale vivia-

mo, ciò significa che il passo successivo,

sul serio, sarà solo quello di imporre alle

persone di farsi impiantare in chip sotto-

pelle, per questioni di sicurezza. A meno

di non vivere, e sono in molti a farlo, in

condizioni di assoluta intracciabilità:

senza utenze, senza conti correnti e sen-

za carte di credito. Finché per legge,

beninteso, non si sarà costretti a utiliz-

zarli pena il decadimento dei diritti civili

di cittadinanza. Ed è un passo, quest'ulti-

mo, niente affatto remoto.

Dal sito www.ilribelle.com

L'occhio del grande fratello diventa

sempre più grande e intrusivo. L'Agen-

zia delle Entrate, secondo la disposizio-

ne che consente al fisco l'accesso diret-

to ai conti correnti bancari - cioè il Sid

(Sistema interscambio dati) - da doma-

ni potrà entrare a suo piacimento nei

dettagli dei movimenti bancari di tutti i

cittadini che ne possiedono uno. Certo,

la cosa era già possibile, dietro richie-

sta specifica e autorizzazione, ma da

oggi non solo sarà sistematica, ma an-

che diretta, automatica ed estesa a tutti.

Ogni banca dovrà anzi dotarsi di un

responsabile per tale operazione, e il

collegamento tra i conti correnti e l'A-

genzia sarà diretto. Addirittura con una

comunicazione annuale.

Naturalmente è superfluo considerare

che per chi non ha nulla da temere, in

tal senso, non cambierà nulla. Così

come, è evidente, nulla cambierà per

chi è abituato da sempre a evadere le

tasse: chiunque, dal professionista al

commerciante e soprattutto alle grandi

aziende, naturalmente usa strumenti

differenti dal normale conto corrente

per muovere i propri capitali, per ille-

citi che siano. Dunque da questo punto

di vista il Sid, malgrado quello che si

sente cianciare in giro, è inconcluden-

te. Eppure la cosa ha in ogni caso una

sua rilevanza, perché tutta l'operazione

va letta nella chiave ulteriore alla quale

appartiene.

I dettagli in fine dei conti sono poco

rilevanti: la norma comprende oltre ai

conti correnti anche i depositi di titoli

azionari, le gestioni patrimoniali, i fon-

di comuni, i fondi pensione, le carte di

credito, le operazioni sul mercato dei

metalli preziosi e anche le cassette di

sicurezza. Tutto ciò, insomma, che di

lecito sino a ora è possibile utilizzare

per conservare i propri averi in modo

ufficiale. E tutto ciò, pertanto, che

chiunque evade le tasse si guarda bene

dall'utilizzare. Da questo punto di vista,

a finire nella rete del fisco, sarà pertan-

to chi, tra gli evasori, è uno sprovvedu-

to. I piccoli ladri di galline, per inten-

derci. Gli altri, tutti i "grandi altri", na-

turalmente continueranno a far circola-

re nel sistema sommerso i propri dena-

ri e averi non dichiarati. E in tal senso,

tanto per chiarire le acque, è recentis-

simo il rifiuto del sistema svizzero di

comunicare, ad esempio al Governo

degli Stati Uniti, lo scambio di informa-

zioni in merito ai correntisti Usa in terra

elvetica. Così come, anche in questo

caso superfluo forse ribadirlo, nulla,

oltre a "tante chiacchiere" è stato fatto

sul serio in tema di paradisi fiscali.

La norma che entra in vigore domani

è dunque ridicola dal punto di vista

della "lotta all'evasione", lo capisce

chiunque. I motivi sono evidentemente

altri.

Nello specifico, se è vero che come

detto sino a ieri era comunque possibi-

le per il fisco, dietro richiesta, andare a

vedere i conti dei cittadini in oggetto di

indagini, il fatto di rendere la cosa au-

tomatica, estesa a tutti e addirittura con

cadenza periodica - le banche dovran-

no fare un'unica trasmissione annuale -

è esattamente ciò che deve allarmare,

e non poco.

Il punto è questo: il Sid è in grado di

funzionare senza l'intervento di perso-

nale umano. Quando l'operatore della

banca avrà avviato la procedura (come

detto, operazione una tantum) i dati

viaggeranno da soli, in automatico.

Praticamente, c'è da supporre, opera-

zione dopo operazione.

Ciò significa un controllo diretto e

permanente di ogni movimento, minuto

dopo minuto, ritiro presso un bancomat

dopo l'altro e addirittura operazione via

pc dopo l'altra. Monitorare tale attività

consente, per via della geolocalizzazio-

ne degli sportelli automatici e degli

indirizzi ip dei computer dai quali si

svolge ogni operazione, in pratica

creare una mappatura precisa al milli-

metro non solo degli spostamenti di

Trovata su Internet e segnalata da Rita

Page 6: Voltana on line n.10-2013

Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

info: [email protected]

I cattolici in politica: presenti ovunque, irrilevanti dappertutto.

Le recenti polemiche sul silen-

zio dei cattolici, soprattutto quel-

li di destra, dopo le critiche

dell’onorevole Cicchitto a papa

Francesco sul viaggio a Lampe-

dusa, hanno evidenziato ancor

più la sudditanza e l’irrilevanza

dei cattolici nelle vicende italia-

ne, il loro scarsissimo coraggio e l’infinita distanza che li separa dalla

dottrina sociale della Chiesa. In

questi ultimi decenni siamo passati

dalla democristiana “balena bian-

ca” a un indistinto “bianco pescioli-

no” in via di estinzione. I cattolici,

ovunque schierati, sono diventati

l’appendice di altre formazioni po-

litiche. O, peggio, una loro stam-

pella, se non addirittura la “foglia di fico” a coprire vergognosi prov-

vedimenti xenofobi, attacchi alle

istituzioni dello Stato, leggi ad per-

sonam e comportamenti immorali,

mossi più da ragioni di potere lega-

te a Machiavelli che ispirati al Van-

gelo. Nonostante alcuni abbiamo

conquistato o “implorato” una pol-

trona ministeriale (vedi Virginio

Rotondi, ex “ministro del nulla”), i politici cattolici sono tuttora afoni e

insignificanti in entrambi i poli: po-

co considerati a destra e mal sop-

portati a sinistra. Comunque, non

più protagonisti, ma gregari e por-tatori d’acqua. E anche servili verso

un leader populista con una conce-

zione padronale e aziendale della

democrazia e delle istituzioni.

In più occasioni, non hanno mo-

strato neanche un briciolo di or-

goglio e dignità personale, come

quando hanno difeso la doppia

morale di Berlusconi o votato per

Ruby nipote di Mubarak. Così

hanno contribuito a scrivere una delle più squallide pagine del Par-

lamento italiano. Da Todi in poi,

nell’autunno di due anni fa, i cattoli-

ci erano tornati a incontrarsi e di-

battere, accendendo la speranza di

un loro significativo “rientro” nella

politica italiana, sempre più etica-

mente degradata e distante dagli

interessi della gente e dal bene

comune. Ma si sono subito smarriti,

tra divisioni, incomprensioni e pro-

tagonismi personali e di gruppo.

Un fuoco di paglia di brevissima

durata, una grande occasione man-cata. Il bipolarismo ha reso i catto-

lici non solo poco incisivi nella vita

del Paese, ma li ha spaccati in due

fronti contrapposti: quelli che di-

fendono la vita e quelli che difen-

dono la solidarietà, come se i valori

Difendere la famiglia non è omofobia. da Famiglia Cristiana del 18 luglio 2013

minori, di fatto, sono in condizioni

proibenti la loro crescita psicologi-

ca e umana, ma questo non giustifi-

ca introdurre, per legge, scelte e

decisioni così cariche di problema-

ticità».

- Come deve comportarsi il mon-

do cattolico?

«La difesa della giusta causa delle

persone omosessuali si costruisce

con il dialogo e il confronto tra laici

e cattolici. Si tratta, infatti, di que-

stioni umane e non religiose

(confessionali). Di certo non la si

difende con forme di fanatismo e di

esibizionismo».

Chiediamo a padre Luigi Loren-

zetti, teologo moralista, un com-mento riguardo la decisione della

Corte suprema di Washington di

bocciare la legge federale che defi-

nisce matrimonio solo quello etero-

sessuale.

«Voglio sottolineare che è dove-

roso superare antichi pregiudizi

che hanno relegato l’omosessuale

nell’ambito del peccato, della per-

versione, della follia e della malat-

tia. Occorre però senso critico per

distinguere le giuste rivendicazioni

da quelle ideologiche, come il di-

ritto al matrimonio e all’adozione. Il matrimonio tra uomo e donna, che

fonda la famiglia, è un’altra realtà.

Non giova a nessuno - nemmeno ai

gay e alle lesbiche - confondere

realtà che sono oggettivamente

diverse. Altra cosa è, invece, ag-

giornare il codice civile per ricono-

scere i diritti individuali dei convi-

venti, come garantire l’assistenza

sanitaria in caso di malattia, la re-

versibilità della pensione, la suc-cessione nella locazione della casa,

ecc.».

- E per quanto riguarda le ado-

zioni?

«Il criterio primario da seguire

non è il desiderio dell’adulto, ma il

bene del minore. Se difficoltà si

verificano anche da parte della

coppia eterosessuale, queste si ac-

crescono nel caso della unione

omosessuale. Il minore per cresce-

re ha bisogno, secondo le acquisi-

zioni delle scienze umane, di due genitori maschile/femminile e non

di due padri o di due madri. Tanti

fossero tra loro inconciliabili. Mai

una volta che i cattolici schierati a

destra abbiano alzato la voce a di-

fesa dei valori sociali e della soli-

darietà. E lo stesso a sinistra sui

temi della bioetica.

L’unità dei cattolici va ritrovata

sui “contenuti” prima ancora che

sul “contenitore”, senza abdica-

re alla propria identità cristiana

per una poltrona o un “piatto di

lenticchie”. E senza assoggettare

il Vangelo alla disciplina di partito e agli ordini di scuderia. Se in que-

sti anni i politici cattolici avessero ispirato i loro comportamenti alla

dottrina sociale della Chiesa con lo

stesso zelo con cui hanno diffuso il

“verbo berlusconiano”, oggi l’Italia

sarebbe senz’altro migliore, più

solidale e con più equità sociale.

Anche l’ultima infornata di cattolici

in politica, come Andrea Olivero

ex presidente Acli, Mario Maraz-

ziti ex portavoce di Sant’Egidio,

Ernesto Preziosi ex vice direttore nazionale dell’Azione cattolica sono

già sulla strada dell’insignificanza

politica totale. Per non dire del mi-

nistro Mario Mauro che eccelle solo per eccesso di zelo nella dife-

sa dei cacciabombardieri F-35 e

per aver “armato la pace”. Al Pae-

se manca un grande progetto unita-

rio dei cattolici italiani.

don Antonio Sciortino

I politici cattolici sono afoni e insi-

gnificanti in entrambi i poli: poco

considerati a destra e mal sopportati

a sinistra. Comunque, non più prota-

gonisti, ma gregari e portatori d’ac-

qua. Ecco il perché. Dall’editoriale

di Don Antonio Sciortino Direttore di

Famiglia Cristiana. Pubblicato 20 luglio 2013.

Page 7: Voltana on line n.10-2013

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

Fatti e gente di Voltana e dintorni

Il baratto: petrolio e gas contro la libertà di una donna...

aereo da 100.000 euro al giorno e

lo porta a Ciampino, non aspetta un

ricercato. Lei infatti sa che un ricer-

cato con mandato di cattura interna-

zionale deve essere estradato non

espulso! Quell'aereo sarebbe potu-

to restare là per anni. Quell'aereo

non attendeva il marito della Shala-

bayeva. I Paesi europei non estrada-

no nessuno perché le convenzioni

internazionali, la normativa europea,

la Carta dei diritti europei impedi-

scono di estradare persino i crimi-

nali. Non una bambina e sua madre,

ma nemmeno i criminali possono

essere estradati verso un regime

come quello kazako.

Lei, signor Ministro, ci viene a rac-

contare che non sapeva: questo non

è credibile. Lei dice che i funzionari

di Polizia hanno tradito il loro com-

pito, non è così. Questi hanno agito

nella consapevolezza di avere delle

coperture politiche da parte del

capo del suo partito, sodale e socio

del dittatore kazako che va a fare le

vacanze nelle ville degli amici di

Berlusconi. Gli uomini in divisa che

“ S i g n o r m i n i s t r o A l f a n o ,

lei è venuto in questa sede a raccon-

tare una grande menzogna. La

grande menzogna è che la notte del

29 maggio si stesse cercando un ri-

cercato. Non è vero. Lo dice una del-

le risoluzioni del Parlamento euro-

peo del 18 aprile 2013, che già po-

neva l'attenzione sul Kazakistan

come uso a perseguitare i familia-

ri degli oppositori politici e mise in

guardia il nostro Paese. Il Kazakistan

aveva messo al bando il partito

"ALGA", con l'accusa di estremismo.

Tale bando, per esempio, rende

personalmente responsabile Aliat

Rusbenkova, la moglie del capo del

Partito di opposizione in galera da 7

anni per accuse vaghe e infondate. Il

partito ALGA è il partito nato dalle

ceneri del partito "Scelta Democrati-

ca per il Kazakistan", il partito del

marito della signora Shalabayeva.

Quindi, signor ministro, Ablyazov

era un esule politico. La grande

menzogna è che si cercava un ricer-

cato mentre le intenzioni erano chia-

re. Quando un Governo noleggia un

difendono la libertà in questo Paese

hanno eseguito i suoi ordini senza

capire o per compiacere.

Lei deve fare un atto di responsabi-

lità che dia uno straccio di dignità a

questo Paese. Il suo Ministero ha

infangato il nome dell'Italia, ha

messo a rischio una donna e la sua

bambina. Questa donna è ora senza

colpe in galera: era ricercata per le

accuse farlocche rivolte contro il ma-

rito.

Signor Ministro mi dica: in quale

Paese democratico e civile una

madre e una bambina possono

essere consegnati a una dittatura

con una ferocia che non ha pari?

In un documento della questura di

Roma la signora Shalabayeva ha di-

chiarato che la bambina doveva es-

sere affidata alla signora Seralieva

Venera. Perché non è così?

Noi dobbiamo credere alle sue

parole o ai fatti? I fatti parlano chia-

ro, signor ministro. Ne tragga le sue

conclusioni."

Mario Giarrusso, M5S Senato

Una mummia è … per sempre ! Dal sito www.beppegrillo.it

chino al posto della chioma, minac-

cia di far morire con sé tutti i Fili-

stei. Con la condanna definitiva da

parte della Cassazione i suoi lacchè

in Parlamento e i fedeli alleati del

pdmenoelle, più fedeli del cane più

affezionato, scomparirebbero co-

me neve d'agosto. Presidenti, con-

siglieri, direttori piazzati un po'

ovunque negli enti pubblici e para-

pubblici farebbero le valige. Uno

sconvolgimento mai visto dalla fine della guerra. Siamo al punto da

non capire più se è lui a non voler

farsi processare o se sono invece i

suoi sodali senza arte né parte co-

me Gasparri, Alfano, Santanchè,

Brunetta, Bersani, D'Alema, Epifani

(pdl o pdmenoelle non

fa differenza) a tratte-

nerlo ad ogni costo,

imbalsamato come la

mummia di Lenin al

Cremlino, in esposizio-

ne per gli elettori rim-

bambiti dalle televisio-

ni di regime. Votate

l'evasore, votate per voi. Se Berlusconi eva-

de e può fare strame

Il Paese è in ostaggio a causa di un condannato per evasione fiscale

a quattro anni di carcere in secon-

do grado. Ieri, per il suo processo,

si è fermato per solidarietà persino

il Parlamento. Hanno votato a favo-

re gli impiegati del pdl nominati

alle Camere dal Padrone e una par-

te degli impiegati del pdmenoelle

nominati per corrispondenza, sem-

pre dallo stesso Padrone. Il Partito

Unico dell'Impunità che strepita

contro la corruzione e l'evasione e

si indigna per il mancato scontrino

di un bar, ha per simbolo e Lord

protettore (soprattutto di sé stesso)

un evasore conclamato. Berlusco-ni, novello Sansone con il parruc-

dell'Italia, allora perché un cittadi-

no dovrebbe pagare le tasse o le

cartelle di Equitalia? Se il pesce

puzza dalla testa e nessun partito

(Rigor Montis che volevi tassare

anche l'aria dove ti sei nascosto?) o

istituzione si tura il naso, anzi tolle-

ra e invita a respirare a pieni pol-

moni il lezzo di impunità, perché il

contribuente dovrebbe svenarsi tra tributi, balzelli e dichiarazioni

dei redditi? In uno Stato democrati-

co se impunità deve essere, sia per

tutti, se evasione deve essere, sia

per ognuno. Il Berlusconi che è in

noi deve trovare l'uscita per i para-

disi fiscali, il lavoro nero, la ricevu-

ta mai data. Ogni evasore che si

rispetti, meglio se totale, deve po-

ter avere l'assistenza gratuita di pdl

e pdmenoelle. Telefonare per in-

formazioni a Brunetta o a France-

schini, numero verde di Arcore.

Page 8: Voltana on line n.10-2013

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013

Un calendario, aggiornato, degli

eventi pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito

www.voltanaonline.it facendo

click in AGENDA !

tempo per la vita e sul tempo per il

lavoro.

Sembra siano passati dei secoli da

quando si parlava di riduzione, dell’orario di lavoro, di condivisio-

ne del lavoro. Invece sono trascorsi

pochi decenni. Quella che abbiamo

subìto è stata una rivoluzione del

modo di pensare e del modo di agi-

re. Ma nulla è irreversibile.

Proprio le oggettive difficoltà po-

trebbero ingenerare processi alter-

nativi di sviluppo economico. Ad esempio: aree caratterizzate da for-

te omogeneità e preservate dall’e-

sistenza di dazi doganali.

Soprattutto si deve lavorare per

vivere. Attualmente, invece, sem-

bra si debba vivere (forse, soprav-

vivere) per lavorare, in una conti-

nua lotta di tutti contro tutti.

Vivere e sopravvivere di Mario Paganini

Chi è colui che sopravvive? Di

solito si pensa che sopravviva chi,

in qualche modo, ha rischiato di

perdere la vita, ma - fortunatamen-

te - ha superato la pericolosa circo-

stanza. Però una simile definizione

non soddisfa e non rende manife-

ste alcune caratteristiche dei nostri

tempi. Ad esempio: si afferma che “nella società dei consumi chi non

gode di un certo tenore di vita, così

come chi non ha la disponibilità di

taluni beni e servizi è prossimo alla

soglia di sopravvivenza”. Nessuno,

sia chiaro, contesta una cosa di tut-

ta evidenza e cioè che, se il denaro

non dà la felicità, tuttavia fornisce

delle buone premesse...

Qui mi soffermo su due elementi:

il lavoro ed il tempo.

La nostra Costituzione enfatizza il

ruolo del lavoro. Il lavoro dà un

significato all’esistenza. Inoltre,

per mezzo del lavoro deve essere

assicurata un’esistenza libera e

dignitosa, sia al lavoratore che alla

sua famiglia. Nel lavoro molti rie-

scono a realizzarsi. Per tanti è una

necessità. Oggi, per molti giovani

un’attesa deprimente o un’utopia.

Trascorriamo moltissimo tempo

sul luogo di lavoro. E dobbiamo

spendere del nostro tempo per

prepararci a stare sul luogo di la-

voro o per raggiungere il luogo di

lavoro.

Però il continuo procrastinare il

momento di ingresso nel mondo

del lavoro così come il rinvio di quello di uscita dal mondo del la-

voro potrebbero favorire una ri-

flessione e riconsiderazione sul

In ferie con un libro. Le letture proposte dai visitatori del nostro sito sofferenza: questa è la vera arte di

amare.

È uscita da poco. Ne parlano tanti,

anche se ancora pochi l’anno letta: è

Lumen fidei, l’enciclica sulla fede

di Papa Francesco.

Edizioni: San Paolo. Pagine 119.

Euro 2,50. Con l’introduzione ed il

commento di Rino Fisichella.

“Chi crede, vede: vede con una luce

che illumina tutto il percorso della

strada, perché viene a noi da Cristo

risorto. Stella mattutina che non tra-

monta.”

Decisamente una lettura piuttosto

impegnativa quella suggerita da G.

Di Emiliano Brancaccio “Anti-

Blanchard. Un approccio compa-

rato allo studio della macroecono-

mia”. Edizioni Franco Angeli. Pagi-ne 121. Euro 16,50.

Una proposta di approfondimento

del celebre manuale di macroecono-

mia di Olivier Blanchard, e un’agile

esposizione didattica del confronto

fra la teoria economica prevalente e

gli approcci alternativi.

Forse non sono proprio il genere

di letture da spiaggia… Tuttavia

sono pubblicazioni che meritano di

essere conosciute e fatte conosce-

re. È sperabile, anche ...lette.

Gianni segnala “L’amore è una

droga leggera” di Michel Rey-naud. Edizioni: Tea pratica. Pagine

240. Euro 8,60.

L’amore è un elisi portentoso o un

veleno micidiale? Secondo Michel

Reynaud, psichiatra francese ed

esperto nella cura delle tossicodi-

pendenze, è una droga leggera.

Quando amiamo, infatti produciamo

sostanze euforizzanti che attivano il

circuito naturale del piacere e indu-

cono a desiderare ancora. L’innamo-

ramento, allora può diventare simile

a una tossicomania: la mancanza

dell’oggetto amoroso viene avvertita

come insopportabile. Con un’analisi

scientifica rigorosa, illustrata da

esempi tratti dall’esperienza clinica

e dalla letteratura, Reynaud esamina

fase per fase lo stato dell’innamora-

mento nei suoi aspetti biologici, psi-

cologici e sociali. Aiutandoci a com-

prendere il sistema del desiderio,

del piacere e dell’attaccamento, ci

consente di neutralizzare le trappo-

le, di evitare le passioni distruttive,

di migliorare le proprie possibilità

di costruire un legame o di sopravvi-

vere alla rottura. Imparare come

vivere una passione senza provare

Immagine

trovata su

Internet e

segnalata da

Adriano