voltana on line n.10-2013
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10
2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it
A pagina 4 alcune fotografie, gen-
tilmente messe a disposizione da
Mirko VILLA, fatte in occasione dei
50 anni di ordinazione sacerdotale
di Don Felice MARCHI.
“La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la ma-leducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta.”
Frase segnalata da Meri
Le primavere non sono solo arabe, possono sbocciare anche da noi. zia interna nei Partii; forte riduzione
del loro finanziamento pubblico con
imposizione di un drastico limite per
le spese elettorali; riconoscimento
dello ius soli e della rappresentanza
per le persone straniere residenti in
Italia; legge di tutela del pluralismo
nei mass-media).
Alcuni di questi punti sono già nei
programmi di SEL, PD e M5S. Ciò
indica che queste forze politiche non
vanno abbandonate a se stesse. De-
vono essere sollecitate a una vera
svolta comune. Nei prossimi mesi
movimenti, città e territori dovranno
far valere la centralità de 5 punti,
evidenziando che sono i nuclei di un
programma lucido, liberante e ine-
luttabile. Bisognerà giungere ad una
grande manifestazione nazionale
che sia l’inizio (già in occasione del
congresso del PD) di una forte pres-
sione su quei Partiti (centro-sinistra
e M5S) che ancora possono contri-
buire al bene comune.
articolo di Roberto Mancini
Pubblicato sul n. 151 luglio/agosto
della rivista altreconomia
Un Paese sotto ipnosi in un conti-
nente impazzito. È l’Italia sotto l’as-
se PdL-PD nel contesto di una Unio-
ne europea trasformata, da embrio-
nale comunità democratica, in fun-
zionaria delle oligarchie finanziarie
e paladina del peggior capitalismo.
Perciò serve un Movimento di ri-
scatto nazionale, che sprigioni l’e-
nergia dei fattori essenziali per l’al-
ternativa: un diffuso sentimento
di rivolta non violenta e demo-
cratica; l’azione congiunta di
movimenti, città e territori impe-
gnati a dare corso a una visione
equa e solidale della società; un
programma di liberazione. Se tali fattori si unificano nell’azione di un
movimento di questo tipo, allora
alcuni Partiti e le Istituzioni nel loro
insieme dovranno cambiare pro-
spettiva.
Il primo fattore deve maturare di
più: non basta accontentarsi della
riduzione dei costi della politica;
bisogna capire che la mentalità e i
sistema del capitalismo, anche in
Italia, sono una trappola mortale. Il
secondo fattore è già piuttosto deli-
neato, ma deve rafforzarsi e giun-
gere a un più alto grado di coesio-
ne. I movimenti - tutti i movimenti
(quelli di economia solidale, quelli
per la tutela della natura, quello
delle donne, quello per i diritti civi-
li, quelli pacifisti e della nonviolen-
za, le associazioni come “Libera” o
come il Coordinamento nazionale
delle comunità di accoglienza, i
gruppi e le comunità religiose, i
coordinamenti di insegnanti e lavo-
ratori della ricerca) -, le molte città
e i territori attivi nella democratiz-
zazione e anche i sindacati fedeli ai
lavoratori e ai disoccupati devono
unificare i loro sforzi. E assumere
come unica e comune priorità un
preciso Progetto di liberazione.
Il terzo fattore è questo program-
ma in 5 punti di pari importanza:
a. politica economica di tutela delle
persone, della società e della natura
(tasse su patrimoni, rendite, transa-
zioni speculative; netta riduzione
delle tesse per famiglie e imprese,
bilanciata da una sistematica lotta
all’evasione fiscale, agli sprechi e
ai privilegi e da una fortissima ridu-
zione delle spese militari; reddito
minimo di cittadinanza; nazionaliz-
zazione di alcuni istituti di credito;
ripristino dello Statuto dei Lavora-
tori; promozione delle nostre pecu-
liarità economiche; cura per la na-
tura e per l’arte; rilancio di agricol-
tura e turismo; incentivi alle indu-
strie socialmente responsabili; in-
vestimento sulle energie rinnovabi-
li e tutela del territorio);
b. politica estera orientata non all’u-
scita dall’Europa, ma all’uscita del
liberismo dall’Europa e alla costru-
zione di un quadro mondiale di re-
gole democratiche che portino
l’economia al servizio dell’uma-
nità e che costruiscano un ordine di pace a partire dalla fine imme-
diata della partecipazione alla
guerra in Afghanistan);
c. rigenerazione della scuola e
dell’università, affinché sappiano
educare le persone e prepararle
a contribuire al bene comune;
d. politica di attuazione sistematica
dei diritti civili, partendo da quanti
sono discriminati o costretti a disu-
mane condizioni di vita (per esem-
pio i detenuti), e di welfare integra-
to avanzato (dove organismi inter-
nazionali, Stato, Enti Locali e asso-
ciazioni coordinino la loro azione e
dove siano rilanciati servizi sociali
e sanità pubblica);
e. piano di sviluppo della democra-
zia (rifiuto di manomissione della
Costituzione in senso oligarchico,
come vorrebbero le proposte del
presidenzialismo o del pareggio di
bilancio, e anzi ampliamento del
suo orizzonte, per esempio con il
riferimento ai doveri verso le gene-
razioni future; legge contro il con-
flitto di interessi; legge contro la
corruzione; legge per la democra-
“Sai qual è una delle cose più brut-te? Vedere che se non cerchi tu le persone a cui tieni, loro non ti cer-cano”.
L’orgoglio si può mettere da par-te, ma la dignità non si perde per nessuno.
Frase segnalata da Cristina
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George Orwell (pseudonimo di
Eric Arthur Blair) nel romanzo
“1984” immaginava una società
nella quale il controllo e il condizio-
namento sociali erano assoluti. Un
ruolo importante lo svolgeva il lin-
guaggio. È intuibile che potendo
controllare il linguaggio si riesce
anche a controllare il pensiero e lo
s c a m b i o d i c o m u n i c a z i o -
ni/informazioni tra le persone. Ad
esempio: è inquietante notare come
nel romanzo le forze armate fossero
inquadrate nel ministero dell’amo-
re e della pace. Ai nostri giorni tro-
viamo che le forze armate di molti
Paesi sono impegnate, con grande
frequenza, “in missioni di pace” o
in “interventi umanitari”. Forze ar-
mate che fanno largo uso di mezzi
blindati. Poi, ogni tanto, fanno leva-
re in volo elicotteri ed aerei per
p r a t i c a r e b o m b a r d a m e n t i
“selettivi”, “mirati”, “chirurgici”.
Purtroppo accade sovente che ci
siano anche vittime innocenti per il
“fuoco amico”. Per inciso: i giorna-
listi vengono regolarmente tenuti
lontano dalle zone degli scontri e di
“pacificazione”…
Nel romanzo si immagina anche
l’esistenza di un “bis-pensiero”
ossia la capacità di pensare e dire
cose contradditorie. Una vera arte
che consisteva nel riuscire ad invia-
re messaggi, dare comunicazio-
ni/informazioni che potevano esse-
re interpretati nei modi più dispa-
rati. Tutti sentivano e capivano
quello che volevano sentirsi dire e
raccontare…
Esiste un disegno di legge che si
prefigge di combattere l’omofobia
(o dichiara essere questo il suo sco-
po). In Italia esistono già delle Leg-
gi. Come tante altre non sono appli-
cate. Poi come spesso accade chi le
infrange spesso non sconta la pena.
Già ci sono disposizioni che sanzio-
nano atteggiamenti omofobici.
Il nuovo disegno di Legge ag-
giunge ben poco. Salvo… Salvo
alcune contorsioni lessicali che po-
trebbero creare le premesse per
reprimere e sanzionare chi parla in
favore della famiglia tradizionale!
Vigiliamo perché la tutela di
minoranze non comporti rinunce,
sacrifici, rischi per la stragrande
maggioranza!
La destra e la sinistra sono uguali!
Beh, effettivamente ogni tanto si
assomigliano molto. Anzi, troppo.
Sulla questione dei “tagli” alla spe-
sa pubblica non ho notato sostan-
ziali differenze. Tutti d’accordo per
“fare cassa” dove era più facile
(pensioni, sanità, scuola, stipendi
dei dipendenti pubblici, casa (al
Nord, dove gli accatastamenti sono
aggiornati), dossier titoli e automo-
bili (accise sui carburanti). Mi
aspettavo qualche distinguo per
l’acquisto dei tanto discussi e, se-
condo molti esperti, anche inutili
F35. Una flottiglia di cacciabombar-
dieri “fragilini”, in particolare se
colpiti durante il volo da scariche
elettriche. Niente. Non ho colto
nessun “distinguo” degni di nota.
Ricordo con nostalgia i bei tempi
passati quando la “sinistra” in ge-
nere (e quella “estrema” in partico-
lare) protestava contro il dispiega-
mento di missili NATO in Occiden-
te. Oppure parlava di complesso
economico “industrial-finanziario-
militare” finalizzato a drenare la
ricchezza prodotta dai popoli verso
oligarchie internazionali di capitali-
sti. Insomma: i padroni del mondo,
affamatori delle masse che lottava-
no per l’emancipazione e la propria
liberazione.
Peccato. È stata un’altra occasione
persa. Ma non si può andare avanti
guardando sempre indietro.
Però si può cambiare il Partito
che si sostiene e si vota…
Esistono gli argomenti “tabù”,
ossia questioni delle quali nessuno
parla.
Un esempio: la possibilità di an-
dare in pensione...
Fino a pochi anni la famiglia e la
società ti mantenevano fino ad una
certa età. Lavoravi per un congruo
numero di anni. Il datore di lavoro
versava una corposa parte di quan-
to era a te dovuto ad un Ente. Poi,
finalmente, maturavi il diritto alla
pensione e ad una quieta e serena
vecchiaia.
Magari non si rifletteva con la do-
vuta attenzione sul fatto che, per i
lavoratori autonomi, la gestione dei
fondi pensione era, principalmente
affidata ad una “scelta di mercato”.
Mentre per i lavoratori dipendenti,
privati o pubblici poco importa, la
gestione dei fondi pensione era
affidata ad un Ente di Stato.
In buona sostanza: i soldi miei li
tengo in banca o sotto il materasso.
Ma non tutti. Una parte dei soldi
miei è intercettata da “un terzo”
ed io nei suoi confronti, come per-
sona singola, posso ben poco.
Con altre parole: sono spossessa-
to di ciò che è mio. Lo prevede,
anzi è obbligatorio per Legge.
Infatti, in forza di una Legge un
Ente raccoglie risorse e, tra queste,
ci sono anche i miei denari. Poi,
tempo dopo, in forza di una Legge,
fatta con altre regole, quell’Ente
dispone sul come ripartire le risor-
se disponibili.
In buona sostanza: con i
“contributi” obbligatoriamente
versati a mio nome, lo Stato - trami-
te un Ente - ci garantisce la pace
sociale. Io pago, vivo e lavoro tran-
quillo in una società non turbata da
sommovimenti di popolo. Tempo
dopo, con i contributi obbligatoria-
mente versati da un altro, lo Stato -
tramite un Ente - ci garantisce la
pace sociale. Io riscuoto una pen-
sione decente, in una società non
turbata da sommovimenti di popo-
lo.
Il meccanismo è collaudato. Pec-
cato che sia molto delicato.
Entra in crisi se il numero dei
pensionati è rilevante, rispetto al
numero di quanti versano contribu-
ti. Oppure se le pensioni erogate
ammontano a cifre non proporzio-
nate ai contributi che si stanno ver-
sando. Oppure se lo Stato deve re-
cuperare risorse da destinare altro-
ve. Per tagliare il debito pubblico è
sufficiente non riconoscere il dovu-
to ad alcuni creditori. Pardon, ad
alcuni aspiranti pensionati…
In Italia la costruzione e la ristrut-
turazione di case rappresentano un
volano potente per l’economia.
Non solo per l’edilizia, ma anche
per tutto quanto c’è come indotto.
In attesa di vedere che cosa propo-
ne il “Governo del fare” si potreb-
be rivedere la tassazione delle abi-
tazioni e di tutte quelle attività col-
legate che danno occupazione.
Qui si fa politica. O si finisce con il subire la politica fatta dagli altri ! di Mario Paganini
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Difendere la famiglia non è omofobia di Simone Bruno. Su Famiglia Cristiana risponde a quella sezione della leg-
ge che intende punire con la re-
clusione fino a un anno e sei mesi
chi incita a commettere oppure
commette di sua iniziativa atti
discriminatori a causa dell’orien-
tamento o dell’identità di genere
della vittima. In questo modo, sot-tolineano i "giuristi per la vita",
«non sarà più lecito sollecitare i
parlamentari della Repubblica a
non introdurre nella legislazione il
“matrimonio” gay, o a escludere la
facoltà di adottare un bambino a
coppie omosessuali, né sarà più
lecito organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approva-
z i o n e d i u n a l e g g e s u l
“matrimonio” gay o sull’adozione
dei minori agli omosessuali». In
sostanza, lo sfondo teorico di que-
sto ddl si abbevera alla fonte di
alcune ideologie, come quella del gender e del "matrimonio per tutti".
Questo “ingombro”, tuttavia, ri-
schia di oscurare l’obiettivo princi-
pale della proposta di legge contro
l’omofobia: tutelare le vittime og-
getto di discriminazione e favorire
un percorso di maggiore tolleranza
e rispetto. A conti fatti, si è ben lon-
tani da questa prospettiva.
Articolo di Simone Bruno
Pubblicato sul settimanale Famiglia
Cristiana del 17 luglio 2013
Rendere più severe le pene per
chi commette atti violenti a caratte-
re omofobico, non è affatto in di-
scussione. Anzi! C’è piena appro-
vazione. Ciò che crea grande per-
plessità, invece, è il voler penaliz-
zare a tutti i costi (mettendola a
tacere) la libertà di pensiero e di
opinione, ponendo sullo stesso piano coloro che compiono discri-
minazioni e abusi con chi, per ra-
gioni di fede e/o di principi morali,
vede nella famiglia tradizionale,
costituita dall’unione tra un uomo e
una donna, un modello valido da
seguire e proporre alla società in-
tera. O con chi, per gli stessi moti-
vi, non condivide la possibilità di
far adottare i bambini da parte di coppie gay. Questa, in sintesi, la
motivazione che ha spinto numero-
si esponenti di tutti i gruppi poli-
tici (cattolici e non) a depositare
circa 350 emendamenti per ri-
considerare alcuni aspetti ne-
vralgici del ddl contro l’omofo-
bia. Nei giorni scorsi, di questa proposta di legge è stata avviata la
fase di analisi e discussione da par-
te della Commissione Giustizia
di Montecitorio. In questi giorni è prevista l'approvazione in aula.
Hanno generato seria preoccupa-
zione anche altri aspetti. Innanzitut-
to, il contenuto dell’articolo 1 del-la proposta di legge. Esso affronta
la questione dell’orientamento
sessuale e dell’identità di genere, intesa come la «percezione che una
persona ha di sé come appartenen-
te al genere femminile o maschile,
anche se opposto al proprio sesso
biologico». Il rischio insito in una
simile definizione è legato, secon-
do quanto denunciato dall’associa-
zione “Giuristi per la vita” (che rac-
coglie avvocati ed
esperti di diritto
impegnati a difen-
dere e tutelare la
vita e la famiglia), al
fatto di vedere la volontà individuale
imporsi irrimedia-
bilmente sulla real-
tà, per cui «non si è
uomo o donna se-
condo il dato ogget-
tivo derivante dalla
natura, ma secondo
il pensiero soggetti-
vo capace di deter-minare ciò che si vuole essere». In
altre parole, viene ad affermarsi
in modo incondizionato la teoria
del gender. Pericoloso ed estrema-mente ambiguo, inoltre, il risvolto
che tale posizione eserciterebbe
all’interno del mondo del lavoro.
Da un lato, infatti, è chiaro che l’o-
rientamento sessuale non possa
costituire in sé stesso un elemen-
to di discriminazione. Ma, d’altro lato, il ddl non potrà in alcun modo
impedire agli enti o agli istituti reli-
giosi di prediligere, per ruoli legati
specificamente alla formazione,
all’insegnamento o all’educazione,
persone fedeli alle indicazioni mo-
rali che portano avanti le stesse
istituzioni.
A tal proposito, gli emendamenti
proposti da alcuni esponenti del
Pdl (come Roccella, Costa e altri
ancora), di Scelta Civica (Binetti,
Marazziti, etc.), della Lega e del Pd
(Preziosi, Bobba, Fioroni, etc.) sono
nati con uno scopo ben preciso:
ovvero non trasformare la legge
da valido mezzo di tutela a favo-
re delle persone divenute vittime
di violenza e discriminazione a
“strumento a buon mercato” per
imporre modelli culturali, cre-denze e ideologie non accolte o
condivise da tutti. Non si può, infat-
ti, ritenere colpevole di un reato
chi, per esempio, ritiene l’atteggia-
mento omosessuale una forma di
peccato.
O ancora, una cosa è «combattere
le associazioni razziste, un’altra è
chiedere lo scioglimento forzato
per associazioni che si battono con-
tro il matrimonio gay», spiega Eu-
genia Roccella del Pdl.
Un ultimo punto controverso cor-
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Ordinazione sacerdotale : 29/06/1963 - Imola San Cassiano
30 giugno - Cinquant’anni di ordinazione sacerdotale di Don Felice
Prima Messa : 30/06/1963 - Mordano
Don Felice Marchi
I Parroci di Voltana.
Don Giovanni Proni 1940 - 1953
Don Pier Ugo Poggi 1953 - 1995
Don Felice Marchi 1995
Le foto sono di
Mirko Villa
Voltana - Piazza dell’Unità - FOTO CLIC
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“Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva
battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le
vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che
hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c’è solamente un semplice “ciao”. Ci sono persone che
hanno preso il mio cuore e lo hanno ridotto in mille pezzi, senza nemmeno pensarci due volte. Ci sono persone
che sono entrate nella mia vita in punta di piedi…e ne sono uscite esattamente nello stesso modo. Ci sono persone
che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le me idee. Ci sono persone
che nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita. Ci sono persone che sono arrivate e non sono più andate
via. Ci sono persone che, anche se io non le ho mai sentite, ci sono sempre state. E poi…ci sono persone che non
fanno ancora parte della mia vita, ma che tra qualche anno forse, saranno le persone più importanti per me. Ci
sono persone che: nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita…mi hanno insegnato
a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un
semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico NESSUNO. Non dimentico chi ha toccato
con mano, almeno per una volta la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scon-
trassi anche con loro prima di andare avanti." Luciano Ligabue
“Nel mondo c’è quanto basta per
le necessità dell’uomo, ma non per
la sua avidità.”
"Lo Stato totalitario fa di tutto per
controllare i pensieri e le emozioni
dei propri sudditi in modo persino
più completo di come ne controlla le
azioni".
George Orwell
Operazione conti correnti. A quando il chip sottopelle? di Valerio Lo Monaco
denaro, ma degli spostamenti della per-
sona stessa.
È, questa del Sid, una norma che si
inscrive pertanto nel solco del controllo
diretto della vita di ogni singolo indivi-
duo, con il solito, e facile da vendere,
pretesto che, per lottare contro la crimi-
nalità e gli illeciti, si debbano consegna-
re parti sempre più ingenti della propria
privacy in mano a una autorità superio-
re. In questo caso il fisco.
Una operazione di tal fatta va pertanto
letta nel quadro generale di un ulteriore
spostamento in avanti, anzi in profondità,
verso la società del controllo globale.
Quando si viene controllati in ogni sin-
golo spostamento, e quando ciò avviene
anche dal punto di vista economico, nel-
la società del denaro nella quale vivia-
mo, ciò significa che il passo successivo,
sul serio, sarà solo quello di imporre alle
persone di farsi impiantare in chip sotto-
pelle, per questioni di sicurezza. A meno
di non vivere, e sono in molti a farlo, in
condizioni di assoluta intracciabilità:
senza utenze, senza conti correnti e sen-
za carte di credito. Finché per legge,
beninteso, non si sarà costretti a utiliz-
zarli pena il decadimento dei diritti civili
di cittadinanza. Ed è un passo, quest'ulti-
mo, niente affatto remoto.
Dal sito www.ilribelle.com
L'occhio del grande fratello diventa
sempre più grande e intrusivo. L'Agen-
zia delle Entrate, secondo la disposizio-
ne che consente al fisco l'accesso diret-
to ai conti correnti bancari - cioè il Sid
(Sistema interscambio dati) - da doma-
ni potrà entrare a suo piacimento nei
dettagli dei movimenti bancari di tutti i
cittadini che ne possiedono uno. Certo,
la cosa era già possibile, dietro richie-
sta specifica e autorizzazione, ma da
oggi non solo sarà sistematica, ma an-
che diretta, automatica ed estesa a tutti.
Ogni banca dovrà anzi dotarsi di un
responsabile per tale operazione, e il
collegamento tra i conti correnti e l'A-
genzia sarà diretto. Addirittura con una
comunicazione annuale.
Naturalmente è superfluo considerare
che per chi non ha nulla da temere, in
tal senso, non cambierà nulla. Così
come, è evidente, nulla cambierà per
chi è abituato da sempre a evadere le
tasse: chiunque, dal professionista al
commerciante e soprattutto alle grandi
aziende, naturalmente usa strumenti
differenti dal normale conto corrente
per muovere i propri capitali, per ille-
citi che siano. Dunque da questo punto
di vista il Sid, malgrado quello che si
sente cianciare in giro, è inconcluden-
te. Eppure la cosa ha in ogni caso una
sua rilevanza, perché tutta l'operazione
va letta nella chiave ulteriore alla quale
appartiene.
I dettagli in fine dei conti sono poco
rilevanti: la norma comprende oltre ai
conti correnti anche i depositi di titoli
azionari, le gestioni patrimoniali, i fon-
di comuni, i fondi pensione, le carte di
credito, le operazioni sul mercato dei
metalli preziosi e anche le cassette di
sicurezza. Tutto ciò, insomma, che di
lecito sino a ora è possibile utilizzare
per conservare i propri averi in modo
ufficiale. E tutto ciò, pertanto, che
chiunque evade le tasse si guarda bene
dall'utilizzare. Da questo punto di vista,
a finire nella rete del fisco, sarà pertan-
to chi, tra gli evasori, è uno sprovvedu-
to. I piccoli ladri di galline, per inten-
derci. Gli altri, tutti i "grandi altri", na-
turalmente continueranno a far circola-
re nel sistema sommerso i propri dena-
ri e averi non dichiarati. E in tal senso,
tanto per chiarire le acque, è recentis-
simo il rifiuto del sistema svizzero di
comunicare, ad esempio al Governo
degli Stati Uniti, lo scambio di informa-
zioni in merito ai correntisti Usa in terra
elvetica. Così come, anche in questo
caso superfluo forse ribadirlo, nulla,
oltre a "tante chiacchiere" è stato fatto
sul serio in tema di paradisi fiscali.
La norma che entra in vigore domani
è dunque ridicola dal punto di vista
della "lotta all'evasione", lo capisce
chiunque. I motivi sono evidentemente
altri.
Nello specifico, se è vero che come
detto sino a ieri era comunque possibi-
le per il fisco, dietro richiesta, andare a
vedere i conti dei cittadini in oggetto di
indagini, il fatto di rendere la cosa au-
tomatica, estesa a tutti e addirittura con
cadenza periodica - le banche dovran-
no fare un'unica trasmissione annuale -
è esattamente ciò che deve allarmare,
e non poco.
Il punto è questo: il Sid è in grado di
funzionare senza l'intervento di perso-
nale umano. Quando l'operatore della
banca avrà avviato la procedura (come
detto, operazione una tantum) i dati
viaggeranno da soli, in automatico.
Praticamente, c'è da supporre, opera-
zione dopo operazione.
Ciò significa un controllo diretto e
permanente di ogni movimento, minuto
dopo minuto, ritiro presso un bancomat
dopo l'altro e addirittura operazione via
pc dopo l'altra. Monitorare tale attività
consente, per via della geolocalizzazio-
ne degli sportelli automatici e degli
indirizzi ip dei computer dai quali si
svolge ogni operazione, in pratica
creare una mappatura precisa al milli-
metro non solo degli spostamenti di
Trovata su Internet e segnalata da Rita
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info: [email protected]
I cattolici in politica: presenti ovunque, irrilevanti dappertutto.
Le recenti polemiche sul silen-
zio dei cattolici, soprattutto quel-
li di destra, dopo le critiche
dell’onorevole Cicchitto a papa
Francesco sul viaggio a Lampe-
dusa, hanno evidenziato ancor
più la sudditanza e l’irrilevanza
dei cattolici nelle vicende italia-
ne, il loro scarsissimo coraggio e l’infinita distanza che li separa dalla
dottrina sociale della Chiesa. In
questi ultimi decenni siamo passati
dalla democristiana “balena bian-
ca” a un indistinto “bianco pescioli-
no” in via di estinzione. I cattolici,
ovunque schierati, sono diventati
l’appendice di altre formazioni po-
litiche. O, peggio, una loro stam-
pella, se non addirittura la “foglia di fico” a coprire vergognosi prov-
vedimenti xenofobi, attacchi alle
istituzioni dello Stato, leggi ad per-
sonam e comportamenti immorali,
mossi più da ragioni di potere lega-
te a Machiavelli che ispirati al Van-
gelo. Nonostante alcuni abbiamo
conquistato o “implorato” una pol-
trona ministeriale (vedi Virginio
Rotondi, ex “ministro del nulla”), i politici cattolici sono tuttora afoni e
insignificanti in entrambi i poli: po-
co considerati a destra e mal sop-
portati a sinistra. Comunque, non
più protagonisti, ma gregari e por-tatori d’acqua. E anche servili verso
un leader populista con una conce-
zione padronale e aziendale della
democrazia e delle istituzioni.
In più occasioni, non hanno mo-
strato neanche un briciolo di or-
goglio e dignità personale, come
quando hanno difeso la doppia
morale di Berlusconi o votato per
Ruby nipote di Mubarak. Così
hanno contribuito a scrivere una delle più squallide pagine del Par-
lamento italiano. Da Todi in poi,
nell’autunno di due anni fa, i cattoli-
ci erano tornati a incontrarsi e di-
battere, accendendo la speranza di
un loro significativo “rientro” nella
politica italiana, sempre più etica-
mente degradata e distante dagli
interessi della gente e dal bene
comune. Ma si sono subito smarriti,
tra divisioni, incomprensioni e pro-
tagonismi personali e di gruppo.
Un fuoco di paglia di brevissima
durata, una grande occasione man-cata. Il bipolarismo ha reso i catto-
lici non solo poco incisivi nella vita
del Paese, ma li ha spaccati in due
fronti contrapposti: quelli che di-
fendono la vita e quelli che difen-
dono la solidarietà, come se i valori
Difendere la famiglia non è omofobia. da Famiglia Cristiana del 18 luglio 2013
minori, di fatto, sono in condizioni
proibenti la loro crescita psicologi-
ca e umana, ma questo non giustifi-
ca introdurre, per legge, scelte e
decisioni così cariche di problema-
ticità».
- Come deve comportarsi il mon-
do cattolico?
«La difesa della giusta causa delle
persone omosessuali si costruisce
con il dialogo e il confronto tra laici
e cattolici. Si tratta, infatti, di que-
stioni umane e non religiose
(confessionali). Di certo non la si
difende con forme di fanatismo e di
esibizionismo».
Chiediamo a padre Luigi Loren-
zetti, teologo moralista, un com-mento riguardo la decisione della
Corte suprema di Washington di
bocciare la legge federale che defi-
nisce matrimonio solo quello etero-
sessuale.
«Voglio sottolineare che è dove-
roso superare antichi pregiudizi
che hanno relegato l’omosessuale
nell’ambito del peccato, della per-
versione, della follia e della malat-
tia. Occorre però senso critico per
distinguere le giuste rivendicazioni
da quelle ideologiche, come il di-
ritto al matrimonio e all’adozione. Il matrimonio tra uomo e donna, che
fonda la famiglia, è un’altra realtà.
Non giova a nessuno - nemmeno ai
gay e alle lesbiche - confondere
realtà che sono oggettivamente
diverse. Altra cosa è, invece, ag-
giornare il codice civile per ricono-
scere i diritti individuali dei convi-
venti, come garantire l’assistenza
sanitaria in caso di malattia, la re-
versibilità della pensione, la suc-cessione nella locazione della casa,
ecc.».
- E per quanto riguarda le ado-
zioni?
«Il criterio primario da seguire
non è il desiderio dell’adulto, ma il
bene del minore. Se difficoltà si
verificano anche da parte della
coppia eterosessuale, queste si ac-
crescono nel caso della unione
omosessuale. Il minore per cresce-
re ha bisogno, secondo le acquisi-
zioni delle scienze umane, di due genitori maschile/femminile e non
di due padri o di due madri. Tanti
fossero tra loro inconciliabili. Mai
una volta che i cattolici schierati a
destra abbiano alzato la voce a di-
fesa dei valori sociali e della soli-
darietà. E lo stesso a sinistra sui
temi della bioetica.
L’unità dei cattolici va ritrovata
sui “contenuti” prima ancora che
sul “contenitore”, senza abdica-
re alla propria identità cristiana
per una poltrona o un “piatto di
lenticchie”. E senza assoggettare
il Vangelo alla disciplina di partito e agli ordini di scuderia. Se in que-
sti anni i politici cattolici avessero ispirato i loro comportamenti alla
dottrina sociale della Chiesa con lo
stesso zelo con cui hanno diffuso il
“verbo berlusconiano”, oggi l’Italia
sarebbe senz’altro migliore, più
solidale e con più equità sociale.
Anche l’ultima infornata di cattolici
in politica, come Andrea Olivero
ex presidente Acli, Mario Maraz-
ziti ex portavoce di Sant’Egidio,
Ernesto Preziosi ex vice direttore nazionale dell’Azione cattolica sono
già sulla strada dell’insignificanza
politica totale. Per non dire del mi-
nistro Mario Mauro che eccelle solo per eccesso di zelo nella dife-
sa dei cacciabombardieri F-35 e
per aver “armato la pace”. Al Pae-
se manca un grande progetto unita-
rio dei cattolici italiani.
don Antonio Sciortino
I politici cattolici sono afoni e insi-
gnificanti in entrambi i poli: poco
considerati a destra e mal sopportati
a sinistra. Comunque, non più prota-
gonisti, ma gregari e portatori d’ac-
qua. Ecco il perché. Dall’editoriale
di Don Antonio Sciortino Direttore di
Famiglia Cristiana. Pubblicato 20 luglio 2013.
Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013
Fatti e gente di Voltana e dintorni
Il baratto: petrolio e gas contro la libertà di una donna...
aereo da 100.000 euro al giorno e
lo porta a Ciampino, non aspetta un
ricercato. Lei infatti sa che un ricer-
cato con mandato di cattura interna-
zionale deve essere estradato non
espulso! Quell'aereo sarebbe potu-
to restare là per anni. Quell'aereo
non attendeva il marito della Shala-
bayeva. I Paesi europei non estrada-
no nessuno perché le convenzioni
internazionali, la normativa europea,
la Carta dei diritti europei impedi-
scono di estradare persino i crimi-
nali. Non una bambina e sua madre,
ma nemmeno i criminali possono
essere estradati verso un regime
come quello kazako.
Lei, signor Ministro, ci viene a rac-
contare che non sapeva: questo non
è credibile. Lei dice che i funzionari
di Polizia hanno tradito il loro com-
pito, non è così. Questi hanno agito
nella consapevolezza di avere delle
coperture politiche da parte del
capo del suo partito, sodale e socio
del dittatore kazako che va a fare le
vacanze nelle ville degli amici di
Berlusconi. Gli uomini in divisa che
“ S i g n o r m i n i s t r o A l f a n o ,
lei è venuto in questa sede a raccon-
tare una grande menzogna. La
grande menzogna è che la notte del
29 maggio si stesse cercando un ri-
cercato. Non è vero. Lo dice una del-
le risoluzioni del Parlamento euro-
peo del 18 aprile 2013, che già po-
neva l'attenzione sul Kazakistan
come uso a perseguitare i familia-
ri degli oppositori politici e mise in
guardia il nostro Paese. Il Kazakistan
aveva messo al bando il partito
"ALGA", con l'accusa di estremismo.
Tale bando, per esempio, rende
personalmente responsabile Aliat
Rusbenkova, la moglie del capo del
Partito di opposizione in galera da 7
anni per accuse vaghe e infondate. Il
partito ALGA è il partito nato dalle
ceneri del partito "Scelta Democrati-
ca per il Kazakistan", il partito del
marito della signora Shalabayeva.
Quindi, signor ministro, Ablyazov
era un esule politico. La grande
menzogna è che si cercava un ricer-
cato mentre le intenzioni erano chia-
re. Quando un Governo noleggia un
difendono la libertà in questo Paese
hanno eseguito i suoi ordini senza
capire o per compiacere.
Lei deve fare un atto di responsabi-
lità che dia uno straccio di dignità a
questo Paese. Il suo Ministero ha
infangato il nome dell'Italia, ha
messo a rischio una donna e la sua
bambina. Questa donna è ora senza
colpe in galera: era ricercata per le
accuse farlocche rivolte contro il ma-
rito.
Signor Ministro mi dica: in quale
Paese democratico e civile una
madre e una bambina possono
essere consegnati a una dittatura
con una ferocia che non ha pari?
In un documento della questura di
Roma la signora Shalabayeva ha di-
chiarato che la bambina doveva es-
sere affidata alla signora Seralieva
Venera. Perché non è così?
Noi dobbiamo credere alle sue
parole o ai fatti? I fatti parlano chia-
ro, signor ministro. Ne tragga le sue
conclusioni."
Mario Giarrusso, M5S Senato
Una mummia è … per sempre ! Dal sito www.beppegrillo.it
chino al posto della chioma, minac-
cia di far morire con sé tutti i Fili-
stei. Con la condanna definitiva da
parte della Cassazione i suoi lacchè
in Parlamento e i fedeli alleati del
pdmenoelle, più fedeli del cane più
affezionato, scomparirebbero co-
me neve d'agosto. Presidenti, con-
siglieri, direttori piazzati un po'
ovunque negli enti pubblici e para-
pubblici farebbero le valige. Uno
sconvolgimento mai visto dalla fine della guerra. Siamo al punto da
non capire più se è lui a non voler
farsi processare o se sono invece i
suoi sodali senza arte né parte co-
me Gasparri, Alfano, Santanchè,
Brunetta, Bersani, D'Alema, Epifani
(pdl o pdmenoelle non
fa differenza) a tratte-
nerlo ad ogni costo,
imbalsamato come la
mummia di Lenin al
Cremlino, in esposizio-
ne per gli elettori rim-
bambiti dalle televisio-
ni di regime. Votate
l'evasore, votate per voi. Se Berlusconi eva-
de e può fare strame
Il Paese è in ostaggio a causa di un condannato per evasione fiscale
a quattro anni di carcere in secon-
do grado. Ieri, per il suo processo,
si è fermato per solidarietà persino
il Parlamento. Hanno votato a favo-
re gli impiegati del pdl nominati
alle Camere dal Padrone e una par-
te degli impiegati del pdmenoelle
nominati per corrispondenza, sem-
pre dallo stesso Padrone. Il Partito
Unico dell'Impunità che strepita
contro la corruzione e l'evasione e
si indigna per il mancato scontrino
di un bar, ha per simbolo e Lord
protettore (soprattutto di sé stesso)
un evasore conclamato. Berlusco-ni, novello Sansone con il parruc-
dell'Italia, allora perché un cittadi-
no dovrebbe pagare le tasse o le
cartelle di Equitalia? Se il pesce
puzza dalla testa e nessun partito
(Rigor Montis che volevi tassare
anche l'aria dove ti sei nascosto?) o
istituzione si tura il naso, anzi tolle-
ra e invita a respirare a pieni pol-
moni il lezzo di impunità, perché il
contribuente dovrebbe svenarsi tra tributi, balzelli e dichiarazioni
dei redditi? In uno Stato democrati-
co se impunità deve essere, sia per
tutti, se evasione deve essere, sia
per ognuno. Il Berlusconi che è in
noi deve trovare l'uscita per i para-
disi fiscali, il lavoro nero, la ricevu-
ta mai data. Ogni evasore che si
rispetti, meglio se totale, deve po-
ter avere l'assistenza gratuita di pdl
e pdmenoelle. Telefonare per in-
formazioni a Brunetta o a France-
schini, numero verde di Arcore.
Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 10 - 2013
Un calendario, aggiornato, degli
eventi pubblici a Voltana ?
Lo trovi nel sito
www.voltanaonline.it facendo
click in AGENDA !
tempo per la vita e sul tempo per il
lavoro.
Sembra siano passati dei secoli da
quando si parlava di riduzione, dell’orario di lavoro, di condivisio-
ne del lavoro. Invece sono trascorsi
pochi decenni. Quella che abbiamo
subìto è stata una rivoluzione del
modo di pensare e del modo di agi-
re. Ma nulla è irreversibile.
Proprio le oggettive difficoltà po-
trebbero ingenerare processi alter-
nativi di sviluppo economico. Ad esempio: aree caratterizzate da for-
te omogeneità e preservate dall’e-
sistenza di dazi doganali.
Soprattutto si deve lavorare per
vivere. Attualmente, invece, sem-
bra si debba vivere (forse, soprav-
vivere) per lavorare, in una conti-
nua lotta di tutti contro tutti.
Vivere e sopravvivere di Mario Paganini
Chi è colui che sopravvive? Di
solito si pensa che sopravviva chi,
in qualche modo, ha rischiato di
perdere la vita, ma - fortunatamen-
te - ha superato la pericolosa circo-
stanza. Però una simile definizione
non soddisfa e non rende manife-
ste alcune caratteristiche dei nostri
tempi. Ad esempio: si afferma che “nella società dei consumi chi non
gode di un certo tenore di vita, così
come chi non ha la disponibilità di
taluni beni e servizi è prossimo alla
soglia di sopravvivenza”. Nessuno,
sia chiaro, contesta una cosa di tut-
ta evidenza e cioè che, se il denaro
non dà la felicità, tuttavia fornisce
delle buone premesse...
Qui mi soffermo su due elementi:
il lavoro ed il tempo.
La nostra Costituzione enfatizza il
ruolo del lavoro. Il lavoro dà un
significato all’esistenza. Inoltre,
per mezzo del lavoro deve essere
assicurata un’esistenza libera e
dignitosa, sia al lavoratore che alla
sua famiglia. Nel lavoro molti rie-
scono a realizzarsi. Per tanti è una
necessità. Oggi, per molti giovani
un’attesa deprimente o un’utopia.
Trascorriamo moltissimo tempo
sul luogo di lavoro. E dobbiamo
spendere del nostro tempo per
prepararci a stare sul luogo di la-
voro o per raggiungere il luogo di
lavoro.
Però il continuo procrastinare il
momento di ingresso nel mondo
del lavoro così come il rinvio di quello di uscita dal mondo del la-
voro potrebbero favorire una ri-
flessione e riconsiderazione sul
In ferie con un libro. Le letture proposte dai visitatori del nostro sito sofferenza: questa è la vera arte di
amare.
È uscita da poco. Ne parlano tanti,
anche se ancora pochi l’anno letta: è
Lumen fidei, l’enciclica sulla fede
di Papa Francesco.
Edizioni: San Paolo. Pagine 119.
Euro 2,50. Con l’introduzione ed il
commento di Rino Fisichella.
“Chi crede, vede: vede con una luce
che illumina tutto il percorso della
strada, perché viene a noi da Cristo
risorto. Stella mattutina che non tra-
monta.”
Decisamente una lettura piuttosto
impegnativa quella suggerita da G.
Di Emiliano Brancaccio “Anti-
Blanchard. Un approccio compa-
rato allo studio della macroecono-
mia”. Edizioni Franco Angeli. Pagi-ne 121. Euro 16,50.
Una proposta di approfondimento
del celebre manuale di macroecono-
mia di Olivier Blanchard, e un’agile
esposizione didattica del confronto
fra la teoria economica prevalente e
gli approcci alternativi.
Forse non sono proprio il genere
di letture da spiaggia… Tuttavia
sono pubblicazioni che meritano di
essere conosciute e fatte conosce-
re. È sperabile, anche ...lette.
Gianni segnala “L’amore è una
droga leggera” di Michel Rey-naud. Edizioni: Tea pratica. Pagine
240. Euro 8,60.
L’amore è un elisi portentoso o un
veleno micidiale? Secondo Michel
Reynaud, psichiatra francese ed
esperto nella cura delle tossicodi-
pendenze, è una droga leggera.
Quando amiamo, infatti produciamo
sostanze euforizzanti che attivano il
circuito naturale del piacere e indu-
cono a desiderare ancora. L’innamo-
ramento, allora può diventare simile
a una tossicomania: la mancanza
dell’oggetto amoroso viene avvertita
come insopportabile. Con un’analisi
scientifica rigorosa, illustrata da
esempi tratti dall’esperienza clinica
e dalla letteratura, Reynaud esamina
fase per fase lo stato dell’innamora-
mento nei suoi aspetti biologici, psi-
cologici e sociali. Aiutandoci a com-
prendere il sistema del desiderio,
del piacere e dell’attaccamento, ci
consente di neutralizzare le trappo-
le, di evitare le passioni distruttive,
di migliorare le proprie possibilità
di costruire un legame o di sopravvi-
vere alla rottura. Imparare come
vivere una passione senza provare
Immagine
trovata su
Internet e
segnalata da
Adriano