voltana on line n.4-2013

8
4 2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it Meno sorprese, più riformismo di Gianluca Garro. Dal sito www.qdrmagazine.it numero 95 Sorprende Berlusconi con la sua solita campagna elettorale fatta di proclami, quasi sempre irrealizza- bili, ma che scuotono quegli italiani che a lui credono e crederanno sempre, poco da fare. Sorprende Grillo. Senza troppi giri di parole. Tutto il Movimento 5 Stelle è una grande sorpresa. Forse non per chi ci ha creduto dal primo momento. Da chi seguiva il condut- tore di Fantastico 1, fin dai tempi in cui spaccava i computer in un tea- tro. Da quando mandava affanculo tutti, da piazza Maggiore a Bologna. Ma è pur sempre un sorprendere l'italiano medio con il suo intento "palingenetico", direbbero gli stu- diosi, del togliersi dalle balle i vec- chi Pdl e "Pdmenoelle" per dirla alla Grillo. Sorprese Matteo Renzi, al tempo delle primarie. La sua campagna elettorale, all'insegna della rotta- mazione e non solo, mise per la prima volta veramente in difficoltà il famosissimo apparato, colto im- preparato da quel giovanotto in maglioncino che faceva dei brain- storming con Civati alla Stazione Leopolda di Firenze. Chi se lo aspettava? E ora, incredibilmente, ha sorpre- so Pierluigi Bersani. Eh sì. I grillini pronti a creare vere e proprie bar- In un periodo che sarà ricordato dai libri di storia come uno dei più incerti mai vissuti dal nostro Paese, di certo non c'è, appunto, nulla. An- che l'elezione dei Presidenti delle Camere ci ha regalato attimi di su- spance. Con i grillini che litigavano in una sala di Palazzo Madama e l'elezione di Grasso decisa (particolare un po' trascurato) al ballottaggio. Non nelle prime vota- zioni come succedeva da una serie di legislature. Riflettendo sulle mosse di tutti i protagonisti, non solo nel breve periodo successivo alle votazioni, ma anche in campagna elettorale sembra che, più che le parole "certezza" o "programma" o "visione", sia la parola "stupire" a ispirare le azioni di tutti. Forse l'uni- co a non aver praticato tale "programma" è Bersani in campa- gna elettorale e i risultati si sono visti. ricate in Aula, presi dallo sbigotti- mento, con grida annesse, nella decisiva riunione per stabilire il da farsi. E con 12 almeno di loro a dire sì a Grasso, contrapposto al "male assoluto" Schifani. Senza nulla to- gliere alla scelta di Laura Boldrini ex portavoce dell'Unhcr per l'Italia. Ciò che viene da pensare - parten- do dall'assunto che, nella politica italiana, tutti, chi più o chi meno, si sentono e si dichiarano riformisti - è che il riformismo italiano, del 2013, si potrebbe riassumere in una spe- cie di coazione a ripetere delle possibili sorprese atte a far nascere la scintilla del consenso. Per decenni ci hanno insegnato che il cammino delle riforme chie- de preparazione, pazienza, chiarez- za, trasparenza. E ora? Il tutto viene riassunto in conigli che dal cilindro ci risolvono i problemi, cambiano le cose, fanno superare la crisi e ci danno il 60% dei voti? Bisognereb- be riflettere un po' tutti. E magari tornare a pensare alle riforme e al buon governo, con quella pazienza e quella competenza necessaria. Ci sarebbero meno sorprese, meno popolarità, forse meno consenso, ma si farebbe meglio e più effica- cemente il bene dell'Italia. Gianluca Garro Terra Santa marzo 2013. Voltanesi in Pellegrinaggio Hanno preso parte, al Pellegrinaggio in Terra Santa avvenuto dal 14 al 21 marzo, i voltanesi: Don Felice Marchi, Maria Buzzi, Monica Facchini, Sergio Melandri e Mario Paganini. A pagina 6 le … tradizionali foto di gruppo. Sulla pergamena rilasciata a ricordo è scritto “Il pellegrinaggio in Terra Santa aiuta a riscoprire le nostre radici, ad approfon- dire la nostra fede, a rispolverare il nostro entusiasmo nel seguire il Signore … Con l’augurio che i tanti frutti maturati in questa esperienza, siano presenti nella vita di ogni giorno là dove siamo stati messi a vivere.” L’assistente Spirituale del Pellegrinaggio Mons. Verucchi Giuseppe

Upload: voltana-on-line

Post on 07-Mar-2016

225 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

news, politics

TRANSCRIPT

Page 1: Voltana On Line n.4-2013

4

2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it

Meno sorprese, più riformismo di Gianluca Garro. Dal sito www.qdrmagazine.it numero 95 Sorprende Berlusconi con la sua

solita campagna elettorale fatta di

proclami, quasi sempre irrealizza-

bili, ma che scuotono quegli italiani

che a lui credono e crederanno

sempre, poco da fare.

Sorprende Grillo. Senza troppi

giri di parole. Tutto il Movimento 5

Stelle è una grande sorpresa. Forse

non per chi ci ha creduto dal primo

momento. Da chi seguiva il condut-

tore di Fantastico 1, fin dai tempi in

cui spaccava i computer in un tea-

tro. Da quando mandava affanculo

tutti, da piazza Maggiore a Bologna.

Ma è pur sempre un sorprendere

l'italiano medio con il suo intento

"palingenetico", direbbero gli stu-

diosi, del togliersi dalle balle i vec-

chi Pdl e "Pdmenoelle" per dirla

alla Grillo.

Sorprese Matteo Renzi, al tempo

delle primarie. La sua campagna

elettorale, all'insegna della rotta-

mazione e non solo, mise per la

prima volta veramente in difficoltà

il famosissimo apparato, colto im-

preparato da quel giovanotto in

maglioncino che faceva dei brain-

storming con Civati alla Stazione

Leopolda di Firenze. Chi se lo

aspettava?

E ora, incredibilmente, ha sorpre-

so Pierluigi Bersani. Eh sì. I grillini

pronti a creare vere e proprie bar-

In un periodo che sarà ricordato

dai libri di storia come uno dei più

incerti mai vissuti dal nostro Paese,

di certo non c'è, appunto, nulla. An-

che l'elezione dei Presidenti delle

Camere ci ha regalato attimi di su-

spance. Con i grillini che litigavano

in una sala di Palazzo Madama e

l'elezione di Grasso decisa

(particolare un po' trascurato) al

ballottaggio. Non nelle prime vota-

zioni come succedeva da una serie

di legislature.

Riflettendo sulle mosse di tutti i

protagonisti, non solo nel breve

periodo successivo alle votazioni,

ma anche in campagna elettorale

sembra che, più che le parole

"certezza" o "programma" o

"visione", sia la parola "stupire" a

ispirare le azioni di tutti. Forse l'uni-

co a non aver praticato tale

"programma" è Bersani in campa-

gna elettorale e i risultati si sono

visti.

ricate in Aula, presi dallo sbigotti-

mento, con grida annesse, nella

decisiva riunione per stabilire il da

farsi. E con 12 almeno di loro a dire

sì a Grasso, contrapposto al "male

assoluto" Schifani. Senza nulla to-

gliere alla scelta di Laura Boldrini

ex portavoce dell'Unhcr per l'Italia.

Ciò che viene da pensare - parten-

do dall'assunto che, nella politica

italiana, tutti, chi più o chi meno, si

sentono e si dichiarano riformisti - è

che il riformismo italiano, del 2013,

si potrebbe riassumere in una spe-

cie di coazione a ripetere delle

possibili sorprese atte a far nascere

la scintilla del consenso.

Per decenni ci hanno insegnato

che il cammino delle riforme chie-

de preparazione, pazienza, chiarez-

za, trasparenza. E ora? Il tutto viene

riassunto in conigli che dal cilindro

ci risolvono i problemi, cambiano

le cose, fanno superare la crisi e ci

danno il 60% dei voti? Bisognereb-

be riflettere un po' tutti. E magari

tornare a pensare alle riforme e al

buon governo, con quella pazienza

e quella competenza necessaria. Ci

sarebbero meno sorprese, meno

popolarità, forse meno consenso,

ma si farebbe meglio e più effica-

cemente il bene dell'Italia.

Gianluca Garro

Terra Santa marzo 2013. Voltanesi in Pellegrinaggio

Hanno preso parte, al Pellegrinaggio in Terra Santa avvenuto dal 14 al 21

marzo, i voltanesi: Don Felice Marchi, Maria Buzzi, Monica Facchini, Sergio

Melandri e Mario Paganini.

A pagina 6 le … tradizionali foto di gruppo.

Sulla pergamena rilasciata a ricordo è scritto

“Il pellegrinaggio in Terra Santa aiuta a riscoprire le nostre radici, ad approfon-

dire la nostra fede, a rispolverare il nostro entusiasmo nel seguire il Signore …

Con l’augurio che i tanti frutti maturati in questa esperienza, siano presenti nella

vita di ogni giorno là dove siamo stati messi a vivere.”

L’assistente Spirituale del Pellegrinaggio Mons. Verucchi Giuseppe

Page 2: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Istat, salari italiani 14,6% sotto ai tedeschi. Nostro il dodicesimo posto.

Da un report dell'Istat è possibile

apprendere che, ad ottobre 2010,

la retribuzione reale dei salari in

Italia, risulta essere inferiore di

circa il 14,6% rispetto a quella dei

Tedeschi, del 13% se paragonata

con il Regno Unito e dell'11% con

la Francia; risulta invece superiore

del 25,9% rispetto alla Spagna.

l confronto è relativo alla

“retribuzione oraria del mese di

ottobre dei dipendenti che hanno

un contratto a tempo pieno ed

esclude gli apprendisti”, precisa

l'Istat. Nel dettaglio, l'Italia, con

14,5 euro, si colloca più in basso a

confronto con la media dell'Unione

monetaria, ma risulta superiore a quella dell'Ue a 27. Infatti, la retri-

buzione oraria, sempre a ottobre

2010, è pari a 14,0 euro per ora

retribuita nell'intera Unione e a

15,2 euro in Eurolandia. In genera-

le nella graduatoria europea, i va-

lori più elevati si registrano in Da-

nimarca (27,09 euro), Irlanda

(22,23 euro) e Lussemburgo (21,95

euro), quelli più bassi in Bulgaria

(2,04 euro), Romania (2,67 euro),

Lettonia e Lituania (rispettivamente

3,78 euro e 3,44 euro). Quanto al

rapporto, pubblicato dall'Istituto di statistica alla fine di febbraio, si trat-

ta di una rilevazione quadriennale

sulla struttura delle retribuzioni,

armonizzata a livello europeo.

L'indagine analizza il mese di ot-

tobre perché sono limitati gli effetti

della stagionalità e la presenza di

giorni festivi. Dalla rilevazione, vie-

ne sottolineato, sono escluse oltre alle attività del settore agricolo,

quelle della pubblica amministra-

z i o n e i n s e n s o s t r e t t o

(amministrazione pubblica e difesa;

assicurazione sociale obbligatoria).

Inoltre, spiega l'Istat, "nei confronti

internazionali, al fine di tenere in

considerazione le differenze della

durata del lavoro e dei sistemi na-

zionali di welfare, è utilizzato gene-

ralmente l'indicatore della retribu-

zione lorda oraria". Il risultato so-

no, viene evidenziato, "dati armo-

nizzati a livello europeo" che

"permettono il monitoraggio, a ca-

denza quadriennale, dell'andamen-

to del mercato del lavoro e delle retribuzioni nei diversi paesi, for-

nendo rilevanti informazioni per

l'orientamento delle politiche del

lavoro e la valutazione del grado di

competitività delle economie na-

zionali"

Immagine trovata su Internet e se-

gnalata da Milena

www.voltanaonline.it è un prodotto amatoriale al quale non può essere ap-

plicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio

1948 n. 47, poiché l'aggiornamento del-

le notizie in esso contenute non ha pe-

riodicità regolare (art. 1 comma 3, leg-

ge 7 Marzo 2001 n. 62).

www.voltanaonline.it non rappresenta una testata giornalistica e i post editi

hanno lo scopo di stimolare la discus-

sione e l’approfondimento politico, la

critica e la libertà di espressione del

pensiero, nei modi e nei termini con-

sentiti dalla legislazione vigente.

www.voltanaonline.it non persegue alcuno scopo di lucro. Tutto il materiale

pubblicato su Internet è di dominio

pubblico. Tuttavia, se qualcuno ricono-

scesse proprio materiale e non voleva

che fosse pubblicato, non ha che da

darne avviso al gestore e sarà immedia-

tamente rimosso.

www.voltanaonline.it verificherà, per quanto possibile, che tutto il materiale

inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia conforme alle licenze Creative Com-

mons o non coperto da copyright.

Che cosa fare in caso

di maltempo?

Organizzare una fe-

sta a Ca’ Vecchia!

Con quelli del SAL-

SARRIBA ci si diver-

te e ... si balla.

Foto di Milena.

Immagine trovata su Internet e segnalata

da Rosanna

Page 3: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Perché “competitività” non fa rima con “equità” dal sito www.comedonchisciotte.org

U n t e r m i n e i n t i m i d a t o r i o ,

"competitività", è stato sbandierato

come il vero problema, quello che

sta portando i Paesi europei, in parti-

colare quelli bloccati della zona

dell’euro, ad un rapido fallimento.

Per risolvere questo problema servo-

no "riforme strutturali", o la

”austerità”, che vengono invocate

senza tener conto di quanto sangue

potrebbe macchiare le strade. E un

elemento centrale di queste riforme

strutturali è la riduzione del costo

del lavoro.

In Europa nel settore privato, il co-

sto del lavoro – retribuzioni lorde e

contributi sociali pagati dal datore di

lavoro, pensioni sociali o di invalidi-

tà, ecc. – mostra delle differenze

mozzafiato.

Nella parte inferiore della classifica

c’è la Bulgaria: un impiegato medio

del settore privato costa ad una im-

presa € 3,70 per un’ora di lavoro e nella manifattura costa ancora meno:

€ 2.90.

La Romania segue di poco con

rispettivamente € 4.50 e € 3,80 .

Nella parte superiore invece c’è il

Belgio con € 40,40 e € 41,90 per

un’ora lavorata. Ma nessuno batte

gli svedesi: € 41,90 e € 43,80. In Sve-

zia un'ora di lavoro di un impiegato

costa all'imprenditore oltre 15 volte

più che in Bulgaria.

Quindi, conviene spostare tutti gli

impianti di produzione dalla Svezia

alla Bulgaria? O in Romania? Anche

la Grecia sarebbe un ottimo posto. Il

costo del lavoro è solo di € 14,70 per ora di lavoro, circa un terzo di quan-

to costa lassù, al Nord. E inoltre è

l'unico Paese in Europa dove il costo

medio del lavoro nel 2012 è sceso,

in termini reali, del 6,8% !

In Spagna, dove si lotta con un

problema di disoccupazione simile,

il costo del lavoro è aumentato dell’

1,1% arrivando a € 20,90, in Italia è

aumentato dell’ 1,7% arrivando a €

21.90, in Germania del 2,8% a € 31,

in Francia dell’ 1,9% a € 34,90.

Quelli che hanno guadagnato di

più, in percentuale, sono i Paesi in

fondo alla classifica: in Bulgaria il

costo del lavoro è aumentato del

6,4%, ben € 0,24 per ogni ora !

- Il costo del lavoro, nei Paesi che

costano di più, sta volando!

Ma se un bel numero di aziende

svedesi e non solo quelle manifattu-

riere, ma qualsiasi tipo di società,

mettessero in valigia macchinari,

robot e archivi e si dirigessero a Sud,

aumenterebbe la disoccupazione in

Svezia. Se la disoccupazione dovesse

accelerare e raggiungere una per-

centuale a due cifre, la classe diri-

gente, per difendere le proprie deci-

sioni di delocalizzazione, comince-

rebbe a lamentarsi del costo del la-

voro, e presto il Governo comince-

rebbe a parlare febbrilmente di

"riforme strutturali", senza capire

quello che sta dicendo, ed è proprio

a questo punto che si trova la Fran-

cia in questo momento.

Ma alla fine la situazione potrebbe

deteriorarsi e si comincerebbe a

comprimere i salari ed i costi acces-

sori dei salari. Questo è quanto è

successo in Grecia. E si sono messi

tutti in concorrenza con gli Stati Uniti,

con la Cina, con il Messico, con il

Bangladesh .... Perché competitività

non si raggiunge con un sistema tipo:

beggar-thy-neighbor (1), ossia non

si fa rubando il lavoro al vicino.

Ahimè, il " malato d'Europa" rinvi-

gorito, la Germania, non è riuscita a

sopravvivere solo tagliando il costo

del lavoro. A € 31 per ora, era più alto della media europea del 32%,

anche se dell'11% più basso di quel-

lo francese. Nel settore manifatturie-

ro era ancora peggio: il costo del

lavoro della Germania, a € 35,20 per ora, era superiore alla media euro-

pea del 47% , ma sempre più basso

del 3% rispetto alla Francia. Produt-

tività, infrastrutture, costo dei tra-

sporti, corruzione, formazione e

istruzione, ecc. tutto rientra in questa

equazione.

- Il costo del lavoro non è l'unico

fattore.

Malgrado ciò i lavoratori tedeschi

sono stati colpiti duramente: tra il

2001 e il 2010, il costo del lavoro è

cresciuto solo del 16%, meno del

tasso di inflazione, mentre in Francia,

ad esempio, è cresciuto del 35%, e

nei Paesi del Sud Europa è cresciuto

ancora di più. Nel 2011 e 2012, il co-

sto del lavoro in Germania ha rico-

minciato a prendere vigore, ed è

salito del 5,9%, come è successo

anche in Francia dove è cresciuto del

al 5,4% .

Gran parte del denaro speso, pe-

rò, è stato assorbito dai costi dei

contributi sociali, delle pensioni,

ecc. Se riportiamo in un grafico tutti i

costi che deve affrontare un datore

di lavoro, per ogni cento euro di sti-

pendio lordo pagato, c’è di che re-

stare senza fiato !

Quindi, un lavoratore medio in

Svezia, che guadagna € 100 per un

certo numero di ore di retribuzione

lorda, costa al suo datore di lavoro

un supplemento di € 51, con un co-

sto totale di € 151.

A Malta un lavoratore dovrebbe

lavorare circa il triplo (in tempo) per

la stessa paga, e in questo caso al

datore di lavoro costerebbe solo un

supplemento di € 10, in totale € 110.

In Bulgaria si dovrebbe lavorare

circa 15 volte (in tempo) per la stes-

sa paga e il tutto costerebbe al dato-

re di lavoro un supplemento di € 18,

in totale € 118.

- Bella sfida riuscire a trovare una

soluzione.

Con l’andar del tempo, la

"competitività" affossa le classi me-

die e quelle basse, in alcuni Paesi

"ricchi"- è già successo negli Stati

Uniti e in Germania, per anni - e

contemporaneamente gonfia la clas-

se media di altri Paesi, mentre le

classi più ricche di tutti i Paesi diven-

tano immensamente più ricche.

Per molta gente, non c’è più spe-

ranza nel futuro.

L'Italia ha Beppe Grillo, ma con i

Governi europei che annaspano per

la crisi nella quale si sono invischiati

da soli, e la debacle dell'euro, stia-

mo cadendo in una farsa tragicomi-

ca, tanto da dover chiedere chi siano

i veri clown - soprattutto in Spagna,

dove i Ministri si ingozzano con le

spese pubbliche, e si lasciano dietro

una scia di prove tanto evidenti che

nemmeno i media mainstream pos-

sono più nascondere.

Traduzione per www.comedonchisciotte.org

a cura di Bosque Primario

(1) Intervento di politica economica, che

produce benefici unicamente al Paese

che lo adotta e danni agli altri («politica

del rubamazzo»). Un esempio tipico è

costituito da una manovra di svalutazione

competitiva posta in essere da uno Stato,

con l’obiettivo di guadagnare quote di

mercato internazionale a scapito dei pro-

pri partner commerciali. www.treccani.it

Page 4: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Quando l'opera è di un voltanese

all'onore si unisce l'emozione. Infatti,

alla gratitudine per il dono, si som-

ma la commozione per l'affetto di-

mostrato da chi, lontano - divenuto

artista rinomato ed affermato - non

ha, però, dimenticato le origini, né

tagliato ogni legame con il suo pri-

mo paese e la sua gente. L'omaggio

fatto a Voltana, dallo scultore e cera-

mista Rino Graziani, è una composi-

zione di medie dimensioni (siamo

sui due metri per due) concepita per

restare all'aperto.

La prima cosa da fare, quando si

vede un'opera d'arte è, ovviamente,

guardarla e osservarla attentamente.

Un'opera d'arte non è una pubblica-

zione, ma sia per questa sia per

quella valgono gli stessi principi.

Tutta l'arte è elevazione, elevazione

del gusto, della sensibilità, dello

spirito. Tutta l'arte parla, narra qual-

che cosa, trasmette un messaggio. I

soggetti di Rino Graziani sono ben

comprensibili e facilmente intelleg-

gibili. Certo, come in tutte le cose,

occorre un attimo di attenzione. Se

non fosse richiesto un piccolissimo

sforzo, non ci sarebbe elevazione,

affinamento e il livello sarebbe quel-

lo iniziale; nessun impegno, quindi,

tutto come prima.

Non così per i lavori di Rino Gra-

ziani. Già il posto chiesto e scelto

dall'artista fornisce qualche indizio e

suggerimento. La collocazione, in

verità non dell'artista, poteva essere

diversa (il bassorilievo, infatti, guar-

da in pieno il sorgere del sole, men-

tre sarebbe stato meglio godibile se

rivolto a mezzogiorno), inoltre la

vista del muro di cinta, subito dietro,

non è certo felice. Fortunatamente,

quando l'opera è eccellente, figura

sempre ed ovunque.

La composizione consta di due

parti: una lastra (o monolite) di ce-

mento lavorato nello spessore su-

perficiale, poggiante su un basa-

mento che non è solo supporto, ma

parte dell'opera medesima, talché si

completa in una colonnina appendi-

ce.

L ' i n s i e m e r a f f i g u r a u n a

"Resurrezione", lo si evince, nitida-

mente, dai molti elementi.

Da notare che, tra i soggetti sacri,

la "Resurrezione" è pochissimo affol-

lata. Tutti ricordiamo Annunciazioni,

Natività, Ultime Cene, Crocifissioni

celebri, di artisti universalmente fa-

mosi. Poco frequentata, invece, la

"Resurrezione". Soprattutto in scultu-

ra ed, in particolare, in tempi recen-

ti. Queste considerazioni, evidente-

mente, non hanno spaventato o sco-

raggiato Rino Graziani.

Cosa "vede" l'osservatore che si

improvvisa critico d'arte? E da dove

iniziarne l'esposizione? La compren-

sione è illuminazione e, infatti, bene

rappresenta quanto accade alla

mente la "lampadina" dei fumetti.

Improvvisamente capiamo, scopria-

mo ciò che non si conosceva, domi-

niamo il tutto.

Quel monolite di cemento colpi-

sce, non fosse altro perché, ai più, di

opere scultoree, in cemento, non è

capitato di vederne molte. Immagi-

nabili le difficoltà tecniche. Come

l'argilla il cemento si modella facil-

mente, ma, a differenza dell'argilla,

il cemento tende a modificare la

forma, assestandosi e livellandosi in

piano. Si colgono, immediatamente,

alcune raffigurazioni: un globo in

basso, una croce (sullo sfondo a de-

stra ed in alto), un uomo crocefisso

(con la testa in una posizione stra-

na), il tratteggio, ridotto all'essenzia-

le, di linee curve e piccoli motivi.

Necessariamente meno evidenti le

modifiche di livello adottate per da-

re luce, movimento plastico e vita

all'opera.

Quell'uomo, con le braccia in cro-

ce - eppure ben staccato dalla cro-

ce- , quel volto silenzioso, dai linea-

menti distesi e regali, che ispira sen-

timenti soffusi, è il Cristo. Non può

essere altri che Lui. È l'Uomo della

Sindone, non ha i segni del suppli-

zio, ma quelli della regalità sul mon-

do che Lui sovrasta. Dall'alto, ma

non da sopra; non si coglie, infatti,

nessun senso di superiorità. Lui è lì,

con gli occhi chiusi; forse non sono

chiusi, ha le palpebre abbassate per

poterci guardare e seguire. Ha le

palpebre abbassate, ma certamente

non è morto. Se fosse morto Rino

Graziani l'avrebbe ideato con il ca-

po in una posizione diversa, reclina-

ta e, comunque, ben in mezzo alle

spalle.

Sotto il mondo, un globo chiuso

nelle sue geometrie, nei suoi meri-

diani e paralleli. E' un mondo a noi

tanto familiare. Sovente freddo, ra-

zionale, duro, meccanico, grigio

(tanto simile a quel cemento in cui è

plasmato). E sopra - discreto, ma

ben presente - si staglia quel volto,

che ci rassicura, che ci dice che Lui

è lì e ci ama per quello che siamo.

Incise nel globo ci sono 14 tacche:

le stazioni della via crucis sono 14.

Uno scarno efficacissimo lavoro di

linee curve dona armonia e movi-

mento plastico all'opera. Raramente

pochi essenziali tratteggi e piccole

figure possono dona-

Un’opera di Rino Graziani: “la Resurrezione” di Mario Paganini

( Segue a pag. 5 )

Nel cimitero di Voltana. Superato

l’ingresso “nuovo”, subito a de-stra e seguendo muro di cinta.

Page 5: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Papa Francesco e la Pasqua delle periferie di Massimo Faggioli

sempre al controllo della Chiesa;

una Chiesa che non va nelle perife-

rie, offre un modello di ministero

che rende i «preti tristi, e trasformati

in una sorta di collezionisti di anti-

chità oppure di novità, invece di es-

sere pastori con “l’odore delle pe-

core”» Se con Papa Benedetto XVI

erano chiari i contorni “politici” del

messaggio e delle sue platee (fuori

e dentro la Chiesa), un “cattolico

sociale”, come padre Bergoglio,

ripropone l’essenza di una teologia

indigesta sia alla cultura economica

neo-liberale, in cui tutti sarebbero

manager di se stessi, sia ad un pro-

gressivismo che fatica ad accettare

le istanze etiche della morale cattoli-

ca come parte integrante dell’idea

di “bene comune”, sia ad un cattoli-

cesimo imborghesito (nelle gerar-

chie episcopali molto più che alla

base) che vorrebbe fare di Gesù

Cristo un moralista benpensante.

[…] La Chiesa vive in un mondo in

cui si suppone che tutti, tramite In-

ternet, siano ormai al centro, in li-

nea, collegati, liberi e padroni di se

stessi. Non è così e la chiesa cattoli-

ca lo sa, forse meglio di tutti.

Sintesi dell’articolo di Massimo Faggioli

pubblicato su Europa e disponibile

nel sito www.c3dem.it

Le prime due settimane di papa

Francesco hanno coinciso con un

visibile e innegabile ricentramento

della persona del successore di

Papa Benedetto e dei segnali che

vengono da Roma: dal potere al

servizio, dalla corte alle periferie.

Non è una scelta mediatica, ma il

semplice trarre le conseguenze dal-

la scelta teologica di tradurre la

centralità del Vangelo e di Gesù

Cristo in un modello di vescovo e di

chiesa.

Alcuni elementi erano già emersi

nei primissimi giorni: la scelta di

farsi benedire dal popolo della

chiesa locale di Roma; l’enfasi sul

suo ministero di “vescovo di Roma”

più che di Papa; le parole sulla po-

vertà della Chiesa e della Chiesa

per i poveri; lo stile di vita essenzia-

le; la lavanda dei piedi in un carce-

re minorile (e a una donna, per la

prima volta); il genere letterario

usato dalla predicazione, con il ri-

corso ad elementi autobiografici e

uno stile esortativo più che definito-

rio e definitivo.

Con le parole pronunciate nell’o-

melia per la messa del Giovedì san-

to – momento fondativo per la teolo-

gia del ministero della chiesa – Pa-

pa Francesco ha esplicitato mag-

giormente la sua concezione di

chiesa e di servizio al “Vangelo del-

le periferie”: «Quando il Vangelo

che predichiamo giunge alla sua

vita quotidiana, quando scende fino

ai bordi della realtà, quando illumi-

na le situazioni limite, “le periferie”

dove il popolo fedele è più esposto

all’invasione di quanti vogliono sac-

cheggiare la sua fede». Il Papa non

europeo, venuto «quasi dalla fine

del mondo» (come lui stesso si defi-

nì presentandosi in piazza San Pie-

tro la sera del 13 marzo), spinge la

chiesa e in particolare i preti e ve-

scovi a «uscire a sperimentare la

nostra unzione, il suo potere e la

sua efficacia redentrice: nelle

“periferie” dove c’è sofferenza, c’è

sangue versato, c’è cecità che desi-

dera vedere, ci sono prigionieri di

tanti cattivi padroni». In questa

omelia del Giovedì santo c’è una

profonda intelligenza dei meccani-

smi di Chiesa che vanno al di là di

un preconcetto di istituzione eccle-

siastica come distributrice di sacra-

menti.

Francesco non crede nel

«sacerdote che esce poco da sé,

che unge poco – non dico “niente”

perché, grazie a Dio, la gente ci

ruba l’unzione». La grazia sfugge

re una così ampia

ricchezza di sensazioni. È il lenzuolo

del Risorto, traccia e testimonianza

tra quell'Uomo e la Terra, collega-

mento e promessa di quell'Uomo agli

uomini. E' la pietra che rotola via

dalla tomba, mentre una lampo di

luce, un vento impetuoso, una esplo-

sione di energia squassa l'area circo-

stante. E' il frantumarsi delle certez-

ze, della razionalità di fronte ad un

evento unico e straordinario. Le geo-

metrie semplici del globo sfumano e

si dissolvono in un universo di cose

più grandi di quanto sia dato com-

prendere alla mente umana. La Terra

è chiaramente raffigurata, il resto

dell'opera non ha ... sponde, rimane

aperto e senza cornice : la metà infe-

riore così semplice, terrena, umana

in contrapposizione con la metà su-

periore così ricca di piccole concavi-

tà e convessità. Il microcosmo umano

con le sue certezze si confronta con

l'universo, con l'infinito, con l'eterno.

Ci si ritrova stupiti e sconcertati,

( Segue da pag. 4 ) tanto simili ai tollerantissimi Greci

che, incontrando San Paolo, sentito

da questi narrare l'Evento, se ne an-

darono scuotendo la testa. " Il tuo Dio

è potentissimo, come lo sono i nostri

dei. Il tuo Dio si è fatto uomo, anche

qualcuno dei nostri. Ma tu dici che ha

accettato una vita angusta, sopporta-

to un martirio ingiusto, poi è morto e

40 ore dopo è resuscitato. È inconce-

pibile!" Anche le menti più aperte e

tolleranti reagiscono, insorgendo,

alla notizia di questo evento. Eppu-

re...

Il basamento, in mattoni, fa parte

dell'opera. Non è un elemento deco-

rativo o funzionale, è parte dell'opera

medesima. Quelle semplici nude pie-

tre richiamano la nudità della terra,

elemento inerte, che fa da sottofon-

do, da testimone silente, da supporto

necessario. È la terra calpestata dal

Cristo e dagli uomini del suo tempo.

È la terra come sepolcro.

Anche nel basamento qualche cosa

di nitido ed eloquente : 14 mattoni

posti in modo particolare. All'inizio

sono una scala. Le nove stazioni,

dall'inizio della passione alle tre ore

di agonia. Poi la veloce ascesa, con

in evidenza la dodicesima stazione

(la ferita al costato, Gesù è già mor-

to) e la quattordicesima (Gesù mor-

to come uomo è risorto come Dio) .

Quel mattone finale è, però, giusto a

metà di una colonnina. Chi osserva

percepisce immediatamente la diffi-

coltà. Fino a quel punto i mattoni

sono stati una ... scalinata. Fino a

quel mattone finale, seguire l'evento

è stato facile, interessante, suggesti-

vo. Dopo quella pietra nessun appi-

glio. Per salire occorre un balzo : la

Fede. Credere in quell'evento. Anzi,

la Resurrezione è l'Evento per ec-

cellenza. La Resurrezione è, sempre

e per tutti, il segno della più grande

speranza.

A Voltana, grazie a Rino Graziani,

una opportunità in più c'è.

Mario Paganini

Page 6: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Pellegrinaggio in Terra Santa. 14 - 21 marzo 2013

Gerusalemme.Gerusalemme.Gerusalemme.

Sulle rive del fiume GiordanoSulle rive del fiume GiordanoSulle rive del fiume Giordano

Basilica del Santo SepolcroBasilica del Santo SepolcroBasilica del Santo Sepolcro

Page 7: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Terra Santa 2013. Appunti di ...pellegrinaggio di Mario Paganini

Tutto attorno a noi evolve e cambia.

La quotidiana esperienza ci fa, poi,

toccare con mano il grado di com-

plessità della realtà. Il nostro micro-

cosmo è affollato di apparecchi ed

utensili che si guastano, di una appa-

rato burocratico farraginoso, di cose

che non vanno come dovrebbero.

Eppure siamo, invece, fermamente

convinti che il nostro macrocosmo sia

esente da mancanze, difetti, errori.

L’uomo di oggi è un privilegiato. Noi

Occidentali, in particolare, nonostan-

te tutte le crisi, viviamo in una condi-

zione invidiabile e senza precedenti.

Di chi è il … merito? Della nostra

intelligenza, lungimiranza e bontà

d’animo? Oppure del libero mercato

e dei suoi avvincenti meccanismi re-

golatori? Oppure può dipendere an-

che da qualche cosa al di fuori di

noi? Qualche cosa che stentiamo a

percepire e che assolutamente non

vogliamo riconoscere? Molto meglio

occupare la posizione del creditore,

soprattutto misconoscendo possibili

posizioni debitorie! Tutto è nella lo-

gica delle cose e non c’è nessuno a

cui dobbiamo un “grazie!” Eppure

sappiamo che non è vero…

Le azioni di Pilato e di Giuda sono

note. Il pagano Pilato resta colpito

dal Cristo. La sua “pietas”, calibrata

a sostegno dei cittadini di Roma, pro-

segue ed accoglie un Nazareno. Pila-

to (e sua moglie) percepiscono, in-

tuiscono un qualche cosa di nuovo e

di profondamente diverso. Poi in Pi-

lato prevale la realpolitik e non salva

un innocente. Giuda è il precursore,

il prototipo del cristiano infedele. È

l’intellettuale di oggi che crede di

possedere una conoscenza universa-

le, in forza della quale aspira ad in-

carichi onorifici ed a riconoscimenti

Un pellegrinaggio è cosa diversa da

un viaggio, ma in entrambi i casi ci si

cala in una realtà diversa con la pos-

sibilità di esperienze forti, di emozio-

ni profonde, di considerazioni inatte-

se. Visitando la Terra Santa (così si

evita di usare la parola “Israele” o la

parola “Palestina”) la prima cosa che

colpisce e stupisce è la verosimi-

glianza nel paesaggio con quello de-

scritto nei Vangeli. Lo “sviluppo” e la

“crescita demografica” hanno modifi-

cato l’ambiante, ma molto è rimasto

come duemila anni fa, sia lungo le

rive del fiume Giordano, del lago di

Galilea, del Mar Morto, sia nelle fre-

quenti zone desertiche o nelle oasi.

Nonostante le molte distruzioni ab-

bondano, poi, i siti archeologici, otti-

mamente restaurati. E nonostante le

profonde divisioni religiose i molti

luoghi di culto - spesso con un … ini-

zio comune, molto addietro nel tem-

po datato - sono visitabili senza parti-

colari formalità.

Per me è stata una esperienza

straordinaria. Sto ancora organizzan-

do le emozioni. Sono rimasto sorpre-

so da quanto possa offrire la Terra

Santa all’uomo di oggi. Cercando di

fare un po’ di ordine, in primo luogo,

mi sono sentito come “il giovane ric-

co” della parabola. Per l’anagrafe

non sono giovane ed ho un reddito

normale. Ma, come tanti, coltivo l’illu-

sione di restare giovane e cerco di

non dissipare il benessere (ossia la

ricchezza) di cui godo. Ma quei luo-

ghi portano ad interrogarsi sulla vita

che si sta conducendo. Ci si rende

conto di essere dei privilegiati, di

vivere nel benessere e questo è un

grosso aiuto, ma non sempre è suffi-

ciente per sentirsi felici e neppure

sereni. Stiamo sempre in apprensio-

ne, timorosi di perdere “la roba” che

abbiamo. Se non una umanità “sazia

e disperata”, di certo più si è lontani

dal messaggio evangelico e più si è

affini al giovane ricco, in una parola si

è “tristi”. L’indecisione o il rifiuto di

un profondo cambiamento nello stile

di vita sono un impegno forte, tanto

da sembrare impossibile.

Un’altra considerazione? L’ingratitu-

dine! Ciascuno di noi se dona qual-

che cosa si attende un gesto di rico-

noscenza od almeno la parola

“grazie”. Possiamo usare la parola

sorte o destino oppure Provvidenza.

economici. Il suo raziocinio è la mi-

sura di tutte le cose. Intuisce i cam-

biamenti nell’aria (la casta dei sa-

cerdoti ha già deciso che “perisca

un giusto per il popolo, piuttosto che

tutta una nazione” con tutte le sue

gerarchie, riti e costumi) e cerca un

proprio ruolo, un proprio tornacon-

to. Quei “trenta denari” potrebbero

essere un acconto su futuri incarichi.

E non esita a tradire, per di più con

un bacio. Giuda con un ultimo pen-

siero dimostra di non aver ancora

compreso quanto possa perdonare

ed amare Dio e di quanto inadegua-

ta possano essere la volontà e l’intel-

ligenza dell’uomo. Un suicidio, reso

terribile dalle circostanze, dimostra

la sua poca fede e l’incapacità di

Giuda di stare nella Storia o, con

altre parole, la sua voglia di sottrar-

si, di fuggire da una realtà che lui

non è riuscito come pure credeva a

manipolare, a governare.

Sento che un simile pellegrinaggio

(guidato da Mons. Verucchi e fatto

insieme a tante persone amiche) mi

ha un poco cambiato e rinnovato

nella fede. Temo, però, di essere

anche un poco Pilato ed un poco

Giuda. Infatti non ho ancora il co-

raggio di annunciare con serenità

che veramente Cristo è risorto. Così

come non sono sicuro di vivere e

testimoniare sempre la mia fede,

tanto da poterne essere esempio.

Però con l’aiuto della Provvidenza e,

magari, di un secondo pellegrinag-

gio in Terra Santa …

info: [email protected]

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Rosanna

Page 8: Voltana On Line n.4-2013

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 4 - 2013

Per non perdere di vista il senso generale della vita...

se agli studenti se il barattolo fosse

pieno. Ed essi hanno convenuto che

lo era.

Allora il professore prese una sca-

tola di sassolini, e li versò nel vaso.

Lo scosse leggermente. I ciottoli

rotolarono negli spazi vuoti tra le

palle da golf. Chiese di nuovo agli

studenti se il barattolo fosse pieno.

Essi dissero che lo era.

Il professore prese una scatola di

sabbia e la versò dentro il vasetto.

Naturalmente, la sabbia si sparse

ovunque all'interno. Chiese ancora

una volta se il barattolo fosse pieno.

Gli studenti risposero con un unani-

me “ Sì ! ”.

Il professore estrasse quindi due

birre da sotto il tavolo e versò l'inte-

ro contenuto nel barattolo, effettiva-

mente si riempirono gli spazi vuoti.

Gli studenti iniziarono a ridere.

Un professore stava davanti alla

sua classe di filosofia e aveva da-

vanti a lui alcuni oggetti. Quando la

lezione cominciò, senza dire una

parola, prese un grosso barattolo di

maionese vuoto e lo iniziò a riempi-

re di palle da golf. Quindi egli chie-

'Ora', disse il professore non ap-

pena svanirono le risate 'Voglio

che vi rendiate conto che questo

barattolo rappresenta la vita. Le

palle da golf sono le cose impor-

tanti - la vostra famiglia, i vostri

figli, la vostra salute, i vostri amici

e le vostre passioni preferite - e se

tutto il resto andasse perduto e so-

lo queste rimanessero, la vostra

vita sarebbe ancora piena. I sasso-

lini sono le altre cose che contano,

come il lavoro, la casa, la macchi-

na.. La sabbia è tutto il resto - le

piccole cose.

Se mettete la sabbia nel barattolo

per prima,' ha continuato, 'non c'è

spazio per i sassolini e per le palli-

ne da golf. Lo stesso vale per la

vita.

Se utilizziamo tutto il nostro tem-

po ed energia per le piccole cose,

non avrete mai spazio per le cose

che sono importanti per voi.

Fai attenzione alle cose che sono

cruciali per la tua felicità.

Trascorrere del tempo con i vo-

stri bambini. Trascorrere del tem-

po con i tuoi genitori. Visita i nonni.

Prendete il vostro coniuge a porta-

telo a cena fuori. Gioca un altro 18

anni. Ci sarà sempre tempo per

pulire la casa e falciare il prato.

Prenditi cura delle palle da golf

prima - le cose che veramente con-

tano. Stabilisci le tue priorità. Il

resto è solo sabbia.

Uno degli studenti alzò la mano e

chiese cosa rappresentasse la bir-

ra.

Il professore sorrise e disse:

“Sono contento che tu lo abbia

chiesto. Le birre dimostrano che

non importa quanto piena possa

sembrare la vostra vita, c'è sempre

spazio per un paio di birre con un

amico!”

Fatti e gente di Voltana e dintorni

Un calendario, aggiornato, degli eventi

pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it

facendo click in AGENDA !

Frase trovata su Internet, attribuita a

Robertro Benigni e segnalata da

Monica

“Dante ha avuto un processo ed è

stato 20 anni in esilio. … Berlusconi:

200 processi e 20 anni Presidente

del Consiglio!”

“Chi ha detto che in Parlamenti ci

sono delle *** è stato licenziato

dall’incarico di Assessore Regiona-

le. Invece chi in Parlamento le ***

le ha fatte eleggere è considerato

uno Statista ”

Frase trovata su Internet, attribuita a

Maurizio Crozza e segnalata da

Monica

Immagine trovata su Inter-

net e segnalata da Paola