voltana on line n. 21-2012

8
21 2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it Festa del Volontariato Voltana. 1 - 2 - 3 settembre 2012. Centro Sociale “Ca’ Vecchia”. Tiberio, Mila, Melania, Mascia e Rinaldo Melania, Damiana e Stefano A fianco e sopra Francesca Ferri Nelle immagini di Milena la prima serata della Festa del Volon- tariato animata dal gruppo di ballo latino americano Salsarriba Ca’ Vecchia 2 settembre. Festa per le Nozze d’Oro 2012 Le immagini della Festa sono di Carlo Monti Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi Enrico Marangoni Enrico Marangoni Enrico Marangoni

Upload: voltana-on-line

Post on 22-Mar-2016

220 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

news, politics

TRANSCRIPT

Page 1: Voltana On Line n. 21-2012

21

2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it

Festa del Volontariato

Voltana. 1 - 2 - 3 settembre 2012. Centro Sociale “Ca’ Vecchia”.

Tiberio, Mila, Melania, Mascia e Rinaldo

Melania, Damiana e Stefano

A fianco e sopra

Francesca Ferri

Nelle immagini di Milena la prima serata della Festa del Volon-

tariato animata dal gruppo di ballo latino americano Salsarriba

Ca’ Vecchia 2 settembre. Festa per le Nozze d’Oro 2012

Le immagini della Festa sono di Carlo Monti

Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi Marzia Pagani, il Sindaco Raffaele Cortesi

Enrico MarangoniEnrico MarangoniEnrico Marangoni

Page 2: Voltana On Line n. 21-2012

È uno choc di civiltà voler snaturare il

matrimonio che da sempre è una re-

altà meravigliosa e fragile. I Parla-

menti debbono occuparsi di trovare

lavoro, di sicurezza, salute e pace!

Ognuno deve avere il senso dei limiti

delle proprie responsabilità.

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

Matrimoni gay, il cardinale Barbarin: choc di civiltà, si apra un dibattito In un'intervista con Jean-Marie

Guénois, pubblicata il 13 agosto sul

sito del quotidiano parigino Le Fi-

garo, il cardinale Barbarin ha spie-

gato il significato della preghiera.

La preghiera – ha detto il porpo-

rato - è la “missione prima” della

Chiesa, la quale “deve parlare

indipendentemente dalle ideolo-

gie che influenzano l'opinione

pubblica”.

“Pregare per l'impegno degli

sposi, per i bambini e per i giova-

ni” sono intenzioni che “salgono

spontaneamente nel cuore dei cre-

denti”. “Non bisognerebbe met-

tersi a terrorizzare il buon sen-

so”, ha aggiunto.

Inoltre, la laicità non vieta la pre-

ghiera, ha proseguito Barbarin,

dato che la Francia non è una

“tirannia”, nella quale bisogna sot-

toporre “i nostri riti e le nostre for-

mule al comando del 'pensiero uni-

co'”.

Se “pregare è innanzitutto un atto

spir ituale”, ha anche una

“dimensione politica”. “Niente di

più naturale che pregare per la

propria famiglia, per il proprio

Paese”, ha sottolineato l'arcivesco-vo di Lione, perché non fa

“astrazione dai problemi della vita

sociale, ancor meno dalle sofferen-

ze degli uomini”.

Mentre la Chiesa è trattata come

“lo zerbino sul quale si puliscono i

piedi”, “quello che queste reazioni

fanno pensare,– e paradossalmente

ci fanno rallegrare -, è che alcuni

sembrano aver paura della pre-

ghiera”. Allora la preghiera “è po-tente!”, ha dichiarato Barbarin.

Secondo il cardinale, la preghiera

per la Francia arriva in un

“momento di crisi”. “È una rottura

di civiltà voler snaturare il matri-

monio”, “da sempre una realtà me-

È polemica in Francia. Ma in un

Paese democratico si può parlare

dell’amore di padri e madri per i

bambini senza essere tacciati di

omofobia? Ecco che cosa ha detto

l’arcivescovo di Lione, il cardinale

Philippe Barbarin:

“La preghiera non è estranea alla

vita sociale”. Lo sostiene il cardina-

le arcivescovo di Lione (Lyon), Phi-

lippe Barbarin, esprimendosi sulla

preghiera per la Francia, letta il 15

agosto scorso in tutto il Paese.

In occasione della Solennità

dell'Assunzione di Maria Vergine,

la Conferenza dei Vescovi di Fran-

cia (CEF) ha proposto infatti a tutte

le parrocchie del Paese una

“preghiera universale” per la Fran-

cia.

Anche se tale preghiera non è una

novità […] quest'anno l'iniziativa ha

suscitato un forte dibattito.

Delle quattro intenzioni di pre-

ghiera - per i cittadini vittime del-

la crisi, per i governanti, per le

famiglie e infine per i bambini e i

giovani – è stata proprio quest'ulti-ma ad attirare l'attenzione, perché

invita a pregare affinché i bambini

“godano pienamente dell'amore

di un padre e di una madre”.

L’intenzione di preghiera in que-

stione è stata interpretata come di-

retta contro il “matrimonio” e con-

tro l'adozione di bambini da parte

di persone dello stesso sesso e di

conseguenza come una indebita

intrusione da parte della Chiesa

nell'agenda politica.

Secondo un sondaggio condotto il

15 agosto scorso tra gli spettatori

del canale televisivo M6 (Métropole

6), il 55% dei francesi ha dichiarato

che “capiscono” la posizione della

Chiesa cattolica e solo il 38% so-

stiene di non capirla.

ravigliosa e fragile”.

Attraverso la preghiera, il credente

afferma che “la fonte ultima del

bene non è nell'autorità politica”,

ha continuato Barbarin, che ha invi-

tato il potere politico a vedere be-

ne “ciò che dipende da lui e ciò

che va oltre”.

Cambiare il matrimonio e la fami-

glia? “Non sono sicuro che questo

spetti all'autorità di un Parlamen-

to”, ha osservato.

Per il cardinale, il ruolo dei Go-

verni è quello di “vegliare sulla

salute, sull'istruzione, sulla distribu-

zione dei beni, sui trasporti, sulla

sicurezza, e innanzitutto sulla pa-

ce”. Chi ci governa ha “grandi re-

sponsabilità, per l'equilibrio della

vita sociale, per il miglioramento

delle nostre condizioni di vita”.

In tempi di crisi, che sembrano

lasciare ben poco margine di ma-

novra ai Governi, la tentazione è di

“trovare dei diversivi su temi detti

'societali' ”, ha avvertito il porpora-

to.

Nel quotidiano La Croix del 18

luglio scorso, il cardinale André

Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e

presidente della Conferenza dei

Vescovi di Francia, dopo un incon-

tro personale con il Presidente del-

la Repubblica François Hollande,

ha ricordato che “il matrimonio non

è un modo per riconoscere l'auten-

ticità dei legami fra due persone

che si amano”, ma “un'istituzione

sociale per assicurare al meglio la

buona educazione dei figli”.

Immagine

trovata su

Internet e

segnalata da

Rosa

Page 3: Voltana On Line n. 21-2012

Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

Sbagliando la strada si impara a

riconoscere la propria.

proverbio africano - Tanzania

L’intervista al Cardinal Martini pubblicata dal Corriere della Sera come Giovanni Battista? Che osano

il nuovo come Paolo? Che sono fe-

deli come Maria di Magdala? Io

consiglio al Papa e ai vescovi di cer-

care dodici persone fuori dalle ri-

ghe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che

siano circondati da giovani e che

sperimentino cose nuove. Abbiamo

bisogno del confronto con uomini

che ardono in modo che lo spirito

possa diffondersi ovunque» .

Che strumenti consiglia contro la

stanchezza della Chiesa?

«Ne consiglio tre molto forti. Il pri-

mo è la conversione: la Chiesa deve

riconoscere i propri errori e deve

percorrere un cammino radicale di

cambiamento, cominciando dal Pa-

pa e dai vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono a intraprende-

re un cammino di conversione. Le

domande sulla sessualità e su tutti i

temi che coinvolgono il corpo ne

sono un esempio. Questi sono im-

portanti per ognuno e a volte forse

sono anche troppo importanti. Dob-

biamo chiederci se la gente ascolta

ancora i consigli della Chiesa in

materia sessuale. La Chiesa è anco-ra in questo campo un'autorità di

riferimento o solo una caricatura nei

media? Il secondo la Parola di Dio.

Il Concilio Vaticano II ha restituito la

Bibbia ai cattolici. (...) Solo chi per-

cepisce nel suo cuore questa Parola

può far parte di coloro che aiuteran-

no il rinnovamento della Chiesa e

sapranno rispondere alle domande

personali con una giusta scelta. La Parola di Dio è semplice e cerca

come compagno un cuore che a-

scolti (...). Né il clero né il Diritto

ecclesiale possono sostituirsi all'in-

teriorità dell'uomo. Tutte le regole

esterne, le leggi, i dogmi ci sono

dati per chiarire la voce interna e

per il discernimento degli spiriti.

Per chi sono i sacramenti? Questi

sono il terzo strumento di guarigio-ne. I sacramenti non sono uno stru-

mento per la disciplina, ma un aiuto

per gli uomini nei momenti del

cammino e nelle debolezze della

vita. Portiamo i sacramenti agli uo-

mini che necessitano una nuova for-

za? Io penso a tutti i divorziati e alle

coppie risposate, alle famiglie allar-

gate. Questi hanno bisogno di una

protezione speciale. La Chiesa so-

stiene l'indissolubilità del matrimo-

Padre Georg Sporschill, il confratel-

lo gesuita che lo intervistò in Con-

versazioni notturne a Gerusalemme,

e Federica Radice hanno incontrato

Martini l'8 agosto: «Una sorta di te-

stamento spirituale. Il cardinale

Martini ha letto e approvato il te-

sto».

Come vede lei la situazione della

Chiesa?

«La Chiesa è stanca, nell'Europa del

benessere e in America. La nostra

cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case

religiose sono vuote e l'apparato

burocratico della Chiesa lievita, i

nostri riti e i nostri abiti sono pom-

posi. Queste cose però esprimono

quello che noi siamo oggi? (...) Il

benessere pesa. Noi ci troviamo lì

come il giovane ricco che triste se

ne andò via quando Gesù lo chiamò

per farlo diventare suo discepolo.

Lo so che non possiamo lasciare

tutto con facilità. Quanto meno però

potremmo cercare uomini che siano

liberi e più vicini al prossimo. Co-

me lo sono stati il vescovo Romero

e i martiri gesuiti di El Salvador.

Dove sono da noi gli eroi a cui ispi-

rarci? Per nessuna ragione dobbia-

mo limitarli con i vincoli dell'istitu-

zione» .

Chi può aiutare la Chiesa oggi?

«Padre Karl Rahner usava volentieri

l'immagine della brace che si na-

sconde sotto la cenere. Io vede nel-la Chiesa di oggi così tanta cenere

sopra la brace che spesso mi assale

un senso di impotenza. Come si può

liberare la brace dalla cenere in

modo da far rinvigorire la fiamma

dell'amore? Per prima cosa dobbia-

mo ricercare questa brace. Dove

sono le singole persone piene di

generosità come il buon samarita-

no? Che hanno fede come il centu-

rione romano? Che sono entusiaste

nio. È una grazia quando un matri-

monio e una famiglia riescono (...).

L'atteggiamento che teniamo verso

le famiglie allargate determinerà

l'avvicinamento alla Chiesa della

generazione dei figli. Una donna è stata abbandonata dal marito e tro-

va un nuovo compagno che si occu-

pa di lei e dei suoi tre figli. Il secon-

do amore riesce. Se questa famiglia

viene discriminata, viene tagliata

fuori non solo la madre ma anche i

suoi figli. Se i genitori si sentono

esterni alla Chiesa o non ne sentono

il sostegno, la Chiesa perderà la

generazione futura. Prima della Co-munione noi preghiamo: "Signore

non sono degno..." Noi sappiamo di

non essere degni (...). L'amore è

grazia. L'amore è un dono. La do-

manda se i divorziati possano fare

la Comunione dovrebbe essere ca-

povolta. Come può la Chiesa arriva-

re in aiuto con la forza dei sacra-

menti a chi ha situazioni familiari

complesse?»

Lei cosa fa personalmente?

«La Chiesa è rimasta indietro di 200

anni. Come mai non si scuote? Ab-

biamo paura? Paura invece di co-raggio? Comunque la fede è il fon-

damento della Chiesa. La fede, la

fiducia, il coraggio. Io sono vecchio

e malato e dipendo dall'aiuto degli

altri. Le persone buone intorno a

me mi fanno sentire l'amore. Questo

amore è più forte del sentimento di

sfiducia che ogni tanto percepisco

nei confronti della Chiesa in Euro-

pa. Solo l'amore vince la stanchez-za. Dio è Amore. Io ho ancora una

domanda per te: che cosa puoi fare

tu per la Chiesa?» .

Georg Sporschill SJ,

Federica Radice Fossati Confalonieri

Pubblicato sul Corriere della Sera del

1° settembre 2012 (modifica il 3 /09/2012)

L’articolo è stato integralmente riportato,

senza fini di lucro e diversi giorni dopo la

sua pubblicazione, per documentazione

e completezza dell’informazione.

Essendo indicato copyright è per l’uso

individuale; se diversamente, occorre

l’autorizzazione scritta all’editore.

Page 4: Voltana On Line n. 21-2012

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

Il brano proposto costituisce il pa-

ragrafo introduttivo del libro di

Maurizio Lazzarato, La fabrique

de l’homme endetté. Essai sur la

condition néolibérale, Editions

Amsterdam, 2011.

(www.editionsamsterdam.fr )

Debito, ergo sum di Maurizio Lazzarato

tempo di chiamare «differenze di

classe».

Le illusioni politiche ed economi-

che di questi ultimi quarant’anni

cadono le une dopo le altre, ren-

dendo ancora più brutali le politiche

neoliberiste. La New Economy, la

società dell’informazione, il capitali-

smo cognitivo, sono tutti solubili

nell’economia del debito. Nelle de-

mocrazie che hanno «trionfato» del

comunismo, pochissime persone (qualche funzionario del Fmi,

dell’Europa, della Banca centrale

europea e qualche politico) decido-

no per tutti secondo gli interessi

di una minoranza. L’immensa

maggioranza degli europei viene

espropriata tre volte

dall’economia del debito: espro-

priata di un già debole potere po-

litico concesso dalla democrazia

rappresentativa; espropriata di

una parte sempre più grande del-

la ricchezza che le lotte passate

avevano strappato alla accumula-

zione capitalista; espropriata so-

prattutto del futuro, ovvero del

tempo, come possibile e dunque

come decisione, come scelta.

La successione delle crisi finanzia-

rie ha fatto emergere violentemente

una figura soggettiva che era già

presente ma che occupa ormai

l’insieme dello spazio pubblico:

l’«uomo debitore». Le figure sogget-

tive che il neoliberismo aveva pro-

messo («tutti azionari», «tutti pro-

prietari», «tutti imprenditori») si tra-

sformano e ci conducono verso la

condizione esistenziale dell’uomo

debitore, responsabile e colpevole

della sua sorte. È dunque urgente

proporre una genealogia e una car-

tografia della fabbrica economica e

soggettiva che lo produce.

Dalla precedente crisi finanziaria

che è esplosa con lo bolla internet,

il capitalismo ha abbandonato le

narrazioni epiche che aveva elabo-

rato attorno ai «personaggi concet-

tuali» dell’imprenditore, dei creati-

vi, del lavoratore cognitivo o del

lavoratore indipendente «fiero di

essere il proprio padrone» che, per-

seguendo esclusivamente i loro in-

teressi personali, lavorano per il

bene di tutti. L’implicazione sogget-

tiva e il lavoro su di sé, predicati dal-

la retorica manageriale a partire

dagli anni Ottanta, si sono trasfor-

mati in un’ingiunzione a prendere

su di sé i costi e i rischi della cata-

strofe economica e finanziaria. La

popolazione deve farsi carico di

tutto ciò che le imprese e lo Stato

assistenziale «esternalizzano»

verso la società e, in primo luo-

go, del debito. Per i padroni, i media, gli uomini

politici e gli esperti, le cause della

situazione non sono da cercare né

nelle politiche monetarie e fiscali,

che aumentano il deficit, operando

un transfert massiccio di ricchezza

verso i più ricchi e le imprese, né

nella successione delle crisi finan-

ziarie, che dopo essere pratica-

mente sparite nel corso dei primi

trent’anni del dopoguerra, si ripe-

tono con regolarità estorcendo del-

le somme di denaro esorbitanti alla

popolazione per evitare ciò che

chiamano una «crisi sistemica». Le

vere cause di queste crisi a ripeti-

zione risiederebbero nelle esigen-

ze eccessive dei governati

(specialmente nel Sud dell’Europa)

che vogliono vivere come delle

«cicale» e nella corruzione delle

élite che, in realtà, hanno sempre

giocato un ruolo nella divisione in-

ternazionale del lavoro e del pote-

re.

Stiamo andando verso un appro-

fondimento della crisi. Il blocco di

potere neoliberista non può e non

vuole «regolare» gli «eccessi»

della finanza, perché il suo pro-

gramma politico è sempre quello

rappresentato dalle scelte e dalle

decisioni che ci hanno condotto

all’ ultima crisi finanziaria. All’opposto, con il ricatto del falli-

mento dei debiti «sovrani» (che di

sovrano hanno ormai solo il nome),

vuole portare fino in fondo il pro-

gramma di cui sogna, fin dagli

anni Settanta, l’applicazione inte-

grale: ridurre i salari al livello

minimo, tagliare i servizi sociali

per mettere il welfare al servizio

dei nuovi «assistiti» (le imprese e

i ricchi) e privatizzare tutto quel-

lo che non è ancora stato venduto

ai privati.

Noi manchiamo di strumenti teori-

ci, di concetti, di enunciati, per ana-

lizzare non tanto la finanza, ma

l’economia del debito che la com-

prende e la travalica, così come la

sua politica e suoi di-

In Europa la lotta di classe, così

come è accaduto in altre regioni

del mondo, si manifesta e si con-

centra oggi intorno al debito. La

crisi del debito minaccia anche gli

Stati Uniti e il mondo anglosassone,

Paesi dai quali ha avuto origine non

solo l’ultimo crollo finanziario, ma

anche e soprattutto il neoliberismo.

La relazione creditore-debitore,

che definisce il rapporto di potere

specifico della finanza, intensifica i

meccanismi dello sfruttamento e

del dominio in maniera trasversale,

perché non fa alcuna distinzione tra

lavoratori e disoccupati, consuma-

tori e produttori, attivi e inattivi.

Tutti sono dei «debitori», colpevoli

e responsabili di fronte al capitale,

che si manifesta come il Grande

Creditore, il Creditore universale.

Una delle questioni politiche mag-

giori del neoliberismo è ancora,

come illustra senza ambiguità la

«crisi» attuale, quella della proprie-

tà, poiché la relazione creditore-

debitore esprime un rapporto di

forza tra proprietari (del capitale)

e non proprietari (del capitale).

Attraverso il debito pubblico, la

società intera è indebitata, cosa

che non impedisce, ma anzi esa-

spera «le diseguaglianze», che è ( Segue a pag. 5 )

Page 5: Voltana On Line n. 21-2012

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

Debito, ergo sum di Maurizio Lazzarato

congiuntamente. L’economia del

debito fa coincidere la produzione

economica e la produzione di sog-

gettività. Le categorie classiche

della sequenza rivoluzionaria del

XIX e XX secolo – lavoro, sociale e

politico – sono attraversate dal de-

bito e ampiamente ridefinite da

esso. È quindi necessario avventu-

rarsi in territorio nemico e analizza-

re l’economia del debito e la pro-

duzione dell’uomo debitore, per

cercare di costruire qualche arma

che ci servirà a condurre le lotte

che si annunciano. Perché la crisi,

lungi dal terminare, rischia di e-

stendersi.

La fabbrica dell’uomo indebitato

Saggio sulla condizione neoliberista

di Maurizio Lazzarato

Sintesi ( n.b.: nel testo originale non era

utilizzato il carattere in grassetto )

Il testo, tradotto in italiano, è disponibile

nei siti

www.alfabeta2.it/2011/12/05/la-fabbrica-

dell%E2%80%99uomo-indebitato/

www.nazioneindiana.com/2012/06/25/

debito-ergo-sum/

http://www.comedonchisciotte.org/site/

modules.php?

name=News&file=article&sid=10719

spositivi di assogget-

tamento. La crisi che stiamo viven-

do ci impone di riscoprire la rela-

zione creditore-debitore elaborata

dall’Anti-Edipo di Deleuze e Guatta-

ri. Pubblicato nel 1972, anticipando

teoricamente lo spostamento

dell’iniziativa del capitale che si

produrrà qualche anno dopo, ci

permette, alla luce di una lettura di

Nietzsche della Genealogia della

morale e della teoria marxiana del-

la moneta, di riattivare due ipotesi.

Prima di tutto, l’ipotesi secondo cui

il paradigma sociale non è dato dal-

lo scambio (economico e/o simbo-

lico), ma dal credito. A fondamento

della relazione sociale non c’è

l’uguaglianza (dello scambio), ma

l’asimmetria del debito/credito che

precede, storicamente e teorica-

mente, quella della produzione e

del lavoro salariato. In secondo luo-

go, l’ipotesi secondo cui il debito è

un rapporto economico indissocia-

bile dalla produzione del soggetto

debitore e dalla sua «moralità» .

L’economia del debito aggiunge al

lavoro nel senso classico del termi-

ne un «lavoro su di sé», in modo

che economia ed «etica» funzionino

Per saperne di più

visita il sito:

http://www.giampa.

it/GCLugo/GCLugo.

asp

( Segue da pag. 4 )

Immagine trovata su Internet

e segnalata da

Serena Fagnocchi

L’AMACA

In tempi di totale confusione ideo-

logica, si deve a Mitt Romney una

definizione rozza ma piuttosto effica-

ce di destra e sinistra: “Mentre Oba-

ma pensa al pianeta, io penso alle

famiglie americane”. Ne esce l’idea

di una sinistra parolaia e di una de-

stra gretta: più o meno ciò che sono.

“Obama pensa al pianeta” è una

perfidia ben concepita. Per

l’elettorato di Romney il pianeta è

solo una remota seccatura, con tutti

quei Paesi dai nomi strani che ogni

tanto tocca bombardare. Ma anche

l’opinione pubblica liberal e di sini-

stra (di tutto il pianeta) vorrebbe

tanto che i suoi leader fossero un

poco più concreti, anche a costo di

essere meno nobilmente ispirati nei

loro discorsi. Quanto alla destra,

cioè alle “famiglie americane” an-

siose di liberarsi dall’impiccio costi-

tuito dall’esistenza, oltre la staccio-

nata di casa, addirittura di un piane-

ta, hanno sicuramente trovato in

Romney un rassicurante difensore. Il

loro problema è che la cognizione

piuttosto vaga del resto dell’umanità

fa di loro, nonostante siano i cittadini

della prima potenza economica, mi-

litare, politica e mediatica del mon-

do, dei patetici provinciali. Spesso,

per giunta, con un doloroso com-

plesso di inferiorità nei confronti di

chi si permette il lusso di “pensare al

pianeta”.

Pubblicato il 1° settembre 2012 dal

quotidiano La Repubblica

di Michele Serra

La Cassazione ha confermato le condanne a 10 manifestanti per devastazio-

ne e saccheggio, per i fatti del G8 genovese. Condanne pesantissime: fino a

14 anni, per aver rotto vetrine. La condanna si è basata su una norma, redatta

in epoca fascista, che prevede un limite di pena minimo di otto anni. Anche

se questa norma non è in conflitto con la Costituzione, possiamo e dobbiamo

porci il problema della proporzionalità della sanzione rispetto ai fatti. Atten-

zione però: in Cassazione non potevano cambiare la pena. Non era la sede

per rimediare a una pena eccessivamente severa. Nessuno degli imputati ha

posto in essere fatti di sangue, o messo in pericolo la vita di persone. Si deve

riflettere sul fatto che la pena erogata è pari a quella di un omicidio. Questo ci fa capire quel che si intende per capro espiatorio. Si è trattato di

un’inchiesta forzata. Durante il G8 nessuno dei “vandali” era stato arre-

stato e nemmeno identificato. Fa star male il pensiero che ci siano persone in galera per tanti anni per episodi che sono stati atti di teppismo, di violenza

contro le cose, senza che sia stata messa in pericolo l’incolumità di qualcuno.

Sono pene troppo alte. Queste dieci condanne, insieme con il mancato pro-

cesso per l’omicidio di Carlo Giuliani, impediscono, nonostante l’enorme

rilievo della sentenza Diaz, di poter parlare di giustizia.

Page 6: Voltana On Line n. 21-2012

Caffè letterario di Lugo

Hotel Ala d’Oro - Corso Matteotti, 56

Info: 0545 - 22388 e su Facebook

Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

di conseguenza (come in Italia) pre-

dica e pratica l’austerità, cioè toglie-

re sangue a un corpo soggetto a

grave emorragia. Per altro verso

nessuno oggi può avere la speranza

di una guerra salvatrice, anche se un

po’ di guerre locali possono aiutare,

se ben controllate. Ma con un mondo

caldo come l’attuale, bisogna avere

molta paura anche delle guerre lo-

cali. Da chi governa, e anche dai

partiti, che sono in prossimità di una

difficile campagna elettorale, i citta-

dini dovrebbero pretendere una

seria analisi della crisi attuale e del-

le sue dimensioni e radici. In Italia,

ma non solo, la produttività è in calo

da un bel po’ di anni: per tutti la

competizione è più aspra e

nell’Eurolandia anche le svalutazioni

competitive (l’Italia nel passato le ha

utilizzate traendone vantaggio) sono

impossibili.

Questa crisi è mondiale. Per il 2013

si annuncia recessione negli Stati

uniti e anche la domanda cinese, che

finora ha aiutato (soprattutto gli Usa,

ma non solo) dà segni di rallenta-

mento. Anche i Bric rallentano il pas-

so. E poi, ancora, c’è il disastro della

finanza che agisce su due fronti: fino

Non solo il professor Monti, ma an-

che componenti del suo attuale go-

verno dicono, e ripetono, di vedere

una luce in fondo al tunnel. Ma di

quale luce si tratta? A mio parere la

luce che dicono di vedere è solo

quella degli incendi che stanno di-

struggendo un po’ di boschi. Un pu-

ro fraintendimento che, sempre a

mio parere, rivela puri intenti propa-

gandistici e ignoranza o silenzio sul-

la portata dell’attuale crisi che non è

solo italiana, ma europea e mondia-

le. Come non tener conto che dopo

gli incoraggiamenti (forse solo a fini

speculativi) delle agenzie di rating è

bastata una flessione della borsa di

New York a provocare un ribasso di

tutte le borse? La crisi che ci sta ma-

cinando non è roba da congiuntura

ed è difficile, assai difficile, avere

politiche per fronteggiarla. Non di-

mentichiamo che la crisi del ’29 (a

mio parere meno grave di quella

attuale) fu contrastata con il new

deal di Roosevelt e poi risolta con la

seconda guerra mondiale. Ma c’è un

governo che abbia oggi la forza e il

coraggio di tentare un new deal?

La maggioranza dei paesi (Usa com-

presi) è semiparalizzata dal debito e,

a quando si può fare denaro con il

denaro senza passare per la produ-

zione di merci perché dovrebbe es-

serci una ripresa della produzione e

dell’occupazione? E sempre sulla

finanza, come sottovalutare gli effetti

disastrosi delle grandi operazioni

speculative che fanno saltare banche

e imprese, con danno dei risparmia-

tori e dei lavoratori? Insomma, smet-

tiamola di raccontare che si vede la

luce in fondo al tunnel. Il tunnel è

assai oscuro e nessuno può dire

quanto sia lungo.

Articolo di Valentino Parlato

Pubblicato sul quotidiano

il manifesto del 25 agosto 2012

Si vede la luce in fondo al tunnel ? Sono gli incendi di Valentino Parlato

info: [email protected]

Tutte le mattine,

quando fa giorno,

la luce passa

tra le fessure di quel nome

scritte in un vetro chiaro

dello stesso colore dei suoi occhi.

Ma è a mezzogiorno,

che all’improvviso,

con il sole a picco,

prende fuoco quella frase

“caduto per la libertà”.

Modo più bello per ricordarlo

non poteva esistere.

VETRO

Toti al matein,

quand ch’u s’fa dè,

la luṣ la pasa

stra al carvai d’che nom

scret int un védar cér

de’ culór di su oc.

Mo l’è a maẓdè,

che d’böta,

cun e’ ciöch de sól,

u s’infughes cla fréṣ

“mórt par la libarté”.

Manira piò bëla pr arculdél

la n’i putéva ësar.

VÉDAR

© Poesia ed immagine di Paolo Gagliardi

© Paolo Gagliardi - Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n.633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Vietata qualsiasi riproduzione,

totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

AUGUSTO LOLLI

(1905-1944) - Chiesanuova

Page 7: Voltana On Line n. 21-2012

Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

James S. Henry, ex capo economi-

sta di McKinsey & Co., autore di The

Blood Bankers e di articoli apparsi

su The Nation e sul New York Ti-

mes, ha scavato nei documenti della

Bank for international settlements,

del Fondo monetario internazionale

(Fmi), della Banca mondiale, delle

Nazioni unite, di banche centrali e

di analisti del settore privato, riu-

scendo infine a tracciare il profilo

dell'enorme riserva di denaro che

fluttua nelle nebulose località defi-

nite offshore.

C'è una gran quantità d'informa-

zioni in questo rapporto, quindi ab-

biamo scelto [le] cose fondamentali

da conoscere sul denaro che i più

ricchi del mondo stanno nasconden-

do a tutti noi.

[…] Almeno 1/3 di tutta la ric-

chezza finanziaria privata e circa

la metà di quella offshore è pos-

seduta dalle 91.000 persone più

ricche del mondo, appena lo

0.01% della popolazione mondiale»

rileva il documento. Questi top

91.000 hanno circa 9.800 miliardi

del totale stimato nel rapporto e me-

no di dieci milioni di persone pos-

siedono l'intera pila di denaro-

[…] Secondo Henry, il termine off-

shore non corrisponde più a un luo-

go fisico, nonostante una quantità di

posti come Singapore e la Svizzera

continuino a specializzarsi nel forni-

re ai ricchi di tutto il mondo

«residenze fisiche sicure a bassa

tassazione» .Ma oggi la ricchezza

offshore è virtuale. Henry descrive

«siti nominali, ultra-portatili, multi-

giurisdizionali e spesso temporanei

all'interno di reti di organizzazioni e

accordi legali e semi-legali» .Una

compagnia può essere ubicata all'in-

terno di una giurisdizione, ma pos-

seduta da un gruppo di aziende si-

tuato altrove e amministrata da un

insieme di società in una località

terza. «In definitiva il termine off-

www.voltanaonline.it è un prodotto amatoriale al quale non può essere ap-

plicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio

1948 n. 47, poiché l'aggiornamento del-

le notizie in esso contenute non ha peri-

odicità regolare (art. 1 comma 3, legge

7 Marzo 2001 n. 62).

www.voltanaonline.it non rappresenta una testata giornalistica e i post editi

hanno lo scopo di stimolare la discus-

sione e l’approfondimento politico, la

critica e la libertà di espressione del

pensiero, nei modi e nei termini con-

sentiti dalla legislazione vigente.

www.voltanaonline.it non persegue alcuno scopo di lucro. Tutto il materiale

pubblicato su Internet è di dominio

pubblico. Tuttavia, se qualcuno ricono-

scesse proprio materiale e non voleva

che fosse pubblicato, non ha che da

darne avviso al gestore e sarà immedia-

tamente rimosso.

www.voltanaonline.it verificherà, per quanto possibile, che tutto il materiale

inviato e riprodotto nel sito e nel PDF sia conforme alle licenze Creative Com-

mons o non coperto da copyright.

shore si riferisce a un insieme di po-

tenzialità» piuttosto che a un posto o

a una serie di posti. Il documento

nota anche che è importante distin-

guere tra «paradisi intermedi«, cioè

quei posti che la gente normalmente

immagina quando pensa ai paradisi

fiscali (come le Isole Cayman di

Romney, le Bermuda e la Svizzera) e

i «paradisi di destinazione», che in-

cludono Stati Uniti, Gran Bretagna

e perfino Germania. Queste ultime

sono destinazioni richieste, perché

mettono a disposizione «mercati a-

zionari efficienti e disciplinati, ban-

che sostenute da un'ampia popola-

zione di contribuenti e compagnie

d'assicurazione; sistemi legali ben

sviluppati, avvocati competenti, si-

stemi giudiziari indipendenti, e il

principio di legalità» . Chi sta favo-

rendo questo processo? I nomi che

vengono fuori quando si spulcia nei

dati sono familiari: Goldman Sachs,

Ubs e Credit Suisse sono i primi tre,

mentre Bank of America, Wells Far-

go e JP Morgan Chase rientrano tutti

nella Top 10. «Alla loro lista di onori-

ficenze possiamo aggiungere

quest'altra: sono attori chiave in mol-

ti paradisi fiscali in giro per il mon-

do e sono fondamentali nel sostene-

re il sistema globale d'ingiustizia

fiscale» nota il rapporto.

Il “buco nero” nell’economnia mondiale

dal sito www.megachip.info.

Dal apporto del Tax Justice Network

Sarebbe un ottimo affare acquistare gli

uomini per quello che valgono e riven-

derli per quello che ritengono di valere.

Napoleone

Citazione trovata su

Internet e segnalata da

Gabriella

Sogna e sarai libero nello spirito.

Lotta e sarai libero nella vita.

Ernesto Che Guevara

Citazione trovata su

Internet e segnalata da

Sonia

Trovata su Internet

e segnalata da

Elisa

I sindaci dovrebbero occuparsi

delle città che amministrano

fino alla conclusione del loro

mandato. I municipi non sono

dei trampolini di lancio per la

loro carriera politica.

Citazione trovata su Internet

di Beppe Grillo

Page 8: Voltana On Line n. 21-2012

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 21 - 2012

Immagine trovata su

Internet e segnalata da

Franco

Ca’ Vecchia 2 settembre. Festa per le Nozze d’Oro 2012

Sono circa una sessantina le immagini della

Festa donate da Carlo Monti. Le immagini

sono disponibili su file presso la Delegazio-

ne Comunale e per la stampa presso Foto

Clic piazza dell’Unità, Voltana.