voltana on line n.26-2011
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Voltana On Line 26
2011
in una zona semi-centrale di una
grande città, dovrà mettere
sull’imponibile Irpef il 20% dei
1.000 euro della sua rendita catasta-
le: se questo contribuente ha un
reddito annuo di 15 mila euro e una
aliquota del 23% dovrà rassegnarsi
a pagare 46 euro in più. Secondo
Giovanni D’Agata, componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore” di Italia
Difficile individuare quale sia, in
assoluto, il provvedimento più ini-
quo della manovra finanziaria volu-
ta dal Governo Berlusconi.
Il Ministro Tremonti ha fatto quello
che gli è stato chiesto di fare, ossia: trovare delle risorse, meglio se in
modo facile e veloce.
Così, come al solito, ad essere
“colpiti” sono stati: i lavoratori di-
pendenti, i dossier con i titoli di
Stato ed i beni “visibili” e registrati (abitazioni, fabbricati, veicoli).
Inoltre, è possibile diminuire il
fabbisogno, ossia quanto lo Stato
dà, eroga a vario titolo; quindi: sti-
pendi congelati nella Pubblica Am-
ministrazione ed ulteriori tagli a:
Sanità, Scuola, Università e Ricerca.
Per molti i ticket per la sanità sono
quanto di più iniquo ed ingiusto
possa esistere.
A parer mio, un … posto sul podio
lo merita anche l’ennesimo
“ritocco” ai requisiti necessari per
poter andare in pensione.
Nulla lascia presagire che l’età
media (speranza di vita) degli ita-
liani si stia innalzando. Cresce rapi-
damente il numero dei “vecchi”, ma l’incidenza è conseguenza della
bassissima natalità.
Questo tipo di “ritocco” origina,
di certo, un minor esborso di dena-
ro e, a volte, una possibile entrata.
dei Valori e fondatore dello
“Sportello dei Diritti” queste misu-
re sui contribuenti italiani, andran-
no ancora una volta a colpire so-
prattutto i redditi medio-bassi cioè
quelli dei lavoratori dipendenti e
pensionati su cui graverà gran par-
te del “carico fiscale” pendente
sugli Italiani. Infatti da soli, queste
categorie garantiscono ben
l’“82%” dell’intero gettito Irpef .
CHI HA TRENT’ANNI OGGI
Supponiamo sia riconosciuto il
diritto alla pensione con uno slitta-
mento, un ritardo o un ritocco di un
mese. Chi deve pagare la pensione
avrà un mese in meno da pagare.
Inoltre, potrebbe accadere che il … mancato pensionato subisca l’onere
di dover corrispondere un mese di
contribuzione.
E tutti coloro che non sono già in
pensione saranno, di certo, interes-
sati al provvedimento. I conti sono presto fatti: un mese di pensione
moltiplicato per 30 milioni di volte!
Preoccupa che, accanto alla illu-
sione di uno sviluppo senza limiti,
stia prendendo piede l’idea che
anche il lavoratore sia senza limiti.
Quando, di fronte a noi, a servirci
ci sarà un impiegato di settant’anni
o, in giro per casa, avremo un arti-
giano di settant’anni, allora sarà
tutto più evidente!
Per inciso: da subito quel posto di
lavoro sarà precluso, per un mese,
ad un giovane disoccupato.
Mario Paganini
Con la manovra finanziaria 2011
torna l’Irpef sulla prima casa. Dal
2013 abolite le agevolazioni fisca-
li sull’abitazione principale, una stangata per milioni di famiglie. Ta-
gli lineari del 5 e poi del 20% su
ben 483 sgravi fiscali, dai figli a ca-
rico alle spese mediche. Un carico
che per le famiglie medie oscillerà
tra i 1.200 ed i 1.800 euro in più
all’anno. Una vera e propria stanga-
ta per 24 milioni e 200 mila italiani,
possessori di prima casa.
Eppure ricordate il famoso an-
nuncio di Silvio Berlusconi
“toglieremo l’Ici”? Si prometteva di eliminare del tutto la tassa sulla
prima casa non solo per i redditi
bassi, ma per tutti. In questa pro-
messa c’erano tutte le speranze di
vincere sul filo di lana le elezioni
del 2006. Qualche osservatore più
avvertito, provò ad obiettare che
non era giusto togliere una delle
poche vere fonti di entrata per i Co-
muni e che questo atto li avrebbe
costretti ad andare a trovare da al-
tre parti le risorse che venivano sot-
tratte, magari aumentando le tas-
se sui rifiuti e tartassando ingiu-
stamente i cittadini con le multe
al Codice della Strada. Ora però il governo cambia idea e reintroduce
l’Ici mascherata da Irpef. È questa
una delle novità meno gradite pre-
viste. La riduzione della deduzione
per l’abitazione principale sarà del
5% nel 2013 e del 20% dal 2014:
ovvero a regime, la tassazione
dell’unità abitativa sarà su una base
imponibile pari al 20% della rendita
catastale. Secondo una simulazione
elaborata dal quotidiano Repubbli-
ca, il proprietario di una normalissi-
ma casa di 80 metri quadrati, situata
In Italia, mentre i ricercati
trovano ottime sistemazioni nei Palazzi ai ricercatori rimane la
… strada
del precariato a vita !
La manovra del Governo Berlusconi è una stangata per le famiglie
Dal 2032 uomini e donne parificati. Nel 2050 tutti via a 70 anni.
ANDRA’ IN PENSIONE A 70 ANNI
Ed. ALTRECONOMIA.
L’INFORMAZIONE PER AGIRE. Prez-
zo: 12.00€
Genova 2001-2011: il nostro dossier
Noi della Diaz. La "notte dei man-
ganelli" al G8 di Genova.
Una democrazia umiliata. Tutte le
verità sui processi
e nel sito
www.altreconomia.it/site/ec_arti
colo_dettaglio.php?intId=42
Pagina 2 www.voltanaonline.it
di portare avanti le ragioni di allo-
ra e a tutte/i coloro che, pur non
avendo avuto la possibilità di par-
tecipare a quelle elaborazioni, o-
gni giorno costruiscono elementi
di un mondo diverso con le loro
lotte, le loro rivendicazioni, le loro
pratiche, di costruire insieme da
oggi le condizioni per incontrarsi a
Genova nel luglio del 2011, per
tessere reti più forti di resistenza,
di solidarietà, di costruzione di
alternativa alla barbarie e di spe-
ranza.
Viviamo in un mondo che conti-
nua a non piacerci, un mondo che
continua ad avere tutte le caratteri-
stiche che abbiamo fortemente
denunciato 10 anni fa, se possibile
ancora più accentuate, attraversato
da profonde crisi etiche, morali,
democratiche che aggravano e
rendono più pericolosa la crisi e-
conomica e finanziaria. Ma, allo
stesso tempo, viviamo anche in un
mondo che, a partire dal nuovo
protagonismo dei popoli dell’ A-
merica Latina, esprime un forte
sentimento di cambiamento.
Ripensare, recuperare, allargare
ed aggiornare lo “spirito di Geno-
va” che ha segnato una generazio-
ne può aiutare. Non a guardare
indietro, a quella che ormai è sto-
ria, ma a guardare avanti, al futuro
che abbiamo tutti e tutte la respon-
sabilità di costruire.
messo a rischio la possibilità di con-
vivenza e persino la vita nel pianeta.
Che non ci sarebbe stata più ric-
chezza per tutti ma, piuttosto, nuovi
muri, fisici e culturali, tra i nord ed i
sud del mondo. Non la pacificazio-
ne, conseguenza della “fine della
storia”, ma lo “scontro di civiltà”.
Avevamo ragione, e i fatti lo hanno
ampiamente confermato. Ora lo san-
no tutti. Ma dieci anni fa, per aver
detto solo la verità, venimmo re-
pressi in maniera brutale e spietata.
La città di Genova fu violentata
fisicamente e moralmente. Le rego-
le di una democrazia, che sempre
prevede la possibilità del dissenso
e della protesta, vennero sospese e
calpestate. Un ragazzo fu ucciso.
Migliaia vennero percossi, feriti,
arrestati, torturati. Eravamo le vitti-
me, ma per anni hanno tentato di
farci passare per i colpevoli.
Oggi, le ragioni di allora sono an-
cora più evidenti. Una minoranza di
avidi privilegiati pare aver dichiara-
to una guerra totale al resto
dell’umanità e all’intera madre Ter-
ra. Dopo aver creato una crisi mon-
diale mai vista cercano ancora di
approfittarne, rapinando a più non
posso le ultime risorse naturali di-
sponibili e distruggendo i diritti e le
garanzie sociali messe a protezione
del resto dell’umanità in due secoli
di lotte.
È un progetto distruttivo: ha pro-
dotto la guerra globale permanente,
l’attacco totale ai diritti (al lavoro e
del lavoro, alla salute, all’istruzione,
alla libertà di movimento, alle diffe-
renze culturali e di genere nonché
alle scelte sessuali), la rapina dei
beni comuni, la distruzione dell’
ambiente, il cambiamento climatico
e il saccheggio dei territori.
Ormai è chiaro a tanti e tante, a
molti più di quanti erano a Genova
dieci anni fa, che solo cambiando
radicalmente direzione si può dare
all’umanità una speranza di futuro,
impedendo la catastrofe che i poteri
dominanti, sia pure in crisi, stanno
continuando a preparare.
Proponiamo a tutte/i coloro che da
quei giorni non hanno mai smesso
LA CRISI O LA SPERANZA Dieci
anni fa centinaia di migliaia di per-
sone, giovani e adulti, donne ed uo-
mini, di tutto il mondo si diedero
appuntamento a Genova per denun-
ciare i pericoli della globalizzazione
neoliberista e per contestare i po-
tenti del G8, intenti a convincere il
mondo che trasformare tutto in mer-
ce avrebbe prodotto benessere per
tutti.
Le persone che manifestavano a
Genova erano parte di un grande
movimento “per un mondo diverso
possibile” diffuso in tutto il pianeta.
Era nato a Seattle nel 1999 con una
grande alleanza fra sindacati e mo-
vimenti sociali, e ancor prima nelle
selve del Chiapas messicano. Nel
gennaio 2001 si era incontrato nel
grande Forum Sociale Mondiale a
Porto Alegre in Brasile che aveva
riunito la società civile, i movimenti,
le organizzazioni democratiche di
tutto il mondo.
Quel movimento diceva – e ancora
oggi dice – che la religione del mer-
cato senza regole avrebbe portato
al mondo più ingiustizie, più sfrutta-
mento, più guerre, più violenza.
Che avrebbe distrutto la natura,
APPELLO GENOVA 2001 – GENOVA 2011
Ulteriori informazioni nei siti:
www.genova2011.org
www.piazzacarlogiuliani.org
Carlo Giuliani
"Tante sono le cose che segnano
una vita,
e tante vite sognano qualcosa che
verrà"
Anche Marco Travaglio nel sito
www.youtube.com/watch?v=-
Gg9hAXo40o
L’immagine è stata “catturata”, lo scorso 14 giugno, durante l’Assemblea annuale di CNA Parma sul tema: “Crisi economica: nel guado o oltre il guado?”. Anche se da allora è passato oltre un mese, che di questi terribili
tempi è quasi un’era geologica, le considerazioni svolte restano attuali.
Il 14 giugno non sapevamo ancora modo e maniera di una manovra di bilancio demenziale, né era possibile
immaginarne la natura così marcatamente medievale. Ma a parte ciò, il messaggio di fondo è che siamo sempre
più vicini al 1992. Per crisi economica, civile e morale del Paese, in un quadro di generalizzata corruttela della vita pubblica.
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Sono
7.224 i mi-
litari italia-
ni impe-
gnati in
operazioni
internazio-
nali in 28 Paesi. La maggior parte è
di stanza in Afghanistan nel quadro
della missione Isaf, circa 4200 mili-
tari, ma cifre rilevanti si contano
anche in Libano (1.780) e nei Balca-
ni, con 533 soldati in Kosovo.
dal sito www3.lastampa.it del 07/07/11
Quando tutti dicevano che c’era
crisi loro due andavano raccontan-
do che “non era vero”; che erano
“solo falsità”. Anzi, a sentir loro,
erano “invenzioni dei comunisti,
per tenere la gente ...depressa”.
Ora molti Paesi stanno uscendo
della crisi, invece gli Italiani sco-
prono di essere uno dei cinque
PIIGS (così sono chiamati i Paesi
con forti problemi di bilancio) a
rischio fallimento (o “default”).
Smetteranno mai di mentire ?
Forse, ma dopo che saranno cac-
ciati via dal Palazzo !
Attenti a questi due!
Il video è all’indirizzo: http://phastidio.net/2011/07/11/a-che-punto-e-la-notte-italiana
A che punto è la notte italiana
L'indebitamento dei Paesi
europei % PIL 2010.
Fonte "El Pais"
ROSSO = alto BIANCO = medio VERDE = basso
Zona Eu-
ro Francia
Germa-
nia Grecia Irlanda Italia
Porto-
gallo Spagna
Debito pubblico lordo 87 88 80 152 114 120 91 64
Debito pubblico netto 67 78 55 SD 95 101 86 53
Saldo primario -1,8 -3,5 -0,3 -0,9 -7,5 0,2 -1,6 -4,6
Debito immobiliare lordo 72 69 62 68 129 50 103 90
Debito immobiliare netto -129 -131 -130 -56 -60 -178 -126 -74
Debito lordo delle società
non finanziarie 142 157 69 71 278 119 154 205
Debito sul patrimonio delle
società non finanziarie 106 76 105 218 113 135 145 152
Debito lordo società finan-
ziarie 148 148 95 21 654 99 65 113
Debito lordo estero dell'e-
conomia 174 254 181 194 1598 153 293 215
Debito estero pubblico 29 64 53 61 59 47 57 50
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IN LAVORAZIONE
La vendita è stata speculativa, basan-
dosi sull'aspettativa di poter compra-
re a poco e vendere a molto. Tale
aspettativa (ex-post) si è dimostrata
corretta. Infatti Sempronio, dovendo
comprare per onorare il contratto, si è assunto (ex-ante) il rischio di non
vedere realizzata l'aspettativa di
ribasso del prezzo. Ma poiché il
prezzo di mercato del titolo è sceso
a 96 - a causa dell'attività di Sempro-
nio - la speculazione ha accelerato
la caduta del prezzo (rispetto al caso
di vendita effettiva) ed ha aumentato
il tasso di interesse sul titolo, che
adesso é pari al 4/96 = 4,17% .
liberamente tratto dall’articolo
“Dagli all’untore” di Giulio Zanella
nel sito: www.noisefromamerika.org
ECONOMIA - Grafico a “ V ”, come guarigione. Grafico a “ L ”, come recessione.
Nessuno pretende che l’Italia si
metta ad inseguire l’inarrivabile
Germania sul terreno della cresci-ta, tali e tante sono le differenze tra i
due Paesi. Non che la cosa sia infat-
tibile, ma di certo richiederebbe
lunghi anni di applicazione e rifor-
me strutturali, anche fuori dalla Co-
stituzione. Ma questo grafico, pub-
blicato da lavoce.info, e che riassu-
me l’andamento del Pil (ri-basato a
100) dal secondo trimestre 2008 al
quarto trimestre 2010 parla (anzi,
urla) da solo.
La Germania ha colmato il gap che
si era aperto con la Grande Reces-
sione, dopo aver subito una contra-
zione identica per magnitudine a
quella italiana. Il nostro Paese, inve-
ce, mostra un “rimbalzo” che sem-
plicemente non è tale, e che ci met-
te su una traiettoria di recupero che
colmerà solo tra molti anni il buco di
Pil apertosi con la crisi.
dere, per questo il prezzo cala e il
rendimento per chi è disposto a
comprare aumenta. Niente di spe-
culativo, quindi.
Una vendita allo scoperto, inve-ce, funziona così: Sempronio è un
avvoltoio, uno speculatore profes-
sionista. Annusa che Tizio non si
fida più del governo e inferisce
che sarà disposto a realizzare una
perdita pur di sbarazzarsi del tito-
lo. Quindi lo anticipa, lui che è un veloce professionista, e vende lui
(Sempronio) oggi il titolo a Caio
anche se ancora non lo possiede
(da cui vendita "allo scoperto"),
con un contratto che dice che glie-
lo consegnerà dopodomani. Glielo
vende al prezzo che Caio è dispo-
sto a pagare, cioè 97. Poiché Caio
ha già comprato, Tizio oggi non
trova da vendere e, domani, inner-
vosito come Sempronio si aspetta-
va, sarà disposto a vendere a Sem-
pronio al prezzo di 96. A questo
punto Sempronio ha il titolo che ha
promesso a Caio e fa soldi: Sem-
pronio ha comprato a 96 e venduto
a 97, realizzando un profitto di 1.
Che differenza c'è tra vendite allo
scoperto e vendite effettive? E per-
ché le prime sarebbero speculative
mentre le seconde no?
Facciamo un esempio. Il governo
ha emesso un titolo che promette il rimborso di 100 a scadenza. Tizio lo
compra a 98 e ottiene quindi, a sca-
denza, un interesse di 2, cioè del
2/98 = 2,04%.
Una vendita effettiva funziona così: dopo un po' di tempo Tizio, osservando, ad esempio: che men-
tre il debito pubblico dilaga, il go-
verno rimanda il pareggio di bilan-
cio, mentre il Primo Ministro se la
prende col Ministro dell'Economia e
il braccio destro di quest'ultimo vie-
ne indagato per corruzione, comin-
cia a temere che il governo potreb-
be non rimborsare a scadenza e
quindi vuole vendere il titolo. Per
farlo abbassa il prezzo fino a 97. A
quel prezzo Caio è disposto a com-
prare e otterrà a scadenza, se il go-
verno rimborsa, un interesse pari al
3/97 = 3,09%: il titolo è percepito
come più rischioso e quindi rende
di più. Tizio non si fida e vuole ven-
Pil a prezzi costanti. Dati destagionalizzati. Variazione percentuale
sul trimestre precedente. I° trimestre 2008 = 100. Fonte Eurostat
a cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi
FONTE: www.lavoce.info/articoli/-grafici/pagina1002305.html
Che differenza c'è tra vendite allo scoperto e vendite effettive ?
CURIOSITÀ : “Sembra che le vendite
allo scoperto abbiano avuto un ruo-
lo marginale nella seduta” così nel
comunicato della Consob di lunedì
11 luglio dopo la valanga di vendite
di titoli delle banche e delle obbli-
gazioni pubbliche italiane tra giove-
dì 7 e venerdì 8 luglio 2011.
(Segue a pag. 6 )
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DOV'È FINITO IL CONTRATTO CON GLI ITALIANI ?
RIFORMA FISCALE
La promessa: Abbattimento della pressione fiscale:
● con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;
● con la riduzione al 23 per cento per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;
● con la riduzione al 33 per cento per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;
● con l'abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni.
Nella tabella, il confronto tra le promesse e l’attuale struttura delle aliquote
Contratto Berlusconi Situazione attuale
Redditi Aliquote Redditi Aliquote
Fino a 22milioni di lire
(11.362 euro circa) Esenzione
Fino a 4.800 euro per lavo-
ratore autonomo.
Fino a 8.000 euro (su 12
mesi di lavoro) per lavora-
tore dipendente
Esenzione
Fino a 200milioni di lire
(103.291 euro circa) 23%
Fino a 15.000 23%
Da 15.000 a 28.000 27%
Da 28.000 a 55.000 38%
Da 55.000 a 75.000 41%
Oltre 200milioni di lire
(103.291euro circa) 33% Oltre 75.000 43%
Le tasse sulle successioni e sulle donazioni sono state abolite nel 2001. Successivamente il Governo Prodi ha
reintrodotto l’imposta, ma solo per grandi patrimoni (tassa di successione).
LAVORO
La promessa: Dimezzamento dell'attuale tasso di disoccupazione, con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di
posti di lavoro.
Sono passati esatta-
mente dieci anni da
quando Silvio Berlusco-
ni, in piena campagna
elettorale, firmò nel sa-
lotto televisivo di “Porta
a porta” il “contratto
con gli italiani”. Cinque
promesse, delle quali
“almeno quattro” da
mantenere nell’arco di
cinque anni. Di anni ne
sono passati il doppio e Silvio Berlusconi ha governato per tutto
questo tempo ad eccezione dei due anni scarsi dell’esecutivo gui-
dato da Romano Prodi. Che ne è stato di quel “contratto” che vole-
va rappresentare un impegno vincolante preso con tutti gli italia-
ni?
Vediamolo punto per punto se gli impegni presi con gli italiani
sono stati mantenuti .
nelle immagini
Porta a Porta dell'8 maggio 2001
e il contratto sottoscritto
dal sito : www.lavoce.info
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di Massimo Gramellini
L'occupazione è aumentata di poco più di un milione dal terzo trimestre del 2001 a marzo 2011 (è passata da 21 milioni 798 mila a 22 milioni 865 mila unità) e quasi interamente per ragioni demografiche (grazie soprattutto
all’immigrazione: ci sono oggi in Italia quasi 800mila stranieri occupati in più che nel 2005, primo anno in cui
questo dato è stato reso disponibile dall’Istat). Il tasso di occupazione (occupati in rapporto alla popolazione in
età lavorativa) è, infatti, passato dal 55,9 al 56,8 per cento.
Anche l’obiettivo del dimezzamento del tasso di disoccupazione non è stato raggiunto. Secondo i dati Istat nell’ultimo trimestre del 2000 il tasso di disoccupazione era il 9,6 per cento, sarebbe quindi dovuto scendere al
4,8 per cento per mantenere la promessa. Cinque anni dopo, nell’ultimo trimestre del 2005 era sceso al 7,5 per
cento. Dieci anni dopo, nell’ultimo trimestre 2010, la disoccupazione è all’8,5 per cento.
PENSIONI
La promessa: Innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione al mese (cifra espressa nelle vecchie lire,
ovvero circa 520 euro).
Nel 2006 si può stimare, con l’indagine dello stesso anno della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie, che vi
fossero ancora 4,4 milioni di persone con pensione inferiore ai 550 euro.
Oggi, a dieci anni di distanza dal “contratto con gli italiani”, la pensione minima è pari a 467,43 euro (905.070,69 lire) a meno di appartenere a un ristretto gruppo di pensionati che soddisfino requisiti di reddito
(non superiore ai 7.850,31 euro se singolo e, se coniugato, il reddito cumulato con quello del coniuge non de-
ve essere superiore ai 13.275,21 euro) e vecchiaia (a partire dai 70 anni).
CRIMINALITÀ
La promessa: L'introduzione del poliziotto, carabiniere o vigile di quartiere nelle città col risultato di una forte ri-
duzione del numero dei reati rispetto agli attuali 3 milioni.
Nel 2001, in base ai conti dell'Istat, il numero dei reati non era di 3 milioni, ma di 2.163.826. In totale dal 2001
al 2006 i reati sono aumentati del 28,0 per cento. Nel 200 si sono registrati 2.771.490 reati. Nel 2011, 2.629.831 reati, con un incremento del 21,5 per cento rispetto a dieci anni fa.
GRANDI OPERE
La promessa: Apertura dei cantieri per almeno il 40 per cento degli investimenti previsti dal "Piano decennale per
le grandi opere" considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche
e opere idro-geologiche per la difesa dalle alluvioni.
Verificare il rispetto di questa clausola del contratto è difficile. Subito dopo le elezioni del 2001 la maggioranza
varò la “Legge obiettivo” che in parte modificava e (soprattutto) integrava il “Piano decennale”. Nella Legge obiettivo erano inizialmente comprese 196 opere (di cui 126 relative ai trasporti). In seguito l’elenco fu portato a
348 per complessivi 358 miliardi di spesa (189 opere di trasporto per 342 miliardi di spesa, il 95
per cento).
Anno Numero reati ∆ 2001
2009 2.629.831 +21,54%
2006 2.771.490 +28,08%
2001 2.163.826
Fonte: Istat
(Segue da pag. 5 )
(Segue a pag. 7 )
“Finché la violenza dello
Stato si chiamerà giustizia, la
giustizia del popolo si chia-
merà violenza.”
G. Mazzini
“In dieci anni la mia pen-
sione e cresciuta del 18 %, il
mio tenore di vita è rimasto
uguale, ma le spese sono
cresciute del 55 % ! ”
"La ragione è un'isola picco-
lissima nell'oceano dell'irra-
zionale"
Immanuel Kant
Pagina 7 www.voltanaonline.it
“Il nostro è il partito degli onesti …”
Raggiunta quota 35 !
Forse che anche loro sono tutti
perseguitati dalle toghe rosse ?!
“Non andremo nelle tasche degli
italiani …” e “Meno tasse per tutti !”
Infatti, dopo otto anni di governo,
negli ultimi dieci, abbiamo:
- meno servizi per tutti !
- 1.800 euro di maggiori spese per tutti !
“Io sono sceso in campo per salvarvi
dal comunismo …”
No, tu sei sceso in campo per
salvarti dalla galera, dopo aver fatto
i soldi in maniera poco onesta !
Per le sole opere di trasporto, secondo Legambiente, la situazione a fine 2010 era la seguente:
Quindi, dopo dieci e non cinque anni, le opere realizzate, cantierate o in gara (che possono essere ancora mol-
to lontane dall’essere cantierate) sarebbero il 32,2 per cento del totale. Sulla base di queste fonti, nel 2006, alla
scadenza del contratto, il traguardo del 40 per cento era perciò assai lontano. Volendo fare affidamento su dati ufficiali, bisogna restringere lo sguardo alle sole opere approvate dal Cipe
tra il 2002 e il 2010 - ma che comprendono anche opere estranee al settore dei trasporti. Facendo le somme si
ricava che le opere realizzate o almeno cantierate rappresentano una spesa inferiore al 23 per cento del totale approvato. Il numero, invece, è più elevato perché sono stati realizzati o cantierati progetti molti piccoli o micro
lotti (come quelli dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e di altre opere stradali).
milioni di euro percentuale
Opere approvate 130.746,91 100,00
Opere realizzate o cantierate 29.770,9 22,77
opere realizzate
%
(percentuale di
spesa)
%
cantierate o in
gara
%
(percentuale di
spesa)
%
hanno superato la
progettazione
definitiva
%
progettazione
preliminare o stu-
dio di fattibilità
%
21,1 8,6 11,1 9,8 16,9 50,9
(Segue da pag. 6 )
Fonte : www.lavoce.info/articoli/-conti_pubblici/pagina1002295.html
“L'ultima stesura della manovra del
Governo conferma e peggiora la
pesantezza delle misure fiscali nei
confronti dei lavoratori e dei pen-
sionati. Quella che avrebbe dovuto
essere una clausola di salvaguardia
è diventata parte della manovra e
si tradurrà in una perdita secca di
reddito che andrà dai 1.200 ai
1.800 euro l'anno per famiglia. Il Governo che aveva fatto del taglio
delle tasse il suo cavallo di batta-
glia, ora aumenta proprio quelle
dei lavoratori”. Lo afferma Danilo
Barbi, segretario confederale della Cgil, il cui dipartimento economico
ha prodotto oggi uno studio sulle
ricadute del maxiemendamento
approvato dal Senato.
Secondo la Cgil si dovevano sce-
gliere strade alternative per trova-
re le risorse necessarie: un piano
straordinario contro l’evasione fisca-
le che ne programmi la riduzione
strutturale introducendo norme più
restrittive sulla tracciabilità (oltre
500 Euro) e incrociando tutte le
banche dati esistenti; l’aumento
immediato della tassazione sulle
rendite finanziarie; l’introduzione di
una imposta sulle Grandi ricchezze;
una vera lotta al sommerso renden-
do il “caporalato” reato penale e
con nuove norme sugli appalti; as-
sunzione dei beni comuni e dei te-
mi del welfare come elemento qua-
lificante della crescita del Paese,
producendo per questa via un'eco-
nomia di spesa e un sostegno alla
crescita; una politica di riequilibrio
della spesa per il Sud e un diverso
utilizzo dei Fondi strutturali, non
appannaggio del Governo, ma ri-
sorse necessarie a contrastare oltre
il divario, la divaricazione, sociale
ed economica del Paese; un serio
provvedimento sui privilegi della
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Il risultato complessivo più che
distribuire in maniera equa i pesi
del rigore necessario continua a
caricare sulle famiglie e sui ceti
medio–bassi l’onere maggiore del
risanamento, toccando solo margi-
nalmente i ceti alti e alcune corpo-
razioni. I cittadini pagheranno, già
da lunedì, nuovi ticket, i dipendenti
pubblici avranno gli stipendi anco-
ra fermi, lavoratori e lavoratrici an-
dranno in pensione sempre più tar-
di, i pensionati con assegni medi
perderanno potere d’acquisto. I
vitalizi dei parlamentari che matu-
rano dopo appena 5 anni, invece,
non verranno riformati. Mentre sul
percorso per la riduzione degli sti-
pendi di deputati e senatori – che
dovevano essere ricondotti alla me-
dia dei Paesi europei – sono stati
piazzati paletti per renderla meno
consistente. Ancora, infinitesimale
è la diminuzione dei trasferimenti ai
partiti. Inutile fare demagogia – non
saranno queste voci a colmare il
deficit di bilancio – ma certo il con-
fronto stride, e l’esempio dei po-
tenti manca. La riduzione dei “costi
della politica” – di funzionamento e
più ancora di struttura – non è rea-
lizzata. Neppure abbozzata. Come
su queste colonne si era avvertito, il
Paese avrebbe accettato solo
«passi avanti» rispetto alle prime
promesse. E invece dobbiamo re-
gistrare dietrofront e incertezze che
fanno perdere credibilità. Non sono
state operate privatizzazioni e le
liberalizzazioni riguardano solo
quelle (discutibili) degli orari dei
negozi. Paradossale che si discuta
se questa sia la manovra di un libe-
rale o di un socialista...
leggi tutto nel sito www.avvenire.it
info: [email protected]
Bersani al Governo : "Siamo radicalmente contro,
colpisce le famiglie e i ceti deboli".
A tutti noi i sacrifici da subito.
A tutti quelli della “casta”, invece, i
sacrifici dalla prossima legislatura.
Giustizia, equità e buon senso non
albergano nel Palazzo governato
da Berlusconi, Bossi e Scipiloti.
14 Agosto 2011 - ore 21,00
Sagrato del Santuario
B. V. dell'Arginino
Voltana via Comunetta, 8
Sai cantare, suonare, ballare,
recitare, far divertire.
Partecipa alla
CORRIDA DELL'ARGININO
Info: 338 8927111 Bid
347 9797069 Roberto.
" Non vi accusiamo di avere provocato la crisi, vi accusiamo di
non averla affrontata, voi e i vostri colleghi della destra europea ".
Per necessità senza virtù
di Francesco Riccardi
su AVVENIRE del 16 luglio 2011
perché questa manovra è spudoratamente classista,
Sii il cambiamento che vuoi vede-
re avvenire nel mondo.
Be the change that you want to see
to happen in the world.
Gandhi
Secondo la Cgil... politica riducendo il proliferare del-
le strutture che rappresentano du-
plicazioni e con una generale politi-
ca di moralizzazione dei rapporti tra
Pubbliche amministrazioni e impre-
se, oltre che delle spese relative
all'esercizio delle funzioni di rap-
presentanza.