i cani setter
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Società Italiana Setters delegazione LIGURIA
Quando, tre anni fa, ho ricevuto in “eredità” dall’amico ed esperto giudice Giuseppe
FONDELLI, la delegazione SIS LIGURIA, uno degli scopi principali di questa
società, era quello di divulgare quante più informazioni possibili sui nostri amici
setter.
Giuse mi ha sempre detto: “Ricordati che la delegazione SIS deve dare informazioni
sul setter a tutti gli appassionati e non, di questa razza”. La nostra brochure è nata
proprio con questo intento.
Con la collaborazione di Gian e Gabriele Morsia, del giudice e presidente del gruppo
cinofilo genovese F. Cajelli nonché consigliere SIS del club del setter irlandese
Giorgio Gaggero, e del giudice e consigliere della nostra delegazione Germano
Ferrari e di Gianni Bordo consigliere del gruppo cinofilo genovese; abbiamo cercato
di mettere insieme alcune informazioni essenziali sul setter da divulgare facilmente
ad amici, soci e simpatizzanti SIS.
Chiunque ha la possibilità di acquistare un buon libro sul setter e di leggerlo, ma non
tutti ne hanno voglia; questa vuole essere una lettura leggera, che non impegna, ma
diretta ed essenziale.
Ringraziando tutti coloro che hanno collaborato alla sua redazione auguro al lettore
di poter arricchire la propria conoscenza ed il proprio amore per il setter
Il delegato SIS LIGURIA
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IL SETTER GORDON
Gli amici della SIS Liguria mi chiedono di scrivere circa la caccia con il setter
gordon.
Accetto con piacere e, confesso, con un minimo di compiacimento mi accingo a
scrivere qualcosa che non sia banale su quanto richiestomi . Ma di fronte alla pagina
bianca mi avvedo subito che non è poi così facile trovare una differenza descrivibile
fra il cacciare con un setter gordon e cacciare con altre razze da ferma. Un bravo
cane da caccia è tale indipendentemente dalla razza cui appartiene , sia essa gordon,
inglese o irlandese.
Eppure un che di particolare che esuli da semplici considerazioni di standard sento
ci deve essere e quindi cercherò di procedere nel compito affidatomi non senza
prima però aver fatto una premessa.
Parlare di cani da caccia presuppone chiarirsi su ciò che si intende per “caccia” ai
giorni nostri , una passione, mai uno sport ,vissuta dai cacciatori non sempre in
maniera identica , finalizzata è vero al reperimento e uccisione di un selvatico ma
che può essere interpretata nelle maniere più diverse. C’è chi dedica ad essa il tempo
strettamente necessario ad espletarla e chi ne fa un minimo comune denominatore
della sua vita. Chi la intende come numero di colpi sparati e chi i colpi li vuole
sparare, certamente, ma passando per un come e un dove. Ecco, sono convinto, colui
che si accompagna ad un setter gordon molto probabilmente apparterà alla schiera di
questi ultimi , probabilmente un romantico, magari un po’ eccentrico ma che nel
proprio ausiliare ricerca quella condivisione quotidiana di un modo di sentire la
caccia come parte della propria vita.
Credo siano proprio questa quotidianità e famigliarità che ho riscontrato nei miei
scozzesi i fattori che mi hanno regalato un particolare legame affettivo con essi
soprattutto nel modo particolare di vivere la caccia anche oltre il tempo dedicato ad
essa. Nel vederli accucciati ad osservare lo svolgimento delle mie faccende
immagino già la giornata di caccia che sarà, così come rasserena il mio lavoro il
pensarli tranquilli in canile o meglio a scorazzare in giardino in compagnia di mio
figlio. Il cacciatore che già possiede un gordon o che e’ dallo stesso attratto penso
condividerà questo mio modo di sentire.
Mi sono avvicinato al setter gordon grazie a Maria Teresa, mia moglie, cui il
compianto dottor Zunino, allevatore e selezionatore appassionato della razza, fece
dono di un cucciolo femmina figlia di Hulan proveniente da una cucciolata da lui
allevata.
Dotata di grande esuberanza si dimostrò da subito dotata di grande continuità di
azione al limite della pervicacia e buona fermatrice.
Se proprio vogliamo accennare all’utilizzo tecnico della razza credo sia onesto
riconoscerle una buona capacità di incontro con il selvatico accomunata quasi
sempre ad un ottimo collegamento che non abbisogna quasi mai di richiami , fatto di
semplici gesti o di pura intesa sul terreno di caccia. Tutto ciò fa si che il problema
del colore del manto sia facilmente superato, né occorrono particolari accorgimenti
quali il beeper per reperirlo in ferma, essendo sufficiente un più romantico bubbolo
posto al collo del cane più spesso per prudenza che non per necessità se si caccia in
territorio soggetto a battute al cinghiale.
E’ chiaro che il colore scuro non facilita il cane nei periodi di massima calura, anche
se spesso la sua storicità supera questo inconveniente, tuttavia cacciare sotto un sole
cocente nelle ore centrali di giornate estive può rendere necessaria una moderazione.
Il resto va da se, e poi che altro aggiungere senza cadere in ovvie affermazioni circa
l’attitudine a fermare, la cerca, il riporto.
Solo l’aggiunta finale che, vagando per le campagne in compagnia dei setter gordon
è bene rifornirsi della necessaria attitudine a sopportare un cacciatore che scambia
quei cani per segugi o peggio uno pseudo cinofilo che sentenzia che pochi sono i
buoni ma che quando escono sono buoni davvero.
Gianni Bordo
IL GORDON SETTER
LO SCOZZESE NERO FOCATO
Nel recente commento allo standard della specialista britannica Valerie Foss,
presentato in occasione del meeting mondiale di Gordons 2000 in Inghilterra, il
cranio del Gordon viene descritto come “leggermente arrotondato e MAI a cupola né
PIATTO (not domed and not flat)”.
Il tronco è raccolto con una misura ridotta dal garrese, leggermente rilevato, alla
radice della coda. La linea superiore del tronco dal garrese alla base della coda deve
apparire corta e il rene corto e leggermente arcuato associato ad una groppa lunga e
poco inclinata si possono trovare solo in soggetti di alta qualità.
Il mantello del Gordon ha come colore predominante il nero carbone intenso e lucido
con focature ben definite color rosso castagna, sono da penalizzare i soggetti con
focature giallastre e quelli con focature troppo scure, sporche di nero “carbonate”.
Sulla testa, sulla parte anteriore degli arti, all’estremità delle orecchie il pelo è corto
e fine; su tutte le altre parti del corpo è di lunghezza moderata. La frangiatura del
petto e dello sterno, nella parte posteriore degli arti, e in quella anteriore della coscia
e della gamba, oltre che della coda deve essere di una tessitura consistente e mai
lanosa.
La coda deve essere corta, non deve raggiungere la punta del garretto e deve essere
spessa alla radice e con frangia triangolare, portata orizzontale. I soggetti timidi che
portano la coda tra le gambe devono essere penalizzati, perché il temperamento
dignitoso e nobile del Gordon non va d’accordo con la timidezza.
La funzione principale per la quale il Gordon è stato selezionato, è la caccia alla
grouse sui moor della Scozia, terreni duri che non permettono alte velocità al
galoppo, ma richiedono forza, resistenza e coraggio per sviluppare un’andatura
potente e caratterizzata da molti balzi. Quindi la costruzione deve dare l’impressione
di un cane robusto e atletico, con una dorsale stabile e una muscolatura molto
sviluppata anche nell’anteriore e una buona superficie d’appoggio.
Il problema sanitario principale del Gordon è la displasia dell’anca, chi si vuole
quindi avvicinare a questa splendida razza, che dal punto di vista caratteriale non ha
niente da invidiare ai più apprezzati Irlandesi e ai Retriever, deve prestare attenzione
ai riproduttori e pretendere che abbiano almeno due generazioni di cani controllati
per la dispalsia e che siano tutti ben al di sotto della media della razza, i dati devono
essere segnati sui pedigree dei genitori del cucciolo.
Il temperamento del Gordon, se ben allevato, dovrebbe essere quello descritto nello
Standard: dignitoso, nobile, con atteggiamento calmo e riservato. Allo stesso tempo
lo Standard richiede intelligenza e abilità sia nel senso di addestrabilità che di agilità
e di obbedienza. Il Gordon ha anche uno spiccato senso protettivo e ciò si dimostra
nei confronti dei bambini e a volte anche della proprietà, è un cane molto personale
ma si adatta bene alla vita in famiglia.
Nel suo lavoro, la caccia, è in grado di dare molte soddisfazioni al suo padrone, ma
questi deve essere un vero cacciatore cinofilo, non solamente un fucile in cerca di
carniere. Il Gordon è un cane lento a maturare e il bravo cacciatore lo potrà
apprezzare pienamente dopo i tre anni d’età. Per questo motivo, il cacciatore
moderno preferisce al Gordon altre
razze, perché gli permettono di far carniere già nella prima stagione di caccia.
Purtroppo molti buoni Gordon vengono rovinati da cacciatori impazienti e da
addestratori poco esperti che utilizzano mezzi coercitivi, come il collare elettrico, per
ottenere risultati in breve tempo.
Il Gordon è molto sensibile e non sopporta punizioni troppo severe, va premiato
quando fa bene piuttosto che punito quando sbaglia. Se preso per il verso giusto è un
cane che può dare grandissime soddisfazioni nel lavoro e non solo nella caccia, ma
anche in altre discipline e nelle prove di utilità e protezione civile.
SETTER GORDON
STANDARD MORFOLOGICO
Traduzione letterale da " The Gordon Setter Association " year book 1982.
Utilizzazione:
Cane da caccia e compagnia.
Classificazione:
Gruppo 7 cani da ferma
Sezione 2 cani da ferma Britannici.
Soggetti a prova di lavoro.
Apparenza generale: cane caratteristico, costruito con linea adatta al galoppo, di
apparenza conforme alla costruzione, che può essere definita di importante ausiliare
di fatica.
Conformazione simmetrica in ogni sua parte, ben bilanciata.
Forte posteriore, moderatamente corto e non avvallato, coda corta.
Testa razionalmente lunga, di profili ben definiti espressione intelligente, colori
decisi pelo lungo e liscio.
Testa e Cranio: testa più lunga che larga, ma definitivamente più larga del muso,
cranio di buon sviluppo, leggermente convesso e largo fra le orecchie. Testa con ben
definito stop al naso.Sotto e sopra gli occhi ben cesellato, guance asciutte come il
rimanente della testa. Muso piuttosto lungo con profili paralleli, non a punta, sia
visto di fronte che di profilo. Commessure non pendule, ma labbra ben definite. Naso
grosso e largo, con narici aperte e di colore nero. Il muso non deve essere così
profondo come la sua lunghezza.
Occhi: non troppo incavati né troppo prominenti, ma l' arco sopracciliare
sufficientemente sviluppato. Arguta e intelligente espressione. Colore dell' iride
bruno scuro e brillante.
Orecchie: attaccate basse, ricadenti aderenti alle guance, di media lunghezza e
spessore.
Bocca: chiusura dentale a forbice o a tenaglia mai prognato o enognato.
Collo: lungo, pulito e arcuato all' inserzione, privo di giogaia.
Anteriore: spalle lunghe e inclinate, con ossa larghe e leggermente chiuse al garrese,
non devono essere pesanti. Né spesse da interferire nella scioltezza del movimento.
Gomiti bassi e aderenti, per consentire libertà di azione.Arti forti, ossa piatte e
robuste, pastorali forti e ben conformati.
Corpo: di moderata lunghezza petto fondo, costole cerchiate. Ultime costole
profonde e ben cerchiate. Rene largo e leggermente arcuato.Torace non troppo
cerchiato.
Posteriore: gambe dall' anca al garretto lunghe, larghe e muscolose, metatarso corto
e forte, con corretta inclinazione. Metatarsi dritti, né in fuori né in dentro. La groppa
tende all' orizzontale, in opposizione alla groppa d' oca ( avvallata).
Piede: ovale, con dita unite e bene arcuate spesso fra le falangi. Dita compatte con
polpastrelli elastici e resistenti.
Coda: alquanto corta, dritta o leggermente a scimitarra, non raggiunge la punta del
garretto.
Portata orizzontale o sotto la linea dorsale. Forte all' attacco e fine verso la punta. La
frangia o bandiera, che comincia vicino all' inserzione, deve essere lunga e diminuire
gradatamente verso la punta.
Mantello: sulla testa, sull' anteriore delle gambe e alla punta delle orecchie, corto e
fine: in tutte le altre parti del corpo e arti: di moderata lunghezza, liscio e
possibilmente senza ondulazioni o riccioli. Le frange all' attacco delle orecchie
devono essere lunghe e setose, nella parte posteriore degli arti lungo e fine con ricca
frangia estesa dalla gola al costato. Tutte le frange il più lisce e stirate possibile.
Colore: brillante nero-carbone, senza segni di ruggine, con macchie di un forte
castano-rosso, del colore di marrone d' india maturo. La fuocatura deve essere
brillante.Pennellate sopra gli occhi di non più di due centimetri, sui lati del muso la
fuocatura non deve oltrepassare la base del naso,come una striscia intorno alla fine
del muso, da una parte all' altra: sulla gola e due chiare macchie sul petto. Nella
faccia interna degli arti posteriori e all' interno della coscia sino al garretto, anche
sino alle dita: non deve però eliminare completamente il nero.
Negli arti anteriori, dal gomito ai pastorali. Una macchia bianca sul petto meglio se
piccola.
Peso e altezza: maschio: cm.66 peso Kg. 29,500 Femmina cm. 62 peso Kg.25,500
circa in condizione da esposizione.
Difetti: apparenza generale poco intelligente, il tipo Bloodhound con testa e orecchi
pesanti e grosse e tronco goffo. Il tipo collie col muso a punta e coda ricurva. Testa a
punta con facce laterali del muso non parallele, linee divergenti o convergenti. Occhi
troppo chiari, incavati o troppo prominenti.
Orecchie attaccate troppo alte, troppo lunghe e pesanti. Collo grosso e corto. Spalle e
dorso non corretti. Petto troppo largo. Arti storti, gomiti in fuori, dita aperte, piedi
piatti. Coda troppo lungamal portata o ricurva alla fine. Mantello riccio come lana
non brillante ( opaco).
Colore giallastro o giallo paglia o senza distacco ben definito tra i due colori. Troppo
bianco sul petto. Esclusi peli rossi nel mantello nero, piedi bianchi.
In data 24 Settembre 1994 il Setter Gordon Club Internazionale riunitosi a
Strasburgo presenti: Italia, Francia, Germania, Svizzera e per delega Olanda
approva una tolleranza dell' altezza al garrese di più o meno tre centimetri
STANDARD SETTER GORDON. ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD
ORIGINALE IN VIGORE: 14.06.1987.
UTILIZZO: Cane da ferma
CLASSIFICAZIONE F.C.I.
Gruppo 7 - Cani da ferma
Sezione 2.2 - Pointer e Setter Britannici e Irlandesi; Setter
Con prova di lavoro
ASPETTO GENERALE: Cane di stile, costruito per il galoppo, armonico nella sua
costruzione che ricorda quella di un cavallo da caccia capace di portare del peso.
Simmetrico nella conformazione in tutte le sue parti.
COMPORTAMENTO / TEMPERAMENTO: Intelligente, capace, pieno di
dignità. Coraggioso, socievole, di naturale gentilezza e calma.
TESTA: Più profonda che larga. La lunghezza dall’occipite allo stop è maggiore che
dallo stop al tartufo. Asciutta al di sopra e al di sotto degli occhi.
REGIONE DEL CRANIO:
Cranio: Leggermente arrotondato, è più largo tra le orecchie. Più largo del muso,
che mostri spazio per il cervello.
Stop: Chiaramente definito.
REGIONE DEL MUSO:
Tartufo: Grande, largo, con narici ben aperte e nero.
Muso: Lungo, con linee quasi parallele, né appuntito né concavo. Muso non tanto
spesso quanto lungo.
Labbra: non pendenti, i contorni labiali sono nettamente definiti.
Mascelle / Denti: Mascelle forti con chiusura a forbice perfetta, regolare e completa,
gli incisivi superiori ricoprono quelli inferiori, e sono impiantati perpendicolarmente
alle mascelle.
Guance: Tanto strette quanto l’asciuttezza della testa permette.
Occhi: Di colore marrone scuro, brillanti. Né infossati né prominenti, ma posizionati
sufficientemente sotto alle arcate sopracciliari. Dimostrano un’espressione viva e
intelligente.
Orecchie: Di misura media, sottili. Attaccate basse, aderenti alla testa.
Collo: Lungo, asciutto, arcuato, senza giogaia.
Corpo: Di lunghezza moderata.
Rene: Largo, leggermente arcuato.
Petto: Non troppo largo. Torace profondo, costole ben inclinate, le ultime costole
profonde.
Coda: Diritta o leggermente a scimitarra, non deve oltrepassare il garretto. É portata
orizzontalmente o al di sotto della linea dorsale. Spessa alla radice, va
assottigliandosi verso la punta. Le frange partono vicino alla radice, sono lunghe,
dritte e diminuiscono di lunghezza fino alla punta.
ARTI
Arti Anteriori: Gli anteriori sono di ossatura forte, con ossa piatte e diritte.
Spalle: Le scapole sono lunghe e ben inclinate all’indietro, con osso largo e piatto,
ravvicinantesi al garrese, non cariche.
Gomiti: Bene al di sotto e ben vicini al corpo.
Metacarpi: Diritti.
Arti Posteriori: Dalle anche ai garretti i posteriori sono lunghi, larghi e muscolosi,
dai garretti ai calcagni sono corti e forti. Diritti dall’articolazione del garretto a terra.
Il bacino tende all’orizzontale.
Ginocchi: Ben angolati.
Piedi: Ovali, dita ben chiuse e ben arcuate, tanto pelo tra le dita. I cuscinetti plantari
e digitali sono ben pieni.
ANDATURA / MOVIMENTO: Andatura stabile, sciolta e parallela, con molta
spinta del posteriore.
MANTELLO
Pelo: Sulla testa, sulla parte anteriore degli arti, all’estremità delle orecchie il pelo è
corto e fine; su tutte le altre parti del corpo è di lunghezza moderata, piatto e senza
ricci o ondulazioni.
La frangia sulla parte esterna del padiglione auricolare è lunga e setosa; nella parte
posteriore degli arti è lunga, fine, piatta e diritta; le frange del ventre possono
estendersi fino al petto e alla gola. Il più possibile senza ricci o ondulazioni.
Colore: Nero carbone intenso e lucido, senza rugginosità, con focature rosso
castagna, tan brillante. Sono ammessi abbozzi di nero sulle dita e una riga nera sotto
alla mandibola.
Focature: Due macchie nette al di sopra degli occhi di non più di 2 cm di diametro.
Ai lati del muso le focature non devono arrivare più in alto della base del tartufo,
sembrando una striscia che gira intorno al muso da una parte all’altra con bordi ben
definiti. Focature anche sulla gola e due grandi macchie evidenti sul petto. Focature
sulla parte interna delle zampe posteriori e all’interno delle cosce, visibili sotto al
ginocchio e che si estendono alla parte anteriore dal garretto alle dita. Focature sugli
anteriori, fino al gomito all’interno e fino al carpo o poco sotto di fronte. Attorno
all’ano. Una macchia bianca molto piccola è ammessa sul petto. Nessun altro colore
è ammesso.
TAGLIA E PESO:
Altezza al garrese: Maschi 66 cm; Femmine 62 cm.
Peso: Maschi 29.5 kg; Femmine 25.5 kg.
DIFETTI: Tutto ciò che si discosta dai punti sopra citati deve essere considerato un
difetto la cui rilevanza è direttamente proporzionale alla sua gravità e al suo effetto
sulla salute e il benessere del cane. Qualunque cane che mostri chiaramente delle
anormalità fisiche o caratteriali deve essere squalidicato.
NOTE: I maschi devono avere due testicoli d’apparenza normale, completamente
discesi nello scroto.
Traduzione di Michele Ivaldi
SETTER GORDON
STANDARD DI LAVORO
Approvato dal Setter Gordon Club Internazionale il 24 Settembre 1994
Originario della Scozia, il Setter Gordon è stato creato per cacciare su terreni vari e
difficili, come pure nelle più impervie condizioni atmosferiche, da questa selezione
derivano la morfologia e le sue qualità naturali.
E' un cane robusto, resistente alla fatica, intelligente, adatta rapidamente la sua
caccia al tipo di vegetazione, al territorio e alla selvaggina incontrata. In ogni tempo
le sue qualità di naso sono state riconosciute ed apprezzate dai cacciatori e dagli
sportivi. Egli è costruito per sviluppare un galoppo potente e solido, ma senza alcun
appesantimento. Il suo galoppo dovrà essere sostenuto, ben in piedi sugli arti, rapido
ed energico, con falcate molto ampie. La testa è portata alta e parallela all' orizzonte,
un leggero movimento in avanti ed indietro della lunga incollatura assicura il
contrappeso che permette al Gordon di progredire con grandi falcate che gli donano
un galoppo molto tipico. La coda è portata ben tesa sulla linea dorsale o leggermente
inclinata verso il terreno, un leggerissimo movimento può tuttavia animarla. Al
momento in cui il cane percepisce una emanazione certa, esegue una rimonta a passo
rapido rallentando progressivamente, ben eretto sugli arti avanza con prudenza e
decisione fino a fermare con sicurezza. La ferma deve essere rigida, ben eretta, collo
ben teso, la testa sul livello della linea dorsale. Il posteriore qualche volta può essere
leggermente rialzato o più raramente appena abbassato rispetto al garrese, la coda
ben dritta sulla linea dorsale. In guidata il Setter Gordon è incollato all' emanazione
ben dritto sugli arti, con calma e con movimento uniforme si mantiene il più
possibile alla stessa distanza dalla selvaggina.
IL SETTER INGLESE
Nel periodo aureo della caccia contemporanea ovvero nei decenni che dal
dopoguerra ci portarono alla soglia degli anni 70 fra i cacciatori era invalso l’uso del
pointer e del bracco pointer,razza la prima e incrocio la seconda che corrispondevano
in buona parte ai desideri dei nembrotti di allora, avvezzi ad insidiare gli allora
numerosi branchi di pernici grigie e rosse in un territorio caratterizzato da un
costante insediamento agricolo.
Rari gli incontri col fagiano, circoscritta al periodo autunnale la caccia alla
beccaccia, probabilmente in ragione della forte presenza di nobile stanziale per tutta
la stagione, i pointers risultavano cani idonei allo scopo, resistenti , cacciatori eletti
per il tipo di selvaggina e di ambiente.
Ma fu proprio in quegli anni che i setters si affacciarono prepotentemente sulla scena
venatoria italiana tanto da surclassare abbondantemente il cugino d’oltremanica e
ancor più le razze italiane, imponendosi numericamente in maniera preponderante.
I cacciatori non sono come i cinofili che spesso sposano una razza per motivi a volte
estranei alla sua praticità, se i cacciatori scelsero il setter fu a ragion veduta.
Ricordiamoci che solo negli anni ’30 uno scritto apparso su una rivista venatoria
italiana affermava che “il setter e il pointer non valgono un pelo del nostro bracco,
ribelli alla educazione e poco intelligenti” ma che solo alcuni decenni dopo le
iscrizioni ai libri genealogici del setter superarono le 10.000 unità annuali.
L’Italia divenne la seconda patria di questa splendida razza e non è azzardato dire
che se una patria nella patria vi fu questa è stata la nostra amata terra ligure dove fra
tutti ha spiccato per autorevolezza e competenza il maestro dei settermen, il Dottor
Fabio Cajelli, insuperato compilatore dei più celebri commenti agli standards dei
setters.
Ebbi la fortuna di vivere quei tempi, probabilmente assimilabili ad uno dei migliori
periodi della cinofilia venatoria nostrana, ed anch’io ebbi modo di vivere il
passaggio dall’uso costante in caccia del pointer a quello del setter inglese.
Per la verità ricordo con grande affetto e un po’ di nostalgia i pointers che ho
posseduto, chissà saranno stati bravi o forse irripetibile quello scenario venatorio, ma
devo anche dire che probabilmente un qualcosa vi fu che fece pendere l’ago della
bilancia a favore dei setters tanto che mai da quei tempi ho interrotto di allevarli e
utilizzarli a caccia.
Al pointer atleta poderoso e nevrile ho preferito il setter atleta aggraziato e dal manto
di seta, così radente e silenzioso nella ricerca della selvaggina da trasmetterti una
pregustazione dell’incontro prima ancora che questo si materializzi in una morbida
ferma.
Ho posseduto setters bravi e meno bravi, comunque di livello accettabile
nell’utilizzo venatorio, sempre pronti nell’apprendere dimostrando quella grande
duttilità che probabilmente ha fatto si che anche nelle mani di cacciatori poco
avvezzi ai canoni della cinofilia risultassero sempre efficienti nella pratica.
Vi furono e vi sono cani autodidatti che nelle mani di cacciatori poco pazienti non
hanno mai seguito corsi elementari o universitari ma che tuttavia hanno raggiunto
livelli eccelsi favoriti da istinto, passione e intelligenza, coltivati da appassionati con
esercizio costante e carnieri concreti.
Non me ne vogliano gli amici sostenitori di altre razze, ma il bianco è bianco e il
nero è nero: a riscontro è sufficiente recarsi sui terreni di caccia.
Germano Ferrari.
SETTER INGLESE
NOTIZIE STORICHE
Il setter inglese è senza dubbio un épagneul migliorato che i cinofili inglesi hanno,
con allevamento intelligente e selezione severa, reso di forme più armoniose, con
andatura più vivace e cerca più estesa di quella posseduta dagli épagneuls
continentali. Per giungere alle attuali condizioni, sia in conformazione che di attività
venatoria, gli allevatori inglesi hanno applicato una rigorosa selezione per molte
generazioni, sino ad ottenere il tipo desiderato.
Gli inglesi chiamarono questa razza con il nome di Setter, probabilmente per
derivazione dal verbo to set, che significa sedere, in quanto questo cane prima di
rimanere immobile in ferma si sedeva, o meglio si abbassava, sfiorando il terreno
con inclinazione del posteriore (rampante). Il setter era impiegato come ausiliario
della falconeria per cercare e fermare "gli uccelli", ed era pure chiamato cane da rete
in quanto quando si arrestava, il cacciatore gli si avvicinava e lanciava su di lui una
rete in cui rimanevano impigliati quaglie, pernici e....cane. Il primo amatore inglese
che adoperò i setters in caccia fu il Conte de Leicester vissuto nella metà del secolo
XVI. Il Duca di Northumberland possedeva nel 1555 degli épagneuls o setter che
fermavano accucciati. Nel 1576 il Dr. Caius nel trattato English Dogs chiamava il
setter inglese; " setter che rimaneva immobile quando trovava le starne,
distendendosi a terra e strisciando come una serpe". Il più grande allevatore di setter
inglese in ordine di tempo e per i risultati ottenuti è sicuramente Sir Edward
Laverlack nato il 19 giugno 1798 e morto il 4 aprile 1877 all'età di 79 anni.
Egli rimasto orfano fu adottato da uno zio industriale di Manchester. Già all'etá di 14
anni. aveva incominciato a dedicarsi alla caccia, consacrando poi tutta la sua vita allo
sport cinofilo ed all'allevamento del setter. All'età di 18 anni perdette anche lo zio
che gli lasciò una enorme fortuna che gli permise di abbandonare gli affari per i quali
aveva scarsa disposizione e dedicarsi esclusivamente all'allevamento del cane da
ferma ed al suo sport preferito, la caccia. Nel 1825 inizia la sua carriera di setterman
e acquista dal Rev. Harrison una coppia di setters blue belton a nome di Ponto e Old
Moll. Da questi due riproduttori nacquero tutti i setters allevati da lui, che vinsero in
esposizioni e gare per parecchi anni. Laverlack commise però l'errore di ricorrere
esageratamente alla consanguineità, e negli ultimi anni molti dei suoi purosangue
risultarono sterili. Un'altro grande allevatore al quale Laverlack dedicò il trattato sui
Setter fù Mr. Purcell Lievellin che fu anche suo intimo amico ed ammiratore. Nel
1874 si costituisce il Kennel Club con il suo Stud Book ed organizza esposizioni e
field trials. Gli amatori del cane da ferma avevano però organizzato esposizioni già
nel 1859 e field trials già nel 1865. Tra i più noti proprietari di Setters inglesi che
parteciparono dal 1865 al 1875 ai field trials, figurano A.F. Lonsdale e Barclay Field
con cani di mezzo sangue Laverlack, il Rev. Y.C. Macdona con il famoso Campione
di field trials Ranger, R. Garth e Purcel Llevellin con numerosi purosangue
Laverlack. Rinomati allevamenti di setter inglesi da lavoro dell'epoca erano: il
Canile Lingfield di Mittechel, Canile West Down di Blaine, Canile Stylish di Sharpe
e il Canile of Bobbings di Bishops. Verso la fine dell'800 i setter inglesi apparvero
anche in Italia. Il primo Setter inglese trialer giunto in Italia fu Lingfield Felix
importato nel 1924 dal Comm. Nasturzio di Genova, pioniere e mecenate dello sport
cinofilo, che importò in seguito numerosi altri eccellenti setters; Banchary Gim,
Courat Egg, West Down Red Caps, West Down Turwy, il grande fra i grandi e
capostipite di tanti allevamenti, che troviamo nei certificati dei setters dei cinofili
liguri, Lingfield Idriz (figlia di Gambler), solo per fare alcuni nomi. Dopo Lingfield
Felix arrivarono in Italia numerosi eccellenti setters trialer acquistati da cinofili
italiani. Ricordiamo Giulio Colombo tra i grandi padri della cinofilia italiana che
acquistò Lingfield Mystic vincitore del Derby, Fabio Cajelli, Rossi di Genova che
acquistò Verdict of Bobbing e Stylish Swicher anche lui vincitore del Derby in
Inghilterra, Enrico Oddo che importò West Down Gnome e Bodril de la Croix
Blanche.
All'epoca succedeva che tutti o quasi tutti i vincitori di gare inglesi venivano
importati in Italia. Da queste intelligenti importazioni e riusciti accoppiamenti si
ebbero magnifici risultati, tanto che Ciro Matteucci all'epoca pronosticò l'Italia come
futura patria del Setter inglese. Il suo pronostico si è avverato.
SETTER INGLESE
STANDARD MORFOLOGICO
A cura di Fabio Cajelli.
Utilizzazione: Cane da caccia e compagnia.
Classificazione: Gruppo 7 cani da ferma - Sezione 2 cani da ferma Britannici.
Soggetti a prova di lavoro.
Aspetto generale: la conformazione generale è quella di un mesomorfo leggero, il
cui tronco sta nel rettangolo e con l’arto anteriore, da terra al gomito, più corto
dell’altezza dal gomito al garrese. Il bel setter inglese attuale deve essere cane che
unisca la potenza, senza pesantezza, all’eleganza delle forme. Il suo aspetto deve
denotare l’attitudine al lavoro; grande facilità di movimenti, muscoli lunghi, buona
ossatura, ma non troppo forte, diametri trasversali non molto pronunciati. Gli assi
longitudinali superiori cranio-facciali paralleli; depressione naso-frontale accentuata,
occhi espressivi con sguardo dolce, labbra molto sobrie, non flaccide, orecchio
attaccato in basso. Pelo setaceo, stirato. E’ armonico rispetto al formato (eterometria)
e rispetto ai profili (alloidismo).
Testa
Dolicocefala: la sua lunghezza totale è di 4/10 dell’altezza al garrese. La lunghezza
del cranio è uguale alla lunghezza del muso e la metà della lunghezza totale della
testa si trova sulla linea orizzontale che congiunge i due angoli interni degli occhi.
L’indice cefalico totale non deve oltrepassare il numero 45, cioè la larghezza
bizigomatica del cranio deve essere inferiore alla metà della lunghezza totale della
testa. Le direzioni degli assi longitudinali superiori del cranio e del muso sono fra di
loro paralleli. Lunga, asciutta, leggera senza esagerazione, il salto naso frontale
marcato, le labbra decisamente disegnate nella loro parte anteriore devono terminare
alle mascelle, non flaccide e pendenti. Laverack nel suo libro afferma che la testa
pesante, grande, indica pigrizia e indolenza.
Tartufo
Il tartufo sarà grosso, largo, umido, fresco e brillante, nero o marrone scuro; il
pigmento marrone si riscontra in genere nei bianco-arancio e nei liver. E’ tollerato il
pigmento color carnicino. Deve essere sulla stessa linea della canna nasale e, visto di
profilo, la sua faccia anteriore si trova sul medesimo piano verticale anteriore delle
labbra. Narici aperte e mobili e le ali nasali. sottili.
Labbra e muso
Le labbra devono essere sviluppate appena solamente da coprire ai lati la mandibola,
dunque labbra molto morbide, non flaccide e pendenti. Il profilo anteroinferiore-
laterale del muso presenta il disegno di un semicerchio a corda poco chiusa, perciò
nel Setter Inglese il profilo inferiore del muso è ancora dato dalle labbra, mentre non
lo è nell’Irlandese. La plica della commessura labiale, dato l’esiguo sviluppo delle
labbra, benché visibile è poco accentuata. La lunghezza del muso corrisponde alla
lunghezza della canna nasale e le sue facce laterali sono fra di loro parallele; la
faccia anteriore deve esser ben sviluppata in altezza e perciò la faccia anteriore si
presenta piatta e cioè quadra. La lunghezza del muso deve raggiungere la metà della
lunghezza totale della testa. Le direzioni degli assi longitudinali superiori del cranio
e del muso sono fra di loro parallele. La regione sotto orbitale deve presentare delle
salienze e rilievi, il tessuto cellulare sottocutaneo e i muscoli poco sviluppati, la pelle
sottile: deve essere cioè ben cesellata.
Mascelle
Di uguale lunghezza, con le branche della mandibola tendenti alla linea retta in tutta
la loro lunghezza con arcate dentarie combacianti perfettamente (a forbice). Denti
sani, completi, per sviluppo e numero.
Depressione naso-frontale
Accentuata ma non brusca
Cranio
La lunghezza del cranio è uguale alla lunghezza del muso. L’indice cefalico totale
non deve oltrepassare il numero 45, cioè la larghezza bizigomatica del cranio deve
essere inferiore alla metà della lunghezza totale della testa. La calotta del cranio,
vista di profilo, deve essere leggermente convessa, la parte posteriore deve essere
ovale, sensibile la cresta occipitale. Le pareti laterali sono ovunque piatte. I seni
frontali non molto sviluppati. Sutura metopica marcata.
Orecchio
Le orecchie devono essere attaccate in basso e cioè a livello dell’arcata zigomatica o
meglio sotto e indietro, cioè fra l’attaccatura della testa al collo. Di lunghezza
moderata, non devono mai raggiungere i 2/3 della lunghezza totale della testa. In
stazione normale e con la testa in posizione orizzontale la punta sorpassa di circa tre
centimetri la linea inferiore della gola. Devono pendere senza scostarsi dalle guance
e non mettere in mostra la loro faccia intera. Non devono essere larghe, cioè non
devono essere spiegate in tutta la loro larghezza come nel Pointer: l’orecchio del
Setter Inglese forma una piega su se stesso in senso longitudinale (cioè, secondo la
lunghezza dell’orecchio) e questa piega è permessa appunto dalla pelle sottile e
morbida e dalla cartilagine sottile e fine. Le frange fini e setacee che coprono la
faccia esterna del padiglione, devono diminuire in lunghezza nella parte inferiore in
modo che la estremità del padiglione, che comprende lo spazio di due o tre
centimetri al massimo, deve essere coperta di pelo raso e vellutato. L’apice del
padiglione deve terminare in una punta leggermente arrotondata.
Occhi
Devono essere grandi, brillanti, dolci, espressivi, denotanti intelligenza; in posizione
semi-laterale, di color nocciuola scuro il più possibile; tuttavia il colore può essere
un po’ meno scuro nei Setter bianchi, bianchi-arancio. L’arcata sopraccigliare deve
essere nettamente separata dalla fronte. Le palpebre non devono lasciar scorgere la
congiuntiva, essere cioè ben aderenti al bulbo oculare e la pigmentazione del loro
margine o marrone o nera.
Collo
Il collo è uguale alla lunghezza della testa: deve raggiungere i 4/10 dell’altezza al
garrese. La sua circonferenza, a metà della sua lunghezza, in un Setter di cm 60 al
garrese, deve essere di cm 40. Deve essere ben muscoloso quantunque magro,
leggermente arcuato nella sua parte mediana superiore; la sua congiunzione con la
testa nettamente marcata in modo da lasciare ben libera la parte posteriore del cranio.
Il collo deve allargarsi con armonia ed i muscoli aumentare d’importanza nel punto
di congiunzione con la spalla, ma senza pesantezza e conservando sempre eleganza.
Esso deve essere esente da giogaia e le frange, formando un leggero collare al
margine inferiore, devono spiccare nettamente.
Corpo
La lunghezza del tronco misurata dalla punta della spalla (articolazione scapolo-
omerale) alla punta della natica (punta posteriore dell’ischio) deve superare l’altezza
al garrese. La maggiore lunghezza del tronco non deve superare 1/20 dell’altezza al
garrese o al massimo 1/18. Il tronco del Setter Inglese deve restare in un rettangolo.
Petto
Ben aperto e largo con muscoli pettorali ben sviluppati. La sua larghezza è in
proporzione diretta di quella del costato, e deve essere del 25% dell’altezza al
garrese, misurata fra i margini supero-anteriori delle braccia. Il manubrio è situato al
livello della punta delle spalle.
Torace
Deve scendere sino al gomito e meglio se lo sorpassa di circa due centimetri.
Profondo con coste lunghe e ben convesse e gli archi costali aperti. Le ultime false
coste ben avvicinate al margine anteriore delle cosce. Ben convesse a metà della sua
altezza. Il suo diametro trasversale che è piú sviluppato a metà dell’altezza del
costato, va gradatamente diminuendo verso lo sterno, senza formare però carena. La
regione sternale lunga, deve rimontare dolcemente verso l’addome. La circonferenza
del costato deve essere di 1/4 superiore dell’altezza al garrese e il suo diametro
trasversale del 39% dell’altezza stessa. In un Setter Inglese di cm 60 al garrese il
costato dovrebbe fornire le seguenti misure: perimetro misurato dietro il gomito cm
74 - agli archi costali cm 64 - profondità cm 33 - altezza cm 311/2; diametro
trasversale cm 19.
Dorso
Garrese elevato sulla linea del dorso e stretto per il ravvicinamento delle punte delle
scapole fra di loro. Il profilo del dorso è retto. La lunghezza del dorso deve essere in
rapporto alla profondità del torace (o lunghezza): ad ogni vertebra dorsale
corrisponde una costa.
Lombo o rene
Ben fornito di muscoli in larghezza. Ben fuso con la linea del dorso e ben arcuato
visto di profilo. La sua lunghezza è un po’ meno del quinto dell’altezza al garrese e
la larghezza si avvicina alla lunghezza.
Ventre e fianchi
Il ventre deve rimontare leggermente, ma non troppo: non dev’essere levretté. I
fianchi sono lunghi quasi come i lombi e poco incavati.
Groppa
Larga, muscolosa, orizzontale (con inclinazione di circa 10’ sull’orizzontale). La sua
lunghezza è di circa 1/3 dell’altezza al garrese e la larghezza di 1/7 dell’altezza al
garrese.
Coda
E' inserita alta, grossa e robusta alla radice, va diminuendo di grossezza fino alla
punta. La sua lunghezza deve superare di circa tre centimetri l’altezza dell’arto
anteriore al gomito. E’ portata piuttosto bassa che alta, senza deviazione laterale,
leggermente incurvata a forma di falce rovesciata. Le frange non devono cominciare
dalla radice della coda, ma solamente due o tre centimetri piú in basso e aumentano
gradatamente di lunghezza sino alla metà della sua lunghezza per diminuire
gradualmente fino alla fine della coda, da assumere la forma di un triangolo isoscele.
Le sete devono cadere in frange diritte o leggermente ondulate, non folte, mai
increspate o arricciate. La coda potrebbe essere: a) strumento di segnalazione a fini
sociali o sessuali, in quanto copre o scopre la zona ano-genitale, nascondendola o
mostrandola agli altri per stimolarne l'attenzione; b) strumento di segnalazione del
"rango sociale" dell'individuo in quanto l'intensità e l'ampiezza dello scodinzolo
possono indicare il livello di controllo dell'emotività dell'animale.
Organi sessuali
I due testicoli devono essere di corretto e di uguale sviluppo, contenuti nella loro
sede naturale: nello scroto.
Pelo
Fine, stirato, mantiene in tutta la sua lunghezza, che è di circa 5-6 cm, una linea
diritta senza alcuna deviazione dal suo asse. E’ di tessitura setacea. E’ raso sulla testa
ad eccezione della faccia esterna del padiglione delle orecchie (parte superiore)
margine anteriore e sulle facce laterali dell’avambraccio e del tarso e del metatarso.
Forma frange non folte al margine inferiore del collo, alla regione sternale, al
margine posteriore degli arti, alle natiche e alla coda. 1 piedi sono ben guarniti di
pelo specialmente fra le dita. Sottopelo abbondante solo nella stagione invernale.
Manto
Il colore del mantello del Setter Inglese è molto variabile: bianco e nero tendente al
blu (blu-belton); bianco e arancio (lemon belton); bianco e marrone (liver belton);
tricolore (bianco a macchie nere e focature); questi manti sono da preferirsi. I
mantelli interamente bianchi, fegato, arancio, neri e neri focati non sono ricercati. Le
moschettature possono essere più o meno numerose e le macchie più o meno grandi.
Il colore del mantello da preferire è quello a fondo bianco.
Pelle
Sottile, con limitato connettivo sottocutaneo e perciò ben aderente al corpo, in ogni
regione, non deve formare giogaia al collo e la testa non deve presentare
assolutamente rughe. Le mucose e le sclerose nere o marrone e così pure le unghie e
le suole dei cuscinetti digitali e plantari.
Altezza al garrese
Nei maschi da 56 a 62 cm; nelle femmine da 54 a 60 cm.
Peso
Da 20 a 30 kg.
Andatura
In caccia a grande galoppo. L’altezza al garrese ideale del veloce Setter Inglese non
deve superare i 60 cm.
Appiombi normali visti di profilo
1) La verticale, abbassata dall’articolazione scapolo-omerale (punta della spalla o del
braccio) deve cadere a terra toccando la punta delle dita.
2) La verticale abbassata dall’articolazione omero-radiale deve dividere in due parti
quasi uguali (la maggiore è quella anteriore) l’avambraccio, il carpo, uscendo fuori
posteriormente a livello della metà della lunghezza del metacarpo.
Appiombi normali visti di fronte
La verticale abbassata dall’articolazione scapolo-omerale (punta della spalla o del
braccio) deve dividere in due parti quasi uguali l’avambraccio, il carpo, il metacarpo
e il piede. La lunghezza dell’arto anteriore da terra al gomito è inferiore alla
lunghezza misurata dal gomito al garrese. Questa lunghezza ridotta dell’arto
misurata da terra al gomito è data dalla brevità dell’avambraccio, che negli altri
Setter è piú lungo del braccio. Questa peculiarità del Setter Inglese ha dato origine
alla felice espressione "le setter anglais est près de terre", e questa conformazione è
appunto quella che favorisce il gattonamento.
Spalla
Lunga 1/4 (meglio se piú lunga) dell’altezza al garrese, inclinata di 45°-55°
sull’orizzontale, con muscoli ben sviluppati e libera nei movimenti. Le punte delle
scapole, nel cane in stazione normale e a collo eretto devono essere molto avvicinate
fra di loro (non piú distanti di un centimetro e mezzo).
Braccio
Come la spalla fornito di muscoli molto sviluppati e di forte ossatura. Ha
un’inclinazione di circa 65° sull’orizzontale e la lunghezza (superiore a quella
dell’avambraccio) è circa il 33% dell’altezza al garrese. La sua direzione è quasi
parallela al piano mediano del corpo.
Avambraccio
Di forte ossatura, presenta una linea verticale; la sua sezione è ovale - a differenza
degli altri setter, la sua lunghezza è inferiore a quella del braccio. In un Setter Inglese
di cm 60 al garrese l’altezza dell’arto anteriore al gomito è di cm 28,50. Con
un’altezza inferiore a questa misura si avrebbe un arto troppo corto e il cane sarebbe
esageratamente "près de terre" a danno dell’estetica, dell’andatura e della velocità. I
gomiti devono trovarsi in un piano parallelo al piano mediano del corpo: non troppo
serrati alla parete del costato (detti gomiti chiusi), né deviati all’infuori (gomiti
aperti). La punta del gomito deve trovarsi alquanto avanti alla perpendicolare calata
dall’angolo caudale (punta posteriore) della scapola.
Carpo
Sulla linea verticale visto di fronte, mobile e asciutto con l’osso pisiforme ben
sporgente.
Metacarpo
Piatto dall’avanti all’indietro segue la linea verticale dell’avambraccio visto di
fronte; visto di profilo deve essere steso in modo che la verticale abbassata
dall’articolazione omero-radiale deve dividere in due parti uguali l’avambraccio e il
carpo e uscire fuori a metà della lunghezza del metacarpo. La sua lunghezza è un po’
superiore di 1/6 dell’altezza di tutto l’arto al gomito.
Piede
Di forma ovale (piede di lepre) con dita ben vicine fra loro e arcuate, ricoperte di
pelo abbastanza lungo anche fra le dita. Suole dure e unghie ricurve, forti e
pigmentate.
Difetti
Testa corta, grossa, con pelle non aderente alle parti sottostanti: assi cranio-facciali
superiori divergenti o convergenti (se accentuati squalifica).Tartufo rialzato sulla
linea della canna nasale; piccolo, con tracce di depigmentazione (se totale qualifica)
sporgente sulla linea verticale della faccia anteriore del muso, narici non ben aperte.
Canna nasale corta, stretta, linee laterali convergenti fra di loro; montonina, concava
(difetto grave). Labbra e muso troppo sviluppate, fiaccide; troppo poco sviluppate da
permettere che il profilo del muso sia dato dalla mandibola e non dal labbro;
depigmentazione del margine labiale; taglio del profilo del labbro sfuggente; plica
della commessura troppo accentuata o non visibile; convergenza in avanti delle
pareti laterali del muso, cioè muso a punta, e di conseguenza non piatta la faccia
anteriore del muso. Assenza o deficienza di cesello. Muso corto. Congiunzione delle
labbra superiori a forma di V rovesciata.Denti non regolarmente allineati o deficienti
in numero, branche della mandibola troppo ricurve; erosione dei denti in senso
orizzontale o peggio trasversale; prognatismo (difetto leggero) se non deturpa
l’aspetto esteriore del muso; enognatismo, se per deficienza di lunghezza delle
branche della mandibola (squalifica) se per deviata direzione dei denti (difetto
leggero).Cranio corto, piccolo, rotondo, massiccio. Troppo stretto ai parietali; largo
ai lati cioè a livello delle arcate zigomatiche non convesso visto di profilo, piatto
superiormente, masseteri troppo sviluppati; assenza di cresta occipitale; non marcata
la sutura metopica, depressione naso -frontale troppo accentuata e brusca come nel
Pointer. Rughe. Occhio piccolo o troppo prominente; iride chiara; gazzuolo
(squalifica); ogiva a mandorla; ectropion; entropion; occhi troppo ravvicinati;
sguardo indiretto, sospettoso; depigmentazione palpebrale parziale; totale (difetto
gravissimo), se totale bilaterale (squalifica). Strabismo (se bilaterale: squalifica).
Orecchio spesso, corto o troppo lungo; inserzione troppo larga o in alto; largo; punta
del padiglione coperta di pelo lungo e non rasata. Collo esile, corto, massiccio, non
arcuato, non netto il distacco dalla nuca, giogaia; mancante di collare al margine
inferiore. Spalla corta, dritta, con muscoli poco sviluppati; legata nei movimenti;
punte delle scapole divaricate. Braccio corto; troppo obliquo o troppo diritto;
ossatura gracile; deficiente di sviluppo muscolare.
Avambraccio: Ossatura esile, spongiosa; osso rotondo; lungo; deviazione dalla retta
verticale, gomito divergente o convergente.Carpo: Evidente ipertrofia delle ossa
carpiane, spongioso, piccolo; osso pisiforme poco evidente, rampinismo.
Metacarpo: Corti, troppo lunghi, troppo stesi o diritti; esili; devianti dall’appiombo.
Piede largo, lungo; a dita divaricate; piatto, schiacciato, rotondo, suole a tessuto
sottile; deficienza di pigmento nelle unghie e nelle suole; portato in fuori o in dentro.
Se piatto, schiacciato (difetto grave). Corpo: Il diametro longitudinale uguale
all’altezza al garrese o oltrepassante 1/18 dell’altezza al garrese. L’altezza dal
gomito alla sommità del garrese inferiore o uguale all’altezza del gomito a terra.
Petto stretto, troppo largo, poco disceso, muscoli deficienti di sviluppo, manubrio
dello sterno situato troppo in alto. Pelo morbido, ondulato, corto, troppo folto; non
stirato; fioccoso o ricciuto (squalifica). Costato deficiente di altezza, di profondità e
di perimetro stretto, carenato, troppo largo, regione sternale corta; appendice xifoide
ricurva in dentro; archi costali poco aperti Coste non cerchiate; false coste corte e
non aperte; spazi intercostali limitati. Dorso corto, insellato, cifotico; garrese basso.
Lombi lunghi, piatti, stretti. Ventre troppo retratto o niente retratto; fianchi molto
incavati e lunghi. Monorchidismo (squalifica), criptorchidismo (squalifica), testicoli
non contenuti nello scroto, non sufficientemente sviluppati o di non uguale sviluppo.
Groppa stretta, corta, avvallata. Coscia corta; deficiente di sviluppo muscolare;
stretta; portata divaricata alla regione della grassella; troppo diritta o troppo obliqua.
Gamba di ossatura esile; poco evidente la scanalatura gambale; corta, troppo poco o
troppo inclinata. Garretto alto, stretto; angolo del garretto troppo aperto o troppo
chiuso, fuori appiombo. Metatarso lungo, esile, fuori appiombo, inclinato in avanti
(sotto di sé posteriormente); sperone (squalifica). Coda: Anurismo (squalifica);
brachiurismo tanto congenito che acquisito (squalifica); troppo lunga o troppo corta,
inserita in basso; portamento verticale; portata a tromba sul dorso (squalifica);
frangia che ha inizio subito alla base della coda; non a forma di triangolo isoscele,
pelo che fascia la coda invece di formare frangia. Manto nero zaino; nero focato.
Pelle spessa; abbondante; rughe sulla testa; tracce di depigmentazione al tartufo e ai
margini palpebrali; depigmentazione totale bilaterale dei margini palpebrali e totale
del tartufo (squalifica). Altezza al garrese deficiente o esagerata. Andatura: Ambio e
trotto continuato nel lavoro. Insieme: pesante, comune, grossolano, non denotante
massima velocità, facilità e scioltezza nei movimenti.
SETTER INGLESE
STANDARD DI LAVORO
L'andatura è di galoppo spigliato, elegantissimo e rapido ma non impetuoso, così che
paragonandola a quella del pointer, è di velocità un pò inferiore. A parità di
lunghezza del tronco, si svolge secondo una linea più presso terra (rasente) e
asseconda di più anche le lievi ondulazioni del terreno, di modo che risulta più
"pieghevole". E ciò è in relazione alla struttura prevista dallo standard
corrispondente alla psiche che lo rende atto ad un diverso movimento degli arti.
L'omero del pointer, più corto per rispetto al radio, diminuisce le possibilità angolari
e forse la distanza di appoggio degli arti anteriori. Il posteriore poi è costruito per la
sgroppata potente ed i due arti posteriori danno la spinta propulsiva indue tempi sì,
ma più serrati, e si protendono maggiormente all'indietro. Nel setter inglese, invece, i
tempi sono più larghi, e gli arti posteriori lavorano più separatamente.
Nell'insieme si ha l'impressione di un sistema di locomozione non meno perfetto di
quello del pointer, quantunque diverso: più elastico se meno audace, atto anch'esso
alla più grande resistenza.
La cerca incrociata si spiega istintivamente in diagonali più brevi, un pò meno
spaziate, e questo in conseguenza della tendenza ad ispezionare più a fondo il
terreno.
L'educazione però può far raggiungere anche le vastità proprie dei migliori pointers.
Queste diagonali, poi, non sono rigidamente rettilinee, ma spesso il tracciato seguito
dal cane è lievemente serpeggiante rispetto alla retta che unisce i due punti estremi
della diagonale stessa (e questo come conseguenza della speciale diligenza
nell'ispezione del terreno).
Facile a bruschi cambiamenti di direzione, poi ripresa nel senso regolare. La coda è
portata secondo il prolungamento della linea renale, con tendenza al basso (mai più
alta) ben viva e nervosa, nei rettilinei a grande velocità oscilla solo dall'alto in basso.
Ma poichè, come si è detto, non si preoccupa principalmente dell'andare e tende ad
una maggiore analisi, per i facilissimi distacchi dei rettilinei (ove la coda frangiata
gli è efficacissimo timone), e per i continui lievissimi rallentamenti con immediata
ripresa (che si impone, tenuto conto della sua natura che chiara si rileva nei soggetti
lenti, i quali battono allegramente la coda in cerca), per tutte queste ragioni
concomitanti nei grandi "trialers" si notano oscillazioni dall'alto in basso spesso
combinate con moti trasversali, che si traducono in rotazioni contenute, ritmiche con
il galoppo, ora verso destra, ora verso sinistra, in dipendenza della rotazione del
tempo di galoppo.
Portamento di testa e di naso alto, ma non in modo costante e rigido come nel
pointer; la testa è più mobile, denotante vigilanza nel compito olfattivo, mentre in
quello pare quasi che tutto si svolga automaticamente.
Le orecchie, vive e leggere, vibrano tra la nuca ed il collo senza sbattacchiare troppo
sopra e sotto il cranio ad ogni tempo di galoppo.
Entrando in una zona lievemente impregnata di effluvio, questo trialer si abbassa in
tutto il corpo, mentre talvolta il naso emerge dalle alte erbe. E rimonta nel vento,
seguendo la emanazione il più direttamente possibile, cauto e sospettoso, di trotto o
di passo svelto, con marcata contrazione muscolare e movimento di scapole salienti.
Il suo avanzare è silenziosissimo, ed il moto degli arti così armonioso, che spesso, se
la vegetazione è un pò alta, dà l'impressione di spostarsi per virtù magica, tirato da
un filo invisibile, avendo le zampe trasformate in scorrevoli rotelle.
Se si persuade che il selvatico è già frullato, man mano si rialza e, aumentando
l'andatura, riprende la sua corsa abituale.
Se per contro si accorge della presenza del selvatico, gradatamente rallenta e si
irrigidisce in "ferma", sovente la maschera atteggiata in un ghigno, l'occhio
sfavillante, la coda tesa e immobile, seguente la linea del rene, mai più alta, talvolta
un pò arcuata (la corda dell'arco passante sotto la coda).
È preferita, in questo caso, la ferma in piedi: eretta la testa, con la canna nasale
orizzontale o montante, le orecchie ripiegate indietro, solo erette di tanto in tanto. Su
lepre o su selvatico molto vicino, abitualmente le orecchie sono erette. Se, in cerca
taglia una zona impregnata di effluvio che lo rende immediatamente certo della
presenza del selvatico, con una contrazione improvvisa si rimpicciolisce e si arresta
in posa da felino. Indi inizia la "filata" come sopra descritta, ma quasi strisciando, lo
sterno rasente terra, con flessioni eccezional a tutte le giunture degli arti, che gli
consentono, anche in quella positura, un passo assai lungo, paragonabile a quello del
felino, incompatibile, ad esempio, con la struttura del pointer.
Il gioco delle scapole è visibilissimo dalle punte molto sporgenti sul garrese. Poi
man mano si rialza un pò e va in ferma come già descritto più o meno a terra. Se poi
al galoppo entra improvvisamente nell'effluvio diretto, per poca che sia l'erba
sparisce a terra, come inghiottito per incanto; avvicinandosi, lo si trova in pose
incredibilmente contratte, spasmodiche, rigidissime.
La differenza degli atteggiamenti che precedono la ferma tra il pointer ed il setter
fanno sì, anche a parità di naso, che quello fermi più lungo, consapevole che
l’azione eretta e prepotente non gli consentirebbe di troppo avvicinare il selvatico,
mentre questo sa che la sua azione insidiosa e celata gli permette di maggiormente
osare.
Quando il selvatico, al giungere del conduttore, tenta di allontanarsi pedonando, il
setter inglese lo segue preoccupandosi di mai perdere il contatto, senza
volontariamente abbandonarlo, per ritrovarlo nel vento, facendosi ora serpe, ora
pantera; allungandosi spesso inverosimilmente, sfoggiando le più svariate pose che
l'orgasmo, quasi voluttuoso del momento impone al suo corpo flessuoso e plastico.
Si osservi che l'azione di "gattonata" è sempre tanto bassa e strisciante quanto più il
setter ha timore di esser visto dal selvatico (terreno scoperto). Quando, per contro, è
assistito da buon vento, decisamente favorevole, e da vegetazione sufficientemente
sviluppata, allora tutto il lavoro è più alto, a distanza, meno sospettoso, e le ferme
sono in piedi, con gli arti appena flessi.
IL SETTER INGLESE
STANDARD DI LAVORO
Dallo standard di base, riconosciuto ufficialmente dall’ E.N.C.I. , passiamo ora ad
una visione più dettagliata, in relazione al setter inglese attuale:
ANDATURA
Galoppatore dal movimento leggero ed elegante, dovrebbe essere in realtà meno
veloce dei pointer, sia per motivi strutturali che psichici, ma non sempre questo si
verifica, anche se lo standard lo asserisce con sicurezza. E vero però che i soggetti
meno veloci sono spesso i più stilisti, più morbidi e composti nel movimento, che si
dovrebbe compendiare in due sole parole: in linea, radente. Ciò significa che il setter
inglese nella sua caratteristica andatura deve assecondare ogni più lieve ondulazione
del terreno. Vi sono però anche molti soggetti che, pur non avendo una costruzione
corretta, riescono a rimanere nello stile quando spingono di forza all'inizio del turno,
ma poi, appena calano e si smorzano, specialmente se il terreno è sconnesso, si
disuniscono e fanno apparire tutti i difetti che nascondono. Invece, quando un
esemplare ha tutte le carte in regola per essere dichiarato setter, sia
morfologicamente che come mentalità, riesce a mantenere lo stile proprio della razza
anche se slegato in zone difficili con terreno a fondo disuguale. Non c'è peggiore
visione d'un setter che procede sgroppando o che tiene il posteriore quasi più alto
della testa o che agita continuamente la coda in cerca. Ma è soprattutto nella psiche
che il setter inglese si distingue da tutti gli altri cani e specialmente dal pointer. Dove
quest'ultimo s'impone con l'audacia, il setter inglese lo fa con la prudenza. Nel
galoppo. la testa alta (appena sopra alla linea orizzontale) e il corpo teso, alla ricerca
continua dell'emanazione, danno nei migliori soggetti l'impressione di un'andatura
veloce, ma sempre attenta, tanto da rasentare il sospetto. La coda del setter inglese è
portata secondo il prolungamento della linea renale, meglio se più bassa. Se invece è
più alta nuoce allo stile e alla velocità. Deve essere assolutamente tesa e ben ferma,
in ogni momento, e alla fine dei lacet, quando l'animale deve cambiare direzione,
anziché i battiti trasversali, si preferisce inarchi i reni e tutto il posteriore si abbassi e
così la coda che, anziché rendersi visibile, quasi si nasconde. Il dimenare
allegramente la coda non è ammesso nelle prove classiche e può essere tollerato in
quelle di caccia, ma è sempre una situazione che comporta sperpero di energie e stile
nel cassetto. Ai nostri giorni, l'ampiezza di cerca, per il setter inglese, ha raggiunto le
grandi estensioni che una volta erano esclusivo repertorio del pointer, anche se il
percorso è meno rettilineo e più serpeggiante. Se vogliamo fare un'analisi tra i
numerosissimi prodotti dell'allevamento nazionale, bisogna riconoscere che non
molti sortono col movimento ineccepibile come vorrebbe lo standard e anche alle
prove quelli veramente eccelsi sono troppo pochi. Il segreto è sempre quello di
accoppiare soggetti che possiedono le doti per raggiungere lo scopo al massimo
grado.
FERMA
Quando il setter inglese entra in emanazione si fa più felino ed abbassa ulteriormente
il corpo, il collo si tende in avanti e la testa si alza nel vento, compiendo cioè la
classica filata prima di irrigidirsi in ferma. Vi sono però dei casi nei quali può
fermare di scatto e non compiere l’azione descritta, come quando per vari motivi,
anche estranei alla sua condotta, si trova improvvisamente a ridosso del selvatico, ma
più che uno scattare sarà un cadere in ferma.
Il setter inglese pur non compiendo la filata e bloccando repentinamente, lo farà
sempre con una certa dolcezza, mai con la rabbia del pointer.
La ferma più classica è quella col posteriore abbassato e la testa alta, tipica anche
quella tutta a terra, ma con la testa sempre alta, meglio ancora se molto flessa con il
collo disteso al massimo ed il tartufo rimontante nel vento.
La ferma è più eretta se il selvatico è lontano, mai però con la spavalderia del pointer
e teso sugli arti; anche se leggermente, sarà sempre un po’ flesso. Nelle ferme a
breve distanza la testa si abbassa e tutto il corpo si contrae, i muscoli assumono una
rigidità eccezionale ed il cane prende spesso delle pose inverosimili, specialmente
negli arti.
Dei setter inglesi che fermano costantemente eretti c’è da dubitare sulla loro
genealogia e non devono essere adoperati nella riproduzione se nei prodotti si
ricercano anche le doti stilistiche e non solo quelle relative al rendimento.
La coda nella ferma sia sotto la linea del rene, leggermente rialzata sulla punta, a
forma di scimitarra, a volte più tesa o con l’arco ricadente verso terra, mai però
rilassata o abbandonata come nell’irlandese.
La coda nella ferma è estremamente rigida e le frange si distendono e si evidenziano
nella loro bellezza.
Certe correnti di sangue inglesi ed americane davano soggetti che in ferma portavano
la coda “a cipresso” e gli allevatori giustificavano tale selezione in quanto, dicevano,
dovendo tali cani operare in zone estremamente cespugliate ed erbose, l’unica parte
dell’ausiliare che in ferma poteva scorgersi sopra la vegetazione, era la punta della
coda.
Tale posa è contraria a tutte le regole stilistiche che noi attualmente ci prefiggiamo
perché realmente antiestetica, anche se potrebbe significare,come asseriva Humprey,
avidità potenziata.
Abbiamo visto in qualche nostra cucciolata, riaffiorare raramente qualche soggetto
che in ferma assume tale posa e, andando a cercare nei pedigrees, abbiamo scoperto
che tali setters provenivano da antichi ceppi d’allevamento inglese.
GUIDATA
E’ una vera e propria “gattonata”, perché il cane cerca ulteriormente di celarsi per
paura di insospettire il selvatico che sta muovendosi per sottrarsi al pericolo che gli
si è manifesto, con lo sterno rasente terra e con evidente gioco delle scapole.
L’avanzata è cauta ma continua, con brevi soste ad ogni fermarsi del selvatico, fino a
che, con un’ultima posa con la quale assume più rigidità, dimostra di averlo
inchiodato definitivamente. Se questo è avventato in lontananza e non si muove, il
setter inglese compie allora un’accostata sino a che il suo olfatto non lo avverte che
andare ancora avanti sarebbe pericoloso, e la tecnica del movimento è la medesima
di quando compie la guidata, salvo una maggiore prudenza e lentezza nei movimenti.
Il setter inglese è un cane guidatore per eccellenza e la sua tipicità ed il rendimento
in questa fase, si evidenziano soprattutto quando deve lavorare con un selvatico
smaliziato che cerca la salvezza nella fuga di pedina.
La starna è il “test“ più valido per far risaltare le doti dei migliori soggetti; la
coturnice, la pernice, il beccaccino, la beccaccia ed in tono minore la quaglia,
s’addicono alle sue qualità, ma anche il fagiano, il peripatetico gallinaceo, rinnegato
da molti “cinofermofili” può, proprio per il setter inglese, essere un valido materiale
per il controllo della guidata.
Molti cani impazziscono dietro la coda prolissa di tale selvatico, astuto e diffidente
se è nato tra i campi e non di recente immissione, comportandosi ne più ne meno
come degli springers scorretti.
I setter inglesi più dotati, che guidano felini sulla passata, non soffermandosi troppo
sull’emanazione, anzi con un’azione prudente ma nello stesso tempo abbastanza
veloce da non lasciare troppo spazio tra loro ed il fagiano, riescono a bloccarlo, alla
fine, dopo aver compiuto un’azione entusiasmante.
Abbiamo notato spesso guidate morbide e feline ma decise e sicure per centinaia di
metri, senza mai un accenno ad incalzare, sino all’ultima ferma perentorea, che
avviene dopo aver rallentato ulteriormente e compiuto gli ultimi passi in modo
estremamente cauto e silenzioso.
Non è certo questa l’accostata che si fa eseguire al setter inglese sulle quaglie
liberate che sonnecchiano poco lontane ed aspettano pazienti prima di prendere il
volo, incuranti dei rumori che producono tutti: cani, conduttori, Giudici,
pubblico………..
Tali controlli si fanno sul terreno pratico e sulla vera selvaggina: sulle starne
possibilmente, se ancora possono essere reperite, altrimenti sugli altri selvatici,
trascurando però quelli del tutto inadatti (es. rallidi) o quelli di recente immissione.
CONSENSO
Il setter inglese ha spesso innato l’istinto del consenso, soprattutto se proviene da
correnti di sangue selezionate sul lavoro ed esercitate nelle prove dove si corre in
coppia. Il consenso deve essere se possibile preceduto dalla classica filata, con posa
simile a quella della ferma, senza però avvicinarsi troppo al compagno. In caso di
forza maggiore, quando cioè si trova improvvisamente a ridosso del compagno, può
anche scattare in consenso fulmineamente. I cani restii al consenso possono anche
essere messi al terra , in vista del compagno in ferma, attitudine che poi si fisserà.
Il consenso nel setter inglese è molto importante ed è un carattere ereditario, ragion
per cui è meglio che i riproduttori lo possiedano spontaneo.
IL SETTER IRLANDESE
Gian Morsia , armiere in Genova, e Luca Carnevale, responsabile della delegazione
S.I.S. Liguria, mi hanno invitato a redigere una introduzione al capitolo sugli
irlandesi per questa brochure, ben conoscendo la mia affezione per questa razza. Ho
accettato con grande piacere, perché, pur essendo nato pointerista, sono affascinato e
appassionato dalla razza in argomento, allevandola ed usandola abitualmente a
caccia.
Sono obbligato, innanzi tutto, a sfatare una leggenda che vuole che gli irlandesi siano
cani esteticamente molto apprezzati, ma raramente dotati di qualità venatorie, che
possiedono invece in maniera più che eccellente, salvo in rarissimi esemplari. Nell'
Irlandese, come in qualsiasi altra razza, esistono i cani bravi e meno bravi, ed una
buona percentuale di essi sa come gestire una battuta di caccia.
E' vero, peraltro, che la capacità di cacciare è più marcata in alcune linee di sangue,
mentre in altre si è cercato di accoppiare i soggetti per esaltarne le doti di bellezza.
Nel secondo caso la capacità venatoria è andata scemando, anche perché i cani
allevati per le loro doti estetiche non vengono quasi mai portati a caccia e, spesso,
non sono "costruiti" per la caccia ( soggetti piuttosto alti sugli arti, taglia al limite,
abbondanza di pelo…). Inoltre le differenze fra il tipo selezionato per la bellezza e
quello selezionato per il lavoro si sono enfatizzate nel tempo, come succede anche in
altre razze. Nell'irlandese queste differenze risultano particolarmente marcate, forse
anche perché ogni anno, nascono pochi cuccioli e il raffronto è, dunque, possibile
solo su pochi soggetti.
Dopo questa lunga premessa è doveroso segnalare che avere un "rosso" che ha un
buon bagaglio di qualità naturali innate, significa avere un cane con una dose di
passione e di voglia di cacciare fuori dal comune, padrone di un olfatto sensibile,
poco incline alle ferme senza esito, ma capace di una ferma solida, anche se non
eccessivamente plastica. Un soggetto "protagonista" nato, non sempre consente
spontaneamente, ma impara presto, se addestrato, e possiede le qualità per essere un
riportatore d'eccellenza.
Vorrei sfatare un altro luogo comune che consentirebbe ai setter irlandesi il
movimento di coda durante la ferma, poichè al contrario, come per gli altri setter, la
ferma deve essere rigida senza alcun movimento , coda compresa.
Infine gli Irlandesi possiedono un carattere molto dolce, ma schivo; sanno come farsi
rispettare, ma, una volta identificato il padrone, sanno donargli un affetto
incondizionato e ciò che è più importante, sanno dare grande soddisfazione nel
campo per cui sono stati selezionati, ovvero la caccia.
Giorgio Gaggero
IL SETTER IRLANDESE ROSSO
Il Setter Irlandese si è sviluppato in Irlanda come cane da caccia. La razza è derivata
dal Setter Irlandese Rosso e Bianco e un cane sconosciuto di un colore rosso. Il tipo
è stato identificato nel 18° secolo. Nel 1882 fu fondato per la promozione della razza
l' Irish Red Setter Club. Il Club pubblicò lo Standard di Razza nel 1886, da quel
periodo iniziò ad organizzare prove di lavoro e esposizioni per determinare lo
Standard di razza. Nel 1998 pubblicò lo standard di lavoro. Lo standard morfologico
e di lavoro descrivono insieme l' aspetto esteriore e il modo di lavorare della razza.Il
Setter Irlandese si è evoluto negli anni in un energico e sano cane intelligente in
possesso di eccellenti doti venatorie e grande capacità di resistenza.
SETTER IRLANDESE
STANDARD MORFOLOGICO
Utilizzazione:
Cane da caccia e compagnia.
Classificazione: Gruppo 7 cani da ferma - Sezione 2 cani da ferma Britannici.
Soggetti a prova di lavoro
Aspetto generale:
Velocista e atletico, pieno di qualità, dolce nell'espressione. Bilanciato nelle
proporzioni.
Caratteristiche:
Volenteroso, intelligente, energico, affettuoso e leale.
Testa:
Lunga e asciutta e non larga all' altezza delle orecchie. Muso e cranio di uguale
lunghezza, assi craniofacciali paralleli.
REGIONE CRANIALE:
Cranio: ovale (da orecchio a orecchio), tanto da permettere sufficiente spazio alla
scatola cranica con una ben definita protuberanza occipitale. Sopracciglia ben
marcate.
Stop: ben definito.
REGIONE FACCIALE:
Tartufo: è di colore mogano scuro, castano scuro o nero con narici ben aperte.
Muso:moderatamente profondo e abbastanza quadrato alla punta. Lungo dallo stop
alla faccia anteriore del tartufo, labbra non pendule.
Mandibola: la lunghezza delle mandibole è quasi uguale.
Denti: chiusura a forbice.
Occhi: gli occhi sono di colore nocciola scuro o marrone scuro, non devono essere
troppo grandi.
Orecchie: le orecchie sono di moderata lunghezza, sottili, attaccate basse, portate
attaccate alla testa in una piega pulita.
Collo: Il collo deve essere moderatamente lungo, molto muscoloso, ma non troppo
grosso e esente da giogaia.
CORPO:
Il corpo deve essere proporzionato alla taglia del cane.
Torace: deve essere più profondo possibile, con petto abbastanza stretto e costato
ben ampio da lasciare ampio spazio ai polmoni.
Rene: ben muscolato e leggermente arcuato.
Coda: di moderata lunghezza, proporzionata alla taglia del cane. Inserita piuttosto
bassa, forte alla radice che va assottigliandosi alla punta ed è portata al livello o più
bassa del dorso.
Anteriore: La spalla: deve essere fine alla punta e ben angolata.
Gomiti:devono essere sciolti ben discesi non tendenti né all'esterno né all' interno.
Arti anteriori: dritti e vigorosi, di buona ossatura.
Posteriore: Largo e potente.
Arti posteriori: devono essere dall' anca al garretto lunghi e muscolati, dal garretto
al piede corti e forti.
Groppa: ben inclinata.
Appiombi: devono essere dritti né vaccini né cagnoli.
Piedi: I piedi devono essere piccoli solidi con dita forti, arcuate e ben chiuse.
Movimento: Deve essere sciolto e fluido; la testa portata alta. Il posteriore potente
scorre dolcemente, l' anteriore si allunga bene in avanti. I piedi sono aderenti al suolo
e le gambe devono essere in appiombo movendosi perpendicolare al terreno.
Mantello: Il pelo deve essere corto e fine sul cranio, sulla punta dell' orecchio e sulla
parte anteriore delle gambe, sulle altre parti del corpo deve essere di moderata
lunghezza liscio il più possibile né ondulato né riccio. Le frange sono lunghe e
seriche all' attaccatura delle orecchie, sulla parte posteriore delle gambe anteriori e
delle cosce. Una moderata quantità di pelo che dal ventre in un' unica frangia può
estendersi fino al petto e alla gola. I piedi sono ben frangiati fra le dita. La coda ha
una frangia di lunghezza moderata che diminuisce in lunghezza verso l' estremità.
Tutte le frange devono essere più dritte e più piatte possibile.
Colore: Il colore del mantello è castano dorato senza tracce di nero, non sono difetti
da squalifica una macchia bianca sul petto, sulla gola e sui piedi, una piccola stella
sulla testa sul muso o una fiamma sul naso.
Taglia: Maschi: da 58 cm. a 67 cm. - Femmine:da 55 cm. a 62 cm.
Difetti: Qualsiasi elemento che si discosti dallo " Standard " è da considerarsi
difetto.A seconda della gravità deve essere penalizzato proporzionalmente e di
conseguenza.
Nota:I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali e ben discesi nello
scroto.
SETTER IRLANDESE
STANDARD DI LAVORO
L'andatura è di galoppo deciso, facile, velocissimo, quasi quanto quello del pointer.
La sua meccanica s'avvicina però a quella del setter inglese, tenuto conto che è più
alto sugli arti e di portamento eretto. Egli non si abbandona a serpeggiamenti.
Nelle lunghe folate, su diagonali ampie e ben spaziate, intercala al galoppo molto
allungato dei balzi irregolari, quasi sbandamenti; talvolta riunisce gli arti in qualche
passo di galoppo serrato, ma di preferenza si allunga in larghe falcate silenziose,
sollevando appena i piedi da terra di quel tanto da non incespicare.
Ben eretto sul garrese, il collo montante e la testa leggermente inclinata
sull'orizzonte, dà impressione di "guardare" all’orizzonte, più che di fiutare, e con la
coda abbassata, immobile, ricorda alla mente la "silhouette" del lupo, che insegue la
preda a vista.
Entrando in zona lievemente impregnata di effluvio, la rimonta con qualche taglio
inclinato, rallentando il galoppo, che intramezza a qualche passo di trotto in punta di
piedi; si erge anche maggiormente sull'anteriore, come per guardare più lontano, e la
coda, sempre bassa, dà qualche lieve ondulazione trasversale.
Accortosi che l'allarme è stato falso, riprende gradatamente la solita andatura.
Se, al contrario, s'accorge della presenza del selvatico, abbassa lievemente il
posteriore, rallenta sino a procedere di passo e "si ferma" in posa nobile e sicura, ma
non troppo nervosa o contratta.
Ben ritto sull'anteriore, le orecchie portate erette, il collo montante, la canna nasale
lievemente abbassantesi, gli occhi ardenti, che si direbbe "vedono" il selvatico: le
narici dilatate ed in febbrile azione analizzatrice, il posteriore per contro, non "sente"
la solennità del momento; resta in posizione normale, un poco ripiegato con la coda
cadente, immobile.
Questo setter, per il suo portamento alto in cerca e per l'olfatto eccellente, è lo
specialista delle ventate a distanze iperboliche.
Bisogna però ben conoscerlo per accorgersene, poiché egli pochissimo manifesta
esteriormente.
Tende, per contro, ad avvicinarsi quanto basta per accertare, non conoscendo per
così dire, la ferma di sospetto o in bianco.
Entrando di taglio in una zona impregnata di effluvio così forte che lo rende
immediatamente sicuro della presenza del selvatico, si ferma in qualche passo e si
abbassa un pò tutto, con il collo allungato e la testa protesa, tendenti all'orizzonte;
indi si rinfranca e va di passo in ferma, come su descritto.
Se poi entra d'improvviso in effluvio che lo avverte di essere a ridosso di un
selvatico, cade in ferma subitanea, quasi seduto sui garretti, la coda a terra,
indifferente, ma sempre lievemente sull'anteriore e la solita espressione della testa.
Allorquando s'accorge che il selvatico tenta di salvarsi pedonando, lo segue con una
sicurezza assoluta, mettendosi prima in posizione ben eretta, con la testa portata alta
o altissima, ma la canna nasale mai montante; indi di passo o di trotto
silenziosissimo, sovente ampio, non si lascia mai giocare, poiché si mantiene sempre
a giusta distanza con il fuggitivo.
La coda penzoloni, oscilla un poco quando cammina e ridiventa immobile ad ogni
stazione.
SETTER IRLANDESE
STANDARD DI LAVORO elaborato nel 1998 dall’Irish Red Setter Club di Dublino traduzione a cura di S. Vitale Brovarone
controllata ed approvata da Kristin Jameson PRO del Irish Red Setter Club
Il setter irlandese è stato fin dalla sua origine allevato come cane da starne e da
grouse: pertanto lo stile di caccia a questi selvatici deve essere ritenuto come norma
di giudizio.
Nella cerca dell’irlandese deve ritrovarsi quella intensità necessaria a perseguire lo
scopo della caccia: la concentrazione nel lavoro deve essere ben evidente in ogni
momento dell’azione sul campo.
Il collegamento con il conduttore è parte essenziale della concentrazione di cui sopra
si è detto, non dovendo, comunque, mai essere un limite all’azione di cerca.
Il galoppo del setter irlandese – che deve essere sempre veloce, fluido e di grande
facilità – ci consegna un cane con la testa sempre portata sopra la linea del dorso e
con il muso parallelo al terreno che viene esplorato; la dorsale è parallela al terreno
grazie all’armoniosa interazione dell’anteriore con il posteriore.
Data la conformazione del tronco – quasi inscrivibile in un quadrato – il galoppo di
questo cane appare eretto; la coda deve essere portata in linea con la dorsale e
leggermente più bassa di questa e mai, invece, superarla.
Un modesto movimento di coda può essere accettabile, ma resta chiaro che i migliori
soggetti non muovono mai la coda se non per bilanciarsi nei cambi di direzione.
Quando entra in emanazione l’irlandese restringe la sua cerca compiendo alcune
tipiche sbandate prima di prendere il punto.
Nell’attimo in cui coglie il primo sentore si può notare un qualche movimento di
coda, poi l’irlandese si abbassa un po’ sul posteriore restando le spalle e la testa alte
per non perdere il filo dell’emanazione.
Gli orecchi, nell’azione di avvicinamento al selvatico, sono portati alti ad indicare la
concentrazione e l’attenzione del cane.
La ferma può, a seconda dei casi, essere eretta o schiacciata ma resta sempre intensa,
rigida, piena di energia e attenzione.
E’ flessa in terreno spoglio o se presa, per motivi di vento o altro, improvvisamente.
E’ eretta, come immobilizzazione della filata, in terreni con vegetazione più alta.
La posizione degli arti e dei piedi bilancia la postura del cane a seconda
dell’atteggiamento assunto.
La testa è portata sempre alta, lo sguardo è avido, gli orecchi portati eretti e la coda è
rigida (a volte irta per la passione) e arcuata sotto la dorsale o con questa in linea . Se
il selvatico si sottrae, l’irlandese lo guida in modo intenso e concentrato, la testa resta
eretta a controllare il filo dell’emanazione, il muso è parallelo al terreno, le scapole
sono ben evidenti e la coda è rigidamente arcuata verso il terreno.
Grave difetto è da considerarsi la riottosità alla guidata.
L’irish red setter è un veloce esploratore che sa sfruttare il terreno con intelligenza e
precisione, rompendo il lacet alla prima emanazione per poterla subito risalire.
Nel momento in cui è certo che l’emanazione percepita non porta al selvatico
riprende velocemente la sua cerca.
La profondità dei lacet è moderatamente ampia restando comunque in funzione delle
condizioni nelle quali il cane svolge il suo lavoro.
SETTER IRLANDESE
ROSSO E BIANCO Standard F.C.I. n° 330/05.03.1998/
Copyright © Traduzione Dr. Rodolfo Cantarelli
ORIGINE: Irlanda
UTILIZZO: il Setter rosso e bianco è un cane da caccia amichevole e degno di
confidenza , facile da addestrare. La sua natura buona e gentile fa un compagno fra i più
graditi ed un amico in casa come nei campi.
CLASSIFICAZIONE FCI Gruppo 7 : Cani da ferma
Sezione 1.2: Cani da ferma britannici e irlandesi
Con prova di lavoro
CENNI STORICI: il Setter irlandese fu probabilmente riconosciuto alla fine del XVII
secolo. Fuori dall'Irlanda non è ben noto che vi sono due tipi di Setter, di cui quello
rosso e bianco ha preceduto quello a manto monocolore. Questo tipo, anzi, ha finito per
avere una tale diffusione che quello a manto rosso e bianco andò a rischio di estinzione,
e fu salvato solo negli anni 20. I cacciatori irlandesi lo considerano superiore al Setter
monocolore soprattutto grazie al suo temperamento più calmo ed al fatto che è più
visibile nel paesaggio autunnale. In Irlanda viene allevato soprattutto per la caccia in
pianura, ed è in questa ottica che viene valutato.
ASPETTO GENERALE: molta forza e potenza, senza pesantezza. Armonioso e
proporzionato, più atletico che distinto.
COMPORTAMENTO/CARATTERE: aristocratico, vivo e sveglio. Manifesta
gentilezza e amichevolezza, che nascondono il suo carattere determinato, coraggioso e
deciso.
TESTA Larga in proporzione al corpo
REGIONE CRANIALE
Cranio: a cupola, con protuberanza occipitale marcata come nell Setter irlandese rosso.
Stop: evidente.
REGIONE FACCIALE
Musello: netto è squadrato.
Mascelle/denti: di lunghezza uguale, o pressoché uguale, denti regolari. Articolazione a
forbice, ammessa quella a tenaglia.
Orecchie: attaccate livello degli occhi e disposte molto all'indietro, sempre contro la
testa.
CORPO
Forte e muscoloso.
Dorso: dev'essere molto muscoloso e potente.
Petto: ben disceso, costole bene cinturate.
CODA: di lunghezza moderata, non scende più bassa del garretto. Di attaccatura forte,
si assottiglia progressivamente verso la punta. Portata a livello del dorso o
immediatamente al di sotto.
ARTI
Arti dotati di buona ossatura, dritti e nervosi.
ARTI ANTERIORI
Spalla: molto obliqua.
Gomito: sciolto, non girato né all'interno né all'esterno.
Metacarpo: particolarmente solido.
ARTI POSTERIORI
Larghi e potenti. Gli arti posteriori sono lunghi e muscolosi dall'anca al garretto. Di
lunghezza media e forti dal garretto al piede.
Grassella: ben angolata.
Garretto: ben disceso, non deviato né all'interno né all'esterno.
PIEDI: dita ben serrate con folto pelo interdigitale.
ANDATURE: trotto vivo, armonioso ed efficace con passi lunghi. Testa portata alta. La
spinta dei posteriori è regolare e potente. Gli anteriori si portano molto in avanti e
l'andatura resta bassa. Visti da davanti e da dietro gli arti si muovono su un piano
verticale. Il cane non dondola né con gli anteriori né con i posteriori.
MANTO
Pelo: pelo lungo e setoso (frange) nella faccia posteriore degli arti e nel padiglione
auricolare. Pelo in quantità ragionevole sul fianco , che si estende fino al petto e alla
gola formando una frangia. Tutte le frange sono dritte, piatte e non sovrabbondanti. La
coda è ben frangiata. Sulla testa, parte anteriore degli arti e sulle altre regioni del corpo,
il pelo deve essere piatto e privo di riccioli, ma è ammessa una leggera ondulazione.
Colore: il colore deve essere bianco marcato di rosso unito (macchie nette di colore
rosso). I due colori devono essere il più vivaci possibile. Sono ammesse macchiettature,
ma non melange di peli sulla faccia, i piedi, gli arti anteriori fino algomito e i posteriori
fino all'altezza del garretto. Altre combinazioni di colore non sono ammesse e devono
essere pesantemente penalizzate.
TAGLIA
Altezza al garrese
Maschi: da 62 a 66 cm (24, 5-26 pollici)
Femmine: da 57 a 61 cm (22, 5-24 pollici)
PESI
Da 20 a 30 kg
DIFETTI
Ogni scarto da quanto sopra deve essere considerato un difetto da penalizzare in
funzione della sua gravità
N.B. I maschi devono avere i testicoli di aspetto normale completamente discesi nello
scroto
SETTER IRLANDESE
ROSSO E BIANCO
Paese d’origine: Irlanda
Classificazione F.C.I.: Gruppo 7 – cani da ferma
Cenni storici ed origini della razza: Questa razza è nata prima dell’omonima razza
a pelo rosso. Il setter irlandese venne riconosciuto alla fine del XVII° secolo. La
popolarità della razza a pelo rosso è esplosa a tal punto di far rischiare l’estinzione al
rosso-bianco, il quale è stato recuperato e rivalutato intorno al 1920, grazie al grande
lavoro di molti allevatori ed appassionati.
Aspetto generale della razza: Cane di media taglia, che esprime molta forza e
potenza, ma senza pesantezza. E’ un cane armonioso e proporzionato. Molto più
atletico che distinto. Razza affascinante per la sua semplicità di forme e per la sua
flemma.
Carattere e cure: Nel suo Paese d’origine questo cane viene allevato soprattutto per
la caccia in pianura. E’ un cane da ferma docile, amichevole ed abbastanza facile da
addestrare. E’ un ottimo compagno, gentile ed affettuoso. E’ un cane aristocratico,
vivace e sveglio. E’ veramente coraggioso e deciso. I cacciatori irlandesi lo
considerano superiore al rosso a causa del suo temperamento molto più calmo.
STANDARD:
Altezza: maschi tra i 62 ed i 66 cm. – femmine tra i 57 ed i 61 cm.
Tronco: armonioso e proporzionato.
Testa e muso: il cranio è a cupola, con protuberanza occipitale marcata e stop
evidente.
Tartufo: sulla stessa linea della canna nasale.
Denti: dentatura completa e corretta.
Collo: ben teso ed abbastanza robusto.
Orecchie: di giusta grandezza.
Arti: perfettamente in appiombo, con ottima muscolatura.
Spalla: di giusta inclinazione.
Andatura: molto energica e dinamica.
Muscolatura: possiede delle ottime masse muscolari in tutto il corpo.
Coda: è di lunghezza moderata, non scende più bassa del garretto. Di attaccatura
forte, si assotiglia progressivamente verso la punta fine. E’ portata a livello del dorso
o immediatamente al di sotto.
Pelo: semilungo sul corpo, lungo e setoso (frange) nella parte posteriore degli arti e
nel padiglione auricolare, sulla gola e sulla coda.
Colori ammessi: deve essere bianco marcato di rosso unito (macchie nette di colore
rosso). I due colori devono essere il più vivaci possibile.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, monorchidismo, criptorchidismo,
arti non in appiombo, piedi lunghi od aperti, occhi chiari, orecchie portate male,
obesità, atipicità della testa, angolazioni del posteriore eccessive od insufficienti,
cranio troppo stretto, tartufo depigmentato, coda portata male, misure fuori standard,
retrotreno difettoso,andatura scorretta, carattere timido.
La presente brochure è stata redatta in collaborazione con la
Società Italiana Setters Delegazione Liguria
e con il delegato regionale Signor Luca Carnevale Arella – Frazione Camincasca, 21
15060 Mongiardino Ligure Tel. 014398160 casacarnevale@libero.it
BIBLIOGRAFIA: Archivio standard morfologici e di lavoro S.I.S.; www.societaitalianasetters.org www.redsetterclub.it www.scolopaxrusticola.com www.informacani.it “Il setter inglese moderno” Giancarlo Mancini ed. Olimpia
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