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1 Indice cartella stampa “Thalassa” 1) Comunicato stampa; 2) Prefazione alla guida breve del Direttore del MANN, Paolo Giulierini; 3) Prefazione alla guida breve del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci; 4) Scheda del progetto di allestimento della mostra; 5) Scheda mostre corollario di “Thalassa”; 6) Scheda guida per bambini; 7) Scheda progetto di collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum; 8) Scheda progetto di collaborazione con Villa San Michele; 9) Scheda Consorzio Unicocampania; 10) Scheda Snav; 11) Scheda Coelmo; 12) Scheda Nauticsud; 13) Scheda Città del Gusto Gambero Rosso; 14) Scheda Next Geosolutions; 15) Allegati grafici Extramann+ openmann

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Page 1: Indice cartella stampa “Thalassa” · 1 Indice cartella stampa “Thalassa” 1) Comunicato stampa; 2) Prefazione alla guida breve del Direttore del MANN, Paolo Giulierini; 3)

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Indice cartella stampa “Thalassa”

1) Comunicato stampa; 2) Prefazione alla guida breve del Direttore del MANN, Paolo Giulierini; 3) Prefazione alla guida breve del Presidente della Regione Siciliana, Nello

Musumeci; 4) Scheda del progetto di allestimento della mostra; 5) Scheda mostre corollario di “Thalassa”; 6) Scheda guida per bambini; 7) Scheda progetto di collaborazione con il Parco Archeologico di Paestum; 8) Scheda progetto di collaborazione con Villa San Michele; 9) Scheda Consorzio Unicocampania; 10) Scheda Snav; 11) Scheda Coelmo; 12) Scheda Nauticsud; 13) Scheda Città del Gusto Gambero Rosso; 14) Scheda Next Geosolutions; 15) Allegati grafici Extramann+ openmann

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“Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 12 dicembre 2019 al 9 marzo 2020 400 reperti in mostra, 9 sezioni espositive, un focus sul porto antico di Napoli

Un racconto che fa squadra: pubblico e privato in rete per promuovere il Mare Nostrum

12 dicembre. Nel Salone della Meridiana, il viaggio inizia attraverso un portale, che spinge il visitatore a varcare quasi le colonne d’Ercole, per scoprire la magia della grande mostra “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo” (Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 12 dicembre 2019- 9 marzo 2020). L’esposizione, che rappresenta una vera e propria summa di quanto svelato dalla disciplina dell’archeologia subacquea dal 1950 sino ad oggi, raccoglie circa quattrocento reperti, provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali. Centro simbolico dell’exhibit è l’Atlante Farnese, capolavoro marmoreo databile al II sec. d.C.: il percorso di visita, infatti, con particolarissimi artifici allestitivi e giochi di luce, segue le costellazioni rappresentate nella parte superiore della scultura, assecondando, in una suggestiva rotta artistica tra passato e presente, il modus dei naviganti antichi che orientavano il proprio viaggio seguendo il cielo. Filo conduttore di questo originale itinerario è la scoperta del Mediterraneo che, sin dalle radici storiche più remote delle civiltà occidentali, era interpretato (e vissuto) secondo diverse accezioni: cultura, economia, società, religiosità, natura e paesaggio sono termini legati, da sempre, al Mare Nostrum. Così il tema dell’interconnessione (di dimensioni temporali, discipline, contenuti scientifici e linguaggi della comunicazione) ha caratterizzato il progetto espositivo di “Thalassa”, sin dalla sua genesi: la mostra è nata, infatti, nel più ampio framework di collaborazione tra il MANN e l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana; questa sinergia è stata resa possibile grazie all’impegno del prof. Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, scomparso tragicamente nella sciagura aerea di marzo 2019. “Teichos. Servizi e tecnologie per l’archeologia” ha elaborato il progetto scientifico dell’esposizione, curata da Paolo Giulierini, Sebastiano Tusa, Salvatore Agizza, Luigi Fozzati e Valeria Li Vigni. L’exhibit è stato promosso anche in rete con il Parco Archeologico di Paestum, sede della mostra “gemella” “Poseidonia. Città d’acqua” su archeologia e cambiamenti climatici, e con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che ospita

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il percorso espositivo su “I pionieri dell’archeologia subacquea nell’area flegrea e in Sicilia”. “Thalassa non è solo una mostra sul Mediterraneo antico ma è, soprattutto, un esempio di metodo. Al centro del nostro lavoro ci sono la ricerca scientifica, il sostegno tra enti statali e territoriali, l'apporto delle Università, le professionalità dei giovani archeologi, le azioni innovative di aziende tecnologiche private. Thalassa disegna, nel complesso, rotte culturali tra tanti siti campani, del Meridione e di altri paesi mediterranei. Si tratta di una connessione storica che però deve rafforzare l'idea che il Mare Nostrum sia un ponte e non una separazione. Tutti noi abbiamo un compito da svolgere: ripescare la pagella che si era portato dietro il bambino tragicamente annegato qualche mese fa. Questa pagella, in realtà, non lo riguarda: riguarda noi. Siamo noi sotto esame, ora: non avremo altre occasioni per dimostrare che anche la cultura può far crescere le persone, attraverso una ricerca che ci porti ad una maturazione non solo

contenutistica ma etica”, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.

Le sezioni della mostra Dopo una grande mappa in 3D, che ripropone, con le nuove tecnologie, le meraviglie dei fondali del Mediterraneo, sono nove le sezioni in cui si articola la mostra: 1) Tesori sommersi; 2) I primi passi dell’Archeologia subacquea; 3) Relitti; 4) Vita di bordo; 5) Navigazione, mito e sacro; 6) Il mare, via dei commerci; 7) Il mare e le sue risorse; 8) Bellezza ed otium; 9) Acque profonde. Completa il percorso, nella Stazione Neapolis del MANN, un focus di approfondimento sul porto antico di Napoli, svelato durante gli scavi della metropolitana in Piazza Municipio. “In -Thalassa- Il Mediterraneo è il tema unificante, raccontato dalla sua nascita, datata a 60 milioni di fa. La prospettiva è nuova: il Mar Mediterraneo è studiato dal mare verso la costa e non dalla costa verso il mare. Il racconto parte dai primi straordinari reperti che il mare ha casualmente restituito alla comunità, innescando quel processo di sensibilizzazione che porterà alla costituzione della disciplina dell’archeologia subacquea, evolutasi fino alle più recenti conquiste tecnologiche della ricerca. Napoli e la Campania, l’intera isola della

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Sicilia e tutto il Meridione hanno svolto in epoca contemporanea un ruolo di primo piano nella fondazione dell’archeologia subacquea in Italia: la storia sommersa nelle acque del Mediterraneo ha prima restituito reperti meravigliosi, quindi ha posto agli archeologi i quesiti fondamentali della ricerca”, afferma Salvatore Agizza (Teichos. Servizi e Tecnologie per l’Archeologia”), che è nel team dei curatori della mostra. Tesori sommersi Ad inizio mostra, il visitatore è accolto da una selezione di sei opere che, per pregio artistico e raffinatezza di esecuzione, sono considerate emblematiche dei più importanti ritrovamenti subacquei avvenuti nel Mediterraneo. Il fascino di questi capolavori è enfatizzato dalla dinamica del tutto casuale e fortuita delle scoperte (i reperti sono stati rivenuti, ad esempio, in occasione di dragaggi in un porto, nelle reti di un peschereccio, a seguito di un saccheggio). Tra le opere in mostra, la Testa di Amazzone, copia romana di un originale greco, proveniente dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei ed, in particolare, dalla collezione del Castello di Baia; la Testa bronzea del Filosofo di Porticello (V sec. a.C.), ritrovata nell’omonimo relitto ed appartenente al Museo Archeologico di Reggio Calabria; il “Tesoretto di Rimigliano”, che comprende monete di argento di età romana imperiale, oggi conservate al Museo Archeologico del territorio di Populonia a Piombino; il “Rilievo di Eracle e Anteo” (II sec. a.C., oggi conservato al Castello Ursino di Catania); il “Reshef” di Selinunte (Museo Salinas di Palermo), eccezionale statuina bronzea (realizzata presumibilmente tra XIV e XII sec. a.C.), con ogni probabilità dedicata ad una divinità; il controrostro di una nave romana, trovato nel porto di Genova a fine Cinquecento (Musei Reali di Torino). I primi passi dell’archeologia subacquea La sezione comprende una parte didattica, arricchita da pannelli, filmati e fotografie, che testimoniano, dagli anni Cinquanta del Novecento sino ad oggi, nascita e sviluppo di una disciplina, nel cui ambito i termini di scienza, intuizione e tecnologia si sono intrecciati in modo sempre più stretto: accanto al materiale documentario, sono in mostra oltre sessanta opere, che attestano i primi recuperi avvenuti nelle acque del Tirreno. Visibili, dunque, i reperti del relitto di Albenga, tra cui figura uno dei sette elmi bronzei trovati da Nino Lamboglia, così come un’anfora del I sec. a. C.; le lucerne di età imperiale e l’altare nabateo di Pozzuoli (I sec. a C.); i rilievi dal porto di Baia,

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appartenenti ad una grande villa con ninfeo di età severiana; le opere tratte dal relitto di Porticello, frutto di una campagna sistematica di rilevamento e scavo; dal Parco Archeologico di Paestum, la testa in bronzo di Foce Sele (I sec. a.C./I sec. d.C.), che apparteneva ad una statua a grandezza naturale e fu recuperata dal Centro Studi Subacquei Napoli probabilmente nel fiume Sele, nei pressi del Santuario di Hera. Evidente il trait d’union con l’esposizione “I pionieri dell’archeologia subacquea nell’area flegrea e in Sicilia” che, promossa e realizzata da “Teichos” presso il Parco Archeologico dei Campi Flegrei (Castello di Baia): la mostra, sino al prossimo 9 marzo, racconta il lavoro degli studiosi che, in particolare nel Sud Italia, si sono dedicati alla scoperta delle meraviglie del Mediterraneo. Relitti L’analisi dei carichi delle imbarcazioni affondate in epoca antica è stata il punto di partenza non soltanto per promuovere le ricerche di archeologia subacquea, ma soprattutto per studiare cultura, storia ed economia del Mediterraneo: in “Thalassa”, è possibile ammirare dei veri e propri capolavori che, grazie alle esplorazioni, sono stati dischiusi dagli abissi. Eccezionale la presenza, in mostra, di trenta reperti provenienti dal Museo Archeologico di Atene ed, in particolare, dal relitto di Antikythera, prima imbarcazione rinvenuta ad inizio Novecento nel Mediterraneo: tra questi, spiccano raffinati gioielli in oro, pregiate coppe di vetro, parti di statue bronzee ed oggetti della vita di bordo (i reperti risalgono al I sec. a.C.); nel percorso di visita, presente anche una ricostruzione in 3D del calcolatore astronomico recuperato nella nave. Dal relitto ritrovato nel 1990 a largo di Punta Licosa provengono, infine, anfore vinarie ed attrezzature di bordo, tra cui la pompa di sentina, che era un sistema per portare l’acqua via dall’imbarcazione. Peculiare, all’interno della sezione, l’installazione in plexiglass, che, grazie ad alcune proiezioni, mostra le diverse fasi del naufragio di un’antica imbarcazione sino al momento della deposizione sul fondo marino (da qui si forma il relitto). Vita di bordo Elementi di prua, chiodi, scandagli, oggetti personali: sono questi (e non solo) i reperti che svelano la dimensione quotidiana dei naviganti antichi. Tra le circa cinquanta opere della sezione, figurano: alcuni pezzi di pregio provenienti dal Parco Archeologico di Ercolano, in particolare dall’area degli scavi nuovi della Villa dei Papiri e dell’antica spiaggia (un timone, un fasciame con corde

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arrotolate e cuoio su cui si distinguono punti di cucitura, ami da pesca, pesi da rete in piombo, galleggianti); flaconcini in legno di bosso per collirio (II sec. a.C.), ritrovati in Toscana, nel relitto del Pozzino; un grande bacile (III sec. a.C.), recuperato sul relitto di Panarea III ad una profondità tra i 70 ed i 150 metri, utilizzato per i riti propiziatori durante la navigazione; un frammento di ingranaggio (scavi di Olbia), risalente al I sec. a.C. ed in ogni caso verosimilmente molto più antico del calcolatore di Antikythera. Navigazione, mito e sacro Venti reperti per raccontare quanto leggenda e religiosità siano legate al mondo del mare: tra i capolavori in mostra, il famoso “Cratere con Naufragio” (VIII sec. a.C.) del Museo di Villa Arbusto a Lacco Ameno. Spiccano i manufatti provenienti dall’isola di Vivara, dove gli scavi terrestri e subacquei (condotti dall’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa con la collaborazione del Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea del Mibact e la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli) hanno restituito le tracce di un insediamento dell’età del bronzo: tra questi reperti, figurano una giara cananea (XVI/XV sec. a.C.), che attesta rapporti con l’Oriente, un applique d’oro ed una tavoletta in osso iscritta (XVII/XV sec. a.C.), un’ancora dell’età del Bronzo. Da Lipari, proviene il carico di oggetti in ceramica, appartenenti al relitto di Pignataro di Fuori, probabilmente il più antico mai studiato e databile al XX sec. a.C. Il mare, via dei commerci Il mare, nell’antichità, era la sconfinata distesa d’acqua che veniva solcata da costa a costa o con traversate più lunghe per stabilire e rinforzare relazioni economiche: a questa dimensione è legata la presenza, nel percorso di visita, di circa quaranta reperti, tra cui utensili per la preparazione e conservazione del cibo, anfore per il trasporto di olio, vino e garum, così come di lingotti di piombo che, dalla penisola iberica, raggiungevano Roma, testimoniando la ricchezza dei più importanti mercati delle province romane; eccezionale l’esposizione di lingotti in oricalco, prezioso materiale citato da Platone nei racconti su Atlantide. Testimonia ancora, una suggestiva prassi di contaminazione culturale la statuetta della dea Lakshmi in avorio proveniente da Pompei.

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Il mare e le sue risorse Nella sezione, sono presentati circa trenta reperti, che raccontano quanto il mare fosse una fonte di sostentamento necessario per le antiche popolazioni del Mediterraneo. In esposizione, strumenti provenienti da Pompei, Ercolano e dalle acque di Pantelleria, utilizzati per pesca di cetacei, tonno e corallo; su un’anfora, ritrovata ad Olbia, sono leggibili addirittura resti di pesce. Bellezza ed otium In “Thalassa”, il Mare Nostrum è anche raccontato attraverso i luoghi dell’otium, grazie alle sculture ritrovate sui fondali della Grotta Azzurra, ninfeo di età romana, così come ai raffinati affreschi da Pompei, Ercolano e Stabiae: nell’antichità, il paesaggio costiero non era soltanto armonizzato con le strutture architettoniche residenziali e della villeggiatura, ma era anche fonte di ispirazione ricreata dall’apparato decorativo all’interno delle più prestigiose domus antiche. Tra i circa quaranta reperti esposti, anche pendenti, gemme e le famose coppe egittizzanti di ossidiana (età augustea), appartenenti alla collezione del MANN. Acque profonde La mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo” si conclude con una camera immersiva: al visitatore, grazie alle nuove tecnologie, è offerta la suggestiva possibilità di immergersi con gli archeologi e gli esperti dediti agli scavi subacquei. Spettacolari filmati girati ad oltre 600 metri di profondità permettono di ammirare i relitti, ritrovati nei luoghi simbolo del Mediterraneo (da Capri a Capo Palinuro, dalla Liguria alla Sardegna). Il focus sul porto antico di Napoli Nella sala “Stazione Neapolis” del MANN sono esposti reperti che ricostruiscono storia e caratteristiche del porto antico di Napoli, partendo dalla prima fase di scavi della metropolitana di Piazza Municipio, agli inizi degli anni Duemila, e giungendo sino agli ultimi ritrovamenti, tra 2014 e 2015. Per gentile concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, sono visibili al MANN, per la prima volta in occasione della mostra “Thalassa”, tre importanti e singolari reperti lignei: una splendida ancora di oltre due metri e mezzo (databile alla fine del II sec. a.C.), un remo ed un

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albero (età imperiale), residui delle imbarcazioni che attraccavano nell’antico porto cittadino. Tali opere sono presentate al pubblico a seguito di un intervento conservativo realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.

“Thalassa”: una mostra che crea rete

Il messaggio di tutela e valorizzazione del Mare nostrum, alla base del progetto scientifico di “Thalassa”, ha determinato la creazione di una rete sinergica tra soggetti pubblici e privati, che hanno cooperato, a differenti livelli, alla realizzazione della mostra. Il percorso sulle “Meraviglie sommerse del Mediterraneo” è stato anticipato da altri due importanti appuntamenti espositivi, caratterizzati da una grafica promozionale “Verso Thalassa”: da aprile a settembre del 2019, in collaborazione con il Salone del Fumetto Comicon e nell’ambito del progetto universitario “Obvia-Out of Boundaries Viral Art Dissemination”, è stata in calendario al MANN la mostra “Corto Maltese. Un viaggio straordinario”, celebrazione della creatività artistica di Hugo Pratt; ancora, da maggio a settembre, la Sala del Plastico di Pompei ha ospitato l’incursione dello street artist Blub, noto per aver rappresentato, su sportellini di ferro arrugginiti nei centri storici cittadini, personaggi famosi con la maschera da sub. Una meditazione sulla necessità di difendere l’ambiente marino è rappresentata dalla mostra “Capire il cambiamento climatico”, che, sino al 31 maggio 2020, mostrerà al pubblico cause ed effetti del riscaldamento globale. Non soltanto arti visive, ma anche spettacolo: in tre giorni di eventi (5/8 dicembre, con corollario prenatalizio il 20 dicembre), l’Archeologico ha promosso la kermesse “Muse al Museo. Speciale Thalassa”, una produzione FestivalMANN con perfomance e concerti ispirati al mare. Questa focalizzazione programmatica, che ha anticipato la mostra nei tempi e nei contenuti, ha consentito di pianificare una comunicazione integrata fra diversi istituti culturali: se con il Parco Archeologico di Paestum è in corso un progetto di valorizzazione social delle mostre “Poseidonia. Città d’acqua” (a Paestum sino al 31 gennaio 2020), “Capire il cambiamento climatico” (all’Archeologico sino al prossimo 31 maggio) e “Thalassa”, anche tutti gli altri musei statali, che

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custodiscono opere con soggetto marino, saranno invitati a promuovere le proprie collezioni con un’unica grafica riferita alla mostra del MANN. La rete degli istituti culturali, abbracciati dal mare simbolico di “Thalassa”, coinvolgerà anche un altro importante monumento storico-artistico della nostra regione: la Villa San Michele ad Anacapri. La dimora del medico e scrittore Axel Munthe, oggi sede permanente delle istituzioni svedesi, è un capolavoro di architettura perfettamente integrato nel paesaggio dell’isola azzurra (il giardino della Villa è stato premiato come più bel Parco d’Italia nel 2014/2015): al suo interno, è presente una pregevole collezione di vasi, anfore ed oggetti artistici, tra cui figurano anche riproduzioni delle opere del MANN. Assecondando, dunque, una matrice culturale comune (Axel Munthe era uno studioso di archeologia e la sua Villa riflette, nell’assetto museale, questa passione) ed una vocazione mediterranea condivisa, il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, e la soprintendente di Villa San Michele Kristina Kappelin, hanno firmato una convenzione che promuoverà una scontistica integrata tra i due siti. L’iniziativa è stata inserita nel più ampio quadro di eventi organizzati per ricordare i 70 anni dalla scomparsa di Axel Munthe. In occasione di “Thalassa” anche la rete Extramann si rafforzerà: ogni visitatore dei 16 siti partner (per l’elenco degli istituti aderenti, consultare https://www.museoarcheologiconapoli.it/en/extramann-partner/) potrà richiedere alla biglietteria del MANN un ingresso ridotto (9 euro), mostrando il ticket di uno degli istituti del circuito. Viceversa, il biglietto dell’Archeologico e la card Open Mann daranno diritto all' ingresso scontato del 25% in tutti i siti Extramann. Dal mondo della cultura all’imprenditoria: sempre seguendo le rotte della navigazione, a partire dai primi giorni di programmazione della mostra “Thalassa” e per tutto il 2020, sarà attivo l’accordo tra la compagnia SNAV ed il MANN. Non soltanto una convenzione di tipo commerciale, che consentirà uno sconto biunivoco ai visitatori del MANN ed ai clienti di SNAV, ma anche una comunicazione integrata nel moderno circuito onboard delle unità della compagnia e nei video all’interno del Museo: un particolare spot spiegherà a visitatori e clienti che “L’arte ti fa viaggiare con SNAV” ed “Al MANN si arriva in aliscafo”.

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E sempre dal settore imprenditoriale campano provengono altre azioni di supporto alla mostra “Thalassa”: l’azienda COELMO, specializzata nella produzione di gruppi elettrogeni anche a basso impatto ambientale, ha dato un contributo alla realizzazione dell’esposizione, aderendo alla campagna a favore del Mecenatismo promossa con Artbonus. Ancora COELMO, in occasione della manifestazione Nauticsud 2020 (8/16 febbraio), brandizzerà il proprio stand anche con la grafica di “Thalassa”, allestendo un corner multimediale per diffondere i video in mostra. Infine, l’organizzazione della Mostra d’Oltremare per Nauticsud 2020 promuoverà, in rete con il MANN, una scontistica integrata per visitatori del Museo e della fiera, diffondendo anche contenuti multimediali di “Thalassa” nell’esposizione nautica curata da Afina. Dal Mecenatismo alla rete con il territorio: il Consorzio Unicompania metterà in vendita, da metà dicembre, il Ticket integrato del trasporto pubblico con la grafica dell’esposizione sulle “Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”. Città del Gusto Napoli/Gambero Rosso, in qualità di partner ed in occasione del vernissage della mostra “Thalassa”, proporrà un percorso di degustazione di food e wine, selezionando protagonisti di eccellenza per promuovere la cultura gastronomica del territorio. L’azienda Next Geosolutions ha dato supporto per la realizzazione dei pannelli in mostra e dei video dedicati alle esplorazioni subacquee. ETT ha fornito i contenuti multimediali nella sezione “Relitti” dell’esposizione “Thalassa”. La mostra ha ottenuto il patrocinio morale di: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Campania, Comune di Napoli ed Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale (Napoli-Salerno-Castellammare di Stabia), Università degli Studi di Salerno, Università “L’Orientale” ed Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. L’esposizione è stata realizzata anche in collaborazione con la Scuola Archeologica di Atene, l’Università degli Studi di Bari, l’Università “Parthenope”, ENEA ed INGV.

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A latere della mostra: le esposizioni corollario e la guida per bambini

Parallelamente a “Thalassa”, il MANN propone tre raffinate esposizioni, dedicate a raccontare il mondo del mare: si parte da “Pe’ terre assaje luntane” (Stazione Neapolis del MANN, 18 dicembre 2019- 9 marzo 2020), percorso documentario e fotografico promosso dall’ Associazione “Ischitani nel mondo” per raccontare l’emigrazione novecentesca dall’isola verde verso le Americhe. Focus sull’emigrazione anche grazie alla creatività dell’artista napoletana Roxy in the Box che, nella sala 90 (in prossimità della Meridiana, dal 16 dicembre 2019 al 9 marzo 2020), costruisce il suo progetto “MARESISTERE”: al pubblico è presentata la suggestiva installazione di una camera, che diviene luogo simbolico per condividere racconti di viaggio e di distacco dalla propria patria. Nella sala del Plastico di Pompei, ancora, focus sul fondo antico della Biblioteca del MANN con la preziosa esposizione “Carte. La rappresentazione del mondo da Omero a Gerardo Mercatore” (18 dicembre 2019/9 marzo 2020): possibile ammirare circa trenta volumi, editi tra XVII e XVIII secolo. Per “Thalassa”, i Servizi Educativi del Museo hanno pensato ai più piccoli realizzando un racconto illustrato in cui i personaggi del mito incontrano opere del MANN: un viaggio fantastico che attraversa l’archeologia, il mare e le stelle. Antonella Carlo Responsabile Ufficio comunicazione, rapporti con gli organi di informazione, marketing e fundraising MANN Tel.: 0814422205

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La prefazione di Paolo Giulierini alla guida breve su “Thalassa”

Thalassa non è solo una mostra sul Mediterraneo antico ma è, sopratutto, un esempio di metodo. Segna la fine dei biechi personalismi e mette al centro della questione la ricerca scientifica, il sostegno tra enti statali e territoriali, l'apporto delle Università, le professionalità dei giovani archeologi, le azioni innovative di aziende tecnologiche di natura privata. Tutto ciò è possibile se si ha in mente uno spirito di servizio nei confronti dei cittadini, il rispetto della multidisciplinarietà e delle competenze, la centralità del bene pubblico e non quello della propria persona. Le costellazioni del cosmo celeste dell'Atlante Farnese, simbolo della mostra, non sono dunque solo un riferimento alle rotte nel mondo antico ma, per noi, equivalgono ad una guida verso un nuovo corso. Quando l'alchimia dell'alleanza riesce, allora si raggiungono questi fondamentali risultati. Per questo non posso che ringraziare di cuore anzitutto il compianto Sebastiano Tusa, inventore della Soprintendenza del Mare, promotore dell'iniziativa e del protocollo tra Mann e Regione Sicilia. A lui e alla sua umanità sono dedicati l'esposizione e il catalogo. Analoga gratitudine va al Presidente Nello Musumeci e al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che da anni sostiene l'attività del nostro museo. Accanto a loro voglio sottolineare il lavoro dei tanti funzionari della Regione Sicilia, del Direttore della Fondazione Federico Secondo Patrizia Monterosso, i generosi prestiti e la collaborazione incondizionata dei Soprintendenti Teresa Cinquantaquattro e Luigi la Rocca che permettono di far luce su anni di attività scientifica, fino alle clamorose scoperte delle navi del porto di Napoli nonché dei Direttori dei tanti Istituti autonomi: Fabio Pagano (Parco Archeologico dei Campi Flegrei), Gabriel Zuchtriegel (Parco Archeologico di Paestum), Carmelo Malacrino (Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria), Eva degli Innocenti (Museo Archeologico Nazionale di Taranto). A questi si aggiungono i tanti musei ed enti prestatori nazionali ed internazionali. Ed ancora voglio ricordare Cherubino Gambardella del Dipartimento di Architettura dell'Università Vanvitelli per le linee guida sull'allestimento, il Comune di Napoli, NextGeosolutions, Coelmo, ETT, Snav, Unicocampania, Città del Gusto Gambero Rosso. Un ringraziamento a parte va a Teichos, nella persona di Salvatore Agizza, per aver sostenuto buona parte del peso scientifico,curatoriale e organizzativo dell'intera operazione, Federico Baciocchi per il suo talento artistico e Luigi Fozzati, che si è fatto

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carico di raccordare tutti gli aspetti di curatela scientifica e di coordinamento editoriale della mostra, ad Electa per la stampa della guida e del catalogo e ai miei solerti colleghi del Mann. La mostra si snoda nel Salone della Meridiana presentando molte sezioni con temi legati al Mediterraneo antico, nelle quali dialogano reperti archeologici riemersi dalle acque, tecnologia, ricostruzioni: dai tesori al commercio, dal mito all'economia, dalla vita di bordo alle ville d'otium fino ai rinvenimenti nelle acque profonde il visitatore potrà avere un quadro aggiornato dello stato dell'arte dell'archeologia subacquea del Meridione. L'esposizione prosegue con una seconda sezione, ubicata nell'area sotterranea della Metropolitana, che accoglie nuove scoperte provenienti dall'area portuale di Neapolis. Disegna, nel complesso, rotte culturali di connessione tra tanti siti campani, del Meridione in genere e di altri paesi mediterranei. Si tratta di una connessione storica che però deve rafforzare l'idea che il Mare Nostrum è un ponte e non una separazione. In questo senso vanno intese anche le collaterali a questa mostra, che ci parlano di migranti napoletani e Ischitani fra fine Ottocento e primi del Novecento. Di più: il mare può essere una fonte di ispirazione letteraria e poetica da Omero in poi. Così andranno inquadrate le prossime presentazioni di libri di grandi autori che hanno scritto di mare, come Erri De Luca. Il mare è avventura, fascino dell'esotico, crocevia di culture: ed ecco la mostra su Corto Maltese che abbiamo ospitato al Mann qualche mese fa, nel quadro del progetto Obvia e della collaborazione con il Comicon Napoli, o la ragione della presenza di un Festival dedicato alla distesa blu che accompagnerà i giorni iniziali della mostra. Il mare è, infine, ambiente da tutelare: nel percorso si succedono le fasi antiche e quelle future del Mediterraneo mentre, praticamente a fianco, la mostra "Capire il cambiamento climatico", realizzata con il National Geographic, ci parla di quanto le plastiche e le altre forme di inquinamento insidino le nostre acque. Alla fine del ragionamento possiamo concludere che tutti noi abbiamo un compito da svolgere: ripescare la pagella che si era portato dietro il bambino tragicamente annegato qualche mese fa. Questa pagella, in realtà, non lo riguarda: riguarda noi. Siamo noi sotto esame, ora: non avremo altre occasioni per dimostrare che anche la cultura può far crescere le persone, attraverso una ricerca che ci porti ad una maturazione non solo contenutistica ma etica. Anche noi possiamo dare un senso al nostro lavoro se lavoriamo per aprire le menti, insegnando che il mare deve essere esplosione di vita, non riferimento di morte. Oggi credo che, tutti insieme, con questa importante fatica, abbiamo intrapreso una

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buona rotta, seguendo la costellazione del Sapere che, guarda caso, è legato nell'etimo a sapidus, dunque salato e pertanto saporito. Ancora una volta torna in ballo il mare e ci dice di dare un senso a questa conoscenza, perché non sia insipida e priva di obiettivi finali. Paolo Giulierini Direttore del Mann

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La prefazione di Nello Musumeci alla guida breve su “Thalassa” La Sicilia e l’archeologia subacquea: un legame indissolubile, antico, forte. Essere stati i precursori in una disciplina così affascinante ci rende orgogliosi e allo stesso tempo consci della responsabilità che portiamo sulle nostre spalle. Certo la storia ci ha aiutati, siamo stati crocevia di rotte navali già dai tempi più remoti; le tracce di chi ha solcato i nostri mari e la loro stratificazione hanno fortemente inciso nella cultura del nostro territorio. L’esaltante esperienza iniziata negli anni 2000 con la Soprintendenza del mare ha messo ordine e dato una base scientifica alle tante esperienze che, a partire dagli anni ‘50, hanno permesso l’individuazione e il recupero di importanti testimonianze del passato. L’archeologia subacquea siciliana è balzata all’onore delle cronache internazionali, ha reso contributi ai più importanti convegni scientifici in tutto il mondo, ha sviluppato partenariati con molte istituzioni internazionali. La Regione Siciliana, segnatamente l’assessorato dei Beni culturali, si sta muovendo nella visione lasciataci in eredità dal nostro compianto assessore Sebastiano Tusa, la cui memoria ci dà la motivazione a fare sempre più e sempre meglio. Le grandi scoperte degli ultimi vent’anni sono il nostro orgoglio. Tanti i reperti recuperati nei fondali di Levanzo (il luogo dove si combatté la Battaglia delle Egadi, epilogo della Prima guerra punica, sanguinoso scontro tra Roma e Cartagine): rostri romani e cartaginesi, elmi, armi, anfore, dotazioni di bordo. Una scoperta di grande interesse scientifico che continua nel tempo grazie alla collaborazione con importanti fondazioni americane. E ancora il ritrovamento eccezionale, unico al mondo, di un carico trasportato da una nave greca al largo di Gela: i lingotti in oricalco. La recente esposizione della Nave romana di Marausa, un’imbarcazione da trasporto individuata, recuperata e musealizzata dalla Regione Siciliana. Il censimento dei siti subacquei di interesse storico, più di mille, che hanno permesso lo studio delle rotte, degli spostamenti dell’uomo per mare fin dalle epoche antiche. Proseguendo con la realizzazione degli itinerari culturali subacquei, visitabili da turisti in immersione (esperienza ricca di fascino e di emozione) dà la possibilità di ammirare i reperti sott’acqua, proprio nel luogo del naufragio. Un modello vincente ispirato alla convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, replicato in base alla nostra esperienza in più parti del mondo. E poi ci sono gli scavi subacquei effettuati nei fondali di tutta l’Isola anche con la collaborazione di prestigiose università inglesi, americane, svizzere, canadesi. E di recente, le esplorazioni in altofondale grazie all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie, mini-sommergibili, strumenti di ricerca di

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ultima generazione, navi oceanografiche. Insomma, un depositum di esperienze che ci rende orgogliosi e ci consente di essere protagonisti in una mostra, che è molto più di una semplice esposizione di reperti. Sono felice di potere dare questo contributo per un grande evento scientifico promosso dal Museo archeologico di Napoli e dalla Regione Siciliana. La partecipazione di numerosi enti prestatori internazionali, ai convegni, agli approfondimenti e alle rassegne, rappresenta in modo egregio la storia dell’archeologia subacquea e del Mare Nostrum. Napoli e Palermo dunque unite nella mostra “Thalassa” e nel percorso di conoscenza comune grazie al quale l’archeologia subacquea, disciplina relativamente “giovane”, potrà avere la diffusione che merita presso il grande pubblico che potrà ammirare reperti di straordinaria importanza e conoscere da vicino i tanti aspetti della nostra storia legata al mare. Nello Musumeci Presidente della Regione Siciliana

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Allestire Thalassa

Design e tecnica per uno spazio magico

Allestire una mostra mette in gioco diversi piani di sapere, di ascolto e di

immaginazione: si può infatti rimanere neutrali rispetto alle indicazioni curatoriali

oppure partecipare al racconto montando immagini.

Il progetto di allestimento per Thalassa ambisce ad unire,come in una sorpresa,

l’aspetto scientifico con quello emotivo, l’ambito narrativo con quello simbolico.

Bisognava rendere la vastità materiale e concettuale dei reperti provenienti dal Mar

Mediterraneo in uno spazio architettonico di grande fascino come Gran Salone

della Meridiana al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sormontato dallo

splendido affresco di Pietro Bardellino in onore dei sovrani Ferdinando e Maria

Carolina e dallo spettacolare orologio solare incastonato nel pavimento, lungo

oltre ventisette metri e dovuto a Pompeo Schiantarelli.

La scelta è stata quella di puntare su una idea simbolica che lavorasse insieme agli

oggetti che doveva esporre contribuendo alla narrazione avviata dai curatori della

mostra, valorizzando il meraviglioso patrimonio di reperti provenienti dal mare.

La prima immagine riaffiorata dalle suggestioni custodite nella memoria difronte a

quella vastità e varietà di reperti è stato il John Soane Museum di Londra, uno

spazio denso e affollato, una sala a tripla altezza ricolma di oggetti che si

mostravano con la finitezza frammentaria ma al tempo stesso sontuosamente

pregevole dell’architettura di spolio.

Il percorso comincia con un portale di ingresso che raffigura il momento di

passaggio attraverso le colonne di Ercole entrando nel Mediterraneo.

Cos i visitatori, incontrano una sequenza di geometrie desunte da un preciso

intento figurale, una sequenza di pedane che, dalla memoria dei movimenti

gradonati ed essenziali delle scenografie di Adolphe Appia, raggiunge la

complessità dello spazio privato di Soane attraverso il montaggio dei reperti

secondo le grafie della volta celeste.

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Una trama luminosa, in alto, racconta le stelle e il loro occupare la calotta del cielo,

la libera proiezione della loro impronta determina una moltitudine di isole la cui

geometria è desunta dalla stilizzazione delle costellazioni.

La composizione si anima di una lunga serie di basi e coniuga una pianta di

impronta informale con la singolare nettezza geometrica del contenitore.

Cubi, scale, gradoni, panche, vetrine alte e basse determinano un paesaggio

spettacolare tutto intorno all’Atlante Farnese che sarà mostrato in un modo nuovo e

insolito.

Un paravento riflettente mostra, come in un caleidoscopio, le costellazioni

contenute nella parte superiore della meravigliosa scultura.

In un unico sguardo sarà possibile vedere l’atlante da più punti di vista.

Le scelte tecnologiche per il design di questo paesaggio di meraviglie sono

improntate ad una sofisticata semplicità.

Tutto si determina secondo principi di montaggio scatolare che non usano regole se

non la ricerca di una forma originaria, quella del tracciato delle stelle, adattata e

tradotta in geometrie mutevoli relazionate alla quantità e alle dimensioni dei reperti

da esporre.

Il corpo di questa architettura per concorrere alla visione immaginaria del mare è

realizzato in legno pressato in scaglie e giunzioni rette da viti con rinforzi dello

stesso materiale laddove sono richiesti.

Molte vetrine sono di recupero e, quindi, questa azione da bricoleur si pone in

forte continuità ideologica con i modi del nuovo disegno trasformando, con

l’impiego di una finitura monocroma ad acqua la molteplicità di forme in un

paesaggio dominato da un solo riverbero argenteo.

Lo scopo è, quindi, quello di costruire un nuovo panorama interiore attraverso una

tecnologia essenziale, facile e una verniciatura che restituisca la potenza del legno

ricomposto e il magnifico corpo delle sue imperfezioni.

Questa tinta lucida ma non abbagliante donerà un alone agli oggetti esposti in un

gioco di tonalità che racconteranno la segreta tessitura di un filo d’Arianna capace

di tenere assieme le diverse sfumature delle tracce lontane affiorate dal

Mediterraneo.

Simona Ottieri/ Gambardellarchitetti

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Le mostre legate a “Thalassa”: fotografie, arte contemporanea e libri antichi

Tre originali racconti del Mare nostrum

Dicembre al Museo Archeologico Nazionale non sarà soltanto il mese di “Thalassa”, ma anche di altri preziosi e raffinati appuntamenti espositivi legati al tema del mare. Dal 18 dicembre 2019 sino al 9 marzo 2020, nelle sale della Stazione Neapolis, sarà in programma il percorso documentario “Pe’ terre assaje luntane”, promosso dall’ Associazione Ischitani nel mondo: la mostra racconterà, testimonianze di archivio e scatti d’epoca, l’emigrazione dall’isola verde sino alle Americhe. Approfondita l’indagine storica alla base dell’esposizione: i flussi migratori del XX secolo riguardarono contadini e pescatori isolani, che abbandonarono la loro terra ed i loro mari a bordo di grandi transatlantici, divenuti quasi ambasciatori degli italiani nel mondo. Sull’immagine del transatlantico si concentreranno alcuni documenti in mostra: non soltanto fotografie, ma anche pubblicità, in cui gli illustratori rappresentavano le navi come icone di modernità, confort ed eleganza; a bordo, “La Signorina Grandi Firme”, un prototipo di donna, che poco si adattava alla reale condizione delle emigranti. Partenza, viaggio, porti di arrivo: “Pe’ terre asaaje luntane” ricostruirà anche le dinamiche di integrazione nel Nuovo continente, con particolare riferimento alla colonia di Ellis Island: in questi centri, gli ischitani “trapiantarono” le proprie tradizioni, tentando di trasmettere anche tecniche di lavoro apprese in madrepatria (tra queste, nei luoghi di mare, la pesca con la lampara). L’emigrazione sarà riletta con le suggestioni dell’arte contemporanea nell’installazione “MARESISTERE” (sala 90, 16 dicembre 2019-9 marzo 2020), un progetto che l’artista Roxy In the Box (famosa autrice napoletana che ama definirsi “social pop”) dedicherà alle rotte del 41° parallelo, tra Napoli e New York. Roxy ricostruirà la stanza da letto di un napoletano emigrato in America: in questo spazio fisico e simbolico, l’artista, con suggestioni ed artifici visivi, presenterà le fonti usate per la sua ricerca (documenti di Archivio Storico del Banco di Napoli e dell’Archivio di Stato, intrecciati con i database di Ellis Island). Ancora, i monitor collocati all'interno dei mobili nella stanza trasmetteranno due video: dal cassetto del comò spunterà il mare, simbolo di divisione e, allo stesso tempo, di unione; nell’armadio, gli attori Gianfranco Gallo e Fabiana Fazio reciteranno un testo “cucito” con pezzi di celebri canzoni a tema, capolavori di quella cultura popolare che da sempre è uno dei cardini del lavoro di Roxy.

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Il titolo della mostra alluderà al significato del mare per gli emigranti del XX secolo: non soltanto elemento imprescindibile della vita, ma soprattutto ancora di resistenza per mantenere saldo il legame con la madrepatria. Sarà un ulteriore tassello della valorizzazione della Biblioteca del MANN, la mostra “Carte. La rappresentazione del mondo da Omero a Gerardo Mercatore” (18 dicembre 2019/ 9 marzo 2020): nella sala del Plastico di Pompei saranno presentati al pubblico quindici pregevoli volumi e numerose carte per ricostruire la visione geografica e storica degli antichi e dei moderni. L’esposizione, idealmente divisa in più tappe, si aprirà con una tavola conservata in elegante volume ottocentesco, in cui è raffigurata la descrizione mitologica dello scudo di Achille, presente nell’Iliade di Omero (lo scudo è considerato dagli esperti uno dei primi mappamondi). La cosmografia degli antichi greci sarà descritta, tra l’altro, in un’edizione delle “Vite dei Filosofi” di Diogene Laertio, pubblicata nel 1594 ed aperta sul bellissimo brano attribuito ad Anassimandro, che “per primo disegnò i contorni della terra e del mare”. I resoconti di viaggi e conquiste dei generali e degli ammiragli di Alessandro Magno rivivranno nella raccolta dello storico romano del I sec. d.C., Quinto Curzio Rufo: il volume esposto, edito nel 1708, è uno dei 10 esemplari censiti in Italia. Fra i testi più preziosi, vi sarà il volume “Geografie” di Claudio Tolomeo, edito nel 1605 e corredato dalle carte del mondo incise da Gerardo Mercatore, il più importante cartografo dell’età moderna. Quest’opera, che fa parte del patrimonio della Biblioteca del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è una delle tre edizioni conosciute in Italia.

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THALASSA. TRA MARE E STELLE

Il racconto della mostra per i più piccoli

"Thalassa. Tra mare e stelle" è un racconto illustrato dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni, a cura dei Servizi Educativi del Mann. Il racconto è popolato da personaggi della mitologia classica, da Poseidone ad Atlante, da Ercole alla sirena Partenope. Queste figure accompagnano tre simpatici bambini in un favoloso viaggio alla scoperta delle origini del mare, dei miti, delle leggende greche e romane e dei luoghi simbolo del Mediterraneo antico, dalle colonne d'Ercole alle colonie greche a Pompei e ad Ercolano. Il racconto permette ai piccoli visitatori e ai loro genitori di addentrarsi in un itinerario tematico attraverso le opere del MANN: una selezione di capolavori sia inclusi nella mostra THALASSA, sia normalmente esposti nelle collezioni del Museo. L'itinerario è pensato dunque come uno strumento didattico permanente e sarà utile anche in considerazione delle riaperture di nuove collezioni come la Scultura della Campania antica e la collezione della Napoli greco-romana, che presenteranno entrambe reperti legati al tema del mare. La sceneggiatura propone due temi importanti che il MANN intende promuovere: ambiente ed intercultura. Si comincia con un Poseidone decisamente arrabbiato per lo scarso rispetto tributato al suo mare invaso dalla plastica e poi, nel corso del racconto, emerge anche il tema del mare che unisce e non divide i popoli e che è all'origine di una grande cultura mediterranea. Un’attenzione particolare è infatti dedicata al tema delle migrazioni nell'antichità, che avvenivano soprattutto attraverso i mari, con un esplicito riferimento alle vicende della fondazione greca di Napoli. Il racconto è intervallato da alcuni giochi enigmistici quali crucipuzzle, unisci i puntini e labirinti, anch'essi tematici, pensati per fissare informazioni storiche e mitologiche contenute nel racconto veicolandole in maniera semplice e divertente. Il volume è completato da un glossario e da due pagine dedicate alle schede delle opere incluse nell’itinerario, utili sia ai bambini che ai loro accompagnatori.

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A cura dei Servizi Educativi del Museo Responsabile Lucia Emilio Miriam Capobianco Elisa Napolitano Testi e schede Roberta Bellucci Antonio Coppa Illustrazioni originali ad acquerello Marianna Canciani

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Continua il gemellaggio ideale tra Parco Archeologico di Paestum e MANN a sostegno dell’ambiente e del mare

Le mostre in calendario dei due istituti autonomi campani creano un viaggio green tra passato, presente e futuro

Dallo scorso 4 ottobre, le attività culturali del Parco Archeologico di Paestum e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono legate da un filo verde (e blu); questa sinergia si pone come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente e del mare. I due istituti autonomi campani, infatti, dedicano una parte significativa della propria programmazione a importanti temi di attualità, quali, fra gli altri, i cambiamenti climatici, oramai avvertiti come una grave minaccia al nostro pianeta, tanto da essere al centro dell’agenda dei più importanti vertici politici internazionali. Compito degli istituti di cultura è anche veicolare messaggi dal forte valore etico e morale, facendo conoscere le effettive problematiche ecologiche che sta vivendo il nostro pianeta, purtroppo molto vicino al collasso, e invitando gli uomini a cambiare le proprie abitudini quotidiane, spesso cause principali dell’inquinamento ambientale. La simmetria tematica affrontata nelle mostre è rafforzata da una promozione congiunta sui social: con post mirati sulle pagine Facebook e Instagram dei due istituti, si invitano i visitatori a seguire un itinerario ideale che dall’antica Poseidonia - città d’acqua - giunge agli angoli periferici del pianeta immortalati dai fotoreporter del terzo millennio, passando per i luoghi simbolo del Mare Nostrum. “Poseidonia città d’acqua. Archeologia e cambiamenti climatici” è la mostra del Parco Archeologico di Paestum, visitabile fino al 31 gennaio 2020 al Museo di Paestum. Nello stesso periodo, dopo il tramonto fino alle 21:30, nell’area archeologica è in scena “Metamorfosi”, la videoinstallazione di Alessandra Franco, la visione onirica sui cambiamenti climatici che usa la facciata del tempio di Nettuno per far dialogare archeologia e arte contemporanea. Quale sarà il futuro della memoria in un mondo segnato dalle catastrofi ambientali e dai cambiamenti climatici? È questa la domanda intorno alla quale gira tutto il concept della mostra; un interrogativo agghiacciante, ma anche stimolante se inquadrato in una prospettiva di speranza e responsabilità. Ed è proprio in questa scia positiva che la mostra si vuole porre: sensibilizzare al cambiamento per preservare le vestigia del passato e migliorare le condizioni di vita presenti e future.

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“Dopo le previsioni preoccupanti pubblicate da parte di scienziati di tutto il mondo, questa è la prima mostra che integra il discorso sui cambiamenti climatici con una prospettiva storica e archeologica – spiega il direttore di Paestum Gabriel Zuchtriegel – L’obiettivo è di attirare l’attenzione su una storia caratterizzata dall’espansione imperialistica, dall’asservimento coloniale, da sostanziali e insostenibili cambiamenti ambientali e, soprattutto, dalla capacità delle società umane di comprendere modifiche impreviste, adattarsi e ricostruirsi. Vogliamo mostrare la rilevanza del passato per il futuro: la nostra responsabilità come custodi del patrimonio culturale è la costante reinterpretazione delle realizzazioni passate alla luce di ciò che conosciamo e di cui facciamo esperienza nel presente”. Andando indietro nel tempo si scopre che la lotta con l’elemento liquido affonda le sue radici in un passato lontano. E la mostra ripercorre il rapporto tra la città di Poseidonia-Paestum e l’acqua attraverso i secoli, tra bonifiche, acquedotti, inondazioni, impaludamenti, porti e pescatori. Tutto questo sarà evidenziato ricorrendo non solo all’archeologia, ma anche al contributo delle scienze esatte, a tecniche visive di ultima generazione e all’arte contemporanea. La mostra fa parte di un progetto più ampio chiamato “Il futuro della memoria: archeologia e contemporaneità”, co-finanziato dalla Regione Campania con fondi POC, e vede il coinvolgimento di diversi partner: oltre al MANN, il museo Madre di Napoli, la Fondazione CMCC – Centro Euro- Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, La Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Giffoni Experience, la Fondazione Gianbattista Vico e Greenpeace. “La finalità del progetto è rievocare il passato, ma anche sperimentare nuove forme di comunicazione ed elaborazione dei dati così da informare il grande pubblico sugli effetti che i cambiamenti ambientali e climatici hanno da sempre avuto e avranno sulla società umana e sulla cultura se non si ricorre ai ripari. Un progetto inusuale per tempi inusuali, è questa la logica che ha portato alla combinazione di campi diversi. Una riflessione complessa che cerca di rispondere a un fenomeno altrettanto complesso quale quello dei cambiamenti climatici e del futuro dei mari”, dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel. Tra le varie azioni in programma nel periodo dal 4 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020, molta attenzione sarà data al coinvolgimento delle giovani generazioni. Attività didattiche, seminari e molto altro coinvolgeranno il pubblico più giovane al fine di far emergere il punto di vista di un giovane cittadino sull’emergenza del clima e sul rapporto con il passato e i beni culturali, nella consapevolezza che la sensibilizzazione di un target così giovane possa essere estremamente positivo per la salvaguardia del pianeta terra.

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Al MANN, invece, gli eventi in programma su questi temi saranno due: ''La sfida è grande e invita i musei ancora una volta a confrontarsi con l'attualità: ambiente e clima sono oggi i temi centrali nel dibattito globale e coinvolgono in un crescendo entusiasmante i giovani di tutto il mondo. Ed è a loro (ma non solo) che abbiamo voluto dedicare una mostra viva, per 'Capire il cambiamento climatico' in collaborazione con National Geographic, da ottobre e per tutta la durata dell'anno scolastico, con incontri e iniziative. Da dicembre la mostra Thalassa sull'archeologia marina racconterà la storia del Mediterraneo come risorsa e le meraviglie che ha conservato: è l'approdo di un progetto sognato con Sebastiano Tusa, un grande archeologo che al binomio cultura e ambiente ha dedicato una vita, realizzato anche in suo nome insieme alla Regione Sicilia. Tutte occasioni per ricordare che il rapporto tra uomo e ambiente è stato conflittuale sin dall'antichità. Sullo sfondo di questi primi significativi passi c'è il MANN che vogliamo e per il quale stiamo lavorando: un museo 'ecologico', dal punto di vista dell'energia ma anche nei comportamenti e negli stili di vita, dal plastic-free ai consumi idrici, un museo sempre più soggetto attivo nella vita della città”, commenta il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini. L’analisi degli effetti del riscaldamento globale caratterizza “Capire il cambiamento climatico” (MANN, 10 ottobre 2019- 31 maggio 2020), la prima experience exhibition promossa e prodotta dal Museo Archeologico di Napoli, OTM Company e Studeo Group, in sinergia con National Geographic Society; la mostra avrà la curatela scientifica di Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana. Nel percorso di visita, saranno presentati al pubblico centinaia di scatti realizzati da grandi maestri della fotografia del National Geographic per raccontare la profonda trasformazione causata dal riscaldamento globale: dalla fusione dei ghiacci perenni ai fenomeni meteorologici estremi (le ondate di caldo senza precedenti o l’incremento di tempeste e uragani) dall’intensificarsi dei periodi di siccità all’aumento dei livello dei mari di 3,4 millimetri all’anno. Sarà dedicata all’archeologia subacquea, dalle prime scoperte alle più recenti innovazioni tecnologiche, l’esposizione “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo” (MANN, 5 dicembre 2019/9 marzo 2020), alla cui realizzazione ha collaborato, in qualità di soggetto prestatore, anche il Parco Archeologico di Paestum insieme ad altre prestigiose istituzioni (tra queste, Museo Archeologico di Atene, Parco Archeologico di Ercolano, Parco Archeologico di Paestum, Parco Archeologico dei

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Campi Flegrei, Museo Archeologico di Reggio Calabria, Museo Salinas di Palermo, Museo Bernabò Brea di Lipari, Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, Polo Museale della Sardegna). Nel progetto espositivo, il mare sarà presentato come universo dalle svariate accezioni, ricordandone la valenza ambientale, economica, culturale e simbolica, dall’età protostorica a quella romana. Diverse le sezioni in cui si articolerà il percorso di visita: tesori sommersi; archeologia subacquea; navigazione ed esplorazione; vita di bordo; commerci; mare e risorse; mare e otium; acque profonde: ultima sfida tecnologica. Peculiarità dell’esposizione sarà l’allestimento di un ricco apparato multimediale (ologrammi, installazioni e mappe interattive, videomapping stratificato), che permetterà al pubblico di vivere un’esperienza immersiva. In collaborazione con

Ufficio stampa e comunicazione Parco Archeologico di Paestum Tel: 0828/811023 Mail: [email protected]

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Villa San Michele e MANN: convenzione e scontistica integrata

La promozione per valorizzare patrimonio culturale e paesaggistico campano

Un binomio di arte e natura, una rete territoriale in nome della cultura: in occasione

della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo” sarà annunciata

alla stampa la convenzione tra la Villa San Michele di Anacapri ed il MANN.

I visitatori di entrambi i Musei (inclusi gli abbonati OpenMann) potranno ottenere

uno sconto di 2 euro sulla tariffa piena del biglietto, portando con sé il ticket che

attesti la visita all’istituto partner.

Una promozione simbolica, che intende stabilire un quadro sinergico per promuovere le

eccellenze della Campania; in tal senso, il legame con la dimora che fu di Axel Munthe

(particolarissima e nota figura di medico e scrittore, anche appassionato di

archeologia), nella celebrazione dei settanta anni dalla scomparsa del celebre studioso,

assume un valore ancora più profondo.

Nella Villa San Michele, capolavoro di architettura perfettamente integrato nel

paesaggio di Anacapri, i riferimenti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

sono disseminati nel percorso di visita: uscendo dalla loggia delle sculture, infatti, si

trova la riproduzione del busto di Priapo, appartenente alle collezioni del MANN; in

posizione chiave tra l’interno e l’esterno della dimora, vi è una copia novecentesca dello

splendido bronzo di “Hermes in riposo”, appartenente alla Collezione della Villa dei

Papiri dell’Archeologico. Quest’ultima opera fu donata a Munthe dalla città di Napoli

come segno di riconoscenza per il lavoro svolto durante l’epidemia di colera tra 1884 e

1885.

“Il MANN e Villa San Michele non potevano che incontrarsi; la storia affascinante

di questo angolo di Svezia nel Mediterraneo e la straordinaria personalità di Axel

Munthe sono connesse con l'archeologia del nostro territorio e con la visione

attualissima dell'ambiente di cui il medico e scrittore fu precursore. Sono molti e

affascinanti i temi sui quali si potrà articolare la collaborazione con la Fondazione

e con questo prezioso museo, imperdibile tappa per i visitatori di tutto il mondo

che arrivano, imbarcandosi da Napoli, sull'isola azzurra. Un percorso che è

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particolarmente significativo prenda il via dalla mostra Thalassa”, afferma il

Direttore del MANN, Paolo Giulierini.

“Per me e per Villa San Michele è un grande onore poter iniziare una collaborazione con il MANN, uno dei musei più importanti d’Italia. Axel Munthe, il medico-scrittore svedese, che creò Villa San Michele, aveva forti legami con Napoli e questo si nota anche nella scelta delle opere esposte all’interno della villa. Sono certa che attraverso questa collaborazione si possano creare sinergie positive che diano soddisfazioni non solo al Museo Archeologico di Napoli e a Villa San Michele, ma a tutti i visitatori che ci scelgono come meta per una esperienza di bellezza e cultura”, commenta la Soprintendente Kristina Kappelin. In prospettiva, anche percorsi di valorizzazione per promuovere l’arte antica e contemporanea svedese in dialogo con il patrimonio archeologico del Museo.

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Ancora in rete: MANN ed Unicocampania insieme per “Thalassa” Unicocampania stamperà il ticket integrato con grafica della mostra

Anche gli utenti del Consorzio Unicocampania conosceranno, sin dalla validazione del loro ticket integrato del trasporto pubblico locale, il mondo di “Thalassa”: il Consorzio, ancora una volta, dopo le esposizioni su Canova e sugli Assiri, stamperà un’edizione del TIC (Ticket Integrato Campania) con grafica della mostra dedicata alle “Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”. Da metà dicembre, chi porterà alla biglietteria del MANN un ticket brandizzato “Thalassa” (importante è che sia presente la validazione) avrà diritto allo sconto di due euro sul prezzo intero di ingresso al Museo. La promozione conferma la rete tra l’Archeologico ed il Consorzio: accanto ad un’ormai consolidata prassi di scontistica già applicata per i titolari di abbonamento Unico, il MANN sarà presente anche nei percorsi di sensibilizzazione sull’uso del trasporto pubblico locale proposti nelle scuole dal Consorzio. Ai vincitori, infatti, del concorso “Uniconsapevolmente”, anche nel 2019, saranno date in premio, tra gli altri riconoscimenti, le card di abbonamento annuale OpenMANN. Una sinergia attiva, dunque, che nasce dall’esigenza di promuovere e riqualificare il territorio: “Continua la fattiva ed importante rete con il Consorzio UNICOCAMPANIA: una rete virtuosa, attenta non soltanto alla promozione del patrimonio culturale, ma anche alle connessioni con il territorio e con il sociale. La nostra card Openmann si avvia a divenire anche parte integrante dell’abbonamento al trasporto pubblico locale. Tante altre iniziative sono in fieri”, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini. “Siamo particolarmente orgogliosi della collaborazione nata tra il Consorzio e una istituzione prestigiosa come il MANN, faro di cultura della nostra Regione – evidenzia il direttore del Consorzio, Gaetano Ratto – Abbiamo gettato le basi di una intesa che ci auguriamo di poter sviluppare nel tempo, realizzando sempre nuove iniziative che, proprio grazie alla sinergia di due settori strategici come il trasporto pubblico e il patrimonio culturale del territorio, possano avere una ricaduta positiva in termini di sviluppo e visibilità per la nostra Regione”.

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Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli in rete con SNAV Per la mostra “Thalassa”, partono scontistica integrata e comunicazione congiunta

“L’arte ti fa viaggiare con Snav” ed “Al MANN si arriva in aliscafo”: sono questi i claim della comunicazione congiunta SNAV/MANN, promossa in occasione della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”. La promozione biunivoca, che durerà per tutto il 2020, sarà trasmessa, grazie ad uno spot condiviso e realizzato dalla MANN tv, sui moderni circuiti on board della SNAV ed all’interno del sistema video del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Oggetto della comunicazione, la scontistica integrata che sarà messa in campo dall’azienda e dall’istituto culturale partenopeo. SNAV, infatti, riserverà a tutti i visitatori del MANN (in possesso di biglietto emesso 30 giorni prima del viaggio), ai titolari di abbonamento OpenMANN ed ai dipendenti del Museo lo sconto del 10% su tutte le tratte (eccetto l’A/R Napoli/Capri): la promo sarà valida per gli acquisti online e tramite call center. MANN, d’altro canto, applicherà lo sconto di cinque euro per l’acquisto di un biglietto intero del Museo a tutti i clienti SNAV (la scadenza sarà un mese dalla fine del viaggio), ai dipendenti della compagnia (amministrativi e marittimi), ai titolari di Ischia/Procida resident card e Ischia/Procida business card. Finalità della convenzione SNAV/MANN la valorizzazione del territorio, partendo da una rete virtuosa tra pubbliche amministrazioni ed aziende private operanti nella nostra Regione.

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Coelmo sostiene “Thalassa”: le ragioni di una donazione

Arte e Mare. Elementi governati da leggi universali che da sempre l’uomo ha provato a comprendere e rappresentare con la scienza e l’arte. E’ scienza l’arte marinara della navigazione che ha portato i commerci lontano ed ha unito i popoli. E’ scienza l’incredibile formazione dei frattali nei coralli, nei nautili e nelle nuvole tempestose autunnali. E’ scienza, e forse Dio, il ripetersi della proporzione aurea dai pistilli dei girasoli alle galassie stellari. E’ arte il desiderio dell’uomo di rappresentare e preservare ciò che vede. E’ arte l’idea di cogliere in una postura tutta la forza di un’azione. E’ senz’altro arte quella di farci incontrare oggi lo sguardo vivo di Atena scolpita nel marmo pentelico. Con il sostegno a “Thalassa, meraviglie sommerse del Mediterrano”, Coelmo spa supporta il lavoro del Museo Archeologico Nazionale nel promuovere il rispetto del Mare, superficie sulla quale si sono mosse intere generazioni di donne ed uomini alla ricerca di miglioramento e contenitore di infinite ricchezze artistiche e naturali. Dal 1946, Coelmo spa è anche al fianco di chi naviga con i Generatori Elettrici Marini, con milioni di ore di affidabile servizio nel rispetto dell’ambiente. Coelmo. Arte e Mare. Un viaggio ancora da raccontare.

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Nauticsud incontra Mann Biglietti scontati e promozione video in occasione della mostra “Thalassa”

Sinergia e rete: queste le parole principali e determinanti dell’accordo tra il MANN e la

Mostra d’Oltremare in occasione dell’esposizione “Thalassa”. I due Enti, per legare

l’esposizione sulle “meraviglie sommerse dal Mediterraneo” all’evento nautico Nauticsud (8-

16 febbraio 2020), hanno definito un accordo per consentire ai visitatori delle due

manifestazioni (inclusi gli abbonati OpenMann) di poter usufruire di uno sconto sui rispettivi

biglietti d’ingresso.

L’azione prevede, infatti, la possibilità di presentarsi alla biglietteria del Museo ed a

quella di Nauticsud, ottenendo uno sconto di 2 euro sul prezzo pieno di ingresso.

Non soltanto ticket integrati: alla Mostra d’Oltremare, infatti, saranno proiettati i video

di Thalassa nelle aree dedicate alla fruizione dei prodotti multimediali.

Questo primo passo, come ha sottolineato la consigliera delegata di MdO, Valeria De Sieno,

serve a realizzare una sinergia di rete sul territorio regionale con il presupposto di proseguire

anche in futuro in tale direzione: “Il successo di entrambi gli eventi, la mostra al MANN e

del Nautisud, è racchiuso nella possibilità di creare una rete, che possa portare i

visitatori dal MANN alla Mostra d’Oltremare e viceversa. Vogliamo essere il mezzo

grazie al quale unire due bacini di utenza, gli appassionati di arte e quelli di nautica, e

creare uno spazio di incontro comune. Augurandoci che dall’esposizione Thalassa

possano nascere altre operazioni sinergiche in futuro, tra la Mostra e il Museo

Nazionale di Napoli”.

L’esposizione Nauticsud, curata dall’AFINA (Associazione Filiera Italiana della Nautica)

presieduta da Gennaro Amato, è pronta a ricevere il messaggio di collaborazione offrendo

all’iniziativa un valore aggiunto: “Il mare è di tutti, perciò togliere barriere e creare

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iniziative di rete non può che farci piacere. Come Afina, quindi come organizzatori del

Nauticsud, siamo pronti a scendere in campo ospitando nei padiglioni una proiezione

che presenti Thalassa nei suoi contenuti – afferma Gennaro Amato - e poi prevedere,

in occasione della sera celebrativa dei Nauticsud Award, un tributo speciale”

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Città del Gusto Gambero Rosso: in rete con il MANN per “Thalassa”

Città del gusto Napoli, network polivalente di saperi e di sapori del Gambero Rosso, rafforza e rilancia la partnership nata con il Museo MANN, affiancando l’Archeologico con un programma di eventi, attività e seminari in cui il mare sarà presente attraverso il racconto di territori, prodotti, aziende e personaggi legati al mondo del mare sommerso e non. Gambero Rosso, leader indiscusso nel mondo dell’enogastronomia italiana e punto di riferimento per gli appassionati e i professionisti di tutto il mondo, è da oltre 30 anni il primo network multimediale nella ricerca e nella promozione del meglio del Food&Wine italiano. È un sinonimo di successo e una garanzia di qualità per professionisti e produttori di eccellenze Made in Italy. In occasione dell’inaugurazione della mostra Thalassa, Città del gusto Napoli Gambero Rosso ha progettato per l’occasione un percorso sensoriale per gli ospiti della conferenza stampa tra cocktail, eccellenze vitivinicole campane e food d’autore. Il percorso si apre con la presenza di cocktail firmati per l’occasione da L’Archivio Storico, miglior cocktail bar 2020 in Campania secondo la guida Bar d’Italia del Gambero Rosso, dove il barman Salvatore d’ Anna ha ideato un cocktail dedicato al mare dal nome “Acqua di mare”, a base di riduzione di estratto di cavolo viola, mirtillo e soda al lemongrass e zenzero, di colore blue e con leggeri sentori sapidi che ricordano la salinità del mare. Si continuerà con una selezione di bollicine campane rappresentate da aziende scelte in base alla loro collocazione geografica nei pressi del mare o, come il vino rosso, per suggestioni emotive che ricordino il mare, tema della mostra in apertura. Produttori che svolgono il loro lavoro con amore e passione e caratterizzano le loro produzioni grazie all’utilizzo di vitigni autoctoni e utilizzando sia metodologie classiche di produzione delle bollicine sia metodi ancestrali. Un percorso di bollicine che va dall’alto casertano, passando per i campi flegrei e scendendo verso i colli di Salerno, il Cilento, per finire con un rosso nella magnifica isola di Capri. A Cellole (CE) l’azienda Villa Matilde si contraddistingue per il legame con la cultura e le tradizioni del territorio, nel totale rispetto dell’Ambiente con il progetto “Emissioni Zero” che nasce dalla volontà di dimostrare che si può produrre vino in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale con utilizzo di moderne tecnologie per il contenimento dei consumi. Nel cuore dei Campi Flegrei l’azienda Cantine Astroni da quattro generazioni mette da sempre alla base del proprio lavoro l’attenzione al territorio, attraverso un progetto di

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tutela e valorizzazione dell’ampelografia campana ed offrendo un’enologia di forti tradizioni, arricchita dalle moderne tecniche di coltivazione e vinificazione, senza mai perdere di vista l’importanza del piacere. In provincia di Salerno, Viticoltori Lenza dal 1881 si dedicano al settore vitivinicolo lavorando con massimo entusiasmo e passione sulla qualità e l’ottimizzazione dei vini prodotti. L’attenzione dell’azienda si è da sempre concentrata sull’Aglianico, vitigno importato e diffuso nella Italia meridionale dalle colonie greche fin dal quarto secolo prima di Cristo. Dal 2000 nel territorio di Torchiara, l’azienda Casebianche intervenendo il meno possibile in campo attuando lavorazioni meccaniche semplici, concimazioni naturali con rame, zolfo e argilla per difendere la vite. I processi di vinificazione seguono immediatamente la raccolta nel rispetto della materia vita, la coltivazione è biologica e l’approccio biodinamico e naturale. Masseria Frattasi è un edificio del Settecento della famiglia Clemente situato ai piedi del Magnum Taburnum cantato da Virgilio nell’Eneide e nelle Georgiche che produce non solo vini con uve del territorio, ma anche un Capri rosso, un vino eroico, fatto da una vigna secolare, sull’isola di Capri, con 14 varietà diverse di uva. La sfida è salvare una delle testimonianze più antiche e prestigiose della viticoltura millenaria della Campania. Il percorso vedrà poi altri protagonisti d’eccellenza, coinvolti per l’occasione da Città del gusto Napoli, per degustare il mare attraverso elementi sapidi di food. Ciro Oliva giovane titolare della famosa pizzeria Concettina ai tre santi alla Sanità, di cui va fiero e che è fonte di ispirazione per le sue creazioni, sempre con uno sguardo attento a chi non è stato nella vita fortunato come lui, talento della pizza napoletana, Tre Spicchi 2020 nella guida Pizzeria di Italia 2020 del Gambero Rosso, enfant terrible del mondo dei lievitati, presenterà una chicca “pizza fritta con burro ed alici” per deliziare gli ospiti. La Fattoria degli esposti storico panificio e tarallificio situato nella centralissima Via Tribunali nato da un’idea di Maurizio con la moglie Fabiana. Il nome deriva dall’unione di fattoria, luogo dove si conservano le antiche tradizioni di una famiglia ed Esposti per rivalutare questa storia molto toccante, sull’abbandono dei neonati nella nota Ruota degli esposti presso l’ospedale dell'Annunziata. Attenzione alla genuinità e alla qualità dei prodotti, gusto e produzione artigianale sono la loro filosofia aziendale. Cisterna è un Bistrot situato nel cuore di Napoli, in Via Cisterna dell’olio e nasce dal desiderio di creare uno spazio di incontro e condivisione dove dialogare, confrontare le esperienze e mescolare le differenze Il tutto partendo dalla nostra terra, dalle materie prime di alta qualità del nostro territorio nel rispetto della stagionalità dei prodotti.

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A partire dal mese di gennaio, fino a fine mostra, si susseguiranno una serie di eventi e attività dal nome “Aperi-DIVO, il mare protagonista” in cui il tema centrale sarà sempre il mare. Noti chef, eccellenti vini, importanti protagonisti del mondo del food e del wine guideranno seminari ed incontri che confermeranno la partnership tra le due eccellenze internazionali Città del gusto Napoli Gambero Rosso e Museo MANN. Città del gusto Napoli Gambero Rosso Food&Wine Academy Palazzo dei servizi 80035 Nola (NA) Email: [email protected] Tel. 338 1691727 - 333 4538337 - 351 1131700

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Next Geosolutions: tecnologie per “Thalassa”

NEXT GEOSOLUTIONS è un’azienda che offre servizi innovativi nel campo delle geoscienze e delle attività offshore in genere, operando prevalentemente nei mercati dell'energia, delle infrastrutture e delle utilities a livello globale. Il team di management di NEXT GEOSOLUTIONS ha da sempre riservato un posto di primo piano, all'interno della propria visione strategica, ai temi della Responsabilità Sociale d'Impresa (Corporate Social Responsibility), promuovendo progetti ed iniziative volti a gestire efficacemente le tematiche d'impatto sociale, etico ed ambientale, sia al proprio interno sia per tutti gli “stakeholders” e nelle varie zone di attività. In questa ottica, interpretando ed integrando le passioni e gli interessi recepiti sia internamente che all’esterno, il focus attuale di NEXT GEOSOLUTIONS è rivolto ad iniziative e programmi che possano incidere nel campo della protezione ambientale e della promozione della cultura in tutte le sue forme. Nell’ambito di questi temi, NEXT ha da subito sposato con grande entusiasmo l’idea di sostenere attivamente la realizzazione della mostra dedicata alla archeologia sottomarina “Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo”. In particolare, NEXT partecipa orgogliosamente alla messa in opera della mostra mettendo a disposizione del MANN a titolo gratuito una serie di apparecchiature tecnologiche di proiezione/esposizione, una notevole quantità di dati e di materiale video-fotografico inerenti ai temi dell’exhibit, nonché il proprio supporto operativo, logistico e consulenziale per l’allestimento della sezione dedicata a metodi e tecnologie per i rilievi marini profondi.

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