la lettera ottobre 2013

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Bollettino Parrocchiale di Palazzago di ottobre 2013

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Page 1: La lettera ottobre 2013
Page 2: La lettera ottobre 2013

INDICE 03 Intervista a don Giuseppe07 Cristi ani si diventa08 Il cammino dell’Anno Pastorale09 Lavori dei consigli riuniti 10 Cammo di fede - Visita alle sett e chiese16 Setti mana del Patrono22 Everybody - Cre 201324 Baby Cre 201325 Biciclett ata: un pieno di...26 Bellaria, mare sti le familiare28 Festa di Comunità30 Le frazioni in festa32 Intorno alla pala dell’Assunta del Moroni34 Beato Fra Tommaso da Olera34 Inaugurazione alla scuola primaria35 Chiesa della Madonna della Salett e36 Batt esimi37 Matrimoni37 Defunti 38 Anniversari39 Donne e uomini capaci di Vangelo

ORARI SANTE MESSE

Sabatoore 17.00 Beitaore 19.00 Chiesa Parrocchiale

Domenicaore 08.00 Montebelloore 09.00 Beitaore 10.30 Chiesa Parrocchiale ore 18.00 Chiesa Parrocchiale

Giorni FerialiLunedì ore 16.30 Brocchione Martedì ore 16.30 PrecornelliMercoledì ore 16.30 BeitaGiovedì ore 09.00 Chiesa ParrocchialeVenerdì ore 16.30 Ca’ Rosso

RECAPITI Don Giuseppe 035.550336-347.1133405Don Lorenzo 035.540059-339.4581382 Davide Seminarista 320.3557718Oratorio e Sagresti a 035.551005

[email protected]

Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Ci si può rivolgere ai volontari per certi fi cati , prati che, richieste, fotocopie, riti ro materiale,...

INDICE 03 Intervista a don Giuseppe07 Cristi ani si diventa08 Il cammino dell’Anno Pastorale09 Lavori dei consigli riuniti 10 Cammo di fede - Visita alle sett e chiese16 Setti mana del Patrono22 Everybody - Cre 201324 Baby Cre 201325 Biciclett ata: un pieno di...26 Bellaria, mare sti le familiare28 Festa di Comunità30 Le frazioni in festa32 Intorno alla pala dell’Assunta del Moroni34 Beato Fra Tommaso da Olera34 Inaugurazione alla scuola primaria35 Chiesa della Madonna della Salett e36 Batt esimi37 Matrimoni37 Defunti 38 Anniversari39 Donne e uomini capaci di Vangelo

Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00.

ORARI SANTE MESSE

Sabatoore 17.00 Beitaore 19.00 Chiesa Parrocchiale

Domenicaore 08.00 Montebelloore 09.00 Beitaore 10.30 Chiesa Parrocchiale ore 18.00 Chiesa Parrocchiale

Giorni FerialiLunedì ore 16.30 Brocchione Martedì ore 16.30 PrecornelliMercoledì ore 16.30 BeitaGiovedì ore 09.00 Chiesa ParrocchialeVenerdì ore 16.30 Ca’ Rosso

RECAPITI Don Giuseppe 035.550336-347.1133405 Don Giuseppe 035.550336-347.1133405

Don Lorenzo 035.540059-339.4581382 Davide Seminarista 320.3557718Oratorio e Sagresti a 035.551005

Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00.

Accanto all’Angelo che bussa e porta un messaggio (l’immagine-guida per l’anno pastorale 2013-2014), abbiamo l’Angelo senti -nella, quello della coperti na: seduto, con lo sguardo rivolto a chi guarda, ma anche un po’ perso nel vuoto, con una spada dall’ine-quivocabile forma di croce, tenuta stranamente per la lama affi lata da due parti .Lo guardo e penso all’Angelo messo a custodia del Paradiso, penso alla spada a doppio taglio che ” penetra fi no al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fi no alle giunture e alle midolla, e discer-ne i senti menti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12), penso all’Angelo dell’Apocalisse, penso che ne uccide più la lingua della spada…Ma non posso non lasciarmi avvolgere da quelle ali variopinte, così possenti e delicate, quasi “giogo dolce e carico leggero” (Mt 11,28)Abbraccio, grembo, casa, cura e, in mezzo, verità: ”conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi” (Gv 8,32)E se fosse una spada che libera?

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La Lett era |3| Ott obre 2013

Inizi il tuo sesto anno a Palazzago. La tua è sta-ta la prima delle nomine a “scadenza”. Sei nel cuore del tuo senti ero in parrocchia visto che il periodo previsto è di 9 anni.Sì, il 2 sett embre 2008, con un ritardo voluto come segno verso il Vescovo Roberto (se ne era accorto anche l’ausiliare Lino) fi rmavo la nomina a parroco.

No Parroco, Prevosto.Sì, Prevosto, questo è il ti tolo, ma non cambia la sostanza.

Ecco, l’essere a metà può essere l’occasione per uno sguardo al passato e al futuro.Sì, anche se noi ci giochiamo nel presente.

La domanda di rito è: come ti trovi?La risposta di rito è: bene.Scherzo. Realmente mi trovo bene. E questo bene non signifi ca che non ci siano pro-blemi o fati che o che la realtà sia semplice.

Il territorio è molto disperso.Direi che è sparso ma non disperso. Sparso, per-ché la geografi a è questa. Ma l’essere disperso o no dipende dalle persone. E mi pare che ci siano tante occasioni - alcune anche create esplicita-mente – per fare un cammino insieme.

Ci sono anche molte persone nuove, famiglie che prendono casa qui, alla ricerca di un luogo tranquillo, non troppo distante da Bergamo.

QUATTRO CHIACCHIEREPER RICOMINCIARE

Intervista a don Giuseppe

Sì, basta guardare i matrimoni, i batt esimi, il nu-mero dei ragazzi della catechesi che aumenta, il CRE. E poi le tante case che sono state costruite in questi anni.La ricerca della tranquillità è sicuramente un ele-mento importante, anche se non deve essere un “riposo eterno” anti cipato. Cioè bisogna vivere e vivere-con. E questo chiede un senti rsi parte, un collaborare, un inventare… Non vorrei che questa ricerca, unita alla confi gurazione del paese, porti ad una “quiete”(che spesso è il nome delle case di riposo).

Non mi pare il nostro paese: se guardiamo le iniziati ve proposte dalla parrocchia e dai gruppi presenti sul territorio…Certo, ma tutt o ciò che non si rigenera, degenera. Non bisogna mai abbassare la guardia. Vedo con piacere che le diverse iniziati ve sono di sti molo per migliorare le proposte, il coinvolgimento, la pubblicizzazione.

In tutt o questo panorama sono importanti le “risorse umane”, i volontari, chi ci crede… Sì, sono la vera forza e, anche la carti na di tor-nasole di un impegno gratuito. A volte ricordo che “dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (è Gesù che lo dice nel Vangelo) che però diventa anche “dove due o più si mett ono insieme per qualcosa, iniziano i pro-blemi”, nel senso che ognuno ha la sua mentalità, le sue idee… C’è poi chi parte in quarta e difronte alla prima diffi coltà, alla prima incomprensione,

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La Lett era |4| Ott obre 2013

gett a la spugna. Non si deve dimenti care che le diffi coltà sono un bel banco di prova delle convin-zioni e di ciò che spinge all’ azione. C’è poi chi vive il complesso del “si accorgeranno quando io non ci sarò (a fare, a organizzare, a dare una mano…)” e magari inventa qualche iniziati va estemporanea per dimostrarlo. La vera sfi da è “starci dentro” ed esercitarsi a collaborare: non “prime donne”, in-somma.

È una bella Chiesa quella di Palazzago…Sì, è molto bella e il tentati vo è quello di tenerla sempre bene, ordinata, pulita… con un occhio at-tento a cogliere gli interventi che conti nuamente servono.Ma è bella quando è viva. E’ bella perché è viva, altrimenti che diff erenza ci sarebbe rispett o ad un museo?

A volte mi è capitato di ascoltare i commenti di chi partecipa ai sacramenti , ai funerali e anche alle celebrazioni domenicali.Sì, c’è anche chi ha telefonato per ringraziare. La forma – un ott agono che tende ad un abbraccio – permett e uno sguardo aperto ma anche focaliz-zato ai luoghi celebrati vi.Certo, qualcosa si può sempre fare, cercando ad esempio di occupare i banchi partendo da quelli vicini all’altare, scalando man mano. Questo sa-rebbe un aiuto anche per il celebrante. E qui non c’entra fariseo o pubblicano…

In Parrocchia ci sono anche tanti adempimenti burocrati ci, carte, permessi, certi fi cati …E’ vero e proprio per questo è entrata in funzione una segreteria parrocchiale con alcuni volontari che assicurano l’apertura dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 12. E’ un servizio prezioso perché ga-

ranti sce in orari fi ssi una presenza, la risposta ai telefoni, la compilazione dei documenti e ciò che può snellire le incombenze burocrati che.C’è poi la segreteria esti va del CRE che svolge un grande lavoro di organizzazione.

Colgo la palla al balzo: il CRE e l’estate, tempo pieno di proposte.Non sono ancora terminate le feste patronali che parte l’esperienza vivacissima dei centri esti vi: il CRE in oratorio e il Baby CRE alla Scuola dell’In-fanzia (in verità già da 2 mesi lo staff organizzati vo è all’opera anche con la formazione animatori). Li vediamo crescere di anno in anno con i cambia-menti e le modifi che che traducono il desiderio di fare sempre meglio.Sta entrando in un po’ alla volta l’impianto gene-rale: coordinatori, animatori, mamme laboratori, gruppo giochi, gruppo danza, animatori 3^ media e, da 2 anni, le cuoche (una novità che ci pare molto apprezzata dai palati di coloro che usufrui-scono del servizio mensa). Poi tutt o l’organigram-ma con i raduni e la preghiera, le gite e la piscina, i laboratori e la merenda, le serate genitori (siamo a quota 5 in un mese), le sfi de, i tornei, i grandi giochi…con l’immancabile magliett a dell’anno e cappellino della squadra di appartenenza. Anche il Baby riscontra molte adesioni. Il calendarione con la foto aerea porta in ogni casa l’aria frizzante dell’estate che conti nua con il dopo-CRE (per due setti mane, due appunta-menti setti manali con giochi e piscina), la vacanza adolescenti (insieme a Gromlongo), la biciclett ata (con mete diverse) e, da quest’anno, la vacanza sti le familiare (una setti mana di convivenza auto-gesti ta in cui se ne vedono delle belle). Non si è ancora tornati che già inizia la festa di Co-munità con un fi tt o calendario di appuntamenti , unito ai piatti della tradizione, dove però il piatt o forte rimane sempre l’opera dei volontari- adole-scenti , giovani, adulti -che si fanno in quatt ro per dare concretezza a ciò che è stampato sulle ma-gliett e INsieme CONLui TRAnoi. Quello della festa di Comunità è il primo dei tre movimenti d’inizio anno pastorale con i quali si avviano incontri e percorsi, si affi da il mandato agli operatori pastorali, si elaborano appuntamenti e si progett a il nuovo anno con l’assemblea parroc-chiale che mi piacerebbe, fosse senti ta sempre più come un appuntamento irrinunciabile.

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A questo punto tutt o riprende…In verità non ci si era ancora fermati . Comunque sì, riparti amo con tutt o ciò che aiuta la Comuni-tà a vivere i tre pilastri: l’annuncio, la liturgia e la carità. Qui ci vorrebbero pagine e pagine perché sono ciò che fonda una Parrocchia, ma, nello stes-so tempo, ne sono l’orizzonte.Ogni anno ci diamo alcune priorità da vivere e su cui verifi carci al termine, sono come fi nestre che apriamo man mano per sollecitare il cammino di tutti .Ovviamente, ancora una volta, tutt o è possibile grazie a chi si fa carico dei vari ambiti : penso al grande impegno dei catechisti per i bambini, i ra-gazzi, gli ado, i giovani e gli adulti ; penso a chi as-sicura pulizia e decoro delle chiese e dell’oratorio; penso ai baristi e agli allenatori, a chi aiuta per la sagresti a, i fi ori, la biancheria; penso al gruppo feste e eventi , penso a coloro che si adoperano nel campo della malatti a, della soff erenza, delle solitudini. Sono campi in cui c’è spazio, al di là di ogni protagonismo.

Lo scorso anno era stata fatt a una piccola inda-gine sulla partecipazione alla messa. Cosa risul-ta?Risulta che alle diverse messe festi ve (due il saba-to sera e quatt ro la Domenica) partecipano dalle 450 (in agosto) alle 1700 persone (nella sola mes-sa di mezzanott e 599). I calcoli variavano rispett o all’estate, alle feste “comandate” e alle domeni-che “normali”; e ancora, se c’è il percorso di ca-techesi dei ragazzi o no. La percentuale sembra buona (sempre tenendo presente il panorama, almeno bergamasco) sapendo che ci sono anche coloro che vanno a messa là dove si trovano quel-la Domenica. E chi non ci va per niente.Certo, il numero di celebrazioni dovrà essere ri-visto, non solo nella singola parrocchia ma sem-

pre più ragionando almeno per parrocchie vicine (quelle, per intenderci, di una possibile unità pa-storale). Basti pensare che nell’arco di alcuni chi-lometri (Burligo, Palazzago, Barzana, Gromlongo) abbiamo venti celebrazioni festi ve. Un po’ troppe, no?Già il Vescovo Giulio Oggioni (1977-1991) aveva uno slogan per tutt e la Diocesi: “meno messe, più messa”, ovvero, meno numero di messe e più partecipazione. Qui ovviamente si apre il grande capitolo del modo con cui si prende parte alla Messa. Qualcuno la vive come il minimo, qualcu-no come il massimo. E allora come si può vive-re un medesimo att o sapendo che si incontrano sensibilità, cammini e maturità di fede diverse? E come spezzare la Parola per un bambino, un adolescente o un anziano? Non è immediato. Ci si tenta, dandosi un po’ alla volta anche degli stru-menti che aiuti no nell’impresa e cercando di vive-re la consapevolezza che non ci si può improvvi-sare. E’ importante allora che i lett ori si preparino per tempo, che si sappia chi anima i canti , che l’ambiente sia pulito, accogliente, illuminato (e riscaldato nel freddo), che si arrivi per tempo (da due anni suona la campanella ai 5 minuti dall’ini-zio), che ci si raccolga il più possibile insieme e non dispersi…, che si comprenda che non si va a messa per far contenta la nonna, per far tacere la mamma che rompe o per il prete di turno, ma per incontrare e lasciarsi incontrare. E anche la messa non è un momento isolato: c’è tutt o il resto. In modo provocatorio qualche volta il saluto fi nale è stato: “la pace è fi nita, andate a messa”, cioè adesso bisogna portare nella vita ciò che abbiamo gustato nella liturgia (che è la vita stessa di Dio).

E la casa di Comunità? Qui ci si deve fermare davanti alla burocrazia e la legge applicata alla lett era non ti ene conto del vissuto di una realtà, delle reali esigenze e della posta in gioco. Posso anche dire che tutt e le co-struzioni che superano i 70 anni sono vincolate (ma poi mi dovrebbero dire di certe demolizio-ni, anche in Bergamo, di costruzioni sett ecente-sche…) e non rendermi conto che, anche al livello simbolico, per un centro che si spopola sempre più, la casa di comunità sarebbe un segno prezio-so. A me dispiace perché mi trovo con le mani legate e non posso tener fede ad un mandato esplicito che il Vescovo Roberto mi aveva affi dato nella no-

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La Lett era |6| Ott obre 2013

mina a Palazzago: non entrare nella vecchia casa era proprio in questa prospetti va. Sembra però che qualcosa sti a cambiando in positi vo e magari in primavera, insieme alle rondini…

Ma il canti ere è sempre aperto.Sì, sono stati fatti molti interventi in ambienti co-munitari e sopratt utt o in oratorio.Tutti gli interni sono stati rivisitati , migliorati gli spazi, garanti ti i servizi e messo in sicurezza diver-si ambienti . Certo, non possiamo dire che att u-almente la strutt ura sia esteti camente bella (uno “scatolone” a 3 piani addossato alla collina senza comunicazioni interne tra i piani, e costruito in economia; basta però un porti cato come quello appena realizzato per “muovere” i volumi), ma quando vedi il teatro pieno per una festa, il cam-po invaso dai ragazzi del CRE o illuminato per gli allenamenti della squadra o coperto con la tenso-strutt ura per la festa di comunità, quando senti il movimento della catechesi nelle aule o la macchi-na del caff è funzionante nel bar… dici: questo è oratorio, persone.

Pare di capire che “fare oratorio” ti piaccia…I miei primi diciannove anni di sacerdozio li ho vis-suti in due oratori, uno di dimensioni “normali”, l’altro il più grande della Diocesi. Ho sempre siste-mato muri (e entrando nel nostro la prima volta mi pareva di tornare alle situazioni di partenza dei precedenti ), ma con una grande passione per le nuove generazioni, per il futuro che è presente in seme, per gli slanci e anche le fati che delle di-verse età. Oggi, i ragazzi hanno certo molte più possibilità (a volte anche glielo dico: avessi avuto io quello che avete voi) ma anche molte più di-strazioni.E la libertà è il compito più diffi cile.Hanno certamente bisogno di adulti che li accom-pagnino, li spronino, li richiamino, siano loro di esempio. Ma anche loro devono “sbranarsi”…

Questo signifi ca essere esigenti (e non intransi-genti ) perché si vuole il loro bene. Spero che, un po’ alla volta, crescendo, lo comprendano.

Ti piacciono i fi ori, l’arte…Sì, già da piccolo “giocavo” con i vasi che ci si po-teva permett ere: gerani, foglie verdi, canne di vetro… Poi, cambiando casa e avendo anche un giardino mi dilett avo a creare cordoli ornamenta-li, composizioni e roseti .Ma poi, se ci pensi, una pianta è come le cose del-la vita: ha bisogno di tempo, di cure, di premure; parla di germogli, di fi oritura, di potatura: cose molto serie.Come i valori, la fede, la preghiera. Colti vare una pianta è colti vare una “sfi da”.Regalare una pianta è regalare qualcosa di impe-gnati vo. Poi però i fi ori si tagliano anche: guarda le nostre chiese in certe occasioni…L’arte: ciò che la natura ha fatt o per un fi ore, l’uo-mo lo fa con un quadro, una statua, un disegno…E quanto bisogno abbiamo di bellezza contro vol-garità, violenza, banalità. Resto estasiato davanti a Michelangelo, Caravaggio, Rembrandt, Moroni, Monet, Chagall, Arcabas…ma anche davanti al di-segno di un bambino trovato nella posta.

Dall’arte ai sogni. Ce ne sono?Sì, molti , anche perché se non c’è questa dimen-sione uno si adagia, si adegua, muore.Sogno ad esempio che la partecipazione all’ado-razione del primo venerdì del mese sia almeno come quella dei venerdì di Quaresima, per la Via Crucis; sogno che ci sia più immediatezza nel met-tere la testa in chiesa anche nei giorni feriali, por-tando il bambino alla scuola dell’infanzia, andan-do in Comune, o scegliendo proprio di entrare…Sogno quella verità nei rapporti che parla senza sparlare, consiglia senza giudicare.Sogno un percorso tra giovani coppie, tra fami-glie; un gruppo canto ancora più nutrito, un grup-po di ragazzi che animi alcune celebrazioni anche con gli strumenti musicali (è un paese in cui la tra-dizione della Banda è forte e tanti giovani suona-no); sogno che non ci si lasci solo ti rare, ma anche si crei, ci si sti moli a vicenda, ci si prenda a cuore…Ma adesso io direi di fi nire qui.Sono tante queste domande.Lasciamone alcune per il domani: penso che Pa-lazzago dovrà “sopportarmi” ancora alcuni anni…A Dio piacendo (e Vescovo permett endo)…

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La Lett era |7| Ott obre 2013

CRISTIANI SI DIVENTAVescovo Francesco Beschi

Ogni anno incontro giovani e adulti che chie-dono di diventare cristiani, di ricevere il Bat-tesimo, la Cresima e di essere ammessi all’Eu-carestia. Stanno compiendo un itinerario di preparazione, detto Catecumenato. Durante l’incontro chiedo loro perché hanno scelto di diventare cristiani: la risposta più frequente indica come ragione principale l’incontro con uno o più cristiani. Poi viene la conoscenza e l’approfondimento della fede. La possibilità che questo passaggio non resti isolato è mag-giore, quando il cristiano novello può vivere l’appartenenza a una Comunità parrocchiale. Ogni domenica nelle nostre chiese si riunisco-no persone di diversa età, estrazione sociale, preparazione culturale: tra queste vi sono gio-vani e adulti (e probabilmente molti di coloro

che stanno leggendo questa lett era). Non sono costretti dal contesto sociale e neppure il precet-to religioso sembra essere decisivo. Perché sono lì? Che conseguenze comporta per la loro vita?

Pur con caratt eristi che diverse, la parte-cipazione costante a questo incontro ali-menta non solo un comprensibile senso di appartenenza, ma anche l’esigenza di una coerenza esistenziale con le parole ascol-tate e i gesti compiuti .Ogni giorno, donne e uomini aprono gli occhi, scendono dal lett o e cominciano a lavorare. Alcuni credono in Dio altri no, altri sono del tutt o indiff erenti : che cosa cambia nella loro giornata e nel loro lavo-ro? Quale diff erenza introduce la fede? Il contributo della fede cristi ana ad una vita più umana è un criterio di giudizio deci-sivo nella sensibilità e addiritt ura nella coscienza di un uomo e una donna del nostro tempo. Rimane aperta la questi o-ne se questo contributo sia essenziale, decisivo o semplicemente apprezzabile e desiderato. Alla luce di queste semplici considerazioni, mi sembra evidente che il rapporto tra la fede in Dio e la vita dell’uo-mo d’oggi, il signifi cato e il valore di que-sto rapporto, siano il mondo nuovo nel quale si diventa e si cresce come cristi ani.

Dalla lettera del Vescovo: Donne e Uomini capaci di Vangelo.

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La Lettera |8| Ottobre 2013

comunione di vita. L’icona artistica attinge ancora una volta alla produzione di Arcabas, con l’opera “Le visiteur attendu”: il segno essenziale di una casa, un uomo seduto, in attesa e tutt’occhi e una candela accesa ma illuminata dall’oro della croce. E un angelo, fiamma che bussa alla porta di casa portando un messaggio: “all’Angelo della chiesa di… scrivi…”.Non parla, per ora, ma affida un tizzone ardente come la Parola consegnata al profeta Isaia che

si dichiara-va perdu-to perché “uomo dalle labbra im-pure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito”. (Is 6,4)Ma “uno dei Serafini volò verso di me, tene-va in mano un carbone ardente che aveva preso

con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”.Ogni mese ascolteremo e mediteremo la lettera ad una delle sette chiese dell’Apocalisse per ca-pire che c’è una “apocalisse-rivelazione” anche per noi e per gustare che è vero ciò che la fra-se-guida dell’anno ci dice “beato chi legge, beati coloro che ascoltano” (Ap 1,3).Poi arriva Gesù, con il discorso della montagna e ci snocciola le Beatitudini del Regno. Ancora “Beati…”.

Iniziamo un viaggio su una costa dorata, incantevo-le, indimenticabile: la costa egea dell’Asia Minore, all’interno delle città greco romane; qui sono nate le comunità alle quali vengono indirizzate dal Signore alcune lettere attraverso Giovanni che le riporta nel-la prima parte dell’Apocalisse.Sette lettere per sette città. Sono queste pagine a guidarci nell’anno pastorale 2013-2014, il primo dei tre che il Vescovo ci chiede di dedicare alla riflessio-ne sulla catechesi degli adulti per essere “Donne e Uomini capa-ci di Vange-lo”.Le meditia-mo inoltre, nel desiderio di continuare il cammino (che è stato anche di ca-techesi adul-ti) delle sette Chiese della nostra comu-nità.Potrà essere un esercizio molto in-teressante, rintraccian-do nelle caratteristiche delle sette chiese antiche, aspetti della nostra, cui sarà scritta al termine l’ot-tava lettera. Così, dopo aver ascoltato ciò che lo Spirito dice alla chiesa di Efeso di Filadelfia, di Tiatira, di Pergamo, di Smirne, di Sardi e di Laodicea, ascolteremo anche ciò che lo Spirito dice alla chiesa di San Giovanni Bat-tista in Palazzago.Tutta la bellezza, loro e nostra, sta nel fatto che Gesù si rende presente, fa udire la sua voce, cono-sce slanci e debolezze, muove verso la meta ultima.E anche il rimprovero o la sottolineatura di ciò che non è secondo il Vangelo, è in vista di una maggior

BEATO CHI LEGGE,BEATI COLORO CHE ASCOLTANO

Arcabas, Le visiteur attendu

Il cammino dell’Anno Pastorale

Page 9: La lettera ottobre 2013

Dopo la preghiera iniziale, don Giuseppe illustra le linee generali del piano pastorale che ha come fra-se guida “Beato chi legge, beati coloro che ascolta-no”(Apocalisse 1,3) affiancata dal titolo della lette-ra del vescovo “Donne e Uomini capaci di Vangelo” e dal quadro di Arcabas, “Le visiteur attendu”Il settenario delle lettere dell’Apocalisse accompa-gnerà l’itinerario della catechesi degli adulti e dei ragazzi e scandirà i mesi dei tempi dell’anno pasto-rale e liturgico. Ogni mese sarà presentata una let-tera dell’apostolo Giovanni ad una chiesa dell’Asia minore che verrà letta come seconda lettura alle messe festive; un pannello riporterà il testo e sarà collocato sul pulpito antico con accanto un’opera raffigurante la chiesa destinataria del messaggio; inoltre ciascuna lettera scritta all’interno di una bu-sta colorata sarà distribuita ai bambini e ai ragazzi della catechesi e tutte le lettere saranno raccolte in un portalettere di cartoncino. Il giovedì della settimana successiva ci sarà la possibilità di appro-fondire il contenuto di ciascuna lettera attraverso la proposta di un cammino di catechesi guidato da don Maurizio Rota, il pomeriggio nelle chiese delle frazioni e la sera in chiesa parrocchiale negli scran-ni del coro. Dopo la catechesi pomeridiana, per chi lo desidera, ci sarà la benedizione delle case. Que-sto itinerario ci condurrà al secondo pellegrinaggio di visita alle sette chiese che sarà il 2 giugno 2014 e con la lettera alla Chiesa di Palazzago. Domenica 13 ottobre sarà letto e spiegato il Proemio (per lo schema dell’anno vd terza di copertina)Continuano le diverse iniziative per promuovere la catechesi degli adulti (seguendo le indicazioni del Vescovo per il cammino diocesano dei prossimi tre anni pastorali): la catechesi il giovedì mattina dopo la messa delle 9.00, gli incontri di formazione per i genitori dei ragazzi di terza media e adolescenti e di preparazione per gli anni dei sacramenti, l’incontro mensile per giovani e giovani coppie la domenica

LAVORI DEI CONSIGLI RIUNITI A cura di Patrizia

nel tardo pomeriggio, a cui seguiranno la celebra-zione della messa e la cena. A livello di unità pa-storale sarà riproposto un percorso di catechesi in Quaresima e sono già stati svolti due incontri per i lettori. Per i catechisti ci sarà un corso di formazio-ne vicariale a Brembate Sopra; è stata inoltre costi-tuita la commissione vicariale catechisti.Alcuni membri del consiglio relazionano sulle ini-ziative estive e la festa di comunità.Il CRE e il Baby Cre hanno avuto una ulteriore par-tecipazione (198 iscritti al CRE con 42 animatori e 47 bambini al Baby Cre con 11 animatrici), la men-sa ha funzionato bene e a pieno ritmo come pure le cinque serate con la partecipazione dei genitori. Alla vacanza a Lignano erano trentadue adolescenti accompagnati da don Lorenzo e alla biciclettata 25 persone con don Giuseppe. L’esperienza nuova del-la vacanza stile famigliare a Bellaria in autogestione è stata molto bella e da ripetere. Per quanto riguar-da la festa di comunità, il giudizio è molto favorevo-le: è aumentato ancora il numero dei volontari (97) e degli sponsor; è migliorata l’organizzazione con servizio ai tavoli e gestione prenotazioni (computer e stampanti), si è vissuta in un clima di festa e per molti adolescenti e giovani è stata una scuola di vita per i momenti di condivisione, di aiuto vicendevole e gratuito; non da ultimo. Si è inoltre imparato a di-scutere insieme per giungere alla soluzione miglio-re, a mettersi in gioco e si è vista una comunità viva e che lavora con entusiasmo per il bene di tutti. Sentiti alcuni interventi si continua con la pro-grammazione dell’assemblea parrocchiale e dei tre gruppi di lavoro. Da ultimo si dà uno sguardo al pro-gramma immediato e di tutto l’anno (riportato sul-la Guida pastorale distribuita a tutte le famiglie), ai lavori della casa di Comunità, dell’Oratorio e della Chiesa della Beita.L’assemblea parrocchiale suggerirà le priorità per il nuovo anno.

Page 10: La lettera ottobre 2013

CAMMINODI FEDE

VISITA ALLE SETTE CHIESE

Conosciamo san Filippo Neri, vissuto a Roma nel XVI secolo. Egli ha speso la sua vita con i giovani trasmet-tendo gioia, umorismo e una grande carica; con que-ste dimensioni ha saputo

conquistare i giovani, portandoli a Dio e facendo loro scoprire il cuore grande del Padre che è nei cieli. È lui che ha iniziato la visita alle sett e chiese nella Roma del suo tempo. Questa prati ca, che conti nua anche oggi, è stata accolta dalla nostra comunità lungo tutt o l’anno pastorale 2012-23 e nella domenica 2 giugno, guidati da don Maurizio Rota dei preti del Sacro Cuore di Ber-gamo. Qui accanto e al termine del fumett o troviamo la sintesi di quella bellissima giornata.

↓ San Filippo Neri, chiesa di Salvano

1. Precornelli: CINQUE E DUE SETTEDal Vangelo di Giovanni (6,1-15)…Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era mol-ta erba in quel luogo. Si sedett ero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti , e lo stesso fece dei pesci, fi nché ne vollero.

2. Parrocchia: IL MONTE E IL MAREDal Vangelo di Giovanni (6,16-21)Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l’altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffi ava un forte vento. Dopo aver remato circa tre o quatt ro miglia, videro Gesù che cammina-va sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero pau-ra. Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti .

3. Brocchione: C’E’ PANE E PANEDal Vangelo di Giovanni ( 6,22-29)…Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cer-cate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati . Pro-curatevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigil-lo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».

Nel cammino del 2 giugno abbiamo me-ditato la pagina del Vangelo di Giovanni: il discorso del Pane di Vita. Don Mauri-zio ha sott olineato i diversi passaggi con un ti tolo che racchiude anche il messag-gio della pericope, una per ogni chiesa.

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↓ San Filippo Neri, chiesa di Salvano

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La Lett era |13| Ott obre 2013

4. Carosso: PASSATO E PRESENTE: LA FIGURA E LA REALTA’Dal Vangelo di Giovanni ( 6,30-40)Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti ? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritt o: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.

5. Montebello: DAL PANE ALLA CARNEDal Vangelo di Giovanni ( 6,41-51)…Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti ; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

6. Salvano: DALLA CARNE ALLA VITA DIVINADal Vangelo di Giovanni ( 6,52-64)Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ulti mo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

7. Beita: DALLA FAME ALLA FEDEDal Vangelo di Giovanni (6,59-70)…E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non gio-va a nulla; le parole che vi ho dett e sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. …Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». Gli rispose Simon Pietro: «Si-gnore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, fi glio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

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La Lettera |14| Ottobre 2013

SALVANO: Martedì 6 novembre 2012, ore 20.30Provocazione: i quadri con i cuori di Gesù e di Maria.

Da qui la Catechesi sul linguaggio del corpo. Gli atti involon-tari del battito del cuore e del respiro dicono carnalmente che la vita è principalmente dono. Dio nel rivelarsi parla il lin-guaggio del corpo: “Il Verbo si fece carne”. Salvati nel cuore e nel sangue di Cristo. Abbiamo ricevuto il soffio dello Spirito Santo. Il tema dello SPAZIO “corporale”. La vita si dice nel corpo, esso è il luogo della comunicazione. Dagli atti invo-lontari agli atti volontari. Dal dono all’impegno. Dal dono alla volontà. Conoscere in modo semplice e descrittivo il corpo in quanto Dio si rivela nel Corpo: “Il Corpo di Cristo. Amen”.

CAROSSO: Martedì 13 novembre 2012, ore 20.30Provocazione: i quadri con i Santi.

Da qui la Catechesi sul tempo. L’anno liturgico con i volti dei Santi, uomini di fede. Il nostro corpo è uno SPAZIO segnato inesorabilmente dal TEMPO. Si è trattato del tempo in cinque prospettive: l’anno solare, l’anno litur-gico, l’anno nei santi, l’anno negli anniversari, l’anno nel lavoro e nella scuola. Gesù inizia la sua predicazione po-nendo l’accento sul tempo: “Il tempo è compiuto e il re-gno dei cieli è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.

BEITA: Martedì 11 dicembre 2012, ore 20.30Provocazione: la vistosa tovaglia sull’altare.

La tovaglia e il corporale, che si stende sull’altare dove vengono deposti il pane e il vino, richiamano la sindone e il sudario che hanno avvolto il corpo morto di Cristo. Il tema dell’abito rimanda alla madre in quanto il corpo si forma nella madre. L’Invisibile Dio si è fatto uomo visibile in Maria. Il lenzuolo di lino che avvolge il corpo di Gesù può essere visto come segno della fede della ver-gine madre che crede che Gesù risorgerà come ha detto. Occorre solo aspettare come sa fare una madre per il parto del proprio figlio. La tovaglia sull’altare ricorda la sindone, lenzuolo di morte e di vita, lenzuolo che “ha visto” Cristo prima morto e poi risorto.

MONTEBELLO: Martedì 29 gennaio 2013, ore 20.30. Provocazione: Il quadro della Trinità.

Il tema della catechesi è stato il segno della Croce tracciato sul nostro corpo. Con le parole e il segno della croce professiamo la fede nella Santissima Trinità: Padre e Figlio e Spirito Santo e, nell’Incarnazione e Redenzione del Figlio fatto uomo, morto e risorto. Si dice Padre e si tocca la fronte (il cervello), si dice Figlio e si tocca il petto (il cuore), si dice Spirito Santo e si tocca il torace (i polmoni). Il pensiero, il cuore e il sangue e il respiro dicono il linguaggio della Persona del Padre, della persona del Figlio e della persona dello Spirito Santo.Sono evidenziati i concetti di: natura, persona, relazione.

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PRECORNELLI: Martedì 26 febbraio 2013, ore 20.30Provocazione: la figura di san Giuseppe e i gradini dell’altare.

Tema: salire e discendere o meglio discendere e salire.I livelli della chiesa: assemblea, presbiterio e altare o meglio altare, presbiterio e assemblea.

BROCCHIONE: Martedì 16 aprile 2013, ore 20.30Provocazione: la porta.

La porta: entrare e uscire.Il luogo del dialogo battesimale, il dialogo della fede.I segni della porta.La bussola: segno dell’attimo della morte.

LA PARROCCHIALE: Martedì 21 maggio 2013, ore 20.30Provocazione: la circolarità della chiesa.

Il cerchio: il tempo.L’ottagono nel cerchio: La prima domenica, l’ottavo gior-no. Il giorno di Pentecoste, la pienezza della Pasqua: l’ot-tava domenica.Il coro nell’abside attorno all’altare: la singolarità e la co-ralità nella preghiera.L’altare maggiore: sintesi visiva del triduo pasquale. Il cuore della storia e dell’anno liturgico.

1900 m600 m

1600 m950 m

4000 m700 m

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PELLEGRINAGGIO A SOTTO IL MONTE

Apertura insolita per la setti mana patronale, nel segno del nome Giovanni: pellegrinaggio a Sott o il Monte, Parrocchia dedicata a San Giovanni Batti sta, come la nostra. Infatti , nei passaggi della vita del Papa abbiamo ascoltato da lui il moti vo del nome scelto da Pon-tefi ce: “Scelsi come nome Giovanni: era il nome di mio padre e del patrono della mia parrocchia, San Giovanni Batti sta”.In tre tappe ci siamo lasciati istruire dal “Papa buo-no” nell’arte del… domino.

Sì, nell’arte di:• riconoscere ciò che sei• riconoscere ciò che l’altro è• riconoscere ciò che ti uni-

sce agli altriDi tappa in tappa - casa del pellegrino, chiesa parroc-chiale, cappella della pace, cripta, Ca’ Maiti no e casa natale - abbiamo raggiunto la chiesa del Batt esimo, Santa Maria in Brusicco, dove abbiamo concluso con la celebrazione eucaristi ca molto partecipata. Ai pre-senti non poteva che essere consegnata una tessera del gioco del domino da comporre in assemblea, per capire ancor meglio il messaggio della giornata.

SAGRA

Per il secondo anno il bel tempo ha permesso di alle-sti re la sagra del prodott o ti pico, intorno alla chiesa parrocchiale, tra gli esercizi commerciali, nel centro

paese. Molto ricco il carnet di proposte, nato con le collaborazioni delle realtà presenti sul territorio: esposizione dei prodotti locali, pesca di benefi cenza organizzata dalle scuole, assaggi e rinfreschi, visita alla parrocchiale e al museo, giochi del circo…

SETTIMANA DEL PATRONO

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ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Mai viste tante coppie: ben 36, dai 5 ai 60 anni di matrimonio, raccolte per dire grazie. Nell’incontro di preparazione abbiamo preso dal Vangelo della Domenica l’immagine del vasett o di profumo, ver-sato dalla donna sui piedi di Gesù. L’abbiamo imma-ginato di vetro (Luca non parla di alabastro). E allora

ci siamo detti : l’amore ha proprio le caratt eristi che di un vaso di vetro. Ecco pronto l’off ertorio, accom-pagnato da diversi ti pi di vasi per dire preziosità, tra-sparenza, fedeltà, custodia reciproca… Un vasett o di vetro soffi ato, creato in un laboratorio arti gianale per l’occasione, con un po’ di nardo profumati ssimo all’interno, è stato il dono della Comunità, accom-pagnato da un fi ore originale...

PROMESSA DI IMPEGNO

Ad un anno dalla mia cresima, nella quale lo Spirito del Signore mi ha raggiunto con i suoi doni, consa-pevole di essere sempre in cammino, per crescere nella fede, nell’amore e nella speranza, promett o di impegnarmi a guardare la vita con gli occhi del Signo-re che voglio conti nuare a conoscere, insieme ai miei

compagni di strada. Per questo esprimo nella mia co-munità questo impegno. Così gli amici di terza media -ancora alle prese con le fati che degli esami- hanno introdott o la promessa d’impegno, pronunciando la rifl essione di don primo Mazzolari “Ci impegniamo noi…” che caratt erizza ogni anno questo momento. E, nell’anno della fede, hanno cantato: “Do you believe? Yes, i believe”.

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TERZA ETÀ

Non poteva mancare l’appuntamento con i nonni: ecco allora il mercoledì pomeriggio dedicato a loro, con una tombola ricchissi-ma di premi e tanti dolci per la merenda. Poi la preghiera intorno al patrono, la be-nedizione e il bacio della reliquia.

CORRIDA

Dilettanti allo sbaraglio, ma decisamente bravi per la Corrida del giovedì. L’amico Ot-tavio ha confezionato ancora una volta una bella serata, con ben quindici numeri, tra i quali due locali. Biscotti di San Giovanni a tutti – alcuni dei tantissimi impastati dalle nostre cuoche provette in due settimane – come ringraziamento per l’impegno e la pro-fessionalità.

SERATA CONTADINA

Ancora una volta la piazzett a davanti all’Oratorio, s’è trasformata in una aia , con i tavoli allungati , le panche sistemate e i profumi di cibo nostrano che si diff ondeva tutt ’intorno. A completare il quadro contadino, la simpa-ti a del gruppo folk “Arlecchino bergamasco” del Ducato di Piazza Ponti da: musiche e costumi della tradizione.

MEMORIA DEL BATTESIMO

Tanti passeggini parcheggiati lungo i banchi della chie-sa: un colpo d’occhio insolito nella Domenica 23 giugno, per la celebrazione della memoria del Batt esimo. Diver-se famiglie che hanno batt ezzato i fi gli nell’ulti mo anno, hanno aderito alla proposto, raccogliendo il messaggio della liturgia relati va al nome “Giovanni è il suo nome”, dato al precursore e rifl ett endo sulla domanda aperta su di lui, come su ogni fi glio: “Che sarà mai questo bam-bino?”.

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La Lett era |21| Ott obre 2013

MESSA E PROCESSIONE PATRONO

La statua di San Giovanni procedeva tra le vie del paese, sempre con quel dito puntato, come in tut-ta l’iconografi a del santo, per indicare la presenza del Messia: “Lui deve crescere, io diminuire”.Un suggesti vo colpo d’occhio nella processione del patrono presentava i misteri della vita di Cristo, nelle riproduzioni su tela, degli aff reschi di Giott o nella Cappella degli Scrovegni a Padova, portati da bambini, ragazzi, adolescenti , giovani e adulti ,Li avevamo conosciuti e meditati nel mese di mag-gio e ora sfi lavano, a ricordarci, nell’anno della fede, che fede è anzitutt o relazione con la persona di Gesù.Ce l’ha ricordato anche don Davide Rota, Supe-riore del Patronato San Vincenzo, invitato a pre-siedere la concelebrazione - c’erano anche don Lorenzo, don Ivan, don Emiliano e don Giuseppe - nella sua bellissima rifl essione, rivolta in modo parti colare alle nuove generazioni presenti alla celebrazione.• Giovanni era giovane: non aspett ate a pren-

dere in mano la vostra vita, cominciate subito, perché non si è mai troppo giovani per comin-ciare a fare il bene e non si è mai troppo vecchi per non fare il male.

• Giovanni si presenta come colui che deve dimi-nuire perché deve crescere Gesù: non abbiate paura di lasciar spazio al Signore Gesù.

• Giovanni perderà la testa per la verità: non ab-biate paura a volare alto, con i valori, le scelte, l’onestà. Abbiamo bisogno di adulti che diano l’esempio in questo, che perdano la testa pur di non venire meno all’onore e ai principi che fondano la vita.

Don Davide ha poi invitato tutti a voler bene al paese, alla Parrocchia, alla realtà in cui si vive perché questo è l’unico modo per trasformarla. Al termine della processione gli animatori del Cre e del Baby “Everybody”, hanno ricevuto il man-dato per il mese esti vo. …Siate testi moni contenti e coraggiosi di autenti ci valori umani, att raversati dalla Grazia che viene dall’alto; dite con la parola, i gesti , l’amicizia che la vita è bella e che vale la pena spendersi per qualcosa di grande.E non dimenti cate di parlare al Signore dei ragaz-zi che vi vengono affi dati , degli animatori, vostri compagni di viaggio e degli adulti che condivido-no questa avventura.

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La Lettera |22| Ottobre 2013

E’ subito piaciuto questo scatto: bravo i l fotografo(!) e bravi i piccoli a ricordarci i l poster del le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.Apriamo le pagine del Cre “Everybody Un corpo mi hai preparato” senza cronache o scri t t i , ma con una raff ica di immagini e parole a signif icare tut t i quei corpi che

han visto , han senti to , han parlato.A signif icare tut to quel corpo che, vedendo, sentendo e parlando, ha fatto del l’appun-tamento est ivo qualcosa di bel lo , nel segno di Colui che “ha un corpo come me”.

Braccia per abbracciare

Corpo per donarsi

EvErybody

Bocca per parlare

Denti per mangiare

Dita per scrivere

Cuor

e per amare

Corpo per vivere

Gambe p

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amm

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Labbra per baciare

Lingua per gustare

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La Lettera |23| Ottobre 2013

EvErybody

Un corpo mi hai preparatoCre 2013

Muscoli per faticareNas

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r ann

usare

Mani per

aiu

tare

Pancia per provare e mozioni

Pelle

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oteggere e toccare (un pò forzata)

Orecchie per ascoltare

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er guardare

Piedi p

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tare dritti

Spalle per portarePolm

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Test a per pensare

Volto per essere riconosciuto

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La Lettera |24| Ottobre 2013

Anche quest’anno si è tenuto il Baby-Cre organizzato dalla Parrocchia.Numerosi sono i bambini che hanno partecipato a questa iniziativa per tutto il mese di luglio. Nella fe-sta finale i piccoli hanno dato prova della loro bra-vura cimentandosi in balletti e canzoni imparate in questo mese trascorso velocemente che ha come finalità lo “stare insieme” non solo per divertirsi ma anche per imparare, socializzare e lavorare nei vari laboratori.

BABY CRE 2013a cura di Maria con le animatrici

Quest’anno il tema del Baby-Cre era “everybody” - il corpo. Il nostro corpo è in movimento e pulsa di vita insieme al nostro cuore che non si ferma mai. Anche qui al Baby-Cre ci sono tanti corpi attivi e sempre pronti a muoversi per svolgere le più svariate attività. Ai momenti di pittura, disegno, svago, preparazione lavoretti, balletti e canti ci sono altrettanti momenti di svago con passeggiate in zone circostanti a contat-to diretto con la natura. Il pomeriggio rappresenta per i bambini il momento tanto atteso del bagno in piscina. Si può definire l’esperienza del Baby-Cre una delle tante prove che ci arricchisce moralmente oltre che a divertirci.Nel concludere vorrei ringraziare Don Giuseppe “sempre presente” per la sua collaborazione e la sua disponibilità. Grazie alle signore volontarie che han-no collaborato a mantenere lindo e pulito l’abitato.Un grazie anche alle famiglie che hanno collaborato alla riuscita del Baby-Cre, ospitandoci nelle uscite:

• Famiglia Riceputi Umberto e Franca,• Signor Nicolino Rota Martir e famigliari• Famiglia Tironi Danilo (Longa)• Signora Lina Alborghetti - via Pradelli• Cuoca Mirella per i prelibati cibi che ci ha prepa-

rato tutti i giorni.

Arrivederci al prossimo anno.

Uscita Minitalia Leolandia

PressofamigliaTironi Danilo

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La Lett era |25| Ott obre 2013

Nella terza edizione della biciclettata estiva abbiamo fatto il “pieno” di tutto:PIENO DI CALDO: i primi tre giorni, da Bina-sco a Somma Lombardo con le diverse tappe, alla ricerca di acqua e ombraPIENO DI ACQUA: in tutto il percorso, costeg-giando il Ticino, nel quale ci siamo anche im-mersi, il Naviglio Grande, il Po’ e, per ultimo il lago Maggiore. Nel quarto giorno, per 30 km, sotto una pioggia che compensava la calura precedente.PIENO DI ZANZARE: resistenti o addirittura attratte da tutti i tipi di difesa, con il gran fi-nale dalle 20.30 alle 23.00 ( così a Vigevano, ogni sera, ci hanno detto, sferrano l’attacco), ma qualcuna ci teneva compagnia anche nella nottePIENO DI CULTURA E ARTE: Pavia, la Certosa e piazza Duomo, il ponte di barche a Bereguar-do, Vigevano con il salotto della piazza centra-le; Somma Lombardo con il santuario della Madonna della Ghianda, il centro e il castelloPIENO DI ACCOGLIENZA: don Lino a Bere-guardo, don Luigi e don Riccardo a Vigeva-no, don Franco a Somma Lombardo, il signor Gianni e l’Assessore Fulvio a Boffalora. Abbia-mo toccato con mano queste diverse realtà, condividendone anche i tempi di celebrazione e preghieraPIENO DI DISPONIBILITÀ: da parte dei geni-tori (Angelo e Rosalia, Aldino, Angelo e Danila, Claudio e Ornella e Carlo che hanno garantito e supportato tutta la parte logistica con furgo-ne e Daily, viveri, valigie, lettini… ) e Vanessa nella fase di programmazione.MA ANCHE IL PIENO DI FORATURE: almeno 25 ruote riparate a tempo di record.E POTEVA MANCARE IL PRONTO SOCCOR�SO? Martina ha voluto sfidare 120 kg nella sala pesi. Risultato: 20 giorni con piede stecca-to. Si aggiunge così a Mauro (nella 1° edizione) e a Nicola (nella 2°).Ma neppure questo ci fermerà. Stiamo già pe-dalando verso la quarta biciclettata…Ma dove? Gli “angeli” porteranno consiglio.

BICICLETTATA: UN PIENO DI…

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La Lett era |26| Ott obre 2013

Il già ricco calendario esti vo è stato allargato alla va-canza in sti le famigliare. Essendo la prima esperienza, anche nelle modalità, riporti amo alcuni pareri regi-strati sul pullman di ritorno. Eccoli:

Manuela: esperienza bellissima, divertente e rilas-sante allo stesso tempo. La cosa più bella, anzi più buona?! Il pesce: mai mangiato a casa!

Mariachiara: la cosa più bella è stata quella di vedere tutti quei pesciolini in mare; mi sono diverti ta mol-to a costruire castelli di sabbia e a fare il ti fo al papà mentre giocava a pallavolo. La cosa più brutt a e noio-sa: stare ferma sulla sdraio a prendere il sole.

Angelo: mi è piaciuta un sacco questa vacanza, in parti colare i cappucci fatti dal “Re del Cappuccino”. La spiaggia era molto bella, tranne il giorno in cui ci sono state le meduse. Ho fatt o tanti ssime parti te a scacchi: quella che ricordo di più è quella contro il don che, pur non sapendo giocare, mi ha fatt o perde-re! Sulla serata di ferragosto lasciamo perdere… non avevo mai visto degli uomini travesti ti da donne.

Lucia: complimenti per l’organizzazione! Tutt o era pensato ed organizzato a punti no, cibo squisito e cuochi eccezionali. Mi sono trovata davvero bene con tutti : nonostante fossi da sola con Angelo, tutti si sono presi cura di noi tenendoci compagnia e fa-cendo diverti re mio fi glio; sono tutti diventati nostri amici, anche ci non conoscevamo prima d’ora! L’uni-ca cosa negati va: il tempo è passato troppo veloce

Mary: è stata la mia prima esperienza di questo ti po e devo ammett ere che mi è talmente piaciuta che, se l’anno prossimo viene riproposta, io e mio marito ci saremo sicuramente. C’è stata una bella collabora-zione ed è stato facile integrarsi anche se la maggior parte delle persone non le conoscevamo. Il cibo è stato eccellente, come del resto i cuochi.Avevo bisogno di parti re per rilassarmi, visto lo stress accumulato durate l’anno, e questa vacanza me lo ha

permesso; addiritt ura i piccoli lavoretti domesti ci ri-sultavano divertenti e piacevoli perché venivano pre-si come momento per stare insieme.Sono rimasta meravigliata da don Giuseppe, persona molto aperta, disponibile e che sta allo scherzo.

Elvira e Romano: possiamo descrivere questa vacan-za uti lizzando solamente due termini: semplicemen-te meravigliosa! Abbiamo ott enuto più di quello che ci aspett avamo: si pensava ad una semplice vacanza, povera sott o alcuni punti di vista, ed invece è risultata curata nei minimi dett agli. Ci è piaciuto molto vede-re dei ragazzi che, senza bisogno che i genitori glielo dicessero, si prestavano a svolgere i piccoli lavori do-mesti ci; sono dei ragazzi educati e rispett osi, capaci di relazionarsi e vivere con persone anche molto più grandi di loro. Se proprio dobbiamo trovare qualco-sa che può essere migliorato, consigliamo per l’anno prossimo di far conoscere il menù giorno per giorno in modo tale da non abbuff arsi con il primo piatt o e tralasciare il resto. Complessivamente, voto 9.

Eugenio: non avevo mai fatt o una esperienza simi-le, in sti le famigliare, o meglio, l’ho fatt a con mia moglie dove faceva tutt o lei. Mi sono cimentato in qualche piccolissimo lavoro domesti co, ma non rac-conterò di certo a mia suocera quanto fatt o per pa-ura mi faccia lavare pure lei il paiolo della polenta.Ogni sera si faceva la messa ma, il fatt o di essere in compagnia, non mi faceva pesare il parteciparci: ho

BELLARIA, MARE STILEFAMILIARE: COSA NE PENSI?

a cura dei partecipanti

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La Lett era |27| Ott obre 2013

perfi no cantato!Una cosa da rivedere l’anno prossimo è l’orario della sveglia: troppo presto!

Vitt oria: non avevo nessuna aspett ati va a riguardo di questa vacanza, anche perché era la prima di questo ti po, ma a conti fatti posso dire che è stata positi va, anzi di più: da rifare! Cibo otti mo, curato e variegato; la cosa un po’ negati va è stata la strutt ura che abbiamo ripulito bene bene. Una delle cose che mi è piaciuta di più è ve-dere i ragazzi all’opera: sono davvero speciali e d’esem-pio per tutti i loro coetanei.

Mariarosa: esperienza favolosa e assolutamente da ripetere. Per tutt a la vacanza il clima è stato sereno e famigliare e tutti hanno socializzato; mi è piaciuto mol-to condividere i compiti domesti ci e sopratt utt o vedere gli uomini mett ersi in gioco, cosa che magari a casa non fanno. Davvero bravi anche i ragazzi, disponibili e pie-ni di volontà. Ero ti tubante a partecipare perché avevo paura di essere “esclusa” essendo la vacanza nata come proposta per le famiglie e invece mi sono senti ta accolta e assolutamente parte del gruppo: sarei rimasta volen-ti eri un’altra setti mana. Per non perdermi nemmeno un momento di questa vacanza, ho spento per tutt a la setti mana il cellulare.Vorrei che l’anno prossimo il numero dei partecipanti fosse maggiore rispett o ai 32 di questo anno: bisogna insistere affi nché tutti provino un’esperienza del genere perché ne vale davvero la pena.

Mati lde: l’anno scorso avevo già fatt o un’esperienza di gruppo ma quella non prevedeva l’autogesti one; ero quindi un po’ ti tubante perché non sapevo come sa-rebbe potuta andare. Il mare non era dei migliori, come anche la strutt ura ma nonostante ciò è stato tutt o bel-lo: complimenti a chi ha organizzato! Da rifare assoluta-mente, cambiando però meta.

Marianna: non pensavo di trovarmi così bene essen-

do di Bergamo - conoscevo solo la collega di lavoro di mia sorella e la sua famiglia; mi sono trovata bene con il gruppo perché formato da persone speciali. Mi sono piaciute molto le Messe: belle le prediche dove a parlare era un amico che fa il prete. Vacanza assolu-tamente da rifare, con qualche giorno in più.

Anna: non mi dilungo negli elogi, ci hanno già pensato i miei compagni di viaggio ed io ovviamente concordo con tutt o ciò che è stato dett o. Vedere tutti darsi da fare, dai più giovani ai più adulti , è davvero bello e dà soddisfazioni. Tanti complimenti ai cuochi: i cibi erano talmente buoni che tutti volevano sapere le ricett e ma, da veri chefs, non ci hanno svelato i trucchi del mesti e-re.

Davide: gli unici limiti di questa vacanza erano gli orari dei pasti ; la strutt ura, un po’ datata ma vi assicuro che passava in secondo piano. Bella organizzazione, cibo ot-ti mo; anche i momenti di preghiera erano ben calibrati e suddivisi durante il giorno. Bella e molto divertente l’uscita a Mirabilandia.

Michela: non si è dovuto lavorare così tanto come si diceva. Pur non essendo una vacanza organizzata appo-sitamente per ragazzi, rapportarsi a persone più grandi è stato bello perché loro sono stati in grado di mett ersi alla nostra pari senza farci senti re la diff erenza d’età e darci ordini.

Andrea: bella vacanza! Mi sono diverti to e ho conosciu-to nuove persone. Mare bello, sopratt utt o quando era mosso: mi sono diverti to molto a giocare con le onde; belli anche i tornei interni organizzati di beach volley e di scala 40. Mi piacerebbe tornare in quel posto!La cosa più bella : le ragazze conosciute. Quella più brut-ta: pochi giorni, troppe messe.

Mauro: buona modalità, ma sopratt utt o alternati va, di proporre una vacanza non solo in sti le “ombrellone”, nella quale l’ individualismo lascia il posto alla collabo-razione.Sono riuscito a conciliare il lavoro del cucinare alla vita da spiaggia e al diverti mento: tutt a questi one di orga-nizzazione ed esperienza; una persona che non fa il cuoco di professione non sarebbe riuscita a ritagliarsi il tempo per uscire dalla cucina.Ho trovato il tempo per intensifi care relazioni che già esistevano e per tesserne di nuove; è ovvio che per fare una vacanza del genere bisogna certo mett ersi in gioco.

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La Lett era |28| Ott obre 2013

STARE, SO-STARE, DE-STAREFesta di Comunità

I primi giorni sembravano av-volgere le festa di Comunità in u n ’a t m o s f e r a autunnale anti-cipata: pioggia e temperature abbassate. E si sa che in queste cose il tempo conta molto. Poi, invece, il caldo è tornato.

Ma abbiamo sperimentato che ci sono re-altà che contano ancora di più del tempo meteorologico. Ad esempio, il volerci essere da parte di tanti nono-stante la pioggia, per alimentare aria di festa e partecipazione. Ad esempio la determinazione dei diversi referen-ti dei settori (cassa, pizza, bar, cucina, animazione, griglia…) che non si lascia-no perdere d’animo. Ancora, l’entusia-smo, unito certamente alla fatica, del

gruppo dei volontari con l’esuberanza di adolescenti e giovani.Così, abbandonato il tendone del circo, ab-

biamo vissuto i giorni della 5° festa di Co-munità nella tensostruttura a forma di casa, perché il clima che si crea intorno ad un tavolo con il cibo, le serate e i concerti, con l’animazione e i giochi,

gli spettacoli, la sfilata e lo stare insieme, ha il sapo-re di casa: “stare” era il titolo di questa prima tappa dell’inizio del nuovo anno pasto-rale.“Stare” ha voluto dire per molti sta-re al gioco, stare in compagnia, stare a servizio, stare…Stare per poi de-stare e per so-stare.Qui siamo ancora in ballo.

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La Lettera |30| Ottobre 2013

FRUTTI E RISULTATI La sera della festa di Santa Margherita, facendo un giro per le stradine di Carosso tutte addobba-te per il passaggio della processione che non è stata fatta per il brutto tempo, pensavo a quante volte ci si trova in situazioni simili: si è pensato, preparato, messo energie e risorse e poi… poi nulla. Non si fa.E questo ci sta tutto anche per un genitore nel compito mai fatto, una volta per tutte, di far cre-scere, educare, aprire ai valori della vita.Penso a tutte le volte in cui ci si attende dei ri-sultati e invece…Ma se non ci sono i risultati (che san più di cal-coli matematici e pianificazioni…) ci possono es-sere i frutti. Abituati a pensarli come sinonimi – risultati e frutti – rischiamo di non accorgerci.

SANTA MARGHERITAQuante volte i Santi rimangono sul trono e non ci lasciamo guidare dal loro esempio, loro che ci aiutano a vivere il Vangelo. Per Margherita la fede non è stata solo un bel vestito da mette-re, ma ha cambiato la sua vita, affascinata dalla persona di Gesù. Perché una ragazza di quindici anni dovrebbe lasciarsi uccidere per il Vangelo e rifiutare un’allettante proposta di matrimonio? Perché è stata affascinata da Gesù. Poi il drago, il demonio. Lei non si è lasciata ingoiare da esso. Quante volte noi ci lasciamo ingoiare dal male, schiavi del peccato, catturati dal male. Santa Margherita con la croce ha squartato il drago. Nel Vangelo i settantadue tornano pieni di gioia

LE FRAZIONI IN FESTA

Ad esempio: buon risultato sarebbe stato poter fare la processione tra i bei addobbi – molti nuo-vi ed originali – preparati. Buon frutto è il fatto che qualcuno abbia pensato per tempo, abbia progettato e realizzato.Anche in parrocchia a volte si vorrebbe vedere il risultato di tante iniziative proposte, ma bisogna avere occhi per i frutti che si concretizzano già nella passione con cui tante persone si dan da fare.Risultato per il CRE sarebbe stato per una squa-dra, vincere l’edizione 2013.Frutto, è l’amicizia e la disponibilità condivise, che non si misurano con i “punti” ma con la vo-glia di mettersi in gioco.Domenica, il Vangelo parlava di messe abbon-dante: frutti, più che risultati.

perché il male si sottometteva a loro nel nome del Signore. Ma Gesù dice: “rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nel cielo”. Guardare i Santi, guardare santa Margherita, significa cre-dere che il suo nome è stato scritto nel cielo, come il nostro. Dio non si dimentica di nessuno. Così don Lorenzo nella festa di Santa Margherita a Carosso ha riletto la vicenda di Santa Marghe-rita e il brano del Vangelo proposto nella cele-brazione. Il maltempo ha impedito la processio-ne, che sarebbe passata tra strade addobbate a festa e in modo originale. Dopo la benedizione, abbiamo comunque goduto dei brani musicali proposti dal Corpo musicale G. Rossini, mentre i profumi della cucina richiamavano per conclu-dere in bellezza le settimane di festa.

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MADONNA DE LA SALETTEIl globo di luce e le lacrime di Maria: sono stati questi i due elementi della storia della Salette che don Corinno, chiamato a presiedere la cele-brazione e la processione nella festa della Beita, ha proposto alla nostra riflessione.Nel suo stile appassionato e profondo ha tocca-to alcuni aspetti della nostra vita e delle rela-zioni familiari, invitando i genitori a parlare di Dio ai loro figli, ma, anche, a parlare a Dio dei figli, sia con lacrime di gioia che, a volte, di fa-tica e sofferenza, certi di esser accolti dalla mi-sericordia. Il messaggio della Salette si articola infatti intorno al tema della riconciliazione e non a caso nella seconda lettura della festa, San Pa-olo diceva: “vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare”… Don Corinno ci ha poi portato ai piedi della croce, là dove eravamo già presenti in Giovanni che si sente dire da Gesù: ”Figlio, ecco tua Madre”. Così, in compagnia del simulacro della Madonna con Massimino e Me-lania, portato sul trono ricoperto di rose e orchi-dee, abbiamo fatto un tratto di strada, segno del cammino più lungo della vita. Nei ringraziamen-ti al termine della celebrazione -per tutti coloro che hanno partecipato al triduo di preparazione e alla festa, per chi ha addobbato le vie, animato la celebrazione e per chi per un mese assicura il ristoro e il servizio nei fine settimana- abbiamo ricordato il cinquantesimo di sacerdozio di don Corinno che, un po’ commosso, ha assicurato il ricordo per la nostra Comunità.

SAN LORENZO La statua di San Lorenzo ha raggiunto anche Via Longoni, come avevamo indicato sulla lettera mandata alle famiglie della zona, con il deside-rio di coinvolgere una parte di paese con molte case e famiglie nuove. Così si è realizzata l’idea che era balenata lo scorso anno, a conclusione della festa.Don Andrea Lorenzi, direttore dell’oratorio di Ponte San Pietro e da poco nominato Arciprete di Endine, ha presieduto la messa e la proces-sione, spaziando, nell’affondo sulla Parola della Domenica, tra i tratti della vita di San Lorenzo e l’enciclica “Lumen Fidei”, il documento scritto a più mani da Benedetto XVI e da Papa Francesco, nel cuore dell’anno della fede. Il percorso della processione ha offerto nastri, fiocchi, fiori, cate-ne e… verdura: sì, pomodori rossi (per il marti-rio) messi a grappolo sul verde delle ringhiere.Non è mancato il momento del rinfresco con panini e torte, sempre allietato dalla musica del Corpo Musicale che aveva accompagnato anche i passi e la preghiera della Processione.

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La Lettera |34| Ottobre 2013

Tommaso Acerbis nasce nel 1563 a Olera, un paesino sopra Alzano. Fa il pastore e il contadino come i suoi famigliari, gente semplice che vive delle proprie fati-che, ma dal nome importante, forse nobili decaduti. A 17 anni la svolta: decide di farsi frate. A Verona il 12 settembre del 1580 riceve l’abito religioso nel novi-ziato di Santa Croce di Cittadella, prendendo il nome di Fra Tommaso da Olera. Rimane nel convento per tre anni. Gli altri frati gli insegnano a leggere e scri-vere, infrangendo una regola secondo la quale non si doveva perdere tempo con gli illetterati. Viene impe-gnato nella questua. Va così di casa in casa, sia in cit-tà, sia nelle campagne vicine dispensando preghiere e chiedendo in cambio viveri per i suoi fratelli. Non passerà inosservato. Il padre Giovenale Ruffini lo de-scrive come «maestro e specchio della perfezione religiosa, anzi un uomo colmo di ogni sorta di virtù». Nel 1605 si trasferisce a Vicenza nel convento di San Girolamo in Vivarolo dove viene nuovamente inca-ricato della questua. Dal 1612 al 1617 è a Rovere-to. Sia a Vicenza, sia a Rovereto cerca di stimolare la vocazioni di giovani ragazze; costruisce anche due monasteri: per le Cappuccine e le Clarisse. Nel 1618 è a Padova. E l’anno successivo viene chiamato

BEATO FRA TOMMASO DA OLERALo chiamavano “il rosso”. Fisicamente robusto, capelli tendenti al ros-so, vestito con un saio marrone, corda francescana ai fianchi, bar-ba incolta alla cappuccina, fronte stempiata: questo è l’aspetto di Fra Tommaso da Olera, un giovane pastore che si fa frate laico, umile tra semplici e potenti, un illetterato che scrive massime che finiscono tra le letture care anche a Papa Giovanni XXIII, un lavatore di scodelle che di-venta consigliere alla corte degli Asburgo. “Cantore dell’Immacolata”, “mistico del Cuore di Gesù”, “il Padre Pio del Nord”: i titoli abbondano.

INAUGURAZIONEALLA SCUOLA PRIMARIA“Giovedì 12 settembre, al suono della prima campanella è stata inaugurata la nuova rampa di accesso alla Scuola Prima-ria, realizzata sia per falicitare l’accesso alla scuola da parte di soggetti svantaggiati, sia per divenire l’accesso pedonale principale nel rispetto delle norme sulla sicurezza. Dopo gli interventi del Dirigente Scolastico e del Sindaco, la benedizio-ne dell’opera e del nuovo anno scolastico da parte di Don Giu-seppe, alunni e genitori si sono avviati lungo la nuova rampa, accolti dalle note nusicali del Maestro Coter che ha accompa-gnato il tenore Brina in un’emozionante esibizione canora.”

dall’arciduca Leopol-do V nel Tirolo. Ri-mane fino alla morte (il 13 maggio 1631) a Innsbruck città nella quale si trova il convento in cui viene sepolto. Nella valle dell’Inn opera intensa-mente per la Riforma cattolica promossa dal Concilio di Trento. Presto anche nelle terre di lingua tedesca si diffonde la sua fama di predicatore e si parla già dei suoi prodigi. Ed ecco che viene richiesto accanto agli arciduchi Leopoldo V e Claudia de Medici, alle arciduchesse d’Asburgo Maria Cristina ed Eleonora, al duca di Baviera Massimiliano I (Monaco), all’impe-ratore Ferdinando II (Vienna), all’arcivescovo Paride Lodron (Salisburgo).Sarà il riconoscimento della guarigione richiesta tra-mite intercessione dai famigliari di un trentunenne di Thiene (provincia di Vicenza) colpito da un ileotifo complicato, fatto avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 gennaio del 1906, a sbloccare la causa di beatifi-cazione. L’ufficializzazione è del 22 ottobre 2011 e il 10 maggio 2012 Papa Benedetto XVI firma il decreto per la beatificazione, avvenuta il 21 settembre 2013 in duomo a Bergamo.

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Durante le feste abbiamo affisso la gigantografia con il progetto delle Ope-re di risanamento, restauro conservativo ed adeguamento degli interni del-la chiesa della Madonna della Salette sita in località Beita di Palazzago.

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Battesimi

Domenica 21 luglio 2013 ore 11.30Avogadro Luca di Ivan e Maggioni Katiuscia, nato il 19 dicembre 2012

Cornali Carlo di Simone e Malzanni Ilaria, nato il 4 febbraio 2013

Cornali Guido di Simone e Malzanni Ilaria, nato il 4 febbraio 2013

Perico Aurora

Perucchini Diego

Cornali Carlo

Gambirasio Filippo

Avogadro Luca

Cornali Guido

Pesenti Leonardo

Locatelli Lisa

Bongarzone Nicole

Corbetta Anastasia

Domenica 9 giugno 2013 ore 15.00Bongarzone Nicole di Salvatore e Foggia Tania, nata il 18 gennaio 2013

Gambirasio Filippo di Davide e Cadei Elisa, nato il 10 settembre 2012

Perucchini Diego di Stefano e Mazzoleni Elena, nato il 14 gennaio 2013

Locatelli Lisa di Michele e Nava Rosalinda, nata il 5 gennaio 2013

Pesenti Leonardo di Luca e Consonni Chiara, nato il 29 gennaio 2013

Domenica 15 settembre ore 11.30Corbetta Anastasia di Andrea e Rota Scalabrini Silvia, nata il 27 maggio 2013

Perico Aurora di Matteo e Cisana Carolina, nata il 30 maggio 2013

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RIPAMONTISILVIAved. CAROZZAdi anni 81,deceduta il 14 luglio 2013

Sei sempre nel nostro cuore.La casa senza di te è vuota,

i tuoi cari

Defunti

Matrimoni

Lombardi Marioe Losa Nazzarena,

27 giugno 2013Butta Emilio

e Rota Scalabrini Monica,22 giugno 2013

Bonalumi Dimitrie Ripamonti Lisa,

Brocchione, 3 agosto 2013

Scotellaro Alessandro e Galli Alessia,Santuario Ambivere, 29 luglio 2013

Rota Claudio e Ravasio Anna,Botta di Sotto il Monte, 4 settembre 2013

Dalla Madre Superiora Generale Agnese Grasso, tramite Suor Adriana (Lodi) abbiamo ricevuto questo scritto:

Roma, 9 aprile 2013 Carissime Sorelle,

stamattina il Signore ha chiamato alla Pasqua eterna del Paradiso, la nostra carissima SUOR SATURNINA METICCI.

Era nata a Palazzago (BG) il 13.10.1924 ed era venuta a far parte del nostro Istituto il 21.9.1945.Ancora di voti temporanei, fu mandata a Messa, in Libia dove trascorse molti anni, a più riprese, nelle comunità di Messa,

Tobruk ed ElBeida. Conseguito il diploma di infermiera generica nel 1972, svolse questa missione anche in vari ospedali d’Italia, con competenza, sacrifi cio e amore. Ebbe una grandissima umanità verso gli ammalati ed, in genere, era con tutti largamente generosa ed altruista. Di carattere forte e schietto trovava nell’amore all’Eucarestia, il suo nutrimento, il suo centro, la sua più alta devozione. Dal 2008 si trovava a Lodi, dove le sorelle della comunità, in questi anni, l’hanno accompagnata nella malattia e nell’avanzare dell’età. Oggi è volata in cielo per cantare l’eterno Alleluia pasquale insieme alla Sacra Famiglia, al Padre Fondatore e alla schiera delle nostre amate sorelle che ci hanno precedute. Preghiamo per lei, perché possa godere in pienezza il bellissimo e glorioso Volto di Gesù che tanto ha adorato nell’Eucaristia, e chiediamole di intercedere per l’Istituto l’abbondanza di grazie, benedizioni e vocazioni di cui necessitiamo per far giungere il messaggio di Nazaret fi no agli estremi confi ni della terra.

In G.M.G., Madre Agnese Grasso,Superiora Generale

Zonca Gianbattistae Crespolini Mariagrazia,29 giugno 2013

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TIRONI GIUSEPPE detto Giosy(15/09/2012 - 15/09/2013)

“Luce e poi, nel tempo tuo, oltre il desiderio, riposerò”

La tua Adele

Anniversari

ROTA BULO’ROSA

(1996 - 2013)

LAMBRUCCHI ASSUNTA

(1978 - 2013)

“ALBINA”ROTA BULO’(2009 - 2013)

Alle donne più care e importanti della nostra vita, un tenero ricordo e una preghiera.

I vostri cari

CASTELLISANTINA(13/10/200813/10/2013)

CASTELLISANTINA(13/10/200813/10/2013)

BUTTA CARLO(16/7/201216/7/2013)

Nel silenzio dei nostri cuori sentiamo viva la vostra presenza che ci sostiene e ci guida nel diffi cile cammino della vita. Vi vogliamo sempre tanto bene!

I vostri cari

BONAITI GIUSEPPE(2001 - 2013)

La vita dell’uomo buono e onesto non fi nisce mai con la sua morte, ma continua nel ricordo di chi lo ha amato.

I tuoi cari

ONORANZE FUNEBRIDELL’ISOLA s.r.l.

Servizio diurno, notturno e festivo • Trasporti tutta in ItaliaVestizione salme • Disbrigo pratiche

Addobbi funerari • Cremazioni

24030 BREMBATE DI SOPRA (BG) - Via XXV Aprile 32 - Tel. 035.620916 - Fax 035.6220326Cell. Valter 335 6923809 - Cell. Luca 335 6904124

Valter Magri Luca Mangili

Servizio diurno, notturno e festivo • Trasporti in tutta ItaliaVestizione salme • Disbrigo pratiche

Addobbi funerari • Cremazioni

GIUSEPPE VISCONTI(2006 - 2013)

Sei sempre presente nei nostri pen-sieri. La tua bontà e generosità ri-marranno sempre nei nostri cuori. Ti ricordiamo con affetto,

i tuoi cari

CEFIS GIOVANNI(2011 - 2013)

Siamo sicuri che sei accanto a noi e lo sarai sempre perché il tuo ricordo è racchiuso nei nostri cuori: l’amore per te non fi nirà mai.

I tuoi cari

GHEZZI EUGENIO(1997 - 2013)

Vivi nella gloria di Dio e nel cuore dei tuoi cari.

TESINIGIOVANNI(1990 - 2013)

TESINIGIOVANNI(1990 - 2013)

GALANTEELIDE

ved. TESINI(2012 - 2013)

Il tempo passa ma il vostro ricordo vive sempre nei nostri cuoriCon affetto i vostri cari

KATIUSCIA CANDEAGO(1993 – 2013)

Ciao Kati sono trascorsi vent’anni da quel tragico giorno, mi sembrano un’eternità, ma questi anni mi sono serviti ad avvicinarmi sempre più a te, il tempo che ci separa ora è più breve e poi saremo ancora insieme, ma al-lora sarà per sempre!

La tua mamma

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La Lett era |39| Ott obre 2013

Desideriamo conti nuare il cammino delle sett e Chiese, conoscendo e approfondendo le sett e lett ere dell’Apoca-lisse. Ogni mese sarà guidato da una di esse, ascoltata come seconda lett ura di tutt e le messe e data in cartaceo ai ragazzi della catechesi. Il giovedì successivo don Maurizio Rota proporrà l’approfondimento catechisti co in due momenti e in due luoghi: nel pomeriggio (15.30 o 16.30, a seconda della stagione) in una chiesa delle frazioni e la sera alle 20.30 nella chiesa madre, la Parrocchiale, negli scranni del coro. Tra i due incontri visiteremo le case che lo desiderano, per la benedizione delle famiglie. Questo percorso sfocerà il 2 giugno con la seconda edizione della visita alle sett e Chiese della Comunità.

CARATTERISTICA

PROEMIO

Per una ChiesaSENZA AMORE

Per una ChiesaPICCOLA MA FEDELE

Per una ChiesaCHE HA CEDUTO AL COMPROMESSO

Per una ChiesaCHE HA TOLLERATO L’IDOLATRIA

Per una ChiesaPERSEGUITATA

Per una ChiesaCHE DORME

Per una ChiesaCHE SI VANTA

Per una Chiesa……………………….…

ALLA CHIESA DI...

EFESO

FILADELFIA

TIATIRA

PERGAMO

SMIRNE

SARDI

LAODICEA

PALAZZAGO

MESE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

DOMENICHE DI PRESENTAZIONE

13 ott obre

10 novembre

1 dicembre

19 gennaio

9 febbraio

9 marzo

4 maggio

18 maggio

2 giugnoVisita sett e Chiese

APPROFONDIMENTO CATECHESI

14 novembreBrocchione ore 15.30Parrocchiale ore 20.30

5 dicembrePrecornelli ore 15.30

Parrocchiale ore 20.3023 gennaio

Montebello ore 15.30Parrocchiale ore 20.30

13 febbraioBeita ore 15.30

Parrocchiale ore 20.3013 marzo

Parrocchiale ore 15.30Parrocchiale ore 20.30

8 maggioSalvano ore 16.30

Parrocchiale ore 20.3022 maggio

Carosso ore 16.30Parrocchiale ore 20.30

“bEATo CHI LEGGE, bEATI CoLoro CHE ASCoLTANo...”Ap 1,3

doNNE E UoMINI CAPACI dI vANGELoCammino Pastorale 2013-14

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