nostro tempo 28 ottobre 2012

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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P. Domenica 28 ottobre 2012 Anno LVI n° 38 • euro 1.20 Tra fede e incredulità Sabato scorso il convegno biblico diocesano sul Vangelo di Giovanni A PAGINA 3 Spiritualità GIORNALE LOCALE Le priorità di vita secondo i giovani Il luogo dell’Ora et Labora I giovani considerano il lavoro e la famiglia come due certezze. Sono disponibili a qualsiasi tipo d’impiego, ma hanno paura dell’incertezza del posto; la famiglia, poi, resta il punto di riferimento nella fase di transi- zione verso il lavoro”: così Graziano Trerè, amministrato- re unico Ial nazionale (ente della Cisl per la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento professionale, culturale e sociale dei lavoratori, giovani e adulti) ha sintetizzato i risultati della ricerca su “Il futuro delle nuove generazioni in Italia”, focalizzata sulle dimensioni del vissuto giovanile nell’era della precarietà. Presentata nei giorni scorsi a Roma, la ricerca è stata realizzata su un campione di giovani ita- liani tra i 18 e i 34 anni. I dati restituiscono una fotografia alquanto nitida del pensiero dei giovani su temi importanti per il loro futuro. Per il 91% degli intervistati “l’occupazione è una priorità di vita”, superando, tra le cose importanti, il primato della fa- miglia (90%). Il 71% ha dichiarato che “oggi è preferibile fare qualsiasi lavoro purché remunerato”. Nella percezione di più di sei intervistati su dieci, “chi studia oggi occuperà in futuro una posizione sociale ed economica meno privilegiata rispetto alle precedenti generazioni”. Il pessimismo aumenta tra coloro che hanno elevata scola- rizzazione in quanto pensano che per i laureati “l’ascensore sociale è fuori uso”. Il 72% lamenta la discontinuità del lavo- ro: a circa 7 su 10 manca un reddito adeguato per pianificare la propria vita presente e futura. C’è poca fiducia nel futuro: dall’indagine è emerso che le nuove generazioni si “adattano in modo remissivo e agiscono pensando all’oggi, senza deter- minismi e illusioni”. Alla domanda in che condizione pen- sano di trovarsi tra cinque anni, quattro giovani italiani su dieci hanno risposto “con un lavoro non stabile”, solo il 22% si vede “stabilizzato e ben retribuito”; un quinto pensa che si troverà ancora nella condizione di chi cerca occupazione, un pessimismo che cresce fra le donne. Tutto ciò aumenta i timori rispetto alle prospettive lavorative: il 70% ha paura di restare senza lavoro o di averne uno precario (61%), il 60% di non riuscire a costruire famiglia, il 56% di non maturare la pensione, il 53% di non poter risparmiare o acquistare una casa (51%). Fin qui i dati che fanno vedere “più nera” la situazione: una versione di tendenza sarà possibile? E, se sì, in che modo? Ma ci sono, per fortuna, anche punti di forza. Alla fami- glia sono “riconosciute funzioni sussidiarie, di welfare”; la permanenza nel nucleo familiare d’origine è una condizione forzata, ma la famiglia “rimane importante nelle nuove ge- nerazioni e alimenta la dimensione delle aspirazioni”. Nel segmento dei giovani/adulti, la famiglia è “punto di forza d’origine e prospettiva attesa e desiderata”. Da qui, da queste aspettative, si potrebbe ripartire… FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Uniti per l’impresa Documento di tutte le associazioni datoriali per ripartire dopo il sisma A Villafranca la nuova chiesa A PAGINA 7 e 8 La ricostruzione Terminato il restauro, nuova vita per l’antico cortile della spezieria della basilica di San Pietro, ora riaperta dopo il sisma. Nel cuore di Modena uno spazio per la meditazione e il silenzio Pagina 20 50 anni fa il Concilio Il 7 novembre la prima conferenza su ‘Lumen Gentium’. Il 29 ottobre incontro con Roberto Repole A PAGINA 10 e 11 Un dono per tutti

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FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.itSETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.P.

Domenica 28 ottobre 2012 Anno LVI n° 38 • euro 1.20

Tra fedee incredulitàSabato scorso il convegno biblico diocesano sul Vangelo di Giovanni A PAGINA 3

Spiritualità

GIOR

NALE

LOCA

LE

Le priorità di vitasecondo i giovani Il luogo

dell’Ora et LaboraI giovani considerano il lavoro e la famiglia come due certezze. Sono disponibili a qualsiasi tipo d’impiego, ma hanno paura dell’incertezza del posto; la famiglia, poi, resta il punto di riferimento nella fase di transi-

zione verso il lavoro”: così Graziano Trerè, amministrato-re unico Ial nazionale (ente della Cisl per la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento professionale, culturale e sociale dei lavoratori, giovani e adulti) ha sintetizzato i risultati della ricerca su “Il futuro delle nuove generazioni in Italia”, focalizzata sulle dimensioni del vissuto giovanile nell’era della precarietà. Presentata nei giorni scorsi a Roma, la ricerca è stata realizzata su un campione di giovani ita-liani tra i 18 e i 34 anni. I dati restituiscono una fotografia alquanto nitida del pensiero dei giovani su temi importanti per il loro futuro.Per il 91% degli intervistati “l’occupazione è una priorità di vita”, superando, tra le cose importanti, il primato della fa-miglia (90%). Il 71% ha dichiarato che “oggi è preferibile fare qualsiasi lavoro purché remunerato”. Nella percezione di più di sei intervistati su dieci, “chi studia oggi occuperà in futuro una posizione sociale ed economica meno privilegiata rispetto alle precedenti generazioni”.Il pessimismo aumenta tra coloro che hanno elevata scola-rizzazione in quanto pensano che per i laureati “l’ascensore sociale è fuori uso”. Il 72% lamenta la discontinuità del lavo-ro: a circa 7 su 10 manca un reddito adeguato per pianificare la propria vita presente e futura. C’è poca fiducia nel futuro: dall’indagine è emerso che le nuove generazioni si “adattano in modo remissivo e agiscono pensando all’oggi, senza deter-minismi e illusioni”. Alla domanda in che condizione pen-sano di trovarsi tra cinque anni, quattro giovani italiani su dieci hanno risposto “con un lavoro non stabile”, solo il 22% si vede “stabilizzato e ben retribuito”; un quinto pensa che si troverà ancora nella condizione di chi cerca occupazione, un pessimismo che cresce fra le donne. Tutto ciò aumenta i timori rispetto alle prospettive lavorative: il 70% ha paura di restare senza lavoro o di averne uno precario (61%), il 60% di non riuscire a costruire famiglia, il 56% di non maturare la pensione, il 53% di non poter risparmiare o acquistare una casa (51%). Fin qui i dati che fanno vedere “più nera” la situazione: una versione di tendenza sarà possibile? E, se sì, in che modo?Ma ci sono, per fortuna, anche punti di forza. Alla fami-glia sono “riconosciute funzioni sussidiarie, di welfare”; la permanenza nel nucleo familiare d’origine è una condizione forzata, ma la famiglia “rimane importante nelle nuove ge-nerazioni e alimenta la dimensione delle aspirazioni”. Nel segmento dei giovani/adulti, la famiglia è “punto di forza d’origine e prospettiva attesa e desiderata”. Da qui, da queste aspettative, si potrebbe ripartire…

FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it

Uniti per l’impresaDocumento di tutte le associazioni datoriali per ripartire dopo il sismaA Villafranca la nuova chiesa A PAGINA 7 e 8

La ricostruzione

Terminato il restauro,nuova vita per l’antico cortile della spezieria

della basilica di San Pietro, ora riaperta dopo il sisma.Nel cuore di Modena uno spazio

per la meditazione e il silenzioPagina 20

50 anni fa il Concilio

Il 7 novembre la prima conferenza su ‘Lumen Gentium’. Il 29 ottobre incontro con Roberto Repole A PAGINA 10 e 11

Un dono per tutti

2 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

Sinodo dei vescoviIl lavoro e i temi in agenda al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione

Con grande realismo

Sono già a buon pun-to i lavori del Sinodo dei vescovi, che si è aperto il 7 ottobre

È proprio una gran bella storia quella che ci narra Marco sul passaggio di un uomo dal buio alla luce, dalla cecità completa al vederci bene. Proviamo ad immaginare le condizioni di un non vedente duoe-

mila anni fa: nella miseria più nera, senza alcun rapporto, gior-no e notte per le strade ad elemosinare, con la sola... ricchezza di un mantello per ripararsi dal freddo…Ha sentito parlare di Gesù e del bene che sta facendo. E, ades-so che gli passa accanto, prende coraggio e lo invoca, grida: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” e insiste…Gesù lo fa chiamare e avvicinare.C’è chi aiuta il cieco: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”Lui si libera subito del mantello e si avvicina a Gesù che gli chiede: “Cosa vuoi che io faccia per te?”, “Che io veda di nuo-vo” è la richiesta accorata.Il cieco esprime la invocazione in modo tale che Gesù ricono-sce in lui la capacità di affidarsi pienamente: “Va’, la tua fede ti ha salvato”.Per quell’uomo comincia una vita nuova. Vede e si mette a se-guire colui che gli ha ridato la vista e la vita, possiamo imma-ginare con quanta gratitudine.E’ l’avventura di uno senza luce, senza rapporti vivi, senza op-portunità di cambiamento, che riacquista insieme vista e fede.Per ogni uomo che incontra Gesù è possibile passare dal buio alla luce, dalla incredulità alla fede viva. Occorre però la con-sapevolezza della propria situazione e, insieme, il desiderio, il bisogno, l’invocazione della salvezza.Occorre provare la gioia del vederci di nuovo, dell’azione mira-colosa che riporta alla vita.Come leggiamo in Geremia, nella prima lettura, lo zoppo, il cieco, la donna incinta… “erano partiti nel pianto – erano un piccolo resto di Israele – io li riporterò tra le consolazioni a fiu-mi d’acqua, per una strada diritta in cui non inciamperanno”...Tutto questo perché Dio è un padre amorevole. Quando Lui interviene tutto diventa nuovo, tutto si fa luminoso.

“La tua fede ti ha salvato”(Mc 10,52)

Riflessionisulla Parola

G.G

• don Gianni Gherardi*

con l’omelia, corposa, del Pa-pa sul tema così importante della “nuova evangelizzazio-ne”.Benedetto XVI ha ripetuto che essa è “orientata princi-palmente alle persone che, pur essendo battezzate, si so-no allontanate dalla Chiesa e

vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana”.Il Papa ha fornito un’altro prezioso contributo inizian-do, l’11 ottobre, l’Anno della fede e suggerendo l’immagi-ne forte di un “pellegrinag-gio nei deserti del mondo contemporaneo in cui porta-

re con sé solo ciò che è essen-ziale: non bastone, né sacca, né pane, né denaro, non due tuniche - come dice il Signo-re agli Apostoli inviandoli in missione- ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione, come pure lo è il catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato venti anni or sono”.Sull’Osservatore Romano, giorno per giorno, vengono riportate le sintesi dei diversi interventi dei padri sinodali (quasi 300 vescovi prove-nienti da tutto il mondo, ol-tre ai rappresentati di altre Chiese e agli invitati): una straordinaria varietà di situa-zioni, di accenti, di problemi, con una profonda sensibilità umana ed ecumenica e l’esi-genza di un ascolto reciproco. Dei gruppi di lavoro (circuli minores) non si hanno noti-zie. Tra gli interventi, in assem-blea, sembrano di particolare interesse quelli che riguar-dano le diverse situazioni mondiali di scristianizzazio-ne e quelli che suggeriscono qualche indicazione di solu-zione.Per fare qualche esempio dei tanti problemi affrontati: il ruolo della parrocchia, il dia-logo con la scienza, i mezzi di comunicazione sociale, i diritti umani, la dottrina so-ciale della Chiesa, la famiglia con le difficoltà di divorziati e rispostati, il primo annun-cio e la catechesi agli adulti e ai piccoli, la povertà, il ca-tecumenato di recupero, la testimonianza della carità…Non sono mancati nelle as-semblee comuni i riferimenti preoccupati e appassionati ad alcune difficili situazioni socio-politiche: tra tutte, Ni-geria, Siria, Haiti…Un mondo intero, estrema-mente variegato si è reso pre-sente con grande realismo.I vescovi italiani presenti

hanno sottolineato alcuni peculiari realtà e sensibilità e hanno ricordato a un Paese di antiche tradizioni cristiane come siano particolarmente importanti i lavori di questa assise, per tanti italiani che pur battezzati si sono al-lontanati dalla Chiesa e, per quanti battezzati senza alcu-na consapevolezza, continua-

no a chiedere il battesimo per i loro figli, ponendo concre-tamente e urgentemente la necessità di una nuova evan-gelizzazione.Non sarà da spegnere questa esigenza, sarà da portare par-ticolare attenzione a quanto il Sinodo produrrà.* direttore ufficio comunicazioni

sociali e cultura

Sinodo dei vescovi al “giro di boa”, nei giorni scorsi, e a metà cammino il bi-

lancio stilato da alcuni padri sinodali ai giornalisti è sicu-ramente positivo. Con la pre-sentazione della “Relatio post disceptationem” che fa il punto di tutte le discussioni avvenute in aula, fino alla conclusione (il 28 ottobre) i padri sinodali si ri-uniscono nei circoli minori per presentare poi al Santo Padre le preposizioni finali del Sinodo. Il card. John Tong Hon, arcive-scovo di Hong Kong, parla ai giornalisti del Sinodo usando tre parole: “Meraviglioso, dif-ficile, possibile”. “Meraviglioso - spiega - perché è un conses-so incredibile che ci permette d’incontrare e ascoltare fratelli vescovi provenienti da tutto il mondo”. “Difficile” perché l’e-vangelizzazione oggi si scontra con “la realtà della mancanza di vocazioni” e dell’“edonismo”. “Possibile - conclude l’arcive-

I padri sinodali

“Meraviglioso, difficile, possibile”scovo cinese - perché siamo pieni di speranza per il futuro dell’evangelizzazione”. Tanti dei padri sinodali presenti alla conferenza stampa hanno sot-tolineato quanto sia stata im-portante la presenza “costante” del Santo Padre ai lavori sino-dali. “Una presenza - ha detto il card. Tong Hon - incorag-giante e ispiratrice” dando “consigli e idee positive che ci permettono di arricchire la Chiesa e di andare avanti nel mondo con il suo umanesi-mo”. L’arcivescovo di Kinsha-sa, card. Laurent Monsengwo Pasinya, ha sottolineato che l’evangelizzazione è “nuova” e alla ricerca di linguaggi e me-todi nuovi perché si confron-ta con un mondo che “non si pone più la questione di Dio o la pone male”. Mons. Jan Babjak, arcivescovo metropo-lita di Presov per i cattolici di rito bizantino (Slovacchia), ha parlato “dell’importanza di

alcuni luoghi di pellegrinag-gio” come i santuari mariani, “luoghi dove le persone sono più disponibili ad ascoltare la voce di Dio e aprire i cuori e le menti alle cose belle che ha creato”. Mons. Jose Ho-racio Gomez, arcivescovo di Los Angeles, ha parlato di un “esperienza fortissima” di “universalità della Chiesa” grazie alla presenza di vescovi di tutto il mondo che ha da-to la possibilità di fare “una valutazione” sullo stato della Chiesa nel mondo e di par-tecipare ad uno “scambio di esperienze” per capire “cosa fare per il futuro”. L’arcivesco-vo greco-cattolico dell’Ucrai-na, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, ha infine concluso gli interventi dicendo: “Si av-verte un grande entusiasmo. Se posso usare un’immagine per descrivere questo Sinodo, direi: la Chiesa è nelle fiamme dello Spirito Santo”.

3Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

Spiritualità

Venerdì 2 novembre la Chiesa celebra la commemorazione dei fedeli defunti, una ricorrenza non a caso anche cronologica-mente collegata alla festa di Tutti i Santi, il giorno precedente.

La Chiesa fin dai primi tempi ha coltivato con grande pietà la me-moria dei defunti e ha offerto per loro i suoi suffragi. A Roma si iniziò a celebrare la commemorazione di tutti i fedeli defunti fin dal XIV sec. Non a caso, nei riti funebri la Chiesa celebra con fede il mistero pasquale, nella certezza che quanti sono diventati con il Bat-tesimo membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con lui alla vita senza fine. (vd. Rito delle esequie, 1). Fino a quando il Signore Gesù verrà nella gloria, e distrutta la morte gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando Dio. Tutti però comu-nichiamo nella stessa carità di Dio. L’unione quindi di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali, come ricorda, in questo 50° anniversario del Concilio Vaticano II la Costituzione dogmatica sulla chiesa “Lumen gentium”, (n° 49).

Nella stessa carità di Dio

Tra fede e incredulità

Il convegno biblico ha la funzione di introdur-re nella lettura del libro biblico proposto per

l’anno pastorale; quest’anno, in sintonia con la scelta del Papa di dedicare l’anno alla riflessione sulla fede, é stata proposta la lettura del Vange-lo di Giovanni, attraverso la comprensione di personaggi particolarmente significativi in ordine alla fede: Maria, il Battista, il Discepolo amato ecc. Come accade ormai da alcuni anni, il Servizio bibli-co ha preparato un volumet-to (“Credi tu questo?”-figure della fede nel IV Vangelo), come strumento per sostene-re i percorsi di lettura che si faranno nelle varie realtà par-rocchiali. Il convegno si é te-nuto sabato scorso al Centro famiglia di Nazaret; ha avuto per tema: “fede e increduli-tà nel Vangelo di Giovanni” e per relatori il biblista don Maurizio Marcheselli, do-cente alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna di Bo-logna, e il nostro vicario gene-rale don Giacomo Morandi. Don Maurizio ha scelto due figure: la donna di Samaria e

Sabato scorso al Centro Famiglia di Nazareth il convegno biblico diocesano su figure significative del Vangelo di Giovanni

SpiritualitàL’angolodella

Nella tua bontà, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro; ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato (Sal 29,8).Se nascondi il tuo volto, vengono meno, togli loro

il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere (Sal 103,29).L’uomo normale prima o poi, in modo esplicito o anonimo si pone certi interrogativi, che ha dentro di sé e che non può reprimere se non con uno sforzo innaturale. Si rende conto che lui da solo può dare “risposte corte”; il credente sa che solo Dio può offrire “risposte lunghe” e soddisfacenti. Guai se Dio “nasconde il suo volto”!La fede, quindi, non è imposizione di Dio, per essere servito e ossequiato, ma risposta misericordiosa all’uomo, che si interro-ga sui problemi esistenziali.L’uomo si rende conto che la risposta fondamentale: “Chi sono? Dove vado?” necessita di un salto ontologico, che non dipende da lui.Tale desiderio è espresso pure da Nietzsche: “Ogni piacere vuole eternità, vuole profonda eternità, perché è solo nei mo-menti in cui l’uomo raggiunge o semplicemente ritiene di aver raggiunto la vita autentica, che egli davvero non vorrebbe ve-derli passare via e vorrebbe renderli eterni”.L’uomo, infatti, è creato a immagine e somiglianza di Dio; ve-dendo Dio vede se stesso e giunge a scoprire la propria gran-dezza.

Anno della fedeL’uomo chiama Dio

• don nardo masetti

il cieco nato, per illuminare due distinti cammini di fede, che portano al discepolato del Signore, a partire da situa-zioni di distanza; d.Morandi ha invece trattato della Pas-sione secondo Giovanni. Le relazioni, di grande bellezza, ricchezza e intensità, saranno disponibili sul sito diocesa-no verso la fine dell’anno. Di seguito: alcuni spunti, per far sentire un po’ del loro sapore. La donna di Samaria: pun-to di partenza del racconto é una duplice sete; quella della donna e quella di Gesù (che é la sete di Dio); la sete espri-me un bisogno, materiale e spirituale, insieme a un desi-derio ardente: la donna finirà per desiderare quell’acqua che

estingue ogni genere di sete, mentre il bisogno di Gesù é che quella donna abbia la vita come Dio la possiede e perciò che giunga a credere, perchè la fede é la condizione per avere questa vita. Il loro incontro, al pozzo, che evoca i fidanzamenti dei patriarchi, ha una dinamica sponsale; infatti c’é in esso un dare e un ricevere e un saziarsi reci-proco. Quell’acqua che Gesù promette é l’acqua della Paro-la, che potrà divenire intima all’uomo e attuale alla sua vita per la attività dello Spirito. Il cieco nato: il racconto pro-

cede per 4 tappe che defini-scono un cammino di fede. C’é un iniziale dare credito (il cieco va alla piscina di Si-loe sulla parola di Gesù), c’é poi un rimanere nella Parola (quando il cieco é sottoposto a insistenti pressioni perchè prenda le distanza da colui che lo ha guarito), c’é un pro-gredire nella conoscenza della Verità (cioè: del mistero per-sonale di Gesù) che lo rende discepolo; c’é infine la espe-rienza di una grande libertà

interiore. E accanto a questa figura di fede, Giovanni trat-teggia la condizione della incredulità (nei capi che si induriscono) e della fede che, per paura, non arriva alla con-fessione (i genitori del cieco). La Passione: la croce esprime la regalità di Gesù che non é secondo la logica del mondo ma che é secondo la logica dell’amore. Il grande gesto della lavanda dei piedi antici-pa e significa la passione. Le parole-idee chiave sono: l’in-

• carlo cantini

Tutti i Santi!Una riflessione sulla festa liturgica del primo novembre

È la festa dei Santi – Tutti i Santi!, co-nosciuti e anonimi – vicina alla memoria

dei defunti o è la seconda ac-costata alla prima per invocare misericordia e far crescere la speranza che consola il lutto? Non importa; conta avere da-vanti tutti, Santi e defunti, co-me Gesù aveva davanti al suo sguardo le folle e, in mezzo, i dodici. Gesù vede tutti, le folle come i due pescatori. Si ferma e sale sul monte, per vedere meglio e più al largo.Beati quelli che non sono so-li. Giovanni il Battista aveva avuto parole di fuoco ma che annunciavano la vicinanza del “Regno dei cieli”; Gesù dice che quel Regno vicino è già presente e riguarda le persone che ha davanti. Beate soprat-tutto perché non sono più sole: Gesù è lì, con loro. Dieci beatitudini perché dieci volte torna la parola beati a rit-mare le parole del Signore, eco dei canti del popolo di Dio, fin dall’inizio del primo Salmo: “Beato l’uomo...”. Solo Dio poteva dirlo e vedere nell’uo-mo che vive della legge del Si-gnore il paragone con “l’albero

• anGelo sceppacerca piantato lungo corsi d’acqua”. Le beatitudini son ben più che semplice gioia; ognuna e tutte insieme sono una straordina-ria icona di Gesù, del suo in-segnamento e della sua opera. Per questo il “beato” è una per-sona benedetta; perché riceve, in Gesù, il dono dell’adozione a figlio di Dio. È beato, su tut-ti, chi può rivolgersi a Dio e chiamarlo Padre. Beati sono i missionari uccisi a causa del Vangelo: compagni dell’Agnello che hanno lavato le loro vesti nel suo sangue e ora vivono per sempre e in-tercedono per noi. Sono i miti delle beatitudini che ricevono dal Padre l’eredità della terra perché hanno rinunciato a di-fendersi. Le beatitudini non dicono che cosa deve fare l’uomo. Mo-strano invece che cosa fa Dio in Gesù e come agisce nella storia umana. Nella discesa di Mosè dal monte, sulle tavole dei dieci comandamenti c’era scritto quello che l’uomo do-veva fare; nella discesa di Gesù dal monte Dio rivela che cosa fa lui. Chi sono i Santi? Una maestra di una scuola materna aveva portato la sua classe a visitare una chiesa con le figure dei Santi sulle vetrate luminose.

Ritornati dalla visita, il parroco domandò ai bambini: “Sapete chi sono i Santi?”. Un bambi-no rispose: “Sì, sono quelli che fanno passare la luce!”. Sì, ma ci vuole la fede. I cam-pi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie ingiallite pendevano dai rami. L’erba era sparita. La gente era nervosa, mentre scrutava il cielo. Da mesi non cadeva una vera pioggia. Il parroco orga-

nizzò un’ora di preghiera per implorare la grazia della piog-gia. All’ora stabilita la piazza era gremita. Molti avevano portato oggetti che testimo-niavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riu-sciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compo-stamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

nalzamento (torna 3 volte in punti di grande importanza); il giudizio (il principe di que-sto mondo é già condannato); la riunione dei figli di Dio dalla dispersione; la Penteco-ste (consegnò lo Spirito); la nascita della Chiesa (stavano presso la croce sua madre...e accanto a lei il discepolo che egli amava); e l’apice del sen-so del racconto è affidato alla Maddalena: “Va’ dai miei fra-telli e dì loro: salgo al Padre mio e Padre vostro”.

4 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

Attualità

Al via le Officine della Solidarietà

È partita mercoledì 24 ottobre la no-na edizione de “Le officine della Soli-

darietà”, il progetto a cura del Centro Servizi Volontariato di Modena e di associazioni di volontariato modenesi rivol-

Il progetto per valorizzare il volontariato modenese, a cura di Csv e associazioni, sarà al Foro Boario fino al 31 ottobre

to a studenti delle classi terze delle scuole medie e delle clas-si prime e seconde delle scuole superiori del distretto di Mo-dena.Valorizzare il volontariato in quanto portatore e testimone di valori etici di riferimen-to, soprattutto per i giovani, proponendo stili di vita che mettano in primo piano il va-lore della persona e, al tempo stesso, promuovere nei ragazzi il senso di solidarietà, inte-sa come cittadinanza attiva e pratica di corresponsabilità nella costruzione della società

civile, rappresenta il principa-le obiettivo di questo proget-to. Si tratta di un’iniziativa di promozione della cittadinanza attiva finalizzata ad un primo incontro tra studenti e mon-do del volontariato locale e si distingue da altri percorsi per il suo carattere fortemente in-terattivo, lasciando spazio ad ulteriori approfondimenti nel-le normali attività scolastiche che seguono alla visita.Tra gli obiettivi del progetto offrire agli studenti un’occa-sione di contatto con le pro-blematiche del volontariato

modenese all’interno di la-boratori preparati dalle asso-ciazioni, presentare ai docenti uno spazio utile a sostenere percorsi di solidarietà già av-viati nelle classi o nelle scuo-le, sperimentare nuove forme di incontro tra volontariato e mondo giovanile.“Le officine” sono uno spazio organizzato in cui i volontari interagiscono con gli studenti in visita per presentare le lo-ro associazioni all’interno di laboratori di animazione con percorsi, giochi, video, test, oggetti, cartelloni. Il percor-

In nome di modenesi e reggiani

Modena e Reggio, Reggio e Mo-dena o, chissà, Secchia o addi-

rittura Lambrusco. E perché non Emilia Centrale, dato che c’è già quella di Romagna? Mentre le province perdono peso (politico e amministra-tivo) il tema della denomina-zione del nuovo ente che da giugno 2013 metterà insieme chi si identifica nella Ghir-landina con chi ha come sim-bolo il tricolore, è stato per il momento risolto… all’italiana, ovvero con un rinvio. Non sarà

Rinviata la scelta della denominazione della nuova provincia unica, sul tavolo restano questioni importanti

• paolo seGhedoni

la Regione, tantomeno il Go-verno, a decidere come si chia-merà la nuova provincia (che, al di là dei pareri e delle idee sarà comunque la più grande della regione con più di 1 mi-lione e 200mila abitanti, con un tessuto economico che al di là della crisi è comunque molto diffuso e con un Pil da picco-lo stato europeo), ma le stesse autonomie locali che prima

avevano passato la ‘patata bol-lente’ per poi ritrovarsela. Una considerazione scontata: che il ‘capoluogo’ della nuova provin-cia sarà Modena non lo dicono solo le carte (la sede principa-le dell’ente sarà proprio sotto la Ghirlandina), ma anche le dimensioni sia come numero di abitanti che di estensione geografica, senza dimenticare la storia. Ma è anche vero che

i ‘cugini’ d’oltre Secchia non hanno preso bene (almeno a livello politico e istituzionale) quella che qualcuno considera una annessione, da qui nasce la diatriba sul nome e sulla ‘precedenza’, ovvero se partire con Modena (come vorrebbe la logica) o con Reggio (come sembrava fino a pochi giorni fa). Detto che quello del nome è un dibattito che appassiona il

so della visita alle officine è articolato in diverse attività proposte da 24 associazioni, raggruppate in quattro settori; ogni settore viene introdotto da una breve scena teatrale. Ogni classe, nell’accedere ad un settore, viene suddivisa in piccoli gruppi che hanno pre-so contatto ciascuno con una associazione. Ogni gruppo, soffermandosi per 25 minuti circa all’interno del settore, al termine del percorso di due ore ha interagito con quattro associazioni di volontariato e la classe, nel suo complesso,

ha fatto esperienza di 24 asso-ciazioni. Ovviamente ciò crea la premessa per un momen-to successivo da svolgere in classe, nel quale ogni gruppo racconta la propria esperien-za in modo da estendere a tutti la conoscenza dell’intera rassegna e di confrontare le suggestioni ricevute. Per faci-litare tale compito, sono stati prodotti materiali diversi, per i ragazzi e per i docenti, che fa-cilitano il lavoro in classe. “Le officine della solidarietà” pro-seguiranno al Foro Boario fino a mercoledì 31 ottobre.

giusto, e che le parti politiche hanno giocato molto su questo (in particolare il Pdl e la stessa Lega ne ha fatto una battaglia, ma non mancano anche espo-nenti Pd che, al di là di tutto, hanno espresso il gradimento per Modena e Reggio e non viceversa), restano da cogliere alcuni aspetti che dettagli non sono. Da giugno 2013 l’espe-rienza delle province, così come le conosciamo, finirà e nasce-ranno le ‘nuove province’ che non avranno più un sistema di elezione diretta dei cittadini, ma i cui organi saranno scelti dai comuni. In pratica, quindi, restano aperti i nodi legati ai centri istituzionali (si dice che a Reggio andranno la Que-stura e la Motorizzazione, ad esempio) e quelli sui risparmi che saranno possibili. Di certo si risparmierà a livello di rim-borsi e compensi per gli am-ministratori e per i consiglieri, mentre i dipendenti (almeno stando a quanto detto sinora) resteranno al loro posto, anche

se potrebbero cambiare sede operativa e, magari, spostarsi di qualche decina di chilometri. Infine, quindi, si torna al no-me e alle valenze psicologiche, certo, ma anche pratiche e di cosiddetto ‘marketing terri-toriale’. Un marketing, quello della fascia centrale dell’Emi-lia, che ha potenzialità ele-vatissime (enogastronomia, eccellenze produttive, arte antica e moderna…) ma che vanno sfruttare al meglio e con strumenti adeguati al mondo globalizzato.Per finire, siamo proprio sicu-ri che un nome differente da quelli (che naturalmente reste-ranno per le città) di Modena e Reggio non possa essere un buon compromesso e possa aiutare una integrazione che, nome o non nome, è già in atto da anni come dimostrano uni-versità, distretti industriali, per-sino associazioni di categoria (la Confartigianato Lapam ha già fatto la fusione, Cna e altre ci stanno pensando)?

VescovoAgenda del

Domenica 28 ottobre 2012 5NostroTempo

“Bibbia per caffè”Spiritualità peri sacerdoti

La Bibbia non invec-chia mai e anche le pagine meno note so-no perle preziose da

riscoprire, come il piccolo Li-bro di Rut - un libro femminile per eccellenza dai personaggi all’autrice, valorizzato più da-gli ebrei che dai cristiani - che insegna il valore dell’umanità e della solidarietà fra diversi: messaggi incarnati dalle pro-tagoniste - paradossalmente suocera e nuora - che riescono a condividere dolore e gioia,

Mercoledì 31 ottobre ore 11 in Arcivescovado Conferenza stampasul ciclo di incontri per il Concilio

Giovedì 1 novembre ore18 in Duomo s. messa

Venerdì 2 novembre ore 9 al Cimiterocittadino – s.messaore 18 in Duomo – s.messa

Sabato 3 novembreore 18 in Duomo – s.messa per i Vescovi defunti

Diocesi

Riprendono, in quest’anno pastorale, Anno delle fede, gli incontri di preghiera proposti dalla Caritas diocesana al centro di accoglienza Porta Aperta in strada Cimitero di

S.Cataldo 117 a Modena. “Ai poveri è annunciata la buona no-tizia” (Mt 11,5): questo il filo che lega gli incontri di preghiera presieduti dal vicario episcopale mons. Paolo Losavio. Il primo appuntamento è fissato per martedì 30 ottobre alle ore 21. Le altre date più prossime sono giovedì 22 novembre sempre alle ore 21, quando la preghiera sarà guidata da frere John di Taizè; per chi è interessato, l’incontro di preghiera sarà preceduto alle ore 19 da incontro sul tema della nuova solidarietà e alle 20 dalla cena presso la mensa di Porta Aperta (per la cena occorre co-municare la propria partecipazione allo 059/827870 entro il 18 novembre 2012).Mercoledì 12 dicembre alle ore 18 la s.messa in preparazione al Natale sarà presieduta dall’arcivescovo della diocesi di Modena-Nonantola mons.Antonio Lanfranchi presso il Santuario Ma-donna del Murazzo.Nel nuovo anno, gli appuntamenti di preghiera sono, sempre alle ore 21, giovedì 24 gennaio, giovedì 28 febbraio, mercoledì 20 marzo (alle ore 18 con la s.messa in preparazione alla Pasqua presso il Santuario Madonna del Murazzo), martedì 23 aprile, giovedì 30 maggio, giovedì 27 giugno e venerdì 27 settembre (alle ore 18.30 con la s.messa per la ricorrenza di S. Vincenzo de’ Paoli presso il Santuario della Madonna del Murazzo.

Caritas-Porta Aperta

Ritrovarsi per pregareDiocesi

Agenda della

Sabato 27 ottobreore 9.30 al CfnConsiglio pastoralediocesano

Mercoledì 7 novembreore 20.45 Forum“Monzani”Conferenza su “Lumen Gentium”

• simonetta delle donne

aiutandosi reciprocamente pur appartenendo a popoli nemici. Questo è il libro che, venerdì 12 ottobre scorso Brunetto Salva-rani ha scelto di commentare per inaugurare presso l’Istituto Itis “Corni” di Modena, un ciclo di incontri per docenti e studenti dal nome curioso - “Bibbia per caffè” - progettato dalla pasto-rale scolastica dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola per l’An-no della fede. Proprio in onore delle “madri conciliari”, cioè le 23 suore laiche partecipanti al

concilio Vaticano II - invisi-bili ai media durante l’evento e cancellate subito dopo – il professore ha sintetizzato in 60 minuti la vita di Rut (che signi-fica “amica”), vissuta al tempo dei Giudici (XI secolo A.C.): 85 versetti in cui la cosiddetta “Cenerentola ebraica” da povera vedova moabita, cioè maledetta, conquista un posto di grande pregio nella storia della salvez-za, perché inserita nella genea-logia - maschile - del Salvatore. Si legge in Deuteronomio 23,4

che “L’Ammonita e il Moabita non entreranno nella comu-nità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore”, ma si legge pure nel Vange-lo di Matteo 1,5 che “Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed ge-nerò Iesse”. Ecco perché taluno definisce questo “testo a con-tenuto eversivo” perché men-tre Israele ha sempre proibito i matrimoni misti per paura di

perdere identità, fede, cultura e tradizione - vera ossessione al rientro da Babilonia dopo l’esilio (539 A.C.) - qui ta-le unione viene giudicata una benedizione e la figura di Rut è letteralmente esaltata, quale vedova seria, generosa, impe-gnata che – contravvenendo a detti e proverbi largamente dif-fusi – si lega indissolubilmente alla vecchia suocera vedova-po-vera-sola con un giuramento: Rut 1,16-17: “...dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai

mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sa-rà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepol-ta. Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te”). Affascinati dalla Sacra Scrittura proviamo a raccogliere l’invito del relatore (che è lo stesso di Papa Bene-detto XVI) e ricominciamo a leggere la Bibbia (possibilmen-te con la traduzione ufficiale Cei2008): potrebbe aiutarci davvero!

“Fa’ il bene e abiterai la terra”Pastorale sociale e del lavoro: la Giornata del Ringraziamento

S i celebra domenica 11 novembre presso la cooperativa agri-cola Fruit Modena

Group in via Torazzo 2/G a Sorbara la giornata provin-ciale del ringraziamento con la s.messa presieduta dall’ar-civescovo mons. Antonio Lanfranchi in ringraziamen-to per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo. Durante la celebrazione, la presentazio-ne dei doni e la raccolta di alimentari a favore della Ca-ritas parrocchiale di Sorbara

e la benedizione dei mezzi di lavoro.La commissione Episcopa-le per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha diffuso a inizio ottobre il messaggio per la celebrazione di questa 62° Giornata nazio-

nale del Ringraziamento che si celebra quest’anno a Ter-moli, Molise, avendo come riferimento biblico il versetto “Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra” (Sal 37,3). “Questo bel versetto – si leg-ge nel messaggio - descrive efficacemente il cuore di tutti noi nella tradizionale Gior-nata del Ringraziamento ru-rale, che celebriamo agli inizi dell’Anno della Fede, tempo di grazia e di benedizione, indetto da Benedetto XVI. Le parole del salmo sono l’espressione di uno stile di vita radicato nella fede, con il quale desideriamo ringra-ziare il Signore per ogni do-no che compie nelle nostre campagne e per il lavoro dei nostri agricoltori. La fede e il mondo agricolo È l’Anno della Fede, da co-gliere nei gesti stessi del la-voro dei campi. Che cosa

sono infatti le mani dell’a-gricoltore, aperte a seminare con larghezza, se non mani di fede? Non è forse la fe-de nella gioia di un raccolto abbondante, solo intravisto, a guidare le sue mani nella necessaria potatura, dolorosa

ma vitale? (…). Nella fede ri-conosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli. Ciò appa-re in modo speciale a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rura-le. Guai se dimenticassimo la relazione d’amore e di allean-za che Dio ha intrecciato con noi e che diventa vivissima davanti ai frutti della terra (…).Ringraziare, guardando ai giovani La valenza educativa propria della Giornata del Ringra-ziamento ha una ricaduta importante nell’attuale so-cietà, in cui l’appiattimento sul presente rischia di can-cellare la memoria per i doni ricevuti. Pensiamo in parti-colare ai giovani, che in tanti stanno riscoprendo il lavo-ro agricolo: nel ritorno alla terra possono aprirsi nuove prospettive per loro e insieme

un modo nuovo di costrui-re il futuro di tutti noi. Un grazie particolare va alle coo-perative agricole che ridanno vita a terreni abbandonati, in non pochi casi togliendoli al-la malavita organizzata, con una forte ricaduta educativa

per tutto il territorio dove si trovano a operare. Infatti, la bellezza di una terra riscat-tata, che da deserto diven-ta giardino, parla da sé: non solo cambia il paesaggio, ma soprattutto rincuora l’animo di tutti. Una terra coltivata è una terra amata, sposata, co-me narra il profeta Isaia, nel celebre capitolo 62 (…). L’economia rurale per ritor-nare al territorio Di fronte alla grave crisi che tocca il mondo economico e industriale, occorre guarda-re al futuro del nostro Paese andando oltre schemi abi-tuali. È importante guardare al nostro futuro nel rispetto e nella valorizzazione delle tipicità dei diversi territo-ri che la bella storia d’Italia ha posto nelle nostre mani e che costituiscono l’unico Pa-ese (…).Investire nell’agricoltura è una scelta non solo economi-

ca, ma anche culturale, ecolo-gica, sociale, politica di forte valenza educativa. Infatti “le modalità con cui l’uomo trat-ta l’ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò ri-chiama la società odierna a rivedere seriamente il suo sti-le di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edo-nismo e al consumismo, re-stando indifferente ai danni che ne derivano (Caritas in veritate, n. 51)”.

Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo6

Economia

Armonizzare per vivere e lavorare meglioL’economista Stefano Zamagni a Modena per parlare di famiglia, lavoro e impresa

S i è parlato di fami-glia, lavoro e impresa nel corso dell’incon-tro promosso merco-

ledì 17 ottobre dalla sezione modenese dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e diri-genti) al Centro famiglia di Nazareth. All’appuntamen-to, presieduto dal presidente dell’Ucid Giancarlo Vezza-lini, ha partecipato Stefano Zamagni, economista dell’U-niversità di Bologna e auto-re, insieme alla moglie Vera

Zamagni, anch’essa docente di storia eco-nomica nel medesimo ateneo, di un libro di recente pubblicazione dal titolo “Famiglia e lavoro. Opposizione o armonia”. L’incontro, con ampi riferimenti alla pubblicazione, ha analizzato la relazio-ne tra vita familiare e vita lavorativa, oggi, estremamente com-plessa. Con la rivo-luzione industriale e il processo di eman-cipazione femminile, infatti, i rapporti e gli equilibri fra le due parti sono cambiati profondamente. Og-gi prevalgono forme di famiglia diversifi-

cate nelle quali l’accento è posto sul l ’autorealiz-zazione; tutta-via, anche da un punto di vista economico, solo la gratuità e la reciprocità nella relazione posso-no favorire l’ar-monia tra lavoro e famiglia, base necessaria per la costruzione di una corretta vita sociale. La tesi che l’e-conomista bolo-gnese sostiene è quella che vede nel l ’attenzione alla famiglia e a l l ’ a rmonizza-

zione (non conciliazione) tra i tempi del lavoro e quelli della vita familiare una ri-sultanza del tutto positiva anche per le aziende. Una tesi sicuramente e inconte-stabilmente valida anche se non universalmente: se l’ar-monizzazione infatti trova possibilità di realizzazione più agevole in modelli di or-ganizzazione aziendali tarate sulle grandi dimensioni, più difficile (o meno facile, se si preferisce) ne risulta l’appli-cazione all’interno di realtà come le piccole e medie im-prese, spesso a conduzione familiare o comunque con pochi lavoratori, assi portan-ti, ad esempio, anche del si-stema economico modenese. Rimane, comunque, la vali-dità della richiesta di porre

maggiori attenzioni alla fa-miglia per un assetto sociale che possa produrre vantaggi anche al sistema economico. Da qui, una sorta di appello al mondo della politica, af-finché cambi il punto di vista nei confronti della famiglia, vedendola come ‘soggetto attivo’, e proponendo l’assun-zione di un criterio di ‘valuta-zione di impatto famigliare’. Per il mondo delle imprese, invece, la sollecitazione verso un impegno per ridiscutere il processo produttivo in un’ot-tica di armonia con la fami-glia; infine per il mondo della cultura, la richiesta di inter-pretare la famiglia “come luo-go di produzione di capitale umano, relazionale e sociale, e non più come mero oggetto di consumo”.

Il festival del viveresostenibile

Workshop, incontri e mostre nella rassegna sulla green economy promossa dai comuni del distretto e da Confindustria Ceramica

Cinque giornate, 40 eventi sparsi in otto comuni, 120 relatori provenien-

ti da tutta l’Italia. Sono que-sti alcuni numeri del Festival Green Economy di Distretto, la kermesse promossa da Con-findustria Ceramica insieme ai comuni di Fiorano Modenese, Casalgrande, Castellarano, Castelvetro, Formigine, Ma-ranello, Sassuolo e Scandiano. Tra i temi di questa seconda edizione, in calendario dal 24 al 28 ottobre, ci saranno il confronto in ottica green tra sei distretti industriali, i nuovi progetti di architettura per la sostenibilità, la rigenerazio-ne urbana in chiave green, la ceramica per la ricostruzione sostenibile e sicura dopo il terremoto, il ruolo del com-mercio e delle piccole e me-die imprese, il punto su green motors, green food e green

• luca Beltrami energy. Il Festival intende mostrare le buone pratiche esistenti di Green Economy nel distret-to industriale della ceramica a vari stakeholder nazionali e locali, valorizzare l’innovazio-

ne di prodotti e processi pro-duttivi della filiera ceramica per la Green Economy, appro-fondire le implicazioni per i vari attori economici, sociali e istituzionali, stimolare e con-frontare nuove idee e nuove

piste di lavoro intersettoriali per l’innovazione e la soste-nibilità e divulgare pratiche concrete di Green Economy locali ed estere in vari settori di applicazione.Non solo imprese, tecnici di enti pubblici e privati, pro-gettisti e designer della filiera dell’architettura, ma anche studenti, volontari impegnati nel mondo del no profit, me-dia specializzati e semplici interessati si confronteranno in seminari, laboratori, wor-kshop, all’interno di un even-to tecnico-culturale dove non mancheranno anche momenti

Walter Sancassiani, coordinatore del Festival Green Economy di Distretto, descrive così la cinque giorni: «Questo Festival è nato da un lato per far conoscere il

profilo green del settore, dall’altro serve per trovare nuove piste di lavoro per superare le criticità ambientali del distretto. Ha una doppia funzione: quella di sviluppare il marketing green territo-riale, e quella divulgare ed approfondire i temi green, sollecitando i vari attori a cercare di innovare questo territorio dal punto di vista della sostenibilità». Sulle novità di questa seconda edizione, Sancassiani spiega: «Ab-biamo allargato le iniziative a due provincie, Modena e Reggio Emilia, e sarà un Festival itinerante. Il menù proposto è fatto di varie iniziative, rivolte ad un pubblico ampio, dai professionisti e i tecnici, ma anche al mondo della scuola con progetti green a con-fronto. Rispetto alla precedente edizione ci saranno temi nuovi, tra questi le smart city, con Carlo Ratti, uno dei maggiori esperti internazionali del settore. Altri temi interessanti saranno le reti di impresa green, il ruolo del piccolo commercio, la motoristica green e le nuove filiere agroalimentari».Un occhio di riguardo sarà riservato ai giovani: «La Green Eco-nomy – conclude Sancassiani – sarà osservata da generazioni di-verse, con la presentazione di tesi di laurea e due premi di buone pratiche green rivolto al mondo della scuola e del volontariato sociale. Saranno inoltre resi noti i risultati dell’indagine sullo sta-to dell’arte della green economy nel distretto, alla quale hanno partecipato più di 50 imprese».

«Il Festival sarà uno stimolo ad innovare in chiave green»

informali come il Green Ape-ritivo giovedì e venerdì alle 19 a Fiorano. Giovedì 25 ottobre alle ore 9.30 la sede di Confindustria Ceramica di Sassuolo ospiterà due incontri, “Edilizia soste-

nibile pubblica e privata e uso dei rivestimenti ceramici” e “Green Innovation di prodotti e processi produttivi”, mentre nel pomeriggio il Festival si sposterà a Fiorano, dove alle ore 14.30 si discuterà su “Co-sa c’è di Green Economy nei distretti italiani?”. Alle 17.45 il Castello di Spezzano sarà la cornice di “40 anni di Ce-ramica”, racconti e aneddoti di imprenditori e tecnici pro-tagonisti della storia dell’in-dustria ceramica italiana, con inaugurazione della mostra fotografica dedicata. Il salone d’onore della Rocca

del Boiardo di Scandiano ospi-terà dalle 9 alle 12 di venerdì 26 ottobre l’incontro “Green Food”, sulle tipicità dei pro-dotti locali per un’agricoltura e un turismo sostenibile, men-tre a Castellarno si terrà nello stesso orario una visita guidata al laboratorio Archimede, dal titolo “Le scuole che recupe-rano”, e all’auditorium Ferrari di Maranello verranno con-frontati casi sull’innovazione in tema di mobilità dal titolo “Green Motors”. In serata, Castellarano ospita dalle 21 l’incontro su stili di vita e con-sumi sostenibili “Green Style.

La Green Economy nel quo-tidiano”. Nella mattinata di sabato 27, dalle 9 alle 12.30, via ai Green Tours, le visite nelle fabbriche di Casalgrande, Sassuolo e Fiorano. Sindaci a confronto a Fiorano dalle ore 18 nel-la Road Map per la Green Economy di distretto, mentre domenica 28 ottobre il Pala-Green di Fiorano ospiterà alle ore 14.30 “Green Thinking. Design, Arte e per la Green Economy” e a seguire alle ore 18 la premiazione delle buone pratiche green della scuola e società civile.

7Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

La ricostruzione

Piccoli segni d’identità,per alimentare la speranza

A Villafranca di Medolla è stata realizzata una chiesa temporanea che sarà inaugurata per la metà di novembre, grazie al contributo della Fondazione di Culto Banco San Geminiano e San Prospero

E ’ stata realizzata a fianco delle rovine dell’antica chiesa di San Bartolomeo,

crollata in seguito al terremo-to, la nuova chiesa tempora-nea di Villafranca di Medolla che inaugurerà entro la metà di novembre. La struttura, un fabbricato leggero di pan-nelli di vetroresina che potrà ospitare fino a cento fedeli, rappresenta la prima chie-sa realizzata nella diocesi di Modena-Nonantola dopo il sisma di maggio. Una comu-nità, quella di Villafranca, che non dimentica le ferite

provocate dal terremoto del maggio scorso: a testimoniar-lo le macerie della chiesa di San Bartolomeo che hanno fatto da sfondo alla cerimonia di presentazione della nuova struttura, che si è tenuta lo scorso venerdì 19 ottobre. Ma sono la speranza e la voglia di riprendersi la propria identità ad emergere dalle parole di tutti i presenti alla cerimonia: dal vescovo Antonio Lanfran-chi al parroco don Davide

• marcella caluzzi

Sighinolfi, dal sindaco di Me-dolla Filippo Molinari al vice-presidente della Provincia di Modena, Mario Galli passan-do per il consigliere del Banco Popolare, Claudio Rangoni Machiavelli. A raccontare con emozione com’è nato il pro-getto della chiesa è stato don Davide, parroco di Villafranca

e Medolla: “A luglio ho rice-vuto la chiamata di un tecnico della diocesi che mi propone-va la costruzione di una chiesa a Villafranca… ho accettato con gioia e meraviglia e ora, a 5 mesi dal terremoto, que-sta piccola parrocchia sarà la prima della diocesi ad ave-re una chiesa nuova. Chiesa che sappiamo bene non esse-re soltanto un edificio ma un ambiente che dà un’anima al territorio, specialmente in

Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno.

Le tue radici, il tuo futuro.

www.bsgsp.it

1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina 1

realtà piccole come quelle di Villafranca in cui sono rimasti pochi i punti di riferimento per la comunità”. Don Davide si è poi detto piacevolmente stupito della collaborazione che è nata, in seguito al ter-remoto, tra tutte le realtà del territorio: dalla parrocchia all’associazionismo, dal co-mune alle realtà scolastiche ed educative. Collaborazione confermata anche dal sindaco Filippo Molinari, che ha poi annunciato la pronta realizza-zione di un municipio tempo-raneo a Medolla. La comunità al centro anche dell’interven-to del vescovo Lanfranchi, che ha sottolineato come “la pre-senza della comunità cristiana sia fondamentale” e che “se questa viene meno si spegne il territorio e si perde l’iden-tità, la storia”. “La comunità cristiana - ha continuato l’ar-civescovo - ha bisogno di luo-ghi di culto in cui si alimenti la speranza e questi luoghi so-no cari anche a chi non è cre-dente. In questo periodo ho

potuto, infatti, notare come la nostalgia per le chiese e i cam-panili danneggiati o distrutti dal terremoto, abbia colpito tutti, non solo i credenti. Mi auguro che questa esperienza di Villafranca faccia da capo-fila ad altre che spero vedano la luce prima di Natale”. La nuova chiesa è di oltre 200 mq ed è stata realizzata da Intetecnica Arredamenti; in un secondo momento potrà essere riconvertita o reinstal-

lata in un altro luogo. La sua realizzazione è stata possibi-le grazie al contributo della Fondazione di Culto Banco S. Geminiano e S. Prospero, in parte attraverso una raccolta fondi promossa dal Banco S. Geminiano e S. Prospero e dal Gruppo Banco Popolare e in parte dalla donazione benefica e dalla rinuncia al gettone di presenza dei componenti dei

comitati territoriali di Mode-na e Verona. “E’ stato un gesto molto apprezzato - ricorda l’economo diocesano Giorgio Garuti -, che ha confermato la sensibilità e l’attenzione del Banco Popolare verso le esi-genze delle realtà locali”. “Qui a Villafranca – ha concluso Claudio Rangoni Machiavelli, consigliere di amministrazio-ne del Gruppo Banco Popola-

re –, e più in generale in tutta l’Emilia, abbiamo incontrato una comunità volenterosa e tenace, ma profondamente colpita. Per questo, quando abbiamo ricevuto la richiesta di aiuto da parte di don Davi-de Sighinolfi, ci siamo attivati per trovare con immediatezza una soluzione che potesse re-stituire una chiesa ai villafran-chesi”.

Il festival del viveresostenibile

8 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

La ricostruzioneTutte le associazioni imprenditoriali modenesi chiedono misure urgenti e adeguate per ripartire dopo il sisma

Uniti per l’impresa

Tutto il mondo i m p r e n d i t o r i a l e modenese, dalle as-sociazioni artigiane

e commerciali (Lapam, Cna, Confcommercio, Fam, Con-fesercenti) a quelle coopera-tive (Confcooperative, Lega Coop e Agci), dalle agricole (Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri) a quelle indu-striali (Apmi Confimi e Con-findustria). Tutte insieme per chiedere un intervento più puntuale sul sisma e per dire, a chiare lettere, che le impre-se da sole non possono farce-la a uscire dalle difficoltà del terremoto. E non solo quelle dell’area del cratere sismico, ma più in generale quelle del-la provincia, se è vero, come scrivono le associazioni, che il riverbero dei danni va molto al di là della zona colpita, an-

Solidarietà nei fatti da parte di Ancit, associazione nazio-nale Consulenti Tributari Italiani, per Finale Emilia, uno dei comuni più colpiti dal terremoto dello scorso maggio.

I professionisti di Ancit hanno deciso, infatti, di organizzare il proprio XXI Congresso Nazionale proprio a Finale Emilia, nella tensostruttura Comunale in via Montegrappa, nei giorni 26 e 27 ottobre. Dal punto di vista pratico, la ricaduta sul ter-ritorio rappresenta un investimento diretto di circa 20.000 euro per alloggiamenti, organizzazione della manifestazione, servizi vari, ai quali si devono aggiungere i costi sostenuti in loco per gli spostamenti e la ristorazione. Ancit poi donerà 5.000 euro all’amministrazione comunale per il completamento di opere di utilità comune e altri 5.000 euro verranno consegnati a don Et-tore Rovatti, parroco di Finale Emilia, per acquistare le attrez-zature necessarie alla ripresa delle attività nell’asilo gestito dalla parrocchia, che ospiterà ogni giorno circa 150 bambini e che è stato costruito a tempo di record (l’inaugurazione è stata fatta il 6 ottobre e il ‘nuovo’ Sacro Cuore è ormai pronto per cominciare ad accogliere i bimbi).

Finale Emilia

Donazione per il Sacro Cuore dai Consulenti Tributari

I risultati della raccolta promossa dal consorzio del Grana Padano, il denaro consegnato ai sindaci

Un aiuto concreto per Cavezzo, Medolla, Finale Emilia, San Felice, San Prospe-

to, ma anche per Mirandola, Concordia e San Possidonio e, uscendo dalla provincia, per

Due milioni dal ‘Grana solidale’

che per i rapporti commercia-li o di subfornitura. Un lungo lavoro di cucitura ha permes-so al documento di essere siglato da tutto il sistema im-prenditoriale della provincia. Dopo una fase di scenario (‘il terremoto ha interrotto intere filiere produttive, con conse-guenze difficilmente valuta-bili nella loro effettiva portata nel breve periodo; sin da su-bito è in ogni caso emerso che le ripercussioni sarebbero sta-te devastanti, innestandosi il terremoto in una situazione di crisi che – come è noto – sta minando l’economia già da diversi anni. Evidenti an-che gli effetti sotto il profilo sociale, tenuto conto che le imprese di quelle zone occu-pano e dunque consentono la sopravvivenza di migliaia di persone e di famiglie’) il do-cumento si sofferma su alcuni titoli: la burocrazia, le impo-ste e tasse, le banche, le infra-strutture, la ricostruzione, la trasparenza.“E’ indispensabile – si legge

sul primo punto - alleggerire le procedure di autorizzazio-ne che interessano le imprese eliminando tutti gli adem-pimenti inutili. Le imprese modenesi saranno tanto più rapide nella ripresa della lo-ro attività e nel superamento delle difficoltà in atto quan-to meno burocrazia saranno obbligate ad osservare”. Sulle tasse si chiede al sistema po-litico se vuole partire dai “bi-sogni reali delle imprese e dei cittadini colpiti da un evento terribile come il terremoto, di non chiedere il pagamento delle imposte prima di aver erogato i contributi a risarci-mento dei danni subiti. Inve-ce in merito alle sospensioni e proroghe sino ad oggi ope-rate è di tutta evidenza che si è proceduto ‘a singhiozzo’; per tale ragione si chiede che si stabilisca una sospensione e/o proroga almeno sino al 30 giugno 2013 per il pagamen-to di imposte e tributi vari, prevedendo sin d’ora che gli importi vengano recuperati senza interessi e stabilendo le modalità di rateizzazione”. La richiesta è una dilazione di 5 anni per le imprese che non hanno subito danni diretti, di 10 anni per le imprese che hanno subito danni. Si chiede inoltre l’applicazione del mec-canismo delle Zone Franche Urbane per evitare la deloca-lizzazione e per scongiurare un calo di aziende che è stato quantificato fino al 50%. Inol-tre, per il mondo agricolo, si chiede una proroga adegua-ta per l’accatastamento dei fabbricati rurali. Al sistema bancario la richiesta è di non “abdicare al ruolo di soggetti erogatori di credito che è loro proprio. D’altra parte la man-canza di liquidità - e dunque l’accesso al credito - rappre-

senta oggi uno dei problemi principali a cui si può porre rimedio solo con il suppor-to degli Istituti di credito. E’ inoltre indispensabile – spie-gano le sigle - che venga data concreta attuazione agli accor-di siglati tra banche e Regione Emilia-Romagna per evitare che restino mere dichiarazioni d’intenti”. Sulle infrastruttu-re le associazioni chiedono di non recedere su Cispadana, autostrada Ferrara-Porto Ga-ribaldi e terza corsia dell’A22. Da ultimo la ricostruzione, che “potrà rappresentare una grande occasione di riqualifi-cazione territoriale che passa necessariamente attraverso opere realizzate da imprese affidabili in grado di operare secondo criteri di economici-tà e che puntano alla qualità, conoscendo inoltre il contesto in cui sono chiamate ad in-tervenire”. La richiesta è che i bandi tengano conto di queste esigenze e che la normativa sia semplificata in particolare per consentire la rinascita dei centri storici. Per ultimo un ri-chiamo fondamentale: il tema della chiarezza e della traspa-renza che “deve caratterizzare trasversalmente ogni azione ed intervento nei riguardi del-le imprese e dei cittadini col-piti dal sisma. Tutti coloro che operano in quest’ambito deb-bono fornire messaggi chiari e comprensibili, di modo che non vi possano essere margini di discrezionalità nell’applica-zione delle diverse normative”.Il documento è stato conse-gnato ai parlamentari mode-nesi, con l’obiettivo di agire sul Governo perché le imprese modenesi, colpite dal sisma o dagli effetti dello stesso, pos-sano continuare a garantire il benessere diffuso del nostro territorio.

Cento, Correggio, Gonzaga, Guastalla, Luzzara, Moglia, Pegognaga, Quistello, Reg-giolo e Sant’Agostino. Due milioni di euro raccolti dal consorzio Grana Padano e messi a disposizione delle amministrazioni comunali di questi paesi, grazie ai proventi raccolti dalla vendita del ‘Gra-na solidale’ nei supermercati della grande distribuzione che hanno aderito all’iniziativa (Conad, Coop, LD, Esselunga, Bennet, Pam, Crai, Il Gigan-te, IN’S, Famila, Alì, Interdis). La donazione è stata effettuata a Mirandola, nel corso di una

mattinata alla presenza di due testimonial d’eccezione: Alex Zanardi e Carolina Kostner. “Spesso la gente mi riconosce un’energia e una caparbietà che non credo di possedere - com-menta Alex Zanardi -. Questa doti, invece, appartengono cer-tamente a queste popolazioni della mia terra che dimostrano ogni giorno una gran voglia di fare anche di fronte alla sciagura che ha colpito le lo-ro famiglie e le loro imprese”. “Essere qui, al fianco di que-sta gente, è per me un onore - aggiunge Carolina Kostner -. Ho potuto apprezzare la

dignità e la determinazione con cui tutte queste persone hanno saputo affrontare un dramma che gli ha cambiato la vita dall’oggi al domani”. “Questa giornata – ha chiuso il presidente del Consorzio Baldrighi - certamente non risolverà tutti i problemi che il sisma ha generato. Credo però sia un segnale concreto di come insieme si possano raggiungere obiettivi impor-tanti e di come, con unità di intenti, ascoltando la ragione ed il cuore, sia possibile supe-rare o alleggerire le avversità più gravi”.

9Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

Missioni

Le esperienze in terre di missione sperimentate da modenesi durante la scorsa estate

Albania, così vicina, così lontana

Descrivimi il Mada-gascar in 3 parole”, mi chiede l’amica che mi pedala di

fianco. Hai detto niente, pen-so. Sì, perché dovresti metterci tutto, capite, dalle papaye matu-re di Analavoka, le ragazze di Ambalavao, il mercato di Tanà, i medici di Alarobia, i bimbi di Ampahimanga.Voglio vedere come le spieghi gli occhi di suor Elisabetta, così attenti, forti e saggi; la sua capa-cità di risolvere ogni situazione, la sua tenerezza, il suo essere così pacatamente una stella po-lare. Le risate della gente, che ti accoglie nonostante tutto quello che rappresenta l’uomo bian-co, come ti invitano nelle loro capanne, anche se hai lo stesso colore dei colonizzatori, i vaha-za. Prova a narrarle la meraviglia di andare a braccetto con quella che potrebbe essere tua sorella minore, la vicinanza che senti perchè canta le stesse canzoni che hai amato. E poi spiegagli l’abisso che senti quando sai che

Un’altra estate all’insegna della solidarietà quella di Daniele Montanari di Bomporto che

l’anno scorso ha raccontato a Nostro Tempo la sua esperienza in Eritrea con padre Aristide Guerra e che quest’an-no ci parla del tempo trascorso in un orfanotrofio in Burkina Faso, dove si è recato in agosto tramite l’associazio-ne “Bambini nel deserto”. “In questo orfanotrofio ho trovato 35 bambini da 0 a 3 anni, tra loro anche qualcuno un po’ più grande, tra i 7 e i 9 anni, tutti con problemi nutrizionali – ci ha detto Daniele – Il problema più diffuso, infatti, è la malnutrizione: c’è una gran uso di integratori alimentari con cui si riesce a bilanciare la dieta ma questi bambini vivono davvero in condizioni di estrema povertà: pensa-te che non hanno nemmeno i giocat-toli...”. Daniele si è recato in Africa con altri ragazzi volontari provenienti da tutta Italia che come lui si erano messi in contatto con “Bambini nel deserto” tramite il sito dell’associazione, per intraprendere un viaggio solidale e trascorrere un’estate diversa, nuova: “noi volontari abbiamo cercato di far svagare i bambini, di farli giocare e ridere – spiega Daniele – I maschietti li abbiamo tosati come Balotelli ed erano entusiasti! Abbiamo piantato con loro 20 alberi nel cortile dell’orfanotrofio, li abbiamo fatti disegnare e colorare: avevo portato ai bambini delle matite colorate e anche un piccolo dono come questo per loro è stato un regalo incredibile, perché davvero non hanno niente. Nella mia quotidianità non dimentico mai queste realtà: viaggi come questo ti cambiano prospettiva e modo di pensare e vedere il mondo”.

Con i bambini nel deserto

si vende per aver di che vivere. Il senso di colpevolezza per esser nata in Italia. Quello ancora più enorme di inutilità. Racconta delle stelle ad Ampahimanga, anche se faresti peccato solo a provarci. Però ci si prova.Così a bruciapelo, gli sparo ad-dosso la prima parola che mi viene in mente, pulita, imme-diata. Rosso. Mi guarda. Perché il rosso è ovunque. È la sabbia di Ampahimanga quando ti si at-tacca addosso, che la Marsiglia non basta .È Ambalavao al crepuscolo in

cerchio a pelar patate o ad asciu-gare i capelli al vento. È il fuo-co della stufa in ogni casa delle suore, che fa il brodo così buono. È la carne cruda che si vende a Tanà, nei baracchini rimediati della gente normale. Rosso è il deserto dal finestrino dell’aereo. Rosso l’amore che padre Pedro mette nel migliorare la vita di tante persone, lo stesso che le suore hanno per il proprio po-polo e la propria terra. Rosso è il nostro viso quando fuori tira vento.La seconda. Riso. L’alimento

fondamentale, il cereale che i più si possono permettere, fonte di sostentamento per molti in tutto il mondo. Quello sul rosa con carne e fagioli che serviva-mo ai bimbi il giorno del Grest, quello che c’era sul tavolo a cola-zione e che le suore mangiavano con le verdure. Ma non solo. Il riso dei bambini che incontra-vamo per strada, che ci saluta-vano correndo e saltando, e si sbracciavano pur di salutarci; il sorriso che si schiudeva quando gli facevi una foto, il buonumore delle suore, capace di sdramma-tizzare anche le situazioni non proprio simpatiche. I bambini il giorno del Grest, tutti vestiti con gli abiti migliori; le risate che accompagnano le canzoni. E poi quello portato dall’amici-zia tra di noi, che è nata a poco a poco. Le battute in camera che vien mal di pancia, tutti a tavola insieme, la complicità che nasce, l’affetto che cresce e soprattutto rimane.E la terza? Per la terza ci ho messo di più. E alla fine ho scel-to Ritorno. La voglia di rivedere le persone a cui si vuol bene, le comodità del nostro mondo ri-trovate, l’acqua calda nella doc-cia. ma anche la consapevolezza che una fredda non sia poi la fine del mondo, in fondo. La sensazione del superfluo con cui ci circondiamo, l’occhio più attento allo spreco, non cam-

Non un viaggio a casoCondivisione e coinvolgimento con la gente del Burkina Faso da parte di un gruppo di otto giovani

Ouagadougou, 19 agosto, ore 18.45. Ci siamo tutti. Dopo un viaggio

di quasi due giorni, dopo aver ripetuto l’avventura sul Car (la “tipica” corriera africana) per tornare da Toma nella ca-pitale, dopo aver passato una giornata tra i mercati della caotica Ouaga, non sapendo se e dove mangiare, dopo aver contrattato con tre strampalati tassisti per raggiungere l’ae-roporto, sperando che le auto non ci abbandonassero da un momento all’altro, ci siamo. E ci siamo tutti.La cosa più strana probabil-mente è che nessuno di noi è minimamente preoccupato di poter perdere l’aereo: la filo-sofia del “bassibaama” (pas des problem per noi “francofo-ni”) si è instillata nelle nostre mentalità con una facilità stra-ordinaria. Avere un orario da rispettare sembra strano an-che a noi, dopo tre settimane di giornate, splendide, vissute con i nostri ospiti burkinabè che ci hanno, in pochi gior-

ni, insegnato come vivere la giornata senza schemi precisi, senza programmi dettagliati al minuto: ci hanno insegnato a vivere come si vive in Africa.Siamo noi otto, ad accompa-gnarci le nostre MdR (Mis-sionarie di Riferimento, ndr) e Lazare ed Ema, due dei dodici ragazzi che ci hanno dedicato la loro vita nel periodo in cui siamo stati tra loro. L’emozio-ne è forte, 21 giorni non sono niente per i nostri standard, 21 giorni sono un’enormità se vissuti così. Non abbiamo trovato l’Africa da cartoli-na di cui tutti raccontano, il Burkina è “brutto”: il cielo, la natura, gli animali, niente corrisponde alle bellezze che ci aspettavamo di trovare, ma in quel momento all’aeropor-to, con gli zaini in spalla e il volo per Parigi che incombe, siamo tutti innamorati segre-tamente di quel posto.Siamo stati visitatori di gente, in Burkina. Ci siamo infilati nelle loro vite, a volte in silen-zio (nonostante non passassi-mo certo inosservati), a volte con tutta l’energia che ave-vamo in corpo, e le abbiamo conosciute: missione e cono-scenza, viste in questi termi-ni, sono quasi sinonimi. E quando, guardando un Paese

senza schermi che lo rendano una meta turistica, ci siamo accorti che di questo viaggio non ricorderemo mai un tra-monto, ma un volto, un sorri-so, che sia quello di Lazare o di Adeline o di Anna; quando ci siamo scontrati, o meglio incontrati, con una mentalità così diversa dalla nostra, con una fede così forte da sta-re tutta la notte in chiesa a cantare, con dei bambini così “veri”, che giocano e ridono e ci corrono incontro urlan-do “nassarà”, uomo bianco, e anche con dei limiti così ri-stretti, la povertà, la malattia, l’emergenza sanitaria: quando abbiamo conosciuto tutto ciò, è stato impossibile non inna-morarsi. Mentre decolliamo, dal fine-strino guardiamo giù: Ouaga ormai è lontana e si vede solo terra rossa con qualche cam-po verde germogliato nella stagione delle piogge. Esatta-mente ciò che abbiamo visto al nostro arrivo. Ma ora sap-piamo che Lazare ed Ema, in aeroporto, e tutti gli altri ra-gazzi rimasti a Toma, sopra a quella terra e in mezzo a quel verde, stanno pensando a noi. Ed è così bello, pensare a loro.

Il gruppo modenesein Burkina Faso

biare la propria vita ma viverla in modo diverso. Il mal d’Afri-ca e la nostalgia che comporta. La convinzione di aver lasciato qualcosa di problematico ma pulito, di povero ma dignitoso. La mancanza degli amici che hai trovato, che ti fa guidare per km, prendere treni, partir di notte pur di ritrovarsi.

Ma soprattutto è arrivare a casa e pensare “e adesso?”, prendere coscienza della fortuna che ab-biamo e anche un po’ della no-stra “povertà” e sentire come un dovere il dover far qualcosa nel

proprio piccolo. Non riuscire a sentirsi giustifi-cati nel vivere nella bambagia, sentirsi colpevoli, quando si gira la testa. L’ultima non ci doveva essere ma la aggiungo io: ringra-ziare. I malgasci ripetono grazie continuamente, ce l’hanno co-me cultura, come attitudine.Ma soprattutto è la nostra vo-

glia di dire grazie: a Dio, a chi l’ha permesso, a chi ci è stato ac-canto, a chi abbiamo incontrato, a chi ci aspettava al ritorno, alle cose che ci ha insegnato, davve-ro.

• cecilia latini

10 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

50 anni fa il Concilio

Venerdì 19 ottobre nella chiesa della Madonna Pellegrina lo spettacolo del gruppo veronese “Il Nardo” sul Vaticano II

Quella finestra aperta sul mondo

Venerdì 19 ottobre, entrando nella pe-nombra della chie-sa della Madonna

Pellegrina per assistere allo spettacolo del gruppo teatra-

le “Il Nardo”, siamo rimasti colpiti da una scenografia particolare: una finestra, po-sizionata quasi al centro dello spazio scenico, che ha fatto un po’ da filo conduttore, da leit motiv per l’intera durata della rappresentazione.Quando è iniziato lo spetta-colo, da quella finestra, come da un caleidoscopio, abbia-mo visto apparire sulla sce-na il racconto di quello che è stato il Concilio Vaticano II. Da quella finestra abbia-mo guardato con occhi nuovi la nostra Chiesa, una Chiesa accogliente e vivificante , me-tafora di una nuova apertura al mondo e agli uomini che Egli ama.

Voci femminili hanno letto i nomi delle 23 donne che, come semplici uditrici, per la prima volta hanno potuto prendere parte ad un con-cilio. I loro nomi sono stati pronunciati come un sussur-ro , quasi un’ uscita da un oblio secolare, eppure con una convinzione forte nella voce: sentire pronunciare i loro nomi ci ha ricordato che la Chiesa deve dare voce, in modi nuovi e costruttivi, an-che all’altra metà del mondo se vuole essere veramente cattolica ed universale.La finestra è stata ancora metafora di quell’ “apertura” che Angelo Roncalli, nun-zio apostolico in Bulgaria,

aveva già nel cuore ben pri-ma di diventare papa: egli aveva raramente rispettato l’etichetta della diplomazia internazionale e, accostando-si a genti di religioni ed ide-ologie diverse, aveva sempre cercato quello che unisce più che quello che separa. Nel di-scorso di addio alla Bulgaria il narratore ci ha ricordato le sue parole: “Ovunque io sia, anche in capo al mondo, se un Bulgaro passerà davanti alla mia casa troverà sempre una finestra con una candela accesa.Egli potrà battere alla mia porta e gli sarà aperto, sia cattolico o ortodosso, egli potrà entrare e troverà nella mia casa la più calda ed af-fettuosa disponibilità”. E una candela brilla sul davanzale della finestra... Poi il raccon-to fa un balzo in avanti, al 28 ottobre del ‘58 , quando An-gelo Roncalli, divenuto papa col nome di Giovanni XXIII, affacciandosi a quella stessa finestra, ha percepito il biso-gno di cambiamento e di aria nuova nella sua Chiesa. E’ un papa “vecchio”, tanti credono che il suo sarà un “pontificato di passaggio” e invece il coc-ciuto contadino bergamasco indice un Concilio Ecume-nico... Tanti si adoperano affinchè il Concilio si limiti

ad una funzione “consultiva” - i burattini veneziani sanno bene come vanno le storie di questo mondo - ma il mite Giovanni non si spaventa e nel suo discorso di apertura del Concilio invita tutti a non avere paura del “nuovo” e a dissentire dai profeti di sven-tura che ritengono di doversi difendere dal proprio tempo. Egli ridona alla Chiesa la fe-de nel tempo presente, sempre propizio all’azione dello Spi-rito.La sera dell’annuncio del Concilio, forse stanco per le emozioni della giornata, il papa non vorrebbe affacciarsi alla finestra ma, spinto dalla folla che lo attende in Piaz-za San Pietro, egli pronuncia un discorso “improvvisato”, quello che ha scritto nel cuore. Forse, come gli uomini ancora

Concilio, ultimo appuntamento

Lunedì 29 ottobre, alle ore 20.30 presso il salone della parrocchia di San Pio X, si tiene l’ultimo appunta-mento del corso sul Vaticano II proposto da Azione

Cattolica e Istituto Superiore di Scienze Religiose, Beato Contardo Ferrini. Dopo il successo delle prime tre serate, che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone e che hanno mantenuto un livello qualitativo sicuramen-te alto, sarà la volta del teologo torinese Roberto Repole, presidente dell’associazione teologica italiana (Ati). Repole parlerà della ricezione e delle sfide aperte del Concilio Va-ticano II, un tema sicuramente molto interessante. Repole, tra l’altro, ha uno stile divulgativo che consentirà a tutti di poter partecipare.

Proposto da Azione Cattolica e Ferrini

capaci di stupore, si meraviglia egli stesso alla vista della luna che splende nel cielo e trova

le parole per raggiungere ogni donna ed ogni uomo che sono in ascolto quella sera: parla di carezze, di lacrime da asciu-gare e di un cammino di pace per tutti gli uomini. E il papa balla, mentre soffia un vento potente e la comu-nità cristiana lo accompagna con canti di gioia.La morte di Giovanni XXIII lascia una finestra vuota, un immenso rimpianto e sembra che la speranza lasci il passo alla paura. In Centro Ameri-ca ci sono uomini e donne che hanno creduto al Concilio, ad una Chiesa che sta con gli ultimi del mondo, una Chie-sa che crede che il Regno dei Cieli possa e debba iniziare qui su questa terra. Oscar Ro-mero testimonia la Verità del Vangelo nella sua terra, e il suo sangue si mescola a quello

di Cristo.La finestra però è ormai stata aperta e lo Spirito soffia sul-

le comunità sparse su tutta la terra, dove donne e uomini resistono e custodiscono la Parola: e l’acqua zampilla da quella Parola, dà vita alla terra e fa rifiorire il mondo.Prima del termine, un aggior-namento ad agosto 2012: non poteva mancare un ricordo al cardinale Carlo Maria Marti-ni, vero testimone dello spirito conciliare, uomo che ha sem-pre creduto nel dialogo e nella forza vivificante della Parola. E’ all’insegna della speranza che si chiude, fra i canti, que-sto profondo e sereno raccon-to di una storia di 50 anni fa perché, come dice la filosofa Maria Zambrano, “una storia non è compiuta fintanto che non si narra e non si canta”... A tutti noi, oggi, la responsa-bilità di tenere sempre aperta quella finestra.

Foto di Agostino Arletti

• chiara ronchetti

11Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

50 anni fa il Concilio

Quella finestra aperta sul mondo Dono veramente per tuttiIl 7 novembre la prima di quattro conferenze pubbliche sulle Costituzioni del Concilio Vaticano II. Si comincia con mons. Brambilla sulla Lumen Gentium, il 29 novembre la Gaudium et Spes con Giuseppe Savagnone

Dopo la riconse-gna del Concilio Vaticano II, av-venuta nel corso

della celebrazione eucaristica di giovedì 11 ottobre, dopo le prime iniziative che, per me-rito di associazioni e altri enti, in diocesi stanno ricordando questa grande ‘Nuova Pente-coste’ a cinquant’anni da quel-la prima sessione dell’ottobre 1962. Scrive mons. Lanfranchi negli orientamenti pastorali ‘Io credo… noi crediamo’: “Ho richiamato le parole forti con cui Benedetto XVI ci riconse-gna i Documenti del Vaticano II perché ‘vengano conosciuti e assimilati come testi qualifi-cati e normativi del Magiste-ro’. Rimarco le parole già citate dell’allora mons. Karol Wojtyla: ‘il Concilio ha definito la forma di fede rispondente all’esistenza del cristiano oggi’. Una partico-lare attenzione – prosegue l’ar-civescovo – mi auguro abbiano le conferenze sulle quattro Costituzioni fondamentali da parte dei credenti, ma oso spe-rare anche da parte di chi non crede, recuperando quell’amore all’uomo, ad ogni uomo, che ha pervaso tutto il Concilio e con cui si è concluso, aprendosi a tutto il mondo con i messaggi inviati al mondo, ai governi, agli uomini di pensiero e di scienza, agli artisti, alle donne, ai lavo-ratori, ai poveri, agli ammalati, a coloro che soffrono e infine ai giovani”.Mons. Lanfranchi ricorda an-che, in quest’anno della Fede, i vent’anni del Catechismo della Chiesa Cattolica e lo inserisce pienamente nel solco del Va-ticano II, secondo le parole di papa Benedetto ‘Esso (il Ca-techismo) costituisce uno dei frutti più importanti del con-cilio Vaticano II’ e ancora “il Catechismo della Chiesa Cat-tolica, con il suo considerevole complesso di esposizioni dottri-nali e di direttive pastorali offer-te a tutta la Chiesa, vuole essere la continuazione dell’opera di rinnovamento conciliare”.Ecco, quindi, che il vescovo Antonio vuole proporre a tutta la comunità modenese, inten-dendo credenti e non creden-ti, queste quattro importanti

conferenze per ridare luce alle Costituzioni del Vaticano II e per far sì che a Modena il Con-cilio venga meditato e vissuto. Il ciclo è stato chiamato, non a caso, “Il Concilio Vaticano

II ‘grazia e bussola della Chie-sa’, dono per tutti” e le serate si terranno al Forum Monzani, in via Aristotele a Modena, a significare l’apertura a tutti di questi appuntamenti. Si co-

mincia mercoledì 7 novembre, alle ore 20.45, con la conferenza di mons. Franco Giulio Bram-billa, vescovo di Novara, sulla ‘Lumen Gentium - La luce di Cristo splende sulla Chiesa per

illuminare tutti gli uomini’. Il secondo appuntamento, inve-ce, è previsto per giovedì 29 novembre, sempre alle 20.45 al Monzani, con Giuseppe Savagnone che parlerà della

Gaudium et Spes, la Costitu-zione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Le ultime due conferenze sono state calenda-riate per febbraio e marzo del 2013.

12 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

Domenica 28 benedizionedella nuova sede

La sottosezione di Modena Unitalsi è felice di annun-ciare che domenica 28 ottobre sarà benedetta ed inau-gurata la nuova sede. E’ una giornata significativa per

tutti i soci perché, proprio nel giorno in cui si ricorda che Giovanna Zanelli, indimenticata presidente dell’Unitalsi, è tornata nell’abbraccio del Padre, si dà voce e vita al suo più grande progetto: il desiderio, ora realizzato, di trovare una se-de che possa accogliere tutti, che sia accessibile e funzionale per incontrare le persone e le esigenze che costantemente l’U-nitalsi incontra. Il lavoro che Giovanna aveva fatto con tanta dedizione e senza dubbio tanta fatica oggi sembra essere fi-nalmente compiuto. La sede di trova presso la vecchia porti-neria dell’Istituto Charitas, in via Fratelli Rosselli. Il luogo è significativo e sicuramente porterà ad una amicizia e ad una collaborazione nuove e piene di buoni frutti. L’appuntamento è alle ore 16 per la celebrazione della Santa Messa in suffragio di Giovanna cui seguirà la benedizione.

Unitalsi

Associazioni

Già venduti 360 quintali di Parmigiano Continua il supporto al reparto caseario colpito dal sisma da parte delle Acli di Modena

Continua la campa-gna di supporto al reparto caseario modenese colpito

dal sisma da parte delle Acli di Modena. Dopo avere at-tivato una rete di contatti e aver gestito personalmente gli ordini e le spedizioni, ora le Acli di Modena invitano chi volesse offrire il proprio aiuto a mettersi in contat-to diretto con il caseificio 4 Madonne di Lesignana (tel. 059 849468). Grazie all’azione delle Acli di Mo-dena, coordinata ad altre iniziative a scopo benefico del territorio, tre caseifici dell’Area Nord di Mode-na sono riusciti a superare la fase di emergenza senza mai sospendere la propria

Vacanzenatalizie con le Acli

Più attivo che mai il Centro Turistico delle Acli di Mo-dena ha già pronte tutte le proposte di viaggio per i mesi di dicembre e gennaio:- dall’1 al 2 dicembre mercatini a Vipiteno, Rat-

tenberg, Innsbruck;- dal 7 al 9 dicembre Presepi a Greggio e Rieti;- dal 15 al 16 dicembre Assisi, la città della pace;- dal 30 dicembre al 2 gennaio Capodanno a Vienna;- il 4 gennaio mostra di Picasso a Milano.Il Cta ricorda inoltre che per tutti coloro che vogliono fuggire dal freddo modenese e rifugiarsi per una o due settimane al caldo, sono già aperte le iscrizioni a diversi viaggi dal sapore esotico. Se ti interessano le iniziative turistiche del Cta di Modena, se vuoi entrare a far parte anche tu dell’associazione, invia un sms al numero di cellulare 331/3511454 oppure una e mail a [email protected]: sarai aggiornato in tempo reale sulle iniziative in partenza. Tutti i soggiorni e i viaggi del Cta di Modena sono consultabili anche sul sito www.aclimodena.it/Turismo.

via Morandi 42, modenatel. 331/3511454

[email protected] www.aclimodena.it

produzione. L’iniziativa del-le Aclidi Modena si è con-cretizzata, oltre che nella mediazione tra acquirenti e

caseifici e nell’organizzazio-ne delle vendite, anche nella presa in carico delle spese di spedizione da parte di alcuni aclisti volontari e di un’im-presa della Bassa da sempre legata alle Acli di Modena. I risultati ottenuti da tale sinergia sono davvero signi-ficativi: il totale dei quintali

di Parmigiano venduti am-monta a 360 e, nello speci-fico, il caseificio 4 Madonne di Lesignana e il caseificio

sociale La Cappelletta di San Possidonio hanno esau-rito la vendita del Parmigia-no terremotato e, senza mai sospendere la produzione, hanno riposizionato le sca-lere su cui sistemare il nuovo formaggio. Presso il caseificio Razionale Novese di Novi di Modena

invece rimangono tuttora in sospeso 300 kg di Parmigia-no terremotato da smaltire. Si tratta di Parmigiano Reg-giano 36 mesi in vendita al prezzo di 16€ al kg. Per chi volesse dare il proprio con-tributo è possibile mettersi in contatto con il caseificio tramite le Acli di Modena telefonando al numero 059 360829 o scrivendo una email all’indirizzo [email protected] che viene promossa tramite il caseificio 4 Ma-donne, non è quindi più la vendita benefica di parmi-giano terremotato, ma un Gas (Gruppo di Acquisto Solidale) a sostegno del re-parto caseario emiliano col-pito dal sisma. Tutte le informazioni per l’acquisto di prodotto pres-so il caseificio 4 Madonne si trovano sul sito www.acli-modena.it.

Fuci, a Modena l’assemblea regionaleL’appuntamento con altri giovani dei ‘fucini’ modenesi, per far crescere l’associazione

Sabato 6 ottobre si è tenuta presso il Cen-tro Culturale “G. Al-berione” di Modena,

diretto dai Paolini, presso i locali del Convento che fu

dei Domenicani, l’assemblea regionale della Fuci, Federa-zione Universitari Cattolici Italiana. I fucini modenesi si sono sentiti molto onorati di aver potuto ospitare nella loro città un evento così im-portante per loro. La Fuci, infatti, è una realtà che esiste a livello nazionale e che coin-volge giovani universitari di tutta l’Italia, sia nelle loro singole realtà universitarie e parrocchiali, sia attraverso incontri “più allargati”, che danno la possibilità di co-noscere studenti così diversi (anche solo per il loro accen-to!) ma accumunati sempre dalla loro fede. Il principale carisma di quest’associazio-ne è sviluppare la possibile

amicizia tra l’intelligenza e la fede, che comporta lo sfor-zo incessante di coniugare la maturazione nella fede con la crescita nello studio e l’acqui-sizione del sapere a servizio della Chiesa e della società. Lo studio universitario, in-fatti, deve avere una qualità altamente umana proprio dal punto di vista della fede

e della sua maturazione nelle giovani generazioni. Bisogna credere nello studio, nelle sue potenzialità e virtualità, circa il possibile compimento di un cammino nell’approfon-dimento e nell’assimilazione della fede in Cristo Gesù, soprattutto in questi tempi di crisi, dove la tentazione è quella di non investire nel-

Veglia di Tutti i Santi

Mercoledì 31 ottobre, vigilia della festa di Tutti i Santi, l’Alleanza Dives in Misericordia di Modena propone una veglia di preghiera nella cappella della Città dei

Ragazzi. L’inizio della veglia è previsto per le 20.45.

Alleanza Dives in Misericordia

la ricerca stessa. Per questo, oltre ai loro appuntamenti durante l’anno nei vari ate-nei e in alcune parrocchie della nostra diocesi, i fucini si ritrovano anche a livel-lo regionale e nazionale per confrontarsi. Sabato è stata la volta di Modena, che ha accolto studenti da Cesena, Piacenza, Parma, Bologna, Ferrara, Rimini e Forlì. Era-no presenti anche i due assi-stenti modenesi, don Marco Maioli e don Fernando Bel-lelli, l’assistente regionale don Celso Dosi che ha fatto una breve introduzione sulla storia della Fuci e anche don Federico Pigoni come rap-presentante della nostra pa-storale diocesana. Ognuno carico del proprio bagaglio culturale e dell’entusiasmo di ritrovare alcuni amici già conosciuti in precedenti ap-puntamenti o conoscere visi nuovi che non sono rimasti sconosciuti a lungo, ci sia-mo confrontati sulle varie realtà che la Fuci vive a li-

vello regionale, esponendo le proprie iniziative e cercando nuovi spunti per fare sem-pre qualcosa di innovativo e coinvolgente.Dopo un pranzo ‘regionale’, abbiamo illustrato con un pizzico di orgoglio alcuni simboli della nostra città, dall’Accademia al Duomo, dal Palazzo dei Musei al-la Ghirlandina, e lasciando loro, come spesso succede a chi non è abituato, un po’ di stupore nel vedere pas-seggiare per i portici i ca-

detti in divisa! Il prossimo appuntamento regionale ci porterà a Piacenza ma in-tanto noi ci concentriamo sui nostri incontri (primo fra tutti parteciperemo al Con-vegno Giovani a Cavezzo l’11 novembre)… e se ave-te voglia di conoscerci, fate riferimento ai nostri presi-denti Francesco Prampoli-ni ([email protected]) e Matteo d’Angelo ([email protected]) e ai nostri assistenti ([email protected]).

• sara Bellelli

13Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

Città

Circoscrizioni e parrocchie,palestre di democrazia

S i stanno muoven-do su più fronti alla ricerca di so-luzioni e ovunque

trovano un grande soste-gno da parte della gente: sono i presidenti e i con-siglieri delle circoscrizioni che nelle ultime settimane stanno convocando diver-se assemblee cittadine per dare vita ad un progetto alternativo di decentra-mento a fronte dell’aboli-zione delle circoscrizioni modenesi nel 2014. Ne abbiamo parlato con Al-berto Cirelli, presidente della circoscrizione 4, par-ticolarmente attivo su tale fronte: “La circoscrizione 4 è la più vasta dal pun-to di vista territoriale, si estende su una superficie di 82 km quadrati, la metà del Comune di Modena in pratica che si aggira sui 160 km quadrati. I compiti affidati alla circoscrizione sono fondamentalmente legati al decentramento di alcuni servizi e alle attività di animazione e aggrega-zione organizzate con le realtà attive sul territorio come polisportive, par-rocchie e associazioni di volontariato. Quest’ulti-ma è un’attività che fa da vero collante di un tessuto sociale altrimenti sempre più sfilacciato. In tutto ciò rivestono un ruolo davve-ro fondamentale le parroc-chie che oggi costituiscono uno dei pochissimi luoghi educativi con ruolo ag-gregativo rivolto ad ogni fascia d’età. Tengo a sot-tolineare che i presidenti e i consiglieri di circoscri-zione svolgono la propria attività amministrativa a titolo completamente gratuito e volontario, così come i componenti delle commissioni, che a loro volta sono composte da consiglieri e da cittadi-ni attivi. Le commissioni sono la parte più vivace di ogni circoscrizione in quanto sono loro che sot-topongono al consiglio i progetti da approvare. Nella nostra circoscrizione quella maggiormente atti-va è la commissione gio-vani con la quale abbiamo

Decentramento: un patrimonio di welfare e aggregazione da non perdere. In cerca di un nuovo progetto per la città Alberto Cirelli, presidente della circoscrizione 4, e mons. Franco Borsari, vicario cittadino

Già venduti 360 quintali di Parmigiano

• elena cristoni

Parrocchia del Policlinico

Preghiera per l’accoglienzadella vita nascente

attivato, sempre tramite la collaborazione con l’am-biente parrocchiale, di-verse iniziative di grande valore educativo. Ne cito due: la prima è stata quel-la incentrata sulla legalità e sull’acquisizione di una maggiore capacità critica nell’analisi della realtà da parte dei ragazzi che ha ri-cevuto grande attenzione anche dall’amministrazio-ne e dai media locali.La seconda è un’iniziati-va iniziata di recente con il nome “La città è no-stra”: i giovani del nostro comitato si prendono cu-ra in prima persona della propria città attraverso alcuni servizi di base co-me raccogliere le foglie vicino alle case popolari per anziani, spalare la neve intorno alle scuole o in-torno ai centri sociali per anziani. A favore di una maggiore integrazione sociale tra le diverse et-nie presenti sul territorio abbiamo poi dato vita ad alcune iniziative in colla-borazione con l’assessore Maletti finalizzate ad una maggiore conoscenza tra le differenti comunità: sia-mo infatti convinti che la conoscenza, nell’abbattere i pregiudizi, abbassi i con-flitti e aumenti il rispetto reciproco.Tutti i progetti vengono sostenuti dalla circoscri-zione sia in termini eco-nomici che organizzativi. Si tratta in sostanza di attività che mirano a da-re risposta alle esigenze primarie dei cittadini e a migliorarne sensibilmente la qualità della vita – con-tinua il presidente Cirelli - pensate che la sola cir-coscrizione 4 ogni anno dà vita ad oltre 700 iniziati-ve low cost con un budget complessivo di 120mila euro. Immaginate quanto sarebbe più povera la cit-tà senza tute queste micro iniziative che animano i vostri quartieri. Ebbene,

le circoscrizioni, così come sono ora, nel 2014 non ci saranno più e per evita-re uno strappo traumati-co in termini di welfare e di aggregazione tutti noi stiamo formulando un progetto di nuovo decen-tramento in un quadro legislativo mutato. Vo-gliamo difendere e salvare questo grande patrimonio consapevoli che tra poco più di un anno le circo-scrizioni non saranno più un organo amministrativo eleggibile per preferenza e soprattutto che non ci sarà più nessun budget a nostra disposizione.Dovremo quindi fare af-fidamento esclusivamen-te sul volontariato. Una delle azioni che stiamo valutando nella revisione del decentramento urba-no modenese è l’aumento del numero dei quartie-ri, in modo che ognuno

possa concentrarsi su una fetta più piccola di cit-tà. In un momento in cui c’è una distanza paurosa tra le persone e la politi-ca – continua Alberto Ci-relli - viene eliminato un organo dove, anche grazie alla gratuità delle funzio-ni, si fa politica sana e per questo si rischia di perdere un pezzo fondamentale di democrazia.Le circoscrizioni sono vere e proprie palestre di demo-crazia, sono il luogo dove avviene il primo avvicina-mento alla cosa pubblica da parte dei giovani. Sono strutture in cui si trasmet-tono i valori dell’impegno sociale e dell’attenzione al prossimo. E in questo, ripeto, è fondamentale la stretta collaborazione con le parrocchie. Chiediamo l’aiuto di tutti per non perdere questo grande pa-trimonio”. Con il corrente mese di ottobre, riprende la celebrazio-

ne della messa nell’ultimo venerdì di ogni mese, alle 19, preceduta

dalla preghiera del vespro, presso la par-rocchia della B.V. del-la Salute (Policlinico - via del Pozzo). L’i-niziativa è promossa dall’associazione Sì alla Vita, dalla Comu-nità Papa Giovanni XXIII e dal Centro di Aiuto alla Vita L.Capitelli.L’Eucaristia è presieduta da mons. Ilario Cappi, parroco e as-sistente ecclesiastico dell’associazione Volontari della Soffe-renza che ha confermato la disponibilità della parrocchia per questa tradizionale iniziativa.La celebrazione eucaristica di venerdì 26 ottobre alle 19 sarà anche in suffragio degli amici e operatori defunti. Saranno ricordati Guglielmo Voli, Luciano Capitelli, Laura Roli Vac-cari, Mario Cardillo, Paolo Casolo e Gianni Meschiari.

Aiuto ai genitori stranieri

Corsi si educazione civicae lingua italiani

Sono aperte le iscrizioni ai corsi di educazione civica e di lingua italiana per persone straniere organizzati dal Cen-tro italiano femminile con il patrocinio di Circoscrizione 1,

Comune e Provincia di Modena. I corsi sono gratuiti e si rivol-gono a stranieri in possesso del regolare permesso di soggiorno. Sono aperti anche agli uomini e agli adolescenti, ma per facilitare la partecipazione delle donne, durante le lezioni pomeridiane, è previsto un servizio gratuito di custodia dei figli piccoli. In tal caso, il corso, che inizia il 7 novembre, si svolge nella sede della Circoscrizione di piazzale Redecocca 1, mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle 16.30. In alternativa, si può invece seguire il corso in programma al mattino, il martedì e il giovedì dalle 10 alle 12, che prende il via il 6 novembre e si svolge nella sede del Cif, in via dei Servi 18. In entrambi i casi è richiesta l’iscrizione; per informa-zioni e iscrizioni: Cif tel. 059/223086 ([email protected]).

“Pienamente d’accordo con il presidente della circoscrizione sull’impor-tanza del decentramen-to cittadino nel conferire una maggiore capillarità all’amministrazione – commenta il vicario di zo-na, mons. Franco Borsari – eliminare tale realtà è sicuramente un danno per la città.Il vicariato si adopererà senza dubbio affinchè tale patrimonio non vada per-so. Per quanto riguarda il quadro del mio vicariato, tra le caratteristiche fon-damentali c’è la divisione

territoriale effettuata dalla ferrovia che si trasferisce anche su una differenza sociale sostanziale: nella zona della Madonnina si riscontrano infatti proble-matiche di integrazione sociale tra diverse etnie, un livello di benessere e reddito familiare medio-basso ed episodi di crimi-nalità di vario tipo.Le parrocchie svolgono diverse attività volte all’in-tegrazione, primi tra tutti i doposcuola. Un luogo di riferimento per i ragazzi del nostro vicariato è poi la Cdr”.

14 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

PianuraGli alunni di asilo ed elementare di nuovo sui banchi. Il sindaco Borghi: “Dimostrazione concreta che la macchina commissariale porta risultati”

Terminati i lavori dei moduli temporanei che da lunedì 22 ottobre ospitano i

bambini della scuola primaria di Bomporto e Solara e della scuo-la dell’infanzia di Bomporto. Si tratta di strutture temporanee che rimarranno operative sino all’ultimazione dei lavori di ri-

Bomporto e Solara tornano a scuola

Campanari in festa Lesignana

Capita poche volte, come avvenuto la scorsa domenica 21 ottobre nella chiesa di Santa Maria Assunta a Lesignana, di ascoltare durante la messa una spiegazione ispirata ad una canzone popolare, lanciata negli anni’70 dalla Schola Cantorum. Lo ha fatto magistralmente don

Marius Zaras, celebrando il rito comunitario dei campanari e sostenitori dell’Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni”. Le campane del villaggio da sempre sottolineavano col suono ogni bat-tesimo, “come un fiore che si apre agli occhi”, ogni matrimonio cristiano “la promessa di una vita che sarà divisa in due”, ed ancora ogni dolce addio “mentre il sole se ne va”. Centocinquanta campanari modenesi, familiari e sostenitori, guidati personalmente dal presidente Leonardo Felicani sono stati poi serviti dai volontari, già collaboratori di mons. Antonino Cappi, per quasi otto lustri infaticabile a Lesignana. La giornata di “festa dei campanari”, favorita dal sole e dalla temperatura quasi estive, è poi proseguita nell’ampio piazzale della chiesa costruita da Francesco Vandelli. Sono state le campane del gruppo del Frignano, azionate dai diversi clan di suonatori di sacri bronzi attivi nella Bassa e nella montagna, a coinvolgere tutti con “tirate basse” e scampanio a festa. Applausi a tutti i protagonisti della giornata, cominciando dai maestri guidati da Giancarlo Felicani e dai giovani suonatori di Montecenere. Fra costoro, accanto a mamma e papà, i vispi fratellini Giulio e Andrea di cinque e tre anni, giovani promesse dell’arte campanaria.

Racconti nel frattempoBomporto

La Banca del Tempo di Bomporto, in collaborazione col Comune e con Fuoriluogo, pro-muove la prima edizione di “Racconti nel frattempo”, concorso letterario per racconti bre-vi a tema libero. La partecipazione al concorso è gratuita ed è riservata ad autori, italiani

e stranieri, residenti in Italia e ogni autore può partecipare inviando un solo racconto inedito in lingua italiana. Il racconto breve non deve superare la lunghezza di 4.000 caratteri, spazi inclusi, e deve essere inviato, entro le ore 24 di domenica 4 novembre, in allegato tramite posta elettronica all’indiriz-zo [email protected], riportando nel corpo della mail i dati personali dell’autore

(nome, cogno-me, luogo e data di nascita, do-micilio, numero di telefono, e-mail, titolo del racconto). Gli autori mi-norenni devo-no allegare alla mail la scansio-ne del modulo di autorizzazio-ne firmata da uno dei genitori o da chi ne fa le veci, valida per la partecipazio-ne al concorso. I dieci racconti scelti dalla giu-

ria saranno inseriti in una pubblicazione, con proprio codice Isbn, intitolata “Racconti nel frat-tempo”, offerta da Fuoriluogo. L’iniziativa ha anche un carattere benefico: il libro sarà infatti distribuito dalla Banca del Tempo di Bomporto ad un prezzo simbolico ed i proventi andranno a sostegno di progetti culturali per le scuole elementari di Bomporto e di Finale Emilia colpite dal terremoto. Inoltre gli autori di tre racconti selezionati dalla giuria saranno premiati con oggettistica di pregio offerta da Fuori-luogo. La premiazione avrà luogo domenica 11 novembre dalle ore 17 presso il teatro Comunale di Bomporto in via Verdi 8, nell’ambito della fiera di San Martino. Nel corso della manifestazio-ne sarà possibile acquistare il libro ed ascoltare la lettura di alcuni racconti a cura del “gruppo di lettura ad alta voce della biblioteca di Bomporto”.

• laura solieri

strutturazione degli edifici sco-lastici resi inagibili dagli eventi sismici di maggio, ma recupera-bili entro la partenza del prossi-mo anno scolastico 2013-2014. Sabato scorso, grazie all’appor-to logistico di 60 dipendenti volontari di Dhl Express Italy, società leader nel trasporto ae-reo espresso internazionale (che già nei mesi scorsi aveva donato oltre 12 mila euro raccolti tra i dipendenti per la ristruttura-zione), genitori e insegnanti e personale Ata, si è proceduto al trasloco del materiale sco-lastico e delle attrezzature per poi concludere la giornata con l’inaugurazione degli stessi alla presenza dei bambini e della cittadinanza. Nel pomeriggio

di sabato, infatti, sono stati uf-ficialmente inaugurati i moduli scolastici di Bomporto, in via De André: «La consegna dei moduli scolastici temporanei, l’inizio dei lavori di ristruttura-zione nelle abitazioni private e nei siti produttivi, l’ultimazione dell’assegnazione degli alloggi sfitti e l’erogazione del contri-buto di autonoma sistemazione ai cittadini sfollati – ha affer-mato il sindaco di Bomporto Alberto Borghi – è la dimostra-zione concreta che, nonostante l’apparente lentezza, la macchi-na commissariale guidata dal commissario di governo Vasco Errani e i sindaci dei comu-ni del cratere sismico, inizia a produrre e mostrare risultati

concreti e verificabili. La scuola, iniziata regolarmente lo scorso 17 settembre qui a Bomporto in locali comunque sicuri e agi-bili, usufruirà di questa struttura temporanea e dal prossimo an-

no delle sedi scolastiche ristrut-turate e rese ancora più sicure da eventuali eventi sismici. È inoltre doveroso ringraziare i dipendenti di Dhl Express Italy per la disponibilità ad occuparsi

La storia di Alfeo Barbanti, protagonista cinquant’anni fa di un curioso episodio alla vigilia dl Concilio

Era il 10 ottobre 1962, esattamente cinquant’anni fa, la notte antecedente

l’apertura del Concilio Vaticano II voluto tenacemente da papa

Una notte fra i padri conciliari• Franco mantovi

Giovanni XXIII, il Papa Buo-no. Un cinquantenne pronto e vigoroso che, coi suoi fratelli, lavorava un campo a lato della Pescarola in quel di San Pan-crazio si imbatté in vista di un congresso agricolo nazionale a Roma. Della comitiva modenese fa-ceva parte anche il sottoscritto, testimone-cronista non ancora

trentenne, “avventizio” alla Ca-mera di Commercio di Mode-na. I “pezzi da novanta” della delegazione erano rappresentati dal dottor Franco Bortolani di Guiglia, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi, delegato per la Val Panaro, poi deputato per diverse legislature, dal pro-fessor Giuseppe Minelli, presi-de del liceo scientifico a Pavullo

(dove poi fu anche sindaco) e dal geometra Cesare Magnani di Sestola, dove per lunghi anni amministrò la comunità come primo cittadino. Quando giungemmo nella grande piazza vaticana ormai era notte. Del gruppo faceva parte anche Alfeo Barbanti, padre di mia moglie Marisa, sempre pronto a dare una mano a tutti, a partire dal vecchio par-roco di San Pancrazio don Co-simo Borelli. Quando vide che a fatica, con due grosse valigie, avanzava verso la basilica un pa-dre conciliare, senza dire niente mio suocero allungò il passo ed affiancò il Padre... Portava una lunga barba e forse era missio-nario in Oriente; poi Alfeo, contadino del podere “Mezza Colonna” a San Pancrazio, lo seguì oltre gli enormi portoni del Bernini scomparendo alla nostra vista. Intanto, alla spic-ciolata, entravano in Basilica porporati, vescovi, prelati in raccoglimento, con domestici al seguito.Dopo una buona mezz’ora di attesa interpellammo la Guar-

dia Pontificia: il contadino avrebbe dovuto passare la not-te davanti alla cella del Padre Conciliare cui si era associato. Così accadde che soltanto nel primo pomeriggio del giorno seguente, Alfeo riuscì a rie-

mergere dopo il rituale suo-no delle trom-be dell’extra omnes”. Tutti noi lo acco-gliemmo con una grande risata ed un applauso col-lettivo; a co-minciare dal professor Mi-nelli, dirigen-te di Azione Cattolica e grande ami-co di mio suocero, e dell’assistente diocesano don Fernando Or-sini. S or r idendo poteva rien-

trare nella delegazione mode-nese “il contadino di Gargllo”: «Tutto a posto, finalmente! – ricorderà in seguito –Dopo la lunga notte di silenzio gene-rale, passata quasi tutta senza dormire, in Vaticano».

gratuitamente delle operazioni di trasloco: è questo un gesto di alto senso civico, che merita il plauso dell’intera comunità di Bomporto, oltre al mio per-sonale».

• F.m.

Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo 15

Pedemontana

Un tuffo nella Formigine degli anni ’40

Una interessante let-tura quella dell’ul-timo libro del professor Roberto

Fiorini “Il liutaio Francesco Manfredi. L’Opera di don Zeno a Casinalbo di Formi-gine nel periodo 1940-1945. Storia e testimonianze”, edito da Guiglia Editore. La figura del liutaio formiginese Fran-cesco Manfredi (1902-1973) emerge nel libro di Roberto Fiorini attraverso un’accurata ricerca sugli aspetti biografici e sul rapporto instauratosi con gli avvenimenti del Secondo Conflitto Mondiale. Un’attività artistico-artigianale che non si esaurisce nella costruzione di strumenti musicali, ma che si

Un libro del professor Fiorini racconta l’Opera di don Zeno a Casinalbo

• laura solieri

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

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Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Sara Bellelli, Carlo Cantini, Simonetta Delle Donne, Cecilia Latini, Franco Mantovi, don Nardo Masetti, don Daniele Moretto, Chiara Ronchetti, don Gabriele Semprebon, Angelo Sceppacerca, Laura Solieri

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Villa Sabbatini in festa

Una giornata importante, quella del 28 ottobre, per il cen-tro diurno Villa Sabbatini. Ospiti, operatori, famigliari, amici e la comunità formiginese tutta si ritroveranno dal-

la mattina per un doppio festeggiamento: la fine dei restauri della Villa che sono durati due an-ni e che hanno portato ad un t ras fer imento temporaneo dei ragazzi all’Ope-ra Pia Castiglio-ni e i vent’anni dalla nascita del centro diurno socio-riabilita-tivo formiginese che dal 1992 accoglie giornalmente persone disabili che hanno terminato il loro percorso scolastico. La festa prenderà il via domenica alle 9.45 con la benedizione dei locali ristrutturati da parte del vescovo Lanfranchi e proseguirà con

la messa che sa-rà celebrata dal parroco di Formigine, don Giuliano Gazzetti, pres-so l’Opera Pia Castiglioni. Al-le 11 il saluto delle autorità: il sindaco di For-migine, Franco Richeldi, l’as-sessore alle Po-litiche sociali, Maria Costi, il presidente del-la cooperativa Gulliver, Mas-simo Ascari, Andrea Landi,

presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Matteo Richetti, presidente dell’assemblea legislativa dell’Emi-lia-Romagna. Dopo gli interventi la presentazione del volume dedicato al ventennale del centro di Villa Sabbatini, il taglio del nastro, la visita alla struttura restaurata a cura dei ragazzi del Centro e un aperitivo.

Formigine

rivolge anche alla lavorazione del legno e all’apertura di una bottega di barbiere. Nel libro sono rievocati episodi signifi-cativi della zona di Casinalbo, quando l’Opera Pia Bianchi durante la guerra diede ospita-

lità ai Piccoli Apostoli di don Zeno Saltini. Le testimonianze raccolte conferiscono al libro un valore di documenta-zione diretta di alcuni protagonisti di quel pe-riodo, sopraffatti dalle persecuzioni tedesche e fasciste. “L’idea di scrivere il libro è nata quando, interessandomi di storia della liuteria, due anni fa sono venuto a conoscenza della vita e dell’attività del liuta-io Francesco Manfredi. Mi sollecitava il fatto che egli fosse nato a Colombaro, dove risie-do, e che fosse vissuto a Formigine, mia città di riferimento” ci ha spie-

gato l’autore.“Alla base della ricerca sta il rap-porto tra la vita del Manfredi e della sua famiglia con l’Opera di don Zeno Saltini a Casi-nalbo di Formigine durante l’ultimo conflitto mondiale. La

possibilità quindi di combinare tra loro biografia e narrazione storica. Sul primo aspetto ho richiesto il contributo di ricordi da parte dei figli e della nuora; sul secondo ho compiuto un’in-dagine nell’archivio storico del Comune di Formigine e mi sono documentato sulle opere che hanno trattato il tema spe-cifico in ambito locale e provin-ciale. Inoltre ho raccolto le testimonianze finora inedite di Mario Con-tatore e di don Ivo Silingardi, che a Casi-nalbo ebbero una parte atti-va all’interno dell’Opera dei Piccoli Apo-stoli di don Zeno. Il lavoro di ricerca l’ho indirizzato alla co-noscenza della personalità e dell’opera di don Zeno - pro-segue Fiorini - Perciò ho letto

alcuni suoi scritti e i libri che parlavano della sua opera. Sulla base di queste letture ho appro-fondito il rapporto tra il proget-to educativo di Nomadelfia e la manualità artistico-artigianale di Manfredi: i ragazzi di No-madelfia, che vengono indiriz-zati all’apprendimento di varie abilità manuali, e il liutaio, che

a Casinalbo fornì l’esempio di svariate capacità, come barbiere, mobiliere, muratore e intaglia-tore del legno. E mentre l’atti-vità di Francesco Manfredi si

esaurisce con la morte nel 1973, quella di Nomadelfia continua in provincia di Grosseto, se-condo le finalità impresse dal suo fondatore e conservate dai suoi collaboratori, finalità sin-tetizzabili nell’esperienza ma-nuale e nelle manifestazioni del canto e della danza. Le ultime generazioni si sono sempre

più allontanate da questi saperi, ve-nendo meno lo stretto rapporto di lavoro tra padre e figlio - conclude Fiorini -. Attual-mente lo sviluppo tecnologico induce ad un apprendi-mento strettamente legato alle scienze e alla teoria. Può es-sere auspicabile in un futuro immedia-

to un ripensamento culturale a favore di una tradizione di at-tività artigianali, che riescano a rimettere in campo abilità ma-nuali e risorse cognitive”.

Un ottobre di ‘valore’

Proseguiranno fino alla fine del mese le iniziative dell’Otto-bre della pace, dei diritti, della legalità e della solidarietà: incontri, proiezioni, convegni, musica con al centro alcuni

dei valori più importanti del vivere umano. La rassegna ha preso il via il 19 ottobre e ha affrontato temi vasti e variegati: con Igna-zio Marino si è parlato di fede attraverso il libro che ha scritto a quattro mani con Carlo Maria Martini, con la cooperativa Lag si è discusso di gioco d’azzardo, si è giocato con le parole e con la musica con Alessandro Bergonzoni e infine, Fulvio Grimaldi ha parlato del suo modo di fare giornalismo. L’Ottobre proseguirà sabato 27 alle 20.30 al Teatro Fabbri con la serata ‘Il Teatro per il Teatro’: due spettacoli teatrali (‘Concorsi’, l’atto unico per la regia di Giorgio Incerti e ‘Il povero Piero’, adattamento della comme-dia di Achille Campanile) per contribuire alla ricostruzione del teatro di San Felice sul Panaro. Lunedì 29 ottobre alle 21 alla sala conferenze della biblioteca Auris sarà proiettato il film ‘Mare chiuso’ di Stefano Liberti e Andrea Segre: una serie di testimonianze dei migranti vittime delle operazioni di respingimento nel Mediterraneo raccolte da-gli autori. Infine, mercoledì 31 alle 20.30 presso l’Ex Lavatoio di via Zenzano andrà in scena ‘Liberta’ L’è morta’, recital di canti libertari di fine ottocento e primi novecento arrangiati per stru-menti della tradizione popolare di e con Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini.

Vignola

• marcella caluzzi • m.c.

Torna la Corriperloro

Sabato 27 ottobre è in pro-gramma a Maranello la quarta edizione di ‘Corri-

perloro - camminata di solidarietà’ per raccogliere fondi a sostegno del progetto ‘Regando Para Vi-ver’, che da due anni a Fortaleza-Brasile, con l’aiuto dei volontari di Modena Terzo Mondo Onlus, contrasta lo sfruttamento di ra-gazze e ragazzi. Il ritrovo è alle 14.30 dal Museo Ferrari mentre il costo dell’iscrizione è di 2€ e comprende iscrizione, premio in na-tura, ingresso agevolato al Museo Ferrari di Maranello e al Museo Casa Natale Enzo Ferrari di Modena (paga 1 entri in 2 di cui 1 euro sarà devoluto per le popolazioni terremotate). Per informa-zioni: [email protected] - www.modenaterzomondo.org.

Maranello

Domenica 28 ottobre 2012

Il re tartufo a MontefiorinoDa sabato 28 ottobre, due weekend di iniziative per la ventunesima edizione della festa

Il re della festa è natu-ralmente il tartufo ma, come sempre, grandi protagonisti della Mo-

stra mercato del tartufo di Mon-tefiorino sono anche tutti i prodotti enoga-stronomici tipici dell’Appennino. La 21ª edizione della manife-stazione che ri-chiama in paese un gran nume-ro di visitatori e appassionati inaugura sabato 27 ottobre, alle 10, con l’aper-tura dei mercati del tartufo, dei prodotti eno-gastronomici e dell’artigianato, per proseguire fino a domenica 4 novembre con degustazioni, spettacoli, animazioni, visite guidate.«Un’iniziativa dedicata a uno dei prodotti più pregiati della nostra montagna – commenta Gian Domenico Tomei, asses-sore provinciale all’Agricol-tura – che ormai è diventata una tradizione e che richia-ma anche da fuori regione un pubblico che può così gustare non solo il tartufo ma anche gli altri numerosi prodotti di eccellenza del territorio». «Lo spirito della festa, che vede uniti nell’organizzazione tutte le associazioni locali, i

Appennino

A Roma il processodi appelloE’ partito mercoledì 24 ottobre alla Corte militare di appello di Roma l’udienza del processo d’ap-

pello per la strage nazista di Monchio. In primo grado, nel luglio dello scorso anno, il Tribuna-le militare di Verona, dopo 52 udienze, aveva condannato all’ergastolo Helmut Odenwald, 91

anni, capitano, comandante della decima batteria artiglieria contraerea, Ferdinand Osterhaus, 93 anni, all’epoca sottotenente, e il ca-porale Alfred Lühmann, 86 anni. Previsti anche risarci-menti per enti locali mode-nesi e Anpi per oltre 300 mila euro (100 mila alla Provin-cia di Modena e 200 mila al Comune di Palagano), oltre ai risarcimenti previsti per i familiari delle vittime della strage di Monchio, Costri-gnano e Susano, compiuta il 18 marzo del 1944, quando i nazisti della divisione “Her-man Goehring” uccisero 140 cittadini. L’avvocato Andrea Speranzo-

ni, nell’interesse delle parti civili rappresentate, tra le quali anche la Provincia di Modena, così come il Comune di Palagano, la Regione Emilia Romagna, l’Anpi e 89 familiari delle vittime, avverte che «l’esito del processo di secondo grado non è scontato ed il contraddittorio si può pronosticare sarà com-plesso e acceso. Non va inoltre dimenti-cato che si giunge all’appello dopo che la Procura di Stoccarda ha archiviato il caso di Sant’Anna di Stazzema, approdato in Italia nel 2007 a condanne definitive, tra le quali alcune di rei confessi dell’eccidio e dopo che la Corte internazionale dell’Aja ha accolto le tesi tedesche sull’immunità. Sono però seguite anche la sentenza di condanna per la strage di Borgo Ticino, la scorsa settimana, ed una interessante sen-tenza della Suprema Corte di Cassazione che non sconfessa le proprie decisioni, pur dovendo prendere atto della sentenza dei Giudici dell’Aja».

Strage di Monchio

Legge stabilità: altro duro colpo a deboli ed emarginati

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati Sindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel 059/890846 - Fax 059/828456

Di fronte agli sprechi della politica oramai sotto gli occhi di tutti, il governo non ha perso l’ennesima occasione per colpire i più deboli”. E’ quanto dichiarato dal

segretario della Cisl Pensionati, Gigi Bonfanti, in riferimento alla manovra varata dal governo. “La riduzione dei finanziamenti ai patronati, la stretta sugli stipendi degli statali insieme al taglio di 1,5 miliardi al fabbisogno sanitario nazionale dimostrano, ancora una volta, quanto la politica sia distante dai bisogni dei cittadini”. “Invece di intervenire - prosegue Bonfanti - con misure a sostegno dei più deboli e dei più emarginati , il governo ha deciso di mettere in atto una stretta anche sui disabili e sulle loro famiglie, cosa inaccettabile - ha concluso il segretario della Cisl Pensionati - per un Paese che vuole definirsi civile”. Qualche lume si può scorgere nella legge di stabilità proposta dal Governo, ma dobbiamo constatare che

“ tante, troppe sono le zone d’ombra.In effetti la riduzione di un punto della percentuale Irpef sui primi due scaglioni dal 23% al 22% per redditi fino a 15mila € e dal 27% al 26% per quelli fino a 28mila€, lasciando invariata la soglia non tassabile a 7500€, è una boccata di ossigeno per i redditi più bassi.Ma troppo debole per rafforzare il loro potere d’acquisto se si considera che nel medesimo provvedimento l’Iva aumenterà di un punto, dal 10% all’11%, per i generi alimentari e dal 21% al 22% per quanto riguarda l’aliquota ordinaria a partire dal 1° luglio del 2013.Altri interventi appesantiscono questa “Legge di Stabilità” per il 2013, fino a farla sembrare più una nuova manovra finanziaria, più che una correzione di bilancio.Così annotiamo tagli per 1,5 miliardi di euro sulla sanità; un aumento dell’Iva sui servizi socio sanitari svolti dalle cooperative sociali dal 4% al 10% e, dal 2013, all’11% con pesanti conseguenze sul welfare

in generale e su quello della nostra provincia in particolare per la diffusione su tutto il territorio provinciale di questi soggetti fornitori di tale genere di servizio; altrettanto pesanti sono gli interventi sulla scuola dove gli insegnanti precari (da 30.000 a 70.000) rischiano di non poter più lavorare.Il primo Ministro Mario Monti ha recentemente riconosciuto gli sforzi che gli italiani stanno facendo per uscire da questa “maledetta” crisi ed ha espresso sinceri elogi; purtroppo questi sforzi sono sostenuti dai soliti noti e l’avvicinarsi a livelli di povertà non immaginabili fino a qualche tempo fa è sempre più evidente per molte famiglie.Diamo atto della disponibilità del Governo a rivedere il provvedimento purchè i saldi restino invariati, il che significa pescare comunque sempre nelle medesime acque.

Luigi BelluzziSegretario provinciale Fnp

ristoranti e i commercianti – spiega il sindaco di Montefio-rino Antonella Gualmini – è promuovere non solo i nostri prodotti ma l’intero territorio, con tutte le sue ricchezze am-bientali, storiche e artistiche».Oltre alla mostra mercato

del tartufo e degli al-tri prodotti enogastro-nomici so-no molte le i n i z i a t i v e che anime-ranno la manifesta-zione aperta sabato 27 e d o m e n i c a 28 ottobre e poi da giovedì 1 a d o m e n i c a 4 novem-

bre: ci saranno i concorsi per il miglior pane fatto in casa (premiazione domenica 28 ottobre), per il miglior vino di produzione locale (prima edi-zione, giovedì 1 novembre), per il nocino e per l’aceto bal-samico tradizionale dei picco-li produttori dell’Appennino e le proposte di specialità lo-cali e a base di tartufo a cura delle associazioni locali e dei ristoranti della zona. Ma non possono mancare, come sem-pre, le animazioni per bam-bini, sotto il titolo “La tribù dei trifolotti”, le visite guida-te alla rocca medievale e alla pieve romanica di Rubbiano, le dimostrazioni di cerca del tartufo con il cane. La manifestazione è organiz-zata dal Comune di Monte-fiorino, in collaborazione con l’Unione di Comuni montani Valli Dolo, Dragone e Sec-chia, con il consorzio Valli del Cimone e con la Provincia di Modena. Informazioni sul si-to www.tartufomodenese.it.

17Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

Teologia

La prima evangelizzazionedelle nostre terre

Inizio dell’anno accademico allo Studio Teologico Interdiocesano

Martedì 16 ottobre nel Seminario di Reggio Emilia si è inaugurato uf-

ficialmente l’anno accademico dello Studio Teologico Inter-diocesano, dove studiano i semi-naristi delle diocesi di Modena, Reggio, Parma e Carpi, oltre ai

Saveriani di Parma e ai Cap-puccini di Scandiano (Re), alla presenza dei vescovi delle nostre diocesi.Si è iniziato con la prolusione, tenuta da mons. Giovanni Co-sti, già docente di Storia della Chiesa, che con il professor Giuseppe Giovanelli è curatore della nuova Storia della Chiesa della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla in quattro volumi, di cui due editi e uno in via di pubblicazione. Mons. Costi ha tenuto una lezione su “La prima evangelizzazione delle nostre terre”, mostrando che la diffu-sione del Vangelo in Emilia è iniziata nella seconda metà del III secolo, seguendo le princi-pali vie di comunicazione, prima con la presenza di commercianti e soldati di passaggio, poi con

• daniele moretto

evangelizzatori inviati dalla Chiesa di Milano, che estenderà la propria influenza metropo-litana lungo la via Emilia fino ad Imola, salvo essere rimpiaz-zata nel 482 da Ravenna, sede dell’esarcato bizantino. Entro la

fine del IV secolo si hanno poi attestazioni della presenza di vescovi nelle attuali diocesi di Rimini, Faenza, Modena, Pia-cenza, Parma, Imola, Bologna e

Reggio. Purtroppo però l’evan-gelizzazione spicciola, fatta di incontri personali e di attenzioni catechetiche, è andata perduta, dato che rimangono solo poche attestazioni che riguardano le istituzioni. Quello che è certo

è che il Vangelo ha attecchito prima nelle città principali del-la via Emilia e sulle maggiori vie di comunicazione, mentre solo in seguito si è spinto verso le campagne, dando vita ad al-cuni centri di evangelizzazione, che poi diventeranno le pievi. La popolazione di queste terre era mista – funzionari e coloni ro-mani, galli romanizzati, etruschi, galli boi e liguri – e perciò aveva

varie tradizioni religiose, dal po-liteismo tradizionale ai culti mi-sterici, dal culto dell’imperatore a quello del sole. In tale contesto ebbe un notevole peso nell’evan-gelizzazione il culto delle reli-quie dei martiri, come tramite

per un contatto con il divino, e la dedicazione delle chiese a particolari santi, tanto che anco-ra oggi si può risalire alla popo-lazione allora residente a partire dal culto del santo: ad esempio san Giorgio e san Vitale era-no santi militari che segnalano la presenza di castra bizantini, mentre Martino manifesta una presenza longobarda; così pure, se si festeggia san Michele il 8 maggio vuol dire che c’erano dei longobardi, ma se lo si onora il 29 settembre, è perché lì c’erano dei bizantini.Nella cripta del Seminario si è poi tenuta la celebrazione eu-caristica, presieduta da mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi, che nell’omelia ha ri-preso le parole di san Paolo sul cristiano come colui che è chia-mato ad esprimere la libertà di Cristo. Infatti Cristo ci ha libe-rati dal peccato e dalla morte, quindi bisogna vigilare affinché sempre nuove seduzioni non ci facciano tornare indietro rispet-to alla vocazione che è la vita di

La Due Giorni dei docentisu storia e teologia

Il 18 e 19 settembre si è svolta la seconda Due Giorni per i docenti dello Studio Teologico, sul tema “Storia e Teologia”. Anzitutto i lavori si sono concentrati sugli interventi di due

docenti della Facoltà Teologica di Bologna: don Paolo Boschini, docente di filosofia della religione, ha mostrato come l’approc-cio storico moderno ha influenzato la teologia contemporanea, mentre don Maurizio Marcheselli, docente di esegesi, ha fatto un bilancio della ricerca storiografica contemporanea su Gesù di Nazareth.Il dibattito che ne è seguito ha evidenziato, da una parte, che l’approccio moderno ha spinto la teologia a riappropriarsi di una sensibilità che di per sé le è propria, visto che l’evento teologico per eccellenza è la presenza del Verbo di Dio nella storia degli uomini; dall’altra ha sottolineato che la teologia non può dipen-dere costitutivamente da ricerche storiografiche di tipo probabi-listico (quindi sempre rivedibili), ma dall’accoglienza nella fede del Vangelo, trasmesso dalla comunità ecclesiale.Nel secondo giorno ci si è divisi in tre gruppi di lavoro per af-frontare, alla luce del dibattito del giorno prima, il rapporto tra storia, tradizione e pastorale e il ruolo della storia nel rinnova-mento teologico del XX secolo e nella teologia sistematica. Qui è emerso che la storia serve alla teologia per non assolutizzare un dato periodo e una data teologia, quindi per distinguere l’essen-ziale del Vangelo dalle sue molteplici concretizzazioni storiche. Essa però serve anche a mostrare come sia indispensabile cercare non solo di trasmettere il Vangelo, ma anche di proporne sempre una nuova rielaborazione, a confronto con il proprio tempo. La storia quindi non è tanto uno strumento di verifica della veri-tà del cristianesimo, ma il pro-memoria dell’importanza di una continua trasmissione ecclesiale della fede. Una più ampia sintesi di questi lavori può essere scaricata dal sito: www.diocesi.re.it/sti.

santità. Per questo i seminaristi sono chiamati a dare unità alla propria formazione, come un’ar-moniosa sinfonia, in particolare non ci deve essere teologia senza preghiera, perché la separazione tra teologia e vita spirituale è il peggiore disastro, che crea lu-minari senza preghiera che di-ventano famosi e in pochi anni

scompaiono, mentre il modello del teologo è il santo, in quanto uomo di contemplazione. Solo così si può diventare pastori ed evangelizzatori.La mattinata si è conclusa con il pranzo, mentre nel pomeriggio c’è stato il torneo di calcio tra le varie componenti studentesche dello Sti.

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18 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

Uno degli elementi distintivi che con-traddistingue un medico cresciuto

nella professione qualche de-cina di anni fa rispetto a un giovane medico, è la “visita”. Il “vecchio” clinico visitava sem-pre il paziente, prima in modo generale, poi soffermandosi sul problema accusato. Oggi, il medico che visita è una rarità e la distanza tra lui e il paziente viene mediata da monitor e al-tri ausili. Qualora non si possa rinunciare alla visita, secondo i canoni della semeiotica clinica, uno dei problemi che si presen-ta è il rispetto del paziente nu-do o seminudo. Il pudore, virtù oggigiorno assopita, deve esse-re tenuto in considerazione dal medico, non solo per eventuali denunce ma per un inelimina-bile rispetto che passa attraver-so la relazione tra un uomo e il corpo dell’altro. In Gran Bre-tagna i protocolli sono rigoro-

Più voce e più presenzaIl documento finale dell’incontro chiamato ‘Todi 2’ sull’impegno dei cattolici in politica

Un anno fa le nostre organizzazioni si ritrovarono, in que-sto luogo e in questi

stessi giorni, per affermare la loro disponibilità a impegnar-si al servizio del Paese, in un momento di gravissima crisi morale, politica ed economica, chiedendo al contempo l’aper-tura di un nuova fase politica in forte discontinuità con la precedente”. Inizia così il do-cumento finale letto da Andrea Olivero, presidente delle Acli, all’incontro di Todi, promosso ieri e oggi dalle organizzazio-ni promotrici del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mon-do del lavoro per “un rilancio della buona politica”.Far sentire la propria voce. “Dopo di allora - si legge nel documento - si è aperta l’espe-rienza del governo Monti, cui va l’indubbio merito di aver ridato dignità alle istituzioni, garantito una forte ripresa di credibilità del Paese a livello europeo e internazionale - di-venendo una risorsa per la co-struzione dell’Europa politica -, superato l’asfittico sistema bipolare, causa di contrappo-

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Il rispetto del pudore nella visita medica

• don GaBriele sempreBon*

Etica della vita

si: il General Medical Council, il Royal College of Physicians e altri enti specificano che i pa-zienti sottoposti a visita intima debbano essere accompagnati da un Chaperon, cioè da una persona appartenente all’equi-pe sanitaria che presenzia alla visita tutelando il malato. Ne-gli Stati Uniti mancano speci-fici protocolli ma sono presenti alcune linee guida le quali spe-cificano come gestire le azioni del medico che possono essere interpretate in modo equivoco e quindi passibili di denun-cia. E’ considerata scorrettez-za sessuale anche chiedere un appuntamento al paziente, criticarne l’orientamento ses-suale, commentare il corpo. Premettendo ed auspicando l’esemplare correttezza di tutti i clinici, di fatto, la visita me-dica annovera delle ambiguità: qualsiasi paziente può chieder-si l’utilità del toccare una parte del corpo, generando incom-prensioni. Queste perplessità o malintesi, forse, rimarranno sempre ma ciò che è urgente

è la promozione di standard professionali più rigidi per ac-crescere la fiducia tra medico e paziente. Per fare questo baste-rebbe esercitare il buonsenso e la cura di alcuni particolari, partendo dall’aspetto del me-dico, dall’abbigliamento all’or-dine della persona. Importante è la modalità linguistica con la quale si approccia al paziente: usando il lei e non il tu, evita-re apprezzamenti o commenti, riservare un ambiente protet-to dove il/la paziente si possa spogliare, richiedere la presen-za di un’altra persona nel caso di una visita ad un/una mino-renne. E’ importante, comun-que, comprendere che questa serie di attenzioni non sono solo rivolte a scongiurare una possibile denuncia, ma sono orientate a migliorare il delica-to lavoro del medico che non è indirizzato alla sola cura della malattia ma ad una interazione efficace con la persona umana malata.* In collaborazione con il Centro

di Bioetica Moscati

sizioni durissime e insieme d’immobilismo politico”. Per il Forum, “le forze politiche, chiamate a mostrare senso di responsabilità e insieme a riorganizzare la loro offerta politica, hanno purtroppo so-lo parzialmente risposto alle attese. Tanti, troppi sono gli elementi che testimoniano la loro persistente incapacità di procedere a un autonomo rin-novamento di culture, modelli organizzativi, gruppi dirigenti. La grave crisi morale e insieme la costante erosione di consen-si rende quindi oggi necessario un percorso che consenta, en-tro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte

nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti”. Di qui la scelta: “Noi, soggetti della società civile ed espressione di un’ampia parte del mondo cattolico italiano, ci sentiamo responsabili di far sentire la nostra voce e dare il nostro ap-porto, nei termini e nei modi che sono propri a ciascuna or-ganizzazione”.Ruolo da protagonista. Ma in che modo si coniugherà l’im-pegno? “In primo luogo - si legge nel documento - ci im-pegniamo affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica si-tuazione precedente. È in-

dubbio che è oggi necessario ope-rare per dare al prossimo governo una maggioranza autenticamente politica, fondata su un programma condiviso e coe-rente”. Questo va fatto “assicurando la continuità con quanto di posi-tivo è stato fatto in quest’ultimo anno, garantendo la prosecuzione delle politiche di risanamento del Paese e, al con-

tempo, integrando gli obiettivi iniziali con quelli della crescita, dell’occupazione, di un nuovo welfare, di una ritrovata equità e di pieno ripristino dei valori costituzionali”. Per il Forum, “non è più rinviabile l’avvio di riforme istituzionali e struttu-rali che dovranno ridurre i costi della politica, riordinare e sem-plificare l’assetto dello Stato, renderlo più moderno, coeso, orientato ai principi di sussidia-rietà e solidarietà. Nel contesto europeo, l’Italia dovrà esercitare un ruolo da protagonista nella

prospettiva irrinunciabile di unificazione politica”.Più sussidiarietà. “Siamo con-vinti che l’Italia - precisa il documento - possa superare le difficoltà in cui oggi si tro-va mettendo a frutto le grandi risorse d’intelligenza, responsa-bilità e dedizione di molti suoi cittadini”. Per questo “deve esse-re assolutamente sciolto il nodo della legge elettorale restituen-do il potere di scelta ai cittadini. Vogliamo un Paese nel quale la sussidiarietà non sia solo un valore enunciato ma una prassi diffusa, la collaborazione tra la-voratori e imprese sia la chiave dell’innovazione del mondo del lavoro, la partecipazione il cuo-re della prassi democratica”. Per uscire dall’“attuale gravissima crisi economica”, occorre “rida-re centralità al lavoro, facendo in modo che nuova imprendi-torialità e diffusa responsabilità sociale creino i presupposti per un autentico sviluppo, eco-nomico e insieme umano. In questa prospettiva crediamo si debba realizzare un patto fiscale tra lavoro, imprese e famiglie e concentrare gli sforzi per favo-rire politiche per l’occupazione giovanile”.I valori più cari. Non solo: “Ci

impegniamo a portare i valori che ci sono più cari - la tutela e promozione della vita, a partire da quella più fragile e indifesa, la famiglia fondata sul matri-monio e aperta alla generativi-tà, la libertà di educazione - in ogni contesto pubblico, come proposte, laicamente fondate, volte al benessere personale e sociale e alla garanzia dei diritti inalienabili di ogni persona”. E ancora: “Ci impegniamo a cre-are le condizioni di educazione, partecipazione e controllo de-mocratico perché onestà, rigo-re morale e sobrietà diventino caratteri distintivi di quanti operano a servizio della collet-tività, a partire da noi stessi. La politica deve rappresentare un luogo di passione e di impe-gno civile da proporre a tutti, ed in particolare ai giovani”. In questa direzione “le nostre organizzazioni continueranno ad operare, con ancor maggiore determinazione, alla formazio-ne di ‘una nuova generazione di laici cristiani impegnati, ca-paci di cercare con competen-za e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile’, secondo l’accorato appello di papa Be-nedetto più volte rinnovatoci dai nostri vescovi”.

19Domenica 28 ottobre 2012NostroTempo

Csi, sport e sociale

Devolviamo le spesedel Natale ai terremotatiLa proposta del Csi ad associazioni e aziende

Il Csi non abbandona l’impegno preso con le popolazioni colpite dal terremoto. Dopo le ini-

ziative di questa estate, che hanno portato all’organizza-zione di centri estivi, dopo la partecipazione ai progetti di dopo-scuola e dopo l’annuncio del progetto del nuovo polo sportivo di Finale Emilia, dal comitato di Modena del Csi arriva un’altra proposta. In vi-sta del Natale il Centro Spor-tivo rinuncerà alle classiche strenne natalizie e devolverà la cifra che da sempre è stanziata per i regali ai progetti legati alle popolazioni colpite dal terremoto: «In un momento del genere ci sembra il minimo - commenta il presidente del Csi Modena Stefano Gobbi - per non dimenticare quanto è accaduto e per continuare a mantenere alta l’attenzione sulla Bassa. Dopo aver messo

Con Passi di Speranza arrivano le borse di studio

È con gioia che la scuola Danzarte comunica che, grazie agli introiti dell’iniziativa di so-lidarietà Gala di danza Passi di speranza, le scuole di danza dei comuni della provincia di Modena (area nord) Les Arts, Arcadia, KhorovodArte, Scuola Armanini, Tersicore e

Danzarte Asd, potranno elargire 11 borse di studio corrispondenti al costo totale di un corso di danza per l’anno accademico 2012/2013, che verranno riconosciute agli allievi più sfortunati di ciascuna scuola interessata. Queste ultime potranno altresì suddividere la somma assegnata in più parti per riconoscere borse di studio parziali a un numero maggiore di allievi, in base alle situa-zioni personali emerse dopo il terremoto.Le borse di studio, nella forma di “dichiarazione di avvenuto ricevimento del pagamento” rispetto ad ognuno dei nominativi indicati, verranno consegnate in data 4 Novembre p.v. presso la scuola Danzarte Asd, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede, reperita e allestita in seguito alla dichiarazione di inagibilità della precedente a causa degli eventi sismici. La cerimonia avrà luogo alle ore 17.30. Per info: [email protected].

Torneo alla DynamisLa Dynamis Manzolino, società protagonista non solo in campo ma anche nell’organizzazio-

ne di diversi tornei provinciali e regionali, ha in programma un nuovo torneo di tennista-volo: domenica 28 ottobre, presso l’Arci San Cesario di corso Vittorio Veneto 4, insieme al

Csi Modena organizzerà infatti una manifestazione di singolo riservata a due categorie giovanili (Giovanissimi e Juniores) e a due di adulti (Csi e Fitet). Le gare, in ogni categoria, si disputeranno con un iniziale girone all’italiana prima delle fasi finali. Accederanno al tabellone ad eliminazione diretta i primi due classificati di ogni girone. Sono ammessi tutti gli atleti tesserati Fitet solo se NC (le donne fino alla terza categoria) e i tesserati Csi. Chi non fosse tesserato Csi, potrà farlo in sede di torneo o partecipare alla manifestazione pagando un supplemento di 4 euro. La quota di parte-cipazione è invece di 5 euro in ciascuna categoria. Questo l’orario di inizio delle gare: Giovanissimi e Juniores alle 9.30, Csi alle 11 e Fitet alle 13. Le iscrizioni dovranno pervenire entro venerdì 26 ottobre a Matteo Poppi (3383676172 [email protected]). La struttura che ospiterà le gare è sprovvi-sta di docce. Saranno premiati i primi 4 classificati di ciascuna categoria.

Tennistavolo

Conto alla rovescia I campionati di calcio, open e giovanili, sono appena cominciati ma è già tempo di pensare al futuro:

la Commissione Calcio ha infatti già presentato l’edizione numero 18 del Torneo Boldrini, la ma-nifestazione di calcio giovanile che non ha eguali in provincia e che anima l’inverno di centinaia

di ragazzi. Il tor-neo inizierà nel primo weekend di dicembre, sa-bato 1 e dome-nica 2, per poi concludersi ad inizio febbraio.Per info: [email protected].

Torneo Boldrini

in campo progetti e forze, ci sembrava doverosa anche una rinuncia che, per chi come noi dà un va-lore cristiano al suo impegno civico, ha un doppio significa-to: solidarietà ver-so chi ha bisogno e allo stesso tempo dedicare ciò che è superfluo per noi a progetti che invece hanno un alto signi-ficato ma anche un costo economico che deve essere coperto per la buona riuscita dell’iniziativa. Così il budget sarà inte-ramente dedicato a queste attività di-rettamente sul ter-ritorio della Bassa». Gobbi però rilancia: «Chiediamo a tutte le associazioni e a tutte le aziende che solitamen-te a Natale acquistano regali per fornitori e dipendenti di associarsi a questa campagna perchè con quello che rappre-

senta questo piccolo sforzo e questa piccola rinuncia si può davvero dare un sostegno con-creto alle popolazioni colpite dal terremoto».

Una Wii in palio pertutti i nuovi fan del Csi A Sport Days il gioco cambia e si evolve, i valori restano gli stessi

Il Csi quest’anno è pro-tagonista a Sport Days con una grande novità: uno spazio realizzato in

collaborazione con Nintendo

dove il gioco tradizionale e quello elettronico si fondono. Lo sport e il gioco cambiano e si evolvono, i valori riman-gono gli stessi. Un’apertura all’innovazione, quindi, e una sfida verso nuove forme di aggregazione e socialità. Tra tutti i visitatori che durante

i tre giorni di fiera a Rimini diventeranno fan della pagina ufficiale di Facebook del Csi nazionale, verrà estratto un fortunato vincitore al giorno che riceverà in premio una consolle Wii. Un incentivo ancora più forte a parteci-pare ad una fiera che nella sua seconda edizione, dal 26 al 28 ottobre, riunisce nella stessa sede di Rimini l’inte-

ro movimento sportivo con l´obiettivo di creare nuove opportunità di promozione e comunicazione sul grande pubblico, presentare attività e calendari degli Organismi Sportivi, offrire corsi per la formazione e l´informazione degli operatori del settore. Il

presidente nazionale del Csi, Massimo Achini, sarà pre-sente in prima linea fin dal-la giornata di apertura con l’intervento al convegno dal titolo “Sport, cultura, scuola”, promosso dal Coni. Nella mattinata di sabato 27 si terrà invece “Uno sport per la vita”, una premiazione promossa e coordinata dal Csi nella quale saranno premiati i dirigenti di

tutte le Federazioni e di tutti gli Enti di Promozione Spor-tiva che si sono distinti per aver testimoniato i veri valori della vita e dello sport. Il Csi di Modena darà il proprio contributo all’importante ini-ziativa partecipando con una delegazione provinciale.

Solidarietà tra scuole di danza Borse di studio per i ballerini terremotati

In collaborazione con il Centro Sportivo Italiano di Modena e Carpi nell’ambito del

progetto ‘Adotta una Scuola di danza’, attivato in seguito ai recenti eventi sismici che hanno colpito la nostra pro-vincia, alcune scuole di danza di Modena hanno pensato di dare un segnale concre-to di solidarietà e sostegno riservando tariffe agevolate a tutti gli allievi delle scuo-le di danza dell’Area Nord. Nello specifico le scuole La Capriola, Officina Danza Studio e Surya di Carpi han-no riservato a tutti gli allie-vi della Bassa una speciale agevolazione del 50%. Inol-tre ogni insegnante di una scuola con sede nei comuni

terremotati sarà loro ospi-te gratuitamente. Le scuole a cui è rivolto tale progetto di solidarietà sono: Arcka-dia (San Felice sul Panaro), Danzarte (Concordia), Kho-

rovodarte (Mirandola), Surya (Carpi), Tersicore (Finale Emilia). Inoltre Jon B, della scuola New Dance di Pavullo, ha previsto tre stage hip hop nell’anno accademico 2012-

2013 con i ballerini della compagnia di Mauro Astolfi: per ogni stage saranno asse-gnate due borse di studio ri-volte ai ballerini residenti nei comuni dell’Area Nord.

20 Domenica 28 ottobre 2012 NostroTempo

Il luogo dell’“Ora et Labora” A ridosso della rinascimentale chiesa cittadina di S. Pietro, ripristinato l’antico cortile della spezieria

Cultura

Dopo sei anni di la-vori materiali e di accurate ricerche tra archivi e docu-

menti, l’antico monastero di S.Pietro a Modena da dome-nica scorsa si è riappropriato di un angolo particolarmente suggestivo a ridosso delle anti-che mura della chiesa: il cortile della spezieria. L’inaugurazione di questo “hortus conclusus” nel cuore della città, una vera e propria oasi di pace per rinfrancare il corpo e, soprattutto lo spirito, ha coinciso con la riapertura, dopo il terremoto, dell’antica basilica abbaziale. E alla rego-la di S.Benedetto si ricollega proprio anche il cortile della spezieria: luogo di lavoro nel quale i monaci dei secoli passa-ti coltivavano le erbe officinali (labora) ma anche spazio dedi-cato alla contemplazione e alla preghiera (ora).Tolto il sarcofago di cemento che per decenni ha ricoperto quanto si celava alla vista e alla fruizione di questo luogo ap-partato ai margini meridionali della città, chi entra ora dall’an-tico portone di via S.Pietro si trova in uno spazio ordinato e organizzato secondo quelle che dovevano essere le antiche fun-zioni, dove il silenzio è inter-rotto solamente dallo scorrere dell’acqua al centro del cortile, nella fontana posta sotto il pia-no di campagna che costituisce il fulcro della nuova sistemazio-ne. Il cortile, sulla scorta delle do-cumentazioni cartografiche

Seminario e concertoCulminerà con un concerto dedicato alle vittime dei ter-

remoti tra Italia e Giappone - protagonisti la Piccola Orchestra Mutinae Plectri e la Tokyo Mandolino Or-

chestra - il seminario di interpretazione musicale con workshop orchestrale “Dolce Visione”, organizzato dai mandolinisti mo-denesi di Mutinae Plectri, con il patrocinio e il contributo del Comune di Modena e con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone. Docenti saranno il mandolinista Sergio Zigotti e il chitarrista Fabiano Merlante, che costituiscono un affermato duo di studiosi oltre che di esecutori con diverse incisioni e concerti al loro attivo. Sarà possibile ascoltarli nel concerto che eseguiranno venerdì 2 novembre alle 18.30 (ingresso gratuito) all’Accademia di Scienze, Lettere e Arti, alla fine della prima giornata del Se-minario.Il concerto finale “Mandolinsieme” si svolge domenica 4 novem-bre al Teatro della Fondazione San Carlo a Modena alle 18.30 (ingresso gratuito), mentre il seminario si svolge dal 2 al 4 no-vembre in due sedi: l’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti e la Scuola media a indirizzo musicale “Marconi” di via Canaletto (al workshop partecipano anche studenti della scuola).

Mutinae Plectri

Il vecchio e il fiumeCome i figli, anche i libri possono venire al mondo nelle cir-

costanze meno accoglienti, ma una volta affacciati alla vita sono uguali a tutti gli altri. Questo racconto nasce in un’au-

la di tribunale, nel giorno in cui il suo autore, dopo una vita di duro e onesto lavoro, viene processato per bancarotta fraudolenta. In bi-lico tra disperazione e follia, sorretto solo dall’amore della famiglia, Danilo Bertani attraversa un corridoio buio che sembra non finire mai. Nelle notti insonni lo perseguitano le parole del suo avvocato: “Lasci parlare me, lei non ha il controllo della parola”. È così che Danilo comincia a farsi delle domande su se stesso e decide di tor-nare a scuola: lì – sopra i banchi che da bambino gli avevano procu-rato solo umiliazioni – incontra le parole di don Lorenzo Milani. Si apre una nuova stagione, di alfabetizzazione e di riscatto. Prendono voce pensieri prima chiusi nel cuore, i ricordi si fanno strada con

Presentazione del libro di Danilo BartaniParrocchia San Giovanni Evangelista

Venerdì 9 novembre alle 21 presso la sala parrocchiale di San Giovanni Evange-

dei secoli passati, è stato risi-stemato proponendo l’assetto con “campi a vasca” organizzati all’interno di un’orditura a dop-pia croce. Non potendo contare su testimonianze precise, la ri-

composizione delle aree verdi ha seguito alcune indicazioni storiche realizzate con essenze delle quali è accertata la capa-cità di adattamento alle carat-teristiche del luogo. Così rose

rampicanti ed erbacee perenni ridisegnano un antico portica-to, appoggiandosi ad un pergo-lato metallico che corre sul lato del cortile opposto alle mura della chiesa. A terra, due qua-drati di prati segnati al centro con la simbolica pianta dell’u-livo, mentre altri due riquadri, quelli opposti all’ingresso su via s.Pietro, sono pronti per ac-cogliere piante ed erbe in uso nell’antica spezieria benedetti-na e fiori per i numerosi altari della chiesa. Al centro la fonte con sviluppo a fossa (che ricor-da la Fonte d’Abisso in piazza Roma) presenta una vasca d’ac-qua a trifoglio: ad essa, tanto importante (si tratta di acqua risorgiva) da esser più volte ri-cordata dalle fonti documenta-rie fin dalla sua realizzazione, nel 1545, convergono tre ampie rampe con gradini in laterizio. Qui l’intervento di restauro ha visto il recupero delle par-ti antiche, inclusi i frammenti d’intonaco, le vecchie condot-te d’acqua e la riproposizio-ne dell’alzato in muratura sul quale un tempo era dipinto, significativamente, l’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo, opera di Sigismondo Draghetti. Per rievocare la sce-na dipinta, ora perduta, è stato riproposto, impresso sulla la-stra di ferro verniciata, il passo evangelico con la narrazione dell’episodio.L’area su cui sorge il complesso monastico di S.Pietro riveste particolare importanza anche dal punto di vista archeologico: qui in epoca romana sorgeva probabilmente il tempio capi-tolino, quello più importante della Mutina repubblicana e dei primi tempi dell’era imperiale; qui, qualche secolo più tardi,

una radicata tradizione vuole si fosse ritirato a vivere e a prega-re il vescovo Geminiano. E poi, l’insediamento in epoca me-dievale del grande complesso religioso ad opera dei monaci seguaci di Benedetto da Norcia. Ed è proprio durante i lavori di ripristino del cortile della spe-zieria che dal sottosuolo sono emersi resti archeologici attri-buibili a fasi diverse della storia cittadina: dato che il complesso monastico era stato edificato a ridosso delle mura cittadine, ecco riaffiorare un tratto delle strutture difensive proto co-munali (1070-1090, circa), la pavimentazione di un grande edificio a tre navate orientato liturgicamente e identificabile con la prima chiesa abbaziale (1250 circa - 1513), vari resti di altri ambienti di servizio e

numerose sepolture del cimi-tero monastico. La complessa campagna di scavi ha tra l’altro permesso il rinvenimento di numerosi frammenti ceramici e lapidei riconducibili al conte-sto d’uso del monastero: graffite policrome, maioliche, terraglie e frammenti con il monogram-ma abbaziale databili a partire dal XIV secolo. Le strutture murarie, adeguatamente rileva-te e sistemate per consentirne la conservazione, sono rimaste sepolte al di sotto della super-ficie cortiliva. Il cortile della spezieria è destinato all’uso e alla fruizione dei monaci, anche se la comunità benedettina di S.Pietro si rende disponibile a consentirne l’accesso a chi in-tenda sostare in questo angolo protetto della città per la pre-ghiera e la meditazione.

lista, il parrocchiano Danilo Bertani presenterà il suo libro “Il vecchio e il fiume” curato ed edito da Edizioni Arte-stampa di Modena. La serata sarà guidata dal dott. Carlo Alberto Parmeggiani, scrittore,

affetto dirompente, senza nostalgia. Con l’entusiasmo della parola ritrovata Danilo percorre a ritroso gli scenari dell’infanzia e della giovinezza, vedendoli come per la prima volta: il quartiere ope-raio dove è nato e cresciuto, l’impalpabile linea di demarcazione che lo separava dal quartiere della “gente che consideravo ricca”, le straordinarie vie d’acqua che, nella Modena degli anni Cinquanta, nutrivano i sogni e la pancia dei modenesi. Canali, fossi, fiumi, po-polati da piante e pesci oggi quasi del tutto scomparsi dalle tavole e dall’immaginario collettivo.“Il vecchio e il fiume” è la storia di una lotta per la sopravvivenza: del vecchio, che combatte ancora contro i fantasmi dell’ingiusti-zia subita, e del fiume, minacciato dai veleni che rischiano di farlo scomparire per sempre. Insieme, cercano la via del perdono e pro-vano a costruire un futuro sostenibile.

ex insegnante ed amico di Da-nilo Bertani, e dal dott. Carlo Bonacini, direttore di Edizioni Artestampa. E’ un bel testo che abbraccia tre filoni e può quindi interessare differenti possibili lettori. Il primo tema toccato è

quello della storia della nostra città. Attraverso la lettura del volume di Bertani si riscopre infatti una Modena sconosciuta, con canali e fiumi navigabili in cui i ragazzi si potevano tuffare e in cui si pescava ottimo pesce

per il sostentamento delle per-sone, attività oggi impensabile. Secondo argomento la crisi economica che tanto ci afflig-ge. Bertani racconta in prima persona un dramma che lo travolge: il fallimento della sua

attività.Terzo tema trattato Don Mila-ni e quindi l’educazione dei figli, la crisi della scuola e i suoi valori fondamentali. In occasione del-la serata si potranno prenotare copie del libro.