occhio all'arte (giugno 2013)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VII N° 65 giugno 2013 Mensile d’informazione d’arte n dall’Associazione: Mostra di fine corso n archeologia: A Castel Sant’Angelo i capolavori ritrovati n donne nell’arte: Louise Nevelson www.artemediterranea.org Jeff Koon, “Antiquity 1 Dots”, 2010 n dedicato a: Empire State: arte a New York oggi

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Occhio all'Arte è il mensile culturale dell'Associazione Arte Mediterranea. per maggiori informazioni: www.artemediterranea.org

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Page 1: Occhio all'Arte (giugno 2013)

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VII N° 65 giugno 2013

Mensile d’informazione d’arte

ndall’Associazione: Mostra di fine corso

narcheologia: A Castel Sant’Angelo i capolavori ritrovati

ndonne nell’arte: Louise Nevelson

www.artemediterranea.org

Jeff Koon, “Antiquity 1 Dots”, 2010

ndedicato a:Empire State: arte a New York oggi

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro

CollaboratoriLuigia Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Valeria Nicoletta,

Luca Deias, Laura Siconolfi, Maurizio Montuschi, Greta Marchese,

Valerio Lucantonio, Martina Tedeschi,Marilena Parrino, Nicola Fasciano,

Pina Farina, Giulia Gabiati

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Un modo di essereT.R.I.P. Travel Routes in Photography

Life. I Grandi FotografiTadashi Kawamata

Ritratto di una città #2A Castel Sant’Angelo i capolavori ritrovati

Un percorso tra Etruschi e RomaniNoi siamo infinito

Empire State: arte a New York oggi Che tu sia per me il coltello

Louise NevelsonKiki consegne a domicilio

PlanetesLa stagione teatrale al Teatro Eutheca

Il mulino che fa luceI volti, le pietre, la città: Carbone, Gentilini

n

•••

Per sponsorizzare “Occhio all’Arte” Telefona al 349.7790097

REGALA o REGALATI un CORSO all’ARTE MEDITERRANEA

Corso di disegno ed acquarello: 3 mesi - 80 euro 6 mesi - 140 euro

Corso di pittura ad olio: 3 mesi - 90 euro 6 mesi - 160 euro

Sono in distribuzione la 1a e 2a lezione del DVD sulla

pittura ad olio

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dall’Associazionen

di Eleonora Spataro

Un modo di essereLa mostra degli allievi dell’Arte Mediterranea

A nche quest’anno l’Associazione Arte Mediterranea presenta i lavori degli allievi che hanno partecipato ai corsi tenuti nell’anno 2012-2013. L’esposizione collettiva

si terrà il 29 giugno presso la sede dell’associazione stessa, in via dei Peri 45, ad Aprilia e sarà visitabile fino all’8 luglio. Il tema della mostra dell’edizione 2013 “Un modo di essere. Empatia” racconta la capacità di ogni allievo di mettersi in risonanza con eventi, immagini, suggestioni, racconti, colori e trasporre tutto sulla tela. Oltre alle opere ad olio, acrilico, acquarello e matita troverete lavori ad intarsio su legno, in ceramica e le foto dell’Associazione Focus Foto che quest’anno ha proposto con successo due corsi.I progetti dell’Arte Mediterranea non terminano con l’esposizione. Nel mese di luglio infatti continueranno le lezioni di olio ed acquarello del Maestro Antonio De Waure e si terranno due workshop dell’ il lustratrice Alessandra Fusi: “Corso d’ illustrazione tradizionale, la copertina” e “Corso base di pittura digitale” (per informazioni contattare 3471748542).A settembre riprenderanno i corsi di disegno, acquarello, olio, anatomia del corpo umano, intarsio su legno, ceramica e i corsi di disegno per bambini. Proseguirà la collaborazione con l’Associazione Focus Foto che proporrà corsi di fotografia ed incontri. In programma ci saranno anche le collaborazioni con la Coop per la quale verranno proposte promozioni sui corsi. Inoltre, in concomitanza con la Festa di San Michele verrà indetto il concorso “Premio città di Aprilia 2013” aperto a tutti gli artisti maggiorenni, i bambini potranno iscriversi al bando “Piccoli artisti 2013”.

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fotografianT.R.I.P. Travel Routes in PhotographyNorfolk, Ling, Ceraudo e De Middel ai Mercati di Traiano di Eleonora Spataro

I Mercati di Traiano fino all’8 settembre ospiteranno la

mostra T.R.I.P, Travel Routes in Photography curata

da Arianna Rinaldo, direttore artistico del festival

internazionale Cortona On The Move, fotografia in viaggio.

Simon Norfolk, Elaine Ling, Giancarlo Ceraudo e

Cristina De Middel espongono le immagini di quattro

viaggi, in Afganistan, in Zambia, a Cuba e in Africa.

Gli autori tracciano percorsi fotografici diversi non solo

per la latitudine descritta ma soprattutto per poetica

espressa; ogni fotografo porta con se una visione del

percepire ed interpretare la fotografia on the road.

“Come ogni viaggiatore, il fotografo osserva e esplora

ciò che gli sta intorno, lo fotografa, lo interpreta, lo

crea. E’ questa”, secondo la curatrice,” l’ idea di T.R.I.P.,

mostra collettiva che attraverso il lavoro di 4 autori,

diversi per stile e tema, ci accompagna in un viaggio

fantastico, fantasioso e realistico, attraverso la natura,

la storia, e il sogno.”

Life. I Grandi FotografiGli autori e le immagini che hanno reso la rivista un mito

“V edere la vita, vedere il mondo”, il motto sul primo numero della rivista Life racconta la missione del settimanale che dal 1939 ha

rivoluzionato l’universo del fotogiornalismo. Attraverso uno stile inconfondibile le immagini del Life hanno scandito il Novecento: gli anni Trenta della Depressione, gli anni Quaranta, la Seconda guerra mondiale, il difficile dopoguerra, il Vietnam. L’Auditorium Parco della Musica inaugura il nuovo spazio AuditoriumExpo con una mostra dedicata alle firme più prestigiose della rivista fotografica. L’esposizione si intitola “Life. I Grandi Fotografi” e rimarrà aperta fino al 4 agosto 2013. “150 fotografie tra le più celebri raccontano la nascita, l’evoluzione e lo stabilizzarsi di una visione che è diventata decisiva: il mondo alla maniera di Life”. Si tratta di immagini ormai consolidate nella memoria collettiva che Henry Luce, un mito del fotogiornalismo nel 1936 descrive così: “[…] molte delle nostre foto restano impresse nella memoria e diventano veri classici. Per quale motivo? Credo perché conservano la capacità di sorprendere. La parola scritta diventa rapidamente obsoleta: una notizia vecchia è un ossimoro. Invece le fotografie vecchie continuano a richiamare la nostra attenzione, e credo sia proprio questo lo spartiacque tra le ambizioni dei fotografi e quelle dei giornalisti. L’ambizione di creare opere che non perdano mai d’interesse, è la base portante di questo lavoro”.Alfred Eisenstaedt, “V-J Day in Times Square”

Giancarlo Ceraudo , “Habana cruda”

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Tadashi KawamataLa fusione tra architettura e installazione

di Stefania Servillo

K awamata è un artista nipponico, fin da giovanissimo ha partecipato a manifestazioni di carattere mondiale come la Biennale di Venezia e

la Documenta di Kassel, è acclamato come grande artista sin dal 1980. La sua arte è in bilico tra architettura e installazione, le sue opere hanno sempre dimensioni sconcertanti e possono essere vissute a tutto tondo, si può entrare al loro interno e viverle con l’ intero corpo.Ad un primo sguardo le dimensione di ciò che propone possono fuorviare dal vero intento in esse nascosto, al di là dello shock provocato dalla mole di quel che contempliamo è necessario prestare orecchio al richiamo dell’artista. Le installazioni presentano altri punti comuni oltre la grandezza: gli elementi costitutivi sono sempre della vita quotidiana, integrati tra loro attraverso forme inusitate; la diversificazione degli oggetti rappresenta la diversificazione del singolo individuo; la loro unione è fluida solo in apparenza, come i legami necessari nella

società che, solo grazie a regole prestabilite, sembrano funzionare bene e agevolmente.Un altro elemento distintivo dell’artista è la preoccupazione per gli ideali ambientalisti ancora una volta collegati all’ insalubrità della vita cittadina, questo pensiero trova sfogo nei progetti delle “case sugli alberi”: piccole abitazioni addossate non solo ad alberi ma anche a edifici ultra moderni, queste opere lavorano intimamente sullo spettatore giocando sul contrasto creato dagli elementi che li costituiscono (legno e cartone il più delle volte) e ciò che li circonda (un esempio eclatante sono state le piccole casette in legno posizionate sulla facciata del Centre Pompidou a Parigi nei 1993).Un artista certamente tutto da scoprire soprattutto se si considera che in Italia si sono potute osservare solo due sue operazioni una a Prato nel 1993 e l’altra alla Biennale di Venezia del 1982.

in mostran

Ritratto di una città #2Arte a Roma 1960-2001

F ino al 15 settembre sarà possibile visitare al MACRO l’esposizione dedicata alla Città Eterna all’ interno del secondo appuntamento di “Ritratto

di una città”.La mostra, il cui primo appuntamento si è svolto tra novembre 2012 e aprile 2013, prosegue il suo cammino mostrandoci le vicende che si svolgono tra gli anni ’60 ed il 2001.Il progetto trasversale mira ad una ricostruzione a tutto tondo dell’epoca sottolineando connessioni tra artisti, eventi storici, testate giornalistiche e luoghi.E’ una delle esposizioni più dinamiche mai concepite che prevede la partecipazione dei visitatori a dibattiti, conferenze, workshop e rassegne d’approfondimento, in una cornice di nuove opere e con un nuovo allestimento.

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archeologia

A Castel Sant’Angelo i capolavori ritrovatiXXXII Mostra Europea del Turismo e delle Tradizioni Culturali di Luigia Piacentini

Il 20 maggio è stata inaugurata, nell’incantevole sede di Castel Sant’Angelo a Roma, la mostra “Capolavori dell’archeologia: Recuperi, ritrovamenti, confronti”, facente parte della XXXII

Mostra Europea del Turismo e delle Tradizioni Culturali, che quest’anno è dedicata alla solida collaborazione, che dura da vent’anni, tra l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato con il Centro Europeo per il Turismo. La mostra è organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma. Gli oggetti recuperati, circa 2.500, sono il risultato delle sottrazioni illecite che hanno colpito il nostro territorio in questi ultimi anni. Purtroppo il Lazio, per tutti i beni

artistici e archeologici presenti, è una delle regioni più colpite da questo “mal costume”: degli 891 furti del 2012, 133 sono avvenuti solo nella nostra regione. I luoghi più violati sono state le chiese con 424 incursioni di ladri. Quasi sempre è il patrimonio archeologico il più colpito, come testimoniano le recenti irruzioni nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e nella Villa dei Quintili sull’Appia, rimaste ancora senza soluzione. L’esposizione, che si sviluppa nelle Sale di Clemente VII, di Clemente VIII, di Apollo e della Giustizia, documenta l’inarrestabile impegno profuso dalle Forze dell’Ordine, che, grazie anche a nuovi metodi di indagine e di cooperazione, come la formidabile banca dati Leonardo, unita ai sistemi informativi del Mibac, consente al nostro paese e alla comunità internazionale di rientrare in possesso di un tesoro prezioso, insostituibile, di grande valore culturale. Mostre del genere dovrebbero cercare di formare nel pubblico la coscienza del valore del patrimonio dell’Italia e il desiderio di difenderlo, di mantenerlo nostro, di esserne orgogliosi.

“Capolavori dell’archeologia: Recuperi, ritrovamenti, confronti”Museo Nazionale di Castel Sant’AngeloLungotevere Castello 50, RomaFino al 5 novembre 2013Biglietteria tel. 06 6896003 - Centralino tel. 06 6819111 http://castelsantangelo.beniculturali.it/

n

Un percorso tra Etruschi e RomaniUn connubio ormai solido quello tra Roma e l’Etruria,

consolidato da numerosissime mostre inaugurate negli ultimi anni. L’ultima si intitola “Da Orvieto a Bolsena:

un percorso tra Etruschi e Romani” che, fino al 3 novembre 2013, ripercorre, attraverso oltre un millennio di storia, le vicende della città-stato etrusca di Velzna – l’ultima a cadere in mano romana dopo un lungo assedio – e della sua erede Volsinii che ne accolse – sulle alture del lago di Bolsena – gli abitanti superstiti. L’esposizione è organizzata dalla Fondazione per il Museo “Claudio Faina” e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e l’Ècole Française de Rome. Il progetto si snoda in diversi sedi museali per esporre al meglio la storia di quel territorio dell’Etruria interna che venne annientato dalla cultura romana: Roma - Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia; Orvieto - Museo “Claudio Faina” e Museo Archeologico Nazionale; Bolsena - Museo Territoriale del Lago; Grotte di Castro - Museo Civita; San Lorenzo Nuovo - Palazzo Comunale; Castiglione in Teverina - Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari.

“Da Orvieto a Bolsena: un percorso tra Etruschi e Romani”fino al 3 novembre 2013http://www.etruriameridionale.beniculturali.it

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cineman

di Greta Marchese

Sebbene sia discutibile la scelta della traduzione in italiano di un titolo che parla chiaro, “The Perks of Being a Wallflower’’ è il nome reale del film, ma anche del romanzo epistolare

da cui è tratto. Pubblicato nel 1999 da Stephen Chobosky e prodotto dallo stesso nel 2012, “Ragazzo da parete’’ (Wallflower è infatti il termine inglese per “tappezzeria”), incontra il successo sul grande schermo soltanto tredici anni dopo.‘’Caro amico, scusa se non ti scrivo da un po’ ma mi sto impegnando molto a non essere uno sfigato... ‘’Scrive Charlie, ma i veri protagonisti di questa storia sono due, troppo presi a fare a pugni tra loro per accorgersi di essere sotto i riflettori: gli adolescenti e la vita reale.Pittsburgh, anni ‘90. Per l’impacciato e timido Charlie (fortunata la scelta di Logan Lerman) è il primo giorno di liceo, e questa potrebbe sembrare una situazione banale e del tutto ordinaria, ma la realtà che conta è un’altra. La verità è che spendere due parole come “impacciato e timido’’ per descrivere un ragazzo come Charlie non basta affatto. Sensibile, ma di poche parole, sempre a disagio e nessun amico, Charlie racchiude in se due tragedie che porta quotidianamente a spasso, a scuola, a casa, e il recente suicidio del suo migliore amico è soltanto metà di un passato amaro che sta a voi scoprire e da cui restare stupiti.La vita, si sa, ha sempre tanto da offrire anche a chi ha perso quasi tutto, e questo Charlie non lo immagina neanche, ma l’inaspettata amicizia con due studenti dell’ultimo anno gliene darà la prova. Ha inizio un nuovo frizzante capitolo in cui compaiono la bella Sam (Emma Watson) e il suo esuberante fratellastro Patrick (Ezra Miller). Nonostante la mente di Charlie vaghi ancora tra scomodi flashback dai quali è impossibile liberarsi e le tante domande di cui è permeata l’adolescenza, la voglia di buttarsi prende il sopravvento e tutto si mescola: feste, musica, amicizie, errori, emozioni, problemi di tutti i giorni, paure ma soprattutto amori. Un amore analizzato sapientemente nella sua totalità: giusto o sbagliato, troppo o troppo poco, in una parola: multiforme.“Perché le persone migliori scelgono le persone peggiori da frequentare?”“Accettiamo l’amore che crediamo di meritare!”Così, come la corsa nel lungo tunnel illuminato attraversato dai ragazzi in auto, improvvisamente la vita appare a Charlie un magnifico e pericoloso miscuglio di emozioni contrastanti che

racchiudono un dono immenso e mai immaginato: quello di sentirsi vivo. Vivo come non lo era mai stato, vivo forse per la prima volta. Ed ecco arrivato il momento in cui Charlie si stacca dalla tappezzeria e decide di stare al gioco, il momento in cui si sente ‘’Infinito’’.I ragazzi urlano forte, e la sua voce dolce e bassa conclude: “Caro amico, non so se avrò tempo di scrivere altre lettere perché forse sarò troppo impegnato a cercare di partecipare, quindi, se questa dovesse essere l’ultima lettera, voglio che tu sappia che non stavo per niente bene prima di cominciare il liceo e tu mi hai aiutato. Anche se non sapevi di cosa parlavo o non conoscevi nessuno che aveva questi problemi, non mi hai fatto sentire solo. Perché io so che ci sono persone che dicono che queste cose non esistono, perché ci sono persone che quando compiono diciassette anni dimenticano com’è averne sedici, so che queste un giorno diventeranno delle storie e le immagini saranno solo delle vecchie fotografie e noi diventeremo la madre ed il padre di qualcuno... Ma qui, adesso, questi momenti non sono storie, questo sta succedendo, io sono qui, e sto guardando lei, ed è bellissima. Ora lo vedo, il momento in cui sai di non essere una storia triste, sei vivo. E ti alzi in piedi, e vedi le luci sui palazzi e tutto ciò che ti fa sentire vivo e senti quella canzone su quella strada con le persone a cui vuoi più bene al mondo e in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito” ...‘’ Though nothing, nothing will keep us together We can beat them, for ever and ever Oh we can be Heroes, just for one day’’...Mentre la nostra immaginazione e David Bowie li seguono oltre la galleria.La colonna sonora del film risulta nel complesso importante e vanta brani di artisti come: Bowie, Cocteau Twins, Sonic Youth e Smiths; addicendosi perfettamente sia all’epoca che all’età giovanile dei personaggi. Forse addirittura come una terza protagonista la musica si erge lentamente come elemento portante del film, talvolta appena udibile in sottofondo, talvolta sotto forma di audiocassette accuratamente selezionate, come consuetudine negli anni in cui non poteva essere altrimenti. ‘’The Perks of Being a Wallflower’’ rappresenta in definitiva una pellicola che spazza via l’artificiosità in favore di una riscoperta graduale e genuina di emozioni autentiche e palpabili, un’inno alla gioia che impara ogni giorno a convivere col dolore.

Noi siamo infinito“Scrivi di noi...’’

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Empire State: arte a New York oggi Le opera di 25 artisti, che creano nella Grande Mela, al Palazzo delle Esposizioni di Roma

di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

Il 23 aprile 2013 al PdE è stata inaugurata, in maniera insolita ed accattivante, una mostra sull’arte contemporanea a New York, che sarà in essere fino al 21 luglio. Alle 18,30 in una

sala adibita esclusivamente a conferenze, dibattiti e proiezioni di filmati, i curatori della esposizione Norman Rosenthal e Alex Gartenfeld hanno dialogato con alcuni degli artisti presenti in mostra con le loro opere, circa le loro scelte tematiche e stilistiche, i rapporti di potere che condizionano la vita artistica nella Grande Mela, il progetto museale romano. Alle ore 21.00 la voce vibrante e cristallina di Petra Mangoni, il lirismo profondo e pensoso del contrabbasso di Ferruccio Spinetta, hanno omaggiato la canzone americana con alcune interpretazioni assolutamente originali, che hanno avvolto nella loro aura magica tutti gli spazi del Palazzo delle Esposizioni, attirando un folto pubblico, essenzialmente giovane e ricettivo ad una musica colta e raffinata, nonché all’arte contemporanea.Essendo l’arte americana il centro propulsore del progetto Empire State, sono stati organizzati due concerti, per rendere merito alla musica d’oltreoceano, tenuti da artisti italiani, sensibili interpreti

ed apprezzati cultori delle più ardite sperimentazioni musicali: uno con lo straordinario duo già nominato e l’altro con la voce chitarra del gruppo cult ”Blonde Redhead“ Amedeo Pace, che è salito sul palco con chitarra, microfono e campionatori per raccontare “la sua visione sonora di N.Y.” il 18 maggio. Gli artisti si sono esibiti nella sala centrale, “la Rotonda”, dalla quale si può accedere a tutti gli spazi dedicati alla mostra. Per quanto riguarda l’approccio alle opere, alcune recentissime, altre realizzate per l’occasione ed eseguite attraverso i linguaggi delle discipline più varie e moderne, si possono seguire due criteri antitetici, l’uno suggerito dai curatori, l’altro condizionato da incontri precedenti con elaborazioni artistiche concettuali o astratte, rappresentative dell’arte contemporanea. Il percorso espositivo, libero da vincoli cronologici e dai vari “...ismi”, non può però prescindere da un’opera che occupa il soffitto di entrambi i corridoi dell’artista Renée Green, si tratta di bandiere dai cromatismi caldi e gioiosi, su cui spiccano nomi di personaggi famosi della cultura italiana, quindi l’opera è inedita. Per l’artista statunitense non è una novità esporre tali

Michele Abeles, “Flag, flag, flag”, 2013

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n dedicato a

Empire State: arte a New York oggi Le opera di 25 artisti, che creano nella Grande Mela, al Palazzo delle Esposizioni di Roma

oggetti in spazi istituzionali esclusivi, anzi la sua fama è legata a “Space Poem”, una serie di bandiere su ognuna delle quali sono scritti frammenti di frasi evocative, nomi più o meno illustri, immagini, etichette, affinché ogni singolo spettatore possa fare delle associazioni mentali tra le opere esposte ed il proprio background, in piena libertà. Egli è convinto che i detentori del potere condizionano sempre la vita della gente comune e che, quindi, anche una mostra diviene un mezzo di persuasione, di controllo e di omologazione intellettiva ed estetica, per cui invita ad un approccio soggettivo ed autonomo.Anche i cartelli esplicativi, presenti nelle singole sale, invitano alla libertà interpretativa, perché riportano notizie che riguardano la biografia, le scelte stilistiche ed i materiali utilizzati da singoli artisti, ma nessun accenno alla possibile interpretazione dell’opera esposta.Se il fruitore, invece, opta per un approccio diverso, deve contestualizzare il tutto tramite una lettura mediata da

approfondimenti personali circa la realtà artistica newyorkese, nei suoi rapporti con una metropoli, che continua ad ospitare la più alta concentrazione al mondo di artisti e di strutture a loro dedicate; è indispensabile inoltre che conosca il percorso umano ed artistico che alimenta la poetica dei singoli. Le opere in mostra sono tantissime, ma solo con alcune siamo entrati in sintonia. Belle ed evocative le grandi tele di Ryan Sullivan, che sembrano invitare a riflettere sulla fragilità della condizione umana, sempre in balia di sconvolgimenti che possono minarne le fondamenta. Lo stesso concetto, anche se espresso con un tono più pacato, più intimo, è presente nella frase ”everything will be taken away” (ogni cosa sarà portata via) ripetuta per ben venticinque volte su tre lavagne: creazione di Adrian Piper. ”Nature morte” nelle fantasiose sperimentazioni fotografiche degli artisti Takeshi Murata e Michele Abeles. Entrambi creano immagini molto luminose, ma mentre nel primo prevalgono la staticità e la delicatezza cromatica, nel secondo, dominano il movimento dovuto alla sovrapposizione delle immagini, i colori sgargianti, i contrasti di luce ed ombra evidenti. Dilatando sempre più le dimensioni spaziali e temporali, alcuni di loro accompagnano l’osservatore verso un “Passato” cui, i continui rimandi alla realtà odierna, danno una particolare significatività e valenza. Julian Schnabel in “Simplify your life”, fa rivivere un episodio glorioso della storia americana. Jeff Koons, invece, volge lo sguardo al mondo classico, alla mitologia, in particolare ad Afrodite che, insieme al dio Pan in un “gruppo marmoreo“ di inequivocabile fattura classica, domina la scena nelle due tele esposte e sempre alla dea dell’amore si ispira, per realizzare un’imponente e sensuale scultura di un morbido e cangiante blu cobalto. Sono sculture cromate anche i dinosauri in scala di Rob Pruitt, che osservano con meraviglia delle iperrealistiche nature morte, specchio di una società consumistica ed omologata, dubitando della reale evoluzione del genere umano.Il PdE ha organizzato, oltre ai concerti, anche sette incontri “Conversazioni newyorkesi” e la proiezione di venti film ambientati nella grande metropoli, per riflettere sulla città di N.Y. focalizzando l’attenzione sulle condizioni di vita, sulla politica, sull’arte e sulla letteratura.

Rob Pruitt, “Dinosaur”, particolare, 2012

Jeff Koons, “Metallic Venus”, 2010

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occhio al libron

di Martina Tedeschi

“Ieri, mentre scrivevo, ho di nuovo pensato quanto siano strane le lettere. Quando tu ricevi una mia lettera io sono già altrove. Quando io ne leggo una tua, mi trovo

di fatto in un tuo momento passato. Sono con te in un tempo in cui ormai non sei più. Il risultato è che ognuno di noi vive momenti da cui l’altro è già uscito.”L’impronta è, senza dubbio, quella di un romanzo epistolare, dove la nuda e cruda verità, nascosta dietro i più silenziosi pensieri, trova voce e grida forte attraverso un mare di parole che s’infrange su mille fogli bianchi. La penna scivola veloce, e lacrime d’inchiostro lasciano libera ogni paura e ogni sentimento dettato dalla frenesia di una nuova, mai provata, emozione ed attrazione per qualcosa che si vuol conoscere, a tutti i costi. David Grossman, l’autore del romanzo (il cui titolo è tratto da una celebre frase di Kafka), racconta la storia di Yair e Miriam, due sconosciuti che si uniscono in un rapporto fatto solo di parole su carta. In un gruppo di persone, Yair vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile (quello di stringersi nelle braccia) sembra volersi isolare dagli altri. Commosso dal gesto decide di scriverle una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un’implorazione, e Miriam, la donna isolata nella folla, accetta rimanendone stranamente colpita e sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro: ognuno dei due offre all’altro ciò che mai avrebbe osato dare ad alcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Miriam scoprono l’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani, e la sensualità che si nasconde nelle parole. E’ una scoperta lenta e dolorosa, ma che, col passar del tempo, riesce ad avvelenare i due “amanti” che si ritrovano a voler sempre di più e a pretendere che la loro fantasia diventi realtà, che i desideri si concretizzino per unire finalmente le loro intrecciatissime somiglianze. “Spero tu capisca che non è il “gusto” o la “mancanza di gusto” ad importarmi ora, bensì le tracce di una somiglianza tra noi, in qualunque cosa, grande o piccola […] Voglio dire: la somiglianza che esiste, poniamo, tra due tazze rotte esattamente nello stesso punto. “La solitudine interiore che imprigiona entrambi i personaggi è ciò che li spinge ad aprirsi, ad abbandonarsi l’uno all’altro senza

conoscersi con la consapevolezza che una svolta concreta tra loro, sarebbe impossibile. Ed è questa impossibilità che accresce dentro di loro la coscienza che i momenti più belli sono quelli che non hanno mai vissuto, dove l’attesa è più bella e piacevole della realizzazione stessa.“Che tu sia per me il coltello” è un romanzo avvolgente e “impudico” in cui uno dei più grandi scrittori contemporanei, anche se peccando, talvolta, di una leggera lentezza nell’andatura, costringe il lettore a mettersi a nudo, e mostra a ognuno di noi quanta strada c’è da percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l’anima (e il corpo) di un altro essere umano. Ma la vera meraviglia del romanzo sta nel fatto che ad essere vera protagonista è la scrittura stessa, artefice del profondo, rifugio di alcune storie che spesso sono costrette a non salire a galla, “Perché a volte, nei momenti più impensati, per strada, puoi sentire l’anima lacerarsi, catturata nella storia di qualcuno che ti è appena passato accanto. La maggior parte delle volte, però, quelle storie vengono sradicate e muoiono subito, senza che gli interessati si rendano conto di ciò che hanno perso.”

Che tu sia per me il coltello“Amore è il fatto che tu sia per me il coltello con cui frugo dentro me stesso”

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Louise NevelsonLe sue sculture hanno segnato il Novecento

di Cristina Simoncini

Louise Nevelson (23 settembre 1899 - 17 aprile 1988) è stata una scultrice americana nota per le sue monumentali mura lignee monocromatiche, e per le sculture all’aperto.

Nata nella Russia zarista, emigrò, nei primi anni del XX secolo, con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove frequentò i corsi d’arte presso l’Art Students League di New York, e nel 1941 tenne la sua prima mostra personale. Allieva di Hans Hofmann e Chaim Gross, Nevelson sperimentò dapprima l’arte concettuale, utilizzando oggetti appartenenti alla realtà quotidiana (“ready-made” o “object trouvè”), si dilettò nella pittura e nella stampa, ed infine dedicò la sua vita alla scultura. Ottenute solitamente dal legno, le sue opere appaiono come dei “puzzle”, con più pezzi finemente intagliati inseriti in sculture a parete o in parti autonome, spesso a tre dimensioni. Una caratteristica unica del suo lavoro è che le sue figure sono spesso dipinte in monocromo bianco o nero; Hans Hofmann le insegnò infatti a praticare la sua arte con una tavolozza limitata, con colori acromatici, per “disciplinare” la sua vena artistica. Nevelson descrisse il nero come il “colore totale”, cioè che “contiene tutti i colori. Non è una negazione del colore, è una accettazione [...] il nero è il colore più nobile di tutti[...] ho visto cose che, trasformate in nero, hanno assunto grandezza...“. Nel 1960 iniziò ad incorporare bianco e oro nella sua gamma cromatica. Disse che il bianco era il colore che”[...]rievoca la promessa emotiva della mattina presto [...]“ La sua fase d’oro la denominò come la “fase barocca”, che si ispirava all’idea dei racconti uditi da bambina,

donne nell’Arten

dove le strade americane erano “lastricate d’oro”, al materialismo e all’edonismo del colore, al sole e alla luna.Figura di primo piano nel panorama artistico internazionale, Nevelson è stata presentata alla 31° Biennale di Venezia. Il suo lavoro è esposto in importanti collezioni, nei musei e aziende. Louise Nevelson rimane una delle figure più importanti della scultura americana del XX secolo.LOUISE NEVELSONFondazione Roma Museo – Palazzo SciarraDal 16 aprile al 21 luglio 2013Un nucleo di oltre 70 opere racconta l’attività dell’artista, a partire dai disegni e dalle terrecotte degli anni Trenta, attraverso gli assemblage in legno dipinto degli anni ‘50 e i capolavori degli anni ‘60 e ‘70, fino alle significative opere della maturità degli anni ‘80, tutte provenienti da importanti collezioni nazionali ed internazionali.Fonti: http://en.wikipedia.org/wiki/Louise_Nevelson

“Louise”, autoritratto

“Tropical landscape”, 1975

“Dawn’s Host”, 1959

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N ei film di Hayao Miyazaki i protagonisti sono i bambini, o meglio quasi sempre coraggiose ragazzine, che si muovono nel mondo degli

adulti alla ricerca della loro emancipazione, in una fase che conclude la fanciullezza e li introduce nella pubertà, con tutte le difficoltà che comporta tale passaggio.Tredici anni sono un’età difficile, una tappa obbligata tra una spensierata infanzia e l’adolescenza, un periodo così pieno di dubbi, di incertezze, dove tutto è bianco o nero, privo di ogni sfumatura cromatica, alla ricerca del proprio io, dell’ indipendenza dalla famiglia, e per Kiki, la protagonista di questo anime, questo anniversario corrisponde al periodo di prova, lontano dai genitori, in un’altra città, dove dimostrare il proprio valore come strega e come essere umano. Con la sua radiolina ed il fido gattino Jiji, si avventura nella notte, volando goffamente sulla campagna in cerca del posto adatto dove passare il suo anno di noviziato: una località sul mare. La città, Koriko, ha un impianto urbanistico tipico delle capitali nordeuropee, infatti, per meglio documentarsi, lo staff artistico di Hayao Miyazaki si trasferì a Stoccolma e a Visby, per effettuare delle ricerche che, aiutandosi anche con foto di Milano, Parigi e Lisbona, li portarono a disegnare al meglio la città virtuale.

Una streghetta arriva in città, appunto sulla sua scopa volante, ma la sua presenza non sembra aver effetto sui suoi abitanti, l’unico ad incuriosirsi è Tombo, un ragazzino della sua età che, petulante, la insegue su e giù per le ripide strade urbane, bersagliandola di domande. Giunta alla meta, Kiki si accorge che non è semplice trovare un’occupazione che metta in luce la sua unica abilità magica, quella di volare cavalcando la scopa.L’incontro con la panettiera Osono le fornirà, non solo l’alloggio e l’appoggio affettivo, ma anche l’occasione giusta per mettersi alla prova, farà il pony express, o meglio le consegne a domicilio con il proprio mezzo, quanto meno originale.Le vicissitudini e le difficoltà incontrate faranno perdere la fiducia in se stessa alla giovane streghetta, tanto da far affievolire notevolmente le sue capacità magiche, solo l’aiuto di Ursula, la sua amica pittrice, e il pericolo che minaccia il suo amico Tombo, l’aiuteranno a superare ogni perplessità e finalmente a crescere, facendosi infine accettare dagli abitanti di Koriko. Leggiadro e poetico, come tutti i lavori di Miyazaki, è un film che esalta i sentimenti, accarezzando il cuore.

cARToonsn

di Maria Chiara Lorenti

Kiki consegne a domicilioUna streghetta è arrivata in città

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architetturamangaarchitettura

di Valerio Lucantonio

manga

PlanetesSpazio e umanità a confronto

n

A nno 2075, il progresso scientifico ha permesso ai terrestri di spingersi oltre i limiti del Pianeta Azzurro e di stabilirsi con basi aerospaziali sulla

Luna, e il passo successivo pare essere Giove.In questa realtà, forse non troppo lontana dalla nostra, Hachimaki è un ragazzo che seguendo il sogno di avere un’astronave tutta per sè, per ora si trova ancora alla base della sua carriera, lavorando in una navicella il cui compito è pulire l’atmosfera dai detriti alla deriva. Leggendo questa essenziale introduzione un lettore potrebbe pensare che Planetes(di Makoto Yukimura, Kodansha, 2001) sia un semplice fumetto, che racconta la realizzazione di un sogno impossibile da parte di una persona comune, sbagliandosi.Esso infatti, in soli tre volumi deluxe, riesce a scavare tanto a fondo nella mente e nei sentimenti dei protagonisti da farli sentire quasi vivi e reali.Assisteremo al nuovo stadio evolutivo del rapporto millenario tra uomo e universo, dove il primo ancora non riesce ad affrontare serenamente il secondo, anche

a ridosso di simili passi avanti dell’areonautica, e nel XXI secolo assistiamo ancora alle naturali debolezze dell’essere umano davanti all’ ignoto: la solitudine, l’amore, la depressione e la mancanza di fiducia in sè stessi di fronte a un’ostacolo che pare infinito.Hachimaki è probabilmente il personaggio che esce meglio dalle pagine e prende vita in una trentina di capitoli, cambiando fondamentalmente mentalità più di una volta ma sempre in maniera coerente e credibile.L’ambizione, la determinazione, l’amicizia, il coraggio sono temi principali della crescita del nostro protagonista e di tutta la storia umana, e vengono trattati in maniera quasi filosifca da Yukimura che, accompagnando questa affascinante trama con dei disegni realistici, precisi e delle inquadrature mozzafiato, è riuscito a realizzare uno dei seinen (manga per un pubblico maturo) psicologici che più sono rimasti impressi nell’ immaginario collettivo dei lettori di fumetti giapponesi.

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occhio al palcoscenicondi Rossana Gabrieli

La stagione teatrale al Teatro Eutheca

Se Sheakespeare fosse vivo oggi, la sua metafora del palcoscencio come vita e dell’umanità come comunità recitante potrebbe trovare piena conferma sul palco del

Teatro Eutheca. L’European Union Academy of Theatre and Cinema realizza per molti giovani ed aspiranti artisti un sogno che non deve restare nel cassetto, perché Eutheca offre non solo formazione professionale nel campo della recitazione con prospettive europee ed internazionali, ma prepara veramente l’attore, con una recitazione anche in lingua inglese, per una carriera internazionale nel mondo del teatro e del cinema.Eutheca, infatti, è la sede di una compagnia stabile di rilevanza internazionale, con un suo teatro, nel cuore di Roma, ai mitici Cinecittà Studios, che ospita produzioni nazionali ed internazionali ed inoltre organizza seminari ed incontri, in collaborazione con le cattedre di Recitazione Cinematografica e Recitazione Radiofonica, Corsi Estivi e Stages di Perfezionamento.Una dimostrazione dell’alta qualità del lavoro di Eutheca sta

nel cartellone della stagione teatrale 2012 – 2013: “Il grande inquisitore”, “Itsi bitsi”, “Bianca come il gelsomino”, “Così è ma non pare”, “La gigantessa rossa”, “Sogno di una notte di mezza estate” e poi ancora “Medea”, “Il ventaglio”, “Sabbie” e “Novecento”. Quest’ultimo lavoro, come esempio dell’alta professionalità del gruppo Eutheca, può illustrare e raccontare il fascino della recitazione che emana da questo teatro. Allestito da Gabriele Vacis, Lucio Diana e Roberto Tarasco, rinnova l’incanto del lavoro di Alessandro Baricco, rivestendolo di nuova freschezza ed originalità: la storia è quella del leggendario pianista sull’oceano, interpretato da uno straordinario Eugenio Allegri, che è il primo a subire il fascino del suo personaggio, al punto da dire: …io sono Novecento. Non sono l’unico, ma lo sono…”.In attesa della nuova stagione, segnaliamo il sito del teatro: www.eutheca.eu

Il principio utilizzato è lo stesso dei mulini ad acqua usati nel passato, ovvero sfruttare l’energia meccanica della corrente del fiume sulle pale, con l’obiettivo di creare una

rotazione che a suo tempo era finalizzata a macinare cereali. Ormai non ce sono più in funzione neanche sul fiume Po con questa mansione, ma in una epoca in cui si fanno molti sforzi di creatività per produrre energia elettrica in modo sostenibile,

anche le modalità di funzionamento dei vecchi mulini, sono state una interessante fonte di ispirazione. Siamo a Mezzani, in provincia di Parma, proprio lungo il fiume Po, e verso fine aprile si è visto quello che si può definire come un nuovo tipo di mulino: è dotato di 21 pale fatte girare dalla corrente dando energia ad un motore in grado di produrre almeno 20 kW di energia elettrica. Potranno servire ad illuminare un paio di scuole oppure una decina di case, piuttosto che i tanti attracchi sul Po che mancano di energia elettrica o che vanno avanti con gruppi elettrogeni inquinanti e rumorosi. L’aspetto ovviamente, con quelle pale che lo fanno somigliare ad un cingolato, non è quello classico che ci è stato tramandato: pesa infatti 15 tonnellate, è lungo 12 metri e largo 6.3 metri, poggia su 4 galleggianti metallici ed è protetto da grate che servono a evitare che i detriti e la spazzatura che scorrono nel Po vadano a danneggiarne le pale. Valter e Wolfango Abelli, padre e figlio, sono i progettisti di questa innovativa macchina idraulica e il prototipo di cui parliamo l’hanno realizzato a proprie spese ed ora sono in giro per il mondo per proporlo ad altre situazioni simili a quella del bacino del Po. L’energia idroelettrica è già usata in montagna, dove servono dighe e altri sbarramenti mentre lungo il fiume l’ambiente resta intatto, non si crea nessun ostacolo, nemmeno per i pesci, consentendo di recuperare al servizio della comunità una grande risorsa.

di Nicola Fasciano

occhio all’ambientenIl mulino che fa luce

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nAprilia“Empatia” - Estemporanea di pittura, musica, danza, teatroSpazio 47, 20 giugno Mostra collettiva di fine anno (articolo a pag. 3)Associazione Arte Mediterranea, 29 giugno ore 18.00

nRomaSOULAGES XXI SECOLOAccademia di Francia, villa medici, fino al 16 giugno “Tiziano” Scuderie del Quirinale, fino al 16 giugnoCubisti CubismoComplesso del vittoriano, fino al 23 giugnoBrueghel. Meraviglie dell´Arte FiammingaChiostro del Bramante, fino al 7 luglioGaspar van Wittel: i disegni. La collezione della Biblioteca Nazionale di Roma Biblioteca Nazionale di Roma, fino al 13 luglioAntonello Viola - “Aperto con fine”Galleria il Segno, fino al 19 luglioEmpire State. Arte a New York oggi (articolo a pagg. 8-9)Palazzo delle Esposizioni, fino al 21 luglioHelmut Newton. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes Palazzo delle Esposizioni, fino al 21 luglioLouise Nevelson (articolo a pag. 13)Fondazione Roma Museo Palazzo Sciarra, fino al 21 luglioLibri senza parole. Destinazione LampedusaPalazzo delle Esposizioni, fino al 21 luglioAthena Nike: la vittoria della dea. Marmi greci del V e del IV secolo a.C. della Fondazione Sorgente Group Spazio espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group, via del Tritone 132, fino al 3 agostoLIFE. I Grandi Fotografi (articolo a pag. 4)Auditorium Arte, fino all’8 agostoJustin PeyserMuseo Carlo Bilotti, fino all’8 agostoCave of Tales by Alice Pasquini 1 art gallery della Casa dell’Architettura di Roma, fino al 30 agosto

Il filo e i segniCasina delle Civette, fino al 30 agostoDa Orvieto a Bolsena: un percorso tra Etruschi e Romani (articolo a pag. 6)Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, fino all’ 1 settembreLe vie degli EtruschiRoma, Orvieto e Bolsena, fino al 3 settembreT.R.I.P. Travel Routes in Photography (articolo a pag. 4)Mercati di Traiano, fino all’8 settembreCostantino 313 d.C. Colosseo, fino al 15 settembreRitratto di una città (articolo a pag. 5)MACRO, fino al 15 settembreGENESI di Sebastião Salgado Museo dell’Ara Pacis, fino al 15 settembreLa Roma dei vedutisti inglesi a Palazzo BraschiMuseo di Roma Palazzo Braschi- Via di S. Pantaleo, 10, fino al 15 settembreAlfredo Biagini. Sculture e ceramiche décoCasino dei Principi, Villa Torlonia, fino al 15 settembreSterling Ruby. CHRON II oFondazione Memmo Palazzo Ruspoli, fino al 15 settembreNagasawa - Ombra verde MACRO - Museo d’arte contemporanea, fino al 15 settembreLegami e corrispondenze. Immagini e parole attraverso il ´900 romano Galleria d’arte moderna di Roma Capitale, fino al 29 settembrePost Classici. La ripresa dell´antico nell´arte contemporanea italiana Area archeologica Foro Romano / Palatino, fino al 29 settembre“Capolavori dell’archeologia: Recuperi, ritrovamenti, confronti” (articolo a pag. 6)Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, fino al 5 novembre 2013

nTivoli (Roma)“Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata” (articolo a pag. 6)

Villa Adriana, fino al 3 novembre

nFirenzeIl sogno nel RinascimentoGalleria Palatina, Palazzo Pitti, fino al 15 settembreDal Giglio al David

Galleria dell’Accademia, fino all’8 dicembre

Eventin

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I volti, le pietre, la città: Carbone, GentiliniFotografie dalla collezione del Museo di Roma in Trastevere fino al 13/10

Potete trovare la vostra copia di “Occhio all’Arte” presso i seguenti distributori:Aprilia: Biblioteca Comunale (Largo Marconi), Comune di Aprilia - Palazzo di vetro (p.zza dei Bersaglieri), edicola di p.zza Roma, Casa del libro (Via dei Lauri 91), Abbigliamento Alibi (via Marconi 52), Banca Intesa (via delle Margherite 121), edicola di Largo dello Sport, edicola di p.zza della Repubblica, teatro Spazio 47 (via Pontina km 47), palestra Sensazione (via del Pianoro 6), Ottica Catanesi (Largo Marconi 8), parrucchiera Rina (via di Crollalanza 31), bar L’Orchidea (via dei Garofani 15), bar Pan di Zenzero (via Calabria 17), Latitudine 42 (via degli Aranci, 65)Lavinio mare: Bar Lavinia (p.zza Lavinia 1) - Anzio: Biblioteca comunale (Comune di Anzio)Ardea: Pro Loco Ardea (via degli scavi 3) - Nettuno: F.lli Cavalieri (P.zza IX Settembre)