occhio all'arte (marzo 2015)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VIII N° 82 marzo 2015 Mensile d’informazione d’arte n dall’associazione: Passaggio, il successo per il 2015 n cinema: Smetto quando voglio www.artemediterranea.org n in mostra: Ambienti proiettivi animati 1964-1984 n Dedicato a: Mr Turner, l’artista contrapposto all’uomo Wiliiam Turner: “L’incendio della Camera dei Lords e dei Comuni”, 1835

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Page 1: Occhio all'Arte (marzo 2015)

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VIII N° 82 marzo 2015

Mensile d’informazione d’arte

ndall’associazione: Passaggio, il successo per il 2015

ncinema:Smetto quando voglio

www.artemediterranea.org

nin mostra:Ambienti proiettivi animati 1964-1984

nDedicato a: Mr Turner, l’artista contrapposto all’uomo

Wiliiam Turner: “L’incendio della Camera dei Lords e dei Comuni”, 1835

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro

CollaboratoriLuigia Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Laura Siconolfi,

Maurizio Montuschi, Greta Marchese, Giulia Gabiati, Valerio Lucantonio,

Martina Tedeschi, Marilena Parrino, Nicola Fasciano, Maria Centamore

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Passaggio 2015 L’infanzia di Gesù di J. M. Coetzee

A Nettuno l’ultima personale del “Toscanaccio”Ambienti proiettivi animati 1964-1984 Umberto Curi, “L’apparire del bello.

Nascita di un’idea”Musei Capitolini, 1° parte

Mr. Turner“Smetto quando voglio”

EraserheadCucina in pittura

Vinland SagaOcchio agli Happening Artistici

Esisteranno ancora tra dieci anni?sul filo di china

Rome street art map

n

•••

Per sponsorizzare “Occhio all’Arte” Telefona al 347.1748542

Sono in distribuzione la 1a e 2a lezione del DVD sulla

pittura ad olio

Errata corrige: il nome degli autori mancante nell’articolo

“Anzio: Monumento ad Angelita” di febbraio 2015 è:

Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

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dall’associazionen

di Stefania Servillo

“Passaggio - L’arte al Mercato” è una rassegna d’arte e fotografia contemporanea, ogni anno riqualifica culturalmente per almeno due mesi

l’ex Mercato delle Erbe di Aprilia (attuale Mercato Coperto).La rassegna, organizzata dall’Associazione Arte Mediterranea, con la collaborazione dell’Associazione FocusFoto Aprilia è giunta alla conclusione del suo quarto anno chiudendo con un bilancio tutto positivo.Tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 è stato possibile ammirare le opere di creativi più o meno conosciuti, ma tutti provvisti di un incredibile talento e d’un personale modo di accostarsi al mondo ed alle emozioni. Lo stridente accostamento dell’arte (in ogni sua forma) con la quotidianità del luogo ha sempre un effetto sorprendente, è certamente questo il motivo, oltre alla passione e all’appoggio della cittadinanza, che ogni anno dà ai curatori dell’evento nuova energia per andare avanti.Se qualcuno non avesse potuto godere delle opere presenti in esposizione potrà rifarsi osservandole sul sito dell’Associazione Arte Mediteranea (www. artemediterranea.org) e, certamente, non si pentirà il prossimo anno di andare a vedere dal vivo i nuovi artisti proposti

A partire da sinistra:Patrizia Fusi - dal 13 dicembre al 9 gennaioMirna Mascherino e Maura Tagliavini - dal 7 al 20 febbraioNadia Turella - dal 24 gennaio al 6 febbbraioRosa Ruzzo e Annamaria Ricotta - dal 10 al 23 gennaio

Passaggio 2015 Si conclude la rassegna pittorico-fotografica

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occhio al libronL’infanzia di Gesù di J. M. CoetzeeDove va la Letteratura

U n padre e un figlio ancora piccolo. Immediatamente si pensa a “La strada”, capolavoro di McCarthy. Un padre putativo, un figlio bambino ed una missione: ritrovare

la madre biologica del bambino, la vergine a cui va ricondotto, esplicito riferimento alla natività. Un padre adottivo, un figlio-non figlio e la sospensione spazio temporale: i due provengono da un non luogo, da un non tempo, vivono in un’altra realtà che ricorda l ’ interminabile attesa di Godot di Samuel Beckett. Ci si trova immersi in un’atmosfera bianca, ovattata, in cui i due protagonisti devono fare tabula rasa dei ricordi che ogni tanto affiorano galleggiando, devono soddisfare semplici bisogni primari, mai impellenti, aiutati da una sorta di fredda solidarietà in una società vagamente socialista. E’ un limbo dove l ’assenza di determinatezza, di concretezza, di definizione fa risaltare ancora di più l ’amore di questo padre-non padre , incondizionato, puro, devoto ed altruista , antitetico all ’amore materno che invece è selvaggio, primitivo , ferale.Il premio Nobel J. M. Coetzee, che si è formato sugli scritti di Kafka, in questo libro raccoglie gli insegnamenti dei più grandi autori del ‘900, contemporaneamente egli ci indica la nuova via che sta percorrendo la letteratura del XXI secolo, fatta di parole scarne, di atmosfere nebbiose, di assenza di significati, lasciandosi così definitivamente alle spalle i grandi maestri che lo hanno preceduto.

di Maria Centamore

di Giuseppe Chitarrini

Pagina adottata da: “PendolArt”

A Nettuno l’ultima personale del “Toscanaccio”qualche tempo. Probabilmente quella al Forte Sangallo di Nettuno è stata la sua ultima mostra. Una esposizione che ha consentito di approfondire la complessità dell’opera di questo pittore, nato nel 1946 a Piancastagnaio sulle pendici del monte Amiata. Un’opera che richiede infatti spirito di osservazione e capacità di immedesimazione, il che necessita spesso una ri-visitazione al fine di meglio cogliere particolari, sfumature e dettagli che a volte rivelano ulteriori motivi di ‘comprensione’ del suo lavoro. La tecnica del Toscanaccio è una tecnica composita, come diversificata ed enigmatici sono gli spunti che si possono cogliere nelle sue grandi tele dense di colori, di frammenti, di segni, di crittogrammi spesso minuti e fitti, una trama ininterrotta di tracce e di tratti che non lascia spazi vuoti e che farebbero la gioia di un semiologo. Una sintesi aperta e in divenire fatta di echi, allusioni, ispirazioni rielaborate e rivissute che si richiamano a generi e stili completamente diversi ed eterogenei: dall’action paint, alla pittura etnica, dal murales al graffito (con numerosi inserti di scrittura che riportano aforismi e frasi dell’autore stesso) con l’uso di materiali e tecniche varie (sabbia colorata, brecciolina, porporina, frammenti vetrosi ecc).Immagini che ci colpiscono immediatamente per l’intensità dei colori, ma che richiedono un supplemento di riflessione per coglierne, poi, aspetti e significati più reconditi e ‘sottotraccia’.Adesso tocca alla famiglia e all’associazione Risus, che ha curato l’evento nettunese, conservarne la memoria il suo essere-stato-per l’arte.

Nella notte fra il 5 e il 6 febbraio Giuseppe Vittorio Scapigliati “Il Toscanaccio”, ha concluso la sua esistenza, per cause legate al

suo precario stato di salute che si protraeva ormai da

in mostran

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in mostranAmbienti proiettivi animati 1964-1984 Luca Maria Patella al MACRO

Fino al 26 aprile 2015 il MACRO ospiterà la mostra Ambienti proiettivi animati 1964-1984, dedicata all’opera di Luca Patella. Il titolo dell’esposizione è lo stesso della prima mostra personale dell’artista,

tenutasi a Roma nel 1968 alla galleria l’Attico di Fabio Sargentini. Barilli scrive di lui: “Luca Patella può essere considerato il padre spirituale delle decine di giovani artisti che oggi praticano “il concettuale”. [...] Oggi si ricorre ai mezzi cosiddetti extra-artistici, in modi liberi e ibridati: come appunto insegna la sua lunga attività”. Il MACRO ci mostra i primi due decenni del lavoro dell’artista che fu un innovatore nell’uso della fotografia e del video come mezzi artistici in Europa. Qualità concettuali e potenziali allegorici di questi medium sono gli elementi messi in rilievo dall’opera di Patella. Il percorso espositivo si articola in una serie di ambienti. Le installazioni, le azioni performative, le tele fotografiche, i film e i libri d’artista delineano l’immagine di un artista “totale”. Un programma di proiezioni di film, realizzati negli anni Sessanta, sarà presentato in sala cinema. La raccolta rappresenta un esempio di come il medium cinematografico venga utilizzato in modo sperimentale e proto-concettuale.

di Eleonora Spataro

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di Giuseppe Chitarrini

U mbe r t o Cu r i , p r o f e s s o r e eme r i t o d i F i l o s o f i a p r e s s o l ’ Un i v. d i Padova e d e l l ’ Un i v. “ S . Ra f f a e l e ” d i M i l a no , c on

que s t o i n t e r e s s an t e vo l ume t t o i n t ende po r r e d eg l i i n t e r r oga t i v i d i c a ra t t e r e f ondamen t a l e s u l b e l l o e , i n p a r t i c o l a r e , s u l s uo man i f e s t a r s i p r op r i o d i q ue s t i t emp i n e i qua l i , d a p i ù p a r t i e a d i ve r s o t i t o l o s i p a r l a s emp re p i ù d i immag i n i , d i b e l l o , b e l l e z z a , e s t e t i z z a z i one de l l a v i t a quo t i d i a na e c c . s pe s so a s p r opo s i t o , e , c omunque , qua s i s emp re pe r r e a z i one e c on t rappo s i z i o ne r i s p e t t o una r e a l t à d i f f i c i l e , c omp l e s s a , p r ob l ema t i c a e , s pe s so , d eg rada t a e b r u t t a , c onno t a t a d a una c r i s i p r o f onda c he non è s o l o d i c a ra t t e r e s o c i o e conom i co , ma

an che c u l t u ra l e , e t i c o -mo ra l e , i n t e l l e t t i va . Ne l l ’ i n t e r r oga r s i s u l man i f e s t a r s i d e l B e l l o , l ’ a u t o r e d e ve r i s a l i r e a l l a s ua gene s i , a l l e o r i g i n e de l l a s ua de f i n i z i o ne ne l l a G r e c i a c l a s s i c a , n e l l ’ E p i c a , n e l l a m i t o l o g i a t r a c c i a t a d a E s i o do e ne l l a Traged i a , e s am inando l e d e f i n i z i o ne da t e d a P l a t one e A r i s t o t e l e , P l o t i n o e Ago s t i n o . L a b e l l e z z a ven i va a l l o ra c on cep i t a i n man i e ra d i ve r s a r i s p e t t o i c anon i e i p a rame t r i d i o gg i e d a l l e c a t ego r i e d e l l ’ E s t e t i c a d e l 1 700 . Pe r e s emp i o l a s equen za ope ra d ’ a r t e - gu s t o -s en t imen t o e s t e t i c o e ra s c ono s c i u t a : l ’ a r t e ( Te chnè ) a ve va , i n f a t t i , u na va l en z a d i c a ra t t e r e p ra t i c o , c he ogg i – s e p r op r i o vog l i amo f a r e d e i p a ra l l e l i – s i a v v i c i n a a l l a p r odu z i one a r t i g i a na l e , c on una f un z i one f o rma t i va , e t i c o -mo ra l e e c ono s c i t i va ; P l a t one , i n p a r t i c o l a r e , c on s i d e rava i l p r odo t t o a r t i s t i c o i n s é c ome un man i f e s t a r s i m ime t i c o (M imes i s ) d e l l a c o s a e d e l l ’ e s p r e s s i one umana , d i p e r s é d i s d i c e vo l e , f a l s a , b r u t t a e d i s edu ca t i va . L’ a t t i v i t à a r t i s t i c a c o s t i t u i va dunque una r i c e r c a de l l ’ e s s e r e non e s s endo e sp r im i b i l e i n una s pe c i f i c a rapp re s en t a z i one , i n un ogge t t o d e f i n i b i l e c ome ‘ a r t i s t i c o ’, ma doveva i n ve ce r i n v i a r e ad a l t r o d a s é , a un ’ i d ea da c ond i v i d e r e e d i c a ra t t e r e t r a s c enden t e . Una be l l e z z a non s c i nd i b i l e d a l l a p e r f e z i o ne i n t e l l e t t i va e mo ra l e . E que s t o o s c i l l a r e t r a ra pp r e s en t a z i one , f r a i n t ang i b i l i t à i n e f f a b i l e d e l l ’ a g i r e p e r i l b ene e t ang i b i l i t à d e l l a b e l l a f o rma s i p r o t ra e , r a f f o r z ando s i , n e l l a s ua i n t r i n se ca amb i va l enza f i no a l l e concez i on i a t t ua l i ( C f r. p . 1 1 ) , a lmeno f i n o a l n ove cen t o quando l a s ub l im i t à d e l l ’ o r r o r i f i c o , d e l t r a s h e d e l l a r e i t e rab i l i t à s e r i a l e i n i z i a r ono a man i f e s t a r s i i n mo l t e c o r r en t i a r t i s t i c h e . Comunque , an che ne l l ’ E s t e t i c a e n e l l e t e o r i e d e l l ’A r t e d e i n o s t r i g i o r n i , l a p r odu z i one c r e a t i va ed e s p r e s s i va s i r i f à , c ome ne l l ’ a n t i c h i t à , a que s t o c a ra t t e r e a l l u s i vo de l l a ‘ n on - p r e s en za ’, d e l l a s ub l im i t à d e l b e l l o e d e l s uo r i n v i a r e d e l l ’ e s t e t i c o a l l ’ e t i c o . E f o r s e è p r op r i o que s t a i n a f f e r rab i l i t à an t i c a , r a f f o r z a t a s i n e l l a c on t empo rane i t à , a f a r s i c h e l ’ o gge t t o a r t i s t i c o po s s a an co ra d i s t i n gue r s i c ome t a l e , c on se r vando an co ra que s t o s uo t ra t t o c o s t i t u t i v o d e l l ’ i n de f i n i b i l i t à , d e l r i n v i o e d e l l ’ i n a f f e r rab i l i t à c he l o d i s t i n gue , d a un l a t o , d a c i ò c he s emp l i c emen t e appa r t i e ne a l g radevo l e e a l c o r r en t e ‘ b uon gu s t o ’, e d a l l ’ a l t r o r i s p e t t o que l l o c he è i l p r odo t t o med i a t i c o p a t i n a t o , f i n a l i z z a t o a l l ’ a c c apa r ramen t o de l l a b enevo l en z a de l pubb l i c o d e l c on sumo immed i a t o , d e l me r c a t o e d e l l e t e nden ze de l l o o k .

occhio al libronUmberto Curi, “L’apparire del bello. Nascita di un’idea”

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museinMusei Capitolini, 1° parteMusei Romani, 15° articolo di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

Marforio chiede a Pasquino: ”E’ vero che i Francesi sono tutti ladri?” e Pasquino risponde: ”Tutti no, ma ‘na Bona Parte …”. Il breve dialogo satirico riportato, è uno dei tanti

intercorsi tra due “statue parlanti”, quelle di Marforio e Pasquino, le più famose della Roma papalina, che ne doveva temere ben sei! Sin dal XVI secolo popolani romani, dalle lingue particolarmente taglienti, di notte, collocavano presso questi eroi di pietra, siti in luoghi molto frequentati, dei cartelli satirici, anonimi, che denunciavano l’arroganza e la corruzione dei potenti. La statua di Marforio, che deve il suo nome a una sua prima collocazione nel foro di Marte, trasferita nella Piazza del Campidoglio, per essere inserita in una fontana progettata da Giacomo Della Porta, poi fu inglobata nel cortile del Palazzo Nuovo, il più recente dei palazzi capitolini. È sicuramente per solidarietà verso i poveri e gli oppressi, che si sono difesi con l’ironia e il sarcasmo, che iniziamo il nostro viaggio all’interno dei Musei Capitolini, partendo dalla fontana che accoglie Marforio. Inserito in una nicchia poco profonda, tra colonne e capitelli corinzi, ha le sembianze di un dio, forse Oceano, forse Nettuno; il suo poderoso corpo, adagiato su un fianco, è rassicurante, accogliente; l’espressione del volto é saggia, pacata, consapevole. Una piovra, però, con i tentacoli attorcigliati, che sembra volersi liberare dal peso opprimente della divinità, intacca quell’atmosfera idilliaca, irreale riportando lo spettatore alla dura realtà … della vita. L’opera descritta, databile tra il II e il III secolo, è ovviamente una delle tantissime presenti nei famosi Musei Capitolini che hanno tre sedi, due storiche, il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Nuovo che si affacciano, l’uno di fronte all’altro, sulla michelangiolesca piazza del Campidoglio. La terza è l’ex Centrale termoelettrica Montemartini, nel Quartiere Ostiense, aperta nel 1997 allo scopo di realizzare un

riuscito connubio tra archeologia industriale e classica. Nel 1664, esaurita la capacità ricettiva del più antico spazio museale, appunto il Palazzo dei Conservatori, l’amministrazione papalina ritenne necessaria la costruzione di un “Nuovo Palazzo” che accogliesse le raccolte di sculture antiche, frutto del collezionismo delle grandi famiglie nobiliari romane. E’ appunto quest’ultimo il luogo cui dedicheremo questo nostro primo articolo: lasciandoci alle spalle il Cortile, in cui continua a troneggiare il Marforio, raggiungiamo, attraverso uno scalone, il primo piano variamente articolato in ambienti che contengono una quantità enorme di statue, rilievi ed epigrafi. Esiste, però, una notevole differenza tra le sale in cui sono “stipati” i tantissimi busti, di filosofi, di imperatori e di personaggi della loro cerchia, e le sale o i saloni luminosi e molto belli per le decorazioni raffinate e per la disposizione spaziale delle sculture. Nelle prime, l’occhio “inesperto” s’infastidisce perché ha la sensazione di vedere sempre lo stesso personaggio, riprodotto all’infinito; nelle seconde, lo sguardo e la mente spaziano e possono cogliere la bellezza di ciò che li circonda, a tutto tondo. In queste ultime il visitatore potrà cogliere il grande pathos che emana dal “Galata morente”, giovane nel corpo turgido ed atletico, nel volto contornato da ciocche di capelli scompigliati, nella strenua resistenza al dolore e alla morte. Spicca, invece, il movimento nella torsione del corpo, la leggerezza e la leggiadria nel passo di danza appena accennato, il sorriso beffardo e volitivo, nella splendida statua di marmo rosso con venature grigie, che rappresenta un fauno. Passione e tenerezza infinita nell’abbraccio che avvince Amore e Psiche; pudore e malizia nel morbido e voluttuoso corpo di Venere che, emergendo, nuda, dalle acque, “timidamente” nasconde il petto e il pube.

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di Maria Chiara Lorenti

Mr. TurnerL’artista contrapposto all’uomo

Come può un uomo così gretto avere una visione artistica così lirica? Tozzo, corpulento, greve e ineducato, il personaggio tratteggiato nel film di Mike Leight, ed interpretato da

Timothy Spall, è così lontano dall’idea romantica che si immagina osservando le sue opere: un pittore dall’animo sensibile che ha saputo tradurre sulla tela i moti della natura, tanto che nella prima metà della proiezione del film “Turner” si prova una cocente delusione. Sputi e rutti a tavola, seduto tra gli altri commensali, grugniti al posto di risposte a domande espresse, per non parlare delle palpate distratte alla attempata fantesca, con cui si accoppia, in

piedi, brancandola da dietro, mentre spolvera, senza scambiare una parola, a parte animaleschi ansiti, e senza degnarla di uno sguardo; questo “uomo” era il famoso Joseph Mallord William Turner, tra i più grandi artisti inglesi e non solo. Documentato su più testi, si riportano testimonianze sulla sua biografia, con una adolescenza difficile, una madre malata di schizofrenia, con la quale non aveva rapporti affettivi, che lo ha portato ad avere un’estrema diffidenza verso il gentil sesso, e la morte della sorellina, di soli otto anni, lo spinse verso un esaurimento convincendo il padre ad allontanarlo, facendolo ospitare da uno zio. Ciò può spiegare quella anaffettività

William Turner, “Luce e colore”, 1843

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n dedicato a

che lo accompagnerà per il resto della sua vita, salvando l’amore filiale per il padre e, forse, quel sentimento così simile all’amore che provò verso la fine della sua esistenza per la locandiera Sophie Booth, l’unica a saper toccare le segrete corde del suo cuore.Quello che comunque è importante è l’arte di questo grande pittore, aldilà di ogni considerazione sulle sue vicissitudini personali, che seppe rompere gli schemi vittoriani di una versione realistica del paesaggio, osannato in principio dai suoi contemporanei, quando le sue opere rispettavano tali canoni, per poi essere addirittura dileggiato, perché abbandonati i contorni della realtà, dette spazio alle sensazioni ed alle emozioni attraverso una visione cromatica degli eventi atmosferici. Il respiro del vento, l’urlo del tornado, la furia indomita della tempesta marina, nessuno meglio di lui ha saputo trasmettere visivamente questi elementi climatici, il contrasto chiaroscurale così marcato, netto, tra luce ed ombra, come espresso nell’olio “Tempesta di neve in mare”, un soggetto caro all’artista che lo sviluppò nell’arco del suo percorso pittorico, e che infine lo rappresentò in maniera astratta, dove il turbinio del vento e della neve sembrano avviluppare la nave, sommersa da pennellate circolari, stese con estrema libertà e fluidità, una contrapposizione di bianco e bruno, che rendono appieno la drammaticità dell’evento. Questa maturità raffigurativa lo portò ad essere un precursore

dell’impressionismo, in quanto egli soleva osservare di persona, all’aria aperta, tali manifestazioni della natura, per poi riportarle sulla tela, dando sfogo alla sua libera interpretazione. Anche le rappresentazioni bibliche hanno un’impronta di liricità sacrale, in questi ultimi anni della sua vita, dove la maturità artistica è giunta all’apice, il colore prende il sopravvento, le forme si dissolvono, e così, come per l’ultimo Tiziano, a cui alcuni critici lo avvicinano, il pennello corre libero, le tinte si fondono e diventano una sinfonia armonica, così il brano della Genesi “il Mattino dopo il diluvio”, rielaborato attraverso le teorie di Goethe sulla luce e colore, trasformano l’approdo dell’Arca sul monte Ararat, in un caleidoscopico movimento cromatico, dove mille bolle arcobaleno avvolgono circolarmente le figure rendendole inconsistenti. I suoi ultimi anni li passò sotto falso nome, come signor Booth, a casa di un’amica che faceva passare per sua moglie. Spesso viveva al buio, per poter meglio apprezzare le variazioni di luce, quella luce per la quale, per vivere al meglio le albe ed i tramonti, aveva sacrificato parte del tetto, aprendo un passaggio tra esso e la camera da letto. In ultimo, rintracciato dalla fida governante, rientrò in casa sua, ove a breve morì, il suo vero nome era: Joseph Mallord William Turner.

William Turner, “Norham Castle:alba”, 1835-40

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n cinema

“Smetto quando voglio”Il film che ha rapito migliaia di studenti

“Sono accusato di produzione e spaccio di stupefacenti, sequestro di persona e tentato omicidio. Mi chiamo Pietro Zinni e sono un ricercatore universitario.”

Chi l’ha detto che studente è sinonimo di bravo ragazzo? Pietro è un ricercatore in neurobiologia che è riuscito a sviluppare un algoritmo rivoluzionario per la modellizzazione teorica di molecole organiche. Nonostante il suo progetto sia a dir poco brillante, non avrà la possibilità di continuare nella sua ricerca. La crisi economica sta prendendo piede e l’università sta tagliando fondi, mettendo a dura prova la carriera di giovani studenti e laureati, che dovranno fare i conti con una realtà che non è affatto ansiosa di offrire loro un posto di lavoro. Sembrerebbe quasi che la società non offra altra scelta che vivere in condizione di precarietà cronica, ma in fondo c’è sempre un piano B. Pietro deciderà di sfruttare le sue conoscenze per creare una nuova “smart drug”, sconosciuta all’ elenco delle molecole dichiarate illegali dal Ministero della Salute. Per mettere a punto il suo piano si rivolgerà così ad un gruppo di ex ricercatori disperati. Mattia e Giorgio sono due latinisti che fanno i benzinai. Alberto è un chimico che lava i piatti. Poi c’è Bartolomeo, un economista che cerca di vincere a poker applicando le sue conoscenze statistiche nel calcolo. E poi ancora Arturo, un riceratore nel campo dell’ archeologia ed infine Andrea, un antropologo senza impiego che ripetutamente è stato rifiutato da uno sfasciacarrozze poichè troppo “bravo ragazzo”. Da brillanti ricercatori, a brillanti spacciatori dunque! Diretto da Sydney Sibilla, il film uscito nel 2014 ha colpito dritto

al cuore di migliaia di studenti che ogni giorno si domandano se valga la pena faticare così tanto, divorare tomi su tomi per poi passare il resto della propria vita a rifornire scaffali di un supermercato. In un’Italia in cui avere una laurea non è più un valore aggiunto, ma forse un criterio per scremare un gran numero di giovani ragazzi, da sempre appassionati allo studio, ma privi di esperienza pratica, è necessaria una grande forza di volontà per credere nei propri sogni. Pietro Zinni, interpretato straordinariamente da Edoardo Leo, sfiderà tutto questo in modo esilarante, dando vita ad un film tanto divertente quanto tragico nel suo significato.

di Giulia Gabiati

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P r imo lungometraggio del maestro del surreale, che ha r ichiesto ben sei anni per la sua real izzazione a causa di cont inui problemi

f inanziar i , “Eraserhead – La mente che cancel la” (mai sottot i to lo i ta l iano è stato così inadeguato e fuorviante) pone già le basi del la c inematograf ia Lynchiana e presenta in maniera più che esauriente i l pensiero e i l modus operandi del buon David.Da molt i questa è r i tenuta la sua pel l icola più int ima e personale per un insieme di fattor i: per pr ima cosa la natura introspett iva e una sorta di auto-psicanal is i da parte del regista. La stor ia, che volutamente non è r iconducibi le a un unico f i lo logico, in iz ia con una giovane coppia cui nasce un bambino deforme, per poi proseguire con scene onir iche, evocat ive e terr ib i lmente ansiogene: questo incipi t probabi lmente denota la paura ed i l senso d’ inadeguatezza di Lynch di fronte al la paternità e al l ’ imposiz ione sociale ( i l protagonista Henry, interpretato da Jack Nance, v iene infatt i costretto ad accogl iere a casa sua i l neonato indesiderato). A rendere questo f i lm i l p iù personale del la sua f i lmograf ia è anche i l fatto che, ol tre ad essers i occupato di soggetto, sceneggiatura, montaggio,

musiche, scenograf ie ed effett i special i (menzione part icolare per quest i u l t imi, in quanto è ancora un mistero come sia stato real izzato i l bambino), Lynch abbia avuto modo di v ivere intensamente la gestazione del l ’opera, s ia per la sua lunghezza, s ia perché s i trovò in condiz ioni economiche talmente gravi da essere costretto, dopo aver perso la casa, a dormire sul set, nel lo stesso letto usato dal suo Henry.Scelta azzeccat iss ima è quel la di usare i l b ianco e nero, in un susseguirs i d i scene che non lasciano spazio al calore dei color i e che s i sposano decisamente megl io col gr ig io e con le ombre, che per la maggior parte del f i lm, ad eccezione del f inale, hanno i l sopravvento sul bianco e sul le luci .Le ambientazioni e l ’ interpretazione dei pochi attor i sono messi in secondo piano e servono solo a portare avant i le sensazioni, le tematiche e i messaggi che, secondo la precisa volontà del regista, possono e devono essere del tutto soggett iv i , in quanto è questa l ’ idea che ha del c inema David Lynch e che ha espresso al la perfezione f in dal suo pr imo lavoro, divenuto un vero e proprio cult e punto di r i fer imento per i l genere grottesco.

di Valerio Lucantonio

EraserheadL’eclettico debutto di Lynch

cineman

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curiosARTn

di Cristina Simoncini

Il pancake, dolce tradizionale della prima colazione in America settentrionale, è di origine europea e venne molto raffigurato nell’arte pittorica. Esso, simile alle crepes, era amatissimo nel

nord Europa e appare in parecchi quadri di artisti fiamminghi. Il pittore olandese Pieter Aertsen (1508-1575) che in gioventù si distinse nella raffigurazione di oggetti domestici e utensili di cucina, in un suo quadro dipinse un gruppo di persone in un interno, felici, attorno a piatti colmi di pancakes; anche il suo compatriota Adriaan de Lelie (1755-1850), più di due secoli dopo, rappresentò un ambiente dove si mangiava pancakes; i pittori, sempre fiamminghi, Jan van Bijlert (1598-1671) e Adriaen Brouwer (1605-1638), i quali amavano dipingere scene di carattere popolare, esibirono il pancakes in primo piano, conferendogli grande importanza: Bijlert con un ritratto di donna e Brouwer con il dolce appoggiato ad un utensile messo al centro del quadro; gli artisti olandesi: Baren Gael (1630-1698), pittore paesaggista, mostrò una contadina intenta a cucinare pancakes all’aperto, circondata dalla famiglia e Godfriend Schalcken (1643-1706), il quale era solito dipingere soggetti in ambienti scuri illuminati da candele, ne immortalò uno rischiarato dalle sue fiammelle; anche i fiamminghi Bernardus van Schijndel (1647-1709) e Jan Josef Horemans (1682-1759), appassionati del genere pittorico di carattere popolare, vollero immortalare su delle tele persone che, evidentemente, adoravano il pancakes. L’ispirazione artistica a tutti loro può essere venuta solo dall’amore verso questo piatto, il quale viene cucinato da sempre sia come dolce (con marmellate varie), ma anche salato (condito con bacon). Essendo questa specie di frittella una ghiottoneria anche per gli inglesi, la ricetta seguì i colonizzatori in America ed è per questo che è divenuta un piatto tradizionale statunitense. Fonti: www.pitturaomnia.com

Cucina in pittura Pancake, un dolce amato da secoli

Anton Doll

Pieter Aertsen

Godfriend Schalcken

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architetturamangaarchitettura

di Valerio Lucantonio

mangan

V i n c i t o r e n e l 2 0 1 2 d e l t r e n t a s e i e s i m o Ko d a n s h a M a n g a A w a r d , l a n u o va o p e r a d e l m a e s t r o M a k o t o Yu k i m u r a c h e

s t a v o l t a s i c i m e n t a i n u n a s e r i e p i ù l u n g a d e l p r e c e d e n t e l a v o r o , i l b r i l l a n t e e d e s s e n z i a l e P l a n e t e s .È a n c h e v e r o c h e l a s t o r i a t r a t t a t a h a s e n z a o m b r a d i d u b b i o b i s o g n o d i u n o s p a z i o e d u n a l u n g h e z z a m a g g i o r i e d i u n r i t m o r i l a s s a t o , m a , a d i f f e r e n z a d e l s u o p r e d e c e s s o r e f a n t a s c i e n t i f i c o , a n c h e i n c a l z a n t e q u a n d o s e n e s e n t e l a n e c e s s i t à .C o m e s p e s s o s i u s a f a r e n e i r a c c o n t i b a s a t i s u v i c e n d e d e l p a s s a t o r e a l m e n t e a c c a d u t e , l a S t o r i a è c o s t i t u i t a d a p i ù e p i s o d i , c o n p e r s o n a g g i i c u i n o m i n o n s i t r o v a n o s c r i t t i s u i l i b r i ; s e g u i r e m o l a c r e s c i t a e i v i a g g i d e l g i o v a n e T h o r f i n n , g u i d a t o s o l o d a l l a s e t e d i v e n d e t t a , i n u n o d e i c o n t e s t i i n c u i l a v i o l e n z a e l o s v i l i m e n t o d e g l i e s s e r i u m a n i h a n n o r a g g i u n t o u n o d e i p i c c h i p i ù a l t i : l ’ E u r o p a s e t t e n t r i o n a l e d e l l ’ X I s e c o l o , p e r i o d o i n c u i s i è v i s t a p r o b a b i l m e n t e l a m a s s i m a p o t e n z a d e l p o p o l o v i c h i n g o .I l p r o t a g o n i s t a e n t r e r à i n c o n t a t t o s i a c o n p e r s o n a g g i r e a l m e n t e e s i s t i t i , s i a c o n a l t r i i m m a g i n a r i , c h e c o m u n q u e i n c a r n a n o f e d e l m e n t e i t r a t t i e g l i e l e m e n t i c a r a t t e r i s t i c i d e l g u e r r i e r o n o r d i c o : u n o d e i p u n t i f o r t i d e l l ’ o p e r a è p r o p r i o l a f e d e l t à n e l r i p r o d u r r e c u l t u r a , u s i e a n c h e o g g e t t i q u o t i d i a n i o a r m i . F e d e l t à s u p p o r t a t a d a u n t r a t t o r e a l i s t i c o e p r i v o d i v i r t u o s i s m i , i n c u i n o n c ’ è q u a s i m a i s p a z i o p e r l e s p a r a t e t i p i c h e d e l l a n a r r a z i o n e m a n g a ( e l e p o c h e v o l t e c h e q u e s t e c i s o n o a b b i a m o i n f a t t i i p u n t i p i ù b a s s i d e l f u m e t t o , c h e f a n n o c r o l l a r e t u t t o i l l a v o r o f a t t o p e r c o s t r u i r e u n a s t r u t t u r a n a r r a t i v a m a s s i c c i a e c r e d i b i l e ) . A l t r o a s p e t t o f a v o r e v o l e è i l r i t m o c o n c u i c i v i e n e r a c c o n t a t a l a s t o r i a ( c h e p i ù a n d r à a v a n t i p i ù s i r i v e l e r à a n c h e c o m e u n o s c o r c i o s u l l a v i t a d i a l c u n i c o m p r i m a r i , i q u a l i a r r i v e r a n n o a r u b a r e l a s c e n a a l p r o t a g o n i s t a g r a z i e a l l o r o i n d i s c u t i b i l e c a r i s m a ) , a s e c o n d a d e l l e n e c e s s i t à n a r r a t i v e Yu k i m u r a d e c i d e r à d i s a l t a r e a p i e ’ p a r i i n t e r i a n n i , o d i s o f f e r m a r s i p r o f o n d a m e n t e s u g l i a v v e n i m e n t i d i p o c h e g i o r n a t e , a s e c o n d a d e l l ’ i m p o r t a n z a d i o g n i s c e n a i n r a p p o r t o a l g r a n d e d i s e g n o c h e h a s i c u r a m e n t e i n m e n t e e d i c u i h a g i à d e c i s o l a c o n c l u s i o n e , a n c h e s e e s s a s i p u ò i n t e n d e r e g i à d a l t i t o l o , i l p u n t o c a r d i n e d e l l a s t o r i a s a r à i l l u n g o e d a r d u o p e r c o r s o c h e i l l e t t o r e f a r à f i a n c o a f i a n c o c o l p r o t a g o n i s t a .

Vinland SagaVichinghi dal punto di vista giapponese

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Occhio agli Happening Artistici Occhio a...n

Una mostra fotografica, una visita guidata ad un convento di clausura, un coro a cappella, una reading e, a conclusione, un gradevole aperitivo: tutto aperto al pubblico, tutto

coinvolgente, tutto organizzato con cura e professionalità.

Per chi ama l’arte in tutte le sue forme e sotto tutti i suoi aspetti, Roma offre, nel quartiere Esquilino, attività di grande attrattiva, organizzate, con amore e competenza, dall’Associazione “Amici del Granaio”, che realizza gli eventi di cui scriviamo, ma anche molti altri.Sul sito “Il Granaio di Santa Prassede” si legge l’autopresentazione. “Il Granaio di Santa Prassede, antico edificio ottocentesco, è annesso all’omonima chiesa e rientra nella cinta di edifici civili che facevano parte dell’antico titolo e del convento che ancora oggi è ivi ubicato. Al suo posto sorgeva in origine il palazzo cardinalizio, fiancheggiato da una torre medievale: entrambi sono stati abbattuti nel 1848 e sostituiti quindi dal granaio pontificio. La struttura conserva quasi intatto l’aspetto originario e rivela nei suoi tratti la destinazione ad edificio economico e magazzino, con la bellissima cordonata che collega i tre piani, le pesanti travi, i soffitti a cassettoni, le porte e le finezze dell’epoca. Oggi il granaio ospita una struttura alberghiera, il Granaio Resort.La svolta innovativa – e l’idea geniale – è stata quella di aprire le porte al pubblico, trasformando una struttura alberghiera in un centro propulsore di tutte le forme artistiche, da quelle visive a quelle letterarie e musicali. L’atmosfera che si respira al Granaio è quella di immersione in un’altra dimensione: quella di un’arte totale e rigenerante. Impossibile non innamorarsene.Tra gli eventi del mese: venerdì 20 febbraio, alle 19,30, Stefano Bruno presenta “Sguardo e doppio sguardo”, selezione di foto dall’Archivio Giuseppe Bruno e accompagnamento musicale della violoncellista Alessandra Leardini, sabato 21, alle ore 18,00, Ennio Cavalli presenta il libro “Trattativa con l’ombra”. Infine, venerdì 27, “La storia e i luoghi della presenza russa a Roma”.

di Rossana Gabrieli

Siamo ancora abituati a utilizzarli, a vederli nelle nostre strade, intorno a noi. Sono oggetti che ci seguono da diversi anni, ma che già da ora non avrebbero più ragion d’essere

perché, anche se ancora non diffusamente, sono stati sostituiti da altri prodotti tecnologicamente più avanzati. Ad ispirarci è stato un interessante articolo di Gabriele Romagnoli, pubblicato su la Repubblica del 28 dicembre 2014, che ha proprio analizzato ed elencato quali sono gli oggetti che potrebbero avere le ore contate e da cosa sarebbero sostituiti. Cominciamo con le chiavi della propria abitazione o di qualunque ambiente che necessita di essere ben protetto. E’ semplice pensare che potranno essere facilmente sostituite tra pochi anni da tecniche biometriche quali le impronte digitali o l’iride, ovvero il corpo come chiave d’accesso, anche perché già adesso hanno uno sviluppo evoluto. Anche per i CD, il destino sembra oramai segnato. Eppure tante case sono tappezzate da intere

pareti di CD musicali. Ma sono di tanti over quaranta, i più giovani molto difficilmente ascolteranno musica da un qualunque supporto che non sia internet o un mp3. E cosa possiamo dire dei francobolli? Chi si ricorda oggigiorno che vengono ancora utilizzati, di quando si dovevano inumidire con la saliva o con le spugnette bagnate? Tra una decina di anni al massimo, non ci sarà più bisogno di loro poiché le lettere che normalmente sono accompagnate saranno da un bel pezzo sostituite dalle email. Vogliamo viaggiare con un treno, autobus o un aereo, e già adesso abbiamo la possibilità di acquistare i titoli di viaggio o biglietti su internet e li mostriamo al controllare sul nostro smartphone. Anche per loro il destino è segnato. Cosa dire delle librerie piene di libri dalle copertine variegate e più o meno eleganti? Che bisogno ci sarebbe ancora di averne piene zeppe di libri di carta, quando un unico lettore digitale ne può contenere centinaia? Probabilmente i libri saranno ancora stampati perché ci sarà ancora chi per studiare o leggere continuerà ad amare la carta, ma diventerà sempre più una scelta personale che di necessità. E cosa dire delle monete o delle banconote? I sistemi di pagamento elettronico di vario genere ridurranno al massimo la circolazione di carta e di monete e anche quella degli assegni. Magari non succederà domani, ma le auto che si guidano da sole sono già una realtà, anche se ancora sperimentale. Senza volante, senza guida, viene scelto solo il percorso e la macchina ci porta in tutta sicurezza. Sono solo alcune delle cose che probabilmente i nostri nipoti conosceranno solo perché gli verranno raccontate e che vivranno nei ricordi dei più anziani con il sapore di cose legate ad un tempo non più attuale.

Esisteranno ancora tra dieci anni? di Nicola Fasciano

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sul filo di china

nAprilia“L’Amore per il Colore” Progetto nato dalla collaborazione tra L’Associazione Arte Mediterranea e la scuola dell’infanzia PirandelloSede dell’Associazione e Sala Ragazzi, 16, 20, 23, 27 marzo “Theta” di Patrizia Fusi. FotografiaSpazio 47, fino al 21 marzo“Vita vissuta” Mostra personale di Graziella Dell’Unto Ristorante “La bella Napoli”, fino al 30 marzo

nRoma“Veil of freedom” di Francesca Montinaro Galleria Erica Fiornetini, fino al 15 marzoBeverly Pepper all’Ara PacisAra Pacis, fino al 15 marzoHistory of FILMCasa del Cinema, fino al 15 marzo “Frontiers” di Cyril de Commarque MACRO, fino al 15 marzo“The future is now” MAXXI, fino al 15 marzoLina Bo Bardi in ItaliaMAXXI, fino al 15 marzo“Frontiers” di Cyril de Commarque MACRO, fino al 15 marzo“Spatien” di Katharina Hinsberg Galleria Marie-Laure Fleisch, fino al 21 marzoMario DonderoMuseo Nazionale Romano, fino al 22 marzo“I vestiti dei sogni” Palazzo Braschi, fino al 22 marzo“A historica masturbators”, di Eddie PeakeGalleria Lorcan O’Neill, fino al 27 marzo“Dentro e fuori” di Gianni DessìFondazione Pastificio Cerere, fino al 28 marzo“Matrici distrutte” di Sten LexWunderkammern, fino al 28 marzo“Unedited history”MAXXI, fino al 29 marzo“Fiber Art”, collettivaMuseo Nazionale delle Arti e Tradizioni Pololari, fino al 12 aprile“Natural-mente” di Claudio PachieriMuseo Carlo Bilotti, fino al 12 aprile

Bruno LiberatoreMercati di Traiano, fino al 12 aprile“Pittura italiana...e altre storie minori”Villa Torlonia, Casino dei Principi, fino al 12 aprile“Arte in memoria”Scavi di Ostia Antica Sinagoga, fino al 12 aprile“Il principe dei sogni” ArazziPalazzo del Quirinale, fino al 12 aprile, ingresso gratuito“Artisti in residenza” collettivaMACRO, fino al 26 aprile“Gli specchi di Patella” (articolo a pag. 5)MACRO, fino al 26 aprile“Due città sulle orme della storia: Istambul e Roma” di Jimur Kerim IncendayMACRO, fino al 26 aprile“Roma e la Grande Guerra”Museo di Roma, fino al 30 aprile“Architettura in uniforme. Progettare e costruire per la II Guerra Mondiale”MAXXI, fino al 3 maggio“Bellissima” MAXXI, fino al 9 maggio“Le chiavi di Roma. La città di Augusto”Museo dei Fori Imperiali, fino al 10 maggio“A occhi aperti” FotografiaAuditorium Parco della Musica, fino al 10 maggio“Here the dreamers sleep” di Mastrovito Museo HendriK Christian Andersen, fino al 17 maggio“Batôn-Serpent” di Huang Yong PingMAXXI, fino al 24 maggio“Claudio Abate e gli artisti” Fotografia Galleria Dozo, via Palermo, fino al 31 maggio“Artisti dell’ottocento: temi e riscoperte” Galleria d’Arte Moderna, fino al 14 giugno“Giorgio Morandi, capolavori del ‘900”Complesso del Vittoriano, fino al 21 giugno“Arabesque. L’oriente di Henri Matisse”Scuderie del Quirinale, fino al 21 giugno“La Roma di Ettore Roesler Franz” Museo di Roma in Trastevere, fino al 28 giugno“L’età dell’angoscia - Da Commodo a Diocleziano” Musei Capitolini, fino al 4 ottobre

nVicenza“Tutankhamon Caravaggio Van Gogh” Basilica Palladiana, fino al 2 giugno 2015

Eventin

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Potete trovare la vostra copia di “Occhio all’Arte” presso i seguenti distributori:Aprilia: Biblioteca Comunale (Largo Marconi), Comune di Aprilia - Palazzo di vetro (p.zza dei Bersaglieri), edicola di p.zza Roma, Casa del libro (Via dei Lauri 91), Abbigliamento Alibi (via Marconi 52), Banca Intesa (via delle Margherite 121), edicola di Largo dello Sport, edicola di p.zza della Repubblica, teatro Spazio 47 (via Pontina km 47), palestra Sensazione (via del Pianoro 6), Ottica Catanesi (Largo Marconi 8), Bar Vintage (via Di Vittorio)Lavinio mare: Bar Lavinia (p.zza Lavinia 1) - Anzio: Biblioteca comunale (Comune di Anzio)Nettuno: F.lli Cavalieri (P.zza IX Settembre)

Rome street art mapRome street art map: progetto 999 offre una mappa per trovare, tramite Google, le opere di street art a Roma. 999 è un progetto curatoriale no-profit sulla street art fondato con lo scopo di promuovere la diffusione delle arti urbane contemporanee.maggiori informazioni: www.999gallery.com

“Logout project”, Borondo, 2013, Acrilici su cemento - Roma, via Scalo San Lorenzo 89