occhio all'arte (ottobre 2012)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VI N° 57 ottobre 2012 Mensile d’informazione d’arte n associazioni: Un “Salotto” sempre più grande n cinema: Never let me go n in evidenza: Silverio Riva n dedicato a: Pablo Picasso: il Genio Pablo Picasso: “La lecture”, 1932

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Page 1: occhio all'arte (ottobre 2012)

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VI N° 57 ottobre 2012

Mensile d’informazione d’arte

nassociazioni: Un “Salotto” sempre più grande

ncinema: Never let me go nin evidenza: Silverio Riva

ndedicato a:Pablo Picasso: il Genio Pablo Picasso: “La lecture”, 1932

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro, Giuseppe Grasso

CollaboratoriLuigia Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Valeria Nicoletta,

Luca Deias, Laura Siconolfi, Maurizio Montuschi, Greta Marchese,

Valerio Lucantonio, Martina Tedeschi,Roberta Angeloni, Nicola Fasciano,

Pina Farina

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Parole d’artistaUn “Salotto” sempre più grande

L’età dell’equilibrioSilverio Riva

Anders Petersen al MACRORoma nel cinema tra realtà e finzione

Sulle ali delle farfallePablo Picasso: il Genio

Never let me goDeath Note

Sean E Avery“L’inverno del mondo” di Ken Follett

Sulle tracce di GoetheSul filo di china

Robert Doisneau - Paris en liberté

n

Parole d’artista

•••

E’ in distribuzione la 1° lezione del DVD sulla pittura ad olio

• La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto. ~ Pablo Picasso

• Aspetto felice la partenza - e spero di non tornare mai più. ~ Frida Kahlo

• Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è. ~ Jackson Pollock

• Un solo giorno basta a farci un po’ più grandi oppure, un’altra volta, un po’ più piccoli. ~ Paul Klee

• La pittura è una lunga fatica d’imitazione di ciò che si ama. ~ Renato Guttuso

• Che genio era quel Picasso... un vero peccato che non abbia dipinto nulla. ~ Marc Chagall

Per sponsorizzare “Occhio all’Arte” Telefona al 349.7790097

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3La ghiandaia

n

Un “Salotto” sempre più grande

associazioni

Tre giornate intense hanno caratterizzato la quarta edizione dei Salotti Culturali “Domenico D’Alessio”, nelle quali la partecipazione sempre più viva delle associazioni

e degli operatori culturali, ha definitivamente suggellato un evento al quale la città non può più rinunciare. Grazie ai Salotti, ideati dall’allora Assessore Patricia Renzi nel 2009, il desiderio di incontro, di conoscenze, di condivisione si è finalmente avverato, in molti casi si sono concretizzate collaborazioni tra realtà diverse e attive individualmente sul territorio. L’unione fa la forza, il gioco di squadra vince sempre, l’ascolto dell’altro arricchisce, ci cambia, apre la mente. Questo è il senso della partecipazione sentita a questo evento, atteso “Come Sanremo”, ci ha confidato la poetessa Maddalena Buonocore. Un espressione sincera, che fa sorridere e riempie il cuore. Quest’anno le associazioni partecipanti erano molte di più, perchè nel frattempo ne sono nate di nuove, e questo fenomeno induce a pensare che brilla la voglia di esserci, di mettersi in gioco, o per meri fini artistici ma anche, ed è un dato di fatto molto positivo, per portare solidarietà e aiuto a chi ha bisogno, e in questa città c’è molto da fare in tal senso. Timidamente si sono affacciati anche due fra i Comitati di Quartiere più attivi sul territorio, così abbiamo scoperto la loro infaticabile ricerca di spazi e tempi di aggregazione, rivolta a persone di tutte le età. La Scuola come Istituzione è stata presente con l’ex Dirigente Rita Leli, che ne ha tracciato un ritratto esemplare, fucina di cultura, di attenzione e cura totali nella crescita educativa, una scuola apriliana “d’avanguardia”, perchè qui, non si sa se il

caso ha voluto, i docenti sono competenti e aperti a iniziative per arricchire l’offerta formativa. Con l’intervento dell’Avvocato Giorgio Di Micco si è ipotizzata la nascita di un polo Universitario che di certo cambierebbe il volto alla nostra città.Gioviale l’inaugurazione e la presenza dell’Assessore alla Cultura Fabio Malecchi e allo Sport Pasquale De Maio,solenne l’intervento del Sindaco e del Comandante dei Carabinieri, Maggiore Andrea Mommo per parlare di legalità e dell’azione sul territorio. Commovente l’intitolazione del Salotto Culturale al Sindaco Domenico D’Alessio, all’interno della Sala Manzù, ricordato attraverso le foto di un viaggio nella sua terra d’origine, insieme all’amico e artista Sergio Iezzi e le foto della sua presenza costante alle edizioni passate dei Salotti.

I giovani hanno costituito la spina dorsale dei Salotti 2012, e per fortuna, aggiungiamo noi: sono loro che dovranno accogliere questa importante eredità.

Direzione ArtisticaVaso di Pandora, con la collaborazione di Arte Mediterranea.Conduzione: Maria Ausilia D’Antona, Marina Cozzo, Roberta AngeloniColonna sonora: Pandora Ensemble: Gabriele Falcone, Maria Ausilia D’Antona, Sergio Trojse, Francesco Avato.Le foto delle tre giornate saranno presto disponibili sulla pagina fb di Vaso di Pandora.

di Roberta Angeloni

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di Luigia Piacentini

archeologianL’età dell’equilibrioI Musei Capitolini espongono l’arte di Traiano e Adriano

“L’età dell’equilibrio. L’arte romana durante il principato di Traiano e Adriano” fa parte del ciclo di mostre, inaugurato nel 2010, denominato “I giorni di Roma”.

Questa è la penultima manifestazione del ciclo, che si prevede finisca nel 2014, con “ L’età dell’angoscia. L’arte romana tra Marco Aurelio e Domiziano”. L’iniziativa ha avuto grande successo in questi due anni, probabilmente anche per la cornice che l’accoglie: i Musei Capitolini, che già di per sé custodiscono opere inestimabili della grandiosa arte romana antica. “L’età dell’equilibrio” si è aperta il 4 ottobre 2012 e si concluderà il 28 aprile 2013, poi ci sarà una pausa per l’attesa quinta e ultima mostra del 2014. Questa quarta esposizione comprende un arco di tempo che va dal periodo di Traiano (98 – 117 d.C.) fino a quello di Marco Aurelio (161 – 180 d.C.) , passando per Adriano e Antonino Pio. Questa fase romana fu una delle più produttive dal punto di vista artistico; ormai l’arte e la concezione dell’arte greca erano state assorbite del tutto, riproducendone una completamente nuova e autonoma rispetto al passato. Anche dal punto di vista militare è stata l’età più forte e di espansione: sotto Traiano l’impero arrivò fino alla Dacia (territorio nell’attuale Romania e Moldavia). Insomma un’era tutta d’oro che anche nel campo artistico si è contraddistinta nel miglior modo possibile. La mostra si articola in sei sezioni tematiche che analizzano diversi aspetti di questo periodo in cui senato, esercito e popolo hanno raggiunto un equilibrio davvero unico. Busti, ritratti e sculture a figura intera mostrano al visitatore i volti di Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio, quattro imperatori dal temperamento assai diverso tra loro ma accomunati da straordinarie doti politiche e dal fatto di essere stati scelti non per successione ereditaria, ma per meriti personali. Nella sezione che riguarda la vita pubblica romana sono esposti i mosaici, dalle meravigliose fattezze, provenienti da Villa Adriana a Tivoli e dalle lussuosissime dimore del senatore Erode Attico. Un approfondimento legato alla tematica militare ci riporta

a due rilievi del monumento dei Parti, custodito a Vienna. Un’ampia sezione invece è quella dei riti funerari con splendide urne decorate e sarcofagi con rilievi spettacolari, tipici di questo periodo. Per l’occasione sono stati ricostruiti due mausolei privati con tutto il loro ricchissimo corredo funerario (la tomba degli Haterii rinvenuta a Centocelle e quella di Claudia Semne sulla via Appia). La figura di Adriano saluta i visitatori alla fine della mostra: intellettuale, amante della filosofia e della cultura greca portò l’ìimpero ai massimi vertici culturali. “L’età dell’equilibrio” fa comprendere al visitatore tutto il fascino di un’epoca d’oro, come già gli antichi romani la denominarono, quando tutto l’impero era pervaso da un’aura di tranquillità e benessere che poco tempo dopo si trasformerà in angoscia e disfatte.

“L’età dell’equilibrio. L’arte romana durante il principato di Traiano e Adriano” martedì – domenica 9:00 / 20:00; 24 e 31 dicembre 9:00 / 14:00biglietto: intero € 8,50 / ridotto € 6,50

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in evidenzan

di Stefania Servillo

Silverio RivaSculture baciate dalla natura e dal gusto del passato

Da sempre ci informiamo sul nostro passato, senza passato non saremmo chi siamo: è giusto. Ciò che generalmente sfugge è che dovremmo evitare

di non vivere il presente per occuparci del passato, ci vuole equilibrio.Capita così che solo in pochi, oltre agli “addetti ai lavori” conoscano Silverio Riva, uno dei maggiori esponenti del panorama artistico italiano della seconda metà del ventesimo secolo.Schematizzare la vita di una persona con pochi cenni biografici è davvero semplice, in maniera sconvolgente. Sapere che Riva nasce nel 1940 a Voghera, frequenta il liceo artistico a Milano e l’Accademia di Belle Arti di Brera; vince il suo primo premio nel ‘65 alla Mostra della Resistenza Partigiana di Piacenza e che, dal ‘79, si ha la sua consacrazione ufficiale, ci aiuta certamente a collocarlo storicamente, in un contesto a noi conosciuto, eppure non fa comprendere lui né come persona né tanto meno come artista. Per questo ci sono le sue sculture che ci vengono in aiuto. Eliminando le fastidiose etichette, le limitazioni, le conoscenze a priori, tutto ciò che può inibire insomma e, avvicinandosi in questo modo, quasi nudi, alle opere dell’artista, non si può che rimanerne estasiati. Il suo carattere vi è interamente trasposto. All’interno delle sculture vi è quell’immensa vita che traspariva anche nei movimenti dell’autore, non riusciva a rimanere per

troppo tempo fermo e gesticolando, muovendosi con tutto il corpo, ha creato miriadi di sculture impalpabili e visibili solo ai più attenti tra coloro che gli erano accanto.Tra gli artisti già consacrati avrà certamente grande importanza per la sua formazione Giacometti, soprattutto nel suo periodo iniziale, quello del doppio atelier (uno a Milano e l’altro a Voghera); oltre a questo riferimento Agenore Fabbri ricorda anche Bacon e soprattutto Sutherland (Forme nel bosco - da Sutherland, scultura bronzo fuso a cera persa, 1976-77).Riva non si è mai lasciato sopraffare, come altri della sua generazione, dall’ondata neopicassiama, né s’è fatto imbrigliare dagli “ismi” del momento. La sua ricerca muove da sentimenti profondi, capisaldi del suo pensiero e del suo stile di vita cui ha giovato il contatto con l’altro e con la natura, tema a lui incredibilmente caro. Nei suoi lavori più volte si è scorta l’angoscia nell’osservare il disfacimento nella realtà dell’ordine naturale ma non solo, altra sua preoccupazione era certamente la condizione in cui versavano i monumenti. L’attenzione sul frammento del dettaglio ma più ancora sul reperto e sulle reliquie lo portano ad amare tutte quelle opere del passato e ad interessarsene. Sua opinione è che lo scultore (come in generale l’artista) debba avere una funzione civile, debba aiutare e trasmettere il messaggio più elevato che riesca a concepire.Le sue opere non sono da studiare, sono da incontrare.

“Finestra”, bronzo, 1987

“Vegetale”, bronzo, 1973

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nAnders Petersen al MACROIl fotografo svedese racconta: Rome, a diary 2012 di Eleonora Spataro

Roma nel cinema tra realtà e finzioneLa capitale attraverso gli occhi del fotografo di scena alla Casa del Cinema

di Eleonora Spataro

fotografia

Scatti in bianco e nero, ricerca di un rapporto diretto col soggetto e una fotografia totalmente dedita all’essere umano caratterizzano il lavoro di Anders Petersen che fino al 28 ottobre sarà in mostra al

MACRO. Ciò che importa per il fotografo svedese è la relazione: “per me, è l’incontro che conta, le immagini sono molto meno importanti“. Proprio dalla relazione nasce il suo ultimo progetto per l’edizione 2012 del Fotografia Festival che anche quest’anno oltre alle esposizioni al MACRO, propone un circuito di mostre ospitate all’interno di location private, locali, gallerie. Negli spazi della Project Room 2 troverete “Rome a diary 2012”, dieci immagini inedite del “diario del 2005” e trenta fotografie dell’ultimo viaggio nella capitale.A differenza del progetto “Commissione Roma” che affidava a Petersen, per la IV edizione di Fotografia, il compito di regalarci un ritratto della città, quest’anno il fotografo è ritornato in Italia sulle tracce di un viaggio compiuto, molti anni fa, proprio a Roma con la compagna Julia. Le prime immagini sono alcuni ritratti che la raffigurano, il fotografo trae ispirazione da questa figura femminile che diventa il leitmotiv del lavoro che poi prosegue con immagini dei luoghi visitati nel passato. Ritroviamo i bar di piazza Vittorio, frequentatidagli stessi avventori e amici di allora. Petersen entra nelle case a caccia di facce, corpi e tatuaggi fotografati con la piccola macchina perché, come lui stesso afferma, “non voglio apparire un fotografo, non voglio mettere quella barriera”. Ed è proprio l’incontro con l’altro il fulcro del lavoro di Petersen che pone al centro della sua indagine l’essere umano. (http://www.museomacro.org/)

Rome a diary 2012MACRO, Project Room 2 via Nizza, 138, Roma

Ritorna a Roma, dopo dodici anni, la mostra “Roma nel Cinema tra realtà e finzione”. Nata nel 2000 dagli archivi patrimonio custodito

nell’Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia e allestita al Museo di Roma in Trastevere, l’esposizione è oggi visitabile all’interno degli spazi della Casa del Cinema fino al 31 ottobre. Si tratta di una selezione di 50 delle 135 foto proposte nel 2000. Ecco che il lavoro del fotografo di scena si mostra nella sua piena autonomia e restituisce “la città reale e la città ricostruita , la città filtrata attraverso gli sguardi, le luci, le ombre, le atmosfere, il cinema e la fotografia, l’impianto urbano ed il suo condizionare le scelte delle riprese, gli sfondi architettonici e i primi piani degli attori” .Roma nel Cinema tra realtà e finzione Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni, 1Ingresso da Piazzale del Brasile, Parcheggio di Villa Borghese, Roma.

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in evidenzanSulle ali delle farfallePer un’immersione nella magia del colore di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

P er comprendere la forza, la tenacia con cui gli uomini sanno ricostruire e ricostruirsi, emergendo con orgoglio e dignità dalle macerie di un qualsivoglia

cataclisma, è auspicabile un viaggio in Friuli, nei paesi devastati dal sisma del 1976: Gemona, Tarcento ed altri. Oggi, dell’immane tragedia, restano solo … cartelli esplicativi e foto molto eloquenti, perché tutto è stato riedificato coniugando modernità e tradizione. Percorrendo la statale numero 13, nel tratto friulano che costeggia la riva sinistra del Tagliamento del quale, nella calura estiva, si scorge l’ampio alveo cosparso di sconsolati ciottoli roventi, è quasi impossibile ignorare il richiamo non delle sirene ma … delle farfalle che impreziosiscono i cartelli stradali che invitano a visitare Bordano, il paese delle farfalle.Bordano? Chi è costui? Trattasi di un paesino di 800 anime e forse 200 case, sulle pendici del monte San Simeone, coperto da immensi boschi di abeti e faggi, emblema anch’esso di un’egregia e stupefacente rinascita. Nel borgo che offre percorsi naturalistici ed artistici di notevole interesse e fascino, si respira un’atmosfera quasi magica, irreale; si ha l’impressione che la piccola comunità, nella coralità più assoluta, abbia operato delle scelte all’insegna del bello, della poesia, dell’armonia. Il viaggio inizia con un’immersione totale e quasi onirica nelle tre serre che costituiscono la “Casa delle Farfalle” dove una moltitudine di farfalle impalpabili e coloratissime, inserite nei rigogliosi habitat naturali di provenienza, mirabilmente ricostruiti, volteggia in piena libertà, avvolgendo in un etereo abbraccio lo stupito visitatore. Si può poi percorrere il sentiero entomologico inserito in una vegetazione smeraldina ed inebriante per gli effluvi profumati delle piante del posto, alla scoperta delle farfalle locali, cento specie quelle diurne, cinquanta le notturne. Per gli amanti dell’arte c’è una vera e propria galleria

all’aperto interamente dedicata alle farfalle, un caleidoscopio di colori copre tutti i muri decorati con affreschi eseguiti da artisti provenienti da tutto il mondo, oltre che dai pittori locali. Dal 1996 al 2000 all’interno del “Progetto Pavees” (farfalle appunto) sono stati realizzati dei bozzetti per murales messi a disposizione degli abitanti di Bordano, al fine di poterne scegliere uno per decorare la propria casa. Alcuni sono stati affascinati dall’impeccabile rappresentazione realistica nelle tonalità tenui e sfumate, altri da atmosfere fiabesche e cromatismi più decisi e timbrici. Le atmosfere surreali, le scomposizioni di piani, gli accostamenti di colore atti a creare un ritmo dinamico che caratterizza gli affreschi di alcune case, denotano un’apprezzabile apertura anche verso le correnti pittoriche più all’avanguardia.

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“Ritratto di Dora Maar”, 1937

di Maria Chiara Lorenti

Pablo Picasso: il GenioCinquantanove anni dopo, di nuovo a Milano

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n

“G enio e sregolatezza”, mai binomio fu più idoneo per un uomo come lui, Pablo Picasso. Osannato, criticato, controverso, perfettamente

consapevole di essere l’Artista del novecento e di quanto ciò valesse economicamente sul mercato, era dotato, oltre ad un estro notevole, di uno smisurato ego, che gli permise di essere PICASSO, potendo fare della sua vita ciò che voleva, quando voleva e con chi voleva. In questi giorni il Palazzo Reale, a Milano, espone nelle sue sale la mostra antologica: “Picasso, Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi”, su questo magnifico pittore che, dopo quelle dedicate a Dalì e Mirò a Roma,chiude idealmente il ciclo sui grandi spagnoli protagonisti del mondo dell’Arte. Curata da Anne Baldassari, uno dei maggiori esperti di Picasso, nonché curatrice del museo parigino, la mostra, ove saranno più di duecento i capolavori, tra disegni, sculture, foto e soprattutto dipinti, è stata concepita come un iter cronologico che comprende le sue maggiori fasi artistiche spaziando dal periodo rosa a quello blu, dalle ricerche proto-cubiste al Cubismo sintetico e a quello Classico, dal Surrealismo al Moderno.Molte quindi le opere visibili, le più note, forse i dipinti più amati dal pubblico, e tra questi spicca per il suo realismo il ritratto di “Celestina”, emblematica e misteriosa, questa donna, forse Carlotta Valdivia, una mezzana, dallo sguardo velato dalla cataratta, emana un senso d’inquietudine, ben distante dalla melanconia che pervade gli altri soggetti del periodo blu. In “Paulo vestito da Arlecchino”, l’artista lascia trasparire chiaramente il suo amore paterno, abbandonate momentaneamente le teorie sperimentali, effigia il figlioletto con una tenerezza ed una fragilità che,

accentuato dalla incompletezza del lavoro, lo rendono quasi evanescente, fluttuante sulla superficie dei sentimenti. Il “Ritratto di Dora Maar” è un inno alla bellezza muliebre, per una donna indipendente, intelligente e sofisticata, che fu sua amante, il volto, ripreso di fronte e di profilo, appare luminoso e raggiante, ed è illuminato dallo sguardo franco ed innamorato della giovane fotografa, fiera ed elegante, come dimostra la postura del corpo e l’accuratezza del vestiario. Chiudo con il “Massacro in Corea”, ispirato, nell’impostazione compositiva, al famoso dipinto di Goya “Il 3 maggio 1808 a Madrid: fucilazione alla montagna del Principe Pio”, i soldati americani, sovrapponendosi a quelli francesi della sopracitata opera, si protendono, fucili spianati, a dispensare morte, non più ad un manipolo di patrioti spagnoli agli inizi dell’ottocento, bensì, nell’estate del 1950, ad un inerme gruppo di donne e bambini che, con la loro nudità, gridano mute la loro innocenza.La genialità la si comprende oppure no, spesso è accompagnata da un carattere forte, anticonformista, libero da quei ceppi morali a cui sottostà il resto dell’umanità, il genio si ama o si odia, e così è stato per Pablo Picasso, uomo dagli innumerevoli amori, da cui sono nati frutti che si sono scannati per la sua eredità, artista unico che ha precorso, cavalcato e superato tutte le avanguardie e le mode del suo secolo, fu senza dubbio un innovatore che determinò una svolta importante nel mondo dell’Arte, un prima e dopo Picasso, con la sua curiosità analitica scansì, divorandolo, tutto quello che incontrava, stravolgendolo ed alla fine divenne ciò che più anelava nella sua gioventù: “un anello nella secolare catena della pittura”.

“Massacro in Corea”, 1951

dedicato a

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cineman

di Greta Marchese

Never let me go

“I l mio nome è Kathy H, ho 28 anni, in questi giorni ho passato la maggior parte del tempo a guardare indietro invece che avanti, a pensare

a quello abbiamo passato... Io, Tommy e Ruth” .E’ Kathy che parla, protagonista e voce narrante della storia. Kathy, travolta silenziosamente da un fiume di ricordi che prendono forma nel non troppo lontano 1978, apparentemente in un comune collegio. “Gli studenti di Hailsham sono speciali“, è con questa convinzione che la piccola Kathy, una bambina dai capelli dorati dolce e vivace, la scaltra quanto intrepida Ruth, e il timido Tommy, giovane fragile e insicuro, trascorrono la loro felice infanzia. Questi i nomi dei tre protagonisti di un racconto a strati, di una storia inverosimile, di vita... ma anche di morte.Siamo ad Hailsham, un luogo idillico immerso nella campagna inglese dove gli studenti crescono tra cibo sano, sport, arti e letteratura. Qui il tempo trascorre piacevolmente tra numerosi svaghi, giochi e lunghe passeggiate all’aperto. La salute infatti, come viene continuamente sottolineato dalle tutrici, è essenziale per gli studenti di questo “prestigioso” collegio. L’infanzia in questo “mondo altro”, isolato dal resto della civiltà da un semplice quanto insignificante confine che i ragazzi non osano oltrepassare, si protrae a lungo.. Da Hailsham le cose possono soltanto uscire, mai rientrare. Tutto ciò che si spinge incautamente all’esterno è per

sempre, anche una palla caduta a pochi metri oltre la recinzione è perduta.Continuamente monitorati in ogni spostamento, periodicamente sottoposti a scrupolose visite mediche, troppo scrupolose per dei banali controlli... Tanti bambini, e nessun genitore, nessun parente o conoscente. Non ci vuole molto prima che un dubbio s’insinui nella mente dello spettatore.E’ un attimo, e in un giorno di pioggia qualunque, siamo al punto di non ritorno.“Il problema è che vi è stato detto e non detto. Vi è stato spiegato, ma nessuno di voi ha capito veramente. Ognuno di voi non farà nient’altro che vivere la vita che è stata predisposta per lui... Diventerete adulti.. Ma solo per poco.. Prima ancora di arrivare alla mezza età inizierete a donare i vostri organi, siete stati creati per questo; e più o meno in concomitanza con la terza o la quarta donazione le vostre brevi vite saranno completate..”.E’ il momento in cui tutto cambia.. e allo stesso tempo, nulla.Kathy inserisce l’audio cassetta regalatale da Tommy, ”Darling hold me, hold me, hold me, and never let me go” ..e la calda voce di Judy Bridgewater si diffonde lentamente nella grande stanza in penombra dove sono disposti in fila i lettini del dormitorio femminile; seduta, la piccola Kathy chiude gli occhi e si lascia cullare da quella dolce melodia che per un istante chiude le porte

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cinema

a quell’ambiente polveroso.. una melodia che lei sa, ricorderà per sempre.L’affetto reciproco tra Kathy e Tommy, ormai evidente, attira inspiegabilmente le gelosie dell’amica Ruth, che temendo la solitudine li separa. “Continuai a sperare che prima o poi si lasciassero come capitava alle altre coppie di ragazzi o di adolescenti della scuola ma non avvenne”. Al momento di lasciare il collegio Tommy e Ruth fanno ormai coppia fissa da anni, e i tre amici vengono trasferiti in un complesso di fattorie dove vivere in tranquillità in attesa della loro prima donazione.Ancora una volta è un attimo. Kathy, Ruth e Tommy.. un tempo così legati, così vicini.. sono solo un ricordo.“Non avrei mai immaginato che le nostre vite, fino ad allora così intrecciate, potessero distanziarsi tanto rapidamente. Se l’avessi saputo prima, le avrei tenute più strette, senza permettere a forze invisibili di separarci...”Le radici dei ragazzi, nascoste in profondità, non tardano però a riunire le loro strade: Ruth vuole rimettere a posto le cose tra Kathy e Tommy, e parla di un “rinvio’’, la possibilità di rimandare di qualche anno la prima donazione per le coppie che si amano davvero. Kathy e Tommy riusciranno a dimostrarlo?Dal romanzo esistenzialista “Never let me go” (2005) dello scrittore britannico di origini giapponesi Kazuo Ishiguro, ambientato ipoteticamente tra gli anni Settanta e i tardi anni Novanta, il film oscilla in un’atmosfera volutamente atemporale con parecchi dettagli non contestualizzati; probabilmente nel periodo successivo alle guerre mondiali, negli anni in cui la scienza ha iniziato a compiere dei notevoli passi avanti per debellare definitivamente alcune delle malattie ritenute incurabili.

Tanti i temi trattati e su cui riflettere, primo tra tutti quello relativo all’etica della cosiddetta “clonazione”. “ The Island” di Michael Bay nel 2005 ci aveva provato, protagonisti dei cloni umani relegati su un ‘isola inconsapevolmente in attesa di sostituire le loro controparti. “Never let me go” non fa che approfondire silenziosamente tutto ciò che gravita attorno a questo tema scottante e controverso, lasciando allo spettatore l’arduo compito di giudicare.La scienza, il progresso... Ma a costo di che cosa?Ciò che colpisce e sconvolge veramente della pellicola è la docilità con cui gli studenti del collegio, fondamentalmente dei bambini, accettano docilmente il loro destino. Katy, Ruth e Tommy probabilmente sono nati, ma non esistono. Provano dei sentimenti, amore, tristezza, gelosia, rabbia; eppure non assistiamo ad alcun tentativo di fuga, come carne da macello si avviano mestamente ad un futuro forse inesistente.Un film di Mark Romanek con Carey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Isobel Meikle-Small, Ella Purnell, malinconico, struggente, in cui spadroneggia un onnipresente spirito di rassegnazione che tuttavia annulla quasi completamente il personaggio di Kathy (Carey Mulligan), forse non troppo adatta ad un ruolo in cui la personalità della protagonista fatica ad emergere, rendendola priva di sfaccettature.“Quello di cui non sono sicura è che le nostre vite siano tanto diverse da quelle delle persone che salviamo, tutti completiamo un ciclo...forse nessuno ha compreso veramente la propria vita, né sente di aver vissuto abbastanza”.

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architetturamangaarchitettura

di Valerio Lucatonio

manga

Death NoteUn macabro mix di giallo, fantasy e gotico!

n

Da molti definito il manga più geniale di questa generazione, Death Note (2003, testi di Ohba e disegni di Obata) ha sicuramente il merito di aver avvicinato una

grande massa al panorama dei fumetti giapponesi. Essendo una delle pubblicazioni di Shonen Jump ad avere avuto più successo di sempre, nonostante i contenuti abbastanza fuori dai temi canonici della rivista, è un’opera che incuriosisce i profani.La storia parla di Light Yagami, studente modello che vive alla giornata riuscendo a prendere i migliori voti del Giappone senza sforzarsi e, anzi, annoiandosi.Un giorno un dio della Morte di nome Ryuk fa cadere dal suo mondo un quaderno sul suolo terrestre, il quale viene raccolto casualmente proprio da Light.In un primo momento, scettico dopo aver letto le semplici istruzioni (“L’umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà”), il ragazzo prova ad esercitare il potere omicida, usando come cavie le prime persone che gli capitano a tiro e, superato lo shock iniziale, comincia la sua utopica idea di ripulire il mondo dalla malvagità scrivendo il nome di ogni

criminale sul Death Note.Dopo poco tempo però, rilevato un incredibile aumento di morti, l’Interpol ingaggia L, il più grande detective del mondo, per scoprirne la causa. Inizia così una epica lotta tra bene e male.Il manga conta 12 volumi e si rivela, al contrario di quello che si potrebbe pensare, una lunga lettura in quanto pieno di dialoghi.Si tratta quindi di un fumetto statico, diverso dai soliti shonen di arti marziali, che si divide in due generi in seguito a un particolare avvenimento durante la trama: la prima parte più investigativa e analitica e la seconda orientata invece sul poliziesco e leggermente più movimentata.Assisteremo a geniali colpi di scena grazie alla bravura e alla fantasia della sceneggiatrice Tsugumi Ohba, supportata da Takeshi Obata che riesce a rendere benissimo sia gli elementi reali con precisione geometrica, sia i tratti più fantasy riguardanti gli Dei della Morte.Consigliato a chi vuole distaccarsi dai soliti aspetti shonen e a chi si ritiene un appassionato sia di fumetti giapponesi che di romanzi gialli.

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cinema

L’artista australiano Sean E Avery trasforma i vecchi cd in sorprendenti sculture. Un nuovo modo per riutilizzare i Compact Disc altrimenti destinati alla spazzatura,

trasformarli in animali bellissimi e forme incredibili. Nel processo di creazione l’artista ha unito i cd ad altri materiali da buttare avendo la capacità di convertirli in splendide sculture quotate in tutto il mondo. Nell’era digitale che viviamo, persino i cd sono superati da nuovi metodi di archiviazione dei dati e quindi molti supporti sono ormai inutilizzati e gettati.Il boom dei consumi dei prodotti tecnologici ha infatti determinato un incremento proporzionale di rottami elettronici ad alto contenuto di composti chimici, pericolosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente, di difficile smaltimento e riutilizzo in condizioni di sicurezza.

Sono molti i progetti di riciclo e di riuso dei vecchi compact e un’idea creativa per riutilizzarli è quella proposta da questo artista che con la propria arte, ridona vita a cd inutilizzati o inutilizzabili, microchip e vecchi hard disk capitati tra le sue mani. Avery li rompe in piccoli pezzi che poi incolla, uno ad uno, per dare forma a bellissimi colibrì, falconi, gru, piccoli roditori, insetti e pipistrelli. Le schegge iridescenti brillano come lame nella luce conferendo tridimensionalità alle forme. Il risultato è qualcosa di stranamente organico con uno spiccato senso di movimento.Designer, scultore, illustratore e grafico con un debole per il recupero di quello che per tutti gli altri è immondizia, Avery utilizza solo materie prime di riciclo (vecchi cd e rifiuti elettronici) e classifica la propria arte come “sostenibile”. La natura del processo creativo e dei materiali che utilizza fa sì che ogni pezzo sia assolutamente unico e “virtuoso” dal punto di vista ambientale.Fonti: www.findart.it, www.seaneavery.com

Sean E AveryL’arte del riciclo dei cd

arte nel mondon

di Giuseppe Di Pasquale

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librindi Rossana Gabrieli

“L’inverno del mondo” di Ken Follett

in mostra

di Martina Tedeschi

nSulle tracce di GoetheLe “vacanze romane” del poeta tedesco

E’ al noto autore dei “Dolori del giovane Werther “, Johann Wolfgang von Goethe, che è stato dedicato l’unico museo tedesco esistente

all’estero: La Casa di Goethe. Inaugurata a Roma nel 1997, proprio nelle stesse stanze dove il letterato soggiornò nel suo famoso viaggio in Italia accompagnato da Johann Heinrich Wilhelm Tischbein e altri artisti tedeschi, la Casa ci offre una mostra permanente con testi in tedesco, in italiano e in inglese che raccontano il viaggio in Italia del poeta e le emozioni del suo soggiorno romano. Non solo: nel famoso appartamento, situato presso via del Corso vicino a Piazza del Popolo, il visitatore può farsi una chiara idea del vivere quotidiano degli artisti. Leggendo lettere, diari e osservando schizzi di disegni creati da Tischbein, che ritraevano un Goethe rilassato e felice, si può ricostruire un’immagine della vita tranquilla che il giovane poeta trascorreva a Roma, tanto diversa da quella impostata e riservata che invece era quasi obbligato a trascorrere nella sua terra natia. Inoltre la mostra intende raccontarci del grande interesse che Goethe nutriva per l’arte: sono esposti, infatti, alcuni dei suoi disegni italiani e una cernita di suoi saggi sulla scultura e sull’architettura, nonché il suo noto lavoro scientifico sulla teoria dei colori. Di tutte queste straordinarie attrattive , la più preziosa è sicuramente il ritratto di Goethe realizzato nel 1982 da Andy Warhol che si ispira al famoso dipinto di Tischbein “Goethe nella

Campagna di Roma”, la più celebre raffigurazione del poeta. E’ chiaro però, che in una mostra dedicata ad un critico, saggista e scrittore non può di certo mancare l’aspetto più importante, quello letterario: nell’ultima stanza, dunque, le opere scritte in Italia o ispirate dal nostro paese: Ifigenia, Le Elegie romane, Tasso, Egmont, Faust, Il Carnevale romano e naturalmente il Viaggio in Italia . In poche parole, un invito da non rifiutare.

di Martina Tedeschi

A ppena uscito nelle librerie, il nuovo libro di Ken Follett, é subito un successo editoriale, com’è nello stile del geniale scrittore britannico, nativo di Cardiff, filosofo e giornalista,

autore di romanzi di fama planetaria I suoi fan erano in attesa del secondo appuntamento editoriale della trilogia “The Century”, il secolo, che, dopo “La caduta dei giganti”, continua a raccontare la storia del nostro Novecento, prima con la Grande Guerra, poi con l’avvento delle dittature e con la Seconda Guerra Mondiale, fino alla guerra fredda, che costituìisce appunto, l’inverno del mondo cui fa riferimento il titolo.I personaggi sono quelli già noti: Lady Maud Fitzgerald, i fratelli Woody e Chuck Dewar, Daisy Peskov ed i figli nati da loro. La loro storia personale continua ad intrecciarsi con la storia del mondo e la lettura diventa un piacere irrinunciabile. Prezzo di copertina 25 euro.

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nApriliaCorso di fotografiaAssociazione Arte MediterraneaCorsi di disegno, olio, acquarello, intarsio su legno, prospettiva per artisti, anatomia per artistiAssociazione Arte MediterraneaCorso di PsicosofiaAssociazione Arte Mediterranea

nRomaOmbre e luci (1925 - 1960) Volti del cinema nei ritratti di Manlio VilloresiMuseo di Roma, fino al 28 ottobre 2012Forte piano - Le forme del suonoAuditorio Parco della Muscica, fino al 31 ottobre 2012Roma nel Cinema tra realtà e finzione (articolo a pag. 3)Casa del Cinema, fino al 31 ottobre 2012Anders Petersen. Rome, a diary 2012 (articolo a pag. 3)MACRO, fino al 31 ottobre 2012Neon - La materia luminosa nell’arteMACRO, fino al 4 novembre 2012Liu Bolin - A secret tourMuseo Andersen, fino al 11 novembre 2012Renzo VespignaniVilla Torlonia, fino al 18 novembre 2012I papi della memoriaMuseo Nazionale Castel Sant’Angelo, fino al 8 dicembre 2012Concorso MACRO 2% - Arthur Duff/Nathalie Junod PonsardMACRO, fino al 31 dicembre 2012Il Moderno attraverso l’antico. Scultori italiani degli anni trenta, Aula Ottagona, Terme di Diocleziano, fino al 6 gennaio 2013Vermeer, il secolo d’oro dell’arte olandeseScuderie del Quirinale, fino al 20 gennaio 2013Guttuso 1912 - 2012Complesso del Vittoriano, fino al 10 febbraio 2013L’età dell’equilibrio. L’arte romana durante il principato di Traiano e Adriano (articolo a pag. 4)Musei Capitolini, fino al 28 aprile 2013

nLatinaTerra di acque e di bonifica. Dipinti e incisioni di Massimiliano DrisaldiSpazio CO.ME.L. Galleria Arte Contemporanea, via Neghelli 68, fino al 31 ottobre 2012

nTivoli (Roma)Antinoo, il fascino della bellezzaVilla Adriana, Antiquarium del Canopo, fino al 4 novembre 2012Magnificenze a tavola. Le arti del banchetto rinascimentaleVilla d’Este, fino al 4 novembre 2012

nBard (Aosta)Marylin the last sitting bert stern (fotografia)Forte di Bard, fino al 4 novembre 2012Alberto Giacometti. L’homme qui marcheForte di Bardi, fino al 4 novembre 2012

nFirenzeBagliori dorati. Il gotico internazionale a FirenzeGalleria degli Uffizi, fino al 4 novembre 2012Da Fattori al novecentoVilla Bardini, fino al 4 novembre 2012La nuova frontieraPalazzo Pitti, fino al 9 dicembre 2012

nMilanoPicasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi (articolo a pagg. 8-9)Palazzo Reale, fino al 6 gennaio 2013

nRietiFrancesco, il santo. Capolavori nei secoli e nel territorio reatinoMuseo Civico di Rieti e sedi varie, fino al 4 novembre 2012

nVeneziaL’antico Egitto nell’Osiereion di AbydosScuola Grande San Giovanni Evangelista, fino al 21 ottobre 2012Il Tiziano mai visto. La fuga in Egitto e la grande pittura venetaGallerie dell’Accademia, fino al 2 dicembre 2012Common Ground 13. Mostra internazionale di architetturaGiardini della Biennale, Arsenale, fino al 25 novembre 2012

nViareggio (Lucca)Borrani al di là della macchia. Opere celebri e riscoperteCentro Matteucci per l’arte moderna, fino al 4 novembre 2012

Eventin

Sul filo di china

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Robert Doisneau - Paris en libertéRoma, Palazzo delle Esposizioni, fino al 3 febbraio 2012