occhio all'arte (aprile 2012)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VI N° 53 aprile 2012 Mensile d’informazione d’arte n archeologia: Vetri a Roma n cinema: Salvate il soldato Ryan n dedicato a: Impressionisti americani a Firenze n donne nell’arte: Rabarama Scritto sulla pelle Rabarama, “Mutazioni dell’animo”

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rivista culturale

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Page 1: occhio all'arte (aprile 2012)

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno VI N° 53 aprile 2012

Mensile d’informazione d’arte

narcheologia: Vetri a Roma

ncinema:Salvate il soldato Ryan

ndedicato a:Impressionisti americani a Firenze

ndonne nell’arte:RabaramaScritto sulla pelle

Rabarama, “Mutazioni dell’animo”

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro, Giuseppe Grasso,

CollaboratoriLuigia Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Valeria Nicoletta,

Luca Deias, Laura Siconolfi, Maurizio Montuschi, Greta Marchese,

Valerio Lucantonio, Martina Tedeschi

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

SommarioParole d’artista

Auguri “Occhio all’Arte”Amore e Psiche

Le dee del tatuaggioIl restauro di una favola

RabaramaAnche Pollock al P.d.E. di Roma

La Giornata del Libro“Salvate il soldato Ryan”

Impressionisti Americani a FirenzeBenedetta Montini al Museo del Louvre di Roma

Omar, Roma, AmorIl senso della vita secondo il National Geographic

Un nuovo genere di romanzoVetri a RomaBrave Story

“Il lamento di Portnoy” di Philip RothIl “colabrodo “ energetico delle abitazioni italiane

Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto - “Nuda Veritas”, The essence of decadence - 2010

n

Parole d’artista

•••

E’ in distribuzione la 1° lezione del DVD sulla pittura ad olio

• Non bisogna giudicare Dio da questo mondo, perché è soltanto uno schizzo che gli è riuscito male. ~ Vincent Van Gogh

• Ci si mette molto tempo per diventare giovani. ~ Pablo Picasso• L’arte deve creare sensazioni sconosciute in passato. ~ Giorgio de Chirico• Fai alle tue figure dei capelli che un vento invisibile sembri far danzare intorno

ai loro volti giovanili; con grazia ornali di vari ricci, e non imitare coloro che con la colla danno a quei volti un’aria vetrificata. ~ Leonardo da Vinci

• Tutto ciò che viene privato della sua libertà perde sostanza e si spegne rapidamente. ~ Edouard Manet

• Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è. ~ Jackson Pollock

• La pittura è una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama. ~ Renato Guttuso

Per sponsorizzare “Occhio all’Arte” Telefona al 349.7790097

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3La ghiandaia

editorialen

Auguri “Occhio all’Arte”

Per me è difficile scrivere qualcosa su un avvenimento così coinvolgente come il “compleanno” del giornale “Occhio all’Arte”. Penso che sia più importante fare, anche le cose

più piccole ed insignificanti piuttosto che accontentarsi di dirle. Ciò perchè il giornale è un mezzo di comunicazione eccezionale e, in questa società dove le parole si sprecano e le cose restano sempre uguali, si può operare fascendo qualcosa di tangibile con serietà.L’aver creato questo giornale rappresenta non solo un modo di divulgare le notizie culturali ed indurre le persone a leggerle (visto che per mancanza di tempo si legge pochissimo ed in modo distratto), ma soprattutto aver aggregato un gruppo di giovani e meno giovani, affiatato e solidale, che rappresenta forse un esempio di un modello sociale e può collaborare al futuro della nostra collettività.L’importante è ciò che si fa per la comunità, essere coscienti e consapevoli della nostra rilevanza come unione. Solo in questo modo si cresce ed è possibile rendere un servizio effettivo e concreto. Sono convinto di ciò perchè l’idea principale del giornale era ed è proprio questa “la nostra crescita culturale e sociale insieme”. Pertanto, oggi l’unica strada percorribile, per durare nel tempo, rimane solo il lavoro svolto collettivamente e lealmente, con la consapevolezza che si stia operando positivamente per coinvolgere

la città.Quindi nel festeggiare la fine del quinto anno e l’inizio del sesto dalla nascita del giornale, noi dello staff dell’ “Associazione Arte Mediterranea” vogliamo ringraziare sentitamente tutta la redazione, compresi i vari responsabili, per l’amore e la dedizione che hanno profuso nel rendere questa idea una realtà consolidata.State facendo un lavoro veramente interessante e costruttivo!Spero che si possa continuare nel tempo cercando sempre nuove strade e nuove idee per affidarle a tutti gli amanti dell’arte.

Amore e Psiche è una storia popolare trascritta dal famoso autore latino Apuleio, ma estraendola dal contesto “scolastico” questa favola è così coinvolgente che trascina il lettore nell’antica Grecia (dove è ambientata) e

gli fa rivivere quel periodo storico facendolo sembrare attuale, forse anche grazie a quei piccoli dettagli legali dei quali l’autore era esperto essendo stato un giurista.Il racconto parla delle maggiori divinità greche che sono descritte in maniera dettagliata tanto da farle sembrare quasi “umane”.La storia d’amore che fa da pilastro alla favola rappresenta un amore insolito, poiché Psiche non può vedere il volto del suo amato, finché la curiosità non la porterà a perdere il suo sposo Amore (detto anche Cupido); tutto ciò avviene perchè la bellezza di Psiche è tale che viene soprannominata “la venere terrena”, suscitando l’ira di Venere, la madre di Cupido, che volendosi vendicare di tale sgarbo decide di colpire la ragazza affidandola a una sorte per nulla fortuita e se non fosse stato per Amore, che innamorandosene perdutamente la sposa in segreto e la porta al sicuro, sarebbe stata perduta. Quando le sorelle di Psiche vengono a conoscenza che la loro sorella non era morta, ma sposata con una divinità, prese dall’invidia vanno da lei e infondono dubbi nella sua mente, così, cercando di vedere il viso del suo sposo, lo brucia con l’olio caldo della lucerna. Venere, venendo a conoscenza dell’accaduto, infuriata cerca Psiche e la sottopone a delle dure prove. Nella versione di Apuleio la storia assume connotazioni simboliche e mistiche, l’anima (Psiche) alla fine si ricongiunge al suo amore e a Dio.L’amore, la virtù , la curiosità, l’invidia, la rabbia…non sono forse sentimenti universali presenti anche ai giorni nostri?

Amore e PsicheUna favola mitologica che rappresenta tutte le civiltà

librin

di Antonio De Waure

di Valeria Nicoletta

La redazione di “Occhio all’arte”

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Le dee del tatuaggioSi replica un appuntamento speciale alla galleria Mondo Bizzarro di Stefania Servillo

in mostran

Il tatuaggio è generalmente identificato come una specie di decorazione corporale, tesa a durare per sempre; nel corso del tempo ha assunto significati completamente differenti

che hanno spaziato (e lo fanno tutt’oggi) dal rito di passaggio alla semplice vanità estetica. Raramente si parla in maniera esplicita del tatuaggio in quanto forma d’arte, ma effettivamente di ciò si tratta; ad un osservatore senza preconcetti questa verità appare lampante, non si tratta di semplici segni su pelle ma, al contrario, di maestria di professionisti che si sono affermati soprattutto a partire dagli anni ’70. Il tatuaggio, proprio come l’arte (quella “tradizionale”!), ha caratteristiche che differiscono: dal periodo in cui è stato realizzato, dal luogo e, ovviamente, dall’autore. Rendere il corpo un santuario decorato, con immagini altamente significative da un punto di vista concettuale o estetico, è attualmente una pratica largamente utilizzata sebbene non sempre accettata.Come accade ogni qualvolta un nuovo genere d’arte, consideratao eccessivamente crudo, prende piede, le donne fanno fatica ad imporsi sulla scena, eppure le tatuatrici di grande talento non sono poche.Controcorrente e all’avanguardia la galleria Mondo Bizzarro ha presentato a Roma dal 24 marzo al 16 aprile 2011 l’esposizione Sante peccatrici; mostrando il lavoro di 31 tatuatrici italiane, attraverso delle tavole che reinterpretavano il culto cristiano delle sante, realizzate con un mezzo generalmente deprecato da questa istituzione, era effettivamente possibile per la prima volta comprendere il valore di quest’arte.L’appuntamento si replica, questa volta con un valore aggiunto: la mostra presenterà 18 tatuatrici in rappresentanza di diversi luoghi situati in tutto il mondo (dal Giappone con Horiren all’America con Stephanie Tamez ad esempio); questa volta il tema centrale sarà la divinità femminile. Cogliendo le diverse

faccettature delle donne, in maniera assolutamente innovativa, Viola von Hell e Ilaria Beltramme continuano a sorprenderci piacevolmente. Quest’anno l’appuntamento è dal 2 al 27 maggio, sempre al Mondo Bizzarro Gallery (via Reggio Emilia 32, dal lunedì al sabato 12.00-20.00; domenica 16.00-20.00), ancora una volta gratuitamente con Vis Dearum: imperdibile per coloro che, con mente aperta, si accostano all’arte in tutte le sue forme.

Il restauro di una favolaUna mostra unica a Castel Sant’Angelo

Nell’Asino d’oro, Apuleio narra una splendida storia d’amore: quella di Amore e Psiche. La favola, interpretata variamente come metafora del grande amore delle donne, del travaglio dell’amino umano che tenta di

innalzarsi, dell’amore incondizionato o dell’aspirazione all’immortalità; è stata il tema prediletto di moltissimi artisti, soprattutto nel periodo del Rinascimento e del Neoclassicismo. In occasione della conclusione dello splendido restauro del fregio di Perin del Vaga che, appunto, rappresenta la favola di cui sopra, è stata organizzata una mostra eccezionale a Castel Sant’Angelo. In essa sono riunite una gran quantità di opere (circa 100 tra disegni, quadri e sculture) provenienti da ogni parte dell’Italia ed anche dall’estero, che hanno per soggetto questo splendida storia. Il percorso si snoda attraverso quattro sezioni: le origini del mito, con manufatti ed opere dal periodo egizio a quello romano; la fortuna della favola che fa riferimento alla produzione rinascimentale; la scena della lampada, che in accordo alle tendenze del XVII secolo mostra opere facenti capo alla figura di Psiche e alla scoperta d’Amore; infine il revival romantico che si concentra sul ‘700 e la prima metà dell’800. Ricordiamo che sarà possibile approfondire il tema della mostra attraverso applicazioni per iPhon, iPad e Android e visionare in 3D la ripresa della Loggia di Psiche di Raffaello della Villa Farnesina realizzate dall’ENEA. L’esposizione sarà visitabile fino al 10 giugno, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19.30.

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donne nell’Artedonne nell’arte

di Cristina Simoncini

nRabaramaScritto sulla pelle

Paola Epifani (in arte Rabarama) nasce a Roma nel 1969. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia al corso di scultura nel 1991. Figlia d’arte, dimostra fin

da bambina un innato talento: prende parte fin da subito a numerosi premi nazionali e internazionali di scultura, ottenendo un crescente successo di critica e pubblico. Attualmente vive e lavora a Padova. La sua produzione è alquanto eclettica e sfaccettata, diversificandosi tra le sculture di terracotta, bronzo dipinto, marmo, vetro, e la pittura ad olio, le inclusioni di resina, i gioielli d’artista in oro, i recenti monotipi in gomma, le opere grafiche.Attraverso l’uso di resine che avvolgono le sculture antropomorfe, l’artista si ricollega alla fase iniziale di vita dell’uomo, quando la placenta con il suo liquido amniotico vitale avvolge e prepara nuova vita. “Tutte le popolazioni, da sempre, hanno scritto sulla pelle del corpo” – spiega Rabarama – “nel mio caso, il discorso della comunicazione si amplia, alla ricerca del senso della vita. In particolar modo le mie opere hanno a che fare con la figura umana e la sua pelle: io vesto i miei ominidi con codici specifici che sono espressione dell’interiorità umana, della sua ricerca sul senso della vita, drammatico, folle, o positivo che sia. Lo stesso fanno i grandi stilisti che vestono le persone delle loro emozioni che vengono riversate nel tessuto e taglio dell’abito, nella forma e nel materiale dell’accessorio”.Fonti: www.girasicilia.it/rabarama-in-mostra-in-sicilia

Rabarama, “Im-plosione”

Rabarama, “Abbandono”

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Anche Pollock al P.d.E. di Romae ... la mente va a Van Gogh di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

Pollock, “Donna luna”

in mostran

C osa possono avere in comune due artisti vissuti in periodi e mondi diversi, caratterizzati da una resa pittorica visivamente antitetica? Nulla. Può la suggestione cromatica dei colori a olio negli accostamenti del giallo con il viola, del blu con l’arancio richiamare quella

dello smalto, delle vernici metallizzate e luminescenti? No. Accomunano, però, sicuramente i due artisti, la genialità e la forza innovativa, ma non solo. Entrambi anime inquiete, inclini alla depressione, ma anche capaci di sprigionare entusiasmo e grandi energie creative. Entrambi riflettono sulla tela i propri contrasti interiori, il proprio tormento, il rifiuto dell’assetto sociale in cui vivono. Van Gogh evidenzia la dignità dei contadini, la fatica nobilitante del loro vivere quotidiano. Pollock è affascinato dalla cultura dei nativi americani. Le tradizioni ed i riti degli indiani d’America saranno fondamentali per l’elaborazione della personale, quanto innovativa, cifra stilistica. L’artista statunitense, simbolo dell’Action Painting, rappresenta nelle sue tele il malessere, la rivolta contro la società dell’ordine e del benessere; la sua pittura è “un’azione non progettata, in un mondo dove tutto lo è”. Pittura originalissima quella di Van Gogh; le sue tele conservano tracce della forza e della velocità di esecuzione, per mezzo della quale tentava di stabilire un rapporto diretto con i soggetti della rappresentazione. Arrivò persino a spremere direttamente il colore del tubetto sulla tela, per distribuirlo poi con il tubetto stesso o con la spatola. Per tale motivo molte sue opere presentano una particolare consistenza materica. Anche Pollock predilige la matericità pittorica ma nobilita quelle materie coloranti, per lui meravigliose, che l’industria statunitense del ventesimo secolo produce per far risplendere auto prestigiose o stoviglie costose. Le riscatta dalla mediocrità dell’impiego pratico, le tratta come materie vive ed autonome; in un secondo momento recupera la tecnica del ”dripping” che gli permette di realizzare quadri facendo sgocciolare il pennello o versando, con ampi gesti, il colore direttamente sulla tela. Ignorando il cavalletto, non si porrà più davanti alle tele, ma vi salirà sopra per essere dentro la pittura e ascoltare il ritmo jazzistico dei colori.

Nel periodo che si snoda tra aprile e maggio, sono diversi gli avvenimenti dedicati al libro che si svolgono in ogni nazione; tra i più celebri abbiamo La giornata mondiale del libro e del

diritto d’autore e La festa del libro e della lettura. Lo scorso aprile 2011 si è tenuta ad Aprilia La Giornata del Libro, si è trattato di un piccolo evento durato appena 24 ore ma che ha riscosso l’interesse della cittadinanza; situazioni di questo tipo ben si adattano alla popolazione della città, che risponde in maniera favorevole ogni qualvolta le si dà l’opportunità di confrontarsi con proposte intellettualmente stimolanti. Nel 2012 si replica l’appuntamento, ampliandolo ed arricchendolo. Il 5 maggio verrà inaugurata alla Sala Manzù (biblioteca comunale) di Aprilia La Giornata del Libro 2012: un’esposizione composita, che presenta opere fotografiche (fotografi Ermanno Puccetti e Simone Turco Liveri) e pittoriche (Antonio De Waure, Roberto Agostini, Paolo Boccardi, Giuseppe Ciccarello, Concetta Esposito, Maria Chiara Lorenti, Eleonora Spataro) per un totale di ben 51 opere che potranno essere ammirate fino al 13 maggio. Al vernissage sarà possibile ricevere in dono un libro, un atto teso a mostrare l’effettiva volontà ad incentivare la lettura ed inoltre altre sorprese vi attenderanno! Per ulteriori informazioni segui l’evento su facebook cercando:La Giornata del Librohttps://www.facebook.com/profile.php?id=100002930500981

La Giornata del LibroApproda ad Aprilia la seconda edizione della giornata dedicata al libro

di Stefania Servillo

librin

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cineman“Salvate il soldato Ryan”“Ma che onore.. Farsi macellare.. “

di Greta Marchese

L a perdita di un figlio porta sempre con se una devastazione troppo profonda per essere descritta, ma perderne quattro?

No, il soldato Ryan deve tornare a casa.E’ questa la decisione ultima del generale George Marshall (Harve Presnell), comandante supremo dell’armata angloamericana dopo aver appreso della tragica morte in battaglia di tre dei quattro figli della famiglia Ryan. Un quarto e ultimo fratello, James Francis Ryan (Matt Damon), risulta però disperso.Paracadutato oltre le frontiere nemiche durante una spedizione in Normandia, Ryan dell’Iowa (è così che lo sentiremo più frequentemente soprannominare) appartiene alla 101° Divisione Aviotrasportata, la squadra speciale incaricata di riportare il ragazzo a casa non sa nulla di più. La missione di soccorso viene affidata al capitano Miller (Tom Hanks), che al comando di una squadra di sette uomini, ha il compito di informare il ragazzo della morte di tutti i suoi fratelli e dell’ordine di abbandonare immediatamente la guerra.Nei primi ventiquattro minuti del film, forse i più tragici di tutta la pellicola; lo spettatore è a terra, catapultato senza alcun avvertimento accanto ai corpi senza vita dei soldati sterminati dal fuoco nemico, a contemplare da vicino i dettagli più macabri di una verità tutta da nascondere. Tra le impervie onde del mare centinaia di imbarcazioni esposte al fuoco nemico approdano sulla riva di Omaha Beach, occupata dalla resistenza tedesca. E’ il 6 Giugno del 1944, la seconda guerra mondiale è ormai prossima alla conclusione.Le minacciose granate tagliano l’aria seminando morti a casaccio, i colpi di mitragliatrice sfiorano gli elmetti dei

soldati consci del fatto che ogni secondo di vita in queste circostanze è regalato; gli uomini sono privati persino del tempo di sorprendersi per aver schivato un proiettile troppo vicino prima che un altro porti irrimediabilmente a termine il compito del primo. Il mare che lava il sangue e richiama a se i morti non può tuttavia cancellare il raccapricciante spettacolo consumato sul palcoscenico di sabbia; il tempo a intervalli sembra fermarsi e poi via, una carneficina a cielo aperto. La terra non è mai stata così simile all’inferno, tutto è nel caos. Disordine, sangue, urla; in due parole: la guerra. Sono uomini quelli che si trascinano a fatica sulla spiaggia, con paure, ambizioni, desideri e soprattutto una vita; ma forse lo Stato Maggiore questo non lo sa. L’obiettivo è uno solo, liberare l’Europa dal comune nemico: il Nazismo.E’ questo un film che non ci risparmia nulla, gli orrori della guerra vengono riproposti fedelmente con minuzia di particolari. Suoni metallici, esplosioni, corpi mutilati ovunque, il compagno che prima c’era e ora non più, un soldato ferito che trascina in salvo con la mano sana il braccio staccato da una granata, un elmetto che rotola solitario in un lago di sangue, di chi era?Perchè impiegare otto vite per salvarne una sola? Se Ryan dovesse tornare a casa, un giorno ricorderà tutto questo? La pellicola, disseminata di domande, non offre alcuna risposta.“James, meritatelo. Meritatelo!”, sussurrano le ultime parole di Miller.Un film (Titolo originale: “Saving Private Ryan”) del 1998 con Tom Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Harve Presnell, Matt Damon, Jeremy Davies, Vin Diesel, Adam Goldberg, Barry Pepper, Giovanni Ribisi e Dennis Farina, fruttò a Steven Spielberg il secondo premio Oscar per la miglior regia.

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di Maria Chiara Lorenti

Impressionisti americani a FirenzeSargent, Cassatt, Merritt Chase, Assam a confronto

Relegati in passato, nella concezione comune, come artisti “minori” rispetto agli europei dello stesso periodo, da anni i cosiddetti impressionisti del nuovo

mondo raggiungono cifre ragguardevoli alle grandi aste internazionali, alcuni di essi, come John Singer Sargent, Childe Hassam, Mary Cassatt, solo per citarne alcuni, hanno superato la quotazione di sei-sette milioni di euro. Poco conosciuti dai più in Italia, oggi Firenze, in concomitanza con il cinquecentenario dalla morte di Amerigo Vespucci, per celebrare il rapporto che la città sancì con alcuni dei grandi protagonisti del gotha dell’arte e della cultura americana che, nella seconda metà dell’ottocento, alla fine della Guerra di Secessione nel 1865, fino ai primi anni del novecento, si soffermarono presso le rive dell’Arno per godere di quel clima stimolante che si respirava, dedica loro una grande retrospettiva “Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo”.Presso la prestigiosa sede di Palazzo Strozzi, in un ideale

seguito della mostra del 2007 su “Cézanne a Firenze. Due collezionisti e la mostra dell’Impressionismo del 1910”, l’esposizione segue un virtuale diario, suddiviso in sei sezioni, dove il visitatore si può identificare seguendo le diverse tematiche, ritrovandosi a condividere le sensazioni degli esuli privilegiati che, attraverso il gran tour formativo nel bel paese, si ritrovarono a confrontarsi con gli artisti italiani.Venezia, Roma, Firenze, con gite fuoriporta nel sud d’Italia a Capri, Napoli ed in Sicilia, erano tappe obbligate per approfondire la conoscenza dei luoghi e dei grandi maestri del passato, nonché per assimilare nuove tendenze che in Europa, soprattutto in Francia con gli Impressionisti ed in Italia con i Macchiaioli e i naturalisti toscani, rivoluzionarono il modo di dipingere. Nella prima sezione, camera con vista, Sargent ci introduce nella sua stanza in albergo, l’aria afosa e polverosa filtra attraverso le tendine ricamate della finestra, la luce

John Singer Sargent (Firenze 1856 - Londra 1925) , “A Torre Galli:signore in giardino”, 1910

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Impressionisti americani a FirenzeSargent, Cassatt, Merritt Chase, Assam a confronto

dedicato an

lattiginosa ammorbidisce i contorni dell’anonimo mobilio, ovattato e sommesso penetra il vocio caotico delle genti che affollano il mercato sottostante, con i suoni e gli odori, con i colori accesi così ben raffigurato nella tela di Signorini, più in là scorre placido l’Arno, con le sue ripe e i ponti, molte volte immortalato da altri rappresentanti di quella colonia d’oltre oceano che soggiornavano a Firenze. La seconda sezione, americani a Firenze, e la terza, il circolo di Egisto Fabbri: intellettuali e pittori, ci mostra i protagonisti della rassegna, con gli autoritratti ed i ritratti che gli artisti si scambiavano tra loro e tra i loro amici, un ricco album iconografico che permette di collegare l’opera al pittore che l’ha eseguita, un contatto visivo che appaga la nostra curiosità.La quarta sezione, l’immagine di Firenze e della Toscana, è ambientata soprattutto nei sobborghi della città, quando per sfuggire al suo ritmo troppo serrato, si affittavano le belle ville circostanti o si cercava ospitalità in quelle dei vicini, dove l’aria era più frizzante, la natura rigogliosa, il paesaggio incantevole, ottimi spunti per dipingere outdoor, vedute contaminate dai romanzi di Wharton o di Pennell o di James. In ognuno si osserva un’interpretazione personale di uno stesso soggetto, dovuta alla formazione, alle esperienze ed alle diverse sensazioni attinte al proprio vissuto. Si spazia dallo stile formale, tipicamente ottocentesco, per passare alla frammentazione della luce, espressamente impressionista.Nella quinta sezione, il culto del Rinascimento, Sargent, nato a Firenze, ove studiò all’Accademia delle Belle Arti, cittadino

apolide ed artista cosmopolita, per aver frequentato gli atelier degli impressionisti ed il Salon a Parigi, per aver vissuto tutta la sua vita tra l’Italia, la Francia, L’Inghilterra e l’America, presenta i suoi studi sulle sculture classiche, La Notte di Michelangelo e Modello italiano, un’appendice che mostra l’importanza che l’Arte del passato ebbe su tutti loro.In ultimo, nella sesta sezione, l’America al filtro della pittura e del romanzo, sono esposte le opere che questi pittori, tornati in patria, eseguirono per i committenti americani, ricchi di quelle esperienze innovative fatte in Europa, condivise ed intrecciate con i Macchiaioli, quali Telemaco Signorini, Michele Gordigiani, Silvestro Lega ed altri, per non tacere Giovanni Boldini, i cui dipinti si pongono a confronto all’interno delle altre sezioni, divenendo non solo famosi, ma facendo coniare nuovi termini per questo genere pittorico, ove tutto era cambiato, e dove il soggetto, non più statico, diveniva parte di una storia raccontata col pennello.Gli interni mostrano le attività quotidiane, così come i ritratti sono effigiati mentre compiono delle azioni, contestualizzate nel tempo e nello spazio ed attraverso le loro connotazioni psicologiche. Il taglio compositivo è molto simile a quello fotografico, la pennellata è sciolta, libera dal conformismo classico, dovuto all’insegnamento accademico e questi nuovi canoni verranno insegnati a gruppi di allievi che si formarono al loro seguito, dando luogo ad un nuovo linguaggio più originale.La mostra, curata da Francesca Bardazzi e Carlo Sisi, sarà visibile sino al 15 luglio.

Telemaco Signorini (Firenze 1835 - Firenze 1901), “Mercato Vecchio a Firenze”, 1881-1883

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di Eleonora Spataro

in mostranBenedetta Montini al Museo del Louvre di RomaCaro Capax Dei in mostra fino al 20 aprile

Omar, Roma, AmorIl Museo Carlo Bilotti ospita Omar Galliani di Eleonora Spataro

In via della Reginella 28, nel cuore del Ghetto di Roma, al Museo del Louvre, galleria, archivio fotografico, libreria, fino al 20 aprile saranno in

mostra gli autoscatti di Benedetta Montini. Organizzata in occasione dell’apertura di un nuovo spazio del Museo dedicato esclusivamente all’esposizione, Caro Capax Dei, prima personale dell’artista, racconta la performance della Montini all’interno degli spazi stessi della galleria in fase di allestimento. “Un gioco-lotta con il controluce dei neon, uno sforzo del corpo di superare la clausura dell’ambiente sotterraneo che assorbe il gesto, satura la campitura fotografica limitandone l’ impresa. Si tratta di un omaggio alla fotografa americana Francesca Woodman attraverso il linguaggio dell’ autoscatto ma sottraendone la luce naturale, elemento chiave degli scatti della Woodman, per lavorare sul concetto scultoreo del “non finito” in Michelangelo. Benedetta Montini tenta una traduzione in foto – grafia della parzialità scultorea, utilizzando una scrittura limitata dal controluce, dal buio dell’ ambiente dove il corpo tenta innumerevoli sforzi , slanci , super-azioni, per definire il concetto di CARO CAPAX DEI: la carne è capace di Dio”.

F ino al 6 maggio il Museo Carlo Bilotti, all’Aranciera di Villa Borghese, ospiterà la mostra di Omar Galliani dedicata a Roma. Nel titolo si ritrova i

vezzo dell’artista nel dimostrare questo suo attaccamento alla città già nel nome. La mostra infatti si intitola Omar, Amor, Roma, giocando a sovvertire l’ordine delle lettere del suo nome, l’anagramma rivelerebbe l’intento del lavoro stesso, un omaggio alla capitale. “Felice della mia carriera, [...] avvertivo l’urgenza di ringraziare Roma. L’ho finalmente fatto concependo un’unica grande tavola, un disegno persino esagerato, (315 cm per 400 cm) realizzato interamente a matita su tavole di pioppo. E’ esagerato quanto è esagerata, assoluta, questa città. Per me Roma è la metropoli che più di ogni altra ha attraversato il tempo divorandolo e rigenerandolo, in un susseguirsi di riti pagani e religiosi sempre mantenuti su un filo del rasoio, affilato.” Oltre a questo grande disegno su pioppo, l’artista espone altre 10 opere di grandi dimensioni che provenienti da altri paesi dove recentemente ha esposto: Seoul, Buenos Aires, Shanghai, Il Cairo, Mosca, Montevideo, New Delhi, Pechino, Hong Kong, Saint Etienne. Insieme alle tavole sarà possibile osservare gli appunti di viaggio dell’artista e le tavole preparatorie.

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fotografianIl senso della vita secondo il National GeographicFotografie della vita nel nostro mondo, per capirla ed ammirarla di Luca Deias

Anche quest’anno il National Geographic torna a Roma regalandoci, nel vero senso della parola, magnifiche fotografie dal mondo con la mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni,

completamente gratuita. Quest’anno il tema è “Il senso della vita”, argomento che i reporter del NG cercano di far conoscere attraverso frammenti di vita umana e animale portati a Roma per noi. Il senso della vita cercano di spiegarcelo parlandoci di lavoro, di salute, di pace e d’amore, temi che legano le vite di tutti gli uomini sulla faccia della Terra, e, come vedremo, sono legati anche tra loro, capaci di creare quella tanto ricercata felicità quando sono in armonia gli uni con gli altri. La sezione “lavoro” mostra cosa si intende con questa parola nel resto del mondo, facendo rivalutare quello che è il nostro lavoro, soprattutto quando quest’ultimo, negli scatti, è talmente usurante da far chiedere se non siamo già passati alla sezione “salute”, che invece fa apprezzare

anche le cose più piccole delle quali troppo spesso ci dimentichiamo, come la meravigliosa e semplice capacità di poter vedere ed ascoltare questo mondo con i nostri occhi e con le nostre orecchie, una fortuna che molti non hanno. Ovviamente la salute è direttamente correlata alla “pace”, tema che ci regala foto eloquenti che parlano di come sia il nostro pianeta a chiederci deserti silenti, alberi in fiore e carri armati spenti, abbandonati, in modo che i fili d’erba, lentamente, tacitamente, li facciano sparire inghiottendoli nel ventre della Madre Terra. Dalla pace all’amore si sa, il passo è breve, ma ciò che piacevolmente sorprende è che sono gli animali a volerci parlare di questo tema, come quel piccolo elefante che pur di abbracciare un essere umano si arrangia come può usando la proboscide, o quel pinguino che usa il corpo per proteggere il suo pulcino dalla bufera di neve. Una bella e piacevole riflessione sulla vita, perdersela sarebbe un peccato.

Questa è la storia di Daniel, figlio del proprietario di un modesto negozio di libri usati, che alla sola età di undici anni, in una calda mattina d’estate, viene accompagnato dal padre in un luogo segreto, ignoto agli occhi della

gente comune secondo la quale l’arte della lettura sia ormai futile e trapassata. Il luogo nascosto è Il cimitero dei Libri Dimenticati nel quale chiunque metta piede per la prima volta ha il compito di adottare un libro tra le migliaia che si conservano negli impolverati e tetri scaffali dell’edificio, dimora di quelle pagine scordate dal tempo, e prendersene cura in modo che la sua storia riesca a tornare in vita anche se solo per poco. Il libro scelto da Daniel reca il titolo di “L’ombra del vento”, scritto da un certo Julian Carax, e subito colpisce il cuore del ragazzo che, leggendolo tutto d’un fiato, si appassiona alla storia e vuole saperne di più sull’autore e sul resto dei suoi libri. Venuto però a conoscenza della misteriosa scomparsa degli altri volumi, Daniel decide di seguire una vera e propria indagine sulla vita di Carax che lo porterà a scoprire, con il passar degli anni, delle sorprendenti analogie con la sua stessa esistenza. Ambientato nella Barcellona degli anni ’50 , il romanzo di Carlos Ruiz Zafòn, narra gli intrecci di una storia mozzafiato governata da un tragico romanticismo e personaggi dall’animo tormentato da sentimenti e segreti impensabili e inaspettati, capaci di sconvolgere l’animo stesso del lettore.

Un nuovo genere di romanzoDopo “L’ombra del vento” C.Ruiz Zafòn è uno tra gli autori più amati in Europadi Martina Tedeschi

librin

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archeologian

di Luigia Piacentini

Vetri a RomaUna mostra sulla diffusione del vetro nel mondo romano antico

Oggi noi buttiamo tonnellate di vetro e non gli diamo molta importanza nella vita di tutti i giorni mentre agli occhi degli antichi sarebbe stato uno scempio. Secondo gli studi più

recenti l’invenzione del vetro è avvenuta nella Mesopotamia del III millennio a.C., quindi è passata in Egitto nel II millennio a.C., per arrivare sulle coste fenicie solo nel VII - VI secolo a.C.. Il vetro si ottiene portando a temperatura elevata il silicato di calcio, sostanza contenuta in alcuni tipi di sabbia; la sabbia sciogliendosi si coagula in una pasta che, raffreddata, diventa solida e in grado di mantenere la forma. La mostra “Vetri a Roma”, alla Curia Iulia nel Foro Romano fino al 16 settembre 2012, vuole far capire proprio la diffusione e l’importanza di questo materiale nell’antichità e in particolar modo nell’impero romano. Nella Curia sono esposti circa 300 pezzi originali tra vasellame, gioielli e mosaici che raccontano il massimo sviluppo del vetro dal II secolo a.C.. L’esposizione segue un percorso cronologico della sua lavorazione del vetro, partendo dai balsamari del V-IV a.C. del Mediterraneo, continua con oggetti romani dell’età repubblicana, arrivando fino all’età imperiale. La mostra chiude con degli oggetti di una bellezza straordinaria e cioè le insegne dell’imperatore Massenzio (278-312 d.C.), composte da scettri e lance, rinvenute alle pendici del Palatino nel 2005 durante la campagna di scavo condotta dall’Università di Roma La Sapienza. Queste insegne venivano esposte durante le cerimonie ufficiali ; le sfere in cima agli scettri sono per l’appunto sfere di vetro perfette rivestite un tempo di lamine d’oro. Durante la guerre di conquista dei romani nel bacino del Mediterraneo orientale, grandi tesori dei sovrani venivano portati a Roma e questi oggetti di valore elevatissimo aumentarono le rotte commerciali per il trasporto di beni preziosi. Le vittorie di Pompeo sull’Oriente (61 a.C.) e quelle di Ottaviano sull’Egitto (31 a.C.) aprirono definitivamente la strada per l’est e, oltre i cosiddetti beni di lusso, vennero portati a Roma anche gli artigiani delle diverse arti che continuarono il loro lavoro nell’impero. Questi artisti producevano oggetti dai colori sgargianti (blu, verde, viola), rivolti soprattutto all’élite romana

che li esibiva durante i frequenti banchetti. Una svolta si ha nel I d.C. quando, con la scoperta della soffiatura, le produzione vetraria era alla portata di tutte le classi sociali e quindi la sua diffusione fu capillare. Così piatti, bottiglie, bicchieri, coppe, vassoi e fruttiere fecero la loro comparsa sulle mense dei romani e ne abbiamo anche testimonianza dagli affreschi delle case di Pompei. Inoltre il vetro veniva utilizzato anche nella decorazione parietale e pavimentale delle ville, sostituendosi al marmo. Un esempio è il tondo (vedi foto) in opus sectile (un’antica tecnica artistica che utilizza marmi e paste vitree tagliati per realizzare pavimentazioni e decorazioni murarie a intarsio) con un fondale marino con due pesci e un delfino, proveniente da un triclinium della Domus del Chirurgo di Rimini.

“Vetri a Roma” è visitabile tutti i giorni dalle ore 8,30 e il costo del biglietto intero è di € 12 (ridotto € 7,50).Curia Iulia, Foro Romano, RomaInfo: 06-39967700

Decorazione pavimentale con fondale marino, Do-mus del Chirurgo, Rimini

Piccolo scettro con sfera, scavi del 2005 sulle pendici del Palatino, Roma

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architettura

di Valerio Lucatonio

manga

Brave StoryLa forza di cambiare il proprio destino!

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Wataru Mitani è un normalissimo studente delle scuole medie, che passa il tempo nelle sale di videogiochi o a cercare di conquistare Kaori Daimastu, per la quale si è preso una cotta.

La sua vita viene sconvolta però dal divorzio dei genitori, e l’arrivo nella sua classe di Mitsuru Ashikawa, studente modello che sembra soffiargli l’amata, non fa che aumentare il desiderio di Wataru di cambiare il proprio destino. La sua disperazione però gli permette di accedere tramite un magico portale a Vision, un mondo in classico stile gioco di ruolo fantasy. Wataru quindi diventa un Viaggiatore con lo scopo di raccogliere cinque gemme (fonte di potere sempre crescente) in modo da poter chiedere alla Dea, figura mistica di Vision, di esprimere un suo desiderio.Nella sua avventura il neo-eroe troverà sì alleati fedeli, ma anche il numero dei suoi nemici, tra i quali comparirà Mitsuru deciso a riscrivere la propria vita distrutta, crescerà a dismisura fino a dover sorreggere sulle proprie spalle non solo il suo destino, ma quello dell’intera dimensione parallela.Brave Story(2004) è uno shonen dai tratti maturi di Yoichiro Ono, ispirato a un romanzo fantasy scritto dall’autrice Miyuki Miyabe, ha riscosso abbastanza successo in patria diventando anche un anime.In Italia, essendo pubblicato solo nei negozi specializzati non ha avuto l’accoglienza che si sarebbe meritato: infatti presenta disegni particolarissimi, a metà tra il realismo dei paesaggi e il canonico tratto giapponese per i personaggi. Nonostante l’aiuto del computer Ono riesce a esprimere perfettamente i sentimenti dei protagonisti e le tematiche trattate nei flashback sulla vita dei vari Viaggiatori prima di arrivare a Vision.Forse troppo debole nei volumi iniziali, questo manga si farà amare per la conclusione (a parer mio) davvero soddisfacente anche se prevedibile.Contando anche la buona qualità del formato e del design del volume, vale la pena dare una possibilità a questa piccola perla dei manga.

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librindi Rossana Gabrieli

“Il lamento di Portnoy” di Philip Roth

Se volessimo dare un’interpretazione univoca a questo romanzo, pubblicato nel 1967, ed edito più volte in Italia, potremmo farlo da diversi punti di vista e secondo diverse letture critiche: uno

spaccato della comunità ebraica negli Stati Uniti del dopoguerra, l’interpretazione psicoanalitica, la biografia di un uomo d’affari di successo, le avventure erotiche (auto ed etero) ossessivo-compulsive risolte in continue frustrazioni.Una visione univoca di questo lavoro è praticamente impossibile, ma la lettura risulta, proprio per questo, intrigante e, a tratti, ironica, divertente.Così la critica: “Il romanzo è strutturato come un ininterrotto monologo del narratore, Alexander Portnoy, americano ed ebreo, al suo psicanalista, il dottor Spielvogel, prima che quest’ultimo inizi la terapia prevista. Diviso in sette capitoli dai titoli esilaranti, ha come filo conduttore l’alternanza dei piani temporali prodotta dalla rievocazione memoriale del protagonista-narratore: nevrotico, erotomane, morbosamente attaccato alla madre e alle tradizioni ebraiche, spesso peraltro dileggiate e contestate nei loro assurdi divieti, uomo di successo (secondo coordinate americane: è Responsabile di un dipartimento dell’amministrazione di New York contro la Discriminazione), eppure incapace di trovare un centro stabile e disperatamente alla ricerca di una moglie, una famiglia, dei figli. Da Newark a New York, dalla Grecia fino in Israele, Alex Portnoy si porta dietro le sue manie, i suoi tic, le sue idiosincrasie e le sue morbosità sessuali, alla disperata ricerca di una banale, ordinaria, normalità”.

Una riflessione seria che coinvolga aspetti ambientali e risorse economiche, non può prescindere dall’analisi delle principali cause di consumo energetico, o per meglio dire,

degli sprechi energetici che sono rilevabili in Italia. A darci una risposta autorevole, ha contribuito il primo Energy Efficiency Report, report sull’efficienza energetica in Italia, ricerca elaborata dall’Energy and Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che ha certificato che nel nostro Paese il 36% del consumo energetico è assorbito dalle attività di costruzione e di gestione degli edifici, valore destinato inevitabilmente a crescere se si considera che il fabbisogno energetico aumenta dell’1% all’anno e i consumi legati al sistema degli edifici anche del doppio. Ma come mai l’edilizia residenziale assorbe così tanta energia? Se consideriamo come 100 l’energia consumata in casa, e analizziamo i costi per gruppi di voci che intervengono negli interni civili, possiamo dire che il 5% è attribuibile a elettrodomestici,

apparati elettrici ed elettronici come tv radio, computer, frigoriferi, etc .., il 2% serve all’illuminazione, il 15% per il rifornimento di acqua calda e ben il 78% per il riscaldamento, a cui si deve aggiungere un altro buon 25% in più di consumi energetici se poi si ha un impianto di raffrescamento/ condizionamento estivo. Da questa breve disamina si osserva che se gli elevatissimi consumi di energia sono legati alla climatizzazione degli ambienti, questo dipende fortemente dalle dispersioni termiche dell’edificio, che sarebbero assolutamente ridotte se le abitazioni avessero una corretta coibentazione che le isolasse dalle temperature esterne. Più del 70% dell’intero patrimonio immobiliare italiano ha una datazione risalente a prima del 1976, anno della prima norma sulla efficienza energetica (la legge 373) e questo significa che fino ad allora non ci si è mai posto il problema dell’isolamento termico. Attualmente un quarto del patrimonio edilizio italiano non ha mai subito un intervento di riqualificazione che abbia fatto acquisire alle strutture che compongono l’edificio un maggiore isolamento: pareti esterne o verso ambienti freddi, finestre, pavimenti su spazi aperti o confinanti con il terreno o soprastanti ambienti non riscaldati, tetti rappresentano le grandi vie di sperpero energetico su cui intervenire e che oltre ad impoverire le famiglie italiane, continuano a creare danni all’ambiente. Per comprendere la situazione italiana basta confrontare i consumi energetici degli edifici in Italia, Svezia e Germania. In Svezia lo standard per l’isolamento termico degli edifici non autorizza perdite di calore superiori a 60 kWh al metro quadro all’anno. In Germania le perdite sono mediamente di 200 kWh al metro quadro all’anno. In Italia si raggiungono punte di perdite di 500 kWh/m2/anno, numeri che si commentano da soli. E’ dunque necessario partire da qui per affrontare il problema del risparmio energetico in Italia.

Il “colabrodo “ energetico delle abitazioni italianedi Nicola Fasciano

ambienten

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nApriliaLa giornata del libroSala manzù, 5 maggio 2012 (articolo a pag. 6)

nRomaSteve McCurryMacro Testaccio, fino al 29 aprile 2012 Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento e da RomaPalazzo Barberini, fino al 29 aprile 2012Nel Paesaggio, mostra fotografica di Andrea VeneriDoozo Art fino al 30 aprile 2012Henry Cartier BressonPalazzo Incontro fino al 6 maggio 2012Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945-1980Palazzo delle Esposizioni, fino al 6 maggio 2012National Geographic Italia - Il senso della vita. Amore, Lavoro, Pace, Salute (articolo a pag. 11)Palazzo delle Esposizioni, fino al 13 maggio 2012Leonard Feed, Io amo l’ItaliaMuseo di Roma in Trastevere fino al 27 maggio 2012Luoghi comuni. Vedutisti francesi a Roma tra il XVIII e il XIX secoloMuseo di Roma - Palazzo Braschi, fino al 27 maggio 2012Vis Dearum (articolo a pag. 4)Mondo Bizzarro, dal 2 maggio 2012 al 27 maggio 2012Tintoretto alle Scuderie del QuirinaleScuderie del Quirinale, fino al 10 giugno 2012La favola di Amore e Psiche. Il mito nell’arte dall’antichità a Canova (articolo a pag. 4)Castel sant’Angelo, fino al 10 giugno 2012Artisti di villa Strohl-Fern. Un luogo di arte e di incontri a Roma tra il 1880 e il 1956Musei di villa Torlonia, Casino dei principi, fino al 17 giugno 2012Salvator Dalì, un artista, un genioComplesso del Vittoriano, fino al 1 luglio 2012Salcedo. Plegaria Muda MAXXI, dal 15 marzo al 24 giugno 2012

Kaarina Kaikkonen. Towards Tomorrow MAXXI, dal 14 aprile al 15 luglio 2012Lux in arcana - L’Archivio Segreto Vaticano si rivela Palazzo dei Conservatori - Palazzo Clementino Caffarelli, fino al 9 settembre 2012Vetri a Roma (articolo a pag. 12)Curia Iulia, nel Foro romano , fino al 16 settembre 2012Ritratti di attori italiani del XX secolo. Fotografie di Manlio Villoresi dal 1930 al 1960Museo di Roma, dal 26 giugno al 14 ottobre 2012Concorso MACRO 2% - Arthur Duff / Nathalie Junod Ponsard MACRO, fino al 31 dicembre 2012

nFirenzeAmericani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del nuovo mondo (articolo a pagg. 8-9)Palazzo Strozzi, fino al 15 luglio 2012

nForlìWild. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt Musei San Domenico, fino al 17 giugno 2012

nMilanoGustav Klimt. Disegni intorno al fregio di BeethovenSpazio Oberman, fino al 6 maggio 2012

nRavennaTestori e la grande pittura europeaMAR, Museo d’Arte città di Ravenna, fino al 17 giugno 2012

nRoveretoAlice nel paese delle meraviglieMART Rovereto, fino al 3 giugno 2012

nSan MarinoDa Hopper a Warhol. Pittura americana del XX secolo a San MarinoPalazzo SUMS, fino al 3 giugno 2012

Eventin

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Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto - “Nuda Veritas”, The essence of decadence - 2010