occhio all'arte (aprile 2011)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno V N° 43 aprile 2011 Mensile d’informazione d’arte n curiosART: L’altra Tamara n dall’associazione: Botteghe d’Artista n Archeologia: Aprilia & l’archeologia: Satricum n Dedicato a… Tamara de Lempicka, regina del moderno “Autoportrait”

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rivista culturale

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Page 1: Occhio all'Arte (aprile 2011)

A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno V N° 43 aprile 2011

Mensile d’informazione d’arte

ncuriosART:L’altra Tamara

ndall’associazione:Botteghe d’Artista

nArcheologia:Aprilia & l’archeologia: Satricum

nDedicato a…Tamara de Lempicka, regina del moderno

“Autoportrait”

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Mensile culturale edito dallaAssociazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 ApriliaTel.347/1748542

[email protected]. del Tribunale di Latina N.1056/06, del 13/02/2007

FondatoriAntonio De Waure, Maria Chiara

LorentiCristina Simoncini

AmministratoreAntonio De Waure

Direttore responsabileRossana Gabrieli

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

RedazioneMaria Chiara Lorenti, Cristina

Simoncini, Giuseppe Di Pasquale, Eleonora Spataro, Giuseppe Grasso,

Alessandra Matera

Collaboratori Alba Giulia Casciotta, Luigia

Piacentini, Stefania Servillo, Patrizia Vaccaro, Nicola Fasciano, Valeria Nicoletta, Roberta Angeloni, Luca

Deias

Responsabile MarketingCristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing

Giuseppe Di Pasquale

Stampa Associazione Arte Mediterranea

via Dei Peri, 45 Aprilia

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche

parziale senza il consenso dell’editore

Sommario

Auguri a:Botteghe d’Artista

Occhio all’Arte compie quattro anniMondi corpo e anima

Radio Art Mobile presenta Liber amicorum La chiesa della Resurrezione ospita le opere del maestro Cottiga

Buon compleanno Giuseppe PenoneAprilia & l’archeologia: Satricum

Tamara de Lempicka, regina del moderno L’Associazione Italiana Amici del Presepio

RangoArte in pace, in guerra e sotto dittatura

Sul filo di chinaL’altra Tamara

L’inverno russo accarezza Roma “Viaggi e altri viaggi” di Antonio Tabucchi

Il giorno della civettaNucleare, energie rinnovabili e orientamenti in Italia

La giornata del libro

Per sponsorizzare “Occhio all’Arte”

Telefona al 349.7790097

n

Auguri a:

• Max Ernst (2 aprile 1891)• Giuseppe Penone (3 aprile 1947)• Marco Lodola (4 aprile 1955)• Jean-Honoré Fragonard (5 aprile

1732)• Gustave Moreau (6 aprile 1826)• John William Waterhouse (6 aprile

1849)• Victor Vasarely (9 aprile 1906)• Leonardo da Vinci (15 aprile 1452)

• Arshile Gorky (15 aprile 1904)• Ettore Colla (16 aprile 1896)• Joan Mirò (20 aprile 1893)• Enrico Prampolini (20 aprile 1894)• Sandro Chia (20 aprile 1946)• Ludovico Carracci (21 aprile 1555)• William Turner (23 aprile 1775)• Cy Twombly (25 aprile 1928)• Eugène Delacroix (26 aprile 1798)

•••

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3La ghiandaia Il Colosseo

Aula bunker del Foro Italico da cui sono tratti i calchi

di Eleonora Spataro

“B otteghe d’Artista”, l’iniziativa organizzata dall’Associazione Arte Mediterranea in collaborazione con il Comune di Aprilia, è

nata dall’entusiasmo e dal desiderio di Antonio De Waure di creare occasioni in cui l’arte entri in relazione diretta con la quotidianità. Si tratta di una serie di incontri

Botteghe d’Artista Quando l’arte apre la porta di casa

dall’associazionen

settimanali che mettono in contatto il pubblico con alcuni artisti di Aprilia che apriranno a turno, ogni mercoledì, le porte dei loro studi per accogliere i visitatori. Dal 30 marzo al 1 giugno, dieci Maestri, De Waure, Bisetti, Brando, Cottiga, Bianco, Drisaldi, Iezzi, Massarenti, Negri e Ruotolo accoglieranno all’interno degli spazi in cui lavorano, dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 20, tutti coloro che si lasceranno affascinare dall’iniziativa che propone un incontro diretto non solo con l’artista e con le opere ma anche con le materie prime dell’arte. Fondamentale la collaborazione della Dottoressa Stefania Servillo che ha curato l’evento nei minimi particolari dai contatti con i partecipanti al reperimento e al coordinamento dei materiali. Il 30 marzo proprio Antonio De Waure ha inaugurato l’evento aprendo le porte dell’Associazione Arte Mediterranea. All’evento hanno partecipato anche i ragazzi della 3 A della scuola Menotti Garibaldi per i quali il maestro ha tenuto una lezione. Acquarelli ed oli e soprattutto i “ferri del mestiere” hanno regalato ai fruitori un’occasione per vedere da vicino il lavoro dell’artista che da sempre rivolge la sua sensibilità ed attenzione alla città. L’attività di De Waure infatti non è dedicata esclusivamente al suo ruolo di artista, ma soprattutto è votata, attraverso le iniziative culturali che organizza, a valorizzare il territorio ed incoraggiare il contatto dei cittadini con l’arte. Si può dire che questa è la spinta fondamentale che anima la sua creatività e che si riflette anche nei soggetti dei suoi quadri. E’ la gente quella che interessa De Waure; quella stessa attraverso la quale legge la società e ne interpreta le passioni, i drammi e i moti di speranza. E’ negli occhi dei ritratti quest’ultima e nelle tonalità energiche del colore che dal fondo ritornano sui volti accompagnando il gioco di rimandi tra sguardo e gestualità di soggetti stessi.

S iamo ad un nuovo giro di boa, Occhio all‘Arte spegne la sua quarta candelina come mensile d’arte gratuito distribuito ad Aprilia. L’obiettivo

ambizioso continua ad essere quello del primo anno: informare per far avvicinare all’arte i cittadini e tutti coloro che sono disposti a farsi affascinare da mostre, retrospettive, appuntamenti al cinema e a teatro e tante altre attività legate alle realtà locali organizzate

dalle associazioni culturali sul territorio che dimostrano la vitalità e la voglia di crescere della città. I margini di miglioramento sono molti così come gli aspetti da modificare, ma l’entusiasmo dei lettori e della redazione, che hanno alimentato ogni uscita del mensile, spingono la rivista verso nuovi obiettivi. Ringraziamo coloro che ci seguono e sostengono. Buon compleanno Occhio all’Arte.

Occhio all’Arte compie quattro anni

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Mondi corpo e anima In mostra a Capena le sculture africane dell’artista Josè de Guimaraes

in mostran

di Eleonora Spataro

Radio Art Mobile presenta Liber amicorum Gino De Dominicis, Joseph Kosuth e Ettore Spalletti in mostradi Eleonora Spataro

A l l ’Art Forum Wurth, a Capena, in provincia di Roma, f ino al 14 maggio saranno in mostra 24 sculture afr icane dal la col lez ione del l ’art ista

portoghese Josè de Guimaraes e più di 130 opere da lui stesso real izzate. Dal Portogal lo, paese di nascita, a l l ’Angola dove vive per sette anni, l ’art ista racconta questo suo percorso attraverso la mostra gratuita che punta i l suo obiett ivo nel la r icerca di dia logo estet ico tra culture diverse. “I lavor i d i Guimarães infatt i guardano anche oltre l ’Afr ica e c i guidano attraverso la Cina, i l Giappone, i l Messico, la letteratura di Camões e la reinterpretazione dei grandi c lassic i del la stor ia del l ’arte.”

A Roma, in v ia Conte Verde, f ino al 23 apr i le, r i torna i l progetto Camere che questa volta, nel la mostra gratuita Liber amicorum, espone

le opere di 3 art ist i : Gino De Dominic is, Joseph Kosuth e Ettore Spal lett i . “CAMERE è un progetto di RAM radioartemobi le che, dal 2005, s i conferma tra gl i appuntamenti pr incipal i del programma art ist ico del la gal ler ia. I l d isposit ivo curator ia le di Camere prevede l ’ invito di tre autorevol i art ist i che coabitano gl i spazi del la gal ler ia disponendo di una «camera» personale. Ogni stanza è intesa come luogo di concentrata affermazione del l ’ indiv idual i tà ma anche quale strumento di una convivenza e di un dialogo necessar i .” L’esposiz ione mette insieme tre anime del l ’arte internazionale che pur non provenendo da una comune corrente, f in dagl i anni 70’ sono stat i legat i da profonda amiciz ia. La camera quindi, unità dedicata ad ogni art ista ne ospita le opere divenendo catal izzatore d’espressione: “Uno spazio l ibero, anzitutto. Room: spazio/stanza. Vuoto ma disponibi le, anzi disposto: spazio non indifferente al la mobi l i taz ione, al l ’attraversamento, al passaggio. Spazio per muoversi , insomma; uno spazio che consenta i l movimento, che gl i s ia almeno suff ic iente: enough room to move. E’ inevitabi le che i l pensiero corra a certe stanze beckett iane, lo spazio quadrato attraversato dal l ’ incessante movimento che di quel lo stesso spazio accuratamente evita i l centro: per i fer ia del muoversi con mezzi umani.”

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Mondi corpo e anima In mostra a Capena le sculture africane dell’artista Josè de Guimaraes

di Maria Chiara Lorenti

archeologial’artista del mese

A destra del sovrappasso che sovrasta la Pontina, dalla circonvallazione in direzione di Latina, nel quartiere Montarelli, da pochi anni è stata edificata una nuova chiesa, dedicata

alla Resurrezione. Come si evince già dal portale, ove i pannelli di bronzo, opera del maestro Claudio Cottiga, che adornano l’androne, richiamano la morte e la resurrezione di Gesù. Sul portone centrale si affiancano le due fasi decisive e conclusive della vita del Nazareno. Chiaro è l’omaggio a Manzù nella crocifissione bronzea del Cristo che, con le braccia alzate, immola sé stesso a remissione dei peccati dell’umanità, mentre ai suoi piedi, l’immagine dolente della Madonna è contrapposta a quella di Giovanni che, rivolto verso gli astanti, narra gli eventi. Di fianco, simmetricamente, l’elevazione del Signore redivivo, che levitando sovrasta gli stupiti soldati romani, dopo aver scalzato la pietra tombale, quale simbolo della vittoria dello spirito sulla carne. Sulle porte laterali, campeggia la rappresentazione dei due angeli assisi sul sepolcro ormai vuoto che, con espressione immota, testimoniano l’avvenuto miracolo.All’interno la chiesa è scandita da una serie di colonne che la cingono in un ideale abbraccio, sfruttate dall’artista per articolare

attorno ad esse le differenti funzioni liturgiche, qualcuna si anima e da sostegno alle strutture ceramiche che supportano il sacramento per cui sono state create. Per chi si inoltra, nell’emiciclo che ospita il fonte battesimale, la base di forma ottagonale tronca, si sviluppa in tre pannelli ceramici che illustrano il rito del battesimo nel tempo, il primo effigia Mosè nell’atto di separare le acque del mar Rosso, mentre guida il suo popolo verso la terra promessa, il secondo, quello centrale, narra l’episodio del Figlio di Dio che riceve il sacramento da Giovanni Battista, l’ultimo mostra il battesimo oggi, con il sacerdote che bagna la testa del neonato per consegnare la sua anima a Dio. La colonna, fulcro ideale su cui si impernia il battistero, è impreziosita da tessere invetriate che, incorniciando l’icona dello Spirito Santo benedicente, si spingono verso il cielo, frammentandosi in una miriade multicolore, accentuando quel senso di incompletezza, di non finito.A lato dell’altare, in una sorta di cappella virtuale, si staglia la colonna tabernacolo, le tessere colorate, motivo portante di tutti gli arredi della chiesa, inglobano il sacro scrigno, ove è custodito il Corpo di Cristo. Il portello dorato è attorniato da un disco di terracotta che propone stilizzato il rogo ardente, circondando il ciborio della presenza di Dio.Proteso verso i fedeli, il pulpito è realizzato in travertino che incornicia cinque pannelli in terracotta e ceramica, quattro dei quali raffigurano gli evangelisti, chiara citazione a Luca della Robbia, con le sue figure invetriate in bianco.Punto focale della navata è l’altare che, investito dalla luce laterale, si duplica specchiandosi nel marmo lucido della scalea, evidenziando il carattere tipicamente ecumenico voluto dall’artista, coronato idealmente dal coro. Come Manzù anche Claudio Cottiga, è rapito dalla materia, dalla plasticità della creta, così duttile e così imprevedibile, dove basta una distrazione perché il dito perda la presa e con essa l’ispirazione, bisogna sapere come carezzarla per poterla imbrigliare al proprio estro, ed anche allora, quando ancora cruda sembra che l’opera sia perfetta, la cottura, la prima ed a volte la seconda, può distruggere il lavoro fatto, crepandolo o dando al colore un percorso non previsto.La materia è spirituale, attraverso essa si può esprimere il proprio senso di Dio, la si può elevare verso l’infinito, seguendo l’impulso interiore, quella forza creativa che spinge l’artista a plasmarla in quel determinato modo, che urge in cerca di uno sfogo all’impeto espressivo, la ricerca della forma nella massa ancora informe.Come una pagina bianca ancora intonsa in cerca di un segno o di una rima, così la creta inerte è in attesa di essere modellata per liberare l’idea e concretizzarla.

nLa chiesa della Resurrezione ospita le opere del maestro Cottiga

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informARTn

di Stefania Servillo

Buon compleanno Giuseppe PenoneNon è un entrare in contatto con la natura ma un’immersione nel passato e nell’interiorità

S iamo tutti coscienti dell ’ importanza che ha la natura e di quanto sia importante preservarla, spesso si dice che è indispensabile “riavvicinarsi

alla natura”. Giuseppe Pennone fa di più: attraverso le sue opere sembra spiegarci quanto l ’uomo sia simile ad essa, ad esempio agli alberi (grandi protagonisti di parecchi suoi lavori); in essi come nell ’uomo c’è un passato da scoprire e un fiume di memoria da ripercorrere a ritroso. Le opere realizzate nel corso della sua carriera si sono sempre distinte per la singolarità dei materiali usati e, soprattutto, per i l modo in cui venivano modellati; i suoi primi lavori realmente innovativi risalgono all ’età dei 21 anni, importante ricordare quell i legati all ’acqua come Scala d’acqua e Corda pioggia e zinco. Appena un anno dopo le sue “sculture” verranno riportate nel l ibro di Germano Celant “Arte povera. Rovesciare i propri occhi” segna un altro passo importante. In relazione all ’autoritratto in cui i suoi occhi “sono degli specchi” l ’artista spiega che «il lavoro del poeta è riflettere come uno specchio, ciò che la sua sensibil ità gli ha permesso di vedere attraverso segni e immagini necessari per la comprensione altrui». Fin dal 1968 compaiono lavori che giocano sul binomio contatto/memoria, basilare in tutto il suo percorso artistico. Penone, però è un artista eclettico, come la maggior parte dei contemporanei non si l imita alla scultura, ha spesso realizzato performance e happening ad esempio al Museum of Contemporary Art of Chicago o al Centre George Pompidou di Parigi. Nel 2007 è stato invitato alla Biennale di Venezia per i l padiglione italiano dove la sua installazione ha riscosso un grandissimo successo. Un work in progress riconducibile alla land art di particolare ri levanza è Teatro naturale, l ’opera compresa nel progetto Arte in Poll ino util izza elementi

naturali come pietre e alberi per creare un vero e proprio teatro circolare del diametro di 125 metri nella Timpa dei Preti; al centro uno specchio d’acqua tra il pubblico e il palco. Ritorna in quest’opera l ’ idea dell ’artista che non esista distinzione tra l ’uomo e gli elementi naturali. Attualmente realizzato solo in parte, i l teatro di Penone è stato fortemente criticato e sebbene inaugurato alla conclusione del “cervello di pietra” la sua costruzione è stata bloccata dalla Magistratura.Le opere di questo artista sono da sempre controverse, pur util izzando elementi naturali prevedono una loro manipolazione; i l rapporto tra Penone e la natura viene dunque visto ambiguamente da molti. Ricordare che l’arte esprime qualcosa e la esprime util izzando gli elementi che ritiene maggiormente congrui ai suoi scopi è indispensabile, le facil i critiche sarà bene accantonarle così da poter avvicinarsi alle opere di questo eccelso artista italiano di fama mondiale a mente libera; la sua importanza, è i l caso di dirlo, non sta nella sua fama ma nell ’effettiva portata emozionale nonché concettuale dal quale siamo investiti osservando dal vivo uno dei suoi lavori.

Giuseppe Penone, “Rovesciare i propri occhi”, 1970

Giuseppe Penone, “Elevazione”, Rotterdam, 2001

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archeologianAprilia & l’archeologia: SatricumIn località Le Ferriere il sito archeologico prende forma con gli scavi olandesi di Luigia Piacentini

F ino al 1896 di questo sito archeologico non si sapeva nulla e in realtà solo negli ultimi trent’anni gli scavi olandesi hanno portato alla luce importantissimi

reperti, soprattutto di età arcaica. Satricum oggi si trova nel territorio della frazione di Latina Le Ferriere, presso il fiume Astura, non lontano dalla città di Nettuno. La sua posizione ci fa subito pensare che il territorio pontino quindi non doveva presentarsi come una palude salmastra e inabitabile dato che poteva ospitare una fiorente città con tutti suoi collegamenti con il nord ed il sud. La prima fase costruttiva dell’abitato risale al IX-VIII secolo a.C. e in quel periodo si trovava tra due grandi potenze: il mondo etrusco e quello della Magna Grecia, la Megale Hellas. La sua fondazione è dovuta ai Volsci, antico popolo italico, che fondò diversi abitati nel Latium Vetus, come Velletri, Priverno, Arpino, Sora e Cassino. Il tempio e le sue necropoli possono far comprendere tutti i passaggi dei vari popoli e la situazione politica ed economica della città. Il tempio era dedicato ad una divinità molto cara ai popoli italici: la Mater Matuta, la divinità del mattino, del sorgere del sole e della vita che comincia. Il tempio della Mater Matuta si trova al centro di quello che è stato definito come l’Acropoli della città, ovvero il centro amministrativo e sociale della città stessa. Sull’acropoli si trovavano gli edifici di culto più importanti, gli edifici di rappresentanza ed amministrativi e, sempre qui, si svolgeva la vita pubblica delle città stesse. Di Satricum sono visibili almeno quattro fasi costruttive, corrispondenti all’incirca alle quattro fasi architettoniche

del tempio che vanno dal IX all’inizio del V secolo a.C.. Nella costruzione di questo tempio è stato utilizzato anche un blocco di tufo che si è poi rivelato come uno dei ritrovamenti più importanti provenienti dal sito: il Lapis satricanum. Questo blocco tufaceo con la famosa iscrizione è stato realizzato in età arcaica, probabilmente come base di una statua. Il testo, in latino arcaico, è quello di una dedica al dio della guerra Marte da parte dei sodali del console romano Publio Valerio ( “…i compagni di Publio Valerio dedicarono a Marte...”). Durante gli scavi sono stati trovati numerosissime stipi votive delle diverse fasi costruttive. Questi depositi votivi non sono altro che “ripostigli” in cui venivano accumulati i doni che i fedeli portavano al tempio per ingraziarsi le divinità che rimanevano al tempio. Oggi il

Comune di Latina e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio cercano di valorizzare quest’area, in due modi diversi, con una struttura che copre e preserva il tempio associata ad un percorso didattico all’ingresso del parco archeologico che ne illustra la sostanza e l’importanza ed un percorso didattico all’interno delle ex-ferriere, in una struttura che è stata ribattezzata “area documentale” con tanto di pannelli 3D e di stereografie del sito. Una domanda sorge spontanea: perché non unire i due percorsi e rendere il tutto più agevole e completo?

L’area di Satricum vista dal satellite

Lapis satricanus

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Tamara de Lempicka, regina del moderno L’artista più discussa del Decò al Vittoriano di Roma di Maria Chiara Lorenti

Alberto Savinio, Le navire perdu, 1928

“U n giorno a Montecarlo, nel ‘27 o nel ‘28, scesi dalla macchina per entrare da

Chanel, era una piccola Renault, quella gialla brillante e nera. Quando la guidavo indossavo sempre un maglione dello stesso colore vivace con gonna e cappello neri. Ero vestita come la macchina e la macchina aveva i miei stessi colori. Quando tornai, trovai un biglietto sul parabrezza. Nessun nome, solo un messaggio: “lei è così bella quando è in automobile che mi piacerebbe incontrarla”. Era firmato con un nome di donna e vi era l’ indirizzo dell’albergo alla moda di Nizza, il Ruhl. Più tardi mi trovai a Nizza, pensai al biglietto e dissi: “perché no?”. Entrai nell’albergo dove presentai un biglietto da visita dicendo che ero la persona dell’automobile di Montecarlo. Una donna elegante mi accolse con entusiasmo. Disse: “non lo sapevo prima. Prima pensai solo che la donna e la sua automobile costituivano una bellissima immagine. Ma ora, lei non è Tamara de Lempicka, la pittrice?” “Si, signora, sono io”. “Bene”, disse “io sono la direttrice di Die Dame”. Si trattava di un’elegante rivista di moda tedesca. “Prima ero interessata al suo aspetto, ma ora... le andrebbe di dipingere un ritratto di sé nella macchina gialla per la copertina di Die Dame?” Ero una giovane pittrice. Non troppo ricca. Pensai velocemente “si”, lo dissi e lo ripetei, anche perché per quel lavoro sarei stata pagata due volte. Prima dalla rivista per la riproduzione, poi avrei potuto vendere il quadro. Così feci. Fu così che cominciai con questa rivista. Feci molte copertine per loro”. Nacque così uno dei suoi quadri più famosi, “Autoportrait”, manifesto di quell’ondata di modernità che alla fine degli anni ‘20 rivoluzionò il ruolo della donna occidentale, protagonista del jet set che a Parigi trovava la sua cornice ideale.Dama d’oro, come declamata da D’Annunzio, Tamara era l’ incarnazione della donna moderna, cosmopolita e di successo. Bella, volitiva, il volto da attrice del muto, gli occhi bistrati per accentuare lo sguardo da femme fatale, lei era l’ icona di sé stessa, Tamara de Lempicka era la personificazione dei suoi quadri.

Calle - “Porttrait de madame B.”

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Dedicato an

Alberto Savinio, Le navire perdu, 1928

Attenta conoscitrice delle correnti artistiche del periodo Decò, dal Realismo polacco e tedesco al Cubo-Futurismo russo e francese, assimilando dai grandi pittori italiani del passato, dal Manierismo di Pontormo con i suoi colori metallici, marcati dalla luce e dai panneggi scolpiti sulle forme slanciate e dal Bronzino, per protendersi, attraverso la lezione di Ingres, fino ai suoi contemporanei con l’opera di Severini, De Chirico e Casorati, li rielaborò, trasformandoli in uno stile prettamente personale. Nella composizione dei suoi dipinti i soggetti predominano a tal punto da risultare compressi, pronti a trasbordare dalla tela, a mostrare appieno la propria fisicità scultorea, forse a scapito del sentimento. Basati su una teoria geometrica, ove le strutture architettoniche di fondo si stagliano spigolose, addolcite spesso da morbidi tendaggi, i corpi muscolosi dalle forme atletiche si impongono visivamente, bloccati in pose studiate, molto teatrali. La grande forza virile espressa nei suoi doppi nudi femminili, riflettono una vena di mascolinità sfogata spesso in rapporti saffici.Per quanto riguarda la scala cromata usata nelle sue tele, la scelta si pone tra due o tre colori, che, declinati in tutti i valori, creano un’armonia nel dipinto, così come apprese dalle lezioni di Maurice Denise e Andrè Lothe, due artisti molto diversi tra loro, il primo vicino a Nabis, il secondo di formazione cubista, di cui lei fu l’allieva.La sua vita fu una meravigliosa avventura che si concluse tra le fiamme ed un alito di vento che disperse le sue ceneri sul vulcano Popocatepeti, mentre il suo spirito alberga ancora indomito nelle sue opere.La rassegna, intitolata “Tamara de Lempicka, regina del moderno” e curata da Gioia Mori, critica d’arte ed esperta conoscitrice della pittrice, presenta 90 opere, 30 disegni e 50 fotografie dell’epoca che testimoniano il personaggio, provenienti dai maggiori musei del mondo e dalle più prestigiose collezioni private; sarà visitabile sino al 10 luglio, presso il Complesso del Vittoriano a Roma.

La Colomba

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informARTn

di Alessandro Martinisi

L’Associazione Italiana Amici del PresepioDieci anni di attività per la sezione di Aprilia corsi ed eventi speciali

I l 2011 è un anno importante per l’”Associazione Italiana Amici del Presepio – Sezione di Aprilia”, compie infatti 10 anni e nell’ambito dei festeggiamenti organizzati la

prima iniziativa è un Corso avanzato di Presepismo, un regalo che si è voluta concedere per innalzare maggiormente il già ottimo livello artistico presentato durante le mostre negli anni precedenti; vale la pena sottolineare che non risale a molto tempo fa la citazione del Presidente dell’AIAP Alberto Finizio che ha elevato la Sezione a vera Scuola di Presepismo. Artefice di questa splendida iniziativa è stato l’instancabile Patrizio Torosani, già Dirigente della Sezione, coadiuvato da amici presepisti; il corso, durato due giorni 12 e 13 marzo, è stato tenuto da due maestri di fama internazionale Pierluigi Bombelli di Sergano (Cremona), Consigliere Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio con delega ai rapporti con le Sezioni e presepista formatosi nella scuola di Claudio Mattei, perfezionato poi presso i maestri catalani del gruppo di Francesco Romagosa, alcune sue opere si trovano in Italia e all’estero (Santo Domingo, Malta, Krippana etc...) e Antonio Pigozzi di Gazzano di Villa Minozzo (Reggio Emilia) altro esperto presepista, alcune sue scene sono allestite in mostra permanente in diverse strutture museali (Museo del Presepio di Brembo di Dalmine, Museo del Presepio di Giarre, Museo del Presepio di Castelli Calepio, collezione dioramica di Ponte San Pietro, Barcellona,Krippenmuseum di Dorbirn-Austria ed Oberstadion-Gemania).“ Il lavoro di preparazione è stato estenuante e lungo”, spiega lo stesso Patrizio Torosani, “abbiamo cercato di non lasciare niente al caso, sapevamo che amici da tutta Italia avrebbero partecipato all’evento, renderlo più piacevole possibile era

l’obiettivo, grazie anche al Prof. Pierfrancesco Morganti che ha gentilmente ospitato l’evento presso la sala conferenze della Mavi e all’Amministrazione apriliana nelle persone dell’Assessore alla Cultura Patricia Renzi e dell’Assessore ai lavori pubblici Mauro Fioratti Spallacci che hanno creduto in noi”, e a quanto sembra dai primi commenti a caldo e quelli comparsi sui forum l’indomani, il successo non è mancato.Al corso hanno partecipato 80 persone provenienti da tutta Italia dal punto più alto in Piemonte fino alla Calabria – sono stati trattati numerosi argomenti come prospettiva, ambientazione (tecnica del gesso spagnola), personaggi, vegetazione, accessori vari; i maestri hanno catturato per due giorni l’attenzione di tutti – il maestro Pigozzi con la padronanza nella lavorazione dei vari materiali e colori - il maestro Bombelli per i modi affabili e coinvolgenti nel spiegare i vari processi di lavorazione e per le nozioni culturali presepistiche. “E’ stato un momento di grande aggregazione, un momento per ritrovare amici e per conoscerne altri che condividono questa grande passione”.Alla cerimonia di chiusura ha partecipato il sindaco di Aprilia Domenico D’Alessio che ha avuto parole di elogio per l’iniziativa, l’Assessore alla Cultura Patricia Renzi ha ribadito l’importanza dell’evento, una manifestazione che ha portato lustro alla città di Aprilia.“La prossima iniziativa è stata organizzata nell’ambito della Pasqua, stiamo infatti preparando una serie di diorami a tema che verranno esposti nella chiesa di San Michele Arcangelo durante la Settimana Santa, iniziativa nuova per Aprilia, colgo l’occasione per ringraziare Monsignor Giovanni Cassata per l’opportunità che ci ha dato e poi corsi, mostre e seminari”.

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11“Giappone” “I soldi”

di Alba Giulia Casciotta

cARToonsnRango“Se controlli l’acqua controlli tutto”

R ango è un film d’animazione del regista Gore Verbinski uscito nelle sale italiane l’11 marzo che in questo primo weekend ha già riscosso un

notevole successo di pubblico, segno che noi, come gli americani, abbiamo un rapporto privilegiato con il genere western.Rango è un geco davvero solo che passa le sue giornate ad inventare storie e sceneggiature teatrali in cui inter-preta il ruolo dell’eroe pronto a salvare la principessa in-difesa, nel suo caso il busto di una bambola senza testa. Eppure, anche se perso dietro le sue fantasie, Rango non può evitare di porsi la domanda: “Chi sono io?”Un giorno durante un viaggio in macchina ha un’illuminazione, ci vuole un evento imprevisto per far si che un normale personaggio si trasformi in un vero eroe, un qualcosa che lo getti nel conflitto. Forse lo “Spirito del West” in quel momento lo stava ascoltando visto che in un istante la sua esistenza cambia e Rango si ritrova catapultato nella spietata vita di un luogo dove se non ti uccide il sole ci penseranno i più spietati predatori.

Così perso nella difficile realtà di un deserto di sabbia e roccia, dove la vita ha reso perfino i cuori delle persone aridi, il nostro protagonista si farà carico del più serio dei compiti; mantenere viva la speranza degli abitanti del villaggio di Polvere che davvero hanno poco su cui confidare, soprattutto ora che l’acqua è misteriosamente scomparsa e senza acqua non c’è possibilità di salvezza.“Direi che dovremmo dargli una sepoltura.” “Anche gli uccelli devono mangiare.”Una storia con ottimi spunti, ma che si rivela non partico-larmente brillante; pur possedendo il pregio di proporre una certa dose di realismo da vita nel selvaggio West, non riesce a proporsi appieno né come titolo per bambini né per adulti e inoltre molto spesso si carica di movi-menti esagerati solo per richiamare una comicità poco efficace e slegata dalla storia.Numerose citazioni e musiche classiche da Far West ci accompagnano alla ricerca di ciò che incarna di un vero eroe.“Ci vedremo dall’altra parte, amigo.”

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Arte in pace, in guerra e sotto dittaturaAl Palazzo delle Esposizioni tutte le sfaccettature di un artista amante di sport, natura, sviluppo e politica

in mostran

di Luca Deias

Marc Chagall, “Violinista verde”, 1920

I niziando il nostro viaggio alla scoperta dell’artista proveniente dalle verdeggianti pianure russe capiamo subito quanto questo mosaicista/pittore traesse felicità

non tanto dalla realizzazione dell’opera, ma da quanto questa riuscisse a trasmettere qualcosa di profondo a colui che l’avrebbe osservata. All’ingresso della mostra, infatti, ci troviamo davanti a diverse foto attraverso le quali possiamo vedere i mosaici presenti sul soffitto della metropolitana di Mosca, opera di un Deineka il quale, circa settanta anni fa, a lavoro finito affermava che se le persone che camminavano 40 metri sottoterra alzando lo sguardo avrebbero visto stagliarsi il cielo azzurro sopra di loro, allora lui avrebbe raggiunto il suo scopo. Proseguendo troviamo manifesti propagandistici e quadri a favore dell’industrializzazione russa degli anni ’30, opere statiche, opere che trasmettono allo spettatore una forte sensazione di monotonia. Per comprendere appieno l’artista di Kursk però è necessario saper guardare oltre, più avanti infatti sarà lui stesso a suggerirci il rimedio a quella grigia monotonia che nemmeno lui amava: lo sport. È abile l’autore nel far trasudare la tela di una vitalità che sembra sentirsi stretta

chiusa in un quadro; dalla pelle rosea di ragazze e ragazzi che corrono, in città o in immense praterie, viene emanata una voglia di vivere del tutto contrapposta alle emozioni trasmesse dalle prime opere viste; “la stessa Mosca” afferma l’autore “invasa dallo sport, si tramuta sembrando più viva e luminosa”. Amante delle città dominate dal Sole, come la sua adorata Sevastopoli, comprendiamo quanta importanza dia Deineka alla luce ammirando il vestito rosso strabordante di colore della “Contadina in bicicletta”. Infine la guerra, dove il pittore russo trova il perfetto connubio tra l’impegno politico e l’emotività che lo caratterizzano: in “Difesa di Sevastopoli”, città di mare che tanto aveva amato per i suoi cieli tersi in tempo di pace, rappresenta in un’infernale atmosfera di guerra, dove la luce sembra risplendere solo intorno ai marinai russi, ultimi difensori della città. Dopo gli anni ’50 le notizie su di lui diminuiscono notevolmente fino agli anni ’70, quando muore, consapevole di adempiere al suo compito ogni volta che, anche in questo momento, colui che alza lo sguardo nella metropolitana di Mosca può vedere stagliarsi un magnifico cielo azzurro, brillante così come Alexander ce lo ha lasciato.

Sul filo di china

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L’altra TamaraIl volto triste della regina dell’Art Decò

curiosARTn

di Cristina Simoncini

Q uando si pensa a Tamara de Lempicka vengono subito alla mente ritratti di donne ieraticamente voluttuose, odalische abbandonate in estasi

narcisistica, simboli erotici della sua stessa vita di “regina dell’Art Decò”. Invece nella sua produzione artistica compaiono anche opere di tutt’altro genere, anche se sempre caratterizzate dal suo stile dalle forme nette e dai colori corposi. Fra queste è da ricordare “La Madre Superiora”, dipinto nel 1939. Lempicka attraversò momenti difficili nella metà degli anni Trenta: in depressione e consapevole che i suoi punti di riferimento si stavano dissolvendo, subì diverse gravi crisi morali. In quei momenti, mise tutte le sue certezze in discussione. Fu in questo stato d’animo che, durante un soggiorno in Italia, incontrò una suora di un convento vicino Parma, che la ospitò per un breve periodo: a lei sola parlò della depressione che la dilaniava, aprendosi senza riserve. La Madre Superiora le fece una forte impressione, “... ho potuto leggere tutte le sofferenze del mondo sul suo viso, una faccia così terribile da contemplare, così triste, che mi precipitai fuori “, e volle imprimere quel volto, che aveva compreso la sua sofferenza senza giudicarla, in un ritratto di sublime bellezza. In esso la monaca piega tristemente la testa, come prostrata dall’ascolto di una serie di confidenze profondamente inquietanti, gli angoli della bocca curvi verso il basso con disgusto, gli occhi rossi gocciolanti lacrime. Qualche critico dell’epoca le rimproverò di mettere in mostra solo “lacrime di glicerina”, ma Tamara fu sempre così affezionata a quel ritratto che lo tenne sempre con sé, e solo dopo molti anni lo donò al museo delle Belle Arti di Nantes, che per primo aveva acquistato una sua opera.

Nell’ambito di uno scambio culturale che ormai dura da diversi anni (fin da 2002), nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma è stata allestita l’esposizione

L’inverno russo. È possibile ammirare circa 200 oggetti scelti con cura e messi a disposizione di luoghi come il Museo dell’Hermitage e il Museo dell’Arte Teatrale e Musicale di San Pietroburgo. Le decisioni strutturali e logistiche sono state prese al fine di ottenere una ricostruzione emotiva e, dunque, far rivivere ai visitatori le sensazione di coloro che in prima persona hanno partecipato a riti e canti quali, ad esempio, quelli per la celebrazione del Carnevale (Maslenitsa) che si tiene all’inizio di marzo (la mostra è stata inaugurata il 3 marzo) e che segnava il passaggio dall’inverno alla primavera. Il sistema migliore per conoscere una cultura è addentrarsi in essa e certamente conoscere quelle che erano le opere che

adornavano le dimore dell’epoca interpretando così i gusti, nel senso di usi e costumi di un popolo, non può che predisporci mentalmente all’incontro con una storia «altra» con cui raramente siamo entrati in contatto diretto. Ma il progetto curato da Emil Kapelush e Alexander Malishev va ben oltre la semplice presentazione di piccoli oggetti ed opere d’arte; con un tocco dinamico ed innovativo hanno deciso di mostrare al visitatore qualcosa di più e così ritroviamo nelle sale del museo anche la slitta dello zar Nicola II, la slitta di carnevale del XIII sec., i costumi del famoso Ballo al Palazzo d’Inverno del 1903, tenutosi per celebrare i 200 anni dalla fondazione della città avvenuta nel 1703, i costumi del ballo “Veronese” così chiamato in onore del Rinascimento italiano. Un’immersione completa nella misteriosa corte dello zar che incanterà certamente tutti.

L’inverno russo accarezza Roma Fino all’8 maggio si respirerà l’aria di San Pietroburgo di Stefania Servillo

in mostran

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Occhio all’ambienten

di Nicola Fasciano

Il giorno della civetta

occhio al libron

di Valeria Nicoletta

Leonardo Sciascia, nato l’8 gennaio 1921 a Racalmuto, scrittore e politico italiano, grazie al suo impegno civile riuscì a sollevare il problema della mafia e della corruzione

precedendo grandi scandali e processi pubblici. Nato in una famiglia che lavorava nelle zolfatare siciliane, Leonardo crebbe con il nonno e le zie, sviluppò fin dall’infanzia la passione per la scrittura e per la lettura finché, proseguendo gli studi, riuscì a diventare un insegnante elementare nel 1941. Nel 1944 si sposò con una docente di Racalmuto dalla quale ebbe due figlie, vinse il Premio Pirandello nel 1953.“Il giorno della civetta” è il romanzo più celebre di Leonardo Sciascia, il libro appartiene al genere poliziesco. La storia è ispirata a un fatto realmente accaduto nel 1947 per mano della mafia. Un intreccio tra il bene e il male, legalità e illegalità e un piccolo spaccato della Sicilia del dopoguerra. Il legame tra

due omicidi, quello del piccolo imprenditore edile Colasberna e quello del potatore Paolo Nicolosi. Intrecciati perché l’assassino del primo omicidio (commissionato da ‘qualcuno’) è stato visto e riconosciuto dal potatore e per questo assassinato. Il protagonista è il capitano Bellodì un emiliano di Parma (destinato a diventare avvocato, ma rimasto in servizio nell’arma in nome di alti ideali), comandante della compagnia del paese dove sono accaduti gli omicidi. La Sicilia che fa da sfondo è quella del dopoguerra, piena di omertà con il continuo mescolarsi tra mafia e politica. La rinomata teoria dei 5 tipi d’umanità Uomini, Mezz’uomini, Uominicchi, Piglia’nculo e Quaquaraquà, citata tutt’ora anche dalle istituzioni politiche. Un libro che ha anticipato i tempi, svelando la mafia a chi diceva che non esisteva o non la conosceva!

Quello che è successo con il terremoto in Giappone alle centrali nucleari e quello che sta succedendo in Italia al settore delle energie rinnovabili e agli orientamenti

governativi in generale, merita una riflessione. Andando per ordine, i cittadini da vent’anni hanno espresso la loro posizione contro l’energia prodotta da centrali nucleari e questo orientamento ha anche contribuito a produrre, fino agli inizi di marzo 2011, un grande sviluppo delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse) basato fortemente sulla presenza certa di incentivi dello stato a favore di tale espansione. Agli inizi di marzo, però, il Governo italiano ha deciso di bloccare tali incentivi rimandando ad una successiva decisione se e come continuare ad incentivare le fonti rinnovabili, buttando nel caos l’intero settore. Infatti tutte le aziende che si occupano di fotovoltaico, di eolico, di rinnovabili in generale, per fare investimenti hanno bisogno di certezze, cosa che il decreto del 3 marzo 2011 (rinominato “ammazza rinnovabili”) ha decisamente negato. Risultato: investimenti bloccati, aziende intere finora sane e in crescita costrette a mettere in cassa integrazione centinaia di dipendenti (il caso di Solsonica a Rieti ne è solo un esempio), un’intera filiera messa in crisi e in apnea in attesa che la situazione si sblocchi, ovvero che questa successiva decisione restituisca le necessarie certezze. Insomma uno tsunami che ci

rimanda direttamente al sisma che ha devastato il Giappone e, tra le innumerevoli devastazioni, ha anche provocato un grave incidente alla centrale atomica di Fukushima, di entità tale da farlo classificare per gravità come il terzo incidente mai avvenuto in una centrale atomica nella storia, dopo Cernobyl in Ucraina nel 1986 e l’incidente della centrale di Three Mile Island negli Stati Uniti. Ad oggi non esiste sicurezza assoluta per nessun tipo di centrale atomica ed è bene che i cittadini italiani sappiano, in vista del referendum al quale sono chiamati a votare, che le quattro centrali che il Governo vorrebbe costruire nel Paese, utilizzeranno la tecnologia del reattore francese EPR, per il quale le Agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Finlandia e Gran Bretagna avevano individuato (nel 2009) problemi nel progetto del sistema di sicurezza” (fonte Legambiente). Lo spazio a nostra disposizione è molto limitato per far seguire un’analisi dettagliata, ma non è forse lecito immaginare che una delle motivazioni per frenare un settore economico che in tutto il mondo viene incoraggiato e sostenuto per i suoi benefici sull’ambiente e che è anche diventato uno dei settori di traino economici in molti Paesi (quello delle energie rinnovabili), possa essere quella di favorirne un altro ben più robusto e al quale sono legati fortissimi interessi economici (di pochi)?

Nucleare, energie rinnovabili e orientamenti in Italia

“Viaggi e altri viaggi” di Antonio Tabucchidi Rossana Gabrieli

I l fascino seduttivo della narrazione di Tabucchi si compie ancora una volta con l’ultimo lavoro edito da Feltrinelli, “Viaggi e altri viaggi”. Non un diario, non la cronaca

di luoghi e posti visitati e descritti nelle poche parole di un taccuino.Qui i luoghi si legano a personaggi d’altri tempi ed alle loro storie, già vissute, già raccontate, ma, nelle parole di Tabucchi, piuttosto rievocate nell’incanto che prende di fronte ad un ricordo conservato gelosamente per una vita, che improvvisamente viene svelato, per noi soli, uditori di passaggio, divenuti depositari di conoscenze sussurrate alle nostre orecchie, ma

più ancora al nostro cuore.Le parole ci legano alla pagina, così come avviene in tutte le opere di Tabucchi: “Sostiene Pereira”, “Si sta facendo sempre più tardi”, “Tristano muore”, “Il tempo invecchia in fretta”. Ed anche in quest’ultimo lavoro, Tabucchi ci restituisce un po’ dell’atmosfera immota e un po’ decadente di Lisbona, leitmotiv dei suoi racconti e della sua vita.Dice Antonio Tabucchi: “Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull’amore”.

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nApriliaBOTTEGHE D’ARTISTA - Porte aperte all’arteOrario di apertura botteghe:Dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00

CottigaMercoledì 20 aprileVia Matteotti 78

BiancoMercoledì 27 aprileVia Torricelli 4

DrisaldiMercoledì 4 maggioCorso Giovanni XXIII 24

IezziMercoledì 11 maggioVia San Michele 3

La giornata del libro“Sala ragazzi” della biblioteca comunale, 23 aprile, ore 16

Franco Massei - Esposizione permanente opere ad intarsioTrattoria - Pizzeria Sorgente di Carano, via Rosselli 5

IX rassegna d’arte figurativa Rotary InternationalPremio “Paul Harris” - Tema: “L’Italia dal 1861 ad oggi”Cisterna di Latina, palazzo Caetani, 15 maggio, ore 18.00: inaugurazioneCisterna di Latina, palazzo Caetani, 22 maggio, ore 18.00: proclamazione vincitoriAprilia, Hotel Enea, 27 maggio, ore 20.30: consegna dei premi

nRomaPalazzo Farnese dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di FranciaPalazzo Farnese, fino al 27 aprilie 2011

Tamara De LempickaComplesso del Vittoriano, dal 25 febbraio al 29 giugno 2011

Attraverso le collezioni – parte IIGNAM, fino al 2 maggio 2011

Il mito dell’Italia da Turner a Burne-JonesGNAM, fino al 5 giugno 2011

Trieste Biedermeier Museo Mario Praz, fino al 2 maggio 2011

Trieste Biedermeier. L’Ottocento nelle collezioni dei Civici Musei di Storia e ArteMuseo Mario Praz, fino al 2 maggio 2011

Alexander Deineka Palazzo delle Esposizioni, dal 9 febbraio al 1 maggio 2011 Caravaggio. La bottega del genio Palazzo Venezia, fino al 29 maggio 2011

Lorenzo Lotto Scuderie del Quirinale, da febbraio a giugno 2011

Johann Christian ReinhartCasa di Goethe, fino al 15 maggio

Mario Ballocco. Odissea dell’homo sapiensMACRO, fino all’8 maggio

Roommates/Coinquilini. Carola Bonfili e Luana PerilliMACRO, fino al 15 maggio

Nico Vascellari. BlondeMACRO, fino al 22 maggio

Oltre la mostraMuseo dell’Ara Pacis, fino al 10 maggio

La grammatica delle figurePalazzo delle Esposizioni, fino al 1° maggio

Guendalina Salini. Segreto ManifestoEx Elettrofonica, fino al 21 aprile

Luca Maria Patella. Mi raggioGalleria Maria Grazia Del Prete, fino al 18 aprile

Nina Fischer & Maroan el SaniGalleria Marie-Laure Fleisch, fino al 30 aprile

Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones. Il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittorianaGNAM, fino al 12 giugno

Laboratorio SchifanoMACRO, fino al 12 giugno

Antony Gormley. Drawing SpaceMACRO, fino al 12 giugno

Incontrati in tv. I documentari di Franco SimonginiMACRO, fino al 12 giugno

L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978MACRO, fino al 12 giugno

Il confine evanescente. Arte italiana 1960-2010MaXXI, dal 1 febbraio al 30 settembre 2011

Natura MaXXI, dal 20 febbraio al 30 settembre 2011

Caravaggio a Roma. Una vita dal veroArchivio centrale delle Stato, fino al 15 maggio

L’arte di Kveta PacovskaAuditorium – Parco della musica, fino al 26 aprile

Luciano Damiani. La rivoluzione della scena. Documenti di teatro – Teatro di documentiCasa dei Teatri – Villino Corsini, fino al 29 giugno

Johann Christian Reinhart. Sguardi su RomaCasa di Goethe, fino al 15 maggio

Tamara De Lempicka. La regina del modernoComplesso del Vittoriano, fino al 3 luglio

Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones. Il mito dell’Italia nell’Inghilterra vittorianaGNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna, fino al 12 giugno

Dan Perjovschi. The crisis is (not) over. Drawings and dioramasMACRO, fino al 12 giugno

La collezione e I nuovi arrivi. Giuseppe Petroniro e ZimmerfreiMACRO, fino al 12 giugno

Nature. Francesco VeneziaMaXXI, fino al 1° maggio

CittadellarteMaXXI, fino al 15 agosto

Catturare il moderno. Architettura e fotografia in Italia 1926-1965MaXXI, fino al 22 maggio

Alessandra Giovannoni. In camminoMuseo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, fino all’8 maggio

Il Senso della Biodiversità. Viaggio nella Foresta AmazzonicaMuseo civico di Zoologia, fino al 26 dicembre

Mario Teleri Biason. L’angelo delle acqueMuseo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, fino al 15 maggio

L’inverno RussoMuseo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, fino all’8 maggio

Eventin

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L’Associazione Arte Mediterranea organizza, al mattino, pomeriggio e sera, corsi di:

Via Dei Peri, 45 April ia - Tel.347/1748542

www.artemediterranea.org

• Disegno• Disegno per bambini• Acquerello• Olio• Intarsio• Decorazione

• Anatomia per artisti• Prospettiva per artisti • Illustrazione di favole • Xilografia• Modellazione della plastilina e creta

in evidenzan

di Antonio De Waure

La prima giornata del libro ha luogo nel 1995, nel novembre di questo anno, infatti, la Conferenza Generale dell’Unesco ne sancisce la nascita. Il 23 aprile è stato

adottato come giorno dell’evento, che si ripete ogni anno, poiché in questa data sono morti Cervantes, Shakespeare, de la Vega inoltre sono nati Nabokov e Druon. L’obiettivo di questa proposta è stato fin dalla prima edizione limpidissimo: incentivare la lettura e valorizzare il contributo sociale e culturale che gli autori danno all’umanità. Nonostante siamo ormai nel 2011, iniziative che possano essere ricondotte direttamente a quella ideata dall’UNESCO ad Aprilia non hanno preso piede, dunque si tenterà d’iniziare una nuova “tradizione culturale” da quest’anno, nella giornata del 22 aprile.La giornata del libro apriliana è stata ideata dalla dott.essa Stefania Servillo e dalla dott.essa Luigia Piacentini con la collaborazione dell’Associazione Arte Mediterranea e dell’Associazione Aprilia Giovani, l’evento che avrà come filo conduttore la riscoperta del libro e della letteratura si articolerà in diversi momenti. Il venerdì alla “Sala ragazzi” (biblioteca comunale di Aprilia), a partire dalle 16.00 e sino alle 18.00, vi sarà la presentazione dell’evento in cui si spiegherà alla cittadinanza le motivazioni per cui si è deciso d’organizzare questo evento, come si è arrivati alla definizione dei suoi diversi aspetti e perché le persone coinvolte ritengono sia importante celebrarlo. Nella stessa giornata e nello stesso luogo nonché allo stesso orario sarà possibile godere “dell’esposizione fotografica con soggetto letterario”; le opere presentate saranno del fotografo Ermanno Puccetti, dei suggestivi scatti fotografici il cui tema sarà ispirato di volta in volta da uno specifico romanzo. Per rafforzare ulteriormente il messaggio che altro non è che un vero e proprio rilancio della lettura verrà regalato un libro ad ogni visitatore, una operazione che inoltre promuoverà

la letteratura “classica”, il riutilizzo di romanzi usati e ovviamente il tutto nel rispetto dei diritti d’autore.

La giornata del libro«I libri più vecchi per chi non li ha letti sono appena usciti» Samuel Butler