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P uò sembrare strano, ma il .22 Long Rifle, nato addirittura nel 1890 e dalla struttura molto antiquata, è ancora oggi il calibro più diffuso al mondo e quello che ha il maggior numero di “ap- plicazioni”, dato che può essere utilizzato in quasi tutti i campi in cui si può impie- gare un’arma da fuoco. Abbiamo detto quasi, ed infatti a ben vedere rimane fuori solo la caccia ad animali di mole, mentre esistono armi ed allestimenti specifici per difesa o per l’attività venatoria (certo non nel nostro Paese!), così come fucili e pistole per il tiro di precisione e per quello informale, il cosiddetto plinking o baratto- ling (sana attività all’aria aperta che dalle nostre parti può però portare a passare un bel periodo all’aria chiusa!) e così via. Proprio la diffusione delle armi in .22 LR ed il notevole volume di vendite hanno permesso, e permettono tuttora, la nascita di nuovi modelli ed allestimenti pratica- mente in continuazione, con un fervore progettuale sconosciuto in altri campi del- le armi da fuoco. Aria di famiglia Nonostante questa evoluzione, si è assisti- to all’affermarsi di stili costruttivi diversi in differenti aree geografiche, ed anche all’occhio non esperto è subito evidente la provenienza di un’arma rimfire destinata al tiro informale: difficile confondere un prodotto dell’Est Europa con uno occi- dentale o con uno statunitense. Siamo di fronte a differenti scuole e modi d’inten- dere l’arma da divertimento, un qualcosa che potremmo senza paura chiamare… cultura. Ad esempio, possiamo notare che gran parte delle pistole semiau- tomatiche rimfire progettate in America adotta soluzioni tecniche ed estetiche del tutto particolari, al punto che ad un occhio poco at- tento quasi tutte queste armi in .22 possono sembrare figlie dello stes- so progettista. Le varie Hi Stan- dard, Colt e Browning in .22 Long Rifle hanno molto in comune: canna totalmente esposta, calcio sottile e fortemente inclinato, car- rello a “mezza lunghezza” che ini- zia a livello del vivo di culatta ma non avvolge la canna: questo stile ha attraversato i decenni ed an- che l’ultima arrivata, la Beretta Neos, che al di là del nome è un progetto tutto made in Usa, ne è solo un’ennesima variante. La struttura descritta sopra risale ai primi anni del Novecento ed è dovuta alla matita del so- SMITH & WESSON 22A CAL. .22 LR 052 American way Un modo tutto americano di intendere la pistola rimfire da divertimento: la Smith & Wesson 22A in cal. .22 Long Rifle testo e foto di Giuliano Cristofani Il caricatore contiene dieci colpi ed è risul- tato molto affidabile. A quanto pare è lo stes- so della Modello 41 La grossa tacca di mira è registrabile nelle due direzioni ed è incastra- ta alla grossa bindella che sovrasta la canna

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Può sembrare strano, ma il .22 Long Rifle, nato addirittura nel 1890 e dalla struttura molto antiquata, è

ancora oggi il calibro più diffuso al mondo e quello che ha il maggior numero di “ap-plicazioni”, dato che può essere utilizzato in quasi tutti i campi in cui si può impie-gare un’arma da fuoco. Abbiamo detto quasi, ed infatti a ben vedere rimane fuori solo la caccia ad animali di mole, mentre esistono armi ed allestimenti specifici per difesa o per l’attività venatoria (certo non nel nostro Paese!), così come fucili e pistole per il tiro di precisione e per quello informale, il cosiddetto plinking o baratto-ling (sana attività all’aria aperta che dalle nostre parti può però portare a passare un bel periodo all’aria chiusa!) e così via. Proprio la diffusione delle armi in .22 LR ed il notevole volume di vendite hanno permesso, e permettono tuttora, la nascita

di nuovi modelli ed allestimenti pratica-mente in continuazione, con un fervore progettuale sconosciuto in altri campi del-le armi da fuoco.

Aria di famigliaNonostante questa evoluzione, si è assisti-to all’affermarsi di stili costruttivi diversi in differenti aree geografiche, ed anche

all’occhio non esperto è subito evidente la provenienza di un’arma rimfire destinata al tiro informale: difficile confondere un prodotto dell’Est Europa con uno occi-dentale o con uno statunitense. Siamo di fronte a differenti scuole e modi d’inten-dere l’arma da divertimento, un qualcosa che potremmo senza paura chiamare… cultura. Ad esempio, possiamo notare che

gran parte delle pistole semiau-tomatiche rimfire progettate in America adotta soluzioni tecniche ed estetiche del tutto particolari, al punto che ad un occhio poco at-tento quasi tutte queste armi in .22 possono sembrare figlie dello stes-so progettista. Le varie Hi Stan-dard, Colt e Browning in .22 Long Rifle hanno molto in comune: canna totalmente esposta, calcio sottile e fortemente inclinato, car-rello a “mezza lunghezza” che ini-zia a livello del vivo di culatta ma non avvolge la canna: questo stile

ha attraversato i decenni ed an-che l’ultima arrivata, la Beretta Neos, che al di là del nome è un progetto tutto made in Usa, ne è solo un’ennesima variante. La struttura descritta sopra risale ai primi anni del Novecento ed è dovuta alla matita del so-

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American wayUn modo tutto americano di intendere la pistola rimfire da divertimento: la Smith & Wesson 22A in cal. .22 Long Rifle

testo e foto di Giuliano Cristofani

il caricatore contiene dieci colpi ed è risul-tato molto affidabile. A quanto pare è lo stes-so della modello 41

la grossa tacca di mira è registrabile nelle due direzioni ed è incastra-ta alla grossa bindella che sovrasta la canna

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utilizzava un incastro a coda di rondine e una

piccola vite, la Hi Standard, la marca che forse ha prodot-

to la gamma più ampia di questa tipologia, ricorreva ad una culla concava ricavata sul fusto su cui veniva appog-giata la canna: da quest’ultima sporgeva un bullone che attraversava il castello e veniva tirato a mano grazie da un grosso dado. Questo fu solo l’inizio di realizzare tale modo di allineare e fissare canna e castello: più tardi la stessa Casa trasfor-mò il bullone in un perno sagomato che veniva tirato verso il basso grazie ad un piano inclinato comandato da un grosso lito John Moses Browning, e scusate se

è poco: la capostipite fu la Colt Woodsman, arrivata nel 1915 e seguita poco più tardi da prodotti similari della Browning FN, ancora oggi a listino. Vennero poi altri produttori, più o meno famosi e possiamo dire che, a parte piccoli dettagli relativi alla meccanica di sparo, le differenze tra le varie marche hanno riguardato gli angoli dell’impugna-tura e, soprattutto, il sistema di fissaggio della canna al fusto e la conseguente proce-dura di smontaggio, ma “l’aria di famiglia “ è rimasta sempre quella.

A “mezza lunghezza”Ad esempio, la Woodsman originale vedeva la canna avvitata, la Browning

pulsante molleggiato po-sto obliquamente sul lato anteriore del fusto, siste-ma che ha dato nei de-

cenni scorsi ampia prova della sua validità, equipaggiando nu-

merosi modelli che hanno letteralmente fatto storia e che è stato copiato anche da altri produttori. Le pistole calibro .22 con canna esposta e carrello a “mezza lunghezza” hanno avuto un successo in-credibile negli USA, Hi Standard, Brow-ning e Colt sono state seguite anche dalla Ruger che però reinterpretò a modo suo questo tipo di pistole con la Mark I, solo esteticamente simile. La Smith & Wes-son, la marca con il maggior numero di modelli di armi corte centerfire a listino, non si adeguò ed anzi, nel 1951, propose una rimfire ben diversa, la sua “modello 41”, che aveva in comune con le citate pistole solo la presenza del cane interno, ma per il resto era molto più “europea”.

il mirino ha una geo-metria molto efficace. e’ realizzato di pezzo con la bindella, per cui è in lega leggera

ecco il movimen-to verso il basso che compie il grilletto quando si spara

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ma, a ben vedere, anche molte delle recenti proposte di rimfire delle maggiori Case del Vecchio Continente si stanno adeguando all’uso sempre più esteso di materiali sin-tetici e di metalli “alternativi”, ed anche i meccanismi di sparo iniziano ad utilizzare lamierini e mollette che ricordano un po’ le meccaniche dei piccoli elettrodome-stici di consumo, a dimostrazione che il mercato sta creando una trasfusione di stili tra le due sponde dell’Atlantico. An-diamo dunque a descrivere questa pistola americana, ed iniziamo dalla canna, o meglio dal complesso della canna. Si trat-ta di un pezzo grossomodo cilindrico di notevole diametro, rigato al suo interno e che posteriormente comprende la lunga rampa di alimentazione, non lucidata, e la fresatura per il passaggio dell’estrattore. I fianchi sono leggermente spianati, così come la faccia superiore e inferiore, il che dà l’idea di una specie di quadrello con lati di circa 19 millimetri. Il tutto è realizzato in materiale ferroso e nella parte inferiore vi è assicurato il perno ortogonale per il fissaggio al fusto, fissaggio che avviene tramite un robusto pulsante molleggiato che si rifà alla struttura delle vecchie Hi Standard. Superiormente, invece, è pre-sente una robusta e grossa slitta Picatinny in lega leggera, bloccata con viti, che

Poi, però, nel 1987, il carrello a “mezza lunghezza” comparve anche nel catalogo della Smith & Wesson con l’economica Modello 422 ed alla fine, a metà degli anni ‘90, la Casa presentò una nuova pistola in .22 che assomiglia-va tantissimo all’archetipo tipicamente americano nato con la Woodsman del 1915: la 22A, seguita poco dopo dalla 22S in acciaio inossidabile. La Modello 41 e la 22A-S sono ancora oggi a listino, affiancate da una versione rimfire delle M & P: quest’ultima è dedicata chi desi-dera un’arma simile a quelle da difesa e servizio, la Mod. 41 a chi intende fare del tiro di precisione, magari senza troppe pretese di eccellere, mentre la Modello 22 è un po’ il “muletto” della situazione, una specie di entry level nata per essere utilizzata senza troppe attenzioni. Se girate su Internet, però, troverete pareri discordanti sulla qualità e sulla durata di queste armi, ma è evidente che prodotti industriali costruiti in grande quantità possano scontentare molti utenti e come

noto sono questi ultimi che prendono tastiera e mouse e raccontano al mondo i propri malumori, mentre migliaia di altri clienti continuano in silenzio a go-dersi le loro armi.

La 22A nel dettaglio Comunque sia, è evidente che la 22A è un prodotto statunitense nel vero senso della parola e non solo perché è realizzato con le più moderne macchine nel nuovo stabi-limento delle Smith & Wesson di Houlton nel Maine, ma proprio per il ricorso a tec-nologie elementari ed economiche. Forse per la clientela europea, abituata a disegni più classici e vicini alle armi di grosso calibro, la 22A sembra quasi un giocattolo

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il profilo dell’impu-gnatura è abbastan-za ergonomico, ma l’estetica non è certo delle più accattivanti

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si allunga all’indietro fino ad arrivare a filo del lato posteriore del fusto, laddove sporge una vistosa protuberanza cui viene collegata mediante un gancio: il carrello può quindi scorrere all’interno del vano che si viene a formare tra la bindella in alto, il fusto in basso, la canna davanti e la protube-ranza che sporge dal fusto posteriormente. Come detto, il carrello, in acciaio ma vera-

mente leggero, è di quelli “a mezza lunghez-za” e non presenta guide di scorrimento: sono i suoi fianchi che sporgono in basso poco più di un millimetro, avvolgendo il fusto che quindi funge da rotaia mentre superiormente è proprio la bindella che ne impedisce il sollevamento. Il carrello è sca-vato verticalmente al suo interno ed ha una sezione che potremo definire a “cornice”:

nel vano interno s’inserisce la protuberanza posteriore del fusto di cui abbiamo detto so-pra che quindi ne limita la corsa all’indietro. Su questa protuberanza si appoggia anche la piccola molla di recupero, avvolta intorno ad un guidamolla in acciaio completato da un piccolo ammortizzatore di fine corsa in materiale sintetico che evita le conseguenze dell’urto dell’acciaio del carrello contro il materiale molto meno resistente del fusto.

Sicurezze e organi di miraLe componenti interne del carrello, ovve-ro percussore ed estrattore, sono realizzate in lamiera tranciata e la stessa tecnologia è utilizzata per la realizzazione dei mecca-nismi di sparo e sicura ospitati sul fusto; quest’ultimo è un grosso pezzo ottenuto per fusione in lega leggera. Le sicurezze di cui è dotata la pistola sono due: una è quella al caricatore, che impedisce lo sparo se l’astuccio non é inserito comple-tamente a fondo, l’altra è quella manuale facoltativa, sotto forma di una levetta in lamiera posizionata a portata di pollice sul lato sinistro. Inusuale la posizione del pulsante di sgancio del caricatore, posto a circa metà impugnatura sul lato anteriore o frontstrap che dir si voglia: prima di

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la volata dell’arma: in evidenza anche la grossa bindella in lega che vi è fissata sopra

Smontaggio da campo della S&W 22A

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criticare queste soluzioni è bene ricordare il target dell’arma. Gli organi di mira sono montati sulla vistosa bindella, o meglio, il mirino è proprio ricavato di pezzo con

scatto è ovviamente solo in singola azione ma il grilletto presenta una corsa vera-mente peculiare: essendo spinato molto indietro, durante il movimento all’indie-tro si abbassa vistosamente, dando all’ini-zio una strana sensazione al tiratore.Infine l’impugnatura, costituita da un grosso guscio in materiale sintetico, fis-sato al fusto mediante due viti per lato: la presa risulta comoda ma certo l’este-tica, soprattutto posteriormente, non è certo il massimo.

ConcludendoAbbiamo sottoposto un esemplare di 22A ad una lunga seduta di tiro e le impressio-ni sul suo funzionamento non possono che essere positive: l’arma spara diritto, non si è mai inceppata, i caricatori si riem-piono senza problemi, le mire sono regi-strabili. Certo le sue linee e molte soluzioni meccaniche sono figlie di una cultura un po’ lontana dalla nostra, ma come noto il mondo si sta sempre più globalizzando.

essa mentre la tacca, registrabile, è inca-strata posteriormente. Come meccanismo di sparo l’arma utilizza un cane interno, mosso da una lunga molla a spirale; lo

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ecco i meccanismi interni della 22A, tipicamente americani. il lungo stelo a destra è il comando della sicura al caricatore, mentre la protuberanza in alto è quella che viene agganciata dalla bindel-la e che fornisce il fine corsa al carrello

Smith & Wesson 22A cal. .22 Lr

Costruttore: Smith & Wesson, http://www.smith-wesson.com esemplare importato da: Bignami spa, tel. 0471 803000, www.bignami.itmodello: 22Atipo: pistola semiautomaticaCalibro: 22 Long RifleFunzionamento: chiusura labileCanna: 140 mm - 5.5”

Sistema di percussione: cane internoAlimentazione: caricatore da 10 colpiCongegno di scatto: azione singola mire: tacca registrabile, mirino di pezzo con la bindella. Predisposizione per ottiche su base Weaver

Congegni di sicurezza: manuale a leva sul fianco sinistro: sicura automatica al caricatoreimpugnatura: guancette avvolgenti monopezzo Soft Touch, fissate con quattro viti Peso: 975 g scaricaDimensioni: lunghezza 241 mm

materiali: acciaio per canna e carrello, lega leggera per fusto e bindellaFinitura: verniciatura a base sintetica, colore nero opaco (esiste anche una versione bicolore, con il fusto grigio)Numero catalogo: 1864 – arma sportiva

tipica rosata a 15 metri con impugnatura a due mani

¤ PreZZo iNDiCAtivo 410 euro

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